Città della Salute

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Città della Salute
“I novaresi non possono essere presi in giro e la nostra città non può permettersi di perdere un’occasione
così importante!
Cota e il Ministro Balduzzi mettano le carte in tavola e risolvano la questione!”
A parlare è l’Onorevole novarese Gianni Mancuso, relativamente alla costruzione della Città della salute e
della scienza di Novara.
“A febbraio 2012, quindi quasi un anno fa, interrogai il Ministro relativamente all’opera “Città della Salute e
della Scienza di Novara”.
Il progetto era stato approvato dalla Conferenza dei servizi convocata presso l’Assessorato Regionale
competente un mese prima ed era stata approvata anche la contestuale variazione urbanistica.
Nel quadro economico dell’opera, la quota di finanziamento di parte statale ammontava a circa 150 milioni,
e tra gli accordi di programma tra il Ministero e la Regione Piemonte risultavano ancora disponibili ben
377.645.413,69 Euro.
Ho quindi chiesto espressamente al Ministro se tali fondi fossero ancora disponibili e destinabili alla Città
della Salute, e la risposta fu confortante e, testualmente, riportava: “Confermo che le risorse a disposizione
della Regione Piemonte, assegnate con le Deliberazioni CIPE n°97 e n°98 del 18 dicembre 2008,
ammontano a circa 377 milioni di Euro.”.
La palla, a detta del Ministro, era alla Regione: in data 23 novembre 2011, infatti, l’Assessorato alla Sanità
della Regione Piemonte aveva comunicato l’intenzione di proporre un unico documento che
ricomprendesse anche la realizzazione della “Città della salute di Torino”.
“Non appena l’Accordo di Programma sarà formalmente definito – assicurava Balduzzi – sarà trasmesso al
Nucleo di Valutazione per il previsto parere. Successivamente, la proposta di Accordo di Programma sarà
trasmessa al Ministero dell’economia e delle Finanze, per acquisirne il concerto sulla disponibilità
finanziaria della somma oggetto dell’Accordo medesimo”.
Ancora, a settembre 2012, il Ministro, partecipando a un convegno organizzato dall’associazione “Territorio
e cultura”, confermava. “Esistono i fondi governativi per il nuovo ospedale di Novara e per le Molinette di
Torino. Per noi non ci sono ostacoli a due progetti che procedono indipendentemente l’uno dall’altro”.
Benissimo, quindi, si trattava solo di aspettare che la burocrazia facesse il suo corso e Novara avrebbe
potuto usufruire di un’opera di alto valore civico.
Ma lo stesso Ministro che tanto ci aveva rincuorato in questi mesi, ieri a Novara ha dichiarato in occasione
della presentazione della lista Monti: “A oggi c’è un miliardo a disposizione per l’edilizia sanitaria e questo
denaro sarà destinato a tutti i progetti che hanno già terminato l’iter. Per quanto riguarda il Piemonte e la
Città della Salute, sarà necessario rifinanziare la legge. In realtà i soldi c’erano, ma poi il Governo Berlusconi
decise di de finanziare gli interventi”.
E no, Ministro, i conti non tornano: se i soldi erano a disposizione un anno fa e anche cinque mesi fa, come
da lei stesso affermato, e ora non lo sono più, a doverne rendere conto ai novaresi è lei, che al tempo era
già a capo del Dicastero della Salute!
I casi sono due: o il progetto della Città della Salute è fermo perché manca ancora la consegna dell’Accordo
di programma da parte dell’Assessorato alla salute della Regione o mancano i soldi necessari per
finanziarlo.
Nel primo caso esorto il Presidente Cota ad attivarsi immediatamente: il Governatore-tagliatore, che ha
tagliato risorse in ogni piega della sanità piemontese, verifichi presso il suo Assessorato se, in quale ufficio e
soprattutto perché la pratica è ferma, e tagli il nodo gordiano che lega assurdamente l’ospedale di Novara a
quello delle Molinette di Torino.
Nel secondo caso, il Ministro Balduzzi spieghi ai novaresi dove sono finiti i soldi a noi destinati e non si
faccia la campagna elettorale a spese nostre.
Il Ministro, nel prosieguo della sua intervista, ha scaricato al prossimo Governo l’impegno di chiudere la
questione della Città della Salute, ma Novara aspetta già da un anno e ha il diritto di veder partire i lavori,
ma soprattutto di sapere a chi dare la responsabilità dei ritardi”.
Novara, 23 gennaio 2013