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associazionegenitorigiovaninovitàistruzionepoliticasocietàscuolaintegrazionelavoroeventiem igrazione LADELI ZI ASI CI LI ANADIORI GI NESARACENA Pr el i bat ez z adi or i gi nes ac r aopr of ana?Sec ondoquant ot r amandat oc i nel l ’ oper a“ Si c i l i ani at av ol a”delduc aAl ber t oDent i di Pi r aj no, l anas c i t adei c annol i s ar ebbeav v enut aa“ Kal tEl Ni s s a” , “ Cas t el l odel l edonne” , l ’ odi er naCal t ani s s et t a, c he, dur ant el al unghi s s i madomi naz i onear abai nSi c i l i a( 827 d. C. 1091)f us ededi numer os i har em di emi r i s ar ac eni . Si nar r a, i nol t r e, c hel ec onc ubi nedel l ’ emi r opert r as c or r er ei l t empo, s i dedi c as s er oal l apr epar az i onedi s qui s i t el ec c or ni e. Cos ì , dur ant eunodei t ant i es per i ment i c ul i nar i s i s upponeabbi ano“ i nv ent at o”i lc annol o, i s pi r andos i adunant i c odol c e ar abos i mi l eperf or maadunabanana, r i pi enodi r i c ot t a, mandor l eemi el e. Suc c es s i v ament ec onl afinedeldomi ni oar aboi nSi c i l i agl i har em s c ompar v er oenonèdaes c l uder ec hequal c unadel l e pr ef er i t e, c onv er t i t aal l af edec r i s t i ana, s i s i ar i t i r at anei monas t er i , por t andoc ons él er i c et t ec onc ui av ev anoi npr ec edenz a s edot t ogl i emi r i . T r aques t e, l edonnemus ul mane, t r amandar onoanc hel ar i c et t adelc annol oal l ec ons or el l ec r i s t i ane, c he l or eal i z z ar onoi ni z i al ment edur ant ei lper i odoc ar nev al es c o, perpoi di v ent ar edi us oepr oduz i onedur ant et ut t ol ' anno. L ANUOVAL I NEA24 Periodico associato alla Federazione U nitaria della Stam pa Italiana all’Estero F.U .S.I.E. Per i odi c odif or maz i oneei nf or maz i onepergl ii t al i anir es i dent ii nGer mani a GI UGNO 2015 I N PRI MO PI ANO G r a z i e ! diT ommas oCont e ALL ’ I NTERNO 24MAGGI O 1915: uns ec ol of a l ’ ent r at adel l ’ I t al i a nel l aGr andeGuer r a Lar i cet t adel l ar edazi one: ESECUZI ONE. Mi s c h i a r e gl i i ngr edi ent i , finoadot t eICANNOLISI CI LI ANI I NGREDI ENTI : 1kg. di f ar i nat i po" 00" 100gr . di s ugna 80gr . di z uc c her os emol at o 1Uov o 1/ 2Suc c ol i mone Ac et ooVi nobi anc o Vani gl i a Cannel l ai npol v er e FARCI TURA. 1Kg. di Ri c ot t adi pec or a ner euni mpas t odi c ons i s t enz as ol i da, 350gr . di s ac c ar os i o nonmol l e. Qui ndi f arr i pos ar eun’ or et t a Ar omi :Vani gl i aec annel l a av v ol t adi unpannoumi do Pas s ar eas et ac c i o. r as c or s aĺ or a, r i pr ender el apas t a, Spol v er ar ec onz uc c her oav el oedun T s t ender l as ot t i l es uf ar i na( s pes s ac i r c a fil odi c annel l anel l epunt eedec or ar e 2mm)er i c av ar nedei di s c hi di c i r c a8 c onfil et t i dár anc i oc andi t o. c m di di amet r o. Ar r i c c hi r el ees t r emi t àc onpi s t ac c hi o Av i nat ot i poBr ont eoc ongoc c edi v ol ger ec i as c undi s c oat t or noadun mac i oc c ol at o. ogget t ot ubol ar e( bambùot ubodi al - c l umi ni ol ungo15c m eav ent e3c m di lpas t i c c er ec ons i gl i al ’ abbi nament oad di amet r o) , pr emendobenes ul l agi un- I i nodades s er tt i po"Zi bi bbodi t ur aes i gi l l andol ac onunas pennel l at a unv Pant el l er i a " dúov o. Fr i gger ec onol i odi ar ac hi di , aduna t emper at ur adi 180° Cfinquandol a c i al danonpr ender àunc ol or edor at o. Ri por r ei lf r i t t o s uunac ar t aas s or bent e I NTERVI ST A A LAZARI TI S, di r et t or edel Di par t i ment oSc ol as t i c o delRegi r ungs pr aes i di um diKar l s r uhe Buonl av or oat ut t i . . . ebuonappet i t o! Di s poni bi l e a nc he onl i ne! SCUOLAEI STRUZI ONE I mpor t a nz adel bi l i ngui s mo EVENTI DALL ’ I T ALI A E x po, nonos t a nt et ut t o! Giugno 2015 La Nuova Linea Impressum La Nuova Linea facebook.com/lanuovalinea Editore / Herausgeber: Sommario Comitato di Coordinamento delle Associazioni Indice delle pagine Genitori del Baden-Württemberg e.V. / Landeskomitee der Italienischen Elternvereine Expo 2015: perché no? pag. -4 La mafia in Germania: intervista pag. -5 2 Giugno: nascita di una nazione pag. -7 Centenario Prima guerra mondiale pag. -8 25 aprile 1945 pag. -9 La tragedia di Mattmark pag. 10 in Baden-Württemberg e.V. Esslinger Str. 14, 70182 Stuttgart Tel. +49 711 232509, Fax. +49 711 2360718 Presidente e Amministratore Vorsitzender u. Verwalter: Storie di nuove emigrazioni pag. 11 Intervista a Vittorio Lazaridis pag. 12 Progetto pilota per i miglioramenti dei corsi pag. 13 Perché iscriversi ai corsi di lingua e cultura pag. 14 Scuola bilingue: viaggio a Verona pag. 15 Pinocchio, che fatica crescere! pag. 17 Karlsruhe festeggia 300 anni: „Auguri“ pag. 18 Passeggiata a Ravensburg pag. 19 Tommaso Conte Redazione / Redaktion : Esslinger Str. 14 70182 Stuttgart - Tel. +49 711 232509 [email protected] Coordinamento redazionale / Redaktionelle Koordination: pag. 20 Pietragalla pag. 21 Rubrica: il taccuino di Tony Màzzaro pag. 22 La ricetta di „Gelsomino“ pag. 24 Maria Concetta Ciliberti Gli alunni festeggiano la mamma [email protected] Comitato di redazione / Redaktions ausschuss: Tommaso Conte Rocco Di Filippo Nicola Graziano Tony Màzzaro Emanuela Salvadori Collaboratori / Mitarbeiter : Nico Albarino, Carmela Baglivi, Vincenzo Basile, Mario Berardino, Carmelinda Calabrese, Federica Ciacca, Anna De Palo, Natalia De Pascale-Speck, Diletta Del Prete, Rocco Di Filippo, Fabio Domante, Ettore Jannelli, Gesualda Geraci, Giacomo Gelsomino, Arcangela La Porta, Sibillia Latino, Maria Rosa Lione, Teresa Loguercio, Massimo Mongero, Giosuè Piscopo, Vito Priolo, Antonella Romano, Brisa Scarpati, Giuseppe Zavaglia, Mariateresa Cecalupo, Maria Concetta Ciliberti, Roberto Meloni, Giovanna Santaniello. Dalla Svizzera: Sen. Claudio Micheloni, On.le Gianni Farina, Michele Schiavone. Grafica e Impaginazione / Grafik und Layout: Francesco Simeone www.multimediayourselfps.com Stampa / Druckerei: Litotipografia Alcione, Trento Impressum Foto in copertina Foto di Tommaso Conte, ceduta dalla CGIE di Roma. Altre foto Le foto esposte in questo periodico sono state approvate dal Comitato di redazione e dalla Coordinatrice redazionale. I collaboratori hanno provveduto il materiale originale in formato digitale e trasmesse via posta elettronica. Copyright Questo periodico è associato alla Federazione Unitaria della Stampa all’Estero. Tutti i diritti sono riservati. Vietate sono la riproduzione, anche parziale, e la vendita. Pubblicazioni Tutti possono inviare i propri articoli per „La Nuova Linea“ utilizzando l’indirizzo di posta sopra indicato. Il Comitato di Redazione, dopo aver ricevuto e verificato il materiale, eseguirà determinate valutazioni sul contenuto. La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 DALL’EDITORE Cari genitori, le elezioni Comites si sono svolte ed io sono stato eletto Presidente, ora bisogna passare dalle parole ai fatti. In questo compito abbiamo bisogno di tutti, in specie delle Associazioni presenti sul territorio, per assolvere nel migliore dei modi al nostro compito di rappresentanza degli italiani di questa Circoscrizione Consolare. Convocheremo le riunioni non solo presso la nostra sede, ma anche presso quelle delle associazioni della nostra comunità sparse nella circoscrizione. Mi auguro di poterne organizzare presto una a Mannheim, così come in altre città, questo per andare incontro alla comunità e riunirci dove questa si riunisce, per manifestare con un gesto concreto e non solo simbolico, il desiderio di questo Comites di recuperare il rapporto con le associazioni, la comunità ed il territorio. Dobbiamo diventare un punto di riferimento credibile per la nostra collettività e le autorità, sia italiane che tedesche. Per raggiungere questo scopo daremo piena collaborazione al Console Generale Daniele Perico, collaborazione che tuttavia saprà e dovrà talvolta anche essere critica, dovendo comunque tenere presenti, sempre, gli interessi della nostra collettività. Ci auguriamo quindi, un Console non chiuso dentro le quattro pareti del suo ufficio, nella solitudine del potere conferitogli dall’incarico, che non si integri nella collettività, ma che sia aperto alla stessa, che riesca a conoscerla, a capirla, che faccia della trasparenza e della accessibilità i due valori portanti della sua missione a Stoccarda. Il “Programma” che la mia Presidenza si prefigge, molti lo conoscono già, ma è bene metterlo di nuovo per iscritto, così da diventare un impegno pubblico. Scuola e Cultura italiana. Facilitare l’integrazione scolastica, anche attraverso corsi di sostegno; Rafforzare l’identità di origine italiana nella scuola e negli asili; Favorire l’accoglienza di connazionali di nuova emigrazione con un servizio di La Nuova Linea orientamento; Sollecitare, supportare e collaborare con l’Istituto di Cultura, affinché tenga debitamente in conto anche i bisogni della nostra collettività. Servizi Consolari. Migliorare e di molto i servizi consolari, istituendo subito un “Ufficio informazioni”; La prenotazione telematica deve essere una opzione a disposizione; l’Ufficio Accoglienza (se deve rimanere) che sia veramente accoglienza e non ammasso di persone che debbono fare due file invece di una; Apertura degli uffici al sabato o in alternativa il giovedì sino alle ore 20,00; Attivazione di un numero verde per potere finalmente telefonare in Consolato; Cercare di far riaprire l’Ufficio Notarile; Negoziare con i Comuni tedeschi il prelievo delle impronte digitali per il rilascio del passaporto, evitando così di doversi recare in Consolato. Integrazione sociale. Sostenere iniziative tedesche e italiane a favore dei più deboli: anziani, portatori di handicap, malati di Aids, drogati e detenuti; Promuovere un centro d’ascolto per donne, uomini e bambini abbandonati e collaborare con altre iniziative similari; Adoperarsi per accrescere le pari opportunità per la