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Giugno 2015
La Nuova Linea
Impressum
La Nuova Linea
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Editore / Herausgeber:
Sommario
Comitato di Coordinamento delle Associazioni
Indice delle pagine
Genitori del Baden-Württemberg e.V. /
Landeskomitee der Italienischen Elternvereine
Expo 2015: perché no?
pag. -4
La mafia in Germania: intervista
pag. -5
2 Giugno: nascita di una nazione
pag. -7
Centenario Prima guerra mondiale
pag. -8
25 aprile 1945
pag. -9
La tragedia di Mattmark
pag. 10
in Baden-Württemberg e.V.
Esslinger Str. 14, 70182 Stuttgart
Tel. +49 711 232509, Fax. +49 711 2360718
Presidente e Amministratore
Vorsitzender u. Verwalter:
Storie di nuove emigrazioni
pag. 11
Intervista a Vittorio Lazaridis
pag. 12
Progetto pilota per i miglioramenti dei corsi
pag. 13
Perché iscriversi ai corsi di lingua e cultura
pag. 14
Scuola bilingue: viaggio a Verona
pag. 15
Pinocchio, che fatica crescere!
pag. 17
Karlsruhe festeggia 300 anni: „Auguri“
pag. 18
Passeggiata a Ravensburg
pag. 19
Tommaso Conte
Redazione / Redaktion :
Esslinger Str. 14
70182 Stuttgart - Tel. +49 711 232509
[email protected]
Coordinamento redazionale / Redaktionelle Koordination:
pag. 20
Pietragalla
pag. 21
Rubrica: il taccuino di Tony Màzzaro
pag. 22
La ricetta di „Gelsomino“
pag. 24
Maria Concetta Ciliberti
Gli alunni festeggiano la mamma
[email protected]
Comitato di redazione / Redaktions ausschuss:
Tommaso Conte
Rocco Di Filippo
Nicola Graziano
Tony Màzzaro
Emanuela Salvadori
Collaboratori / Mitarbeiter :
Nico Albarino, Carmela Baglivi, Vincenzo Basile, Mario
Berardino, Carmelinda Calabrese, Federica Ciacca, Anna De
Palo, Natalia De Pascale-Speck, Diletta Del Prete, Rocco Di
Filippo, Fabio Domante, Ettore Jannelli, Gesualda Geraci, Giacomo Gelsomino, Arcangela La Porta, Sibillia Latino,
Maria Rosa Lione, Teresa Loguercio, Massimo Mongero,
Giosuè Piscopo, Vito Priolo, Antonella Romano, Brisa
Scarpati, Giuseppe Zavaglia, Mariateresa Cecalupo, Maria
Concetta Ciliberti, Roberto Meloni, Giovanna Santaniello.
Dalla Svizzera: Sen. Claudio Micheloni, On.le Gianni Farina, Michele Schiavone.
Grafica e Impaginazione / Grafik und Layout:
Francesco Simeone
www.multimediayourselfps.com
Stampa / Druckerei:
Litotipografia Alcione, Trento
Impressum
Foto in copertina
Foto di Tommaso Conte, ceduta dalla CGIE di Roma.
Altre foto
Le foto esposte in questo periodico sono state approvate dal
Comitato di redazione e dalla Coordinatrice redazionale.
I collaboratori hanno provveduto il materiale originale in
formato digitale e trasmesse via posta elettronica.
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Questo periodico è associato alla Federazione Unitaria della
Stampa all’Estero. Tutti i diritti sono riservati. Vietate sono la
riproduzione, anche parziale, e la vendita.
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Tutti possono inviare i propri articoli per „La Nuova Linea“
utilizzando l’indirizzo di posta sopra indicato.
Il Comitato di Redazione, dopo aver ricevuto e verificato il
materiale, eseguirà determinate valutazioni sul contenuto.
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
DALL’EDITORE
Cari genitori,
le elezioni Comites si sono svolte ed io sono stato
eletto Presidente, ora bisogna passare dalle
parole ai fatti. In questo compito abbiamo bisogno di tutti, in
specie delle Associazioni presenti sul territorio,
per assolvere nel migliore dei modi al nostro
compito di rappresentanza degli italiani di questa
Circoscrizione Consolare. Convocheremo le
riunioni non solo presso la nostra sede, ma anche
presso quelle delle associazioni della nostra
comunità sparse nella circoscrizione. Mi auguro di poterne organizzare presto una a
Mannheim, così come in altre città, questo per
andare incontro alla comunità e riunirci dove
questa si riunisce, per manifestare con un gesto
concreto e non solo simbolico, il desiderio di
questo Comites di recuperare il rapporto con le
associazioni, la comunità ed il territorio. Dobbiamo diventare un punto di riferimento
credibile per la nostra collettività e le autorità, sia
italiane che tedesche. Per raggiungere questo
scopo daremo piena collaborazione al Console
Generale Daniele Perico, collaborazione che
tuttavia saprà e dovrà talvolta anche essere
critica, dovendo comunque tenere presenti,
sempre, gli interessi della nostra collettività. Ci
auguriamo quindi, un Console non chiuso dentro
le quattro pareti del suo ufficio, nella solitudine
del potere conferitogli dall’incarico, che non si
integri nella collettività, ma che sia aperto alla
stessa, che riesca a conoscerla, a capirla, che
faccia della trasparenza e della accessibilità i due
valori portanti della sua missione a Stoccarda.
Il “Programma” che la mia Presidenza si prefigge,
molti lo conoscono già, ma è bene metterlo di
nuovo per iscritto, così da diventare un impegno
pubblico.
Scuola e Cultura italiana. Facilitare l’integrazione
scolastica, anche attraverso corsi di sostegno;
Rafforzare l’identità di origine italiana nella scuola
e negli asili; Favorire l’accoglienza di connazionali
di nuova emigrazione con un servizio di
La Nuova Linea
orientamento; Sollecitare, supportare e
collaborare con l’Istituto di Cultura, affinché
tenga debitamente in conto anche i bisogni della
nostra collettività.
Servizi Consolari. Migliorare e di molto i servizi
consolari, istituendo subito un “Ufficio
informazioni”; La prenotazione telematica deve
essere una opzione a disposizione; l’Ufficio
Accoglienza (se deve rimanere) che sia
veramente accoglienza e non ammasso di
persone che debbono fare due file invece di una;
Apertura degli uffici al sabato o in alternativa il
giovedì sino alle ore 20,00; Attivazione di un
numero verde per potere finalmente telefonare
in Consolato; Cercare di far riaprire l’Ufficio
Notarile; Negoziare con i Comuni tedeschi il
prelievo delle impronte digitali per il rilascio del
passaporto, evitando così di doversi recare in
Consolato. Integrazione sociale. Sostenere iniziative
tedesche e italiane a favore dei più deboli:
anziani, portatori di handicap, malati di Aids,
drogati e detenuti; Promuovere un centro
d’ascolto per donne, uomini e bambini
abbandonati e collaborare con altre iniziative
similari; Adoperarsi per accrescere le pari
opportunità per la nostra collettività nella società
ospitante.
Ecco, in sintesi questo è quanto ci prefiggiamo, ci
riusciremo? Non lo so, di certo ci metteremo tutta
la passione, la forza, le capacità e l’impegno per
riuscirci.
Un abbraccio forte a tutti Voi e ancora grazie,
Tommaso Conte
Dall’editore
3
Giugno 2015
EXPO 2015: PERCHÉ NO?
di Maria Concetta Ciliberti
Alla notizia che il tema di Expo 2015 sarebbe
stato l’alimentazione, ho temuto di vedere
amplificato all’ennesima potenza decenni di TV
italiana, bombardata da programmi dedicati a
sfide tra cuochi stellati e non, cake design e i più
disparati corsi di cucina.
Ho però finalmente tirato un profondo sospiro di
sollievo alla scoperta che Expo avrebbe affrontato
temi legati all’alimentazione da altre, interessanti e
rilevanti angolazioni. Sicuramente non sarà
un’esposizione universale a risolvere la piaga
della fame nel mondo, mi sono detta - e
sicuramente sponsor e partner come Coca Cola e
McDonald’s per un tema che recita “nutrire il
pianeta”, sembrano poco centrati!! – ma ho grosse
aspettative per la scelta sulla biodiversità come
filo conduttore dell’esposizione. Sono, infatti,
fermamente convinta che la coscienza e la
conoscenza dell’esistenza di ecosistemi variegati
sia tra le poche cose che possa salvare e arricchire
il nostro pianeta. Senza rischiamo di
autocondannarci a un’alimentazione sempre più
standardizzata, artificiale e limitata, con le nefaste
conseguenze sulla nostra salute e d’impatto
ambientale, di cui la scienza e la medicina
quotidianamente ormai ci informano.
Poi, però, sono arrivati anche gli scandali ad
Expo… troppi e, inutile nascondercelo, spesso
meritati.
Dalla controversa gestione dei lavori, fino ai
cantieri aperti, passando dalla questione dei costi
per esporre nel padiglione Italia, per cui tanti
consorzi enogastronomici non sono presenti, altri
espongono solo per un brevissimo periodo
rispetto ai sei mesi della manifestazione, altri
possono parteciparvi solo perché ospiti della
propria regione. Avremmo, inoltre, potuto portare
a termine grandissimi progetti con le cifre
necessarie ad Expo e avremmo potuto utilizzare
una parte di essi per retribuire degnamente i
lavoratori, senza dover ricorrere, proprio ora che
nel nostro paese la disoccupazione ha raggiunto
livelli altissimi, all’utilizzo di migliaia di volontari…
Insomma, la solita “maniera italiana” di gestire le
cose! – mi sono ripetuta. Naturalmente tutto ciò ha
dato origine a critiche violente, espresse sulle
4
La Nuova Linea
pagine di tutti i quotidiani e sui blog nazionali.
Peccato, però, che tale veemenza non si sia però
fermata lì, ma sia sfociata sulle strade e le piazze
di Milano, proprio nel giorno di inaugurazione di
Expo.
Tutti abbiamo il diritto di esprimere il nostro
disappunto, così come le remore e la contrarietà
in modo civile, pubblicamente e pacificamente.
Ritengo però che il motivo di contestazione perda
di valore quando questi atti mettono a
repentaglio la vita del prossimo e calpestano
l’operato e le idee altrui, quando si usa la violenza,
si incendiano auto e si distruggono negozi, come
avvenuto per le vie di Milano il 1° maggio scorso.
