Il consolidamento dei cedimenti differenziali

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Il consolidamento dei cedimenti differenziali
Il
consolidamento
dei
cedimenti
differenziali
secondo Kappazeta
Segni è la cittadina, per il giornalista che arriva dal
caotico Nord, la cittadina che non t’aspetti: operosa, ma
tranquilla con un bellissimo centro storico abbarbicato sul
cucuzzolo di una piccola collina, tutto stradine e piazzette
perfettamente tenute e dense di storia; anche la parte nuova
della cittàèa misura d’uomo, senza traffico frenetico e
conseguente inquinamento.
Un quadro troppo idilliaco? Forse si, ma anche a Segni hanno i
loro problemi, se si parla di edifici, dato che il paese
insiste su una serie di creste collinari in cui il terreno di
fondazione non èper nulla omogeneo. Ed èprobabilmente a causa
di questa disomogeneitàche una stecca residenziale di 3 piani
fuori terra ha subito un cedimento differenziale piuttosto
importante che ne ha causato un importante quadro fessurativo,
diffuso lungo tutta la lunghezza della struttura, ma piùgrave
nella sua parte rivolta verso valle, dove le fondazioni hanno
subito forti cedimenti. In alcune zone, inoltre, come ad
esempio sulla testata meridionale dove era stato costruito in
epoca successiva un garage terrazzato, le fondazioni non
esistevano neanche, con quindi un conseguente aggravamento dei
fenomeni di cedimento e fessurazione. Per risolvere queste
problematiche l’assemblea dei condomini, dopo aver fatto
compiere un analisi geologica alla Geo-Colnar (guarda la video
intervista ad Andrea Nardoni, titolare dell’azienda), ha
deciso di rivolgersi alla Kappazeta di Parma.
Un sistema versatile
La tecnologia utilizzata a Segni (vedi il video di
cantiere)èstata quella, proprietaria della divisione Aktiv di
Kappazeta denominata Geoup, che consiste in una serie di
micropali filettati pressoinfissi, che ben si adatta al tipo
di cedimento rilevato in fase di analisi e confermato dalle
prime palificazioni effettuate da Kappazeta in cantiere, in
grado di stabilizzare e sollevare le fondazioni e le
pavimentazioni della struttura esistente. I micropali sono
stati ancorati alla fondazione e ai plinti esistenti (in
cemento armato) per mezzo di una serie di piastre in acciaio;
nelle cantine i pali sono stati ancorati anche al muro di
sostegno controterra in cemento armato tramite piastre esterne
e bullonatura in acciaio ad alta resistenza (non sono stati
realizzati scassi nel muro) che comunque hanno un ingombro
estremamente ridotto.
Infine, in una zona particolare dell’edificio costruita in
fase successiva (nella testata sul lato sud), èstato anche
necessario gettare un cordolo in cemento armato (larghezza 50
cm, profondità70 cm), che svolge il ruolo di sottofondazione
e
supplisce all’assenza della fondazione stessa sotto le
strutture (fortunatamente le stesse sostenevano solo un piano
fuori terra terrazzato), nell’armatura del quale sono stati
integrati una serie di tubi camicia in acciaio nei quali sono
stati fatti sfilare i micropali Geoup che hanno poi messo in
tensione l’intera struttura, nuova fondazione compresa. Si
sono potuti in questo modo recuperare al meglio i cedimenti
che, in quest’area, erano ovviamente molto consistenti.
Una volta fissato l’anello di ritegno alla struttura, sono
stati infissi i pali Geoup fino alla profonditàrichiesta e
raggiunte le pressioni richieste in grado di supportare
correttamente il carico della struttura. Completata
l’infissione, il palo èstato saldato alla boccola ancorata e
il tratto eccedente (i pali sono realizzati in elementi
modulari) èstato tagliato con sega circolare, in modo da
limitarne l’ingombro all’interno delle strutture. In complesso
sono stati infissi 37 pali (tutti filettati con diametro 76
mm, e spessore 8 mm), cinque dei quali realizzati nel corso di
un’intervento di prova (voluto dalla proprietà) realizzato a
ottobre 2013; i restanti 32 sono stati realizzati in 10 giorni
lavorativi, con un minimo impatto sull’agibilitàdella
struttura, senza generare polveri, vibrazioni e senza la
necessitàdi rimozione e allontanamento di ingenti quantitàdi
terreni di scavo. In effetti la tecnologia, considerati i
risultati, ha un impatto ambientale davvero minimale.
I tecnici Kappazeta durante la pressoinfissione dei pali hanno
confermato, dettagliandolo, il quadro di cedimenti rilevato
dall’indagine geologica (guarda la video intervista a Enzo La
Mura, tecnico-commerciale Sud-Italia di Kappazeta), un quadro
che vedeva una forte varianza della profonditàa cui si
rilevava la roccia solida su cui ancorare le palificazioni.
L’edificio, infatti, sorge su un pendio piuttosto scosceso,
oggetto probabilmente in passato di riempimenti con materiale
incoerente e sul quale sono state realizzate le strutture: la
roccia sotto l’asta costruita (sulla quale le fondazioni
dovrebbero poggiare) passa da una profonditàminima di tre
metri a una massima di oltre 12 metri, spiegando
immediatamente il cedimento differenziale, anche per la
presenza di acqua sotterranea.
La tecnologia di micropalificazione Geoup
della divisione
Aktiv di Kappazeta consente al meglio di superare queste
problematiche di sottofondi incoerenti e con molto variabili;
la palificazione consente di verificare puntualmente le reali
profonditàa cui si attesta la roccia o il sottofondo portante,
calibrando le profonditàdi infusione e i carichi in maniera
estremamente precisa, in modo da eseguire il consolidamento al
meglio, garantendone la durata nel tempo. In fase
d’infissione, inoltre, prima di realizzare il collegamento
finale alla struttura, èpossibile condurre collaudi su ciascun
palo con assegnazione temporanea di carichi anche multipli
rispetto a quello d’esercizio, per certificare la portata di
ciascun palo.
I cedimenti primari, infine, che possono creare problemi ad
altre tecnologie di consolidamento, vengono completamente
compensati mediante una attenta fase di precarico dei singoli
pali. Kappazeta, come spiega il tecnico di zona La Mura, ha
una gamma completa di soluzioni di sollevamento (guarda il
video) che consentono di affrontare tutte le tipologie di
cedimento esistente su ogni classe dimensionale o tipologica
di edificio.
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