testo dottorato -ita - Fondazione Welfare Ambrosiano
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“Povertà urbana e deprivazione dei giovani nella città di Milano” Federica Roccisano Ph.D. Student Catholic University Milan “Povertà urbana e deprivazione dei giovani nella città di Milano” Federica Roccisano Ph.D. Student Catholic University Milan [email protected] Abstract Il paper si occupa di indagare gli effetti della povertà urbana tra i giovani e dei legami tra l’accesso alle strutture dedicate ai giovani e l’esclusione sociale. L’articolo fa particolare riferimento al contesto della città di Milano. In particolare, nella prima parte ci occuperemo dei mutamenti demografici che hanno interessato le diverse zone della città di Milano negli ultimi dieci anni tenendo in considerazione sia l’aspetto relativo alle coorti di generazioni che la presenza della popolazione straniera. In seguito, nella seconda parte, questi mutamenti saranno messi in relazione con la distribuzione spaziale delle strutture educative, ricreative e culturali dedicate ai giovani. Infine nella parte conclusiva sarà suggerito un particolare strumento di policy per intervenire nella diminuzione delle diversità presenti tra le varie zone, accrescere il coinvolgimento dei giovani alla vita della città e diminuirne l’esclusione sociale. Keywords: urban poverty, education, equity, generational accountability. Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Summary I mutamenti economici, culturali, sociali e ambientali degli ultimi anni, hanno fatto si che la società sempre più globalizzata e sempre più legata al consumo fine a se stesso, abbia modificato nettamente l'idea di benessere e di soddisfazione dell'individuo. Pertanto riuscire a definire il livello di reddito di cui un soggetto ha bisogno per non percepirsi povero diventa difficile, non tanto per ragioni di calcolo, ma quanto perché l’idea di benessere non è più legata solo agli aspetti materiali, ma a tutta una serie di bisogni e desideri non sempre monetizzabili. All'interno del presente articolo ci preoccuperemo principalmente della povertà urbana e, quindi, di tutte quelle tipicità di povertà e deprivazione che possono interessare il cittadino. Una città può essere fonte di occasioni sociali e di opportunità o, al contrario, essere un ostacolo alla loro realizzazione o, addirittura, comportare l'esclusione dell'individuo da una “normale vita sociale”. Alcune forme di povertà, inoltre, possono essere il risultato di processi urbani miopi perpetrati nel tempo e in cui l'individuo non è stato partecipe1. In tal senso anche la partecipazione attiva del cittadino, intesa come collaborazione del cittadino alle politiche della propria città, diventa occasione sociale e azione politica di contrasto alla povertà: anche chi vive in stato di disagio, infatti, deve poter esprimere il proprio pensiero. In questo modo da un lato il cittadino partecipe eviterà così di entrare nelle sacche di emarginazione sociale e di disadattamento, dall’altro apportando il proprio contributo parteciperà al il miglioramento della zona in cui vive 2. La scelta di indagare l'aspetto urbano della povertà e della deprivazione è strettamente collegato all'obiettivo di chi scrive di individuare nuovi strumenti di policy e di partecipazione del cittadino in grado di sostenere le fasce povere e/o deprivate delle loro opportunità per uscire da situazioni di stigma. Per raggiungere questo obiettivo diventa necessario indagare su diverse dimensioni della povertà: la dimensione infrastrutturale, ovvero il livello di servizi privati e pubblici a cui può accedere il cittadino, la dimensione socio-economica, cioè il livello di opportunità presenti, la dimensione abitativa e, non ultima, la dimensione puramente economica e reddituale3. Quest'ultima deve essere intesa in maniera decisamente allargata, facendo riferimento al problema sia dell'occupazione che della sottoccupazione legata alle specificità del contesto urbano, dell'instabilità lavorativa e delle possibilità di mobilità, della qualità del lavoro e delle esigenze di vita4. La scelta di ampliare l'orizzonte delle deprivazioni di carattere economico e quindi di superare l'aspetto della misurazione del reddito, dipende dalle criticità legate al concetto di povertà esclusivamente monetaria. Diverse teorie nel corso degli anni hanno dimostrato che il reddito non può essere un indicatore sufficiente per la misurazione delle risorse disponibili per un individuo. Da metà del ‘900 in poi infatti sono state diverse le alternative proposte per fornire un idea più ampia della deprivazione. È possibile affermare che la svolta decisiva nell’accezione della povertà si ha con il lavoro di Townsend e con la sua idea per cui la povertà fosse oggettivamente definibile solo in termini di privazione relativa: “persone, famiglie, gruppi di popolazione possono essere considerati poveri quando mancano di risorse per raggiungere quei tipi di alimentazione, partecipare a quelle attività ed avere quelle condizioni di vita e comodità che sono abituali o almeno largamente incoraggiati ed approvati nella società alle quali appartengono.”5 Tuttavia il contributo 1 Pieretti, 1991 Duncan, 2009 3 Chiappero-Martinetti, Nuvolati, 2011 4 Baldini, Bosi, 2007 5 Townsend, 1979 2 2 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano che maggiormente ha rappresentato la presa di distanza dalla visione puramente monetaria è quello dei basic needs di Amartya Sen che, pur riconoscendo il ruolo del reddito quale indicatore di deprivazione, focalizza la sua attenzione sulla qualità della vita e sulle libertà di vita dell’individuo6. Oltre alle questioni di carattere teorico, ci sono anche diverse ragioni di tipo statistico sull’uso esclusivo dell’indicatore reddito che diventano ancor più rilevanti se si considera la dimensione urbana. Innanzitutto diventa complicato o parzialmente affidabile reperire informazioni relative al reddito: difficilmente si riesce ad avere il dettaglio dei percettori di reddito di una dimensione comunale; nel caso in cui si sceglie la metodologia del reperimento dati tramite questionario, ci possono essere errori di misura generate da asimmetrie informative, per cui l'individuo può in maniera più o meno intenzionale dichiarare informazioni incomplete. Un altro problema è legato alla incapacità del reddito di misurare il grado di soddisfacimento dell'individuo rispetto ad un determinato standard di vita che sarà sicuramente soggettivo e può essere anche legato a disponibilità economiche non provenienti dal reddito, ma da processi di lungo periodo come eredità, rendite di capitali, risparmi accumulati nel tempo, risorse provenienti da economie informali7. Povertà erischiopovertà neigiovani Con lo scopo di individuare una particolare tipologia di soggetto in difficoltà, si è deciso di focalizzare l'attenzione dell'analisi su una categoria particolare di soggetti che vivono in città, ovvero quella delle fasce più giovani. I giovani oggi sono considerati una categoria particolarmente delicata soprattutto nei Paesi cosiddetti sviluppati in cui il debito pubblico, l’invecchiamento della popolazione, la scarsità di posti di lavoro hanno raggiunto livelli così patologici da poter affermare che per la prima volta dalla fase post industriale in poi i giovani di oggi vivono in condizioni peggiori rispetto ai propri genitori8. Si pone così all’evidenza dei ricercatori la necessità di una visione generazionale del problema della povertà intesa come diseguaglianza di carattere intragenerazionale, che fa si che ci siano diverse condizioni di reddito e di benessere tra soggetti della stessa generazione, che di carattere intergenerazionale per cui i giovani di oggi risultano essere mediamente meno ricchi dei giovani di ieri9. Definiamo quindi urban youth, quella gioventù che vive nelle città e che in modo maggiore, rispetto ai coetanei che vivono nelle zone rurali, vive il mutamento e anche la disuguaglianza. Lo spazio urbano infatti influenza ed è a sua volta influenzato dai mutamenti sociali: è il luogo dove il tessuto sociale si può indebolire o rafforzare a seconda delle interazione e può essere fonte di opportunità o restrizione per chi vi abita10. Da ciò l'idea che lo spazio urbano possa condizionare il giovane oggi verso il tipo di adulto che sarà domani11. La presenza o meno di strutture funzionali come gli istituti scolastici, centri di aggregazione giovanile, biblioteche, strutture sportive e anche strutture sanitarie, può condizionare la crescita del giovane e farlo diventare o meno un adulto affermato professionalmente, responsabile e partecipe allo sviluppo del proprio contesto urbano. All'interno della stessa città si possono creare visioni e modi di vivere completamente differenti: la vita nelle periferie è quasi sempre stigmatizzante e tende a riprodurre nei giovani lo status di povertà e di emarginazione tipici della zona, mentre chi ha la fortuna di nascere e vivere nelle zone centrali ha maggiori 6 Sen, 2006 Bozzon, Degasperi, Marzadro, Podestà, 2007 8 Ambrosi, Rosina, 2009 9 Roccisano, 2011 10 Nuvolati, 2011 11 Jones, Wallace 1992 7 3 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano possibilità di accedere e usufruire di opportunità sociali ed economiche. Chi proviene da famiglie abbienti, ancora, può vivere la città a prescindere dagli spazi pubblici, può partecipare ad attività educative o semplicemente ricreative senza preclusione, privilegiando anzi gli spazi privati. I soggetti più deboli sono costretti invece ad accontentarsi di quello che la città gli offre in maniera gratuita o convenzionata. Qualora i servizi offerti fossero scarsi sia dal punto di vista quantitativo che soprattutto dal punto di vista qualitativo gli effetti sui giovani potrebbero essere diversi: una scarsa integrazione dei giovani poveri o deprivati, spesso spinge loro verso comportamenti negativi (criminalità, dispersione scolastica)12. La città, quindi, non produce per i giovani stessi standard di vita e stesse opportunità, ma anzi è il luogo in cui negli ultimi anni la mobilità sociale ha raggiunto livelli molto bassi13. Le situazioni di partenza, quindi, giocano un ruolo essenziale dal momento che determinano non solo le opportunità dell'individuo ma anche il livello di relazione che questo riesce ad instaurare con gli abitanti delle altre zone. Chi parte da un quartiere deprivato può diventare un escluso da opportunità e relazioni positive solo perché vive in quel determinato quartiere . Dal punto di vista sociologico un’analisi di questo tipo richiama la metodologia della Scuola di Chicago dei primi anni del '900 che si basa sull'esistenza di cosiddette “aree naturali” o habitat delle diverse tipologie di abitanti della città . Emblematico a tal proposito è l’esempio più classico di Shaw sulle possibilità e sulle percezioni dei giovani degli slum urbani che osservano le diverse opportunità dei quartieri più ricchi, comprendono la loro impossibilità di accedere a quelle stesse opportunità e si sentono per questo obbligati a perpetrare