Ad EXPO 2015 parteciperanno quasi 150 nazioni
e questa è indubbiamente una risorsa. Solo per lo
scambio interculturale che può avvenire in questi
sei mesi, vale la pena, a mio avviso, tentare e
crederci, nella speranza che tutto il buono
dell’italianità venga fuori in un’occasione così
“ghiotta” e “metta allo spiedo” tutte le critiche e le
contestazioni.
Perché no, quindi? Perché non provare a credere
nelle potenzialità di questa manifestazione?
Magari come una sfida! Perché non scegliere di
puntare sulla gigantesca funzione educativa di
EXPO 2015? Beh, io sì!... Spero che Expo 2015
abbia successo e rilanci questa bistrattata Italia.
Nonostante tutto!
SAPEVATE CHE…
…gli Italiani nel mondo che si iscrivono al
programma “Made of Italians”
potranno usufruire di numerosi
sconti e tariffe speciali per organizzare il
proprio viaggio in Italia e una visita
personalizzata in occasione
di Expo Milano 2015,
arricchita con servizi ed
esperienze esclusive per un emozionante
ritorno alle proprie origini.
Per informazioni visita il sito web:
http://madeofitalians.expo2015.org/benefit
Expo 2015
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
„LA MAFIA IN GERMANIA": INTERVISTA A NANDO DALLA CHIESA
di Katia Scheel
BERLINO. „Il rapporto dell’Ufficio di polizia
criminale federale (BKA) che è stato presentato
nell’ottobre dello scorso anno ha riscontrato
un aumento della criminalità organizzata in
Germania. Sebbene gli omicidi di mafia a
Duisburg nel 2007 abbiano suscitato grande
attenzione mediatica, il tema in generale è poco
presente nel dibattito politico e nei media, anche
se la ricerca cooperativa sulla mafia in Germania,
tra WDR/Der Spiegel e la Funke Mediengruppe,
ha presentato risultati inquietanti. Le attività della
mafia in Germania vengono sottovalutate, le loro
modalità d’azione sono
poco conosciute e,
nell’opinione pubblica,
la mafia è ancora
percepita come un
fenomeno del sud
d’Italia. Per questo
motivo i mafiosi
possono agire
indisturbati, anche per
la ragione che mancano
gli strumenti legali per
intervenire in modo
efficace". Per sollecitare il dibattito e meglio
comprendere il fenomeno criminale in terra
tedesca Katja Scheel ha intervistato Nando dalla
Chiesa, figlio del noto generale Alberto dalla
Chiesa ucciso dalla mafia, politico e attivista
contro la mafia. L’articolo, che riportiamo di
seguito, è stato pubblicato sulla home page del
portale di informazione bilingue
ildeutschitalia.com, diretto a Berlino da
Alessandro Brogani. Il sociologo e attivista antimafia italiano Nando
dalla Chiesa considera la Germania il Paese
europeo più a rischio d’infiltrazione mafiosa.
Gli abbiamo posto alcune domande.
D. Signor dalla Chiesa, lei insegna sociologia della
criminalità organizzata all’università di Milano.
Come può contribuire una prospettiva sociologica
alla migliore comprensione della mafia?
R. Può contribuire perché la mafia non è una
normale organizzazione criminale, ma ha radici
La Nuova Linea
sociali, ha rapporti con le culture e gli ambienti
circostanti, ha rapporti con la politica, sta dentro la
storia dell’Italia e ha un peso nella storia dell’Italia.
Quindi la sociologia serve a spiegare questi
rapporti.
D. La Germania viene vista come il Paese più
infiltrato dalla mafia in Europa. Come si spiega?
R. Si spiega con il fatto che la Germania è un
Paese dove c’è stata molta emigrazione italiana dai
paesi del sud; è un Paese molto ricco che offre
molte opportunità ed è naturalmente vicino
all’Italia. Ed è dentro la EU da sempre. Quindi
anche gli scambi sono più facili, i movimenti di
persone o di capitali sono più naturali. Ma
soprattutto c’è questa
vecchia radice di
migrazione verso la
Germania occidentale,
che ha poi consentito la
costituzione di nuclei di
organizzazioni mafiose
ben protette, ben
nascoste dentro
l’immigrazione. Ad
esempio ci sono delle
attività come le pizzerie
e non è strano che ci siano. Peró molte pizzerie
vengono aperte dalla ‘ndrangheta, la quale se le
apre, lo fa con degli obiettivi particolari e finiscono
in mezzo alle altre pizzerie, quindi non è una
ragione di preoccupazione.
D. Questo vale anche per la Germania dell’Ovest?
R. Certo è l’origine storica dei molti legami, delle
molte reti che si sono stabilite tra i paesi
soprattutto dell’Aspromonte, dello Ionio, della
Calabria e le aree industriali o minerarie della
Germania dell’Ovest. Con la Germania dell’Est il
capitolo si è aperto dopo la caduta del Muro e,
quindi, con l’intuizione delle organizzazioni
mafiose che ci sarebbe stato un terreno ideale per
investire i propri capitali senza controlli politici, col
bisogno di questi capitali e con il disordine sociale
che si sarebbe generato con la crisi di un potere
politico così granitico. E hanno visto giusto: i loro
capitali sono stati accolti, ce n’era bisogno, non
avevano concorrenza; e sono riusciti ad imporsi Mafia in Germania
5
Giugno 2015
abbastanza velocemente con dei meccanismi già
sperimentati. Tant’è che nell’Est arrivano anche
clan della provincia di Cosenza che non erano una
forza storica, anzi sono diventati forti in Germania.
D. Quale importanza ha il paese d’origine di questi
clan?
R. Ha un’importanza decisiva, perché la loro forza
sta proprio nella compattezza che nasce dalla
condivisione dell’origine geografica. Senza il
paese di provenienza un’organizzazione mafiosa,
soprattutto di origine calabrese, sarebbe molto
più debole. Il paese dà la forza, anche quando il
paese è molto piccolo, con una popolazione di
3-4mila abitanti.
D. Lei sta parlando della ‘ndrangheta, la criminalità
organizzata dalla Calabria. Si dice che è
l’organizzazione più potente e che sia ben radicata
anche nel Nord dell’Italia adesso. Quali sono le
loro caratteristiche principali?
R. Sono una fortissima coesione interna, un
riferimento a valori ancestrali, antichi, che
vengono anche trasferiti sul piano religioso, delle
immagini religiose più che con Cosa Nostra o con
la Camorra. E una capacità di amministrare la
violenza, la saggezza nell’uso della violenza, una
capacità di costruire forze economiche facendo
lavori di basso profilo e una forte tendenza alla
conquista del territorio, cioè una vocazione
colonialista.
D. Ma di solito qui non si parla di attività
economiche di basso profilo. Si parla di miliardi di
capitali dal traffico di droga; tutto questo è una
percezione errata?
R. Il traffico di droga è l’attività illegale. Le attività
legali che vengono svolte, magari anche
riciclando, sono invece in genere di basso profilo.
Sono quelle che non richiedono delle
competenze tecniche, economiche e professionali
particolari per cui basta prendere un camion,
oppure organizzare una cooperativa di catering,
oppure una pizzeria o una cooperativa di
facchinaggio o di pulizie, oppure fornire una
protezione ad una discoteca. Queste le attività
legali che vengono svolte. Non ci vuole molto.
D. Si possono identificare analogie tra la loro
strategia di conquista nel Nord dell’Italia e in
Germania?
R. Sì, i meccanismi sono gli stessi. Sono stati
sperimentati lungamente, c’è la sapienza della
conquista coloniale, perché si può partire in modi
6
La Nuova Linea
diversi, ma si sa, quando si è partiti in un certo
modo, che cosa bisogna fare, poi, per allargarsi. E
c’è una grande capacità di costruire relazioni con il
mondo esterno. È una contraddizione che è una
loro forza: essere un mondo chiuso, ma con
moltissime relazioni; cioè essere anche molto
aperto, chiuso al proprio interno e aperto verso
l’esterno.
D. Vuol dire che in Germania sono persone ben
integrate nella comunità locale?
R. Sì. Conoscono in tutti gli ambienti le persone a
cui rivolgersi: in ambiente dell’Amministrazione,
delle professioni della politica, delle banche, dei
servizi. È una loro capacità: studiare gli ambienti di
cui hanno bisogno, poi scegliere le persone,
oppure far inserire in quegli ambienti le persone
che sono loro più vicino". La Germania è obbligata ad implementare la
direttiva 2014/42 del Parlamento Europeo sul
"congelamento e confisca dei beni provenienti da
reato" entro l’ottobre del 2016. Su questa materia
si è anche concluso un accordo nel contratto di
coalizione tra CDU/CSU e SPD che prevede
l’inversione dell’onere di prova. Ma l’anno scorso,
il portavoce per la politica interna della frazione
CDU-CSU nel Bundestag nonché la commissaria
federale per le droghe (CSU), hanno richiesto al
Ministero di Giustizia (SPD) di metterlo in atto più
celermente. Adesso, dal primo gennaio, un
gruppo di lavoro all’interno del Ministero si sta
occupando del tema, analizzando le varie
problematiche. Vengono presi in considerazione
anche i codici penali stranieri. In base a tutto ciò
una bozza di legge sarà presto presentata.
„ANIME NERE“ STRAVINCE AL PREMIO DAVID DI DONATELLO. Ben 9 statuette al film di
Francesco Munzi, tratto dall'omonimo libro di
Gioacchino Criaco. La 'ndrangheta vista
attraverso il dramma di una famiglia divisa tra chi
cerca coscientemente di schivare ad ogni modo e
ad ogni prezzo un destino che sembra già scritto
con la propria nascita in una "famiglia d'onore" e
chi invece il conflitto interiore non lo avverte, ma si
adegua alle "regole" e alle "leggi" di quel
mondo, con tutto ciò che ne consegue. Il film
girato per la maggior parte ad Africo in Calabria,
sembra realizzare nella scena finale il "cunto" della
tragedia greca . (n.d.r.)
Mafia in Germania
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Giugno 2015
2 GIUGNO: NASCITA DI UNA NAZIONE
di Maria Concetta Ciliberti
69 anni fa il referendum che cambiò volto al paese, decretando la fine della monarchia
Il 2 giugno è la Festa della Repubblica Italiana, la
principale festa nazionale civile in Italia,
paragonabile al 14 luglio in Francia (anniversario
della Presa della Bastiglia e nascita della
Repubblica Francese) e al 4 luglio statunitense
(giorno in cui nel 1776 venne firmata la
dichiarazione d’indipendenza).
Con essa gli italiani ricordano il referendum
istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, con il quale
furono chiamati alle urne per esprimersi su quale
forma di governo, monarchia o repubblica, dare
al Paese, in seguito alla caduta del fascismo.
