Scarica PDF - Il Giornale D`Italia
Transcript
Scarica PDF - Il Giornale D`Italia
Anno V - Numero 142 - Domenica 12 giugno 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 La statistica A Napoli Negli Usa La burocrazia strozza l’Italia Vergogna centrodestra: Lettieri lasciato solo La cantante freddata dopo il concerto Compagnoni a pag. 3 Capasso a pag. 8 Vignola a pag. 4 È GIORGIA MELONI CHE DEVE SPIEGARE PERCHÉ HA SPACCATO LA COALIZIONE, E INTERROGARSI SU FDI CHE NON SFONDA NEMMENO AL SUD di Roberto Buonasorte on sappiamo come finirà domenica prossima il ballottaggio di Milano tra Parisi e Sala, probabilmente i contendenti gareggeranno fino all’ultimo voto. Nelle altre città invece un dato certo ci sarà: Matteo Renzi - arrogante come molti quarantenni in giro in quest’epoca superficiale e opaca - subirà una cocente sconfitta, il vento dei grillini a Roma, come probabilmente anche a Torino, non lo fermerà certo questa o quella dichiarazione di voto del leader di turno, la gente ormai decide aldilà delle indicazioni degli apparati. A Roma invece, dove si è consumato lo strappo più doloroso, per la prima volta dopo ventitré anni il centrodestra non accede al ballottaggio. Eppure l’occasione era ghiotta, dopo il fallimento di Ignazio Marino è incredibile vedere il Pd ancora in finalissima. La cosa che più di ogni altra indigna - e lo scriviamo senza vena polemica, ma solo per analizzare i fatti - è che mentre tutti gli esponenti del centrodestra, a partire da Storace, in qualche modo hanno ammesso errori, l’unica che non solo non lo ha fatto, ma che anzi continua ad alzare la voce in modo scomposto, è Giorgia Meloni. Si è molto arrabbiata, Giorgia, dopo le parole della Mussolini che ha detto di essersi candidata proprio per fermare lei; sono le stesse parole pronunciate da Gasparri e Matteoli che hanno svelato come la decisione di Giorgia di candidarsi non è stata presa per vincere a Roma, ma solo per bloccare Francesco Storace, dichiarazioni ovviamente mai smentite, complimenti. L’acredine esternata dalla leader di Fratelli d’Italia deve far riflettere; sempre presuntuosa, mai l’ammissione di aver sbagliato qualcosa nemmeno di fronte a scelte assassine come quella di votare a favore della legge Fornero - si propone con quel piglio da prima della classe che N #SENZAAUTOCRITICA A Roma dopo 23 anni per la prima volta il centrodestra non arriva al ballottaggio neppure Gianfranco Fini, al quale deve molto, si permetteva nonostante guidasse un partito che era al 15%, ma in tutta Italia. Invece lei no, sempre a sentenziare su tutto e tutti; abilissima come pochi ad alzare il muro del silenzio quando qualcuno dei suoi viene pizzicato in questa o quell’inchiesta; cresciuta negli studi di Mediaset che Berlusconi le ha generosamente spalancato, in realtà vedendo i voti raccolti in giro per l’Italia avrebbe poco da ridere. A Torino come a Napoli, a Milano come a Bologna e persino a Salerno, il suo partito ha preso meno voti di quelli che racimolava l’Msi; a Savona, Crotone e Cosenza e altre città non sono riusciti neppure a presentare la lista. Ancora più crudele è stato il responso delle urne se le percentuali delle grandi città si paragonano alle elezioni europee di appena due anni fa. Apparentemente fresca, in realtà Giorgia non lo è affatto, esattamente come i deputati del suo Gruppo da Rampelli a Taglialatela, da Cirielli a Totaro, da decenni saltano tra consigli comunali provinciali e regionali, da 15 stanno in Parlamento, La Russa addirittura da 25. E fanno i nuovi... In realtà la cosa che maggiormente preoccupa, al netto del finto nuovismo che la Meloni tenta di trasmettere, è il brutto esempio che dà. Vedendo come si comporta il loro capo, è ovvio che in giro per le città italiane tanti piccoli arrogantelli locali crescano, e infatti i risultati si vedono. Più umiltà ragazzi, è il suggerimento che, sommessamente, ci sentiamo di dare. La destra per sua natura è sempre stata inclusiva e plurale, nel suo interno si sono combattuti scontri durissimi ma l’avversario era sempre fuori di essa, mai dentro, altrimenti addio sogni di gloria, e un partito che era nato con l’ambizione di diventare un grande movimento di popolo, non solo non ha sfondato al nord, ma nemmeno al sud, e al centro tolte tre o quattro province c’è davvero poco. Ma un po’ di autocritica, mai eh? GRAVI SCONTRI A MARSIGLIA, TRA INGLESI E RUSSI CI SI METTONO PURE GLI IMMIGRATI IL GOVERNO CANTA VITTORIA Altro che calcio: è il festival delle botte oveva essere una vetrina per la Francia. Ma già al secondo giorno di Europei la vetrina era spaccata. E non solo quella: bottiglie, tavoli, sedie, auto. E tante teste. Le valutazioni verranno dopo, la cronaca è stata davvero da conflitto bellico. La tempesta perfetta s’è abbattuta su Marsiglia con violenza davvero inattesa. Fin da venerdì, bande di tifosi inglesi si sono scontrate con i rivali che hanno trovato: gruppi di teppisti locali, infarciti di immigrati maghrebini, che infatti sono stati provocati dagli hooligans con cori del tipo “Isis dove sei?”. La polizia è intervenuta a cercare di riportare la calma e, con il favore delle tenebre e della stanchezza causata dai vapori dell’alcol, ci è riuscita. Al risveglio però la sostanza non è cambiata, se non nel senso che è peggiorata: sono arrivati anche i tifosi russi, pure quelli piuttosto agguerriti, ed è stata una battaglia senza quartiere con quattro fazioni (i locali, i britannici, i russi appunto e la D Libia: Sirte libera dalla mano dell’Isis Moriconi a pag. 9 polizia) a darsele di santa ragione un po’ ovunque. Al porto vecchio la situazione peggiore, con effluvio di lacrimogeni e profusione di mazzate. Il morto non ci è scappato per poco: ad un inglese reduce da una schermaglia è stato praticato il massaggio cardiaco dopo essere stato ripetutamente colpito alla testa con calci e pugni. Ma anche un sostenitore russo è grave in ospedale. Un inglese si è dovuto invece gettare nelle acque del porto per sottrarsi ad una carica. Soltanto con l’approssimarsi della partita la situazione è diventata relativamente più calma, anche se alcuni incidenti sono avvenuti proprio nella “fan zone” allestita per far fraternizzare i tifosi. Questa è stata senz’altro una delle scelte meno felici, insieme a quella di prevedere un incontro tra due nazionali con supporters particolarmente “caldi” in una città già problematica di suo, come Marsiglia. Certamente la sicurezza sta facendo acqua da tutte le parti. E fa davvero impressione ricordare che le autorità francesi hanno preparato con accuratezza l’appuntamento calcistico per scongiurare attentati dell’Isis. Il terrore, qui, lo stanno seminando gli hooligans. Bruno Rossi 2 Domenica 12 giugno 2016 ATTUALITA’ I FLUSSI MIGRATORI CONTINUANO A TENERE SULLE SPINE L’EUROPA Chiamatela “lady sanzioni” La Mogherini scaccia le critiche minacciando: “Procedure d’infrazione contro i Paesi che erigono muri” LA POLEMICA Grazie ad Adolf Hitler Renzi ritrova la parola embrava un disco rotto, sempre a parlare di riforme e referendum e a scacciare come mosche ogni riferimento alle elezioni amministrative. A Matteo Renzi ieri ha ridato voce e un po’ di smalto la riedizione del Mein Kampf, in edicola con Il Giornale. “Trovo squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica”, ha twittato il premier. Mentre proprio la comunità ebraica l’aveva bollata come “operazione indecente”. Certamente non sono state le uniche polemiche per la pubblicazione, che va comunque inquadrata nella più ampia scelta di dedicare tutta una collana al fenomeno storico, e non solo il manifesto politico hitleriano. Tant’è che il direttore Alessandro Sallusti si difende: “Su una tragedia simile non si gioca - spiega - semmai è il contrario. Con certi venticelli che soffiano qua e là in Europa e in Medio Oriente, S di Robert Vignola anzioni alla Russia, sanzioni ai Paesi che non si allineano, sanzioni agli Stati che erigono “muri”. La faccia feroce dell’Europa ha il volto di Federica Mogherini. Che non ha certamente convinto quanti erano scettici al momento della sua nomina a lady Pesc, ma proprio per questo evidentemente sta cercando di tirar fuori un’aura d’autorità prima che il S suo incarico cessi con un bilancio da dimenticatoio rapido. È vero che le crisi che si è trovata davanti nella veste di alto rappresentanti dell’Ue per gli affari esteri sono davvero di straordinaria entità, ma la ministra che Renzi ha voluto promuovere a Bruxelles sta vedendo manifestarsi nei suoi confronti tante critiche in giro per il vecchio continente. E tutto ciò senza neanche lontanamente essere riuscita a fare da sponda al governo italiano sulle grandi questioni che interessano la nostra nazione. Di qui, con ogni probabilità, la decisione di alzare la voce verso chi crea attrito alle decisioni prese dall’eurocrazia. Anche se questo, alla fine, è avvenuto in collegamento video con i giovani imprenditori di Confindustria al convegno di Santa Margherita Ligure. “Le regole sono regole. Esistono procedure di infrazione per gli Stati che non le rispettano e costruiscono muri contro i migranti”, ha così mi- nacciato affrontando il tema dei flussi migratori. “Sono regole prese dai Paesi stessi, non calate dall’alto – ha cercato di sostenere – l’immigrazione è un problema che va gestito tutti insieme”. Anche se, come nella fattoria degli animali, c’è sempre l’intenzione che qualche Stato sia più uguale degli altri. Senz’altro non l’Italia, che vede chiudere le frontiere intorno a sé (certo, l’Ungheria dello spauracchio Orbàn; ma anche l’Austria, la Francia, la stessa Germania) e tiene aperte le sue, salvando vite ma con ciò mettendo a repentaglio l’assetto sociale, per non scendere nel tema sicurezza, dentro i suoi confini. Occorrerà quindi vedere quando si passerà all’azione dalle parole, e in cosa si concretizzeranno quindi queste procedure d’infrazione. Nel frattempo però c’è anche la situazione geopolitica, estremamente fluida, di questi tempi a tenere banco. serve capire dove si annida il male per non ripetere un errore fatale”. Non è comunque bastato per spegnere il fuoco della polemica che è divampato con maggiore violenza, guarda caso, laddove si deve ancora votare per i ballottaggi. Segno che chi si è attaccato ad un libro di ottant’anni e passa fa deve avere ben pochi argomenti di attualità da sciorinare: eppure ce ne sarebbero tanti. Mentre è altrettanto ovvio che l’operazione editoriale punta a un qualcosa che potrà anche piacere poco, ma che è il motore del mondo: il denaro. D’altronde la riedizione del Mein Kampf è un best-seller anche in Germania. E allora? Forse la zampata vincente l’ha data Mattia Feltri, de La Stampa. Che ha preso il link del libro da internet (liberamente e gratuitamente scaricabile in italiano) e l’ha pubblicato sui social network. Con l’eloquente hashtag #poR.V. lemichedelpiffero. E vista la platea dei giovani confindustriali, la Mogherini qui è riuscita a scendere un po’ più nel particolare. Non senza una premessa che sa di mani messe avanti. “Sanzioni e accordi economici commerciali sono efficaci come strumento economico e politico quando sono presi dall’Europa unita”. Però, appunto, il rischio di vedere gli effetti della crisi peggiorati dai mancati introiti preoccupano il tessuto produttivo.