Pollo bio
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verde. La rivista Coop per il bio e la sostenibilità. www.coop.ch/verde LA RIVISTA PER IL BIO E LA SOSTENIBILITÀ NO 02 Pollo bio: delicatezza da gustare Mele bio: varietà ricche di sapore L’intervista a Bertrand Wüthrich, contadino bio 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 48-1 23.04.12 15:53 editoriale iMpressuM editore: Coop edizione trimestrale tiratura: 1 300 000 indirizzo di redazione: verde Casella postale 8032 zurigo [email protected] ricette e altre informazioni: www.coop.ch/verde domande inerenti a Coop: 0848 888 444 www.coop.ch responsabile progetto: Coop philipp wyss Christian waffenschmidt responsabile realizzazione: oliver suter agentur paroli aG, zurigo responsabile creazione: daniel Krieg e uwe schlupp Ksb werbeagentur aG, zurigo Concept, Caporedazione: agentur paroli aG lüchinger publishing birgitta willmann Nel 2011 Coop era al 1° posto nel Corporate Rating oekom dei dettaglianti. Per le direttive bio più rigorose di tutta la Svizzera. La gemma di Bio Suisse così come Demeter sono tra i marchi bio più controllati e rigorosi al mondo. In qualità di azienda pioniera del bio Coop punta già dal 1993 sulla gemma. Senza compromessi. E voi potete contare su più di 1600 prodotti Naturaplan contrassegnati dalla gemma bio, realizzati secondo standard biologici e in piena armonia con la natura, dal primo all’ultimo. Perché la differenza si sente, eccome: www.coop.ch/naturaplan Collaboratori di redazione: Christina Gubler Gaby labhart Kaspar Meuli Marysia Morkowska Grafica, art direction: simone Fennel redazione foto: Mel sinha realizzazione: Christiane Gothuey organizzazione: Fabienne luks deborah rosenstein produzione: detail aG, zurigo stampa: swissprinters aG, Ch-4800 zofingen Cari lettori, siamo molto soddisfatti nel vedere che l’acquisto di prodotti biologici è diventato per i nostri clienti un fatto normale e non l’eccezione alla regola. Lo siamo ancor di più se pensiamo che Coop è stata una delle prime aziende a puntare sul biologico, lanciando nel 1993 la linea Naturaplan e siglando con Bio Suisse un’importante partnership. da allora – assieme a bio suisse – abbiamo sviluppato il mercato del biologico in svizzera. oggi il nostro è diventato il paese con il più alto consumo pro capite di prodotti biologici al mondo. ad oggi, il mercato bio continua a registrare una crescita nel complesso più virtuosa di quella dei generi alimentari. Nonostante questo dato positivo, i produttori biologici in svizzera sono ancora troppo pochi. da alcuni anni il loro numero è rimasto fermo al 10%. a pagarne le conseguenze sono soprattutto i consumatori: molti settori risentono delle difficoltà di approvvigionamento di prodotti biologici di provenienza svizzera come cereali panificabili, zucchero o colza i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, devono essere importati dall’estero. scarseggiano anche carne di maiale, di pollo e – a seconda della stagione – persino il latte biologico. alla svizzera servono dunque più produttori biologici. per questo Coop ha scelto di sostenere l’«offensiva bio» di bio suisse per sensibilizzare i contadini convenzionali sui vantaggi del biologico e spingerli alla conversione. per un’azienda, quello della conversione è un passo importante che dura circa due anni. per aiutare i contadini in questa delicata fase, Coop si è già dichiarata disponibile a vendere con il marchio Naturaplan la «merce da conversione» da loro prodotta durante il periodo di transizione, contrassegnandola con la gemma di conversione anziché con la gemma bio. per capire cosa implica la conversione al biologico vi suggeriamo di leggere l’intervista di pagina 36 a bertrand wüthrich, contadino bio del Giura. buona lettura Cordialmente Philipp Wyss responsabile Marketing e acquisti Coop Per un bio senza compromessi. 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 2-3 Foto: daniel infanger 2/12 coop verde - 3 23.04.12 15:53 iNdiCe ▶ 03 03 06 15 27 30 46 EDITORIALE IMPRESSUM A TAVOLA RUBRICA NUMERI FORUM IL MIO MONDO 08 16 22 31 32 36 40 ▶ ▶ ▶ ▶ ▶ ▶ POLLO BIO CUCINA NATURALE FORMAGGIO DI MONTAGNA DEI GRIGIONI PILLOLE BIODIVERSITÀ INTERVISTA MODA visita a hanspeter stoll, avicoltore a al «pöschtli» ad aeugstertal si schwarzenburg. mangia ancora come una volta. dati e fatti sul consumo sostenibile. bertrand wüthrich, contadino bio, sul futuro della coltivazione biologica. la coltivazione delle mele bio. Formaggio bio pro Montagna da lumbrein. 08 ▶ ▶ Moda estate trendy per la stagione più bella dell’anno. È possibile abbonarsi gratuitamente a verde sul sito www.coop.ch/verde o per mail all’indirizzo [email protected] 40 16 22 GalliNa appeNzellese a CuFFia Antica razza svizzera la rivista verde è stampata in svizzera su carta riciclata svizzera certificata FsC. l’elevata percentuale di carta riciclata ottenuta da raccolta differenziata regionale e da legno proveniente da foreste gestite secondo i principi dell’economia forestale sostenibile concorrono alla tutela ambientale. 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 4-5 36 ▶ www.coop.ch/verde Foto di CopertiNa: h. r. rohrer 32 La ricetta del «Pollo arrosto con erbe aromatiche, aglio e patate» è disponibile al sito www.coop.ch/verde Ricetta 2/12 coop verde - 5 23.04.12 15:54 sweet Coop Naturaplan Meringhe bio, 120 g 4.80 Cioccolato fondente con pistacchi caramellizzati e salati bio*, 150 g 4.90 Chocolate Coffee beans bio*, 120 g 5.50 Mandorle tostate bio*, 110 g 5.50 Coop Naturaplan dragées all’albicocca bio* 120 g 5.95 6 - coop verde 2/12 a tavola sour Coop Naturaplan praline bio Collection verte* 135 g 11.95 * in vendita nei grandi supermercati 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 6-7 Coop Naturaplan birnel bio 250 g 4.60 ** al prezzo del giorno Coop Naturaplan Mele bio**/*** dischetti di mele bio*, 150 g 7.95 limoni bio** Coop Naturaplan Gelato bio alle mandorle* 4 x100 ml 7.50 *** disponibilità stagionale Coop Naturaplan Miele di fiori bio cremoso 500 g 6.60 Coop Naturaplan infuso di rosa canina bio 20 bustine 1.30 Coop Naturaplan succo di pompelmo* 1 l 3.50 Coop Naturaplan lievito naturale in polvere bio* 4 x 10 g 1.55 Coop Naturaplan succo d’arance sanguigne bio* 75 cl 3.80 Food stills: daniel valance Coop Naturaplan Cetriolini bio* 215 g 3.10 styling: raphaela schönherr 2/12 coop verde - 7 23.04.12 15:54 Pollo bio CuCiNa Per polli giulivi Hanspeter Stoll gestisce un allevamento avicolo nello Schwarzenburgerland. Nella sua fattoria i polli crescono in piccoli branchi, amorevolmente accuditi e a tu per tu con la natura. hanspeter stoll, avicoltore per passione. Testo Foto 2/12 coop verde - 9 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 8-9 23.04.12 15:54 CuCiNa Pollo bio un gallo bio da ingrasso di razza hubbard. 10 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 10-11 le dolci colline dello schwarzenburgerland. Granaglie bio per i polli. pulcino di soli pochi giorni. un branco di polli mentre razzola all’aperto davanti al pollaio. 