testo dottorato -ita - Fondazione Welfare Ambrosiano

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testo dottorato -ita - Fondazione Welfare Ambrosiano
“Povertà urbana e
deprivazione dei
giovani nella città di
Milano”
Federica Roccisano
Ph.D. Student Catholic University Milan
“Povertà urbana e deprivazione dei giovani nella città di Milano”
Federica Roccisano
Ph.D. Student Catholic University Milan
[email protected]
Abstract
Il paper si occupa di indagare gli effetti della povertà urbana tra i giovani e dei legami tra
l’accesso alle strutture dedicate ai giovani e l’esclusione sociale. L’articolo fa particolare
riferimento al contesto della città di Milano.
In particolare, nella prima parte ci occuperemo dei mutamenti demografici che hanno
interessato le diverse zone della città di Milano negli ultimi dieci anni tenendo in considerazione sia
l’aspetto relativo alle coorti di generazioni che la presenza della popolazione straniera. In seguito,
nella seconda parte, questi mutamenti saranno messi in relazione con la distribuzione spaziale
delle strutture educative, ricreative e culturali dedicate ai giovani.
Infine nella parte conclusiva sarà suggerito un particolare strumento di policy per intervenire
nella diminuzione delle diversità presenti tra le varie zone, accrescere il coinvolgimento dei giovani
alla vita della città e diminuirne l’esclusione sociale.
Keywords: urban poverty, education, equity, generational accountability.
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Summary
I mutamenti economici, culturali, sociali e ambientali degli ultimi anni, hanno fatto si che la società
sempre più globalizzata e sempre più legata al consumo fine a se stesso, abbia modificato nettamente
l'idea di benessere e di soddisfazione dell'individuo. Pertanto riuscire a definire il livello di reddito di cui un
soggetto ha bisogno per non percepirsi povero diventa difficile, non tanto per ragioni di calcolo, ma quanto
perché l’idea di benessere non è più legata solo agli aspetti materiali, ma a tutta una serie di bisogni e
desideri non sempre monetizzabili. All'interno del presente articolo ci preoccuperemo principalmente della
povertà urbana e, quindi, di tutte quelle tipicità di povertà e deprivazione che possono interessare il
cittadino.
Una città può essere fonte di occasioni sociali e di opportunità o, al contrario, essere un ostacolo alla
loro realizzazione o, addirittura, comportare l'esclusione dell'individuo da una “normale vita sociale”.
Alcune forme di povertà, inoltre, possono essere il risultato di processi urbani miopi perpetrati nel tempo e
in cui l'individuo non è stato partecipe1. In tal senso anche la partecipazione attiva del cittadino, intesa
come collaborazione del cittadino alle politiche della propria città, diventa occasione sociale e azione
politica di contrasto alla povertà: anche chi vive in stato di disagio, infatti, deve poter esprimere il proprio
pensiero. In questo modo da un lato il cittadino partecipe eviterà così di entrare nelle sacche di
emarginazione sociale e di disadattamento, dall’altro apportando il proprio contributo parteciperà al il
miglioramento della zona in cui vive 2.
La scelta di indagare l'aspetto urbano della povertà e della deprivazione è strettamente collegato
all'obiettivo di chi scrive di individuare nuovi strumenti di policy e di partecipazione del cittadino in grado di
sostenere le fasce povere e/o deprivate delle loro opportunità per uscire da situazioni di stigma. Per
raggiungere questo obiettivo diventa necessario indagare su diverse dimensioni della povertà: la
dimensione infrastrutturale, ovvero il livello di servizi privati e pubblici a cui può accedere il cittadino, la
dimensione socio-economica, cioè il livello di opportunità presenti, la dimensione abitativa e, non ultima, la
dimensione puramente economica e reddituale3.
Quest'ultima deve essere intesa in maniera decisamente allargata, facendo riferimento al problema sia
dell'occupazione che della sottoccupazione legata alle specificità del contesto urbano, dell'instabilità
lavorativa e delle possibilità di mobilità, della qualità del lavoro e delle esigenze di vita4. La scelta di
ampliare l'orizzonte delle deprivazioni di carattere economico e quindi di superare l'aspetto della
misurazione del reddito, dipende dalle criticità legate al concetto di povertà esclusivamente monetaria.
Diverse teorie nel corso degli anni hanno dimostrato che il reddito non può essere un indicatore sufficiente
per la misurazione delle risorse disponibili per un individuo. Da metà del ‘900 in poi infatti sono state
diverse le alternative proposte per fornire un idea più ampia della deprivazione. È possibile affermare che la
svolta decisiva nell’accezione della povertà si ha con il lavoro di Townsend e con la sua idea per cui la
povertà fosse oggettivamente definibile solo in termini di privazione relativa: “persone, famiglie, gruppi di
popolazione possono essere considerati poveri quando mancano di risorse per raggiungere quei tipi di
alimentazione, partecipare a quelle attività ed avere quelle condizioni di vita e comodità che sono abituali o
almeno largamente incoraggiati ed approvati nella società alle quali appartengono.”5 Tuttavia il contributo
1
Pieretti, 1991
Duncan, 2009
3
Chiappero-Martinetti, Nuvolati, 2011
4
Baldini, Bosi, 2007
5
Townsend, 1979
2
2
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
che maggiormente ha rappresentato la presa di distanza dalla visione puramente monetaria è quello dei
basic needs di Amartya Sen che, pur riconoscendo il ruolo del reddito quale indicatore di deprivazione,
focalizza la sua attenzione sulla qualità della vita e sulle libertà di vita dell’individuo6.
Oltre alle questioni di carattere teorico, ci sono anche diverse ragioni di tipo statistico sull’uso esclusivo
dell’indicatore reddito che diventano ancor più rilevanti se si considera la dimensione urbana. Innanzitutto
diventa complicato o parzialmente affidabile reperire informazioni relative al reddito: difficilmente si riesce
ad avere il dettaglio dei percettori di reddito di una dimensione comunale; nel caso in cui si sceglie la
metodologia del reperimento dati tramite questionario, ci possono essere errori di misura generate da
asimmetrie informative, per cui l'individuo può in maniera più o meno intenzionale dichiarare informazioni
incomplete. Un altro problema è legato alla incapacità del reddito di misurare il grado di soddisfacimento
dell'individuo rispetto ad un determinato standard di vita che sarà sicuramente soggettivo e può essere
anche legato a disponibilità economiche non provenienti dal reddito, ma da processi di lungo periodo come
eredità, rendite di capitali, risparmi accumulati nel tempo, risorse provenienti da economie informali7.
Povertà erischiopovertà neigiovani
Con lo scopo di individuare una particolare tipologia di soggetto in difficoltà, si è deciso di focalizzare
l'attenzione dell'analisi su una categoria particolare di soggetti che vivono in città, ovvero quella delle fasce
più giovani.
I giovani oggi sono considerati una categoria particolarmente delicata soprattutto nei Paesi cosiddetti
sviluppati in cui il debito pubblico, l’invecchiamento della popolazione, la scarsità di posti di lavoro hanno
raggiunto livelli così patologici da poter affermare che per la prima volta dalla fase post industriale in poi i
giovani di oggi vivono in condizioni peggiori rispetto ai propri genitori8. Si pone così all’evidenza dei
ricercatori la necessità di una visione generazionale del problema della povertà intesa come diseguaglianza
di carattere intragenerazionale, che fa si che ci siano diverse condizioni di reddito e di benessere tra
soggetti della stessa generazione, che di carattere intergenerazionale per cui i giovani di oggi risultano
essere mediamente meno ricchi dei giovani di ieri9.
Definiamo quindi urban youth, quella gioventù che vive nelle città e che in modo maggiore, rispetto ai
coetanei che vivono nelle zone rurali, vive il mutamento e anche la disuguaglianza. Lo spazio urbano infatti
influenza ed è a sua volta influenzato dai mutamenti sociali: è il luogo dove il tessuto sociale si può
indebolire o rafforzare a seconda delle interazione e può essere fonte di opportunità o restrizione per chi vi
abita10. Da ciò l'idea che lo spazio urbano possa condizionare il giovane oggi verso il tipo di adulto che sarà
domani11. La presenza o meno di strutture funzionali come gli istituti scolastici, centri di aggregazione
giovanile, biblioteche, strutture sportive e anche strutture sanitarie, può condizionare la crescita del
giovane e farlo diventare o meno un adulto affermato professionalmente, responsabile e partecipe allo
sviluppo del proprio contesto urbano.
All'interno della stessa città si possono creare visioni e modi di vivere completamente differenti: la vita
nelle periferie è quasi sempre stigmatizzante e tende a riprodurre nei giovani lo status di povertà e di
emarginazione tipici della zona, mentre chi ha la fortuna di nascere e vivere nelle zone centrali ha maggiori
6
Sen, 2006
Bozzon, Degasperi, Marzadro, Podestà, 2007
8
Ambrosi, Rosina, 2009
9
Roccisano, 2011
10
Nuvolati, 2011
11
Jones, Wallace 1992
7
3
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
possibilità di accedere e usufruire di opportunità sociali ed economiche. Chi proviene da famiglie abbienti,
ancora, può vivere la città a prescindere dagli spazi pubblici, può partecipare ad attività educative o
semplicemente ricreative senza preclusione, privilegiando anzi gli spazi privati. I soggetti più deboli sono
costretti invece ad accontentarsi di quello che la città gli offre in maniera gratuita o convenzionata. Qualora
i servizi offerti fossero scarsi sia dal punto di vista quantitativo che soprattutto dal punto di vista qualitativo
gli effetti sui giovani potrebbero essere diversi: una scarsa integrazione dei giovani poveri o deprivati,
spesso spinge loro verso comportamenti negativi (criminalità, dispersione scolastica)12.
La città, quindi, non produce per i giovani stessi standard di vita e stesse opportunità, ma anzi è il luogo
in cui negli ultimi anni la mobilità sociale ha raggiunto livelli molto bassi13. Le situazioni di partenza, quindi,
giocano un ruolo essenziale dal momento che determinano non solo le opportunità dell'individuo ma anche
il livello di relazione che questo riesce ad instaurare con gli abitanti delle altre zone. Chi parte da un
quartiere deprivato può diventare un escluso da opportunità e relazioni positive solo perché vive in quel
determinato quartiere .
Dal punto di vista sociologico un’analisi di questo tipo richiama la metodologia della Scuola di Chicago
dei primi anni del '900 che si basa sull'esistenza di cosiddette “aree naturali” o habitat delle diverse
tipologie di abitanti della città . Emblematico a tal proposito è l’esempio più classico di Shaw sulle
possibilità e sulle percezioni dei giovani degli slum urbani che osservano le diverse opportunità dei quartieri
più ricchi, comprendono la loro impossibilità di accedere a quelle stesse opportunità e si sentono per
questo obbligati a perpetrare azioni negative talvolta delinquenziali con l’obiettivo di migliorare la loro
posizione sociale14.
Anni dopo Wilson introduce il termine “neighbourhood effects” (effetto quartiere) per evidenziare come
vivere in un contesto disagiato può di certo aggravare il rischio di povertà dell’individuo: le norme sociali,
l’ambiente familiare e la qualità del quartiere in cui si vive può condizionare negativamente lo standard di
vita di chi vi abita15.
