La Cooperazione Italiana in Senegal

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La Cooperazione Italiana in Senegal
La Cooperazione Italiana in Senegal
Newsletter
n. 5 — Novembre 2012
Burkina Faso
Capo Verde
Gambia
Guinea
Guinea Bissau
Mali
Mauritania
Niger
La Cooperazione Italiana in Senegal
EDITORIALE
Newsletter
UNITÀ TECNICA LOCALE
Ufficio di Cooperazione
69, rue Kléber — Dakar
Tel +221 33 822 87 11
Fax +221 33 822 84 24
www.dakar.cooperazione.esteri.it
Direttrice
Mariarosa Stevan
Sezione commerciale
Patrick Mura
Supervisione della pubblicazione, raccolta dati
e testi, impaginazione
Virginia Tiziana Bruzzone
Progetto grafico
DGCS Sala Grafica (Ufficio IX)
Immagini
Archivio UTL
ONG
OOII
Per iscriversi alla Newsletter :
[email protected]
Cari lettori,
è con grande piacere che vi porgo i
miei più cari saluti, in qualità di
nuova Direttrice dell’Ufficio di
Cooperazione dell’Ambasciata d’Italia
a Dakar.
Sono lieta di presentarvi una nuova
veste rinnovata della Newsletter
dell’Ufficio di Cooperazione, che ha la finalità di illustrarvi
le azioni che la Cooperazione Italiana conduce in Senegal e
negli altri Paesi di competenza, Burkina Faso, Capo Verde,
Gambia, Guinea, Guinea Bissau, Mali, Mauritania e
Niger. Ma non solo.
La Cooperazione Italiana lavora in sinergia con tutti gli
attori coinvolti nelle azioni di cooperazione allo sviluppo,
quali OnG e società civile, enti locali, Organizzazioni
Internazionali, Unione Europea, istituzioni, fondazioni,
istituti di ricerca, università, associazioni di base, ecc. nel
perseguimento degli obiettivi prefissati a livello nazionale ed
internazionale, primo fra tutti quello di sradicamento della
povertà.
La Newsletter vuole rappresentare una ulteriore modalità
per testimoniare il lavoro che tutti assieme stiamo
realizzando, dando spazio anche ai diversi attori del
sistema Paese impegnati nelle attività di cooperazione allo
sviluppo. In questo numero “pilota” vi illustriamo quali
passi sono stati fatti negli ultimi mesi nei Paesi di
competenza del nostro Ufficio.
In apertura, un breve articolo è stato dedicato alle
conclusioni emerse dal recente Forum sulla Cooperazione
allo Sviluppo organizzato a Milano l’1 e 2 ottobre u.s. che
ha visto una massiccia partecipazione di addetti ai lavori e
non solo, e che ha delineato una nuova visione su come fare
cooperazione per il nostro Paese.
Nella stessa sezione, abbiamo dato spazio alla descrizione
dell’attuazione dei progetti in cui la Cooperazione Italiana
è impegnata in Senegal ed in Mauritania.
Abbiamo riservato, poi, alla rubrica “società e cultura”, un
articolo sulla festa di Tabaski in Senegal.
A seguire, troverete le due sezioni riservate l’una alla
cooperazione decentrata ed al lavoro delle OnG ed Onlus in
Senegal e l’altra alle notizie che arrivano dall’Unione
Europea e dalle Organizzazioni Internazionali, a conferma
dell’impegno italiano nel rafforzare la presenza dell’Italia
in ambito comunitario e multilaterale.
La Cooperazione Italiana in Senegal
Newsletter
La sezione “Consumare locale” vuole fornire un piccolo
contributo per guidare gli acquisti di prodotti locali, con
l’obiettivo di sostenere i nostri partner senegalesi nella
commercializzazione dei loro prodotti: vi invitiamo
pertanto ad aiutarci a diffondere tale cultura segnalando
produttori e occasioni di vendita che potranno essere
riportati anche nella nostra Newsletter.
Una delle principali novità è rappresentata dallo spazio che
abbiamo riservato ad una sezione curata dall’Ufficio
Commerciale della nostra Ambasciata a Dakar in cui sono
riportate le notizie economiche dai nostri Paesi di
competenza.
In chiusura, sono consultabili le opportunità di studio e
lavoro.
Vi ricordo infine che l’Ambasciata d’Italia e l’Ufficio di
Cooperazione saranno protagonisti di due importanti eventi
che si realizzeranno entro l’anno a Dakar: la XII edizione
della Settimana della Lingua e Cultura italiana, dal 26
novembre al 1° dicembre, e la II edizione delle Giornate
della Cooperazione italo-senegalese il 3 e 4 dicembre.
Le manifestazioni si svolgeranno in alcuni siti di interesse
culturale a Dakar tra cui la “Maison de la Culture Douta
Seck”, nel Quartiere Medina , e saranno caratterizzate da
dibattiti e tavole rotonde, incontri culturali, esposizioni
artistiche, rappresentazioni teatrali, cinema e concerti. Sarà
l’occasione per mettere a confronto due culture nell’ottica di
promuovere e rafforzare il rapporto di collaborazione e di
profonda amicizia tra l’Italia ed il Senegal: siete tutti
invitati a partecipare e confidiamo sul vostro contributo per
la buona riuscita di entrambi gli eventi. Maggiori
informazioni con il programma dettagliato delle giornate
saranno pubblicati sul sito dell’Ambasciata
d’Italia
(www.ambdakar.esteri.it/Ambasciata_Dakar) e su quello
dell’Ufficio
di
Cooperazione
(www.cooperazione.dakar.esteri.it), che vi invitiamo a
consultare periodicamente per seguire più da vicino le nostre
attività.
Attendiamo l’apporto di voi tutti per far diventare questa
Newsletter un momento di scambio di informazioni, un
laboratorio di idee, in cui poter far convergere il contributo e
la voce di chi come noi è impegnato nel fare crescere una
diversa cultura di fare cooperazione per uno sviluppo
sostenibile e locale.
Vi auguro una buona lettura,
Mariarosa Stevan
La Cooperazione Italiana in Senegal
n. 5 — Novembre 2012
SOMMARIO
Newsletter
Foto
SOMMARIO
IN PRIMO PIANO
pag. 4
Il Forum della Cooperazione internazionale
I nostri Progetti
Foto
FOCUS SOCIETÀ E CULTURA
pag. 11
Sinergie italiane
Foto
pag. 15
NOTIZIE UE E OOII
Mauritania, Guinea
Bando UE
pag. 18
PAESI
Mauritania. I CAC del progetto PLIACEM
Foto
pag. 10
La festa di Tabaski
DECENTRATA E ONG
Foto
Foto
Foto
pag. 19
CONSUMARE LOCALE
Intervista a ENDA PRONAT
SEZIONE COMMERCIALE
pag. 21
Notizie economiche dai nostri Paesi
OPPORTUNITÀ DI STUDIO E LAVORO
Studiare l’italiano in Senegal
pag. 25
Foto
I
Il FORUM DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
IN PRIMO PIANO
Milano, 1-2 ottobre 2012
Il 1° e il 2 ottobre 2012, si è tenuto a Milano
il Forum della Cooperazione internazionale
organizzato
dal
Ministero
per
la
Cooperazione Internazionale e l’Integrazione,
in collaborazione con la Direzione Generale
per la Cooperazione allo Sviluppo del
Ministero degli Affari Esteri.
Il Forum ha voluto rilanciare il ruolo della
cooperazione allo sviluppo a livello
nazionale ed internazionale, attraverso un
confronto tra le massime cariche dello Stato
italiano, le autorità politiche europee e dei
Paesi del Sud del mondo, gli esperti,
coinvolgendo anche tutti i cittadini
interessati, invitati a presentare le loro idee e
prospettive nel settore.
Il
ruolo
chiave
della
cooperazione
internazionale allo sviluppo è stato ribadito
dal Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, che nel suo video - messaggio ha
ricordato come la cooperazione rappresenti
“politica estera nel senso più nobile e più elevato
della parola, come indice di presenza e immagine
dell’Italia nel mondo e cartina di tornasole della
nostra capacità di giocarvi un ruolo adeguato. ”
L’importanza della cooperazione è stata
ribadita dal Presidente del Consiglio, Mario
Monti, che ha sottolineato che “Fare
cooperazione è oggi un imperativo etico di
solidarietà, ma è anche – e soprattutto – un
investimento strategico in termini di sicurezza
nazionale ed internazionale, di gestione dei flussi
migratori, di protezione dell’ambiente, di
sicurezza energetica, di promozione di
opportunità economico-commerciali per le imprese
italiane”. Monti ha inoltre messo l’accento sul
fatto che "la centralità della cooperazione allo
sviluppo dovrà, non appena le condizioni di
bilancio lo renderanno possibile, essere rafforzata
anche sul piano delle risorse".
L’evento del Forum ha rilanciato il ruolo della
cooperazione allo sviluppo, evidenziando il
forte interesse ed il coinvolgimento di
autorità e cittadini verso tale tema. Come
dichiarato Ministro degli Affari Esteri, Giulio
Terzi di Sant’Agata, “abbiamo dinanzi a noi
grandi opportunità e sfide estremamente complesse.
L’Italia dovrà riposizionarsi con autorevolezza,
quando saranno definite priorità e obiettivi
politici dell’azione dopo il 2015, quando verranno
cioè a scadenza gli otto Obiettivi del Millennio, e
quando saremo chiamati ad integrare i nuovi
4
obiettivi di sviluppo del Millennio con gli
Obiettivi dello Sviluppo sostenibile. “
E’ stato poi messo in evidenza il ruolo
centrale dell’Unione Europea, che il
Presidente delle Repubblica ha ricordato
essere primo donatore a livello mondiale,
specificando che oltre la metà dell’aiuto pubblico
allo sviluppo erogato a sostegno dei Paesi in via di
sviluppo proviene dall’Europa nel suo complesso
(UE e Stati Membri).
Il ruolo fondamentale dell’Unione Europea è
stato inoltre ribadito dal Ministro Giulio
Terzi di Sant’Agata, che ha dichiarato che il
quadro di riferimento - anche per la nostra
politica di cooperazione - non può che essere
l’Europa e che la nostra capacità di incidere
sulle scelte di policy dell’UE, e di orientarle in
linea con le priorità italiane, deve rimanere al
centro della nostra azione.
Al termine del Forum, il Ministro per la
Cooperazione Internazionale e l’Integrazione,
Andrea Riccardi, ha presentato il documento
conclusivo dei lavori che rilancia il ruolo della
cooperazione internazionale allo sviluppo e ne
individua le prospettive, dando enfasi al
grande interesse mostrato sul tema anche dai
cittadini italiani.