La Repubblica vinse con 12.717.923 voti contro i
10.719.284 voti monarchici, ma fu un voto che
vide un paese sostanzialmente spaccato, con il
Sud a premiare il regno e il Nord ad ambire alla
repubblica. Sì parlò di brogli, si cercò in diversi
modi di bloccare il corso degli eventi, ma
finalmente, il 18 giugno 1946, la Corte di
Cassazione proclamò definitivamente la nascita
della Repubblica italiana. Come data dei
La Nuova Linea
festeggiamenti fu però scelto il 2 giugno, per
ricordare l’inizio del referendum, il primo indetto
a suffragio universale in Italia, a cui parteciparono
per la prima volta anche le donne.
La Festa della Repubblica fu celebrata per la
prima volta in Italia nel 1948, sospesa nel 1977 e
poi ristabilita nel 2000, dal secondo governo
Amato, come giorno di festa nazionale con
annesse celebrazioni. Negli ultimi due anni era
stata nuovamente sospesa dall’ex presidente
Napolitano, per ragioni di sobrietà, in un
momento in cui la crisi economica mordeva
fortemente il paese. Quest’anno è stata ristabilita
dal nuovo presidente, Sergio Mattarella.
Il cerimoniale ufficiale della Festa della
Repubblica prevede la deposizione da parte del
Presidente della Repubblica di una corona
d’alloro in omaggio al Milite Ignoto sull’Altare
della Patria in piazza Venezia a Roma e la sfilata
delle forze militari lungo i Fori Imperiali. Festa della Repubblica Italiana
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Giugno 2015
24 MAGGIO 1915: L’ITALIA NELLA GRANDE GUERRA
La Nuova Linea
di F. Pileggi
Cent’anni fa l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra: cause e processi storici che portarono un
paese impreparato ad affrontare un conflitto così cruento.
L'estate del 1914, quasi 101 anni fa, segnò l'inizio
della Prima Guerra Mondiale, il più grande
conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse
quasi tutti i continenti, gran parte delle nazioni e
dei loro abitanti, cambiandone per sempre il
destino.
L'Italia entrò in guerra nel 1915, il 24 maggio.
Paese povero e impreparato, si trovò presto in
trincea contro quello che solo fino a pochi giorni
prima era stato il suo alleato, l’Impero
Austroungarico, che allo scoppio della guerra
controllava ancora Trento e Trieste, due città che
gran parte delle forze politiche del nostro paese
consideravano italiane e desideravano annettere,
con le buone o con le cattive.
Nel giugno del 1914 l’erede al trono austriaco,
l’arciduca Francesco Ferdinando, fu assassinato a
Sarajevo. Come reazione l’Austria attaccò la
Serbia, dando inizio alla Prima Guerra Mondiale.
Per l’Italia guidata da Antonio Salandra, si
aprirono tre diverse possibilità. La prima, non
legalmente vincolante poiché era stata l’Austria
ad attaccare la Serbia, era quella di entrare in
guerra accanto agli alleati tedeschi e austriaci,
ma non sembrava la più conveniente: un’Austria
vittoriosa sarebbe stata un paese ancora più forte
e meno incline a cedere territori all’Italia. Mentre,
se l’Austria fosse stata sconfitta, era probabile
che, anche senza combattere, l’Italia avrebbe
potuto ottenere i territori “irredenti”. L’ultima
alternativa era la più radicale: cambiare
completamente fronte e allearsi con francesi e
inglesi.
E fu ciò che avvenne: dopo quasi un anno di
trattative segrete, il 26 aprile 1915 il Primo
Ministro Salandra firmò in gran segreto il Trattato
di Londra con Inghilterra, Francia e Russia. In
cambio l’Italia avrebbe avuto il Trentino, il Sud
Tirolo fino al Brennero, la Venezia-Giulia, l’Istria,
tranne la città di Fiume, e la Dalmazia. Una
settimana dopo il governo italiano comunicò a
quello austriaco che considerava concluso il
trattato di alleanza che li univa e i due paesi
iniziarono a rafforzare le truppe lungo il confine. Il
8
24 maggio 1915 si aprì così, anche il fronte
italiano della Grande Guerra.
Ad attendere i fanti italiani e con loro tutto il
Paese c’erano anni durissimi, di sofferenze e di
privazioni. “Fu una carneficina” – afferma lo
storico triestino Lucio Fabi. “Entro la fine
dell’anno, tra le fila italiane si sarebbero contati
già oltre 250mila fra morti e feriti”. La disfatta di
Caporetto nell'ottobre 1917 fu il momento più
difficile, ma la resistenza sulla linea del Piave
consentì la riscossa fino alla resa degli austriaci a
Vittorio Veneto il 4 novembre. La vittoria arrivò,
ma il prezzo pagato fu altissimo. 650.000 soldati
morti, 600.000 vittime civili, oltre un milione di
mutilati e feriti, in nome di ciò che secondo
Giovanni Giolitti poteva essere ottenuto con “una
neutralità concordata”. Questo il bilancio davanti
alla Storia della partecipazione italiana alla Prima
Guerra Mondiale. Essa segnò per il mondo intero
la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era: “fu
una guerra senza precedenti, la travolgente
catastrofe da cui è scaturito tutto il resto del
ventesimo secolo: le dittature di destra e di
sinistra, il nazifascismo e la conseguente Seconda
Guerra Mondiale” – continua Fabi.
Il panorama internazionale del centenario della
prima guerra mondiale, a partire dal 2014 e fino
al 2018, si caratterizza per un ampio ventaglio di
proposte: dalle cerimonie ufficiali dei governi
nazionali e delle amministrazioni locali nei diversi
“luoghi della memoria”, alle numerose iniziative
culturali per sviluppare e diffondere la
conoscenza della storia della “Grande Guerra”.
Per chi non potrà partecipare a tali iniziative, sarà
certamente utile rileggere le strazianti poesie di
Giuseppe Ungaretti scritte in trincea, il "Giornale
di guerra e di prigionia" di Carlo Emilio Gadda, in
cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e
l'insipienza criminale degli alti comandi e "Un
anno sull'altopiano" di Emilio Lussu; rivedere e
far vedere ai nostri figli alcuni capolavori
cinematografici come “La grande guerra” di
Mario Monicelli e “Uomini contro” di Francesco
Rosi… Per non dimenticare.
24 maggio 1915
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Giugno 2015
25 APRILE 1945: UNA BELLA GIORNATA DELLA STORIA ITALIANA
dell’On. Giovanni Farina
È accaduto settanta anni or sono. L’Italia e
l’Europa uscivano dal buio della criminale
avventura totalitaria del nazifascismo.
Dall’atlantico agli Urali, con qualche eccezione, il
buio della notte nascondeva le rovine delle città
della vecchia Europa. Era il lascito della banda
infame che aveva asservito i popoli, portandoli
allo scontro fratricida per una pura sete di
dominio e di sopraffazione etnica e razziale.
La soluzione finale di Hitler, per gli ebrei in
primis, e le leggi razziali del fascismo italiano,
furono i demoni dell’oscurantismo perverso e
omicida. Poco più di vent’anni dopo la prima
guerra mondiale del ‘15-‘18, anni in cui la
migliore gioventù perdette la vita sul Piave e
nelle trincee dell’Adamello, la memoria non servì
ad evitare l’infame avventura del secondo
conflitto mondiale. Cinquanta milioni di morti tra
combattenti e civili, i sei milioni di ebrei
annientati nelle camere a gas, milioni di feriti e di
invalidi permanenti, l’animo devastato dei
sopravvissuti, la cui vita sarebbe poi stata un
cumulo di rovine e sofferenze disumane.
Eppure, nel buio di quella lunga notte, qualcuno
osò affrontare la sfida della rivolta civile e morale.
La resistenza, in fondo è stata solo e tutto ciò. Un
messaggio di
fratellanza, lotta
di donne e
uomini per
riscattare il
tricolore, la
bandiera della
Patria, umiliata
dalla tragedia
del totalitarismo fascista, guerrafondaio e
criminale. Mai nella storia della nostra Italia così
tanti, un intero popolo, dovettero tanto a chi
seppe guardare oltre il proprio destino
personale, per porsi al servizio di un nuovo
risorgimento nazionale. Se l’Italia, da quel fatidico
momento, ha potuto trovare il suo posto tra le
nazioni libere, lo dobbiamo a quei resistenti che
mostrarono al mondo l’esistenza di un’altra Italia:
fraterna, tollerante, solidale e umana. Povero il
La Nuova Linea
paese che ha bisogno di eroi, come affermò
Bertolt Brecht. Ma nell’ora del sacrificio, in cui
occorre immolare la vita per il bene di tutti, gli
eroi servono. E la Resistenza fu lotta di eroi
malgrado loro: uomini e donne il cui unico odio è
verso la guerra e verso quelli che l’hanno
perseguita attraverso messaggi di dominio e
odio razziale. L’orda nazista era scesa dal nord a
occupare la nazione dopo l’8 settembre del ‘43.
Trecentocinquanta mila combattenti, di cui
settanta mila caddero in battaglia, si ribellarono
ai servi fascisti combattendo contro l’invasore,
riscattando le pagine migliori del Risorgimento
italiano. Si gettò allora, nel vivo della lotta, il seme
perché crescesse l’albero della democrazia,
portatore dei principi fondamentali della
Costituzione repubblicana. Dopo settanta anni vi è bisogno di memoria per
ristabilire la difesa e la cultura del lavoro e
l’affermazione di una giustizia che sappia colpire
alla radice la corruzione dilagante nella nostra
patria. Vi è bisogno di memoria per combattere i
rigurgiti xenofobi e razzisti di cui siamo stati
vittime anche noi, emigrati nel corso di una lunga
storia. Vi è bisogno di memoria per rinverdire e
tramandare ai posteri l’epopea di Mattmark e
Marcinelle, dei tanti periti italiani sul lavoro. Vi è
bisogno di memoria per preservare la storia
degli italiani in Svizzera, del loro appassionato
impegno perché si affermasse la “pari dignità dei
diversi”. È cambiato il tempo. L’Italia e l’Europa
cercano, tra tante difficoltà, la via dell’unità, per
costruire un avvenire prospero, solidale e
comune. Noi, noi tutti, siamo stati i precursori
della nuova Europa. Per affermare il diritto a
essere cittadini, abbiamo speso il meglio della
nostra gioventù.
Vorremmo dire a Sergio Mattarella, il nostro
presidente, che siamo parte dell’Italia e forse,
dell’Italia migliore.
Di chi attraversò le alpi o solcò i mari per sfuggire
alla miseria, perseverando la resistenza in altre
forme, in cerca di un avvenire più degno e
umano.
