Dossier Attività Operativa 1^ Semestre 2016

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Dossier Attività Operativa 1^ Semestre 2016
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CORPO FORESTALE DELLO STATO
Relazione sull’attività operativa primo semestre 2016
in tema di
Tutela Ambientale e Pubblica sicurezza
Protezione civile e Pubblico soccorso
Analisi del fenomeno degli incendi boschivi
Contributo realizzato per
Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica
Roma - Palazzo del Viminale
15 agosto 2016
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ATTIVITÀ DEL CFS IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE E PUBBLICA SICUREZZA
La richiesta di “sicurezza” che il cittadino fa allo Stato, ed in particolare alle Forze
dell’Ordine, ormai da diversi anni comprende anche la “sicurezza ambientale” intendendo, con
tale termine, una richiesta di tutela degli ecosistemi naturali e soprattutto delle matrici che lo
costituiscono quindi suolo, acqua, aria, al fine di garantire la salubrità del complesso degli
organismi che in essi vivono. Ciò è dovuto alla consapevolezza, oramai acquisita diffusamente, dei
delicati equilibri e connessioni che esistono fra l’ambiente e gli organismi viventi che in esso
sussistono; sempre più evidente risulta infatti che la compromissione dell’ambiente significa
compromissione della vita degli organismi, uomo compreso, con ripercussioni gravi anche sulla
salute. Risulta ormai anche diffusa la consapevolezza che la compromissione di un ecosistema è un
processo che richiede tempi lunghissimi di ripristino, con ripercussioni quindi anche sulle future
generazioni, ed enormi risorse finanziarie oggi spesso non disponibili.
A questa domanda di sicurezza ambientale dei cittadini, il Corpo forestale dello Stato
risponde da sempre, articolando la propria operatività su vari livelli e puntando ad un contrasto
efficace di tutti gli aspetti della criminalità ambientale e delle dannose conseguenze di tali crimini
sulla funzionalità degli ecosistemi.
Il contributo alla sicurezza ambientale offerto dal CFS nel giorno del 15 agosto si
concretizzerà con il seguente schieramento di uomini e mezzi:
PERSONALE DEL CFS IN SERVIZIO IL GIORNO 15-agosto-2016
Personale impiegato:
Pattuglie schierate
Mezzi su gomma
Natanti
Aeromobili
1580 unità
593
591
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15
In relazione ai servizi d’istituto svolti dal Corpo forestale dello Stato nel 1° semestre 2016, si
riportano di seguito i dati sintetici evidenziando tuttavia che gli stessi non risultano ancora
consolidati e che, quindi, gli stessi sono da considerarsi al momento ancora suscettibili di
aggiornamento. Il Corpo forestale dello Stato, nel primo semestre 2016, nei suoi differenti settori di
intervento, ha effettuato complessivamente la seguente attività operativa:
CONTROLLI:
 n. 341.432 controlli generali con un aumento rispetto al 2015 pari a +5,9%;
 n. 88.049 persone controllate sono state senza variazioni rilevanti rispetto al 2015;
 n. 21.264 veicoli controllati (+17,7%)
REATI:
 n. 5.585 i reati accertati (- 9,3%)
 n. 4.978 le persone denunciate (+ 4,2%);
 n. 1.335 i sequestri penali effettuati (- 3,5%);
 n. 98 le persone arrestate ( + 85%)
ILLECITI AMMINISTRATIVI :
 n. 14.966 gli illeciti amministrativi accertati (+8,3%)
 € 19.391.568 l’importo notificato (+ 72,8%)
 n. 389 i sequestri amministrativi effettuati (-1,5%)
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TUTELA DEL TERRITORIO, DELLE AREE PROTETTE, DEL PAESAGGIO E DIFESA
DEL SUOLO
Sotto tale dicitura viene accorpata l’attività finalizzata a prevenire e reprimere violazioni
commesse ai danni dell’assetto del territorio considerato nel suo insieme.
Fanno parte di questo ambito controlli ed accertamenti sull’attività urbanistica, sulla corretta
conduzione dei tagli boschivi, per la tutela dei vincoli paesaggistici, per la protezione delle bellezze
naturali, per il rispetto delle normative vigenti all’interno di aree protette; e ancora: modificazioni
di territorio quali quelli attuati con movimenti terra, attività estrattive, prelievi di acque, violazioni
in danno all’assetto idrogeologico, attività di polizia fluviale, controllo sulla corretta gestione del
pascolo e così via.
Nel settore “tutela del territorio” l’attività svolta risulta la seguente:
n. 1.942 i reati accertati
n. 2.130 le persone denunciate
n. 351 i sequestri penali
n. 5.560 gli illeciti amministrativi
€ 3.757.668 l’ importo notificato
Al fine di fornire esempi dell’attività operativa effettuata in questo settore, si possono citare, fra le
tante, le seguenti operazioni scelte per tipologie (tutela del patrimonio forestale, tutela del suolo,
contrasto all’abusivismo ecc.).
OPERAZIONE “NAPEA”- SEQUESTRATI 1.300 ETTARI DI BOSCO.
Marzo - Provincia di Cosenza, il Corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro su decreto
della Procura della Repubblica di Castrovillari una vasta area boscata nel comune di Bocchigliero
(CS). L’area, estesa per oltre 1.300 ettari (13 milioni di metri quadrati) è di proprietà demaniale
della Regione Calabria e ricade all’interno della zona “1” del Parco Nazionale della Sila. Le
indagini coordinate dal Procuratore Capo Eugenio Facciolla e condotte dal sostituto Procuratore
Angela Continisio hanno accertato illegalità nelle concessioni. Il quantitativo di legna stimato e
concesso sembrerebbe irrisorio rispetto a quanto prelevato dalle ditte boschive. Le indagini avviate
nei mesi precedenti dal Corpo forestale dello Stato di Cava di Melis CTA e poi condotte insieme al
Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Cosenza, hanno
accertato una quantificazione del materiale venduto assolutamente non rispondente alla realtà, in
alcuni casi anche 20 volte inferiore al valore reale del materiale presente e raccolto dalle ditte. Si
tratta quindi di enormi danni economici per la collettività a favore di soggetti privati. Il
sequestro è stato effettuato il 1° marzo mediante l’utilizzo di 50 uomini del Corpo forestale che
hanno anche acquisito atti presso gli uffici regionali di Cosenza e Catanzaro. Fra le persone fino ad
ora iscritte nel registro degli indagati risultano dirigenti, tecnici e responsabile di una ditta
boschiva.
SEQUESTRO AMPIA CAVA DI 42 ETTARI NEL PARCO NAZIONALE ALTA MURGIA.
Il personale del Corpo forestale dello Stato del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente con
sede ad Altamura, nel corso di un’attività di controllo del territorio, ha scoperto, in località
"Pescariello” agro di Altamura, una cava abusiva. I Forestali hanno riscontrato che in un terreno
pascolivo, situato in zona 2 del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e protetta da vincoli ambientali
di carattere Europeo (S.I.C. e Z.P.S), erano in atto lavori di coltivazione di cava di calcare per inerti,
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in assenza delle prescritte autorizzazioni regionali come pure di quelle necessarie ad operare
all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, con grave danno all’ambiente.
Fondamentali per gli accertamenti sono risultati i rilievi fotografici e videografici effettuati con
l’ausilio del velivolo-drone. L’intera area di oltre 42 ettari è stata sottoposta a sequestro penale. Il
rappresentante legale della ditta esecutrice dei lavori è stato segnalato alla Magistratura
competente di Bari per le violazioni alla normativa ambientale a tutela delle aree protette e di
quella paesistico ambientale posta a protezione dei concatenati vincoli paesaggistici e naturalistici.
CARRARA: PROSEGUONO GLI ACCERTAMENTI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO NELLA GESTIONE
DELLE CAVE DELLE ALPI APUANE. NEL CORSO DELLA TERZA OPERAZIONE SONO STATI CONTROLLATI 5
SITI ESTRATTIVI NEI COMUNI DI MASSA E DI CARRARA
MASSA, 11 febbraio 2016 – Il Corpo forestale dello Stato, sotto la direzione della Procura della
Repubblica di Massa, ha svolto nei giorni scorsi una nuova operazione di controlli sulle cave dei
comuni di Massa e di Carrara, al fine di accertare la sussistenza di violazioni di natura penale
riguardanti l’aspetto ambientale.
L’attività, che ha visto la partecipazione di circa 25 unità dei Comandi Provinciali di Massa
Carrara, Lucca e Livorno, si è svolta nel bacino di Torano in comune di Carrara e nelle località di
Valsora e Madielle in comune di Massa.
Gli accertamenti sono consistiti nella prosecuzione dell’indagine avviata nello scorso anno 2015,
attualmente in fase di completamento, nel corso della quale erano state controllate, in due diverse
operazioni, 8 cave ubicate in comune di Carrara.
Lo scopo di tali verifiche è quello di accertare la sussistenza di eventuali violazioni inerenti la
gestione delle cave dal punto di vista ambientale relativamente alle varie criticità che
caratterizzano le aree estrattive della provincia.
In particolare i controlli hanno riguardato la gestione del materiale inerte e della marmettola”,
prodotto residuo delle operazioni di taglio che, se non gestito conformemente alle normative,
risulta causa di danni biologici agli habitat dei corsi d’acqua e degli acquiferi sotterranei.
Nello specifico le indagini sono volte ad accertare se i quantitativi di residui smaltiti sono coerenti
con le produzioni di blocchi di marmo ornamentale e con i volumi di materiali escavati.
Inerentemente alla gestione dei “ravaneti”, le analisi sono state finalizzate a verificarne la regolarità
ricostruendone, nel caso di occupazione di corsi d’acqua demaniali, la relativa epoca di
realizzazione e la loro evoluzione storica.
Analogamente gli approfondimenti hanno riguardato anche l’analisi delle aree che un tempo
risultavano boscate al fine di verificare se la relativa trasformazione sia avvenuta nel tempo nei
modi consentiti dalla legge.
L’operazione rientra nel più vasto campo di attività finalizzate al contrasto degli illeciti ambientali
effettuato dal Corpo forestale dello Stato nello svolgimento del proprio ruolo di tutela del territorio
e delle sue risorse naturali, ed assume una particolare rilevanza per le comunità locali di Massa e
Carrara nell’ambito della prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio alluvionale.
SEQUESTRO COMPLESSO IMMOBILIARE NEL CENTRO STORICO DI AVELLA.
Avellino, 12 maggio 2016. - A seguito di un’articolata attività d’indagine del Nucleo Investigativo
Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Avellino, i Forestali hanno proceduto in comune di
Avella (Av) ,in pieno centro storico, al sequestro preventivo di un complesso immobiliare
residenziale. L’attività d’indagine ha permesso di deferire all’Autorità Giudiziaria cinque persone,
fra imprenditori, progettisti, funzionari ed amministratori comunali, per la costruzione con titolo
concessorio illegittimo (rilasciato in violazione delle norme urbanistiche nazionali, regionali e
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locali) di dieci appartamenti residenziali e di venti locali ad uso commerciale, non ancora
ultimati ma già posti in vendita sul mercato immobiliare. I reati contestati afferiscono
principalmente a violazioni di norme urbanistiche, con la complicità degli amministratori
comunali, inerenti le costruzioni edilizie illecite, parte in centro storico e parte insistenti in aree da
destinarsi ad impianti pubblici, nonché ad area ad inedificabilità assoluta, oltre all’inosservanza dei
parametri urbanistici relativi al volume massimo realizzabile. Ingente il valore del complesso
sequestrato che, allo stato attuale, si stima intorno ai cinque milioni di euro. Il contrasto alle
violazioni delle norme urbanistiche incidono sul benessere dei cittadini che vedono privarsi sul
territorio e nei centri urbani di previsti spazi a favore del cemento.
IN CORSO DI DEMOLIZIONE UNA PALAZZINA ABUSIVA A CATANIA.
Prosegue incessante l’attività del
Corpo forestale dello Stato a salvaguardia dell’ambiente.
Catania 19.05.2016 - In corso di demolizione un grande edificio abusivo di 3 piani, non ancora
ultimato, per un totale di circa 1.000 mq di superficie coperta, nel quartiere San Giorgio a Catania. I
lavori hanno richiesto l’ausilio di uno speciale mezzo meccanico messo a disposizione dall’impresa
confiscata alla mafia incaricata dalla demolizione. Le operazioni si sono svolte sotto il controllo
degli uomini della Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo forestale dello Stato presso la Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania, grazie al cui lavoro si è arrivati alla fase conclusiva della
vicenda giudiziaria finalizzata al ripristino della legalità. Si sono registrati alcuni momenti di
tensione per le proteste di alcuni abitanti della zona. Dall’inizio dell’anno, sono già state
effettuate 30 fra abbattimenti coattivi e autodemolizioni nella provincia catanese, in particolare
nelle aree protette, in special modo, nell’Oasi del Simeto e nel Parco dell’Etna ma anche
all’interno dell’abitato urbano come quella descritta.
CONTRASTO ALLE ATTIVITA’ ILLECITE NEL CICLO DEI RIFIUTI
Nel primo semestre del 2016 il contrasto alle attività riguardanti la gestione illecita di rifiuti
ha costituito un forte impegno del Corpo forestale dello Stato, in considerazione dell’entità del
fenomeno e delle sue implicazioni sulla conservazione dell’ambiente e del patrimonio naturale
nazionale e sulla salute pubblica.