Il documento ribadisce che “oggi la
cooperazione allo sviluppo è di nuovo al centro
dell’agenda politica del Governo”. L’azione sarà
concentrata in un numero ristretto di Paesi, il
Mediterraneo e l’Africa sono indicati quali
aree prioritarie. Si auspica fortemente la
trasparenza dell’azione della cooperazione e
delle spese realizzate e si evidenzia
l’importanza del metodo partecipativo, che
coinvolga tutti gli attori portatori di interessi.
Si ribadisce, infine, che la specificità italiana
“va inquadrata nella prospettiva europea e nei
grandi valori della solidarietà, tolleranza, ricerca
del bene comune su cui essa si fonda.”
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
I
I NOSTRI PROGETTI IN SENEGAL
A cura di Roberto Gotti, Roberta Battista, Giuliana Serra, Claudia Guidarini, Aldo Cera
PAPSEN.
UN
PROGRAMMA
AGRICOLO A SOSTEGNO DELLO
SVILUPPO LOCALE
L’Accordo tecnico-finanziario relativo al
“Programma a sostegno del Programma
Nazionale di Investimenti in Agricoltura
(PNIA) – PAPSEN” è stato firmato il 4
giugno scorso dall’Ambasciatore d’Italia e dal
Ministro dell'Economia e delle Finanze
senegalese.
L'Italia sostiene tale Programma di durata
triennale con un finanziamento a credito di
aiuto agevolato del valore complessivo di 30
milioni di euro e con un importo di 2,55
milioni di euro a dono.
Il PAPSEN rappresenta la risposta concreta
della Cooperazione Italiana alla richiesta del
Governo senegalese di un supporto nel
raggiungimento dei propri obiettivi in termini
di miglioramento delle performances agricole,
attraverso una migliore gestione dell’acqua,
l’utilizzo più razionale degli input produttivi e
il sostegno alla commercializzazione.
L’intervento, il cui obiettivo specifico consiste
nell’incremento dei redditi agricoli attraverso
il rafforzamento e la diversificazione delle
attività produttive agricole, si articolerà
secondo due componenti geografiche: la prima
a favore delle regioni centrali del Paese
(Thies, Diourbel e Fatick) – per uno
stanziamento del valore di 10 milioni di euro
– in cui si prevede la sistemazione di piccoli
perimetri irrigui per complessivi 400 ettari,
per produzioni orticole e frutticole, con nuovi
impianti di irrigazione secondo il modello
israeliano TIPA (microirrigazione) ed attività
di ricerca scientifica ed assistenza tecnica ad
opera del CNR (Consiglio Nazionale delle
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
Ricerche), in collaborazione con gli istituti di
ricerca agricola senegalesi ed il MASHAV,
l'agenzia israeliana di cooperazione allo
sviluppo.
La seconda componente si attuerà nelle
Regioni di Sedhiou e Kolda, nella Media
Casamance, una delle regioni più povere del
Senegal, colpita da una crisi economica e
politica perdurante, in cui la Cooperazione
Italiana ha realizzato fin dagli anni ’80 diverse
iniziative in materia di agricoltura e sicurezza
alimentare.
Per tale area meridionale, il Programma
prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro
a sostegno della risicoltura pluviale, grazie
alla sistemazione e bonifica di circa 4.000
ettari di zone vallive, delle filiere
ortofrutticole e per il miglioramento della
rete di piste rurali indispensabili allo sviluppo
della commercializazzione.
I processi di promozione dello sviluppo
economico locale saranno sostenuti attraverso
il rafforzamento delle collettività di base (gli
agricoltori stessi, le loro famiglie, le
organizzazioni contadine di produttori e le
comunità rurali) e la realizzazione di microprogetti per la messa in atto di infrastrutture
socio-comunitarie, per la conservazione e
commercializzazione dei prodotti agricoli.
Inoltre sarà attuato un
importante
programma
di
rafforzamento
delle
competenze tecniche e gestionali delle
popolazioni rurali e degli enti locali
beneficiari attraverso azioni di formazione
diretta agli agricoltori/agricoltrici ed
assistenza tecnica.
In Senegal, come nella maggior parte dei
paesi dell’Africa sub-sahariana, le donne
svolgono un ruolo fondamentale nella
produzione e nella trasformazione dei
prodotti
agricoli.
Tuttavia
la
loro
partecipazione, come forza economica e
sociale determinante, incontra costantemente
ostacoli enormi, specie in contesti di forte
vulnerabilità e povertà.
Il
PAPSEN
favorirà
pertanto
la
partecipazione
femminile
tramite
il
rafforzamento delle associazioni di donne a
livello locale ed attraverso attività di
empowerment economico e di promozione
all'uguale accesso di uomini e donne contadini
alle risorse di base e alle opportunità di
sviluppo rurale.
5
I
SVILUPPO LOCALE.
LANCIO DEL CIDEL
PROSSIMO
In questo mese è previsto il lancio del
Progetto “Conoscenza Innovativa e Sviluppo
Locale”
(CIDEL),
finanziato
dalla
Cooperazione Italiana in Senegal e realizzato
in parternariato con il Ministère de
l’Aménagement du Territoire et des Collectivités
locales. L’iniziativa mira a rafforzare una
visione strategica dello sviluppo economico
locale da parte degli attori regionali
senegalesi chiamati a pianificare le azioni sul
territorio, attraverso un programma di
formazione specializzato e attraverso un
migliore coordinamento con le attività della
cooperazione decentrata italiana.
Si stima infatti che circa 12 milioni di euro
sono stati investiti dagli enti locali italiani in
Senegal tra il 2000 e il 2012 a beneficio degli
enti locali e organizzazioni della società civile,
spesso attraverso l’assistenza tecnica delle
ONG italiane.
Queste ricchissime attività di cooperazione
sono spesso legate alla spontaneità delle
relazioni tra gli enti locali e talvolta in
passato le priorità strategiche del Paese sono
risultate meno rilevanti rispetto al
raggiungimento degli obiettivi dei progetti.
Il CIDEL ha come obiettivo di favorire il
coordinamento
degli
interventi
della
cooperazione decentrata in Senegal sia
attraverso il ruolo propulsivo dell’UTL, sia
attraverso una maggiore sensibilizzazione dei
partner senegalesi, facendo di quest’ultima
uno stumento per veicolare una visione
integrata dello sviluppo economico locale e
del concetto di co-sviluppo.
Il trasferimento di know how tra l’Università,
la Comunità scientifica internazionale, la
Cooperazione decentrata italiana e gli attori
dello sviluppo regionale in Senegal,
rappresenta un valore aggiunto del
programma che permetterà alle istituzioni di
riferimento di migliorare le capacità di analisi
e pianificazione dello sviluppo locale e alle
istituzioni scientifiche di testare il loro studi
sulla pratica della pianificazione regionale.
Le Regioni di intervento del CIDEL,
identificate lo scorso anno con la controparte
6
nazionale, si situano nell’asse centro-sud
Kaolack e Sedhiou.
La concentrazione dell’iniziativa nelle zone di
maggiore presenza del sistema italiano di
cooperazione permetterà di creare un
background metodologico necessario al
coordinamento e alla creazione di sinergie con
gli altri programmi della Cooperazione
Italiana.
A livello regionale, le sessioni di formazione,
organizzate secondo una metodologia
partecipativa, saranno volte all’applicazione
pratica delle conoscenze acquisite da parte
degli operatori locali per risolvere concreti
obiettivi lavorativi. Nella selezione dei
partecipanti alle formazioni, un’attenzione
particolare sarà rivolta a garantire l’effettivo
coinvolgimento delle donne in seno alle
istituzioni selezionate e in armonia con i piani
regionali di formazione proposti dalle
Agenzie regionali di Sviluppo.
L’elaborazione di Piani regionali di Sviluppo
integrato sarà effettuata in coordinamento
con altri programmi presenti sul territorio e
che intervengono in tale ambito finanziati
dalla DGCS e da altri donatori internazionali,
attraverso un metodo che permetta di
svilupppare l’analisi e l’elaborazione di una
visione di lungo periodo dei poli regionali di
sviluppo.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
I
PIDES. LA PROTEZIONE SOCIALE
E IL PROTAGONISMO DELLE
DONNE IN SENEGAL
Il 21 settembre 2012 a Kaolack, si è tenuta la
cerimonia di lancio del Programma Integrato
di Sviluppo Economico e Locale (PIDES).
L’evento, presieduto dalla Ministra incaricata
delle politiche di genere del Senegal e
dall’Ambasciatore d’Italia, si è svolto presso la
locale Camera di Commercio e vi hanno preso
parte tutte le Autorita' amministrative:
Governatore della Regione, Sindaco della
citta', Presidente del Consiglio regionale, in
presenza di rappresentanti di varie
associazioni, soprattutto di donne, di un folto
pubblico, della stampa e delle televisioni
nazionali.
Il PIDES, della dutata di 3 anni, mira a
promuovere lo sviluppo socio-economico delle
Regioni di Dakar e di Kaolack secondo una
prospettiva di empowerment e parità di genere
attraverso il sostegno ad un partenariato
strategico tra il Ministero incaricato delle
politiche di genere del Senegal, le proprie
strutture decentralizzate e gli Enti Locali.
L’obiettivo è quello di promuovere un
modello inclusivo di protezione sociale che
prevede il coinvolgimento di tutti gli attori
implicati nel processo di lotta contro
l'emarginazione e l'esclusione sociale verso
nuovi percorsi per l’identificazione di
soluzioni innovative alla crisi dell'occupazione
giovanile, alla marginalizzazione socioeconomica delle donne e alla crisi di fiducia
nei confronti degli attori della governance
locale; un sistema di protezione sociale
inclusivo dunque che valorizzi le capacita'
individuali e territoriali, attraverso il
finanziamento di attivita' socio-economiche a
favore delle donne e dei giovani ed il sostegno
alla pianificazione locale, favorendo coesione
sociale e stabilita'.
L’iniziativa assume particolare importanza in
un contesto di crisi strutturale internazionale
in cui il rischio di aumento considerevole della
poverta' e di meccanismi di esclusione sociale
puo' avere effetti drammatici sul benessere
della popolazione e sulla tutela dei diritti in
particolare delle donne.
L'approccio innovativo del PIDES è quello di
estendere la nozione di protezione sociale in
modo da coprire aree come l'equità,
empowerment economico, sociale e culturale,
piuttosto che limitarla al campo di
applicazione mirato ai trasferimenti monetari.
Si tratta pertanto di un approccio più globale
di sviluppo umano, che si basa sul
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
miglioramento dell’accesso ai servizi sociali di
base e al sostegno alla crescita inclusiva
caratterizzata dalla capacità dei cittadini, in
particolare delle donne, di partecipare alla
creazione di ricchezza e di posti di lavoro.