azioni negative talvolta delinquenziali con l’obiettivo di migliorare la loro posizione sociale14. Anni dopo Wilson introduce il termine “neighbourhood effects” (effetto quartiere) per evidenziare come vivere in un contesto disagiato può di certo aggravare il rischio di povertà dell’individuo: le norme sociali, l’ambiente familiare e la qualità del quartiere in cui si vive può condizionare negativamente lo standard di vita di chi vi abita15. Effettoquartiereeeducazionedeigiovani:lasituazioneeuropea All’idea che il quartiere di residenza abbia effetti sulla crescita dei giovani negli anni si associano ricerche che analizzano gli effetti delle istituzioni presenti nel quartiere e che interagiscono con il giovane: la presenza o mancanza di scuole adeguate, parchi, librerie, luoghi di socializzazione, ecc…16. Ma se studi di questo tipo sono ormai consolidati negli Stati Uniti, in Europa possiamo dire che si tratta di un filone di ricerca ancora molto giovane e che ha interessato principalmente i Paesi del Nord Europa. Garner e Raudenbush hanno analizzato l’effetto quartiere considerando il livello di deprivazione sociale nelle istituzioni scolastiche ed educative di 2.500 giovani in Scozia: anche in contesti familiari non particolarmente disagiati situazioni di deprivazione spaziale in ambito educativo/scolastico condizionano negativamente l’apprendimento e quindi le possibilità di occupazione nel futuro17. Allo stesso modo Andersson studiando la condizione degli adolescenti in Svezia evidenzia la presenza di diverse categorie di effetti di quartiere associati all’ambiente educativo e destinati a riflettersi nel futuro in contesti 12 Andreson Moore, 2009 Foroohar, 2011 14 Shaw, 1930 15 Wilson, 1987 16 Galster et al, 2007 17 Garner, Raudenbush, 1991 13 4 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano professionali18. Kaupinenn relativamente al caso urbano di Helsinki fa un ulteriore passo in avanti arrivando a concludere che l’ambiente educativo è certamente uno dei mezzi attraverso cui si manifesta l’effetto quartiere tanto da condizionare il giovane nel completamento o meno della scuola secondaria19. In merito proprio al collegamento tra ambito educativo e povertà, tra le ricerche è opportuno fare riferimento ai recenti studi condotti da Raffo presso l’Università di Manchester, il quale ha realizzato un diagramma (figura 1) rappresentativo di come la povertà possa influenzare l’educazione di un giovane e di come particolari sistemi educativi siano in grado a loro volta di incidere sulla povertà dell’individuo20. Questo studio dimostra come i giovani, allo stesso modo delle minoranze etniche, siano diventati soggetti particolarmente esposti alle povertà e come queste povertà si manifestino, anche attraverso le possibilità di accesso a particolari tipi di educazione e quindi nella riduzione delle opportunità di accedere a particolari risorse o livelli professionali. Figura 1 Povertà (svantaggio, deprivazione, diseguaglianza socio economica) Risorse Materiali / Risorse Fisiche - Materiale per l'insegnamento - Risorse economiche - Salute mentale e fisica - Infrastrutture - ... Opportunità - Strutture - Pregiudizi e stigma - Risorse per accedere a reti sociali, credito finanziario - Carriera scolastica /curriculum - Integrazione sociale - Governance e partecipazione attiva - ... Cultura - Identità - QI - Linguaggio - Capacità cognitive - Valori e attitidini - Capitale culturale - ... Interazioni del contesto. interventi di policy Rendimento scolastico Possibiltà nella vita 18 Andresson, 2004 Kauppinen, 2008 20 Raffo, Dyson, Gunter, Hall, Jones, Kalambouka, 2009 19 5 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano La situazione, ancora una volta, è più grave per i giovani che vivono nelle città: episodi di esclusione sociale legate alle capacità di reddito della famiglia di origine possono generare atteggiamenti delinquenziali e anche bassi rendimenti scolastici21. Ancora gli studi condotti da Sibley evidenziano come anche nelle città inglesi la povertà e l’esclusione sociale dei giovani sia determinata oltre che dal luogo in cui si vive anche dal quartiere cittadino in cui il giovane frequenta le scuole22. Addirittura Bauder descriveva fenomeni simili con il termine “esclusione culturale” per evidenziare come il peso della reputazione di un determinato istituto scolastico possa incidere negativamente nella vita di un giovane riducendone le future opportunità di vita23. Introduzione All'interno del presente articolo saranno prese in considerazione le forme di “deprivazione sociale”24 che possono interessare oggi i giovani nel contesto urbano e che riguardano in modo particolare l’accesso all’istruzione, agli spazi ricreativi e culturali nonché agli spazi sanitari ad essi dedicati. L’area di riferimento individuata è la Città di Milano. Il paper si articola in tre sezioni. Nella prima parte sarà fatta un’analisi dei mutamenti demografici registrati nel Comune di Milano negli ultimi dieci anni. In questa parte ci occuperemo di osservare la distribuzione della popolazione nelle nove zone di Milano facendo riferimento oltre che al dato demografico ad ulteriori indagini già condotte sul territorio che descrivono alcuni aspetti qualitativi delle diverse zone. Nella seconda parte ci occuperemo delle strutture dedicate ai giovani di Milano e di come queste siano distribuite tra le zone. In questa parte, oltre ad evidenziare le diversità tra le zone centrali e le zone periferiche, proveremo inoltre ad individuare una relazione tra le fughe delle coorti di generazioni giovani da alcune zone di Milano e la dotazione, o sotto-dotazione, di strutture scolastiche o ricreative. Nella terza parte infine sarà suggerito lo strumento del bilancio generazionale quale strumento di policy per il Comune di Milano per migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi per i giovani, intervenire a contrasto dell’esclusione sociale e riuscire a diminuire il flusso di persone in uscita da Milano. 21 Cauce, A., Stewart, A., Rodriguez, M., Cochrane, B. & Ginzler, J. , 2003 Sibley, 1995 23 Bauder, 2002 24 Townsend, 1987 22 6 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano 1. Il caso di Milano: nuovi indicatori di distribuzione della povertà Tra le città italiane si è deciso di analizzare il caso della città di Milano ritenuta particolarmente interessante per la molteplicità di soggetti diversi che vi abitano e per la dimensione economica e demografica che la avvicina alle grandi metropoli europee cui è stato fatto riferimento nella parte introduttiva. Anche nel contesto urbano di Milano i giovani occupano una posizione di svantaggio e spesso sono costretti a rivolgersi al terzo settore per chiedere cibo o altri tipi di sostentamento economico. Se si prende in considerazione la Caritas, una delle organizzazioni sociali più presenti in Italia, vedremo che chi richiede i servizi Caritas di Milano è prevalentemente giovane: un terzo del totale (36,8%) ha meno di 35 anni, un ulteriore terzo (il 29,1%) ha tra i 35 e i 44 anni. La percentuale degli over 65 è invece pari al 2,9%25 . Per la realizzazione di questo paper si farà riferimento ad alcuni dati elaborati da chi scrive sulla base dei dati dell'ultimo Censimento della popolazione e delle famiglie condotto dall’ISTAT nel 2011 e su dati forniti dall'Ufficio di Statistica del Comune di Milano. Inoltre si è fatto riferimento alle indagini condotte tramite questionario nell'ambito della ricerca “La Distanza Sociale in alcune aree urbane in Italia”, con specifico riferimento al caso di Milano26 , alle elaborazioni della banca dati AMERICA nell'ambito della ricerca “Gli Spazi della Povertà”27 e alla ricerca “RESTATE – Restructuring Large-Scale Housing Estate in European Cities: Good Practices and New Vision for Suistanable Neighbourhoods and Cities” del 200228 . I risultati di queste ricerche sono stati a più livelli utili per rafforzare alcune considerazioni relative alle zone di Milano con particolare riferimento alle condizioni abitative dei quartieri, alle percezioni soggettive, alle differenze sociali e infine alla distribuzione del reddito e alle disparità ad essa connesse. In merito alle nostre elaborazione dai dati relativi al Censimento è stata realizzata una piccola analisi del mutamento demografico avvenuto nella città di Milano negli ultimi 10 anni. In particolare abbiamo analizzato il bilancio demografico della popolazione, l’andamento della popolazione per classe d’età di generazione e per zona, e infine l’impatto della popolazione straniera. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli forniti dall'Ufficio di Statistica comunale sui servizi erogati dal Comune. Questo tipo di confronto ci permetterà di mettere in evidenza la distribuzione spaziale delle scuole pubbliche per livello nelle varie zone milanesi. Oltre al numero di scuole, si analizzerà anche il numero di dotazioni e spazi pubblici destinati ai giovani. Per effettuare questa analisi abbiamo realizzato un censimento distinto per zona, delle strutture sportive comunali (anche quelle gestite da associazioni e cooperative), dei centri di aggregazione giovanili, delle biblioteche pubbliche e degli archivi, dei consultori famigliari e delle strutture mediche pubbliche dedicate ai giovani. Anche in questo caso il numero di strutture sarà messo a confronto con il numero di giovani appartenenti alle coorti in età scolastica (0-14 , 15-19) che vivono in prossimità dei centri censiti. Lo scopo di queste elaborazioni è quello di verificare la qualità della vita dei soggetti giovani in una determinata area e di esaminare la presenza o meno di relazione tra quelle che noi abbiamo chiamato “fughe” da parte dei giovani da alcune zone e l’offerta dei servizi presenti. I dati risultanti dalle indagini relativi alla distanza sociale e alla qualità della vita della popolazione milanese serviranno, infine, per fornire una fotografia quanto più precisa della dimensione socio-economica e simbolica delle varie zone di Milano e che influenzano i movimenti demografici (in entrata o in uscita dall'area) e che, seguendo l’idea suggerita da Bauder a proposito degli effetti dell’accesso all’istruzione nella vita dei giovani, possono generare esclusione sociale, stigma e conseguenze negative nella vita futura del giovane29. 