Da un esame generale della situazione, si può evidenziare come le operazioni illegali e i
crimini ambientali connessi al ciclo dei rifiuti siano in continuo aumento.
Nel settore “rifiuti” l’attività svolta risulta la seguente:
n. 1.109 i reati accertati
n. 1.206 le persone denunciate
n. 388 i sequestri penali
n. 73 perquisizioni;
n. 18 arresti/fermi.
n. 1.837 gli illeciti amministrativi
€ 11.286.828 l’ importo notificato
n. 28.087 i controlli generali
n. 8.370 le persone controllate
n. 5.435 i veicoli
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Emblematiche le seguenti attività scelte fra le varie del settore.
SEQUESTRATA CAVA A PARMA, INDAGINI SU PRESUNTO TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI
Eseguite numerose perquisizioni, documentazione al vaglio della Direzione Distrettuale
Antimafia di Bologna
Parma, 14 gennaio 2016 - Una cava di ghiaia ricadente su una superficie di oltre sei ettari è stata
sequestrata in provincia di Parma dal Corpo forestale dello Stato.
Numerose perquisizioni sono state effettuate alla ricerca di documenti ed altre prove relative a un
presunto traffico illecito di rifiuti provenienti da tutta Italia. La Direzione Distrettuale Antimafia di
Bologna indaga sulla copiosa documentazione sequestrata. L’indagine, condotta dal Nucleo
Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Parma e coordinata dal
Sostituto Procuratore Dott. Orsi della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, è scaturita da
alcune segnalazioni provenienti da privati cittadini. Dagli accertamenti finora eseguiti
emergerebbe che una ditta di Parma, operante nella gestione e nel trattamento di rifiuti speciali
non pericolosi, ne avrebbe ritirato negli anni passati notevoli quantitativi considerati pericolosi,
costituiti da ceneri e fanghi di varia natura, provenienti da altre aziende presenti sul territorio
nazionale. Altra ipotesi su cui si indaga è l’utilizzo di un’area di cava, che si trova a breve distanza
dall’impianto industriale della ditta in questione, da parte di un’azienda ricollegabile al medesimo
gruppo. In particolare, sembrerebbe che il vuoto di cava ottenuto dall’estrazione di ghiaia sarebbe
stato riempito con materiale non idoneo allo scopo e direttamente proveniente dalla sopra descritta
attività di gestione e trattamento rifiuti. Saranno eseguite analisi riguardo alla pericolosità dei
materiali e all’eventuale contaminazione delle circostanti matrici ambientali. In passato, la ditta
citata è stata più volte diffidata dal Servizio Ambiente della Provincia di Parma per condotte non
conformi alle autorizzazioni. L’area sequestrata, su delega della Procura di Bologna, si trova in una
zona di particolare vulnerabilità per le acque prossime ai campi agricoli e si estende a ridosso del
Parco Regionale fluviale del Taro. Nelle perquisizioni, che hanno interessato una quindicina di
obiettivi, sono stati impegnati più di 40 Forestali. Sono in corso approfondimenti per verificare la
correttezza di alcune procedure amministrative connesse all'attività di smaltimento.
SCOPERTA UNA DISCARICA DI 150MILA METRI CUBI DI RIFIUTI NELLA TERRA DEI FUOCHI.
Un’ampia discarica interrata è stata scoperta dal personale del Nucleo Investigativo Provinciale di
Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del Comando Provinciale di Napoli a Casal di Principe, in
provincia di Caserta, nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Al suo interno i Forestali, a seguito di
scavi che sono durati diversi giorni, hanno rinvenuto in un fondo di circa 18mila metri quadrati
150mila metri cubi di rifiuti tra cui scarti di lavorazione edile, plastiche varie e soprattutto un mare
di maleodoranti fanghi industriali seppelliti.
Tali sostanze sono state interrate probabilmente diversi anni fa, creando una discarica a forma di
“tappo”, visto che i fanghi una volta sversati, si sono adagiati colmando ogni spazio. Adesso si
presentano, duri, compatti, di colore grigio con striature verdognole, dal persistente odore acre.
La discarica si trova a ridosso del piccolo Stadio di Casal di Principe (CE) da una parte, a ridosso
dell’Asse Mediano dall’altra ed è confinante con una zona abitata.
I materiali sono stati prelevati e campionati dai tecnici Arpac della Campania per essere sottoposti
ad accurate analisi al fine di accertare le cause di contaminazione del terreno.
Le indagini, ancora in corso, sono condotte sotto la guida della Procura della Repubblica di Napoli
- Direzione Distrettuale Antimafia.
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INDAGINI SU SMALTIMENTO ILLECITO DI RIFIUTI DI VASTE PROPORZIONI IN ZONA TUTELATA DA
VINCOLO PAESAGGISTICO
Frosinone, 25 gennaio 2016 – Il personale del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia
Ambientale e Forestale (NIPAF) di Frosinone ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di
una discarica in funzione presso una nota cartiera del cassinate.
Il decreto è stato emesso dal GIP del Tribunale di Roma Dr. Ebner, su richiesta del P.M. della
Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma dr.ssa Palaia, e riguarda una discarica
costruita ed autorizzata per lo smaltimento di rifiuti provenienti dalla produzione della cartiera.
Le indagini, condotte dal NIPAF e coordinate dai P.M. dr.ssa Maria Cristina Palaia e dr.ssa Rita
Caracuzzo, hanno accertato una presunta illegittimità dell’autorizzazione rilasciata dalla
Provincia di Frosinone, che avrebbe consentito la messa in esercizio della discarica, pur in
mancanza dei presupposti di legge.
Tra l'altro, la discarica sarebbe situata a poche decine di metri da abitazioni civili ed insisterebbe
su una zona non solo destinata ad uso agricolo (e non industriale) ma anche sottoposta a vincolo
paesaggistico. Inoltre, la competenza all’emanazione dell’atto non sarebbe della Provincia di
Frosinone bensì della Regione Lazio. Da qui gli organi inquirenti ipotizzano l’illecito smaltimento
di ingenti quantità di rifiuti, che non avrebbero potuto essere conferiti in discarica bensì smaltiti in
altro sito, conseguendo in tal modo un notevole ritorno economico derivante dal risparmio di
spesa sui costi di smaltimento attuato attraverso ditte terze.
L’ipotesi di reato è stata avanzata non solo nei confronti dei responsabili della società ma anche
dei consulenti che hanno redatto gli atti tecnici allegati all’istanza per ottenere l’autorizzazione,
nonché dei pubblici ufficiali che, con l’emanazione del titolo abilitativo, hanno favorito ed
agevolato il reato stesso.
In questo settore si segnala, inoltre, che il Protocollo di intesa, sottoscritto
dall’Amministrazione con la Direzione Nazionale Antimafia, ha permesso tramite il Nucleo
Investigativo Centrale del Corpo (NICAF) di mettere in atto importanti attività di polizia
giudiziaria e di intelligence e di favorire una idonea circolarità informativa con i reparti territoriali,
consentendo di dare maggiore spessore alle attività investigative.
INQUINAMENTO
Le varie forme di inquinamento costituiscono oggi realtà preoccupanti, in genere connesse a
smaltimenti di liquami, reflui, fanghi, fumi, scorie, rifiuti industriali speciali e pericolosi
nell’aria, nell’acqua e nel suolo. I danni per gli ecosistemi naturali, per le acque superficiali e le
falde acquifere sono facilmente immaginabili, con conseguenze proiettate negli anni futuri in modo
indefinito e incontrollato.
Spesso gli elementi inquinanti, illecitamente mescolati, smaltiti o nascosti nei terreni e nelle acque,
contaminano i prodotti coltivati e di conseguenza entrano nella catena alimentare. In questo settore
il CFS si avvale, all’interno del NICAF, della competenza dell’URIS (Unità di Repertazione ed
Indagini Scientifiche) nelle indagini di polizia giudiziaria per l’esecuzione di rilievi ed analisi
chimico-fisiche e biologiche, ivi compresi i controlli sugli impianti di depurazione medio/grandi a
servizio di aree metropolitane e gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e di compostaggio e
attività produttive della filiera agroalimentare.
Nel periodo considerato sono state espletate attività di contrasto allo smaltimento illecito di rifiuti,
con particolare riguardo all’occultamento di rifiuti pericolosi nel suolo e nel sottosuolo, alla
gestione non autorizzata di rifiuti plastici, alla gestione di percolato da discarica di RSU,
all’inquinamento di acque sotterranee, anche attraverso l’attività analitica svolta presso il
laboratorio di Rieti.
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Nello specifico la struttura ha operato in Umbria (ispezioni e perquisizioni delegate dalla DDA),
Liguria (rinvenimento grazie a strumentazione in forza al nucleo di numerosi fusti contenenti
rifiuti tossici e di vaste aree contaminate a seguito di ispezioni delegate dalla locale A.G in ambiti
riconducibili a criminalità organizzata) e Lazio (analisi conoscitive di contaminazioni liquide e
ispezioni delegate dalla locale A.G) Inoltre si è proceduto alla validazione di metodologie di
investigazione tramite l’utilizzo di tecniche di georeferenziazione.
A supporto di tale complesso di attività operano un laboratorio fisso, istituito in provincia di Rieti,
ed i laboratori mobili. Essi svolgono, dietro richiesta degli uffici territoriali, una speditiva azione
di analisi e monitoraggio su matrici solide e liquide, la cui efficacia è dovuta sia alla capacità di
raggiungere rapidamente siti spesso poco accessibili, sia alla prontezza dei risultati analitici
ottenuti nell’immediatezza, al fine di orientare la successiva attività investigativa.
Nel settore “inquinamento” l’attività svolta risulta la seguente:
n. 221 i reati accertati
n. 208 le persone denunciate
n. 42 i sequestri penali
n. 2 perquisizioni;
n. 360 gli illeciti amministrativi
€ 465.000 l’ importo notificato
n. 2 sequestri amministrativi
n. 4.040 i controlli generali
n. 1.455 le persone controllate
n. 95 i veicoli controllati
Si riportano di seguito alcune descrizioni di attività espletate nel settore.
SEQUESTRATI FONDALI NEL PORTO DI LA SPEZIA
I dragaggi hanno comportato dispersione di sostanze inquinanti
La Spezia, 14 gennaio 2016 - Il personale del nucleo investigativo del Comando provinciale del
Corpo forestale dello Stato della Spezia e della Sezione di Polizia Marittima e Difesa Costiera della
Capitaneria di Porto della Spezia sono intervenuti su delega dell’Autorità Giudiziaria procedendo
al sequestro dell’area di cantiere dove sono in corso le operazioni di dragaggio nello specchio
d’acqua antistante il molo Fornelli all’interno del porto della Spezia. Il provvedimento è
scaturito a seguito delle indagini che hanno evidenziato come la ditta incaricata dei lavori, li
realizzasse senza porre le dovute garanzie in termini di protezione dell’ambiente. I metodi di
dragaggio autorizzati prevedevano l’utilizzo delle cosiddette panne ancorate al fondo, che in realtà
a seguito dei controlli, non erano debitamente ancorate e per tale motivo permettevano la
fuoriuscita dei fanghi causando un significativo deterioramento dell’ambiente marino per la
dispersione dei fanghi e delle sostanze inquinanti che avevano reso necessarie le operazioni di
bonifica del sito già dichiarato di interesse nazionale. Le procedure illecite sono state riscontrate
più volte durante i controlli svolti nell’ultimo periodo e sono state confrontate ed esaminate
contestualmente ai controlli sulla qualità delle acque svolte dagli organi preposti, tanto da
rendere necessario il provvedimento cautelare che da oggi impedirà la prosecuzione dei lavori. Le
indagini sono coordinate dal Sost. Proc. Dott. Luca Monteverde.
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INQUINAMENTO FIUME ATERNO: SEQUESTRATO ALLEVAMENTO INTENSIVO DI
SUINI NELLA PROVINCIA DI L'AQUILA
L'allevamento gestiva illegalmente tutta la filiera dei rifiuti prodotti. Non si ha traccia di circa
20.000 mc di reflui suinicoli
L'Aquila, 12 maggio 2016. - Nell'ambito di un vasto controllo teso alla individuazione delle matrici
inquinanti del fiume Aterno, afflitto da tempo dalla presenza di Salmonella, è stato individuato
nell'alta valle dell’Aterno un impianto zootecnico intensivo, con potenzialità fino a 4500 suini, che
operava sprovvisto delle necessarie autorizzazioni ambientali e per la corretta gestione degli
effluenti zootecnici e degli altri rifiuti aziendali.
Al fine di valutare i diversi aspetti inerenti la corretta gestione dell’allevamento, valutata la
complessità degli accertamenti, sono state incaricate delle indagini le diverse specialità del Corpo
forestale dello Stato così da poter individuare e verificare tutte le criticità dell’allevamento.
È intervenuto quindi personale del NIPAF, del NIRDA (Nucleo Investigativo Reati in Danno
degli Animali) e del NAF (Nucleo Agroalimentare Forestale), nonché è stato richiesto l’ausilio del
Nucleo di Polizia Giudiziaria Ambientale presso la DDA di L’Aquila.