25 aprile 1945
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Giugno 2015
La Nuova Linea
MATTMARK: UNA TRAGEDIA SULLA QUALE È COSTRUITA LA SVIZZERA
di Michele Schiavone, segretario del PD Svizzera, membro del CGIE
La sicurezza sul posto del lavoro è uno dei temi
fortemente legati al mondo dell’emigrazione
perché, nella gran parte dei casi, questi cittadini in
mobilità e privi di tutele sono facilmente esposti a
sfruttamento e soprusi. Ma il lavoro svolto dalle
lavoratrici e dai
lavoratori italiani
all’estero, oltre ad
essere caratterizzato dal
sudore e da dure
privazioni, è stato anche
intriso di sciagure e
tragedie. Tra le più
significative accadute in
tempo di pace si
ricordano Marcinelle,
Monongah, Dawson,
Mattmark e Lötschberg.
Tra queste, Marcinelle è la più drammatica,
avvenuta la mattina dell'8 agosto 1956 nella
miniera di carbone di Bois du Cazier a Marcinelle
in Belgio. Si trattò di un incendio, causato dalla
combustione di olio ad alta pressione a causa di
una scintilla elettrica, che, sviluppatosi vicino al
condotto dell'aria principale, riempì di fumo tutto
il pozzo minerario, provocando la morte di 262
lavoratori, in gran parte emigranti italiani.
Ad alcuni anni di distanza da Marcinelle un’altra
sciagura si abbatté su Mattmark nei pressi di Saas
Fee, una località turistica della Svizzera nel
cantone Vallese. Il 30 agosto 1965 una parte di
ghiaccio del monte Allalin si staccò provocando
una valanga, che travolse le baracche di alloggio
degli operai, che stavano costruendo la diga di
Mattmark a 2120 metri di altezza. Nella sciagura
persero la vita 88 persone, tra loro 58 operai
italiani.
La catastrofe di Mattmark suscitò grandi emozioni
in Europa e produsse contradditorie sentenze da
parte dei tribunali del lavoro, ma allo stesso
tempo ha segnato un punto di non ritorno e di
presa di coscienza dei politici e degli imprenditori
svizzeri, che da questa lezione hanno avviato un
percorso per garantire la sicurezza sul lavoro. In
10
seguito, le misure di prevenzione sono molto
migliorate e tra l’Italia e la Svizzera è stata istituita
una commissione per la prevenzione degli
infortuni nell’edilizia e da una decina d’anni a tutti i
lavoratori del settore edile è riconosciuto il diritto
di andare in pensione
con cinque anni di
anticipo rispetto alle
altre categorie.
La storia della Svizzera
moderna è legata
direttamente alla
tragedia di Mattmark. In
primis quell’evento ha
prodotto una vera
affermazione dei diritti
delle lavoratrici e dei
lavoratori in termini di
prevenzione sulla sicurezza sul posto di lavoro, ma
da questa storia è partito anche il riscatto sociale
e culturale dell’intera comunità italiana, che entra
di diritto nelle pagine della storia moderna della
Confederazione elvetica.
Pagine che dovrebbero essere scritte ed
insegnate anche alle giovani generazioni nelle
scuole italiane, in un periodo di profonda
trasformazione della società italiana e di rilancio
economico e politico del nostro paese, diventato
meta di approdo per i disperati provenienti da
paesi più poveri del nostro.
Le commemorazioni per ricordare il 50°
anniversario della tragedia di Mattmark sono
iniziate a metà marzo di quest’anno con
l’esposizione di una mostra fotografica e un
convegno organizzati nel Senato della Repubblica
italiana. Diversi sono gli appuntamenti in agenda
durante l’arco dell’anno ai quali sta lavorando un
comitato presieduto dal presidente Domenico
Mesiano, con l’obiettivo di trasformare una
tragedia in una proposta spendibile in un futuro
migliore per la presenza italiana in Svizzera.
Mattmark
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La Nuova Linea
Giugno 2015
„MI MANCA IL MARE MA…“ STORIE DI NUOVE EMIGRAZIONI
di Francesco Pileggi
Attore, regista di teatro e video, decido di partire
senza immaginare che qui avrei ottenuto quel
riconoscimento tanto rincorso in patria.
Rappresentare con un mio lavoro l’Italia in
Germania insieme a Dario Fo, premio Nobel per
la letteratura, e altri mostri sacri del teatro italiano
ed internazionale.
“Herr Pileggi ...Vorrei che scrivesse una storia per
uno spettacolo sull’emigrazione, partendo dagli
alberi di limoni della poesia* di Goethe, per SETT
2014, il festival internazionale di teatro che si terrà
a Stoccarda e a cui parteciperanno per l’Italia
anche Dario Fo e Emma Dante”. Comincia con queste parole, chiaramente in
tedesco, di Edith Koerber, direttrice del Festival
SETT, la mia avventura teatrale a Stoccarda, in
Germania. Era stata lei a cercarmi, a trovarmi.
Vivevo da un paio d’anni nei dintorni di
Stoccarda. Avevo mostrato a qualche amico
tedesco dei video sui miei spettacoli teatrali
realizzati in Italia, con cui ho ottenuto
riconoscimenti persino dalla Presidenza della
Repubblica e primi premi di concorsi nazionali,
centinaia di pagine di recensioni. Ma, in Italia
tutto questo purtroppo ancora oggi non basta,
devi lottare persino per ottenere quello che è
pattuito sul contratto, lotte estenuanti, mal di
fegato e allora... Germania, come già aveva fatto
mio padre, quasi cinquant’anni prima, così per
mantenere le tradizioni di famiglia, ché il nostro si
sa, è un popolo che ama le tradizioni.
Certo, mi manca il mare, i profumi e i colori della
nostra primavera piena di un altro sole e il mare,
mamma mia… il mare! Sicuramente anche voi
che mi leggete troverete ben conservati in
qualche luogo della vostra memoria quei colori,
rumori, odori e sapori che appartengono solo a
quel fazzoletto di terra da cui proveniamo, così
bello da ammalarsene a volte, per quanto ci
manca, così terribilmente spinoso da doversene
scappare via. Ma torniamo a noi…
Ricevetti una telefonata in tedesco, era di sera,
era la voce di Edith Koerber direttrice del Festival
Sett e del teatro Tri-Bühne. Cercava me, io che in
patria li ho dovuti sempre rincorrere i “direttori”, i
nostri “amministratori” e faticare per far capire l
loro l’importanza, anche sul piano sociale oltre
che culturale, del “fare teatro”, pretesto
necessario per fare prevenzione e “salvare” dei
giovani da strade
pericolose. Qui io,
sconosciuto in
terra sconosciuta,
qualcuno ha
saputo, ha visto, ha
capito e mi ha
cercato. E così
cominciai a
scrivere “Als meine Mutter Franz Beckenbauers
Trikot trug - Quando mia madre indossò la
maglietta di Franz Beckenbauer.”
Ma come raccontare qualcosa che mi toccava
così tanto da vicino da provare dolore. Come
rappresentare ciò che ero stato costretto ad
abbandonare mio malgrado, malgrado tutti quei
premi, con quegli applausi che risuonano nella
mente, quei “sei proprio bravo”. Come farlo e
raccontare verità anche non piacevoli, senza che
queste ti facciano sentire quasi un traditore
dell’orgoglio di patria, quell’orgoglio che fino ad
allora tenevi da parte per una partita della
nazionale.
Allora lasciai questo compito ad otto ragazzini
appollaiati in una casetta su un albero di limoni
del sud Italia, mentre giù, sulla “Terra”, succedeva
di tutto. Otto ragazzini che sognavano di giocare
e vincere la partita più importante della loro vita.
Otto ragazzini che indossano tutti, persino il
portiere, la stessa maglia con lo stesso numero, il
numero 4, quello di Franz Beckenbauer dell’epica
semifinale Italia Germania 4-3 dei mondiali di
Messico ’70. Otto ragazzini con qualcosa d’altro
in comune, i loro padri emigrati proprio come il
mio e perciò invisibili, se non per una ventina di
giorni all’anno, se andava bene… “Herr Pileggi la
sua storia è interessante e nuova. Vorrei che fosse
lei stesso a raccontarla al Festival!”
Può accaderti questo qui in Germania e tu sei
felice, per un po’ sei felice ... felice a metà, qui,
senza un albero di limoni su cui arrampicarti.
La Nuova Linea
*J.W. Goethe: Conosci il paese dove fioriscono i limoni? (1795)
La nuova emigrazione
11
Giugno 2015
ITALIANI IN VISTA: INTERVISTA A VITTORIO LAZARIDIS
La Nuova Linea
di Tony Mazzaro
Sono ancora pochi i figli di italiani nati o
comunque cresciuti in Germania che assurgono
ai vertici della società tedesca, ma ci sono e
tendono a crescere. Vittorio Lazaridis è un
esempio concreto. Figlio di madre italiana e
padre greco ha studiato pedagogia e a 32 anni
era già direttore della Bergerschule, una scuola
differenziale per alunni con difficoltà di
apprendimento. Tuffatosi nella politica comunale
di Stoccarda con i Verdi è al suo secondo
mandato al Consiglio comunale del capoluogo
svevo-badense. È anche membro della
Commissione comunale per l’integrazione degli
immigrati. Nei passati tre anni, per volere del
Presidente Winfried Kretschmann, Lazaridis ha
svolto un ruolo di collegamento per le questioni
di politica scolastica fra la Presidenza del
Consiglio dei Ministri e del Kultusministerium. Da
gennaio di quest’anno ha assunto la carica di
Direttore del Dipartimento scolastico del
Regierungspräsidium di Karlsruhe da cui
dipendono un migliaio di scuole di ogni ordine e
grado. Ma come ha potuto un figlio di emigrati
assurgere ad un così alto incarico
nell’Amministrazione scolastica del BadenWurttemberg? Lazaridis, per dimestichezza
linguistica, ha preferito risponderci in tedesco.
„Natürlich ist das eine beachtliche Karriere, aber
sollte dies aufgrund der vielen Migrantinnen und
Migranten in BW nicht eine
Selbstverständlichkeit sein? Ich habe diese
Aufgabe aufgrund meiner beruflichen
Qualifikation bekommen und musste mich, wie
übrigens bei allen anderen beruflichen Stationen
auch, einem bewerbungsverfahren stellen. Der
Migrationshintergrund allein stellt ja kein
Qualitätsmerkmal dar. Aber ich bin mir durchaus
auch einer bestimmten Vorbildfunktion bewusst
und pflege deshalb auch bewusst meine
Wurzeln“. Di cosa si occupa in concreto? „Ich
habe die Dienst und Fachaufsicht über ca. 1000
Schulen und ca. 30.000 Lehrerinnen und Lehrer.