25 Caritas Ambrosiana, 2011 Tacchi, 2010 27 Chiappero-Martinetti, Moroni, Nuvolati, 2011 28 Borlini, Memo, Mugnami, Zajczyk, 2005 29 Bauder, 2002 26 7 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano 1.1InfugadaMilano? La prima notazione che si può fare osservando i dati riguarda i mutamenti demografici nell'area. Come dimostra il grafico 1, negli ultimi anni la composizione della popolazione milanese è notevolmente variata vedendo un aumento dell'incidenza degli anziani con più di 75 anni e delle coorti di popolazione più giovane (0-14 e 15-19). Grafico 1: Andamento demografico per classi di età - Anni 2002-2011 400000 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 0 0-14 15-19 20-39 2002 2006 40-59 2010 60-74 75> 2011 Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat Ma se per la prima fascia di popolazione interessata non abbiamo influenze esterne se non il fisiologico invecchiamento della popolazione e il miglioramento dell'aspettativa di vita, per l'aumento della seconda fascia, ovvero di quella più giovane, si deve sottolineare il peso della popolazione straniera. Considerando infatti la percentuale di popolazione straniera appartenente alle coorti molto giovani (0-14) e giovani (1519) possiamo dire che l'incidenza della popolazione straniera negli ultimi 10 anni è cresciuta notevolmente e in alcuni casi è raddoppiata. Se i giovanissimi appartenenti alla prima classe d’età sono passati dal 12,87% del 2001 al 23,74% del 2011, gli appartenenti alla classe d’età 15-19 hanno registrato un movimento dall'8,91% del 2001 al 19,29% del 2011. Mentre risultano poco rilevanti i mutamenti della popolazione straniera in età anziana, è interessante sottolineare come anche la popolazione straniera in età adulta (40-59), e quindi in piena età lavorativa, sia nettamente aumentata arrivando nel 2011 ad essere il 20,36% della popolazione totale. 0-14 15-19 20-39 40-59 60-74 75> Totale TAB 1: Distribuzione popolazione straniera per classe d’età Nostre elaborazioni. Fonte DemoIstat 2001 2011 119.474 15.373 168.259 39.953 40.393 3.597 49.249 9.502 319.949 43.513 322.967 97.520 313.269 20.472 388.872 79.186 247.945 2.933 234.937 9.008 127.591 1.393 159.826 1.686 1.168.621 87.551 1.341830 236.855 8 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano GRAFICO 2: Incidenza % popolazione straniera per classi di età 35 30 25 20 15 10 5 0 0-14 15-19 20-39 40-59 2001 60-74 2011 75> POP TOT Tuttavia, come dimostrato anche dal grafico 2, la porzione di popolazione straniera maggiormente rilevante è quella composta dalla classe d’età 20-39 la cui percentuale è passata dal 13,6% al 30,2%. Questo dato diventa ancor più rilevante se si considera il bilancio demografico interno alla popolazione milanese e che evidenzia movimenti non solo in entrata a Milano ma anche e soprattutto in uscita. Osservando la tabella 2 è possibile evidenziare i movimenti migratori della popolazione milanese divisa per classi di età decennali tra il 2001 e il 2011. La scelta di considerare la classificazione per decenni di età è legata alla possibilità di osservare i raggruppamenti di popolazione da un decennio all’altro. Si ipotizza infatti che il soggetto che nel 2001 era stato conteggiato nella classe di età 10-19 nel 2011 dovrebbe risultare nel conteggio della classe di età successiva (20-29) e così per le altre classi di età. Il saldo e il calcolo della percentuale hanno quindi lo scopo di evidenziare la presenza di anomalie non collegabili con i tassi di mortalità registrati in Italia e che per le classi di età giovani sono sempre inferiori allo 0,1%30. È necessario sottolineare come non tutte le zone milanesi siano interessate dalla stessa diminuzione di popolazione: il grafico 3 infatti ci illustra la percentuale di spostamenti per zona per coorte di generazione. Osservando il saldo migratorio della popolazione milanese per classi di età decennali nell’intervallo dal 2001 al 2011 infatti possiamo evidenziare il comportamento quasi del singolo individuo che decide di cambiare residenza: i soggetti che cambiano residenza sono prevalentemente coloro i quali appartenevano alla classe di età 30-39 nel 2001 e che oggi sarebbero dovuti far parte della classi di età 40 -49. Non sembra essere un caso, infine, evidenziare un trend per lo più simile per la classe di età 10-19: questo infatti favorisce la nostra ipotesi delle migrazioni familiari. 30 Demo.istat.it 9 10 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano TAB 2: Saldo migratorio popolazione italiana per zona per classi decennali zona 1 zona 4 2001 2011 ∆ % 2001 2011 zona 7 ∆ % 2001 2011 ∆ % 0-9 7929 8175 0-9 9510 10428 0-9 11794 11497 10 - 19 6612 7429 -500 -6,31 10 - 19 8779 9074 -436 -4,58 10 - 19 11058 11288 -506 -4,29 20 - 29 10195 7296 684 10,34 20 - 29 14578 9949 1170 13,33 20 - 29 17608 11099 41 0,37 30 - 39 15272 10078 -117 -1,15 30 - 39 22429 16555 1977 13,56 30 - 39 25476 16727 -881 -5,00 40 - 49 14635 15772 500 3,27 40 - 49 17723 20940 -1489 -6,64 40 - 49 20344 22921 -2555 -10,03 50 - 59 13981 11081 -3554 -24,28 50 - 59 18692 16163 -1560 -8,80 50 - 59 22143 18540 -1804 -8,87 60 - 69 11881 11152 -2829 -20,23 60 - 69 20829 16098 -2594 -13,88 60 - 69 23614 19129 -3014 -13,61 70 - 79 8885 8939 -2942 -24,76 70 - 79 17433 16614 -4215 -20,24 70 - 79 17165 19148 -4466 -18,91 zona 2 zona 5 2001 2011 ∆ 0-9 8435 8446 10 - 19 7879 7808 -627 20 - 29 14136 8922 30 - 39 19912 40 - 49 % zona 8 2001 2011 2001 2011 0-9 7633 8172 0-9 11522 12058 -7,43 10 - 19 7590 7369 -264 -3,46 10 - 19 10983 1043 13,24 20 - 29 12787 9324 1734 22,85 20 - 29 14729 593 4,19 30 - 39 18069 13549 762 5,96 16135 17921 -1991 -10,00 40 - 49 14123 16447 -1622 50 - 59 17267 14589 -1546 -9,58 60 - 69 17283 14667 -2600 -15,06 50 - 59 15356 12911 60 - 69 16834 13228 70 - 79 13173 13727 -3556 -20,58 70 - 79 11243 13529 zona 3 ∆ % ∆ % 11389 -133 -1,15 17726 11376 393 3,58 30 - 39 25588 17689 -37 -0,21 -8,98 40 - 49 21149 24037 -1551 -6,06 -1212 -8,58 50 - 59 22734 19591 -1558 -7,37 -2128 -13,86 60 - 69 25622 19779 -2955 -13,00 -3305 -19,63 70 - 79 20037 20809 -4813 -18,78 zona 6 2001 2011 ∆ 0-9 8961 9891 10 - 19 8194 8659 -302 20 - 29 13677 9780 30 - 39 20795 15656 40 - 49 17246 50 - 59 % zona 9 2001 2011 ∆ % 2001 2011 0-9 9552 9747 -3,37 10 - 19 9282 9185 -367 1586 19,36 20 - 29 15503 10139 1979 14,47 30 - 39 22290 15589 19463 -1332 -6,41 40 - 49 17930 18706 15646 -1600 -9,28 50 - 59 60 - 69 18186 15839 -2867 -15,33 70 - 79 14820 14456 -3730 -20,51 ∆ % 0-9 10550 10965 -3,84 10 - 19 10428 10041 -509 -4,82 857 9,23 20 - 29 17420 86 0,55 30 - 39 24488 11181 753 7,22 18464 1044 5,99 19856 -2434 -10,92 40 - 49 20060 22564 -1924 -7,86 19877 16139 -1791 -9,99 50 - 59 21175 18703 -1357 -6,76 60 - 69 22009 17037 -2840 -14,29 60 - 69 21522 18402 -2773 -13,10 70 - 79 16155 17721 -4288 -19,48 70 - 79 16611 17426 -4096 -19,03 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Grafico 3: % spostamenti per coorti di generazioni per zona 25,00 20,00 15,00 10 - 19 10,00 20 - 29 5,00 30 - 39 0,00 zona 1 zona 2 zona 3 zona 4 zona 5 zona 6 zona 7 zona 8 zona 9 40 - 49 -5,00 -10,00 -15,00 Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat Proviamo quindi ad indagare su quali possono essere le ragioni alla base di questi movimenti. Prima di valutare i punti di forza e i punti di debolezza che possono rendere più o meno attrattiva una zona rispetto ad un'altra, osserviamo l'andamento della densità di popolazione presente nell'area, in modo da rendere più oggettivo possibile il confronto tra le dotazioni delle varie zone. Il grafico 6 mette in evidenza come l'andamento della densità negli ultimi dieci anni sia stato fondamentalmente similare. Inoltre è facile osservare come la zona 5 e la zona 7 sono le aree più circoscritte e meno popolose con densità più bassa, mentre le zone a maggiore densità sono le aree più storiche della città, ovvero la zona 1, la zona 2 e la zona 3. Grafico 4: Andamento densità popolazione 140 120 100 80 60 40 20 0 Zona 1 Zona 2 Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat Zona 3 Zona 4 2001 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 2011 Indubbiamente il mutamento nella composizione demografica milanese non può essere dettato da scelte dell'individuo di migrare da una zona all'altra o da una città all'altra esclusivamente per ragioni di opportunità sociali. Negli ultimi anni Milano come gran parte delle città europee ha assorbito al suo interno 11 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano gran parte dell'hinterland il che ha modificato l'assetto della città, riducendo le distanze di quello che una volta era inteso essere periferia senza però che questa venisse di fatto inclusa nel centro31. 1.2Distanzesociali:criticità epuntidiforzadellezonediMilanoperungiovane Già molto studiosi si sono occupati della dimensione sociale dei quartieri milanesi, individuandone alcuni con attrattiva ascendente – come le ex aree industriali della zona 9 (es. Pirelli-Bicocca, Comasina, ecc.) o della zona 3 (es. Via Rubattino ex Innocenti-Maserati) dove sia i privati che gli attori locali sono intervenuti per migliorare l'area – altri con attrattiva discendente, in cui ad un miglioramento delle opportunità di mobilità e di vicinanza al centro non ha corrisposto un eguale miglioramento delle condizioni abitative. È il caso di alcuni quartieri della zona 7 (es. San Siro) o della zona 8 (es. Quarto Oggiaro) in cui la scarsa qualità delle abitazioni e la presenza di tipologie di gruppi sociali emarginati (abusivi, clandestini) inficiano pesantemente l’immagine data dall'area32. È stato dimostrato nell'ambito della ricerca sulla distanza sociale a cui abbiamo già fatto riferimento, che tra le ragioni che possono incidere sulla scelta delle frequentazioni e soprattutto sulla scelta di chi escludere dalle proprie amicizie, l’aspetto culturale, gli ideali e le scelte politiche sono considerate molto importanti, mentre nell’imaginario dell’intervistato sono la posizione sociale e la zona di abitazione quei fattori in grado di influenzare gli altri ad escluderlo dalle proprie amicizie33. Infatti, la stessa ricerca dimostra come il cittadino milanese percepisca la presenza di vere e proprie barriere sociali e culturali legate a diseguaglianze sia in termini di reddito che in termini di appartenenza spaziale e quindi di zona di Milano in cui vive34. In questo paragrafo ci occuperemo di indagare quali sono le diversità presenti tra le aree di Milano in particolare rispetto ad alcuni precisi aspetti. Un primo gruppo di aspetti, ovvero l’andamento economico e reddituale delle famiglie e l’aspetto della sicurezza e quindi la distribuzione dei crimini nelle varie zone di Milano, riguardano l’intera popolazione cittadina, un secondo gruppo farà invece specifico riferimento alla popolazione giovane e riguarderà la distribuzione spaziale sia delle scuole che delle altre dotazioni infrastrutturali dedicate proprio ai giovani. Dal punto di vista economico gli unici dati di cui disponiamo ad oggi sono le rilevazioni condotte dalla Camera di Commercio di Milano sul consumo delle famiglie milanesi. Da una lettura di questi dati, si evince facilmente come vi sia una distribuzione diseguale del reddito tra le varie zone della Città. Proviamo ad evidenziare però come vi siano diversità economiche rilevanti all'interno delle stesse aree. Infatti, mentre nell’area centrale le sei fasce di reddito sono quasi egualmente rappresentate, con una maggiore presenza di famiglie appartenenti alla classe di reddito compresa tra i 30.000€ e i 45.000€, nelle altre aree vi è una presenza rilevante di famiglie appartenenti al ceto medio, con un reddito quindi compreso tra 15.000€ e 30.000€ e diverse percentuali di famiglie appartenenti alle altre fasce: in periferia saranno più numerose le famiglie che percepiscono meno di 15.000€ mentre nell’anello del semicentro sono più numerose le famiglie che superano i 30.000€. 