I Nuclei specializzati nei settori della corretta gestione dei rifiuti, benessere degli animali e
nella prevenzione e repressione dei reati di natura ambientale a competenza distrettuale, hanno
iniziato le indagini che hanno portato al sequestro dell’allevamento sito in Comune di Capitignano
poiché l’azienda operava in assenza sia di Autorizzazione Integrata Ambientale (obbligatoria per
gli allevamenti intensivi), sia delle autorizzazioni necessarie per la gestione di rifiuti e/o per la
pratica della fertirrigazione . Dal sopralluogo è emerso che i liquami prodotti dai suini venivano
riversati sui terreni agricoli limitrofi all’azienda e che, in mancanza di idonei sistemi di stoccaggio
e/o smaltimento, andavano a compromettere seriamente le matrici ambientali presenti. Il
quantitativo di reflui prodotti e sversati nei terreni circostanti in un anno avrebbe potuto colmare
circa 50 piscine olimpioniche.
Sono stati rinvenuti, inoltre, circa 30 suini morti che giacevano in due fosse comuni senza nessun
presidio di protezione sanitaria ed ambientale e senza le prescritte certificazioni veterinarie dirette
a determinare le cause dei decessi e le prescrizioni per lo smaltimento.
Su richiesta del personale operante sono intervenuti i medici del Servizio Veterinario della ASL di
L’Aquila che si sono riservati di approfondire ulteriori aspetti sanitari collegati alle carogne
abbandonate.
TUTELA DELLA FAUNA SELVATICA E DEL MONDO ANIMALE
Anche nel 2016 il Corpo forestale dello Stato è impegnato nella tutela sia della fauna
selvatica che, più in generale, del mondo animale.
Sono quindi state poste in essere, sia attraverso le sue strutture territoriali sia mediante i
Nuclei specializzati quali il NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio), il NIRDA (Nucleo
Investigativo per i Reati in Danno agli Animali) e la sezione investigativa della CITES,
numerose operazioni che hanno interessato tutto il territorio nazionale con l’intento di prevenire e
contrastare con sempre maggior efficacia il bracconaggio, il maltrattamento degli animali e il
traffico illegale delle specie in via di estinzione.
Nel settore “tutela mondo animale” l’attività svolta risulta la seguente:
n. 664 i reati accertati
n. 473 le persone denunciate
n. 339 i sequestri penali
n. 61 perquisizioni;
n. 4 arresti
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n. 1.999 gli illeciti amministrativi
€ 1.005.205 l’ importo notificato
n. 111 sequestri amministrativi
n. 56.835 i controlli generali
n. 19.006 le persone controllate
n. 1.720 i veicoli controllati
MAXI SEQUESTRO DI ARMI E MUNIZIONI IN ZONA DI PROTEZIONE ESTERNA DEL PARCO NAZIONALE
ABRUZZO LAZIO E MOLISE
L'Aquila, 20 maggio 2016 - Quattro indagati a piede libero, tutti residenti a Gioia dei Marsi (AQ),
per detenzione illegale di armi e munizioni ad uso caccia, con il fondato sospetto che i denunciati
siano soliti cacciare di frodo anche in area contigue al Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise. Su
delega della Procura della Repubblica di Avezzano, sono state eseguite perquisizioni domiciliari e
veicolari dal personale delle Stazioni Forestali di Lecce nei Marsi, Pescasseroli, Gioia dei Marsi e
del C.T.A. del P.N.A.L.M. di Pescasseroli che hanno portato alla scoperta di un vero e proprio
arsenale. All’interno di una singola abitazione sono state rinvenute e sequestrate oltre 2500
munizioni per fucili, 150 proiettili da pistola, diverse armi tra cui anche una pistola di dubbia
provenienza. L’attività investigativa ha preso origine dall’uccisione di un esemplare di cervo
adulto, un maschio di quasi 300 kg, avvenuta a metà marzo in area contigua Zona Protezione
Esterna dell’area protetta in comune di Gioia dei Marsi, per arma da fuoco, come confermato dal
referto dell’I.Z.S. di Avezzano. Ora tutte le armi sequestrate saranno portate in laboratorio per la
successiva comparazione balistica con il proiettile ritrovato nel corpo dell’animale.
70.000 EURO NELL’AMBITO DI INDAGINI SUL
TRAFFICO DI CUCCIOLI DI RAZZA CHIHUAHUA IN PROVINCIA DI TORINO.
Per la prima volta in Italia applicato il D.lgs 93/1993 su un caso di traffico di cuccioli di cani di
razza Chihuahua
Torino giugno 2016. Si sono concluse nei giorni scorsi le indagini riguardanti
l’operazione“Chihuahua”, iniziate nell’aprile 2015, riguardanti un presunto traffico di cuccioli di
cani di razza Chihuahua, provenienti dall’Ucraina e Russia. Le indagini partite da un negozio di
articoli per cani a Torino si è allargata ad un comune del cuneese e ad alcune provincie della
Liguria. Alla luce dei fatti, è stata accertata l’esistenza di una vera e propria organizzazione,
gestita da una donna di origini ucraine, che con l’ausilio di parenti e amici, aveva realizzato
allevamenti amatoriali presso le abitazioni delle persone complici, senza alcuna autorizzazione da
parte delle ASL competenti, e senza introiti per l’erario in piena evasione fiscale, inoltre
introducendo cani di razza nel territorio italiano da paese terzo (Ucraina e Russia) ai fini della
vendita, senza presentarli a un posto d’ispezione frontaliera per gli opportuni controlli sanitari. Per
la prima volta in Italia, il personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale e del
Comando provinciale di Torino, in collaborazione con i veterinari e tecnici dell’ASL TO2, essendo
riuscito a provare l’introduzione a scopo di vendita di cani da paesi non UE ha potuto applicare il
D. Lgs. 93/1993 ed elevare sanzioni amministrative a carico della donna Ucraina per un
ammontare di oltre 70.000,00 €. In questo caso il personale del NIPAF con i dati acquisiti dalle
indagini di P.G. e con i controlli incrociati sulle banche dati canine, è arrivato ad ottenere prove
documentali del traffico di cani. Il traffico di cani di razza dai paesi dell’Est, è un fenomeno
dilagante, gli acquirenti cadono nella trappola dei trafficanti, che utilizzano il metodo delle
inserzioni on line e dei social network. La consegna dei cuccioli avviene quasi sempre nei
parcheggi dei centri commerciali, o addirittura nelle aree di servizio delle autostrade, con il
pagamento in contanti alla consegna, purtroppo dopo alcuni giorni questi cuccioli si ammalano o
ELEVATE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER OLTRE
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arrivano al decesso per malattie contagiose contratte durante il trasporto o addirittura
dall’allevamento di provenienza, il tutto con costi esorbitanti per le cure veterinarie, che azzerano
tutto il risparmio sull’acquisto non effettuato presso rivenditori o allevamenti regolari.
SGOMINATA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DEDITA AL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI CUCCIOLI.
DODICI PERSONE INDAGATE, DUE SOTTOPOSTE AGLI ARRESTI DOMICILIARI E TRENTA CUCCIOLI DI
CANE SEQUESTRATI. QUESTI I RISULTATI DELL’OPERAZIONE “ORO DELL’EST”CONDOTTA DAL CORPO
FORESTALE DELLO STATO A LODI
Lodi – 9 giugno 2016 - Cuccioli di razze pregiate importati illegalmente dall’Ungheria all’interno
di contenitori di cartone o cassette da frutta, privi di luce ed aria, e messi in vendita in Italia
attraverso vari canali a prezzi di mercato. È quanto emerso dalle indagini del Corpo forestale dello
Stato che ha sgominato un’associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cuccioli
di cane e che ha portato all’arresto di due persone per maltrattamento e traffico illecito di
animali e al sequestro di trenta esemplari in pessime condizioni igienico – sanitarie. All’operazione
“Oro dell’Est”, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lodi
Emma Vittorio, hanno preso parte oltre venti unità del Comando Provinciale di Lodi del Corpo
forestale dello Stato. L’attività investigativa sul commercio illecito di cuccioli dell’est ha consentito
anche l’individuazione di numerosi fiancheggiatori dell’associazione, tra cui due medici
veterinari e titolari di esercizi commerciali specializzati nella vendita di animali da compagnia.
Le indagini sono state attivate a seguito del continuo monitoraggio dei siti di e-commerce e si
sono sviluppate anche grazie all’utilizzo di innovativi sistemi investigativi. L’associazione a
delinquere ha coinvolto a vario titolo dodici persone, ognuna con un preciso ruolo: dalla ricerca
degli esemplari da “importare” al loro trasporto, dalla temporanea stabulazione alla falsificazione
dei documenti, dalla messa in vendita alla consegna ad inconsapevoli acquirenti.
Le ipotesi di reato attualmente contestate sono: associazione a delinquere, traffico illecito di
animali di età inferiore alle dodici settimane, esercizio abusivo della professione medica, frode
in commercio, maltrattamento di animali e detenzione produttiva di gravi sofferenze e
ricettazione. L’importazione illegale riguardava razze pregiate di taglia piccola quali: Barboncini,
Spitz, Chihuahua, Maltesi Bouledogue francesi provenienti dall’Ungheria. I cuccioli di cane
venivano prelevati e trasportati in Italia all’interno di contenitori assolutamente inidonei e contrari
alla natura degli animali, dentro i bagagliai delle auto, privi di luce ed aria. Venivano poi sottoposti
a sevizie, vessazioni e maltrattamenti insopportabili con trattamenti sanitari inutili e dannosi per
mascherare eventuali patologie e con età inferiore rispetto a quella dichiarata all’atto di vendita. Il
reato di maltrattamento, inoltre, è aggravato dalla successiva morte di molti esemplari a cause
delle patologie che presentavano e in assenza delle idonee coperture vaccinali. I due medici
veterinari, coinvolti nell’attività illecita, inoculavano i microchip negli animali compilando falsi
libretti sanitari, manomettendo l’età, la provenienza e le condizioni sanitarie dei cuccioli che
spesso risultavano affetti da patologie altamente infettive quali la parvovirosi (ormai debellata
nell’intero territorio nazionale). Questa “ripulitura” rendeva i cuccioli pronti per essere immessi
sul mercato grazie alla falsificazione dei documenti e una volta giunti a destinazione venivano
venduti attraverso vari canali a prezzi di mercato. Prevalentemente venivano venduti da un
membro dell’organizzazione che si presentava ai clienti quale allevatore. In realtà non è mai stato
rinvenuto in possesso di documentazione attestante la provenienza degli animali da allevamenti
italiani. Le indagini hanno interessato anche strutture commerciali di varie provincie della
Lombardia che acquistavano i cuccioli dagli indagati per rivenderli successivamente come cani
italiani provenienti da allevamenti di fiducia. A carico di questi soggetti è stato configurato il reato
di frode in commercio e ricettazione. Gli animali salvati e posti sotto sequestro sono stati
temporaneamente affidati, grazie al contributo dell’Associazione difesa del cane – A.DI.CA. di
Lodi, a famiglie che ne garantiscono la cura e un sano sviluppo. “Meglio adottare un animale in un
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canile e non alimentare ulteriormente questo traffico”, così il Comandante Provinciale di Lodi,
Andrea Fiorini: “i cuccioli sequestrati hanno non più di 40 giorni e non - come prevede la legge - 3
mesi e 21 giorni per l’introduzione di cuccioli provenienti da Paesi sottoposti a vincoli sanitari
come l’Ungheria”. Prosegue il Comandante: “i cani vengono venduti non vaccinati ma “dopati” da
antibiotici allo scopo di celare le patologie. Ecco perché, successivamente all’acquisto, spesso si
ammalano e muoiono prematuramente o presentano gravi disabilità”.
SEQUESTRATI NUMEROSI TROFEI DI CACCIA COMMERCIALIZZATI ON-LINE
Milano 16 maggio 2016 – Sono stati sequestrati 16 trofei di caccia grossa, tra cui esemplari di Gnu,
Bufalo, Antilopi, Orici, Impala ed un raro esemplare di felino africano il Caracal, detenuti senza
documentazione e posti in vendita su noti siti di annunci su internet e denunciato il proprietario.
I trofei erano pubblicizzati con tanto di foto, prezzo e storia della battuta di caccia grossa che
aveva portato all’abbattimento dell’animale.
Grazie al costante monitoraggio del Web da parte del Nucleo Investigativo forestale (NIPAF) di
Milano finalizzato proprio ad intercettare traffici illeciti di specie protette sulla Rete, i Forestali
hanno individuato numerosi annunci riconducibili al medesimo nominativo in cui apparivano vari
trofei imbalsamati di un raro esemplare di lince caracal, specie protetta dalla normativa CITES
(Convenzione internazionale di Washington a tutela e regolamentazione del commercio di animali
e piante in via di estinzione).
Sono stati raccolti elementi investigativi tali da indurre la Procura di Pavia a disporre la
perquisizione dei domicili dell’indagato dove sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi trofei,
tutti appartenenti a specie africane oggetto di safari di caccia. In evidenza sui trofei anche il bossolo
del proiettile utilizzato per l’uccisione. Il proprietario non ha saputo produrre alcuna
documentazione circa la legale detenzione dei reperti di tassidermia.
Il reato contestato prevede pesanti sanzioni oltre alla confisca dei trofei.
Oltre alla violazione penale, è stata contestata anche la violazione amministrativa delle norme
regionali sulla caccia e sulla tassidermia che prevedono l’obbligo di totale tracciabilità degli
esemplari imbalsamati a partire dal tassidermista che ha lavorato l’esemplare e la legittima
provenienza dello stesso.
