IL TUO VIAGGIO LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI

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IL TUO VIAGGIO LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI
IL TUO VIAGGIO
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI
FIORI DI LOTO
LAOS - CAMBOGIA
IL TUO VIAGGIO
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI
LOTO
LAOS - CAMBOGIA
“LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO”
15 giorni 12 notti dal 12 al 26 gennaio 2017
In compagnia di PAOLO GHIRELLI
Ideato e redatto da Mario Romualdi
L’itinerario è tra quelli che si distinguono per “sfumature” solo da noi proposte in Italia.
Stavolta, ad Angkor, assieme all’UNESCO, ci concediamo un’apertura serale del sito
unicamente per noi, con il Thommanon Temple illuminato per l’occasione e un
contorno di musici e cena.
Il Thommanon Temple la notte non è visibile perché è al buio.
Ecco, però, come ci riceverà. Illuminato solo per noi.
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Il viaggio è appassionato, intenso, sostanzioso, coinvolgente, pieno di aspetti diversi,
per conoscere il Laos e entrare nell’intimo di Angkor per quattro giorni.
Durante altri quattro giorni stiamo su barche private nel Mekong laotiano.
Andiamo anche a Preah Vihear, unico sito UNESCO in Cambogia oltre Angkor, solo da
quattro anni tranquillamente visitabile. Poderose architetture, nella posizione più
spettacolare del Paese.
“Laos e Angkor, tra i mangiatori di fiori di loto” è un nostro programma esclusivo con
visite e servizi ancor più arricchiti.
Ci rechiamo in luoghi classici e in altri meno famosi, in modo poco usuale. Usiamo,
infatti, barche in più occasioni per non tralasciare nulla di quanto il Laos, il Paese che
non vuole cambiare troppo in fretta, offra a chi non lo consideri accessorio di altri
viaggi.
La proposta è rivolta a quelli che vogliano conoscere pienamente per la prima volta
Angkor, centro della civiltà kmer, e partecipare agli eventi che abbiamo previsto qui
solo in questa occasione. Ma, è anche appetibile a chi vi sia già stato, per gli
approfondimenti e modalità non solite.
In Laos, una nostra barca ci porta per due giorni sul Mekong pernottando a
Pakbeng affacciati sul fiume, sino a Luang Prabang, definita con fondo di verità,
“ultimo sogno del viaggiatore”.
Poi, Vientiane, con il luogo sacro più importante nel Paese del “milione di elefanti e il
parasole bianco”.
Più a sud incontriamo per altri due giorni aspetti che non immaginavamo tra le anse
del Mekong.
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Dopo Paksè, il Fiume si trasforma, dirama, protegge il sito UNESCO di Vat Phou, allaga
territori per farne emergere piccole lingue di terra isolate,
dove vivono uomini come tanto tempo fa.
Cascate, le “quattromila isole”, villaggi. Con piccole barche c’introduciamo in una realtà
che si concede ancora “ritardi nello sviluppo”.
Il tutto, condito da notti in lodge tra verde e acque che sembrano davanzali su fiumi.
Il dispiacere di allontanarsi da un’oasi rintanata dove solo chi sappia apprezzarne le
particolarità decide di andare, è compensato da Angkor che, direbbe Terzani, “ci rende
orgogliosi di appartenere alla razza umana”.
Qui, il contatto con l’imponenza e raffinatezza dell’arte kmer, è arricchito da siti meno
frequentati e Preah Vihear a 250 chilometri da Siem Riep.
Il nostro è un viaggio consistente e vario.
Ricorderemo grandi pietre che le credenze umane hanno trasformato in luoghi di culto
e graziosità artistiche. Incontriamo fiumi, siti affollati o altri col privilegio di essere
pochi.
E, la sorpresa di ritrovarsi soli a Luang Prabang, lungo il Nam Khan River, davanti alla
tomba di Henri Mouhot, lo scopritore di Angkor che decise di morire proprio qui.
Un piccolo, commovente, omaggio esclusivo.
Vi andiamo nella stagione col clima migliore. Includiamo ciò che più ci piace di questa
regione tra culture, natura, archeologia, luoghi sacri, fiumi e barche.
Al contrario di alcuni, non consideriamo il Laos appendice di altre mete.
Non vogliamo svilire una terra dotata di una propria forte personalità, tale che pare
poter resistere all’occidentalizzazione più di altri paesi orientali.
Abbiamo scelto di percorrere il Laos, che si ostina a non voler cambiare troppo in
fretta, nella maniera meno scontata. Dove opportuno, e possibile,
amiamo usare barche dopo aver sperimentato che è il modo di viaggiare più rilassante
e vicino alle caratteristiche di luoghi “fermi nel tempo”, se non si riscontrasse la
presenza di automobili.
Il fiume, infatti, dà al nostro lento andare l’impressione non solo dell’attraversare terre
sconosciute, ma quasi di penetrarvi
meno superficialmente, perlustrarle, scoprirle, facilitando così l’immersione in un
paesaggio che può riportarci atmosfere inusuali.
Per questo abbiamo privilegiato anche hotel accanto a fiumi. Usiamo barche per
spostarci, mangiare a bordo o per semplici escursioni, decidendo soste in luoghi a
volte poco frequentati, e facilitare così un rapporto e una prospettiva certo diversa da
quella consentita dall’asfalto.
Sul Mekong, resteremo coinvolti dai “ritmi letargici”
di piccole lingue di terra e sabbia che periodicamente emergono dalle sue acque nel
sud laotiano, nella regione delle “quattromila isole”
dove vivono i “mangiatori di loto”.
Tra questi ghirigori di sabbia creati dalla fantasia grazia e forza del Mekong, il pendolo
del tempo oscilla più placido, invitando alla rilassatezza e a dimenticare che il viaggio
deve continuare.
Tra le “quattromila isole” pare di essere dentro una scena costruita per fascinare, e
forse è così. Quelle minuscole isole non sono una presenza reale, costante. Emergono
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solo in un certo periodo dell’anno quando, allargatosi per oltre quindici chilometri da
una riva all’altra,
il Mekong si contrae quasi come atto di creazione partorendo migliaia di piccoli isolotti.
E, forse, anche per questo è evocato come “Madre di tutte le acque”.
Visitiamo siti storici con ricche mescolanze thai, khmer, cinesi e coloniali inseriti in
complesse culture buddista e animista.
Attraversiamo pianure coltivate, risaie, terrazzamenti, alture, vie d’acqua, riserve
naturali, foreste di teak, villaggi.
Abbiamo incluso luoghi sacri e molta natura, ma non abbiamo dovuto fare nessuno
sforzo di fantasia perché la regione è ancora tutta apprezzabile, in un contesto
culturale e ambientale che non lascerà indifferenti.
Questo itinerario non è “un’esplorazione” né prevede eccessivi spostamenti via terra.
Lo rendono ulteriormente godibile e interessante tre voli interni che riducono al
minimo i trasferimenti terrestri, eliminando quelli più impegnativi e meno degni
d’attenzione, ottimizzando il tempo disponibile per le visite.
Ci rechiamo in luoghi noti come Luang Prabang e Vientiane, ma anche in alcuni
scarsamente frequentati con nomi spesso non presenti neppure sulle mappe, specie
quelli di villaggi sparsi lungo i fiumi.
Ricordiamo anche la generale attenzione dedicata alla selezione della qualità e
localizzazione degli hotel, individuati in posizioni non casuali, molti in riva a corsi
d’acqua e dentro aree verdi, per dare ulteriore gradevolezza al viaggio.
Scegliamo pure più pernottamenti consecutivi per non dover rifare la valigia ogni
giorno.
Architetture e natura avvicinate in modo originale.
Il programma prevede un finale di forte attrazione, straordinario. Esistono espressioni
troppo usate che consumano il loro potere emotivo. Insistiamo, però, con straordinario
perché introduciamo
“sfumature” che forniscono un rilevantissimo significato
aggiunto a questo viaggio.
Nella proposta, infatti, ci concentriamo, oltre che nello sforzo di costruirla in modo
curato, proprio nel porre speciale attenzione a certi dettagli.
“Sfumature”, quindi, come valore in più per amplificare il piacere d'incontrarsi con altri
compagni di viaggio, per stare insieme e realizzare vere e proprie “feste” in posti
particolarmente significativi.
Prevediamo, infatti, tre gruppi che percorrono itinerari diversi. (Oltre al nostro,
programmiamo “ Vietnam e Cambogia, tra Cielo e Terra per vie d’acqua”, 18 giorni dal
9 gennaio, e “Cambogia, dove un sorriso è un sorriso”, 13 giorni dal 14 gennaio).
Ci diamo appuntamento una sera ad Angkor,
accanto a un tempio caro a Henri Mouhot, il suo scopritore, e capace di emozionare.
Il Thommanon Temple, realizzato all’inizio del XII secolo prima dell’Angkor Wat, il
padre di tutti i templi d’Angkor. E’ piccolo, aggraziato, prezioso, coinvolgente.
Per una notte solo nostro.
Ci siamo impegnati molto, con l’UNESCO, per svolgere l’evento ad Angkor.
Rileviamo con particolare piacere ciò, per le grandi difficoltà operative incontrate, oltre
che per i costi.
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Non si tratta, infatti, di organizzare “una cena all’aperto”. Occorre, in un luogo al
mondo tra i più famosi, frequentati (di giorno) e con moltissimi vincoli, predisporre
tutto per fruirne privatamente la sera. Con le complicazioni insite nel non disporre, per
esempio, neppure di normale illuminazione. Torce e candele, impianti elettrici, arredo
dei tavoli, musici e camerieri, danzatori, menù, rigida osservanza delle norme UNESCO
per gustare di notte un’occasione così rara…
hanno necessitato un impegno notevole che però siamo davvero lieti di offrire ai
compagni di viaggio e, perché no, a noi stessi.
Solo stavolta.
Certi di non poter facilmente rivivere un momento così.
Una proposta all’altezza delle attese di chi scelga di viaggiare con noi.
Itinerario schematico: Italia Bangkok, volo per Chiang Rai, 1 notte al “Wangcome” nel
cuore della città, barca sul Mae Kok River; Houeixai (Laos), due giorni dal nord
thailandese lungo il Mekong su una nostra barca, pernottamento nel “Pakbeng Lodge”
affacciato sul fiume; Pak Ou, Luang Prabang 3 notti al “Villa Santi Resort e SPA”;
Khouangsi, Ban Phanom, volo per Vientiane 2 notti al “Lao Plaza” in centro città; volo
per Pakse, 2 giorni e 2 notti tra vie d’acqua e rive del Mekong, le “4000 isole”, 1 notte al
“Senesothxeun” hotel sul fiume nella Khong Island; cascate di Phapheng, Vat Phou
Temple, Champasak, 1 notte nel “Le Folie Lodge” boutique hotel su un’isola del
Mekong; volo Paksè Siem Riep/Angkor, 3 notti al “Gran Soluxe Angkor Palace”.
Un programma accurato che proponiamo nel periodo migliore per temperature e
umidità. Le medie minime e massime vanno a Luang Prabang e Vientiane da 15 a 28
gradi, a Pakse da 18 a 31, ad Angkor da 20 a 32. Le possibilità di pioggia sono le più
basse dell’anno.
Il viaggio, crediamo, sia diverso da altre proposte anche per la completezza
dell’itinerario culturale e le modalità di visite e trasferimenti. Ciò non significa che si
tratti di un viaggio “avventura”.
Non v’è nulla d'improvvisato. E’ però certo che l’itinerario si svolge in una terra che può
presentare ancora aspetti di “scomodità”, legati a un insufficiente sviluppo dei servizi
turistici. Nonostante ciò abbiamo selezionato, tra i migliori in assoluto esistenti nel
Paese, quelli che garantiscono una qualità assai soddisfacente non inferiore a quella
che possono garantire le più gettonate destinazioni orientali.
Indichiamo i nomi degli alberghi e persino di ristoranti per favorire come sempre
completezza d'informazione, in modo che se ne possano riscontrare direttamente le
caratteristiche.
Nel programma quotidiano che segue elenchiamo notizie particolareggiate sulla
specificità di visite e servizi, perché crediamo che solo così si possa verificare se la
nostra proposta risponde alle proprie aspettative. Lo facciamo pur coscienti che
qualche aspetto potrebbe risultare diverso da quello ora previsto. Ci sottoponiamo a
questo rischio pur di fornire a chi decida di partecipare l’idea più vicina possibile alla
qualità e svolgimento effettivo del viaggio.
Le guide locali e l’accompagnatore italiano sono in grado di facilitare il compito di
filtrare le specifiche culture locali con la nostra particolare sensibilità occidentale, per
contribuire a cogliere gli aspetti più significativi di realtà che si presentano meno
stravolte dai modelli di vita occidentali.
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Per facilitare un approccio con la storia e attualità del Laos e Cambogia, e offrire spunti
di riflessione su argomenti particolari da approfondire in viaggio, distribuiamo ai
partecipanti il volume “Terre di Mani e Facce”, De Agostini.
Rammentiamo che il periodo del viaggio coincide con l’alta stagione locale e la
richiesta di servizi turistici è elevatissima. Noi li abbiamo prenotati con notevole
anticipo per assicurarci quelli che riteniamo più rispondenti alle nostre esigenze.
Inoltre, la scelta di barche sul Mekong di ridotte dimensioni solo per il nostro gruppo e
di sistemazioni in hotel a volte con pochissime stanze, costituiscono motivo per
segnalarci prima possibile il vostro interesse.
Prima ci pervengono le richieste, anche senza immediato impegno economico, prima
saremo in grado di confermare la partecipazione specie di chi desideri fruire di stanze
singole.
Questa regione ha molto da offrire per soddisfare le più svariate esigenze e non è
difficile proporre viaggi interessanti.
In ciò si è agevolati da terre traboccanti d'immagini mai scontate. In genere, però, ci si
limita a proposte senza sforzarsi d’introdurre aspetti pure inconsueti, sprecando così
l’occasione di utilizzare al meglio le potenzialità offerte da questi luoghi.
Abbiamo perciò programmato un’iniziativa un po’ speciale in cui spesso potremo
osservare la realtà locale da particolari angolature fluviali. Avremo anche modo
d’attraversare aree in cui vivono popolazioni che, pur interessate da uno sviluppo
verso un modello che sembra ineludibile in ogni nicchia di mondo, permettono di
costatare, anche se in modo inevitabilmente non approfondito, come ancora oggi
esistano modelli di vita differenti fra loro e distanti dalla nostra. Effettueremo, ove
possibile, brevi soste cercando in ogni caso di evitare qualsiasi forma di invadenza.
Più in particolare, per due interi giorni navigheremo sul Mekong con una barca non
lussuosa anzi modesta, ma a nostra completa disposizione. Non manca però nulla di
essenziale per una soddisfacente permanenza a bordo. Una soluzione che senz’altro
privilegiamo per gestire la barca e le giornate senza la presenza di altri turisti. Non è
uscita di recente da un cantiere navale e il suo arredo minimale (non minimalista)
abbisognerebbe di qualche cura. Ma, sulla nostra “slow boat” attraversiamo scenari
fluviali dal nord thailandese a Luang Prabang col fascino particolare che solo la “madre
di tutti i fiumi” è in grado di richiamare.
una “slow boat” del tipo di cui fruiamo sul Mekong nel nord Laos
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E’ il mezzo adatto per navigare lentamente su queste acque evitando da un lato i
mezzi più rumorosi e veloci (su questi i passeggeri devono indossare persino un casco
per sicurezza e inquinamento acustico), dall’altro le barche pubbliche di
cui
ovviamente non potremmo disporre con discrezionalità. E’ anche attrezzata con una
cucina per preparare i due pranzi buffet (essenziali) che possiamo consumare a bordo.
Di notte ci fermiamo a Pakbeng. Pernottiamo in un lodge proprio sul Mekong, in un
ambiente caratterizzato da foresta fluviale e scorci naturalistici coinvolgenti.
Abbiamo scelto di concludere il nostro viaggio in Laos navigando ancora sul Mekong
per conoscerne la parte più meridionale, prima di passare in Cambogia. Giungiamo
anche al Tempio di What Pou (Vat Phou) patrimonio Unesco che volutamente
inseriamo alla fine della permanenza in Laos, per chiudere questa parte del viaggio con
un crescendo di sensazioni.
Abbiamo più occasioni per escursioni fluviali, inclusa una anche sul Mae Kok vicino a
Chiang Rai, in contesti naturali apprezzabili per osservare spicchi di natura.
Pure i brevi attraversamenti terrestri presentano scorci montani, valli, dentoni rocciosi,
vegetazione, immagini da guardare non solo attraverso un obiettivo e da non portare a
casa solamente in una scheda. Più in generale saremo attorniati da una realtà oramai
rara in moltissime altre destinazioni, fatta di luoghi sereni con un turismo ancora non
invadente e atmosfere deliziose.
Non sarà fuori luogo rimarcare che lì, ancora, “si può sentire crescere il riso”.
E, le soste in hotel non di rado godibili, faranno ulteriormente apprezzare lo scorrere
delle acque del Mekong sorseggiando una "Lao Beer".
Per i pernottamenti abbiamo selezionato hotel generalmente dotati di forte
“personalità” e spesso posti lungo i fiumi. L’attrattiva principale del viaggio non deve
risiedere nella qualità degli alberghi, ma quando alcuni di questi sono in luoghi come
quelli scelti, ciò non può che arricchire l’assorbimento di atmosfere tipiche del posto.
Di norma, i pranzi sono in ristoranti locali e le cene (quasi sempre set menù) in hotel
per non dover uscire la sera, dopo giornate intense e garantire più rilassatezza.
L’intero itinerario è in genere intenso ma con tempi congrui per adeguate soste, visite
e a volte tempo libero per acquisti e personale approccio con aspetti interessanti della
realtà locale. Sveglie di buon mattino sono opportunamente inserite per utilizzare al
meglio il tempo a disposizione.
Il mercato turistico offre prezzi anche molto diversi. La nostra proposta non parte dalla
necessità di presentare quote di partecipazione basse.
Privilegiamo, invece, come in questo caso, servizi superiori alla media assicurando un
rapporto qualità/prezzo positivo.