nostra collettività nella società ospitante. Ecco, in sintesi questo è quanto ci prefiggiamo, ci riusciremo? Non lo so, di certo ci metteremo tutta la passione, la forza, le capacità e l’impegno per riuscirci. Un abbraccio forte a tutti Voi e ancora grazie, Tommaso Conte Dall’editore 3 Giugno 2015 EXPO 2015: PERCHÉ NO? di Maria Concetta Ciliberti Alla notizia che il tema di Expo 2015 sarebbe stato l’alimentazione, ho temuto di vedere amplificato all’ennesima potenza decenni di TV italiana, bombardata da programmi dedicati a sfide tra cuochi stellati e non, cake design e i più disparati corsi di cucina. Ho però finalmente tirato un profondo sospiro di sollievo alla scoperta che Expo avrebbe affrontato temi legati all’alimentazione da altre, interessanti e rilevanti angolazioni. Sicuramente non sarà un’esposizione universale a risolvere la piaga della fame nel mondo, mi sono detta - e sicuramente sponsor e partner come Coca Cola e McDonald’s per un tema che recita “nutrire il pianeta”, sembrano poco centrati!! – ma ho grosse aspettative per la scelta sulla biodiversità come filo conduttore dell’esposizione. Sono, infatti, fermamente convinta che la coscienza e la conoscenza dell’esistenza di ecosistemi variegati sia tra le poche cose che possa salvare e arricchire il nostro pianeta. Senza rischiamo di autocondannarci a un’alimentazione sempre più standardizzata, artificiale e limitata, con le nefaste conseguenze sulla nostra salute e d’impatto ambientale, di cui la scienza e la medicina quotidianamente ormai ci informano. Poi, però, sono arrivati anche gli scandali ad Expo… troppi e, inutile nascondercelo, spesso meritati. Dalla controversa gestione dei lavori, fino ai cantieri aperti, passando dalla questione dei costi per esporre nel padiglione Italia, per cui tanti consorzi enogastronomici non sono presenti, altri espongono solo per un brevissimo periodo rispetto ai sei mesi della manifestazione, altri possono parteciparvi solo perché ospiti della propria regione. Avremmo, inoltre, potuto portare a termine grandissimi progetti con le cifre necessarie ad Expo e avremmo potuto utilizzare una parte di essi per retribuire degnamente i lavoratori, senza dover ricorrere, proprio ora che nel nostro paese la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi, all’utilizzo di migliaia di volontari… Insomma, la solita “maniera italiana” di gestire le cose! – mi sono ripetuta. Naturalmente tutto ciò ha dato origine a critiche violente, espresse sulle 4 La Nuova Linea pagine di tutti i quotidiani e sui blog nazionali. Peccato, però, che tale veemenza non si sia però fermata lì, ma sia sfociata sulle strade e le piazze di Milano, proprio nel giorno di inaugurazione di Expo. Tutti abbiamo il diritto di esprimere il nostro disappunto, così come le remore e la contrarietà in modo civile, pubblicamente e pacificamente. Ritengo però che il motivo di contestazione perda di valore quando questi atti mettono a repentaglio la vita del prossimo e calpestano l’operato e le idee altrui, quando si usa la violenza, si incendiano auto e si distruggono negozi, come avvenuto per le vie di Milano il 1° maggio scorso. Ad EXPO 2015 parteciperanno quasi 150 nazioni e questa è indubbiamente una risorsa. Solo per lo scambio interculturale che può avvenire in questi sei mesi, vale la pena, a mio avviso, tentare e crederci, nella speranza che tutto il buono dell’italianità venga fuori in un’occasione così “ghiotta” e “metta allo spiedo” tutte le critiche e le contestazioni. Perché no, quindi? Perché non provare a credere nelle potenzialità di questa manifestazione? Magari come una sfida! Perché non scegliere di puntare sulla gigantesca funzione educativa di EXPO 2015? Beh, io sì!... Spero che Expo 2015 abbia successo e rilanci questa bistrattata Italia. Nonostante tutto! SAPEVATE CHE… …gli Italiani nel mondo che si iscrivono al programma “Made of Italians” potranno usufruire di numerosi sconti e tariffe speciali per organizzare il proprio viaggio in Italia e una visita personalizzata in occasione di Expo Milano 2015, arricchita con servizi ed esperienze esclusive per un emozionante ritorno alle proprie origini. Per informazioni visita il sito web: http://madeofitalians.expo2015.org/benefit Expo 2015 La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 „LA MAFIA IN GERMANIA": INTERVISTA A NANDO DALLA CHIESA di Katia Scheel BERLINO. „Il rapporto dell’Ufficio di polizia criminale federale (BKA) che è stato presentato nell’ottobre dello scorso anno ha riscontrato un aumento della criminalità organizzata in Germania. Sebbene gli omicidi di mafia a Duisburg nel 2007 abbiano suscitato grande attenzione mediatica, il tema in generale è poco presente nel dibattito politico e nei media, anche se la ricerca cooperativa sulla mafia in Germania, tra WDR/Der Spiegel e la Funke Mediengruppe, ha presentato risultati inquietanti. Le attività della mafia in Germania vengono sottovalutate, le loro modalità d’azione sono poco conosciute e, nell’opinione pubblica, la mafia è ancora percepita come un fenomeno del sud d’Italia. Per questo motivo i mafiosi possono agire indisturbati, anche per la ragione che mancano gli strumenti legali per intervenire in modo efficace". Per sollecitare il dibattito e meglio comprendere il fenomeno criminale in terra tedesca Katja Scheel ha intervistato Nando dalla Chiesa, figlio del noto generale Alberto dalla Chiesa ucciso dalla mafia, politico e attivista contro la mafia. L’articolo, che riportiamo di seguito, è stato pubblicato sulla home page del portale di informazione bilingue ildeutschitalia.com, diretto a Berlino da Alessandro Brogani. Il sociologo e attivista antimafia italiano Nando dalla Chiesa considera la Germania il Paese europeo più a rischio d’infiltrazione mafiosa. Gli abbiamo posto alcune domande. D. Signor dalla Chiesa, lei insegna sociologia della criminalità organizzata all’università di Milano. Come può contribuire una prospettiva sociologica alla migliore comprensione della mafia? R. Può contribuire perché la mafia non è una normale organizzazione criminale, ma ha radici La Nuova Linea sociali, ha rapporti con le culture e gli ambienti circostanti, ha rapporti con la politica, sta dentro la storia dell’Italia e ha un peso nella storia dell’Italia. Quindi la sociologia serve a spiegare questi rapporti. D. La Germania viene vista come il Paese più infiltrato dalla mafia in Europa. Come si spiega? R. Si spiega con il fatto che la Germania è un Paese dove c’è stata molta emigrazione italiana dai paesi del sud; è un Paese molto ricco che offre molte opportunità ed è naturalmente vicino all’Italia. Ed è dentro la EU da sempre. Quindi anche gli scambi sono più facili, i movimenti di persone o di capitali sono più naturali. Ma soprattutto c’è questa vecchia radice di migrazione verso la Germania occidentale, che ha poi consentito la costituzione di nuclei di organizzazioni mafiose ben protette, ben nascoste dentro l’immigrazione. Ad esempio ci sono delle attività come le pizzerie e non è strano che ci siano. Peró molte pizzerie vengono aperte dalla ‘ndrangheta, la quale se le apre, lo fa con degli obiettivi particolari e finiscono in mezzo alle altre pizzerie, quindi non è una ragione di preoccupazione. D. Questo vale anche per la Germania dell’Ovest? R. Certo è l’origine storica dei molti legami, delle molte reti che si sono stabilite tra i paesi soprattutto dell’Aspromonte, dello Ionio, della Calabria e le aree industriali o minerarie della Germania dell’Ovest. Con la Germania dell’Est il capitolo si è aperto dopo la caduta del Muro e, quindi, con l’intuizione delle organizzazioni mafiose che ci sarebbe stato un terreno ideale per investire i propri capitali senza controlli politici, col bisogno di questi capitali e con il disordine sociale che si sarebbe generato con la crisi di un potere politico così granitico. E hanno visto giusto: i loro capitali sono stati accolti, ce n’era bisogno, non avevano concorrenza; e sono riusciti ad imporsi Mafia in Germania 5 Giugno 2015 abbastanza velocemente con dei meccanismi già sperimentati. Tant’è che nell’Est arrivano anche clan della provincia di Cosenza che non erano una forza storica, anzi sono diventati forti in Germania. D. Quale importanza ha il paese d’origine di questi clan? R. Ha un’importanza decisiva, perché la loro forza sta proprio nella compattezza che nasce dalla condivisione dell’origine geografica. Senza il paese di provenienza un’organizzazione mafiosa, soprattutto di origine calabrese, sarebbe molto più debole. Il paese dà la forza, anche quando il paese è molto piccolo, con una popolazione di 3-4mila abitanti. D. Lei sta parlando della ‘ndrangheta, la criminalità organizzata dalla Calabria. Si dice che è l’organizzazione più potente e che sia ben radicata anche nel Nord dell’Italia adesso. Quali sono le loro caratteristiche principali? R. Sono una fortissima coesione interna, un riferimento a valori ancestrali, antichi, che vengono anche trasferiti sul piano religioso, delle immagini religiose più che con Cosa Nostra o con la Camorra. E una capacità di amministrare la violenza, la saggezza nell’uso della violenza, una capacità di costruire forze economiche facendo lavori di basso profilo e una forte tendenza alla conquista del territorio, cioè una vocazione colonialista. D. Ma di solito qui non si parla di attività economiche di basso profilo. Si parla di miliardi di capitali dal traffico di droga; tutto questo è una percezione errata? R. Il traffico di droga è l’attività illegale. Le attività legali che vengono svolte, magari anche riciclando, sono invece in genere di basso profilo. Sono quelle che non richiedono delle competenze tecniche, economiche e professionali particolari per cui basta prendere un camion, oppure organizzare una cooperativa di catering, oppure una pizzeria o una cooperativa di facchinaggio o di pulizie, oppure fornire una protezione ad una discoteca. Queste le attività legali che