l`odissea in versi - SG Bosco – T

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l`odissea in versi - SG Bosco – T
ULISSE
È TORNATO.
L’ODISSEA IN VERSI
Scritta dai ragazzi della prima A e definito da Nicola Debernardis
ATTRIBUITA AD OMERO
ODISSEA IN VERSI
Le avventure di odisseo
Scritta dai ragazzi della I A
Grandi successi
Odissea in versi
Le avventure di Odisseo
Alla professoressa Rosanna Genuario
Che ci ha guidati nella realizzazione di questo libro
L’ODISSEA IN VERSI
Qui comincio a raccontare le avventure di Ulisse:
navigo’ per ogni mare, a ogni prova sopravvisse
Chi era Ulisse? Un re antico, forte, furbo e assai tenace.
Di nessuno era nemico: era un re che stava in pace.
Era Itaca il suo regno e Penelope la sua sposa:
lui regnava con ingegno ,lei era bella e laboriosa.
Ma al di la’ del vasto mare una guerra cominciò;
lui non ci voleva andare, ma doveva andare, e andò.
Con i compagni, Ulisse costruì un vascello grosso,
lo mise in mare e disse :<<vado e torno appena posso>>.
Abbracciò sposa e figliolo e salpò con poca gioia.
Ma non navigava solo: una flotta andava a Troia.
Verso oriente, sopra il mare, una gran flotta navigò:
dopo molto navigare presso troia approdò.
Ma era forte, la città, ben difesa e resistente;
dieci anni restò là quell’ esercito, imponente.
Da Nestore e Menelao, Telemaco si recò
Per aver notizie di suo padre, scomparso da un bel po’.
Ad Ogigia era l’eroe arrivato
Dopo essere con i compagni naufragato
Ad Odisseo per sette anni la libertà fu negata
Poiché la bella Calipso di lui era innamorata
Su una zattera, Odisseo, l’isola di Ogigia lasciò
Dopo 17 giorni a scheria approdò
E stanco, dietro un cespuglio si addormentò
Sull’isola dei Feaci, Nausicaa incontrò
E nel suo palazzo lo invitò
Al re Alcinoo le sue avventure raccontò
E con maestria l’attenzione di tutti catturò.
Ulisse in una terra sconosciuta sbarcò
era l’isola dei ciclopi dove polifemo incontrò.
Lui, ciclope orribile
era un ingordo indescrivibile.
Avidamente i suoi compagni mangia
Che fine atroce nella sua pancia
!!
Dopo aver assistito a questa ingiustizia
Ulisse escogitò un piano con molto furbizia.
Con un falso nome Polifemo imbrogliò
e del vino ambrato gli donò.
Un bastone appiccato nel suo occhio infilzarono
E, aggrappati alle pecore Pingui scapparono.
ulle isole Eolie Ulisse sbarcò
E il dio Eolo un otre gli do
“Io qui dentro le tempeste ho imprigionato
Bada di non aprirlo, fino a quando non sarai arrivato”
Ma i compagni maliziosi del suo sonno approfittarono
e una terribile tempesta scatenarono.
Sull’ isola di Eea Circe offrì delle erbe magiche
Le cui conseguenze furono davvero tragiche.
Con la verga i compagni in porci trasformò
e con radici incantate, Ulisse i suoi compagni salvò.
E mentre tornavano alle navi lenti,
Circe diede ad Ulisse dei suggerimenti.
“Stai attento alle sirene e al loro canto
perché altrimenti il vostro sonno verrà infranto”.
Ulisse all’ albero maestro si fece legare
E con la cera le orecchie ai compagni volle tappare.
Ascoltò la meravigliosa melodia
Mentre i compagni remavano via.
Scilla, il mostro a sei teste nello stretto incontrò
E molti suoi compagni con ingordigia divorò
Anche Cariddi , mostro che vita non lasciva,
era un violento vortice che tutto risucchiava.
In Sicilia i compagni mangiarono i bovi di Iperione
Che fece calare le navi a picco per punizione.
Alcinoo fu colpito dal suo racconto
e ad Itaca lo accompagnò per evitare un altro affronto.