Nel valutare le quote di partecipazione invitiamo a porre la dovuta attenzione alle
specifiche voci che includiamo. Tra cui:
-hotel di cui forniamo i nomi per verificarne le caratteristiche specifiche, perché il costo
di un hotel non è dato solo dal numero di stelle ma dalle proprie peculiarità,
-numero di pasti e nomi dei ristoranti, (le cene sono in hotel e il loro costo è anche più
del doppio di quelle in un buon ristorante locale),
-tutti i trasferimenti interni in barche e bus privati,
-voli intercontinentali Thai e tre voli interni di linea per ottimizzare i tempi evitando i
percorsi più faticosi e meno interessanti,
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-qualità e accuratezza del programma,
-guide locali parlanti italiano in Laos e Angkor. (In Laos le guide in lingua italiana sono
rarissime. Noi le assicuriamo. Notizie più dettagliate in “Guide locali”).
-la sfumatura ad Angkor che sottolineiamo con non celata esclusiva soddisfazione.
-accompagnatore dall’Italia di particolare esperienza e qualità che può garantire il
massimo sforzo per realizzare al meglio quanto previsto sulla carta.
(Il viaggio è uno dei beni che si acquista senza poterlo visionare prima. La sua riuscita
sta proprio nel poter fruire di ciò che si è comprato a scatola chiusa. Anche la presenza
dell’accompagnatore scelto in quest'occasione, offre quel pizzico di garanzia in più per
far coincidere le aspettative col suo svolgimento reale.
Che è il vero metro di misura della sua capacità di soddisfarci).
In caso necessitino altri chiarimenti prima dell’adesione, si può contattare direttamente
il
programmatore
del
viaggio:
340
3475697
[email protected]
[email protected]
“Tra Cielo e Terra”
Il Cielo e la Terra, normalmente, s’incontrano all’orizzonte.
Lì, i due elementi sfumano tra loro e si sciolgono nella foschia o rimangono distinti.
Nebbie, piogge, calure, afosità, distanza possono amalgamare l’aria e ciò che sta sotto i
nostri piedi per farne un tutt’uno confuso in cui perdono fisionomia propria. Ma, anche
in questo caso, noi sappiamo che esistono due entità diverse che solo la lontananza, la
miopia o la scarsa visibilità mescolano, fondono, confondono.
Nel Cielo sta tutto ciò che le passioni, paure, la mente, le speranze dell’uomo hanno
escogitato per lodare un dio, maledire un demone, ingraziarsi un elemento della natura,
inventarsi l’esistenza di un aldilà.
In Terra si trova quello che le mani, l’arte dell’uomo antico hanno prodotto per la
megalomania dei potenti, le devozioni dei fedeli, le necessità di gratificare chi
s'immagini stia in cielo a scagliare fulmini
o mandare vivifica pioggia.
Come possono, Cielo e Terra, in quest'accezione starsene distanti l’uno dall’altro e
incontrarsi giusto all’orizzonte solo perché
in lontananza le cose paiono confondersi?
Cielo e Terra non perdono forza d’attrarre se abbandoniamo, per il tempo di un
viaggio in Indocina, il modo con cui normalmente li osserviamo.
Ecco, noi proponiamo un’esperienza in cui invitiamo a non cercare linee nette di
separazione. Sollecitiamo a essere un poco miopi.
Ma, ciò non basta. Proponiamo di essere ancora più ambiziosi. Suggeriamo di usare
questa miopia per non individuare limite tra Cielo e Terra in tutto ciò che vedremo,
udremo, toccheremo, annuseremo.
E non stupitevi se le macchine fotografiche vedono questa separatezza. Loro sono in
grado di registrare solo ciò che colpisce la sensibilità dell’obiettivo. Le macchine
semplicemente inquadrano il materiale che si trovano davanti.
La nostra sensibilità, per fortuna, non si valuta in base al numero di puntini che
possono essere compresi in un certo spazio per fornirci il massimo della nitidezza. Vale
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di più, è più duttile, non è finalizzata a farci riprodurre il più esattamente possibile le
immagini che scorrono di fronte.
I nostri occhi possono vedere ciò che ragione, emozioni e miopia creativa
suggeriscono. Non importa, perciò, se nel nostro percorso dal nord del Laos alla
Cambogia anche a noi sembrerà di individuare dei limiti netti tra il Cielo e tutto ciò che
vi sta sotto.
Se vorremo veramente entrare sotto quel Cielo e conoscere un poco di quei luoghi, la
nostra capacità dovrà essere quella di abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a che
non si confondano.
Così, in questo viaggio “Tra Cielo e Terra”, dovremo guardare ciò che osserveremo,
tutto ciò che toccheremo, la materialità delle pietre di Angkor in Cambogia o del Wat
Pou in Laos, con meno rilassatezza. Sarà necessario, per non percepire solo ciò che
persino la macchina fotografica può registrare, uno sforzo per attorniare, rivestire con
un alone immateriale e sacrale molto di quanto scorgeremo, toccheremo, annuseremo,
udremo, sentiremo.
In ciò saremo agevolati anche dalla possibilità che ci siamo offerti di viaggiare pure per
vie d’acqua. Scorrere sull’acqua, aiuta ad andare oltre la separatezza tra cose celesti e
corposità terrene. Facilita l’immersione in atmosfere passate, dove ancora oggi
l’assenza di adeguate scienza e tecnologia rende l’uomo dipendente dalla natura e gli
fa identificare l’acqua, la pioggia, la terra, il riso, con un dio.
Ecco ciò che vogliamo incontrare, non senza sforzo, in Laos e Cambogia.
Quella confusione antica tra terreno e ultraterreno vorremmo poterla ricostruire anche
solo per il tempo di un viaggio.
Le pesanti pietre di Angkor saranno così liberate dalla gravità che le tiene fisse a terra
l’una all’altra, per suggerirci più di quello che le aggraziate sagome dei templi già non
mostrino anche alle macchine fotografiche.
In quei macigni scarnificati da sapienti mani che ne hanno fatto emergere forme di non
transitoria bellezza, potremo così vedere non solo il risultato di una valente
artigianalità, ma un contributo alla glorificazione di ciò che le credenze popolari hanno
sempre immaginato risiedesse in Cielo. In tal modo saremo in grado di svincolare quei
cumuli d’arte dalla pur attraente fisicità terrena per innalzarla allo stato di piacevole
turbamento.
Ma, la Terra e le pietre non sono le sole ad aver subìto questa metamorfosi, elevandosi
da pura materia ad emozione.
Anche il Cielo, luogo dove risiedono stabilmente gli dei, cambia.
Subisce il materialismo degli eventi umani da cui è glorificato con suppliche preghiere
e incensi. Gli si offrono doni e dimore in cui soggiornare durante le visite ai mortali.
E Lui, onnipotente ma narciso, si lascia convincere.
Abbandona la casa celeste e accetta un temporaneo trasloco.
Nasce così il tempio, a volte modesto, spesso pretenzioso, eclatante tanto quanto si
abbia la necessità di ingraziarsi il dio di turno.
In questo modo il Cielo, per definizione etereo e senza peso, puro spirito, si veste di
pietra e acquista una corposità che lo fa discendere in Terra.
Nello stesso tempo quelle che erano pure pietre senza forma e senz’anima, sottoposte
allo scalpellìo dell’uomo credente, perdono parte della loro esistenza terrena per
elevarsi un poco e mescolarsi con lo spirito di quegli dei venuti a ricevere l’omaggio
della pietra che si fa tempio.
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Qui, il coinvolgimento emotivo di chi sia dotato di miopia creativa, è tale che si riesce
ad abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a farli confondere.
E così, l’Angkor Wat, il tempio più esteso al mondo, può spogliarsi della sua imponenza
che lo àncora alle leggi della gravità.
Perché qui aria e pietra, fervore religioso e corposa raffinatezza della materia si
compenetrano tanto da divenire indistinti.
E’ sempre la stessa Storia.
Qui, come in ogni luogo dove l’opera umana sia finalizzata alla glorificazione di una
deità o a inventarsene una nuova, il Cielo e la Terra ripropongono sempre l’eterno
rapporto tra religione e arte che da vita a quelle forme
in cui spirito e materia, insieme, trovano casa.
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I
1° giorno (giovedì)
Volo Thai Malpensa/ Bangkok
2° giorno (venerdì)
Volo Bangkok/Chiang Rai, relax in hotel, nel pomeriggio barca sul Mae Kok River
3° giorno (sabato)
Chiang Rai, Houeixai (Laos), barca privata sul Mekong, Pakbeng
4° giorno (domenica)
Pakbeng, navigazione sul Mekong, Luang Prabang
5° giorno (lunedì)
Luang Prabang, "ultimo rifugio dei sognatori"
6° giorno (martedì)
Luang Prabang
7° giorno (mercoledì)
Luang Prabang, visite e tempo libero, nel tardo pomeriggio volo per Vientiane
8° giorno (giovedì)
Vientiane
9° giorno (venerdì)
Vientiane, volo per Pakse, "4000 isole", Khong Island
10° giorno (sabato)
Khong Island, cascate di Phapheng, Vat Phou Temple, Champasak
11° giorno (domenica)
Champasak, Paksè volo per Siem Riep, Angkor (Banteay Srey, Banteay Samre, Angkor
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Tom)
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12° giorno (lunedì)
Angkor - Preah Vihear (250 Km 5 ore circa) - Angkor
13° giorno (martedì)
Siem Reap (Ta Phrom, Angkor Wat...). Incontro serale con gli altri gruppi per la cena al
Thommanon Temple di Angkor, aperto e illuminato solo per noi
14° giorno (mercoledì)
Angkor, giornata libera per relax o approfondimenti, volo serale per Bangkok
15° giorno (giovedì)
Volo Bangkok/Milano
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1° giorno (giovedì)
Volo Thai Malpensa/ Bangkok
Volo di linea Thai TG 941 da Malpensa alle 13,05. L’accompagnatore attende il gruppo
al banco accettazione per Bangkok 3 ore prima della partenza. Pasti e notte in volo.
2° giorno (venerdì)
Volo Bangkok/Chiang Rai, relax in hotel, nel pomeriggio barca sul Mae Kok River
Arrivo a Bangkok alle 5,55. Disbrigo delle formalità di frontiera e coincidenza col volo
Thai TG 2132 delle 11,05 per Chiang Rai, dove si giunge alle 12,25.
(Gli operativi di questo e di tutti gli altri voli interni, pur prenotati e confermati, sono
soggetti a ulteriore riconferma. Eventuali variazioni, che potrebbero comunicarci anche
in viaggio, determinerebbero opportuni adeguamenti nel programma, inclusi possibili
cambi nei luoghi di pernottamento e alberghi).
Arrivo in aeroporto e trasferimento in hotel.
Fruiamo subito delle stanze, aspetto che i nostri compagni di valigia certo
apprezzeranno, per una gradita doccia e relax sino al pranzo in hotel. Scegliamo
d’iniziare il viaggio in modo soft, per evitare d’andare in giro stanchi e frastornati
come in genere succede appena scesi dall’aereo. Il primo giorno d’arrivo in un luogo
con forte differente fuso orario, avrebbe sempre bisogno di un opportuno momento di
ambientamento. In questo caso siamo lieti di poter soddisfare tale diffusa esigenza.
Nel pomeriggio prevediamo una breve escursione in barca di un paio d’ore in una
vicina località sul fiume Mae Kok. Nulla di straordinario, ma è il primo approccio con un
mezzo che useremo abbondantemente nel viaggio. Se possibile attraccheremo in
prossimità di un villaggio con etnie Lahu o Karen.
Normalmente, le piccole località in cui ci si ferma, in questa e nelle altre occasioni
durante il viaggio, sono assolutamente “normali”. Si tratta di ridotti agglomerati nella
cui “normalità” si potrà individuare motivo d'interesse per la nostra sensibilità e per le
immagini che riporteremo a casa.
Vi risiedono persone che, in varia misura coinvolte in uno sviluppo verso un modello
socioeconomico che pare tendere ad omogeneizzare ogni spicchio di mondo, possono
fornire immagini, seppur fugaci, per constatare il permanere di modalità di vita diverse
dalla nostra. Potrà essere occasione per un “rapporto ravvicinato” con facce non
ancora pienamente coinvolte nel processo evolutivo di questa regione asiatica. Si
riproporrà pure il solito dilemma sui modi e opportunità di questi contatti, che in
genere non risultano invadenti solo se la situazione osservata è caratterizzata dall’aver
perduto, in tutto o in parte, la sua “verginità originaria”.
(Ricordiamo che il viaggio non ha pretese di “andare alla scoperta di etnie”).
Rientro a Chiang Rai nel tardo pomeriggio. E’ una piccola cittadina in cui
semplicemente si transita e può costituire base di partenza per trekking o escursioni
lungo il Mae Kok. A Chiang Rai esiste una tradizione di mercato notturno.
Pranzo e cena in hotel. (Set menù).
Il nostro hotel a Chiang Rai, “Wangcome Hotel” (www.wangcome.com)
16 | IL TUO VIAGGIO
Scegliamo quest'albergo perché è centrale e vicino al mercato notturno. Come
sempre, non proponiamo il primo pernottamento nel migliore hotel del viaggio. Non è
lussuoso né di charme ed è senz’altro tra i meno gratificanti che frequenteremo, ma ha
stanze grandi e accoglienti e si trova in ottima posizione nel cuore della città. Prima o
dopo cena suggeriamo una passeggiata approfittando proprio della localizzazione
dell’hotel. A piedi si giunge agevolmente nella zona del mercato serale.
*Per il pernottamento del giorno dopo a Pak Ben (Pakbeng) nel lodge lungo il Mekong
occorre un piccolo bagaglio a mano in cui mettere il necessario, inclusi repellenti per gli
insetti. La valigia resta sulla barca. Sarà fruibile all’arrivo in hotel a Luang Prabang. In
questo modo si evita il laborioso trasbordo di pesanti bagagli. (Può essere lo stesso
bagaglio a mano usato quotidianamente o altro, secondo le personali esigenze).
Pernottamento (Wangcome Hotel )
Tel. 0066 53 711800-711811
Fax
0066
53
712973
3° giorno (sabato)
Chiang Rai, Houeixai (Laos), barca privata sul Mekong, Pakbeng (150 Km, circa 8 ore
)
Sveglia di primissimo mattino per andare a Chiengkong, città di commerci col Laos,
frequentata da elementi tribali che vivono sulle colline circostanti. Qui si attraversa il
fiume per Houeixai sulla riva laotiana del Mekong. Dopo le operazioni di frontiera, per le
quali occorre opportuna consistente pazienza, (le procedure non sono sempre le
stesse), si sale sulla nostra barca che ci porta sino a Luang Prabang dopo due giorni di
pacata navigazione sul Mekong.
Il Mekong è grande, immenso e portatore di vita, ma riesce a essere pure molto feroce
quando le piene trasformano il fiume in nemico incontenibile. Da sempre è per le
tantissime popolazioni che hanno scelto di vivervi accanto via di comunicazione,
riserva d’acqua, mezzo di sostentamento per i pescatori. Scorre per oltre 4500
chilometri attraverso Cina, Birmania, lambisce la Thailandia, entra in Laos per quasi
1.900 chilometri, poi va in Cambogia e Vietnam dove forma l’enorme delta, un tempo
parte del dominio khmer.
Da quando è stato teatro dell’attacco che più ha caratterizzato la guerra del Vietnam
(“l’offensiva del Tet” del 1968), il suo nome in Occidente è indissolubilmente legato a
quella guerra che ha diviso il mondo in due schieramenti nettamente contrapposti.
Il Mekong non ha una sola madre. Varie sono le sorgenti che gli danno vita. E’ assodato
che nasce in Tibet e nella prima metà del suo percorso scorre in terra cinese dove è
noto come “fiume turbolento”, perché in circa 2.000 chilometri passa da una regione
che sta a oltre 4.000 metri d’altezza a un’altra di soli 500. Fin qui non è navigabile.
Poi fa da confine tra Birmania e Laos nella zona del “Triangolo d’Oro” e in seguito,
prima di introdursi in Laos, costituisce la linea di divisione con la Thailandia.
Nelle lingue di questi due Paesi è definito da tempo immemore “la madre di tutte le
acque”, a significare l’importanza estrema che ha per le popolazioni locali.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 17
Noi lo conosceremo da una barca di una trentina di metri che offre un “ristorantino”
per mangiare a bordo. La cucina è semplice, ma il lento andare della barca rende tutto
apprezzabile. Potrebbe anche esserci un membro dell’equipaggio che in inglese
fornisce qualche informazione sul Mekong. L’essenziale, però, in questo caso non è
capire quella lingua ma osservare lo scenario che la natura ha architettato lungo il
fiume. Un libro, osservare il circostante, puro relax...
E’ un’esperienza che caratterizza positivamente l’intero viaggio.
Secondo le condizioni generali e del fiume, nei due giorni a bordo sostiamo in un paio
d’occasioni lungo un itinerario punteggiato da capanne e villaggi.
Navigazione sino al pomeriggio per giungere nei pressi del piccolo centro di Pakbeng.
Pernottiamo e ceniamo in un lodge lungo il Mekong sommerso nel verde. La barca è
modesta e l’hotel non è lussuoso, ma sicuramente costituiscono le migliori soluzioni
per la visione del fiume e dormire in un ambiente per noi poco consueto.
Pranzo buffet (essenziale) a bordo.
Cena (set menù) sulla terrazza dell’hotel affacciati sul Mekong. Assai piacevole.
Il nostro hotel lungo il Mekong, “Pakbeng Lodge”, (www.pakbenglodge.com)
Il Pakbeng Lodge ha solo 30 stanze, per questo è necessario prenotarle un anno prima.
Arredato in legno e distribuito in piccole costruzioni con stile tradizionale a due piani, è
sulle alture che affacciano proprio sul Mekong. Le strutture sono piacevolmente
semplici, ben inserite nel contesto naturale per consentire appieno la fruizione delle
caratteristiche del posto. Le stanze sono gradevoli, hanno ventilatori, ma ciò che più si
apprezza dell’hotel è senz’altro la vista sul fiume. E’ in mezzo al verde sul pendio di una
collina che domina il Mekong, a pochi minuti a piedi dal piccolo centro di Pakbeng.
Da non perdere un aperitivo nell’accogliente bar panoramico e un massaggio.
Per chi scrive, è certo una positiva prima esperienza nelle strutture scelte sui fiumi che
ci sembra possano al meglio sottolineare le caratteristiche del Paese in cui
soggiorniamo.