Una visione che favorisca l’autonomizzazione
della popolazione e in particolare quella
femminile e dei giovani, promuovendo una
loro
più
ampia
partecipazione
nell’elaborazione e attuazione delle politiche e
dei piani di sviluppo a livello locale,
corrisponde alla volontà manifestata dal
Governo senegalese nelle proprie politiche
nazionali. Infatti, sia la Strategia nazionale
sull’Uguaglianza di Genere che l’Iniziativa
nazionale sulla Protezione sociale, da un lato
vogliono rendere il circuito istituzionale più
performante in un contesto di decentramento
e dall’altro incoraggiano una più ampia
partecipazione cittadina alla gestione delle
risorse pubbliche. Tale meccanismo stimola
una maggiore responsabilità della popolazione
nello sviluppo del territorio e, allo stesso
tempo, in relazione con le istituzioni e il
sistema privato, rompe le dinamiche di
dipendenza causa della paralisi socioeconomica della comunità.
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PAEF.
L’ESPERIENZA
ITALOSENEGALESE
IN
FAVORE
DELL’EDUCAZIONE DELLE BAMBINE
Il 30 ottobre , presso il Centro nazionale delle
Risorse educative di Dakar, si è tenuto l’atelier di
validazione dello « Studio documentato
dell’esperienza del progetto PAEF (Projet d’Appui à
l’Education des Filles ) ». Il PAEF, finanziato dalla
Cooperazione Italiana, in collaborazione con il
Ministero dell’Educazione senegalese, ha lo scopo
principale di contribuire alla realizzazione degli
Obiettivi del Millennio 2 (Raggiungere l’istruzione
elementare universale) e 3 (Promuovere
l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne)
attraverso l’eliminazione delle disparità di genere
nell’educazione primaria. Lo studio era stato
commissionato con lo scopo di fornire una revisione
di medio termine del progetto (avviato nel 2010 e con
termine a marzo 2013) per proporre una visione
d’insieme degli interventi del PAEF, analizzarne i
risultati, formulare delle raccomandazioni e, infine,
proporre un quadro d’orientamento per la
moltiplicazione del modello PAEF. L’innovazione del
progetto sta nell’applicazione di un approccio olistico
e integrato che analizza i differenti fattori sociali,
economici e culturali che ostacolano la
scolarizzazione delle alunne. Inoltre, secondo una
visione che promuove la partecipazione comunitaria,
il PAEF ha sostenuto economicamente le associazioni
di donne e madri delle/degli alunne/i delle scuole
beneficiarie (80 tra la periferia di Dakar, Diourbel,
Louga e Fatick). Questo sostegno, attraverso la
realizzazione di attività generatrici di reddito, e con
lo scopo di contrastare la povertà, ha permesso alle
madri di diventare agenti di promozione della
scolarizzazione delle proprie figlie e di contribuire al
miglioramento dell’ambiente educativo riversando
una parte dei guadagni a beneficio delle scuole. I
risultati dello studio presentano il progetto come un
modello di gestione partecipativa, che, sotto la
supervisione del Quadro di Coordinamento degli
Interventi per l’Educazione delle bambine (CCIEF),
ha favorito l’implicazione di tutti gli attori coinvolti.
Il PAEF è riconosciuto dal Governo senegalese come
progetto pilota che ha portato alla creazione di più
sinergie tra le istituzioni e la società civile attraverso
il rafforzamento delle capacità delle donne e delle
associazioni femminili, le quali hanno rappresentato
la porta d’entrata per stimolare la partecipazione
comunitaria.
8
FOTO
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
Il progetto ha promosso la
leadership femminile nel settore
dell’educazione con una maggiore
implicazione delle donne sia a
livello di comunità che delle
insegnanti, creando, laddove il
progetto è stato realizzato, una
nuova visione socio-culturale che
ha rimesso in causa il ruolo degli
alunni, delle alunne, del personale
scolastico e della comunità intera.
Nelle scuole, l’integrazione della
dimensione genere ha creato
nuove attitudini sia tra gli
insegnanti, che hanno ricevuto
delle formazioni specifiche, che tra
gli allievi. In particolare, questi ultimi sono diventati vettori di promozione dell’uguaglianza di
genere attraverso « l’educazione tra pari », una strategia educativa con lo scopo di attivare
processi spontanei di scambio di conoscenze ed esperienze tra individui con uno stesso status, in
questo caso gli alunni. Grazie ad iniziative innovatrici come le « unità di veglia e di allerta », tutti
gli alunni si sono sentiti coinvolti nella promozione e nel rispetto dell’approccio di genere per il
riconoscimento reciproco dei diritti. Le sfide che restano da affrontare in quest’ultima fase del
PAEF sono relative alla consolidazione dei risultati nelle scuole beneficiarie affinché il progetto
possa essere sostenibile nel tempo e perché l’appropriazione da parte della comunità sia integrale.
PLASEPRI. NUOVE REALTA’ IMPRENDITORIALI
Nell’ ambito del programma Plasepri (Piattaforma di Appoggio al Settore privato e alla Valorizzazione della diaspora senegalese in Italia) è stato approvato un nuovo finanziamento alla Istituzione di Microfinanza UIMCEC (Union des Institutions Mutualistes Communautaire d’Epargne et
Crédit) di circa 756.000 euro.
Il finanziamento sarà ripartito tramite le casse di UIMCEC localizzate a Dakar, Thies e Mbour,
per servire 29 microimprese . A titolo di esempio della realtà imprenditoriali più significative che
beneficieranno di un credito , citiamo:

Una sartoria (circa 20 mila euro) per l’acquisto di macchine da cucire ;

Un’ impresa di trasporti (30 mila euro) per l’acquisto di un camion ;

Un’ impresa industriale nel settore plastico (30 mila euro) per una linea di fabbricazione
tubi in pvc ;

Un laboratorio artigianale (30 mila euro) per la
lavorazione del ferro (linea di saldatura) ;

Un allevamento di polli (20 mila euro) per l’acquisto di incubatrici, rinnovo ambienti e gabbie
in serie ;

Un’ autoscuola (20 mila euro) per il rinnovo
parco automezzi.
Il finanziamento approvato alla UIMCEC porta l’importo complessivo erogato, tramite il programma Plasepri attraverso Istituzioni di Microfinanza, a oltre 2
milioni di euro.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
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LA FESTA DI TABASKI
FOCUS SOCIETÀ E CULTURA
A cura di Virginia T. Bruzzone
FOTO
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La festa del montone designa la grande festa mussulmana che ruota intorno al sacrificio dell’ animale sacrificato dal capofamiglia in commemorazione del sacrificio di Abramo. Aïd el-kebir o Aïd el-adha nell’area arabofona, in Senegal e nei paesi limitrofi la festa è chiamata Tabaski. Essa ha luogo il 10 dhu al-hijja, ultimo
mese dell’anno islamico, lunare, e coincide con il giorno di nah’r, il giorno del sacrificio per i pellegrini della
Mecca riuniti nella valle di Mina, dove la storia situa il
sacrificio di Abramo. Compiendo il sacrificio, la umma,
comunità dei fedeli mussulmani, comemora sia il gesto
di Abramo che quello del Profeta Maometto che inizio’
tale tradizione nell’anno 2 dell’egira. Non si tratta di un
atto obbligatorio, ma raccomandato a chi è in misura di
procurarsi una vittima in modo lecito. Tuttavia, ai Senegalesi piace ricordare che il montone sacrificato sarà
la montura per il ponte Sirat che scavalca l’inferno e
porta al paradiso, ed è quindi normale indebitarsi anche
per un lungo periodo. L’animale del sacrificio deve rispondere a certi criteri quali : maschio, non castrato,
avere almeno 6 mesi (le corna devono essere spuntate),
essere integro fisicamente, bianco di preferenza ma
« che mangia e che guarda nel nero », cioè che abbia del
nero intorno alla bocca ed agli occhi. Esso è sacrificato
con la testa in direzione della Mecca, all’Est, pronunciando le parole Bismillah Allahu akbar. In Senegal, è
abitudine che moglie e bambini afferrino la coda in modo da partecipare simbolicamente al sacrificio.
Il montone di Tabaski è per qualche giorno il compagno di giochi dei piccoli della famiglia che gli danno un
nome, lo lavano, lo portano a passeggio, lo alimentano,
lo abbelliscono con ghirlande colorate che nascondono
collari rossi di protezione contro malattie e ladri. Un
montone morto o rubato prima della festa è considerato
infatti di malo augurio ed è, in molti casi, un’ingente
perdita di denaro. Immolato subito dopo la preghiera
del mattino, il montone viene scuoiato e tagliato a pezzi
dagli uomini della famiglia mentre le donne ne cuociono subito il fegato ed arrostiscono le costole ed i bambini grigliano i testicoli. La cucina continua tutto il
giorno. La carne viene cotta in diversi modi e servita
agli ospiti, mentre ai vicini e agli amici puo’ essere donata cruda. Alla cognata viene riservata una delle parti
migliori, il cosciotto posteriore di destra. E’ un giorno
di perdono e di riappacificazione, per cui le visite reciproche sono interminabili. Alla sera, i bambini passano
di porta in porta per chiedere il dewenel, cioè qualche
soldino per concludere tra di loro la festa con dolcetti e
bevande comprati nei negozietti, le boutiques , aperte
fino a tardi. Gli stinchi vengono conservati per la salsa
del cuscus della Tamxaritt, il capodanno mussulmano
che si celebra il mese dopo, in un legame simbolico di
buon auspicio tra i due periodi.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
SINERGIE ITALIANE
DECENTRATA E ONG
A cura di Virginia T. Bruzzone, Stefania Serra
FONDAZIONI4AFRICA SENEGAL.
BILANCIO E PROSPETTIVE
Il 10 ottobre, si è tenuto a Dakar il seminario
organizzato da Fondazioni4Africa avente come tema:
“La sfida dell’iniziativa Fondazioni4Africa Senegal:
risultati, riflessioni e prospettive”.
Fondazioni4Africa, istituzione a cui fanno riferimento
quattro fondazioni italiane (Compagnia di San Paolo,
Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo e Monte
dei Paschi di Siena), sta attuando da circa quattro
anni un progetto congiunto di cooperazione
internazionale in Senegal. L’obiettivo generale di
Fondazioni 4 Africa Senegal è di migliorare le
condizioni economiche e sociali delle popolazioni che
vivono nelle zone rurali e peri-urbane del Paese
tramite la valorizzazione dei prodotti e delle risorse
locali come fonte di reddito, con particolare
attenzione ai gruppi più vulnerabili.