31 Zajczyk, 2003 Borlini, Memo, Mugnano, Zaiczyk, 2005 33 Il questionario chiedeva agli intervistati di dare un punteggio da 4 (massimo) a 1 (minimo) per individuare i fattori che incidono sui processi di socializzazione con gli altri cittadini. Tacchi, 2010 34 Ivi 32 12 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Grafico 5: Percentuale famiglie per reddito per anelli territoriali < 15.000 15.000 – 30.000 30.000-45-000 45.000-60.000 > 60.000 n.d. 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% Centro semicentro Periferia Nostre elaborazioni. Fonte Camera di Commercio Milano 2012 Relativamente all’aspetto della sicurezza possiamo usufruire dei dati della cosiddetta “mappa del crimine di Milano”35 relativa ai crimini commessi nel 2012. Da questa mappa possiamo vedere come, contro le previsioni, non ci sia un notevole scostamento tra le zone centrale e le periferie sui reati comuni: rapine, furti e truffe si verificano in maniera quasi indistinta nelle aree di Milano, anzi avvengono in modo maggiore nelle zone centrali. Al contrario, possiamo riscontrare una notevole diversità osservando invece la registrazione degli omicidi, verificatisi per la maggior parte nella zona 9 e degli episodi di maltrattamento e violenza la cui frequenza è più diffusa nelle periferie36. Grafico 6: Distribuzione criminalità per tipologia per zona - dati 2012 60 violenza sex violenza 50 varie truffa 40 sgomberi rapina omicidio 30 maltrattamenti incendio 20 furto droga arresto 10 0 zona 1 zona 2 zona 3 zona 4 zona 5 zona 6 zona 7 zona 8 zona 9 Nostre elaborazioni. Fonte Mappa del Crimine Milano 2012 35 La mappa del crimine è un progetto sperimentale di geolocalizzazione dei crimini condotto dal giornalista Daniele Bellerio a Milano e che registra localmente in maniera automatica tutti i crimini perpetrati a Milano. Ciascun evento riportato sulla mappa è catalogato secondo diversi criteri, tra cui data e tipologia criminale (furto; rapina;; incendio; droga; omicidio; violenza; violenza sessuale; maltrattamenti; varie - compresi vandalismo e piccole rivolte. Le voci di classificazione che riguardano variabili geografiche sono tre: luogo (ovvero la strada e, quando possibile, il numero civico corrispondente), zona (una delle 9 circoscrizioni comunali di Milano) e cerchia (per centrale si intende all'interno della cerchia dei bastoni, compresi i viali che delimitano l'area; per semicentrale si intende tra la cerchia dei bastioni e la circonvallazione esterna, compresi gli stessi viali che delimitano l'area; per periferica si intende oltre la circonvallazione esterna, fino al confine comunale). Belleri, 2012 36 Ivi. 13 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano 3. La situazione dei giovani di Milano Passando ora al secondo ambito, proviamo ad analizzare le diversità rispetto alla distribuzione delle scuole sul territorio di Milano. Osservando il grafico 9 possiamo vedere come rispetto alle scuole dell’obbligo non si riscontrino grandi divergenze tra le nove zone di Milano, mentre osservando la situazione delle scuole secondarie si riscontrano piccole differenze tra le zone soprattutto in base alle tipologie e gli indirizzi: i licei sono più presenti nella zona 1, mentre gli istituti professionali sono più presenti nella zona 8. Grafico 8: distribuzione scuole pubbliche per zona 80 70 60 50 40 30 20 10 0 zona 1 infanzia zona 2 zona 3 zona 4 primaria zona 5 secondaria zona 6 zona 7 liceo zona 8 tecnico zona 9 professionale Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano Se osserviamo lo stesso grafico con l’aggiunta delle scuole private possiamo vedere un notevole cambiamento nella zona 1, in cui ben l’86% delle scuole totali è privata, mentre nelle zone periferiche le scuole private non superano mediamente il 30%. Grafico 9: distribuzione scuole pubbliche e private per zona 140 120 100 80 60 40 20 0 zona 1 zona 2 zona 3 infanzia zona 4 primaria zona 5 secondaria zona 6 liceo tecnico zona 7 zona 8 zona 9 professionale Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano Rispetto infine alla distribuzione delle dotazioni dedicate ai giovani, da un censimento condotto sulla base dei dati forniti dall’Ufficio Statistico e dall’Anagrafe del Comune di Milano, possiamo evidenziare una grande disparità tra le nove zone di Milano. Il livello di disparità più evidente è quello relativo all'area cultura. Tra i 204 luoghi divulgativi (biblioteche, centri di documentazione, archivi, ecc...) ben 115 sono collocati nell'area 1. Al contrario le aree più periferiche hanno una maggiore dotazione nel settore sanitario e nell'area aggregativa. 14 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Grafico 10: Distribuzione dotazioni strutture giovani 120 100 80 60 40 20 0 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 Biblioteche e centri doc Sport Consultori CAG Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano Per poter realmente confrontare la dotazione strutturale tra le varie zone di Milano con il movimento migratorio che abbiamo evidenziato nel paragrafo precedente, abbiamo pensato di creare un indice di dotazione strutturale per i giovani. Abbiamo censito il numero di scuole pubbliche dell'obbligo nelle varie zone. Distinguiamo le due coorti di utenti: la coorte compresa tra 0 e 14 anni sarà la coorte di riferimento per gli studenti che frequentano le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie, mentre gli individui della coorte 15-19 saranno il gruppo di studenti delle scuole superiori. Consideriamo: • la densità della prima coorte (data dal rapporto tra la popolazione della coorte 0-14) e la superficie in km2 della zona • la densità della seconda coorte (data dal rapporto tra popolazione coorte 15-19)/superficie in km2 della zona • il numero di scuole dedicate alla prima coorte • il numero di scuole dedicate alla seconda coorte Per costruire il nostro indice poniamo: 1. Sk = gruppi di individui per zona (S1 = zona 1, S2 = zona 2, ecc....) 2. mk = maxk = valore massimo del rapporto. Questo valore ci servirà come dato di riferimento per poter procedere con la normalizzazione. 3. ψ(Sk) = mk/m = rapporto tra densità della popolazione della coorte e numero di scuole normalizzato rispetto al valore massimo 15 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Dal momento che non disponiamo dei valori a livello individuale consideriamo il rapporto creato in base alla densità della popolazione per coorte e il numero delle scuole per le varie zone di Milano. Ci costruiamo un indice perfezionato basato sul valore massimo delle distribuzioni: facciamo una normalizzazione imponendo al valore massimo il valore 1. Tab 3: Costruzione indicatori scuole pubbliche Fascia 0-14 Fascia 15-19 a Densità 0-14 b Densità 15-19 c N°scuole (infanzia, primarie, secondarie) Zona 1 13,43 3,94 36 2,68 0,35 16 4,06 0,46 Zona 2 14,87 4,33 44 2,96 0,39 3 0,69 0,08 Zona 3 12,07 3,44 40 3,31 0,44 11 3,20 0,36 Zona 4 9,30 2,65 48 5,16 0,68 6 2,26 0,26 Zona 5 5,10 1,48 36 7,06 0,93 13 8,78 1,00 Zona 6 9,99 3,07 49 4,90 0,65 4 1,30 0,15 Zona 7 7,13 2,16 54 7,57 1,00 6 2,78 0,32 Zona 8 9,85 2,89 60 6,09 0,80 12 4,15 0,47 Zona 9 10,88 3,08 54 4,96 0,66 12 3,90 0,44 Sk d = c/a e =N°scuole superiori ψ(Sk) = mk/m f =e/b ψ(Sk) = mk/m Dalla tabella 4 possiamo evidenziare come la situazione delle diversità tra le zone di Milano varia se si considerano le sole strutture pubbliche o se si considerano anche le scuole private. Tab 4: Costruzione indicatore scuole pubbliche e private a Densità 0-14 b Densità 15-19 Zona 1 13,43 Zona 2 Zona 3 Fascia 0-14 Fascia 15-19 c N°scuole (infanzia, primarie, secondarie) d = c/a ψ(Sk) = mk/m e =N°scuole superiori f =e/b ψ(Sk) = mk/m 3,94 85 6,33 0,49 54 13,71 1,00 14,87 4,33 66 4,44 0,34 15 3,46 0,25 12,07 3,44 74 6,13 0,48 21 6,10 0,45 Zona 4 9,30 2,65 69 7,42 0,58 10 3,77 0,28 Zona 5 5,10 1,48 49 9,61 0,74 14 9,46 0,69 Zona 6 9,99 3,07 69 6,91 0,54 10 3,26 0,24 Zona 7 7,13 2,16 92 12,90 1,00 8 3,70 0,27 Zona 8 9,85 2,89 83 8,43 0,65 14 4,84 0,35 Zona 9 10,88 3,08 78 7,17 0,56 13 4,22 0,31 Se nel primo caso infatti l’indice massimo si trovava nella zona 7 per le scuole della prima fascia e nella zona 5 per le scuole della seconda fascia d’età, con la presenza delle scuole private per la prima fascia d’età l’indice massimo rimane nella zona 7, mentre se osserviamo le scuole superiori l’indice massimo si presenta nella zona 1. La più bassa dotazione delle scuole non varia ed è sempre rappresentata dalla zona 2. Per avere ora un’idea più di ampio respiro rispetto alle dotazioni dedicate ai giovani costruiamo una tabella in cui riportiamo un confronto degli indici creati allo stesso modo di come già fatto per l’area scolastica relativi a tutte le aree prese in considerazione: area scuola, area cultura (biblioteche, centri documentazioni, CAG; centri sportivi, centri sanitari con sportelli dedicati ai giovani). 16 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Rispetto a quanto si diceva in precedenza sulle considerazioni della qualità della vita delle diverse zone di Milano, possiamo osservare come la zona 1, cioè la zona centrale sia la più dotata nel settore scolastico e in quello culturale, mentre risulta scarsamente dotata di attrezzature sportive pubbliche e di centri di aggregazione giovanile. Tuttavia sappiamo che nella zona 1 risiedono prevalentemente famiglie con redditi medio-alti e alti, per cui i giovani dell’area possono certamente accedere alle strutture di tipo privato. La situazione è invece più complicata se si osservano i valori bassi o addirittura bassissimi della zona 3, della zona 6, come della zona 8 e 9 in quasi tutti gli indicatori: in questo caso la situazione potrebbe essere più grave perché vorrebbe dire esclusione dalle infrastrutture dedicate ai giovani e quindi disadattamento ed esclusione sociale. TAB 5: confronto dotazioni per area per zona Gruppi Sk Indice Scuola Indice Cultura Indice Sport Indice CAG Indice Counselling S1 = Zona 1 1,00 1,00 0,04 0,045 0,357 S2 = Zona 2 0,39 0,06 0,22 0,222 0,161 S3 = Zona 3 0,61 0,19 0,27 0,275 0,399 S4 = Zona 4 0,56 0,09 0,39 0,389 0,518 S5 = Zona 5 0,95 0,25 0,53 0,529 0,941 S6 = Zona 6 0,51 0,08 0,74 0,741 0,237 S7 = Zona 7 0,83 0,14 1,00 1,000 1,000 S8 = Zona 8 0,66 0,13 0,79 0,790 0,486 S9 = Zona 9 0,57 0,18 0,44 0,444 0,000 Per verificare se esista una relazione tra le dotazioni e gli spostamenti demografici rilevati in precedenza, andiamo ad osservare la variazione del numero di scuole negli anni 2001 e 2011 e la confrontiamo graficamente con la variazione della popolazione che abbiamo visto essere la più propensa alla fuga, ovvero la popolazione appartenente alla coorte 20-39, possiamo vedere che l’andamento è pressoché simile: dove la variazione ha il segno negativo sul numero delle scuole riscontreremo uno stesso segno per la variazione della popolazione della nostra coorte di riferimento. Grafico 11: variazione percentuale scuole e persone 80,00 60,00 40,00 20,00 0,00 -20,00 