“Le sanzioni alla Russia saranno in discussione nelle prossime settimane a Bruxelles dai 28 stati membri - ha ricordato Federica Mogherini - mentre le sanzioni sull’Iran sono state tolte grazie all’accordo sul nucleare di un anno fa e questo ha aperto all’Italia delle opportunità economiche enormi. L’Iran ha sempre visto l’Europa come un importante partner economico e culturale. Anche le banche europee devono tornare in Iran”. CONTROCANTO DI SPIDERITA Per gli addetti ai livori… ancori mai sopiti, vecchie ruggini di un passato non tanto lontano, personalismi e brama di potere hanno caratterizzato a Roma l’implosione del centro destra e anche chi è andato meglio non può certo dire di aver riportato una grande vittoria. L’unico risultato è quello di aver lacerato il centro destra che se fosse andato unito in tutte le sue parti, nessuno escluso, avrebbe di certo riavuto il governo della città; ma evidentemente l’intento sin dall’inizio non era quello. Poco importa ormai, a posteriori, addebitare la colpa all’una o all’altra parte, abbiamo tutti pagato un alto prezzo, poiché la lotta era solo tra di noi in perfetto stile mors tua vita mea e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini che nel tempo ci odieranno per averli dati in pasto all’incompetenza del nuovo che avanza senza programmi e senza quel sapere o conoscenza che da tempo avevano contraddistinto la nostra classe dirigente, solo per mera volontà di mandare al macero tutto persino quel poco di buono che c’era. Per tutta una serie di veti incrociati nei prossimi mesi ci ritroveremo ad affrontare un mare di nuovi problemi che difficilmente saranno risolti a breve scadenza, saremo soli dinnanzi all’attacco indistinto della veemenza altrui, tacciati R come responsabili di un declino per mascherare la loro incapacità e spero solo che non si consegni pure il nostro Paese a mani poco esperte di programmazione e a menti con il pallino della sottomissione o peggio della mania di eterodirigere tutto e tutti in nome di una politica senza idee ma con una gran voglia di giustizialismo devastante, sempre lì con la bava alla bocca, vittima di un’arroganza tipica dei meschini. C’è un tempo per tutto, diceva qualcuno tempo fa, e questo sembra essere il tempo del silenzio e nel contempo dell’attesa di un momento migliore, pronti a lavorare per il nostro Paese nella speranza di contribuire a creare una nuova generazione in politica che si faccia carico delle esperienze vissute per ricavarne un rinnovato know how, senza trascurare per nulla le idee che da sempre hanno contraddistinto la nostra appartenenza e la nostra identità. Non è con la prevaricazione che si costruisce, al contrario si distrugge e come nella eterna battaglia epocale tra quello che per noi rappresentano il bene e il male, la ricerca dell’onnipotenza a scapito degli altri non ci condurrà alla vittoria anche se così potrebbe sembrare in un primo tempo. Di vittorie ce ne potranno essere, ma marginali e sul terreno scorgeremmo per terra tanti amici e nessun nemico. Riflettiamo dunque, giriamo lo sguardo, torniamo sui nostri passi, riproviamoci insieme senza sciabole tra i denti, è arrivato il momento di unire e non di dividere. In caso contrario tutto sarà perduto. Unire le forze non vuol dire chiedere forzatamente una poltrona, una location per esistere, vuol dire combattere contro il nemico comune che non è tra noi ma sta da un’altra parte. Non è tempo degli imperatori, ci vogliono i leaders capaci di instillarci la passione e la forza nella lotta finché ci sarà vita, ci sarà la speranza per unire un mondo da troppo tempo diviso e vittima di astio procurato inutilmente, altrimenti uno ad uno periremo nell’indifferenza della gente e quel che è peggio con noi le nostre idee. Non siate ciechi ed abbagliati dal potere e dalla conquista di uno spazio, c’è tanta strada fare e noi ancora ci sentiamo di dare a voi e non ad altri pur sapendo di dover restare dietro. Distribuite a tutti noi le spade, siamo pronti a partire e lottare al vostro fianco, ora o mai più e che il livore non abbia la meglio sul nostro domani. Spiderita Una buona domenica... Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Domenica 12 giugno 2016 ATTUALITA’ NEL 1995 L’ITALIA NON ERA COSÌ BUROCROTIZZATA COME OGGI. SANITÀ MALE NEL LAZIO Boom di code agli sportelli La mannaia su famiglie e imprese. I ritardi e le inefficienze non sono ascribili alla cattiva organizzazione, bensì agli effetti di legge, decreti e circolari. L’Ue è più vivibile di Marco Compagnoni a burocrazia complica sempre di più la vita ai cittadini. I ritardi e le inefficienze dello Stato persistono nonostante l’avvento e la diffusione globale di internet. Sebbene molti documenti si possano ormai scaricare dal computer di casa, negli ultimi 20 anni la coda agli sportelli pubblici ha continuato ad aumentare. Il che comporta il boom delle spese per le famiglie e soprattutto per gli imprenditori, costretti a ricorrere spesso a un consulente esterno oppure alle strutture private, in primis nella sanità, altrimenti a restare vittima della macchina statale. La conferma arriva dalla Cgia di Mestre, che ha analizzato il trend e le specificità dell’ultimo ventennio. L’emblema è quanto accade nella sanità. Se nel 1995, per prenotare una visita specialistica, per richiedere la copia della cartella clinica, per ritirare i referti degli esami di laboratorio, per il rilascio degli attestati di esenzione dei ticket, 33,8 persone ogni 100 hanno dovuto attendere più di 20 minuti agli sportelli della propria Asl, venti anni dopo la “coda” è aumentata di 18 persone. Nel 2015, infatti, gli utenti in fila sono saliti a 52,2 con una crescita del 54,4%, il doppio rispetto al 1995 quando internet non era ancora diffuso. Un altro capitolo meritano i servizi anagrafici erogati dai comuni, il cui trend è risultato essere ancor più “drammatico”. Nel 1995, per pubblicazioni, atti notori, cambi di residenza, certificazioni anagrafiche, rin- L novo carta d'identità, quasi 11 persone su 100 hanno atteso oltre 20 minuti. Dopo vent’anni la “coda” è addirittura raddoppiata: la fila si è allungata a 22,3 persone (+104,6 per cento rispetto al 1995). Sono i dilemmi emersi dall’elaborazione dell’Ufficio studi della confederazione, che ha analizzato al multiscopo le informazioni dell’Istat sulle famiglie italiane. Ciò è la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, ancora una volta come la burocrazia costituisca uno dei principali ostacoli con cui gli italiani devono fare i conti ogni giorno. A livello territoriale le situazioni più difficili si registrano nel Centro Sud, a partire dal Lazio. Nel 2015, a subire i tempi di attesa più lunghi sono stati i cittadini laziali sia per gli sportelli comunali che, di fatto, anche nelle Asl. Dove peraltro si paga l’Irpef più alta d’Italia. Se la situazione delle famiglie è decisamente peggiorata, le cose non vanno bene nemmeno per le imprese, in particolar modo per quelle di piccole dimensioni. Sempre secondo la Cgia, analizzando i dati della Banca Mondiale riferiti al 2016, emerge che nel nostro paese sono necessari 228 giorni per ottenere i permessi di costruzione di un fabbricato ad uso produttivo, contro i 188 della media Ue. In buona sostanza in Italia sono necessari mediamente 40 giorni in più. Per l’allacciamento alla rete elettrica di un capannone, invece, gli imprenditori italiani devono attendere 124 giorni per l’erogazione del servizio. Il paragone con qualsiasi Paese dell’Area Euro rende l’idea di quanto l’Italia sia retrò. L’attesa è “solo” di 81 giorni, 43 in meno dell’Italia. Un mese e mezzo. La situazione più “pesante”, infine, si verifica quando un imprenditore è costretto a rivolgersi al tribunale per la risoluzione di una disputa commerciale. Se il Tribunale di Roma impiega 1.120 giorni (poco più di 3 anni) per definire la controversia, la media riferita ai tribunali delle capitali europee è di 632 giorni, ben 448 in meno. “Secondo la Promo PA Fondazione ricorda il coordinatore della Cgia, Paolo Zabeo - l’81% delle imprese con meno di 50 addetti, vale a dire le piccole, è costretto a ricorrere a consulenti esterni per fronteggiare questo nemico invisibile”. E la cattiva burocrazia, ha aggiunto, è suddivisa per “70% ad integrazione o a supporto del lavoro svolto dagli uffici amministrativi che operano all’interno dell’azienda, mentre l’altro 11% si affida a terzi per tutte le incombenze”. L’invito non può che essere teso a mettere mano a “quel labirinto inestricabile di leggi, decreti e circolari varie - ha spiegato Zabeo - che rendono la vita impossibile a milioni di piccoli imprenditori”, perché “corriamo il pericolo di soffocare la parte più importante della nostra economia”. GLI ITALIANI TAGLIANO IL BUDGET PER L’ESTATE SOMMERSO Vacanze brevi e a basso costo Si risparmia ovunque: dalle strutture ricettive ai trasporti fino alle prenotazioni ilanciare il turismo è una necessità. Lo sostengono in molti, eppure il governo non ha sin qui messo in campo provvedimenti chiari e credibili per riaddrizzare il trend. Anche quest’anno, secondo la Confesercenti, ci sarà un leggero aumento dei viaggi, sia in Italia che all’esterno, rilanciando la tendenza degli ultimi anni che ha visto tornare la voglia di vacanza. Sarà. Si sprenderanno oltre 33 miliardi di euro, tre miliardi in più rispetto allo scorso anno. Nevralgica sarà però il fattore economico, la principale discriminante per chi resterà a casa, ma anche per chi partirà: oltre la metà (55%) di coloro che non si sposteranno questa estate ha indicato quale motivo principale l’eccessivo costo delle vacanze, seguito dai problemi familiari (11%) e dagli impegni di lavoro (9%). Anche chi andrà in vacanza infatti guarderà al portafoglio, scegliendo soprattutto in base alle disponibilità economiche (45%), oltre che della R sicurezza del luogo prescelto (11%) e dei compagni di viaggio (11%). E tra coloro che hanno indicato il problema della sicurezza come prioritario, segnalando una certa preoccupazione per il rischio di attentati terroristici, il 44% si è detto pronto a cambiare destinazione ed il 17% a cambiare il mezzo per lo spostamento pur di trascorrere una vacanza tranquilla. Dunque, spendendo di meno, scegliendo mete più vicine e strutture ricettive più economiche (28%), spendendo come al solito (35%) o addirittura spendendo di più degli anni precedenti (6%), saranno 35 milioni 859mila coloro che andranno in vacanza, contro i 10 milioni 380mila che invece preferiscono stare a casa. Entrando nel dettaglio, la maggior parte degli italiani (62%) resterà al di sotto dei mille euro: il 22% starà tra i 250 ed i 500 euro, il 15% tra i 501 ed i 750 ed un altro 15% tra i 751 ed i 1.000. Otto italiani su cento spenderanno per le vacanze fino a 1.250 euro, il 