Valutazione morfofunzionale e approccio mirato alle
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Valutazione morfofunzionale e approccio mirato alle
Valutazione morfofunzionale e approccio mirato alle disfunzioni neurogene intestinali. Michele Spinelli, Luigi Rizzato NeuroUrologia, “Centro Alberto Zanollo” Unità Spinale Unipolare Ospedale Niguarda “Ca’ Granda” Milano Le disfunzioni vescicali e intestinali a seguito di mielolesione rappresentano la maggiore disabilità riportata dai pazienti sul piano della qualità di vita . E’ noto come le disfunzioni vescico-sfinteriche da mielolesione hanno rappresentato per molti decenni la maggiore causa di morbilità e mortalità nei pazienti. Questo ha dato luogo ad un interesse nell’ambito dell’urologia funzionale che ha modificato in modo radicale l’approccio urologico al mieloleso. L’esperienza maturata nell’ultimo trentennio permette oggi un approccio alle disfunzioni vescico-sfinteriche fino dalla fase acuta al fine di soddisfare fondamentali requisiti: Salvaguardia dell’anatomia dell’apparato urinario fino dalla fase acuta con la precoce introduzione del cateterismo intermittente Ripristino delle caratteristiche fisiologiche del basso tratto urinario ripristinando una fase di riempimento a bassa pressione, uno svuotamento a bassa pressione con la possibilità di trattamenti diversificati dell’iperattività detrusoriale con conseguente conservazione di una buona funzione renale, con continenza e basso tasso di infezioni urinarie sintomatiche. A fronte di una rivoluzione nel tempo del trattamento della disfunzione vescico-sfinterica con continue ricerche nei vari campi, scarsi sono stati nel tempo i risultati nella ricerca di soluzioni utili per ripristinare un fisiologico svuotamento intestinale. Nonostante esita una ricca letteratura riguardo la prevalenza e la fisiopatologia delle disfunzioni intestinali nelle mielolesioni congenite o acquisite, poco è stato fatto riguardo una gestione pratica della problematica. Sono infatti pochi gli studi controllati su proposte di trattamenti. In particolare non sono gia’ ben definiti a priori i sintomi prevalenti dei pazienti che sono sempre accoppiati con un disturbo della progressione colica, un disturbo dello svuotamento e un disturbo della continenza. Nonostante I tentativi di linee guida per il management intestinale e I tentative di classificazione della funzione residua correlate a livello completezza e tempo dalla lesione scarse sono le indicazioni che si riducono a regime dietetico e stile di vita,uso di lassativi procinetici (cosiddetto conservative treatment) e all’uso di supposte lassative e clismi. Si assite poi in situazioni non gestibili a una chirurgia demolitiva non in grado di risolvere il problema funzionale o in alternativa al confezionamento di stomie continenti per lavaggio anterogrado. Le due frontiere attuali riportate nelle linee guida internazionali riguardano l’utilizzo del lavaggio colico e della neurostimolazione. Da alcuni anni è entrato in uso il sistema di irrigazione transanale denominato Peristeen. Gia’ in passato era stato proposto come soluzione un sistema canadese di lavaggio analogo senza le caratteristiche di monouso. A fronte peraltro di buoni risultati ottenuti da pazienti autodidatti che hanno acquisito il prodotto è stato osservato un drop out dei pazienti e una scarsa compliance cosi’ come si sono registrati rari ma gravi effetti colaterali Non esistono peraltro dei protocolli ben definiti per la valutazione del paziente prima dell’utilizzo del sistema e per il controlllo del beneficio successivo Materiali e metodi A partire dal gennaio 2010 abbiamo introdotto una semplice metodica morfofunzionale di studio per i pazienti candidati all’uso del lavaggio transanale. La metodica consiste nella diluizione di mezzo di contrasto iodato (iopamiro) nell’acqua del serbatoio. Il paziente viene preliminarmente valutato con un diario intestinale. Previa esplorazione rettale al fine di escludere patologie e livello del canale anale e dell’ampolla rettale si procede all’introduzione della sonda. Viene introdotto il liquido di lavaggio con contrasto per momenti successivi con quantità crescenti e con controllo fluoroscopico ogni 100 ml Dal gennaio al dicembre 2010 abbiamo sottoposto a valutazione morfofunzionale intestinale con Peristeen e mezzo di contrasto 90 pazienti 3 pazienti sono stati scartati all’inizio della procedura per presenza di prolasso rettale marcato e di fistola rettale. ) 9 pazienti sono stati esclusi al primo follow up per scarsa compliance al trattamento Gli altri pazienti hanno tutti seguito il protocollo La scelta dei pazienti è stata condotta dai medici della neurourologia durante le visite di controllo urologico con scelta delle situazioni in cui venivano riportate marcate difficolta’ all’evacuazione nonostante un programma intestinale impostato. Tutti i pazienti prima dell’utilizzo del lavaggio transanale utilizzavano lassativi e stimolazione meccanica o digitale per l’evacuazione con associazione di supposte e microclismi. 