Effettoquartiereeeducazionedeigiovani:lasituazioneeuropea
All’idea che il quartiere di residenza abbia effetti sulla crescita dei giovani negli anni si associano ricerche
che analizzano gli effetti delle istituzioni presenti nel quartiere e che interagiscono con il giovane: la
presenza o mancanza di scuole adeguate, parchi, librerie, luoghi di socializzazione, ecc…16. Ma se studi di
questo tipo sono ormai consolidati negli Stati Uniti, in Europa possiamo dire che si tratta di un filone di
ricerca ancora molto giovane e che ha interessato principalmente i Paesi del Nord Europa. Garner e
Raudenbush hanno analizzato l’effetto quartiere considerando il livello di deprivazione sociale nelle
istituzioni scolastiche ed educative di 2.500 giovani in Scozia: anche in contesti familiari non
particolarmente disagiati situazioni di deprivazione spaziale in ambito educativo/scolastico condizionano
negativamente l’apprendimento e quindi le possibilità di occupazione nel futuro17. Allo stesso modo
Andersson studiando la condizione degli adolescenti in Svezia evidenzia la presenza di diverse categorie di
effetti di quartiere associati all’ambiente educativo e destinati a riflettersi nel futuro in contesti
12
Andreson Moore, 2009
Foroohar, 2011
14
Shaw, 1930
15
Wilson, 1987
16
Galster et al, 2007
17
Garner, Raudenbush, 1991
13
4
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
professionali18. Kaupinenn relativamente al caso urbano di Helsinki fa un ulteriore passo in avanti arrivando
a concludere che l’ambiente educativo è certamente uno dei mezzi attraverso cui si manifesta l’effetto
quartiere tanto da condizionare il giovane nel completamento o meno della scuola secondaria19.
In merito proprio al collegamento tra ambito educativo e povertà, tra le ricerche è opportuno fare
riferimento ai recenti studi condotti da Raffo presso l’Università di Manchester, il quale ha realizzato un
diagramma (figura 1) rappresentativo di come la povertà possa influenzare l’educazione di un giovane e di
come particolari sistemi educativi siano in grado a loro volta di incidere sulla povertà dell’individuo20.
Questo studio dimostra come i giovani, allo stesso modo delle minoranze etniche, siano diventati soggetti
particolarmente esposti alle povertà e come queste povertà si manifestino, anche attraverso le possibilità
di accesso a particolari tipi di educazione e quindi nella riduzione delle opportunità di accedere a particolari
risorse o livelli professionali.
Figura 1
Povertà
(svantaggio, deprivazione, diseguaglianza socio
economica)
Risorse Materiali / Risorse
Fisiche
- Materiale per
l'insegnamento
- Risorse economiche
- Salute mentale e fisica
- Infrastrutture
- ...
Opportunità - Strutture
- Pregiudizi e stigma
- Risorse per accedere a reti sociali, credito
finanziario
- Carriera scolastica /curriculum
- Integrazione sociale
- Governance e partecipazione attiva
- ...
Cultura
- Identità
- QI
- Linguaggio
- Capacità cognitive
- Valori e attitidini
- Capitale culturale
- ...
Interazioni del contesto.
interventi di policy
Rendimento
scolastico
Possibiltà nella vita
18
Andresson, 2004
Kauppinen, 2008
20
Raffo, Dyson, Gunter, Hall, Jones, Kalambouka, 2009
19
5
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
La situazione, ancora una volta, è più grave per i giovani che vivono nelle città: episodi di esclusione
sociale legate alle capacità di reddito della famiglia di origine possono generare atteggiamenti
delinquenziali e anche bassi rendimenti scolastici21. Ancora gli studi condotti da Sibley evidenziano come
anche nelle città inglesi la povertà e l’esclusione sociale dei giovani sia determinata oltre che dal luogo in
cui si vive anche dal quartiere cittadino in cui il giovane frequenta le scuole22. Addirittura Bauder descriveva
fenomeni simili con il termine “esclusione culturale” per evidenziare come il peso della reputazione di un
determinato istituto scolastico possa incidere negativamente nella vita di un giovane riducendone le future
opportunità di vita23.
Introduzione
All'interno del presente articolo saranno prese in considerazione le forme di “deprivazione sociale”24 che
possono interessare oggi i giovani nel contesto urbano e che riguardano in modo particolare l’accesso
all’istruzione, agli spazi ricreativi e culturali nonché agli spazi sanitari ad essi dedicati. L’area di riferimento
individuata è la Città di Milano.
Il paper si articola in tre sezioni. Nella prima parte sarà fatta un’analisi dei mutamenti demografici
registrati nel Comune di Milano negli ultimi dieci anni. In questa parte ci occuperemo di osservare la
distribuzione della popolazione nelle nove zone di Milano facendo riferimento oltre che al dato
demografico ad ulteriori indagini già condotte sul territorio che descrivono alcuni aspetti qualitativi delle
diverse zone.
Nella seconda parte ci occuperemo delle strutture dedicate ai giovani di Milano e di come queste siano
distribuite tra le zone. In questa parte, oltre ad evidenziare le diversità tra le zone centrali e le zone
periferiche, proveremo inoltre ad individuare una relazione tra le fughe delle coorti di generazioni giovani
da alcune zone di Milano e la dotazione, o sotto-dotazione, di strutture scolastiche o ricreative.
Nella terza parte infine sarà suggerito lo strumento del bilancio generazionale quale strumento di policy
per il Comune di Milano per migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi per i giovani, intervenire a
contrasto dell’esclusione sociale e riuscire a diminuire il flusso di persone in uscita da Milano.
21
Cauce, A., Stewart, A., Rodriguez, M., Cochrane, B. & Ginzler, J. , 2003
Sibley, 1995
23
Bauder, 2002
24
Townsend, 1987
22
6
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
1. Il caso di Milano: nuovi indicatori di distribuzione della povertà
Tra le città italiane si è deciso di analizzare il caso della città di Milano ritenuta particolarmente
interessante per la molteplicità di soggetti diversi che vi abitano e per la dimensione economica e
demografica che la avvicina alle grandi metropoli europee cui è stato fatto riferimento nella parte
introduttiva. Anche nel contesto urbano di Milano i giovani occupano una posizione di svantaggio e spesso
sono costretti a rivolgersi al terzo settore per chiedere cibo o altri tipi di sostentamento economico. Se si
prende in considerazione la Caritas, una delle organizzazioni sociali più presenti in Italia, vedremo che chi
richiede i servizi Caritas di Milano è prevalentemente giovane: un terzo del totale (36,8%) ha meno di 35
anni, un ulteriore terzo (il 29,1%) ha tra i 35 e i 44 anni. La percentuale degli over 65 è invece pari al 2,9%25 .
Per la realizzazione di questo paper si farà riferimento ad alcuni dati elaborati da chi scrive sulla base dei
dati dell'ultimo Censimento della popolazione e delle famiglie condotto dall’ISTAT nel 2011 e su dati forniti
dall'Ufficio di Statistica del Comune di Milano. Inoltre si è fatto riferimento alle indagini condotte tramite
questionario nell'ambito della ricerca “La Distanza Sociale in alcune aree urbane in Italia”, con specifico
riferimento al caso di Milano26 , alle elaborazioni della banca dati AMERICA nell'ambito della ricerca “Gli
Spazi della Povertà”27 e alla ricerca “RESTATE – Restructuring Large-Scale Housing Estate in European Cities:
Good Practices and New Vision for Suistanable Neighbourhoods and Cities” del 200228 . I risultati di queste
ricerche sono stati a più livelli utili per rafforzare alcune considerazioni relative alle zone di Milano con
particolare riferimento alle condizioni abitative dei quartieri, alle percezioni soggettive, alle differenze
sociali e infine alla distribuzione del reddito e alle disparità ad essa connesse.
In merito alle nostre elaborazione dai dati relativi al Censimento è stata realizzata una piccola analisi del
mutamento demografico avvenuto nella città di Milano negli ultimi 10 anni. In particolare abbiamo
analizzato il bilancio demografico della popolazione, l’andamento della popolazione per classe d’età di
generazione e per zona, e infine l’impatto della popolazione straniera. Questi dati sono stati poi confrontati
con quelli forniti dall'Ufficio di Statistica comunale sui servizi erogati dal Comune. Questo tipo di confronto
ci permetterà di mettere in evidenza la distribuzione spaziale delle scuole pubbliche per livello nelle varie
zone milanesi.
Oltre al numero di scuole, si analizzerà anche il numero di dotazioni e spazi pubblici destinati ai giovani.
Per effettuare questa analisi abbiamo realizzato un censimento distinto per zona, delle strutture sportive
comunali (anche quelle gestite da associazioni e cooperative), dei centri di aggregazione giovanili, delle
biblioteche pubbliche e degli archivi, dei consultori famigliari e delle strutture mediche pubbliche dedicate
ai giovani. Anche in questo caso il numero di strutture sarà messo a confronto con il numero di giovani
appartenenti alle coorti in età scolastica (0-14 , 15-19) che vivono in prossimità dei centri censiti.
Lo scopo di queste elaborazioni è quello di verificare la qualità della vita dei soggetti giovani in una
determinata area e di esaminare la presenza o meno di relazione tra quelle che noi abbiamo chiamato
“fughe” da parte dei giovani da alcune zone e l’offerta dei servizi presenti. I dati risultanti dalle indagini
relativi alla distanza sociale e alla qualità della vita della popolazione milanese serviranno, infine, per fornire
una fotografia quanto più precisa della dimensione socio-economica e simbolica delle varie zone di Milano
e che influenzano i movimenti demografici (in entrata o in uscita dall'area) e che, seguendo l’idea suggerita
da Bauder a proposito degli effetti dell’accesso all’istruzione nella vita dei giovani, possono generare
esclusione sociale, stigma e conseguenze negative nella vita futura del giovane29.
25
Caritas Ambrosiana, 2011
Tacchi, 2010
27
Chiappero-Martinetti, Moroni, Nuvolati, 2011
28
Borlini, Memo, Mugnami, Zajczyk, 2005
29
Bauder, 2002
26
7
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
1.1InfugadaMilano?
La prima notazione che si può fare osservando i dati riguarda i mutamenti demografici nell'area. Come
dimostra il grafico 1, negli ultimi anni la composizione della popolazione milanese è notevolmente variata
vedendo un aumento dell'incidenza degli anziani con più di 75 anni e delle coorti di popolazione più
giovane (0-14 e 15-19).
Grafico 1: Andamento demografico per classi di età - Anni 2002-2011
400000
350000
300000
250000
200000
150000
100000
50000
0
0-14
15-19
20-39
2002
2006
40-59
2010
60-74
75>
2011
Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat
Ma se per la prima fascia di popolazione interessata non abbiamo influenze esterne se non il fisiologico
invecchiamento della popolazione e il miglioramento dell'aspettativa di vita, per l'aumento della seconda
fascia, ovvero di quella più giovane, si deve sottolineare il peso della popolazione straniera. Considerando
infatti la percentuale di popolazione straniera appartenente alle coorti molto giovani (0-14) e giovani (1519) possiamo dire che l'incidenza della popolazione straniera negli ultimi 10 anni è cresciuta notevolmente
e in alcuni casi è raddoppiata. Se i giovanissimi appartenenti alla prima classe d’età sono passati dal 12,87%
del 2001 al 23,74% del 2011, gli appartenenti alla classe d’età 15-19 hanno registrato un movimento
dall'8,91% del 2001 al 19,29% del 2011.
Mentre risultano poco rilevanti i mutamenti della popolazione straniera in età anziana, è interessante
sottolineare come anche la popolazione straniera in età adulta (40-59), e quindi in piena età lavorativa, sia
nettamente aumentata arrivando nel 2011 ad essere il 20,36% della popolazione totale.
