I persiani si prendono attentamente cura

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I persiani si prendono attentamente cura
LA COLLEZIONE DI TAPPETI PERSIANI DEL PALAZZO DEL BUON SIGNORE
"I persiani si prendono attentamente cura della loro cultura nell'ambito dei
tappeti. La loro arte di tessere i tappeti è un qualcosa di superiore, è semplicemente
la migliore del mondo". (dal libro “Tappeti Orientali” di Knut Larson)
La collezione di antichi tappeti persiani della nostra galleria proviene da un grande
palazzo storico del centro di Vienna. Le loro dimensioni, da medio-grandi a molto
grandi, consentivano di ricoprire quasi per intero la superficie delle sale e delle stanze
di quella dimora, secondo l’antica tradizione persiana, apprezzata da tutta la nobiltà
mitteleuropea fin dai più remoti tempi. Chi desidera oggi dare un tocco di classe e di
magica e accogliente atmosfera alla propria residenza potrà adottarli come fossero
veri “pavimenti artistici”. Essi finiranno per esaltare la bellezza dei vostri arredi,
aumentando il calore degli ambienti con un ineguagliabile effetto decorativo di luci e
di colori. E con un costo contenuto, soprattutto se paragonato ai pavimenti di cotto, di
legno, di marmo o maiolica artistica che presentano in più gli oneri e i disagi della
messa in opera. Eviterete così di sostituire i vecchi e antiestetici pavimenti
semplicemente ricoprendoli coi magici tessuti dell’Antica Persia.
I nostri tappeti sono mediamente antichi e dunque in perfetto stato di conservazione e
non usurati, già lavati ed igienizzati, pronti all’uso per i decenni a venire.
IL TAPPETO NELLA CIVILTA’ DEL MONDO
Un tappeto è un drappo di tessuto di materiale vario, generalmente di lana o seta, ordito in cotone, ottenuto
con la lavorazione a nodi. Usato per ricoprire pavimenti, tavoli, anche pareti in luogo dei quadri e superfici
simili, è generalmente di grosso spessore.
Cenni storici
In Oriente, il tappeto ha origini particolarmente antiche, datate V secolo o VI secolo, più tardi il tappeto
annodato sarebbe stato introdotto in Persia dai turchi Selgiuchidi a partire dal XI secolo. Il più antico tappeto
a noi pervenuto è noto come Tappeto di Pazyryk (circa 500 a.C.). L'arte del tappeto persiano giunse alle più
alte vette durante la dinastia dei Safavidi, ovvero fino al primo quarto del 1700. Nel 1800 ha un ruolo
importante la città turca di Smirne dietro le accresciute richieste della borghesia europea. I Tappeti egiziani,
un tempo chiamati Tappeti di Damasco o Tappeti mammelucchi (o mammalucchi) a motivi geometrici
stilizzati, furono prodotto di punta dei mercanti veneziani già dal 1500, come appare ad esempio nei dipinti
dell'epoca di Tintoretto.
Il periodo migliore della produzione di tappeti in India corrisponde al XVI secolo e XVII secolo, sotto la
dinastia Moghul e grazie a lavoratori migrati dalla Persia. I capolavori di questa arte raffigurano spesso scene
di caccia con elementi naturalistici e floreali.
In Europa i tappeti sono stati fabbricati sin dal 1200 in Spagna, con molteplici riferimenti alla produzione
anatolica; questo tipo di tappeto venne massicciamente esportato nel resto del continente e chiamato tappeto
ispano-moresco. La Francia ebbe maggior fortuna nella produzione seicentesca dei laboratori del Louvre, i
cui motivi sono ispirati alla pittura francese di paesaggio.
Nel
1800
la
manifattura
dei
tappeti
venne
fusa
con
quella
dei
Gobelin.
In altre nazioni europee nacque una produzione più che altro all'imitazione di disegni orientali, ma
maggiormente meccanizzata; infine nel 1900 l'arte del tappeto passò dall'imitazione a motivi astratti o
stilizzati, fino alla rivalutazione di tipi rustici regionali.
Le lavorazioni orientali
Il tappeto orientale ha una individualità spiccata, che permette agli esperti del settore di determinare il luogo
d'origine e, con buona approssimazione, persino l'età. Ogni distretto, persino ogni famiglia, possiede disegni
e motivi propri che vengono trasmessi di generazione in generazione e che di solito non vengono copiati da
estranei. Peraltro la conoscenza dei costumi permette anche di stabilire l'uso che si intendeva fare del tappeto
ed il simbolismo religioso o poetico in esso contenuto.
