Il Punto Impresa Verde Marche n. 2
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Il Punto Impresa Verde Marche n. 2
IL PUNTO MARCHE IMPRESA VERDE PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL SISTEMA SERVIZI DELLA COLDIRETTI MARCHE Tecnico CAA OTTIMO RISULTATO DELLE ULTIME MISURE DI INVESTIMENTO PER APPPROFONDIMENTI CONTATTA IL TUO UFFICIO ZONA NUMERO 3 14 FEBBRAIO 2014 Psr, presentati progetti per 70 mln Nonostante la crisi l’agricoltura investe, tanto che sono stati presentati progetti per un valore di 70 milioni di euro con gli ultimi bandi del Piano di sviluppo rurale. Ad affermarlo è la Coldiretti Marche, sulla base di una prima analisi dei risultati della misura sull’ammodernamento delle aziende attivata dalla Regione nell’ambito del vecchio Psr, il programma di sostegno alle imprese finanziato con fondi comunitari. Ai bandi hanno risposto oltre 600 agricoltori, con progetti per un investimento complessivo di 70 milioni. Gli imprenditori hanno presentato piani di ammodernamento centrati sullo sviluppo della filiera corta, con la realizzazione di fabbricati adibiti alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti (laboratori, negozi aziendali, ecc.) e per impianti di lavorazione. Un trend in forte aumento come dimostra anche la crescita della rete di vendita diretta a marchio Campagna Amica che conta oggi quasi 400 punti e identifica le aziende che vendono esclusivamente prodotto agricolo, nel rispetto di determinati parametri e con controlli effettuati da un ente di certificazione. Ma i progetti presentati vanno anche nella direzione di una maggiore sicurezza del lavoro agricolo, che nel corso degli anni ha comunque visto un consistente abbatti- mento del numero degli infortuni. “La dimostrazione che, nonostante le tante difficoltà, le imprese agricole credono nella possibilità di una ripresa, fondata su un nuovo modello di sviluppo che punta sulla distintività del made in Italy – sottolinea Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -. Uno sforzo che va adeguatamente sostenuto anche dal punto di vista della semplificazione burocratica, dando piena attuazione alla delibera che promuove la sussidiarietà, affiancando alla pubblica amministrazione l’attività e l’esperienza dei centri di assistenza agricola, come il Caa Coldiretti”. Avvicendamento biennale, c’è il sostegno In attesa dell’effettiva applicazione della nuova Pac, l’Ue ha stabilito che per il 2014 i pagamenti diretti agli agricoltori verranno fatti in base al vecchio regolamento Pertanto, oltre al pagamento dei titoli in portafoglio, le aziende potranno richiedere anche quello del sostegno specifico dell’art.68 che, per quanto riguarda l’Italia, è stato attivato relativamente a tre misure: miglioramento della qualità, agroambiente e assicurazioni. Prendendo in esame quella agroambientale, possono accedere al pagamento del sostegno gli agricoltori che attuano tecniche di avvicendamento biennale. La condizione è che il ciclo di rotazione preveda la coltivazione, nella medesima superficie, di: • Cereali autunno-vernini: Frumento duro, Frumento tenero, Orzo, Avena, Segale, Triticale, Farro. • Miglioratrici: Pisello, fava, favino, favetta, lupino, cicerchia, lenticchia, cece, veccia, sulla; Foraggere avvicendate ed erbai con presenza di essenze di leguminose; soia, colza, ravizzone, girasole, barbabietola; Maggese vestito. Per la coltivazione di frumento duro, a decorrere dalla domanda 2013, gli agricoltori hanno l’obbligo dell’utilizzo di semente certificata. Non sono soggetti a tale obbligo le aziende che coltivano frumento duro ai sensi del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio, del 28 giugno 2007, relativo alle produzioni bio- logiche. I quantitativi minimi di semente certificata, da utilizzare ai fini del pagamento del premio supplementare, sono fissati per ettaro e devono essere almeno pari a 160 kg/ha. Il produttore dovrà allegare alla domanda unica copia della fattura di acquisto riportante la quantità di seme acquistato, la varietà e l’indicazione dei riferimenti dei cartellini ufficiali INRAN-ENSE. L’importo massimo unitario del sostegno è fissato a 100 euro per ettaro. Essendo un impegno biennale, nel 2014 ci sono aziende che iniziano e altre che devono portarlo a termine. Per queste ultime è sufficiente alternare la coltura, così come previsto dal DM. Per le aziende che, invece, avviano un nuovo impegno la scelta diventa più difficoltosa poiché non si hanno certezze sul comportamento da dover tenere il prossimo anno. Infatti, per il rispetto dell’impegno nell’impostazione del piano colturale si dovrà tener conto da quanto previsto dalla tecnica dell’avvicendamento e della