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 -40,00 ∆ scuole % ∆popolazione Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano Questo ci induce a pensare che esiste davvero una relazione tra i servizi erogati e la presenza di una determinata coorte di popolazione. Ci si potrebbe a questo punto interrogare sul perché in corrispondenza di dotazioni di servizi inferiori destinati alle coorti più giovani, corrisponda una migrazione dei nuclei famigliari, soprattutto, sulle conseguenze delle disparità evidenziate sulla vita dei giovani di Milano. Si 17 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano tratterebbe infatti di cercare di capire se la deprivazione generano gli stessi livelli di povertà e di esclusione sociale individuate dalle ricerche condotte nelle città europee come Helsinki o Londra. Per verificare la presenza di influenze tra la variazione dei redditi, gli indici di dotazione di strutture dedicate ai giovani e l’andamento della popolazione in età scolastica abbiamo pensato di mettere in relazione i dati di cui siamo in possesso e di cui si è detto finora. È necessario specificare il dato relativo all’andamento dei redditi. Si tratta della variazione dei redditi registrata tra le famiglie milanesi tra gli anni 2004 e 2000 sulla base dei dati forniti dalla Banca dati AMERICA: pur non essendo dati relativi al 2011 abbiamo ritenuto opportuno utilizzarli perché ci fornivano le indicazioni reddituali delle famiglie per le diverse zone di Milano. Per quello che riguarda il livello di dotazioni, si è pensato di fare una media dei cinque indici presentati nella tabella 5. Mentre per l’andamento della popolazione, abbiamo considerato la variazione della popolazione dei soggetti in età scolastica e presenti nella classe 10-19. I dati che emergono dalla tabella 6 evidenziano una correlazione positiva per tutte le tre combinazioni analizzate: variazione dei redditi e indici, variazione dei redditi e variazione della popolazione, indici e variazione della popolazione. TAB. 6 Statistiche descrittive R=reddito I= indice medio dotaz N= variaz pop (10-19) Media 0,47 0,39 -4,32 Dev.std 1,55 0,15 1,71 Minimo -2,87 0,17 -7,43 Massimo 2,80 0,61 -1,15 1° Quartile 0,25 0,31 -4,82 Mediana 0,78 0,32 -4,29 3° Quartile 1,47 0,56 -3,46 1,35 -1,44 0,67 -0,91 0,21 -0,11 Curtosi Asimmetria Covarianza (R,I) 0,029981481 Correlazione (R,I) 0,131019477 Covarianza (R,N) 1,422269136 Correlazione (R,N) 0,535252705 Covarianza (I,N) 0,062114815 Correlazione (I;N) 0,246381139 Indubbiamente considerazioni di questo tipo non possono essere esaustive. Sono cioè necessarie ulteriori analisi sull’andamento dei redditi che siano aggiornati e che ci consentano di evidenziare eventuali effetti legati alla crisi economica attuale. 3. Le politiche La risposta a questo tipo di quesito non può che fare riferimento agli effetti intragenerazionali e intergenerazionali delle politiche pubbliche in generale e delle politiche sociali in particolare, dal momento che tra gli indicatori che possono influenzare la scelta di andare a vivere in una zona piuttosto che in 18 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano un’altra la presenza di servizi come le scuole, e in maniera particolare le scuole dell’infanzia, risulta indubbiamente discriminante per una famiglia . A livello nazionale e regionale sono diverse le politiche che si possono attuare per contrastare l’esclusione sociale dei giovani a partire dalla creazione di un sistema scolastico egualmente distribuito e in grado di fornire quanto più possibile le medesime possibilità a tutti gli studenti frequentanti. Più rari sono gli esempi di politiche applicate nei contesti urbani, esempio di queste sono i progetti “Education Action Zones”, “Excellence in Cities initiatives”, “Connexions and Full Service Extended Schools” messi in atto negli ultimi anni da alcune città inglesi con l’obiettivo di valutare e migliorare l’accesso all’istruzione per le varie categorie di popolazione37. Tramite questi progetti le municipalità interessate hanno potuto osservare come il livello di istruzione fornito dagli istituti non fosse lo stesso tra le varie aree della città, come su questa distribuzione spaziale incidesse la reputazione distintiva dell’area e, infine, come questo si ripercuotesse sui percorsi di vita degli studenti38. Analisi di questo tipo sono molto legate agli aspetti qualitativi e ai rendimenti degli studenti. Per raggiungere simili risultati, si potrebbero osservare le valutazioni dei test INVALSI e delle indagini PISA nelle varie strutture scolastiche del territorio di Milano e indagarne così l’aspetto qualitativo dei servizi erogati e indagare gli effetti della “reputazione” della zona sul rendimento degli studenti. Altre politiche promosse a vari livelli si basano sulla diffusione di pratiche partecipative a contrasto dell’esclusione sociale. Si tratta di politiche attive, quali quelle promosse dal progetto “Tackling Poverty Together – the Role of Young People in Poverty Reduction”, che di recente sono state anche suggerite dalla Banca Mondiale e dall’ONU non solo per tutelare la popolazione più giovane e allontanarla da povertà materiale e immateriale, ma anche per promuovere il ruolo dei giovani da policy users a policy makers39. Politiche di questo tipo possono di certo contrastare l’esclusione sociale, migliorare la qualità della vita e diminuire l’allontanamento dei giovani dalla città. Su questa linea di pensiero, si è pensato all’utilizzo del bilancio generazionale e quindi alla sperimentazione di strumenti innovativi per la misurazione delle disparità nell’erogazione dei servizi e di valutazione delle azioni messe in atto per la tutela dei diritti della popolazione più giovane e a tutela anche di chi sarà giovane dopo di loro e quindi delle future generazioni. Lo strumento inoltre consentirebbe un intervento massiccio a favore della partecipazione attiva dei giovani quale percorso necessario da seguire a contrasto dell’esclusione sociale. Il metodo applicato è duplice: da un lato i conti generazionali, già applicati per il funzionamento dei bilanci statali e di grandi organizzazioni come il FMI, consentiranno all’ente di individuare lo squilibrio fiscale presente tra le generazioni presenti e le generazioni future40, dall’altro lato ci sarà una matrice creata ad hoc sul modello di quella del bilancio di genere in cui saranno riportati gli interventi attuati di cui beneficeranno le diverse coorti di generazione. 37 Raffo, Dyson, Gunter, Hall, Jones, Kalambouka, 2009 Ivi. 39 Swedish International Development Cooperation Agency, 2009 40 Questo particolare aspetto diventa maggiormente utile per il Comune se si considera che l’invecchiamento della popolazione e quindi l’aumento riscontrato nelle pagine precedenti della popolazione appartenente alle coorti più adulte si traduce per l’ente da un lato in un aumento della domanda di servizi relativi al Welfare cittadino (ad es. assistenza sanitaria) e dall’altro in una diminuzione delle entrate da lavoro (addizionale comunale IRPEF). 38 19 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Figura 2 SCELTE POLITICHE ANALISI DEL CONTESTO RICLASSIFICAZIONE DI BILANCIO ANALISI SERVIZI: EROGAZIONE AGLI ENTI ANALISI DELLA DOMANDA ANALISI EROGAZIO NI DIRETTE INDICATORI DI EFFICIENZA EFFICACIA CONTI GENERAZIONALI Come per il bilancio di genere, il tentativo di chi decide di applicare il bilancio generazionale è quello di individuare la domanda di servizi che possono avere le generazioni presenti e le generazioni future, il livello di offerta dei servizi e come questa offerta si ripercuote per le future generazioni, ad esempio se sono previsti interventi di programmazione futura mirati (vedi Figura 2). TAB 5: Matrice bilancio generazionale Erogazioni indirette Servizi COORTI Strutture Erogazioni dirette Servizi Finanziamenti Interventi capitale umano e ambiente Tot Spesa k ( ≤ 15) j (15 – 19) a (20 – 39) m (40 – 59) o (60 – 740) v ( ≥ 74) L’analisi del contesto serve a comprendere l’andamento demografico e le esigenze delle varie coorti di generazioni in base alle macro-aree di indagine selezionale (area persona e famiglia, area sviluppo economico, area personale e governance). Le analisi dell’ offerta di servizi, di erogazioni dirette e dei servizi mirati all’accrescimento del capitale umano, è utilizzata in un primo tempo come metodologia di riclassificazione del bilancio comunale e a consuntivo, come strumento per influenzare il prossimo bilancio 20 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano preventivo e, quindi, le scelte politiche. L’analisi della domanda, invece, sarà effettuata tramite azioni partecipative con la cittadinanza. Per individuare il livello di equità si utilizzeranno i conti generazionali e appropriati indicatori di rapporto di spesa per la programmazione e pianificazione, per l’analisi del contesto e della domanda di servizi, per l’analisi dell’offerta di servizi, per l’analisi del bilancio. Il dato numerico di tali indicatori, prodotto al termine di ogni fase, riassume i risultati delle varie fasi di analisi e le indirizza verso il risultato finale che si vorrà ottenere. In questo senso, la misurazione della sostenibilità tra le generazioni richiede l’utilizzo di diverse tipologie di dati a seconda che si considerano “trasferimenti agli enti” o “Trasferimenti diretti ai beneficiari. Ad esempio se si vuole analizzare l’andamento della spesa per le giovanissime generazioni, ovvero per la coorte di generazione tra 0 e 15 rispetto a quella per la coorte di età più avanzata (74 e più) si avrà che l’indicatore di efficienza generazionale per l’anno t sarà: , , = , , Dove: • GEk,v indica il livello di efficienza generazionale raggiunta al momento t nei confronti della popolazione della coorte k rispetto alla spesa per la popolazione della coorte v. • Sk indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte k • Sv indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte v • Pt,k indica la numerosità degli individui della coorte k riferito al tempo t • Pt,v indica la numerosità degli individui della coorte v riferito al tempo t Fintanto che il rapporto è inferiore ad 1, il tipo di politiche scelte potrebbero non essere efficienti dal momento che la spesa pro capite per le generazione con meno aspettativa di vita è superiore a quella destinata alle coorti la cui aspettativa di vita è superiore, per cui in fase di bilancio preventivo le scelte politiche potrebbero variare. Ad esempio se le erogazioni indirette finalizzate alla creazione di strutture assistenziali per anziani o al sostegno di associazioni di volontariato specializzate nel settore dell’assistenza degli anziani eccede la necessità dell’utenza sul territorio, si potrebbe dirottare parte dei fondi destinati alla creazione di asili nido o scuole. Allo stesso modo, la valutazione della spesa per interventi sulla scuola e le dotazioni destinate ai giovani per l’accrescimento del capitale umano come anche tutti quegli interventi mirati alla tutela dell’ambiente sono utili a individuare il livello di sensibilità dei policy maker verso le politiche sostenibili e per il mantenimento dei diritti dei giovani ma anche delle generazioni future, proteggendo la città dalle eventuali fughe di giovani scontenti. 