vengono svolte. Non ci vuole molto. D. Si possono identificare analogie tra la loro strategia di conquista nel Nord dell’Italia e in Germania? R. Sì, i meccanismi sono gli stessi. Sono stati sperimentati lungamente, c’è la sapienza della conquista coloniale, perché si può partire in modi 6 La Nuova Linea diversi, ma si sa, quando si è partiti in un certo modo, che cosa bisogna fare, poi, per allargarsi. E c’è una grande capacità di costruire relazioni con il mondo esterno. È una contraddizione che è una loro forza: essere un mondo chiuso, ma con moltissime relazioni; cioè essere anche molto aperto, chiuso al proprio interno e aperto verso l’esterno. D. Vuol dire che in Germania sono persone ben integrate nella comunità locale? R. Sì. Conoscono in tutti gli ambienti le persone a cui rivolgersi: in ambiente dell’Amministrazione, delle professioni della politica, delle banche, dei servizi. È una loro capacità: studiare gli ambienti di cui hanno bisogno, poi scegliere le persone, oppure far inserire in quegli ambienti le persone che sono loro più vicino". La Germania è obbligata ad implementare la direttiva 2014/42 del Parlamento Europeo sul "congelamento e confisca dei beni provenienti da reato" entro l’ottobre del 2016. Su questa materia si è anche concluso un accordo nel contratto di coalizione tra CDU/CSU e SPD che prevede l’inversione dell’onere di prova. Ma l’anno scorso, il portavoce per la politica interna della frazione CDU-CSU nel Bundestag nonché la commissaria federale per le droghe (CSU), hanno richiesto al Ministero di Giustizia (SPD) di metterlo in atto più celermente. Adesso, dal primo gennaio, un gruppo di lavoro all’interno del Ministero si sta occupando del tema, analizzando le varie problematiche. Vengono presi in considerazione anche i codici penali stranieri. In base a tutto ciò una bozza di legge sarà presto presentata. „ANIME NERE“ STRAVINCE AL PREMIO DAVID DI DONATELLO. Ben 9 statuette al film di Francesco Munzi, tratto dall'omonimo libro di Gioacchino Criaco. La 'ndrangheta vista attraverso il dramma di una famiglia divisa tra chi cerca coscientemente di schivare ad ogni modo e ad ogni prezzo un destino che sembra già scritto con la propria nascita in una "famiglia d'onore" e chi invece il conflitto interiore non lo avverte, ma si adegua alle "regole" e alle "leggi" di quel mondo, con tutto ciò che ne consegue. Il film girato per la maggior parte ad Africo in Calabria, sembra realizzare nella scena finale il "cunto" della tragedia greca . (n.d.r.) Mafia in Germania La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 2 GIUGNO: NASCITA DI UNA NAZIONE di Maria Concetta Ciliberti 69 anni fa il referendum che cambiò volto al paese, decretando la fine della monarchia Il 2 giugno è la Festa della Repubblica Italiana, la principale festa nazionale civile in Italia, paragonabile al 14 luglio in Francia (anniversario della Presa della Bastiglia e nascita della Repubblica Francese) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza). Con essa gli italiani ricordano il referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, con il quale furono chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. La Repubblica vinse con 12.717.923 voti contro i 10.719.284 voti monarchici, ma fu un voto che vide un paese sostanzialmente spaccato, con il Sud a premiare il regno e il Nord ad ambire alla repubblica. Sì parlò di brogli, si cercò in diversi modi di bloccare il corso degli eventi, ma finalmente, il 18 giugno 1946, la Corte di Cassazione proclamò definitivamente la nascita della Repubblica italiana. Come data dei La Nuova Linea festeggiamenti fu però scelto il 2 giugno, per ricordare l’inizio del referendum, il primo indetto a suffragio universale in Italia, a cui parteciparono per la prima volta anche le donne. La Festa della Repubblica fu celebrata per la prima volta in Italia nel 1948, sospesa nel 1977 e poi ristabilita nel 2000, dal secondo governo Amato, come giorno di festa nazionale con annesse celebrazioni. Negli ultimi due anni era stata nuovamente sospesa dall’ex presidente Napolitano, per ragioni di sobrietà, in un momento in cui la crisi economica mordeva fortemente il paese. Quest’anno è stata ristabilita dal nuovo presidente, Sergio Mattarella. Il cerimoniale ufficiale della Festa della Repubblica prevede la deposizione da parte del Presidente della Repubblica di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto sull’Altare della Patria in piazza Venezia a Roma e la sfilata delle forze militari lungo i Fori Imperiali. Festa della Repubblica Italiana 7 Giugno 2015 24 MAGGIO 1915: L’ITALIA NELLA GRANDE GUERRA La Nuova Linea di F. Pileggi Cent’anni fa l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra: cause e processi storici che portarono un paese impreparato ad affrontare un conflitto così cruento. L'estate del 1914, quasi 101 anni fa, segnò l'inizio della Prima Guerra Mondiale, il più grande conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino. L'Italia entrò in guerra nel 1915, il 24 maggio. Paese povero e impreparato, si trovò presto in trincea contro quello che solo fino a pochi giorni prima era stato il suo alleato, l’Impero Austroungarico, che allo scoppio della guerra controllava ancora Trento e Trieste, due città che gran parte delle forze politiche del nostro paese consideravano italiane e desideravano annettere, con le buone o con le cattive. Nel giugno del 1914 l’erede al trono austriaco, l’arciduca Francesco Ferdinando, fu assassinato a Sarajevo. Come reazione l’Austria attaccò la Serbia, dando inizio alla Prima Guerra Mondiale. Per l’Italia guidata da Antonio Salandra, si aprirono tre diverse possibilità. La prima, non legalmente vincolante poiché era stata l’Austria ad attaccare la Serbia, era quella di entrare in guerra accanto agli alleati tedeschi e austriaci, ma non sembrava la più conveniente: un’Austria vittoriosa sarebbe stata un paese ancora più forte e meno incline a cedere territori all’Italia. Mentre, se l’Austria fosse stata sconfitta, era probabile che, anche senza combattere, l’Italia avrebbe potuto ottenere i territori “irredenti”. L’ultima alternativa era la più radicale: cambiare completamente fronte e allearsi con francesi e inglesi. E fu ciò che avvenne: dopo quasi un anno di trattative segrete, il 26 aprile 1915 il Primo Ministro Salandra firmò in gran segreto il Trattato di Londra con Inghilterra, Francia e Russia. In cambio l’Italia avrebbe avuto il Trentino, il Sud Tirolo fino al Brennero, la Venezia-Giulia, l’Istria, tranne la città di Fiume, e la Dalmazia. Una settimana dopo il governo italiano comunicò a quello austriaco che considerava concluso il trattato di alleanza che li univa e i due paesi iniziarono a rafforzare le truppe lungo il confine. Il 8 24 maggio 1915 si aprì così, anche il fronte italiano della Grande Guerra. Ad attendere i fanti italiani e con loro tutto il Paese c’erano anni durissimi, di sofferenze e di privazioni. “Fu una carneficina” – afferma lo storico triestino Lucio Fabi. “Entro la fine dell’anno, tra le fila italiane si sarebbero contati già oltre 250mila fra morti e feriti”. La disfatta di Caporetto nell'ottobre 1917 fu il momento più difficile, ma la resistenza sulla linea del Piave consentì la riscossa fino alla resa degli austriaci a Vittorio Veneto il 4 novembre. La vittoria arrivò, ma il prezzo pagato fu altissimo. 650.000 soldati morti, 600.000 vittime civili, oltre un milione di mutilati e feriti, in nome di ciò che secondo Giovanni Giolitti poteva essere ottenuto con “una neutralità concordata”. Questo il bilancio davanti alla Storia della partecipazione italiana alla Prima Guerra Mondiale. Essa segnò per il mondo intero la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era: “fu una guerra senza precedenti, la travolgente catastrofe da cui è scaturito tutto il resto del ventesimo secolo: le dittature di destra e di sinistra, il nazifascismo e la conseguente Seconda Guerra Mondiale” – continua Fabi. Il panorama internazionale del centenario della prima guerra mondiale, a partire dal 2014 e fino al 2018, si caratterizza per un ampio ventaglio di proposte: dalle cerimonie ufficiali dei governi nazionali e delle amministrazioni locali nei diversi “luoghi della memoria”, alle numerose iniziative culturali per sviluppare e diffondere la conoscenza della storia della “Grande Guerra”. Per chi non potrà partecipare a tali iniziative, sarà certamente utile rileggere le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea, il "Giornale di guerra e di prigionia" di Carlo Emilio Gadda, in cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi e "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu; rivedere e far vedere ai nostri figli alcuni capolavori cinematografici come “La grande guerra” di Mario Monicelli e “Uomini contro” di Francesco Rosi… Per non dimenticare. 