Darüber hinaus stehen auch die Staatlichen
Schulämter, die Ausbildungs- und
Fortbildungsseminare unter unserer Aufsicht. Wir
kümmern uns um die Schnittstelle zwischen 12
Kommunen und Land, wie z.B. beim
Schulhausbau oder der regionalen
Schulentwicklung. Wir stellen Lehrerinnen und
Lehrer ein und sind für die komplette Verwaltung
der Lehrerinnenangelegenheiten zuständig bis
hin zum Disziplinarrecht. Letztendlich sind wir auf
Arbeitsebene für die Umsetzung der
Bildungspolitik verantwortlich“. A parte il
fenomeno profughi che sta interessando
fortemente anche la Germania, crescono
quotidianamente anche gli arrivi di giovani
famiglie italiane in cerca di lavoro soprattutto in
Baviera e Baden-Württemberg. Quali misure
vengono messe in campo per facilitare
l’inserimento di questi neo piccoli emigrati età
scolare? “In der Tat haben wir wieder eine große
Einwanderungswelle nach Deutschland und
speziell auch nach BW. Auch aus den klassischen
Einwanderungsländern unserer Mütter und
Vätergeneration. Klar ist, dass wir die
Sprachförderung im Kitabereich intensiviert
haben und das KM hier sehr viel zusätzliches
Geld über den Nachtragshaushalt bewilligt
bekommen hat. Auch werden zusätzlich zu den
im letzten Jahr beschlossenen 200 lehrerstellen
für die Vorbereitungsklassen in den nächsten
beiden Jahren ca. 400 weitere Lehrerdeputate
beschlossen. Wichtig ist mir auch, dass wir mit
den Vertreterinnen der Konsulate und den
Migrantenvereinen vernetzten und abstimmen“.
s Che ruolo assegnate ai corsi di lingua
d’origine che con l’estensione dell’offerta della
scuola a tempo pieno (Ganztagesschule)
rischiano di essere marginalizzati o addirittura
di scomparire? „Ich denke es muss gelingen den
Muttersprachlichen Unterricht auch in der
Ganztagsschule zu integrieren. Es ist schon lange
bekannt, dass das Lernen der Muttersprache ein
großer Gewinn für die sprachliche Kompetenz ist
und auch das Selbstbewusstsein der
Schülerinnen und Schüler stärkt“. Quali sono le
novità del prossimo anno scolastico 2015/16
nel Baden-Württemberg? „Zum nächsten
Schuljahr tritt das Schulgesetz zur Inklusion in
Kraft und die neuen Bildungspläne werden
implementiert“.
Grazie.
Intervista a Vittorio Lazaritis
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Giugno 2015
IL PROGETTO PILOTA DEL MAECI PER IL MIGLIORAMENTO
DELLA QUALITÀ DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA
del prof. Massimo Mongero, Dir. Scol. Ufficio Scuole
Negli ultimi anni si è sempre più
ravvisata l’esigenza di rinnovare
i Corsi di Lingua e Cultura
Italiana e di innalzarne la
qualità, per mantenersi
all’altezza dei tempi, delle
esigenze dell’utenza, delle
mutate condizioni lavorative e
di vita. È chiaro che oggi i Corsi
di Lingua e Cultura Italiana
subiscono la concorrenza, non
tanto delle altre lingue, quanto
di una varietà di proposte
offerte ai giovani, sul piano
sportivo, artistico, culturale o di
puro divertimento, che mai si è
vista prima. È altrettanto chiaro
che in un mondo
profondamente interconnesso,
in cui gli stimoli e le occasioni di
distrazione viaggiano, mutano e
si moltiplicano con ritmo
incalzante, non è possibile
continuare ad insegnare
l’Italiano, oltre tutto in orario
extrascolastico e senza alcun
obbligo da parte degli allievi,
secondo schemi e modelli che
appartengono ad un’altra
epoca, verrebbe da dire ad
un’altra era. Da questo tipo di
considerazioni è nata negli anni
scorsi l’idea di avviare un
progetto sistematico di
miglioramento dei Corsi di
Lingua e Cultura che il nostro
Paese finanzia nelle diverse
parti del mondo. Si trattava di
intervenire soprattutto sul
personale degli Enti Gestori, sia
perché in certi paesi
extraeuropei sono i principali
organizzatori dei Corsi, sia
perché era in atto una riduzione
La Nuova Linea
del contingente ministeriale,
richiesta dalle esigenze di
risparmio, con conseguente
incremento delle attività di tali
Enti, anche in Europa. L’idea ha
camminato ed è stata varata dal
Ministero degli Affari Esteri sul
finire del 2013. Il progetto,
elaborato dal MAECI in
collaborazione con le Università
per Stranieri di Siena e Perugia,
prevedeva l’invio all'estero di
alcuni giovani laureati abilitati a
insegnare l'italiano come lingua
straniera, che affiancassero
nell'insegnamento i docenti
locali in servizio presso gli Enti
gestori. Tali neolaureati
dispongono di una specifica
preparazione accademica nel
settore e quindi di tutti gli
strumenti teorici necessari per
interpretare e valutare l’attività
dei nostri corsi e, in una fase
successiva, per fare proposte
migliorative, sul piano della
metodologia, dei materiali e dei
contenuti. Queste a grandi linee
le fasi del progetto. L’obiettivo è
di sviluppare percorsi di
condivisione di esperienze e
competenze e di favorire
l'elaborazione di buone
pratiche didattiche, volte a
migliorare l'offerta formativa già
in atto e ad aprire percorsi
formativi qualificanti per lo
sviluppo professionale di tutti
gli operatori impegnati a vario
titolo nei Corsi di Lingua e
Cultura italiana. Nella
Circoscrizione Consolare di
Stoccarda, così come in quella
di Friburgo, il progetto ha visto
Il progetto pilota
anche la partecipazione attiva
dei docenti ministeriali, che
hanno fattivamente collaborato
con le neolaureate incaricate
del progetto, con idee, spunti e
proposte concrete, mettendo a
disposizione la loro esperienza
e la loro preparazione
professionale. Dopo l’avvio del
progetto nel maggio-giugno
2014 (purtroppo con
considerevole ritardo), il
progetto è stato prolungato
all’anno 2015 (e dovrebbe
esserlo anche per il 2016),
coinvolgendo questa volta
anche l’Università di Roma TRE.
I ritardi nell’arrivo delle persone
e lo sfasamento tra gestione
amministrativa del progetto
(finanziamenti, bandi, ecc.) e
attività scolastiche non hanno
sicuramente semplificato il
compito delle interessate, né
quello degli Enti. Tuttavia alcuni
risultati interessanti si sono già
potuti vedere: nella fase di
osservazione sono sicuramente
state individuate alcune criticità
importanti, sono state avanzate
ipotesi di soluzione e si sono
iniziate attività specifiche,
derivanti dalle analisi condotte.
Sono inoltre stati prodotti
materiali didattici originali,
calibrati sulle esigenze dei corsi.
Il progetto entra ora nel vivo. Vi
terremo al corrente dalle
pagine di questo giornale degli
sviluppi, magari anche con
esempi concreti e dando voce
alle neolaureate coinvolte.
13
Giugno 2015
PERCHÈ ISCRIVERE I PROPRI FIGLI AI CORSI
DI LINGUA E CULTURA ITALIANA?
Pedagogisti, educatori, esperti di neuroscienze e
neurolinguistica di tutto il mondo hanno messo in
evidenza l'importanza dello studio della lingua
materna - o lingua del Paese d’origine - per lo
sviluppo della personalità del giovane che vive,
studia e più tardi lavorerà in un ambiente
multiculturale e multilingue. Ricerche scientifiche
affermano infatti che, avere esperienza con due o
più sistemi linguistici, produce una maggiore
flessibilità mentale e che, chi padroneggia la
lingua materna, impara più facilmente le altre
lingue e raggiunge un più alto successo
scolastico. Indubbiamente, poi, la conoscenza
approfondita di più lingue apporta vantaggi
anche nella vita lavorativa. In quest’ottica si
inserisce l’intervento formativo gratuito offerto
dal MAECI, Ministero Affari Esteri e Cooperazione
Internazionale, costituito principalmente dai
Corsi di lingua e cultura italiana, indirizzati a
bambini dai 5 anni alla 5^ classe, corsi di livello
elementare, e ai ragazzi che frequentano dalla 6^
alla 12^ classe, corsi di livello medio.
La programmazione dell’attività didattica si ispira
ai vigenti programmi ministeriali per la scuola
dell’obbligo italiana, alle direttive del Consiglio
dei Paesi della Comunità Europea sull’assistenza
dei figli dei lavoratori emigrati (77/486/CEE), alla
rielaborazioni delle stesse nella Conferenza dei
Ministri (84/76) e sue successive integrazioni e ha
come finalità principale promuovere
l’integrazione degli alunni italiani, sviluppare e
potenziare le competenze linguistiche,
valorizzare il bilinguismo come fattore per lo
sviluppo dell’identità personale e come
elemento di integrazione socio-culturale.
A tal fine, per i corsi in lingua e cultura italiani
vengono selezionati contenuti specifici e
significativi per i ragazzi. L’insegnamento parte
dal loro vissuto e dai loro interessi per suscitare
nuove curiosità. Durante le lezioni viene dato il
dovuto spazio ad attività ludiche e orali, in
particolare nelle classi del primo ciclo, dove si
privilegiano ancora le competenze orali,
attraverso una metodologia moderna ed attiva,
14
La Nuova Linea
di Emanuela Salvadori
ricca di giochi linguistici e libertà di esporre fatti ed
esperienze personali. Nelle classi successive, 3^,
4^, 5^, si sviluppano le funzioni del leggere e dello
scrivere. Negli anni successivi, nei corsi di livello
medio (6^-12^ classe), gli alunni approfondiscono
la conoscenza delle strutture grammaticali e
sintattiche, oltre che aspetti storiografici e politicosociali dell'Italia. A tutti i livelli vengono attivati
progetti didattici allo scopo di rendere
l’insegnamento dell’italiano ancora più
accattivante e stimolante. Ai ragazzi iscritti ai corsi,
che abbiano raggiunto durante il proprio percorso
formativo buone competenze comunicative in
lingua italiana, l'Ufficio Scuola offre la possibilità di
sostenere a prezzi agevolati la certificazione di tali
competenze (CILS - certificazione rilasciata
dall’Università per stranieri di Siena con valore
internazionale e Progetto ZERTIFIZIERUNG certificazione rilasciata dal Kultusministerium e dal
Consolato Italiano). Naturalmente per un proficuo
svolgimento di questo percorso formativo è
necessaria, accanto alle competenze degli
insegnanti e alla buona volontà degli alunni, anche
un’attiva e fattiva collaborazione dei genitori. Non
si diventa, infatti, bilingui con il semplice corso di
italiano. Il bilinguismo nasce in casa, in famiglia. E’
la famiglia che trasmette la lingua, oltre ai valori e
ai sentimenti insiti nella lingua stessa. Pertanto il
nostro invito è: parlate con vostro figlio in italiano,
ma lasciatelo libero di rispondere nella lingua da
lui preferita e non scoraggiatevi anche se in una
certa fase della sua vita preferirà parlare solo
tedesco. Se voi continuerete a rivolgervi a lui in
italiano, imparerà ascoltando e sicuramente un
giorno tirerà fuori tutto il suo bagaglio linguistico.
