Dal 18 al 24 Luglio 2015 Settimana di Escursioni in Austria
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Dal 18 al 24 Luglio 2015 Settimana di Escursioni in Austria
n. 3 MAGGIO-Giugno 2015 post. il s.p.a. - spedizione in ap - d.l. 353/2003 (conv. il l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 d.c.b. bergamo ANNO LXVI PERIODICO BIMESTRALE - Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 190-23-3-1950 Direzione e Redazione: 24122 BERGAMO - Largo Porta Nuova, 10 - Tel. e Fax 035.239405 Internet: www.bergamo.uoei.it - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Giuseppe Dossi Stampa: Grafica Monti - Bergamo Dal 18 al 24 Luglio 2015 Settimana di Escursioni in Austria ÖTZTALER ALPEN nel Nord Tirolo Luogo dell’albergo e punto di partenza gite, località VENT a m 1895. La prima fase di iscrizioni si è conclusa a Maggio, le prossime adesioni sono condizionate dai posti disponibili. Le escursioni previste, qui sotto elencate, sia quelle impegnative che quello meno, verranno decise giornalmente quali effettuare, in base alle condizioni metereologiche. Il saldo dell’escursione deve essere effettuato entro il 5 luglio 2015. a) da Vent (m 1895) all’Hochjoch Hospiz (m 2412) (E) in ore 2,00 circa, ritorno medesimo itinerario; b) da Vent (m 1895) al Similaun Hütte (m 3019) (E) in ore 4,30 circa, ritorno medesimo itinerario; alternativa: da Vent (m 1895) al Martin Busch Hütte (m 2501) (E) in ore 2,30 circa, ritorno medesimo itinerario; c) da Obergurgl (m 1907) in seggiovia a Home Mut (m 2653) a Ombrometer (E) in ore 2,00 circa, da Ombrometer al Schönweis Hütte (m 2266) (E) in ore 1,00 circa, ritorno medesimo itinerario; alternativa: da Home Mut (m 2653) al Langtalereck Hütte (m 2653) (E) in ore 2,30 circa, ritorno a Obergurgl (m 1907) in ore 3,30 circa; d) da Vent (m 1895) (seggiovia) al Breslauer Hütte (m 2844) (E) in ore 1,30 circa, poi al Vernagt Hütte (m 2755) (E) in ore 4,00 circa, ritorno a Vent in ore 3,00 circa; 28 Giugno 2015 La Via SPLUGA e sentiero del CARDINELLO (SO) Adesione all’iniziativa 5° FESTIVAL DELLE ALPI Da ISOLA Madesimo (m 1253) per il sentiero storico del Cardinello fino al rifugio Stuetta alla Cantoniera (m 1870) in ore 2,30 circa (E), proseguimento costeggiando il lago di Montespluga al passo Spluga in ore 1,15 (E). Ritorno: ritrovo alla frazione Montespluga - Partenza: ore 6,30 - Coordinatori: Franco Frigeni e Lorenzo Gaini. e) da Oetz (m 800) a Piburger See (m 950) in ore 1,00 circa; f) da Gries (m 1569) al Winnebachsee Hütte (m 2362) (E) in ore 2,00 circa, facoltativo: al Ernst Rilm Spitz (m 2507), ritorno medesimo itinerario; g) da Gries (m 1569) all’Amberger Hütte (m 2135) (E) in ore 2,00 circa, ritorno medesimo itinerario; h) da Solden (m 1368) a Kleblealm (m 1983) (E) in ore 1,30 circa, all’Alpenghf. Fiegl (m 1954) (E) in ore 1,30 circa, ritorno diretto a Solden; i) da Vent (m 1895) a Mutsbichl (m 2361) (E) in ore 2,00 circa, ritorno medesimo itinerario; j) giro panoramico da Obergurgl (m 1907) alla cascata Am Beilstein (m 2200) (E), ritorno medesimo itinerario; k) Giro ad anello da Zwieselstein (m 1470) a Sahnestüberl (m 1669) (E) in ore 1,30 circa, poi a Lenzenalm (m 1869) (E) in ore 1,00 circa, ritorno a Zwieselstein in ore 1,00 circa. Coordinatori: Massimo OBERTO, Giovanni PALAZZI Luisella VILLA, Gildo NORIS. Tre giorni in Val di Sole. E’ venerdì 6 marzo, si parte per un lungo fine settimana, c’è il Raduno Invernale dell’U.O.E.I., organizzato dalla Presidenza Nazionale. Evviva, dove si va? A Dimaro, in Val di Sole, pronti, partenza e via, tutti