3.Comparazione sistemi di agitazione
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3.Comparazione sistemi di agitazione
STUDIO COMPARATIVO DI ELABORAZIONE DI FORMULE MAGISTRALI SEMISOLIDE OTTENUTE PER AGITAZIONE MANUALE E MEDIANTE UN SISTEMA DI AGITAZIONE MECCANICA INTRODUZIONE Assistiamo ad un lento ma costante consolidamento della pratica galenica, dagli anni 80. - Competenza e rigore scientifico del Farmacista nel campo. Oggi praticamente soltanto i farmacisti con la conoscenza sufficiente elaborano preparati magistrali di ottima qualità. - Abbondante letteratura. Dagli anni 80 si rileva un aumento considerevole di pubblicazioni sulle preparazioni (libri, riviste, tesi, siti web, ecc.). Questo stimola e forma il Farmacista che cerca informazioni e vuole documentarsi sempre più. Si rileva inoltre la presenza crescente di pubblicazioni per il Medico prescrittore. - Possibilità di personalizzazione. - Possibilità di impiegare principi attivi con precaria stabilità. - La ricerca di nuovi veicoli ed eccipienti. In diverse occasioni è il Farmacista preparatore che cerca nuove soluzioni da proporre al Medico prescrittore. - Il grande interesse dimostrato dal Medico curante in caso di successo. Classico l’esempio di un preparato cheratolitico nella psoriasi, acido salicilico al 5-10% in olio. Nella maggior parte dei casi, si hanno buoni risultati in 4-7 gg di terapia. In merito alla preparazione di alcune formulazioni, due gli aspetti fondamentali da prendere in considerazione: • il metodo utilizzato di agitazione • come incorporare i principi attivi prescritti. Nella maggior parte delle farmacie si utilizzano metodi manuali di agitazione in maniera soddisfacente per la preparazione di formulazioni semisolide (emulsioni, unguenti, idrogeli e pasta). Gli strumenti classici utilizzati per sviluppare queste formule: mortaio, pestello, sono essenziali e sufficienti ad ottenere preparati di alta qualità. In alcuni casi però, le formule sviluppate con metodi manuali di agitazione non soddisfano le aspettative di qualità a causa di una agitazione disattenta o incorporazione inadeguata di principi attivi. Gli errori più comuni commessi, spesso sono i seguenti: 1. Formazione di grumi, in unguenti o emulsioni. A parte l’estetica compromessa, le formule così ottenute possono non essere conformi al dosaggio prescritto dal Medico. Una agitazione poco attenta, la mancanza di polverizzazione dei p.a. ed il mancato uso di coadiuvanti l’incorporazione, sono spesso i fattori che causano la formazione di grumi in diverse preparazioni magistrali. Un altro fattore che merita un discorso a parte perché è relativamente comune nella pratica farmaceutica, per mancanza di esperienza, è la formazione di grumi a causa della mancanza di rigore secondo l'ordine di miscelazione dei p.a. in polvere. Se questi vengono aggiunti direttamente alla crema o emulsione precedentemente preparata, la formazione di grumi è spesso quasi assicurata. Sempre, per quanto piccola sia la quantità di principi attivi da aggiungere, occorre incorporare alla crema o emulsione a piccole porzioni, mescolando accuratamente dopo ogni aggiunta. 2. Emulsioni che soffrono di rottura (separazione di fase) nel breve e lungo termine. Oltre al controllo della temperatura, la corretta scelta di emulsionanti e l'equilibrio ottimale quali e quantitativo sia della fase oleosa che della fase acquosa, è anche fondamentale una corretta agitazione. Deve essere costante e regolare in ogni momento, non troppo veloce e sempre nella stessa direzione. Se si seguiranno queste piccole regole, si otterranno emulsioni stabili. 3. Gel parzialmente gelificati. A parte fattori come il tempo di imbibizione del gelificante o la non corretta acidificazione o neutralizzazione, è fondamentale per ottenere gel senza grumi, ricorrere ad una agitazione energica che sia regolare e costante e che si eviti l’inglobamento di aria. In presenza di preparati allestiti non correttamente, si possono verificare alcuni inconvenienti: • Ridotta o nessuna azione terapeutica della formulazione. Ad esempio, una emulsione O/A dispensata in tubetto in cui si verifichi una separazione di fase e con principi attivi solubili nella fase oleosa. Data la minore viscosità della fase acquosa nei confronti della oleosa, la prima porzione che uscirà dal tubetto, sarà la acquosa e non ci sarà alcuna azione terapeutica. • Eccessiva o scarsa azione terapeutica. Un chiaro esempio può essere trovato in un unguento con acido salicilico come cheratolitico con presenza di grumi. A causa di questi, la dose di acido salicilico è completamente irregolare nelle diverse parti somministrate. Un aspetto altrettanto importante in questi tempi, ma che non pregiudica la qualità del prodotto finale, è il tempo necessario per sviluppare una formulazione con metodi manuali di agitazione. Ad esempio, mediamente per allestire una vaselina salicilica con metodi manuali di agitazione, occorrono circa 15-20 minuti. Usando i metodi meccanici spesso bastano 5 minuti. Anche se è buona pratica dispensare una preparazione dopo almeno 24 ore per osservarne eventuali cambiamenti di stato e valutarne le caratteristiche organolettiche), mediante agitazione meccanica si potrebbe consegnare tale preparato anche dopo pochi minuti. L’impiego di metodi meccanici di agitazione per l’elaborazione di preparazioni, si giustifica per questi aspetti: Realizzazione di preparati di ottima qualità. Ad esempio, i grumi visti in precedenza nella preparazione manuale sono praticamente inesistenti con agitazione meccanica. Risultati di aspetto qualitativo paragonabile a prodotti analoghi del commercio. Emulsioni brillanti e con tessitura simile a prodotti commerciali. Seguendo procedure adeguate standardizzate, una stessa formula è riproducibile sempre nello stesso modo. Cosa non proprio frequente nel caso di procedura manuale. Spesso non occorre, nel caso di agitazione meccanica, ricorrere ad intermedio per incorporare p.a. Rapidità di esecuzione, come già visto in precedenza. Dobbiamo anche tenere a mente che l'utilizzo di sistemi di agitazione meccanica potrebbe presentare alcuni svantaggi: Presenza di aria in forma di micro bolle. La presenza di aria causata da una forte agitazione e rapida, può incidere sulla stabilità e attività dei principi attivi incorporati. Un chiaro esempio è dato dalla formulazione di un idrogel di Carbopol con idrochinone con elevata presenza di aria. Dopo alcuni giorni l'idrogel, da incolore diventa bruno, per ossidazione di idrochinone da parte dell’ossigeno presente. Un bell’aspetto ha anche effetto psicologico rassicurante nei confronti del paziente il quale lo mette in relazione ad un buon lavoro da parte del farmacista preparatore. Il ricorrere a sistemi meccanici di agitazione prevede studio e procedure precise. Stabilire protocolli ( tempo, velocità, intensità di agitazione, confezionamento) per offrire sempre la medesima qualità. Costi da valutare in base al movimento di preparazioni allestite ed allestibili. Quantità di preparato da allestire. Pulizia da valutare attentamente, in quanto incide sui tempi. ASPETTI PRATICI DI AGITAZIONE MANUALE NELLA ELABORAZIONE DI FORMULE MAGISTRALI SEMISOLIDE UTENSILI IMPIEGATI Oltre alla spatola su piastra, da tempo ormai è usanza allestire preparati semisolidi in mortaio con l’aiuto del pestello. Ad esempio la classica pasta all’acqua: Talco ..................................................... 