Pernottamento (Pakbeng Lodge )
Hotel arredato in legno e distribuito in piccole costruzioni in stile tradizionale a due
piani, è in mezzo al verde sul pendio di una collina che affaccia proprio sul Mekong. Le
strutture sono piacevolmente semplici e ben inserite nel contesto naturale. Le stanze
sono gradevoli, hanno ventilatori e vista fiume.
18 | IL TUO VIAGGIO
www.pakbenglodge.com
Ban Done Khame, Muang Pakbeng Oudomxay Province
Tel.: +856 81 212304
4° giorno (domenica)
Pakbeng, navigazione sul Mekong, Luang Prabang (180 Km, circa 9 ore)
Prima di riprendere la navigazione, chi vorrà alzarsi presto potrà visitare il mercato
locale (non quotidiano) nel vicino villaggio di Pakbeng, in cui sono esposte merci di
contadini e commercianti delle tribù stanziate sulle alture dei dintorni.
Colazione nel lodge e partenza. Anche durante questa seconda giornata il Laos scorre
placido, richiedendo da parte nostra solo quella distesa attenzione che l’andare per via
d’acqua consente. Per riempire questo vuoto di tensione non è neppure necessario un
libro impegnativo, (va bene anche il perfido godibile Wilbur Smith). La piacevolezza
della permanenza in barca e del suo lento andare non è scalfita neanche da qualche
motoscafo veloce su cui sfrecciano quelli che scelgono di giungere dalla Thailandia a
Luang Prabang in poche ore, costretti a indossare caschi per proteggersi anche dai
rumori prodotti dai fastidiosi motori.
Nei due giorni di tranquilla slow boat saremo comodamente impegnati in un “relax
contemplativo” per seguire con gli occhi le sponde che accompagnano il fluire della
barca, e avremo modo di intuire il forte legame del fiume con la vita quotidiana sulla
terraferma. Faremo due soste, compatibilmente con lo stato del fiume, la prima in un
villaggio dove distillano un diffuso “torcibudella” locale e sono pure reperibili oggetti
artigianali.
Prima di giungere a Luang si visitano le grotte dei “Diecimila Budda”, nelle vicinanze
del Pak Ou Village, a circa 25 chilometri da Luang Prabang. E’ famoso per enormi
anfratti dove sono state collocate nel corso del tempo innumerevoli statue del Budda.
Non vi è un motivo preciso per questa scelta, se non il richiamo a una religiosità legata
a forme di animismo. L’animismo è certamente la sorgente cui ha attinto nei millenni la
maggior parte delle credenze religiose. “La Grande Madre di ogni forma di religiosità”,
si fonda sul principio che assegna a tutti gli aspetti della natura un significato e una
consistenza che non è solo materiale. Dietro il fulmine non vi è semplicemente una
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 19
scarica elettrica, un corso d’acqua non è una banale massa liquida, un grande albero
non è solo un ammasso consistente di legname…
Anche le grotte, specie quelle profonde che si presentano in modo articolato, che
entrano nei meandri della madre terra, non sono intese come mere cavità nella
montagna. Sono luoghi in cui la natura, presentandosi in modo così eclatante, indica la
presenza di caratteristiche particolari verso cui avere un’attenzione altrettanto
speciale. Così qualcuno ha deciso un certo giorno di collocare una statua di Budda in
un anfratto protetto dentro il ventre della madre terra. E’ stato l’inizio di un gesto che
si è sempre più diffuso.
Oggi vi si trovano tantissime statue realizzate in grandezze materiali e stili assai diversi
fra loro, anche se prevalgono quelle che richiamano lo “stile in piedi di Luang”.
Giunti a Luang Prabang ci rechiamo in hotel per la sistemazione nelle stanze.
L’ora è propizia (a meno di ritardi della barca) per gustare lo scenario in cui è inserito.
Pranzo sulla barca (essenziale). Cena (set menù) in hotel.
Il nostro hotel a Luang Prabang, “Grand Luang Prabang Hotel e Resort”.
(www.grandluangprabang.com).
E’ l’unico resort inserito in un parco che affacci sul Mekong. Piccole costruzioni. Due
piani in un’area verde, ampie stanze, fontane, giardini curati, piscina, arredi in stile
locale...
Qualche particolare andrebbe “rinfrescato”, ma il tutto si presta a un’armonia estetica
che mescola coloniale e laotiano. Marmo, acqua, legno, piante, sono elementi che lo
caratterizzano. Nel parco si trova ancora la vecchia ex residenza di un primo ministro
laotiano. Siamo ospiti tre notti in un hotel godibile per ambiente e strutture ricettive,
all’altezza del luogo più interessante in Laos. Lo scegliamo perché garantisce pure
opportuna tranquillità, a circa 4 chilometri dal centro assai frequentato della cittadina.
Non sconsigliamo un aperitivo nel bar che sporge sul Mekong.
5° giorno (lunedì)
Luang Prabang, "ultimo rifugio dei sognatori"
E’ la località più coinvolgente del Laos.
Con parole non originali ma non fuori luogo, Luang Prabang è stata definita all’inizio
del XX secolo da una francese ”l’ultimo rifugio dei sognatori”. La signora in questione
seppe certamente apprezzare un luogo che era stato già meta di altri viaggiatori
amanti del “Grand Tour”.
(Si trattava di quel viaggiare “colto ed impegnato”, inizialmente limitato all’Europa,
riservato all’élite economica che allora stava vivendo la rivoluzione industriale. Era il
modo, da parte dei più colti e curiosi, per completare la formazione di membri della
futura classe dirigente, anche attraverso la conoscenza diretta delle parti di mondo di
cui si iniziava a parlare in certi ambienti).
E’ inserita dall’UNESCO tra le località Patrimonio dell’Umanità.
“Adagiata sulle rive del fiume” è espressione spesso abusata per raffigurare località
lungo i fiumi, più o meno da cartolina. Come tutte le parole utilizzate eccessivamente
perdono significato e rischiano di non fornire più il senso originario. Nel nostro caso,
pur troppo usate, le parole che indicano Luang Prabang “adagiata sulle rive del fiume”,
colgono pienamente l’atmosfera con cui si presenta al visitatore.
20 | IL TUO VIAGGIO
Edifici antichi, case, templi, sono sparsi con noncurante grazia ai piedi della collina di
Phu Si. Pure il nome della piccola altura che, specie il mattino presto, sembra sostare a
mezz’aria al centro di Luang, denota dolcezza. E il fiume, lo stesso che più a nord è
definito prima “turbolento” e poi “madre di tutte le acque”, qui pare rallentare ancora.
Placido, lento, non distratto nel suo fluire dal ricevere le acque del Nam Khan. Col suo
lambire attento, coccola le rive su cui si stende, adagiata appunto, Luang Prabang.
Palme, case di legno, bambù, edifici coloniali, strutture in puro stile laotiano, influenze
francesi, tetti con tegole, mattoni che arredano muri. Circondata da montagne,
sovrastata dal verde e dalla collinetta che da sempre veglia sulla sua incolumità, è
protetta da un lato dal Mekong e dall’altro dal Nam Khan. Tutto sembra voler
scongiurare che Luang cambi troppo rapidamente.
(Però, in qualche anno, grazie alla maggiore facilità con cui si può giungere via terra da
Vientiane, la situazione sarà stravolta da un numero di presenze di locali e turisti che
ne modificherà, forse irrimediabilmente, la natura).
Fu capitale di un regno dai primi del ‘700 alla seconda metà del ‘900. Nel suo centro vi
vivono circa 30.000 persone ed è a 700 metri sul livello del mare.
E’ particolarmente coinvolgente e tranquilla. Basta evitare di andare sull’altura di Phu
Si al tramonto, quando vi si danno appuntamento tutti i turisti presenti nella zona.
Comunque, troveremo il momento per salire i circa 100 metri che portano alla sua
sommità e osservare il panorama della cittadina cinta dal verde e dai due fiumi.
Ci si reca, non necessariamente in quest'ordine, anche al Vixoun Temple, (pur
ricostruito in parte alla fine del XIX secolo, è il più antico tra i templi ancora oggi
frequentati dai fedeli a Luang), al Wat Aham, (certo tra i più sacri del posto), al Wat
Xiengthong (la migliore dimostrazione architettonica dell’arte sacra nello stile locale).
Avremo pure sufficiente tempo per altre visite come al Wat Mai e ore libere per
approfondimenti personali e acquisti. A questo scopo si potrà visitare il villaggio di Ban
Phanom o altri noti per la lavorazione di tessuti in cotone e seta.
Chi lo vorrà, durante il tempo libero, potrà inoltre seguire l’accompagnatore in
un'escursione a pochi chilometri da Luang Prabang lungo le rive di un affluente del
Mekong, il Nam Khan. In una radura, protetto dalla fitta vegetazione che si apre solo in
direzione del fiume a lui molto caro, ma che gli è anche costata la vita, si trova la
modesta tomba ove è sepolto un personaggio, Pierre-Henri Mouhot, importante nella
storia della ricerca archeologica mondiale. E’ lo “scopritore” di Angkor. (Purtroppo, con
grande sorpresa, nella nostra ultima visita abbiamo dovuto notare la realizzazione di
una obbrobriosa statua che nelle intenzioni avrebbe dovuto omaggiarne la memoria.
Stiamo raccogliendo adesioni per ridurla in frantumi).
Pranzo al “Tamarind”, buon ristorante locale anche sede di “cooking school”, al centro
di Luang nella lingua di terra tra i due fiumi. (www.tamarindlaos.com)
Cena in hotel. (Set menù).
6° giorno (martedì)
Luang Prabang
Oggi o domani, assieme all’accompagnatore, ci si potrà svegliare ancor più presto del
solito per assistere all’uscita mattutina dei monaci per la questua. (“Alms Giving”). E’
esperienza da fare. (E’ bene, ogni volta che si va a Luang Prabang, avere indicazioni sul
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 21
posto più opportuno in cui recarsi, per evitare luoghi dove la presenza dei turisti sia
superiore a quella dei locali).
Rientro in hotel per colazione. Tutto il gruppo dedica la mattinata a proseguire nella
conoscenza di Luang e a un’escursione alle cascate di Khouangsi.
(Ricordiamo ancora che l’ordine delle visite dei tre giorni di permanenza sarà definito
in loco in relazione agli orari di apertura dei templi, di svolgimento dei mercati…).
In generale, sulla base delle esperienze precedenti, è consigliabile concentrare il tempo
libero per attività individuali nei pomeriggi del secondo e terzo giorno, quando già si è
“presa confidenza” con la situazione).
Visita del Royal Palace, trasformato in Museo Nazionale. Unisce allo stile tradizionale
laotiano interventi con influenze francesi e scaloni di marmo italiano. All’interno vi sono
ambienti di cui noteremo la particolare modestia e pure pareti riccamente affrescate, la
pomposa sala delle udienze, gli oggetti religiosi, arredi vari, statue d’oro, altri materiali
preziosi risalenti a varie epoche a partire dal I secolo d.C.
Nel giardino del Palazzo Reale si trova un padiglione, da alcuni anni in costruzione,
(forse terminato), che non migliora l’apprezzabilità estetica del luogo. Dovrebbe
diventare il nuovo museo per collocarvi alcuni oggetti ora esposti nel Royal Palace. E’
un edificio con caratteristiche architettoniche e cromatiche assai contrastanti la
bellezza e sobrietà dello stile proprio del Royal Palace. Ricorda, invece, certe
realizzazioni dell’architettura thailandese più roboante, non le ovattate opere tipiche di
Luang Prabang.
Il Palazzo Reale è edificato nel 1904 come residenza del re laotiano in coincidenza con
la fase iniziale della presenza francese. E’ stato localizzato qui per accedervi
direttamente dal fiume, che si trova proprio alle sue spalle. E’ utilizzato come reggia
sino al 1975 anno della rivoluzione. Poi è adibito a museo.
All’interno vi sono decori, arredi, ambienti e oggetti assai diversi fra loro, abbellimenti
ricchi d’eccessi nei colori e dorature, e stanze molto semplici come quelle private in cui
trascorreva la quotidianità dei sovrani. La visita offre la sala delle udienze, con
paraventi dorati, affreschi, statue del Budda in oro, ritratti di regnanti, sala del trono,
pareti mosaicate, abiti reali, sciabole, teche con doni di rappresentanti d’altri paesi,
(porcellane, quadri, argenti…). Ma, forse, s’apprezzeranno maggiormente le camere
situate nell’ala non pubblica del palazzo dove il re e la regina vivevano la loro porzione
di privacy.
Il pomeriggio e il pranzo sono liberi per impiegare discrezionalmente il tempo,
scegliere uno dei ristorantini lungo le rive dei fiumi gustando soprattutto panorami.
(Lasciamo alla discrezionalità di ognuno il luogo dove pranzare oggi e domani, perché
abbiamo sperimentato che è assai piacevole decidere personalmente uno dei tanti
graziosi ristorantini notato durante le visite).
Cena in hotel. (Set menù).
7° giorno (mercoledì)
Luang Prabang, visite e tempo libero, nel tardo pomeriggio volo per Vientiane
Luang Prabang è uno di quei luoghi in cui è obbligatorio ricavarsi il più possibile tempo
per assaporarlo senza che sia scandito dall’accompagnatore. E, anche oggi, ne avremo
possibilità compatibilmente con eventuali visite di gruppo ancora da svolgere.
22 | IL TUO VIAGGIO
Gli aspetti da approfondire sono molti e alcuni di questi s'incontrano semplicemente
lasciandosi andare a scoprire, anche casualmente, angoli di natura e architetture. Soli. I
lungofiumi del Mekong e Nam Khan sono fonti inesauribili di interessantissime
passeggiate.
Suggeriamo di farsi trasportare per alcune ore da un “tuk tuk”, noleggiare bici per
un’esplorazione nei dintorni, visitare altri templi religiosi, ricercare souvenir in uno dei
mercati che si svolgono in diverse zone e vicinanze della cittadina nelle varie ore del
giorno…
Anche oggi il pranzo è libero perché, ancor più di ieri, si è familiarizzato con un luogo
che, percorso a piedi, offre certo scorci assai interessanti, scoprendo pure ristoranti
tanto graziosi specie lungo i fiumi che dispiacerà non poterli provare tutti.
Nei precedenti viaggi ci siamo sempre trovati nella condizione di “non aver avuto
abbastanza tempo libero per girare da soli”. In questo caso ci siamo proposti di
consentire un non trascurabile approccio anche individuale che, siamo certi, soddisferà
i nostri compagni di viaggio, per approfondire particolari di cui si è venuti a
conoscenza leggendo o andando in giro senza meta precisa.
Le stanze vanno lasciate libere alle 12.
Volo per Vientiane QV 104 delle 18,45 con arrivo alle 19,30.
Il nostro hotel a Vientiane, “Lao Plaza Hotel”, (www.laoplazahotel.com)
Dall’albergo in cui soggiorniamo si può camminare sino alle rive del Mekong. (Che,
purtroppo, di recente si sta ammalando di cementite acuta). E’ posto in posizione
centrale in una zona con negozi ristoranti e bar. E’ certamente tra i più moderni hotel
del Paese. Gestito da una catena thailandese, è dotato di ogni servizio, piscina, sauna,
centro fitness…. Si potrà anche approfittare del centro massaggi.
Pranzo libero a Luang Prabang. Cena in Hotel a Vientiane. (Buffet).
Pernottamento (Lao Plaza Hotel )
Hotel posto in posizione centrale in una zona con negozi, ristoranti e bar. E’
certamente tra i più moderni hotel del Paese. Gestito da una catena thailandese, è
dotato di ogni servizio, piscina, sauna, centro fitness… Si potrà anche approfittare del
centro massaggi.
www.laoplazahotel.com
Tel: +856 21 218800-1
63 Samsenthai Road Po Box 6708 Vientiane
Fax: +856 21 218808-9
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 23
8° giorno (giovedì)
Vientiane
A Vientiane, capitale del Paese grande poco più di due terzi dell’Italia con circa dieci
milioni di abitanti, pare risieda oltre un milione di persone. (La cifra è approssimativa. Il
recente flusso migratorio dovuto al rompersi degli equilibri tradizionali nelle zone rurali,
determina ondate migratorie anche stagionali non controllabili).
Risale a un migliaio di anni fa ed è localizzata su un’ansa del Mekong, molto vicino al
confine con la Thailandia. Nel mezzo di questo gomito fluviale si trova il quartiere in cui
sono stati di recente edificati alberghi, tra cui il nostro, ristoranti e negozi. Nella zona vi
sono anche alcuni dei templi che visiteremo.
Durante la permanenza ci rechiamo al That Luang il grande stupa del XVI sec., al
Patuxai Monument au Mort (arco alla memoria che ricorda quello più famoso in
Francia, con decorazioni tipiche locali), al Wat Si Saket (inizio del XIX secolo con
influenze thai ed elementi tipici laotiani, uno dei più famosi monumenti del Paese usato
dagli studenti d’arte per elaborati dal vivo), al Haw Pha Kaew, (un ex tempio reale, oggi
museo), al Wat Si Muang, (qui si trova il pilastro fallico in cui risiede lo spirito
protettore della città).
Coglieremo anche altri aspetti significativi di Vientiane, considerando che le visite
previste possono avere andamento diverso da quello segnalato e che l’ora d’accesso
riscontrabile in loco potrà determinare anche il cambio dei luoghi indicati e/o
l’aggiunta di altri.
Il Wat Si Saket, pur possedendo caratteri siamesi, sfoggia anche aspetti specifici
laotiani. Risale ai primi del XIX secolo e pare essere il più antico tra i templi ora aperti al
pubblico e ai fedeli della capitale. Un muro di cinta protegge il manufatto centrale. La
parte interna della muratura è caratterizzata da numerosissime nicchie che
custodiscono centinaia di piccole rappresentazioni del Budda. Altre di diverse
dimensioni e materiali si trovano sempre nello spazio perimetrale del monastero. Sono
in argento, pietra, legno. Stanno in posizione eretta o seduta. Realizzate scolpendo o
fondendo vari materiali, risalgono dal XV al XIX secolo. Le varietà nelle forme, stili,
significati rendono interessante l’insieme. Tra le altre si nota un Budda seduto su un
“naga” (il serpente sacro) le cui teste sono sollevate per proteggerlo. E’ immagine
ricorrente nella tradizione religiosa e artistica del buddismo in vari paesi in cui è diffuso
tale credo. Il “sim” (l'ambiente più venerato dei luoghi sacri ove vengono ordinati i
monaci), vanta un tetto a cinque livelli e nella sala interna le mura contengono nicchie
con ulteriori raffigurazioni dell’Illuminato e affreschi.