24 maggio 1915 La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 25 APRILE 1945: UNA BELLA GIORNATA DELLA STORIA ITALIANA dell’On. Giovanni Farina È accaduto settanta anni or sono. L’Italia e l’Europa uscivano dal buio della criminale avventura totalitaria del nazifascismo. Dall’atlantico agli Urali, con qualche eccezione, il buio della notte nascondeva le rovine delle città della vecchia Europa. Era il lascito della banda infame che aveva asservito i popoli, portandoli allo scontro fratricida per una pura sete di dominio e di sopraffazione etnica e razziale. La soluzione finale di Hitler, per gli ebrei in primis, e le leggi razziali del fascismo italiano, furono i demoni dell’oscurantismo perverso e omicida. Poco più di vent’anni dopo la prima guerra mondiale del ‘15-‘18, anni in cui la migliore gioventù perdette la vita sul Piave e nelle trincee dell’Adamello, la memoria non servì ad evitare l’infame avventura del secondo conflitto mondiale. Cinquanta milioni di morti tra combattenti e civili, i sei milioni di ebrei annientati nelle camere a gas, milioni di feriti e di invalidi permanenti, l’animo devastato dei sopravvissuti, la cui vita sarebbe poi stata un cumulo di rovine e sofferenze disumane. Eppure, nel buio di quella lunga notte, qualcuno osò affrontare la sfida della rivolta civile e morale. La resistenza, in fondo è stata solo e tutto ciò. Un messaggio di fratellanza, lotta di donne e uomini per riscattare il tricolore, la bandiera della Patria, umiliata dalla tragedia del totalitarismo fascista, guerrafondaio e criminale. Mai nella storia della nostra Italia così tanti, un intero popolo, dovettero tanto a chi seppe guardare oltre il proprio destino personale, per porsi al servizio di un nuovo risorgimento nazionale. Se l’Italia, da quel fatidico momento, ha potuto trovare il suo posto tra le nazioni libere, lo dobbiamo a quei resistenti che mostrarono al mondo l’esistenza di un’altra Italia: fraterna, tollerante, solidale e umana. Povero il La Nuova Linea paese che ha bisogno di eroi, come affermò Bertolt Brecht. Ma nell’ora del sacrificio, in cui occorre immolare la vita per il bene di tutti, gli eroi servono. E la Resistenza fu lotta di eroi malgrado loro: uomini e donne il cui unico odio è verso la guerra e verso quelli che l’hanno perseguita attraverso messaggi di dominio e odio razziale. L’orda nazista era scesa dal nord a occupare la nazione dopo l’8 settembre del ‘43. Trecentocinquanta mila combattenti, di cui settanta mila caddero in battaglia, si ribellarono ai servi fascisti combattendo contro l’invasore, riscattando le pagine migliori del Risorgimento italiano. Si gettò allora, nel vivo della lotta, il seme perché crescesse l’albero della democrazia, portatore dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Dopo settanta anni vi è bisogno di memoria per ristabilire la difesa e la cultura del lavoro e l’affermazione di una giustizia che sappia colpire alla radice la corruzione dilagante nella nostra patria. Vi è bisogno di memoria per combattere i rigurgiti xenofobi e razzisti di cui siamo stati vittime anche noi, emigrati nel corso di una lunga storia. Vi è bisogno di memoria per rinverdire e tramandare ai posteri l’epopea di Mattmark e Marcinelle, dei tanti periti italiani sul lavoro. Vi è bisogno di memoria per preservare la storia degli italiani in Svizzera, del loro appassionato impegno perché si affermasse la “pari dignità dei diversi”. È cambiato il tempo. L’Italia e l’Europa cercano, tra tante difficoltà, la via dell’unità, per costruire un avvenire prospero, solidale e comune. Noi, noi tutti, siamo stati i precursori della nuova Europa. Per affermare il diritto a essere cittadini, abbiamo speso il meglio della nostra gioventù. Vorremmo dire a Sergio Mattarella, il nostro presidente, che siamo parte dell’Italia e forse, dell’Italia migliore. Di chi attraversò le alpi o solcò i mari per sfuggire alla miseria, perseverando la resistenza in altre forme, in cerca di un avvenire più degno e umano. 25 aprile 1945 9 Giugno 2015 La Nuova Linea MATTMARK: UNA TRAGEDIA SULLA QUALE È COSTRUITA LA SVIZZERA di Michele Schiavone, segretario del PD Svizzera, membro del CGIE La sicurezza sul posto del lavoro è uno dei temi fortemente legati al mondo dell’emigrazione perché, nella gran parte dei casi, questi cittadini in mobilità e privi di tutele sono facilmente esposti a sfruttamento e soprusi. Ma il lavoro svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori italiani all’estero, oltre ad essere caratterizzato dal sudore e da dure privazioni, è stato anche intriso di sciagure e tragedie. Tra le più significative accadute in tempo di pace si ricordano Marcinelle, Monongah, Dawson, Mattmark e Lötschberg. Tra queste, Marcinelle è la più drammatica, avvenuta la mattina dell'8 agosto 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier a Marcinelle in Belgio. Si trattò di un incendio, causato dalla combustione di olio ad alta pressione a causa di una scintilla elettrica, che, sviluppatosi vicino al condotto dell'aria principale, riempì di fumo tutto il pozzo minerario, provocando la morte di 262 lavoratori, in gran parte emigranti italiani. Ad alcuni anni di distanza da Marcinelle un’altra sciagura si abbatté su Mattmark nei pressi di Saas Fee, una località turistica della Svizzera nel cantone Vallese. Il 30 agosto 1965 una parte di ghiaccio del monte Allalin si staccò provocando una valanga, che travolse le baracche di alloggio degli operai, che stavano costruendo la diga di Mattmark a 2120 metri di altezza. Nella sciagura persero la vita 88 persone, tra loro 58 operai italiani. La catastrofe di Mattmark suscitò grandi emozioni in Europa e produsse contradditorie sentenze da parte dei tribunali del lavoro, ma allo stesso tempo ha segnato un punto di non ritorno e di presa di coscienza dei politici e degli imprenditori svizzeri, che da questa lezione hanno avviato un percorso per garantire la sicurezza sul lavoro. In 10 seguito, le misure di prevenzione sono molto migliorate e tra l’Italia e la Svizzera è stata istituita una commissione per la prevenzione degli infortuni nell’edilizia e da una decina d’anni a tutti i lavoratori del settore edile è riconosciuto il diritto di andare in pensione con cinque anni di anticipo rispetto alle altre categorie. La storia della Svizzera moderna è legata direttamente alla tragedia di Mattmark. In primis quell’evento ha prodotto una vera affermazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di prevenzione sulla sicurezza sul posto di lavoro, ma da questa storia è partito anche il riscatto sociale e culturale dell’intera comunità italiana, che entra di diritto nelle pagine della storia moderna della Confederazione elvetica. Pagine che dovrebbero essere scritte ed insegnate anche alle giovani generazioni nelle scuole italiane, in un periodo di profonda trasformazione della società italiana e di rilancio economico e politico del nostro paese, diventato meta di approdo per i disperati provenienti da paesi più poveri del nostro. Le commemorazioni per ricordare il 50° anniversario della tragedia di Mattmark sono iniziate a metà marzo di quest’anno con l’esposizione di una mostra fotografica e un convegno organizzati nel Senato della Repubblica italiana. Diversi sono gli appuntamenti in agenda durante l’arco dell’anno ai quali sta lavorando un comitato presieduto dal presidente Domenico Mesiano, con l’obiettivo di trasformare una tragedia in una proposta spendibile in un futuro migliore per la presenza italiana in Svizzera. Mattmark La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 „MI MANCA IL MARE MA…“ STORIE DI NUOVE EMIGRAZIONI di Francesco Pileggi Attore, regista di teatro e video, decido di partire senza immaginare che qui avrei ottenuto quel riconoscimento tanto rincorso in patria. Rappresentare con un mio lavoro l’Italia in Germania insieme a Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, e altri mostri sacri del teatro italiano ed internazionale. “Herr Pileggi ...Vorrei che scrivesse una storia per uno spettacolo sull’emigrazione, partendo dagli alberi di limoni della poesia* di Goethe, per SETT 2014, il festival internazionale di teatro che si terrà a Stoccarda e a cui parteciperanno per l’Italia anche Dario Fo e Emma Dante”. Comincia con queste parole, chiaramente in tedesco, di Edith Koerber, direttrice del Festival SETT, la mia avventura teatrale a Stoccarda, in Germania. Era stata lei a cercarmi, a trovarmi. Vivevo da un paio d’anni nei dintorni di Stoccarda. Avevo mostrato a qualche amico tedesco dei video sui miei spettacoli teatrali realizzati in Italia, con cui ho ottenuto riconoscimenti persino dalla Presidenza della Repubblica e primi premi di concorsi nazionali, centinaia di pagine di recensioni. Ma, in Italia tutto questo purtroppo ancora oggi non basta, devi lottare persino per ottenere quello che è pattuito sul contratto, lotte estenuanti, mal di fegato e allora... Germania, come già aveva fatto mio padre, quasi cinquant’anni prima, così per mantenere le tradizioni di famiglia, ché il nostro si sa, è un popolo che ama le tradizioni. Certo, mi manca il mare, i profumi e i colori della nostra primavera piena di un altro sole e il mare, mamma mia… il mare! Sicuramente anche voi che mi leggete troverete ben conservati in qualche luogo della vostra memoria quei colori, rumori, odori e sapori che appartengono solo a quel fazzoletto di terra da cui proveniamo, così bello da ammalarsene a volte, per quanto ci manca, così terribilmente spinoso da doversene scappare via. Ma torniamo a noi… Ricevetti una telefonata in tedesco, era di sera, era la voce di Edith Koerber direttrice del Festival Sett e del teatro Tri-Bühne. Cercava me, io che in patria li ho dovuti sempre rincorrere i “direttori”, i nostri “amministratori” e faticare per far capire l loro l’importanza, anche sul piano sociale oltre che culturale, del “fare teatro”, pretesto necessario per fare prevenzione e “salvare” dei giovani da strade pericolose. Qui io, sconosciuto in terra sconosciuta, qualcuno ha saputo, ha visto, ha capito e mi ha cercato. E così cominciai a scrivere “Als meine Mutter Franz Beckenbauers Trikot trug - Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer.” Ma come raccontare qualcosa che mi toccava così tanto da vicino da provare dolore. Come rappresentare ciò che ero stato costretto ad abbandonare mio malgrado, malgrado tutti quei premi, con quegli applausi che risuonano nella mente, quei “sei proprio bravo”. Come farlo e raccontare verità anche non piacevoli, senza che queste ti facciano sentire quasi un traditore dell’orgoglio di patria, quell’orgoglio che fino ad allora tenevi da parte per una partita della nazionale. Allora lasciai questo compito ad otto ragazzini appollaiati in una casetta su un albero di limoni del sud Italia, mentre giù, sulla “Terra”, succedeva di tutto. Otto ragazzini che sognavano di giocare e vincere la partita più importante della loro vita. Otto ragazzini che indossano tutti, persino il portiere, la stessa maglia con lo