diversificazione che sarà introdotta dal greening. Infine, va ricordato che l’avvicendamento biennale è un impegno dell’agricoltore che lo ha iniziato. In caso di cessione del terreno l’impegno risulta non rispettato, fatte salve le cause di forza maggiore e la cessione dell’intera azienda, e sempre che il subentrante non lo rispetti.Per ulteriori informazioni vi invitiamo a contattare i nostri operatori del Caa Coldiretti. IL PUNTO NUMERO 3 14 FEBBRAIO 2014 MARCHE IMPRESA VERDE Iuc, esclusi i fabbricati rurali Fiscale CAF L’IMPATTO DELLA NUOVA IMPOSTA UNICA COMUNALE INTRODOTTA DALLA LEGGE DI STABILITÀ PESERÀ MENO SUI TERRENI Dal 1 gennaio 2014 è entrata in vigore la Iuc (Imposta Unica Comunale) che riorganizza la tassazione comunale. Va detto che la nuova imposta, introdotta dalla Legge di Stabilità, non rappresenta uno stravolgimento della tassazione, ma piuttosto una risistemazione dei tributi già oggi conosciuti e applicati per il 2013 (Imu e Tares). Il nuovo tributo comunale si compone di tre tipi di imposte e tasse che hanno ad oggetto gli immobili: l’Imu, che ha come presupposto il possesso dell’immobile, la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), collegata alla erogazione dei servizi comunali, e la Tari (Tassa rifiuti), diretta al finanziamento dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. IMU (IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA) Dopo le note vicende che hanno caratterizzato l’applicazione dell’Imu 2013, l’imposta municipale propria continuerà ad applicarsi a regime, dal 2014, anche al settore agricolo con alcune importanti novità, le quali sono state anche il frutto dall’azione sindacale di Coldiretti e consistono: a) nella riduzione dei moltiplicatori da applicare al reddito dominicale dei terreni, già rivalutato nella misura del 25%, da 110 a 75, relativamente ai terreni posseduti e condotti da IAP o coltivatori diretti, iscritti alla previdenza agricola. Restano esenti dall’imposta i terreni agricoli ricadenti in aree montane o collinari. b) nell’esclusione dall’imposta dei fabbricati rurali strumentali, indipendentemente dalla loro ubicazione in comuni montani o parzialmente montani. L’imposta risulta invece dovuta per i fabbricati rurali abitativi a prescindere dal luogo di ubicazione, fatta comunque salva, l’esclusione dall’imposta delle abitazioni principali e delle relative pertinenze, ad eccezione per quelle che rientrano nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. TASI (TASSA SUI SERVIZI INDIVISIBILI) Il presupposto impositivo della Tasi è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, compresa l’abitazione principale, di aree scoperte, nonché di aree edificabili a qualsiasi uso adibiti. La base imponibile è quella prevista per l’applicazione dell’Imu, a cui viene applicata l’aliquota di base della Tasi, pari all’1 per mille. Il Comune può ridurre l’aliquota fino all’azzeramento ovvero aumentarla con il limite per cui la somma di Imu + Tasi non possono superare l’aliquota del 10,6 per mille, tenendo in considerazione che per il 2014 la quota Tasi non può eccedere il 2,5 per mille. L’aliquota per i fabbricati rurali strumentali non può eccedere, in ogni caso, la misura dell’1 per mille. I Comuni possono stabilire riduzioni ed esenzioni per talune categorie di immobili tra cui i fabbricati rurali ad uso abitativo. TARI (TASSA PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI) La Tari è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. La disciplina ricalca quanto previsto dalla precedente normativa della tassa sui rifiuti (Tares) che ha trovato applicazione per l’anno 2013. Viene confermato che sono escluse dalla Tari le aree scoperte pertinenziali o accessorie ai locali tassati, non operative e le aree comuni condominiali. Nella determinazione della superficie assoggettabile alla tassa non si tiene conto di quella parte di essa ove si formano, in via continuativa o prevalente, rifiuti speciali, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori. Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la Tari è dovuta in misura non superiore al 40% della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta. Il Comune con specifico regolamento può prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni nei seguenti casi: a) abitazione con unico occupante; b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo; c) locali diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente; d) abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero; e) fabbricati rurali ad uso abitativo. Occorre sottolineare che sono escluse dalla tassazione i locali e le aree non suscettibili di produrre rifiuti urbani e cioè: • il cui normale utilizzo non comporta la produzione di rifiuti urbani od assimilati in misura apprezzabile per loro natura, locali non utilizzati e quindi senza utenze (idrica,elettrica e gas), senza atti autorizzativi per l’utilizzo dell’immobile, locali inagibili; • produzione esclusiva di rifiuti speciali non assimilabili per tipologia. Va inoltre rilevato che il comma 661 stabilisce che il tributo non è dovuto in relazione alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero. Occorre poi tener presente delle indicazioni contenute nello schema di regolamento comunale elaborato dal Dipartimento delle Finanze (che, molto probabilmente, costituirà il regolamento tipo degli Enti locali) che esclude le superfici delle stalle, fienili e simili, legnaie, depositi agricoli e dei locali e delle aree adibiti all’esercizio dell’impresa agricola non idonee alla produzione di rifiuti urbani e produttrici in via prevalente o, addirittura esclusiva, di altro materiale utilizzato in agricoltura. Alla luce di quanto stabilito dalla norma, è indispensabile che i Comuni, tramite regolamento, possano evitare che a seguito dell’assimilazione dei rifiuti speciali, ai rifiuti urbani, o in relazione ad una non corretta applicazione del DPR 158/99 (ad esempio assimilazione dell’agriturismo alla ristorazione), le imprese agricole siano assoggettate alla Tari nonostante producano rifiuti speciali agricoli o si trovino a veder aumentata la tassazione a PER causa di non perAPPPROFONDIMENTI tinenti coefficienti CONTATTA di producibilità dei IL TUO UFFICIO ZONA rifiuti. IL PUNTO NUMERO 3 14 FEBBRAIO 2014 MARCHE IMPRESA VERDE Epaca Pensioni,cosa cambia per le donne La Riforma Previdenziale Monti Fornero, ha introdotto nuovi requisiti per accedere alla pensione, prevedendo un graduale incremento dell’età anagrafica dal 2012 in poi, sia per gli uomini che per le donne, fino a raggiungere il pareggio anagrafico tra i due sessi nel 2018, quando sarà possibile accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi. Cosa cambia dal 2014 A) Le lavoratrici dipendenti del settore privato hanno l’aumento più forte, l’aumento di LI EFFETTI un anno e mezzo, per cui dagli attuali 62 DELLA IFORMA anni + 3 mesi passano a 63 anni + 9 mesi. G R FORNERO PORTERANNO NEL 2018 AL PAREGGIO ANAGRAFICO A QUOTA 66 ANNI E 7 MESI PER APPPROFONDIMENTI CONTATTA IL TUO UFFICIO EPACA B) Le lavoratrici autonome e parasubordinate hanno l’aumento di un anno, e passano da 63 anni +9 mesi a 64 anni + 9 mesi. C)Le donne del pubblico impiego (dipendenti statali, enti pubblici, enti locali, sanità) non hanno alcun aumento, dal momento che sono le uniche ad andare in pensione con la stessa età degli uomini. Per loro è confermata l’età di 66 anni + 3 mesi. . Ex pensioni anzianità In realtà gli aumenti riguardano anche le pensioni anticipate (ex pensioni di anzianità) per le quali ovviamente la variazione riguarda solo gli anni di versamento dei contributi, in quanto per la prestazione non è richiesta alcuna età minima. Nel passaggio dal 2013 al 2014 c’è l’aumento contenuto di un solo mese. E in questo caso l’aumento riguarda anche gli uomini. L’aumento è di un solo mese e riguarda tutti i lavoratori dei settori pubblico e privato: uomini e donne, lavoratori dipendenti e autonomi. A) Gli uomini passano da 42 anni + 5 mesi a 42 anni + 6 mesi (2210 settimane). B)Le donne salgono da 41 anni + 5 mesi a 41 anni + 6 mesi (2158 settimane). Prima dei 62 anni Per la verità anche la pensione anticipata è in parte agganciata all’età dei lavoratori, ma solo in via indiretta. Solo per applicare una trattenuta a chi se ne va a casa non avendo ancora 62 anni. In questa ipotesi c’è la ritenuta dell’1% per ogni anno anteriore ai 62, ritenuta che sale al 2% annuo per le età fino ai 59 anni. Queste riduzioni in ogni caso non si applicano fino al 2017, ma alla condizione che l’anzianità contributiva prevista per ottenere la pensione derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, compresi le assenze per servizio militare, maternità e congedi parentali, malattia, infortunio, donazione sangue, cassa integrazione ordinaria. Se la condizione non è rispettata, perché, ad esempio, ci sono anche contributi volontari o figurativi per disoccupazione, gli uffici Inps applicano la ritenuta. Coltivatori diretti e doppio lavoro I Coltivatori diretti mantengono il diritto all’iscrizione nella gestione previdenziale Inps, solo se l’attività agricola è svolta con continuità e sia prevalente per tempo e reddito, rispetto a qualsiasi altra. Pertanto, qualora il Coltivatore svolga altra attività, autonoma o dipendente, occorre fare le seguenti distinzioni: • in caso di