I tappeti orientali sono classificati in base alle aree di provenienza, non necessariamente coincidenti con
confini politici, e tipicamente nominati secondo la città di provenienza:
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Tappeti Persiani, (da sempre considerati i più pregiati) ornati a disegni e motivi floreali, a volte con
animali sacri o del Paradiso terrestre, scene di caccia e, negli esemplari più antichi, persino di
novelle;
Tappeti Anadöl o turchi, commercializzati nei mercati principali di Smirne ed Istanbul, non hanno
solitamente figure umane o di animale e sono asimmetrici, con prevalenza di colori come azzurri,
verde Nilo, seppia, giallo ed avorio;
Tappeti Afgani;
Tappeti Bèrberi, caratterizzati da colori squillanti (rosso, azzurro, oro), disegni geometrici
asimmetrici e lane di filato grosso;
Tappeti del Caucaso, adorrni principalmente di arabeschi e figure geometriche;
Tappeti Indiani;
Tappeti del Transcaspio, i cui tipi migliori vanno sotto il nome di Bukhara, caratterizzati da motivi
geometrici che si ripetono su uno sfondo rosso;
Tappeti Turkestan, il cui motivo dominante è un ottagono reiterato in colonne verticali o
orizzontali;
Tappeti del Deccan;
Tappeti Cinesi, spesso in seta, che riprendono disegni ed ornamenti tipici delle ceramiche della
medesima provenienza, come il drago e la fenice;
La lana utilizzata nei tappeti orientali è prevalentemente di pecora, ma ciò non esclude l'utilizzo di lana di
capra o di cammello. La finezza del filo ed il numero dei punti annodati nell'unità di superficie (mq.)
dipendono anch'essi dalla regione di provenienza, ma addirittura dal pascolo e dalla specie dell'animale da
cui si è ricavata la lana.
Sono da considerarsi tappeti anche le coperte tessute dagli indiani Navajo.
Tappeti persiani e principali città di produzione dell’Antica Persia
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Tabriz
Kashan (o Keshan)
Isfahan
Kirman (o Kerman)
Herat
Quom
Nain
Baktiar
I coloranti
I coloranti utilizzati dalla tradizione orientale sono divisi in due gruppi:
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Coloranti naturali, usati per tutti i tappeti fino al 1870;
Coloranti sintetici, giunti dall'Europa nella seconda metà del XIX secolo;
L'introduzione di coloranti chimici all'anilina rischiò di pregiudicare la fama del Tappeto Orientale in tutto il
mondo. Infatti i tappeti lavorati con filati tinti chimicamente scolorivano e si deterioravano rapidamente. Il
governo persiano, dopo qualche decennio, proibì l'importazione dei coloranti all'anilina e vennero prese
severe misure contro chi continuava ad utilizzarli. Dagli inizi del ‘900 riprese in Iran l’utilizzo esclusivo di
coloranti naturali di origine vegetale.
I nodi
Nodi che formano il vello di un tappeto. Due sono i tipi di nodi utilizzati dalle popolazioni orientali per
tessere tappeti:
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Il nodo simmetrico Turkibaft, che in persiano significa "annodato dai turchi", è anche noto come
ghiordes o semplicemente nodo turco. Prende questo nome perché effettivamente utilizzato
prevalentemente dalle popolazioni turche, comprese quelle della Persia;
Il nodo asimmetrico Farsibaft, "annodato dai persiani", prende anche nome di senneh (o Sehna) o
nodo persiano. E’ il più utilizzato nei secoli.
La densità dei nodi si calcola nell’unità di misura del metro quadrato. In alcuni casi si può raggiungere e
superare il milione di nodi per mq.
La decorazione
Le categorie decorative della tradizione orientale sono:
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I Tappeti geometrici, che non necessitano di un'alta densità di nodi, sono prevalentemente utilizzati
da popolazioni nomadi ed in alcuni villaggi anatolici, persiani e caucasici. I motivi sono
generalmente semplici e spesso formati dalla ripetizione degli stessi elementi. Come nelle altre arti si
tratta della forma più primitiva di decorazione ed i suoi elementi sono generalmente frutto di antichi
retaggi tribali;
I Tappeti floreali, certamente da sempre i più raffinati e ricercati, nacquero agli inizi del XVI
secolo con l'introduzione di nuove tecniche e tecnologie che permisero l'esecuzione al telaio di
motivi curvilinei e quindi di una maggiore densità di nodi. Le decorazioni, a differenza dei tappeti
geometrici, nascono dall'artista che disegna, colora i cartoni e, nei casi più particolari, li firma: si
tratta dell'Ustad, il maestro decoratore, che poi affida il suo progetto agli artigiani addetti
all'annodatura.
Entrambe le tipologie annoverano le stesse strutture decorative del campo:
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A tutto campo, con una decorazione uniforme per tutto il campo del tappeto;
A medaglione centrale, dove al centro del tappeto viene posto un grande elemento principale. A
volte i medaglioni possono essere ripetuti più volte, solitamente mai più di tre volte;
Da preghiera, che presentano il mihrab, ovvero presentano il campo composto a nicchietta;
Ad alberi, motivo utilizzato anche nei tappeti da preghiera;
Ad animali, nei tappeti geometrici solitamente animali legati alla vita dei nomadi (cavalli, ecc.),
mentre nei tappeti floreali l'esotismo delle specie annoverate è limitato solo dalla fantasia dell'Ustad,
il vero creatore del tappeto.