25 g Zinco ossido ........................................ 25 g Glicerina ................................................ 25 g Acqua purificata ..................................... 25 g L’uso del mortaio e pestello garantisce una buona omogeneizzazione e miscelazione. VELOCITA’ DI AGITAZIONE E’ importante ed in alcuni casi fondamentale per allestire forme semisolide stabili ed omogenee, utilizzare una velocità di agitazione adeguata, a seconda della forma che si sta elaborando: − Emulsioni: in caso di emulsioni O/A, occorre impiegare una velocità di agitazione rapida ed energica, facendo attenzione a non inglobare grosse quantità di aria. In emulsioni A/O la velocità non deve essere nè tanto rapida nè energica per non rischiare di rottura di fasi a breve o lungo tempo. − Unguenti: l’agitazione deve essere ebbastanza energica per l’elevata consistenza e la velocità non deve essere elevata. L’agitazione deve essere intensa per non ottenere pomate poco omogenee. − Paste: come per gli unguenti, l’agitazione deve essere abbastanza energica data la consistenza e per l’omogeneizzazione dei componenti in polvere. In questo caso la velocità deve essere rapida INCORPORAZIONE DEI PRINCIPI ATTIVI La natura dei principi da incorporare è fondamentale per ottenere un preparato finale adeguato anche dal punto di vista dermatologico (efficacia). E’ anche correlata al modo di agitazione. Si prenderanno inconsiderazione alcuni casi: 1. EMULSIONI 1.1. Principi attivi idrosolubili solidi o liquidi non termolabili. Se sciolgono nella fase acquosa prima di realizzare l’emulsione. 1.2. Principi attivi idrosolubili termolabili. Se sono solidi, si dissolvono nella minima quantità di acqua e la soluzione si aggiunge all’emulsione già elaborata a temperatura ambiente, sotto rapida ed energica agitazione. Se sono liquidi, si aggiungono direttamente all’emulsione, sempre a temperatura ambiente e sotto rapida ed energica agitazione. 1.3. Principi attivi liposolubili solidi o liquidi non termolabili. Si sciolgono nela fase oleosa prima di realizzare l’emulsione. 1.4. Principi attivi liposolubili termolabili. Se sono solidi, si sciolgono in adeguato solubilizzante e la soluzione ottenuta si aggiunge all’emulsione già elaborata e a temperatura ambiente con bacchetta di vetro energicamente. Se sono liquidi, si aggiungono direttamente all’ emulsione previamente elaborata e a temperatura ambiente, agitando con bacchetta di vetro, rapidamente ed energicamente. 1.5. Principi attivi in polvere. Micronizzare in mortaio ed aggiungere all’emulsione già elaborata e a temperatura ambiente a piccole porzioni, agitando rapidamente ed energicamente con il pestello, fino ad ottenere una miscela omogenea e priva di grumi. Si può ricorrere a coadiuvanti come vaselina liquida o alcuni polioli per favorire l’incorporazione. Classico l’esempio dell’acido salicilico che per essere incorporato in emulsione O/A si sottoporrà in mortaio ad energica triturazione con l’aiuto di qualche goccia di olio di vaselina. 2. UNGUENTI ANIDRI 2.1. Principi attivi liposolubili termolabili o non termolabili. Se sono solidi, si sciolgono in solvente adatto e la soluzione ottenuta si aggiunge a piccole porzioni sopra l’unguento già elaborato, in mortaio e a temperatura ambiente, agitando rapidamente e energicamente. Se sono liquidi, si aggiungono direttamente all’unguento, e si procede come nel caso precedente. 2.2. Principi attivi in polvere. Si devono ridurre in polvere fine, in mortaio, e si aggiungono all’unguento già elaborato, a piccole porzioni e a temperatura ambiente, agitando rapidamente ed energicamente fino ad ottenere una miscela priva di grumi ed omogenea. Come nel caso delle emulsioni, si può ricorrere a coadiuvanti per favorire l’incorporazione delle polveri, ottenendo prima una pasta. 3. UNGUENTI IDRATI Si aggiunge l’acqua a piccole porzioni, all’unguento già elaborato, in mortaio e a temperatura ambiente, agitando rapidamente ed energicamente. I principi attivi idrosolubili, termolabili o no, si sciolgono preventivamente in acqua. Per i principi attivi liposolubili ed in polvere, si procede come nel caso degli unguenti anidri. 4. PASTE ACQUOSE 4.1. Principi attivi idrosolubili, termolabili e non termolabili. Si solubilizzano preventivamente nell’acqua, costituente della pasta. 4.2. Principi attivi in polvere. Micronizzare in mortaio, insieme agli eccipienti in polvere della pasta, fino ad ottenere polvere fine, si aggiunge un umettante e si agita rapidamente ed energicamente. In seguito di aggiunge l’acqua a piccole porzioni, agitando moderatamente fino a pasta omogenea, priva di grumi. ASPETTI PRATICI DI AGITAZIONE MEDIANTE METODI MECCANICI NELLA ELABORAZIONE DI FORMULE MAGISTRALI SEMISOLIDE MOTIVI DI IMPIEGO DI AGITATORI MECCANICI L’uso di agitatori meccanici nell’allestimento di formulazioni semisolide si giustifica in base ad alcune considerazioni: 1. Si ottengono preparazioni di maggiore qualità ed in alcuni casi, anche di maggior stabilità rispetto a quelle ottenute per agitazione manuale. 2. L’ elaborazione avviene più rapidamente e facilmente rispetto alla manuale. 3. Standardizzazione dei risultati. 4. Facilità nella elaborazione di grandi quantità di massa, rispetto al quantitative globale ottenibile manualmente. FATTORI DA CONSIDERARE 1. VELOCITA’ DI AGITAZIONE La velocità può risultare fondamentale in alcune occasioni, in base alla forma farmaceutica da elaborare, anche in considerazione della stabilità. Alcune emulsioni A/O possono soffrire di rottura di fasi a breve o lungo termine se si utilizza una velocità elevata nella loro elaborazione; mentre una velocità elevata è fondamentale in una A/S a freddo. Per incorporare un p.a. in polvere in una emulsione già pronta, occorre considerare la velocità ed il tempo di agitazione: se si utilizza una velocità elevata infatti, per un tempo lungo, l’emulsione tende a destabilizzarsi con conseguente separazione di fasi. 1. TIPO DI UTENSILE DI AGITAZIONE Le aste a turbina sono utili per l’elaborazione di emulsioni, a pala invece sono adatte per liquidi ad alta viscosità etc.. 3. INTRODUZIONE DI ARIA: FORMAZIONE DI MICROBOLLE E’ fondamentale evitare di incorporare aria durante l’agitazione, dato che si potrebbero produrre fenomeni di instabilità, di ossidazione e proliferazione microbica aerobica. Tipico il caso di p.a. facilmente ossidabili come acido retinoico, ketoconazolo, resorcina: le bolle d’aria aumentano la velocità di ossidazione di tali p.a. 4. MASSA FINALE DA ELABORARE Molti agitatori attualmente in commercio, non permettono l’allestimento di piccole quantità di preparato. Agitatori meccanici disponibili AGITATORI MANUALI “DOMESTICI” Presentano alcuni seri inconvenienti: la velocità di agitazione non permette una regolazione adeguata, grande turbolenza proveniente dall’alto, spesso la forza non è sufficiente e la quantità allestibile si aggira sui 150 g. AGITATORE MAGNETICO Si utilizza esclusivamente per forme semifluide, data la bassa velocità. Si può aumentare la velocità, evitando al massimo di inglobare aria, utilizzando una spatola di gomma, verticalmente al recipiente, per rompere la turbolenza che si forma. (figura 1). Aumentando la velocità, preparati semisolidi ad alta consistenza non si possono elaborare adeguatamente. Anche la massa finale allestibile è da considerare. Figura 1. Posizionamento della spatola per evitare la turbolenza, utilizzando agitatore magnetico. AGITATATORE AD IMMERSIONE Consta di un