stesso numero, il numero 4, quello di Franz Beckenbauer dell’epica semifinale Italia Germania 4-3 dei mondiali di Messico ’70. Otto ragazzini con qualcosa d’altro in comune, i loro padri emigrati proprio come il mio e perciò invisibili, se non per una ventina di giorni all’anno, se andava bene… “Herr Pileggi la sua storia è interessante e nuova. Vorrei che fosse lei stesso a raccontarla al Festival!” Può accaderti questo qui in Germania e tu sei felice, per un po’ sei felice ... felice a metà, qui, senza un albero di limoni su cui arrampicarti. La Nuova Linea *J.W. Goethe: Conosci il paese dove fioriscono i limoni? (1795) La nuova emigrazione 11 Giugno 2015 ITALIANI IN VISTA: INTERVISTA A VITTORIO LAZARIDIS La Nuova Linea di Tony Mazzaro Sono ancora pochi i figli di italiani nati o comunque cresciuti in Germania che assurgono ai vertici della società tedesca, ma ci sono e tendono a crescere. Vittorio Lazaridis è un esempio concreto. Figlio di madre italiana e padre greco ha studiato pedagogia e a 32 anni era già direttore della Bergerschule, una scuola differenziale per alunni con difficoltà di apprendimento. Tuffatosi nella politica comunale di Stoccarda con i Verdi è al suo secondo mandato al Consiglio comunale del capoluogo svevo-badense. È anche membro della Commissione comunale per l’integrazione degli immigrati. Nei passati tre anni, per volere del Presidente Winfried Kretschmann, Lazaridis ha svolto un ruolo di collegamento per le questioni di politica scolastica fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Kultusministerium. Da gennaio di quest’anno ha assunto la carica di Direttore del Dipartimento scolastico del Regierungspräsidium di Karlsruhe da cui dipendono un migliaio di scuole di ogni ordine e grado. Ma come ha potuto un figlio di emigrati assurgere ad un così alto incarico nell’Amministrazione scolastica del BadenWurttemberg? Lazaridis, per dimestichezza linguistica, ha preferito risponderci in tedesco. „Natürlich ist das eine beachtliche Karriere, aber sollte dies aufgrund der vielen Migrantinnen und Migranten in BW nicht eine Selbstverständlichkeit sein? Ich habe diese Aufgabe aufgrund meiner beruflichen Qualifikation bekommen und musste mich, wie übrigens bei allen anderen beruflichen Stationen auch, einem bewerbungsverfahren stellen. Der Migrationshintergrund allein stellt ja kein Qualitätsmerkmal dar. Aber ich bin mir durchaus auch einer bestimmten Vorbildfunktion bewusst und pflege deshalb auch bewusst meine Wurzeln“. Di cosa si occupa in concreto? „Ich habe die Dienst und Fachaufsicht über ca. 1000 Schulen und ca. 30.000 Lehrerinnen und Lehrer. Darüber hinaus stehen auch die Staatlichen Schulämter, die Ausbildungs- und Fortbildungsseminare unter unserer Aufsicht. Wir kümmern uns um die Schnittstelle zwischen 12 Kommunen und Land, wie z.B. beim Schulhausbau oder der regionalen Schulentwicklung. Wir stellen Lehrerinnen und Lehrer ein und sind für die komplette Verwaltung der Lehrerinnenangelegenheiten zuständig bis hin zum Disziplinarrecht. Letztendlich sind wir auf Arbeitsebene für die Umsetzung der Bildungspolitik verantwortlich“. A parte il fenomeno profughi che sta interessando fortemente anche la Germania, crescono quotidianamente anche gli arrivi di giovani famiglie italiane in cerca di lavoro soprattutto in Baviera e Baden-Württemberg. Quali misure vengono messe in campo per facilitare l’inserimento di questi neo piccoli emigrati età scolare? “In der Tat haben wir wieder eine große Einwanderungswelle nach Deutschland und speziell auch nach BW. Auch aus den klassischen Einwanderungsländern unserer Mütter und Vätergeneration. Klar ist, dass wir die Sprachförderung im Kitabereich intensiviert haben und das KM hier sehr viel zusätzliches Geld über den Nachtragshaushalt bewilligt bekommen hat. Auch werden zusätzlich zu den im letzten Jahr beschlossenen 200 lehrerstellen für die Vorbereitungsklassen in den nächsten beiden Jahren ca. 400 weitere Lehrerdeputate beschlossen. Wichtig ist mir auch, dass wir mit den Vertreterinnen der Konsulate und den Migrantenvereinen vernetzten und abstimmen“. s Che ruolo assegnate ai corsi di lingua d’origine che con l’estensione dell’offerta della scuola a tempo pieno (Ganztagesschule) rischiano di essere marginalizzati o addirittura di scomparire? „Ich denke es muss gelingen den Muttersprachlichen Unterricht auch in der Ganztagsschule zu integrieren. Es ist schon lange bekannt, dass das Lernen der Muttersprache ein großer Gewinn für die sprachliche Kompetenz ist und auch das Selbstbewusstsein der Schülerinnen und Schüler stärkt“. Quali sono le novità del prossimo anno scolastico 2015/16 nel Baden-Württemberg? „Zum nächsten Schuljahr tritt das Schulgesetz zur Inklusion in Kraft und die neuen Bildungspläne werden implementiert“. Grazie. Intervista a Vittorio Lazaritis La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 IL PROGETTO PILOTA DEL MAECI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA del prof. Massimo Mongero, Dir. Scol. Ufficio Scuole Negli ultimi anni si è sempre più ravvisata l’esigenza di rinnovare i Corsi di Lingua e Cultura Italiana e di innalzarne la qualità, per mantenersi all’altezza dei tempi, delle esigenze dell’utenza, delle mutate condizioni lavorative e di vita. È chiaro che oggi i Corsi di Lingua e Cultura Italiana subiscono la concorrenza, non tanto delle altre lingue, quanto di una varietà di proposte offerte ai giovani, sul piano sportivo, artistico, culturale o di puro divertimento, che mai si è vista prima. È altrettanto chiaro che in un mondo profondamente interconnesso, in cui gli stimoli e le occasioni di distrazione viaggiano, mutano e si moltiplicano con ritmo incalzante, non è possibile continuare ad insegnare l’Italiano, oltre tutto in orario extrascolastico e senza alcun obbligo da parte degli allievi, secondo schemi e modelli che appartengono ad un’altra epoca, verrebbe da dire ad un’altra era. Da questo tipo di considerazioni è nata negli anni scorsi l’idea di avviare un progetto sistematico di miglioramento dei Corsi di Lingua e Cultura che il nostro Paese finanzia nelle diverse parti del mondo. Si trattava di intervenire soprattutto sul personale degli Enti Gestori, sia perché in certi paesi extraeuropei sono i principali organizzatori dei Corsi, sia perché era in atto una riduzione La Nuova Linea del contingente ministeriale, richiesta dalle esigenze di risparmio, con conseguente incremento delle attività di tali Enti, anche in Europa. L’idea ha camminato ed è stata varata dal Ministero degli Affari Esteri sul finire del 2013. Il progetto, elaborato dal MAECI in collaborazione con le Università per Stranieri di Siena e Perugia, prevedeva l’invio all'estero di alcuni giovani laureati abilitati a insegnare l'italiano come lingua straniera, che affiancassero nell'insegnamento i docenti locali in servizio presso gli Enti gestori. Tali neolaureati dispongono di una specifica preparazione accademica nel settore e quindi di tutti gli strumenti teorici necessari per interpretare e valutare l’attività dei nostri corsi e, in una fase successiva, per fare proposte migliorative, sul piano della metodologia, dei materiali e dei contenuti. Queste a grandi linee le fasi del progetto. L’obiettivo è di sviluppare percorsi di condivisione di esperienze e competenze e di favorire l'elaborazione di buone pratiche didattiche, volte a migliorare l'offerta formativa già in atto e ad aprire percorsi formativi qualificanti per lo sviluppo professionale di tutti gli operatori impegnati a vario titolo nei Corsi di Lingua e Cultura italiana. Nella Circoscrizione Consolare di Stoccarda, così come in quella di Friburgo, il progetto ha visto Il progetto pilota anche la partecipazione attiva dei docenti ministeriali, che hanno fattivamente collaborato con le neolaureate incaricate del progetto, con idee, spunti e proposte concrete, mettendo a disposizione la loro esperienza e la loro preparazione professionale. Dopo l’avvio del progetto nel maggio-giugno 2014 (purtroppo con considerevole ritardo), il progetto è stato prolungato all’anno 2015 (e dovrebbe esserlo anche per il 2016), coinvolgendo questa volta anche l’Università di Roma TRE. I ritardi nell’arrivo delle persone e lo sfasamento tra gestione amministrativa del progetto (finanziamenti, bandi, ecc.) e attività scolastiche non hanno sicuramente semplificato il compito delle interessate, né quello degli Enti. Tuttavia alcuni risultati interessanti si sono già potuti vedere: nella fase di osservazione sono sicuramente state individuate alcune criticità importanti, sono state avanzate ipotesi di soluzione e si sono iniziate attività specifiche, derivanti dalle analisi condotte. Sono inoltre stati prodotti materiali didattici originali, calibrati sulle esigenze dei corsi. Il progetto entra ora nel vivo. Vi terremo al corrente dalle pagine di questo giornale degli sviluppi, magari anche con esempi concreti e dando voce alle neolaureate coinvolte. 