2/12 coop verde - 11 23.04.12 15:54 CuCiNa Pollo bio Pollo bio erogatori di cibo. delicate creature: polli nella stalla. la vista è mozzafiato: un susseguirsi di dolci e sinuose colline e un panorama che spazia dalle alpi alle prealpi e arriva fino al Giura. in lontananza, in posizione leggermente rialzata, spunta la chiesetta di wahlern. È una delle più richieste da chi si sposa. e nemmeno i novelli sposi che, si sa, non riescono a levarsi gli occhi di dosso, restano immuni al fascino di questo spettacolo. Gli unici che sembrano non fare una piega sono i polli degli stoll. sarà che ormai, a forza di scorrazzare in questi luoghi, ci hanno fatto l’abitudine e la loro attenzione, più che dal belvedere, sembra attirata dalla tenera erbetta e Per raggiungere il peso ideale, ai polli servono almeno 9 settimane. dalla ciotola di granaglie. «sono granaglie bio», spiega con una punta di orgoglio hanspeter stoll, «provengono dal frumento che coltivo io.» hanspeter stoll, perito agrario, possiede e amministra più di 19,5 ettari di terreno e una fattoria dal tipico tetto a quattro falde che ha quasi cent’anni. la struttura, che si trova alle porte del villaggio di schwarzenburg, è armoniosamente immersa nell’idilliaco paesaggio circostante, almeno tanto quanto la famosa chiesetta di wahlern. a costruire la fattoria fu il nonno, che 12 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 12-13 la passò al padre, il quale la trasmise poi al figlio hanspeter. ed è con la quarta e ultima generazione di famiglia che gli stoll decidono per una svolta. Fino a 13 anni fa, hanspeter stoll e la moglie gestivano questa azienda medio grande dedicandosi alla coltivazione di campi, all’allevamento di manzi e di vacche in conformità alle direttive ip. Fino a quando decisero di convertire la produzione al biologico. hanspeter stoll era convinto che la rinuncia a prodotti chimici e la coltivazione e l’allevamento naturale del terreno e degli animali fosse la «strada migliore» da percorrere. Nel 2002 decise di iniziare ad allevare anche polli. «il mio vicino aveva già avuto esperienze coi polli bio e si era reso conto che c’era un’effettiva richiesta di mercato.» in effetti, proprio in quel periodo, i consumatori svizzeri iniziavano a prestare sempre più attenzione ad allevamenti rispettosi degli animali e a carni di miglior qualità, anche per quella di pollo. le vendite di carne di pollo bio subirono un’impennata e l’associazione bio suisse si mise alla ricerca di nuovi produttori in grado di rispondere alla crescente domanda. la tendenza non fu un fenomeno solo passeggero: negli ultimi quattro anni le vendite di pollo con la gemma Coop sono triplicate. per gli stoll tutto questo significava soprattutto una cosa: entrate sicure da un lato ma duro lavoro dall’altro. Nel prato, in mezzo agli alberi ad alto fusto di mele, pere, ciliege, cotogne e prugne sorgono quattro capanni in legno. all’ombra dei tetti spioventi sono accovacciati un paio di galline e di galli; si distinguono solo dall’appariscente cresta. alcuni di loro si puliscono le penne color ruggine sul terreno, di tanto in tanto uno zampetta fuori e inizia a beccare sul prato. la maggior parte dei polli si è rifugiata nel capanno: «Non amano la luce intensa del sole», spiega hanspeter stoll. dall’alto il tempo non promette bene: un astore volteggia in circolo nel cielo. Qui lo chiamano anche l’«uccello dei polli». e ci sarà un perché... basta guardarli per capire che i polli sono creature delicate. allevarli in maniera naturale e rispettosa – come richiesto dalle direttive bio suisse – e proteggerli dalla natura richiede un lavoro attento e anche un pizzico d’ingegno. Gli spazi all’interno del pollaio sono rigidamente regolamentati: il numero di esemplari per ogni branco e per ogni pollaio non può superare le 500 unità; quelli di hanspeter stoll sono 420. i mangimi biologici e privi di farmaci, il tipo e le dimensioni di mangiatoie, gli abbeveratoi, i ballatoi e i bagni di polvere all’aperto devono essere rigorosamente in linea con gli standard. per far sì che i suoi I polli sono creature delicate: allevarli in maniera naturale e rispettosa richiede enormi attenzioni. polli abbiano acqua sempre fresca, hanspeter stoll si è fatto aiutare da un installatore di sanitari e ha sviluppato uno speciale sistema di adduzione e di distribuzione dell’acqua. un’altra sfida è stata progettare feritoie di aerazione nei pollai sufficientemente larghe da permettere un raffrescamento dei locali anche nelle giornate estive di caldo più intenso ma abbastanza strette da impedire alle volpi d’intrufolarcisi. Questi animali, infatti, sembrano non lasciarsi intimorire dalle recinzioni allestite per tenere alla larga gli ospiti indesiderati. «una volta, una volpe, la recinzione è riuscita a superarla addirittura con un salto da ferma», racconta hanspeter stoll. Quando questi invadenti intrusi riescono a entrare di giorno nelle stalle mentre le porticine sono aperte, l’unica cosa che un contadino può augurarsi è che qualcuno nelle immediate vicinanze, insospettito dal concitato schiamazzo dei polli, accorra sul posto e lo aiuti a scacciare il vorace predatore. tra le altre incombenze che spettano regolarmente a hanspeter stoll vi sono anche le «grandi manovre». prima che i nuovi branchi si installino nei quattro capanni in legno, i ricoveri devono essere accuratamente ripuliti, ma soprattutto spostati su un terreno vergine. occorre, infatti, CuCiNa la fattoria centenaria degli stoll. dare all’appezzamento che ha ospitato l’allevamento il tempo di rigenerarsi. solo così si evita la trasmissione di malattie attraverso il terreno. ormai i giovani polli nati tre settimane prima e cresciuti finora nell’ex stalla dei maiali, sotto il calore di luci artificiali, non sono più pulcini e iniziano ad aver bisogno di razzolare su prati puliti e ricchi di fresca erbetta. poiché all’aperto i polli si muovono molto, la loro crescita è più lenta di quella dei polli convenzionali. ai polli biologici serve pertanto il doppio del tempo per raggiungere il peso ideale: almeno 9 settimane in tutto, durante le quali sviluppano anche alcuni dei loro atteggiamenti tipici. «Man mano che entrano nell’età puberale, i polli iniziano a picchiettare con il becco sui miei stivali di gomma», racconta hanspeter stoll con un sorriso. È il caso di dire che hanspeter stoll «conosce i suoi polli» e sa che con l’avanzare dell’età tenderanno a rispettarlo sempre meno e farà sempre più fatica a radunarli nel pollaio la sera. lui però non sembra scomporsi troppo. «vorrà dire che resteranno fuori finché non ne avranno abbastanza. e poco prima di coricarmi andrò a chiudere le porticine del pollaio.» Nella sua fattoria l’ultima parola pare proprio ce l’abbiano gli animali. _ POLLI BIO DA COOP: Coop è il PRINCIPALE RIVENDITORE di pollo bio con la marca propria biologica naturaplan. I produttori sono aziende agricole biologiche che rispondono interamente alle direttive della gemma di Bio Suisse. Controlli regolari indipendenti garantiscono che i polli Naturaplan vivano in strutture rispettose degli animali, si cibino di mangimi biologici non geneticamente modificati adatti alla loro specie e godano di sfoghi quotidiani all’aperto. 2/12 coop verde - 13 23.04.12 15:55 CuCiNa Pollo bio Rubrica INTERVISTA Qual è la differenza tra un gallo, un pollo e una gallina? il termine pollo è quello generico dato sia al maschio che alla femmina. il maschio riproduttore del pollo è chiamato gallo e la femmina che produce le uova gallina. in avicoltura si allevano indistintamente entrambi i sessi. Il consumatore è in grado di capire se il pollo acquistato è una gallina o un gallo? può intuirlo al massimo dal peso dell’animale. i galli crescono un po’ più rapidamente e producono più carne, dando origine a polli dal peso maggiore. se si sceglie un pollo bio che pesa dai 1200 ai 1400 grammi, indicato per la cottura arrosto, è più probabile che si tratti di un gallo che di una gallina. Esistono differenze per quanto riguarda la qualità della carne? tra la carne di gallina e di gallo non c’è alcuna differenza. un pollo bio però ha una carne differente rispetto a quella di uno convenzionale. si muove molto, ha un ritmo di crescita più lento e vive più a lungo; i suoi muscoli presentano pertanto fibre più sottili e più sode. per un pollo bio è consigliabile aumentare della metà il tempo di cottura, riducendo un po’ la temperatura. il pollo risulterà più succulento e la carne più tenera. Evviva lo Svushi! appeNzellese a CuFFia Antica razza svizzera 1,2 –1,5 kg appeNzellese