6% arriverà fino a 1.500 euro ed un altro 10% spenderà tra i 1.500 ed i 2.000 euro. Il fattore economico si rifletterà anche sugli strumenti utilizzati per prenotare o organizzare le vacanze: il 50% ha utilizzato o utilizzerà internet, il 19% andrà “alla ventura”, rinunciando a prenotazioni e pianificazioni di qualsiasi tipo, mentre Ma i ritardi e le inefficienze della pubblica amministrazione non sono comunque ascrivibili solo alla cattiva organizzazione della stessa. “Nonostante la diffusione dell’informatizzazione abbia consentito di aumentare la produttività del sistema pubblico - è l’analisi di segretario della Cgia, Renato Mason - in molti uffici la fila agli sportelli è cresciuta a causa degli effetti di leggi, decreti e circolari scriteriate che, spesso in contraddizione tra loro, hanno aumentato la burocrazia complicando non solo la vita dei cittadini e delle imprese, ma anche quella dei dipendenti pubblici”. il 14% si affiderà a tour organizzati soprattutto attraverso tour operator e agenzie di viaggi. Mentre il 7% dei vacanzieri cercherà l’affare con le offerte last minute. E come si sposteranno i villeggianti del 2016? L’automobile resta il mezzo di trasporto più utilizzato (62%), anche se perde leggermente terreno rispetto agli scorsi anni. Aumenta invece l’utilizzo di aerei Boom di colf e badanti in nero ate, colf e badanti a nero. Il sommerso è la regola sulla scia di un tacito accordo tra datore di lavoro e lavoratore alimentato dalla mancanza di norme chiare e incentivi per regolare le prestazioni fisse o part-time per la cura dei bambini, anziani, disabili o semplicemente della casa. E l’incidenza del nero resta altissima, pari al 55% del lavoro totale. Sempre alta ma in forte calo rispetto al 2001 quando era ben oltre l’80%. Un mercato che non conosce crisi: dati alla mano, sono oltre 2 milioni le famiglie che si avvalgono dei collaboratori domestici per una spesa complessiva di 19,3 mi- T (26%), navi e traghetti (6%) e pullman (4%), mentre resta stabile l’impiego del treno (9%). Sarà una vacanza all’insegna del risparmio, a partire dalle strutture ricettive e dai giorni di villeggiatura prediligendo un periodo breve ed una località meno costosi. liardi, un valore che negli ultimi quindici anni è cresciuto del 22%. Secondo l’Inps, in Italia nel 2014 i collaboratori domestici erano per il 46% di un’altra nazionalità europea, in particolare quella romena, per il 31% da paesi terzi. Allargando lo scenario al resto d’Europa, secondo le stime dell’Ue del 2012 parlano di 2,6 milioni di collaboratori domestici con contratti regolari, l’89% donne. Tra questi il 27% in Italia, seguita dalla Spagna (25%) e dalla Francia (23%). Si tratta di dati assolutamente parziali. Non tengono conto infatti dell’esercito dei lavoratori “invisibili”. “E gli imprenditori andranno incontro a questa voglia di vacanze, calmierando i prezzi, offrendo il miglior rapporto possibile tra qualità dei servizi offerti e costo per il pubblico”, ha notato Confesercenti. M.C. Una mano tira l’altra. 4 Domenica 12 giugno 2016 ATTUALITA’ ANCORA UNA SINGOLARE SCELTA DEL MOVIMENTO DELLA MELONI IN CAMPANIA Fratelli d’Italia scarica Lettieri Sgambetto al candidato del centrodestra, al ballottaggio contro il sindaco uscente de Magistris Il presidente cittadino del partito Luigi Rispoli: “I nostri elettori decideranno in autonomia” di Robert Vignola Benevento stava per sostenere Mastella. Poi ci ha ripensato. Ma a Napoli, la scelta è decisa: niente voto a Lettieri. Fratelli d’Italia in Campania continua così ad avere un comportamento abbastanza schizofrenico. Senz’altro però sotto il Vesuvio ci si aspettava, laddove il centrodestra è ancora in corsa, e peraltro contro uno come de Magistris, l’ultimo sindaco “arancione” rimasto, un comportamento diverso. E dire che nella nota con cui i vertici partenopei del partito della Meloni annunciano la loro decisione, parlano proprio di “sindaco dei centri sociali” a proposito dell’ex pm. Ma di fare un favore a Lettieri, proprio non se la sentono. Il ballottaggio non li riguarda: e lo ha detto Luigi Rispoli, presidente cittadino del partito, spiegando che “i cittadini e i nostri elettori decideranno in piena autonomia”. Opzione figlia della delusione per gli scarsi risultati ottenuti? Chissà. Certo è che in settimana c’è stata la consueta riunione per l’analisi del voto alla quale hanno partecipato il candidato sindaco Marcello Taglialatela, i candidati al Consiglio comunale, i candidati presidenti e consiglieri delle Municipalità, il consigliere regionale Luciano Passariello e dei membri della direzione nazionale Bruno Esposito e Luciano Schifone. “Prendiamo atto - ha dichiarato Rispoli - del risultato elettorale A che ha visto la scelta di Fratelli d’Italia non essere premiata dai nostri concittadini. Sicuramente le responsabilità sono nostre perché non siamo riusciti in campagna elettorale ad essere convincenti e rappresentare in maniera efficace la nostra posizione che si poneva fuori dalle grandi coalizioni per costituire uno schieramento identitario e sovranista alternativo alle forze in campo. Abbiamo cercato di svegliare le coscienze e abbiamo lanciato la nostra sfida per il governo della città indicando il nostro modello di governo e mettendo in campo la candidatura di Tagliatatela, amministratore di esperienza che rappresenta una delle migliori espressioni di governo in questa città”. Rispoli ha poi assicurato: “Siamo già al lavoro perché per noi la battaglia continua. Costruiremo l’opposizione popolare in questa città contro chiunque dovesse risultare vincitore. Strada per strada, quartiere per quartiere”. IL RICORDO - DEDICATO A GIANLUCA BUONANNO “Noi non siamo come loro” aro Gialnuca, mi permetto di darti del tu, anche se non ci siamo mai conosciuti, perché il percorso politico che abbiamo fatto parte dalla stessa Casa. Quella del Movimento sociale italiano. Quella delle sezioni in cui, in anni diversi e città diverse, abbiamo entrambi militato. Quella in cui si respirava un'aria di genuinità, semplicità e fede in ideali da portare avanti sempre e comunque. Ideali da rendere vivi mettendoli al servizio di una Comunità. Quella con cui si divideva la militanza in primis. Ma anche quella, più ampia, dei nostri connazionali. Che spesso non ci capivano, ma che noi, credendo fermamente nel fatto che la politica ha senso se si traduce in impegno sociale, continuavamo comunque a “servire”. Tu poi, nel corso della tua strada, hai scelto altre vie, altre sigle, altri movimenti. E hai anche raggiunto, anno dopo anno, traguardi istituzionali di notevole peso. E sei riuscito a farti capire da tanta gente, che apprezzava le tue capacità amministrative e anche la tua genuinità. A volte, te lo dico con molta serenità, le tue prese di posizione non le ho completamente condivise perché le consideravo un po' troppo sopra le righe. Però non ho mai messo in discussione il fatto che, per quanto esagerate, siano sempre state dettate dall'intenzione di portare all'attenzione generale questioni e problemi che ritenevi prioritari. In un mondo come quello di oggi in cui spesso e volentieri se si parla con moderazione non si viene nemmeno ascoltati, il tuo essere provocatorio era sicuramente un modo per far sentire forte e chiara la tua voce. E quella di tutti quelli che la pensano come te. E sono tanti. C Sono molti di più di coloro che, dopo la tua morte, si sono divertiti ad insultarti in modo più o meno colorito, con frasi e battute che non hanno nulla a che vedere né con il rispetto per un nemico che non c'è più né, meno che mai, con l'umana pietà che dovrebbe essere dimostrata verso i defunti. Ovunque tu sia in questo momento, ti immagino a ridere della loro pochezza. Io invece non riesco a non arrabbiarmi, soprattutto pensando alla tua famiglia, a chi ti ha voluto bene, a chi ha diviso con te una parte della sua militanza politica. Costretti a leggere e sentire offese che rendono ancora più pesante un dolore già di per sé non facile da sopportare. Di fronte a tutto questo, ci tengo a dirti soltanto una cosa: grazie. Grazie perché, seppure inconsapevolmente, mi hai aiutato a capire la differenza tra noi e loro. Tra chi conosce il valore del rispetto e chi se la prende con i morti. Tra chi, nonostante tutto, può andare a testa alta e chi, al contrario, non fa che guardare in basso. Loro continuino pure a comportarsi come credono. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Che, ora lo sai, punta dritta verso il cielo. Cristina 5 Domenica 12 giugno 2016 STORIA GRANDE GUERRA Mussolini al fronte scrive della crisi ministeriale “Vi sono due modi per condurre la politica mentre la tragedia europea si svolge: o avvicinarsi al popolo, scaldarsi al calore della sua anima entusiasta, o perdersi nella meschina politica del corridoio o dell’aula parlamentare” di Emma Moriconi iprendiamo dove ci siamo interrotti domenica scorsa: parliamo della lettera inviata da Benito Mussolini, dal fronte, al Popolo d'Italia. È la prima volta dalla sua partenza per la guerra che il futuro Duce ragiona di politica: fino a questo momento ciò che arrivava al suo quotidiano era soltanto il suo resoconto dalla trincea. Ma in Italia c'è la crisi ministeriale: quando la missiva viene pubblicata dal Popolo d'Italia, la vicenda è bene o male risolta, ma queste sono righe interessanti per capire il punto di vista di Benito Mussolini nel merito. Dice il quotidiano in premessa che "dagli errori del ministero Salandra si trae il chiaro ammaestramento su le direttive che dovrebbe seguire il nuovo governo", e commenta ciò che scrive Benito. Ne abbiamo parlato la scorsa domenica, qui dunque ricorderemo solo questo breve passo, perché costituisce il fulcro del pensiero mussoliniano. Scrive Il Popolo d'Italia: "Benito Mussolini dice da par suo: vi sono due modi per condurre la politica mentre la tragedia europea si svolge: o avvicinarsi al popolo, scaldarsi al calore della sua anima entusiasta, o perdersi nella meschina politica del corridoio o dell'aula parlamentare. Nel popolo è fede, è entusiasmo santo; in parlamento è il compromesso, che prescinde dall'interesse nazionale per il trionfo de' gruppi e delle confrediglie". Riprendiamo ora lo scritto di Benito, proprio da dove ci siamo fermati una settimana fa: "Nessuno vuole contestare i meriti del gabinetto Salandra durante la crisi europea. Il merito principale consiste in ciò: che l'on. Salandra era il meno 'preparato ' ad affrontare la formidabile situazione nuova. Pensate che quest'uomo ha trent'anni di vita parlamentare e altrettanti di cattedra universitaria di diritto costituzionale e troverete sorprendente - non ostante il suo ingegno e la sua col- R tura - ch'egli abbia saputo reggere durante la neutralità e durante un anno di guerra il timone di uno Stato come il nostro e in circostanti come le attuali. Ora, l'on. Salandra è caduto vittima della sua mentalità di vecchio deputato conservatore e di vecchio professore universitario. Gli è mancata l'audacia sufficiente per una scelta. Si