supporto con un motore nella parte superiore, che imprime una velocità variabile (280-2.200 giri al minuto) regolabile. L’asta di agitazione può essere di varia forma in funzione del tipo di semisolido. Anche con questi occore fare attenzione alla turbolenza, per non inglobarearia o ridurne al minimo l’incorporazione. Per evitare questo fenomeno, inclinare in modo obliquo l’asta di agitazione e lavorare a velocità moderata o bassa. Adatto per preparati semisolidi di consistenza medio-bassa e per liquidi di varia consistenza. L’ideale sarebbe poter disporre di un apparato sotto vuoto. TURBOEMULSORE Di costo abbastanza elevato rispetto ai precedenti. Anche in questo caso un motore sorretto da supporti, comanda un asta speciale di immersione. L’asta nella parte inferiore presenta una testa composta da un sistema rotore-statore ad alta capacità di taglio. Questa testa, immersa nella massa da elaborare, aspira a velocità elevata e restituisce la massa, creando una circolazione di entrata ed uscita delle particelle che avita l’entrata di aria ed impedisce la formazione di turbolenze. Adatto sia a semisolidi, che a semifluidi e liquidi, può trattare quantità elevate (fino a 12 litri), a seconda del tipo di asta (che rappresenta pertanto la parte più costosa dell’apparecchio). L’aspetto del preparato allestito è eccellente e non presenta differenze con analoghi preparati industriali del commercio. AGITATORE TOPITEC Agitatore comodo, pratico nell’uso e di costo accessibile. Non si produce aria grazie al tipo di recipiente impiegato e permette di allestire preparati di qualunque consistenza e di mescolare anche polveri o di micronizzare. Quantità allestibile: da 15 g a 1000 g. Incorporazione dei singoli componenti Fondamentale la sequenza di inserimento dei singoli componenti nel recipiente speciale e l’impostazione di velocità e tempo di agitazione. In linea generale: 1. Unguenti 1.1. Anidri. Eccipienti di consistenza semisolida come vaselina filante, lanolina, si aggiungono direttamente nel recipiente. Se presenti oli, si aggiungono direttamente, dopo i succitati grassi. Se presenti sostanze grasse solide (cere, alcoli grassi, acidi grassi solidi, etc), si scaldano preventivamente a b.m. insieme agli eccipienti citati, fino a blanda fusione, poi si inseriscono nel recipiente e si procede all’elaborazione. La velocità di agitazione per le pomate anidre sarà la massima ed il tempo sarà in funzione della quantità da elaborare. 1.2. Idrati. Elaborato l’unguento, si aggiungerà l’acqua prevista dalla formula, solubilizzandovi preventivamente i composti solubili. In seguito si continua a miscelare a velocità sostenuta. Il tempo dipende anche qui dalla quantità da elaborare. 1.3. Incorporazione di principi attivi in polvere, insolubili. Micronizzare bene questi p.a. prima di aggiungerli all’unguento già elaborato, e sottoporre ad elevata velocità. 2. Emulsioni. Riscaldare a b.m. la fase acquosa insieme alla oleosa, alla temperatura di fusione della fase grassa (generalmente, entro 70-75º C). A fusione avvenuta, si versa la miscela nel recipiente e si agita a velocità elevata per un tempo proporzionale alla quantità da allestire. Alla fine, far riposare fino a temperatura ambiente e sottoporre poi ancora ad agitazione elevata per circa 15 secondi, per amalgamare bene. 3. Idrogel. Si aggiunge direttamente nel recipiente l’agente gelificante, l’acqua e la sostanza coadiuvante , se presente, e si agita. Si lascia a riposo per 12-24 ore e si sottopone ad elevata velocità di agitazione per circa 1 minuto. Ovviamente in caso di p.a. idrosolubili, si solubilizzeranno preventivamente nell’acqua purificata. Principi invece non idrosolubili difficilmente micronizzabili, si solubilizzeranno nel solvente corrispondente, prima di aggiungerli nel recipiente. Vantaggi ed inconvenienti di tale sistemi Vantaggi: − Rapidità e comodità di elaborazione. Di solito 2 minuti contro i 10 minuti necessari per una vaselina salicilica, manualmente. − Maggior risultato qualitative della formulazione. Le caratteristiche organolettiche della formulazione migliorano sensibilmente rispetto al metodo manuale. − Pulizia e minima perdita di prodotto durante l’allestimento. − Poca formazione di bolle d’aria nei semisolidi allestiti, diminuendo il rischio di contaminazione microbica, possibili ossidazioni ed instabilità. In questo aiuta moltissimo la particolare conformazione del recipiente, che riduce al minimo il contatto con l’aria esterna. − Buona presentazione del prodotto, facilità di utilizzo, per il paziente finale. Inconvenienti: − In alcune occasioni i componenti liquidi possono fuoriuscire dal recipiente, durante l’agitazione. − In alcuni casi emulsioni A/O possono risultare instabili. PARTE SPERIMENTALE FORMULAZIONI PROPOSTE Le formulazioni proposte: Crema base di Beeler (FN/2003/EX/002). Alcool cetilico ..................................... 15 g Cera bianca .............................................. 1 g Propilenglicole........................................ 10 g Lauril solfato sodico ............................... 2 g Acqua purificata ..................................... 72 g Emulsione A/O. Vaselina filante ..................................... 15 g Miristato di isopropile ............................ 5 g Span 80 ............................................... 10 g Propilenglicole.......................................... 5 g Acqua purificata q.b. a ......................... 100 g Emulsione A/O con lanolina anidra e vaselina. Lanolina anidra ................................... 6,8 g Vaselina filante .................................. 27,5 g Acqua purificata .................................. 65,5 g METODOLOGIA GENERALE 1. Elaborazione mediante metodo di agitazione manuale. 1.1. Emulsioni − Pesare i componenti della fase oleosa, incluso gli emulsionanti, nello stesso recipiente; − Se tutti i componenti sono fluidi a temperatura ambiente, si può procedere alla emulsione secondo il punto descritto poi. Se invece occorre riscaldare, i componenti termolabili o volatili si aggiungeranno in seguito, alla fine del processo di raffreddamento. − Riscaldare la fase oleosa alla temperatura di fusione del componente con punto di fusione più elevato, agitando moderatamente per assicurare omogeneità. − Riscaldare la fase acquosa alla stessa temperatura della fase oleosa, a moderata agitazione. − Approntare l’emulsione, aggiungendo la fase acquosa alla oleosa. Agitando adeguatamente. − Se si è ricorsi al calore, agitare moderatamente fino a raffreddamento. Incorporazione del principio attivo: − Principi attivi termolabili o insolubili nella fase esterna: dissolvere o disperdere nel minor volume di solvente a polarità adeguata (glicerina, propilenglicol, vaselina liquida, etc.), incorporandoli quando la temperatura dell’emulsione è sui 30 - 35 ºC, nel caso di emulsione a caldo. − Principi attivi idrosolubili non termolabili: dissolverli nella fase acquosa. − Principi attivi liposolubili non termolabili: dissolverli nella fase grassa. 