25 pazienti riferivano episodi di incontinenza fecale. Sotto il profilo urologico tutti i pazienti avevano raggiunto un buon bilancio sia della fase di riempimento vescicale con associazione di trattamenti per la presenza di iperattività detrusoriale (farmacologico con antimuscarinici o con impianto di sistemi da neurostimolazione sacrale e del pudendo e con utilizzo della tossina botulinica intradestrusoriale con raggiungimento della continenza. In tutte le situazioni lo svuotamento vescicale era garantito dalla manovra del cateterismo intemittente. Durante la prima seduta sono stati valutati i seguenti parametri: presenza di fecalomi durante il riempimento dilatazione dell’ampolla durante la fase di riempimento sensibilità rettale o dolore nella fase di riempimento presenza di peristalsi intestinale durante la procedura Terminata la fase di riempimento tutti i pazienti si sono recati alla toilette e è stato eseguito un controllo fluoroscopico a fine procedura per valutare la presenza di uno svuotamento completo. Risultati e follow up A due settimane dall’esecuzione della prima seduta tutti i pazienti sono stati rivalutati con esecuzione della medesima procedura di irrigazione transanale con liquido di contrasto e controllo fluoroscopico. Dopo una prima fase per ogni paziente è stato stabilito il dosaggio di liquido per l’irrigazione in base alle caratteristiche morfofunzionali intestinali rilevate durante la valutazione. senza risalita del liquidi di lavaggio e 1 con lesione cervicale per presenza di disreflessia autonomica scatenata dalla procedura. Il follow up è stato proseguito con valutazioni ambulatoriali con diario intestinale. Tutti i pazienti hanno eseguito 2 valutazioni con studio radiologico (baseline e a due settimane)e da 3 a 5 valutazioni cliniche per un periodo di follow up variabile da 4 a 12 mesi. La quantità media utilizzata attualmente dai pazienti per l’irrigazione transanale è di 580 ml. Dopo la valutazione iniziale dove è risultata elevata la presenza di ristagno cronico di feci con fecalomi si è utilizzato un approccio di utilizzo del macrogol tutti i giorni e del lavaggio transanale tutti i giorni per la prima settimana per poi proseguire fino al controllo con lavaggio trisettimanale con somministrazione di macrogol il giorno precedente Al follow up tutti i pazienti mantengono un utilizzo trisettimanale del lavaggio transanale e 54 pazienti proseguono con l’assunzione di lassativo per via orale il giorno prima. I pazienti in trattamento hanno riportato al diario intestinale la scomparsa di episodi di incontinenza Non si sono piu’ verificate infezioni sintomatiche da germi di provenienza intestinale (Escherichia coli, enterobatteri) Discussione Una corretta riabilitazione intestinale a seguito di mielolesione o comunque in tutte le situazioni neurogene prevede un programma utile al fine di promuovere la progressione delle feci e permettere una completa evacuazione. Un corretto programma di svuotamento intestinale ha come obiettivo la pulizia del colon con normalizzazione della consistenza delle feci. Un corretto regime di idratazione e di introduzione di fibre con un piano di evacuazione programmato sta alla base del programma riabilitativo associato alla valutazione dei tempi corretti per l’evacuazione in correlazione all’attività intestinale correlata al riflesso gastro-colico. Le metodiche che promuovono la fase di evacuazione sono diverse: dalla stimolazione meccanica, all’esplorazione rettale, all’utilizzo di supposte lassative o microclismi. Numerose sono le metodiche proposte per favorire una normale consistenza delle feci e per promuovere una completa evacuazione. Il massaggio addominale, l’utilizzo della manovra di valsalva, l’associazione di lassativi e di farmaci che riducono la consistenza delle feci, i farmaci procinetici, vengono proposti come ausilio. L’introduzione dell’irrigazione transanale è risultata essere una possibile efficace alternativa con attualmente un livello di evidenza non ancora elevato(LOE3 ICI 2009). Nella nostra esperienza l’introduzione di una facile metodica utile ad un utilizzo piu’ ragionato di questo approccio sta portando ad una percentuale elevata di risultati positivi Se nel campo dell’urologia funzionale si sono create nel tempo vere e proprie realtà con reparti di neuro-urologia rimane non ben definito il ruolo medico che deve interessarsi di tale disfunzione: tale approccio porta in ultima analisi il paziente verso specialisti del tratto gastrointestinale sia sotto il profilo medico che chirurgioco che spesso hanno peraltro scarsa dimestichezza con il problema neurologico di base. In generale sono vigenti dei consigli di comportamento basati su stili di vita con l’importanza di una buona introduzione di liquidi e di una dieta bilanciata e con l’introduzione di vari tipi di lassativi. All’attuale osservazione dello specialista neurourologo diventa sempre piu’ urgente trovare soluzioni ragionevoli per la disfunzione intestinale: Infatti nella normale pratica clinica uroologica risulta sempre piu’ importante per il raggiungimento di un buon bilancio clinico, affrontare le due problematiche simultaneamente. Ad esempio un programma di continenza urinaria in un giovane con spina bifida con l’impiego di metodiche di protesizzazione maggiore per l’incontinenza non esula dal fatto di raggiungere una analoga continenza fecale al fine di una abolizione di sistemi da assorbenza, cosi’ come piu’ semplicemente un buon raggiungimento di un bilancio urologico non è scevro da infezioni sintomatiche in presenza di un intestino non ben riabilitato. Molti pazienti preferiscono infatti la stipsi all’incontinenza perchè piu’ accettabile soocialmente, anche se questo rimane causa di effetti collaterali quali l’aumento dell’iperattivita’ detrusoriale, della spasticità scheletrica, della presenza di ingombro intestinale causa di diarrea fino ad arrivare a importanti crisi di disreflessia autonomica. Inoltre nella letteratura sulla gestione intestinale vengono scarsamente prese in considerazione le differenze legate ai differenti livelli di lesione, alla loro completezza e alla causa della mielolesione se congenita o acquisita. Conclusioni L’attuale protocollo adottato presso la nostra struttura si e rilevato uno strumento per una corretta selezione dei pazienti, per la definizione di una metodica di lavaggio personalizzata con elevato successo in una disfunzione da mielolesione che non aveva trovato fattive risposte in passato