barbuta Antica razza svizzera 1,6–2,3 kg pollo svizzero Antica razza svizzera 2,4–2,8 kg Quali sono le razze di polli più indicate per il biologico? razze risultanti da allevamenti speciali. l’animale deve essere robusto e adattarsi bene alla natura e all’ambiente, in quanto si muove all’esterno sia d’estate che d’inverno. Nelle stalle non ci sono poi impianti tecnici di aerazione. Le tre antiche razze autoctone non soddisfano questi criteri? sì. Ma sia l’appenzellese a cuffia, sia l’appenzellese barbuta sono galline ovaiole e presentano più sterno e ossa nelle cosce che carne. persino la gallina svizzera, impiegata sia per la produzione di carne che di uova, presenta un petto appuntito e lungo che non corrisponde esattamente alle aspettative della maggior parte dei consumatori. _ RUEDI ZWEIFEL (ingegnere agronomo al Politecnico di Zurigo ETH) direttore della Fondazione aviforum di zollikofen, Centro di competenza dell’economia avicola svizzera nei settori formazione, ricerca e servizi 14 - coop verde 2/12 Foto: ruben wyttenbach 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 14-15 illustrazioni: sonja danowski hubbard Pollo svizzero biologico 2,0–2,3 kg Collo Nudo Razza francese gourmet 2,1–3,4 kg CuCiNa Testo un esercito di cuochi provetti preparano tonnellate in svizzera si conoscono una settantina di diverse di tonno. il paese dei pastori alpini e dei banchieri sembra varietà di pesci d’acqua dolce; tutte commestibili, anche se dal nutrirsi di sushi come vivesse in mezzo ad un oceano differente sapore. per via dell’abbondante presenza di lische, gli popolato da banchi di pesce. peccato che la realtà sia un po’ abramidi, i rutili o le tinche sono – come dicono i pescatori del diversa: la svizzera non è un’isola e la pesca indiscriminata lago di zurigo – veri «puntaspilli». il salmerino alpino, uno dei ha impoverito i mari di tutto il pianeta. Come si comporta il nostri pesci commestibili più prelibati, è arrivato nei nostri gourmet responsabile? Non varca i confini nazionali e la laghi prealpini dopo l’ultima glaciazione per sfuggire pesca la fa – per così dire – sotto casa: lì dove il pesce è più all’innalzamento di temperatura dei mari. È considerato il re fresco. perché la qualità sta proprio nella freschezza. tanto dei pesci d’acqua dolce. Conosciuto nell’area del lago di più se il pesce gli piace crudo. Ginevra con il nome di «omble chevalier» (il cavaliere dei pesci) le alternative non mancano: e nell’area del lago di zugo tartare di coregone, carpaccio come «rötel», il salmerino alpidi lucioperca, salmerino marinato con lemon grass, peperonno è particolarmente apprezcino, wasabi e crème fraîche. zato dalle buone forchette. dal e poi sfatiamo un mito: una mese di settembre, durante il ceviche peruviana o una escaperiodo riproduttivo, il ventre bèche catalana riescono bene di questa varietà di salmerini anche con pesce nostrano. maschi si colora di rosso per wolfgang ribi di erattrarre le femmine (e non solo matingen all’untersee fa di quelle). per gli aficionados è un mestiere il pescatore. la sua è evento imperdibile. il periodo una professione che scelgono di pesca è breve e non supera in pochi. si guadagna poco, si poche settimane in novembre e fatica molto e ci si alza di dicembre. il salmerino alpino buon’ora. sul lago di Costanpredilige acque fredde e pulite. za i pescatori rimasti sono Negli anni settanta nel lago di cinque. su quello di zurigo Costanza questa specie si era undici e sul lago dei Quattro quasi estinta. oggi si è deciCantoni tre. Come tanti della samente ripresa. e il lago pure. salMeriNo e CoreGoNe sua razza, anche ribi è uomo anche l’industria della pesca ha di poche parole. «più stai in acqua, più ti indurisci. dato una mano per favorire la riproduzione della specie pescare è un’attività solitaria. e dato che i pesci non attraverso la creazione di incubatoi. Chi non fosse così rispondono a volte si finisce per parlare con gli uccelli.» fortunato come ribi e colleghi da vivere sulle rive di un lago, Mia nonna era solita dire che, quando dio creò ha oggi la possibilità di vivere un’esperienza gourmet di l’universo, fu così saggio da non dare ai pesci il dono prim’ordine anche con pesce da allevamento biologico. la della parola. Chissà altrimenti quanti schiamazzi scelta è vastissima e spazia dal pesce persico al coregone, dal avremmo dovuto sorbirci ogni volta che un pesce de- salmerino alle trote. tutto pesce freschissimo, pronto da porponeva un uovo. a seconda della stagione e del bottino tare in tavola che non proviene dal congelatore o dalla stiva di giornaliero, ribi cattura esemplari di coregone, pesce un aereo, ma direttamente dai nostri laghi. a noi piace chiapersico, luccio, salmerino, trota o bottatrice. i coregoni marlo scherzosamente «svushi», il sushi di pesce svizzero. _ li affumica lui e meritano davvero un assaggio perché sono buonissimi. ai palati raffinati consigliamo, dopo La ricetta dell’escabèche con filetto di pesce persico è disponibile aver visitato ermatingen, di fare una puntatina al «ribi’s al sito www.coop.ch/verde. Per domande alla nostra columnist Fischlädeli», la pescheria di ribi. potete scrivere all’indirizzo: [email protected] illustrazione: eduardo recife 2/12 coop verde - 15 23.04.12 15:55 CuCiNa Naturale La cucina di mamma ♥ SULLA STRADA CHE ATTRAVERSA AEUGSTERTAL, NEL DISTRETTO ZURIGHESE DEL SÄULIAMT, IL CARTELLO LO INDICA COME «ALTE POST», MA TUTTI LO CHIAMANO AFFETTUOSAMENTE IL «PÖSCHTLI». A QUEST’ALTEZZA LA STRADA FA UNA BRUSCA SVOLTA. SEGUITELA. NON VE NE PENTIRETE. PAROLA D’INTENDITORE. Testo può capitare che qualcuno sbagli strada, ma solo la prima volta. il «pöschtli» poi lo ritrovi sempre, perché è un posto unico. Qui il tempo sembra essersi fermato: dentro ci trovi ancora una stufa in maiolica – di quelle vere, non solo per decorazione – con un gatto accovacciato sopra che ci si riscalda. vero pure lui. il registratore di cassa è un pezzo d’antiquariato (funzionante!) in pieno stile anni sessanta. il «pöschtli» fa una quarantina di coperti in tutto; fuori in giardino ce ne stanno altrettanti. Qui dentro generazioni di ospiti hanno mangiato e festeggiato, immortalando la loro presenza con un’incisione sul grande tavolo in legno. Franz lehner è l’oste, ha 47 anni e prima di arrivare qui lavorava nel sociale. per Franz il «pöschtli» è come una seconda moglie, ci spiega con un sorriso compiaciuto. rösti, cotolette di maiale , bratwurst, cous-cous e fondue sono i fiori all’occhiello. a ben guardare sembrano abbinamenti un po insoliti. sabina lehner, 53, la donna che ha sposato Franz, scoppia in una fragorosa risata. «Qui non c’è niente di studiato. Cuciniamo quello che pre- Foto parava mia madre.» e quando parla al plurale si riferisce anche alle due figlie adulte. Nel 1962 la madre di sabina si traferì da basilea in questa remota campagna per gestire un’osteria e fondare la sua impresa. la bella straniera che veniva dalla città tirò grandi da sola tre figlie. l’inizio non fu semplice. la giovane attirò subito la curiosità Alte Post Aeugstertal – 044 761 61 38 lu-Ma-ve dalle 16.00 sa & do dalle 10.00 della gente del villaggio che cominciò a mormorare alle sua spalle. Ma lei non si fece scoraggiare: preparò i rösti come le aveva suggerito un conoscente e imparò da un algerino a cucinare il couscous. Qualcuno le disse che nel menu non poteva mancare la fondue. all’inizio fu scettica, temeva che il profumo di fondue facesse a pugni con quello del cous-cous. poi cedette e si fece prestare dalla vicina il primo caquelon. al «pöschtli» si intrecciano le storie di tante vite. tante quante quelle degli ospiti che lo visitano. il bio qui non fa notizia: in questo ristorante la cucina biologica esiste da molto tempo prima che del bio si iniziasse a parlare. Quanto al menu, solo prodotti di stagione. Quella del «pöschtli» è una cucina semplice, genuina, ovviamente a base di prodotti di primissima qualità che provengono dai contadini e dai produttori della zona. sabina e Franz hanno sempre accettati i consigli. i due conoscono di persona tutti i loro fornitori: benno pally da Curaglia che prepara per loro la salsiccia di patate e il salame di cervo, o steffen da aeugstertal, il macellaio che confeziona un inimitabile schüblig. il pane lo acquistano dalla panetteria bio di obfelden di sabine Neinhaus, mentre le verdure bio provengono dall’associazione «Murimoos werken und wohnen». insomma, qui di artificioso non c’è davvero nulla. È tutto autentico e schietto, dalla qualità di quello che offrono, ai prezzi. la prossima volta che passate dalle parti di aeugstertal ricordatevi di quella svolta. _ sabina e Franz lehner: i titolari del «pöschtli». 