1.2. Unguenti − Fundere tutti i componenti (ad eccezione dei p.a.), scaldando alla temperatura del componente con maggior punto di fusione e mescolando moderatamente per omogeneità. − Addizionare a bassa agitazione il principio attivo fino a completa dispersione nella miscela precedente. Se il principio attivo è termolabile, l’incorporazione avverrà a freddo. − In presenza di particolari p.a. per i quali non sia stato possible aggiungerli direttamente, come descritto nel punto precedente, si dovrà procedere a solubilizzazione diretta in solventi di polarità adeguata e disperderli in secondo tempo nella miscela. − Incorporazione di p.a. in polvere: micronizzare in mortaio o altro metodo, ed impastare con eccipiente lipofilo adeguato (olio di vaselina). Aggiungere l’unguento già preparato a parte e a temperatura ambiente, agitando fino a unguento omogeneo, privo di grumi. 2. Elaborazione mediante metodo di agitazione meccanica Si segue la procedura descritta nella preparazione utilizzando il sistema Topitec. METODI ANALITICI 1. Analisi delle carattaristiche organolettiche Si valuteranno colore, odore, brillantezza, estensibilità e viscosità, sensazione al tatto. Inoltre: Evanescenza e potere rinfrescante, per le emulsioni O/A Occlusività, per le A/O. − Trasparenza ed esistenza di bolle d’aria. 2. Osservazione al microscopio. Per la ricerca di fenomeni di aggregazione, coalescenza, grumi e microbolle ( soprattutto nei gel). 3. Determinazione del pH. − Emulsioni O/A: si pesano 2 g di emulsione, si disperdono molto lentamente in 30 ml di acqua purificata e si procede a misurazione. − Emulsioni A/O: 2 g di emulsione in mortaio, si triturano energicamente con 20 ml di acqua purificata e si procede a misurazione. − Idrogel: si pesano 2 g di gel, si disperdono molto lentamente in 30 ml di acqua purificata e si procede a misurazione. 4. Determinazione del tipo di emulsione. Si pesano 1-2 g di emulsione e si aggiungono a 30 ml di acqua purificata, in un becher, con una bacchetta. Se la porzione aggiunta si disperde o diffonde facilmente nell’acqua, siamo in presenza di fase esterna acquosa (O/A). Se invece la porzione aggiunta non si disperde nè si diffonde nell’acqua, l’emulsione presenta fase esterna oleosa (A/O). 5. Determinazione della consistenza. Si misura la penetrazione di un oggetto nel prodotto da esaminare, contenuto in un recipiente di dimensione e forma definite. Si determina ricorrendo al penetrometro automatico di Schiltknecht (metodo nella Real Farmacopea Española). 6. Determinazione della estensibilità. Si può definire come l’incremento di superficie da parte di una certa quantità di semisolido, sottoposta all’azione di pesi crescenti, in intervalli di tempo definiti. 1. Si collocano 25 mg di semisolido in un portaoggetti. 3. Mediante il diametro del cerchio formato si calcola la superficie. 2. Sopra il portaoggetti, si posiziona un altro a peso not 7. Distribuzione delle dimensioni dei globuli interni ad un’emulsione. Con microscopio elettronico. 8 . Aspetto esterno dei semisolidi conservati a 40 ºC per un mese. Si invasettano circa 15-20 g del semisolido in esame e si posizionano in stufa a 40º C per un mese. Passato il mese, si esamina l’aspetto esterno dei campioni: variazione di consistenza, rottura di fase, fenomeni di sedimentazione, formazione di grumi, cambio di colore, e di odore etc. 9. Aspetto esterno dei semisolidi conservati a temperatura ambiente per due anni. Anche in questo caso si esamina l’aspetto esterno dei campioni: variazione di consistenza, rottura di fase, fenomeni di sedimentazione, formazione di grumi, cambio di colore, e di odore etc. RISULTATI EMULSIONE BASE DI BEELER OTTENUTA PER AGITAZIONE MANUALE E MECCANICA La formula proposta è denominata base di Beeler, emulsione O/A anionica con la seguente formula, come da Formulario Nacional Espanol (FN/2003/EX/002): Alcool cetílico ....................................... 15 g Cera bianca ............................................... 1 g Propilenglicole......................................... 10 g Lauril solfato sodico ................................. 2 g Acqua purificata....................................... 72 g La fase grassa è composta da alcool cetilico e cera bianca. L’alcool cetilico conferisce emollienza ed un certo grado di evanescenza e la cera bianca aumenta il grado di consistenza. L’emulsionante è il sodio laurilsolfato, solubile nella fase acquosa, con alto HLB (40), ha anche caratteristiche detergenti formando emulsione di tipo anionico. La fase acquosa è costituita anche dal glicole propilenico, come umettante. Diverse le ragioni per aver scelto tale base, per questo lavoro: − E’ prescritta frequentemente. − Si prepara facilmente. − Non necessita di conservanti, dato che abbiamo bisogno di un mese, per il contenuto in tensioattivo anionico. Due le limitazioni d’uso, proprio per il carattere anionico: 1. Incompatibilità con elettroliti forti, tensioattivi cationici ed altre sostanze organiche di tipo. Potrebbero anche determinarsi problemi di stabilità a pH inferiore a 5. Per esempio l’ammonio lattato rompe tale emulsione, per reazione con il sodio laurilsolfato; l’acido glicolico (senza tamponare) diminuisce considerevolmente la consistenza dell’emulsione, per il basso pH. 2. In pelle sensibili, atopiche o iper-reattive, il lauril solfato sodico può provocare irritazione. PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Sono stati preparati campioni da 200 g di emulsione, realizzata con i due metodi: manuale e meccanico. EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE Riscaldare l’alcool cetilico e la cera bianca a b.m. a 70°C. In altro recipiente, sciogliere il sodio laurilsolfato ed il glicole propilenico nell’acqua purificata e sottoporre a riscaldamento a b.m. alla stessa temperatura. Quando la fase oleosa è fusa, si aggiunge la fase acquosa alla oleosa, agitando fino a temperatura ambiente. EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MECCANICA Si segue la procedura descritta nell’elaborazione di semisolidi mediante il sistema Topitec. CARATTERISTICHE DELLE EMULSIONI ELABORATE In tabella I si riportano alcune caratteristiche valutate. CARATTERI FISICI E D EMULSIONE OTTENUTA EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE MECCANICA Bianco Bianco Lucentezza Brillante Molto brillante Odore Saponoso Saponoso Estensibilità apparente Media Media Sensazione al tatto Soffice Molto soffice Consistenza apparente Alta Alta Evanescenza Alta Alta Potere rinfrescante Alto Alto ORGANOLETTICI Colore Tabella I. Caratteristiche fisiche e organolettiche delle emulsioni elaborate. CARACTERISTICHE DELLE EMULSIONI DOPO 48 ORE 1. OSSERVAZIONE MICROSCOPICA − Emulsione ottenuta mediante agitazione manuale. Si osserva una emulsione leggermente polidispersa (figura 19). − Emulsione ottenuta mediante agitazione con sistema meccanico. Se osserva emulsione con inferiore polidispersione e con particelle nella fase interna di dimensioni inferiori alla emulsione manuale. (figura 20). Si osservano zone con alcune microbolle di aria. 20µm Figura 19. Emulsione manuale. 20µm Figura 20. Emulsione meccanica 2. pH − pH dell’emulsione ottenuta mediante agitazione manuale: 6,3. − pH della emulsione ottenuta mediante agitazione con sistema meccanico: 6,4. 3. TIPO DI EMULSIONE Entrambe sono O/A. 4. CONSISTENZA In tabella II si riportano i valori del grado di penetrazione media rispetto al tempo. EMULSIONE OTTENUTA EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MEDIANTE MECCANICA AGITAZIONE MANUALE TEMPO GRADO DI (s) DEVIAZIONE PENETRAZIONE TIPICA MEDIA GRADO DI DEVIAZIONE PENETRAZIONE TIPICA MEDIA 5 247,33 1,15 244,67 1,15 10 251,67 0,58 251,67 2,08 15 254,33 0,58 256,33 2,08 20 256,33 0,58 258,67 2,52 25 257,33 0,58 260,00 2,65 30 258,33 0,58 261,67 2,52 Tabella II. Valori dei gradi di penetrazione media rispetto al tempo, di entrambi i tipi di emulsione. 