a bordo. Il programma viene distribuito e leggendolo la mia mente è in ebollizione, già mi vedo coinvolta in numerose escursioni. Come sarà la Val di Sole? E la gita principale di sabato in Val Meledrio? E domenica al castello di Thun? Calma, sono appena arrivata e col pensiero sono già a domenica. Anna, rilassati e goditi queste giornate. Complessivamente devo dire che me le sono proprio gustate e proverò a descriverle come la mia mente le ha memorizzate in sequenza. La Val di Sole è naturalmente assolata (che mi dovevo aspettare da un valle così denominata?). Malé è il paese principale, e qui è situato il Museo della Civiltà Solandra, luogo in cui sono esposti in modo permanente oggetti e Anche quest’anno un gruppo di Soci Uoeini della sezione nati nel 1948 si sono ritrovati per festeggiare Au gu ri attrezzi caratteristici della valle. Il giorno dopo ci si incammina in Val Meledrio per raggiungere il Belvedere. Il sentiero che risale la valle parte a poca distanza dall’albergo dove siamo alloggiati. L’itinerario è molto interessante, più difficoltoso il primo pezzo ghiacciato, poi si sale con dolcezza. Lentamente si segue il sentiero che si addentra in un bosco di larici, calpestando la neve farinosa; tutto molto bello e suggestivo. In meno di tre ore si arriva in località Belvedere di Folgarida. Possibile sia già finita l’escursione? Nooo! “Sempre più in alto”, diceva il buon Mike Bongiorno. Con telecabina si sale a Malghet Aut, punto di partenza di numerosi impianti di risalita del vasto comprensorio sciistico di FolgaridaMarilleva. E qui, seduta al tavolo di uno dei numerosi bar-ristoranti, con il sole in fronte, mi godo la vista del Gruppo del Brenta e del Monte Spolverino. Mi si avvicina un ex giovanotto del ’38, con il tipico grembiule blu da lavoro e il cappello di feltro in testa. Conversando del più e del meno, vengo a sapere che, camminando con attenzione a bordo pista, in meno di mezz’ora si può arrivare in vetta allo Spolverino. Sulla sommità del monte, secondo lui, lo spettacolo è più affascinante: vista sull’Ortles-Cevedale e una miriade di altri monti. Mi invita a salire facendo un ultimo sforzo, ma non insiste più di tanto. Forse uno sguardo ai miei capelli bianchi e...... Domenica raggiungiamo agevolmente il Castello di Thun, maestoso e ben tenuto. E’ sempre stato abitato dai proprietari ed è solo dal 2010 che è aperto al pubblico. La fortificazione completa di torri e ponte levatoio è appartenuto alla famiglia Thun, per secoli signori di questi territori trentini. E’ ora ormai di tornare a Bergamo. Che dire: A m’ sè tace, a m’ sè bei, a m’ sè chei de l’UOEI. Anna D. Liguria: la “Via dell’ardesia” con i suoi (tanti?) scalini. Latitante da un paio di mesi, avevo forte il desiderio di (ri)fare quattro passi, intruppato nelle domenicali schiere uoeine. E Lavagna, la graziosa cittadina in spalla alla più famosa Chiavari, con la sua “Via dell’ardesia”, maritata ad un’ora di partenza non troppo “piccola”, m’è parsa la scelta più adeguata per ricominciare. Peccato per il cielo bigio e l’aria pizzicorina trovati alla partenza; si manterranno tali per l’intera giornata, a dispetto di quei timidi raggi di sole che, vanamente, hanno tentato di lacerare la grigia coperta durante il viaggio. Giunti a destino, una piacevole anteprima: la scarpinata sulle colline liguri, sarà preceduta dalla visita guidata alla bella Basilica dei Fieschi ed al piccolo borgo che le sta d’attorno. Ne ero del tutto ignaro, lo confesso, avendo preferito dormicchiare, anziché ascoltare le spiegazioni delle