La doppia rimonta di Giachetti

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La doppia rimonta di Giachetti
Italia
REFERENDUM TRIVELLE
Rai, da oggi tribune referendarie e messaggi autogestiti
— Tredici appuntamenti con le
“Tribune” referendarie per la durata
di trenta minuti ciascuno, a partire da
oggi fino a venerdì 15 aprile. Lo riferisce
una nota della Rai che in vista del
referendum popolare di domenica 17
aprile sulle trivellazioni nei mari italiani
ha messo a punto gli spazi radiotelevisivi
destinati alle “Tribune” e ai “Messaggi
autogestiti”. Spazi approvati dalla
Commissione parlamentare di Vigilanza
Rai che ha anche provveduto al sorteggio
per attribuirli in modo imparziale e che
saranno proposti su Rai1, Rai2 e Rai3.
La doppia rimonta di Giachetti
● I due sondaggi più recenti riaprono i giochi per Roma:
Democratici avanti con il loro candidato
● Per la prima volta il candidato Dem ha più consensi
dell’avversaria. E al ballottaggio vincerebbe
Federica Fantozzi
Adesso Roberto Giachetti comincia
a crederci. A poco più di due mesi dal
voto delle amministrative, due sondaggi riaprono per il candidato del Pd
a Roma una partita che sembrava persa in partenza. Da un lato, questa settimana per la prima volta Index Research dà Giachetti vincente al ballottaggio contro la pentastellata Virginia
Raggi. Nel senso che i due sono testa
a testa, e al primo turno prevarrebbe la giovane avvocatessa. Al secondo turno, però, la situazione si capovolgerebbe, con il vicepresidente della Camera al 54% contro il 44% della Raggi.
Ma c’è anche una seconda rilevazione che fotografa una rimonta
immediata di Giachetti. Secondo Scenari Politici- Winpoll, per l’Huffington
Post, questi supera nelle preferenze
Index
Research
vede il
candidato
del Pd
vincente
nella sfida
Vincitore
delle primarie.
Roberto
Giachetti,
il candidato del
centrosinistra
è dato in testa
dagli ultimi
sondaggi.
Foto: Ansa
la Raggi ottenendo il 26,6% dei consensi contro il 25%. Probabilmente la
situazione è frutto delle dichiarazioni
un po’ ingenue della Raggi sull’Acea
che hanno provocato un piccolo terremoto in Borsa. In più, sono distanze minime e ovviamente suscettibili di ulteriori cambiamenti nelle dieci settimane di campagna elettorale che porteranno al voto del 5 giugno. Ma segnalano un rientro nei
giochi non scontato per il candidato
Dem dopo quello che la città ha vissuto negli ultimi due anni e mezzo: le
varie tappe dell’inchiesta Mafia Capitale, le burrascose e lunghe dimissioni di Ignazio Marino, il commissariamento da parte del prefetto Tronca.
E forse Giachetti fiuta l’aria. Ieri
ha postato su Facebook un gioco di
parole tra i superpoteri di Jeeg Robot,
nel film romano che ha inaspettatamente sbancato i botteghini, e quelli che servirebbero a Jeeg Robè, cioè
lui, inquilino del Campidoglio. “Per
fare bene il sindaco di Roma ci vorrebbero i superpoteri.
Come quelli che scopre di avere Claudio
Santamaria nel film
di Mainetti dopo aver
fatto un bagno proprio
qui – scrive Giachetti Ma forse no. Forse per
fare il sindaco di Roma
bastano poteri “normali”. La serietà e l’esperienza. La capacità di ascoltare le voci
dei cittadini e non le
chiacchiere del Palazzo... Se ho questi poteri oppure no,
sarete voi a deciderlo, con il vostro
voto. Nel frattempo il tuffo nel Tevere me lo risparmio”.
Il sondaggio commissionato da
HuffPost, in sostanza, attribuisce a
Giachetti un punto e mezzo di vantaggio sulla Raggi (26,6% contro
25%). Al terzo posto, staccata di quasi 10 punti, la candidata di Fratelli d'Italia e Lega Nord, Giorgia Meloni al
17,7%, fortemente sostenuta dal leader leghista Matteo Salvini.