21 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano CONCLUSIONI Le politiche di contrasto alla povertà urbana e all’esclusione sociale possono essere diverse e interessare in maniera particolare differenti categorie di individui. In questo paper ci siamo occupati in maniera prevalente della categoria dei giovani, quale categoria sulla quale occorre intervenire con decisione per limitare i danni di politiche antigenerazionali perpetrate nel tempo. La scelta di analizzare il particolare collegamento tra le strutture di tipo educativo e ricreativo è stato la conseguenza naturale proprio della decisione di occuparci dei giovani. Sarebbe stato riduttivo infatti fermarci all’analisi economica – reddituale, sapendo quanto anche questo tipo di dotazioni possono influenzare, in bene come in male, la crescita e le occasioni di vita future di un giovane. In questo senso Milano ha potuto rappresentare una perfetta città/tipo da analizzare dal momento che presenta profonde diversità, sociali economiche e ambientali, tra centro e periferia sia per via delle commistioni culturali con gli immigrati provenienti da altre parti di Italia e non solo, sia per i diversi interventi di riqualificazione effettuati negli anni. Infine la città di Milano si è rivelata essere una scelta positiva per questo studio perché presenta a livello demografico un’evidenza nel movimento di fuga dei giovani dai contesti urbani. Sicuramente lo studio presentato non fornisce spiegazioni esaustive in merito ai mutamenti demografici della città, dal momento che tralascia importanti aspetti quali l’andamento del tasso di natalità o la destinazione finale di chi decide di uscire dalla città. Tuttavia si è voluta evidenziare una possibile relazione tra le dotazioni infrastrutturali dedicate ai giovani e quindi dedicate, in maniera diretta, al welfare delle famiglie, in modo da suggerire la diffusione di nuove policy e di pratiche sperimentali e non che vedano il cittadino giovane non come un semplice destinatario di interventi ma come un attore del cambiamento. In tal senso politiche quali il bilancio generazionale effettuato con una forte componente partecipativa da parte dei giovani cittadini può diventare occasione utile per migliorare il contesto cittadino e la qualità della vita percepita, ma anche contrastare la diffusione della povertà culturale e dell’esclusione sociale. 22 Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano Bibliografia Agustoni A., Alietti A., Società urbane e convivenza interetnica: vita quotidiana e rappresentazioni degli immigrati in un quartiere di Milano, Franco Angeli, Milano, 2009 Andersson E., From Valley of Sadness to Hill of Happiness: the significance of surrondings for Socioeconomic Career, Urban Studies, 2004 Andreotti, A., Milan: Urban Poverty in a wealthy city, In: S. Musterd, A. Murie, C. Kesteloot (eds.), Neighbourhoods of Poverty: Urban Social Exclusion and Integration in Comparison Europe, Palgrave Macmillan, pp. 87-112. 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E., Urban health: Global Perspectives, Jossey Bass, 2010 Wilson W.J., The truly disadvantaged, University of Chiacago Press, 1987 25 All'interno del presente articolo ci preoccuperemo principalmente della povertà urbana e, quindi, di tutte quelle tipicità di povertà e deprivazione che possono interessare il cittadino. Una città può essere fonte di occasioni sociali e di opportunità o, al contrario, essere un ostacolo alla loro realizzazione. Alcune forme di povertà, infine, possono essere il risultato di processi urbani miopi perpetrati nel tempo e in cui l'individuo non è stato partecipe. In tal senso anche la partecipazione attiva del cittadino, intesa come collaborazione del cittadino alle politiche della propria città, diventa occasione sociale e azione politica di contrasto alla povertà. Anche chi vive in stato di disagio, infatti, deve poter esprimere il proprio pensiero. La scelta di indagare l'aspetto urbano della povertà e della deprivazione è strettamente collegato all'obiettivo di chi scrive di individuare nuovi strumenti di policy e di partecipazione del cittadino in grado di sostenere le fasce povere e/o deprivate delle loro opportunità per uscire da stigmi costruiti su di loro. Per raggiungere questo obiettivo diventa necessario indagare su diverse dimensioni della povertà: la dimensione infrastrutturale, ovvero il livello di servizi privati e pubblici a cui può accedere il cittadino, la dimensione socio-economica, cioè il livello di opportunità presenti, la dimensione abitativa e, non ultima, la dimensione puramente economica e reddituale. 17/10/2012 La Povertà urbana 2 Definiamo urban youth, quella gioventù che vive nelle città e che in modo maggiore, rispetto ai coetanei che vivono nelle zone rurali, vive il mutamento e anche la disuguaglianza. Lo spazio urbano infatti influenza ed è a sua volta influenzato dai mutamenti sociali: è il luogo dove il tessuto sociale si può indebolire o rafforzare a seconda delle interazione, può essere, infine, fonte di opportunità o restrizione per i giovani. Da ciò l'idea che lo spazio urbano possa condizionare il giovane oggi verso il tipo di adulto che sarà domani. La presenza o meno di strutture funzionali come gli istituti scolastici, centri di aggregazione giovanile, biblioteche, strutture sportive e anche strutture sanitarie, può condizionare la crescita del giovane e farlo diventare non solo un adulto ma anche un cittadino partecipe allo sviluppo del proprio contesto urbano. Qualora i servizi offerti fossero scarsi sia dal punto di vista quantitativo che soprattutto dal punto di vista qualitativo gli effetti sui giovani potrebbero essere diversi: una scarsa integrazione dei giovani poveri o deprivati, spesso spinge loro verso comportamenti negativi (criminalità) e ad allontanarsi ancora di più dalle scuole (dispersione scolastica). Le situazioni di partenza, quindi, giocano un ruolo essenziale dal momento che determinano non solo le opportunità dell'individuo ma anche il livello di relazione che questo riesce ad instaurare con gli abitanti delle altre zone. Chi parte da un quartiere deprivato può diventare un escluso da opportunità e relazioni positive solo perché vive in quel determinato quartiere . 17/10/2012 Urban Youth 3 Dal punto di vista sociologico un’analisi di questo tipo richiama la metodologia della Scuola di Chicago dei primi anni del '900 che si basa sull'esistenza di cosiddette “aree naturali” o habitat delle diverse tipologie di abitanti della città: esempio di Shaw sulle rappresentazione dei giovani poveri nelle città. Garner e Raudenbush hanno analizzato l’effetto quartiere considerando il livello di deprivazione sociale nelle istituzioni scolastiche ed educative di 2.500 giovani in Scozia: anche in contesti familiari non particolarmente disagiati situazioni di deprivazione spaziale in ambito educativo/scolastico condizionano negativamente l’apprendimento e quindi le possibilità di occupazione nel futuro . Allo stesso modo Andersson studiando la condizione degli adolescenti in Svezia evidenzia la presenza di diverse categorie di effetti di quartiere associati all’ambiente educativo e destinati a riflettersi nel futuro in contesti professionali . Kaupinenn relativamente al caso urbano di Helsinki fa un ulteriore passo in avanti arrivando a concludere che l’ambiente educativo è certamente uno dei mezzi attraverso cui si manifesta l’effetto quartiere tanto da condizionare il giovane nel completamento o meno della scuola secondaria Interessante il lavoro di Raffo il quale ha realizzato un diagramma rappresentativo di come la povertà possa influenzare l’educazione di un giovane e di come particolari sistemi educativi siano in grado a loro volta di incidere sulla povertà dell’individuo: i giovani, allo stesso modo delle minoranze etniche, siano diventati soggetti particolarmente esposti alle povertà e come queste povertà si manifestino, anche attraverso le possibilità di accesso a particolari tipi di educazione, nella riduzione delle opportunità di accedere a particolari risorse. Ancora gli studi condotti da Sibley evidenziano come anche nelle città inglesi la povertà e l’esclusione sociale dei giovani sia determinata oltre che dal luogo in cui si vive anche dal quartiere cittadino in cui il giovane frequenta le scuole. Addirittura Bauder descriveva fenomeni simili con il termine “esclusione culturale” per evidenziare come il peso della reputazione di un determinato istituto scolastico possa incidere negativamente nella vita di un giovane riducendone le future opportunità di vita. 17/10/2012 Dalla scuola di Chicago alla povertà culturale dei giovani 4 Il paper si articola in tre sezioni. Nella prima parte sarà fatta un’analisi dei mutamenti demografici registrati nel Comune di Milano negli ultimi dieci anni. In questa parte ci occuperemo di osservare la distribuzione della popolazione nelle nove zone di Milano facendo riferimento oltre che al dato demografico ad ulteriori indagini già condotte sul territorio che descrivono alcuni aspetti qualitativi delle diverse zone. Nella seconda parte ci occuperemo delle strutture dedicate ai giovani di Milano e di come queste siano distribuite tra le zone. In questa parte, oltre ad evidenziare le diversità tra le zone centrali e le zone periferiche, proveremo inoltre ad individuare una relazione tra le fughe delle coorti di generazioni giovani da alcune zone di Milano e la dotazione, o sottodotazione, di strutture scolastiche o ricreative. Nella terza parte infine sarà suggerito lo strumento del bilancio generazionale quale strumento di policy per il Comune di Milano per migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi per i giovani, intervenire a contrasto dell’esclusione sociale e riuscire a diminuire il flusso di persone in uscita da Milano. 17/10/2012 La struttura del paper 5 Tra le città italiane si è deciso di analizzare il caso della città di Milano ritenuta particolarmente interessante dal momento che nell’immaginario collettivo è vista come la città che offre maggiori opportunità e all’interno della quale si trovano diversi gruppi di persone: cittadini di Milano, immigrati di prima e di seconda generazione, extracomunitari, ecc…. L’aspetto che abbiamo trovato maggiormente interessante è quello che riguarda la formazione di nuove fasce di povertà tra gli anziani, i giovani lavoratori, e i giovanissimi. Per la realizzazione di questo paper si farà riferimento ad alcuni dati elaborati sulla base dei dati dell'ultimo Censimento della popolazione e delle famiglie condotto dall’ISTAT nel 2011 e su dati forniti dall'Ufficio di Statistica del Comune di Milano. Questi dati ci hanno consentito di svolgere una piccola analisi del mutamento demografico avvenuto nella città di Milano negli ultimi 10 anni. Inoltre si è fatto riferimento alle indagini condotte tramite questionario nell'ambito della ricerca “La Distanza Sociale in alcune aree urbane in Italia”, con specifico riferimento al caso di Milano , alle elaborazioni della banca dati AMERICA nell'ambito della ricerca “Gli Spazi della Povertà” e alla ricerca “RESTATE – Restructuring Large-Scale Housing Estate in European Cities: Good Practices and New Vision for Suistanable Neighbourhoods and Cities” del 2002 . I risultati di queste ricerche sono stati a più livelli utili per rafforzare alcune considerazioni relative alle zone di Milano con particolare riferimento alle condizioni abitative dei quartieri, alle percezioni soggettive, alle differenze sociali e infine alla distribuzione del reddito e alle disparità ad essa connesse. 