13 Giugno 2015 PERCHÈ ISCRIVERE I PROPRI FIGLI AI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA? Pedagogisti, educatori, esperti di neuroscienze e neurolinguistica di tutto il mondo hanno messo in evidenza l'importanza dello studio della lingua materna - o lingua del Paese d’origine - per lo sviluppo della personalità del giovane che vive, studia e più tardi lavorerà in un ambiente multiculturale e multilingue. Ricerche scientifiche affermano infatti che, avere esperienza con due o più sistemi linguistici, produce una maggiore flessibilità mentale e che, chi padroneggia la lingua materna, impara più facilmente le altre lingue e raggiunge un più alto successo scolastico. Indubbiamente, poi, la conoscenza approfondita di più lingue apporta vantaggi anche nella vita lavorativa. In quest’ottica si inserisce l’intervento formativo gratuito offerto dal MAECI, Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, costituito principalmente dai Corsi di lingua e cultura italiana, indirizzati a bambini dai 5 anni alla 5^ classe, corsi di livello elementare, e ai ragazzi che frequentano dalla 6^ alla 12^ classe, corsi di livello medio. La programmazione dell’attività didattica si ispira ai vigenti programmi ministeriali per la scuola dell’obbligo italiana, alle direttive del Consiglio dei Paesi della Comunità Europea sull’assistenza dei figli dei lavoratori emigrati (77/486/CEE), alla rielaborazioni delle stesse nella Conferenza dei Ministri (84/76) e sue successive integrazioni e ha come finalità principale promuovere l’integrazione degli alunni italiani, sviluppare e potenziare le competenze linguistiche, valorizzare il bilinguismo come fattore per lo sviluppo dell’identità personale e come elemento di integrazione socio-culturale. A tal fine, per i corsi in lingua e cultura italiani vengono selezionati contenuti specifici e significativi per i ragazzi. L’insegnamento parte dal loro vissuto e dai loro interessi per suscitare nuove curiosità. Durante le lezioni viene dato il dovuto spazio ad attività ludiche e orali, in particolare nelle classi del primo ciclo, dove si privilegiano ancora le competenze orali, attraverso una metodologia moderna ed attiva, 14 La Nuova Linea di Emanuela Salvadori ricca di giochi linguistici e libertà di esporre fatti ed esperienze personali. Nelle classi successive, 3^, 4^, 5^, si sviluppano le funzioni del leggere e dello scrivere. Negli anni successivi, nei corsi di livello medio (6^-12^ classe), gli alunni approfondiscono la conoscenza delle strutture grammaticali e sintattiche, oltre che aspetti storiografici e politicosociali dell'Italia. A tutti i livelli vengono attivati progetti didattici allo scopo di rendere l’insegnamento dell’italiano ancora più accattivante e stimolante. Ai ragazzi iscritti ai corsi, che abbiano raggiunto durante il proprio percorso formativo buone competenze comunicative in lingua italiana, l'Ufficio Scuola offre la possibilità di sostenere a prezzi agevolati la certificazione di tali competenze (CILS - certificazione rilasciata dall’Università per stranieri di Siena con valore internazionale e Progetto ZERTIFIZIERUNG certificazione rilasciata dal Kultusministerium e dal Consolato Italiano). Naturalmente per un proficuo svolgimento di questo percorso formativo è necessaria, accanto alle competenze degli insegnanti e alla buona volontà degli alunni, anche un’attiva e fattiva collaborazione dei genitori. Non si diventa, infatti, bilingui con il semplice corso di italiano. Il bilinguismo nasce in casa, in famiglia. E’ la famiglia che trasmette la lingua, oltre ai valori e ai sentimenti insiti nella lingua stessa. Pertanto il nostro invito è: parlate con vostro figlio in italiano, ma lasciatelo libero di rispondere nella lingua da lui preferita e non scoraggiatevi anche se in una certa fase della sua vita preferirà parlare solo tedesco. Se voi continuerete a rivolgervi a lui in italiano, imparerà ascoltando e sicuramente un giorno tirerà fuori tutto il suo bagaglio linguistico. Favorite il contatto con l’Italia e l’italiano, guardando insieme libri illustrati, ascoltando canzoni, leggendo o raccontando storie, magari episodi di vita vissuta; organizzate regolarmente situazioni in cui vostro figlio debba usare la lingua materna e, naturalmente, mandate vostro figlio ai Corsi di Lingua e Cultura Italiana, possibilmente già dall’asilo, fatevi raccontare che cosa vi impara e seguitelo nell’apprendimento. Corsi di lingua e cultura italiana La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 DUE CULTURE A CONFRONTO E UN’AVVENTURA COMUNE Die bilinguale Klasse 4b der Wolfbuschschule fährt nach Verona und Venedig. Diario di bordo degli insegnanti Christin Behrend, Brisa Scarpati e Nicola Graziano Wir, die Klasse 4b, waren schon wochenlang voller Vorfreude, als es am 04. Mai 2015 endlich soweit war: Unser Reisebus verließ um ca. 7.30 Uhr die Köstlinstrasse 76/77 in Weilimdorf, um nach Bella Italia aufzubrechen. Nachdem Frau Klingel uns im Bus noch eine schöne Reise wünschte und alle Eltern sich verabschiedet hatten, ging es los. Im Bus herrschte gute Stimmung. Der volle Bus sang „Atemlos“ und „Tage wie diese“ und rauschte Richtung Verona. Endlich angekommen, nach mehreren langen Pausen und Stau, durften wir uns im Ostello, der Jugendherberge von Verona, erst einmal stärken. Das Essen bestand immer aus drei Gängen, hauptsächlich aber Pasta. Danach wurde im hauseigenen Park des Ostellos gespielt, dieses schöne Ritual fand nun jeden Abend nach dem Abendessen immer in TShirts und kurzen Hosen statt. Am ersten Tag besuchten wir unsere Partnerschule, die Scuola Elementare Ippolito Nievo, und hielten dort eine Power Point Präsentation über Stuttgart, gut vorbereitet von unserem Italienischlehrer, Senior Graziano. Wir verstanden uns auf Anhieb auf Anhieb sehr gut mit den veronesischen Kindern, hatten wir uns doch monatelang davor regelmäßig Briefe auf deutsch und italienisch geschrieben. La Nuova Linea Deshalb war es eine große Freude, sich „live“ zu begegnen und zwei unserer drei Tage vor Ort gemeinsam zu verbringen. Nach einem gemeinsamen Mittagessen in der Schulmensa und Begrüßung durch die Direktorin der Schule fuhren wir mit dem Bus an den Gardasee, genauer gesagt nach Lazise. Dort verbrachten wir den Nachmittag mit einem kleinen Stadtrundgang und gemeinsamen Eisessen. Das Schönste war aber sicherlich, an diesem warmen Frühlingstag die Beine in den Gardasee tauchen zu dürfen und am Wasser mit allen Kindern zu spielen. Auch dieser Tag endete, nachdem wir uns von unseren neuen Freunden verabschiedet hatten, mit einem Abendessen im Ostello und dem fröhlichen Spiel im Park. In den Zimmern, welche jeweils von einer unserer Mütter der Klasse beaufsichtigt wurden, kehrte früher oder später ;-) … auch langsam Ruhe ein. Am Mittwoch, den 06. 05. 2015 wurde ein Traum von vielen Kindern wahr: Wir fuhren nach Venezia. Zuerst mit unserem Bus, den Landsteg zur Hauptinsel überquerten wir mit dem Zug und letztendlich erreichten wir den Markusplatz über das Vaporetto (Taxiboot). Die Bootsfahrt dauerte fast eine Stunde, und wir hatten die Möglichkeit, die wunderschöne Kulisse dieser geheimnisvollen Due culture e un’avventura Stadt, welche auf Wasser gebaut ist, zuerst einmal vom Boot aus zu begrüßen. Dann ging es los in das Menschengewimmel von Venezia. Neben der Besichtigung des Markusdoms, des Markusplatzes, der Rialtobrücke und vielen kleinen Sehenswürdigkeiten mehr machte uns auch das Shopping großen Spaß. Jedes Kind brachte seinen Eltern und Geschwistern etwas mit oder beschenkte sich selbst. Am Abend ging ein großartiger Tag zu Ende. Und dann brach schon unser letzter gemeinsamer Tag mit unseren neuen italienischen Freunden in Verona an. Morgens besuchten wir die Arena, danach machten wir einen geführten Stadtrundgang (durch die Elternvertreterin der italienischen Klasse und maestra Irmella), bei dem wir viele Sehenswürdigkeiten dieser wunderschönen alten Stadt kennenlernen durften. Alles wurde uns auf italienisch und deutsch erklärt. Bei wunderschönem Wetter sang uns die italienische Klasse, zusammen mit einer Geigenstraßenmusikerin eine wunderschöne Arie von Puccini (ganz spontan!) vor. Das waren die vielen kleinen emotionalen Dinge, die unseren Aufenthalt so wertvoll gemacht haben. Und dann holten uns die Eltern zum Mittagessen in unseren 15 Giugno 2015 italienischen Partnerfamilien vor der Grundschule ab. Jedes deutsche Kind wurde in den Häusern und Wohnungen der Veronesen liebevoll aufgenommen und bekocht. Alle Kinder trafen sich danach nachmittags auf dem Spielplatz der Schule wieder, um gemeinsam dort den Nachmittag ausklingen zu lassen. Die Mütter unserer Klasse sowie die italienischen Eltern und natürlich die Lehrerinnen und Lehrer hatten auch Zeit für ein Schwätzchen nach südländischer Art. Alle wurden außerdem mit Eis verwöhnt. Es war wirklich schwer, als wir uns nach diesem wundervollen Tag verabschieden mussten. Auf dem Heimweg ins Ostello flossen ein paar Tränen, aber viele Kinder versprachen, sich zu schreiben oder auch einmal zu besuchen (entweder in Stuttgart oder Verona). Nach Packen unserer Sachen spielten wir noch einmal in „unserem“ Park. Am Freitag, den 08.05.2015 war unser Abfahrtstag gekommen. Wir freuten uns, unsere Familien wiederzusehen, hatten aber auch ein wenig Wehmut, dass nun unsere Abschlussfahrt der vierten Klasse schon vorbei war. Allerdings mussten wir noch einmal an der scuola elementare I. Nievo vorbeifahren, um zum Abschied zu winken. Alle Kinder der italienischen Klasse standen am Zaun und jubelten uns zu, unser Busfahrer hupte laut mehrmals zum Abschied. (Gott sei Dank hatten wir einen italienischen 16 Busfahrer, der uns menschlich unterstütze und unsere verrückten Ideen wie diese ohne Murren mit viel Verständnis aufnahm! Danke dafür!). Nach einer langen Busfahrt mit viel Abendverkehr in Due culture e un’avventura La Nuova Linea Deutschland nahmen uns unsere Eltern nach langem Warten wieder glücklich in die Arme. Da bleibt nur noch zu sagen: Arrivederci Verona e Venezia! Ci vediamo! La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 PINOCCHIO, CHE FATICA CRESCERE! Mentre noi siamo in stampa, i bambini dei corsi di lingua e cultura di Esslingen staranno raccogliendo i frutti di un anno di duro lavoro, trascorso anche a preparare la messa in scena di uno spettacolo teatrale ispirato alle vicende del noto burattino. Il Sig. Porporati, genitore di uno di questi piccoli attori, invita anche noi adulti a non dimenticare il messaggio di questa fiaba tutta italiana. I bambini di Esslingen replicheranno, accompagnati dagli alunni di altri corsi del Kreis di Stoccarda e Tübingen, domenica 5 luglio 2015 alle ore 14:00 nella Lindenbachhalle di Stoccarda-Weilimdorf. di Alessandro Alan Porporati - Tutti noi siamo cresciuti con la voce della mamma che la sera ci raccontava la fiaba della buona notte. Tra le tante, sicuramente Pinocchio ci faceva più simpatia, forse perché ci