I reperti più pregiati avrebbero fruttato singolarmente tra i mille euro e i duemila euro.
L’operazione conferma la bontà dell’impegno dei forestali a contrasto del commercio illegale di
specie protette, commercio illecito spesso di natura transnazionale che è alla base di molte delle
critiche condizioni di sopravvivenza di specie protette ed in via di estinzione.
ATTIVITÀ OPERATIVA IN ALTRI SETTORI
SEQUESTRATE
4400 PIANTE DI MARJUANA DALLA FORESTALE NEL COMUNE DI GRAGNANO.
INDIVIDUATE 3 PIANTAGIONI TRA IL MONTE MEGANO E IL MONTE PENDOLO
Gragnano 24 giugno 2016 – Personale del Corpo Forestale dello Stato appartenente al Comando
Stazione di Castellammare di Stabia ha effettuato il sequestro di oltre 4000 piante di Canapa
indiana di altezza variabile tra 1 e 2 m , rinvenute tra il versante basso del monte Megano e il
versante alto del monte Pendolo in aree ricadenti in agro del Comune di Gragnano. In totale sono
state individuate 3 diverse piantagioni raggiungibili per lo più a piedi tra sentieri impervi.
L’operazione condotta congiuntamente tra Forestali e Carabinieri ha portato ad uno dei sequestri
più importanti tra quelli effettuati negli ultimi anni nell’area dei Monti Lattari. Le oltre 4000
piante sequestrate ed estirpate avrebbero portato alla criminalità organizzata un introito di circa 4
milioni euro.
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Secondo le disposizioni della Procura della Repubblica di Torre Annunziata , la maggior parte
delle piante è stata immediatamente sottoposta a distruzione nella stessa zona, mentre la restante
parte sarà analizzata per definire precisamente la qualità della specie. Ulteriori indagini saranno
effettuate al fine di risalire agli autori della illecita coltura.
OPERAZIONE
“ACCIAIO
SPORCO”: OTTO ARRESTI PER TRUFFA MILIONARIA AI DANNI DI UNA
NOTA AZIENDA SIDERURGICA DI TERNI
Perugia, 23 giugno 2016 – Truffa ai danni dell’azienda Acciai Speciali Terni, che ha portato
all’arresto di 8 persone, 17 indagati e a varie perquisizioni e sequestri a Terni, Bergamo,
Fabriano e Brescia. È il risultato di un’indagine condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia
Ambientale e Forestale (NIPAF) di Terni sotto la direzione della Procura della Repubblica di Terni,
che ha permesso di scoprire una nuova imponente truffa milionaria ai danni della nota azienda
siderurgica umbra.
Il personale del Corpo forestale dello Stato, nel corso delle indagini relative all’operazione del 2015
denominata “Acciaio d’oro” , aveva intrapreso un’ulteriore attività investigativa, durata circa un
anno, che ha portato alla luce un’articolata organizzazione allestita da tre figure di spicco del
principale fornitore di acciaio inox di qualità “304” (Nichel – Cromo) dell’AST le quali, attraverso
una fitta rete di connivenze e complicità, sono riusciti ad attuare un’imponente truffa ai danni della
Thyssen.
In sostanza, tramite la complicità di personale addetto al collaudo delle consegne di acciaio,
lautamente ricompensato, il fornitore riusciva ad aggirare i sistemi di controllo dell’Azienda e a
“pilotare” a suo beneficio i camion destinati ad essere campionati dall’AST per la verifica della
rispondenza del materiale.
In tal modo ogni 7 camion di materiale pagato al prezzo di circa 1.200 euro a tonnellata, solo 2
rispondevano alle specifiche imposte dall’azienda, mentre i restanti 5 camion venivano caricati
con materiale di scarsa qualità e non rispondente ai requisiti imposti per quella tipologia di
acciaio inox (in particolare per il contenuto in percentuale di nichel e cromo), che finiva
indisturbato per mescolarsi in maniera indistinguibile con le migliaia e migliaia di tonnellate di
acciaio inox “304” consegnate dai vari fornitori AST.
Tutto ciò senza quindi che venisse mai alla luce la peculiarità di tale fornitura.
L’Azienda era doppiamente penalizzata, non solo per la consegna di materiale fasullo ma anche
perché, producendo sempre e comunque acciaio di qualità con requisiti merceologici irrinunciabili,
finiva per sostenere ulteriori costi per la necessità di aggiungere metalli nobili mancanti a causa
delle forniture fraudolente.
L’operazione “Acciaio sporco” , alla quale hanno preso parte circa 100 agenti del Corpo forestale
dello Stato, appartenenti ai Comandi Provinciali di Terni, Perugia, Bergamo, Brescia, Milano,
Ancona e Roma, ha portato all’arresto di tre alti esponenti della società del fornitore, che ha sede
nel Bergamasco e nel Bresciano, di quattro dipendenti dell’Acciai Speciali Terni S.p.a. e del
responsabile della ditta di trasporto con sede in provincia di Ancona che conduceva il materiale
all’acciaieria.
Sono stati inoltre denunciati all’Autorità Giudiziaria tre dipendenti della società del fornitore
addetti al carico dei mezzi e altri sei dipendenti ed ex dipendenti della ThyssenKrupp/AST.
I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Acciai
Speciali Terni, alla frode in commercio e corruzione tra privati. Le indagini hanno portato anche
a varie perquisizioni presso le sedi aziendali della ditta del fornitore e presso le abitazioni degli
arrestati.
CAPORALATO - 12 PERSONE INDAGATE PER REATI CONNESSI ALLO SFRUTTAMENTO DI MANODOPERA
IRREGOLARE IN TOSCANA
Scoperto un sodalizio criminale che recluta profughi per avviarli ad attività agricola sottopagata
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Firenze 10 maggio 2016 – Notificate 12 informazione di garanzia ed eseguite 30 perquisizioni nei
confronti di cittadini pakistani, italiani e aziende agricole del Chianti Fiorentino, su
provvedimento della Procura della Repubblica di Prato. Questo il risultato della prima operazione
di rilievo in Toscana che riguarda il fenomeno del “caporalato” in agricoltura,
denominata “Numbar Dar” (Capo Villaggio in pakistano), effettuata dal Corpo forestale dello
Stato, Comando Provinciale di Firenze, in collaborazione con la Polizia di Stato di Prato e con il
Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Prato sotto la direzione del Procuratore
Capo di Prato, Dott. Giuseppe Nicolosi e del Sostituto Procuratore Dott. Antonio Sangermano.
I soggetti destinatari dei provvedimenti sono stati individuati a seguito di una mirata e
approfondita attività info-investigativa che ha permesso di evidenziare l’esistenza di
un’associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie di delitti tra cui
intermediazione illecita nel reclutamento di cittadini extracomunitari, per lo più giunti in Italia
come profughi, e sfruttamento del lavoro nero.
In particolare si è accertato che il sodalizio criminale, composto da cittadini pakistani,
approfittando dello stato di bisogno o di necessità delle vittime provenienti da scenari di guerra e
povertà, recluta profughi richiedenti asilo, presenti all’interno di strutture di accoglienza locali, al
fine di avviarli, in condizione di sfruttamento, anche mediante l’uso della violenza, minaccia o
intimidazione,allo svolgimento di attività agricola sottopagata all’interno di aziende vitivinicole
del Chianti Fiorentino.
Si rappresenta inoltre che tale attività illecita si svolge con la collaborazione esterna di alcuni
professionisti italiani che forniscono agli stranieri documentazione falsa o contraffatta,
finalizzata ad eludere la normativa sull’immigrazione.
CONTROLLI STRADALI E SETTORE DELL’AUTOTRASPORTO MERCI
Nel corso dei servizi espletati su strada, anche per il controllo del trasporto merci, sono stati
sottoposti a controllo n. 4.141 veicoli e rilevati, per il solo Codice della Strada, n. 1.899 illeciti le cui
sanzioni contestate ammontano a quasi 267.390 euro.
Nell’ambito dei controlli su strada sono stati effettuati anche i controlli di legalità nel settore
dell’autotrasporto in attuazione dell’articolo 6 del D.lgs n. 144 del 2008: tali verifiche sono
finalizzate in particolare alla compilazione della “lista di controllo” prevista dalle recenti
normative comunitarie e recepita con D.M. del 14 settembre 2009.
I controlli vengono effettuati prevalentemente sulle strade statali e secondarie, contribuendo
ad un presidio capillare del territorio e delle attività relative alla filiera delle produzioni agricole e
zootecniche. I controlli specifici su autocarri adibiti al trasporto delle merci vengono inviati alla
Direzione Centrale per la Polizia Stradale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
TUTELA DELL’ORDINE PUBBLICO
E' proseguita anche nell'anno 2016 l'attività di supporto e concorso con le altre Forze di Polizia per
il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, secondo le disposizioni delle Autorità
provinciali di P.S., in occasione di eventi particolari, di manifestazioni sportive, politiche o
elettorali.
In seguito a richiesta del Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Ufficio Ordine Pubblico sono stati
anche effettuati servizi con respiro più ampio, utilizzando squadre appositamente equipaggiate ed
organizzate. Sin dall’apertura del Giubileo della Misericordia, e a tutt’oggi, il Corpo forestale dello
Stato partecipa ai relativi servizi di ordine pubblico nella Capitale.
Ha inoltre effettuato servizi in concorso con le altre Forze di polizia per eventi particolari quali il
Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, la finale di Champions League a Milano.
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ATTIVITÀ PER LA SICUREZZA AGROALIMENTARE E AGRO AMBIENTALE
La sicurezza agroambientale e agroalimentare costituisce uno degli obiettivi prioritari del
Corpo forestale dello Stato, in particolare nei territori rurali e montani dove si svolgono i processi
di produzione e, a volte, di aggressione alle risorse ambientali e agroalimentari del nostro Paese.
Il processo di globalizzazione, con l’aumento vertiginoso della velocità di produzione e di
commercializzazione dei beni e dei servizi, ha reso più urgente la tutela di tali risorse non solo per
il presente ma anche per le generazioni future.
Per questo il mantenimento sul territorio di produzioni agricole capaci di generare un ritorno
in termini economici e quindi reddito per gli agricoltori, come nel caso dei prodotti di eccellenza
del made in Italy, è essenziale anche ai fini della valorizzazione, della difesa e della conservazione
dei valori ambientali e dell’indotto territoriale.
Gli obiettivi individuati e le azioni di dettaglio di tipo organizzativo attuate dal Nucleo
agroalimentare e forestale del Corpo forestale dello Stato sul territorio nazionale sono stati definiti
sulla base della Direttiva annuale del Ministro delle Politiche Agricole e del Capo del Corpo. La
Direttiva prevede il “Controllo del territorio, la prevenzione e la repressione dei reati
agroalimentari”, da attuarsi, tra l’altro, mediante le seguenti quattro attività prioritarie:
1.
2.
3.
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“La prosecuzione della lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari a
denominazione e indicazione di origine protetta e dei prodotti certificati (biologici
e altri)” con particolare riferimento alle transazioni all’estero o dall’estero degli
alimenti contraffatti o delle materie prime utilizzate;
“L’attivazione di attività necessarie alla creazione delle condizioni di conoscibilità
delle filiere da parte del consumatore attraverso un programma di tracciabilità
dell’origine delle materie prime dei prodotti commercializzati con indicazioni
riconducibili alla definizione giuridica di made in Italy”;
“La prosecuzione dell’attività di contrasto alle sofisticazioni, adulterazioni,
contraffazioni e all’illecita etichettatura dei prodotti delle principali filiere
agroalimentari nei settori oleario, viti-vinicolo, lattiero-caseario, e delle carni”;
“La prosecuzione del monitoraggio delle matrici agroalimentari e agro ambientali
nelle aree eventualmente interessate da forme di inquinamento, compreso quello
derivante dall’impiego di colture geneticamente modificate”.
Grazie a diverse collaborazioni poste in essere con Enti di ricerca e Università, sono state
messe a punto e testate per la prima volta nuove metodologie investigative di indagine scientifica,
volte allo studio delle filiere produttive e all’utilizzo di particolari markers chimici, biochimici, o
isotopici come indicatori indiretti per l’individuazione delle principali frodi commesse a livello
nazionale e internazionale nei cicli produttivi analizzati.
Ad esempio nel settore degli OGM si sta monitorando la diffusione e la coltivazione illegale
di mais geneticamente modificato a livello nazionale tramite kit immunoenzimatici per il
riconoscimento di eventi transgenici speditivi:
Del mese di luglio il sequestro di circa 6 ettari di una piantagione di mais transgenico alle
porte di Rovigo, la cui contaminazione è stata dapprima rilevata grazie al kit che identifica la
presenza di una endotossina specifica per il Mon810 e quindi confermata dal campionamento delle
foglie che sono state analizzate presso il laboratorio dell' Istituto Zooprofilattico Sperimentale
dell'Umbria e delle Marche.
Ancora nel campo delle produzioni agroalimentari a indicazione geografica protetta il
Nucleo agroalimentare forestale, d’intesa con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti
dell’Università di Parma, ha in corso una rilevazione in tutta Italia della genuinità della filiera del
Parmigiano Reggiano Dop, verificando il divieto di utilizzo di insilati nell’alimentazione delle
bovine così come previsto per legge dal disciplinare.