0-14
15-19
20-39
40-59
60-74
75>
Totale
TAB 1: Distribuzione popolazione straniera per classe d’età
Nostre elaborazioni. Fonte DemoIstat
2001
2011
119.474
15.373
168.259
39.953
40.393
3.597
49.249
9.502
319.949
43.513
322.967
97.520
313.269
20.472
388.872
79.186
247.945
2.933
234.937
9.008
127.591
1.393
159.826
1.686
1.168.621
87.551
1.341830
236.855
8
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
GRAFICO 2: Incidenza % popolazione straniera per classi di età
35
30
25
20
15
10
5
0
0-14
15-19
20-39
40-59
2001
60-74
2011
75>
POP
TOT
Tuttavia, come dimostrato anche dal grafico 2, la porzione di popolazione straniera maggiormente
rilevante è quella composta dalla classe d’età 20-39 la cui percentuale è passata dal 13,6% al 30,2%. Questo
dato diventa ancor più rilevante se si considera il bilancio demografico interno alla popolazione milanese e
che evidenzia movimenti non solo in entrata a Milano ma anche e soprattutto in uscita.
Osservando la tabella 2 è possibile evidenziare i movimenti migratori della popolazione milanese divisa
per classi di età decennali tra il 2001 e il 2011. La scelta di considerare la classificazione per decenni di età è
legata alla possibilità di osservare i raggruppamenti di popolazione da un decennio all’altro. Si ipotizza
infatti che il soggetto che nel 2001 era stato conteggiato nella classe di età 10-19 nel 2011 dovrebbe
risultare nel conteggio della classe di età successiva (20-29) e così per le altre classi di età. Il saldo e il
calcolo della percentuale hanno quindi lo scopo di evidenziare la presenza di anomalie non collegabili con i
tassi di mortalità registrati in Italia e che per le classi di età giovani sono sempre inferiori allo 0,1%30.
È necessario sottolineare come non tutte le zone milanesi siano interessate dalla stessa diminuzione di
popolazione: il grafico 3 infatti ci illustra la percentuale di spostamenti per zona per coorte di generazione.
Osservando il saldo migratorio della popolazione milanese per classi di età decennali nell’intervallo dal
2001 al 2011 infatti possiamo evidenziare il comportamento quasi del singolo individuo che decide di
cambiare residenza: i soggetti che cambiano residenza sono prevalentemente coloro i quali appartenevano
alla classe di età 30-39 nel 2001 e che oggi sarebbero dovuti far parte della classi di età 40 -49. Non sembra
essere un caso, infine, evidenziare un trend per lo più simile per la classe di età 10-19: questo infatti
favorisce la nostra ipotesi delle migrazioni familiari.
30
Demo.istat.it
9
10
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
TAB 2: Saldo migratorio popolazione italiana per zona per classi decennali
zona 1
zona 4
2001
2011
∆
%
2001
2011
zona 7
∆
%
2001
2011
∆
%
0-9
7929
8175
0-9
9510
10428
0-9
11794
11497
10 - 19
6612
7429
-500
-6,31
10 - 19
8779
9074
-436
-4,58
10 - 19
11058
11288
-506
-4,29
20 - 29
10195
7296
684
10,34
20 - 29
14578
9949
1170
13,33
20 - 29
17608
11099
41
0,37
30 - 39
15272
10078
-117
-1,15
30 - 39
22429
16555
1977
13,56
30 - 39
25476
16727
-881
-5,00
40 - 49
14635
15772
500
3,27
40 - 49
17723
20940
-1489
-6,64
40 - 49
20344
22921
-2555
-10,03
50 - 59
13981
11081
-3554
-24,28
50 - 59
18692
16163
-1560
-8,80
50 - 59
22143
18540
-1804
-8,87
60 - 69
11881
11152
-2829
-20,23
60 - 69
20829
16098
-2594
-13,88
60 - 69
23614
19129
-3014
-13,61
70 - 79
8885
8939
-2942
-24,76
70 - 79
17433
16614
-4215
-20,24
70 - 79
17165
19148
-4466
-18,91
zona 2
zona 5
2001
2011
∆
0-9
8435
8446
10 - 19
7879
7808
-627
20 - 29
14136
8922
30 - 39
19912
40 - 49
%
zona 8
2001
2011
2001
2011
0-9
7633
8172
0-9
11522
12058
-7,43
10 - 19
7590
7369
-264
-3,46
10 - 19
10983
1043
13,24
20 - 29
12787
9324
1734
22,85
20 - 29
14729
593
4,19
30 - 39
18069
13549
762
5,96
16135
17921
-1991
-10,00
40 - 49
14123
16447
-1622
50 - 59
17267
14589
-1546
-9,58
60 - 69
17283
14667
-2600
-15,06
50 - 59
15356
12911
60 - 69
16834
13228
70 - 79
13173
13727
-3556
-20,58
70 - 79
11243
13529
zona 3
∆
%
∆
%
11389
-133
-1,15
17726
11376
393
3,58
30 - 39
25588
17689
-37
-0,21
-8,98
40 - 49
21149
24037
-1551
-6,06
-1212
-8,58
50 - 59
22734
19591
-1558
-7,37
-2128
-13,86
60 - 69
25622
19779
-2955
-13,00
-3305
-19,63
70 - 79
20037
20809
-4813
-18,78
zona 6
2001
2011
∆
0-9
8961
9891
10 - 19
8194
8659
-302
20 - 29
13677
9780
30 - 39
20795
15656
40 - 49
17246
50 - 59
%
zona 9
2001
2011
∆
%
2001
2011
0-9
9552
9747
-3,37
10 - 19
9282
9185
-367
1586
19,36
20 - 29
15503
10139
1979
14,47
30 - 39
22290
15589
19463
-1332
-6,41
40 - 49
17930
18706
15646
-1600
-9,28
50 - 59
60 - 69
18186
15839
-2867
-15,33
70 - 79
14820
14456
-3730
-20,51
∆
%
0-9
10550
10965
-3,84
10 - 19
10428
10041
-509
-4,82
857
9,23
20 - 29
17420
86
0,55
30 - 39
24488
11181
753
7,22
18464
1044
5,99
19856
-2434
-10,92
40 - 49
20060
22564
-1924
-7,86
19877
16139
-1791
-9,99
50 - 59
21175
18703
-1357
-6,76
60 - 69
22009
17037
-2840
-14,29
60 - 69
21522
18402
-2773
-13,10
70 - 79
16155
17721
-4288
-19,48
70 - 79
16611
17426
-4096
-19,03
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Grafico 3: % spostamenti per coorti di generazioni per zona
25,00
20,00
15,00
10 - 19
10,00
20 - 29
5,00
30 - 39
0,00
zona 1
zona 2
zona 3
zona 4
zona 5
zona 6
zona 7
zona 8
zona 9
40 - 49
-5,00
-10,00
-15,00
Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat
Proviamo quindi ad indagare su quali possono essere le ragioni alla base di questi movimenti. Prima di
valutare i punti di forza e i punti di debolezza che possono rendere più o meno attrattiva una zona rispetto
ad un'altra, osserviamo l'andamento della densità di popolazione presente nell'area, in modo da rendere
più oggettivo possibile il confronto tra le dotazioni delle varie zone.
Il grafico 6 mette in evidenza come l'andamento della densità negli ultimi dieci anni sia stato
fondamentalmente similare. Inoltre è facile osservare come la zona 5 e la zona 7 sono le aree più
circoscritte e meno popolose con densità più bassa, mentre le zone a maggiore densità sono le aree più
storiche della città, ovvero la zona 1, la zona 2 e la zona 3.
Grafico 4: Andamento densità popolazione
140
120
100
80
60
40
20
0
Zona 1
Zona 2
Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat
Zona 3
Zona 4
2001
Zona 5
Zona 6
Zona 7
Zona 8
Zona 9
2011
Indubbiamente il mutamento nella composizione demografica milanese non può essere dettato da
scelte dell'individuo di migrare da una zona all'altra o da una città all'altra esclusivamente per ragioni di
opportunità sociali. Negli ultimi anni Milano come gran parte delle città europee ha assorbito al suo interno
11
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
gran parte dell'hinterland il che ha modificato l'assetto della città, riducendo le distanze di quello che una
volta era inteso essere periferia senza però che questa venisse di fatto inclusa nel centro31.
1.2Distanzesociali:criticità epuntidiforzadellezonediMilanoperungiovane
Già molto studiosi si sono occupati della dimensione sociale dei quartieri milanesi, individuandone
alcuni con attrattiva ascendente – come le ex aree industriali della zona 9 (es. Pirelli-Bicocca, Comasina,
ecc.) o della zona 3 (es. Via Rubattino ex Innocenti-Maserati) dove sia i privati che gli attori locali sono
intervenuti per migliorare l'area – altri con attrattiva discendente, in cui ad un miglioramento delle
opportunità di mobilità e di vicinanza al centro non ha corrisposto un eguale miglioramento delle condizioni
abitative. È il caso di alcuni quartieri della zona 7 (es. San Siro) o della zona 8 (es. Quarto Oggiaro) in cui la
scarsa qualità delle abitazioni e la presenza di tipologie di gruppi sociali emarginati (abusivi, clandestini)
inficiano pesantemente l’immagine data dall'area32.
È stato dimostrato nell'ambito della ricerca sulla distanza sociale a cui abbiamo già fatto riferimento, che
tra le ragioni che possono incidere sulla scelta delle frequentazioni e soprattutto sulla scelta di chi
escludere dalle proprie amicizie, l’aspetto culturale, gli ideali e le scelte politiche sono considerate molto
importanti, mentre nell’imaginario dell’intervistato sono la posizione sociale e la zona di abitazione quei
fattori in grado di influenzare gli altri ad escluderlo dalle proprie amicizie33. Infatti, la stessa ricerca dimostra
come il cittadino milanese percepisca la presenza di vere e proprie barriere sociali e culturali legate a
diseguaglianze sia in termini di reddito che in termini di appartenenza spaziale e quindi di zona di Milano in
cui vive34.
In questo paragrafo ci occuperemo di indagare quali sono le diversità presenti tra le aree di Milano in
particolare rispetto ad alcuni precisi aspetti. Un primo gruppo di aspetti, ovvero l’andamento economico e
reddituale delle famiglie e l’aspetto della sicurezza e quindi la distribuzione dei crimini nelle varie zone di
Milano, riguardano l’intera popolazione cittadina, un secondo gruppo farà invece specifico riferimento alla
popolazione giovane e riguarderà la distribuzione spaziale sia delle scuole che delle altre dotazioni
infrastrutturali dedicate proprio ai giovani.
Dal punto di vista economico gli unici dati di cui disponiamo ad oggi sono le rilevazioni condotte dalla
Camera di Commercio di Milano sul consumo delle famiglie milanesi. Da una lettura di questi dati, si evince
facilmente come vi sia una distribuzione diseguale del reddito tra le varie zone della Città. Proviamo ad
evidenziare però come vi siano diversità economiche rilevanti all'interno delle stesse aree.
Infatti, mentre nell’area centrale le sei fasce di reddito sono quasi egualmente rappresentate, con una
maggiore presenza di famiglie appartenenti alla classe di reddito compresa tra i 30.000€ e i 45.000€, nelle
altre aree vi è una presenza rilevante di famiglie appartenenti al ceto medio, con un reddito quindi
compreso tra 15.000€ e 30.000€ e diverse percentuali di famiglie appartenenti alle altre fasce: in periferia
saranno più numerose le famiglie che percepiscono meno di 15.000€ mentre nell’anello del semicentro
sono più numerose le famiglie che superano i 30.000€.