ritrovavamo un pò in lui, bambini pieni di curiosità alla scoperta del mondo, ma goffi tra i giganti nelle loro azioni incomprensibili. Fino all'età adulta ignoravo il carattere globale che questa fiaba aveva acquisito e dopo, girando il mondo, mi sorpresi vedendola tradotta in molte lingue e culture, anche socialmente e culturalmente molto distanti da quella d’origine. Forse, in fondo, non avrei dovuto sorprendermi, perché l'ultimo fine delle fiabe è proprio quello di esporre ai bambini certi concetti, che altrimenti sarebbero incomprensibili ai loro occhi ancora pieni di magia e di ingenuità. Collodi in fondo nel suo Pinocchio tratta, esponendoli con dolcezza, temi universali, conosciuti da ogni cultura ed educazione: l'amore infinito che hanno i genitori per i propri figli, l'ingenuità e curiosità dei bambini, il loro desiderio di essere indipendenti, il sentirsi legnosi in questo mondo ancora troppo grande e troppo pieno di regole comportamentali, la necessità di richiamare con amore il bambino quando sbaglia, come fa la fata turchina, sebbene il grillo parlante, la coscienza, l'abbia sollecitato a desistere. Perciò Pinocchio, come altre fiabe o altri racconti è sempre sorprendentemente attuale. Anche i nostri bambini hanno bisogno di una fatina, che sappia con pazienza, insegnare loro a muovere i primi passi in questo mondo. Magari richiamarli, ma senza punirli o giudicarli. Una maestra che incentivi la loro curiosità, in modo da La Nuova Linea sviluppare la loro creatività e che creda profondamente in loro, nonostante i loro sbagli e magari, nonostante un rendimento scolastico basso, riuscire a vedere un cigno triste e scoraggiato piuttosto che solo un brutto anatroccolo (vi ricorda per caso un'altra fiaba?). Questo atteggiamento ha drammaticamente sbagliato e nella realtà odierna la diversità e la non standardizzazione del pensiero viene premiata, almeno in società con una visione del futuro lungimirante. I bambini sono oggi bombardati da informazioni e la scuola, piuttosto che insistere sull'insegnamento nozionistico dell'abbecedario, dovrebbe far capire ai nostri burattini la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, in modo che non vengano attratti dai vari gatti e volpi nel paese dei balocchi. Inoltre, dovrebbe offrire gli strumenti per fargli capire la gioia della conoscenza, in modo che in loro nasca autonomamente la curiosità di comprendere e studiare i misteri della nostra esistenza. I bambini di Esslingen hanno la fortuna di avere una propria fata turchina. Sebbene Il suo compito sarebbe solo quello di insegnare l'italiano ai bambini di nazionalità italiana e fare in modo che la cultura d’origine non vada persa nella full immersion culturale teutonica quotidiana, la nostra fatina ha la stessa magia di quella di Collodi: segue i nostri figli, magari richiamandoli, ma mai punendoli, bensì incoraggiandoli costantemente, credendo nelle loro potenzialità più o meno nascoste. Alcuni sono già dei cigni, altri ancora dei brutti anatroccoli alla mercé del gatto e della volpe, ma lei vede la luce negli occhi di ognuno di loro. Pinocchio, che fatica crescere! 17 Giugno 2015 La Nuova Linea KARLSRUHE FESTEGGIA 300 ANNI: „AUGURI!“ Già nel numero precedente della nostra rivista vi avevamo presentato la seconda città più importante del Baden Württemberg. In questo nuovo numero vogliamo soffermarci e presentarvi le opportunità offerte dalla città in un’occasione speciale e festeggiare con lei i suoi tre secoli di storia. Per questo anniversario la città si propone di organizzare molti eventi e manifestazione, non solo al centro della città, ma anche nei suoi 27 distretti. Dal 17 giugno al 27 settembre “die Karlsruher” festeggeranno la città. Musica, teatro, giochi e naturalmente proposte culinarie faranno da contorno alla festa. Sarà un viaggio tra il passato e il presente per continuare nel futuro. 32 personalità importanti per la storia di Karlsruhe fungeranno da guida attraverso questo viaggio nel tempo. Per questa occasione è stato allestito un padiglione temporaneo al centro dello Schlossgarten, una struttura aperta e dinamica, realizzata in barre di legno, caratterizzato da un auditorium in cui avrà luogo il festival d’estate con spettacoli, eventi ed un caffè. Diventerà un punto d’incontro per ascoltare, parlare, discutere e anche per rilassarsi. Concerti di musica classica, pop, rock, jazz, open air e quant’altro delizieranno i visitatori nei diversi palchi sparsi per la città. Spettacoli teatrali che si terranno sia nei teatri coperti che all’aperto. Giochi di vario tipo intratterranno grandi e piccini e loro stessi ne saranno protagonisti. Naturalmente non dobbiamo dimenticare che Karlsruhe è la città della tecnologia. A tal proposito, la città si trasformerà in un laboratorio a cui si potrà partecipare ed interagire 18 direttamente e il 27 giugno in cui si avrà persino la possibilità di visitare il centro ricerche più grande della Germania: il “KIT”. Anche la comunità italiana, si prepara a festeggiare Karlsruhe. I ristoranti e le pizzerie italiane, oltre che le tante gelaterie italiane che si trovano in centro e dintorni, si preparano ad accogliere i molti visitatori che affolleranno la città, offrendo loro la possibilità di assaggiare i prodotti e le specialità italiane, nonché di gustare la prelibatezza del vero gelato italiano. Una lunga serie di eventi, quindi, per cui varrà sicuramente la pena fare una passeggiata a Karlsruhe quest’estate. Aumento di ordini alla Daimler Benz di Wörth Gli ingenti danni causati dagli scioperi delle Ferrovie federali all’economia tedesca sta favorendo il trasporto delle merci su gomma. Negli stabilimenti Daimler Benz di Wörth (Karlsruhe) si lavora ora di più per soddisfare l’aumento degli ordini di camion. La direzione dell’azienda ha comunicato che in giugno e luglio si prevede un’estensione del lavoro interinale a 120 persone e la trasformazione di 100 contratti da tempo determinato in tempo indeterminato. È inoltre previsto un aumento dello straordinario e del lavoro anche al sabato. Questa è una netta controtendenza rispetto al 2014 che aveva sacrificato 400 dei 740 posti di lavoro a tempo determinato poiché gli ordini di camion erano scesi da 103.000 a 93.300. Attualmente negli stabilimenti della Daimler Benz di Wörth vi lavorano 11.820 persone. I vertici dell’azienda hanno fatto sapere di voler investire un miliardo di euro nel settore della ricerca e dello sviluppo. Karlsruhe: 300 anni La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 C’ERA UNA VOLTA… RAVERNSBURG Mai e poi mai avrei creduto che una giornata tanto fredda e piovosa, avrebbe potuto in poche ore trasformarsi così radicalmente. Il 25 Maggio scorso, noi mamme e i nostri ragazzi del corso di italiano, ancora un po' sbigottiti dal cambiamento del tempo che ci stava regalando la più meravigliosa delle giornate primaverili, abbiamo ricevuto il benvenuto da Natalia De Pascale, la nostra simpaticissima insegnante e cominciato un divertente giro turistico della città. Se poco più di 18 mesi fa, quando ancora abitavo a Milano, mi avessero detto che un gruppo di ragazzi tra i 10 e i 17 anni mi avrebbe fatto da guida turistica, non ci avrei mai creduto. È andata proprio così. Dopo anni di "tran- tran" milanese, io e mio marito avevamo voglia di dare una svolta La Nuova Linea di Cristina Leutenegger avventurosa alle nostre vite e siamo arrivati qui a Ravensburg con i nostri figli. I primi mesi ci sentivamo un po' come dei pesci buttati in un nuovo acquario, ma poi lentamente ci siamo aperti a questa cittadina, che ci ha affascinato fin da subito con la sua allegria e vitalità. Nello sforzo di creare il prima possibile relazioni e nuove amicizie, non mi aveva neanche sfiorato il pensiero di informarmi sulla storia di questa antichissima e così ben conservata città medievale. Ci hanno pensato i nostri figli, che nati qui o trapiantati quando erano ancora piccoli, hanno esposto nel loro simpatico italiano le loro relazioni sui siti storici di Ravensburg. Dopo circa un’ora la nostra passeggiata è terminata davanti a una gelateria, dove ci siamo complimentati con Natalia e i ragazzi per aver organizzato con entusiasmo e passione questa bella iniziativa. Ravensburg 19 Giugno 2015 GLI ALUNNI DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA DI FRIEDRICHSHAFEN FESTEGGIANO LA MAMMA La Nuova Linea di Luciana Amato Anche quest'anno l'Associazione Culturale Italiana ha organizzato la tradizionale festa della mamma e sono intervenuti anche i nostri bambini, che frequentano i corsi d'italiano di livello elementare a Friedrichshafen ed Ailingen, con lo show „W la mamma“. Sotto la bellissima scenografia preparata dalla maestra Maria Rosaria Lione, gli alunni si sono immedesimati in moderni orfanelli, seguaci di Peter Pan, che la sera prima di andare a nanna cercano la carezza dimenticata della mamma. In un'atmosfera piena di suspense, la piccola Wendy spiega loro che cos’è la mamma e, mentre tra il pubblico l'emozione la fa da padrona, i piccoli si scatenano in uno sfrenato Rock and Roll sulle note della canzone di Bennato „Viva la mamma“. A tenere viva l'attenzione ci ha pensato in seguito una piccola “barzellettista” che, tra le risate del pubblico, ha pregato il suo santo protettore di evitarle un'interrogazione chiedendogli la dipartita dell’insegnante. L'emozione è salita alle stelle quando, una ad una, le mamme sono state accolte sul palcoscenico per ascoltare una lettera scritta loro dai bambini, accompagnata da una splendida rosa rossa ed un delizioso cuoricino portachiavi confezionato a scuola. La serata in onore delle mamma è continuata con la premiazione a sorpresa della signora Adriana Rotolo, una giovane mamma di Salem, invitata dalla signora Lione. Adriana ha presentato al pubblico il suo racconto „Selene“, la triste e toccante storia della sua bambina, ammalata di osteogenesi imperfetta e morta all'età di 18 mesi. Su consiglio della nostra insegnante e con l'approvazione di noi mamme, a fine serata è stata insignita dal presidente dell'Ass.Culturale Italiana, il signor Giovanni D'Amicodatri, del titolo di Mamma dell'anno 2015. È stata davvero una bella serata, ringrazio di cuore anche a nome degli altri genitori la maestra Maria Rosaria Lione, l'Ass. Culturale Italiana, ma soprattutto i nostri bambini, dicendo loro: „Siete meravigliosi!