Da rilevare, nel complesso monasteriale, oltre 7000 rappresentazioni del Budda e una
grandissima tinozza di legno in cui ricompare il “naga”, usata durante il capodanno
buddista per lavare le immagini di Siddharta Gautama, (altra denominazione del
Budda).
Nell’area del wat vi sono anche numerosi piccoli stupa con reliquie di uomini
particolarmente pii che hanno onorato il monastero.
A Vientiane anche l’antico tempio regale di Haw Pha Kaew, dislocato a poco più di
cento metri dal Wat Si Saket, sarà oggetto del nostro interesse. Gli abitanti della
capitale, pur se da qualche tempo il “sim” di questo ex tempio non è più luogo
consacrato adibito a rituali religiosi, vi si recano per pregare ed offrire doni alle divinità.
24 | IL TUO VIAGGIO
E’ noto che nel 1936 è ricostruito quasi totalmente, ma la sua origine è poco
certificabile. Secondo tradizioni locali pare sia realizzato nel XVI secolo. In ogni caso la
struttura, posta in un giardino, merita attenzione specie per le statue custodite
all’interno e quelle che decorano il basamento esterno. Si tratta delle più apprezzabili
sculture sacre antiche rinvenute nel Paese. Risalgono anche al VI secolo. Ritroviamo
Budda di bronzo e pietra, in piedi, seduto o in posizione particolare mentre si rivolge al
cielo per invocare pioggia, il “Budda razzo”. All’interno, pure oggetti khmer, statue
lignee, manoscritti, altare con altre raffigurazioni dell’Illuminato.
Il Pha That Luang, “il grande stupa”, oltre ad essere l’immagine che identifica
immediatamente Vientiane, è soprattutto il più importante monumento del Laos e
simbolo principe di religiosità buddista. La sua denominazione completa indica “lo
stupa sacro con un valore mondiale”, e le più antiche storie intorno a questo luogo
narrano di una struttura religiosa già esistente nel III secolo a.C. In realtà è assodato
che i resti di cui si è effettivamente trovata traccia risalgano all’XI secolo quando,
secondo gli archeologi, pare vi fosse un monastero con influenze khmer. Certo è che
solo alla metà del XVI secolo, in occasione del trasferimento della capitale da Luang
Prabang a Vientiane, inizia la realizzazione di quattro monasteri intorno ad uno stupa
centrale. Ora ne rimangono solo due dei quattro iniziali.
Anche in questo grande monumento si notano mura di protezione. Intorno al
pinnacolo centrale se ne alzano tanti altri più ridotti distribuiti su tre livelli. La struttura
a volte è accessibile ai fedeli sin quasi alla sommità attraverso corridoi
e
camminamenti. La cima, che caratterizza l’intero complesso, alta oltre 45 metri, ricorda
il bocciolo di loto. In occasione del 20° anniversario della Repubblica Popolare, il
regime ne ha deciso la copertura in lamine d’oro. Come in molte altre strutture sacre
monasteriali laotiane, il chiostro interno alle mura perimetrali mostra numerose
immagini di Budda e sculture in variegati materiali e stili.
Il Wat Si Muang non ha la fama di altri luoghi della capitale ma è oggetto di partecipata
devozione dei fedeli, anche per le diverse versioni delle leggende che circondano il
momento della fondazione di questo complesso religioso. Ancora oggi, dopo poco
meno di cinque secoli dalla sua realizzazione, i laotiani danno grande importanza a una
piccola statua del Budda lì venerata. Tradizione vuole che occorra sollevare più volte
l’immagine sacra dal cuscino dove usualmente è poggiata, mentre si formulano
richieste di grazia. All’accoglimento delle loro preghiere segue una donazione
proporzionata al beneficio ricevuto. Ma, forse, l’aspetto più curioso delle ritualità del
posto stanno in quei cocci che gli abitanti di Vientiane depositano in uno stupa del
complesso sacro. Le credenze del posto fanno sperare che gli spiriti che vivono lì,
siano in grado di allontanare dalle loro case quella sfortuna che è stata evidenziata
proprio dalla rottura degli oggetti qui portati.
Il Wat Si Muang è nel quartiere più frequentato di Vientiane. E’ importante soprattutto
perché qui è conservato il pilastro fallico in cui risiede lo spirito protettore della città.
Pranzo nel “Tamnak Lao Restaurant” e cena in hotel.
9° giorno (venerdì)
Vientiane, volo per Pakse, "4000 isole", Khong Island
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 25
Oramai Internet non costringe più neppure a sforzare la memoria per tentare di tirar
fuori ricordi scolastici. Basta cercare “mangiatori di loto” ed emerge qualche verso del
IX libro dell’Odissea in cui Omero scrive che “…volevano là, tra i mangiatori di loto,
restare e scordare il ritorno”. Certo lui non si riferiva ai moderni viaggiatori ma a Ulisse
e ai suoi uomini che, durante il loro peregrinare, si rifiutarono di ripartire da un luogo
che li aveva ammaliati.
Anche noi, al pari di Nessuno, nonostante la troppo breve permanenza, resteremo
coinvolti dai “ritmi letargici” di piccole lingue di terra e sabbia che periodicamente
emergono dalle acque del Mekong.
Lì, nella regione delle “quattromila isole” vivono i “mangiatori di loto”.
Il loto, onnipresente nella pratica buddista, è usato in vari modi anche nella cucina
orientale ed è associato all’oblio. Non sappiamo se anche noi saremo preda dello stesso
stato mentale. Quello che però è certo è che tra questi ghirigori di sabbia creati dalla
fantasia, grazia e forza del Mekong, il pendolo del tempo oscilla con ritmi più placidi
che invitano alla rilassatezza e a dimenticare che il viaggio deve continuare.
Tra le “quattromila isole” pare di essere dentro una scena costruita per fascinare, e
forse è così. Quelle minuscole isole non sono una presenza reale, costante. Emergono
solo in un certo periodo dell’anno quando il Mekong, fecondato da altri corsi d’acqua, si
gonfia raggiungendo gli oltre 15 chilometri di estensione da una riva all’altra. A questo
punto, il Fiume si contrae e, quasi come atto di creazione, partorisce migliaia di piccoli
isolotti. E, forse, anche per questo è evocato come “Madre di tutte le acque”.
Ogni cosa si mostra non come illusione prodotta dagli effetti delle diffuse bevande
“happy”, ma risultato di un’atmosfera generale che suggerisce sensazioni difficilmente
riproducibili in altri contesti.
Così, piccole alture, risaie, minuscoli agglomerati umani, graziosi wat, stradine,
pescatori, cascate, ponticelli, ritmi lenti, bambù, distese di sola sabbia, amache, reti,
canne da zucchero, qualche bici e moto, bufali, zaini e visitatori più pretenziosi ma
comunque sensibili al richiamo di queste nicchie umane e di natura, grandi spazi, piante
di cocco, orti, lingue d’acqua… seppur fugacemente percepiti, ci danno il benvenuto
nelle “quattromila isole”, terra dei “mangiatori di loto”.
Sveglia di buon (sic!) mattino per il volo QV 515 delle 8,00 che ci porta a Paksè alle
9,15. Così possiamo avere l’intera giornata a disposizione. (L’hotel potrebbe non
prevede una colazione a quest’ora né la possibilità di un breakfast box. Nel caso,
l’accompagnatore farà in modo di provvedere a una “colazione” a Paksè se non vi è
possibilità in aeroporto).
Oggi e domani, tempi e modi dei trasferimenti via terra e escursioni in barca, sono
concordati in loco con il corrispondente e la guida locale, compatibilmente con le
condizioni specifiche ambientali, ferme restando le visite indicate. (L’escursione alla
cascata, per esempio - Phapheng o Liphi - prevista domani, potrebbe essere anticipata
compatibilmente con l’andamento pratico delle visite e i tempi di spostamento).
La mattinata potrà essere dedicata a escursioni in bus e barca nella regione
genericamente indicata come “4000 isole”, dove si giunge con circa 3 ore via terra, e
una parte del pomeriggio si potrebbe impegnare per esplorare alcuni aspetti dell’isola
Khong in cui pernottiamo.
La zona in cui siamo è caratterizzata da minuscoli agglomerati. Qui vivono di gesti
ripetitivi, rassicuranti, che da sempre raccontano l’esistenza di chi ha avuto la sorte di
26 | IL TUO VIAGGIO
nascervi. Legno, paglia, canne, riso, risaie, bufali, palafitte… il tradizionale modo di
vivere non è mutato e continua, in molti aspetti, a non voler cambiare.
I locali sono di varie etnie tra cui quella dei “lao-loum”, lao delle pianure, che
costituiscono la maggioranza della popolazione laotiana, abbondantemente presenti in
tutta la regione. Da secoli, proprio sfruttando la loro predominanza numerica, si sono
insediati nelle zone più fertili delle valli prodotte dalle acque del Mekong. Sono buddisti
di scuola “theravada”, ma, come tutti quelli che nel mondo mantengono ancora un
forte rapporto con gli elementi della natura, dai quali dipendono e proprio per questo
deificano, sono anche animisti. Le loro principali fonti di sostentamento sono legate
alla pesca e agricoltura, specie quella che abbisogna di molta acqua come il riso. In
quest’area, e in molte altre del Paese, non disdegnano la produzione del tradizionale
torcibudella “Lao Lao”, che avremo già avuto modo probabilmente di assaggiare in
una delle soste della barca nella parte iniziale del viaggio verso Luang Prabang.
Sino a poco tempo fa alcuni villaggi non potevano contare sull’energia elettrica e
anche l’approvvigionamento dell’acqua potabile era assai problematico. Usavano
soprattutto acqua prelevata direttamente dal Mekong. (Non dimentichiamoci, nel bene
e nel male, di essere nel Paese che non vuole, o a volte non può, cambiare troppo in
fretta).
Attraverseremo l’area cercando di coglierne, seppur superficialmente, aspetti
interessanti non solo per i nostri obiettivi fotografici.
Ci rechiamo, anche per il pranzo, a Khone Island, una delle più grandi delle “4000 isole”
che punteggiano questa parte del Mekong che qui s’ingrandisce e circonda, appunto,
migliaia di piccolissime isole. In questa regione, racchiusa entro una cinquantina di
chilometri di fiume, il Laos, ancor più che altrove manifesta pienamente la sua volontà
di non voler cambiare troppo in fretta.
Durante i monsoni il letto del fiume si allarga per diventare un lago che si espande per
oltre 15 chilometri. Nei periodi secchi le acque si ritirano mostrando migliaia d'isolotti.
In quelli abitati scorre una quotidianità fatta ancora di gesti ripetuti da secoli. Il quadro
si completa con coltivazioni di riso, cocco, canna da zucchero, pescatori, imbarcazioni,
reti, bufali…
Nel pomeriggio, sulla Khong Island dove pernottiamo, si potrà fruire di tempo libero
per una piacevole passeggiata in un luogo che ben rappresenta le caratteristiche
proprie delle terre dei “mangiatori di loto”.
I “placidi ritmi”, forse non così idilliaci come potrebbe far pensare chi descriva la vita
locale lenta come quella di una “barchetta che remi controcorrente nel Mekong”,
certamente offrono sensazioni di rilassatezza superiori a quelli apprezzabili nelle altre
pur tranquille isole intorno. Minuscoli luoghi sacri, stradine, alture ondulate, piccoli
agglomerati, orti e risaie, lingue d’acqua, barche, verde, un drink al tramonto…
Pranzo al “SengR loon Restaurant” lungo il Mekong sull’isola di Khone in corso di
escursioni e cena in hotel.
Il nostro hotel sull’isola di Khong nel Mekong, tra le “quattromila isole”,
“Senesothxeune”. (www.ssx-hotel.com).
Stanotte e domani, non potevamo non scegliere di sostare anche le ultime due notti in
Laos, in piccoli hotel affacciati sul fiume che ci ha accompagnato in tutto il nostro
andare. Purtroppo, prima che avremo imparato la pronuncia di questo hotel, per molti
il migliore dell’isola, saremo costretti ad andarcene. Piacevole. Si trova sulla riva
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 27
orientale dell’isola di Khong lungo il Mekong nell’estremo sud del Laos, a circa cinque
chilometri in linea d’aria dal confine cambogiano e a una decina dalle cascate di
Phapheng.
10° giorno (sabato)
Khong Island, cascate di Phapheng, Vat Phou Temple, Champasak
Chi vorrà utilizzare al meglio il tempo fruibile, non mancherà di sintonizzare la propria
sveglia col desiderio d’incamerare sensazioni che solo il primissimo mattino, (tanto per
cambiare), e la solitudine, sanno assicurare.
In ogni caso, partiremo presto dal nostro hotel per usare al meglio il tempo disponibile
trasferendoci in bus e barca.
Le cascate di Pha Pheng, non distanti dal nostro hotel (una mezz’ora in bus), si trovano
nella parte terminale del fiume proprio a ridosso del confine con la Cambogia
e
localmente sono conosciute anche come “Niagara of the East”. (Chissà perché
continuano ad affibbiare definizioni che creano eccessive aspettative e,
contemporaneamente, fanno perdere specifica personalità al luogo in questione). Qui
le acque del Mekong fanno un salto di oltre trenta metri, che costituisce il motivo
principale che impedisce la completa navigabilità del Mekong.
Il piatto forte della giornata e, dal punto di vista archeologico, dell’intero permanere in
questo tratto meridionale del Laos, è la visita del Vat Phou Temple, che raggiungiamo
in circa 3 ore via terra.
L’interesse di tale luogo è rilevante. Non sta semplicemente nel fatto di essere, assieme
a Luang Prabang, il solo sito Patrimonio UNESCO dell’intero Laos, ma nel significato
culturale e religioso intrinseco oltre che in quello architettonico, essendo la
materializzazione più pregevole dell’arte archeologica sacra del Laos. Pur in tal caso,
però, occorre evitare confronti con altre regioni asiatiche egemonizzate dalle
manifestazioni artistiche Khmer. Comunque, costituisce uno dei motivi d'attrazione più
significativi di un viaggio in Laos.
Le dimensioni del complesso sono notevoli perché si sviluppa poco meno di un
chilometro e mezzo ai piedi di rilievi montuosi. Risale al IX secolo, quindi è precedente
al periodo classico di Angkor e alcune sue parti possono addirittura essere ricondotte
al V secolo, come sembrerebbero testimoniare fonti cinesi e iscrizioni in sanscrito.
Inizialmente l’intento era farne una rappresentazione grandiosa del paradiso, collegata
a una ragnatela stradale che portava sino all’Angkor Wat in Cambogia e al tempio di
Preah Vihear posto al confine tra Cambogia e Thailandia (dove ci recheremo fra due
giorni). Altri legami possiamo trovarli con riferimento al sito di My Son in Vietnam.
Tra l’altro, è interessante notare che l’archeologa Patrizia Zolese ha dedicato molti anni
di attività proprio alla mappatura e restauro conservativo del Vat Phou e My Son. (I
due luoghi hanno in comune ulteriori aspetti specifici legati al rapporto tra ambiente
naturale e scelte architettonico religiose).
Del sito sottolineiamo la forte valenza religiosa. Il Vat Phou, che nasce come centro di
culto dell’Induismo per poi divenire buddista, è stato realizzato seguendo i canoni
classici nel rapporto con l’ambiente. Al pari di My Son aveva bisogno della vicinanza di
alture dove risiedono gli spiriti, dell’acqua per il significato che questo elemento ha in
molte forme di religiosità, (soprattutto in quelle che rimarcano l’eterno ripetersi delle
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incarnazioni ed eventi), delle condizioni per rappresentare il Monte Meru, ritenuto il
centro dell’universo e da alcuni pure luogo di residenza degli dei.
Nel posto vi sono montagne da sempre supposte sacre e una sorgente che un tempo
bagnava il “linga” che rappresenta Shiva. Il complesso religioso si snoda su tre livelli
nell’ultimo dei quali era il santuario principale. Una posizione elevata che rappresentava
proprio il mitico monte. Il tempio è orientato da est a ovest con l’ingresso a Oriente.
Presenta vasca cerimoniale, “baray”, ingresso decorato, viale con colonnine a mo’ di
fior di loto, altre vasche, padiglioni con sculture, architravi con impresse raffigurazioni
degli dei della Trimurti, Shiva e la consorte Parvati oltre a Nandi, la cavalcatura del più
potente dio della stessa Trimurti. E, poi, scalinate, elementi architettonici non più in
piedi come gallerie e altri padiglioni, “yoni” (rappresentazione della vagina spesso
associata al “linga”), “naga” (serpente protettore che, come notato, spesso attornia
addirittura l’intero tempio)…
Nel terzo settore, il più elevato e sacro, un tempo contenente il “linga” che era bagnato
direttamente dall’acqua della sorgente sacra, si trovano “l’orma del Budda”, la “pietra
dell’elefante”, la “pietra del coccodrillo”. Il tutto, in un contesto ideale per osservare il
panorama circostante.
Pranzo in ristorante locale durante le visite nella zona di Champasak e cena in hotel.
(Non indichiamo il nome del ristorante perché sarà scelto in loco in relazione al pratico
svolgimento degli itinerari delle due giornate).
Il nostro hotel sul Mekong, vicino al Vat Phou Temple “La Folie Lodge” boutique hotel.
Gratificante. In ottima posizione sulla riva di un’isoletta sul Mekong a meno di un’ora
dall’aeroporto di Paksè, a 8 chilometri dal Vat Phou. Si rimpiangerà di potervi sostare
solo una notte.
11° giorno (domenica)
Champasak, Paksè volo per Siem Riep, Angkor (Banteay Srey, Banteay Samre,
Angkor Tom)
Il nostro hotel è a poco più di 30 chilometri dall’aeroporto. Colazione e trasferimento
per il volo QV 511 delle 8.25. Arriviamo a Siem Riep (Angkor) un’ora dopo.
Abbiamo scelto questo volo per disporre quasi interamente pure del primo dei quattro
giorni previsti nell’enorme area archeologica di Angkor e Preah Vihear, per visite con
un ordine anche diverso da quello ora indicato.
Appena giunti, ci rechiamo al Banteay Srey, il “tempio rosa”, per la qualità della pietra
con cui è stato realizzato nel X secolo. E’ comunemente considerato in assoluto una
delle maggiori preziosità architettoniche e artistiche cambogiane.
