Sambugaro: da stalla a malga con onore

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Sambugaro: da stalla a malga con onore
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE
Sambugaro: da stalla
a malga con onore
di Marie Vida
L’allevamento della famiglia Sambugaro alla frazione Grossa di
Gazzo Padovano.
Q
uando la famiglia Sambugaro
racconta della doppia vita del
proprio allevamento, 8 mesi in stalla
e circa 4 mesi in malga, sull’altopiano di Asiago a circa 1000 metri
di altezza, non è facile immaginare
come le 110 vacche in lattazione,
di cui 5 Eccellente e il 50% Molto
Buono, con un media stabile di latte
intorno ai 110 quintali, PFT medio
877 Rank 97, riescano a mantenere
produzione e tipo, sfilare in mostra
e anche piazzarsi tra le prime. Invece, l’allevamento Sambugaro vive
tranquillamente questa alternanza e
con molto entusiasmo, da parte dei
conduttori, che hanno cercato di ottenere il meglio dalla “villeggiatura”
estiva della mandria, attrezzando le
malghe che ospitano gli animali con
tutti i requisiti necessari per continuare a mantenere, senza intoppi, le
prestazioni che contraddistinguono
un allevamento ai vertici delle classifiche.
Luigi Sambugaro, con la moglie
Maria Berica, i quattro figli Roberto,
Giacomo, Francesco e Giorgio ed il
fratello Fabio, con la moglie Silvia
ed i figli Filippo e Beatrice, compongono lo staff dell’allevamento Sambugaro, tutti, a vario titolo, coinvolti
nella gestione e tutti ugualmente
appassionati e pieni di voglia di fare. Luigi è consigliere nel Comitato
direttivo Anafi, Roberto è giudice
ufficiale Anafi e sire analyst per il
Ciz, presidente Agafi del Dairy Club
Padova e coordinatore del Triveneto.
Francesco ha l’hobby di tosare le
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Sopra: la famiglia Sambugaro nella loro azienda a Gazzo Padovano. Da destra Luigi, Marie
Berica, Roberto, Filippo, Fabio, Silvia, Beatrice, Giacomo, Francesco, Giorgio. Sotto: Luigi
Sambugaro accanto ai trofei vinti in mostra dalle vacche dell’allevamento
vacche per la mostra e spesso aiuta
nella preparazione anche altri allevatori. Luigi, Fabio e Roberto fanno
da portavoce ufficiali di una famiglia
molto unita e ben organizzata nei
propri ruoli, di quello che è un allevamento, per qualche verso, un po’
fuori dalla norma.
■ Raccontateci come riuscite ad
organizzare un alpeggio per vacche
che producono anche 140 quintali.
Di solito a fine di maggio, primi di
giugno trasportiamo tutta la stalla,
in un paio di giorni, nel comune di
Conco, in provincia di Vicenza, in
due malghe, una che affittiamo da
una cinquantina di anni e abbiamo
ristrutturato con sala di mungitura
ed un’altra, di proprietà comunale,
che affittiamo da cinque anni, da
quando gli animali sono cresciuti di
numero, e nella quale portiamo tutta la nostra attrezzatura di casa per
mungere. Dopo lo spostamento, le
vacche si adattano in pochi giorni,
perché, praticamente, riproduciamo
le stesse condizioni di mungitura e
di alimentazione che abbiamo qui
in pianura, con il vantaggio di non
avere il problema del caldo estivo e i conseguenti cali produttivi.
Traslochiamo anche il trinciato, lo
richiudiamo in una fossa nuova,
grazie al fatto che, in montagna, la
temperatura è più fresca e non crea
fermentazioni indesiderate. La famiglia si alterna tra casa e alpeggio, tre
persone rimangano su, fisse e qualcuno rimane in azienda per la coltivazione dei campi, ma ci riuniamo
nei fine settimana. Il ritorno al piano
è poi una festa collettiva, la facciamo
a piedi, con l’aiuto di un centinaio
di persone, che si alternano e si
uniscono alla mandria di più di 400
capi, perché portiamo a casa anche
manze di altri allevatori. Percorriamo
i 50 km di distanza in due giorni,
con 3 soste in aree adibite per la
transumanza e mungiamo anche gli
animali nel percorso. È bello vedere
la partecipazione e la condivisione
di chi ci accompagna: di solito, una
volta fatta l’esperienza, tornano
sempre a ripeterla, è un modo per
tenere in vita delle pratiche antiche
che, nella nostra famiglia, sono state
tramandate da 4 generazioni.
■ L’allevamento odierno Sambugaro
da dove è nato?