16 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 16-17 23.04.12 15:55 Naturale Cucina Ricette bio per 4 persone Bratwurst del Säuliamt con rösti alla pancetta Rumtopf ♥ ♥ Bratwurst 1 c. di olio d’arachidi* 4 bratwurst ad es. di maiale o di vitello Rösti 1 kg di patate a pasta soda ad es. Charlotte 2 c. di burro per arrostire* 3/4 di c. no di sale* 100 g di pancetta affumicata Realizzazione In una casseruola capiente portare a bollore ca. 5 dl di acqua. Unirvi le patate e cuocerle al dente a fuoco medio per 25–50 min., a seconda della dimensione, coprendo la casseruola solo per metà. Scolarle e lasciarle raffreddare. Pelarle e grattugiarle con la grattugia per rösti, quindi salarle. Ridurre la pancetta a cubetti. In una padella anti aderente riscaldare 1 c. di burro per arrostire. Unire i cubetti di pancetta e rosolare breve mente. Aggiungere le patate e rosolarle per 5 min., rigirandole di tanto in tanto. Ricom porle con una paletta, proseguire la cottura a fuoco medio. Con un colpo secco di polso rigirare i rösti in aria in modo che ritornino sulla padella con la parte non abbrustolita rivolta verso il basso oppure rigirarli facendoli scivolare sul coperchio della padella o su un vassoio tondo. Arrostire il secondo lato. Far fondere il burro restante tutto attorno al bordo dei rösti. Disporre su un vassoio preri scaldato. In una padella antiaderente unta d’olio arrostire le salsicce a fuoco basso rigi randole. Servirle con i rösti. Säuliämtler-Bratwurst mit Speckrösti Realizzazione Al «Pöschtli» la frutta sotto spirito si chiama «rumtopf» e si prepara con quello che la stagione offre. Si comincia dalle ciliege precoci*: togliere i piccioli delle ciliege, ma pesarle ancora con il nocciolo. Aggiungere una quantità di zucchero pari alla metà del loro peso e mescolarle in una terrina. Rimestare delicatamente fino a sciogliere lo zucchero. Mettere le ciliege in un vaso in terraglia ermetico. Bagnarle con del rum* scuro a 40% fino a sommergerle quasi completamente. Appoggiarvi sopra un piatto, coprire e lasciar riposare al buio. In un secondo tempo aggiungere bacche mature (lamponi, uva spina*, ribes, more o mirtilli). Poi la frutta a nocciolo (albicocche, susine goccia d’oro*, prugne ecc.) che, a seconda della pezzatura, andranno dimezzate o ridotte in quarti e private del nocciolo. A fine stagione aggiungere l’uva. Anche le bacche e i frutti vengono prima pesati come nel caso delle ciliege e poi mescolati a una quantità di zucchero pari alla metà del loro peso. Non appena lo zucchero si scioglie, unirlo al vaso con l’altra frutta e rabboccare con del rum fino a coprire la frutta. Dopo ca. 3 mesi il rum topf è pronto. Consiglio Ovviamente il rumtopf si può preparare anche in una sola ripresa, ad esempio in agosto. Anche se è sicuramente più divertente aggiungere progressivamente la frutta di stagione in stagione. La tradizione vuole che il rumtopf sia servito la prima domenica d’Avvento. Si conserva per ca. 9 mesi ed è ottimo anche con gelato alla vaniglia o con panna. Preparazione Aggiungere frutta e bacche per ca. 5 mesi + ca. 3 mesi di macerazione Consiglio Cuocere le patate il giorno prima con la buccia, sbucciarle quando sono ancora calde e chiuderle in un sacchetto di plastica. Lasciarle riposare in frigo. Quando le grattu gerete, le patate resteranno più compatte. Preparazione ca. 70 min. + 2 ore per far raffreddare Pancetta da rosolare. 18 - coop verde 2/12 * Non disponibile da Coop in qualità bio. 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 18-19 Patate pelate pronte per i rösti. Gli intagli sul tavolo lasciati dagli ospiti raccontano tante storie. 2/12 coop verde - 19 23.04.12 15:55 Naturale Cucina Insalata di cervelat e formaggio Insalatina del «Pöschtli» ♥ ♥ L’insalata che servono al «Pöschtli» è sempre diversa e, a seconda della stagione, si arric chisce di foglioline di erbe aromatiche, verdure grigliate o marinate, purè di patate, lenticchie o piselli. La cosa più sfiziosa però è la salsa: un condimento semplice, con la sola aggiunta di sale alle erbette, olio d’oliva spremuto a freddo e aceto fatto in casa. Insalata 4 cervelat senza pelle 80 g di Tilsiter 80 g di Appenzeller 1 cipolla sbucciata Sale* Salsa 3–4 c. di olio di girasole Sale* Una punta di senape 2–3 c. di aceto di mele Realizzazione Mondare le foglie di insalata di stagione e spezzettarle, disporle su un piatto. Arricchire a piacere con fettine di carote, ravanelli, peperoni a strisce, fettine di cetrioli, olive, cavolo o verza (affettate e condite con curry), spicchi di pomodoro, foglioline di erbette (prezzemolo, timo, aglio orsino* ecc.). Insaporire quindi con sale alle erbe aromatiche, olio e aceto. Solo a questo punto, distribuire sull’insalata la guarnizione pronta a base di verdure grigliate (melanzane, zucchine o sedano a costa) e pinoli tostati. Guarnizione 4 cetriolini in agrodolce Realizzazione Dimezzare i cervelat nel senso della lunghezza e affettarli. Distribuirli sul piatto. Tagliare il formaggio a cubetti di un centimetro abbondante. Distribuirlo sui cervelat. Tagliare la cipolla ad anello, versarla sopra. Salare leggermente quanto basta, cospargere con olio. Mescolare leggermente la senape e l’aceto in modo che la senape non si sciolga completamente. Cospargerla sull’insalata. Tagliare i cetriolini a ventaglio e guarnirvi l’insalata. Consiglio Ottima con un’insalata di cervelat e formaggio. Consiglio A seconda della stagione, arric chire l’insalata di cervelat e formaggio con pomodori, formentino, fiori commestibili come per esempio margheritine, fiori di erba cipollina ecc. Preparazione ca. 10 min. Cervelat e formaggio, la materia prima. 20 - coop verde 2/12 * Non disponibile da Coop in qualità bio. 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 20-21 Per l’insalata ci si ispira alla stagione. Uno dei posti a sedere più ambiti in giardino. 2/12 coop verde - 21 23.04.12 15:55 Formaggio bio VITA Dalla montagna alla valle A Lumbrein, in Val Lumnezia, il casaro Mario Albin produce un’assoluta prelibatezza: il formaggio di montagna dei Grigioni bio prodotto con latte bio al 100%. Testo Foto estate all’alpe con la rosa, la Käthi e la Flora, tre vacche bio. 2/12 coop verde - 23 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 22-23 23.04.12 15:55 vita Formaggio bio Formaggio bio VITA ina albin dietro il bancone. l’alpe staviala vedra alle prime luci del mattino. la mungitura manuale delle vacche. metri sul livello del mare, 369 anime, 151 vacche da latte, 1 caseificio: per lumbrein, un paesino grigionese in val lumnezia, la produzione lattiera rappresenta un’importante fonte di reddito. Fin qui niente di strano se non fosse per il fatto che, come in altri villaggi montani limitrofi, le vacche di lumbrein producono solo ed esclusivamente latte bio che il casaro Mario albin trasforma in formaggio di montagna bio. Con il suo berrettino e il grembiule in plastica bianco, albin incarna il prototipo perfetto del casaro. dal 1996 è lui a trasformare il latte in formaggio di montagna dei Grigioni bio. Con un inarrestabile entusiasmo, ci accompagna nella visita all’azienda a conduzione famigliare che negli ultimi 15 anni ha messo in piedi con la moglie ina. Chi, pensando a un caseificio, immagina ancora un enorme paiolo rotondo sospeso su un crepitante fuoco e un vecchietto intento a rimestarne lentamente il contenuto rischia una cocente delusione quando giunge qui. Nemmeno l’isolamento del remoto villaggio di lumbrein, ha impedito alla più moderna tecnologia casearia di arrivare fino a qui. Completamente ristrutturato nel 1991 dalla cooperativa di casari locale, il caseificio di lumbrein è da allora considerato uno dei più moderni in zona. utensili e grandi calderoni in acciaio inox, tubi, agitatori meccanici e pavimenti e pareti con piastrelle lavabili garantiscono l’assoluto rispetto delle normative igieniche. l’unica cosa che oggi ricorda ancora l’antico paiolo in rame è il nome: «Chäs-Chessi», in italiano il paiolo del formaggio. 