trattava di scegliere fra Parlamento e Paese, fra la disciplina della persuasione o quella della coazione. Si poteva tollerare un tentativo di conciliazione fra questi elementi antinomici, ma fallito o riuscito tale tentativo, non si doveva esitar più nel seguire la via tracciata dalla necessità esteriore dei fatti e dall'imperativo interiore della propria coscienza". Quindi va ad esaminare il rapporto che Salandra ha sempre avuto con il popolo: "Nessun uomo di Stato ebbe mai, come l'on. Salandra ha avuto, più vasto e vibrante consenso e plauso delle moltitudini popolari [non sapeva ancora, Benito, che le moltitudini lo avrebbero presto offerto a lui, quel consenso, e in numeri mai visti a memoria d'uomo, ndr]. Le manifestazioni di Genova, Milano, Palermo, Napoli, Parma e persino Torino, sono là a testimoniarlo. Il popolo si offriva, ma Salandra non è andato al popolo. Se n'è tenuto lontano [sottolineerei, a tal proposito, quanto diverso sarà, in un futuro piuttosto vicino, l'approccio al popolo di Benito Mussolini, ndr]. Gli restava la Camera, ma, qui, la sua posizione era infinitamente peggiore. Ambiente ostile e refrattario. Voti di maggioranza, pletorici che avevano parvenza di umanità solidale, mentre, invece, lasciavano l'amaro del disgusto in bocca. Quando l'on. Ettore Ciccotti parlò di una 'maggioranza che sosteneva il Ministero come la corda sostiene l'appiccato', fotografò la realtà. La situazione fu salvata una prima volta con un discorso, ap- punto, dell'on. Ciccotti, una seconda volta con un discorso dell'on. Cappa. Per sollevare l'ambiente e renderlo più ossigenato, ci voleva di quando in quando il discorso 'lirico'. Domandiamoci: poteva continuare una commedia del genere, nella quale tutti o molti personaggi recitavano la loro parte senza impegno, senza passione, senza sincerità? Il Gabinetto Salandra viveva sopra un duplice equivoco: quello interventista e quello neutralista. Gli interventisti lo appoggiavano per la tema del peggio, i neutralisti per lo stesso motivo. Quando, per effetto di circostanze o volontà di uomini si fosse determinata una coincidenza fra queste due correnti, essa avrebbe provocato la caduta subitanea del Ministero, come infatti è avvenuto. Si chiede: ma era proprio questo il momento opportuno per una crisi ministeriale, ora che il nemico è riuscito a penetrare nel vecchio territorio nazionale? È già stato rilevato che tutte le Nazioni belligeranti hanno avuto cambiamenti parziali o globali dei rispettivi Governi. Quella Russia che gli austro-tedeschi ritenevano incapace di riprendere l'offensiva e se ne accorgono in Galizia e siti limitrofi - ha cambiato più volte i suoi ministri: l'ex della guerra è, fra l'altro, sotto processo e chiuso in carcere. Anzi, il fatto che la crisi sia scoppiata col nemico alle porta d'Italia, è una garanzia, nel senso che tale crisi non può avere che una soluzione interventista, cioè di continuità in ciò che di buono fu fatto ieri, di riparazione di ciò che fu manchevole, e in generale di rafforzamento e miglioramento di tutta la nostra azione politica e militare". L'intervento di Mussolini sul tema fornisce ancora qualche elemento di interesse, ma ne parleremo la prossima domenica. [email protected] EROI IN TRINCEA “Qui si vince o si muore. Viva l’Italia!” L’irredento Guido Brunner, figlio di Trieste e del tricolore, caduto nel giugno 1916 sul Monte Fior ato il 19 febbraio 1893, Guido Brunner era un figlio di Trieste. Il padre Rodolfo, che in città ricopriva una posizione importante, era un fedelissimo dell'impero austroungarico. Ma lo zio, Salvatore Segrè, riuscì ad instillare nel giovane l'amore per l'Italia. Irredentismo dunque, che il giovane Guido coltivò anche durante i suoi studi: nel marzo 1915 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Bologna. Poco dopo venne chiamato alle armi ed inviato sul fronte dei Carpazi. Sentiva però non sua la divisa che indossava. E dopo poco disertò: giunto a N Venezia, chiese di essere arruolato nell'esercito italiano come sottotenente di cavalleria. Il padre le provò tutte per farlo tornare, ma lo spirito irredentista del giovane ebbe la meglio. Quanto l'Italia entrò in guerra contro l'Impero austroungarico, Guido partì per il fronte. Venne però catturato dal nemico e condannato a morte per fucilazione. Poco prima che la sentenza venisse eseguita, l'Imperatore d'Austria gli concesse la libertà e lo restituì alla famiglia. Che per tentare di tenerlo fuori dai guai lo spedì in To- scana, nella tenuta di Forcoli. Il genitore sperava forse così di spegnere i sentimenti accesi di amore per la patria italiana che ormai albergavano nel cuore non solo del figlio, ma anche della moglie. Il giovane Guido decise dunque di perseguire il suo ideale. E fuggì dalla villa per tornare a vestire, combattendo, la divisa italiana. Con il nome di battaglia Mario Berti venne assegnato al 152º Reggimento fanteria “Sassari”. Cadde in azione a Monte Fior l'8 giugno 1916. E per il suo coraggio, gli venne conferita la medaglia d'oro al valore militare (la prima del suo reggimento) con la seguente motivazione: “Comandante di plotone, nella difficile contrastatissima difesa di Monte Fior, conscio della suprema importanza del momento, resistette, impavido, nella linea del fuoco per dodici ore, dirigendo ed animando col suo entusiasmo il proprio reparto ed altri rimasti senza ufficiali, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre audace, sereno, instancabile, finché colpito al cuore, cadde gridando: Qui si vince o si muore! Viva l'Italia!”. Cristina Di Giorgi 6 Domenica 12 giugno 2016 DA ROMA E DAL LAZIO RICORSI, DENUNCE E IRREGOLARITÀ ALL’ATTENZIONE DELLA MAGISTRATURA Le anomalie agitano i ballottaggi AssoTutela ricevuta al Quirinale: “Trentacinquemila schede non conteggiate, verbali in bianco e sezioni mai scrutinate” di Giuseppe Sarra ost elezioni movimentato a Roma, a suon di denunce, esposti e ricorsi. Le situazioni più critiche spiccano in un paio di municipi (dal II, il peggiore, al XIII fino all’VIII) ma anche la corsa capitolina è macchiata da dubbi e irregolarità, secondo alcuni candidati a sindaco e partiti. Il più attivo è Michel Emi Maritato, ex candidato sindaco e presidente di AssoTutela, che è stato ricevuto al Quirinale dal segretario di Mattarella insieme ai suoi legali con cui ha denunciato i presunti brogli elettorali. Sembra infatti, riporta l’ex aspirante sindaco, che siano state riscontrate delle irregolarità da parte della magistratura in almeno 30 sezioni, soprattutto nei municipi II, XIII e VIII. Anomalie che avrebbero determinato la perdita di almeno 3.500 voti. Vedremo come andrà a finire visto il margine risicato fra i pretendenti, intanto Maritato ha chiesto l’annullamento delle elezioni. “Una differenza di conteggio dei voti che significa per i singoli candidati essere dentro o fuori il Consiglio comunale o municipale”, ha spiegato Maritato, che ha presentato un esposto alla Procura di Roma con richiesta di sequestro del materiale elettorale ipotizzando accuse pesanti che vanno dall’ omissione P di atti d’ufficio all’abuso d’ufficio a carico di ignoti. “Trentacinquemila schede non conteggiate, verbali in bianco e decine di sezioni mai scrutinate”, è la convinzione dell’ex candidato a sindaco. Ma le cifre sono contrastanti. Nel Municipio II, Parioli/Salario/San Lorenzo, sarebbero state riscontrate anomalie in ben 21 sezioni, che si aggirano intorno ai 18mila votanti. In tal senso la lista della Meloni ha annunciato di presentare un ricorso al Tar del Lazio, che potrebbe de- terminare il sorpasso sul grillino distante 1.100 voti. E se la magistratura amministrativa dovesse dare risultati diversi si cambierebbe in corsa il candidato al ballottaggio. Un vero caos, in piena corsa per il rush finale. Un coro quasi unanime nell’ex quartiere vicino alla destra romana, al quale non hanno partecipato i 5 Stelle. Tutt’altro clima nel Municipio I. A Prati un presidente di seggio nel liceo Dante Alighieri è stato denunciato per brogli elettorali. I denuncianti sostengono che abbia fatto votare il padre, iscritto in un’altra sezione e per giunta senza documenti. “Scandaloso che a cinque giorni dalle elezioni ci siano candidati consiglieri comunali e municipali che ancora non sappiano quanti voti hanno preso - aveva denunciato Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega In Senato e responsabile per “Noi con Salvini”- Nel caos di questi giorni emerge in particolare l’assurdo caso del II Municipio per il quale annunciamo già ricorso. I magistrati hanno deciso di non procedere al riconteggio delle schede. Ci sono persino seggi dove non è stata scrutinata nemmeno una preferenza”. L’altro ieri, invece, gli avvocati Postorivo e Venturini, entrambi candidati con Forza Italia al Comune, hanno presentato una nota alle autorità competenti. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL CONTRIBUTO DI ALESSANDRO MESCHINI, CANDIDATO A ROMA CON LA LISTA STORACE AL 13° E 14° MUNICIPIO Il cambio di passo necessario arissimo Segretario, cari dirigenti di partito e cari militanti, le ultime elezioni hanno confermato un dato drammatico: l’astensionismo e la sconfitta del centrodestra italiano. Possiamo semplificare e dire che gli elettori non hanno capito la scelta di appoggiare Marchini, magari vero in parte, però credo che non sia solo questo il problema. Anzi… Come sapete, gli elettori comuni, che non seguono la politica in modo approfondito come noi, sono moltissimi e questi non comprendono (o almeno non hanno voluto comprendere) quello che ci sta dietro a tanta divisione del centrodestra. Questo è un invito di riflessione che faccio a tutti gli esponenti di tali ambienti (da Berlusconi alla Meloni, da Salvini a Storace e Alemanno). Disuniti, purtroppo allontaniamo i tanti elettori che si riconoscono nelle nostre idee. Poi ci sono altri tre punti fondamentali che dobbiamo affrontare il prima possibile… Il primo è capire quali sono le nostre battaglie, quelle che dobbiamo portare avanti, su quali punti di programma possiamo collaborare con le forze centriste e soprattutto cosa vuol dire nel 2016 essere di C destra. Bisogna riflettere se questo è ormai un termine obsoleto e incomprensibile per gli elettori comuni. Io propongo - ovviamente questo è un mio pensiero dopo le tante chiacchierate in campagna elettorale - di rivedere la nomenclatura del partito: come dicevo, “La Destra” e “Azione Nazionale” sono dei nomi riconducibili ad etichette del passato, ripeto, non perché ci sia qualcosa di male, anzi…, ma perché la gente comune ormai non comprende questi titoli vecchi senza capirne prima il contenuto. Il secondo punto, come accennato sopra, riguarda i contenuti. Per me una destra sociale come la nostra deve definire e affermare certe sue battaglie da proporre ai propri elettori: 1 - recupero della Sovranità nazionale; 2 - lottare per un’Europa totalmente diversa da quella che conosciamo oggi; io vorrei un’Europa come una confederazione di Stati Sovrani che si autoregolamentano e che collaborano