Da una trentina di manze provenienti dalla zona di Mantova, che acquistammo nel 1969, dopo aver costruito la stalla nuova e compiuto il
risanamento dalla TBC. Sostituirono
le vacche Rendene, tipiche di questa
zona e le Brune che costituivano l’allevamento iniziato da nostro padre
Giacomo: recentemente abbiamo
visto che, nel 1952, veniva iscritto
ai registri comunali come azienda
con “due vacche e due vitelle”. Negli
anni settanta fecondammo le prime
Frisone con un toro in monta naturale, anche lui mantovano di nascita,
un figlio di Citation R. Negli anni
ottanta, con la fecondazione artifi-
Vacche e manze dell’allevamento Sambugaro passano i mesi estivi in alpeggio a oltre 1000
metri di altezza nel comune di Conco (VI) sull’altopiano di Asiago
Un momento di sosta durante la transumanza del gruppo di vacche che la famiglia Sambugaro conduce a valle dopo l’alpeggio del periodo estivo
ciale e l’uso di tori miglioratori la
mandria si sviluppò, senza ulteriori
introduzione di capi, a parte l’acquisto di embrioni figli di Elevation, dai
quali non ottenemmo molto, mentre
l’acquisto di una manza figlia di una
vacca importata, Avia, figlia di Sir
Christopher, ha avuto miglior fortuna dato che è la capostipite di una
nostra famiglia di selezione.
■ Quali sono stati e sono i vostri
obiettivi di selezione?
Tenendo sempre d’occhio la produzione, abbiamo dato molta importanza alla funzionalità, mammelle e
piedi, proprio per le necessità del
nostro tipo di allevamento, che va al
pascolo e in malga e quindi, dal punto di vista funzionale, è fondamentale che le nostre vacche si muovano
bene, perché devono fare chilometri,
non metri. Quando ci siamo trovati
ad avere Tania, una vacca nata nel
1981 che spiccava sulle altre, è arrivata a 92 punti ed ha vinto qualche
fiera, ci siamo un po’ entusiasmati e
abbiamo iniziato a trapiantarla per
ottenere embrioni ed è stato l’impulso che ci ha portato anche a fare una
maggiore selezione genetica.
■ Che azioni avete compiuto, in
questa direzione?
A parte gli acquisti iniziali, non
abbiamo più acquistato embrioni
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fino al 2000, ed abbiamo cercato
di sviluppare quello che avevamo
in stalla con l’uso di buoni tori e
accoppiamenti mirati. Poi, grazie al
PDG, il Programma di Distribuzione
Genetica dell’Apa di Padova iniziato
nel 2002, che fornisce embrioni selezionati a prezzo di costo agli allevatori aderenti, abbiamo sia venduto
che acquistato qualche buona linea
di sangue e proseguito a lavorare
con l’ET sulle nostre vacche.
■ Su Tania?
Principalmente sì. Tania E92 era una
Never Fear che raggiunse i 14 anni
di vita ed ebbe diverse figlie vendute
e, dalla sua linea, abbiamo oggi 20
discendenti in stalla. Era una vacca
molto potente, di grande struttura
che, nelle figlie, migliorò sui caratteri
da latte e produzione, sempre su dimensioni alte, con apertura di costato, arti e piedi superiori alla media,
che in alpeggio si adattavano molto
bene. Sua figlia Sambugaro Chairman
Ammirata E90 fu Campionessa Ri-
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serva Regionale a Verona negli anni
novanta, da lei nacque Sambugaro
Trifecta Flora MB89, la migliore della
famiglia nelle mostre, che ha vinto
per 3 anni di seguito il titolo di
Campionessa Provinciale. Anche le
ultime generazioni di questa famiglia
hanno dato sempre buoni risultati in
mostra. Da Ammirata nacque anche
Sambugaro Royalty Dama E90. Flora
partorì Aerostar Indiana MB86, che
ebbe Juror Piovra MB85, la cui figlia
Magley Spiritual MB87 ha avuto tre
figlie con Jocko Besn: Udina MB86,
Ucraina MB85, Ungheria B83. Udina
ha avuto Sambugaro Morty Zanna 88
che è stata venduta in Olanda ed ha
lasciato in azienda una Zarik, Bahamas MB88, E in mammella e una Salto, Carina RF MB86, di cui una figlia
rossa con Joy Boy è stata venduta in
Germania. Un figlio di Bahamas con
Active è stato convenzionato da un
Centro di f.a. tedesco.