lavoro dipendente agricolo, è possibile mantenere l’iscrizione nella gestione CD/CM se non si effettuano più di 150 giornate annue di lavoro dipendente agricolo. • In caso di lavoro dipendente non agricolo, vi è la piena compatibilità solo se il lavoro dipendente è svolto Epaca per brevi e sporadici periodi nell’arco dell’anno, che non comportino l’accredito contributivo di più di 26 settimane. • Non è possibile mantenere l’iscrizione nella Gestione CD qualora si svolga altra attività di lavoro autonomo ( artigiano o commerciante) anche per brevi periodi. COME REGOLARSI CON L’INPS IL PUNTO NUMERO 3 14 FEBBRAIO 2014 MARCHE IMPRESA VERDE Lavoro Aggiornato il ticket licenziamenti L'aumento dell'1,1 per cento per il 2013 dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), comunicato dall'Istat, rivaluta: RIVALUTAZIONE DELL’ISTAT PER APPPROFONDIMENTI CONTATTA IL TUO UFFICIO ZONA • il contributo dovuto dal datore di lavoro per la cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato la cui soglia, per il 2014, si attesta a 1.192,98. Il 41 per cento di tale importo corrisponde a euro 489,12, valore riferito a 12 mesi. Il contributo sui licenziamenti, su 36 mesi, per il 2014 sarà pari a euro 1.467,00; • il massimale contributivo previsto dalla legge n. 335/95, il cui ammontare sale a euro 100.123,00. Per quanto riguarda la Gestione separata, il contributo dovuto dagli iscritti con un'altra copertura previdenziale obbligatoria passa al 22 per cento. Resta stabile al 27,72 per cento l'aliquota che interessa coloro che, titolari di partita Iva e iscritti alla gestione separata, sono privi di altra copertura previdenziale. E' pari invece al 28,72 per cento l'aliquota per cococo, cocopro e associati in partecipazione non titolari di partita Iva. Cresce l’agricoltura sociale Sono ormai oltre un centinaio le aziende agricole che hanno attivato servizi e iniziative a carattere sociale, dagli agrinidi al reinserimento lavorativo dei detenuti e dei disabili, anche con il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche. E’ quanto afferma la Coldiretti Marche, sulla base di dati Istat, in occasione dell’avvio di un nuovo progetto che all’azienda agricola le Noci di Staffolo vedrà al lavoro due persone condannate a pene alternative al carcere e al sog- Sindacale BONUS DIMEZZATO RISPETTO AGLI ANNI ‘90 giorno in una comunità di Cupramontana. “Il sociale è una delle nuove frontiere dell’agricoltura e si stanno moltiplicando le esperienze che vedono le aziende offrire veri e propri servizi alla comunità – spiega Francesca Gironi, responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa e titolare dell’azienda Le Noci –. In un contesto di crescente contenimento delle risorse pubbliche e di parallelo incremento della domanda sociale legata ai disagi diffusi e diversificati, creare un agriasilo in un’area montana, attivare una agricolonia per bambini o ospitare un disabile significa venire incontro a necessità delle famiglie che altrimenti non potrebbero essere soddisfatte, utilizzando le risorse esistenti sul territorio”. Ma agli agrinidi e al lavoro per i disabili e detenuti si aggiungeranno presto le agriresidenze per anziani, secondo capitolo del progetto per un welfare rurale promosso dalla Regione Marche. Sindacale OLTRE 100 AZIENDE SONO OGGI ATTIVE SUL TERRITORIO La Casciotta Dop sottopaga il latte I problemi della Casciotta d’Urbino Dop non sono solo i lupi e nemmeno il mancato ammodernamento delle stalle, bensì il fatto che il latte viene sottopagato, con un premio per chi produce che si è addirittura dimezzato rispetto agli anni Novanta. A denunciarlo è la Coldiretti sulla base delle proteste degli allevatori contro un prezzo bloccato da tanti anni, mentre i costi di produzione hanno fatto registrare un vero e proprio boom. La verità è che un certo tipo di cooperazione non paga adeguatamente gli allevatori, secondo un modello distorto che va contro gli interessi dei soci Nelle Marche il latte di pecora viene ora pagato 78 centesimi al litro più Iva, al quale si aggiunge un premio per quelli che conferiscono prodotto destinato alla Casciotta Dop. Premio si fa per dire, sottolineano i pastori, poiché si tratta di appena 4 centesimi al litro più Iva. Alla fine degli anni Novanta venivano corrisposte circa 150 lire, che tradotte in euro fanno 8 centesimi. In pratica il premio si è dimezzato. Una situazione paradossale se si considera che in altre regioni, dove i costi di produzione sono molto più bassi, si sono registrati nel recente periodo aumenti tali da azzerare la differenza che negli anni si era consolidata, per garantire ai nostri produttori lo stesso utile e pertanto rimanere competitivi.