31
Zajczyk, 2003
Borlini, Memo, Mugnano, Zaiczyk, 2005
33
Il questionario chiedeva agli intervistati di dare un punteggio da 4 (massimo) a 1 (minimo) per individuare i fattori
che incidono sui processi di socializzazione con gli altri cittadini. Tacchi, 2010
34
Ivi
32
12
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Grafico 5: Percentuale famiglie per reddito per anelli territoriali
< 15.000
15.000 – 30.000
30.000-45-000
45.000-60.000
> 60.000
n.d.
50,00%
40,00%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
Centro
semicentro
Periferia
Nostre elaborazioni. Fonte Camera di Commercio Milano 2012
Relativamente all’aspetto della sicurezza possiamo usufruire dei dati della cosiddetta “mappa del
crimine di Milano”35 relativa ai crimini commessi nel 2012. Da questa mappa possiamo vedere come, contro
le previsioni, non ci sia un notevole scostamento tra le zone centrale e le periferie sui reati comuni: rapine,
furti e truffe si verificano in maniera quasi indistinta nelle aree di Milano, anzi avvengono in modo maggiore
nelle zone centrali. Al contrario, possiamo riscontrare una notevole diversità osservando invece la
registrazione degli omicidi, verificatisi per la maggior parte nella zona 9 e degli episodi di maltrattamento e
violenza la cui frequenza è più diffusa nelle periferie36.
Grafico 6: Distribuzione criminalità per tipologia per zona - dati 2012
60
violenza sex
violenza
50
varie
truffa
40
sgomberi
rapina
omicidio
30
maltrattamenti
incendio
20
furto
droga
arresto
10
0
zona 1
zona 2
zona 3
zona 4
zona 5
zona 6
zona 7
zona 8
zona 9
Nostre elaborazioni. Fonte Mappa del Crimine Milano 2012
35
La mappa del crimine è un progetto sperimentale di geolocalizzazione dei crimini condotto dal giornalista Daniele
Bellerio a Milano e che registra localmente in maniera automatica tutti i crimini perpetrati a Milano. Ciascun evento
riportato sulla mappa è catalogato secondo diversi criteri, tra cui data e tipologia criminale (furto; rapina;; incendio;
droga; omicidio; violenza; violenza sessuale; maltrattamenti; varie - compresi vandalismo e piccole rivolte. Le voci di
classificazione che riguardano variabili geografiche sono tre: luogo (ovvero la strada e, quando possibile, il numero
civico corrispondente), zona (una delle 9 circoscrizioni comunali di Milano) e cerchia (per centrale si intende all'interno
della cerchia dei bastoni, compresi i viali che delimitano l'area; per semicentrale si intende tra la cerchia dei bastioni e
la circonvallazione esterna, compresi gli stessi viali che delimitano l'area; per periferica si intende oltre la
circonvallazione esterna, fino al confine comunale). Belleri, 2012
36
Ivi.
13
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
3. La situazione dei giovani di Milano
Passando ora al secondo ambito, proviamo ad analizzare le diversità rispetto alla distribuzione delle
scuole sul territorio di Milano. Osservando il grafico 9 possiamo vedere come rispetto alle scuole
dell’obbligo non si riscontrino grandi divergenze tra le nove zone di Milano, mentre osservando la
situazione delle scuole secondarie si riscontrano piccole differenze tra le zone soprattutto in base alle
tipologie e gli indirizzi: i licei sono più presenti nella zona 1, mentre gli istituti professionali sono più
presenti nella zona 8.
Grafico 8: distribuzione scuole pubbliche per zona
80
70
60
50
40
30
20
10
0
zona 1
infanzia
zona 2
zona 3
zona 4
primaria
zona 5
secondaria
zona 6
zona 7
liceo
zona 8
tecnico
zona 9
professionale
Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano
Se osserviamo lo stesso grafico con l’aggiunta delle scuole private possiamo vedere un notevole
cambiamento nella zona 1, in cui ben l’86% delle scuole totali è privata, mentre nelle zone periferiche le
scuole private non superano mediamente il 30%.
Grafico 9: distribuzione scuole pubbliche e private per zona
140
120
100
80
60
40
20
0
zona 1
zona 2
zona 3
infanzia
zona 4
primaria
zona 5
secondaria
zona 6
liceo
tecnico
zona 7
zona 8
zona 9
professionale
Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano
Rispetto infine alla distribuzione delle dotazioni dedicate ai giovani, da un censimento condotto sulla
base dei dati forniti dall’Ufficio Statistico e dall’Anagrafe del Comune di Milano, possiamo evidenziare una
grande disparità tra le nove zone di Milano. Il livello di disparità più evidente è quello relativo all'area
cultura. Tra i 204 luoghi divulgativi (biblioteche, centri di documentazione, archivi, ecc...) ben 115 sono
collocati nell'area 1. Al contrario le aree più periferiche hanno una maggiore dotazione nel settore sanitario
e nell'area aggregativa.
14
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Grafico 10: Distribuzione dotazioni strutture giovani
120
100
80
60
40
20
0
Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9
Biblioteche e centri doc
Sport
Consultori
CAG
Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano
Per poter realmente confrontare la dotazione strutturale tra le varie zone di Milano con il movimento
migratorio che abbiamo evidenziato nel paragrafo precedente, abbiamo pensato di creare un indice di
dotazione strutturale per i giovani.
Abbiamo censito il numero di scuole pubbliche dell'obbligo nelle varie zone. Distinguiamo le due coorti
di utenti: la coorte compresa tra 0 e 14 anni sarà la coorte di riferimento per gli studenti che frequentano le
scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie, mentre gli individui della coorte 15-19
saranno il gruppo di studenti delle scuole superiori.
Consideriamo:
• la densità della prima coorte (data dal rapporto tra la popolazione della coorte 0-14) e la superficie
in km2 della zona
• la densità della seconda coorte (data dal rapporto tra popolazione coorte 15-19)/superficie in km2
della zona
• il numero di scuole dedicate alla prima coorte
• il numero di scuole dedicate alla seconda coorte
Per costruire il nostro indice poniamo:
1. Sk = gruppi di individui per zona (S1 = zona 1, S2 = zona 2, ecc....)
2. mk = maxk = valore massimo del rapporto. Questo valore ci servirà come dato di riferimento per
poter procedere con la normalizzazione.
3. ψ(Sk) = mk/m = rapporto tra densità della popolazione della coorte e numero di scuole
normalizzato rispetto al valore massimo
15
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Dal momento che non disponiamo dei valori a livello individuale consideriamo il rapporto creato in base
alla densità della popolazione per coorte e il numero delle scuole per le varie zone di Milano. Ci costruiamo
un indice perfezionato basato sul valore massimo delle distribuzioni: facciamo una normalizzazione
imponendo al valore massimo il valore 1.
Tab 3: Costruzione indicatori scuole pubbliche
Fascia 0-14
Fascia 15-19
a
Densità
0-14
b
Densità
15-19
c N°scuole (infanzia,
primarie, secondarie)
Zona 1
13,43
3,94
36
2,68
0,35
16
4,06
0,46
Zona 2
14,87
4,33
44
2,96
0,39
3
0,69
0,08
Zona 3
12,07
3,44
40
3,31
0,44
11
3,20
0,36
Zona 4
9,30
2,65
48
5,16
0,68
6
2,26
0,26
Zona 5
5,10
1,48
36
7,06
0,93
13
8,78
1,00
Zona 6
9,99
3,07
49
4,90
0,65
4
1,30
0,15
Zona 7
7,13
2,16
54
7,57
1,00
6
2,78
0,32
Zona 8
9,85
2,89
60
6,09
0,80
12
4,15
0,47
Zona 9
10,88
3,08
54
4,96
0,66
12
3,90
0,44
Sk
d = c/a
e
=N°scuole
superiori
ψ(Sk) =
mk/m
f =e/b
ψ(Sk) =
mk/m
Dalla tabella 4 possiamo evidenziare come la situazione delle diversità tra le zone di Milano varia se si
considerano le sole strutture pubbliche o se si considerano anche le scuole private.
Tab 4: Costruzione indicatore scuole pubbliche e private
a
Densità
0-14
b
Densità
15-19
Zona 1
13,43
Zona 2
Zona 3
Fascia 0-14
Fascia 15-19
c
N°scuole
(infanzia, primarie,
secondarie)
d = c/a
ψ(Sk) =
mk/m
e
=N°scuole
superiori
f =e/b
ψ(Sk) =
mk/m
3,94
85
6,33
0,49
54
13,71
1,00
14,87
4,33
66
4,44
0,34
15
3,46
0,25
12,07
3,44
74
6,13
0,48
21
6,10
0,45
Zona 4
9,30
2,65
69
7,42
0,58
10
3,77
0,28
Zona 5
5,10
1,48
49
9,61
0,74
14
9,46
0,69
Zona 6
9,99
3,07
69
6,91
0,54
10
3,26
0,24
Zona 7
7,13
2,16
92
12,90
1,00
8
3,70
0,27
Zona 8
9,85
2,89
83
8,43
0,65
14
4,84
0,35
Zona 9
10,88
3,08
78
7,17
0,56
13
4,22
0,31
Se nel primo caso infatti l’indice massimo si trovava nella zona 7 per le scuole della prima fascia e nella
zona 5 per le scuole della seconda fascia d’età, con la presenza delle scuole private per la prima fascia d’età
l’indice massimo rimane nella zona 7, mentre se osserviamo le scuole superiori l’indice massimo si presenta
nella zona 1. La più bassa dotazione delle scuole non varia ed è sempre rappresentata dalla zona 2.
Per avere ora un’idea più di ampio respiro rispetto alle dotazioni dedicate ai giovani costruiamo una
tabella in cui riportiamo un confronto degli indici creati allo stesso modo di come già fatto per l’area
scolastica relativi a tutte le aree prese in considerazione: area scuola, area cultura (biblioteche, centri
documentazioni, CAG; centri sportivi, centri sanitari con sportelli dedicati ai giovani).
16
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Rispetto a quanto si diceva in precedenza sulle considerazioni della qualità della vita delle diverse zone
di Milano, possiamo osservare come la zona 1, cioè la zona centrale sia la più dotata nel settore scolastico e
in quello culturale, mentre risulta scarsamente dotata di attrezzature sportive pubbliche e di centri di
aggregazione giovanile. Tuttavia sappiamo che nella zona 1 risiedono prevalentemente famiglie con redditi
medio-alti e alti, per cui i giovani dell’area possono certamente accedere alle strutture di tipo privato. La
situazione è invece più complicata se si osservano i valori bassi o addirittura bassissimi della zona 3, della
zona 6, come della zona 8 e 9 in quasi tutti gli indicatori: in questo caso la situazione potrebbe essere più
grave perché vorrebbe dire esclusione dalle infrastrutture dedicate ai giovani e quindi disadattamento ed
esclusione sociale.
TAB 5: confronto dotazioni per area per zona
Gruppi Sk
Indice
Scuola
Indice
Cultura
Indice
Sport
Indice
CAG
Indice
Counselling
S1 = Zona 1
1,00
1,00
0,04
0,045
0,357
S2 = Zona 2
0,39
0,06
0,22
0,222
0,161
S3 = Zona 3
0,61
0,19
0,27
0,275
0,399
S4 = Zona 4
0,56
0,09
0,39
0,389
0,518
S5 = Zona 5
0,95
0,25
0,53
0,529
0,941
S6 = Zona 6
0,51
0,08
0,74
0,741
0,237
S7 = Zona 7
0,83
0,14
1,00
1,000
1,000
S8 = Zona 8
0,66
0,13
0,79
0,790
0,486
S9 = Zona 9
0,57
0,18
0,44
0,444
0,000
Per verificare se esista una relazione tra le dotazioni e gli spostamenti demografici rilevati in precedenza,
andiamo ad osservare la variazione del numero di scuole negli anni 2001 e 2011 e la confrontiamo
graficamente con la variazione della popolazione che abbiamo visto essere la più propensa alla fuga, ovvero
la popolazione appartenente alla coorte 20-39, possiamo vedere che l’andamento è pressoché simile: dove
la variazione ha il segno negativo sul numero delle scuole riscontreremo uno stesso segno per la variazione
della popolazione della nostra coorte di riferimento.