Si trova a una trentina di chilometri da Siem ed è noto anche come “cittadella delle
donne” per la graziosità delle raffigurazioni presenti nel tempio, caratterizzato da un
ottimo stato di conservazione, dalla raffinatezza della fattura e accorti restauri.
Eleganti figure femminili presenti nelle pareti del tempio narrano episodi
dell’onnipresente poema classico indiano Ramayana. E’ dedicato a Shiva, ma sono
numerose anche le altre divinità maschili e femminili che ne ornano, ingioiellandole, le
strutture.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 29
Il Banteay Samrè, verso Banteay Srey, risale al XII secolo, è in buono stato di
conservazione e si presenta in posizione isolata con un corpo centrale, spazi per
biblioteche e atrio. E’ protetto, cosa rara, da una doppia cinta muraria con un fossato
centrale. Vi andiamo per le caratteristiche artistiche e scarsi turisti.
Durante la giornata prevediamo di recarci anche in uno dei tre siti che hanno reso
famosa Angkor. Noi indichiamo l’Angkor Tom, ma potrà essere inserito un altro
secondo quanto si riterrà più opportuno in loco per ottimizzare i tempi.
L’Angkor Thom era una vera città fortificata realizzata tra il XII e XIII secolo. Sembra
che nel periodo d’oro nella zona vivesse oltre un milione di persone. L’area era cinta da
muro e fossato, chiara rappresentazione architettonica del monte sacro Meru e degli
Oceani. Porte monumentali alte oltre 20 metri sono arricchite da proboscidi, grandi
statue di divinità e demoni. All’interno vi si trovano edifici quali la “Terrazza del Re
Lebbroso”, la “Terrazza degli Elefanti”, ma soprattutto il “Bayon”.
Se la struttura più maestosa di Angkor è l’Angkor Wat, il Bayon rappresenta
certamente quella in cui arte e capacità fantastiche degli autori e di chi l’ha
commissionata si sono espresse al meglio della creatività. I 216 enormi volti di
Avalokitesvara sembrano inseguire con lo sguardo freddo, ma con sorriso più
conciliante, il visitatore che in ogni caso rimane assai colpito dalla straordinarietà
dell’opera. Il sorriso, appena accennato, delle sue 432 labbra può anche richiamare,
(non per proporre inconsistenti rapporti ma solo per omogeneità estetiche), quello
di Abu Simbel. Oltre allo straordinario insieme dell’opera, sarà interessante osservare
nel dettaglio anche i bassorilievi con oltre 10.000 raffigurazioni. Molte di queste
rappresentano scene di vita del XII secolo.
Si dice che sia stata questa la prima struttura che lo “scopritore” di Angkor, (Henri
Mouhot oggi sepolto lungo un fiume in Laos), abbia notato durante il suo girovagare
nella foresta. Assai coinvolgente e di grande impatto emotivo.
(Se dovessimo suggerire dove attendere l’alba, oltre al gettonatissimo Angkor
Wat, non avremmo dubbi).
Oggi inizia la nostra scorribanda tra i templi di Angkor.
Ma, noi ci accontentiamo di condividerne la visione di giorno assieme a tante altre
persone. Per questo scegliamo anche di tornarci una sera e avere il privilegio di
incontrare un tempio aggraziato, il Thommanon Temple, tutto per noi.
Pranzo, non in un normale ristorante. Andremo in una “casa privata” che da qualche
tempo prepara pasti a richiesta. A volte è possibile, e gradevole.
Cena in hotel. (Tutte le cene sono set menù).
Il nostro hotel ad Angkor, “Grand Soluxe Angkor Palace” 5*
(www.grandsoluxeangkor.com)
Trascorriamo le ultime 3 notti in un hotel “che ha portato il fascino dei resort balinesi a
Siem Riep”.
Legno e decori, parco, grandi piscine, ampie stanze, caratterizzano il nostro soggiorno
in questo hotel in cui operano management e personale molto disponibili e
professionali. E’ in un vastissimo giardino in zona tranquilla, appartata, lontana dal
“centro” di Siem Riep, ormai caotico, rumoroso, formicolante di gente e locali di ogni
tipo. Sarà piacevole sostarvi sino al rientro in Italia, anche se la cucina potrà non essere
considerata la migliore del viaggio. Scegliamo, però, come sempre, di consumarvi tutte
30 | IL TUO VIAGGIO
le cene per evitare di dover necessariamente riuscire la sera e andare in ristoranti
esterni alla fine di intense giornate.
In ogni caso, chi vorrà vivere un poco della movida locale, troverà “tuk tuk” di fronte
all’hotel. Con un paio di dollari o poco più si va in centro nell’area pedonale in cui si
trova anche un “night market”.
Pernottamento (Grand Soluxe Angkor Palace Resort )
Hotel situato in una zona tranquilla ed appartata, lontana dal “centro” di Siem Riep,
oramai caotico e rumoroso. La hall gratificante, il legno dei decori, il verde del parco,
l’azzurro delle grandi piscine caratterizzano il soggiorno in questo hotel.
www.angkorpalaceresort.com
Tel:+855 63 966 123
No 555 , Phum Kruos, Khum Svay Dangkum, Siemréab 17000
12° giorno (lunedì)
Angkor - Preah Vihear (250 Km 5 ore circa) - Angkor
Quest’altra intensa giornata è dedicata al sito di Preah Vihear (dal nome della provincia
in cui si trova), di età precedente l’era classica di Angkor. Per la sua rilevanza storicoarchitettonica e la sua posizione ci piace ancora ricordare che dal 2008 è l’unico sito
oltre Angkor in Cambogia a essere Patrimonio UNESCO.
Ci concediamo un “giorno d’avventura” attraversando un territorio poco influenzato
dal turismo. Partenza di primo mattino verso il nord sino a ridosso del varco di confine
con la Thailandia, che ha spesso cercato di contendere alla Cambogia il possesso
dell’importante complesso kmer. L’arrivo nel sito è previsto dopo circa 5 ore.
(Ricordarsi di avere con sé il passaporto).
Si percorre un itinerario antico che faceva parte di una ragnatela di “strade reali” fatte
realizzare dai regnanti kmer. Le principali erano sette vie lastricate che portavano in
luoghi di particolare rilevanza come Preah Vihear, Sambor Prei Kuk, Phnom Kulen o
Vat Phou in Laos.
(Dedichiamo molto spazio alla descrizione di Preah Vihear perché solo da poco tempo
appare sulle guide e Internet).
Su un’altura di quasi 600 metri si trova il complesso religioso che i thailandesi
chiamano “Monastero Sacro”. Nel periodo di Angkor era una meta di devozione tra le
più apprezzate dai pellegrini. La sua realizzazione si attua in diversi periodi, pare dal IXX secolo, anche se secondo molti studiosi i primi interventi sarebbero certamente
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 31
anteriori. In ogni caso si tratta di un monumento che pur essendo apprezzabile dal
punto di vista architettonico, lo è soprattutto per la sua posizione (la più strepitosa tra
i siti cambogiani). Rappresenta, assieme a Sambor Prei Kuk, (che includevamo negli
anni passati al posto di Preah Vihear), la prima fase dello sviluppo dell’arte kmer che
solo dopo più di un secolo darà vita ad esempi più noti come il Bayon o l’Angkor Wat.
I templi di Preah Vihear sono un'efficace raffigurazione materiale del periodo
architettonico iniziale kmer, quando uno dei temi dominanti è la realizzazione di edifici
sacri che simboleggino il Monte Meru, la Casa degli Dei, il centro del mondo.
L’immaginaria altura religiosa può consistere in una montagna reale o, in assenza, in un
manufatto artificiale. Ovviamente la presenza di un luogo naturale su cui erigere
l’edificio fornisce maggiore importanza al luogo stesso. Anche per questo Preah Vihear
già in passato aveva un ruolo assai rilevante per i comuni fedeli ed anche per i regnanti
kmer. Ancora oggi i buddisti cambogiani vi riconoscono uno dei più sacri luoghi del
Paese. Pure i thailandesi lo apprezzano, tanto che è stato motivo di recente
contenzioso anche militare con Phnom Penh. (Di queste tensioni rimangono segni
tangibili nella presenza di soldati che presidiano la zona).
Quando è aperta la frontiera dal lato della Thailandia, i thailandesi vi giungono in
numero assai maggiore dei cambogiani perché dispongono di una migliore viabilità ed
un accesso facilitato. Nel sito, che sta proprio sul confine in territorio cambogiano, si
può restare sorpresi dal costatare il numero di presenze che possono provenire
dall’altro lato. In questo periodo, dopo gli ultimi screzi e i successivi accordi con i
thailandesi, le autorità cambogiane hanno però deciso di chiudere il posto di frontiera,
impedendone così l’accesso ai vicini.
Il primo impatto può non essere sorprendente perché il complesso non si manifesta
immediatamente in tutta la sua grandezza. Poi, però, si rimane coinvolti dalla vastità
del sito e, come detto, dalla sua localizzazione (si tratta certamente della più
spettacolare posizione fra tutti i siti archeologici della Cambogia), e dall’opportunità
che si ha di vederlo così come è stato riscoperto senza particolari interventi che ne
abbiamo modificato lo stato originario. (Aspetto, questo, che ha contribuito alla scelta
dell’UNESCO di inserimento tra i Patrimoni dell’Umanità).
Il complesso si dipana in forma allungata per circa 800 metri dall’ingresso costituito
dallo Scalone Monumentale al Santuario Centrale, che coincide col punto più alto e
panoramico del sito. Segue, eccezionalmente, un orientamento da nord a sud invece
che est ovest com'è nella più parte dei templi. Le strutture sono state adattate alla
conformazione morfologica del terreno. Uno sperone di roccia ne condiziona la forma.
E’ costituito da una serie di edifici, strutture e torri che si susseguono su pedane un
poco sempre più alte sino a giungere alla sommità, che coincide appunto col santuario
centrale alla fine della spianata, proprio sul bordo meridionale del dirupo.
Portali decorati, gradinate e scaloni monumentali, santuari, torri, gallerie, finestre,
qualche cumulo di pietre scarnificate che attendono di essere ricomposte nella loro
originaria forma, colonnati, piani rialzati, Naga, cisterne…un insieme di edifici, alcuni ben
conservati altri meno, indubbiamente valorizzati dalla posizione.
Da qui la vista non ha limiti sul circostante territorio cambogiano e thailandese, e nelle
giornate assai limpide, si dice, possa arrivare sino a far scorgere il profilo di un’altra
montagna sacra, Phnom Kulen.
32 | IL TUO VIAGGIO
Pare che già alla fine del XII secolo il posto non fosse molto frequentato e che la
vegetazione abbia di lì a poco cominciato ad avvolgere, nascondere, proteggere,
stritolare, abbracciare le sacre pietre conservandole sino ai giorni nostri.
*Sino a pochissimi anni fa occorrevano oltre 10 ore per andare e altrettante per tornare
da Siem Riep, ed era quindi necessario passare una notte nella zona in situazioni
disagiate. Poi, sono iniziati lavori di sistemazione in gran parte del percorso. Tre anni fa
erano necessarie 6/7 ore di jeep per giungere al sito. Oggi, che la strada è stata quasi
tutta resa ben agibile, ne occorrono anche meno di 5. La distanza totale da Siem al
luogo archeologico è di 250 chilometri circa.
Pur tortuosa, sino a Anlong Veng, la strada punta decisamente verso il nord per quasi
125 chilometri. Devia poi a est per Sra Em, che dista un altro centinaio di chilometri,
località in provincia di Preah Vihear nelle alture di Dangkrek. Da qui, poco più di 25
chilometri portano alla base del colle col complesso sacro, cui normalmente si accede
arrivando quasi sino all’ingresso con gli automezzi.
Pranzo nel sito (leggero lunch-box). Cena in hotel, ad ora più tarda del
solito.
Pernottamento (Grand Soluxe Angkor Palace Resort )
13° giorno (martedì)
Siem Reap (Ta Phrom, Angkor Wat...). Incontro serale con gli altri gruppi per la cena
al Thommanon Temple di Angkor, aperto e illuminato solo per noi
Abbiamo riservato per gli ultimi due giorni di permanenza gli aspetti più noti di
Angkor. In questa parte della giornata con visite di gruppo è difficile elaborare una
graduatoria tra i monumenti che più possono suscitare l’interesse.
(L’ordine delle visite potrà invertirsi per questioni logistiche. Il giorno dopo e una parte
del pomeriggio di oggi destinate al tempo libero, potranno essere dedicate ad
approfondimenti individuali di ciò che più ha interessato i partecipanti o ricercare
nuove occasioni di conoscenza nel vastissimo parco archeologico. Si potrà anche
decidere, per evitare ingolfamenti e le ore più calde, di recarsi nei siti il mattino presto).
Ogni tappa odierna avrebbe diritto a un’ampia descrizione per sottolinearne le qualità,
riconosciute nel 1992 Patrimonio UNESCO. Ci limitiamo a indicarne alcune delle
caratteristiche principali, perché solo la loro visione diretta potrà farcene apprezzare
pienamente la godibilità non solo artistica.
Lasciamo quasi alla fine del nostro percorso estetico-storico il Ta Phrom. Rappresenta
la più originale sintesi estetica tra quanto la mano dell’artista e la megalomania del
potente, abbiano saputo produrre, e la natura abbia voluto preservare quasi
incorporando ciò che riteneva degno di essere conservato e sottratto all’incuria e a
volte al disprezzo degli uomini.
L’esperienza di questa visita è particolare. Molto è stato lasciato così come deve essere
apparso a chi per primo ha avuto la costanza, il coraggio, e la fortuna, di ritrovare nel
folto della giungla.
In realtà i monumenti afferrati protetti e stritolati dalle radici e rami, il forte contrasto
anche cromatico tra le chiare articolazioni arboree e gli scuri delle pietre antiche, non
sono stati lasciati in balìa della natura. Periodicamente l’opera di sorveglianza e
manutenzione del sito evita che boscaglia arbusti siepi e piante varie invadano troppo
le aree con gli edifici distruggendoli completamente. Sono invece lasciati indisturbati
gli alberi di più rilevante dimensione che ormai hanno trovato casa e coabitano, a volte
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 33
sorreggendosi vicendevolmente, con le strutture create dall’uomo. Il tutto si presenta
in uno stato d'affascinante contaminazione tra natura e cultura.
Se c’è un luogo al mondo che possa immediatamente rappresentare al livello estetico
più apprezzabile tale salutare commistione, questo è il Ta Phrom.
(Purtroppo, recentemente, sono in corso lavori di “sistemazione” di alcuni edifici.
Qualcosa ci sfugge sull’indispensabilità di tali massicci interventi…).
Aver lasciato per ultimo l’Angkor Wat può essere una scelta dettata dall’opportunità di
terminare le visite col più grande monumento religioso della terra. (Ma, forse, al
mattino c’è meno folla).
Di questo manufatto eccezionale per dimensioni e raffinatezza che unisce senso
religioso e architettonico a un livello raramente riscontrabile in altre parti del pianeta,
se ne noteranno il simbolismo, gli elementi imponenti e i particolari minuti ed
aggraziati, a partire dalle oltre 3.000 raffigurazioni delle deliziose “apsara”. Saremmo
però tentati di consigliarne la visita anche senza essere accompagnati dalle parole
della guida né da alcuna nozione sul significato del monumento, perché la sua visione
ispira una tale immediata sensazione di straordinarietà che ogni parola e “preconcetto”
potrebbero risultare se non eccessivi, superflui.
Per questo ci pare inopportuna ogni pur sommaria descrizione.
Pranzo in ristorante locale “Alliance Cafè”.
Cena al Thommanon Temple, illuminato e arredato solo per noi
34 | IL TUO VIAGGIO
Thommanon Temple.
Elegante, di proporzioni adatte a farne apprezzare lo stile architettonico classico e le
preziosità dei particolari. Si trova nella parte orientale dell’Angkor Thom. Risale,
secondo varie interpretazioni, alla fine dell’XI o inizio del XII secolo. In ogni caso pare
essere precedente alla madre di tutti i templi, l’Angkor Wat. È in ottimo stato grazie
anche ad accurati lavori di restauro eseguiti oltre mezzo secolo fa. Dedicato ai potenti
Shiva e Vishnu, offre pure scene del “Ramayana” e raffigurazioni delle enigmatiche
Devata. (Presenze accessorie per compiacere il potente, semplici seppur godibili
decori per ornare le nude pareti, ballerine aggraziate e ammiccanti o vere divinità?).
“Sfumature” ad Angkor. Cena, musici, danze, candele, ombre…
Ci piace pensare che, pur non costituendo una “comunità”, chi viaggia con noi lo faccia
perché sceglie non solo un itinerario ben confezionato, ma ritenga pure di far parte di
un “insieme” di persone con cui abbia qualcosa in comune, attratti da un “altrove” che
custodisce terre e facce diverse.
Ci piace pensare che questo senso della condivisione trovi ambiente adatto per
manifestarsi in particolari condizioni di viaggio. Quando, oltre a generali modi di
partecipazione interessanti, come in questo itinerario, si crei quella “sfumatura”, che
accentui la sensazione di prendere parte a qualcosa di speciale. Ciò è accresciuto
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 35
proprio dall’essere con altri, condividendo un’occasione che moltiplica per ognuno le
sensazioni. Perché, a volte, ciò che non trasmetti agli altri appare un po’ meno vero.
Per questo proponiamo un’iniziativa che dia la possibilità di vivere un’esperienza con
“sfumature” normalmente impossibili da apprezzare, se non in circostanze come
questa.
Infatti, siamo certi che una cena non sia solo ciò che si presenta in un piatto più o
meno gradevole. Questa nel Thommanon Temple è condivisione di un’occasione che
sino ad ora neppure noi che frequentiamo il sito da decenni abbiamo mai potuto
apprezzare. Tutto è amplificato dalla presenza di compagni di viaggio d'altri due
gruppi, “Vietnam e Cambogia, tra Cielo e Terra per vie d’acqua” e “Cambogia, dove un
sorriso è un sorriso”.
La “festa” comune di oggi inizia arrivando al tempio verso l’imbrunire accolti da torce e
candele, che accrescono le suggestioni man mano che la luce lascerà il posto al buio.
Le luci ci indicano il percorso da seguire per giungere in uno slargo per l’aperitivo e
accomodarsi ai tavoli bianchi accanto al tempio illuminato per noi.