1450 vacche al pascolo durante una giornata estiva. una specialità grigionese per cena: i capuns. Mario albin al lavoro sul «Chäs-Chessi». 24 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 24-25 2/12 coop verde - 25 23.04.12 15:56 vita Formaggio bio Fare il formaggio è un lavoro duro che non conosce né vacanze né week-end. una consistenza simile a quella del budino. Con una lira, un attrezzo dotato di fili metallici paralleli, si sminuzza il composto, separandolo dal siero. la massa granulosa così ottenuta – la «cagliata» – viene pressata, messa in uno stampo e immersa per un giorno in una salamoia. «durante questa fase il formaggio assorbe sale da un lato e rilascia liquidi dall’altro», spiega albin. e mostra il locale dove le forme appena pronte sono lasciate stagionare: una stanza con pareti in cemento costruita in una pendenza. a seconda della varietà di formaggio, la stagionatura dura dai quattro ai sei mesi. le forme vengono rigirate regolarmente e massaggiate con sale. una volta pronte sono vendute nello spaccio del caseificio o in uno dei negozi Coop come formaggio di montagna dei Grigioni bio pro Montagna. Coop ha fornito un importante contributo per garantire la sopravvivenza del caseificio di lumbrein e per rilanciare il formaggio di montagna dei Grigioni bio. Nel 1996, il rivenditore al dettaglio ha aiutato i contadini nel processo di conversione al biologico, proponendo loro di inserire nel proprio assortimento il loro cacio. e dal 2007 i caseifici di montagna grigionesi dell’organizzazione delle varietà di formaggio di montagna (sobK) hanno aderito al programma pro Montagna. bistgaun Capaul, contadino, ex attivista politico e presidente negli anni ottanta della cooperativa di malgari di lumbrein, è stato il personaggio che ha maggiormente spinto i contadini del villaggio a riconsiderare nuovamente la produzione casearia. «Negli anni ottanta molti dei caseifici grigionesi nati nel Xviii secolo scomparvero», racconta Capaul, «mi chiesi come potevamo contrastare il fenomeno.» 26 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 26-27 la soluzione fu estendere la produzione a tutto l’anno e rinunciare ai mangimi insilati (foraggi fermentati). ina albin ci spiega il perché: «Con il latte prodotto da vacche nutrite con mangimi insilati non si può produrre del vero formaggio.» Capaul riuscì nella sua impresa: lumbrein bandì i mangimi insilati e poco dopo la cooperativa decise di passare interamente al biologico. prima che i produttori di latte di lumbrein ottenessero la gemma di qualità bio suisse ci sono voluti due anni. Nel 1996, Mario albin e la sua famiglia, tanto attesi dal villaggio, si trasferirono qui. le 151 vacche dei sei allevatori di lumbrein e degli altri due di val lumnezia producono oggi 850 000 litri di latte bio, che albin trasforma in 75 tonnellate di formaggio. albin è uno dei casari di maggior successo dei Grigioni; i suoi formaggi vengono regolarmente premiati. l’ultimo riconoscimento risale a poco tempo fa: all’«international Cheese award» di Nantwich, in inghilterra, il suo «piz bever bio» si è aggiudicato un argento e un bronzo. ina albin, che gestisce il negozio, guarda il marito con un tenero sguardo: «Quello che facciamo qui è un lavoro artigianale, a volte molto duro, ma soddisfazioni come queste ci ripagano di tutta la fatica.» _ VITA Crescione inglese Indivia riccia Cicorino rosso Radicchio trevisano Tarassaco Catalogna Pro Montagna: Dal 2007, con la marca Pro Montagna, Coop offre prodotti di montagna svizzeri di primissima qualità. Tra questi c’è anche il formaggio di montagna dei GrigiOni bio. Ad ogni acquisto di un prodotto Pro Montagna un contributo è devoluto al Padrinato Coop per le regioni di montagna che supporta la realizzazione di progetti avveniristici nelle regioni di montagna svizzere. Grazie ad un finanziamento è stato possibile costruire un lattodotto e ampliare i locali di produzione della malga di Lumbrein. www.coop.ch/promontagna Fonte: Servizio di informazione agricola (LID), 2010 il gigantesco recipiente ha una capacità di circa 2500 litri di latte che d’estate arrivano qui a lumbrein attraverso un tubo sotterraneo. Come ce lo spiega ina albin: «abbiamo un lattodotto che collega direttamente l’alpe al caseificio.» i tre malgari a 2000 metri d’altitudine mungono le vacche due volte al giorno. prima di arrivare al caseificio degli albin, il latte percorre una distanza di circa 3,5 km passando per un tubo di 2,5 cm interrato un metro sotto terra. «Non appena il malgaro sull’alpe rimuove il tappo che trattiene il latte, servono circa 35 minuti prima che il primo latte sgorghi nel caseificio», spiega albin. Fare il formaggio è un lavoro duro che non conosce né vacanze né week-end. del resto anche le mucche fanno il loro dovere e, tutti i santi giorni, producono un latte di montagna genuino e ricco di sapore. il primo latte arriva in caseificio alle sei di mattina. dopo essere stato leggermente riscaldato sul paiolo viene addizionato con del caglio che, in soli 30 a 40 minuti, coagula il composto, facendogli assumere Numeri Cicorino verde Barba di frate Formentino Gli svizzeri consumano 47 127 tonnellate di insalata all’anno. Foto: daniel valance styling: raphaela schönherr 2/12 coop verde - 27 23.04.12 15:56 Per le direttive bio più rigorose di tutta la Svizzera. *Spiedini di gamberetti e salmone alla provenzale bio Coop Naturaplan, al banco, 100 g Crescione inglese bio Coop Naturaplan, 30 g, 3.10 Thé vert à la menthe du Maroc bio Coop Naturaplan, 50 cl, 1.30 Glace alla vaniglia bio Coop Naturaplan, 460 ml, 4.60 Pollo bio Coop Naturaplan, intero, ca. 1.1 kg, 19.50 / kg Cottage Cheese nature bio Coop Naturaplan, 200 g, 1.95 Glace al cioccolato con pepite di cioccolato bio Coop Naturaplan, 460 ml, 5.20 Pasta per torte spianata bio Coop Naturaplan Betty Bossi, rotonda, 270 g, 2.10 Gelatina di fiori di sambuco bio Coop Naturaplan, 210 g, 3.85 *Ravanelli bio Coop Naturaplan, mazzetto *Cipolle bio Coop Naturaplan, mazzetto Treccia contadina bio Coop Naturaplan, 550 g, 5.80 Prosecco DOC R. Dal Bo bio Coop Naturaplan, extra dry, 75 cl, 13.90 Tutti gli articoli fino a esaurimento delle scorte e in vendita nei grandi supermercati. * Al prezzo del giorno. Per un bio senza compromessi. 