tra di loro; 3 - reintroduzione della moneta nazionale con garanzia di ultima istanza da parte della Banca di Italia (la quale dovrà essere rinazionalizzata). In questo modo avremo maggiori margini di manovra a livello economico, in caso di necessità si potrà svalutare la moneta invece di svalutare gli stipendi dei lavoratori (come stanno facendo dal 2002 ad oggi con l’introduzione del fantastico Euro) e favorire invece le esportazioni (nostro cavallo di battaglia - ricordiamoci che il Made in Italy è richiesto in tutto il mondo per il suo pregio e qualità); 4 - difesa della Famiglia naturale e del Matrimonio; una nazione che non fa più figli, ricordiamoci, è una nazione senza futuro. Io capisco che gli ultimi governi (Monti, Letta e Renzi) stanno ovviando a questo problema sostituendo gli italiani con gli stranieri… però così facendo a poco a poco non saremo più Italia ma bensì una succursale di tanti altri Paesi; 5 - lotta all’illegalità, all’abusivismo commerciale e non, alle droghe e alla prostituzione. Uno Stato che si arrende a questi fenomeni è uno Stato fallimentare, niente di più! 6 - Boicottaggio dei prodotti provenienti da quei Paesi (vedi Cina, India, Bangladesh, etc) che per avere vantaggi commerciali e maggior margine di guadagno sfruttano il lavoro minorile, uccidendo per di più le nostre piccole e medie imprese; 7 - infine, lotta per una limitazione e regolamentazione del- l’immigrazione: potremo sì accogliere rifugiati che scappano dalle guerre (ricordiamoci, molte delle quali sono provocate dagli americani per interessi economici - dalla Siria alla Libia, fino alla Iraq…) ma non possiamo accoglierne altri soprattutto finché il Paese si trova in crisi economica con una disoccupazione complessiva al 15% e quella giovanile al 44%. Ecco, queste sono delle battaglie fondamentali della nostra area politica. Il terzo e ultimo punto invece, molto importante, è il rinnovamento e il cambio generazionale. Voi conoscete la mia stima verso tutti voi, verso il vostro impegno e la vostra dedizione e la vostra serietà! Ma questa area politica ha bisogno di un rinnovamento ideale, come detto sopra, e generazionale. Se analizzate i voti, il nostro pubblico è un pubblico adulto di una certa età, i giovani si rivolgono tutti altrove, al Movimento 5 Stelle o peggio ancora al Partito democratico. Penso che molte delle persone più anziane che compongono quest’area politica, dai leader ai militanti, si debbano mettere d’ora in poi in seconda linea a supporto dei più giovani come hanno fatto le altre aree politiche! Questo è un invito che faccio con il cuore in mano per il bene di tutti noi e di tutta l’area politica. Alessandro Meschini 7 8 Domenica 12 giugno 2016 DA ROMA E DAL LAZIO OLIMPIADI, MALAGÒ ALZA LA VOCE E RICHIAMA ANCORA UNA VOLTA LA RAGGI “Con un sindaco contrario è impossibile” di Marco Compagnoni iovanni Malagò si sta sgolando. Ce la sta mettendo tutta per difendere le possibili Olimpiadi a Roma nel 2024, bocciate quotidianamente dal fronte grillino capeggiato dalla candidata a sindaco Virginia Raggi. “Fare le Olimpiadi con un sindaco contro non è dura: è impossibile per ovvi motivi, è inutile che ci prendiamo in giro. Però bisogna ricordare che qui noi non stiamo parlando di fare le Olimpiadi, qui stiamo parlando di candidarci a fare le Olimpiadi”. Così a Sky TG24 il presidente del Coni, ricordando che “qui parliamo di una cosa fra otto anni, quindi finita l’ordinarietà bisogna cominciare a vedere cosa fare”. A “minare” i Giochi Olimpici ci sono anche i Radicali, il cui leader Magi bocciò il progetto nella scorsa legislatura capitolina, che hanno iniziato a raccogliere le firme necessarie per la consultazione referendaria. Iniziative che non sono viste di buon occhio dagli industriali e dai commercianti, convinti che le Olimpiadi possano rimettere in moto l’economia della Capitale, paralizzata dalla crisi economica e frenata dalla burocrazia mentre l’abusivismo commeciale dilaga in ogni angolo della città. Con le Olimpiadi arriverebbero 180mila posti, almeno stando a uno G studio della commissione di esperti presieduta da Beniamino Quintieri, e il Pil, nello stesso periodo, tornerà a crescere con una previsione positiva del 2,4%. E ancora: investimenti nelle periferie ed esteri, ma- xioperazione per il decoro urbano, nuove strutture aggregative, immagine internazionale. Ne avrebbe benifici anche l’indotto turistico e commerciale. Come avvenuto a Milano in occasione del- AZIONE DIMOSTRATIVA DEGLI ATTIVISTI, IMPEDITA DALLA POLIZIA l’Expo, che ha richiamato oltre 21 milioni di persone. Uno stimolo alla crescità della città che passa anche per la riqualificazione e il recupero di strutture incompiute, prevedendo la quasi totalità della copertura dei costi con i proventi dei Giochi. Una Capitale più funzionale, grazie anche agli importanti impegni di spesa per migliorare la qualità dei servizi. Si prevede un maxi-investimento di 3,2 miliardi di euro, con un budget di 2,1 miliardi relativi ai costi di realizzazione degli impianti permanenti. Cifre ampiamente inferiori rispetto ai 13 miliardi ipotizzati per la precedente candidatura di Roma 2020,“perché si prevedeva l’indispensabilità di integrare investimenti nella parte sportiva e infrastrutturale”, si legge sul sito della presentazione, anticipando anche i costi relativi alla sicurezza: “Sono inclusi nella parte dei costi di gestione dell’avvenimento (quindi nei 3,2 miliardi di euro) e saranno di circa 800 milioni di euro”. IL PIDDINO ATTACCA ALEMANNO, CHE REPLICA Valle, rioccupato “Giachetti, sei e sgomberato alla canna del gas” T E orna la tensione al Teatro Valle, chiuso ormai da due anni. Gli ex occupanti sono tornati ieri nel teatro più antico della Capitale, a loro dire, per un’azione dimostrativa che aveva l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle autorità competenti, riprendendo poi la marcia verso il Roma Pride. Subito dopo, però, sono arrivate diverse squadre in divisa antisommossa della polizia di Stato, schierata all’ingresso della struttura. C’è stato anche qualche tafferuglio quando alcuni attivisti hanno provato a chiudere la porta, riaperta immediatamente dalle forze dell’ordine. Una risposta che non è piaciuta agli attivisti, definita “vergognosa, con la stessa logica repressiva e con la militarizzazione”. Mentre Raggi (5 Stelle) e Giachetti (Pd) prendono le distanze dall’occupazione, l’estrema sinistra romana si è schierata al fianco degli occupanti attaccando di fatto le forze dell’ordine intervenute per ripristinare la legalità. Il bilancio parla di due agenti della Digos rimasti feriti, con l’identificazione di sette manifestanti. Sono al vaglio degli inquirenti le immagini riprese dalle telecamere della scientifica per accertare le responsabilità personali dei manifestanti. Intanto dal Ministero dei Beni Culturali e il Campididoglio hanno fatto sapere che martedì prossimo, con la firma del Piano di valorizzazione, si chiuderà l’iter amministrativo re- lativo al Teatro Valle, passato dal Demanio dello Stato a quello di Roma Capitale, che prevede il restauro strutturale e architettonico, la messa in sicurezza e la valorizzazione. Per un importo di 3 milioni di euro, che saranno finanziati nell’annualità 2016 con una somma di 1,5 milioni a carico del bilancio capitolino e di 1,5 milioni dal Mibact. L’investimento sarà gestito dalla Sovrintendenza capitolina, che è già operativa per la definizione dei bandi di gara per l’affidamento dei lavori. Roberto Giachetti spara a zero su chiunque pur di intercettare consensi, confondendo Virginia Raggi con Ignazio Marino, ex sindaco Pd e da lui fortemente sostenuto, e persino Gianni Alemanno, predecessore dell’ex piddino. “Se avete dubbi: Marino e Alemanno voteranno tutti e due per Raggi”, è uno degli appelli rivolti ieri dal candidato del centrosinistra ai romani, parlando addirittura di referendum tra chi vuole “la grande alleanza Alemanno-Marino-Raggi e chi vuole cambiare davvero”. L’ex sindaco del centrodestra ha respinto al mittente gli scenari rivelati da Giachetti, ormai, secondo l’ex primo cittadino, “alla canna del gas”. “Non conosco i sondaggi sul ballottaggio ma ho l'impressione che Roberto Giachetti sia veramente alla canna del gas se si attacca ad una mia frase di attenzione alla Raggi pronunciata durante un talk show. Giachetti costruisce su questo addirittura un teorema che mette insieme il sottoscritto, la Raggi e Ignazio Marino. Io mi sono limitato a dire di essere fortemente tentato a votare la Raggi perchè sul ballottaggio lo decideremo dopo un confronto con Francesco Storace e con i quadri dirigenti di Azione Nazionale che riuniremo lu- nedì pomeriggio”, è la replica del politico, che ha aggiunto: “Può essere che decideremo per l’astensionismo, ma una cosa è certa: non voteremo mai per Giachetti perchè è l’erede del vecchio sistema di potere di Rutelli e Veltroni che ha devastato Roma e oggi rappresenta l’emanazione di Matteo Renzi che sta devastando l’Italia”. 8 Domenica 12 giugno 2016 ESTERI LA STAR DI THE VOICE E DI YOUTUBE RAGGIUNTA DA COLPI DI PISTOLA MENTRE FIRMAVA AUTOGRAFI Uccisa la cantante Christina Grimmie Prima di partecipare al talent era già nota sul web, sul suo canale vantava oltre 24 milioni di visualizzazioni di Chantal Capasso a giovane cantante e pianista statunitense Christina Grimmie è morta dopo essere stata colpita da un colpo di pistola. Christina è conosciuta nel mondo dell'industria musicale per aver partecipato a The Voice Usa, ma prima ancora attraverso il web. La giovane artista era molto nota sulla piattaforma youtube, con oltre 24 milioni di visualizzazioni. Secondo le prime ricostruzioni, la tragedia sarebbe successa mentre la cantante firmava autografi ai fan, subito dopo lo show, alle 22:45 di venerdì sera(ora locale) davanti a circa una sessantina di persone, tutte rimaste illese. Quando un uomo con tutte le sue forze si è fatto spazio tra la folla fino a raggiungere a distanza ravvicinata Christina sparandole due volte. Il fratello della vittima ha cercato di fermare prontamente il killer ma non c'è l'ha fatta, poiché dopo aver sparato a Christina si è sparato davanti a tutti i fan presenti. Testimoni hanno raccontato di aver sentito 4 o 5 colpi di arma da fuoco al termine del concerto, quando il pubblico già usciva dalla sala e alcuni tentavano di raggiungere i L camerini per salutare l'artista. Durante la corsa in ospedale la donna era in condizioni critiche e non ce l'ha fatta: è morta a causa delle gravi ferite riportate. La portavoce della polizia di Orlando, Wanda Miglio, che non ha ancora reso note le generalità del folle autore del gesto, ha dovuto ammettere durante la conferenza stampa convocata per aggiornare sui dettagli dell'accaduto, che non è chiaro come l'uomo fosse riuscito a introdurre armi da fuoco nella struttura. "Non sappiamo se fosse solo un ammiratore che la seguiva su Twitter o sulle reti sociali. Davvero non lo sappiamo", ha aggiunto. E' confermato che il killer fosse in possesso di due pistole, di cui non