Abbiamo “fatto le prove” per non lasciare nulla al caso di un evento che, crediamo,
possa essere ricordato a lungo, non solo con le foto.
(Nonostante alcuni “eccessi coreografici” che le autorità locali prevedono ritenendo
che un bene UNESCO meriti un certo tipo di “arredo”).
Comunque, è certo molto coinvolgente, perché quel luogo noto a livello planetario,
caro a chi ami storia archeologia architettura, è solo per noi, ma anche perché, più
semplicemente e straordinariamente, il posto è “bello”.
Indipendentemente dal piacere delle portate, il gusto della cena sarà insaporito da
contorni più apprezzabili di ciò che sarà servito nei piatti.
Una cena, questa cena, non è infatti un quadro in cui ciò che importi sia solo la tela
essendo, la cornice, puro intercambiabile accessorio. Questa cena, con contorno di
musici e danze, stimola emozioni anche, e soprattutto, attraverso l’ambiente che lo
attornia. L’arte antica Kmer è valorizzata ulteriormente da ombre e luci che fanno
intravedere nel buio le raffinate e graziose Devata.
E il tempo, trascorso e depositato per secoli su quelle pietre, vorremmo che questa
sera rallentasse un poco per rendere meno breve l’incontro.
Pernottamento (Grand Soluxe Angkor Palace Resort )
14° giorno (mercoledì)
Angkor, giornata libera per relax o approfondimenti, volo serale per Bangkok
Dopo la colazione, tempo libero e pranzo non incluso per consentire il massimo di
flessibilità nella gestione individuale dell’ultimo giorno di permanenza in Cambogia.
Ovviamente, nel caso in cui non si siano terminate le visite il giorno precedente, una
parte della giornata potrà essere dedicata a questo scopo.
Comunque, aver previsto un volo in serata, che i nostri compagni di viaggio certo
apprezzeranno, permette di fruire di quasi tutto un giorno ancora ad Angkor.
Gli aspetti dell’immenso luogo genericamente indicato come Angkor, sono tanti e così
diversificati che ognuno di noi avrà certamente il desiderio di ricavarsi uno spazio per
36 | IL TUO VIAGGIO
approfondire ciò che riterrà più opportuno, tra oggi e il pomeriggio precedente,
compatibilmente con lo svolgimento delle attività di gruppo.
Le stanze dell’hotel vanno lasciate alle ore 12.
(Chi desideri utilizzare la camera sino al momento della partenza per l’aeroporto, può
farcene richiesta all’atto dell’iscrizione in modo che se ne possa accertare disponibilità
e costi).
Nel pomeriggio, trasferimento dall’hotel in aeroporto che dista pochi minuti. Volo di
linea TG 2591 delle 20,40 per Milano Malpensa via Bangkok, dove giungiamo alle 21,50.
15° giorno (giovedì)
Volo Bangkok/Milano
Alle 0,35 volo di linea Thai TG940 che arriva a Malpensa alle 7,10.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 37
1. Monaci del Wat Si Saket 2. Mekong 3. Raffles Le Royal 4. Angkor Wat
38 | IL TUO VIAGGIO
PRIMA DELLA PARTENZA
BENE A SAPERSI
Informazioni utili (specifiche per il viaggio del 12 gennaio 2017)

Si consiglia dotarsi di: Medicinali d’uso personale tra cui un disinfettante
intestinale. (In generale, come in ogni viaggio in Paesi molto diversi dal nostro per
condizioni geografiche, ambientali, stagionali e sanitarie, si consiglia di consultare
il proprio medico e la ASL). Abbigliamento molto pratico, calzature comodissime,
indumento impermeabile utile ovunque e sempre, pur in stagioni lontane da quelle
delle piogge, calzini di ricambio per le visite dei luoghi sacri che possono svolgersi
anche a piedi nudi. Creme solari, occhiali da sole, cappellino, salviette umidificate.
Un costume da bagno può rivelarsi opportuno nelle ore libere in piscina o nelle
SPA. Abbigliamento adeguato nei luoghi sacri. Pila, (sono possibili black out),
adattatore universale per le prese elettriche. Porta valori “a collo” o cintura con
tasca da indossare sotto i vestiti. (Evitare il “marsupio” e, se possibile, lasciare gli
oggetti di valore nella cassaforte dell’hotel. In genere è bene non avere in viaggio
beni molto appetibili per i borseggiatori). “Zampironi”, “Autan” o similari. (Esiste
pure un “Autan Plus" per una protezione superiore, anche se zone e periodo non
presentano rischi da questo punto di vista). Un contenitore in cui sistemare
l’occorrente per la notte nel Pakbeng Lodge ed evitare il trasbordo di pesanti
bagagli. (Può trattarsi del bagaglio a mano di tutti i giorni). Euro e dollari USA. (In
Cambogia raramente vi è occasione di dover usare solo moneta locale. Spesso è
sufficiente disporre di dollari USA).

Passaporto e visti. Il passaporto deve valere minimo 6 mesi dalla partenza e
disporre di pagine libere sufficienti a contenere i visti richiesti (per il solo visto
laotiano occorrono 2 pagine). Necessarie 4 foto formato tessera uguali e a colori
da tenere a portata di mano alle frontiere. Suggeriamo inoltre di portare pure
copia del passaporto. L’organizzazione non assume responsabilità nel caso si
verifichino difficoltà nel partire, entrare o uscire dal paese di destinazione per
documenti non corretti. S'invitano pertanto i partecipanti ad adempiere
correttamente alle formalità per il rilascio visti, attenersi alle indicazioni delle
autorità competenti anche all’estero e conservare eventuali documenti forniti per
favorire l’uscita dal paese.

Guide locali. Le guide laotiane in lingua italiana sono quasi inesistenti, per numero
e qualità, e in ogni caso non paragonabili a quelle cui siamo abituati in altre parti
del mondo. Noi ne mettiamo comunque a disposizione una, anche se dovessimo
farla venire dalla Thailandia. (E’ sempre bene evitare i confronti con altre guide).
Starà col gruppo da Luang Prabang sino alla partenza dal Laos per Angkor. Per la
breve sosta a Chiang Mai avremo a disposizione un’altra guida locale. (Se parla
inglese fruiremo della traduzione dell’accompagnatore). Una guida locale in lingua
italiana è assicurata anche ad Angkor. L’accompagnatore potrà essere da
supporto sulle questioni culturali legate agli aspetti generali del Paese.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 39

Acquisti. E’ lungo l’elenco degli oggetti d'artigianato reperibili in negozi e mercati.
Ricordiamo che non sempre gli acquisti effettuati in gruppo in luoghi non scelti
dagli interessati determinano vantaggi. Noi eviteremo di indicare, per motivi che i
nostri viaggiatori sicuramente apprezzeranno, dove recarsi per le compere.
L’accompagnatore farà in modo di ricavare tempo libero per consentire a ognuno
di andare dove meglio creda. Rammentiamo l’esigenza di contrattare il prezzo, di
evitare di comprare “antichità” a meno che non si sia disposti a richiedere le
autorizzazioni per l’esportazione, di non superare i limiti nel peso del bagaglio, di
rispettare le modalità di importazione in Italia di oggetti vietati e di quelli
considerati armi. Tenere presente che la legge italiana consente l’importazione
libera di acquisti che non rientrino in categorie protette o vietate e non superino il
valore complessivo di 175 euro.

Clima. La stagione da noi scelta è in assoluto la migliore: va dalla fine di ottobre
all’inizio di marzo. Per questo noi abbiamo deciso di soggiornarvi a gennaio
perché è nel periodo più opportuno per temperatura, umidità e pioggia. Le medie
minime e massime vanno a Luang Prabang e Vientiane da 15 a 28 gradi, a Pakse
da 18 a 31, ad Angkor da 20 a 34, come desumiamo dalle misurazioni degli eventi
riportate da siti specializzati. Va segnalato che gli sconvolgimenti nel clima
terrestre registrati negli ultimi anni, rendono spesso aleatorie queste indicazioni.
Inoltre, è opportuno ricordare che ognuno risponde alle stesse condizioni
generali in modo anche molto diverso. E’ comunque consigliato adottare
l’abbigliamento più rispondente alle proprie caratteristiche, non dimenticando un
indumento impermeabile anche se non si è nella stagione delle piogge.
Sottolineiamo ancora che, ovviamente, le medie riportate indicano solamente una
possibilità che può essere smentita dalle specifiche condizioni incontrate in
loco.

Sanità. Non sono previste vaccinazioni obbligatorie ma, come in ogni occasione di
viaggi in luoghi molto diversi dal nostro per condizioni geografiche, ambientali,
stagionali, alimentari e sanitarie, si consiglia di consultare il proprio medico e l'ASL.
Si suggerisce di munirsi in Italia dei medicinali d'uso personale, di bere
esclusivamente bevande da bottiglie acquistate sigillate e mangiare solo cibi cotti.

Delinquenza locale. Non esiste un problema specifico che coinvolga i turisti. E’
però opportuno adottare le normali accortezze previste in luoghi non noti,
soprattutto se affollati.

Fotografare. Vietato fotografare postazioni militari, di controllo e persone in
divisa. In caso di dubbio evitare di fotografare. Consigliamo la dovuta sensibilità
anche verso persone comuni. Nel caso si riscontri contrarietà, l’atteggiamento
opportuno è manifestare un cenno di scuse e riporre la macchina fotografica nella
custodia.

Pasti. Durante i trasferimenti i pasti (set menù) si consumano in ristoranti locali
che possono servire anche piatti tipici del posto, a volte anche molto semplici e
40 | IL TUO VIAGGIO
che potrebbero contrastare col gusto cui siamo in genere abituati. Normalmente
le cene sono in hotel (soprattutto set menù). I nostri pasti, come indicato, sono
quasi sempre composti da set menù anche nel caso in cui qualche ristorante
locale o hotel dovessimo riscontrare che offrono servizio di buffet. Lo
sottolineiamo perchè al momento della stesura del programma e prenotazione dei
servizi non è possibile assicurare buffet per un numero limitato di persone. Gli
orari dei pasti potranno non coincidere con le ore canoniche, per non essere
costretti a conformare il programma in funzione di questi.

Telefonia. E’ un aspetto che può rapidamente variare, per questo è necessario
verificare possibilità di utilizzo e costi della telefonia cellulare col proprio
operatore. In alcuni hotel vi è possibilità di fruire di wi-fi gratuito.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 41
Quota Individuale di partecipazione da Milano
Minimo 12 partecipanti
Con Esperto Kel 12.
Massimo 18 partecipanti
€ 4,500.00
Supplementi per persona
Supplemento singola
€ 900.00
Gala Dinner
€ 450.00
Tasse aeroportuali/fuel surcharge
€ 390.00
Tasse aeroportuali Business Class
€ 130.00
ADEGUAMENTO VALUTARIO IN DOPPIA
ADEGUAMENTO VALUTARIO IN
SINGOLA
Suppl. Business
€ 125.00
€ 150.00
€ 2,350.00
Supplementi da pagare in loco
Visto
Dollaro
36.00
Quota di gestione pratica € 80.00
Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento
del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi come determinato
dalla tabella premi seguente:
Costo individuale del viaggio fino a
€ 1.000,00
€ 2.000,00
€ 3.000,00
€ 4.000,00
€ 5.000,00
Oltre € 5.000,00 sull’eccedenza
Premio individuale
€ 31,00
€ 63,00
€ 94,00
€ 125,00
€ 156,00
3%
Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia
l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di
annullamento.
Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio.
PENALI DI ANNULLAMENTO
42 | IL TUO VIAGGIO
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10% della quota di partecipazione sino a 45 giorni di calendario prima della
partenza;
20% della quota di partecipazione da 44 a 31 giorni di calendario prima della
partenza;
30% della quota di partecipazione da 30 a 18 giorni di calendario prima della
partenza;
50% della quota di partecipazione da 17 a 10 giorni di calendario prima della
partenza;
75% della quota di partecipazione da 9 giorni di calendario prima della partenza
fino a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima della partenza;
100% della quota di partecipazione dopo tali termini.
Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà
durante lo svolgimento del viaggio stesso.
Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il
corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. La
copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto.
Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno
successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della
partenza.
Per aderire alla proposta occorre versare un acconto del 25% della quota totale. Il
saldo va effettuato entro l’11 novembre 2016. Per prenotazioni pervenute dall’11
novembre il saldo va versato contestualmente.
Il mercato turistico offre prezzi molto diversi. Nel costruire la proposta, soprattutto in
quest'occasione, non partiamo dalla necessità di offrire quote di partecipazione basse.
Preferiamo garantire servizi superiori alla media e un programma esclusivo anche per
l’evento ad Angkor e la presenza di barche con uso solo per il nostro gruppo,
assicurando un positivo rapporto qualità/prezzo. Nel comparare questa proposta con
altre pur valide, suggeriamo di confrontare nel dettaglio la qualità dei servizi da noi
assicurati.
Rammentiamo che questo viaggio si svolge nel periodo di alta stagione locale e che
abbiamo scelto di soggiornare anche in hotel con limitati numeri di stanze.
E’ bene, quindi, che un cenno d'interesse, pur senza immediato impegno economico, ci
giunga prima possibile. Prima ci pervengono le richieste, specie se di stanze singole,
prima potremo confermarvi la partecipazione.
La quota comprende:
 Programma accurato e dettagliato per fruire degli aspetti più caratterizzanti le
realtà culturali e naturali delle regioni attraversate.
 Voli intercontinentali di linea della Thai (o altra compagnia IATA), da Milano per
Chiang Rai via Bangkok, e da Siem Riep per Milano via Bangkok. (Ricordiamo che
l’assegnazione dei posti in aereo è di esclusiva pertinenza delle compagnie aeree.
Se ci giungono particolari richieste le inoltriamo alla compagnia che, solitamente,
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 43
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risponde con una “presa d’atto” non vincolante. Il suggerimento più opportuno è
quello di recarsi in aeroporto prima possibile in modo da richiedere direttamente,
se disponibili, le sistemazioni gradite).
Pensione completa dal pranzo del 13 gennaio alla colazione del 25, esclusi due
pranzi a Luang Prabang. Tutte le cene in hotel.
Guide locali parlanti italiano in Laos da Luang Prabang a Champassak e ad
Angkor. (Vedi “Guide locali”).
Visite e ingressi come da programma.
Escursione a Preah Vihear.
Tre voli interni di linea: Luang Prabang/Vientiane, Vientiane/Paksè, Paksè/Siem
Riep (Angkor).
Trasferimenti locali ed escursioni in minibus/autobus privati secondo il numero dei
partecipanti.
Due giorni in barca privata da Houeixai a Luang Prabang e nel sud del Laos lungo
il Mekong come da programma. L’uso esclusivo della barca per il nostro gruppo è
garantito da 12 partecipanti. Sotto i 12 si potrà fruire di barca non a nostro uso
esclusivo, con possibili variazioni nell’andamento delle giornate.
Accompagnatore dall’Italia con minimo 12 partecipanti, massimo 18.
Supplementi alta stagione voli e servizi a terra. (Va dalla fine di ottobre a marzo).
Visto d’ingresso in Cambogia (35 $)
Materiale informativo e di approfondimento.
Hotel: Ricordiamo ancora che oltre i nostri giudizi e classificazioni locali,
indichiamo i nomi degli hotel selezionati per farne riscontrare direttamente le
caratteristiche.
Chiang Rai: 1 notte “Wangcome Hotel”, (www.wangcome.com)
Pakbeng: 1 notte “Pakbeng Lodge”, (www.pakbenglodge.com)
Luang
Prabang: 3 notti“Villa Santi Resort & SPA” ….
Vientiane: 2 notti “Lao Plaza Hotel”, (www.laoplazahotel.com)
Isola di Khong sul Mekong: 1 notte al “Senesothxeune” (www.ssx-hotel.com)
Isola sul Mekong: 1 notte al “La Folie Lodge”, boutique hotel…
Angkor:
3
notti
“Grand
Soluxe
Angkor
Palace”
5*
(www.grandsoluxeangkor.com)
La quota non comprende:
 Visto d’ingresso in Laos 36 $ da confermare in loco.
 Mance. Prevedere 100 usd per gratificare tutte le figure che forniscono i servizi in
loco.
 Tasse aeroportuali internazionali e fuel surcharge € 390 da confermare. (Non sono
incluse nella quota base perché le compagnie aeree possono variarle
discrezionalmente sino all’emissione dei biglietti in relazione a cambiamenti nei
costi del carburante e altre voci). In generale, enti e autorità locali possono
decidere circa tasse o spese non segnalate ne “la quota non comprende”. Pur non
dipendendo dalla nostra volontà, ci scusiamo sin da ora nel caso ciò dovesse
verificarsi.
 Gala dinner nel Thommanon Temple ad Angkor aperto solo per noi € 450 (la cena
è assicurata al raggiungimento del numero minimo di partecipanti di questo e
44 | IL TUO VIAGGIO



degli altri due gruppi, atto a garantire il viaggio con accompagnatore dall’Italia.
Nel caso in cui, pur non raggiungendo i numeri minimi si decidesse di effettuare il
viaggio, potremmo introdurre variazioni nei servizi. Si veda anche il paragrafo
“Avvertenze importanti”).
Voli in classe business: secondo disponibilità e tariffe alla richiesta.
Partenze da altre città: secondo disponibilità e tariffe alla richiesta.
Quanto non espressamente menzionato alla voce "La quota comprende”.
Nota generale
I prezzi sono ancorati al rapporto di 1 EURO = 1,10 USD e possono essere soggetti ad
adeguamento valutario. Quote di partecipazione e supplementi sono stabiliti in base ai
costi di servizi e imposte alla conferma degli stessi e al numero minimo di partecipanti
indicato. Le quote potranno variare se, al momento del viaggio, riscontreremo
differenze nel numero minimo di partecipanti, nelle imposizioni fiscali, nei costi dei
trasporti e dei servizi in genere.