Note particolari sui Tappeti persiani e la loro origine
Abadeh | Afshar | Ardebil | Bakhtiar | Baluci | Bidjar | Gabbeh | Ghashghai | Ghom | Hamadan | Heriz |
Isfahan | Kerman | Keshan | Klardasht | Koliai | Mashad | Moud | Nahavand | Nain | Quom | Senna | Shiraz |
Tabriz
Qui sopra vengono illustrati i nomi più ricorrenti nel corso dei secoli di alcuni tappeti persiani; per
semplicità, sono elencati in ordine alfabetico. L'ortografia delle parole persiane può variare, a seconda di
come sono state tradotte in italiano dalla lingua persiana scritta. Ad esempio, la città di Isfahan si può anche
scrivere Esfahan.
La Persia, antico nome persiano dell'Iran, vanta di
avere la maggiore cultura del mondo nell'arte della
produzione dei tappeti. L'arte di annodare e tingere è
ereditaria e qui si annodano tappeti di tutti i tipi e di
tutte le dimensioni. La parte di popolazione di lingua
turca impiega più di sovente, come abbiamo visto, il
nodo Ghiordes, mentre la parte di lingua persiana
utilizza principalmente il nodo Senneh.
I tappeti annodati nel Paese traggono spesso il loro
nome dall'area in cui sono prodotti, ad esempio
Hamadan, Mashad, Kerman, Shiraz e Bidjar. I
tappeti possono inoltre essere nominati come i
rispettivi gruppi etnici, quali ad esempio i
Ghashghai.
Alcune delle città più importanti per la produzione
dei tappeti persiani.
L'Iran è uno dei maggiori Paesi del Medio Oriente e
si stende come un ponte tra Oriente e Occidente.
L’antichissima Via della Seta attraversava il Paese e
le carovane che la percorrevano portavano con sé
non solo le merci, ma anche pensieri e idee che si sono diffuse tra la popolazione.
Fino al 1934, il nome ufficiale del Paese era "Persia". Sotto la prima grande dinastia persiana (Achemenidi
550-330 a.C.), il regno si estendeva dall'Etiopia all'India e dal Bosforo all'Oxus.
Gli antichi imperatori persiani, tra cui Dario e Serse, regnarono su 28 popolazioni diverse. La storia di
queste terre è drammatica; i governanti andavano e venivano. Sia Gengis Kahn che Timur Lenk
(Tamerlano) sono passati di qua.
All'epoca dei Safavidi, in particolare sotto Shah Abbas il Grande, che regnò dal 1587 al 1629, l'arte,
l'architettura e l'artigianato del tappeto ebbero un notevole sviluppo. Isfahan divenne la nuova, magnifica
capitale del Paese. Le grandi risorse naturali del Paese (petrolio, gas naturale e minerali) hanno attirato russi
e inglesi e, nel XX secolo, perfino gli americani.
Dal 1979 il Paese è una repubblica islamica. Il petrolio offre, senza paragoni, la maggiore rendita dovuta
all'esportazione, ma per quanto riguarda l'occupazione, è ancora l'industria dei tappeti a dominare. Milioni di
iraniani sono coinvolti, in un modo o nell'altro, nella produzione dei tappeti: possono infatti occuparsi di
allevamento, tosa, filatura, colorazione, annodatura, pulizia, riparazione o vendita.
Due grandi deserti, il Dasht-e-Kavir ed il Dasht-e-Lut dominano l'interno del Paese. Con i suoi 12 milioni
di abitanti, Teheran è la capitale ed altre città principali sono Mashad, Tabriz, Isfahan e Shiraz. Per coloro
che visitano l'Iran diventa presto evidente l'importante ruolo giocato dai tappeti nella società. Nelle grandi
città, gli esclusivi negozi di tappeti sono tutti vicini. Nelle strade brulicanti di gente si vedono piccoli veicoli
carichi di tappeti girare diretti ai bazar. Telai, utensili e filato si trovano in vendita ovunque. Fuori, in
campagna, si possono vedere telai nelle case e all'aperto. Talvolta qualcuno stende un tappeto in strada e lo
lava con acqua e una spazzola.
Per molti occidentali, "tappeto orientale" è sinonimo di "tappeto persiano". Naturalmente questo non è del
tutto vero, ma l'errore è comprensibile se si pensa all'influenza che l'annodatura dei tappeti persiani ha avuto
in tutto il mondo.
L'autore svedese Knut Larson scrive nel suo libro "Tappeti Orientali":
"I persiani si prendono attentamente cura della loro cultura nell'ambito dei tappeti.
La loro arte di tessere i tappeti è un qualcosa di superiore, è semplicemente la
migliore del mondo".