Dopo la cerimonia d’apertura, alla quale hanno preso
parte sia le autorità italiane che quelle senegalesi, con
la
partecipazione
di
un
rappresentante
dell’Ambasciata d’Italia a Dakar e del Ministero della
Donna, del Bambino e dell’Imprenditoria femminile,
sono seguite tre tavole rotonde settoriali, con una
vasta e attiva presenza di pubblico: la prima dedicata
al tema “Sinergie tra attori, territori e azioni, per un
lavoro efficace in rete”; la seconda al tema “La catena dei
valori: l’approccio per lo sviluppo e la valorizzazione dei
servizi e dei prodotti” e la terza su “Migrazione e
sviluppo: una nuova opportunità di cooperazione” .
Nella prima tavola rotonda, in cui è intervenuta la
Direttrice dell’Ufficio di Cooperazione, è stata
illustrato il Sistema Italia di Cooperazione in Senegal
e le sinergie tra i diversi attori italiani.
Partecipazione
universitaria
italiana ad un convegno di psicologia infantile a Dakar con il
sostegno del CPAS
Una delegazione di professori della
Università degli Studi di Pavia, formata da psichiatre e psicologhe, ha
partecipato all’ IX Congresso internazionale sull' Infant observer secondo Esther Bick e sulle sue applicazioni, che si è tenuto a Dakar dal
30/10 al 2/11.
Le professoresse Berlincioni e
Tabanelli,
nelle
comunicazioni
rispettive “Maternità e migrazione”
e “Nascere in un paese straniero”,
hanno
abbordato
il
tema
dell’identità femminile e materna,
che non è un dato stabile e definitivo
ma si modifica nel corso del tempo
in relazione sia ai cambiamenti che
intervengono nella vita di ciascuna
donna sia alle modificazioni sociali,
politiche, religiose che investono il
gruppo sociale. La migrazione
rappresenta uno di questi fattori di
cambiamento in funzione del quale
si andranno costruendo nuove
modalità di vivere il rapporto di
coppia, l’esperienza della maternità e
la relazione tra genitori e figli.
Milioni
di
persone
vivono
temporaneamente o stabilmente in
un contesto diverso da quello di
origine e le donne costituiscono più
della metà della popolazione
migrante. Nel paese ospite, l’identità
della
donna
migrante
viene
sottoposta ad un processo di
rimodellamento che permetta di
tenere insieme il passato, il presente,
il futuro. Mantenere una vicinanza
ai modelli di cura e allevamento dei
bambini della propria cultura rende
naturale ed armonioso il rapporto
madre-bambino mentre la mancanza
di validi riferimenti rendono difficile
lo stesso. Successivamente, con il
supporto logistico dell'associazione
CPAS (Comitato Pavia Asti Senegal) i docenti hanno visitato Ziguinchor, Coubanao e Cap Skirring per
approfondire la tematica della maternita' con interviste e osservazione
diretta.
Tutte le informazioni su: http://
www.congres-bebe-dakar.org
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
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Lodevole iniziativa di Careggi
Adottato provvedimento dall’Ospedale Careggi di
Firenze per la cessione gratuita di un trattore
agricolo (vedi foto) e di numerosi arredi scolastici
destinati ad una piccola comunità rurale della
Regione di Thies, Merina Dakhar. L’iniziativa è in
memoria dei due cittadini senegalesi uccisi a Firenze
in Piazza Dalmazia il 13 dicembre scorso, Mor Diop e
Modou Samb. L’Ospedale di Careggi ha sottoscritto
con il Senegal diversi accordi in materia di
cooperazione sanitaria e si è distinto per le spedizioni
di materiale sanitario a favore di strutture mediche
quali l’ospedale di Touba, l’ospedale Le Dantec di
Dakar e numerosi ambulatori a Touba Mboul,
Rufisque e Parcelles Assainies. Inoltre, ha intrapreso
la ristrutturazione della farmacia dell’Ospedale
regionale di Thies in partenariato con il Ministero
della Salute senegalese, la Regione di Thies, la
ONLUS Gruppo FRATRES di Pontassieve,
l’Associazione senegalese di Firenze e l’associazione
Radek di Thies.
Visita del Comune di Dolianova
Dal 25 ottobre al 6 novembre, l'associazione Sunugaal, che opera in Sardegna, accompagnerà in Senegal una delegazione del Comune di Dolianova, capofila di una proposta progettuale, finanziata dalla Regione Sardegna, dal titolo “Vita sostenibile in Senegal:
una proposta di turismo responsabile”, che mira a
contribuire allo sviluppo sostenibile e al reinserimento nel proprio contesto di origine dei migranti senegalesi presenti in Sardegna. La delegazione effettuerà
una missione di verifica e di rafforzamento delle relazioni Sardegna - Senegal in particolar modo nella
comunità di Malicounda (Dipartimento di Mbour),
sede di realizzazione del progetto .
Saint-Louis du Sénégal approda a Ferrara
In occasione del Festival internazionale di Ferrara, il
Dipartimento di Architettura, in collaborazione con
l’Università Gaston Berger di Saint-Louis, ha
organizzato un seminario ed un’esposizione dedicati
ai primi risultati del progetto “Acqua come
Patrimonio” diretto dal prof. Romeo Farinella.
Lo scopo del seminario è stato quello di potenziare le
attività di cooperazione universitaria nel campo della
progettazione urbanistica e ambientale e della
riqualificazione del patrimonio urbano e
architettonico. Costruita nel 1659, la città di SaintLouis, in wolof Ndar, è un bellissimo esempio di
architettura coloniale ed è iscritta sulla lista del
patrimonio mondiale UNESCO.
CPAS
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La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
TISSER L’AVENIR DU SENEGAL: UN PROGETTO DI EMPOWERMENT
FEMMINILE FINANZIATO DALLA REGIONE SARDEGNA
A cura di Stefania Serra
«Tisser l’avenir du Sénégal : un progetto di
empowerment femminile» è un’iniziativa rivolta
a circa mille donne senegalesi, che abitano in
Senegal, nella periferia di Dakar, e in Italia
nei Comuni di Olbia e Tempio- Pausania, con
l’ obiettivo di rafforzare le capacità gestionali
e ed economiche delle donne coinvolte nel
progetto.
Il progetto è stato finanziato dalla Regione
Autonoma della Sardegna (attraverso la legge
regionale 19/96 in materia di cooperazione
con i Paesi in via di sviluppo e di
collaborazione internazionale) e dai partner
coinvolti, quali: il Comune di Olbia, come
soggetto capofila, l’ONG senegalese Concept,
l’ONG italiana Amici Senza Confini,
l’associazione Laboratorio interculturale per
l’integrazione e, come partner aggiuntivi, il
Comune di Tempio-Pausania ed il Centro
Studi africani di Sardegna.
L’intervento, della durata di un anno e
prossimo alla conclusione, si snoda attraverso
un doppio percorso, uno realizzato nel
Comune di Olbia ed uno realizzato nella
periferia di Dakar.
Il processo di empowerment delle donne
coinvolte si è attuato attraverso tre azioni
principali: la realizzazione di corsi di
formazione pluridisciplinari, l’attivazione di
due centri d’appoggio (uno in Sardegna ed
uno in Senegal) che potessero garantire un
supporto costante alle donne ed infine la
costituzione di un fondo di appoggio,
destinato al micro-credito in Senegal ed alla
creazione di un’associazione in Sardegna.
Per quanto concerne la formazione, sono stati
attivati due moduli, per un totale di più di 500
ore di formazione diretta, l’uno in management
delle organizzazioni e l’altro in attività
generatrici di reddito.
Il modulo formativo in management delle
organizzazioni, articolato in sette corsi di
formazione
(leadership,
comunicazione,
management delle organizzazioni, metodo di
controllo, gestione dei conflitti, advocacy,
informatica),
è
stato
realizzato
contemporaneamente in Sardegna ed in
Senegal. I corsi si sono svolti, infatti, nella
sede dell’ONG Concept a Dakar e sono stati
trasmessi in videoconferenza nei locali
dell’associazione Laboratorio interculturale
l’Integrazione ad Olbia.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
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13
In Senegal, l’obiettivo era quello di rafforzare le
capacità gestionali delle donne già coinvolte
attivamente nelle associazioni di Dakar; in Sardegna
quello di formare le donne che gestiranno
l’associazione che si verrà a creare a fine progetto.
Il modulo formativo in attività generatrici di reddito
ha seguito, invece, due distinte realizzazioni, una ad
Olbia e l’altra a Dakar.
Entrambi i percorsi sono stati strutturati in una parte
teorica e in una parte pratica.
In Sardegna, la formazione teorica si è concentrata su
due discipline, marketing ed imprenditoria femminile,
mentre quella pratica su due laboratori, le cui
discipline sono concordate direttamente con le
corsiste.
In Senegal, sono stati attivati quattro corsi teorici
(imprenditoria femminile, sviluppo di attività
generatrici di reddito, marketing, qualità) e quattro
pratici (avicoltura, trasformazione di frutta e verdura
in prodotti secondari, ristorazione e tintura).
Nel modulo di formazione in attività generatrici di
reddito, alla formazione diretta è seguita la fase di
moltiplicazione. Le donne formate durante i corsi in
attività generatrici di reddito hanno condiviso le
competenze e le conoscenze ricevute con i membri dei
loro gruppi di appartenenza e le eventuali invitate
dell’associazione, con la partecipazione del personale
di Concept e di Amici senza Confini.
Durante tutto l’arco di attuazione del progetto, alle
donne coinvolte, è stato garantito un centro
d’appoggio sia in Sardegna che in Senegal. A Dakar,
in particolare tale centro ha avuto una funzione
fondamentale, assistendo le donne durante tutta la
realizzazione del progetto stesso.
Inoltre un’azione chiave del progetto è costituita dal
fondo d’appoggio. Sono stati creati due fondi
d’appoggio: in Sardegna è stato destinato alla
costituzione un’associazione di donne senegalesi
residenti nell’isola, che possa essere inserita in una
serie di attività a livello regionale. In Senegal, il
fondo rotativo è stato destinato al micro-credito ed
ha potuto finanziare numerosi piccoli progetti per
l’avvio o il sostegno di un’attività imprenditoriale
portata avanti dalle donne coinvolte nel processo di
formazione e di moltiplicazione.
Tale fondo resterà in Senegal anche a progetto
concluso e potrà sostenere numerosi altri progetti di
imprenditoria femminile.
Infine si prevede la creazione
di una web-community, in cui
inserire tutte le informazioni
sulle associazioni coinvolte
nel progetto, al fine di
facilitarne i contatti a livello
internazionale e locale.
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La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
MAURITANIA.