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Nella filiera dell’olio extravergine di oliva (Evo) continuano le attività di indagine per
verificare l’origine varietale (tramite profilazione del DNA) di molte partite di Evo etichettato
come “100% italiano”; tali marcatori molecolari, in combinato disposto con altri strumenti
investigativi consentono, di determinare l’origine geografica delle stesse partite.
E’ ormai del tutto evidente come risulta anche dalla lettura della relazione finale della
Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in
campo commerciale e del commercio abusivo, che a causa delle numerose pratiche illecite si sta
compromettendo l’intero comparto costituito da oltre 150 milioni di piante distribuite su una
superficie di 1.165.458 ettari, due terzi delle quali extravergine, e con oltre 40 denominazioni
di origine protetta riconosciute dall’Unione europea, si compone di una rete che conta oltre
700.000 aziende agricole, 4.800 frantoi attivi e 220 imprese industriali.
L’applicazione di detta metodologia ha già portato alla scoperta di una maxifrode inerente
un quantitativo di circa 7.000 tonnellate di olio extravergine di oliva estero venduto illecitamente
come italiano e il sequestro di 20 tonnellate di falso Evo Igp Toscano.
A garanzia dei cittadini consumatori e delle leali pratiche commerciali, il Corpo forestale
dello Stato prosegue le attività straordinarie di controllo sulla filiera delle olive verdi da mensa
allo scopo di portare alla luce eventuali criticità di sistema: quale l’illecita pratica di colorazione
artificiale, in fase di post raccolta, di partite di olive dell’annata precedente, allo scopo di
ringiovanirne l’aspetto.
Gli additivi utilizzati, tutti illeciti, vanno dall’E140 e dall’E141, a base di clorofilla o di suoi
derivati rameici, al solfato di rame.
I campionamenti ufficiali eseguiti su base nazionale in questo primo semestre e le
successive analisi mirate di laboratorio, hanno evidenziato una concentrazione di rame sulle olive
pari in certi casi anche al doppio delle concentrazioni ammesse per legge come “Limite massimo
di residuo” (LMR) (30 mg/kg di prodotto1), e hanno condotto al sequestro di oltre 85 tonnellate di
olive e di 26 Comunicazioni di Notizie di Reato per impiego fraudolento di additivi non consentiti,
vendita di alimenti non genuini come genuini, detenzione per il commercio, in modo doloso, di
sostanze destinate all’alimentazione pericolose per la salute pubblica.
Inoltre, il Corpo forestale dello Stato ha presentato denunce sia per frode in commercio,
relativamente a olive etichettate falsamente come “made in Italy”, sia per illecito utilizzo di
denominazione protetta, con riferimento a numerosi lotti di falsa oliva “Nocellara del Belice”;
infine, nel corso delle operazioni condotte sono stati sequestrati circa 525 tonnellate di olive da
mensa in cattivo stato di conservazione. Tali controlli e i relativi sequestri hanno evitato la
commercializzazione delle “olive colorate” sia in Italia sia in Paesi terzi.
Nei primi sei mesi dell’anno l’attività di presidio territoriale effettuata nel settore è stata
intensa, permettendo di conseguire complessivamente i risultati di seguito indicati:
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numero controlli effettuati: 3.804;
numero sanzioni amministrative irrogate: 441;
importo sanzioni amministrative: 910.867 €;
reati accertati: 94;
numero persone denunciate: 160;
quantità sequestrata: circa 1.600 tonnellate e 3.367.000 litri di prodotti di filiera.
Infine, su scala internazionale sono in corso diverse indagini di scenario, in particolare in
Germania, Belgio e Danimarca in partnership con gli omologhi nuclei specializzati della rete
Opson che hanno per oggetto vini generici da tavola, privi di denominazioni di origine o
indicazioni geografiche, venduti come prodotti di maggior pregio con etichette ingannevoli.
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Ex Reg (CE) 149/2008.
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ATTIVITÀ PER LA SICUREZZA AMBIENTALE E AGRO-FORESTALE
NELLA PROTEZIONE CIVILE E NEL PUBBLICO SOCCORSO
L’attività di sicurezza ambientale e agro-forestale, soprattutto nei territori rurali e montani
dove spesso si svolgono processi produttivi i quali portano all’impiego di pratiche agronomiche
(abbruciamenti delle biomasse per potature, diserbi, etc.) che, di frequente, sono fonte scatenante di
incendi boschivi, viene svolta anche con lo scopo di minimizzare gli effetti delle minacce alle
risorse ambientali del nostro Paese. La tutela di tali risorse deve riuscire a conciliare il
mantenimento degli standard produttivi riuscendo sempre a preservare il patrimonio agroforestale italiano.
La tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica nei territori rurali e montani prevede anche la
messa a sistema delle conoscenze che coinvolgono il comportamento degli effetti del fuoco, delle
precipitazioni nevose e di tutti gli sconvolgimenti naturali che possono alterare lo stato del
territorio.
Per tale motivo sono stati costituiti, con grande anticipo rispetto ai tempi, il Nucleo
Investigativo Antincendio Boschivo (N.I.A.B.) e il Servizio Meteomont che supportano da anni le
attività sul territorio per governare le conoscenze sul fenomeno incendi e sulla sicurezza in
montagna.
In particolare, per fronteggiare il fenomeno incendi boschivi che affligge in particolare alcune
regioni del nostro Paese, servono una serie di azioni coordinate che coinvolgono l’analisi del
fenomeno, la prevenzione e lo studio delle condizioni predisponenti e delle motivazioni, la
previsione, l’investigazione e la sua successiva repressione, non tralasciando anche la
sensibilizzazione degli operatori del settore e dei cittadini per la crescita della cultura ambientale.
Ogni anno la preparazione alla Campagna Antincendio Boschivo prevede un processo di
intelligence su scala territoriale (provinciale) mirato alla raccolta di notizie e dati utili per l’analisi, la
produzione e il trattamento delle informazioni, custodite nel Sistema Informativo della Montagna,
necessarie per intraprendere le attività di prevenzione e previsione del fenomeno. Al verificarsi
degli incendi boschivi vengono svolte, sugli incendi di maggiore impatto, studi oggettivi sul
percorso del fuoco alla ricerca di tracce e azioni lasciate dagli autori che saranno oggetto di
specifiche attività di repertazione svolte secondo protocolli scientifici e impiegando valigette (kit)
per la repertazione disponibili presso tutti gli uffici a supporto delle attività di Polizia Giudiziaria.
L’analisi delle relazioni dinamiche tra gli eventi attraverso l’utilizzo di modelli matematici
statistici che operano su dati geo-referenziati consente la valutazione della distribuzione degli
eventi nello spazio e nel tempo per studiarne la distribuzione sul territorio e l’eventuale ciclicità.
Questi dati, correlati da uno studio delle cause predisponenti e dei fattori, elaborati e gestiti
in un’ottica relazionale al fine di creare modelli probabilistici applicati alle indagini, contribuiscono
a ridurre il divario tra attività di prevenzione e attività di previsione, portando ad uno
sbilanciamento verso la seconda.
La siccità, il caldo, il vento sono i fattori che aumentano enormemente i rischi di innesco e
non va dimenticato che tutti gli incendi, che ogni estate devastano il nostro patrimonio boschivo,
sono sempre causati dalla mano dell’uomo, per cause volontarie o involontarie. Aggiungiamo
all’attività delittuosa degli incendiari e dei piromani che la diffusione dei fuochi derivanti da azioni
incoscienti, superficiali e colpevolmente ignoranti, sono in costante aumento sebbene, osservando
la statistica soltanto in termini di numeri assoluti, osserviamo una situazione meno grave di
qualche decennio or sono.
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Se esaminiamo i numeri degli incendi a partire dagli anni ’70 vediamo che in alcuni decenni
il numero degli incendi ha superato anche gli 11000 annui. Gradualmente, nel tempo gli incendi
hanno continuato a diminuire, sino ad arrivare ai 2936 incendi del 2013, ai 3257 del 2014 e ai 5.442
dello scorso anno e anche la superficie media incendiata per evento è passata gradualmente dai
circa 14 ettari a incendio del decennio 1970-1979 fino ai circa 11 ettari del 2015.
La riduzione del numero degli eventi è stata certamente influenzata dalle condizioni
climatiche, quindi dall’elevato tasso di umidità al suolo e ambientale che ha caratterizzato le ultime
estati, ma anche dal progressivo intensificarsi dell’opera di prevenzione e, soprattutto,
investigazione del personale del Corpo forestale dello Stato.
La statistica sulle cause di innesco involontarie ci dice che uno dei maggiori fattori di rischio
è proprio quello dato dal disfarsi, senza adottare tutte le precauzioni e nei periodi di maggiore
siccità, aridità e vento, di rifiuti e dei residui vegetali bruciandoli in aree contigue ai boschi o a
piante di alto fusto. Questa è una pratica dura a morire e sanzionata in via amministrativa.
Peraltro, la direttiva europea 2008/98/CE sulla gestione dei rifiuti, recepita anche in Italia, sollecita
gli Stati membri ad incentivare le forme di riutilizzo dei residui organici ligneo-cellulosici, anche
avviandoli alle centrali termiche a biomasse per la produzione di energia alternativa.
Il Corpo forestale dello Stato da sempre opera al fine di diffondere questa cultura e motivare
anche gli Enti locali, oltre a stimolare i buoni comportamenti da parte dei cittadini, ad incentivare il
riuso di questi materiali favorendo le forme di raccolta direttamente dai campi. Tale pratica, se
posta in essere con costanza e diffusa, potrebbe servire a far abbandonare queste antiche usanze
agricole a favore di comportamenti più virtuosi in linea con l’aumentata sensibilità ecologica
mondiale diminuendo indirettamente i costi delle azioni che dovrebbero essere poste in essere non
solo per spegnere ma anche per ripristinare, quando possibile, il soprassuolo danneggiato
calcolando il giusto valore perso che deve essere risarcito alla comunità.
Per supportare le attività investigative del N.I.A.B. quest’anno è stato intensificato il lavoro di
rilevamento, già avviato gli scorsi anni, delle aree interessate dagli incendi con droni equipaggiati
con sensori in grado di fornire importantissime informazioni per facilitare il lavoro degli
“investigatori degli incendi”. Infine, per sostenere il processo di revisione dei costi della Pubblica
Amministrazione nel settore incendi boschivi, che assorbe ingenti risorse finanziarie, il Corpo
Forestale dello Stato ha attivato anche il Simulatore “Forest Fire Area Simulator”, una piattaforma
immersiva per l’addestramento attraverso un approccio altamente innovativo per la formazione e
l’aggiornamento del personale che cura le operazioni di direzione dello spegnimento e dei propri
investigatori specializzati in incendi boschivi. Il “Forest Fire Area Simulator” è collocato presso il
Centro Nazionale di Formazione di Castel Volturno (CE).
Gli obiettivi individuati e le attività poste in essere attuate dal Nucleo Investigativo
Antincendio Boschivo del Corpo forestale dello Stato sul territorio nazionale sono stati definiti
sulla base della Direttiva annuale del Ministro delle Politiche Agricole e del Capo del Corpo. La
Direttiva prevede la “Difesa e sicurezza del territorio” da attuarsi, tra l’altro, mediante l’attività
prioritaria cosiddetta “Piano straordinario di contenimento del fenomeno incendi”.
L’attività svolta dal N.I.A.B. nel settore è risultata la seguente:
Stante la necessità di salvaguardare il patrimonio boschivo della nazione prima che l’azione
devastante degli incendiari sia posta in essere il Corpo forestale dello Stato, grazie all’attività di
analisi criminale svolta sulle banche dati del Sistema Informativo della Montagna che archiviano i
dati sugli incendi boschivi, ha potuto sviluppare le proprie azioni di prevenzione del fenomeno
garantendo nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia risultate più colpite, un presidio particolarmente
attento nel periodo, cosiddetto di massima pericolosità, che in estate va dal 15 giugno al 30
settembre.
18
________________________________________________________________________________
Il reato di incendio boschivo è un reato predatorio, molto difficile da accertare stante la
vastità del territorio entro cui esso può verificarsi e l’ambiente ostile che lo ospita. Si caratterizza
per un comportamento vile da parte di chi abbandona degli ordigni incendiari realizzati in modo
da poter sviluppare le fiamme dando il tempo all’incendiario di allontanarsi dal luogo del delitto.
I numeri dell’attività operativa risentono, pertanto, sia di questa difficoltà intrinseca
nell’assicurare i colpevoli alla giustizia che di eventuali circostanze meteorologiche non
predisponenti agli incendi nei periodi di minore siccità, aridità e vento.
Ma tali numeri sono solo apparentemente ridotti in quanto l’incidenza delle attività di
contrasto dei reati di incendio è fortemente influenzata dalla numerosità complessiva degli eventi:
nelle annualità con minore frequenza di eventi per condizioni climatiche si osserva anche una,
comprensibile, riduzione proporzionale delle attività di contrasto.
Nel periodo 2000 – 2015, sono state segnalate complessivamente all’Autorità giudiziaria per
incendio boschivo ai sensi dell’art. 423-bis c.p. un totale di 5.865 persone, di cui 181 tratte in arresto
in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare.
Nell’anno 2016 le attività contro i crimini di incendio boschivo effettuate dai Comandi
territoriali del Corpo forestale dello Stato hanno portato sinora all’arresto di 2 persone e alla
denuncia a piede libero di 86 persone. Complessivamente sono state emesse 88 comunicazioni di
notizia di reato per incendio boschivo ai sensi dell’art. 423-bis c.p.