Favorite il contatto con l’Italia e l’italiano,
guardando insieme libri illustrati, ascoltando
canzoni, leggendo o raccontando storie, magari
episodi di vita vissuta; organizzate regolarmente
situazioni in cui vostro figlio debba usare la lingua
materna e, naturalmente, mandate vostro figlio ai
Corsi di Lingua e Cultura Italiana, possibilmente
già dall’asilo, fatevi raccontare che cosa vi impara e
seguitelo nell’apprendimento.
Corsi di lingua e cultura italiana
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
DUE CULTURE A CONFRONTO E UN’AVVENTURA COMUNE
Die bilinguale Klasse 4b der Wolfbuschschule fährt nach Verona und Venedig. Diario di bordo
degli insegnanti Christin Behrend, Brisa Scarpati e Nicola Graziano
Wir, die Klasse 4b, waren schon
wochenlang voller Vorfreude,
als es am 04. Mai 2015 endlich
soweit war: Unser Reisebus
verließ um ca. 7.30 Uhr die
Köstlinstrasse 76/77 in
Weilimdorf, um nach Bella Italia
aufzubrechen. Nachdem Frau
Klingel uns im Bus noch eine
schöne Reise wünschte und alle
Eltern sich verabschiedet
hatten, ging es los. Im Bus
herrschte gute Stimmung. Der
volle Bus sang „Atemlos“ und
„Tage wie diese“ und rauschte
Richtung Verona.
Endlich angekommen, nach
mehreren langen Pausen und
Stau, durften wir uns im Ostello,
der Jugendherberge von
Verona, erst einmal stärken. Das
Essen bestand immer aus drei
Gängen, hauptsächlich aber
Pasta. Danach wurde im
hauseigenen Park des Ostellos
gespielt, dieses schöne Ritual
fand nun jeden Abend nach
dem Abendessen immer in TShirts und kurzen Hosen statt.
Am ersten Tag besuchten wir
unsere Partnerschule, die
Scuola Elementare Ippolito
Nievo, und hielten dort eine
Power Point Präsentation über
Stuttgart, gut vorbereitet von
unserem Italienischlehrer,
Senior Graziano. Wir verstanden
uns auf Anhieb auf Anhieb sehr
gut mit den veronesischen
Kindern, hatten wir uns doch
monatelang davor regelmäßig
Briefe auf deutsch und
italienisch geschrieben.
La Nuova Linea
Deshalb war es eine große
Freude, sich „live“ zu begegnen
und zwei unserer drei Tage vor
Ort gemeinsam zu verbringen.
Nach einem gemeinsamen
Mittagessen in der Schulmensa
und Begrüßung durch die
Direktorin der Schule fuhren wir
mit dem Bus an den Gardasee,
genauer gesagt nach Lazise.
Dort verbrachten wir den
Nachmittag mit einem kleinen
Stadtrundgang und
gemeinsamen Eisessen. Das
Schönste war aber sicherlich, an
diesem warmen Frühlingstag
die Beine in den Gardasee
tauchen zu dürfen und am
Wasser mit allen Kindern zu
spielen. Auch dieser Tag
endete, nachdem wir uns von
unseren neuen Freunden
verabschiedet hatten, mit einem
Abendessen im Ostello und
dem fröhlichen Spiel im Park. In
den Zimmern, welche jeweils
von einer unserer Mütter der
Klasse beaufsichtigt wurden,
kehrte früher oder später ;-) …
auch langsam Ruhe ein.
Am Mittwoch, den 06. 05. 2015
wurde ein Traum von vielen
Kindern wahr: Wir fuhren nach
Venezia. Zuerst mit unserem
Bus, den Landsteg zur
Hauptinsel überquerten wir mit
dem Zug und letztendlich
erreichten wir den Markusplatz
über das Vaporetto (Taxiboot).
Die Bootsfahrt dauerte fast eine
Stunde, und wir hatten die
Möglichkeit, die wunderschöne
Kulisse dieser geheimnisvollen
Due culture e un’avventura
Stadt, welche auf Wasser
gebaut ist, zuerst einmal vom
Boot aus zu begrüßen. Dann
ging es los in das
Menschengewimmel von
Venezia. Neben der
Besichtigung des Markusdoms,
des Markusplatzes, der
Rialtobrücke und vielen kleinen
Sehenswürdigkeiten mehr
machte uns auch das Shopping
großen Spaß. Jedes Kind
brachte seinen Eltern und
Geschwistern etwas mit oder
beschenkte sich selbst. Am
Abend ging ein großartiger Tag
zu Ende.
Und dann brach schon unser
letzter gemeinsamer Tag mit
unseren neuen italienischen
Freunden in Verona an.
Morgens besuchten wir die
Arena, danach machten wir
einen geführten Stadtrundgang
(durch die Elternvertreterin der
italienischen Klasse und
maestra Irmella), bei dem wir
viele Sehenswürdigkeiten
dieser wunderschönen alten
Stadt kennenlernen durften.
Alles wurde uns auf italienisch
und deutsch erklärt. Bei
wunderschönem Wetter sang
uns die italienische Klasse,
zusammen mit einer
Geigenstraßenmusikerin eine
wunderschöne Arie von Puccini
(ganz spontan!) vor. Das waren
die vielen kleinen emotionalen
Dinge, die unseren Aufenthalt
so wertvoll gemacht haben.
Und dann holten uns die Eltern
zum Mittagessen in unseren 15
Giugno 2015
italienischen Partnerfamilien vor
der Grundschule ab. Jedes
deutsche Kind wurde in den
Häusern und Wohnungen der
Veronesen liebevoll
aufgenommen und bekocht.
Alle Kinder trafen sich danach
nachmittags auf dem Spielplatz
der Schule wieder, um
gemeinsam dort den
Nachmittag ausklingen zu
lassen. Die Mütter unserer
Klasse sowie die italienischen
Eltern und natürlich die
Lehrerinnen und Lehrer hatten
auch Zeit für ein Schwätzchen
nach südländischer Art. Alle
wurden außerdem mit Eis
verwöhnt.
Es war wirklich schwer, als wir
uns nach diesem wundervollen
Tag verabschieden mussten.
Auf dem Heimweg ins Ostello
flossen ein paar Tränen, aber
viele Kinder versprachen, sich
zu schreiben oder auch einmal
zu besuchen (entweder in
Stuttgart oder Verona).
Nach Packen unserer Sachen
spielten wir noch einmal in
„unserem“ Park.
Am Freitag, den 08.05.2015 war
unser Abfahrtstag gekommen.
Wir freuten uns, unsere Familien
wiederzusehen, hatten aber
auch ein wenig Wehmut, dass
nun unsere Abschlussfahrt der
vierten Klasse schon vorbei war.
Allerdings mussten wir noch
einmal an der scuola
elementare I. Nievo
vorbeifahren, um zum Abschied
zu winken. Alle Kinder der
italienischen Klasse standen am
Zaun und jubelten uns zu, unser
Busfahrer hupte laut mehrmals
zum Abschied. (Gott sei Dank
hatten wir einen italienischen
16
Busfahrer, der uns menschlich
unterstütze und unsere
verrückten Ideen wie diese
ohne Murren mit viel
Verständnis aufnahm! Danke
dafür!).
Nach einer langen Busfahrt mit
viel Abendverkehr in
Due culture e un’avventura
La Nuova Linea
Deutschland nahmen uns
unsere Eltern nach langem
Warten wieder glücklich in die
Arme.
Da bleibt nur noch zu sagen:
Arrivederci Verona e Venezia!
Ci vediamo!
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
PINOCCHIO, CHE FATICA CRESCERE!
Mentre noi siamo in stampa, i bambini dei corsi di lingua e cultura di Esslingen staranno raccogliendo i
frutti di un anno di duro lavoro, trascorso anche a preparare la messa in scena di uno spettacolo teatrale
ispirato alle vicende del noto burattino. Il Sig. Porporati, genitore di uno di questi piccoli attori, invita
anche noi adulti a non dimenticare il messaggio di questa fiaba tutta italiana. I bambini di Esslingen
replicheranno, accompagnati dagli alunni di altri corsi del Kreis di Stoccarda e Tübingen, domenica 5
luglio 2015 alle ore 14:00 nella Lindenbachhalle di Stoccarda-Weilimdorf.
di Alessandro Alan Porporati - Tutti noi siamo
cresciuti con la voce della mamma che la sera ci
raccontava la fiaba della buona notte. Tra le tante,
sicuramente Pinocchio ci faceva più simpatia,
forse perché ci ritrovavamo un pò in lui, bambini
pieni di curiosità alla scoperta del mondo, ma
goffi tra i giganti nelle loro azioni incomprensibili.
Fino all'età adulta ignoravo il carattere globale
che questa fiaba aveva acquisito e dopo, girando
il mondo, mi sorpresi vedendola tradotta in molte
lingue e culture, anche socialmente e
culturalmente molto distanti da quella d’origine.
Forse, in fondo, non avrei dovuto sorprendermi,
perché l'ultimo fine delle fiabe è proprio quello di
esporre ai bambini certi concetti, che altrimenti
sarebbero incomprensibili ai loro occhi ancora
pieni di magia e di ingenuità.
Collodi in fondo nel suo Pinocchio tratta,
esponendoli con dolcezza, temi universali,
conosciuti da ogni cultura
ed educazione: l'amore
infinito che hanno i
genitori per i propri figli,
l'ingenuità e curiosità dei
bambini, il loro desiderio
di essere indipendenti, il
sentirsi legnosi in questo
mondo ancora troppo
grande e troppo pieno di
regole comportamentali, la
necessità di richiamare con amore il bambino
quando sbaglia, come fa la fata turchina, sebbene
il grillo parlante, la coscienza, l'abbia sollecitato a
desistere. Perciò Pinocchio, come altre fiabe o altri
racconti è sempre sorprendentemente attuale.