RINNOVO DEGLI ACCORDI DI PESCA CON L'UNIONE EUROPEA
NOTIZIE UE E OOII
A cura di Patrick Mura, Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia
Lo scorso 26 luglio è stato firmato a
Nouakchott il rinnovo degli Accordi di Pesca
tra la Mauritania e l'Unione Europea.
Il nuovo protocollo, di durata biennale, è
entrato in vigore l'1 agosto in attesa della
piena
approvazione
delle
Istituzioni
Comunitarie e prevede il rilascio di licenze
per oltre 300.000 tonnellate annue di specie
selezionate (soprattutto crostacei e tonno) a
favore di pescherecci europei.
La firma dell'Accordo conclude un'intensa
maratona negoziale di circa 15 mesi al
termine della quale la maggior parte delle
richieste mauritane sono state accettate:
innanzitutto l'aumento delle compensazioni
finanziarie, dai precedenti 76,5 milioni di euro
annui a circa 110 milioni (cifre fornite dalle
Autorità mauritane) in forma di un
sostanziale incremento nei costi delle licenze
e di contributi in natura a sostegno della
politica alimentare della Mauritania, entrambi
a carico degli armatori europei.
Altre richieste mauritane accettate includono
la presenza di un minimo del 60% di cittadini
mauritani tra gli equipaggi, a sostegno della
politica di occupazione nel settore, cosi' come
la previsione dello sbarco del pesce nei porti
mauritani per un piu' efficace controllo delle
quantita' pescate. In attesa dell'approvazione
da parte degli organi comunitari (prevista
entro fine anno), sulla base del nuovo accordo
a partire dal prossimo 1 Agosto saranno
concesse licenze provvisorie, per assicurare la
prosecuzione delle attivita' di pesca gia' in
corso in base ai precedenti accordi.
Da parte europea, il rinnovo degli Accordi
riveste grande importanza soprattutto per la
Spagna, i cui pescherecci costituiscono la
maggior parte di quelli europei operanti nelle
acque mauritane; per la Mauritania, il
miglioramento delle condizioni rappresenta
un risultato atteso e fortemente cercato,
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
tenuto conto del peso che le attivita' di pesca
rivestono per l'occupazione di una parte
consistente della popolazione e della rilevanza
della questione anche dal punto di vista
sociale. Le sensibilita' mauritane sono
determinate dal peso economico delle attivita'
di pesca nel bilancio nazionale in un periodo
di obiettive difficolta' legate anche agli effetti
della siccita' nel Sahel sulle attivita' agricole:
decine di migliaia di Mauritani (e le loro
famiglie) derivano il proprio reddito dalle
attivita' della pesca, che rappresentano circa il
15% delle esportazioni e il 20% delle entrate
di bilancio del Paese.
La questione ha poi un forte impatto sociale,
come dimostrato dalle manifestazioni tenutesi
nei mesi scorsi a Nouadhibou (seconda citta'
del Paese e principale porto) da parte dei
lavoratori del comparto.
Come per la maggior parte degli altri Stati
riveraschi della regione (Senegal e Guinea
Bissau in primis), i battelli da pesca
dell'Unione Europea non sono pero' i soli (o i
piu' numerosi) nelle acque della Mauritania:
oltre a vascelli di Cina e Giappone (Paesi con i
quali sono in vigore accordi di pesca
bilaterali), numerosi scafi di altre nazionalita'
sarebbero impegnati in attivita' di pesca
spesso non autorizzate e difficilmente
controllabili con i limitati mezzi a
disposizione delle Autorita'.
15
I contrasti per le sempre piu' scarse risorse
pelagiche non risparmiano del resto nemmeno
i rapporti con gli altri Paesi dell'area: da
ormai piu' di un anno, a cadenza periodica,
riaffiorano attriti tra Mauritania e Senegal per
attivita' di pesca artigianale senegalese non
autorizzata nelle acque mauritane, spesso con
annessi sequestri di imbarcazioni, ritiri di
licenze, e forti manifestazioni di protesta da
entrambi i lati della frontiera.
GUINEA.
RAGGIUNGIMENTO DEL
C O M P L E T I O N
P O I N T
DELL'INIZIATIVA HIPC
FMI e Banca Mondiale hanno annunciato il
raggiungimento da parte della Guinea del
completion point dell'Iniziativa HIPC, che
consente l'annullamento di due terzi del
debito estero guineano e la conseguente
liberazione di risorse dal servizio del debito
verso investimenti per lo sviluppo economico
e sociale. Secondo alcuni osservatori, inoltre,
è possibile che il raggiungimento del
completion point dell'iniziativa HIPC da parte
della Guinea che consente la riduzione di circa
due terzi del debito estero guineano (2,1
miliardi di USD) faciliti il processo di
democratizzazione in corso nel Paese.
La prospettiva di un’ iniezione di liquidita' nel
sistema (circa 141 milioni di euro all'anno,
attualmente consacrati al servizio del debito)
darà senz’altro fiato al sostegno di
investimenti indispensabili in settori prioritari
per lo sviluppo economico e sociale
(minerario, infrastrutturale, della sanita' e
dell'istruzione). Il Presidente Conde' ha
commentato
con
soddisfazione
il
raggiungimento
del
completion
point
rivendicando l'azione svolta a tal fine dal suo
Governo, che potrebbe adesso rendere
possibile lo sblocco dei fondi per l'aiuto allo
sviluppo impegnati dall'Unione Europea
nell'ambito del decimo programma FES.
16
INIZIATIVA HIPC RAFFORZATA
L’Iniziativa per la cancellazione del debito dei
Paesi più poveri e indebitati (Heavily Indebted
Poor Countries), lanciata da FMI e Banca
Mondiale, adottata dai Paesi G7 nel 1996 e
“rafforzata” dal G7/G8 nel 1999, include
attualmente 40 Paesi. 30 Paesi (tra i primi 36)
hanno anche raggiunto il punto finale
(completion
point),
beneficiando
della
cancellazione totale del proprio debito estero.
Al Vertice G8 di Gleneagles (luglio 2005), i
Capi di Stato e di Governo hanno accolto la
proposta dei Ministri delle Finanze di
cancellare il 100% del debito dei Paesi HIPC
verso le Istituzioni finanziarie internazionali
(Multilateral Debt Relief Initiative - MDRI).
Il Governo italiano, già fra i promotori
dell’“Iniziativa HIPC rafforzata” nel 1999, ha
deciso unilateralmente nel 2001, in occasione
del Vertice G8 di Genova, di andare oltre tale
Iniziativa al fine di completare effettivamente
il processo di cancellazione del debito estero
dei Paesi beneficiari. L’Italia ha infatti deciso
di aggiungere la cancellazione del 100% dei
crediti commerciali non eleggibili a
cancellazione a quella del 100% dei crediti di
aiuto decisa dai Vertici G7/G8 di Colonia e
Okinawa (con relativo appello a tutti i
creditori bilaterali a fare altrettanto).
Nel 2000, al varo della legge 209, l’Italia si è
impegnata a cancellare 4,78 miliardi di euro
circa di debiti ai Paesi HIPC, il 67% circa dei
quali derivanti da crediti commerciali (SACE)
ed il 33% da crediti di aiuto (di competenza
del Ministero degli Affari Esteri - Direzione
Generale per la Cooperazione allo Sviluppo).
A partire da ottobre 2001, l’Italia ha
cancellato bilateralmente 3,36 miliardi di euro
di debito dei Paesi HIPC.
Per il Senegal, l’importo cancellato ammonta
a 52,46 milioni di euro. Le risorse liberate
sono state utilizzate globalmente nel quadro
della realizzazione della strategia nazionale di
lotta alla povertà.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
UE: DCI - invito a presentare proposte n.133529
BANDO UE
" Supporting culture as a vector of democracy and economic growth"
Si segnala la prossima scadenza (18/12/2012) del bando sul tema “Sostenere la cultura come
vettore di democrazia e crescita economica”, finanziato dallo Strumento dell’UE per la
cooperazione allo sviluppo (DCI – linea tematica “Investing in people”).
L’obiettivo generale del bando è quello di promuovere la cultura come strumento per la
democratizzazione, la diversità e lo sviluppo socio-economico. Il bando è suddiviso in due lotti che
corrispondono a due obiettivi specifici. I diretti interessati potranno fare domanda solamente per
uno di questi lotti:
1) sostenere le espressioni culturali che promuovono la diversità, il dialogo interculturale, i
diritti umani e culturali, nell’ambito della riconciliazione, risoluzione dei conflitti e della
democratizzazione. Nell’ambito di questo lotto verrà data priorità a: a) aree geografiche che
vertono in situazioni critiche nell’ambito di democratizzazione, governance, tensioni interculturali,
pratiche discriminatorie (sia su base etnica che religiosa), o a quelle aree in situazione di conflitto o
post-conflitto, b) a progetti provenienti da candidati residenti nei paesi beneficiari, in maniera da
promuovere la ownership e la leadership a livello locale.
2) Potenziare le capacità degli attori culturali per lo sviluppo di un settore culturale
dinamico, in maniera da contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile.
Nell’ambito di questo lotto verrà data priorità a quelle azioni che a) proveranno un rapporto diretto
tra la possibilità di reddito sostenibile e opportunità di lavoro, b) dimostreranno un impatto a
livello nazionale o regionale, misurato attraverso l’estensione geografica o la convergenza
nell’ambito delle politiche governative esistenti, c) a progetti provenienti da candidati residenti nei
paesi beneficiari, in maniera da promuovere la ownership e la leadership a livello locale.
Il bando è rivolto ad Attori non statali, soggetti pubblici o para-statali, autorità locali o
consorzi di associazioni locali o organizzazioni che le rappresentino residenti in uno dei paesi o
territori beneficiari candidati (come specificato nell’allegato F) o in altri paesi in via di sviluppo
come stabilito nella lista OCSE, o in uno stato dello Spazio Economico Europeo o in un Paese in
via d’adesione o ufficialmente candidato per l’adesione all’UE (Islanda, Turchia, Vecchia Repubblica
Jugoslava, Montenegro e Serbia).
Per entrambi i lotti, l’azione dovrà essere realizzata attraverso una partnership di almeno due
partecipanti (oltre al candidato che farà domanda), e almeno uno dei partner dovrà risiedere nel
paese in cui verrà implementata l’azione. Per le azioni che saranno beneficio di più Stati, la
collaborazione dovrà coinvolgere almeno un partner locale per ogni paese in cui viene realizzata
l’azione. Per il primo lotto, l’azione dovrà essere realizzata da almeno un partner che abbia
pregressa esperienza come attore culturale.