Atena Odisseo trasformò in un mendicante
per non farlo riconoscere da antinoo, dei proci il comandante.
Alla reggia Eumeo lo accompagnò
E li il cane argo ritrovò
Il suo cane sul letame giaceva
e Odisseo per disperazione piangeva
Eumeo, Ulisse e Telemaco si incontrano
E insieme la vendetta contro i proci progettano
E Penelope, triste e solerte,
voleva tessere un sudario per il suocero Laerte.
Di giorno la tela tesseva
e di notte la disfaceva
Ma Melanto, l’ ancella più infedele che ci sia
a dire il vero aveva fatto la spia.
Il principe allora, alla regina aveva intimato
Di decidere subito chi ella avrebbe sposato
Telemaco ordina alle ancelle di nascondersi
E di cantare senza arrendersi.
Nel frattempo i Proci erano in sala
E aspettavano che Penelope proponesse una gara
I principi ubriaconi bevevano vino
e Penelope uscì mostrando un arco ad antinoo
“A quest’ arco Ulisse era molto affezionato
per questo a Troia non l’ ha portato”
Tutti pretendenti l’ ingannevole sfida persero
Poiché l’arco robusto bene non tesero.
“Anch’ io, vecchio e malandato, voglio partecipare
per dimostrare che con l’ arco so tirare
Scoccata la freccia passate per le dodici scure
Ordinò la chiusura di tutte le fessure.
Il piano era chiaro, non si doveva fallire
tutti i presenti dovevano morire.
Dei Proci fece strage
morirono tutti e nessuno ebbe pace.
“per essere sicura che tu sia il mio amato
Mi devi dare una prova da innamorato”.
“Perdonami regina, così esordii,
il letto è immobile, su un ulivo lo costruii.
A queste parole Penelope si scioglie
e con gioia irrefrenabile il suo cuore lo accoglie.
THE END
GLOSSARIO
ODISSEO: è un personaggio della mitologia greca. Originario di Itacadetta la terra del
sole, è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea,
l'opera letteraria che lo ha come protagonista e che da lui prende il nome. Forma romana: Ulisse
PENELOPE: è una figura della mitologia greca, figlia di Icario e di Policaste (o
di Peribea), moglie di Ulisse, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di
padre dal grande eroe Perseo (Icario era suo nipote) ed era cugina di Elena.
ITACA: Itaca, Ithaca, o Ithaka (Ιθάκη, Ithaki in greco) è un'isola greca del mar Ionio che
appartiene all'arcipelago delle isole Ionie. Dal punto di vista amministrativo è un comune
nella periferia delle Isole Ionie con 3.084 abitanti al censimento 2001[1] e un'unità
periferica composta dal solo comune omonimo.
Itaca è universalmente nota per essere stata, secondo la leggenda, la patria dell'eroe
leggendario Ulisse e per esservi ambientata parte dell'Odissea, il celeberrimo poema di Omero.
NESTORE: Nestore /nèstore/ (in greco Νέστωρ) è una figura della mitologia greca.
Appare nell'Iliade e nel III libro dell'Odissea.
Figlio del re di Pilo Neleo e di Cloride, divenne re dopo l'uccisione del padre e dei fratelli da parte
di Ercole. Fu il più vecchio e il più saggio tra i sovrani greci che, sotto la guida di Agamennone,
assediarono Troia. Ancora oggi molti modi di dire lo citano come sinonimo divecchio saggio.
MENELAO: Menelao (greco: Μενέλαος, Menélaos; latino: Menelaus) è un personaggio
della mitologia greca, figlio di Atreo e di Erope e fratello minore di Agamennone. È il re di Sparta e
marito di Elena, che Paride portò a Troia, causando la spedizione greca contro la città.