coordinatrici o leggere il foglio gita dalle stesse preparato e distribuito. Esaurita la visita, ci si avvia al poco distante attacco della “Via dell’ardesia”, con il solito schema anarcoide: i “leoni” in avanti, in coda i “pacifici” ed il resto disorganicamente disseminato nel mezzo. Infatti, bastano pochi minuti di cammino per sfilacciare il gruppo, trasformandolo in una lunga ed irregolare colonna che si disperde tra ville, parchi, ulivi e case coloniche; con bella ed ampia vista sul golfo del Tigullio, per quanto indefinita nella linea di contatto tra cielo e mare in ragione della foschia. Il sentiero, tolti alcuni tratti da... lingua in terra, mantiene una pendenza coerente; per nostra buona sorte, i gradini sono quasi sempre di alzata modesta: ma quanti sono!! Alla fine pare ne siano stati contati più di duemila e cento. Sbuffando più del previsto, rimonto la via un gradino dopo l’altro, mentre in cuor mio ringrazio il sole per la sua “gradita” assenza. Fatico assai, tuttavia, prima di quanto immaginassi, ecco Monte San Giacomo con la sua chiesetta, dove trovo le nostre avanguardie già intente a sorseggiare il caffè, ed una sorpresa: il Gruppo Scout Uoei di Pietrasanta che in questo posto passerà la notte, sotto ad una enorme tettoia-gazebo. Per il boccone di mezzogiorno trovo posto accanto ad un modesto cippo, del tutto e da tutti ignorato se non come appoggio di zaini, bastoncini ed indumenti appesi ad asciugare. Ed è così che lo trova la Vice Sindaco di Cogorno, qui giunta con il Comandante dei vigili per deporre una corona alla memoria di tale Giorgio Renda, un giovane partigiano siciliano, fucilato dai fascisti il giorno di Pasqua del 1945. Già, perché oggi, 25 di aprile, è la Concorso Fotografico 2015 Festa della Liberazione. In tutta fretta cerchiamo di rimuovere le nostre cose, per quanto la Sindachessa c’inviti a starcene tranquilli; la cerimonia - dice - sarà semplice e breve: corona deposta sul cippo e via. Così non sarà perché Marilisa, la nostra coordinatrice, accompagnata da qualche altro socio in voce, intona il canto partigiano “Bella ciao”; un più che doveroso omaggio a quel giovane che settant’anni or sono si è sacrificato anche per la nostra libertà. Io che pure questa canzone ho cantato con convinta partecipazione negli anni giovanili, mi aggiungo al coro a mezza voce ed ingiustificato pudore, quasi timoroso di violare la suscettibilità di quanti, tra i presenti, magari non condividono. Un errore, questo mio, perché il passato non si deve dimenticare. Qualcuno, infatti, ha detto: “Chi dimentica la propria storia, è destinato a ripeterne gli errori”; non v’è nulla di più vero. Lo Zefiro di quota e la solita, congenita, fretta, inducono il gruppo ad anticipare la discesa. Per altra via, seguendo le numerose bandierine in mezzo ad una natura rigogliosa e rilassante, ritorniamo al mare. Ancora non è tempo di vacanze e bagni, perciò le vie di Lavagna sono silenziose, tranquille ed accoglienti. Nonostante la stanchezza accumulata, nessuno rinuncia ad una gradevole passeggiata; e prima di tornare al bus per riprendere la via di casa, un gelato per qualcuno, qualche passo a piedi nudi sull’arenile per altri e due “intime chiacchiere” con il mare per me. Baffo della sezione U.O.E.I. A. Casari di Bergamo Le fotografie vanno consegnate in sede entro e non oltre il 31 ottobre 2015. Il soggetto delle foto deve essere di un’escursione o un’attività dell’U.O.E.I. Modalità di consegna: inviare non più di 3 stampe fotografiche per partecipante, di formato standard 13x19 cm. Sul retro