5. ESTENSIBILITA’ In tabella III, i valori di estensibilità media, rispetto al peso di entrambe le emulsioni. PESO (g) EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE MECCANICA ESTENSIBILITA’ MEDIA DEVIAZIONE TIPICA (mm²) ESTENSIBILITA’ MEDIA DEVIAZIONE TIPICA (mm²) 4,7 59,16 7,71 50,26 0,00 6,7 73,56 8,61 63,61 0,00 8,7 101,05 10,43 78,53 0,00 13,7 126,18 11,34 101,05 10,43 Tabella III. Valori della estensibilità media rispetto al peso. Come si vede, la estensibilità della emulsione ottenuta mediante il sistema di agitazione meccanica è minore della estensibilità della emulsione ottenuta con agitazione meccanica. 6. DISTRIBUZIONE DELLE DIMENSIONI DEI GLOBULI INTERNI ALL’EMULSIONE Le dimensioni sono inferiori nell’emulsione con agitatore meccanico di quella con metodo manuale. 7. ASPETTO ESTERNO DELLE EMULSIONI DOPO UN MESE A 40°C. Non si sono osservati cambiamenti significativi in entrambe. 8. ASPETTO ESTERNO DELLE EMULSIONI A TEMPERATURA AMBIENTE DOPO 2 ANNI In entrambe la stabilità si mantiene e si apprezza un aumento considerevole di consistenza e di estensibilità dovuta alla evaporazione dell’acqua contenuta. COMMENTO − Utilizzando un sistema di agitazione meccanica si ottengono emulsioni più brillanti, con sensazione al tatto più soave, di consistenza leggermente inferiore, minor estensibilità, minore polidispersione e con dimensioni di particelle inferiore, nella fase interna. − Entrambe stabili a 40°C anche dopo 2 anni. Entram be presentano evaporazione di porzione acquosa. INCORPORAZIONE DI UN PRINCIPIO ATTIVO N E L L A FORMULAZIONE Si studia l’incorporazione di acido salicilico dato che forse è il p.a. più prescritto in formulazioni magistrali dermatologiche. Le concentrazioni vanno dallo 1% al 20% nel trattamento della psoriasi, dermatite seborroica, ittiosi, eritema attinico, calli, verruche, papillomi etc. Talvolta anche per l’azione batteriostatica e antimicotica. Viene prescritto in forma di soluzione, polvere, pasta, unguento ed emulsioni. Può trovarsi associato anche a corticosteroidi, antiseborroici, antimicotici e cheratolitici. In generale, l’acido salicilico viene inorporato in due forme: ridotto in polvere fine o preventivamente solubilizzato e verranno presi in esame entrambe, incorporate nella emulsione base di Beeler, alla concentrazione del 3% dato che a concentrazioni superiori potrebbe rompere l’emulsione, per abbassamento del pH. INCORPORAZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO I N P O L V E R E PREVIA MICRONIZZAZIONE Si micronizza in mortaio e si aggiunge l’emulsione a temperatura ambiente ed a piccole porzioni, agitando energicamente fino ad omogeneità. L’incorporazione migliora aggiungendo una piccola parte di glicole propilenico o vaselina liquida formando una pasta prima di aggiungere l’emulsione. Una non accurata incorporazione può produrre grumi, che oltre a presentare un aspetto inadeguato, non avrebbe effetto terapeutico voluto, o anche reazioni averse per irritazione, dato che la concentrazione di p.a. cambia, proprio per i grumi, in quanto una parte dell’emulsione risulterebbe a concentrazione maggiore ( irritazione) e parte minore (non valido effetto terapeutico). Si studieranno quindi le preparazioni allestite manualmente e con agitatore meccanico. Determinazione del numero di grumi formati Prendendo in esame tre campioni da 250 mg, stendendo delicatamente su vetrino portaoggetti e rilevando i grumi con microscopio. I campioni sono costituiti da: - Emulsione ottenuta con agitazione manuale, con acido salicilico al 3%, micronizzato manualmente ed aggiunto in mortaio. - Emulsione ottenuta con agitazione manuale, con acido salicilico al 3%, micronizzato manualmente con l’ausilio di alcune gocce di glicole propilenico a formare pasta e poi incorporando l’emulsione di Beeler a piccole porzioni. - Emulsione ottenuta con agitazione manuale, con acido salicilico al 3%, micronizzato manualmente con l’ausilio di alcune gocce di vaselina liquida a formare pasta e poi incorporando l’emulsione di Beeler a piccole porzioni. - Emulsione ottenuta con agitazione meccanica, con acido salicilico al 3%, micronizzato, aggiunto in recipiente che già contiene l’emulsione e sottoponendo a velocità massima, con l’agitatore scelto. Nº DI GRUMI Nº DI GRUMI Nº DI GRUMI Nº DI GRUMI EMULSIONE EMULSIONE EMULSIONE EMULSIONE BASE DE BASE DE BASE DE BASE DE BEELER, BEELER, BEELER, BEELER, MANUALE CON MANUALE MANUALE CON AGITATORE CON GLICOLO MECCANICO VASELINA PROPILENICO CAMPIONE Nº 1 23 6 LÍQUIDA 9 64 CAMPIONE Nº 2 21 4 8 89 CAMPIONE Nº 3 20 6 13 68 COMMENTO − L’utilizzo di un sistema di agitazione meccanica permette di ottenere una ottimale incorporazione del p.a. comparandola ad una incorporazione manuale, senza dover ricorrere a sostanza ausiliaria. − Con il metodo manuale, il ricorso alla vaselina liquida migliora sostanzialmente il risultato finale. INCORPORAZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO PREVIAMENTE SOLUBILIZZATO Sempre prendendo in esame acido salicilico al 3% in emulsione di Beeler, si solubilizzerà preventivamente. Questo provocherà la scomparsa di grumi, ma varierà, in funzione del solubilizzante impiegato, consistenza ed estensibilità. I solubilizzanti esaminati: alcool 96º, Polisorbato 20 ( Tween 20) e Tagat L (monodilaurato di glicerina poliossetilenato), aggiungendo una quantità sufficiente a solubilizzare l’acido salicilico ed incorporando manualmente alla emulsione di Beeler già pronta, a temperatura ambiente. In particolare, per 20 g di campione: − Emulsione base di Beeler con acido salicilico al 3% ed alcool 96º al 10 % come solubilizzante. Acido salicilico .................................... 0,6 g Alcool (96º) ........................................... 2 g Emulsione base di Beeler q.b. a. ............ 20 g L’acido salicilico si dissolve nell’alcool e la soluzione si aggiunge alla emulsione a piccole porzioni, agitando fino ad omogeneità. − Emulsione base di Beeler con acido salicilico al 3 % e Polisorbato 20 al 10 % come solubilizzante. Acido salicilico.................................... 0,6 g Tween 20 ................................................. 2 g Emulsione base di Beeler q.b. a.............. 20 g Si riscalda a b.m. il Tween 20 a 70-75 ºC e si dissolve l’acido salicilico. La soluzione si aggiunge a temperatura ambiente a piccole porzioni alla emulsione già pronta, agitando fino ad omogeneità. − Emulsione base di Beeler con acido salicilico al 3 % e Tagat L al 10 % come solubilizzante. Acido salicilico.................................... 0,6 g Tagat L .................................................. 