Periodo
2000-2016
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016 (al 8 agosto)
Totale
ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA FINALIZZATA AL CONTRASTO DEI REATI
DI INCENDIO BOSCHIVO EFFETTUATA DAI COMANDI TERRITORIALI DEL CFS
N. persone denunciate
a piede libero
299
375
313
401
340
328
342
583
450
309
244
446
599
293
130
232
N. persone arrestate o soggette
a custodia cautelare
Totale
9
12
13
14
22
16
11
13
13
8
9
9
15
7
3
7
308
387
326
415
362
344
353
596
463
317
253
455
614
300
133
239
86
5770
2
183
88
5953
Al fine di fornire esempi dell’attività operativa effettuata dal N.I.A.B. si possono citare, fra le
tante, alcune delle operazioni maggiormente significative su scala nazionale.
 OPERAZIONE VESUVIO
L’incendio di proporzioni ragguardevoli è stato uno dei più estesi mai avvenuti all’interno di aree
protette e si è protratto da martedì 19 luglio fino a sabato 23 luglio, mentre le attività di bonifica
per arginare alcune riprese di incendio sono terminate il giorno 27 luglio.
19
________________________________________________________________________________
Sull’incendio sono dovuti intervenire massicciamente i mezzi della flotta area di Stato, messi a
diposizione dal COAU della Protezione Civile Nazionale e, solo con l’effettuazione di diverse
centinaia di sganci di acqua e ritardante, si è riusciti a contenere le fiamme.
La superficie interessata dall’incendio è di non meno di 240 ettari. Il dato esatto sarà reso
disponibile non appena saranno terminate le complesse attività di perimetrazione sul campo.
Il personale del N.I.A.B. è intervenuto come unità investigativa di secondo livello sull’incendio
boschivo del Vesuvio del 19 luglio u.s.; considerata l’importanza dell’evento sia sotto il profilo
dell’allarme sociale che del danno al patrimonio boschivo di un’area così pregiata dal punto di
vista naturalistico ci si è avvalsi delle metodologie più innovative per individuare i punti di
insorgenza delle fiamme e risalire cosi alle cause dell’incendio.
A tal fine si è lavorato utilizzando l’applicativo software denominato M.E.G. Metodo delle
evidenze geometriche acquisito recentemente con le risorse finanziarie messe a disposizione del
P.O.N. Obiettivo convergenza.
Partendo da una prima perimetrazione speditiva effettuata con un sorvolo dall’elicottero, il
personale del N.I.A.B. ha effettuato delle simulazioni di propagazione inversa dell’incendio che
hanno portato all’individuazione di aree ad alta probabilità di insorgenza delle fiamme all’interno
delle quali sono stati repertati alcuni probabili ordigni che sono stati prontamente inoltrati al
RACIS dei Carabinieri di Roma, per le successive attività di analisi per la caratterizzazione dei
reperti.
La messa in esercizio di questo innovativo metodo sta contribuendo ad aumentare la capacità
dell’Amministrazione nel contrasto al reato di incendio boschivo, consentendo di ripercorrere ”a
ritroso” l’incendio per individuare più velocemente il punto di iniziale insorgenza delle fiamme.
MODELLI DI PROPAGAZIONE INVERSA SUI DIVERSI FRONTI DI FIAMMA
LE FRECCE INDICANO LE AREE DI INNESCO EFFETTIVAMENTE RISCONTRATE SUL CAMPO
 INCENDIO IN VALSESSERA (BIELLA)
L’incendio della Valsessera ha avuto inizio il 27 novembre e si è protratto fino al 6 dicembre 2015
interessando circa 1068 ettari di territorio di bosco e pascolo ricadente in area protesta RETE 2000 e
in zona SIC.
20
________________________________________________________________________________
Sono stati necessari ben 9 giorni per domare l’incendio dove è stato necessario un costante
intervento di mezzi aerei e il lavoro di ben 150 uomini tra volontari AIB, Corpo forestale dello Stato
e VVF. I danni economici superano gli 800.000 euro.
Le indagini che si sono protratte fino al mese di marzo, sono state svolte dal Comando Provinciale
di Biella e dal personale del N.I.A.B. di Roma per le attività di Repertazione tecnica estremamente
difficoltose dal punto di vista climatico e per l'alta quota. Si sono avvalse delle migliori tecnologie
messe a disposizione del Centro di Formazione per lo Sviluppo delle Tecnologie Investigative
(Ce.S.T.I.) di Rieti ed hanno visto l’uso di strumenti quali intercettazioni telefoniche, ambientali,
analisi di tracce di DNA e accertamenti tecnici sui componenti degli inneschi. Dai sopralluoghi sui
terreni incendiati sono stati trovati ben 6 inneschi.
Le indagini hanno portato all’identificazione di un pastore di 45 anni che ha confessato di avere
incendiato per la bonifica dei pascoli.
Il Corpo forestale dello Stato ha contestato a suo carico il reato di incendio boschivo doloso (art. 415
bis c.p) e il reato di disastro ambientale (L. 68/2015 art. 452).
Numerose sono le parti offese che hanno dichiarato di volersi costituire parte civile.
 INCENDI SULL’ISOLA DI PANTELLERIA
Unità investigative specializzate del CFS del N.I.A.B. di Roma e del N.I.P.A.F. di Caserta sono
intervenute a supporto delle indagini sui due devastanti incendi che hanno coinvolto l’Isola di
Pantelleria danneggiando il patrimonio ambientale e naturalistico. Gli incendi si sono sviluppati in
località Montagna Grande il 28 maggio 2016 coinvolgendo circa circa 500 ha e il giorno successivo
in località Cuddia Attalora con circa 200 ha di terreno bruciato.
L’attività tecnica si è avvalsa dell’utilizzo del Metodo delle Evidenze Fisiche che ha consentito di
individuare il punto di insorgenza, il tipo di attività che ne ha dato origine e le cause.
L’attività di repertazione tecnica svolta dal NIAB ha consentito di stabilire che i perimetri delle aree
percorse dal fuoco coincidono con le intere zone ricadenti nei 2 SIC-ZPS insistenti sull’Isola di
Pantelleria e con le aree corrispondenti al territorio del Parco Nazionale di nuova istituzione.
La localizzazione lungo il percorso del fuoco di azioni e reperti e lo studio oggettivo della
geometria dell’evento ha permesso di avere delineata la ricostruzione degli incendi a partire dalla
loro origine e consentendo l’identificazione dei mezzi di innesco.
I probabili ordigni rinvenuti sono stati inoltrati al RACIS di Roma per gli accertamenti chimico –
fisico e merceologico. Sono in corso le attività investigative da parte del Nucleo R.O.N.I. del
Comando Carabinieri di Trapani.
Infine, sono proseguite nel 2016 le attività connesse allo sviluppo dei progetti
innovativi del N.I.A.B. nel contrasto, prevenzione e repressione degli incendi boschivi

ATTIVITA’ ADDESTRATIVA CON L’IMPIEGO DEL SIMULATORE INCENDI BOSCHIVI
A partire da marzo 2016 il N.I.A.B. ha sviluppato e posto in essere un piano straordinario di
formazione ed addestramento per 480 operatori appartenenti ai reparti delle regioni Obiettivo 1 del
Mezzogiono d’Italia (Campania, Calabria, Puglia) avvalendosi delle potenzialità didattiche del
Forest Fire Area Simulator (F.F.A.S.), realizzato presso la sede della Scuola CFS di Castel Volturno
grazie alle risorse comunitarie del PON Obiettivo Convergenza 2007-2015.
Si è ritenuto opportuno iniziare le attività formative promuovendo i primi corsi di Repertatore
N.I.A.B. in favore del personale in forza presso i Comandi Stazione ubicati nelle regioni
maggiormente esposte al fenomeno, e che recentemente erano stati destinatari dei nuovi kit di
repertazione scientifica, acquisiti con altro progetto PON, nonché anche per quelli della Basilicata,
recentemente rientrata nelle regioni Obiettivo 1, che necessitano di un intervento formativo di
21
________________________________________________________________________________
aggiornamento professionale per il corretto impiego delle dotazioni tecniche distribuite. Il progetto
formativo terminerà nel novembre 2016 e si avvarrà di una didattica estremamente innovativa e
coinvolgente, molto efficace dal punto di vista della qualità delle competenze tecniche rilasciate
agli investigatori.
L’obiettivo ultimo del progetto è quello di aumentare del 20% l’individuazione delle cause degli
incendi boschivi, grazie alla capacità dei reparti di riconoscere più facilmente il punto di
insorgenza degli incendi e contestualmente facilitare l’avvio delle attività info-investigative.
Pervenuta, inoltre, per il tramite dei contatti istituzionali intrapresi con la Commissione Europea,
una richiesta del Ministry of Agriculture, Rural Development & Environment Department of
Forests di Cipro, per l’erogazione da parte del N.I.A.B.di corso in lingua inglese sulle tecniche
investigative correlate alla repressione del fenomeno degli incendi boschivi da svolgersi presso il
simulatore d’incendi boschivi di Castel Volturno dal 19 al 23 di settembre. A seguire, nel mese di
ottobre e con costi sostenuti dalla Commissione europea, sono previste delle esercitazioni
congiunte presso l’isola di Cipro, coordinate dal personale del N.I.A.B. su alcuni incendi boschivi
particolarmente estesi avvenuti quest’anno nell’isola di Cipro. Ciò consentirà agli investigatori
ciprioti di utilizzare i protocolli operativi di repertazione acquisiti grazie alle competenze che
verranno rilasciate dal personale del N.I.A.B. con l’ausilio del F.F.A.S..

UTILIZZO DEL METODO DELLE EVIDENZE GEOMETRICHE (M.E.G.) E MESSA IN
OPERATIVITÀ DEI NUOVI PROTOCOLLI OPERATIVI DI REPERTAZIONE.
L’Amministrazione ha intrapreso l’attività sperimentale sul campo del nuovo Metodo delle
Evidenze Geometriche, progetto realizzato con fondi P.O.N. - Obiettivo convergenza 2007-2015.
Si tratta di un software innovativo per l’individuazione automatica del punto di insorgenza di un
incendio boschivo, effettuata a partire dalla perimetrazione dell’area percorsa dal fuoco potendo
lavorare sia in campo che in ufficio.
L’impiego di questo metodo innovativo, che consente di ripercorrere ”a ritroso” l’incendio per
individuare il punto di iniziale insorgenza delle fiamme, sta contribuendo ad aumentare la capacità
e la velocità nel circoscrivere l’area ove cercare gli indizi necessari per assicurare i colpevoli alla
giustizia, soprattutto nei casi di incendi boschivi di grande vastità.
Il metodo ha iniziato a dare ottima prova della sua validità nel corso delle investigazioni
sull’incendio adiacente all’aeroporto di Fiumicino del luglio 2015 ed ha proseguito con gli incendi
occorsi nel 2016 a Pantelleria e sul Vesuvio contribuendo ad ridurre i tempi di individuazione del
punto di insorgenza delle fiamme da parte degli investigatori del Nucleo Investigativo
Antincendio Boschivo.
Il M.E.G. è nato dall’idea di impiegare il medesimo algoritmo di propagazione del fuoco
nell’ambiente mediterraneo usato per il FFAS ma “al contrario”. Il N.I.A.B. ha intrapreso un
approfondito lavoro di analisi su questa esperienza al termine della quale ha proposto lo sviluppo
di un’applicazione software innovativa per la realizzazione di una simulazione speditiva della
propagazione-inversa del fuoco, al fine di individuare il punto di innesco di un incendio boschivo,
partendo dal rilievo del suo perimetro, di prassi effettuato da personale dei Comandi Stazione CFS.
Esso ha percorso due principali linee di azione:
1) Utilizzare l’informazione disponibile sul territorio (distribuzione del combustibile, dati
meteo, modello digitale del terreno) per definire una mappa di vettori di velocità di
propagazione del fuoco ed utilizzarla per una navigazione retroattiva a partire dal
perimetro di una zona effettivamente bruciata.
22
________________________________________________________________________________
2) Effettuare delle ipotesi multiple di simulazioni di propagazione a partire da differenti
punti di innesco e valutare la similarità delle aree di incendio con quella effettivamente
bruciata (perimetrazione).
Questo metodo trova un impiego combinato con la specifica metodologia tecnica di analisi
denominata Metodo delle Evidenze Fisiche (M.E.F.) ormai da tempo consolidata da CFS. Si tratta
di un metodo finalizzato alla ricerca del luogo di insorgenza dell’incendio, all’individuazione degli
inneschi e degli eventuali ordigni incendiari impiegati. Questa tecnica, supportata da consolidati
protocolli operativi e dalla specifica strumentazione utilizzata, consente di migliorare
l’individuazione delle cause determinanti e risulta utile, sia per le attività investigative collegate
all’individuazione degli autori del reato, che per la conoscenza complessiva del fenomeno.