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 28-29 23.04.12 15:56 vita Forum dei lettori A.A .A. C E R CA S I Pillole ➜ Cari lettori, avete qualche domanda sul biologico e sulla sostenibilità? Scrivete ai nostri esperti e vi risponderanno: [email protected] L’idea di fondo dei prodotti bio dovrebbe essere la sostenibilità. Eppure, negli ultimi tempi da Coop trovo sempre più spesso frutta e verdura come avocado o noci di cocco bio che provengono da oltreoceano. Che cosa hanno questi prodotti di bio? Viktoria Sauter – Winterthur pillola 01 – riCiClaGGio vita pillola 02 – protezioNe del Mare Sapone che dona la vita Quante volte vi è capitato di andare in albergo e utilizzare solo una volta la saponetta in bagno? avete idea di che fine farà? Nei soli stati uniti, 2,6 milioni di saponette praticamente inutilizzate vengono cestinate. l’associazione americana Global soap ha quindi deciso di spingere le strutture ricettive e i privati a donare i resti di saponette. Global soap smista, rilavora e rimodella il sapone usato in nuove saponette e lo redistribuisce alle popolazioni bisognose nei paesi in via di sviluppo. Finora l’organizzazione ha donato circa 25 tonnellate di sapone. di recente, anche la catena di alberghi di lusso hilton ha dichiarato di voler aderire all’iniziativa. per Global soap, l’adesione di un colosso come l’hilton rappresenta un salto quantico: alle 300 istituzioni che finora donano sapone si aggiungeranno i 3700 alberghi hilton sparsi in tutto il mondo. | www.globalsoap.org | (sito web in inglese) I MIGLIORI CONOSCITORI DI VERDE! Cari lettori di verde, con le sue storie, la nostra rivista apre una finestra sull’affascinante mondo dei produttori biologici, ci spiega come lavorano e ce li fa conoscere più da vicino. se l’argomento vi interessa avrete sicuramente letto con attenzione gli articoli di questo numero e sarete in grado di rispondere facilmente alla seguente domanda: qual è il numero massimo di polli che possono essere allevati in un pollaio secondo le direttive bio? tra tutte le risposte corrette pervenute ne sorteggeremo sei. i vincitori riceveranno un foulard estivo tessuto a mano in cotone bio Naturaline realizzato nell’ambito del progetto aavran in india. ➜ Inviate la soluzione entro il 31 luglio 2012 all’indirizzo: Verde, casella postale, 8032 Zurigo o via e-mail all’indirizzo: [email protected] 30 - coop verde 2/12 Foto: anne Gabriel-Jürgens 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 30-31 Gentile signora sauter, la politica Coop per quanto riguarda i prodotti bio Naturaplan è puntare interamente alla gemma bio suisse. Questo significa che tutti i prodotti gemma – che provengano dalla svizzera o dal sudamerica – sono prodotti e controllati dalle stesse direttive. ha ragione quando obietta che l’importazione di prodotti da paesi lontani ne peggiora l’ecobilancio. il punto però non è tanto la distanza in sé, quanto la scelta del mezzo di trasporto utilizzato. Quello di gran lunga più critico è l’aereo. il trasporto via mare, invece, incide in misura irrisoria sull’ecobilancio complessivo. per questa ragione bio suisse vieta il trasporto di prodotti per via aerea. Questo significa che la frutta tropicale bio Naturaplan come le banane, gli ananas e i mango non arrivano in svizzera per via aerea ma via mare. Coop, inoltre, ricorre all’importazione oltreoceano di frutta bio solo nel caso questa non possa essere coltivata in svizzera o in europa. Cordiali saluti, il team di verde Portale del pesce Chi in futuro desiderasse nutrirsi solo di pesce di cattura sostenibile trova in rete un valido alleato: per la sola area germanofona la banca dati del Marine stewardship Council (MsC) riporta un elenco con più di 3000 prodotti. in tutto il mondo sono più di 8000 prodotti venduti nei negozi di 75 paesi. Gli utenti della banca dati possono inserire filtri ed effettuare la ricerca in base a criteri come paese, specie, forma di prodotto o marchio. il Marine stewardship Council si batte per la sostenibilità degli stock ittici e per la conservazione dell’ecosistema. | www.msc.org | illustrazioni: rahel eisenring, alexis saile testo: birgitta willmann 2/12 coop verde - 31 23.04.12 15:56 vita Mela bio Mela bio vita Il tempo delle mele IL PROCESSO DI SELEZIONE DI UNA CULTIVAR DI MELA BIO DURA ANNI. E LA SELEZIONE È DURISSIMA. SOLO UNA DELLE 50 000 PIANTULE AVRÀ TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER DIVENTARE UNA MELA BIOLOGICA. FRUTTO mediamente sodo, giallognolo, mediamente succoso SAPORE zuccherino e leggermente acidulo, aromatico MATURAZIONE ottobre– dicembre Testo Illustrazioni il colorito deve essere rosso, la polpa succosa e giallognola, ricoperta da una buccia lucida e turgida, croccante al palato e piacevolmente zuccherina. la trovate in vendita in vaschette di cartone da quattro. e il sapore corrisponde a quello che il suo aspetto suggerisce. sull’etichetta c’è scritto «Galiwa»: è una mela «bio». Mai sentita? Niente paura: è una cultivar relativamente nuova, in vendita solo temporaneamente in alcuni negozi Coop per testarne il gradimento. È resistente alla ticchiolatura – una malattia crittogamica causata da funghi – e quindi anche alle principali patologie diffuse in frutticoltura che causano antiestetiche macchie su foglie e frutti. solitamente la ticchiolatura si combatte con prodotti chimici. Questa malattia rappresenta per i contadini biologici una dura sfida, perché colpisce alcune tra le varietà di mele più amate dai consumatori: la Gala, la braeburn o la pink lady. per questo, dal punto di vista ecologico, la soluzione più ragionevole è puntare sin dall’inizio su cultivar resistenti che sul mercato stanno prendendo sempre più piede. a livello mondiale la svizzera detiene addirittura una posizione di spicco per la coltivazione di queste varietà. in questi frutti che scoppiano di salute c’è dentro tutta la passione di chi li coltiva. Come nella dolce «Galiwa», risultato del lavoro di sperimentazione dell’istituto di ricerche agroscope Changins-wädenswil (aCw). prima di arrivare sulle nostre tavole però, ha dovuto superare una lunga selezione. la Galiwa è stata «concepita» nella primavera del 1992. Come ogni anno, in primavera, una squadra di zelanti scienziati capeggiata dall’agronomo Markus Kellerhals ha FRUTTO giallo, sodo, succoso SAPORE equilibrio armonico tra acidi e zuccheri MATURAZIONE ottobre–aprile effettuato con dei pennellini l’impollinazione incrociata di diverse varietà di melo: decine di migliaia di fiori si incontrano con altrettanti pollini di cultivar note o ancora senza nome. tra queste un fiore della varietà Gala e il polline del K1r20a44, i genitori della futura Galiwa. Quando la mela inizia a crescere, sul fogliettino che la identifica non c’è che un codice: aCw 10442. l’autunno successivo la aCw 10442, assieme alle sue sorelle senza nome che pendono dall’albero, è finalmente matura. dai frutti si estraggono 10 000 semi che vengono messi a dimora nella serra di wädenswil e dai quali spunteranno presto 10 000 piantine, simili in tutto e per tutto alla aCw 10442. Quale di queste diventerà il melo perfetto? per capirlo sono necessari lunghi e complessi DAL PUNTO DI VISTA ECOLOGICO, LA SOLUZIONE PIÙ RAGIONEVOLE È PUNTARE SIN DALL’INIZIO SU CULTIVAR RESISTENTI. gironi di eliminazione. per prima cosa la squadra di Kellerhals sottopone le piante al test del fungo della ticchiolatura per individuare gli esemplari più resistenti a questa fitopatia. i test interessano anche la resistenza al mal bianco. Nel 1997, il vivaista procede quindi al prelievo di alcune marze dalle piante che hanno passato la selezione – un decimo scarso di quelle presenti all’inizio – e le innesta su portainnesti. trascorso un anno i primi frutti sono pronti per la degustazione. la aCw 10442 ottiene la menzione di «cultivar molto promettente», è ancora più dolce della Gala dalla quale discende, la mela preferita della svizzera. ha un 2/12 coop verde - 33 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 32-33 23.04.12 15:56 vita Mela bio Mela bio FRUTTO succoso, sodo SAPORE dolciastro MATURAZIONE settembre–dicembre bell’aspetto, un colore gradevole, la giusta pezzatura e una buccia liscia, è succosa e dalla consistenza perfetta e – ciliegina sulla torta – non subisce nessuna alterazione