TELEMACO: Menelao (greco: Μενέλαος, Menélaos; latino: Menelaus) è un
personaggio della mitologia greca, figlio di Atreo e di Erope e fratello minore di Agamennone. È
il re di Sparta e marito di Elena, che Paride portò a Troia, causando la spedizione greca contro la
città
OGIGIA: (in lingua greca Ὠγυγίη), nell'Odissea di Omero, è l'isola dove Odisseo si trovò a
sostare per sette anni dopo le lunghe avventure e pericoli corsi durante il suo ritorno dallaguerra di
Troia. In questa isola vive Calipso, una ninfa innamoratasi dell'eroe itacese a tal punto da non
volerlo più lasciar partire se non a seguito di un ordine esplicito di Hermes, a sua volta inviato
da Zeus..
CALIPSO: Secondo il racconto dell'Odissea di Omero era invece figlia di Atlante e viveva
sull'isola di Ogigia, che gli autori pongono nell'Occidente mediterraneo e che è simile alla penisola
di Ceuta, di fronte a Gibilterra ma anche una grotta in riva al mare, nell'isola di Gozo, viene
indicata come la dimora di Calipso. Donna bellissima e immortale, Calipso fu punita dagli dei per
essersi schierata dalla parte del padre nella Titanomachia. Fu costretta a rimanere sull'isola di
Ogiga, dove le Moire, mandavano uomini bellissimi ed eroici di cui non faceva che innamorarsi,
ma che poi dovevano partire.
FEACI: I Feaci (in greco Φαίακες Phàiakes) sono un mitico popolo di navigatori
della mitologia greca, abitanti della terra di Scheria, di cultura diversa e, per alcuni aspetti,
.
contrapposta a quella dei Greci
NAUSICAA: Nausicaa (in greco: Ναυσικάα/Ναυσικᾶ) è una figura della mitologia greca,
figlia di Alcinoo (re dei Feaci) e di Arete.
Nel libro VI dell'Odissea si narra di una Nausicaa che, consigliata da Atena, gioca a palla presso
una riva con le proprie ancelle.
D'un tratto un naufrago nudo esce da un cespuglio: Ulisse. Mentre le ancelle fuggono impaurite,
Nausicaa "dalle bianche braccia" accoglie con eleganza e cortesia lo sconosciuto che invoca la
sua misericordia.
ALCINOO: Alcinoo, re dei Feaci a Scheria, era figlio di Nausitoo, fratello di Ressenore e
discendente di Poseidone. Apollo uccise il fratello che lasciò una figlia, Arete, che si unì in
matrimonio con Alcinoo. Da tale unione nacque una figlia di nome Nausicaa. Altri autori indicano
come suo padre Feace[1]. Famoso è il suo immenso giardino, pieno di frutti che maturano in ogni
stagione magicamente
CICLOPI: I ciclopi sono delle figure della mitologia greca, divinità gigantesche con un
occhio solo.
POLIFEMO: Polifemo, nella letteratura classica, (in greco antico Polýphemos,
letteralmente « che parla molto, chiacchierone » oppure « molto conosciuto ») è un ciclope citato
da vari autori antichi: Omero, Teocrito, Euripide, Ovidio, Virgilio.
EOLO: Eolo è un personaggio della mitologia greca, il dio dei venti. Nato mortale, divenne
poi dio.
CIRCE: Circe (in greco Κίρκη Kìrkē) è una maga della mitologia greca
nell'odissea (libro X, XI e XII) di Omero e nel mito degliArgonauti.
[1]
e compare
SIRENE: Le sirene (dal latino tardo sirēna
[1]
, classico sīrēn – pl.: sīrēnes[2], trascrizione
del greco Σειρήν Seirḗn – pl.: Σειρῆνες Seirênes) erano in origine delle figure religiose greche dalle
forme ornitomorfe e caratterizzate da un seducente richiamo. Successivamente tali entità
mitologico-religiose verranno trasferite nella tradizione della Roma antica. Queste sirene
dell'antichità classica si sovrappongono spesso, nella denominazione in lingua italiana, con
differenti figure leggendarie.
SCILLA: Scilla è un mostro marino della mitologia greca. Secondo la versione più comune,
Scilla è figlia del dio Forco (o Forcide) e diCeto. Secondo la tradizione riportata dall’Odissea,
invece, è figlia di una dea, chiamata Crateide.