Grafico 11: variazione percentuale scuole e persone
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
-20,00
Zona 1
Zona 2
Zona 3
Zona 4
Zona 5
Zona 6
Zona 7
Zona 8
Zona 9
-40,00
∆ scuole %
∆popolazione
Nostre elaborazioni. Fonte Ufficio Statistico Comune di Milano
Questo ci induce a pensare che esiste davvero una relazione tra i servizi erogati e la presenza di una
determinata coorte di popolazione. Ci si potrebbe a questo punto interrogare sul perché in corrispondenza
di dotazioni di servizi inferiori destinati alle coorti più giovani, corrisponda una migrazione dei nuclei
famigliari, soprattutto, sulle conseguenze delle disparità evidenziate sulla vita dei giovani di Milano. Si
17
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
tratterebbe infatti di cercare di capire se la deprivazione generano gli stessi livelli di povertà e di esclusione
sociale individuate dalle ricerche condotte nelle città europee come Helsinki o Londra.
Per verificare la presenza di influenze tra la variazione dei redditi, gli indici di dotazione di strutture
dedicate ai giovani e l’andamento della popolazione in età scolastica abbiamo pensato di mettere in
relazione i dati di cui siamo in possesso e di cui si è detto finora. È necessario specificare il dato relativo
all’andamento dei redditi. Si tratta della variazione dei redditi registrata tra le famiglie milanesi tra gli anni
2004 e 2000 sulla base dei dati forniti dalla Banca dati AMERICA: pur non essendo dati relativi al 2011
abbiamo ritenuto opportuno utilizzarli perché ci fornivano le indicazioni reddituali delle famiglie per le
diverse zone di Milano. Per quello che riguarda il livello di dotazioni, si è pensato di fare una media dei
cinque indici presentati nella tabella 5. Mentre per l’andamento della popolazione, abbiamo considerato la
variazione della popolazione dei soggetti in età scolastica e presenti nella classe 10-19.
I dati che emergono dalla tabella 6 evidenziano una correlazione positiva per tutte le tre combinazioni
analizzate: variazione dei redditi e indici, variazione dei redditi e variazione della popolazione, indici e
variazione della popolazione.
TAB. 6 Statistiche descrittive
R=reddito
I= indice medio dotaz
N= variaz pop (10-19)
Media
0,47
0,39
-4,32
Dev.std
1,55
0,15
1,71
Minimo
-2,87
0,17
-7,43
Massimo
2,80
0,61
-1,15
1° Quartile
0,25
0,31
-4,82
Mediana
0,78
0,32
-4,29
3° Quartile
1,47
0,56
-3,46
1,35
-1,44
0,67
-0,91
0,21
-0,11
Curtosi
Asimmetria
Covarianza (R,I)
0,029981481
Correlazione (R,I)
0,131019477
Covarianza (R,N)
1,422269136
Correlazione (R,N)
0,535252705
Covarianza (I,N)
0,062114815
Correlazione (I;N)
0,246381139
Indubbiamente considerazioni di questo tipo non possono essere esaustive. Sono cioè necessarie
ulteriori analisi sull’andamento dei redditi che siano aggiornati e che ci consentano di evidenziare eventuali
effetti legati alla crisi economica attuale.
3. Le politiche
La risposta a questo tipo di quesito non può che fare riferimento agli effetti intragenerazionali e
intergenerazionali delle politiche pubbliche in generale e delle politiche sociali in particolare, dal momento
che tra gli indicatori che possono influenzare la scelta di andare a vivere in una zona piuttosto che in
18
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
un’altra la presenza di servizi come le scuole, e in maniera particolare le scuole dell’infanzia, risulta
indubbiamente discriminante per una famiglia .
A livello nazionale e regionale sono diverse le politiche che si possono attuare per contrastare
l’esclusione sociale dei giovani a partire dalla creazione di un sistema scolastico egualmente distribuito e in
grado di fornire quanto più possibile le medesime possibilità a tutti gli studenti frequentanti. Più rari sono
gli esempi di politiche applicate nei contesti urbani, esempio di queste sono i progetti “Education Action
Zones”, “Excellence in Cities initiatives”, “Connexions and Full Service Extended Schools” messi in atto negli
ultimi anni da alcune città inglesi con l’obiettivo di valutare e migliorare l’accesso all’istruzione per le varie
categorie di popolazione37. Tramite questi progetti le municipalità interessate hanno potuto osservare
come il livello di istruzione fornito dagli istituti non fosse lo stesso tra le varie aree della città, come su
questa distribuzione spaziale incidesse la reputazione distintiva dell’area e, infine, come questo si
ripercuotesse sui percorsi di vita degli studenti38. Analisi di questo tipo sono molto legate agli aspetti
qualitativi e ai rendimenti degli studenti. Per raggiungere simili risultati, si potrebbero osservare le
valutazioni dei test INVALSI e delle indagini PISA nelle varie strutture scolastiche del territorio di Milano e
indagarne così l’aspetto qualitativo dei servizi erogati e indagare gli effetti della “reputazione” della zona
sul rendimento degli studenti.
Altre politiche promosse a vari livelli si basano sulla diffusione di pratiche partecipative a contrasto
dell’esclusione sociale. Si tratta di politiche attive, quali quelle promosse dal progetto “Tackling Poverty
Together – the Role of Young People in Poverty Reduction”, che di recente sono state anche suggerite dalla
Banca Mondiale e dall’ONU non solo per tutelare la popolazione più giovane e allontanarla da povertà
materiale e immateriale, ma anche per promuovere il ruolo dei giovani da policy users a policy makers39.
Politiche di questo tipo possono di certo contrastare l’esclusione sociale, migliorare la qualità della vita e
diminuire l’allontanamento dei giovani dalla città. Su questa linea di pensiero, si è pensato all’utilizzo del
bilancio generazionale e quindi alla sperimentazione di strumenti innovativi per la misurazione delle
disparità nell’erogazione dei servizi e di valutazione delle azioni messe in atto per la tutela dei diritti della
popolazione più giovane e a tutela anche di chi sarà giovane dopo di loro e quindi delle future generazioni.
Lo strumento inoltre consentirebbe un intervento massiccio a favore della partecipazione attiva dei giovani
quale percorso necessario da seguire a contrasto dell’esclusione sociale.
Il metodo applicato è duplice: da un lato i conti generazionali, già applicati per il funzionamento dei
bilanci statali e di grandi organizzazioni come il FMI, consentiranno all’ente di individuare lo squilibrio
fiscale presente tra le generazioni presenti e le generazioni future40, dall’altro lato ci sarà una matrice
creata ad hoc sul modello di quella del bilancio di genere in cui saranno riportati gli interventi attuati di cui
beneficeranno le diverse coorti di generazione.
37
Raffo, Dyson, Gunter, Hall, Jones, Kalambouka, 2009
Ivi.
39
Swedish International Development Cooperation Agency, 2009
40
Questo particolare aspetto diventa maggiormente utile per il Comune se si considera che l’invecchiamento della
popolazione e quindi l’aumento riscontrato nelle pagine precedenti della popolazione appartenente alle coorti più
adulte si traduce per l’ente da un lato in un aumento della domanda di servizi relativi al Welfare cittadino (ad es.
assistenza sanitaria) e dall’altro in una diminuzione delle entrate da lavoro (addizionale comunale IRPEF).
38
19
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
Figura 2
SCELTE POLITICHE
ANALISI DEL
CONTESTO
RICLASSIFICAZIONE
DI BILANCIO
ANALISI
SERVIZI:
EROGAZIONE
AGLI ENTI
ANALISI
DELLA
DOMANDA
ANALISI
EROGAZIO
NI DIRETTE
INDICATORI
DI EFFICIENZA
EFFICACIA
CONTI
GENERAZIONALI
Come per il bilancio di genere, il tentativo di chi decide di applicare il bilancio generazionale è quello di
individuare la domanda di servizi che possono avere le generazioni presenti e le generazioni future, il livello
di offerta dei servizi e come questa offerta si ripercuote per le future generazioni, ad esempio se sono
previsti interventi di programmazione futura mirati (vedi Figura 2).
TAB 5: Matrice bilancio generazionale
Erogazioni indirette
Servizi
COORTI
Strutture
Erogazioni dirette
Servizi
Finanziamenti
Interventi
capitale
umano e
ambiente
Tot Spesa
k ( ≤ 15)
j (15 – 19)
a (20 – 39)
m (40 – 59)
o (60 – 740)
v ( ≥ 74)
L’analisi del contesto serve a comprendere l’andamento demografico e le esigenze delle varie coorti di
generazioni in base alle macro-aree di indagine selezionale (area persona e famiglia, area sviluppo
economico, area personale e governance). Le analisi dell’ offerta di servizi, di erogazioni dirette e dei servizi
mirati all’accrescimento del capitale umano, è utilizzata in un primo tempo come metodologia di
riclassificazione del bilancio comunale e a consuntivo, come strumento per influenzare il prossimo bilancio
20
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
preventivo e, quindi, le scelte politiche. L’analisi della domanda, invece, sarà effettuata tramite azioni
partecipative con la cittadinanza.
Per individuare il livello di equità si utilizzeranno i conti generazionali e appropriati indicatori di rapporto
di spesa per la programmazione e pianificazione, per l’analisi del contesto e della domanda di servizi, per
l’analisi dell’offerta di servizi, per l’analisi del bilancio. Il dato numerico di tali indicatori, prodotto al termine
di ogni fase, riassume i risultati delle varie fasi di analisi e le indirizza verso il risultato finale che si vorrà
ottenere.
In questo senso, la misurazione della sostenibilità tra le generazioni richiede l’utilizzo di diverse tipologie
di dati a seconda che si considerano “trasferimenti agli enti” o “Trasferimenti diretti ai beneficiari.
Ad esempio se si vuole analizzare l’andamento della spesa per le giovanissime generazioni, ovvero per la
coorte di generazione tra 0 e 15 rispetto a quella per la coorte di età più avanzata (74 e più) si avrà che
l’indicatore di efficienza generazionale per l’anno t sarà:
, ,
=
,
,
Dove:
• GEk,v indica il livello di efficienza generazionale raggiunta al momento t nei confronti della
popolazione della coorte k rispetto alla spesa per la popolazione della coorte v.
• Sk indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte k
• Sv indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della coorte v
• Pt,k indica la numerosità degli individui della coorte k riferito al tempo t
• Pt,v indica la numerosità degli individui della coorte v riferito al tempo t
Fintanto che il rapporto è inferiore ad 1, il tipo di politiche scelte potrebbero non essere efficienti dal
momento che la spesa pro capite per le generazione con meno aspettativa di vita è superiore a quella
destinata alle coorti la cui aspettativa di vita è superiore, per cui in fase di bilancio preventivo le scelte
politiche potrebbero variare.
Ad esempio se le erogazioni indirette finalizzate alla creazione di strutture assistenziali per anziani o al
sostegno di associazioni di volontariato specializzate nel settore dell’assistenza degli anziani eccede la
necessità dell’utenza sul territorio, si potrebbe dirottare parte dei fondi destinati alla creazione di asili nido
o scuole. Allo stesso modo, la valutazione della spesa per interventi sulla scuola e le dotazioni destinate ai
giovani per l’accrescimento del capitale umano come anche tutti quegli interventi mirati alla tutela
dell’ambiente sono utili a individuare il livello di sensibilità dei policy maker verso le politiche sostenibili e
per il mantenimento dei diritti dei giovani ma anche delle generazioni future, proteggendo la città dalle
eventuali fughe di giovani scontenti.