“ 20 Festa della mamma La Nuova Linea La Nuova Linea Giugno 2015 PIETRAGALLA di Cristina e Michele Diller - Heidenheim „Noi siamo due gemelli e abitiamo a Heidenheim. Vogliamo presentarvi il paese da dove viene la nostra mamma e dove ci piace andare durante le vacanze estive. Il paese si trova in Basilicata e si chiama Pietragalla“ Pietragalla è un comune italiano di 4.210 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. Il centro è costruito su un breve ripiano terrazzato a 834 m. s. l.m., sul versante sinistro del torrente Cancellara. Il nome del paese sembra aver avuto origine dal termine medioevale, intorno al X secolo d. C. Lo stemma di Pietragalla è un gallo su tre monti e nei monti tre torri incluse. I tre monti rappresentano “Terra”, “Serra” e “S. Michele”. Le tre torri indicano i tre principali accessi al centro storico: “Arco Melazzi”, Arco Settanni, “Arco Via fratelli Bandiera”. La festa di San Teodosio martire, santo patrono, sebbene sia in ottobre, è stata spostata al 10 maggio. Tutte le mattine a partire dalla settimana precedente alla festa, si tengono spettacoli di fuochi pirotecnici e tra l'8 e il 10 maggio la banda musicale passa per le strade; sia nel pomeriggio del giorno precedente, sia nel pomeriggio della festa la statua del santo viene portata in processione. La festa termina con uno spettacolo musicale e un ultimo spettacolo pirotecnico verso la mezzanotte. IN ALTO Il Palazzo Ducale di Pietragalla che ha fatto la storia del brigantaggio in Basilicata A SINISTRA Città dei Palmenti: caratteristiche casette in pietra che venivano utilizzate per la produzione del Vino. La Nuova Linea Pietragalla 21 Giugno 2015 IL TACCUINO DI TONY MAZZARO I corsi di madrelingua accendono il dibattito al Landtag di Stoccarda. Bisogna tornare indietro di un decennio per trovare i corsi di madrelingua nel calendario del parlamento del BadenWürttemberg. Allora fu la SPD a proporre il dibattito sulla necessità dei corsi per figli degli immigrati stranieri. A provocare il dibattito al Landtag stoccardese nella primavera del 2007 furono l’ordinanza dell’allora sindaco di Rastatt di espellere i corsi dalle strutture scolastiche e la richiesta di pagamento delle aule al nostro Consolato di Stoccarda da parte dell’Amministrazione comunale della città di Leonberg, per i corsi di sostegno in tedesco e matematica. Ora il dibattito è stato chiesto dal deputato Daniel Lede Abal dei Verdi, ovvero del partito del ministropresidente Winfried Kretschmann. L’obiettivo del parlamentare ispano-tedesco è quello di sollecitare il Kultusminister Andreas Stoch della SPD (partito minore della coalizione verde rossa) ad assumere la gestione diretta dei corsi di madrelingua e quindi il loro relativo inserimento nei curricula della scuola dell’obbligo. In politica – come noto – avviene di tutto. Ed anche su questo tema si sono verificate cose strane ed inimmaginabili. La CDU che per 57 anni di governo è stata sempre 22 contraria ad una gestione diretta dei corsi, questa volta (forse anche per calcolo politico) ha sostenuto a spada tratta la richiesta del parlamentare dei Verdi al Kultusminister di tradurre in atto amministrativo l’accordo di programma governativo, firmato nel giugno del 2011 da Verdi e SPD. Stoch, pur riconoscendo l’importanza dei corsi e la necessità di assicurare il contributo annuo di un milione di euro ai consolati, ha motivato la sua resistenza con la priorità emergenziale del problema “profughi”. È all’inserimento scolastico dei bambini profughi e di nuova emigrazione – ha sostenuto il Kultusminister – che la scuola deve dare risposte puntuali e quotidiane. Volker Schebesta (CDU) non ha perso quindi l’occasione per rinfacciare alla maggioranza del governo verde-rosso di disattendere gli impegni sottoscritti quattro anni fa. Come noto, a marzo 2016 ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento di Stoccarda. Su due aspetti tuttavia c’è stato pieno consenso: 1) di favorire il mantenimento dell’identità linguistica e culturale del paese d’origine, base essenziale per l’apprendimento di altre lingue; 2) di riformare la Direttiva Comunitaria del 1977 che assegnava a questi corsi la finalità di reinserimento scolastico nei paesi d’origine in caso di rientro. Il taccuino di Tony Mazzaro La Nuova Linea RUBRICA La situazione è notoriamente molto diversa. Nel BadenWürttemberg vi sono corsi di madrelingua di 13 nazioni, frequentati attualmente da 44.366 alunni. A fare la parte del leone sono gli italiani con circa 10.000 alunni, finanziati quasi interamente dallo Stato italiano. Il contributo annuo del Kultusministerium di Stoccarda si attesta su 270.000 euro. Cerimonia Consegna Certificati di Competenza Linguistica 2015 9 luglio - Großer Saal Comune di Stoccarda, dalle ore 13 Giovedì 9 luglio si terrà nella Sala Consiliare del municipio di Stoccarda la Cerimonia di Consegna degli Attestati di Zertifizierung per i ragazzi di 9^ e 10^ classe. Un traguardo importante per ragazzi che frequentano i nostri corsi di Lingua e cultura italiana. Interverranno il nuovo Console Generale Daniele Perico, l’Assessore alle politiche sociali di Stoccarda Isabel Fezer, Thomas Heckert del Kultusministerium e il Dott. Tommaso Conte, nuovo Presidente del Comites. La manifestazione sarà intervallata e allietata da esibizioni al pianoforte, canti e balli tradizionali italiani, eseguiti da talentuosi ragazzi, “scritturati” per l’occasione sempre all’interno dei corsi di lingua e cultura italiana. La Nuova Linea La Nuova Linea Al termine tutti i presenti sono invitati ad un buffet offerto dagli sponsor: Caliendo Carlo, Ristorante “La Passione” di Ludwigsburg Alfonso e Mauriello – Pizza Express di Tamm e le aziende Pfennigwerth di Backnang e VIP Italia di Ludwigsburg. La dipartita di Günter Grass, Premio Nobel per la letteratura La Germania è rimasta orfana di uno dei più famosi scrittori contemporanei. Nato sul porto baltico di Danzica il 16 ottobre 1927 (all’epoca città-Stato, ora parte della Polonia) Günter Grass si è spento all’età di 87 anni a Lubecca il 13 aprile scorso. Attraverso numerosi saggi che gli hanno procurato nel 1999 il Premio Nobel per la letteratura, Grass ha dato voce ad una generazione di tedeschi che sono diventati adulti durante la Seconda guerra mondiale, portandosi sulle spalle il peso delle colpe dei loro genitori per le atrocità perpetrate dai nazisti. L’autore di Blechtrommel (Tamburino di latta), Katz und Maus (Gatto e topo) e di tanti altri romanzi ha scritto e pubblicato anche poesie e saggi. È stato inoltre drammaturgo e scultore. Nonostante la sua veneranda età, “la coscienza critica” della Germania non ha risparmiato La Nuova Linea Giugno 2015 colpi alla sua SPD e alla Merkel, criticando l’arroganza del suo governo nei confronti dei “Paesi vicini” (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) per le politiche anticrisi. Nel 2012 Grass è stato dichiarato “persona non grata” dal governo israeliano”, per aver affermato in un suo scritto, che Israele è un pericolo per la pace nel mondo come lo fu l’ex DDR. Di lui resta anche l’ultima confessione, di essere stato da ragazzo un acceso sostenitore di Hitler e di aver militato dal 1944 al 1945 in un battaglione della Waffen-SS. Premio Humanitate alle Regina Silvia di Svezia, Italiani in vista Non capita spesso che “comuni mortali” possano presenziare a manifestazioni di grande richiamo e addirittura farsi fotografare con una vera regina. Questa fortuna è capitata al nostro connazionale Cesare Ghilardelli di Stoccarda, ritratto nella foto con la Regina Silvia di Svezia in occasione della consegna del Premio Humanitate nella sede dell’Ambasciata di Germania presso la Santa Sede alla fine dello scorso mese di aprile. L’impegno che ha procurato alla Sovrana svedese l’European Humanitate Prize è stato quello per la tutela dei bambini con invalidità e la lotta alla tratta dei bambini, un moderno commercio di schiavi da combattere. La Regina Silvia di Svezia è tuttavia impegnata su più fronti umanitari. La sua particolare attenzione è rivolta anche alla Il taccuino di Tony Mazzaro ricerca sulla demenza senile con la relativa formazione del personale medico ed infermieristico, al debellamento della sordità infantile attraverso l’evoluzione dell’impianto cocleare, un dispositivo che fornisce impulsi elettrici direttamente alle fibre del nervo acustico, applicato nei casi di sordità profonda in adulti e bambini. Una cosa che forse non tutti sanno è che la Regina Silvia, nativa di Heidelberg, è a capo, o sostiene, più di 60 fondazioni umanitarie, tra cui il Global Child Forum, la Childhood Foundation Silviahemmet, da lei stessa fondate e che danno vita a circa 100 progetti in 17 Paesi. Fra i nomi illustri, destinatari negli anni passati del Premio Pro Humanitate, spiccano: il “Cacciatore di nazisti” Simon Wiesenthal, il violoncellista russo Cellist Mstislav Rostropowitsch, l’organizzazione „Brot für die Welt“, l’attrice tedesca Iris Berben. Il Premio viene conferito sotto l’egida del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa. La consegna è avvenuta a Roma tramite Annette Schavan (per anni Kultusministerin a Stoccarda) ora Ambasciatrice di Germania presso la Santa Sede. Riaperte le iscrizioni ai corsi di lingua e cultura italiana Sono aperte le iscrizioni ai corsi del Consolato Generale d’Italia a Stoccarda e tenuti in diverse località del Baden-Württemberg. Chiunque fosse interessato ad iscrivere i propri figli ai corsi può rivolgersi all’Ufficio Scuole, telefonando al numero 0711.222912303. 23