Altre leggende la dicono nata da Forbate e da Ecate, oppure da quest’ultima e Forco. La si
considerava anche figlia di Tifone edEchidna, oppure di Zeus e di Lamia; in questo caso, fu l’unica
figlia ad essere risparmiata dalle ire della gelosa Era.
CARIDDI: Cariddi (in greco Χάρυβδις) nella mitologia greca è un mostro marino.
IPERIONE: perione (o Iperone) (in greco Ύπέριον trascritto Hypérion) è originariamente
un epiteto del Sole dal significato letterale di "che si muove al di sopra". Successivamente,
nellamitologia greca, il termine verrà assunto a nome proprio e andrà ad identificare, con Esiodo,
uno dei dodici titani figli di Urano e di Gea, Titano dell'Est. Nella Titanomachia, quando i titani
favorevoli a Crono si schierarono contro quelli che sostenevano Zeus, Iperione si schierò con
Crono.
Titano della vigilanza e dell'osservanza, è padre di Elio (il Sole), Eos (l'Aurora) e Selene (la Luna)
generati da Teia, sua sorella e moglie.[1][2] Dall'interpretazione del significato del termine come
"colui che precede (il Sole)", è probabilmente derivato il suo ruolo come padre di Elio, il Sole, o di
Eos, l'Aurora, il chiarore che precede il sorgere del giorno.
ATENA: Nella mitologia greca, Atena (in greco antico Αθήνα, traslitterato in Athēnâ), figlia
di Zeus e della sua prima moglie Meti, era la dea della sapienza, dellatessitura e delle strategia
militare, quindi degli aspetti più nobili della guerra, mentre gli aspetti più crudeli e violenti
rientravano nel dominio di Ares. La sapienza rappresentata da Atena comprende le conoscenze
tecniche usate nella tessitura, ma anche nell'arte di lavorare i metalli, nel campo agricolo, navale;
più in generale in tutti i vari tipi di artigianato. I suoi simboli sacri erano la civetta[1] e l'ulivo.
ANTINOO: Antinoo (ma anche Antinoüs o Antinoös, in greco
antico Αντίνοος; Claudiopoli, 27 novembre 110 o 111 – Egitto, 30 ottobre 130 o poco prima[1]) è
stato un giovane greco originario della Bitinia, noto per la relazione sentimentale ed amorosa
avuta con l'imperatore romano Publio Elio Traiano Adriano, il quale lo divinizzò dopo la sua morte
prematura avvenuta in circostanze alquanto misteriose. Venne adorato sia nell'Oriente egizio che
nell'Occidente greco-latino, a volte come Theos, una vera e propria divinità, altre semplicemente
come un Eroe mortale deificato[2].
EUMEO: Eumeo (gr. Εὔµαιος, -ου; lat. Eumaeus, -i) è un personaggio
dell'Odissea di Omero. È il porcaro del palazzo di Odisseo.
CANE ARGO: Argo (in greco antico Ἄργος) è il cane di Odisseo
MELANTO: Melanto è un personaggio della mitologia greca che compare nell'Odissea
RINGRAZIAMENTI
Ora che questo libro volge al termine, ho moltissime
persone da ringraziare:
la professoressa Rosanna Genuario che ha sostenuto
questo progetto fin dal principio.
Ringrazio anche tutti i miei amici e compagni
Gianmarco, Emanuele, Arianna, Vanessa,
Gianvito, Thomas, Francesco, Carmela,
Maddalena, Martina, Cosimo, Domenico,
Giovanni, Mattia, Kristin, Claudia, Flavia,
Grazia, Candido, Massimo senza saltarne
nemmeno uno.
Ulisse si prepara alla battaglia e parte
per Troia.
Ma le armate della città sembrano essere forti e resistenti. Troia
sembra di
essere sempre più vicino alla vittoria.
Ma gli achei con ingegno riescono a intrufolarsi nella città e a
distruggerla.
Nel ritorno a casa, però , Odisseo troverà alcuni ostacoli che lo
faranno
arrivare con molti anni di ritardo alla città di cui è re.
La lo aspetta l’ ultima battaglia contro i proci.