17/10/2012 Milano perché…. 6 •In merito alle nostre elaborazione dai dati relativi al Censimento, abbiamo analizzato il bilancio demografico della popolazione, l’andamento della popolazione per coorte di generazione e per zona, e infine l’impatto della popolazione straniera. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli forniti dall'Ufficio di Statistica comunale sui servizi erogati dal Comune. Questo tipo di confronto ci permetterà di mettere in evidenza la distribuzione spaziale delle scuole pubbliche per livello nelle varie zone milanesi. •Oltre al numero di scuole, si analizzerà anche il numero di dotazioni e spazi pubblici destinati ai giovani. Per effettuare questa analisi abbiamo realizzato un censimento distinto per zona, delle strutture sportive comunali (anche quelle gestite da associazioni e cooperative), dei centri di aggregazione giovanili, delle biblioteche pubbliche e degli archivi, dei consultori famigliari e delle strutture mediche pubbliche dedicate ai giovani. Anche in questo caso il numero di strutture sarà messo a confronto con il numero di giovani appartenenti alle coorti in età scolastica (0-14 , 15-19) che vivono in prossimità dei centri censiti. •Lo scopo di queste elaborazioni è quello di verificare la qualità della vita dei soggetti giovani in una determinata area e di esaminare la presenza o meno di relazione tra quelle che noi abbiamo chiamato “fughe” da parte dei giovani da alcune zone e l’offerta dei servizi presenti. Come sarà argomentato nelle prossime pagine, la coorte interessata dalla fuga non sarà prettamente quella dei giovani interessati dai servizi adolescenziali, ma sarà la coorte dei giovani adulti, ovvero di chi decide di creare una famiglia per proprio conto ed è influenzato dal livello di servizi offerti e di cui potrà beneficiare nel futuro. 17/10/2012 Metodologia 7 17/10/2012 Come varia la composizione della popolazione milanese Grafico 1: Andamento demografico per coorte - Anni 2002-2011 400000 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 0 0-14 Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat 15-19 20-39 2002 2006 40-59 2010 60-74 75> 2011 8 TAB 1: Distribuzione popolazione straniera per coorte Nostre elaborazioni. Fonte DemoIstat 2001 2011 GRAFICO 2: Distribuzione % popolazione straniera per coorte 35 30 Totale stranieri Totale stranieri 0-14 119.474 15.373 168.259 39.953 15-19 40.393 3.597 49.249 9.502 20-39 319.949 43.513 322.967 97.520 10 40-59 313.269 20.472 388.872 79.186 5 60-74 247.945 2.933 234.937 9.008 75> 127.591 1.393 159.826 1.686 Totale 1.168.621 87.551 1.341830 236.855 17/10/2012 Distribuzione popolazione straniera 25 20 15 0 0-14 15-19 20-39 40-59 2001 60-74 75> POP TOT 2011 9 TAB 2: Saldo migratorio popolazione italiana per zona per clasi decennali 2011 8446 7808 8922 14729 17921 14589 14667 13727 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 2 2001 8435 7879 14136 19912 16135 17267 17283 13173 2011 9891 8659 9780 15656 19463 15646 15839 14456 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 3 2001 8961 8194 13677 20795 17246 18706 18186 14820 -500 684 -117 -1511 -1553 -2829 -2942 -627 1043 593 -1991 -1546 -2600 -3556 -302 1586 1979 -1332 -1600 -2867 -3730 2011 10428 9074 9949 16555 20940 16163 16098 16614 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 4 2001 9510 8779 14578 22429 17723 18692 20829 17433 2011 8172 7369 9324 13549 16447 12911 13228 13529 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 5 2001 7633 7590 12787 18069 14123 15356 16834 11243 2011 9747 9185 10139 15589 19856 16139 17037 17721 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 6 2001 9552 9282 15503 22290 17930 19877 22009 16155 -436 1170 1977 -1489 -1560 -2594 -4215 -264 1734 762 -1622 -1212 -2128 -3305 -367 857 86 -2434 -1791 -2840 -4288 2011 11497 11497 11288 16727 22921 18540 19129 19148 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 7 2001 11794 11794 11058 25476 20344 22143 23614 17165 2011 12058 11389 11376 17689 24037 19591 19779 20809 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 8 2001 11522 10983 17726 25588 21149 22734 25622 20037 2011 10965 10041 11181 18464 22564 18703 18402 17426 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 9 2001 10550 10428 17420 24488 20060 21175 21522 16611 -297 -506 5669 -2555 -1804 -3014 -4466 -133 393 -37 -1551 -1558 -2955 -4813 11/12/2012 2011 8175 7429 7296 10078 13761 11081 11152 8939 ∆ 0-9 10 - 19 20 - 29 30 - 39 40 - 49 50 - 59 60 - 69 70 - 79 zona 1 2001 7929 6612 10195 15272 12634 13981 11881 8885 -509 753 1044 -1924 -1357 -2773 -4096 10 11/12/2012 Variazione popolazione per zona Grafico 5: Variazione popolazione per zona 50000 40000 30000 20000 10000 0 ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 4 ZONA 5 ZONA 6 ZONA 7 ZONA 8 ZONA 9 -10000 -20000 11 Δ (2011-2001) 2011 Già molto studiosi si sono occupati della dimensione sociale dei quartieri milanesi, individuandone alcuni con attrattiva ascendente – come le ex aree industriali della zona 9 (es. Pirelli-Bicocca, Comasina, ecc.) o della zona 3 (es. Via Rubattino ex Innocenti-Maserati) dove sia i privati che gli attori locali sono intervenuti per migliorare l'area – altri con attrattiva discendente, in cui ad un miglioramento delle opportunità di mobilità e di vicinanza al centro non ha corrisposto un eguale miglioramento delle condizioni abitative. È il caso di alcuni quartieri della zona 7 (es. San Siro) o della zona 8 (es. Quarto Oggiaro) in cui la scarsa qualità delle abitazioni e la presenza di tipologie di gruppi sociali emarginati (abusivi, clandestini) inficiano pesantemente l’immagine data dall'area. È stato dimostrato nell'ambito della ricerca sulla distanza sociale a cui abbiamo già fatto riferimento, che tra le ragioni che possono incidere sulla scelta delle frequentazioni e soprattutto sulla scelta di chi escludere dalle proprie amicizie, l’aspetto culturale, gli ideali e le scelte politiche sono considerate molto importanti, mentre nell’imaginario dell’intervistato sono la posizione sociale e la zona di abitazione quei fattori in grado di influenzare gli altri ad escluderlo dalle proprie amicizie. Infatti, la stessa ricerca dimostra come il cittadino milanese percepisca la presenza di vere e proprie barriere sociali e culturali legate a diseguaglianze sia in termini di reddito che in termini di appartenenza spaziale e quindi di zona di Milano in cui vive. 17/10/2012 Distanze sociali 12 17/10/2012 Disuguaglianze economiche 13 17/10/2012 Distribuzione criminalità 14 17/10/2012 Distribuzione scuole 15 Dotazioni dedicate ai giovani Biblioteche e centri doc Sport Consultori 11/12/2012 Grafico 12: Distribuzione dotazioni strutture giovani CAG 120 100 80 60 40 20 16 0 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 Per poter realmente confrontare la dotazione strutturale tra le varie zone di Milano con il movimento migratorio che abbiamo evidenziato nel paragrafo precedente, abbiamo pensato di creare un indice di dotazione strutturale per i giovani. Abbiamo censito il numero di scuole pubbliche dell'obbligo nelle varie zone. Distinguiamo le due coorti di utenti: la coorte compresa tra 0 e 14 anni sarà la coorte di riferimento per gli studenti che frequentano le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie, mentre gli individui della coorte 15-19 saranno il gruppo di studenti delle scuole superiori. Consideriamo: • la densità della prima coorte (data dal rapporto tra la popolazione della coorte 0-14) e la superficie in km2 della zona; • la densità della seconda coorte (data dal rapporto tra popolazione coorte 15-19)/superficie in km2 della zona; • il numero di scuole dedicate alla prima coorte; • il numero di scuole dedicate alla seconda coorte. 17/10/2012 La creazione dell’indice per i giovani 17 17/10/2012 Per costruire il nostro indice poniamo: 1.Sk = gruppi di individui per zona (S1 = zona 1, S2 = zona 2, ecc....) 2.mk = maxk = valore massimo del rapporto. Questo valore ci servirà come dato di riferimento per poter procedere con la normalizzazione. 3.ψ(Sk) = mk/m = rapporto tra densità della popolazione della coorte e numero di scuole normalizzato rispetto al valore massimo. Dal momento che non disponiamo dei valori a livello individuale consideriamo il rapporto creato in base alla densità della popolazione per coorte e il numero delle scuole per le varie zone di Milano. Ci costruiamo un indice perfezionato basato sul valore massimo delle distribuzioni: facciamo una normalizzazione imponendo al valore massimo il valore 1. 18 Fascia 0-14 Sk b a Densit Densit à 15à 0-14 19 c N°scuole (infanzia, primarie, secondarie) d = c/a Fascia 15-19 ψ(Sk) = mk/m e =N°scuol e superiori f =e/b ψ(Sk) = mk/m Zona 1 13,43 3,94 36 2,68 0,35 16 4,06 0,46 Zona 2 14,87 4,33 44 2,96 0,39 3 0,69 0,08 Zona 3 12,07 3,44 40 3,31 0,44 11 3,20 0,36 Zona 4 9,30 2,65 48 5,16 0,68 6 2,26 0,26 Zona 5 5,10 1,48 36 7,06 0,93 13 8,78 1,00 Zona 6 9,99 3,07 49 4,90 0,65 4 1,30 0,15 Zona 7 7,13 2,16 54 7,57 1,00 6 2,78 0,32 Zona 8 9,85 2,89 60 6,09 0,80 12 4,15 0,47 Zona 9 10,88 3,08 54 4,96 0,66 12 3,90 0,44 17/10/2012 Tab 3: Costruzione indicatori scuole pubbliche 19 Tab 4: Costruzione indicatore scuole pubbliche e private b Densità 15-19 Fascia 0-14 Fascia 15-19 c N°scuole d = c/a (infanzia, primarie, secondarie) ψ(Sk) mk/m Zona 1 13,43 3,94 85 6,33 0,49 Zona 2 14,87 4,33 66 4,44 Zona 3 12,07 3,44 74 Zona 4 9,30 2,65 Zona 5 5,10 Zona 6 = e =N°scuole superiori f =e/b ψ(Sk) mk/m 54 13,71 1,00 0,34 15 3,46 0,25 6,13 0,48 21 6,10 0,45 69 7,42 0,58 10 3,77 0,28 1,48 49 9,61 0,74 14 9,46 0,69 9,99 3,07 69 6,91 0,54 10 3,26 0,24 Zona 7 7,13 2,16 92 12,90 1,00 8 3,70 0,27 Zona 8 9,85 2,89 83 8,43 0,65 14 4,84 0,35 Zona 9 10,88 3,08 78 7,17 0,56 13 4,22 0,31 = 17/10/2012 a Densità 0-14 20 •Per avere ora un’idea più di ampio respiro rispetto alle dotazioni dedicate ai giovani costruiamo una tabella in cui riportiamo un confronto degli indici creati allo stesso modo di come già fatto per l’area scolastica relativi a tutte le aree prese in considerazione: area scuola, area cultura (biblioteche, centri documentazioni, CAG; centri sportivi, centri sanitari con sportelli dedicati ai giovani). •Rispetto a quanto si diceva in precedenza sulle considerazioni della qualità della vita delle diverse zone di Milano, possiamo osservare come la zona 1, cioè la zona centrale sia la più dotata nel settore scolastico e in quello culturale, mentre risulta scarsamente dotata di attrezzature sportive pubbliche e di centri di aggregazione giovanile. Tuttavia sappiamo che nella zona 1 risiedono prevalentemente famiglie con redditi medio-alti e alti, per cui i giovani dell’area possono certamente accedere alle strutture di tipo privato. La situazione è invece più complicata se si osservano i valori bassi o addirittura bassissimi della zona 3, della zona 6, come della zona 8 e 9 in quasi tutti gli indicatori: in questo caso la situazione potrebbe essere più grave perché vorrebbe dire esclusione dalle infrastrutture dedicate ai giovani e quindi disadattamento ed esclusione sociale. 