21
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
CONCLUSIONI
Le politiche di contrasto alla povertà urbana e all’esclusione sociale possono essere diverse e interessare
in maniera particolare differenti categorie di individui. In questo paper ci siamo occupati in maniera
prevalente della categoria dei giovani, quale categoria sulla quale occorre intervenire con decisione per
limitare i danni di politiche antigenerazionali perpetrate nel tempo.
La scelta di analizzare il particolare collegamento tra le strutture di tipo educativo e ricreativo è stato la
conseguenza naturale proprio della decisione di occuparci dei giovani. Sarebbe stato riduttivo infatti
fermarci all’analisi economica – reddituale, sapendo quanto anche questo tipo di dotazioni possono
influenzare, in bene come in male, la crescita e le occasioni di vita future di un giovane.
In questo senso Milano ha potuto rappresentare una perfetta città/tipo da analizzare dal momento che
presenta profonde diversità, sociali economiche e ambientali, tra centro e periferia sia per via delle
commistioni culturali con gli immigrati provenienti da altre parti di Italia e non solo, sia per i diversi
interventi di riqualificazione effettuati negli anni. Infine la città di Milano si è rivelata essere una scelta
positiva per questo studio perché presenta a livello demografico un’evidenza nel movimento di fuga dei
giovani dai contesti urbani.
Sicuramente lo studio presentato non fornisce spiegazioni esaustive in merito ai mutamenti demografici
della città, dal momento che tralascia importanti aspetti quali l’andamento del tasso di natalità o la
destinazione finale di chi decide di uscire dalla città. Tuttavia si è voluta evidenziare una possibile relazione
tra le dotazioni infrastrutturali dedicate ai giovani e quindi dedicate, in maniera diretta, al welfare delle
famiglie, in modo da suggerire la diffusione di nuove policy e di pratiche sperimentali e non che vedano il
cittadino giovane non come un semplice destinatario di interventi ma come un attore del cambiamento.
In tal senso politiche quali il bilancio generazionale effettuato con una forte componente partecipativa
da parte dei giovani cittadini può diventare occasione utile per migliorare il contesto cittadino e la qualità
della vita percepita, ma anche contrastare la diffusione della povertà culturale e dell’esclusione sociale.
22
Povertà urbana e deprivazione nell’area di Milano
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25
All'interno del presente articolo ci preoccuperemo principalmente della povertà
urbana e, quindi, di tutte quelle tipicità di povertà e deprivazione che possono
interessare il cittadino. Una città può essere fonte di occasioni sociali e di
opportunità o, al contrario, essere un ostacolo alla loro realizzazione. Alcune forme
di povertà, infine, possono essere il risultato di processi urbani miopi perpetrati nel
tempo e in cui l'individuo non è stato partecipe.
In tal senso anche la partecipazione attiva del cittadino, intesa come collaborazione
del cittadino alle politiche della propria città, diventa occasione sociale e azione
politica di contrasto alla povertà. Anche chi vive in stato di disagio, infatti, deve poter
esprimere il proprio pensiero.
La scelta di indagare l'aspetto urbano della povertà e della deprivazione è
strettamente collegato all'obiettivo di chi scrive di individuare nuovi strumenti di
policy e di partecipazione del cittadino in grado di sostenere le fasce povere e/o
deprivate delle loro opportunità per uscire da stigmi costruiti su di loro. Per
raggiungere questo obiettivo diventa necessario indagare su diverse dimensioni della
povertà: la dimensione infrastrutturale, ovvero il livello di servizi privati e pubblici a
cui può accedere il cittadino, la dimensione socio-economica, cioè il livello di
opportunità presenti, la dimensione abitativa e, non ultima, la dimensione
puramente economica e reddituale.
17/10/2012
La Povertà urbana
2
Definiamo urban youth, quella gioventù che vive nelle città e che in modo maggiore, rispetto ai
coetanei che vivono nelle zone rurali, vive il mutamento e anche la disuguaglianza. Lo spazio
urbano infatti influenza ed è a sua volta influenzato dai mutamenti sociali: è il luogo dove il
tessuto sociale si può indebolire o rafforzare a seconda delle interazione, può essere, infine,
fonte di opportunità o restrizione per i giovani.
Da ciò l'idea che lo spazio urbano possa condizionare il giovane oggi verso il tipo di adulto che
sarà domani. La presenza o meno di strutture funzionali come gli istituti scolastici, centri di
aggregazione giovanile, biblioteche, strutture sportive e anche strutture sanitarie, può
condizionare la crescita del giovane e farlo diventare non solo un adulto ma anche un cittadino
partecipe allo sviluppo del proprio contesto urbano.
Qualora i servizi offerti fossero scarsi sia dal punto di vista quantitativo che soprattutto dal
punto di vista qualitativo gli effetti sui giovani potrebbero essere diversi: una scarsa integrazione
dei giovani poveri o deprivati, spesso spinge loro verso comportamenti negativi (criminalità) e
ad allontanarsi ancora di più dalle scuole (dispersione scolastica).
Le situazioni di partenza, quindi, giocano un ruolo essenziale dal momento che determinano
non solo le opportunità dell'individuo ma anche il livello di relazione che questo riesce ad
instaurare con gli abitanti delle altre zone. Chi parte da un quartiere deprivato può diventare un
escluso da opportunità e relazioni positive solo perché vive in quel determinato quartiere .
17/10/2012
Urban Youth
3
Dal punto di vista sociologico un’analisi di questo tipo richiama la metodologia della Scuola di Chicago
dei primi anni del '900 che si basa sull'esistenza di cosiddette “aree naturali” o habitat delle diverse
tipologie di abitanti della città: esempio di Shaw sulle rappresentazione dei giovani poveri nelle città.
Garner e Raudenbush hanno analizzato l’effetto quartiere considerando il livello di deprivazione
sociale nelle istituzioni scolastiche ed educative di 2.500 giovani in Scozia: anche in contesti familiari
non particolarmente disagiati situazioni di deprivazione spaziale in ambito educativo/scolastico
condizionano negativamente l’apprendimento e quindi le possibilità di occupazione nel futuro . Allo
stesso modo Andersson studiando la condizione degli adolescenti in Svezia evidenzia la presenza di
diverse categorie di effetti di quartiere associati all’ambiente educativo e destinati a riflettersi nel
futuro in contesti professionali . Kaupinenn relativamente al caso urbano di Helsinki fa un ulteriore
passo in avanti arrivando a concludere che l’ambiente educativo è certamente uno dei mezzi
attraverso cui si manifesta l’effetto quartiere tanto da condizionare il giovane nel completamento o
meno della scuola secondaria
Interessante il lavoro di Raffo il quale ha realizzato un diagramma rappresentativo di come la povertà
possa influenzare l’educazione di un giovane e di come particolari sistemi educativi siano in grado a
loro volta di incidere sulla povertà dell’individuo: i giovani, allo stesso modo delle minoranze etniche,
siano diventati soggetti particolarmente esposti alle povertà e come queste povertà si manifestino,
anche attraverso le possibilità di accesso a particolari tipi di educazione, nella riduzione delle
opportunità di accedere a particolari risorse.
Ancora gli studi condotti da Sibley evidenziano come anche nelle città inglesi la povertà e l’esclusione
sociale dei giovani sia determinata oltre che dal luogo in cui si vive anche dal quartiere cittadino in
cui il giovane frequenta le scuole. Addirittura Bauder descriveva fenomeni simili con il termine
“esclusione culturale” per evidenziare come il peso della reputazione di un determinato istituto
scolastico possa incidere negativamente nella vita di un giovane riducendone le future opportunità di
vita.
17/10/2012
Dalla scuola di Chicago alla povertà
culturale dei giovani
4
Il paper si articola in tre sezioni. Nella prima parte sarà fatta un’analisi
dei mutamenti demografici registrati nel Comune di Milano negli ultimi
dieci anni. In questa parte ci occuperemo di osservare la distribuzione
della popolazione nelle nove zone di Milano facendo riferimento oltre
che al dato demografico ad ulteriori indagini già condotte sul territorio
che descrivono alcuni aspetti qualitativi delle diverse zone.
Nella seconda parte ci occuperemo delle strutture dedicate ai giovani di
Milano e di come queste siano distribuite tra le zone. In questa parte,
oltre ad evidenziare le diversità tra le zone centrali e le zone periferiche,
proveremo inoltre ad individuare una relazione tra le fughe delle coorti
di generazioni giovani da alcune zone di Milano e la dotazione, o
sottodotazione, di strutture scolastiche o ricreative.
Nella terza parte infine sarà suggerito lo strumento del bilancio
generazionale quale strumento di policy per il Comune di Milano per
migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi per i giovani,
intervenire a contrasto dell’esclusione sociale e riuscire a diminuire il
flusso di persone in uscita da Milano.
17/10/2012
La struttura del paper
5
Tra le città italiane si è deciso di analizzare il caso della città di Milano ritenuta particolarmente
interessante dal momento che nell’immaginario collettivo è vista come la città che offre
maggiori opportunità e all’interno della quale si trovano diversi gruppi di persone: cittadini di
Milano, immigrati di prima e di seconda generazione, extracomunitari, ecc…. L’aspetto che
abbiamo trovato maggiormente interessante è quello che riguarda la formazione di nuove
fasce di povertà tra gli anziani, i giovani lavoratori, e i giovanissimi.
Per la realizzazione di questo paper si farà riferimento ad alcuni dati elaborati sulla base dei
dati dell'ultimo Censimento della popolazione e delle famiglie condotto dall’ISTAT nel 2011 e
su dati forniti dall'Ufficio di Statistica del Comune di Milano. Questi dati ci hanno consentito di
svolgere una piccola analisi del mutamento demografico avvenuto nella città di Milano negli
ultimi 10 anni. Inoltre si è fatto riferimento alle indagini condotte tramite questionario
nell'ambito della ricerca “La Distanza Sociale in alcune aree urbane in Italia”, con specifico
riferimento al caso di Milano , alle elaborazioni della banca dati AMERICA nell'ambito della
ricerca “Gli Spazi della Povertà” e alla ricerca “RESTATE – Restructuring Large-Scale Housing
Estate in European Cities: Good Practices and New Vision for Suistanable Neighbourhoods and
Cities” del 2002 . I risultati di queste ricerche sono stati a più livelli utili per rafforzare alcune
considerazioni relative alle zone di Milano con particolare riferimento alle condizioni abitative
dei quartieri, alle percezioni soggettive, alle differenze sociali e infine alla distribuzione del
reddito e alle disparità ad essa connesse.
17/10/2012
Milano perché….
6
•In merito alle nostre elaborazione dai dati relativi al Censimento, abbiamo analizzato il bilancio
demografico della popolazione, l’andamento della popolazione per coorte di generazione e per zona,
e infine l’impatto della popolazione straniera. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli forniti
dall'Ufficio di Statistica comunale sui servizi erogati dal Comune. Questo tipo di confronto ci
permetterà di mettere in evidenza la distribuzione spaziale delle scuole pubbliche per livello nelle
varie zone milanesi.