TRASMISSIONE DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO AI COMUNI PER PROMUOVERE
LA COSTITUZIONE E L’AGGIORNAMENTO DEL CATASTO INCENDI
In relazione agli adempimenti che i Comuni devono porre in essere per l’istituzione e
l’aggiornamento del Catasto della aree boschive percorse dal fuoco (Legge n.353/2000) è stata
intrapresa un’iniziativa per l’immediata trasmissione via PEC agli Uffici tecnici di questi Enti
territoriali, del rilievo dell’area percorsa dal fuoco, effettuato dal personale dei Comandi stazione
territorialmente competenti. Poiché tra le attività di inserimento dati nel Sistema Informativo della
Montagna da parte delle sedi del CFS rientrano anche le perimetrazioni degli incendi (effettuate
esclusivamente per scopi di indagine e P.G. e per le attività istituzionali di monitoraggio ai fini di
prevenzione) con questa iniziativa ci si propone di fornire uno strumento concreto affinchè i
Comuni competenti diano avvio immediato alle attività amministrative di verifica e
aggiornamento del Catasto incendi nonchè all’apposizione dei relativi vincoli previsti dalla citata
normativa. Si auspica che si possa contribuire in modo significativo ad elevare il livello di controllo
da parte delle articolazioni dello Stato sul fenomeno criminale degli incendi boschivi.

IMPIEGO DEI DRONI NELLE ATTIVITA’ INVESTIGATIVE DEL N.I.A.B.
Il progetto sperimentale per l’introduzione dei Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto nel CFS a
supporto delle attività di P.G. nella repressione del fenomeno degli incendi boschivi nasce nel 2012,
su iniziativa del N.I.A.B. che, già all’epoca, aveva colto le potenzialità di questi mezzi.
Dopo aver avuto numerosi confronti con le migliori aziende del settore, visionato decine di mezzi,
partecipato a conferenze e seminari, anche organizzati dallo stesso Enac e proceduto a visionare
dimostrazioni operative rese liberamente da parte di numerosi operatori economici, si è avviato
l’acquisto di una dotazione sperimentale completa di vettore e sensori.
Tale dotazione, volutamente di un solo esemplare, è stata pensata per avviare in autonomia e con
la massima concretezza una fase sperimentale operativa di impiego a supporto della repertazione
post-incendio da parte del N.I.A.B. e del Centro Sperimentale per le Tecnologie Investigative
(Ce.S.T.I.), facendo attenzione non solo alle tematiche strettamente investigative, ma anche a quelle
organizzative, di sicurezza del volo e dei lavoratori nonché tecnico-forestali.
Sono stati ad oggi perimetrali e repertati, in via sperimentale, oltre 30 incendi ubicati nelle regioni
del mezzogiorno d’Italia maggiormente interessate al fenomeno. Gli esiti di questa
sperimentazione e l’esperienza maturata sono stati utilizzati per redigere le procedure d’impiego
dei S.A.P.R. a supporto delle attività di repertazione dei soprassuoli boschivi percorsi dal fuoco.
23
________________________________________________________________________________
ANDAMENTO INCENDI BOSCHIVI IN ITALIA: ANALISI DI CONTESTO (DATI PROVVISORI)
Il 2016 è stato finora caratterizzato da un andamento del fenomeno incendi in linea con
quanto già registrato in media negli ultimi 5 anni del decennio a partire dal 2011 e, in particolare,
segnato da una diminuzione complessiva sia rispetto al precedente anno sia rispetto alla media.
In particolare, il numero di incendi è risultato in diminuzione del -25% rispetto al 2015 e del
-13% rispetto al quinquennio, mentre in termini di superfici totali percorse dal fuoco la
diminuzione è del -20% rispetto al 2015 e del -32% rispetto al quinquennio. Anche le superfici
totali medie percorse dal fuoco per evento, in lieve aumento rispetto al 2015, confermano
comunque un trend positivo, pari a -21% rispetto alla media quinquennale.
La distribuzione mensile del fenomeno evidenzia una riduzione relativa di incendi nel corso
del mese di marzo, con uno spostamento verso l’inizio del mese di aprile ma, comunque, con
superfici che sono risultate nel complesso molto contenute; per gli altri mesi dell’anno il trend
sinora osservato è stato piuttosto simile a quello abitualmente registrato: nel mese appena
trascorso, con l’avvento delle condizioni climatiche estive e soprattutto nelle regioni del centro-sud
e nelle isole, il fenomeno ha già assunto la caratteristica impennata stagionale, con oltre 1.000
eventi e oltre 11.000 ettari bruciati nel solo mese di luglio. Tuttavia i valori sono al di sotto della
media e inferiori rispetto a quanto verificatosi lo scorso anno con riferimento al medesimo periodo.
Rispetto alla tipica distribuzione geografica degli incendi boschivi, che vede prevalere gli
incendi invernali e tardo primaverili nelle regioni del centro-nord, e di contro quelli estivi
concentrati nelle regioni del centro-sud e nelle isole maggiori, l’analisi nel 2016 ha evidenziato
finora un dato in linea con questa tendenza.
Le regioni più segnate dagli incendi invernali risultano il Piemonte e la Lombardia, con oltre
100 eventi ciascuna e circa 1.700 ettari interessati totali, mentre nel corso della stagione estiva le
regioni più colpite sono la Calabria, la Sicilia, la Sardegna e la Puglia, che da sole rappresentano
oltre il 55% degli eventi totali e il 75% delle superfici a livello nazionale.
INCENDI BOSCHIVI dal 1 gennaio al 31 luglio 2016
Regione
Calabria
* Sicilia
* Sardegna
Puglia
Toscana
Campania
Lombardia
Lazio
Piemonte
Liguria
Basilicata
* Trentino A.Adige
Veneto
* Friuli V.Giulia
Abruzzo
Emilia Romagna
Molise
Umbria
Marche
* Valle D'Aosta
TOTALE NAZIONALE
(*) Regioni a Statuto Speciale
N° Eventi
Incendio
582
290
96
222
188
165
124
123
106
87
39
24
23
22
21
18
14
7
3
1
Superficie
boscata (HA)
2729,5
1906,5
2686,2
658,3
181,4
343,2
206,4
470,4
711,4
196,2
135,2
6,4
7,6
17,4
38,0
16,8
20,4
1,8
1,7
0,2
Superficie
non boscata (HA)
1270,0
2771,4
137,7
1110,1
136,9
125,1
601,0
374,1
243,1
68,4
338,6
0,1
4,5
3,0
7,8
1,9
79,0
7,1
0,5
0,0
Superficie Totale
percorsa (HA)
3999,5
4677,8
2823,8
1768,3
318,3
468,2
807,4
844,5
954,5
264,6
473,8
6,5
12,1
20,4
45,8
18,7
99,3
8,8
2,2
0,2
Superficie
Media (HA)
6,9
16,1
29,4
8,0
1,7
2,8
6,5
6,9
9,0
3,0
12,1
0,3
0,5
0,9
2,2
1,0
7,1
1,3
0,7
0,2
2155
10335
7280
17615
8,2
DATI PROVVISORI forniti dai Comandi Regionali CFS e dagli Enti Regionali/SOUP
24
________________________________________________________________________________
DISTRIBUZIONE INCENDI PER REGIONE – ANNO 2016
Regione
Numero
Piemonte
Lombardia
Liguria
Veneto
*Friuli Venezia Giulia
*Valle D'Aosta
*Trentino Alto Adige
NORD
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
CENTRO
Campania
Basilicata
Calabria
Puglia
*Sicilia
*Sardegna *
SUD
TOTALE NAZIONALE
Superfici.
Boscate
Superfici
Non
Boscate
Superfici
TOTALI
%
Numero
%
Superfici
Totali
106
124
87
23
22
1
24
387
18
188
7
3
123
21
14
374
165
39
582
222
290
96
1394
711,4
206,4
196,2
7,6
17,4
0,2
6,4
1145,6
16,8
181,4
1,8
1,7
470,4
38,0
20,4
730,5
343,2
135,2
2729,5
658,3
1906,5
2686,2
8458,8
243,1
601,0
68,4
4,5
3,0
0,0
0,1
920,1
1,9
136,9
7,1
0,5
374,1
7,8
79,0
607,2
125,1
338,6
1270,0
1110,1
2771,4
137,7
5752,8
954,5
807,4
264,6
12,1
20,4
0,2
6,5
2065,7
18,7
318,3
8,8
2,2
844,5
45,8
99,3
1337,6
468,2
473,8
3999,5
1768,3
4677,8
2823,9
14211,6
5%
6%
4%
1%
1%
0%
1%
18%
1%
9%
0%
0%
6%
1%
1%
17%
8%
2%
27%
10%
13%
4%
65%
5%
5%
2%
0%
0%
0%
0%
12%
0%
2%
0%
0%
5%
0%
1%
8%
3%
3%
23%
10%
27%
16%
81%
2155
10335
7280
17615
100%
100%
Andamento tendenziale anno 2016 rispetto al 2015
ANNO
Incendi (n.)
31-lug-16
2155
Sup.Boscata
(ha)
10335
31-lug-15
2863
13006
Sup. NB (ha)
Sup.TOT (ha)
Sup.MED (ha)
7280
17615
8,2
9093
22099
7,7
Andamento tendenziale anno 2016 rispetto al periodo 2011-2015
ANNO
Incendi (n.)
Sup.B (ha)
Sup. NB (ha)
Sup.TOT (ha)
Sup.MED (ha)
m. 2011-2015
2482
13279
12774
26053
10,3
2015
2863
13006
9093
22099
7,7
2014
1092
5741
6834
12575
11,5
2013
1202
6332
6929
13261
11,0
2012
4517
32203
28041
60244
13,3
2011
2735
9111
12973
22085
8,1
variazione %
Incendi (n.)
Sup. NB (ha)
Sup.TOT (ha)
Sup.MED (ha)
2016 vs 2015
-25%
Sup.Boscata
(ha)
-21%
-20%
-20%
6%
M. 5 anni
-13%
-22%
-43%
-32%
-21%
25
________________________________________________________________________________
ANDAMENTO MEDIO DECENNALE – 1970-2015
14000
NUMERO INCENDI
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
N.INCENDI
1970-79
1980-89
1990-99
2000-09
2010-14
2015
6426
11575
11164
7260
5506
5447
1970-79
1980-89
1990-99
2000-09
2010-14
2015
87009
147150
118573
83878
62909
41516
1970-79
1980-89
1990-99
2000-09
2010-14
2015
14,0
13,0
10,4
11,0
11,0
7,6
160000
SUPERFICI TOTALI
140000
120000
100000
80000
60000
40000
20000
0
SUP.TOT
16,0
SUPERFICI MEDIE
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
SUP.MED
26
________________________________________________________________________________
NUMERO INCENDI PER REGIONE – ANNO 2016
700
582
600
500
400
290
300
222
165
200
123
100
21
39
18
87
22
124
188
106
3
96
24
14
7
1
23
0
SUPERFICI PERCORSE DAL FUOCO – ANNO 2016
5000
BOSCATA
4500
NON BOSCATA
2771,4
4000
1270,0
3500
3000
2500
2000
137,7
2729,5
2686,2
1110,1
1906,5
1500
1000
658,3
500
0
27
________________________________________________________________________________
ANDAMENTO GIORNALIERO EMERGENZE INCENDI - CAMPAGNA AIB 2016
160
140
85
70
23
20
16
RICHIESTE DI CONCORSO AEREO AIB - DPC-COAU - ANNO 2016
400
308
300
200
100
82
59
14
13
10
GEN
FEB
MAR
29
0
250
200
150
100
50
0
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
216
103
7
9
41
0
2
0
33
10
7
0
2
11
17
53
3
0
1
0
0
28
________________________________________________________________________________
DISTRIBUZIONE MENSILE NUMERO DI INCENDI – ANNO 2016 E CFR.2015
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
1838
DATI PROVVISORI 2016
1602
ANNO 2015
MEDIA 2011-2015
1093
366
126
92
111
GEN
FEB
MAR
107
APR
MAG
260
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
DISTRIBUZIONE MENSILE SUPERFICI PERCORSE DAL FUOCO ANNO 2016 E CFR.2015
25000
23694
DATI PROVVISORI 2016
20000
ANNO 2015
MEDIA 2011-2015
15000
16250
10000
11707
5000
472
1016
261
49
GEN
FEB
MAR
APR
0
1973 2137
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
ANDAMENTO GIORNALIERO NUMERO INCENDI – ANNO 2016
75
42
23
FONTE DATI
CFS- SIM
29
________________________________________________________________________________
L’attività svolta nel settore Protezione Civile e Soccorso è risultata la seguente:
Quale struttura operativa del Sistema Nazionale di protezione civile ai sensi della L. 225/1992,
il CFS si attiva in tutte le sue articolazioni territoriali in caso di emergenza. Fortunatamente il 2016
è stato finora un anno esente da tragici eventi di rilievo nazionale e non vi sono, pertanto, attività
operative di cui rendere conto in questa sede.
I membri CFS del Comitato Operativo del Dipartimento della protezione civile hanno
partecipato alle attività pianificatorie del DPC; in particolare si possono menzionare la revisione
del Piano di emergenza Vesuvio, l’ultimazione del Sistema Allertamento nazionale Maremoti, il
Programma nazionale di soccorso per il Rischio sismico.
A livello locale, inoltre, personale CFS ha contribuito al successo di importanti iniziative di
divulgazione, come i Campi Scuola di Protezione civile: parte importante dell’attività di
prevenzione è la diffusione di una cultura di protezione civile presso le scuole di ogni livello.