organolettica nemmeno dopo una conservazione prolungata. Grazie a queste caratteristiche, la aCw 10442 passa di nuovo il turno. Nel 2001 Kellerhals pianta in via sperimentale tre alberi. in breve tempo la prova di coltivazione è estesa anche ad altri siti, in svizzera e all’estero. il candidato aCw 10442 è visto con scetticismo da tutti i fronti. Ma ancora una volta è il suo dNa che smentisce ogni remora: gli alberi presentano una crescita vigorosa e una ramificazione modesta. l’apparato fogliare è sano, la resa da media a buona. l’unico neo è la maturazione leggermente eterogenea dei frutti. al turno successivo si valutano le caratteristiche di aCw 10442 dal punto di vista commerciale. Nel 2008 tocca a una squadra di esperti nata dalla collaborazione tra l’istituto di ricerche per l’agricoltura biologica (Fibl), Coop e alcuni frutticoltori bio. ogni anno gli esperti selezionano le varietà nazionali e internazionali potenzialmente più promettenti, scegliendone due o tre per ogni profilo organolettico e le esaminano approfonditamente. il contadino bio Christian vogt di remigen pianta alcune centinaia di esemplari di aCw 10442 per testarne le proprietà colturali. particolare importanza rivestono le prove di conservazione in celle frigorifere durante le quali le mele stazionano per mesi. anche le varietà apparentemente più promettenti potrebbero «fare fiasco», diventando farinose, grinzose o perdendo sapore. Non è il caso della aCw 10442 che supera brillantemente anche l’ennesima prova. 34 - coop verde 2/12 illustrazione: svenja plaas 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 34-35 vita FRUTTO sodo e croccante SAPORE dolce acidulo MATURAZIONE settembre–metà febbraio Finalmente – dopo 19 lunghi anni di sperimentazione – il battesimo si compie: la sterile sequenza alfanumerica ottiene finalmente un nome. d’ora in avanti la aCw 10442 si chiamerà «Galiwa» ed entrerà ufficialmente nel novero delle nuove cultivar. visibilmente fiero, Markus Kellerhals spiega: «delle 30 000 o 50 000 piantule circa con le quali partiamo, solo una arriva solitamente alla fine.» Ma se la nuova arrivata farà davvero breccia – come si augurano i contadini bio – spetterà ai consumatori deciderlo. dovremo aspettare la stagione invernale 2013/14 per capire se la «Galiwa» diventerà la nuova favorita dagli svizzeri. _ a causa della loro scarsa resistenza a patologie fungine, diverse note varietà di mele come la braeburn o la Gala non sono molto indicate alla coltivazione biologica. per questo l’interesse si sta spostando anche su altre varietà, oggi però ancora poco note ai consumatori. per questa ragione, assieme all’istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (Fibl), Coop ha sviluppato un sistema che suddivide le mele in tre categorie, in base alla loro peculiarità organolettica: ROSSO GIALLO VERDE intenso, piuttosto acidulo VARIETÀ: Rajka, Topaz delicato, dolciastro VARIETÀ: Ariwa, Florina, Galiwa (nuova) aromatico, acidulo VARIETÀ: Boskoop, Braeburn, Granny, Otava 2/12 coop verde - 35 23.04.12 15:56 vita Intervista Intervista Testo vita Foto 10 domande a Bertrand Wüthrich L’agricoltore del Giura ci racconta di una nuova generazione di contadini bio che sta nascendo e della necessità di abbandonare i vecchi stereotipi. Nome Bertrand Wüthrich Anno di nascita 1972 Formazione Studi di agronomia, agricoltura Professione Agricoltore part-time e consulente agricolo presso la «Fondation Rurale Interjurassienne» Residenza Courtételle, Giura Coltivazioni Cereali, girasole, colza 01 03 Bertrand Wüthrich, i suoi genitori erano contadini convenzionali. Lei però ha deciso di passare al biologico? Come mai? Quando, nel 2007, rilevai l’azienda agricola, in famiglia ci chiedemmo quali sarebbero state le sorti dell’azienda. il problema è che i nostri terreni sono piuttosto poveri e sassosi. per lavorare in profitto avremmo dovuto utilizzare più fertilizzanti e quindi anche più pesticidi. l’unica strada percorribile era passare al bio. le opportunità di mercato erano interessanti e la richiesta di prodotti biologici è in crescita. La conversione è stata vantaggiosa anche finanziariamente parlando? senza dubbio. io stesso lavoro in azienda solo part-time, mentre mio padre e mio fratello ci lavorano a tempo pieno e riesco a pagare loro un buon salario. se fossimo rimasti al regime convenzionale, tutto questo non sarebbe mai potuto accadere. vedo tanti contadini che hanno preso un’altra strada e che gestiscono da soli una fattoria di dimensioni analoghe alla nostra. si spezzano le ossa di lavoro e non appena capita un imprevisto, si blocca tutto. il nostro obiettivo non è avere un’azienda ultraautomatizzata, ma una fattoria dinamica e dei cui frutti possano vivere più persone. anche se a volte non è sempre facile perché non sempre la pensiamo allo stesso modo. 02 Inizialmente quindi la scelta è stata dettata da ragioni di carattere puramente economiche? sì, quando ci siamo decisi per la conversione la pensavamo così. Con il tempo però ho acquisito una visione sempre più ampia delle cose e sono diventato un po’ più ideologico. il contadino bio ha un influsso positivo sulla natura. oggi sui nostri campi vivono molti più lombrichi rispetto a cinque anni fa e anche molti più insetti. la differenza si nota a colpo d’occhio. 04 La coltivazione bio è impegnativa e questo la affascina. Quali sono le differenze rispetto a quella tradizionale? dal punto di vista delle tecniche colturali, l’agricoltura biologica è sicuramente molto più interessante di quella convenzionale. la sfida sta nell’ottenere buone rese senza 36 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 36-37 23.04.12 15:56 ricorrere a sostanze chimiche. dobbiamo evitare i prodotti che avvelenano le acque freatiche e i terreni e che ci creerebbero enormi problemi in futuro. Mi ero stancato di un’agricoltura che, a ogni minima difficoltà, aveva pronto il rimedio chimico. Quando si fa agricoltura biologica le cose vanno diversamente. l’aspetto interessante del mestiere di contadino è proprio questo e non certo il potersi dire: «ah! il mio frumento s’è ammalato. ora gli do una spruzzatina e tutto si sistema.» 05 Ma questo è esattamente quello che fanno i contadini tradizionali. È vero, anche se personalmente trovo sia molto più interessante interrogarsi su quali varietà meno vulnerabili alle malattie si potrebbero coltivare. in agricoltura biologica c’è una soluzione a quasi tutti i problemi. bisogna solo riflettere e agire per tempo. Noi, per esempio, coltiviamo colza. È una specie molto difficile da coltivare in biologico perché vulnerabile all’attacco di molti insetti. Noi, per esempio, lavoriamo con varietà a fioritura precoce o effettuiamo la lotta ai parassiti con polvere di roccia o preparati biodinamici. 06 Come hanno reagito i suoi colleghi quando è diventato un contadino biologico? in maniera molto diversa. alcune persone hanno detto: «può correre il rischio, tanto se gli va male gli resta sempre il lavoro di consulente agricolo.» altri ancora sono convinti che senza fertilizzanti non venga su niente. Come quei colleghi che coltivano barbabietola da zucchero in terreni come i nostri, del tutto in- 38 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 38-39 adatti a questo tipo di coltura. e allora sono costretti ad utilizzare fertilizzanti in quantità industriali. se questi contadini ci dessero ragione, dovrebbero mettere in discussione la loro strategia. Ci sono poi persone che ci osservano e si rendono conto che ce la facciamo. e per finire ci sono i miei vicini diretti: dagli inizi del 2011 anche loro sono passati al bio. lavoriamo molto assieme e ci scambiamo i macchinari. 