Il budget totale per l’azione è di 22,2 milioni di euro, di cui 12 Meuro per il lotto numero 1 e i
restanti 10,2 Meuro per il lotto numero 2. Il bando segue una procedura ristretta, pertanto, alla
scadenza del 18/12/2012 dovrà essere presentata una breve proposta secondo il modello di
Concept Note (Annex A) che verrà sottoposta ad una prima valutazione. Nel caso di esito positivo,
i soggetti preselezionati saranno chiamati a redigere la proposta completa.
Il soggetto proponente deve preventivamente registrarsi al sistema “PADOR”: http://
ec.europa.eu/europeaid/work/onlineservices/pador/index_en.htm.
La documentazione completa correlata al bando n.133529 – Supporting culture as a vector of
democracy and economic growth è consultabile sulla banca dati di Europeaid: http://
ec.europa.eu/europeaid/work/funding/index_en.htm (digitare il pulsante “calls for proposal”,
quindi “search by reference” con il n. di bando suindicato).
Per ulteriori informazioni:
MAE - Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo
Ufficio I - Cooperazione allo Sviluppo in ambito UE
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
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MAURITANIA
I Centri di Alimentazione Comunitaria (CAC) del Progetto PLIACEM
PAESI
A cura di Saverio Frazzoli
FOTO
Composizione
del
s u p p l e m e n t o
n u t r i z i o n a l e
giornaliero
grammi
Farina di grano
150
Latte in polvere
40
Olio
25
Zucchero
20
Sale iodato
1
18
Nell’ambito del PLIACEM (Projet de Lutte contre
l’Insécurité Alimentaire dans le Centre-Est
Mauritanien) una delle attività è la prevenzione del
rischio di malnutrizione acuta grave e il trattamento
della malnutrizione acuta moderata. Il progetto
prevede di realizzare questa attività attraverso
l’apertura di 200 Centri di Alimentazione Comunitaria
(CAC) per un periodo di tre mesi e un numero stimato
totale di 10.000 beneficiari. 30 CAC sono stati aperti
tra maggio e giugno 2012 nelle tre regioni di
intervento del progetto, a favore di 1232 beneficiari .
Nel settembre scorso è stata condotta la valutazione
dopo i 3 mesi di funzionamento dei 30 CAC; il risultato
è stato soddisfaciente: 74% di guarigione globale e
100% di guarigione della malnutrizione moderata;
rimangono a rischio di malnutrizione il 16% dei
beneficiari, mentre il 10% risultava assente al momento
della valutazione.
I beneficiari sono bambini di età compresa tra 6 e 59
mesi affetti da malnutrizione acuta moderata o a rischio
di malnutrizione (rapporto Peso/Altezza tra -3 e <-1,5
Z-score) e donne incinte o allattanti.
Essi ricevono un supplemento nutrizionale, preparato
sotto forma di pappa omogenea e consumato presso il
CAC in due porzioni (mattina e pomeriggio); con
questo sistema si ha la certezza che è il beneficiario a
consumare il supplemento. Questo aspetto differenzia i
CAC dagli altri centri nutrizionali, nei quali gli
alimenti vengono distribuiti separatamente e non
miscelati, per cui la loro destinazione può essere
diversa e spesso non a favore del bambino malnutrito.
Il valore nutritivo del supplemento nutrizionale fornito
nei CAC è pari a 1000 Kcalorie (con un apporto
proteico dell’11%), equivalente al 60% del fabbisogno
energetico giornaliero; il 40% restante è fornito dalla
famiglia.
Prevenzione e trattamento della malnutrizione sono
affiancate da attività di sensibilizzazione e di
educazione alimentare, condotte dall’ONG Terre des
hommes–Italia, su temi fondamentali quali:
allattamento materno esclusivo fino al sesto mese di
età, alimentazione complementare all’allattamento (che
va continuato fino ai due anni) a partire dal sesto mese,
idonea alimentazione della donne durante gravidanza e
allattamento, varietà ed equilibrio nutrizionale
dell’alimentazione familiare, rispetto delle norme
igieniche. Nel mese di novembre sarà condotto uno
screening dello stato nutrizionale della popolazione
infantile e sulla base dei risultati sarà programmata
l’apertura di nuovi CAC. Si prevede di aprire almeno
40 CAC per due cicli di tre mesi per un totale stimato
di 4.000 beneficiari.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
INTERVISTA A ENDA PRONAT
CONSUMARE LOCALE
A cura di Chiara Barison
« Yàlla, Yàlla, béy sa tool », invoca Dio ma
coltiva il tuo campo. Recita cosi il proverbio
citato nel libro, La filosofia morale dei Wolof, di
Assane Sylla, proverbio che, nel periodo sacro
della Tabaski, la più grande festa religiosa
musulmana, sembra assumere una connotazione ancor più profonda, specialmente se ripensato all’interno del controverso mondo
della cooperazione. « Coltiva il tuo campo »
recita il proverbio e allora, in un paese come il
Senegal, sviluppo e consumo locale diventano
obiettivi essenziali. E’ su queste basi che nel
1983 è nata ENDA PRONAT, organizzazione internazionale con sede a Dakar e i cui
campi di intervento sono: sicurezza alimentare, sostegno ai piccoli produttori, promozione
del consumo locale, valorizzazione dei prodotti agricoli e volgarizzazione delle tecniche
agroecologiche.
Incontro Karfa Diallo, responsabile commerciale, nella sede di via Carnot n.54, nel pieno
centro della caotica capitale senegalese, ed è
lui stesso che mi introduce alle attività di Enda : « L’obiettivo principale è la lotta alla povertà attraverso la valorizzazione del settore
agricolo e lo sviluppo delle coltivazioni biologiche. ENDA cerca innanzitutto di sensibilizzare i contadini sui danni provocati dall’uso di
pesticidi, sugli OGM e lo sfruttamento intensivo che porta all’inaridimento della terra.
Allo stesso tempo li coscientizza sul valore
del loro lavoro, sull’etica di una produzione
attenta alla protezione e alla salvaguardia
dell’ambiente, sull’importanza della produzione e del consumo locale. Uno dei punti salienti dell’organizzazione è, inoltre, quello di favorire l’accesso delle donne alla richezza, alla
produzione e alla terra». Continua Diallo:
«Per realizzare questi obiettivi ENDA PRONAT ha dato vita ad un vasto programma
che toccha cinque regioni in tutto il Senegal,
chiamato Generazione Produttiva attraverso
la Protezione Comunitaria delle risorse naturali, supportato dall’ONG tedesca WFD.
In ogni zona di intervento, progetti mirati.
Tambacounda, Fatick, Saint Louis, Niayes,
Podor le zone di intervento e, in ognuna di
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
19
esse, progetti specifici e calibrati: dalla produzione
di cotone biologico, sesamo, bissap, fonio, sorgo, arachide, mais e miglio a quella di riso, frutta e verdura
locale (cipolla, pomodoro, mango, papaya), passando
per lo sviluppo delle energie rinnovabili con il sostegno all’energia eolica. Il Senegal è un paese dalle
enormi possibilità, che, purtroppo, raramente vengono valorizzate. ENDA si propone di farlo cercando di
creare impresa e di incrementare il mercato locale.
Ma non solo. Lo sviluppo passa dall’autosufficienza
alimentare ma anche e soprattutto da una produzione
di qualità che possa alimentare l’esportazione. Molti
dei prodotti sopra citati hanno ottenuto la certificazione Ecocert/Fairtrade in quanto prodotti biologici
di qualità, come il cotone, il fonio, il bissap e il sesamo, esportabili in tutte Europa. Per quanto riguarda
invece il mercato locale, ENDA ha creato una certificazione LABEL ASD dai costi più accessibili ma che
permette di avere lo stesso medesimo rigore nel
controllo per prodotti come il riso, la frutta e la verdura ».
Chiedo a Francesca Grassi, giovane italiana emigrata
in Senegal ed esperta in commercio equo solidale
presso ENDA : «Perché consumare locale ?»
« L’uomo ha da sempre consumato locale. La natura è
talmente perfetta che ti offre tutto ciò di cui hai bisogno. Qui, consumare locale assume una valenza ancor
più profonda. Nel regno dell’importazione fatto di
consumatori e non di produttori, ci si rende conto
ben presto di come questo sistema alimenti un suicidio collettivo che è chiamato dipendenza. Trent’anni
fa in Senegal si poteva trovare il pane di miglio e il
latte fresco ed oggi la popolazione si è ridotta a
consumare pane scadente e latte in polvere. Consumare locale allora non è solamente la via alla sopravvivenza ma è un atto rivoluzionario ».
« Dov’è possibile acquistare i prodotti di ENDA ? », le chiedo infine.
« I prodotti biologici come frutta,
verdura e cereali sono reperibili
nella sede in centro città. Ogni
lunedi è possibile acquistare ceste di
legumi freschi (pomodori, melanzane, carote, limoni, cetrioli, cavoli,
patate dolci, prezzemolo, barbabietole) o di farsele consegnare a casa
(previa iscrizione alla mailing list) a
partire da 5.000 Fcfa (otto euro
circa). Sempre qui è possibile acquistare tovaglie, tessuti, borse e
altri piccoli oggetti in cotone
biologico. Dalla metà di novembre
tutti i prodotti saranno reperibili
all’interno di un container adibito a
negozio a Point E, zona B, vicino al
Liceo Blaise Diagne, sempre a Dakar. »
Per ogni tipo di informazione è possibile
consultare
il
sito
www.endatiersmonde.org o la boutique online www.yaniwulli.org .
« Quale o quali sono i problemi più grossi ?»
Risponde ancora Francesca : «Sicuramente la trasformazione e la distribuzione. Problemi che in Europa
sembrerebbero impensabili come la mancanza di
mezzi, possono essere deteminanti. Pensiamo ad un
contadino del villaggio che non ha accesso al mercato
perché non ha un trasporto con il quale poter raggiungere la città e vendere i propri prodotti. Ecco,
ENDA interviene su questo, sostenere i piccoli produttori e far conoscere i loro prodotti a livello locale
ed internazionale ».
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La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
NOTIZIE ECONOMICHE DAI NOSTRI PAESI
SEZIONE COMMERCIALE
A cura di Patrick Mura
SENEGAL.
ANDAMENTO
DELL'ECONOMIA
NEL 2011 E PROSPETTIVE PER IL
2012
I dati economico-finanziari disponibili per il
2011 indicano che l'anno si e' chiuso per il
Senegal
con
una
performance
macroeconomica positiva e buone prospettive
per il 2012. Permangono tuttavia alcuni
indicatori meno incoraggianti, in particolare
nel settore agro-alimentare che ha risentito
della siccita' che ha colpito la regione del
Sahel. La crescita reale e' stimata al 4,2% del
PIL, mentre l'inflazione, trainata in gran
parte dai prezzi delle derrate alimentari e
degli idrocarburi, sembrerebbe attestarsi al
3,4%. Anche se meno positivi rispetto alle
previsioni del Governo, tali valori - se
confermati - posizionerebbero il Senegal
ancora una volta tra i Paesi con il PIL piu'
sostenuto in termini assoluti e l'inflazione piu'
contenuta dell'Africa occidentale.