•Oltre al numero di scuole, si analizzerà anche il numero di dotazioni e spazi pubblici destinati ai
giovani. Per effettuare questa analisi abbiamo realizzato un censimento distinto per zona, delle
strutture sportive comunali (anche quelle gestite da associazioni e cooperative), dei centri di
aggregazione giovanili, delle biblioteche pubbliche e degli archivi, dei consultori famigliari e delle
strutture mediche pubbliche dedicate ai giovani. Anche in questo caso il numero di strutture sarà
messo a confronto con il numero di giovani appartenenti alle coorti in età scolastica (0-14 , 15-19) che
vivono in prossimità dei centri censiti.
•Lo scopo di queste elaborazioni è quello di verificare la qualità della vita dei soggetti giovani in una
determinata area e di esaminare la presenza o meno di relazione tra quelle che noi abbiamo
chiamato “fughe” da parte dei giovani da alcune zone e l’offerta dei servizi presenti. Come sarà
argomentato nelle prossime pagine, la coorte interessata dalla fuga non sarà prettamente quella dei
giovani interessati dai servizi adolescenziali, ma sarà la coorte dei giovani adulti, ovvero di chi decide
di creare una famiglia per proprio conto ed è influenzato dal livello di servizi offerti e di cui potrà
beneficiare nel futuro.
17/10/2012
Metodologia
7
17/10/2012
Come varia la composizione della popolazione milanese
Grafico 1: Andamento demografico per coorte - Anni 2002-2011
400000
350000
300000
250000
200000
150000
100000
50000
0
0-14
Nostre elaborazioni. Fonte Demo.Istat
15-19
20-39
2002
2006
40-59
2010
60-74
75>
2011
8
TAB 1: Distribuzione popolazione straniera per
coorte
Nostre elaborazioni. Fonte DemoIstat
2001
2011
GRAFICO 2: Distribuzione % popolazione straniera per coorte
35
30
Totale
stranieri
Totale
stranieri
0-14
119.474
15.373
168.259
39.953
15-19
40.393
3.597
49.249
9.502
20-39
319.949
43.513
322.967
97.520
10
40-59
313.269
20.472
388.872
79.186
5
60-74
247.945
2.933
234.937
9.008
75>
127.591
1.393
159.826
1.686
Totale
1.168.621
87.551
1.341830
236.855
17/10/2012
Distribuzione popolazione
straniera
25
20
15
0
0-14
15-19
20-39
40-59
2001
60-74
75>
POP
TOT
2011
9
TAB 2: Saldo migratorio popolazione italiana per zona per clasi decennali
2011
8446
7808
8922
14729
17921
14589
14667
13727
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 2
2001
8435
7879
14136
19912
16135
17267
17283
13173
2011
9891
8659
9780
15656
19463
15646
15839
14456
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 3
2001
8961
8194
13677
20795
17246
18706
18186
14820
-500
684
-117
-1511
-1553
-2829
-2942
-627
1043
593
-1991
-1546
-2600
-3556
-302
1586
1979
-1332
-1600
-2867
-3730
2011
10428
9074
9949
16555
20940
16163
16098
16614
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 4
2001
9510
8779
14578
22429
17723
18692
20829
17433
2011
8172
7369
9324
13549
16447
12911
13228
13529
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 5
2001
7633
7590
12787
18069
14123
15356
16834
11243
2011
9747
9185
10139
15589
19856
16139
17037
17721
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 6
2001
9552
9282
15503
22290
17930
19877
22009
16155
-436
1170
1977
-1489
-1560
-2594
-4215
-264
1734
762
-1622
-1212
-2128
-3305
-367
857
86
-2434
-1791
-2840
-4288
2011
11497
11497
11288
16727
22921
18540
19129
19148
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 7
2001
11794
11794
11058
25476
20344
22143
23614
17165
2011
12058
11389
11376
17689
24037
19591
19779
20809
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 8
2001
11522
10983
17726
25588
21149
22734
25622
20037
2011
10965
10041
11181
18464
22564
18703
18402
17426
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 9
2001
10550
10428
17420
24488
20060
21175
21522
16611
-297
-506
5669
-2555
-1804
-3014
-4466
-133
393
-37
-1551
-1558
-2955
-4813
11/12/2012
2011
8175
7429
7296
10078
13761
11081
11152
8939
∆
0-9
10 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 59
60 - 69
70 - 79
zona 1
2001
7929
6612
10195
15272
12634
13981
11881
8885
-509
753
1044
-1924
-1357
-2773
-4096
10
11/12/2012
Variazione popolazione per zona
Grafico 5: Variazione popolazione per zona
50000
40000
30000
20000
10000
0
ZONA 1
ZONA 2
ZONA 3
ZONA 4
ZONA 5
ZONA 6
ZONA 7
ZONA 8
ZONA 9
-10000
-20000
11
Δ (2011-2001)
2011
Già molto studiosi si sono occupati della dimensione sociale dei quartieri milanesi,
individuandone alcuni con attrattiva ascendente – come le ex aree industriali della
zona 9 (es. Pirelli-Bicocca, Comasina, ecc.) o della zona 3 (es. Via Rubattino ex
Innocenti-Maserati) dove sia i privati che gli attori locali sono intervenuti per
migliorare l'area – altri con attrattiva discendente, in cui ad un miglioramento delle
opportunità di mobilità e di vicinanza al centro non ha corrisposto un eguale
miglioramento delle condizioni abitative. È il caso di alcuni quartieri della zona 7 (es.
San Siro) o della zona 8 (es. Quarto Oggiaro) in cui la scarsa qualità delle abitazioni e
la presenza di tipologie di gruppi sociali emarginati (abusivi, clandestini) inficiano
pesantemente l’immagine data dall'area.
È stato dimostrato nell'ambito della ricerca sulla distanza sociale a cui abbiamo già
fatto riferimento, che tra le ragioni che possono incidere sulla scelta delle
frequentazioni e soprattutto sulla scelta di chi escludere dalle proprie amicizie,
l’aspetto culturale, gli ideali e le scelte politiche sono considerate molto importanti,
mentre nell’imaginario dell’intervistato sono la posizione sociale e la zona di
abitazione quei fattori in grado di influenzare gli altri ad escluderlo dalle proprie
amicizie. Infatti, la stessa ricerca dimostra come il cittadino milanese percepisca la
presenza di vere e proprie barriere sociali e culturali legate a diseguaglianze sia in
termini di reddito che in termini di appartenenza spaziale e quindi di zona di Milano
in cui vive.
17/10/2012
Distanze sociali
12
17/10/2012
Disuguaglianze economiche
13
17/10/2012
Distribuzione criminalità
14
17/10/2012
Distribuzione scuole
15
Dotazioni dedicate ai giovani
Biblioteche e centri doc
Sport
Consultori
11/12/2012
Grafico 12: Distribuzione dotazioni strutture giovani
CAG
120
100
80
60
40
20
16
0
Zona 1
Zona 2
Zona 3
Zona 4
Zona 5
Zona 6
Zona 7
Zona 8
Zona 9
Per poter realmente confrontare la dotazione strutturale tra le varie zone
di Milano con il movimento migratorio che abbiamo evidenziato nel
paragrafo precedente, abbiamo pensato di creare un indice di dotazione
strutturale per i giovani.
Abbiamo censito il numero di scuole pubbliche dell'obbligo nelle varie
zone. Distinguiamo le due coorti di utenti: la coorte compresa tra 0 e 14
anni sarà la coorte di riferimento per gli studenti che frequentano le scuole
dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie, mentre gli individui
della coorte 15-19 saranno il gruppo di studenti delle scuole superiori.
Consideriamo:
• la densità della prima coorte (data dal rapporto tra la popolazione della
coorte 0-14) e la superficie in km2 della zona;
• la densità della seconda coorte (data dal rapporto tra popolazione
coorte 15-19)/superficie in km2 della zona;
• il numero di scuole dedicate alla prima coorte;
• il numero di scuole dedicate alla seconda coorte.
17/10/2012
La creazione dell’indice per i
giovani
17
17/10/2012
Per costruire il nostro indice poniamo:
1.Sk = gruppi di individui per zona (S1 = zona 1, S2 = zona 2,
ecc....)
2.mk = maxk = valore massimo del rapporto. Questo valore ci
servirà come dato di riferimento per poter procedere con la
normalizzazione.
3.ψ(Sk) = mk/m = rapporto tra densità della popolazione della
coorte e numero di scuole normalizzato rispetto al valore
massimo.
Dal momento che non disponiamo dei valori a livello individuale
consideriamo il rapporto creato in base alla densità della
popolazione per coorte e il numero delle scuole per le varie zone
di Milano. Ci costruiamo un indice perfezionato basato sul valore
massimo delle distribuzioni: facciamo una normalizzazione
imponendo al valore massimo il valore 1.
18
Fascia 0-14
Sk
b
a
Densit
Densit à 15à 0-14
19
c N°scuole
(infanzia,
primarie,
secondarie)
d = c/a
Fascia 15-19
ψ(Sk) =
mk/m
e
=N°scuol
e
superiori
f =e/b
ψ(Sk) =
mk/m
Zona 1
13,43
3,94
36
2,68
0,35
16
4,06
0,46
Zona 2
14,87
4,33
44
2,96
0,39
3
0,69
0,08
Zona 3
12,07
3,44
40
3,31
0,44
11
3,20
0,36
Zona 4
9,30
2,65
48
5,16
0,68
6
2,26
0,26
Zona 5
5,10
1,48
36
7,06
0,93
13
8,78
1,00
Zona 6
9,99
3,07
49
4,90
0,65
4
1,30
0,15
Zona 7
7,13
2,16
54
7,57
1,00
6
2,78
0,32
Zona 8
9,85
2,89
60
6,09
0,80
12
4,15
0,47
Zona 9
10,88
3,08
54
4,96
0,66
12
3,90
0,44
17/10/2012
Tab 3: Costruzione indicatori scuole pubbliche
19
Tab 4: Costruzione indicatore scuole pubbliche e private
b
Densità
15-19
Fascia 0-14
Fascia 15-19
c
N°scuole d = c/a
(infanzia, primarie,
secondarie)
ψ(Sk)
mk/m
Zona 1
13,43
3,94
85
6,33
0,49
Zona 2
14,87
4,33
66
4,44
Zona 3
12,07
3,44
74
Zona 4
9,30
2,65
Zona 5
5,10
Zona 6
= e
=N°scuole
superiori
f =e/b
ψ(Sk)
mk/m
54
13,71
1,00
0,34
15
3,46
0,25
6,13
0,48
21
6,10
0,45
69
7,42
0,58
10
3,77
0,28
1,48
49
9,61
0,74
14
9,46
0,69
9,99
3,07
69
6,91
0,54
10
3,26
0,24
Zona 7
7,13
2,16
92
12,90
1,00
8
3,70
0,27
Zona 8
9,85
2,89
83
8,43
0,65
14
4,84
0,35
Zona 9
10,88
3,08
78
7,17
0,56
13
4,22
0,31
=
17/10/2012
a
Densità
0-14
20
•Per avere ora un’idea più di ampio respiro rispetto alle dotazioni dedicate ai giovani
costruiamo una tabella in cui riportiamo un confronto degli indici creati allo stesso modo
di come già fatto per l’area scolastica relativi a tutte le aree prese in considerazione: area
scuola, area cultura (biblioteche, centri documentazioni, CAG; centri sportivi, centri
sanitari con sportelli dedicati ai giovani).