Arrancano invece le altre candidature in campo. Guido Bertolaso,
sostenuto da Silvio Berlusconi, è fermo al 10,5%. Un dato impietoso che
potrebbe ancora convincere l’ex capo
della Protezione Civile a ritirarsi. Del
resto, il campo del centrodestra è troppo affollato: oltre a Meloni e Bertolaso,
c’è il “civico” Alfio Marchini che non
si scolla dall’'8,9%, e Francesco Storace per la Destra, che commenta: “Folle e autodistruttivo questo atteggiamento”. E la durezza della battaglia
a destra, riflesso di una frantumazione a livello nazionale, mette in pericolo non solo la possibilità di arrivare al
ballottaggio ma anche quella che gli
elettori in un eventuale secondo turno convergano sullo stesso candidato. Anche a sinistra, Stefano Fassina, rimasto l’unico a correre per Sinistra Italiana dopo la scelta negativa di
Massimo Bray, raccoglie solo il 6,4%.
Sebbene siano indicazioni di tendenze molto generali, anche i numeri
di Index Research testimoniano una
per certi versi sorprendente capacità di stare in partita di Giachetti. Spostando però il baricentro della contesa
sul secondo turno. Per il candidato di
Matteo Renzi, insomma, sarebbe cruciale il passaggio al ballottaggio mentre a quel
punto la strada si semplificherebbe. Vittoria
per quest’ultimo con
il 54% contro il 44% di
Virginia Raggi.
In questo scenario,
sarebbero determinanti le coalizioni. E,
in particolare, il comportamento dell’elettorato di un centrodestra ormai fuori dalla competizione. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Daniela
Santanché hanno già fatto un endorsement (al momento puramente strumentale) per la giovane grillina. Ma
come si comporterebbero in quel caso
l’ex Cavaliere e Forza Italia, sconfitti sotto il profilo dei “moderati” dalla mancata affermazione di Bertolaso
e Marchini? Anche il partito azzurro
è una polveriera, divisa tra i sostenitori di Bertolaso e quelli che avrebbero scelto Marchini, ma di certo lontanissimo dall’universo grillino. Intanto Giachetti si prepara alla campagna
elettorale vera e propria che comincerà dopo il deposito delle liste. Consapevole che i sondaggi sono strumenti utili ma volatili.
«Per fare il
sindaco di
Roma
servono
serietà e
esperienza»
Virginia ha un problema
che si chiama Cinque Stelle
Raggi sconta nei sondaggi
la scarsa credibilità di M5S
come forza di governo
Fed. Fan.
Una candidata giovane, credibile,
appealing, che un insieme di circostanze mette seriamente in partita
per la poltrona di sindaco di Roma.
E alle spalle, un partito indebolito da
velenose accuse interne sulla mancanza di democrazia e scarsamente credibile come forza di governo.
È il paradosso che vede oggi Virginia Raggi, 37enne avvocato e vincitrice delle comunarie online pentastellate, tra i due candidati più credibili al Campidoglio, testa a testa
con Roberto Giachetti - nel contesto
di un centrodestra lacerato in quattro tronconi - suscettibile sia di vincere al primo turno che di approdare (più realisticamente) al ballottaggio. Mentre il M5S è quasi dieci punti sotto il Pd – 23% contro 34% secondo l’ultimo sondaggio Swg - in buona parte per colpa delle deludenti performance che ha avuto dove
è riuscito a governare a livello locale. Non solo il caso più noto di Quarto, Comune travolto da un’inchiesta su presunte infiltrazioni della
8
l’Unità
Martedì, 29 Marzo 2016
camorra alle elezioni, dove il sindaco Rosa Capuozzo ha rifiutato a lungo di dimettersi nonostante i solleciti dei vertici, o quello di Gela, dove
il primo cittadino è stato sfiduciato da 4 consiglieri su 5. A Livorno la
giunta di Filippo Nogarin ha vacillato su come gestire la sorte dell’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, travolta dai debiti. A Parma, l’ex golden boy Roberto Pizzarotti è sempre più distante
dalla linea di Casaleggio, i rapporti
con il direttorio sono gelidi e periodicamente si torna a parlare di un
addio del sindaco al movimento di
Beppe Grillo.
Precedenti che contano. E che
rappresentano piombo nelle ali
della Raggi lanciata dall’Economist come concorrente forte e paragonata a “un’aspirante parlamentare
democrat Usa”. Un salto notevole per
un partito anti-establishment come
i grillini. Un salto che però Raggi non
ha compiuto fino in fondo. A contribuire all’idea di inesperienza spesso
accostata al M5S sono state anche le
dichiarazioni della candidata sull’Acea: l’intenzione, se eletta, di cambiare il management e limitare i profitti privati, ha fatto perdere al titolo
della società il 4,7% a Piazza Affari.