è stato reso noto il tipo. Il sospettato, secondo i detective, avrebbe camminato verso Christina Grimmie per poi spararle. Le indagini sono ancora al punto di partenza e si cerca di capire perché, prima di suicidarsi, l'assassino abbia sparato proprio a Christina, forse per ricevere attenzioni. Christina ha partecipato al programma televisivo The Voice nel 2014, la sua voce e il suo sound hanno colpito i 4 giudici che du- rante le selezioni girarono prontamente le loro sedie entrando nel team del coach Adam Levine. Riu- IL PRESIDENTE TURCO PROTAGONISTA DI UN INCIDENTE DIPLOMATICO AI FUNERALI DEL PUGILE Le lacrime per Alì, la rabbia di Erdogan n funerale ma anche un caso diplomatico. Il sultano Recep Tayyip Erdogan ha trovato modo di far parlare di sé anche alle esequie di Mohammed Alì. Il quale ha preso come noto questo nome, lasciando nel cassetto quello di Cassius Clay con il quale era nato, dopo aver abbracciato la fede islamica. Proprio la natura religiosa della cerimonia ha attirato correligionari del pugile statunitense un po’ da tutto il mondo. Probabilmente un fattore che il presidente turco voleva sfruttare per acquistare visibilità. Ma a giudicare dal modo con cui il sultano è tornato da Louisville, qualcosa è andato storto. Dopo aver preso parte al funerale islamico di giovedì, ha infatti deciso di lasciare in anticipo gli Stati Uniti e di non partecipare alla grande cerimonia interreligiosa. Motivo? Si sarebbe offeso per quella che avrebbe definito una mancanza di rispetto da parte degli organizzatori. Cosa sia successo veramente non è chiaro. Molte le versioni che circolano sui media, tra cui quella che ad Erdogan non sia stato permesso di porre sulla bara di Ali un pezzo scì ad arrivare in finale piazzandosi al terzo posto. Qualche ora prima dello show, la cantante aveva pub- blicato un video sul suo account Twitter per invitare i fan al concerto, compreso il suo killer. TENSIONE ALTA NEL SOBBORGO DI BRUXELLES A MAGGIORANZA ISLAMICA DOVE VIVEVA SALAH ABDESLAM Auto della polizia in fiamme a Molenbeek U orna la paura a Molenbeek, il sobborgo di Bruxelles salito agli onori della cronaca mondiale durante l’allerta terrorismo. Due auto della polizia sono state incendiate nella serata di venerdì. E il primo episodio è avvenuto proprio in rue des Quatre-Vents, la strada dove era stato arrestato Salah Abdeslam il 18 marzo scorso. Prima del divampare del rogo è stata udita una detonazione e si sospetta che le fiamme siano state originate da un colpo di arma da fuoco. Un episodio di per sé inquietante, cui se n’è aggiunto un altro poco dopo. Il secondo veicolo è stato incendiato T di stoffa proveniente dalla Kaaba, l’antica costruzione al centro della Mecca, il luogo più sacro dell’Islam. Altri invece parlano di un Erdogan infuriato perché gli sarebbe stato negato il permesso di leggere un passo del Corano durante la cerimonia. Come non bastasse, si sarebbe verificato anche un parapiglia tra le guardie del corpo del presi- dente turco e alcuni agenti del Secret Service. Un episodio al limite dell’incidente diplomatico, visto che il Secret Service è il corpo votato alla protezione delle più alte cariche dello stato americano a partire dal presidente e dagli ex presidenti degli Stati Uniti. Come Bill Clinton, incaricato di tenere l’elogio funebre durante la cerimonia. R.V. in una strada vicino alla Gare de l’Ouest, ma in questo caso si tratta di un’auto in borghese. Un giovane di 18 anni, con precedenti di microcriminalità, è stato arrestato e sarebbe legato a quanto avvenuto. Va da sé che l’allerta è stata ulteriormente innalzata dalle autorità belghe, anche se occorre chiarire quanto questi avvenimenti siano legati al terrorismo vero e proprio o quanto invece, come sembrano ritenere gli investigatori, si sia davanti ad una rappresaglia da parte della malavita che gestisce la fiorente R.V. microcriminalità locale. 9 Domenica 12 giugno 2016 ESTERI SECONDO IL GENERALE MOHAMED AL GHASRI È IMMINENTE LA CAPITOLAZIONE DEFINITIVA Sirte, espugnata roccaforte dell’Isis Uccisi 250 jihadisti in dieci giorni, molti in fuga - L’inviato speciale Kobler: “Colpito da rapidità dell'operazione” di Emma Moriconi a roccaforte delle milizie affiliate allo Stato Islamico nel paese del Maghreb è stata espugnata dalle forze libiche: a riferirlo nella giornata di ieri la BBC. La notizia è stata confermata da Misurata, dal generale Mohamed al Ghasri che parla di imminente capitolazione definitiva. Hanno sostenuto l'operazione militare Stati Uniti e Regno Unito, che hanno collaborato all'individuazione degli ordigni esplosivi sistemati dall'Isis intorno a Sirte. A quanto ha riferito il generale, i leader dello Stato Islamico sarebbero "fuggiti nel deserto verso Sud" ma molti miliziani si trovavano ancora sotto assedio a Sirte. Avanzano intanto da est le truppe delle Guardie Petrolifere di Ibrahim Jadhran, che si trovavano ieri a circa 70 km dalla città. Nel frattempo la Marina libica ha preso il controllo delle coste, per impedire ai miliziani di fuggire via mare. Un portavoce dell'operazione, Ahmed Al Rwayaty, citato da Libya's Channel su Twitter, ha riferito che "oltre 250 jihadisti dell'Isis sono stati uccisi dall'inizio dell'operazione delle forze libiche per liberare Sirte, circa dieci giorni fa". Negli scontri sarebbero morti oltre 90 combattenti delle forze libiche, che avrebbero riportato duecento feriti. Martin Kobler, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, si è detto "colpito" dai progressi delle forze militari contro lo Stato Islamico e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per inviare forniture L mediche in Libia. Molti infatti sono i feriti che dal fronte di Sirte arrivano all'ospedale di Misurata. Ha poi aggiunto - dopo le notizie di raid indiscriminati dell'Esercito libico a Derna - che la Corte penale internazionale dell'Aia indagherà sui nuovi presunti crimini di guerra in Libia, ricordando a tutti i combattenti "di rispettare il diritto umanitario internazionale" e raccomandando che "i civili non devono essere colpiti". Con l'occa- sione ha ricordato i due bambini e le due donne uccisi nei raid di Derna e si è detto "profondamente rattristato", precisando che "colpire i civili è un crimine di guerra", per cui "coloro che uccidono i civili devono essere ritenuti responsabili". Le notizie relative alla morte dei civili, comunque, sono state smentite dal comando dell'Esercito libico responsabile delle operazioni a Derna, che ha specificato che sarebbero IL DUPLICE ATTENTATO A DAMASCO: UN NUOVO CAMBIO DI PASSO DEI TAGLIAGOLE stati colpiti solo carri armati e veicoli blindati nel compound di un'azienda di Derna. Nella serata di ieri è stata diffusa su Facebook, sulla pagina dell'operazione militare "al Benyan al Marsous", che fa riferimento al governo di accordo nazionale di Tripoli, la notizia che ormai lo Stato islamico controlla solo 20 chilometri quadrati di territorio nell'area di Sirte, dopo che le forze libiche, nella notte, avrebbero preso il "pieno controllo" del porto di Sirte. La dichiarazione sarebbe stata resa dal portavoce Mohamed al Ghasri, che ha precisato che gli aerei da guerra hanno condotto sei raid contro postazioni dell'Isis e le milizie libiche sarebbero entrate nei quartieri uno e tre del centro della città. Il premier al Sarraj ha riferito di aver inviato le milizie sul posto a salvaguardia dell'incolumità dei civili. CONTINUA LA BUFERA DOPO LA DECISIONE DI QUATTRO DOCENTI UNIVERSITARI DI NON COLLABORARE SUL CASO REGENI In Siria il Daesh torna Cambridge rigetta le accuse alla strategia del terrore ma continua a tacere i conferma la folle volontà dell’Isis di portare una guerra interreligiosa dentro l’Islam, oltre che un attacco senza sosta all’Occidente. Con il terrorismo che colpisce ancora una volta in modo particolarmente duro proprio i luoghi religiosi, destando nelle persone di fede musulmana una forte impressione per l’innegabile marchio blasfemo, oltre che omicida,di queste operazioni. Ieri un doppio attentato dinamitardo è avvenuto presso il mausoleo sciita di Sayeda Zeinab, alle porte di Damasco: lo ha reso noto l'agenzia di Stato siriana, la Sana, che all’inizio aveva parlato di due vittime. Purtroppo invece il bilancio è andato via via peggiorando, fino a superare i venti morti. Decine i feriti. Stando al resoconto della Sana la prima esplosione è stata dovuta a un kamikaze che si è fatto saltare all'ingresso del mausoleo, mentre la seconda è stata causata da un’autobomba. S Egitto collabora, la Gran Bretagna no. È la singolare piega, davvero inattesa alla luce delle campagne di stampa avvenute in Italia contro Al Sisi, che sta prendendo la dolorosa vicenda di Giulio Regeni. Una "sintesi parziale" dell’elaborazione del traffico telefonico delle celle del Cairo, con allegati i tabulati di alcuni cellulari, è stata consegnata nei giorni scorsi dalla Procura Generale della Repubblica Araba d’Egitto ai magistrati della Procura di Roma che indagano sulla morte del ricercatore. Mentre invece il sostegno che tutti si aspettassero venisse da Cambridge non è arrivato. I professori universitari per cui lavorava non sono intenzionati a collaborare, anche se ieri da oltremanica hanno cercato di indorare la pillola. Quindi le notizie rilanciate nei giorni scorsi dalla stampa italiana "semplicemente non sono vere e Cambridge appoggia L’ Secondo alcuni osservatori, la scelta di tornare a compiere attentati del genere è dettata dalla necessità per il Daesh, l’autoproclamato Stato islamico, di seminare il panico nella popolazione siriana rimasta nelle zone controllate dalle autorità di Assad e dall’esercito regolare. In questa fase, milizie irachene con l’aiuto della coalizione internazionale stanno infatti cercando, d’accordo proprio con l’esercito siriano, di sferrare l’attacco finale verso Raqqa, anche se l’avanzata ha trovato una resistenza a un pugno di chilometri dalla città considerata la capitale del Califfato. Qualora però l’Isis perdesse il suo assetto di Stato solido, potrebbe quindi (è questo il segnale che vuole dare) assumere quello liquido, colpendo indiscriminatamente e attraverso l’azione di pochi seguaci in diverse zone del mondo. Uno scenario di cui si deve necessariamente tenere conto, pur nell’urgenza di estirpare al più presto dalle terre del Medio oriente il cancro di questa fazione terrorista R.V. e criminale. le autorità italiane nelle indagini su questo fatto orrendo. Rimaniamo aperti e impegnati a lavorare con le autorità italiane al fine di far emergere la verità per Giulio Regeni e per la sua famiglia". Resta tuttavia un dato di fatto: quattro accademici con cui Regeni collaborava in veste di ricercatore a Cambridge, e che lo avevano mandato in missione di studio al Cairo, si sono finora rifiutati di farsi sentire dai pm. E potrebbero invece dire mol- to, giacché proprio tra le 19.30 e le 20.30 del 25 gennaio dunque in un orario compatibile con la scomparsa - sarebbero partiti da una utenza presumibilmente inglese tre sms diretti ad altrettante