•Rispetto a quanto si diceva in precedenza sulle considerazioni della qualità della vita delle
diverse zone di Milano, possiamo osservare come la zona 1, cioè la zona centrale sia la più
dotata nel settore scolastico e in quello culturale, mentre risulta scarsamente dotata di
attrezzature sportive pubbliche e di centri di aggregazione giovanile. Tuttavia sappiamo
che nella zona 1 risiedono prevalentemente famiglie con redditi medio-alti e alti, per cui i
giovani dell’area possono certamente accedere alle strutture di tipo privato. La situazione
è invece più complicata se si osservano i valori bassi o addirittura bassissimi della zona 3,
della zona 6, come della zona 8 e 9 in quasi tutti gli indicatori: in questo caso la situazione
potrebbe essere più grave perché vorrebbe dire esclusione dalle infrastrutture dedicate ai
giovani e quindi disadattamento ed esclusione sociale.
17/10/2012
Non solo scuole
21
Gruppi Sk
Indice
Scuola
Indice
Cultura
Indice
Sport
Indice
CAG
Indice
Counselling
S1 = Zona 1
1,00
1,00
0,04
0,045
0,357
S2 = Zona 2
0,39
0,06
0,22
0,222
0,161
S3 = Zona 3
0,61
0,19
0,27
0,275
0,399
S4 = Zona 4
0,56
0,09
0,39
0,389
0,518
S5 = Zona 5
0,95
0,25
0,53
0,529
0,941
S6 = Zona 6
0,51
0,08
0,74
0,741
0,237
S7 = Zona 7
0,83
0,14
1,00
1,000
1,000
S8 = Zona 8
0,66
0,13
0,79
0,790
0,486
S9 = Zona 9
0,57
0,18
0,44
0,444
0,000
17/10/2012
TAB 5: confronto dotazioni per area per zona
22
17/10/2012
Per verificare se esista una relazione tra le dotazioni e gli spostamenti
demografici rilevati in precedenza, andiamo ad osservare la variazione
del numero di scuole negli anni 2001 e 2011 e la confrontiamo
graficamente con la variazione della popolazione che abbiamo visto
essere la più propensa alla fuga, ovvero la popolazione appartenente
alla coorte 20-39, possiamo vedere che l’andamento è pressoché simile:
dove la variazione ha il segno negativo sul numero delle scuole
riscontreremo uno stesso segno per la variazione della popolazione
della nostra coorte di riferimento.
23
Variazione percentuale scuole e popolazione coorte 20-39
Grafico 13: variazione percentuale scuole e persone
70,00
11/12/2012
60,00
50,00
40,00
30,00
20,00
10,00
0,00
Zona 1
Zona 2
Zona 3
Zona 4
Zona 5
Zona 6
Zona 7
Zona 8
Zona 9
-10,00
-20,00
-30,00
∆ scuole %
∆popolazione
24
TAB. 6 Statistiche descrittive
Media
Dev.std
Minimo
Massimo
1° Quartile
Mediana
3° Quartile
Curtosi
Asimmetria
Covarianza (R,I)
Correlazione (R,I)
Covarianza (R,N)
Correlazione (R,N)
Covarianza (I,N)
Correlazione (I;N)
I= indice medio dotaz
N= variaz pop (10-19)
0,47
0,39
-4,32
1,55
0,15
1,71
-2,87
0,17
-7,43
2,80
0,61
-1,15
0,25
0,31
-4,82
0,78
0,32
-4,29
1,47
0,56
-3,46
1,35
-1,44
0,67
-0,91
0,21
-0,11
17/10/2012
R=reddito
0,029981481
0,131019477
1,422269136
0,535252705
0,062114815
0,246381139
25
A livello nazionale e regionale sono diverse le politiche che si possono attuare per
contrastare l’esclusione sociale dei giovani a partire dalla creazione di un sistema
scolastico egualmente distribuito e in grado di fornire quanto più possibile le medesime
possibilità a tutti gli studenti frequentanti. Più rari sono gli esempi di politiche applicate
nei contesti urbani, esempio di queste sono i progetti “Education Action Zones”,
“Excellence in Cities initiatives”, “Connexions and Full Service Extended Schools” messi in
atto negli ultimi anni da alcune città inglesi con l’obiettivo di valutare e migliorare l’accesso
all’istruzione per le varie categorie di popolazione. Tramite questi progetti le municipalità
interessate hanno potuto osservare come il livello di istruzione fornito dagli istituti non
fosse lo stesso tra le varie aree della città, come su questa distribuzione spaziale incidesse
la reputazione distintiva dell’area e, infine, come questo si ripercuotesse sui percorsi di
vita degli studenti. Analisi di questo tipo sono molto legate agli aspetti qualitativi e ai
rendimenti degli studenti. Per raggiungere simili risultati, si potrebbero osservare le
valutazioni dei test INVALSI e delle indagini PISA nelle varie strutture scolastiche del
territorio di Milano e indagarne così l’aspetto qualitativo dei servizi erogati e indagare gli
effetti della “reputazione” della zona sul rendimento degli studenti.
Altre politiche promosse a vari livelli si basano sulla diffusione di pratiche partecipative a
contrasto dell’esclusione sociale. Si tratta di politiche attive, quali quelle promosse dal
progetto “Tackling Poverty Together – the Role of Young People in Poverty Reduction”, che
di recente sono state anche suggerite dalla Banca Mondiale e dall’ONU non solo per
tutelare la popolazione più giovane e allontanarla da povertà materiale e immateriale, ma
anche per promuovere il ruolo dei giovani da policy users a policy makers.
17/10/2012
Le politiche già messe in atto
26
Pensiamo all’utilizzo del bilancio generazionale e quindi alla sperimentazione di strumenti
innovativi per la misurazione delle disparità nell’erogazione dei servizi e di valutazione delle
azioni messe in atto per la tutela dei diritti della popolazione più giovane e a tutela anche di chi
sarà giovane dopo di loro e quindi delle future generazioni. Lo strumento inoltre consentirebbe
un intervento massiccio a favore della partecipazione attiva dei giovani quale percorso
necessario da seguire a contrasto dell’esclusione sociale.
Il metodo applicato è duplice: da un lato i conti generazionali, già applicati per il
funzionamento dei bilanci statali e di grandi organizzazioni come il FMI, consentiranno all’ente
di individuare lo squilibrio fiscale presente tra le diverse coorti di generazioni, dall’altro lato ci
sarà una matrice creata ad hoc sul modello di quella del bilancio di genere in cui saranno
riportati gli interventi attuati di cui beneficiano le diverse coorti di generazioni o che saranno
sostenute, dal punto di vista fiscale, da una coorte in particolare: questo particolare aspetto
diventa maggiormente utile per il Comune se si considera che l’invecchiamento della
popolazione e quindi l’aumento riscontrato nelle pagine precedenti della popolazione
appartenente alle coorti più adulte si traduce per l’ente da un lato in un aumento della
domanda di servizi relativi al Welfare cittadino (ad es. assistenza sanitaria) e dall’altro in una
diminuzione delle entrate da lavoro (addizionale comunale IRPEF).
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Il bilancio generazionale
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TAB 5: Matrice bilancio generazionale
COORTI
k ( ≤ 15)
j (15 – 19)
Servizi
Strutture
Erogazioni dirette
Servizi
Finanziamenti
Interventi
capitale umano
e ambiente
Tot Spesa
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Erogazioni indirette
a (20 – 39)
m (40 – 59)
o (60 – 740)
v ( ≥ 74)
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L’analisi del contesto serve a comprendere l’andamento demografico e le esigenze
delle varie coorti di generazioni in base alle macro-aree di indagine selezionale (area
persona e famiglia, area sviluppo economico, area personale e governance). Le
analisi dell’ offerta di servizi, di erogazioni dirette e dei servizi mirati
all’accrescimento del capitale umano, è utilizzata in un primo tempo come
metodologia di riclassificazione del bilancio comunale e a consuntivo, come
strumento per influenzare il prossimo bilancio preventivo e, quindi, le scelte
politiche. L’analisi della domanda, invece, sarà effettuata tramite azioni
partecipative con la cittadinanza.
Per individuare il livello di equità si utilizzeranno i conti generazionali e appropriati
indicatori di rapporto di spesa per la programmazione e pianificazione, per l’analisi
del contesto e della domanda di servizi, per l’analisi dell’offerta di servizi, per
l’analisi del bilancio. Il dato numerico di tali indicatori, prodotto al termine di ogni
fase, riassume i risultati delle varie fasi di analisi e le indirizza verso il risultato finale
che si vorrà ottenere.
In questo senso, la misurazione della sostenibilità tra le generazioni richiede
l’utilizzo di diverse tipologie di dati a seconda che si considerano «trasferimenti agli
enti» o «Trasferimenti diretti ai beneficiari».
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Come funziona
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, ,
=
,
,
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L’EFFICIENZA
GENERAZIONALE
Dove:
GEk,v indica il livello di efficienza generazionale raggiunta al momento t nei
confronti della popolazione della coorte k rispetto alla spesa per la
popolazione della coorte v.
Sk indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della
coorte k
Sv indica la spesa destinata dall’ente agli interventi per la popolazione della
coorte v
Pt,k indica la numerosità degli individui della coorte k riferito al tempo t
Pt,v indica la numerosità degli individui della coorte v riferito al tempo t
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Le politiche di contrasto alla povertà urbana e all’esclusione sociale possono essere diverse e interessare in
maniera particolare differenti categorie di individui. In questo paper ci siamo occupati in maniera prevalente
della categoria dei giovani, quale categoria sulla quale occorre intervenire con decisione per limitare i danni
di politiche antigenerazionali perpetrate nel tempo.
La scelta di analizzare il particolare collegamento tra le strutture di tipo educativo e ricreativo è stato la
conseguenza naturale proprio della decisione di occuparci dei giovani. Sarebbe stato riduttivo infatti fermarci
all’analisi economica – reddituale, sapendo quanto anche questo tipo di dotazioni possono influenzare, in
bene come in male, la crescita e le occasioni di vita future di un giovane. In questo senso Milano ha potuto
rappresentare una perfetta città/tipo da analizzare dal momento che presenta profonde diversità, sociali
economiche e ambientali, tra centro e periferia sia per via delle commistioni culturali con gli immigrati
provenienti da altre parti di Italia e non solo, sia per i diversi interventi di riqualificazione effettuati negli
anni. Infine la città di Milano si è rivelata essere una scelta positiva per questo studio perché presenta a
livello demografico un’evidenza nel movimento di fuga dei giovani dai contesti urbani.
Sicuramente lo studio presentato non fornisce spiegazioni esaustive in merito ai mutamenti demografici
della città, dal momento che tralascia importanti aspetti quali l’andamento del tasso di natalità o la
destinazione finale di chi decide di uscire dalla città. Tuttavia si è voluta evidenziare una possibile relazione
tra le dotazioni infrastrutturali dedicate ai giovani e quindi dedicate, in maniera diretta, al welfare delle
famiglie, in modo da suggerire la diffusione di nuove policy e di pratiche sperimentali e non che vedano il
cittadino giovane non come un semplice destinatario di interventi ma come un attore del cambiamento.
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CONCLUSIONI
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Nel prossimi lavori indagheremo in un primo tempo l’andamento della
trasmissione intergenerazionale della povertà ovvero ci preoccuperemo
di come la povertà diventi un’eredità tramandata da padre in figlio e di
come questo possa essere un problema specie in Paesi la cui condizione
economica è particolarmente delicata come per i Paesi GIPS (Grecia,
Italia, Portogallo, Spagna).
Infine ci occuperemo di politiche a favore dell’equità intergenerazionale
e intragenerazionale quali politiche che possono essere di certo un
mezzo di contrasto per la povertà dei giovani di oggi e delle future
generazioni ma che avranno anche l’obiettivo di controllare
l’andamento del debito pubblico dei Paesi e tutelarli quindi da crisi gravi
come quella attuale.
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Grazie per
l’attenzione!!!
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