07 Lei si considera figlio di una nuova generazione di contadini biologici? sì, ci piace autodefinirci i «neobio». i primi contadini bio del Giura erano tipi alternativi, giravano con la barba lunga, volevano rompere i ponti con la società ed erano figli di chimici di basilea. erano molto intransigenti e poco attenti all’aspetto economico. Noi, invece, ci avviciniamo all’agricoltura bio in maniera professionale e utilizziamo tutte le tecniche a nostra conoscenza, sia nella selezione delle varietà, sia nell’utilizzo di macchinari o nella lotta agli insetti. Questo approccio è servito a cambiare l’immagine dei contadini bio nel Giura. e ora siamo sempre più numerosi. Nel 2012, altre 15 aziende del cantone hanno effettuato la conversione al bio; assieme lavoriamo già un decimo della superficie agricola. 08 L’agricoltura bio cresce e diventa più produttiva. Molti consumatori però pensano che il bio sia legato ancora a piccole realtà agricole. esatto e può diventare un’associazione pericolosa. i consumatori acquistano un prodotto con un’immagine in testa che non rispecchia più la realtà. i nuovi bio-produttori producono in grandi quantità perché è quello che il mercato esige da loro. e qui ormai di idilliaco c’è ben poco. l’agricoltura e il commercio al dettaglio devono fare attenzione a non infondere false aspettative nella pubblicità. 09 A suo parere i prodotti bio hanno un sapore migliore di quelli convenzionali? il gusto è un fattore molto soggettivo. Non credo sia possibile riconoscere a priori un prodotto bio dal suo sapore. una mela bio che è stata trattata solo due volte – una in primavera con olio e una in estate con zolfo – non avrà forse un sapore migliore di una convenzionale, ma avrà di certo meno residui chimici di una Golden che è stata sottoposta a 18 trattamenti chimici. 10 Lei lavora anche come consulente agricolo. Come si pongono i giovani contadini oggi rispetto all’agricoltura biologica? Quando, dieci anni fa, si parlava di agricoltura biologica, la gente ci scherzava sopra, quasi di nascosto. i tempi sono cambiati. i contadini sono più schietti. a contribuire a questo cambiamento è stata la pubblicità ai prodotti bio fatta dal commercio al dettaglio che ha dato loro maggiore visibilità. Conosco però anche giovani agricoltori che arrivano entusiasti a casa con nuove idee e si sentono dire dai loro padri: «bio? toglitelo dalla testa! sulla mia azienda non se ne parla nemmeno!» l’ostacolo maggiore alla diffusione dell’agricoltura biologica resta sempre la testa dura dei contadini. _ Coop Verde American Express ®, issued by Credit Suisse AG, processing services provided by Swisscard AECS AG. vita Intervista Per acquisti che giovano a tutti. Da anni Coop si impegna a tutto campo a favore della sostenibilità, dell’ecologia e dell’etica, ad esempio con la carta Coop Verde American Express®. Lo 0,5% degli importi** che pagherete con questa carta di credito sarà devoluto a progetti sostenibili selezionati. Più userete la Verdecard come mezzo di pagamento, maggiore sarà il vostro contributo per realizzare questi progetti e più ne trarranno vantaggio l’uomo, gli animali e la natura. E tutto ciò non vi costerà neanche un centesimo in più. 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Foto Styling 2/12 coop verde - 41 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 40-41 23.04.12 15:57 Moda Naturaline TOP bianco 100% cotone bio 29.90 PANTALONI fantasia blu 100% cotone bio 69.90 42 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 42-43 Naturaline Moda GONNA navy 100% cotone bio 69.90 GONNA fantasia blu 100% cotone bio 69.90 GONNA bianca 100% cotone bio 69.90 2/12 coop verde - 43 23.04.12 15:57 MAXI-ABITO navy 100% cotone bio 99.00 PANTALONI navy 100% cotone bio 69.90 Modella: riley hillyer/select Model Management acconciature: tanya Koch Make-up: Nicola Fischer/style Council assistente alla fotografia: thomas stöckli produzione: Mel sinha tutti i prodotti tessili descritti sono disponibili da Coop City. Moda Naturaline Nel 2011 Coop era al 1° posto nel Corporate Rating oekom dei dettaglianti. Per i Tarzan di domani e le foreste di oggi. Coop presenta i primi pannolini certificati FSC in Svizzera. La cellulosa con cui sono realizizzati proviene da selvicoltura sostenibile, vieene sbiancata senza ricorrere al cloro e ha a un impatto sull’ambiente del 30% inferiore e rispetto ai pannolini convenzionali. E come se non bastasse i nuovi pannolini offrono il massimo della vestibilità, permettono alla pelle di respirare e sono dotati di un nucleo morbido e assorbente. In questo modo i m vostri «cuccioli» saranno ben equipaggiati v per p tutte le emozionanti avventure che il futuro gli riserverà. In vendita nei grandi magazzini Coop City e nei maggiori supermercati Coop. Co 44 - coop verde 2/12 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 44-45 101_304_205x275_Oeco_Tarzan_dfi.indd 3 23.04.12 09:01 15:57 12.03.12 il Mio MoNdo Polo 39.90 Claudia Germann l’uno (36) Fashion designer isa bodywear, Amriswil Testo «Non mi definirei né una creatura del giorno, né della notte. per questo la mia giornata di lavoro inizia molto presto. ad amriswil siamo in 50, la nostra è un’azienda a conduzione famigliare di sesta generazione dal 1849. lavoro a stretto contatto con andreas sallmann, il mio capo, una persona aperta e innovativa, capace di entusiasmarsi per idee fuori dal comune. assieme riusciamo sempre a raggiungere eccellenti risultati. la nostra collezione dedicata alla lotta per esempio, ispirata ad antichi motivi svizzeri e appenzellesi, è stata un successo assoluto. il nostro principale mercato è la biancheria intima da uomo, anche se da un paio d’anni abbiamo anche una collezione al femminile. ho studiato prima come sarta da donna, poi ho seguito una formazione come disegnatrice tecnica di cartamodelli e infine ho studiato da fashion designer alla scuola svizzera del tessile di zurigo. la moda maschile mi ha sempre incuriosito: quando un uomo trova un capo che lo convince, gli resta fedele. le donne invece sono differenti: sbirciano qua e là qualcosa che vorrebbero indossare. entusiasmare un uomo per qualcosa è più difficile. e poi – diciamocelo onestamente – nell’intimo, l’uomo svizzero medio non è mai stato particolarmente attento alla moda. oltre alle collezioni alla moda che escono ogni sei mesi, disegno anche la collezione di biancheria Naturaline. la particolarità di questi capi è il materiale che proviene da coltivazioni di cotone biologiche e che viene trasformato nel rispetto di rigide direttive. Questo non ha alcuna influenza sulla realizzazione del cartamodello. i miei prototipi li faccio qui. poi vengono prodotti in portogallo, dove l’azienda occupa altri 160 collaboratori. Natural- 46 - coop verde 2/12 illustrazione: Jindrich Novotny 133125_205x275_i_Verde_2_12.indd 46-47 mente per la collezione Naturaline non posso usare colori troppo intensi perché inadatti al tipo di capi. Ma si tratta di una collezione estremamente alla moda, amata anche dai tanti giovani. due volte l’anno visito i saloni della moda di parigi e della Germania. dove passo, porto a casa nuove idee, frequento conferenze, parlo con le persone del settore oppure, a spasso per la città, traggo ispirazione da quello che vedo. un altro trendsetter sono i film, per esempio quelli di James bond. e non solo nella moda, anche nello sport e nel design automobilistico. Quando mi affidano un progetto o un incarico concreto, mi siedo a tavolino con il fornitore e analizzo e sviluppo nuove qualità di tessuti e nuovi design, adatti alle esigenze e alle richieste del target. spesso e volentieri lavoro a stretto contatto con le vendite: la vicinanza al cliente per noi è fondamentale. Quando disegno ci metto l’anima. Creare qualcosa di bello per qualcun altro può essere divertente quanto farlo per se stessi.» _ Nel 2011 Coop era al 1° posto nel Corporate Rating oekom dei dettaglianti. PER ESSERE FASHION & FAIR 23.04.12 15:57