di ogni foto deve essere indicato il solo titolo, senza riferimento all’autore (la giuria non deve poterlo identificare al momento della selezione). Nel plico di consegna delle foto devono essere inserite, in busta chiusa, le generalità dell’autore. M O NTE CO M E R C H I ? Alla gita del 24 maggio non avevo intenzione d’andarci. Se solo avessi immaginato come sarebbe finita, non ci sarei andato proprio. Abbiate pazienza: ora vi spiego! Capita a tutti di non aver proprio voglia di andare a fare quella certa escursione. Non conosci il posto, ma in zona ci sei già stato, le quote sono poco rilevanti e tu vorresti andare un po’ più su, il tempo non “butta” proprio al bello e prendere l’acqua per prenderla, meglio su un altro itinerario, ma soprattutto: l’ideatore e coordinatore dell’escursione ti lascia alquanto perplesso… trattandosi per altro di persona nota. Nota come può esserlo solo tuo fratello! Nooo! Una vita passata a fare di tutto per evitarlo, puoi mica sperperarla in una gita. Invece, all’ultimo succede che per una fortuita serie di concomitanze, fra cui non ultima il fatto che nessuno,dico proprio nessuno, fra i “numerosissimi” amici in rubrica ti ci si fili, ti costringe al triste ripiego. E allora al telefono ti sorprendi a dire: «Ciao fratellone, come stai? Bella l’idea per domenica (…!??). Che mi dici? C’è ancora posto per partecipare alla “gita” che proponi?» E lui: «Siamo tirati. Sai, c’è stata grande richiesta… Quando organizzo io…» E tu, ascoltando, intanto pensi: - Raccontalo a un altro. Ci saranno si e no dieci iscritti, di cui due terzi saranno i tuoi affezionati amici di Pignolo. Ci vuole ancora una volta il tuo fratellino per evitarti la figuraccia di un bus che a pieno carico non ricordi il deserto dei Tartari… -Tuttavia il senso di responsabilità e rispetto tipici del fratello minore, nonché la delicatezza che ti caratterizza, ti spinge però a dire: «Peccato, ci tenevo tanto ad esserci. Le tue uscite sono talmente belle…» Il narcisismo del fratello maggiore allora deborda e mostra tutta la patologica generosità di cui è capace con un: «Fammi verificare in sede. Se c’è ancora un posto, magari nel baule, ti faccio sapere.» Con la speranza che nel frattempo pessime previsioni meteo giungano in tuo soccorso, butti lì la frase: «Comunque senza impegno… Reciproco intendo dire.» Tutto,invece,congiura contro di te: il tempo volge al bello, nel baule del bus c’è un posto disponibile, i simpatici ragazzi di Pignolo e zone limitrofe ci sono proprio tutti, l’autista sarà sempre l’amabile Marcello… ma, soprattutto, ignaro di quanto questo sarà grave, porterai con te la macchina fotografica. Insomma: farai parte dei fortunati escursionisti che si sono affidati alla guida dell’esperto fratello… Quando l’autista del cuore ci scarica nel punto dove intraprendere il cammino, il monte Comer si confonde talmente con il verde delle foglie e con i dossi dei prati circostanti che quasi non si distingue. Quando poi un indomito gruppo di “uoeine”, capitanate dall’intrepida Marilisa, decide di seguire l’itinerario rosa (si perché l’astuto fratello è anche per le quote… che dico… per i tracciati rosa) viene spontaneo domandarti perché non ti sei portato pinne e ombrellone, tanto il lago è giusto lì… Ed invece, ecco la sorpresa! Superato infatti il tratto di strada asfaltata che conduce all’accesso dei boschi, il tracciato prende una decisa pendenza divenendo pietrosa, ma ampia mulattiera. Più avanti, la pista per muli o se preferite, somari, lascia il posto ad un sentiero che, senza alcun riguardo