utenze egiziane. Contatti con la Procura generale del Cairo saranno presi ora dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal pm Colaiocco per indicare quali sono le incongruenze che non convincono appieno il pool di R.V. Roma. 10 Domenica 12 giugno 2016 DALL’ITALIA LA SENTENZA AL TRIBUNALE DI RAVENNA Vendono la figlia per debiti: condannati Ad appena dodici anni, la bambina originaria del Bangladesh, data in sposa a un uomo che ha abusato di lei. Padre e matrigna dovranno scontare tre anni. Otto quelli inflitti all’ex marito GROSSETO Morte in culla: indagata la mamma unedì scorso una bambina di appena dieci mesi era stata ritrovata morta in un appartamento a Grosseto. A dare l’allarme era stata la mamma. Proprio lei, 28 anni, ex ballerina di night club, ora è indagata per omicidio volontario. Come riporta il quotidiano Il Tirreno, ci sarebbero infatti delle incongruenze nel racconto della donna anche se sul corpo della bambina non è stato trovato alcun segno di violenza. All’arrivo del 118 infatti, la bambina pare che fosse morta già da dieci ore. Inutili i tentativi di soccorrerla. I carabinieri della compagnia di Grosseto hanno anche controllato il telefono cellulare della madre. Secondo quanto raccontato dalla donna, lei si era accorta intorno alle 22, che la bambina nella culla, “non si svegliava” e ha dato immediatamente l’allarme contattando un’amica che ha chiamato i soccorsi. Secondo i sanitari si tratterebbe di una cosiddetta “morte bianca”, improvvisa. La Procura di Grosseto ha comunque aperto un’inchiesta. Il pm Arianna Ciavattini, che coordina l’inchiesta, ha disposto l’autopsia per accertare le cause L di Barbara Fruch er pagare i debiti hanno venduto la figlia, di appena dodici anni, ad un uomo sedici anni più grande di lei. Non è accaduto in qualche Paese asiatico o mediorientale ma in Italia, più precisamente a Ravenna. Per quell’episodio i giudici del tribunale di Ravenna hanno condannato a tre anni di reclusione il padre e la matrigna della ragazzina, originaria del Bangladesh. I due, 46enni, all’epoca commercianti e oggi residente in provincia di Rovigo, sono stati riconosciuti colpevoli di maltrattamenti in famiglia. All’ex marito, un connazionale di 37 anni che ora abita in una città del nord, il collegio penale ha inoltre inflitto una pena di 8 anni. È stato infatti anche accusato di abusi sessuali. Secondo quanto ricostruito l’ex coniuge ha abusato della giovane, oggi 22enne, sin dalla prima P notte di nozze. A raccontare l’accaduto è “Il Resto del Carlino”. Il matrimonio, non registrato, era stato celebrato a Ravenna nel 2006. Cinque anni dopo, nel 2011, la ragazza era riuscita a denunciare tutto. La vittima, fin da piccolissima veniva picchiata dai genitori che volevano seguisse scrupolosamente le regole della religione. Le invece voleva vivere all’occidentale, come tutti i suoi coetanei. Secondo quanto denunciato dalla giovane alla squadra Mobile, ribadito poi dalla stessa in aula nel maggio 2015 davanti al pm Daniele Barberini, i genitori si erano indebitati per comperare della merce. Di lì la proposta di pagare quei soldi con la vendita della piccola, che sarebbe stata avanzata dalla matrigna. Una scelta accettata dal 37enne che in quel periodo abitava a Forlì. E in effetti le nozze erano state celebrate a Ravenna una decina di anni fa quando, secondo i documenti portati dall’accusa, di anni la giovane ne aveva appena 12. Una cerimonia religiosa mai trascritta, tanto più alla luce dell’età della ragazzina. Quell’uomo, alcolista e violento, ha abusato di lei fin da subito e aveva continuano anche quando dalla Romagna si erano trasferiti in Veneto. “Io ero piccola, avevo 12 anni – aveva ricordato la giovane davanti ai giudici – e volevo andare via di casa, volevo avere una vita mia. Mi teneva chiusa in casa, mi diceva che i miei genitori mi dovevano dare i soldi, altrimenti mi avrebbe picchiato ancora. Io non uscivo per paura”. Violenze ma anche umiliazioni psicologiche.“Diceva che ero una poco di buona e poi faceva ciò che voleva” aveva detto ancora la vittima. Stanca dei maltrattamenti, era riuscita a scappare e tornare con la famiglia a Ravenna, ma lì rischiava nuovamente di finire in sposa a un uomo. Il secondo matrimonio combinato che lei ha evitato scappando. Nel 2011 la giovane fu trovata in un casolare abbandonato.Venne affidata quindi ai sevizi sociali. E in quel momento riuscì finalmente a raccontare il tutto. Un fenomeno quello delle spose bambine che, secondo i dati dell’Unicef, coinvolgerebbe sette milioni di ragazze costrette a convolare a nozze in età minorile, un terzo di queste ultime ha meno di quindici anni. Un dramma che si consumerebbe anche in Italia, secondo un’indagine riportata lo scoro anno da ‘Il Giornale’, sarebbero circa 2000 le nuove schiave nate e cresciute nel nostro Paese, ma obbligate a sposarsi come negli Stati d’origine. Cedue come del decesso. La piccola potrebbe aver avuto una malformazione, potrebbe essere stata uccisa da un malore. Ma il dubbio è anche che qualcuno l’abbia uccisa. Per chiarire comunque la dinamica bisognerà attendere una quindicina di giorni quando arriveranno i primi risultati dell’esame autoptico. I carabinieri intanto stanno ascoltando tutte le persone che sono entrate in contatto con mamma e figlia. Tra questi anche il padre della bambina che è un maremmano. Secondo quanto riportato sempre dal sito locale la mamma della piccola aveva lasciato il lavoro al night non appena aveva scoperto di essere incinta. Da quel momento aveva dapprima vissuto in un una cantina di Marina di Grosseto. Quella sistemazione era stata poi scoperta dai carabinieri dopo una segnalazione. A quel punto erano intervenuti i servizi sociali che avevano suggerito alla donna di trovare una sistemazione più adatta. La donna avrebbe poi trovato un lavoro come badante. Ad aiutarla con la figlia quindi erano due donne che talvolta si B.F. occupavano della piccola. mogli dalle loro famiglie che, in cambio, ottengono soldi. Il dato, elaborato dal Centro nazionale di documentazione per l'infanzia, tiene conto anche delle situazioni sommerse, ma è fermo al 2007 perché in Italia non ci sono progetti specifici per contrastare i matrimoni forzati. Pegni umani che pagano con la vita la scelta delle famiglie. Le conseguenze infatti su di loro sono disastrose: abbandono scolastico, gravidanze premature (alle quali si aggiunge un alto tasso di mortalità, sia per le mamme che per il figlio), violenze, abusi e sfruttamento. L’ORGANIZZAZIONE CRITICA I DUE CANDIDATI SINDACO DI TORINO Tra Fassino e Appendino spunta la Caritas Gli esponenti politici litigano sulla crisi nel capoluogo piemontese. “I poveri sono persone, non possono essere trattati come numeri pronti ad essere rimpallati tra le parti” a lite sui poveri tra i candidati sindaco di Torino Piero Fassino (Pd) e Chiara Appendino (Movimento 5 Stelle), non è andata giù alla Caritas che dopo il dibattito tv dei due esponenti politici interviene in una nota. “La Caritas di Torino deplora ogni strumentalizzazione a fini di polemica politica sul tema dei poveri nella nostra città e nel territorio dell’area metropolitana torinese - scrive l’organizzazione - I poveri sono persone non possono essere trattati come numeri pronti ad essere rimpallati tra le parti”. A Sky Tg24, tra i diversi temi L toccati durante la serata di venerdì dai due sfidanti si finisce a parlare di poveri. “La Caritas dice che a Torino ci sono 100 mila poveri, in gran parte nelle periferie”, dice Appendino. Fassino reagisce: “È falso, la Caritas non ha mai detto questo”. Lei a quel punto ribatte: “Il sindaco non crede che ci siano i poveri a Torino”. Fassino replica: “Sulla povertà non abbiamo fatto proclami, abbiamo lavorato”. “Il problema non va nascosto sotto il tappeto, ma preso di petto”, spiega la sfidante Cinque Stelle ribadendo alcuni dati negativi, come quello sulla disoccupazione. Un dibattito che non è stato visto di buon occhio dalla Caritas. “Siamo di fronte a persone che soffrono e che vanno rispettate e amate così come cercano di fare i molti volontari che li seguono - hanno spiegato dalla Caritas - stiamo parlando di persone in povertà più classica e grave, ma anche di tanti altri che sono finiti negli ultimi dieci anni in una situazione di serio impoverimento a causa della mancanza del lavoro, in particolare famiglie sottoposte a sfratto, padri e madri soli con figli a carico, immigrati precari, anziani soli e a basso reddito, giovani che non trovano occu- pazione, bambini che fanno le spese dei problemi economici o relazionali delle loro famiglie. L’impegno della Caritas e di altre realtà del privato sociale si fonda sulla concorde collaborazione anche con gli organismi istituzionali pubblici per cercare insieme di far fronte a tante necessità. Risulta, dunque, fuori luogo ogni utilizzo strumentale della questione da parte di tutti gli attori in gioco. Auspichiamo - si conclude nella nota - che nel dibattito vengano, invece, evidenziate le strade percorribili per incrementare la presa in carico di questi fratelli”. 11 Domenica 12 giugno 2016 DALL’ITALIA DOPO L’INCIDENTE DI VENERDÌ A RIETI, EPISODIO ANALOGO NEL LIVORNESE Lancia paracadutisti e precipita: due morti L’apparecchio, secondo alcuni testimoni, si sarebbe avvitato in aria prima di cadere I piloti, pur esperti, non hanno avuto scampo. L’Ansv apre un’inchiesta: in loco un team LA TRAGEDIA di Barbara Fruch ncora due morti per un ultraleggero precipitato. Dopo l’incidente di venerdì a Rieti, dove un velivolo appena decollato dall’aviosuperficie di Valle Santa è precipitato, un altro incidente si è verificato ieri intorno a mezzogiorno e mezzo in località Cecinella, a Cecina, in provincia di Livorno. Nello schianto sono morti i due occupanti: il pilota Alessio Orzella, 37 anni di Roma, e il copilota Cherubino Sbrana, 28 anni di Carmagnola (Torino), entrambi conosciuti come piloti esperti. Il decollo era avvenuto poco prima dall’aviosuperficie di Marina di Cecina. Sul posto sono intervenuti subito i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco e del 118 assieme ai carabinieri, oltre al magistrato di turno della procura di Livorno e la polizia scientifica. Dalle prime ricostruzioni emerge che il velivolo sarebbe caduto dopo il lancio di 7 paracadutisti, tutti incolumi: aveva effettuato il lancio, senza problemi. L’apparecchio poi, secondo alcuni testimoni, si sarebbe avvitato in aria e sarebbe precipitato di botto in un campo poco dopo la testata nord dell’aviosuperficie. Potrebbe essere stato un caso accidentale a provocare l’incidente. Secondo la prima ricostruzione un paracadute sarebbe rimasto impigliato Il decesso di Buonanno: l’autopsia esclude il malore A ipotesi della distrazione dietro la morte dell’europarlamentare Gianluca Buonanno continua ad essere quella più accreditata. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano La Prealpina di Varese, il medico legale Luisa Andreello che venerdì ha eseguito l’esame su corpo, ha escluso la possibilità che prima dello schianto Buonanno avesse avuto un malore improvviso, la seconda delle ipotesi che era trapelata inizialmente. A quanto pare la causa del decesso sarebbe ascrivibile allo schiacciamento del torace e alle lesioni emorragiche interne. Lesioni compatibili con una violenta botta contro il volante. Ad ucciderlo quindi sarebbe stato l’impatto della sua auto contro la Mercedes ferma nella corsia d’emergenza della Pedemontana. Esclusa comunque la teoria complottista ventilata sul web dopo lo schianto. Per il L’ durante il lancio al piano di coda dell’aereo, danneggiandolo: il paracadutista è poi riuscito a raggiungere terra incolume, il velivolo invece sarebbe diventato ingovernabile. Il velivolo coinvolto, come precisato dall’Agenzia nazionale sicurezza volo (Ansv),è un aeromobile Pilatus PC6 Turboprop, marche di identificazione S5-CMB, un aereo in grado di atterrare e decollare in piste corte e utilizzato per il lancio di paracadutisti sportivi. Per chiarire le cause l’Ansv ha aperto un’inchiesta e inviato sul luogo dell’impatto un team di investigatori per la raccolta “delle prime evidenze utili all’indagine”. Il giorno prima, come anticipato, un incidente analogo era accaduto a Rieti nei pressi di Colle Aluffi. Un velivolo era precipitato intorno alle 14.30, incendiandosi nell’impatto a terra e non lasciando scampo ai due occupanti: un noto imprenditore della zona da tempo appassionato di volo, Gianni Donati di 47 anni, che si trovava con la figlia 15enne Sara. Il piccolo biposto su cui stavano volando era decollato da pochi minuti dall’aviosuperficie Valle Santa, anch’essa di proprietà di Donati e distante poche centinaia di metri dal punto dove è caduto l’aereo. Secondo la prima ricostruzione fornita dai carabinieri, l'ultraleggero, prima di schiantarsi e incendiarsi tra i rovi che costeggiano via Chiesa Nuova, avrebbe volteggiato più volte a bassa quota su Colle Aluffi. Le cause della tragedia sono ancora da stabilire. Al momento non è chiaro se si sia trattato di un malore, un errore o un guasto. L’ultraleggero ha Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio momento a finire nel registro degli indagati è infatti solo il conducente della Mercedes bloccata dal guasto. Già negli scorsi giorni infatti, analizzando i video delle telecamere di sicurezza della zona, sarebbe emerso come l’europarlamentare (che si trovava senza cinture) si sarebbe chinato subito prima dell’impatto, probabilmente per raccogliere il cellulare caduto dal cruscotto perdendo così il controllo del mezzo. Gli agenti sullo smartphone hanno infatti trovato una chiamata senza risposta proprio negli stessi attimi dell’impatto. La salma intanto è stata dissequestrata ed è stato concesso anche il nullaosta per le esequie che verranno celebrate martedì a Serravalle Sesia, nella frazione di Bornate, in provincia di Vercelli. A Borgosesia invece, comune di cui Buonanno era sindaco, domani, lunedì, verrà allestita la camera ardente. preso fuoco e non ha lasciato scampo a padre e figlia, come hanno riferito i soccorritori, che sono stati avvolti dalle fiamme pochi istanti dopo l’impatto con il suolo. A notare il velivolo sono stati alcuni residenti della zona, che hanno prestato i primi soccorsi e allertato le Forze dell’Ordine. 12 Domenica 12 giugno 2016 SOCIETA’ NEL NOSTRO PAESE QUASI OTTO PERSONE SU DIECI NON VEDONO LA VIA LATTEA In Italia c’è troppa luce artificiale L’inquinamento luminoso cancella la notte, a rivelarlo un articolo su “Science Advances” DIRITTI D’AUTORE Ed Sheraan accusato di plagio per il brano “Photograph” uai in vista per Ed Sheeran, accusato di plagio per il brano “Photograph”, il singolo che il cantante avrebbe scopiazzato nota per nota dal brano “Amazing” del meno conosciuto Matt Cardle, vincitore a X Factor UK nel 2010. A puntare il dito contro di lui sono stati gli autori Martin Harrington e Thomas Leonard, che hanno scritto la canzone nel 2009, circa sei mesi prima dell’uscita del campione di incassi di Ed Sheran. I due esperti di musica, noti nell’ambiente aver lavorato con grandi artisti del calibro di Kylie Minogue ed Emma Bunton delle Spice Girls, hanno dimostrato le numerose somiglianze presenti, rivendicando la paternalità della melodia. Gli autori sostengono che Sheeran abbia copiato tutto il ritornello. L’avvocato scelto dai due è Richard Busch noto per avere vinto una causa simile per la canzone ”Blurred lines” interpretata da Robin Thicke e Pharrell Williams che vennero accusati dagli eredi di Marvin Gaye di avere copiato “Got to give it up”. L’avvocato parlando con Billboard ha dichiarato: “I miei clienti sono songwriters professionisti. Il loro lavoro è la G di Chantal Capasso atlante dell'inquinamento luminoso più accurato mai realizzato fino ad ora rivela che un terzo dell'umanità non è più in grado di vedere la Via Lattea a causa delle luci artificiali. E in alcune località, come Singapore, le persone non sperimentano mai condizioni che somigliano alla vera notte perché il crepuscolo artificiale è così luminoso che gli occhi non si adattano completamente alla visione notturna. Fra i paesi del G20, l'Italia è quello che soffre maggiormente, e la situazione potrebbe peggiorare con il passaggio all'illuminazione LED. Oltre l'80 per cento della popolazione mondiale vive in regioni in cui il cielo notturno è inquinato dal bagliore delle luci artificiali. E le cose vanno ancora peggio in Europa e negli Stati Uniti, dove l'intensità delle L’ luci è tale da privare della possibilità di vedere la Via Lattea rispettivamente il 60 e l'80 per cento della popolazione. Sono solo alcuni dei dati contenuti nell'atlante mondiale dell’inquinamento luminoso messo a punto da un gruppo di ricerca dell'Istituto di scienza e tecnologia dell’inquinamento luminoso a Thiene in collaborazione con altre istituzioni internazionali e illustrato in un articolo su “Science Advances”. Nel nostro paese il problema è così diffuso da impedire al 77% degli italiani di ammirare lo straordinario spettacolo notturno della Via Lattea. Addirittura un quarto della popolazione vive sotto cieli ‘abbaglianti’, talmente inondati da luce artificiale da non permettere agli occhi di attivare la modalità di visione notturna. E’ quanto emerge dall’ultimo Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso, pubblicato su Science Advan- ces da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Italia con l’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’inquinamento luminoso (Istil), un’organizzazione no-profit fatta da volontari. ”Essere al primo posto nella classifica dei Paesi piu’ inquinati dovrebbe far riflettere coloro che, specialmente a livello politico, continuano ad opporsi ad una limitazione dell’abuso dell’illuminazione artificiale notturna”, commenta il fisico Fabio Falchi dell’Istil, che ha portato avanti lo studio in collaborazione con l’Agenzia statunitense per l’atmosfera e gli oceani (Noaa), l’ente americano dei parchi nazionali, il centro tedesco di ricerca geologica (Gfz) e l’universita’ israeliana di Haifa. La situazione dei cieli è stata fotografata grazie ai dati raccolti dal satellite Suomi Npp di Nasa e Noaa: rielaborati da una quarantina di computer (con un software che ha calcolato la propagazione della luce in atmosfera), sono stati poi calibrati con una serie di osservazioni da terra, raccolte per il 20% da cittadini volontari. I dati dimostrano che, in termini di superficie, Italia e Sud Corea sono i Paesi più ‘abbagliati’ del G20, mentre Canada e Australia sono quelli piu’ bui. Nell’Europa occidentale, i cieli meno inquinati sono quelli di Scozia, Svezia, Norvegia, e a tratti anche quelli di Austria e loro vita e sono onorato che mi abbiano dato fiducia in questo importante caso. La similitudine delle canzoni tocca l'essenza stessa del lavoro. Le somiglianze vanno oltre la sostanza, che è di per sé sufficiente a stabilire una violazione del copyright e sono sorprendenti.” I documenti legali che sono stati portati a referto parlano di 39 note identiche. A tal proposito, la Bbc ha diffuso le immagini esclusive degli spartiti musicali presentati come prova al Tribunale di Los Angeles ma nessuno dei diretti interessati si è fatto sentire. Qualora il plagio venisse acclarato dai giudici, Ed Sheeran sarebbe costretto a pagare un risarcimento da 20 milioni di dollari. Spagna. Su scala globale, lo smog luminoso nasconde la Via Lattea ad un terzo dell’umanità. Le informazioni contenute nell’atlante sono molto preziose, aggiunge Falchi, ”soprattutto ora che ci troviamo sulla soglia di una transizione mondiale verso la tecnologia led che, a parità di luce prodotta, potrà aumentare l’inquinamento luminoso nella parte blu dello spettro di un fattore tre”. SU FACEBOOK SONO ARRIVATE LE FOTO “RUOTANTI” DA POTER PUBBLICARE E CONDIVIDERE La realtà virtuale a 360 gradi Lo ha annunciato Mark Zuckerberg, sulla sua pagina Saranno riconoscibili dall’icona della bussola ra già da un po’ di tempo che si parlava della possibilità di caricare sul social network di Zuckerberg, Facebook, le foto a 360 gradi, e presto tutto questo diventerà realtà Infatti, a breve, tutti gli iscritti potranno vedere e caricare le loro foto ''ruotanti'' condividendole con i propri amici. Le foto saranno visualizzabili anche con il visore. Ad annunciarlo sulla propria pagina è stato Mark Zuckerberg stesso: è sua la prima foto a 360 gradi pubblicata su Facebook, che spiega agli utenti come sia possibile navigare E all'interno di scatti "immersivi" tutti da esplorare. Sarà possibile sfruttare questa funzione sia da mobile che da desktop. Una volta entrati normalmente, sul vostro Facebook da mobile basta muovere il cellulare o semplicemente con il touch girare a 360 gradi la foto, mentre dal desktop è possibile farlo con l'uso del mouse. Grazie al nuovo formato, Facebook convertirà automaticamente queste foto piatte in immagini interattive che possono essere visualizzate sullo schermo dello smartphone attraverso le applicazioni di Facebook per iOS e Android. Il social network , ancora una volta stupisce con le sue novità, per non annoiare gli utenti e aiutarli a rimanere sempre collegati. Ovviamente, però, per vedere queste foto in modo ancor più coinvolgente bisogna usare un visore VR come il Samsung Gear VR: in questo caso, cliccando sul tasto " Guarda in VR" associato a ogni foto si attiva appunto la visualizzazione in realtà virtuale. In questo modo ci potrà ''catapultare'' virtualmente sul posto in cui è stata scattata la fotografia. Per poter usufruire della nuova funzione, sarà obbligatorio effettuare il nuovo aggiornamento dell'app di Facebook. Per restare aggiornato sulle ultime notizie dal mondo della tecnologia, puoi cliccare sul tasto ''Segui'' situato nella parte superiore della pagina. Il progetto di riferimento è stato rilasciato come progetto open-source su GitHub. La nuova funzionalità a 360 gradi non si applica retroattivamente, il che significa che panoramiche o fotosfere caricati precedentemente non saranno convertite in automatico. Ch.C.