2 g Emulsione base di Beeler q.b. a.............. 20 g Si riscalda a b.m. il Tagat L a 70-75 ºC e si dissolve l’acido salicilico. La soluzione si aggiunge a temperatura ambiente a piccole porzioni alla emulsione già pronta, agitando fino ad omogeneità Caratteristiche delle emulsioni Nella tavola seguente si comparano i risultati dal punto di vista organolettico dei campioni realizzati, paragonandoli alla preparazione per incorporazione diretta, con il metodo manuale. CARATTERI FISICI ED ORGANOLETTICI INCORPORAZIONE DIRETTA ALCOOL 10% TWEEN 20 10% TAGAT L 10% Colore Bianco Bianco Bianco Bianco Lucentezza Brillante Molto brillante Molto brillante Brillante Saponoso Saponoso Saponoso Saponoso ceroso Estensibilità apparente Media Alta Alta Media Sensazione al tatto Soffice Soffice Molto soffice Molto soffice Consistenza Alta Bassa Molto bassa Media Evanescenza Alta Molto alta Alta Alta Potere rinfrescante Alto Molto alto Alto Alto Odore Osservazione al microscopio dopo 48 ore. − Emulsione con alcool (96º) come solubilizzante. Si osserva alta cristalizzazione dell’acido salicilico in aghi, impercettibili al tatto, all’applicazione. Figura 25. Microfotografía (x 100). − Emulsione con Polisorbato 20 come solubilizzante. Come il caso precedente. Si osserva anche alta coalescenza, ottenendo una emulsione un po’ fluida, che si rompe dopo una giornata. − Emulsione con Tagat L® como solubilizante. Non si rileva cristallizzazione, con bassa coalescenza. La Emulsione ottenuta è stabile. Dopo 48 ore si presenta come l’emulsione ottenuta per incorporazione diretta. COMMENTI Alle proporzioni esaminate, il Tagat L® solubilizza totalmente l’ acido salicilico nell’acqua contenuta nell’emulsione. Con gli altri solubilizzanti, si rileva apprezzabile cristallizzazione e variazione dei caratteri organolettici e della stabilità fisica dell’emulsione. EMULSIONE A/O CON LANOLINA E VASELINA OTTENUTA PER AGITAZIONE MANUALE E MECCANICA La formula proposta è una emulsione A/O composta da una miscela di lanolina anidra e vaselina filante, secondo la seguente formula: Lanolina anidra ................................... 20 g Vaselina filante q.b. a........................ 100 g Per incorporare alcuni principi attivi idrosolubile è ovviamente necessario aggiungere un po’ di acqua, ma occorre determinarne la quantità, per la stabilità della formulazione. Si determina quindi l’indice di acqua. DETERMINAZIONE DELL’ I NDICE DI ACQUA Si definisce come la quantità di acqua incorporata in 100 g di eccipiente, mantenendone la stabilità iniziale. Si determina aggiungendo alla miscela in esame, porzioni di acqua ( 1 mL per volta) agitando ogni volta. L’indice di acqua è costituito dalla quantità di acqua aggiunta meno l’ultima porzione che non viene accettata dalla miscela di eccipienti. A temperatura ambiente ed aspettando 48 ore dopo l’ultima aggiunta. I risultati ottenuti sono i seguenti: Agitazione manuale: 190 ml. Agitazione meccanica: 340 ml. Tenendo conto dei risultati ottenuti, le emulsioni avranno la seguente composizione, per 100 g: EMULSIONE PER AGITAZIONE MANUALE EMULSIONE PER AGITAZIONE MECCANICA Lanolina anidra .......................... 6,8 g Lanolina anidra .......................... 4,5 g Vaselina filante .......................... 27,5 g Vaselina filante .......................... 18,8 g Acqua purificata ......................... 65,5 g Acqua purificata ....................... 77,27 g La formula allestita con agitatore meccanico incorpora l’11,7 % in più di acqua di quella allestita manualmente, dovuto alla alta velocità di agitazione impiegata. Interessante notare che le emulsioni A/O solitamente presentano una percentuale di fase oleosa leggermente superiore alla acquosa, ma in questo caso la fase esterna oleosa è invece inferiore alla fase interna acquosa. Ma dopo 48 ore si osserva una netta separazione di fase nell’emulsione ottenuta con agitazione meccanica, separazione che si fa più netta, con il passare del tempo. La formula elaborata con metodo manuale invece si mantiene stabile. Meccanica Manuale COMMENTO Il sistema di agitazione meccanica ad alta velocità non è indicato per la determinazione dell’indice di acqua in questo sistema lanolina anidravaselina. Si terrà valida quindi la formulazione seguente, nel proseguo delle prove sperimentali: Lanolina anidra .................................. 6,8 g Vaselina filante .................................. 27,5 g Acqua purificata .................................. 65,5 g PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Se preparano 200 g di Emulsione, secondo I seguenti procedimenti: 1. EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE In mortaio, a temperatura ambiente si miscelano lanolina e vaselina fino ad omogeneità. Si versa l’acqua a piccole porzioni, agitando fino a completa incorporazione. 2. EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE IL SISTEMA DI AGITAZIONE MECCANICA Si allestisce secondo la metodica già vista in precedenza. CARATTERISTICHE DELLA EMULSIONE CARATTERI FISICI E ORGANOLETTICI Colore AGITAZIONE MANUALE AGITAZIONE Leggermente ombrato Bianco MECCANICA Lucentezza Brillante Odore Ceroso Ceroso Estensibilità apparente Media Alta Sensazione al tatto Soffice Molto brillante Molto soffice Viscosità Alta Alta Occlusività Alta Alta Potere rinfrescante Basso Bass o Caratteri fisici ed organolettici delle emulsioni elaborate. Vista frontale: a sinistra la meccanica e a d es t r a l a m an u a l e . CARACTERISTICHE DELLE EMULSIONI DOPO 48 ORE 1. OSSERVAZIONE MICROSCOPICA − Emulsione ottenuta mediante agitazione manuale. Moderata polidispersione. − Emulsione ottenuta mediante agitazione con sistema di agitadione meccanica. Minore polidispersione e con dimensioni di globuli della fase interna, inferiore a quella manuale. 2. PH − pH della emulsione ottenuta mediante agitazione manuale: 6,2. − pH della emulsione ottenuta mediante agitazione meccanica: 6. 3. TIPO Entrambe A/O. 4. CONSISTENZA Valutando il gradi di penetrazione media rispetto al tempo: EMULSIONE OTTENUTA EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MEDIANTE AGITAZIONE MECCANICA MANUALE TEMPO GRADO DI (s) PENETRAZIONE DEVIAZIONE TIPICA MEDIA GRADO DI PENETRAZIONE DEVIAZIONE TIPICA MEDIA 5 296,00 1,00 248,00 3,00 10 299,00 1,00 250,00 2,65 15 301,00 1,00 251,33 2,89 20 302,67 0,58 252,33 2,89 25 304,33 1,53 253,33 2,89 30 305,67 2,08 254,33 2,89 Come si può osservare, la consistenza della emulsione ottenuta mediante sistema meccanico è maggiore della consistenza della emulsione ottenuta mediante agitazione manuale. 5. ESTENSIBILITA’ Nella tabella seguente si evidenziano i valori di estensibilità media rispetto al peso, delle emulsioni ottenute con metodi meccanico e manuale: PESO (g) EMULSIONE OTTENUTA EMULSIONE OTTENUTA MEDIANTE AGITAZIONE MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE MECCANICA ESTENSIBILITA’ DEVIAZIONE ESTENSIBILITA’ MEDIA TIPICA MEDIA (mm²) DEVIAZIONE TIPICA (mm²) 4,7 84,01 9,54 42,41 6,80 6,7 101,05 10,43 54,71 7,71 8,7 119,64 11,34 68,58 8,61 13,7 139,80 12,24 84,03 9,53 Come si può osservare, la estensibilità della emulsione ottenuta mediante sistema meccanico è inferiore a quella ottenuta manualmente. 6. ASPETTO ESTERNO DELLE EMULSIONI SOTTOPOSTE A 40 ºC PER UN MESE In entrambi i casi, si osserva una sensibile diminuzione della consistenza che però non porta a separazione di fase. 7. ASPETTO ESTERNO DELLE EMULSIONI A TEMPERATURA AMBIENTE DOPO DUE ANNI Entrambe le emulsioni presentano separazione di fase. COMMENTO − Ricorrendo al sistema meccanico, si ottengono emulsioni più brillanti e bianche, con una sensazione più soffice al tatto, di maggior consistenza, minore estensibilità, minore polidispersione ed una dimensione di globuli nella fase interna, minore della emulsione ottenuta manualmente. − Entrambe sono stabili a 40°C , pur verificandosi una diminuzione della consistenza. La stabilità rimane per due anni, trascorsi i quail, si osserva una totale separazione di fase. INCORPORAZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO ALLA FORMULAZIONE Si sceglie di esaminare l’incorporazione di urea, perchè: 1. E’ un principio attivo frequentemente impiegato in formulazioni dermatologiche, per l’azione cheratolitica. 