17/10/2012 Non solo scuole 21 Gruppi Sk Indice Scuola Indice Cultura Indice Sport Indice CAG Indice Counselling S1 = Zona 1 1,00 1,00 0,04 0,045 0,357 S2 = Zona 2 0,39 0,06 0,22 0,222 0,161 S3 = Zona 3 0,61 0,19 0,27 0,275 0,399 S4 = Zona 4 0,56 0,09 0,39 0,389 0,518 S5 = Zona 5 0,95 0,25 0,53 0,529 0,941 S6 = Zona 6 0,51 0,08 0,74 0,741 0,237 S7 = Zona 7 0,83 0,14 1,00 1,000 1,000 S8 = Zona 8 0,66 0,13 0,79 0,790 0,486 S9 = Zona 9 0,57 0,18 0,44 0,444 0,000 17/10/2012 TAB 5: confronto dotazioni per area per zona 22 17/10/2012 Per verificare se esista una relazione tra le dotazioni e gli spostamenti demografici rilevati in precedenza, andiamo ad osservare la variazione del numero di scuole negli anni 2001 e 2011 e la confrontiamo graficamente con la variazione della popolazione che abbiamo visto essere la più propensa alla fuga, ovvero la popolazione appartenente alla coorte 20-39, possiamo vedere che l’andamento è pressoché simile: dove la variazione ha il segno negativo sul numero delle scuole riscontreremo uno stesso segno per la variazione della popolazione della nostra coorte di riferimento. 23 Variazione percentuale scuole e popolazione coorte 20-39 Grafico 13: variazione percentuale scuole e persone 70,00 11/12/2012 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 -10,00 -20,00 -30,00 ∆ scuole % ∆popolazione 24 TAB. 6 Statistiche descrittive Media Dev.std Minimo Massimo 1° Quartile Mediana 3° Quartile Curtosi Asimmetria Covarianza (R,I) Correlazione (R,I) Covarianza (R,N) Correlazione (R,N) Covarianza (I,N) Correlazione (I;N) I= indice medio dotaz N= variaz pop (10-19) 0,47 0,39 -4,32 1,55 0,15 1,71 -2,87 0,17 -7,43 2,80 0,61 -1,15 0,25 0,31 -4,82 0,78 0,32 -4,29 1,47 0,56 -3,46 1,35 -1,44 0,67 -0,91 0,21 -0,11 17/10/2012 R=reddito 0,029981481 0,131019477 1,422269136 0,535252705 0,062114815 0,246381139 25 A livello nazionale e regionale sono diverse le politiche che si possono attuare per contrastare l’esclusione sociale dei giovani a partire dalla creazione di un sistema scolastico egualmente distribuito e in grado di fornire quanto più possibile le medesime possibilità a tutti gli studenti frequentanti. Più rari sono gli esempi di politiche applicate nei contesti urbani, esempio di queste sono i progetti “Education Action Zones”, “Excellence in Cities initiatives”, “Connexions and Full Service Extended Schools” messi in atto negli ultimi anni da alcune città inglesi con l’obiettivo di valutare e migliorare l’accesso all’istruzione per le varie categorie di popolazione. Tramite questi progetti le municipalità interessate hanno potuto osservare come il livello di istruzione fornito dagli istituti non fosse lo stesso tra le varie aree della città, come su questa distribuzione spaziale incidesse la reputazione distintiva dell’area e, infine, come questo si ripercuotesse sui percorsi di vita degli studenti. Analisi di questo tipo sono molto legate agli aspetti qualitativi e ai rendimenti degli studenti. Per raggiungere simili risultati, si potrebbero osservare le valutazioni dei test INVALSI e delle indagini PISA nelle varie strutture scolastiche del territorio di Milano e indagarne così l’aspetto qualitativo dei servizi erogati e indagare gli effetti della “reputazione” della zona sul rendimento degli studenti. Altre politiche promosse a vari livelli si basano sulla diffusione di pratiche partecipative a contrasto dell’esclusione sociale. Si tratta di politiche attive, quali quelle promosse dal progetto “Tackling Poverty Together – the Role of Young People in Poverty Reduction”, che di recente sono state anche suggerite dalla Banca Mondiale e dall’ONU non solo per tutelare la popolazione più giovane e allontanarla da povertà materiale e immateriale, ma anche per promuovere il ruolo dei giovani da policy users a policy makers. 17/10/2012 Le politiche già messe in atto 26 Pensiamo all’utilizzo del bilancio generazionale e quindi alla sperimentazione di strumenti innovativi per la misurazione delle disparità nell’erogazione dei servizi e di valutazione delle azioni messe in atto per la tutela dei diritti della popolazione più giovane e a tutela anche di chi sarà giovane dopo di loro e quindi delle future generazioni. Lo strumento inoltre consentirebbe un intervento massiccio a favore della partecipazione attiva dei giovani quale percorso necessario da seguire a contrasto dell’esclusione sociale. Il metodo applicato è duplice: da un lato i conti generazionali, già applicati per il funzionamento dei bilanci statali e di grandi organizzazioni come il FMI, consentiranno all’ente di individuare lo squilibrio fiscale presente tra le diverse coorti di generazioni, dall’altro lato ci sarà una matrice creata ad hoc sul modello di quella del bilancio di genere in cui saranno riportati gli interventi attuati di cui beneficiano le diverse coorti di generazioni o che saranno sostenute, dal punto di vista fiscale, da una coorte in particolare: questo particolare aspetto diventa maggiormente utile per il Comune se si considera che l’invecchiamento della popolazione e quindi l’aumento riscontrato nelle pagine precedenti della popolazione appartenente alle coorti più adulte si traduce per l’ente da un lato in un aumento della domanda di servizi relativi al Welfare cittadino (ad es. assistenza sanitaria) e dall’altro in una diminuzione delle entrate da lavoro (addizionale comunale IRPEF). 17/10/2012 Il bilancio generazionale 27 TAB 5: Matrice bilancio generazionale COORTI k ( ≤ 15) j (15 – 19) Servizi Strutture Erogazioni dirette Servizi Finanziamenti Interventi capitale umano e ambiente Tot Spesa 17/10/2012 Erogazioni indirette a (20 – 39) m (40 – 59) o (60 – 740) v ( ≥ 74) 28 L’analisi del contesto serve a comprendere l’andamento demografico e le esigenze delle varie coorti di generazioni in base alle macro-aree di indagine selezionale (area persona e famiglia, area sviluppo economico, area personale e governance). Le analisi dell’ offerta di servizi, di erogazioni dirette e dei servizi mirati all’accrescimento del capitale umano, è utilizzata in un primo tempo come metodologia di riclassificazione del bilancio comunale e a consuntivo, come strumento per influenzare il prossimo bilancio preventivo e, quindi, le scelte politiche. L’analisi della domanda, invece, sarà effettuata tramite azioni partecipative con la cittadinanza. Per individuare il livello di equità si utilizzeranno i conti generazionali e appropriati indicatori di rapporto di spesa per la programmazione e pianificazione, per l’analisi del contesto e della domanda di servizi, per l’analisi dell’offerta di servizi, per l’analisi del bilancio. Il dato numerico di tali indicatori, prodotto al termine di ogni fase, riassume i risultati delle varie fasi di analisi e le indirizza verso il risultato finale che si vorrà ottenere. In questo senso, la misurazione della sostenibilità tra le generazioni richiede l’utilizzo di diverse tipologie di dati a seconda che si considerano «trasferimenti agli enti» o «Trasferimenti diretti ai beneficiari». 17/10/2012 Come funziona 29 , , = , , 17/10/2012 L’EFFICIENZA GENERAZIONALE Dove: GEk,v indica il livello di efficienza generazionale raggiunta al momento t nei confronti della popolazione della coorte k rispetto alla spesa per la popolazione della coorte v. Sk indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte k Sv indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte v Pt,k indica la numerosità degli individui della coorte k riferito al tempo t Pt,v indica la numerosità degli individui della coorte v riferito al tempo t 30 Le politiche di contrasto alla povertà urbana e all’esclusione sociale possono essere diverse e interessare in maniera particolare differenti categorie di individui. In questo paper ci siamo occupati in maniera prevalente della categoria dei giovani, quale categoria sulla quale occorre intervenire con decisione per limitare i danni di politiche antigenerazionali perpetrate nel tempo. La scelta di analizzare il particolare collegamento tra le strutture di tipo educativo e ricreativo è stato la conseguenza naturale proprio della decisione di occuparci dei giovani. Sarebbe stato riduttivo infatti fermarci all’analisi economica – reddituale, sapendo quanto anche questo tipo di dotazioni possono influenzare, in bene come in male, la crescita e le occasioni di vita future di un giovane. In questo senso Milano ha potuto rappresentare una perfetta città/tipo da analizzare dal momento che presenta profonde diversità, sociali economiche e ambientali, tra centro e periferia sia per via delle commistioni culturali con gli immigrati provenienti da altre parti di Italia e non solo, sia per i diversi interventi di riqualificazione effettuati negli anni. Infine la città di Milano si è rivelata essere una scelta positiva per questo studio perché presenta a livello demografico un’evidenza nel movimento di fuga dei giovani dai contesti urbani. Sicuramente lo studio presentato non fornisce spiegazioni esaustive in merito ai mutamenti demografici della città, dal momento che tralascia importanti aspetti quali l’andamento del tasso di natalità o la destinazione finale di chi decide di uscire dalla città. Tuttavia si è voluta evidenziare una possibile relazione tra le dotazioni infrastrutturali dedicate ai giovani e quindi dedicate, in maniera diretta, al welfare delle famiglie, in modo da suggerire la diffusione di nuove policy e di pratiche sperimentali e non che vedano il cittadino giovane non come un semplice destinatario di interventi ma come un attore del cambiamento. 17/10/2012 CONCLUSIONI 31 17/10/2012 Nel prossimi lavori indagheremo in un primo tempo l’andamento della trasmissione intergenerazionale della povertà ovvero ci preoccuperemo di come la povertà diventi un’eredità tramandata da padre in figlio e di come questo possa essere un problema specie in Paesi la cui condizione economica è particolarmente delicata come per i Paesi GIPS (Grecia, Italia, Portogallo, Spagna). Infine ci occuperemo di politiche a favore dell’equità intergenerazionale e intragenerazionale quali politiche che possono essere di certo un mezzo di contrasto per la povertà dei giovani di oggi e delle future generazioni ma che avranno anche l’obiettivo di controllare l’andamento del debito pubblico dei Paesi e tutelarli quindi da crisi gravi come quella attuale. 32 17/10/2012 Grazie per l’attenzione!!! 33