per gli attempati escursionisti, s’impenna sotto ai piedi. È nel modificarsi del tracciato che un manipolo di bucanieri si defila dal percorso con l’intenzione di ritirarsi a vita ascetica presso l’eremo di San Valentino. Trascurano però il sopravanzare alle loro spalle “dell’homo selvaticus”, Sandrone, che terminato il momento di contemplazione invece che farli tornare sull’originario sentiero che conduce al Comer, li porta a compiere una scalata degna del Reinold dei tempi andati, lungo un canalone attrezzato. Di botto i temerari guadagnano 150 metri di dislivello… Di botto, la nostra amabile guida (il povero fratello) nell’apprendere successivamente della digressione alpinistica, perderà 150 etti del suo già scarso (??!) peso… Nel frattempo, me tapino, in nutrita compagnia, trasudando sangue, verifico quanto il manto boschivo del Comer nasconda sotto alle proprie fronde un’escursione vera. Tuttavia, dopo un tempo che pare interminabile, su di una sorta di terrazzo naturale, appena pochi passi sotto alla vetta, c’è pure la sorpresa di un vero balcone in legno. Abili mani hanno incredibilmente costruito un terrazzo a sbalzo sul ciglio della parete che strapiomba per diverse centinaia di metri fin sul Garda. Rimango a bocca aperta. Un meraviglioso incanto! Il panorama, l’ambiente naturale, il cielo azzurro striato da nubi dispettose, alcune discinte fanciulle che stazionano in zona… Propendo per il solito colpo di cu… fortuna del fratellastro. In ogni caso dalla visione togliete le fanciulle. Quelle sono solo un’allucinazione dettata dalla fatica… È però in quel frangente che compio l’errore più grande della giornata. Malgrado la scarsa capacità fotografica di cui son dotato, comincio a scattar foto a destra e a manca ed alcune all’innominabile citato in apertura. Sfogata la verve fotografica, raggiungere poi il rifugio ANA sottostante è compito di tutto relax. I pignolesi nel frattempo hanno modo di dare il meglio di sé. Uno di loro, tacciato di possedere uno “zaino da Barbie”, sfila dal sacco proprio la mitica bambolina e ci si mette a giocare con la moglie. In due, la coppia, fa 120 anni! Sorvolo sul fatto che qualcuno verifichi se la mitica indossi la biancheria intima. Ora, per non tediare ulteriormente, credo si sia inteso come i miei guai siano successivi all’escursione in sé e siano da addebitare alle foto scattate con cui il giorno successivo alla gita ho intasato la casella di posta elettronica del fratellastro e dell’innominabile di cui dicevo. L’ho fatto per puro sgarbo nei confronti dell’anziano fratello, ma per ossequiosa deferenza nei confronti dell’innominabile. In cambio, quest’ultimo, per punizione mi ha ingiunto di scrivere un articolo sulla gita. Ebbene, la medesima voglia che avevo di compiere l’escursione con l’anziano fratello è quella che ho per la stesura dell’articolo richiesto. Ma, caro il mio innominabile… nonché NOSTRO PRESIDENTE U.O.E.I., se raccoglierai proteste da parte degli iscritti per le idiozie che ho scritto e fors’anche una mozione di sfiducia dal consiglio di sezione, beh!, questa sarà solo ed unicamente responsabilità tua… Firma♂α Lutti E’ deceduta Antonietta Deligia, mamma del Socio Antonio Onida. E’ deceduto Cesare, papà della Socia Antonietta Fontana. Sentite condoglianze Vuoi passare una domenica lontano dal caos e dallo smog della città? Vieni con noi dell’U.O.E.I. Garantiamo viaggi in pullman o mezzi pubblici collettivi, luoghi immersi nella natura e paesaggi straordinari, compagni di viaggio simpatici. Visita il nostro sito: www.bergamo.uoei.it