2. In concentrazioni superiori al 15%, potrebbero verificarsi problemi di stabilità, in alcuni sistemi, per aumento del pH ( superiore a 9). 3. La emulsione lanolina-vaselina proposta, facilita la azione dell’urea per il carattere occlusivo. Contiene anche acqua necessaria a sciogliere l’urea. Se si incorpora direttamente, pur sottoposta a micronizzazione, potrebbe presentare dei cristalli che pregiudicherebbe l’azione terapeutica desiderata. Si studierà la formulazione con urea al 15%, abbastanza frequente Urea ...................................................15,0 Lanolina anidra ................................... 6,8 Vaselina filante ................................. 27,5 Acqua purificata ............................... 65,5 PREPARAZIONE DEL CAMPIONE − Emulsione ottenuta mediante agitazione manuale. Si scioglie l’urea in acqua, a temperatura ambiente. In mortaio si lavora la lanolina con la vaselina fino a miscela omogenea, e si aggiunge la soluzione acquosa di urea a piccole porzioni, agitando accuratamente. − Emulsione ottenuta mediante sistema meccanico. Si aggiunge la soluzione di urea, alla miscela lanolina e vaselina, direttamente nel recipiente di agitazione, come visto in precedenza. RISULTATI E COMMENTI Entrambe le emulsioni presentano caratteristiche simili e sono stabili a temperatura ambiente e a 40°C. Si conclude che l’aggiunta di urea non modifica le proprietà di entrambe le emulsioni. GEL DE CARBOPOL® OBTENIDO POR AGITACIÓN MANUAL Y MECÁNICA La formula proposta è un idrogel di Carbopol 940 ® ottenuto per neutralizzazione con trietanolammina, che ha la seguente composizione Carbopol 940® ..................................... 2,5 g Trietanolamina .............................. cs (pH 7) Acqua purificata c.s.p. ......................... 100 g Questa formulazione è stata scelta per i seguenti motivi: - E’ frequentemente prescritta. - È facile da preparare. - Ha un'elevata stabilità. PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Si preparano 200 g di gel per la realizzazione dei vari controlli, secondo la seguente metodica: GEL OTTENUTO MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE Carbopol 940 viene disperso in acqua distillata, la miscela ottenuta è posta all'interno di un recipiente chiuso sistema e lasciare riposare a temperatura ambiente per 12 ore. Trascorso tale tempo, la trietanolammina si aggiunge goccia a goccia agitando leggermente con bacchetta di vetro dopo ogni aggiunta fino alla formazione del gel (pH 7). GEL OTTENUTO MEDIANTE SISTEMA DI AGITAZIONE MECCANICA Seguire il procedimento visto in precedenza a pagina ??? CARATTERISTICHE DEI GEL ELABORATI ENella tabella seguente si riportano alcune caratteristiche rilevate in base al sistema di agitazione impiegato CARATTERI ORGANOLETTICI Colore GEL OTTENUTO GEL OTTENUTO MEDIANTE MEDIANTE AGITAZIONE AGITAZIONE MANUALE Incolore MECCANICA Incolore Trasparenza Alta Molto alta Brillantezza Brillante Molto brillante Odore Plastico Plastico Estensibilità apparente Sensazione al tatto Alta Molto alta Soffice Soffice Viscosità Alta Alta Evanescenza Alta Alta Potere rinfrescante Alto Alto Alta Molto meno Bolle d’aria CARATTERISTICHE DEI GEL DOPO 48 ORE 1. OSSERVAZIONE MICROSCOPICA Gli strisci sono stati prelevati da diversi Campioni di idrogeli ottenuti con agitazione manuale e sistema di agitazione meccanica, osservato al microscopio ottico. In entrambi i idrogel non osservate macchie di Carbopol ® senza gelificanti o gelificata, e solo parzialmente osservato microbolle d'aria. 2. PH Il pH in entrambe le preparazioni è 7. 3. CONSISTENZA Nella tabella seguente si evidenziano I valori dei gradi di penetrazione media in funzione del tempo, dei gel ottenuti per agitazione manuale e meccanica. GEL OTTENUTO MEDIANTE GEL OTTENUTO MEDIANTE AGITAZIONE AGITAZIONE MANUALE MECCANICA TIEMPO GRADO MEDIO DI GRADO DI PENETRAZIONE (s) PENETRAZIONE 5 301,33 309,00 10 302,33 309,00 15 302,67 309,00 20 303,33 309,00 25 303,33 309,00 30 303,33 310,00 Come si vede, la consistenza del gel ottenuto mediante sistema di agitazione meccanica, è leggermente minore della consistenza del gel ottenuto mediante agitazione manuale. 4. ESTENSIBILITA’ Nella tabella seguente, si riportano I valori di estensibilità media rispetto al peso, dei gel ottenuti per agitazione manuale e meccanica GEL OTTENUTI GEL OTTENUTI MEDIANTE MEDIANTE AGITAZIONE AGITAZIONE MANUALE MECCANICA ESTENSIBILITA’ ESTENSIBILITA’ MEDIA MEDIA (mm²) (mm²) 4,7 50,26 50,26 6,7 50,26 63,61 8,7 63,61 63,61 13,7 73,56 78,53 PESO (g) Como si può rilevare, la estensibilità del gel ottenuto mediante sistema di agitazione meccanica è maggiore di quella ottenuta con agitazione manuale. 5. ASPETTO ESTERNO DEI GEL SOTTOPOSTI A 40 ºC PER UN MESE In entrambi i casi, non si osservano variazioni significative. 6. ASPETTO ESTERNO DEI GEL A TEMPERATURA AMBIENTE DOPO 2 ANNI Tutti I campioni hanno mantenuto la stabilità iniziale. COMMENTO I gel preparati con agitazione meccanica, hanno una maggiore estensibilità e sono meno consistenti di elaborati manualmente, per una minore rigidità nella struttura polimerica ottenuta. Notevole anche la sua trasparenza e la luminosità rispetto al idrogel preparati manualmente. INCORPORAZIONE DI UN PRINCIPIO ATTIVO DI NATURA ACIDA ALLA FORMULAZIONE Se ad un gel di Carbopol si aggiunge un p.a. di natura acida, si produce la rottura immediata del gel per la diminuzione del pH. La gelificazione del Carbopol si realizza a valori di pH neutro o vicini alla neutralità. E’ possible infatti incontrare prescrizioni di questo genere: Acido glicolico ......................................... 8 g Gel neutro di Carbopol q.b. a. ...........ß.. 100 g Il risultato sarà un liquido semifluido e con grumi, inaccettabile dal punto di vista galenico e con scarsa o nulla azione terapeutica. EIl Farmacista impiegherà un altro agente gelificante, ma si potrebbe formulare un gel di Carbopol stabile in ambiente acido. Permette l’aggiunta di p.a. di natura acida, senza problemi. In questo caso la gelificazione non si basa sulla neutralizzazione con una base debole, ma nell’impiego di glicole propilenico ad una data concentrazione. I gruppi carbossilici del Carbopol formano ponti di idrogeno con gli –OH del glicole dando luogo ad una rete con le caratteristiche di un gel (gelificazione per formazione di ponti idrogeno). PREPARAZIONE DEI CAMPIONI Determineremo la quantitò esatta di glicole propilenico per produrre un gel stabile in presenza di p.a. di natura acida. Sia impiegando una agitazione manuale che meccanica. Prepareremo tre gel con percentuali diverse di glicole propilenico (10, 20 e 30 %) ed uno senza glicole come test di comparazione. Queste le formule Carbopol 940 ..................................... 2,5 g Propilenglicole ....................................... 10 g Acqua purificata q.b. a ......................... 100 g Carbopol 940 ..................................... 2,5 g Propilenglicole ....................................... 20 g Acqua purificata q.b. a ......................... 100 g Carbopol 940 ..................................... 2,5 g Propilenglicole ....................................... 30 g Acqua purificata q.b. a ......................... 