Anche i nostri bambini hanno bisogno di una
fatina, che sappia con pazienza, insegnare loro a
muovere i primi passi in questo mondo. Magari
richiamarli, ma senza punirli o giudicarli. Una
maestra che incentivi la loro curiosità, in modo da
La Nuova Linea
sviluppare la loro creatività e che creda
profondamente in loro, nonostante i loro sbagli e
magari, nonostante un rendimento scolastico
basso, riuscire a vedere un cigno triste e
scoraggiato piuttosto che solo un brutto
anatroccolo (vi ricorda per caso un'altra fiaba?).
Questo atteggiamento ha drammaticamente
sbagliato e nella realtà odierna la diversità e la
non standardizzazione del pensiero viene
premiata, almeno in società con una visione del
futuro lungimirante. I bambini sono oggi
bombardati da informazioni e la scuola, piuttosto
che insistere sull'insegnamento nozionistico
dell'abbecedario, dovrebbe far capire ai nostri
burattini la differenza tra ciò che è giusto e ciò che
è sbagliato, in modo che non vengano attratti dai
vari gatti e volpi nel paese dei balocchi. Inoltre,
dovrebbe offrire gli strumenti per fargli capire la
gioia della conoscenza, in modo che in loro nasca
autonomamente la
curiosità di comprendere e
studiare i misteri della
nostra esistenza. I bambini
di Esslingen hanno la
fortuna di avere una
propria fata turchina.
Sebbene Il suo compito
sarebbe solo quello di
insegnare l'italiano ai
bambini di nazionalità
italiana e fare in modo che la cultura d’origine non
vada persa nella full immersion culturale teutonica
quotidiana, la nostra fatina ha la stessa magia di
quella di Collodi: segue i nostri figli, magari
richiamandoli, ma mai punendoli, bensì
incoraggiandoli costantemente, credendo nelle
loro potenzialità più o meno nascoste. Alcuni
sono già dei cigni, altri ancora dei brutti
anatroccoli alla mercé del gatto e della volpe, ma
lei vede la luce negli occhi di ognuno di loro.
Pinocchio, che fatica crescere!
17
Giugno 2015
La Nuova Linea
KARLSRUHE FESTEGGIA 300 ANNI: „AUGURI!“
Già nel numero precedente della nostra rivista vi avevamo presentato la seconda città più
importante del Baden Württemberg. In questo nuovo numero vogliamo soffermarci e
presentarvi le opportunità offerte dalla città in un’occasione speciale e festeggiare con lei i suoi
tre secoli di storia.
Per questo anniversario la città si propone di
organizzare molti eventi e manifestazione, non
solo al centro della città, ma anche nei suoi 27
distretti. Dal 17 giugno al 27 settembre “die
Karlsruher” festeggeranno la città.
Musica, teatro, giochi e naturalmente proposte
culinarie faranno da contorno alla festa.
Sarà un viaggio tra il passato e il presente per
continuare nel futuro. 32 personalità importanti
per la storia di Karlsruhe fungeranno da guida
attraverso questo viaggio nel tempo.
Per questa occasione è stato allestito un
padiglione temporaneo al centro dello
Schlossgarten, una struttura aperta e dinamica,
realizzata in barre di legno, caratterizzato da un
auditorium in cui avrà luogo il festival d’estate
con spettacoli, eventi ed un caffè. Diventerà un
punto d’incontro per ascoltare, parlare, discutere
e anche per rilassarsi.
Concerti di musica classica, pop, rock, jazz, open
air e quant’altro delizieranno i visitatori nei diversi
palchi sparsi per la città. Spettacoli teatrali che si
terranno sia nei teatri coperti che all’aperto.
Giochi di vario tipo intratterranno grandi e piccini
e loro stessi ne saranno protagonisti.
Naturalmente non dobbiamo dimenticare che
Karlsruhe è la città della tecnologia. A tal
proposito, la città si trasformerà in un laboratorio
a cui si potrà partecipare ed interagire
18
direttamente e il 27 giugno in cui si avrà persino
la possibilità di visitare il centro ricerche più
grande della Germania: il “KIT”.
Anche la comunità italiana, si prepara a
festeggiare Karlsruhe. I ristoranti e le pizzerie
italiane, oltre che le tante gelaterie italiane che si
trovano in centro e dintorni, si preparano ad
accogliere i molti visitatori che affolleranno la
città, offrendo loro la possibilità di assaggiare i
prodotti e le specialità italiane, nonché di gustare
la prelibatezza del vero gelato italiano.
Una lunga serie di eventi, quindi, per cui varrà
sicuramente la pena fare una passeggiata a
Karlsruhe quest’estate.
Aumento di ordini alla Daimler Benz di
Wörth
Gli ingenti danni causati dagli scioperi delle
Ferrovie federali all’economia tedesca sta
favorendo il trasporto delle merci su gomma.
Negli stabilimenti Daimler Benz di Wörth
(Karlsruhe) si lavora ora di più per soddisfare
l’aumento degli ordini di camion. La direzione
dell’azienda ha comunicato che in giugno e luglio
si prevede un’estensione del lavoro interinale a
120 persone e la trasformazione di 100 contratti
da tempo determinato in tempo indeterminato.
È inoltre previsto un aumento dello straordinario
e del lavoro anche al sabato.
Questa è una netta controtendenza rispetto al
2014 che aveva sacrificato 400 dei 740 posti di
lavoro a tempo determinato poiché gli ordini di
camion erano scesi da 103.000 a 93.300.
Attualmente negli stabilimenti della Daimler Benz
di Wörth vi lavorano 11.820 persone.
I vertici dell’azienda hanno fatto sapere di voler
investire un miliardo di euro nel settore della
ricerca e dello sviluppo.
Karlsruhe: 300 anni
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
C’ERA UNA VOLTA… RAVERNSBURG
Mai e poi mai avrei creduto che una giornata
tanto fredda e piovosa, avrebbe potuto in poche
ore trasformarsi così radicalmente.
Il 25 Maggio scorso, noi mamme e i nostri
ragazzi del corso di italiano,
ancora un po'
sbigottiti dal
cambiamento del
tempo che ci stava
regalando la più
meravigliosa delle
giornate
primaverili,
abbiamo ricevuto il
benvenuto da
Natalia De Pascale,
la nostra
simpaticissima
insegnante e
cominciato un
divertente giro
turistico della città.
Se poco più di 18
mesi fa, quando ancora abitavo a Milano, mi
avessero detto che un gruppo di ragazzi tra i 10
e i 17 anni mi avrebbe fatto da guida turistica,
non ci avrei mai creduto.
È andata proprio così. Dopo anni di "tran- tran"
milanese, io e mio marito avevamo
voglia di dare una svolta
La Nuova Linea
di Cristina Leutenegger
avventurosa alle nostre vite e siamo arrivati qui a
Ravensburg con i nostri figli.
I primi mesi ci sentivamo un po' come dei pesci
buttati in un nuovo acquario, ma poi lentamente
ci siamo aperti a questa cittadina, che ci ha
affascinato fin da
subito con la sua
allegria e vitalità.
Nello sforzo di
creare il prima
possibile relazioni
e nuove amicizie,
non mi aveva
neanche sfiorato il
pensiero di
informarmi sulla
storia di questa
antichissima e così
ben conservata
città medievale.
Ci hanno pensato i
nostri figli, che nati
qui o trapiantati
quando erano ancora piccoli, hanno esposto nel
loro simpatico italiano le loro relazioni sui siti
storici di Ravensburg. Dopo circa un’ora la nostra
passeggiata è terminata davanti a una gelateria,
dove ci siamo complimentati con Natalia e i
ragazzi per aver organizzato con entusiasmo
e passione questa bella iniziativa.
Ravensburg
19
Giugno 2015
GLI ALUNNI DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA DI FRIEDRICHSHAFEN FESTEGGIANO LA MAMMA
La Nuova Linea
di Luciana Amato
Anche quest'anno l'Associazione Culturale
Italiana ha organizzato la tradizionale festa della
mamma e sono intervenuti anche i nostri bambini,
che frequentano i corsi d'italiano di livello
elementare a Friedrichshafen ed Ailingen, con lo
show „W la mamma“. Sotto la bellissima
scenografia preparata dalla maestra Maria Rosaria
Lione, gli alunni si sono immedesimati in moderni
orfanelli, seguaci di Peter Pan, che la sera prima di
andare a nanna cercano la carezza dimenticata
della mamma. In un'atmosfera piena di suspense,
la piccola Wendy spiega loro che cos’è la mamma
e, mentre tra il pubblico l'emozione la fa da
padrona, i piccoli si scatenano in uno sfrenato
Rock and Roll sulle note della canzone di Bennato
„Viva la mamma“. A tenere viva l'attenzione ci ha
pensato in seguito una piccola “barzellettista” che,
tra le risate del pubblico, ha pregato il suo santo
protettore di evitarle un'interrogazione
chiedendogli la dipartita dell’insegnante.
L'emozione è salita alle stelle quando, una ad una,
le mamme sono state accolte sul palcoscenico per
ascoltare una lettera scritta loro dai bambini,
accompagnata da una splendida rosa rossa ed un
delizioso cuoricino portachiavi confezionato a
scuola. La serata in onore delle mamma è
continuata con la premiazione a sorpresa della
signora Adriana Rotolo, una giovane mamma di
Salem, invitata dalla signora Lione. Adriana ha
presentato al pubblico il suo racconto „Selene“, la
triste e toccante storia della sua bambina,
ammalata di osteogenesi imperfetta e morta
all'età di 18 mesi. Su consiglio della nostra
insegnante e con l'approvazione di noi mamme, a
fine serata è stata insignita dal presidente
dell'Ass.Culturale Italiana, il signor Giovanni
D'Amicodatri, del titolo di Mamma dell'anno
2015. È stata davvero una bella serata, ringrazio di
cuore anche a nome degli altri genitori la maestra
Maria Rosaria Lione, l'Ass. Culturale Italiana, ma
soprattutto i nostri bambini, dicendo loro: „Siete
meravigliosi!“
20
Festa della mamma
La Nuova Linea
La Nuova Linea
Giugno 2015
PIETRAGALLA
di Cristina e Michele Diller - Heidenheim
„Noi siamo due gemelli e abitiamo a Heidenheim. Vogliamo presentarvi il paese da dove viene
la nostra mamma e dove ci piace andare durante le vacanze estive. Il paese si trova in Basilicata
e si chiama Pietragalla“
Pietragalla è un comune
italiano di 4.210 abitanti
della provincia di Potenza,
in Basilicata. Il centro è
costruito su un breve
ripiano terrazzato a 834 m.
s. l.m., sul versante sinistro
del torrente Cancellara.