Nel campo dell’antincendio boschivo, ai sensi della legge 36/2004 il Corpo forestale dello
Stato collabora con le Regioni a Statuto ordinario, le quali hanno competenza primaria nel campo
degli incendi, attraverso Convenzioni e Accordi di Programma. Le Convenzioni prevedono
l’impiego del CFS in varie attività tra le quali attività di previsione, prevenzione, coordinamento,
lotta attiva, partecipazione nelle SOUP (Sale Operative Unificate Permanenti), rilievo delle
superfici percorse dal fuoco.
Il monitoraggio e l’analisi del fenomeno incendi a livello nazionale sono realizzati dal Corpo
forestale dello Stato mediante specifiche procedure informatiche in seno al Sistema Informativo
della Montagna, che consentono l’aggiornamento del “Fascicolo Territoriale” costituito per la
gestione di tutte le specifiche informazioni territoriali, funzionali sia alle attività di polizia che di
protezione civile. Attraverso il fascicolo territoriale viene reso disponibile il sistematico rilievo delle
superfici percorse dal fuoco, che può essere utilizzato dai Comuni per la realizzazione del catasto
delle aree incendiate. Ciò anche al fine dell’applicazione del regime vincolistico previsto in materia.
Per la segnalazione delle emergenze ambientali, di protezione civile e pubblico soccorso
(tra cui gli incendi boschivi) è sempre attivo 24 ore al giorno il numero telefonico di pubblica utilità
1515, che coordina l’attività sul territorio di pattuglie specifiche di pronto intervento: dall’inizio
dell’anno sono giunte circa 230.000 chiamate e sono state acquisite circa 42.000 segnalazioni
(tra queste circa 5.500 relative a incendi boschivi), che hanno portato all’attivazione di oltre
7.800 interventi da parte di pattuglie CFS (dei quali 3.900 per incendi), con circa 600 attivazioni
per ricerca e soccorso a persone e animali. Sono stati effettuati nell’ambito degli oltre 62.000 servizi
di pattuglia svolti , oltre circa 13.700 controlli a persone e 7.500 controlli a veicoli.
Il CFS dispone di 15 Centri Operativi Antincendi Boschivi (COAB) nonché di una rete di
Nuclei operativi speciali e di protezione civile (NOS), nelle 15 regioni a statuto ordinario. E’
prevista, inoltre, la possibilità per i Comandi Regionali di istituire nei periodi a maggior rischio
ulteriori presidi temporanei attivabili in caso di necessità. Alle strutture sono assegnate idonee
risorse strumentali e personale specializzato del Corpo che può, all’occorrenza, agire
autonomamente ovvero in collaborazione con le altre componenti della protezione civile a livello
locale e nazionale. Complessivamente a livello nazionale, il CFS dispone sul territorio di oltre 210
mezzi terrestri per le attività AIB.
In quasi tutte le Regioni a statuto ordinario, sulla base delle vigenti Convenzioni, il personale
del CFS è impegnato, altresì, nelle attività di Direzione delle Operazioni di Spegnimento (DOS),
compito che richiede specifica professionalità ed esperienza, anche per le necessità di pubblica
sicurezza e di protezione civile connesse agli incendi boschivi.
Il Corpo forestale dello Stato è anche costantemente impegnato per mettere a punto
l’organizzazione, le azioni, le tecniche e le metodologie più innovative ed efficaci per contrastare e
controllare il fenomeno, agendo in maniera coordinata ai vari livelli, da quello centrale a quelli
territoriali e locali, in sinergia fra i numerosi soggetti istituzionali coinvolti.
30
________________________________________________________________________________
L’attività svolta nel settore Meteomont è risultata la seguente:
Il Servizio Meteomont ha garantito durante la stagione 2015/2016 sull’intero territorio
nazionale le attività di monitoraggio, previsione e prevenzione, gestione ed allertamento del
rischio idrogeologico - settore neve e valanghe. Tali attività sono svolte a favore della sicurezza in
montagna, della pubblica incolumità ed a supporto del sistema europeo, nazionale, regionale e
locale di protezione civile e dei canali di informazione al pubblico.
Sono stati impegnati n. 900 osservatori meteonivometrici (rilievi manuali), n. 100 esperti neve
e valanghe (validazione e rilievi itineranti) e n. 100 previsori neve e valanghe (redazione bollettini),
i quali hanno elaborato quotidianamente i bollettini di pericolo per n. 52 sottosettori montani del
paese. Inoltre sono stati impegnati n. 120 Comandi stazione, n. 8 Centri Settore Previsionali e n. 1
Sala di coordinamento Previsori Meteomont nazionale (SPM).
Il Servizio è svolto in collaborazione con il Comando Truppe Alpine ed il Servizio
Meteorologico nazionale dell’Aeronautica Militare.
E’ stata garantita un’attività di prevenzione dei rischi e di sensibilizzazione, divulgazione ed
informazione al pubblico attraverso la pubblicazione dei bollettini e delle informazioni
meteonivologiche sui siti web istituzionali competenti in materia (nazionali, europei ed
internazionali), tra cui il sito governativo italiano www.meteomont.gov.it e quello europeo
www.avalanches.org ed internazionale www.avalanche.org, con gli applicativi SMARTPHONE
(Play store, Google play e App Store), messaggi SMS ed affissioni pubbliche presso Comuni e
strutture turistiche locali, attraverso la partecipazione e la realizzazione di convegni nazionali ed
internazionali, la partecipazione ad attività scolastiche, a rubriche e servizi radiotelevisivi su canali
nazionali, alle conferenze stampa.
Garantita anche l’implementazione e la gestione della rete di monitoraggio meteonivometrico
nazionale METEOMONT con n. 122 stazioni manuali fisse, n. 25 nuclei itineranti in alta quota, n.
43 stazioni automatiche, n. 500 nuclei itineranti alle medie e basse quote in caso di nevicate
(protocollo NEVEMONT)
Assicurato l’aggiornamento del sito istituzionale, dei bollettini e dei protocolli operativi
secondo linguaggi e standard internazionali. Rilevante la partecipazione attiva, come membro
rappresentante dello Stato Italiano, alle riunioni nei vari gruppi di lavoro dei servizi europei di
monitoraggio ed allertamento neve e valanghe (EAWS), nonché al gruppo di lavoro nazionale del
DPC/PCM., in qualità di Centro di Competenza nazionale. Garantita anche la partecipazione ai
comitati regionali attraverso i quali vengono rilasciati, per i progetti di strutture, infrastrutture e
vie di comunicazione, le certificazioni per l’immunità da rischio valanghe.
Da gennaio 2016 ad oggi sono stati prodotti e diffusi su tutto il territorio nazionale: n. 6.000
bollettini giornalieri di monitoraggio e previsione pericolo neve e valanghe, tradotti in cinque
lingue straniere (inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo), n. 400.000 dati meteo-nivometrici
raccolti dalle stazioni manuali, n. 13.100 pagine web dinamiche quotidianamente aggiornate e
pubblicate sul sito istituzionale www.meteomont.gov.it , n. 3728 rilievi sul rischio neve per la
viabilità nazionale, n. 1.000 test penetrometrici, n. 872 profili stratigrafici per la valutazione della
stabilità del manto nevoso, n. 1.153.640 dati relativi alle alte quote, n. 39.870 dati relativi alla neve a
bassa quota a favore della viabilità e mobilità civile. Sono stati analizzati e validati da personale
previsore n. 20.000 modelli e n. 1.020.275 di dati, elaborati n. 696.300 previsioni meteorologiche
montane, n. 955.640 dati meteonivometrici, n. 9.765 dati sul Catasto delle valanghe, n. 48 nuovi
eventi valanghivi significativi cartografati ed archiviati.2
Inoltre, è stata effettuata la progettazione del nuovo bollettino di pericolo
(www.meteomont.gov.it) e la nuova APP per il cittadino secondo gli standard definiti nella
suddetta Conferenza Internazionale (scaricabile su Google play, Play Store, App Store).
2
Dati provvisori al 9 agosto 2016
31
________________________________________________________________________________
L’attività svolta nel settore vigilanza e soccorso piste da sci è risultata la seguente:
Le norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo
hanno attribuito al Corpo forestale dello Stato, con la legge quadro n. 363/2003, il compito
istituzionale di svolgere il controllo nelle aree sciabili.
Il Servizio di Vigilanza e soccorso sulle piste da sci del Corpo forestale dello Stato nella
stagione 2015/2016 ha impiegato 250 unità di personale, dislocate nei n.45 comprensori sciistici
ubicati in n. 14 regioni lungo l’arco alpino e la dorsale appenninica.
Il personale, accuratamente selezionato in base alle capacità sciistiche, è stato istruito Presso
la Scuola Alpina del Corpo forestale dello Stato di Auronzo di Cadore (BL) e presso la sede di Ceva
(CN) dagli istruttori di sci forestali e dal servizio nazionale 118 che ha abilitato il personale
all’effettuazione degli indispensabili interventi di primo soccorso e all’uso del defibrillatore.
I Forestali sono impegnati quotidianamente nel rendere le aree sciabili più sicure, sia
attraverso il monitoraggio dello stato dei luoghi sia verificando che condotte pericolose di pochi
non pongano a rischio la serenità e la sicurezza di chi vive la montagna con sano spirito ludico e
sportivo. Oltre 1.000 i servizi effettuati sul territorio nazionale, 40 aree sciistiche pattugliate, 1.000
interventi di pubblico soccorso, 90 sanzioni amministrative, 250 agenti impegnati costantemente
nel presidio del territorio montano, 2.000 persone identificate, 12 interventi di ricerca in valanga, 15
notizie di reato contestate (Lesioni personali colpose, distacco di valanga per colpa, Furto, Rissa,
Violazione alla normativa sulle aree protette) 3.
3
Dati provvisori al 9 agosto 2016
32
________________________________________________________________________________
ATTIVITÀ DEL CENTRO OPERATIVO AEREO DEL CFS (COA)
Il Centro Operativo Aereo del CFS ha in dotazione 32 elicotteri utilizzabili per le attività di
Antincendio Boschivo, per il monitoraggio ambientale e altre attività istituzionali, di cui 17 Agusta
AB412, 8 Breda-Nardi NH500, 4 Erickson S-64F Elitanker e 3 Agusta-Westland A109N
(monitoraggio e trasporto). In particolare, i 4 elicotteri pesanti Erickson S-64F, capaci di scaricare
sulle fiamme fino a 10.000 litri di acqua, sono stati gestiti in convenzione con il DPC/COAU dal
2009 al 2012, utilizzando anche piloti e tecnici del Corpo forestale dello Stato. Nel corso dell’anno
2014, a seguito del passaggio della flotta aerea di Stato AIB (Canadair) sotto la gestione del
Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, la gestione degli elicotteri Erickson S64F
è ritornata direttamente in capo al CFS.
Nel corso della Campagna Estiva 2016, a seguito di Accordo sottoscritto con il Dipartimento
della Protezione Civile e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che fornisce il contributo
finanziario, sono schierati 3 elicotteri Erickson S64F, due presso la base di Pontecagnano (SA), ed
uno presso Comiso (RG); il quarto elicottero è tenuto di riserva presso la base di Comiso (RG); tutti
gli elicotteri sono sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile – COAU.
In base alle Convenzioni e agli Accordi di Programma vigenti con le Regioni a Statuto
ordinario, a partire dal 2009, è stato inoltre definito l’impiego degli elicotteri del CFS nell’ambito
delle flotte aeree regionali. Per il 2016 sono state firmate convenzioni con 8 regioni, per l’impiego
complessivo di 12 elicotteri.
Grazie a questa sinergia istituzionale tra Enti di Stato e Regioni si realizza un virtuoso
incremento di efficienza ed economicità dell’intero sistema, consentendo da un lato di dislocare gli
aeromobili nelle aree regionali più a rischio e dall’altro di realizzare un migliore impiego delle
risorse finanziarie pubbliche.
Nel 2016 il CFS ha confermato e ulteriormente potenziato la propria presenza in Sicilia con i
propri elicotteri nel concorso aereo AIB, sulla base di apposita convenzione, portando a 4 il numero
di assetti schierati nell’isola ed estendendo il periodo di operatività, per assicurare la presenza di
una flotta aerea regionale e sopperendo così alle criticità riscontrate nel 2014, quando la flotta di
stato coordinata dal COAU fu costretta ad un massiccio numero di interventi nella regione.
Nel periodo 15 giugno – 26 luglio 2016 sono state effettuate complessivamente 349 ore di volo
AIB. La richiesta di interventi è stata particolarmente concentrata sulla Sicilia con 241 ore di volo.
ELICOTTERI DEL CFS A DISPOSIZIONE DEL C.O.A.U.
ELICOTTERI
S64F
S64F
S64F
TOTALE
1
1
1
3
BASE
PONTECAGNANO (SA)
PONTECAGNANO (SA)
COMISO (RG)
IMPIEGO
AIB
AIB
AIB
FLOTTA
CFS / COAU
CFS / COAU
CFS / COAU
ORE VOLO
62:20
146:00
ELICOTTERI DEL CFS A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI con ACCORDI DI PROGRAMMA
REGIONE
EMILIA ROMAGNA
MARCHE
UMBRIA
LAZIO
ABRUZZO
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
TOTALE
ELICOTTERI
1
1
1
2
1
1
1
4
12
IMPIEGO
AIB
AIB
AIB
AIB
AIB
AIB
AIB
AIB
FLOTTA
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
REGIONALE
ORE VOLO
n.d.
n.d.
n.d.
33:20
n.d.
12:05
n.d.
95:22
33