100 g Gel ottenuto mediante agitazione manuale Dissolvere il glicole nell’acqua ed aggiungere il Carbopol 940, agitando sino a completa dispersione. Si trasferisce in un vaso ben chiuso e si lascia a riposare per 12 ore a temperatura ambiente. Alla fine si mescola dolcemente con bacchetta di vetro per omogeneizzare bene il gel ottenuto. Gel ottenuto mediante agitazione meccanica. Se inserisce il Carbopol e la soluzione glicole-acqua, nel recipiente del Topitec (o Citounguatorr) e si sottopone ad alta velocità per circa 11 minuti. Alla fine, si apre il recipiente e si termina omogeneizzando dolcemente con bacchetta di vetro CARATTERISTICHE DEI GEL APPENA ELABORATI Nella tabella seguente i risultati: CARATTERI ORGANOLETTICI TRASPARENZA VISCOSITA’ GRUMI UNTUOSITA’ pH GEL CON 10% DI P.G. OTTENUTO MEDIANTE AGITAZIONE MANUALE GEL CON 20% DI GEL CON 30% DI GEL CON 10% DI GEL CON 20% DI GEL CON 30% DI P.G. OTTENUTO P.G. OTTENUTO P.G. OTTENUTO P.G. OTTENUTO P.G. OTTENUTO MEDIANTE MEDIANTE MEDIANTE MEDIANTE MEDIANTE AGITAZIONE AGITAZIONE AGITAZIONE AGITAZIONE AGITAZIONE MANUALE MANUALE MANUALE MANUALE MANUALE Torbido Alquanto torbido Fluido Semifluido Trasparente Alta +++ ++ - Moderata Alta Alta 3,0 4,0 3,0 Alquanto torbido Semifluido ++ Moderata 4,2 Trasparente Molto Trasparente Alta Alta - - Alta Molto alta 4,2 4,0 Con l’aumento della percentuale di Glicole propilenico, aumenta la trasparenza, viscosità ed untuosità; diminuisce il numero di grumi formatisi ed aumenta leggermente il pH per l’aumento della formazione di ponti idrogeno. ADDIZIONE DI ACIDO LATTICO Per testare la stbilità dei gel appena ottenuti, nei confronti di p.a. di natura acida, si aggiungerà il 10% di acido lattico secondo la formula seguente: Carbopol 940 ................................. 2,5 g Propilen glicole .............................. 10 g Acido lattico .................................. 10 g Acqua purificata q.b. a................. 100 g Carbopol 940 ................................. 2,5 g Propilen glicole .............................. 20 g Acido lattico .................................. 10 g Acqua purificata q.b. a................. 100 g Carbopol 940 ................................. 2,5 g Propilen glicole .............................. 30 g Acido lattico .................................. 10 g Acqua purificata q.b. a................. 100 g Appena elaborati i gel, sia manualmente che per agitazione meccanica, si aggiunge l’acido lattico: Gel ottenuto mediante agitazione manuale Si aggiunge l’acido lattico sopra il gel a piccole porzioni, agitando con bacchetta, fino a omogeneità. Gel ottenuto mediante agitazione meccanica. Si aggiunge tutto l’acido lattico sopra il gel e si sottopone ad agitazione a velocità elevata, per 1 minuto. Risultato e commento I risultati ottenuti in entrambe le modalità, sono simili: i gel con il 10% di glicole, presentano rottura istantanea all’aggiunta dell’acido lattico. Contestualmente diminuzione di viscosità e formazione di grumi. I gel con il 20% di glicole, non presentano rottura ma la consistenza è alquanto minore. I gel con il glicole al 30% non presentano rottura e non si modifica la consistenza. Per questo possiamo concludere che l’aggiunta di acido lattico in gel di Carbopol 940 ottenuto per formazione di ponti idrogeno, impiegando concentrazioni di glicole propilenicoal 20 – 30%, non influiscono sulla stabilità dei gel medesimi. INCORPORAZIONE DI UN OLIO ALLA FORMULAZIONE: LIPOGEL L’elevata consistenza dei gel favorisce l’emulsionamento di un olio, tipo olio di vaselina, formando oleogel. Si forma una rete di protezionel nei confronti dei globuli dell’olio, e ne imoedisce la sedimentazione, data la sua alta viscosità. L’oleogel risultante sarà tanto più stabile quanto minore sarà la grandezza dei globuli di olio. La formulazione di oleogel è interessante pe vari motivi: 1. La preparazione è facile e semoplice, e non necessita di apporto di calore, il che la differenzia notevolmente dalla preparazione di emulsioni. 2. Come visto per le emulsioni, nei lipogel si possono incorporare p.a. idrosolubili (nella porzione acquosa del gel) e liposolubili ( si uniscono alla parte oleosa) ed anche polveri, incorporandole alla fine nel lipogel. 3. La estensibilità, consistenza e grado di evanescenza si possono regolare in funzione della quantità di olio da aggiungere. PREPARAZIONE DI CAMPIONI Al gel di Carbopol 940 ottenuto secondo le modalità descritte in precedenza, si aggiungono quantità diverse di vaselina liquida ( 10, 15 e 20 g: Vaselina liquida .................................... 10 g Carbopol 940 ...................................... 2,5 g Trietanolamina .............................. a pH 7 Acqua purificata q.b. a. ........................ 100 g Vaselina liquida .................................... 15 g Carbopol 940 ...................................... 2,5 g Trietanolamina .............................. a pH 7 Acqua purificata q.b. a. ........................ 100 g Vaselina liquida .................................... 20 g Carbopol 940 ...................................... 2,5 g Trietanolamina .............................. a pH 7 Acqua purificata q.b. a. ........................ 100 g Lipogel ottenuti mediante agitazione manuale. Si aggiunge al gel di Carbopol, la vaselina liquida a piccole porzioni, agitando energicamente dopo ogni aggiuntana fino a totale omogeneizzazione. Lipogel ottenuti mediante agitazione meccanica Al gel di Carbopol, si aggiunge tutta la vaselina liquida, nel recipiente adatto e si sottopone ad agitazione a velocità sostenuta per 3 minuti. RISULTATI Lipogel con un 10 % di vaselina liquida. Entrambi i lipogel sono stabili, di colore bianco latte, moderatamente evanescenti e non appiccicosi una volta applicati. Alta estensibilità e consistenza paragonabile a quella del gel di Carbopol iniziale. Non si osservano variazioni significative dopo un mese, a 40°C. Nella foto si osservano globuli di vaselina liquida, del lipogel ottenuto per agitazione meccanica ( macrofotografia x 400). Lipogel con un 15 % di vaselina liquida. Differenze dalla precedente: meno evanescente, maggior estensibilità e leggermente meno consistenza. Lipogel con un 20 % di vaselina liquida. In entrambi I casi, rottura del gel, con formazione di una gran quantità di grumi ed una brusca diminuzione della viscosità. COMENTARIOS LI lipogel con il 10 e 15% di vaselina liquida, in entrambi I casi di agitazione, sono perfettamente stabili a temperatura ambiente e a 40°C. L’energica agitazione per incorporare la vaselina liquida è fondamentale per ottenere una buona stabilità CONCLUSIONI 1. Esiste una grande differenza nelle carattaristiche organolettiche di formulazioni allestite con metodo manuale o meccanico. Anche per quanto riguarda la stabilità. 2. Le emulsioni ottenute meccanicamente sono più brillanti e soffici al tatto, di quelle ottenute manualmente e meno estendibili. 3. Le emulsioni elaborate con entrambi i metodi, mantengono la stabilità fisica a 40°C durante il primo mese e fino a 2 anni , se conservate a temperatura ambiente, tranne la emulsione A/O non ionica, che si rompe entro un’ora, se elaborata meccanicamente. 4. Il sistema di agitazione meccanica, generalmente facilita l’incorporazione di principi attivi direttamente nei recipienti utilizzati. 5 Infine, il sistema di agitazione meccanica, presenta i seguenti vantaggi rispetto alla elaborazione con metodo manuale: versatilità, rapidità, miglioramento dei caratteri organolettici ed anche l’incorporazione di principi attivi, nonchè diminuzione delle dimensioni dei globuli della fase interna. L’unico inconveniente già menzionato, riguarda la rottura di una delle emulsioni A/O prese in esame (non ionica) a differenza della corrispondente manuale.