Il nome del paese sembra
aver avuto origine
dal termine medioevale,
intorno al X secolo d. C.
Lo stemma di Pietragalla è
un gallo su tre monti e nei
monti tre torri incluse.
I tre monti rappresentano
“Terra”, “Serra” e “S. Michele”.
Le tre torri indicano i tre principali accessi al centro storico: “Arco Melazzi”, Arco Settanni, “Arco Via
fratelli Bandiera”. La festa di San Teodosio martire, santo patrono, sebbene sia in ottobre, è stata spostata
al 10 maggio. Tutte le mattine a partire dalla settimana precedente alla festa, si tengono spettacoli di
fuochi pirotecnici e tra l'8 e il 10 maggio la banda musicale passa per le strade; sia nel pomeriggio del
giorno precedente, sia nel pomeriggio della festa la statua del santo viene portata in processione. La
festa termina con uno spettacolo musicale e un ultimo spettacolo pirotecnico verso la mezzanotte.
IN ALTO
Il Palazzo Ducale di Pietragalla
che ha fatto la storia del brigantaggio
in Basilicata
A SINISTRA
Città dei Palmenti: caratteristiche
casette in pietra che venivano utilizzate
per la produzione del Vino.
La Nuova Linea
Pietragalla
21
Giugno 2015
IL TACCUINO DI TONY MAZZARO
I corsi di madrelingua
accendono il dibattito al
Landtag di Stoccarda.
Bisogna tornare indietro di un
decennio per trovare i corsi di
madrelingua nel calendario del
parlamento del BadenWürttemberg. Allora fu la SPD a
proporre il dibattito sulla
necessità dei corsi per figli degli
immigrati stranieri. A provocare
il dibattito al Landtag
stoccardese nella primavera del
2007 furono l’ordinanza
dell’allora sindaco di Rastatt di
espellere i corsi dalle strutture
scolastiche e la richiesta di
pagamento delle aule al nostro
Consolato di Stoccarda da parte
dell’Amministrazione comunale
della città di Leonberg, per i
corsi di sostegno in tedesco e
matematica.
Ora il dibattito è stato chiesto
dal deputato Daniel Lede Abal
dei Verdi, ovvero del partito del
ministropresidente Winfried
Kretschmann. L’obiettivo del
parlamentare ispano-tedesco è
quello di sollecitare il
Kultusminister Andreas Stoch
della SPD (partito minore della
coalizione verde rossa) ad
assumere la gestione diretta dei
corsi di madrelingua e quindi il
loro relativo inserimento nei
curricula della scuola
dell’obbligo.
In politica – come noto – avviene
di tutto. Ed anche su questo
tema si sono verificate cose
strane ed inimmaginabili.
La CDU che per 57 anni di
governo è stata sempre
22
contraria ad una gestione diretta
dei corsi, questa volta (forse
anche per calcolo politico) ha
sostenuto a spada tratta la
richiesta del parlamentare dei
Verdi al Kultusminister di
tradurre in atto amministrativo
l’accordo di programma
governativo, firmato nel giugno
del 2011 da Verdi e SPD.
Stoch, pur riconoscendo
l’importanza dei corsi e la
necessità di assicurare il
contributo annuo di un milione
di euro ai consolati, ha motivato
la sua resistenza con la priorità
emergenziale del problema
“profughi”.
È all’inserimento scolastico dei
bambini profughi e di nuova
emigrazione – ha sostenuto il
Kultusminister – che la scuola
deve dare risposte puntuali e
quotidiane. Volker Schebesta
(CDU) non ha perso quindi
l’occasione per rinfacciare alla
maggioranza del governo
verde-rosso di disattendere gli
impegni sottoscritti quattro anni
fa.
Come noto, a marzo 2016 ci
saranno le elezioni per il rinnovo
del Parlamento di Stoccarda.
Su due aspetti tuttavia c’è stato
pieno consenso: 1) di favorire il
mantenimento dell’identità
linguistica e culturale del paese
d’origine, base essenziale per
l’apprendimento di altre lingue;
2) di riformare la Direttiva
Comunitaria del 1977 che
assegnava a questi corsi la
finalità di reinserimento
scolastico nei paesi d’origine in
caso di rientro.
Il taccuino di Tony Mazzaro
La Nuova Linea
RUBRICA
La situazione è notoriamente
molto diversa. Nel BadenWürttemberg vi sono corsi di
madrelingua di 13 nazioni,
frequentati attualmente da
44.366 alunni. A fare la parte del
leone sono gli italiani con circa
10.000 alunni, finanziati quasi
interamente dallo Stato italiano.
Il contributo annuo del
Kultusministerium di Stoccarda
si attesta su 270.000 euro.
Cerimonia Consegna
Certificati di Competenza
Linguistica 2015
9 luglio - Großer Saal
Comune di Stoccarda, dalle
ore 13
Giovedì 9 luglio si terrà nella
Sala Consiliare del municipio di
Stoccarda la Cerimonia di
Consegna degli Attestati di
Zertifizierung per i ragazzi di 9^
e 10^ classe. Un traguardo
importante per ragazzi che
frequentano i nostri corsi di
Lingua e cultura italiana.
Interverranno il nuovo Console
Generale Daniele Perico,
l’Assessore alle politiche sociali
di Stoccarda Isabel Fezer,
Thomas Heckert del
Kultusministerium e il Dott.
Tommaso Conte, nuovo
Presidente del Comites.
La manifestazione sarà
intervallata e allietata da
esibizioni al pianoforte, canti e
balli tradizionali italiani, eseguiti
da talentuosi ragazzi, “scritturati”
per l’occasione sempre
all’interno dei corsi di lingua e
cultura italiana. La Nuova Linea
La Nuova Linea
Al termine tutti i presenti sono
invitati ad un buffet offerto dagli
sponsor:
Caliendo Carlo, Ristorante “La
Passione” di Ludwigsburg
Alfonso e Mauriello – Pizza
Express di Tamm
e le aziende Pfennigwerth di
Backnang e VIP Italia di
Ludwigsburg.
La dipartita di Günter Grass,
Premio Nobel per la letteratura
La Germania è rimasta orfana di
uno dei più famosi scrittori
contemporanei.
Nato sul porto baltico di Danzica
il 16 ottobre 1927 (all’epoca
città-Stato, ora parte della
Polonia) Günter Grass si è
spento all’età di 87 anni a
Lubecca il 13 aprile scorso.
Attraverso numerosi saggi che
gli hanno procurato nel 1999 il
Premio Nobel per la letteratura,
Grass ha dato voce ad una
generazione di tedeschi che
sono diventati adulti durante la
Seconda guerra mondiale,
portandosi sulle spalle il peso
delle colpe dei loro genitori per
le atrocità perpetrate dai nazisti.
L’autore di Blechtrommel
(Tamburino di latta), Katz und
Maus (Gatto e topo) e di tanti
altri romanzi ha scritto e
pubblicato anche poesie e
saggi. È stato inoltre
drammaturgo e scultore.
Nonostante la sua veneranda
età, “la coscienza critica” della
Germania non ha risparmiato
La Nuova Linea
Giugno 2015
colpi alla sua SPD e alla Merkel,
criticando l’arroganza del suo
governo nei confronti dei “Paesi
vicini” (Italia, Spagna, Portogallo
e Grecia) per le politiche
anticrisi.
Nel 2012 Grass è stato
dichiarato “persona non grata”
dal governo israeliano”, per aver
affermato in un suo scritto, che
Israele è un pericolo per la pace
nel mondo come lo fu l’ex DDR.
Di lui resta anche l’ultima
confessione, di essere stato da
ragazzo un acceso sostenitore di
Hitler e di aver militato dal 1944
al 1945 in un battaglione della
Waffen-SS.
Premio Humanitate alle
Regina Silvia di Svezia,
Italiani in vista
Non capita spesso che “comuni
mortali” possano presenziare a
manifestazioni di grande
richiamo e addirittura farsi
fotografare con una vera regina.
Questa fortuna è capitata al
nostro connazionale Cesare
Ghilardelli di Stoccarda, ritratto
nella foto con la Regina Silvia di
Svezia in occasione della
consegna del Premio
Humanitate nella sede
dell’Ambasciata di Germania
presso la Santa Sede alla fine
dello scorso mese di aprile.
L’impegno che ha procurato alla
Sovrana svedese l’European
Humanitate Prize è stato quello
per la tutela dei bambini con
invalidità e la lotta alla tratta dei
bambini, un moderno
commercio di schiavi da
combattere.
La Regina Silvia di Svezia è
tuttavia impegnata su più fronti
umanitari. La sua particolare
attenzione è rivolta anche alla
Il taccuino di Tony Mazzaro
ricerca sulla demenza senile con
la relativa formazione del
personale medico ed
infermieristico, al debellamento
della sordità infantile attraverso
l’evoluzione dell’impianto
cocleare, un dispositivo che
fornisce impulsi elettrici
direttamente alle fibre del nervo
acustico, applicato nei casi di
sordità profonda in adulti e
bambini. Una cosa che forse non tutti
sanno è che la Regina Silvia,
nativa di Heidelberg, è a capo, o
sostiene, più di 60 fondazioni
umanitarie, tra cui il Global Child
Forum, la Childhood
Foundation Silviahemmet, da lei
stessa fondate e che danno vita
a circa 100 progetti in 17 Paesi.
Fra i nomi illustri, destinatari
negli anni passati del Premio Pro
Humanitate, spiccano: il
“Cacciatore di nazisti” Simon
Wiesenthal, il violoncellista
russo Cellist Mstislav
Rostropowitsch, l’organizzazione
„Brot für die Welt“, l’attrice
tedesca Iris Berben. Il Premio
viene conferito sotto l’egida del
Parlamento Europeo e del
Consiglio d’Europa.
La consegna è avvenuta a Roma
tramite Annette Schavan (per
anni Kultusministerin a
Stoccarda) ora Ambasciatrice di
Germania presso la Santa Sede.
Riaperte le iscrizioni ai corsi
di lingua e cultura italiana
Sono aperte le iscrizioni ai corsi
del Consolato Generale d’Italia a
Stoccarda e tenuti in diverse
località del Baden-Württemberg.
Chiunque fosse interessato ad
iscrivere i propri figli ai corsi può rivolgersi all’Ufficio
Scuole, telefonando al numero 0711.222912303.
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