AVVERTENZE IMPORTANTI (specifiche per il viaggio del 12 gennaio 2017)
1) Servizi: ne rimarchiamo la generale elevata qualità a partire dagli hotel di cui diamo i
nomi, in modo che ne possiate riscontrare direttamente le caratteristiche. Pur essendo
possibili variazioni tra quelli indicati, riteniamo indispensabile non limitarci a fornire
generiche categorie o numeri di stelle stabiliti da criteri locali. Più in generale, nel
programma dettagliato elenchiamo notizie particolareggiate che normalmente non
sono riportate, per costruirsi un’idea la più vicina possibile allo svolgimento reale del
viaggio. E’ però possibile che, elaborando il programma a molti mesi dalla partenza,
per motivi ora non prevedibili il programma subisca variazioni. Queste potrebbero
comportare aggiustamenti anche nei pernottamenti e hotel, che potrebbero essere
sostituiti da altri di pari categoria o dai migliori disponibili. Le variazioni potranno
avvenire anche in corso di viaggio, purché si mantenga inalterata la qualità
complessiva del viaggio stesso.
2) Giunti in Cambogia, l’accompagnatore, in accordo col corrispondente e col
programmatore del viaggio, potrebbe sostituire la visita di Preah Vihear con Kompong
Tom (Sambor Prei Kuk) se si dovessero rilevare impercorribilità stradale, chiusura del
sito, tensioni con la Thailandia, o altre ragioni ora ignote che ne sconsiglino la visita.
Kompong Tom (Sambor Prei Kuk), era previsto sino a quattro anni fa nel nostro
itinerario perché rappresenta degnamente, come Preah Vihear, un corretto approccio
dal punto di vista storico e architettonico alla successiva esplosione artistica di
Angkor, di cui costituisce preziosa anticipazione.
Si trova a circa 190 km da Siem, ed è stata capitale dei Khmer prima d'Angkor. E’ luogo
poco frequentato nonostante, al contrario di Preah Vihear, da più anni sia
comodamente raggiungibile con una strada quasi tutta asfaltata.
La visita dei templi di Sambor Prei Kuk, permette un opportuno incontro con la storia e
l’arte kmer, perché si tratta di un sito precedente l’era classica, e consente un logico
approssimarsi temporale al più famoso sito cambogiano.
Ci si reca a Kompong Thom in tre ore. L’itinerario è facilmente percorribile tranne un
tratto di circa 20 km che collega con Sambor Prei kuk. La foresta protegge ancora un
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 45
centinaio di strutture alcune delle quali sono tra le più antiche del Paese. Già capitale di
un regno nel VII secolo, continua a svolgere un importante ruolo anche durante la fase
in cui Angkor rappresentava già il maggior centro di potere della regione. Gli elementi
naturali hanno danneggiato l’immagine originaria del sito, ma rimane un complesso di
edifici in mattoni che meritano la visita e prefigurano l’evoluzione dell’arte nel
celebrato centro di Angkor. Torri con bassorilievi, sculture di leoni e mura che a volte si
reggono in piedi grazie al groviglio di rami e radici di piante che formano un tutt’uno
con i mattoni. Un insieme indistricabile con la foresta che pare contemporaneamente
stritolare e difendere le costruzioni. Il più opportuno preludio a una forma di connubio
tra mano dell’uomo antico e natura che trova la forma più poderosa nel Ta Phrom.
3) Il numero di giorni previsti per l’itinerario indicato sono congrui per poterlo svolgere
senza particolare fretta, anche se i ritmi sono intensi. Sveglie di buon mattino sono
opportunamente inserite per utilizzare al meglio il tempo a disposizione. Per
l’economia complessiva del viaggio le alzate di buon’ora sono la soluzione migliore per
evitare di dover allungare il viaggio di due o tre giorni.
4) Voli e trasferimenti interni. Il programma è stato costruito presupponendo il
regolare andamento di voli, percorsi terrestri e su barca. I trasferimenti via terra e
fiume, considerando le specifiche condizioni locali, possono comportare tempi
superiori a quelli previsti. Quindi, certe sveglie, pranzi, cene e arrivi in hotel potrebbero
svolgersi in ore inconsuete per motivi legati a condizioni stradali, mancanza di
ristoranti con sufficiente affidabilità o motivi ora non noti ma che potrebbero
condizionare lo svolgimento pratico del viaggio stesso.
5) La cena al Thommanon Temple è assicurata al raggiungimento del numero minimo
di partecipanti di questo e degli altri due gruppi, atto a garantire il viaggio con
accompagnatore dall’Italia. Nel caso in cui, pur non raggiungendo i numeri minimi, si
decidesse di effettuare il viaggio, potremmo introdurre variazioni nei servizi di cui
informeremmo tempestivamente i partecipanti.
6) Avvertiamo inoltre che, essendo l’area archeologica di Angkor sottoposta alla rigida
regolamentazione da parte dell’UNESCO, nel caso in cui, per motivazioni che
potrebbero anche non esserci comunicate tempestivamente, le autorità decidessero di
cambiare il tempio per la cena nel sito, potremo semplicemente prenderne atto.
7) L’organizzazione non risponde di eventuali inconvenienti che dovessero derivare ai
partecipanti da atteggiamenti che contrastino con consuetudini o norme locali. Se
durante il viaggio si avessero dubbi sui comportamenti da tenere, in qualsiasi
circostanza, suggeriamo di rivolgersi all’accompagnatore o alla guida locale.
8) Su indicazione delle competenti autorità segnaliamo che la legge italiana persegue i
reati a sfondo sessuale anche se commessi all’estero.
9) Un accorto viaggiatore non dimentica mai nulla che possa rivelarsi utile sulla base di
precedenti esperienze in paesi molto diversi dal nostro, (inclusa una sufficiente scorta
di adattabilità ad usi, norme, alimentazione, ritmi, condizioni ambientali… a volte
contrastanti la nostra quotidianità).
10) Nel caso le nostre indicazioni non fossero sufficienti in un qualsiasi aspetto del
programma, contattateci anche telefonicamente. Invitiamo vivamente a richiedere
specificazioni anche su questioni che a casa propria appaiano secondarie, ma che in
corso di viaggio potrebbero rivelarsi importanti. A questo proposito suggeriamo di
annotarsi per iscritto anche problemi particolari sui quali ricevere chiarimenti.
46 | IL TUO VIAGGIO
Partenza
Rientro
Stagionalità
12/01/2017 (giovedì)
26/01/2017 (giovedì)
Note
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 47
Informazioni pratiche Laos
FORMALITA’
Passaporto individuale con validità di almeno sei mesi dalla data di rientro in Italia. Il
visto di ingresso viene rilasciato in frontiera aeroportuale (Vientiane, Luang Prabang,
Pakxe) e, per via terrestre, presso il Thai-Lao Friendship Bridge; ha un costo di usd 36
ed è necessaria una foto a colori formato tessera. Ogni partecipante è tenuto a
controllare personalmente la validità del proprio passaporto e la presenza di due
pagine libere. Si ricorda che l’organizzazione non ha alcuna responsabilità nel caso di
impossibilità a partire o ad entrare nel paese di destinazione a causa di documenti non
corretti.
Per maggiori informazioni relative alla validità del passaporto, fare riferimento al sito
del Ministero degli Affari Esteri : www.viaggiaresicuri.it
DISPOSIZIONI SANITARIE
Non è richiesta alcuna vaccinazione, sono tuttavia consigliabili, previo parere medico,
le vaccinazioni contro l’epatite A e B e la profilassi antimalarica. Si ricorda che la
profilassi deve iniziare una settimana prima della partenza e proseguire per 4
settimane dopo il rientro in Italia. Si consiglia di consultare il proprio medico o l’ufficio
d’igiene per avere tutte le informazioni sanitarie preventive aggiornate alla data di
partenza. Le strutture sanitarie locali sono carenti. Oltre ai medicinali di uso personale,
si consiglia di mettere in valigia: aspirina con vitamina C, disinfettanti intestinali
(Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten), antinfluenzali. Fazzoletti umidificati,
fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili), collirio, cerotti.
CLIMA
Di anno in anno si verificano notevoli variazioni nelle temperature: generalmente la
temperatura varia dai 14° ai 25° nei mesi invernali, mentre sale verso i 35° e anche oltre
in aprile. Da maggio a fine settembre c’è il monsone, quindi in tale periodo sono
frequenti improvvisi e intensi scrosci di pioggia.
Temperature in C° max/min:
gen
feb
mar apr
mag giu
lug
ago set
ott
nov
dic
LuangPraba 28/1 32/1 34/1 35/2 35/2 34/2 32/2 32/2 33/2 32/2 29/1 27/1
ng
4
5
7
1
3
4
4
3
3
1
8
5
Vientiane
28/1 30/1 32/1 34/2 32/2 31/2 30/
4
7
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3
4
4
24
Savannakhe 28/1 30/1 33/1 34/2 32/2 31/2 30/
t
4
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9
3
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4
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48 | IL TUO VIAGGIO
31/2 31/2 30/
4
4
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30/
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29/1 29/1
8
5
31/2 29/2 30/1 29/1
4
1
8
6
Giorni di pioggia (almeno 1 mm d'acqua):
ge
n
feb
mar apr
ma
ag
no
giu lug
set ott
g
o
v
LuangPrabang
2
2
4
8
13
13
17
19
12
6
3
1
Vientiane
1
2
4
7
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17
18
18
16
7
1
1
Savannakhet 1
2
4
7
14
15
16
18
15
6
1
0
dic
ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Jeans, pantaloni di cotone, camicie e magliette, una felpa o un pullover (necessario nei
mesi di dicembre e gennaio e per l'aria condizionata negli alberghi), scarpe comode,
calzini per entrare nei templi (dove è obbligatorio togliersi le scarpe), un cappellino.
Quando si entra nei templi buddisti comunemente visitati dalla popolazione locale è
necessario indossare abiti non troppo succinti ed evitare i pantaloni corti. Sono utili
inoltre occhiali da sole, copricapo, burro cacao, creme protettive, repellente per
zanzare, un k-way (per improvvisi acquazzoni).
FUSO ORARIO
6 ore in più rispetto all’ora italiana. 5 ore in più quando in Italia vige l’ora legale.
VALUTA
Valuta locale
La moneta del Laos è il Kip (LAK) che non è convertibile fuori dal Paese.
Valuta estera
I dollari americani sono la valuta straniera di normale circolazione.
Si consiglia di munirsi di US$ anche di piccolo taglio (si ricorda che i dollari emessi
prima del 1990 non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle numerose
falsificazioni). Non vengono accettate banconote con macchie, strappi, segni o altre
imperfezioni.
Carte di credito: le principali sono accettate nei maggiori alberghi e nelle più
importanti strutture turistiche.
LINGUA
Lao; è abbastanza diffuso, tra le generazioni di media età, il francese dal momento che
il paese faceva parte dell’Indocina, ma è diffuso soprattutto l’inglese.
RELIGIONE
60% buddhista, 38,5% animista e seguaci dei culti degli spiriti, 1,5% cristiana.
PREFISSI TELEFONICI
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 49
Per telefonare dall’Italia in Laos il prefisso internazionale è 00856+ prefisso della
località senza 0 e numero dell’abbonato.
Per telefonare in Italia dal Laos il prefisso è 0039+ prefisso con lo 0 seguito dal
numero dell’abbonato.
Telefonare dagli alberghi è molto caro. Meglio rivolgersi ai posti telefonici disponibili
quasi ovunque.
I telefoni cellulari GSM funzionano quasi dappertutto.
Molto sviluppate le comunicazioni e-mail attraverso Internet a costi contenuti.
CINE/FOTO
E’ opportuno fornirsi alla partenza di tutto il materiale occorrente e abitualmente
utilizzato. In loco il materiale fotografico è caro e di scarsa qualità.
VOLTAGGIO
220 volts AC 50 Hz. Consigliato un adattatore ed una torcia a batterie poiché possono
verificarsi improvvisi black-out.
CUCINA
L'elemento principale di tutti i pasti laotiani è il riso e quasi tutti i piatti sono preparati
con ingredienti freschi quali verdure, pesce d'acqua dolce, pollo, anatra, maiale, manzo
o bufalo. Il succo di lime, la citronella e il coriandolo fresco conferiscono al cibo un
caratteristico aroma pungente e per salare le pietanze vengono utilizzati vari preparati
a base di pesce fermentato. Altri condimenti sono il peperoncino, l'aglio, la menta, le
arachidi macinate, il succo di tamarindo, lo zenzero e il latte di cocco. Il whisky di riso o
lao-lao (liquore specialità del Laos) è una bevanda molto comune tra le popolazioni
delle pianure e viene in genere bevuto liscio, accompagnato da un bicchierino di acqua
naturale. Dappertutto si trova acqua minerale in bottiglia, birra, soft drinks. Il caffè
laotiano è molto apprezzato, ma per chi preferisce un aroma meno forte l’alternativa è
il caffè liofilizzato reperibile quasi ovunque. Il tè si beve alla cinese: verde, amaro e
senza latte.
Si consiglia di evitare di mangiare verdure crude e frutta non sbucciata e di non bere
acqua corrente e non aggiungere ghiaccio nelle bevande.
ACQUISTI
Tra le principali attrazioni per gli amanti dello shopping ci sono i tessuti etnici a telaio a
mano (in cotone, seta ed oggi anche in poliestere!), legno intagliato, gioielli tradizionali
in argento, statuette di bronzo, carta fatta a mano con corteccia d’albero di gelso,
magnifici cesti di bambù.
PERNOTTAMENTI
Solo Luang Prabang e Vientiane offrono alberghi di prima categoria. Nelle altre località
gli alberghi sono meno lussuosi (paragonabili ai nostri 3*). Inoltre, chi effettua un tour
50 | IL TUO VIAGGIO
nei villaggi del nord deve essere preparato a dormire in semplici guest-houses con
servizi privati dove talvolta l’elettricità viene erogata solo in alcune ore della giornata.
IMPORTANTE LAOS:


Si fa presente che nel Paese non vi è una Rappresentanza diplomatico/consolare
italiana e per l’eventuale assistenza sul posto ai connazionali, in caso di
emergenza, ci si deve rivolgere all’Ambasciata di Francia.
Nel Paese sono poche le guide locali parlanti italiano, inglese o francese. La
maggior parte sono giovanissimi autodidatti che hanno seguito un veloce e
inadeguato addestramento. Pertanto riteniamo opportuno informare chi dovesse
decidere di partire individualmente onde evitare, al rientro in Italia, lamentele su
tale argomento. E’ evidente che tale disagio si presenta con maggior frequenza
nei periodi di alta stagione, quando l’afflusso turistico è maggiore. In sostanza
consigliamo un viaggio in Laos su base individuale solo a viaggiatori abituati a
viaggiare e dotati di spirito di adattamento.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 51
Informazioni pratiche Cambogia
FORMALITA’
È necessario il passaporto individuale non scaduto ed in regola per l’espatrio, con
validità di almeno 6 mesi dalla data di rientro in Italia e almeno 2 pagine libere.
Il visto d’ingresso nel Paese viene rilasciato direttamente all’arrivo nei seguenti posti di
frontiera al costo di 30 dollari USA e presentando 1 fotografia formato tessera a colori:
 Aeroporto Internazionale di Phnom Penh e Siem Reap
 Bavet (confine Cambogia-Vietnam)
 Kha Orm Sam Nor (confine Cambogia-Vietnam)
 Cham Yeam (confine Cambogia-Thailandia)
 Poi Pet (confine Cambogia-Thailandia)
 O’Smach (confine Cambogia-Thailandia)
Talvolta nei posti di frontiera fra Cambogia e Vietnam il funzionario che rilascia il visto
può richiedere una “mancia” di usd 2 a persona.
Per i viaggi con l’ingresso in Cambogia via barca il costo è di 34 dollari USA.
Per maggiori informazioni relative alla validità del passaporto, fare riferimento al sito
del Ministero degli Affari Esteri : www.viaggiaresicuri.it
DISPOSIZIONI SANITARIE
Non è richiesta alcuna vaccinazione, è tuttavia consigliabile la profilassi antimalarica. Si
ricorda che la profilassi deve iniziare una settimana prima della partenza e proseguire
per 4 settimane dopo il rientro in Italia. Si consiglia di consultare il proprio medico o
l’ufficio d’igiene per avere tutte le informazioni sanitarie preventive aggiornate alla
data di partenza.
Le strutture sanitarie locali non sono equiparabili agli standard italiani.
Si consiglia di mettere in valigia i medicinali di uso personale ed inoltre: aspirina con
vitamina C, disinfettanti intestinali (Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten),
antinfluenzali. Fazzoletti umidificati, fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili), collirio,
cerotti.
CLIMA
Il clima è determinato da due monsoni: da novembre a marzo il monsone di nord-est è
secco e fresco; da maggio a ottobre quello di sud-ovest porta un alto tasso di umidità,
temperature elevate e precipitazioni abbondanti in tutto il paese, in modo particolare
nelle zone montuose del sud-ovest.
Pertanto si possono distinguere tre stagioni:
Stagione delle piogge:
da giugno a ottobre con temperature fra 27 e 35 gradi
Stagione secca (fresca) :
da novembre a febbraio con temperature fra 17 e 27 gradi
52 | IL TUO VIAGGIO
Stagione secca (calda):
da marzo a maggio con temperature fra 29 e 38 gradi
La temperatura del mare sul litorale varia da 26° in gennaio a 29° in luglio.
ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Estivo, decisamente informale e comodo, con abiti leggeri possibilmente di fibre
naturali, scarpe pratiche e confortevoli (tipo da ginnastica) ma con buona presa per
salire lungo i gradini dei templi, consumati e talvolta sconnessi. Per entrare nei templi
buddisti comunemente visitati dalla popolazione locale (quali la Pagoda d’Argento di
Phnom Penh) sarà necessario indossare abiti non troppo succinti ed è obbligatorio
togliersi le scarpe prima di entrare (il pavimento dei templi è comunque sempre
pulitissimo ma sarebbero utili calzini). Sono utili inoltre occhiali da sole, copricapo,
burro cacao, creme protettive, repellente per zanzare, un k-way (per improvvisi
acquazzoni), pullover (per l'aria condizionata negli alberghi) e una felpa (per le serate
fresche).
FUSO ORARIO
6 ore in più rispetto all’ora italiana. Quando in Italia vige l’ora legale sono 5 ore in più.
VALUTA
Valuta locale
La valuta locale è il New Riel (KHR). Importazione ed esportazione proibite.
Valuta estera
I dollari americani sono la valuta straniera di normale circolazione.
Si consiglia di munirsi di US$ anche di piccolo taglio (si ricorda che i dollari emessi
prima del 1990 non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle numerose
falsificazioni). Non vengono accettate banconote con macchie, strappi, segni o altre
imperfezioni. Gli sportelli ATM (Bancomat) sono molto rari.