La politica fiscale del Governo, condotta in
stretto coordinamento con l'FMI, ha
permesso di attutire gli effetti della crisi
globale. A seguito dell'introduzione di nuove
imposte, le entrate fiscali sono aumentate dal
23% del PIL nel 2010 al 24,6% nel 2011
(l'obiettivo per il 2012 e' di superare il 25%).
Parallelamente sono state adottate misure di
contenimento della spesa pubblica che
dovrebbero permettere, secondo queste
Autorita', di ridurre il deficit di bilancio
dall'attuale 7,1% del PIL ad un livello
inferiore al 6% nel 2012.Il commercio con
l'estero nel 2011 ha mostrato un lieve
miglioramento delle esportazioni (soprattutto
fosfati e prodotti agricoli) ma la bilancia
commerciale e' rimasta in disavanzo. Nel 2012
i principali fattori di rischio, oltre alla
performance dell'Euro (a cui e' agganciata la
valuta
nazionale,
il
Franco
CFA),
continueranno
ad
essere
la
scarsa
competitivita' dei prodotti senegalesi sui
mercati esteri e la siccita'.Le rimesse
dall'estero, che costituivano almeno l'11% del
PIL nel 2010, hanno subito una leggera
flessione a causa della crisi globale, ma
continuano a rappresentare una voce
consistente dell'economia nazionale e un
importante fattore di ricchezza per vaste fasce
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
L'agricoltura, dopo un'annata record nel 2010,
ha registrato un calo di produzione nel 2011,
principalmente a causa della siccita', del 56%
per le arachidi, del 31% per i cereali e del 21%
per il cotone. Per arrivare a sfruttare
pienamente le grandi potenzialita' agricole del
Senegal, nel 2012 si rendera' necessario un
rafforzamento delle misure di supporto ai
piccoli agricoltori, in modo da metterli nelle
condizioni di competere con i prodotti
importati. Le Autorita' senegalesi ripongono
inoltre forti aspettative sul settore minerario,
che potrebbe far registrare una performance
crescente, man mano che le miniere di oro e
metalli ferrosi, di cui e' stato avviato lo
sfruttamento alla fine del 2010, arriveranno ai
livelli di produzione previsti e nell'attesa dei
risultati delle ricerche offshore di possibili
giacimenti petroliferi recentemente avviate.
Il settore industriale vede invece il proprio
contributo alla crescita sfavorito dalla poca
disponibilita' di materie prime, dalla scarsita' e
dall'alto costo dell'energia, nonche' da
infrastrutture ancora inadeguate. Resta
pertanto il pilastro piu debole e meno
strutturato dell'economia senegalese.
Il terziario resta la migliore componente
dell'economia senegalese e la piu' attiva,
grazie
soprattutto
al
settore
delle
telecomunicazioni e alla crescente domanda di
servizi connessa alla posizione geografica
favorevole di Dakar, sede regionale di
numerosi organismi e societa' internazionali.
Il settore turistico, gia' florido ma passibile di
ulteriore sviluppo, potrebbe soprattutto
beneficiare degli annunciati miglioramenti nei
collegamenti aerei e stradali, cosi' come di
sgravi fiscali mirati.I grandi programmi di
investimento restano cruciali per le
prospettive future di sviluppo. Tra questi
particolari aspettative sono riposte sul piano
per l'ammodernamento e potenziamento del
settore energetico che mobilitera' risorse per
oltre un miliardo e mezzo di dollari fino al
2015.
Alcuni grandi progetti infrastrutturali (nuovo
aeroporto internazionale, autostrada a
pedaggio Dakar-Thies, revisione della rete
stradale ed idrica nazionale) stanno inoltre
registrando concreti progressi e gia' nel 2012
potrebbero arrivare ad una parziale capacita'
operativa.
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Sul piano regionale, la ferrovia DakarBamako, il cui potenziamento procede
tuttavia ancora a rilento, potrebbe divenire
un'arteria di trasporti di rilievo (attualmente
le merci maliane giungono al porto di Dakar
quasi solo su gomma).
Il ricorso a finanziamenti esterni, soprattutto
privati, e' cruciale per progetti di sviluppo
cosi' ambiziosi ed articolati e che superano le
capacita nazionali. Dopo l'emissione di
obbligazioni decennali nel maggio 2011 per
un valore di circa 500 milioni di dollari, il
Senegal ricorrera' nel 2012 ad ulteriori aste di
titoli pubblici, il cui ammontare sara'
vincolato dalla capacita' di assorbimento del
mercato e dai limiti imposti dal FMI
all'espansione del debito pubblico.
Gli obiettivi di crescita dichiarati dalle
Autorita' senegalesi per il 2012 (crescita al 7%
del PIL, inflazione inferiore al 2%, disavanzo
delle partite correnti minore del 7%) sono
forse ambiziosi; le previsioni del FMI e
dell'Economist Intelligence Unit si attestano
su valori in parte differenti (crescita 4,4%,
inflazione 2,2%, disavanzo partite correnti 56%) facendo affidamento sul successo delle
riforme e degli investimenti gia' avviati.
Soprattutto per gli investimenti esteri e per il
successo delle operazioni di emissione di titoli
sui mercati internazionali sara' importante
che, passata la fase elettorale, la percezione
del 'rischio politico' del Paese torni sugli
ottimi valori degli anni precedenti, in cui la
stabilita' democratica in Senegal non e' mai
stata messa in dubbio.
MISSIONE FMI PER LA QUARTA
REVIEW
DEGLI
ACCORDI
TRIENNALI PSI/ISPE
Una delegazione del Fondo Monetario
Internazionale e' stata in missione a Dakar dal
6 al 19 settembre nel quadro della quarta
Review del programma triennale PSI/ISPE
(Strumento di Supporto alla Politica
Economica) approvato nel dicembre 2010. La
delegazione ha avuto una serie di incontri con
i Ministri dell'Economia e Finanze KANE e
dell'Energia NDIAYE, oltre che con
rappresentanti e dirigenti di altri Ministeri ed
organismi economici, della BCEAO del
mondo imprenditoriale e della societa' civile.
Al termine della visita il capo della
delegazione Herve' Joly ha tenuto una
riunione
con
i
principali
donatori
internazionali per riassumere i risultati della
review, il cui principale obiettivo era la
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Governo senegalese delle linee guida di
politica economica concordate con l'FMI, cioe'
uno stretto controllo delle finanze pubbliche
(soprattutto contenimento del disavanzo di
bilancio), una corretta gestione della politica
fiscale e l'adozione di iniziative atte allo
sviluppo del settore privato.
Come gia' nel corso della precedente visita in
maggio Joly ha riconosciuto l'impatto di una
difficile congiuntura economica sui conti
pubblici senegalesi, lodando gli sforzi del
Governo per contenere i danni. La crescita
reale del PIL per il 2012 e' attesa al 3,7%
(dopo un 2,6% del 2011) e l'inflazione
dovrebbe essere inferiore al 2% per l'anno in
corso. Si attende un disavanzo nelle partite
correnti a causa delle accresciute importazioni
di prodotti alimentari e petroliferi, con una
bilancia dei pagamenti in disavanzo. A fronte
di un ambiente economico esterno che nel
2013 probabilmente restera' sfavorevole, le
stime della missione prospettano nondimeno
una ulteriore crescita del PIL reale (4,3%)
grazie all'atteso recupero dell'agricoltura e
all'entrata a regime dei progetti di rinnovo del
parco energetico e di nuovi progetti minerari
(zircone e oro). L'inflazione dovrebbe restare
intorno al 2% anche nel 2013.Il verdetto circa
l'implementazione del programma ISPE/PSI
e' dunque positiva: sino a meta' 2012, tutte le
riforme e gli obiettivi quantitativi sono stati
raggiunti o sono in avanzato stadio di
compimento. L'annuncio ufficiale delle
conclusioni della review e' fissato per fine
anno, ma Joly ha anticipato che sara' un
giudizio positivo con raccomandazione di
prosecuzione del programma.
Unico punto di preoccupazione ancora
costante per il FMI e' la dimensione del
debito pubblico (soprattutto estero) e la sua
sostenibilita'. Malgrado per il 2012 il valore
del debito rischi ancora di sfiorare la soglia
critica dell'8% del PIL reale (si spera nel 6%),
le prospettive per il 2013 ora sono di un
rientro sotto al 5%. Cio' grazie a previsti tagli
alle spese (non vi sarebbe spazio per aumenti
delle
entrate
nel
breve
periodo),
prevalentemente tramite la riduzione delle
sovvenzioni sui prezzi di derrate alimentari e
prodotti energetici, che naturalmente avranno
un certo impatto sociale.
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
MALI.
PEGGIORAMENTO DELLA
SITUAZIONE ECONOMICA
Le prospettive economiche del Mali, che
all'inizio dell'anno gia' scontavano i
prevedibili effetti negativi della siccita' nel
Sahel sul comparto agricolo, si sono
ulteriormente aggravate a seguito del
peggioramento del quadro politico nel Paese
dopo il colpo di Stato del marzo scorso e la
successiva perdita dell'intero nord del Paese,
caduto in mano a movimenti separatisti
Tuareg e gruppi estremisti islamici.
La crescita reale del PIL che per il 2011 e'
stata del 5,4% (in leggero calo rispetto al 5,8%
del 2010) e' adesso stimata per il 2012 al 4,1%
con limitate possibilita' di ripresa nel 2013 a
condizione che le attivita' agricole possano al
piu' presto tornare ai rendimenti precedenti
alla siccita', i cui effetti restano la causa
principale della negativa performance
economica. Oltre infatti alla dimensione
umanitaria dell'emergenza (quasi 270.000
persone gia' sfollate nei Paesi vicini o nelle
zone meridionali del Paese) gli effetti sul
comparto agricolo confermano i timori di
inizio anno, con un calo stimato quasi al 50%
della produzione attesa. Particolarmente
colpite la filiera cerealicola, sulla quale si
riponevano le speranze del Governo per
raggiungere l'autosufficienza alimentare nel
corso di quest'anno, e quella del cotone
(seconda voce di esportazione nazionale) i cui
prezzi sui mercati internazionali sono inoltre
in una fase di ribasso generale.