■ Anche la famiglia di Avia è stata
sviluppata?
ebbe s Diva B81 che ebbe s Bell
Rex Fania MB88, che a sua volta ebbe Sambugaro Prelude Milly B83 e
sua figlia Sambugaro Raven Quanta
MB85 ebbe Sambugaro Storm Tatiana MB86. Le figlie di Avia subito mostrarono una forte spinta a latte, negli anni novanta erano primipare da
circa 20 quintali al di sopra della media, con una struttura alta e potente,
di quel tipo che si evidenzia nelle
mostre: senza discutere se sia meglio
o peggio, a noi piacciono le vacche
con una certa taglia. Fino a Tatiana,
tutte erano belle vacche di qualità e
grandi produzioni, ma Tatiana vinse
il titolo di Campionessa Manze della
Provinciale e da allora iniziammo ad
usare tori più alti a tipo per fecondarla. Sua figlia per Comestar Lee,
Sambugaro Laura Lee, per tre anni
di seguito vinse tutte le categorie in
cui fu presentata alla Nazionale di
Cremona ed è stata Riserva e Miglior
Mammella di categoria al Confronto
Europeo di Oldenburg del 2006. Sua
Avia era nata nell’85, con Mandingo
Sambugaro Luke Lady ET
Sambugaro Laura Lee 354
Sambugaro Gold Roby
Sambugaro Samuelo
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figlia con Goldwyn, Sambugaro Gold
Roby MB87 ha vinto la sua categoria
al Dairy Show 2009 di Montichiari
ed è stata Campionessa assoluta della Provinciale 2009.
■ Come state impostando attualmente il vostro lavoro di selezione?
Abbiamo aumentato gli embryo transfer, sia con embrioni nostri che del
PDG dell’Apa di Padova. Questo ha
comportato una riduzione dell’uso
di progenie che, nel nostro allevamento, è arrivato anche al 50%.Adesso siamo intorno al 20%, mentre per
i tori provati scegliamo tori di sicura
genealogia, vecchi e nuovi interessanti per l’accoppiamento, insomma
usiamo un po’ tutto quando c’è la
morfologia a posto.
■ L’Allevamento Sambugaro è una
presenza costante nelle mostre.
Ci presentiamo da diversi anni, alle
provinciali, regionali e nazionali. È
un impegno per tutti, da chi deve
addestrare e preparare le mostre, a
chi le porta in fiera e chi sta a casa.
Roberto e Francesco sono i preparatori e portatori, ma tutti siamo
coinvolti, specie nell’impegno che
comporta partecipare ad una mostra,
quando serve gestire separatamente
le vacche che sfileranno dal resto
della mandria. La mostra però crea
entusiasmo, rompe la routine e serve
a confrontarsi con altre persone del
settore, per misurarsi, ma anche per
capire bene quello che si è fatto e
dove si è arrivati. Forse non è tanto
il ritorno economico che si misura,
piuttosto la soddisfazione a livello
personale. Ultimamente le nostre
vacche di maggiore spicco sono
state Sambugaro Luke Lady, Miglior
Mammella al Dairy Show a Verona
nel 2003 e anche Campionessa Assoluta alla Provinciale 2004. Lo scorso
anno Sambugaro Samuela ha vinto la
sua categoria a Cremona ed è stata
Campionessa delle vacche giovani
e Menzione d’onore alla Regionale
2009.
■ Perché consigliereste ad un allevatore di iniziare a fare selezione
genetica?
Per avere animali più funzionali, che
durano nel tempo, e per avere un’attività ulteriore che consente una
migliore commercializzazione dei
propri animali. Naturalmente è un
impegno che deve essere seguito in
tutte le sue fasi, dalla nascita alla vendita e occorre farsi anche un po’ di
pubblicità. In questo la mostra aiuta
a farsi conoscere, come allevamento.
Noi abbiamo inviato alla fecondazione artificiale una quindicina di
tori, siamo riusciti a vendere degli
animali di pregio, due delle quali
sono andate in Germania e Olanda,
abbiamo fornito vitelle all’asta e ci
riempie di soddisfazione sapere che
vanno bene e si distinguono.
■ Quali sono gli obiettivi futuri dell’allevamento Sambugaro?
Per la mandria vogliamo continuare a selezionare e migliorare, ma il
progetto che entro poco vorremmo
realizzare in azienda è un laboratorio
di lavorazione del latte e uno spaccio aziendale dei nostri prodotti. Le
nostre mogli sono appassionate e
desiderano cimentarsi con la produzione del formaggio e abbiamo la
possibilità di produrre in zona tipica
dell’Asiago di alpeggio, è un modo
per valorizzare meglio tutto il nostro
lavoro, qui e su in malga.
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