Carte di credito: Non sono accettate, salvo che nei più importanti alberghi e negozi.
LINGUA
Khmer; è abbastanza diffuso, tra le generazioni di media età, il francese dal momento
che il paese faceva parte dell’Indocina, ma è diffuso soprattutto l’inglese.
RELIGIONE
Buddhismo Theravada (95%), il restante 5% è diviso fra musulmani, cristiani e animisti.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 53
PREFISSI TELEFONICI
Sono state segnalate difficoltà nei collegamenti telefonici. Nella capitale esistono
cabine con apparecchi a scheda, alcuni dei quali accettano anche le carte telefoniche o
di credito internazionali; le schede sono acquistabili presso gli uffici postali e
consentono di telefonare con notevole convenienza rispetto ai prezzi praticati dagli
alberghi. Molto sviluppate le comunicazioni e-mail attraverso Internet; gli hotels da 4*
in su sono in genere dotati di business center presso i quali si può accedere alla rete; i
costi sono però elevati ed i tempi di attesa lunghi per l’inadeguatezza delle linee
telefoniche.
Dall’Italia. Per chiamare la Cambogia comporre lo 00855 seguito dal prefisso dell’area
senza lo zero (23 per Phnom Penh e 63 per Siem Reap) e il numero dell’abbonato.
Dalla Cambogia. Per chiamare l’Italia, comporre lo 0039 più il prefisso interurbano con
lo zero e il numero dell’abbonato.
Telefoni cellulari GSM. Sono utilizzabili a Phnom Penh, Siem Reap, Kompong Thom ed
in poche altre località.
CINE/FOTO
E’ opportuno fornirsi alla partenza di tutto il materiale occorrente e abitualmente
utilizzato. In loco il materiale fotografico è caro e di scarsa qualità.
VOLTAGGIO
220 volts AC 50 Hz. Consigliato un adattatore ed una torcia a batterie poiché possono
verificarsi improvvisi black-out.
CUCINA
La cucina cambogiana si avvicina, per gusto e ingredienti, a quelle orientali più
conosciute e rinomate: la cinese e la vietnamita. I piatti forti sono ovviamente a base di
riso e di pesce, in prevalenza quello di acque dolci provenienti sia dal grande
pescosissimo lago Tonle Sap che dai numerosi fiumi (soprattutto dal Mekong). Sono
apprezzati i grandi gamberi d'acqua dolce fritti e una tipica zuppa di pesce (samla
machoun banle) piacevolmente inacidita con foglie di limoncello; è sempre presente la
salsa a base di pesce "tuk trey". Altri piatti tipici sono la zuppa di maiale allo zenzero e i
misti di carne e verdure con erbe aromatiche. Lo zenzero è, assieme a menta,
coriandolo e dragoncello, una delle principali spezie cambogiane, mentre il riso è il
consueto accompagnamento dei cibi. Tra le bevande, oltre all’acqua minerale
reperibile ovunque, tè, alcune marche di birra, Coca Cola,e le altre bibite analoghe.
Negli alberghi spesso si trovano le "baguettes" di pane francese.
ACQUISTI
54 | IL TUO VIAGGIO
L’artigianato locale offre oggetti in legno piuttosto belli e ben lavorati; tipiche sciarpe
khmer (krama) in cotone a quadretti; scialli e foulard in seta; oggetti d'argento (nella
cui lavorazione gli artisti cambogiani sono esperti). Attenzione a non comperare i
seguenti articoli e i loro derivati: avorio, tartaruga, coralli e madrepore. Importante
verificare le disposizioni nazionali ed internazionali.
PERNOTTAMENTI
Solo Phnom Penh e Siem Reap offrono alberghi di prima categoria e super lusso. Nelle
altre località non esistono alberghi a 4 e 5 stelle, pertanto chi effettua un tour
nell’interno del Paese deve essere preparato a dormire in semplici alberghi e guesthouses .
ORARI DI APERTURA DI BANCHE E NEGOZI
Banche dalle 08.00 alle 15.00 da lunedì al venerdì. I negozi ed i mercati sono aperti dal
mattino presto fino alla sera per sette giorni alla settimana senza un orario preciso.
IMPORTANTE CAMBOGIA:
- L'esplosione turistica della Cambogia ha trovato il Paese alquanto impreparato nel
delicato settore delle guide locali. Ci sono pochissime guide parlanti lingue
straniere (in particolare la lingua italiana) e la maggior parte sono giovanissimi
autodidatti che hanno seguito un veloce ed inadeguato addestramento a
supporto delle pochissime e brave guide anziane già presenti sul territorio.
Pertanto è opportuno informare di questo inconveniente onde evitare, al rientro in
Italia, lamentele su tale argomento. E’ evidente che tale disagio si presenta con
maggior frequenza nei periodi di alta stagione, quando l’afflusso turistico è
maggiore, e a coloro che scelgono di viaggiare individualmente e quindi senza
accompagnatore italiano. Le guide brave in italiano ci sono ma, essendo molto
poche, costano di più e debbono essere prenotate con grande anticipo.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 55
Informazioni generali
NORME E SUGGERIMENTI RELATIVI AL VOLO
Biglietto aereo
Desideriamo portare alla vostra attenzione, che dal 1 giugno 2008, in conformità con le
disposizioni IATA (International Air Transport Association: associazione internazionale
che rappresenta 240 compagnie aeree e il 94% del traffico aereo internazionale di
linea), non si potranno più emettere biglietti aerei cartacei. Questi documenti di
viaggio sono stati sostituiti dai biglietti elettronici, gli e-tkt, che garantiscono il metodo
più efficiente di emissione e gestione del trasporto aereo, migliorando inoltre il servizio
per i viaggiatori.
Cos’è un biglietto elettronico? Un biglietto elettronico (e-ticket o ET) contiene in
formato elettronico tutte le informazioni che prima venivano stampate sul biglietto
cartaceo. L’unico foglio di cui si ha bisogno è “l’itinerary receipt” (in formato A4) che vi
verrà consegnato assieme ai documenti di viaggio e che rappresenta la ricevuta del
passeggero e la conferma dell’avvenuta emissione del biglietto aereo. Riporta tutti gli
estremi dettagliati dei voli prenotati per vostro conto, il codice di conferma del vettore
aereo, il numero di biglietto elettronico emesso e i vostri nominativi come da
passaporto. Questo documento dovrà essere custodito con cura e presentato
direttamente al banco di accettazione del volo. E’ importantissimo che al momento
della prenotazione comunichiate il vostro nome esatto come da passaporto (anche
secondo nome o cognome se li avete).
Articoli consentiti in cabina (bagaglio a mano):
 un bagaglio a mano la cui somma delle dimensioni (lunghezza + altezza +
profondità) non superi complessivamente i 115 cm (come previsto dal DM 001/36
del 28 gennaio 1987)
 una borsetta o borsa porta-documenti o personal computer portatile
 un apparecchio fotografico, videocamera o lettore di CD
 un soprabito o impermeabile
 un ombrello o bastone da passeggio
 un paio di stampelle o altro mezzo per deambulare
 articoli da lettura per il viaggio
 culla portatile/passeggino e latte/cibo per bambini, necessario per il viaggio
 articoli acquistati presso i “duty free” ed esercizi commerciali all’interno
dell’aeroporto e sugli aeromobili
 medicinali liquidi/solidi indispensabili per scopi medico-terapeutici e dietetici
strettamente personali e necessari per la durata del viaggio. Per quanto riguarda i
predetti medicinali liquidi è necessaria apposita prescrizione medica
 liquidi, contenuti in recipienti individuali di capacità non superiore a 100 millilitri o
equivalente (es. 100 grammi), da trasportare in una busta/sacchetto/borsa di
plastica trasparente, richiudibile, completamente chiusa, di capacità non
eccedente 1 litro (ovvero di dimensioni pari, ad esempio, a circa cm 18 x 20)
separatamente dall’altro bagaglio a mano.
Nota: i liquidi in questione comprendono acqua e altre bevande, minestre, sciroppi,
creme, lozioni e oli, profumi, spray, gel, inclusi quelli per i capelli e per la doccia,
56 | IL TUO VIAGGIO
contenuto di recipienti sotto pressione, incluse schiume da barba, deodoranti, sostanze
in pasta, incluso dentifricio, miscele di liquidi e solidi, mascara, ogni altro prodotto di
analoga consistenza. Per busta di plastica/sacchetto trasparente richiudibile deve
intendersi un contenitore che consente di vedere facilmente il contenuto, senza che sia
necessario aprirlo e che sia dotato di un sistema integralmente sigillante, come zip
oppure chiusure a pressione o comunque una chiusura che dopo essere stata aperta
possa essere richiusa.
É raccomandabile includere nel bagaglio a mano l'occorrente per la notte e un golf,
utili in caso di ritardata consegna del bagaglio all'arrivo. Attenzione invece a non
includere coltellino multiuso, forbicine, tagliaunghie, ecc.
Bagaglio da spedire a seguito del passeggero
Si consiglia l’uso di lucchetto e di mettere un’etichetta con proprio nome e recapito
anche all’interno del bagaglio.
Preghiamo leggere le informazioni date in ogni itinerario poiché le disposizioni spesso
sono diverse e limitano ulteriormente il peso per motivi di sicurezza; se si superano i
limiti imposti, questo può comportare un costo elevato.
Articoli vietati nel bagaglio
 E’ vietato il trasporto nella stiva dei seguenti articoli:
 esplosivi, fra cui detonatori, micce, granate, mine ed esplosivi
 gas compressi (infiammabili, non infiammabili, refrigeranti, irritanti e velenosi)
come i gas da campeggio, bombolette spray per difesa personale, pistole
lanciarazzi e pistole per starter
 sostanze infiammabili (liquide e solide) compreso alcool superiore a 70 gradi;
sostanze infettive e velenose
 sostanze corrosive, radioattive, ossidanti o magnetizzanti
 congegni di allarme
 torcia subacquea con batterie inserite
Modalità di reclamo:
In caso di MANCATA RICONSEGNA/DANNEGGIAMENTO del bagaglio registrato (il
bagaglio consegnato al momento dell’accettazione e per il quale viene emesso il
“Talloncino di Identificazione Bagaglio”) all’arrivo a destinazione si deve APRIRE UN
RAPPORTO DI SMARRIMENTO O DI DANNEGGIAMENTO BAGAGLIO facendo
contestare l’evento, prima di lasciare l’area riconsegna bagagli, presso gli Uffici Lost
and Found dell’aeroporto di arrivo, compilando gli appositi moduli, comunemente
denominati P.I.R – Property Irregularity Report.
SMARRIMENTO DEL BAGAGLIO – Se entro 21 giorni dall’apertura del “Rapporto di
smarrimento bagaglio” non fossero state ricevute notizie sul ritrovamento, inviare tutta
la documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza
Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di
risarcimento.
RITROVAMENTO DEL BAGAGLIO SMARRITO – In caso di ritrovamento del bagaglio,
entro 21 giorni dalla data di effettiva avvenuta riconsegna, inviare tutta la
documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 57
Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di
risarcimento delle spese sostenute.
Documentazione necessaria per entrambi i casi:
 il codice di prenotazione del volo in caso di acquisto via internet oppure l’originale
della ricevuta in caso di biglietto cartaceo;
 l’originale del P.I.R rilasciato in aeroporto;
 l’originale del talloncino di identificazione del bagaglio e la prova dell’eventuale
avvenuto pagamento dell’eccedenza del bagaglio;
 un elenco del contenuto del bagaglio nel caso di bagaglio smarrito;
 un elenco dell’eventuale contenuto mancante nel caso di bagaglio ritrovato;
 gli originali degli scontrini e/o ricevute fiscali nei quali sia riportata la tipologia
della merce acquistata (in relazione alla durata dell’attesa) in sostituzione dei
propri effetti personali contenuti nel bagaglio;
 indicazione delle coordinate bancarie complete: nome e indirizzo della Banca,
codici IBAN, ABI, CAB, numero di C/C, codice SWIFT nel caso di conto estero e
nome del titolare del conto corrente; se i suddetti dati non si riferiscono
all’intestatario della pratica, specificare anche l’indirizzo di residenza, numero di
telefono, numero di fax (se disponibile), l’indirizzo e-mail (se disponibile).
Importante – “Partenze da altre città”
La normativa aerea è estremamente complessa e articolata. Riteniamo quindi doveroso
darvi alcune indicazioni, confermandovi che, comunque, tutto lo staff addetto alle
prenotazioni resta a disposizione per informazioni, consigli, chiarimenti.
Le partenze da “altre città” diverse da quelle pubblicate in catalogo, sono quasi
sempre possibili ma, soprattutto se non sono operate dallo stesso vettore della tratta
internazionale, seguono disposizioni particolari che è giusto conoscere, anche perché
eventuali ritardi/cancellazioni o altro non comportano responsabilità né dei vettori né
della Kel12. Eseguiremo tutte le pratiche necessarie per farvi partire nel modo più
comodo e dalla città che preferite, ma con le opportune avvertenze e informandovi
che, se non esiste un accordo tra la compagnia che opera il volo internazionale e quelle
che effettuano la prima tratta, devono essere emessi due biglietti differenti e questo
comporta a volte la necessità di un doppio imbarco dei bagagli. Informandovi inoltre
che la perdita del volo internazionale non comporta riprotezione, rimborsi o
assunzione delle eventuali spese di hotel da parte della compagnia aerea e di Kel 12.
In base al Contratto di Trasporto, i vettori faranno il possibile per trasportare i
passeggeri e i bagagli con ragionevole speditezza. I vettori possono sostituire senza
preavviso altri vettori e l’aeromobile, e possono modificare e omettere, in caso di
necessità, le località di fermata indicate sul biglietto. Gli orari possono essere variati e
non costituiscono elemento essenziale del contratto. I vettori non assumono
responsabilità per le coincidenze.
INFORMAZIONI RELATIVE AL VIAGGIO
Documenti per l’espatrio
Ricordiamo che, considerata la variabilità della normativa in materia, le informazioni
relative ai documenti di espatrio sono da considerarsi indicative e riguardano
58 | IL TUO VIAGGIO
esclusivamente cittadini italiani e maggiorenni. Ogni partecipante è tenuto a
controllare personalmente la validità del proprio passaporto (che normalmente non
deve scadere entro sei mesi dalla data di ingresso nel paese), la presenza di diverse
pagine libere (il numero varia a seconda dell’itinerario scelto e dunque visti necessari).
Si consiglia di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del passaporto e di
eventuali vaccinazioni internazionali, e di tenerle separate dai documenti originali.
L'impossibilità per il cliente di iniziare e/o proseguire il viaggio a causa della mancanza
e/o dell’irregolarità dei prescritti documenti personali (passaporto, carta d'identità,
vaccinazioni, etc.) non comporta responsabilità dell'organizzatore.
MARCA DA BOLLO ABOLITA DAL 24/6/2014
Dal 24 giugno 2014 è abolita la tassa annuale del passaporto ordinario da € 40,29.
Pertanto tuti i passaporti, anche quelli già emessi, saranno validi fino alla data di
scadenza riportata all'interno del documento per tutti i viaggi, inclusi quelli extra UE,
senza che sia più necessario pagare la tassa annuale da € 40,29
www.poliziadistato.it/articolo/10301-Il_Rilascio/
Segnaliamo a chi viaggia con minori che posso esserci particolari limitazioni per
ciascun paese riguardanti la necessità di avere copia CERTIFICATO di NASCITA, o altri
documenti vi preghiamo di verificarlo con largo anticipo prima della partenza
Norme valutarie in Italia
Ai sensi del Reg. CE 1889/2005 del 26.10.2005 (aggiornamento del 15.06.2007) ogni
persona fisica in entrata o in uscita dall’Unione Europea ha l’obbligo di dichiarazione in
DOGANA delle somme di denaro contante e strumenti negoziabili al portatore
trasportati d’importo pari o superiore a 10.000 euro.
Assicurazioni
Per quanto riguarda le disposizioni assicurative vi invitiamo a leggere con attenzione la
relativa polizza. In caso di sinistro, malattia o infortunio durante il viaggio, Vi
preghiamo di provvedere immediatamente a informare l’assicurazione comunicando il
numero indicato nella polizza ricevuta con i documenti di viaggio.
Imprevisti
Gli itinerari pubblicati sono stati elaborati in modo da essere realizzati con puntualità e
precisione. Particolari situazioni possono tuttavia determinare variazioni nello
svolgimento dei servizi previsti: voli, orari, itinerari aerei e alberghi possono essere
modificati a discrezione dei vari fornitori e sostituiti con servizi di pari livello. Il
verificarsi di cause di forza maggiore quali scioperi, avverse condizioni atmosferiche,
calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di terrorismo e banditismo e
altri fatti simili non sono imputabili all'organizzazione. Eventuali spese supplementari
sostenute dal partecipante non potranno pertanto essere rimborsate, e non lo saranno
le prestazioni che per tali cause dovessero venir meno e non fossero recuperabili.
Inoltre l'organizzazione non è responsabile del mancato utilizzo di servizi dovuto a
ritardi o cancellazioni dei vettori aerei.
LAOS E ANGKOR, TRA I MANGIATORI DI FIORI DI LOTO | 59
Disservizi
Come indicato nelle Condizioni di Partecipazione, eventuali contestazioni in merito a
difformità di prestazioni rispetto a quanto contrattualmente previsto, rilevate in corso
di viaggio, dovranno essere riferite quando e se possibile al nostro rappresentante sul
luogo. E’ comunque necessaria la notifica scritta a Kel 12 entro 10 giorni dalla data di
rientro in Italia. Le eventuali richieste di rimborso relative a servizi non usufruiti saranno
documentate da una dichiarazione che richiederete al rappresentate locale, e che
attesterà il mancato godimento dei servizi stessi.
Convenzione CITES
Il 1° giugno 1997 è entrato in vigore il Regolamento Comunitario che dà attuazione alla
Convenzione CITES di Washington a proposito d’importazione di animali e parti di
animali protetti perché a rischio di estinzione. Sono previste multe fino a 130.000 euro
per chi porta in Italia souvenir realizzati con animali protetti, animali vivi, anche se
acquistati legalmente nel paese di origine.
Comunicazione obbligatoria ai sensi dell’articolo 17 della Legge n. 38/2006:
“La legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati concernenti la
prostituzione e la pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all’estero”.
Data ultimo aggiornamento 20/07/2016
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