L'aumento delle importazioni (di carburante e
derrate alimentari) ha inoltre elevato i prezzi
al dettaglio e l'inflazione e' attualmente
valutata al 4,6% rispetto al 2,9% del 2011. Il
disavanzo della bilancia commerciale si e'
invece ridotto ma questo riflette in realta' le
forti difficolta' registrate nelle attivita' di
approvvigionamento a causa dei crescenti
costi per ottenere crediti bancari ed
assicurazioni commerciali. Cio' si riflette gia'
adesso in un calo delle entrate doganali
stimato in circa 50 milioni di Euro per i primi
sei mesi dell'anno ed in crescenti difficolta' ad
assicurare forniture di energia e servizi di
base alla popolazione.
La perdita di controllo su meta' del Paese e il
generico deterioramento della sicurezza su
tutto il territorio hanno inoltre danneggiato il
turismo e messo in dubbio promettenti
progetti di esplorazione mineraria nel nord da
parte di investitori esteri alla ricerca di
La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5
Il comparto estrattivo resta comunque la voce
più promettente dell'economia grazie ad un
favorevole corso dell'oro (prima voce di
esportazione nazionale) la cui produzione e'
stimata in aumento e i cui giacimenti si
concentrano nel sud.
Il disavanzo di bilancio e' passato dal 4,1%
del PIL nel 2011 all'attuale 4,4% e con l'attesa
di un ulteriore peggioramento, dato che con
ogni probabilita' il Governo dovra' destinare
gran parte delle proprie risorse al
rafforzamento delle forze militari e di
sicurezza.
Vista la difficolta' ad ottenere prestiti sui
mercati esteri a condizioni favorevoli a causa
dell'attuale elevato rischio politico assegnato
al Paese, gli aiuti diventano cruciali per
finanziare la ripresa economica e i progetti
infrastrutturali:
ma
se
il
supporto
internazionale sembra mobilitato sul fronte
della sicurezza alimentare e degli aiuti di
emergenza alle fasce di popolazione piu'
colpite dalla siccita' (anche se con grandi
difficolta' a far giungere gli aiuti nelle zone
controllate dai ribelli), la maggioranza delle
altre iniziative di supporto economico registra
una battuta di arresto in attesa della piena
ripresa democratica.
Una missione della Banca Mondiale a Bamako
ha annunciato il congelamento di oltre 600
milioni di Euro in vari progetti di assistenza
ed altri 450 milioni in progetti dell'iniziativa
statunitense MCA (Millenium Challenge
Account) sarebbero parimenti bloccati;
l'elenco degli aiuti economici a rischio include
poi almeno 45 milioni di Euro dell'Unione
Europea, 46 milioni della Extendend Credit
Facility (ECF) del Fondo Monetario
Internazionale e 30 milioni di iniziative
dell'UEMOA, della Banca Africana di
Sviluppo (BAD) e della Banca di Sviluppo
dell'Africa Occidentale (BOAD).
Persino la Cina, solitamente meno sensibile
alle
problematiche
di
governance
democratica, avrebbe sospeso i lavori della
rotabile Bamako-Segou e di una rete
nazionale di fibre ottiche in attesa di un
chiarimento del quadro politico.
La crisi istituzionale sta avendo un effetto di
rallentamento sulle previste iniziative di
riforma fiscale, sulla revisione del codice
minerario e sulle attese privatizzazioni nei
settori bancario e agricolo (filiera del cotone
in primis) ritenute cruciali per il rilancio
dell'economia.
Allo stato attuale, il 2012 si profila come un
anno negativo per l'economia e lo sviluppo del
Mali.
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MAURITANIA.
NUOVO CODICE
INVESTIMENTI
DEGLI
Il Governo della Mauritania ha approvato in
Luglio un nuovo Codice degli Investimenti
(elaborato in collaborazione con UNDP)
inteso a rimpiazzare l'attuale Codice, in vigore
dal 2002, le cui misure sono state giudicate
insufficienti ad incentivare gli investimenti
stranieri nel Paese. In effetti, il tasso di
investimenti in Mauritania nel 2011 e'
risultato essere il 25% del PIL reale, per circa
950 milioni di dollari, un valore inferiore alle
aspettative. Inoltre gli investimenti privati,
abituale motore di sviluppo delle economie,
ammontano nel 2011 ad appena l'11% del
totale, a riprova di un insufficiente dinamismo
del comparto non statale.
L'indice 'Doing Business' della Banca
Mondiale, che misura la competitivita' di 183
economie mondiali per l'attrazione di capitali
e il funzionamento delle procedure
amministrative, assegna nel 2012 alla
Mauritania il 159mo posto (rispetto al
precedente 162mo) individuando tra i punti
deboli appunto la difficolta' nell'avvio di
nuove imprese, nell'ottenimento del credito e
nella protezione degli investitori.Iscritto nel
quadro della politica governativa di sviluppo
del settore privato e della promozione di un
miglior clima per gli investimenti, il nuovo
Codice presenta misure innovative sul fronte
della semplificazione amministrativa e delle
garanzie agli investitori (stranieri e
domestici).
Sul
versante
della
semplificazione
amministrativa, le principali innovazioni
riguardano la revisione della normativa per il
rilascio dei certificati di investimento da parte
di un apposito Sportello Unico, con la
fissazione di un periodo massimo di 10 giorni
per le procedure amministrative, ed un
alleggerimento delle relative cauzioni.
Sul fronte degli incentivi, il Codice prevede
misure di promozione e di accompagnamento
da parte dello Stato per gli investimenti
produttivi in aree periferiche del Paese e nei
settori dell'agricoltura, pesca e della
trasformazione dei prodotti agricoli. Resta
invece escluso il settore minerario ed
estrattivo, oggetto di un apposito Codice
Minerario in virtu' della sua priorita' per le
politiche di sviluppo nazionali. La creazione di
piccole e medie imprese beneficiera' inoltre di
incentivi e sgravi in misura proporzionale al
livello di capitalizzazione e occupazione
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previsti.Come ulteriore misura di garanzia
soprattutto per gli investitori esteri,
solitamente sensibili al rischio politico
(nazionalizzazioni
o
modifiche
alla
legislazione nazionale soprattutto a seguito di
cambiamenti di Governo), il Codice prevede
espressamente un periodo di 20 anni nel quale
le misure di facilitazione ed incentivo
concesse all'atto dell'investimento iniziale non
saranno modificabili, fatta eccezione per le
modifiche a vantaggio degli investitori. Tra le
altre garanzie figura anche la totale
possibilita' di riesportare utili e proventi. Per
contro, almeno il 90% del personale impiegato
dovra essere di nazionalita' mauritana, nel
chiaro intento di favorire l'occupazione locale.
Una sezione apposita del Codice regola infine
la disciplina di istituzione di Zone
Economiche
Speciali
(Zone
Franche
all'Esportazione e Poli d'Investimento), con
una serie di sgravi ed incentivi fiscali e
doganali. Una prima Zona Franca e' prevista a
Nouadhibou, seconda citta' del Paese e
principale polo portuale e ittico.
***
L'Ufficio Economico e Commerciale /
Ambasciata è a disposizione per
informazioni agli imprenditori italiani
interessati ad operazioni commerciali ed
investimenti in Senegal, grazie anche alla
presenza di un'Antenna dell'ICE (Istituto
per il Commercio Estero).
Contatti
Ufficio
Economico
e
Commerciale
Tel +221 33 889 2640
Fax +221 33 889 2640
Email [email protected]
Antenna ICE - Istituto
Commercio Estero
Tel +221 33 889 2654
Fax +221 33 821 3301
Email: [email protected]
per
il
Orario al pubblico: dal lunedi al venerdi,
dalle 09.00 alle 12.00, su appuntamento
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OPPORTUNITA’ DI STUDIO E LAVORO
STUDIARE L’ITALIANO IN SENEGAL
Molti Senegalesi parlano l’italiano grazie a
loro esperienze di studio e di lavoro in Italia.
Un crescente numero di persone in Senegal
studia o è interessato a studiare la nostra
lingua.
L’insegnamento della lingua italiana si
appoggia su una rete di docenti senegalesi
nelle università e nei licei del Paese,
coordinati dal Lettore universitario
dell'Ambasciata. Vi sono attualmente due
docenti di ruolo e circa 180 studenti nelle
università senegalesi, mentre nei licei e nelle
scuole i docenti sono cresciuti da 24 nel 2007
a 41 nel 2012 e gli alunni da 1.300 nel 2007
agli attuali oltre 2.600.
All’Università Cheikh Anta Diop di Dakar
(UCAD), i corsi di italiano sono attivi dal
1986 ed è stata istituita nel 1992 la Sezione di
Italiano nel Dipartimento di Lingue e Civiltà
romanze della Facoltà di Lettere, avviando il
corso completo di laurea in Italiano. I corsi di
italiano all’Università di Dakar sono
frequentati da studenti in possesso di BAC
(diploma di scuola secondaria) che hanno già
studiato almeno due anni di italiano.
Nell’anno 2011-12 risultano iscritti al corso di
italiano come prima lingua circa cento
studenti, oltre ad una ventina che la studiano
come seconda lingua. Anche l’Istituto di
Lingue Straniere Applicate (ILEA)
dell’UCAD offre, anche se non regolarmente,
dei corsi di italiano.
Altre università senegalesi presso le quali
sono attivi corsi di italiano includono
l’Università statale di Ziguinchor e varie
università private in cui la lingua italiana è
materia di studio nei corsi per il turismo.
L’italiano è materia curricolare, come seconda
o terza lingua straniera (opzionale) nelle
scuole medie e nei licei; è insegnata inoltre in
diverse scuole professionali senegalesi.
Dal mese di luglio 2012, anche l'Ambasciata
d'Italia organizza periodicamente corsi di
lingua italiana.
Contattare l'ufficio del Lettore universitario
per
maggiori
informazioni:
[email protected]
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La Cooperazione Italiana in Senegal
STAFF
Newsletter
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Direttrice
Mariarosa Stevan
Segreteria
Chiara Barison, José Silvy Mancabo
Amministrazione
Sophie Baye
Comunicazione - Relazioni esterne
Virginia Tiziana Bruzzone
Assistente Programma
Stefania Serra
Esperto - Settore privato e Microfinanza
Aldo Cera
Esperta - Decentramento e Cooperazione
decentrata, Efficacia dell'Aiuto
Roberta Battista
Esperto - Sicurezza alimentare
Saverio Frazzoli
Esperto - Sviluppo rurale
Robero Gotti
Esperta - Protezione sociale e Genere
Giuliana Serra
UN Fellow - Infanzia, ONG e Genere
Claudia Guidarini
Assistente PAPSEN
Mame Ndella Ngom
Autisti
Abdoulaye Thioune
Cheikh Gaye Diène