Coffee to go La globalizzazione del caffè

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Coffee to go La globalizzazione del caffè
Commercio mondiale
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La globalizzazione del caffè
Documentario, dai 14 anni
Regia: Andreas Gruber
Produzione: Provinzfilm International, Austria 2009
Cinepresa: Stefan Linn, Gerald Hötzeneder, Ludwig Löckinger
Montaggio: Rosana Saavedra Santis, Birgit Foerster
Lingua: tedesco
Sottotitoli: italiano, francese
Durata: 25 minuti
Materiale didattico: Birgit Henökl-Mbwisi, Peter Meier; traduzione: Marco Fähndrich
Tematiche: commercio equo, commercio mondiale, caffè
Contenuto
Dopo il petrolio, il caffè è la materia prima più scambiata del mondo e di conseguenza una miniera
d’oro. Ma come è suddivisa «la torta»? Chi riceve le fette più grandi, chi le briciole? Da dove arriva
il caffè e chi ci guadagna? Il film fa chiarezza sull’opacità del caffè, raccontandone la globalizzazione che di regola penalizza i paesi coltivatori. Eppure un’alternativa esiste e si chiama commercio equo. Gumutindo, una piccola cooperativa ugandese di coltivatori di caffè prodotto
manualmente, è il simbolo di un commercio di caffè diverso rispetto a quello convenzionale. È un
chiaro esempio di una struttura equa per la produzione e il commercio.
Il regista
Nato nel 1954 a Wels, in Austria, Andreas Gruber ha studiato sceneggiatura e regia all’Alta
scuola di musica e arti plastiche di Vienna. Dal 1978 lavora come indipendente per il cinema e
la televisione.
Informazioni generali
La Svizzera commercia caffè per il mondo
(cfr. l’articolo del Tages-Anzeiger del 14.07.2009)
La Svizzera è al centro di tre quarti del commercio globale di caffè. Qui si trovano anche le sedi
centrali di acquisto di Starbucks, Nestlé, Kraft Foods e Sara Lee. Eppure tale realtà è poco conosciuta. Come per il petrolio e altre materie prime, anche il caffè non viene importato fisicamente:
i commercianti in Svizzera si limitano a influenzare i flussi commerciali globali.
Gli attori sul mercato si possono suddividere in due categorie: da un lato i commercianti indipendenti come Volcafé o Bernhard Rothfos Intercafé, che appartiene al gruppo tedesco Neumann.
Dall’altro le imprese che acquistano il caffè per le loro case madri. Taloca, ad esempio, fornisce il
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caffè per le marche del colosso Kraft-Foods (Jacobs e Maxwell House), Decotrade per quelle di
Sara Lee (Senseo e Douwe Egberts), mentre Cofiroasters rifornisce l’italiana Segafredo Zanetti.
La multinazionale Nestlé acquista una parte del caffè per le sue marche Nescafé e Nespresso
direttamente dai produttori, ma viene rifornita anche da commercianti attivi in tutto il mondo, ad
esempio il gruppo Neumann. Poiché anche altri commercianti fanno affari tra di loro, le quantità
scambiate complessivamente sono da interpretare con prudenza.
A differenza di questa compravendita, le opzioni e i contratti a termine scambiati sulle borse di
caffè di New York e Londra sono virtuali. Sono infatti dieci volte superiori rispetto al caffè disponibile. Per minimizzare i rischi derivanti dalle fluttuazioni dei prezzi, i commercianti si assicurano
sui mercati borsistici.
Questo volume enorme dipende dallo scoppio della bolla tecnologica. Gli hedge funds avevano
infatti scoperto le materie prime per i loro affari speculativi. Ciò ha avuto ripercussioni negative
e imprevedibili sul prezzo del caffè. Secondo gli specialisti, anche il tonfo attuale è da ricondurre
in larga misura alla speculazione. In Vietnam – paese che con crescente successo produce caffè
a buon mercato del tipo Robusta – i prezzi sono scesi ai minimi storici degli ultimi due anni. Ciò
ha indotto i produttori a lanciare un appello al governo, affinché immagazzini una scorta nazionale
di caffè per contrastare la caduta libera dei prezzi. Anche il Brasile, principale paese coltivatore,
nel frattempo ha deciso di sostenere i prezzi del caffè.
(Riassunto dell’articolo di Romeo Regenass, Tages-Anzeiger del 14.07.2009)
Franz Fischler e l’economia di mercato ecosociale
L’austriaco Franz Fischler dal 1995 al 2004 ha rivestito la carica di commissario dell’UE per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Attualmente è presidente del Forum ecosociale, una piattaforma
«super partes» presente in diversi paesi che intende far conoscere l’idea di un’economia di mercato ecosociale e di attuarla concretamente. L’economia di mercato ecosociale si prefigge obiettivi economici, ambientali, sociali e politici: in particolare mira a tener conto dello sviluppo
sostenibile e della protezione dell’ambiente nel quadro dell’economia di mercato sociale. La
responsabilità e la sostenibilità dell’economia sono promosse attraverso tasse di incentivazione
e altri strumenti che influiscono sul comportamento. Sono inoltre considerati anche i costi esterni.
In questo modo l’economia dovrebbe orientarsi al futuro in ambito economico, ecologico e
sociale.
Cinque motivi validi per il commercio equo (FLO- Fairtrade Labelling Organizations)
• Economia: prezzo minimo garantito e premio supplementare fair trade per progetti comunitari
• Società: rafforzamento e promozione dei produttori, decisione democratica sull’impiego del
premio, migliori condizioni di lavoro
• Ambiente: lista di sostanze vietate, sostegno alla coltivazione biologica
• Certificazione e controllo di cooperative produttive e piccole piantagioni
• I consumatori possono investire direttamente nello sviluppo di regioni svantaggiate del sud
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Obiettivi didattici
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• Attraverso il film i partecipanti vengono esortati a confrontarsi con le condizioni di disuguaglianza
che sussistono attualmente nel commercio globale.
• I partecipanti affrontano i termini e gli slogan sia dei neoliberisti, sia dei movimenti altermondialisti. Sviluppano una propria posizione in merito.
• I partecipanti approfondiscono il nesso tra caffè ed economia mondiale.
• I partecipanti si confrontano con la rivendicazione che esige una regolamentazione della concorrenza uguale per tutti al fine di garantire un partenariato globale equo.
• Studiando il comportamento dei consumatori, scoprono il potenziale e i limiti del commercio equo
e del proprio agire individuale.
Proposte didattiche
Proposta 1
Libero scambio – commercio equo – commercio sovvenzionato
Obiettivo:
I partecipanti cercano di chiarire i termini «libero scambio», «commercio equo» e «commercio sovvenzionato». Spiegano inoltre in che misura ciascuna forma di commercio è ancora al passo coi
tempi.
Materiale:
Scheda di lavoro 1, 4–5 Computer (un PC per ogni gruppetto), carta per manifesto o flipchart,
pennarelli
Esercizio:
Fase 1: lavoro individuale
Ognuno riceve una copia «libero scambio – commercio sovvenzionato – commercio equo» (cfr.Scheda di lavoro 1) e completa le nuvolette vuote.
Fase 2: colloquio a due
A coppie i partecipanti discutono ciò che hanno scoperto sui termini.
Fase 3: lavoro a gruppetti
Per ogni tema viene formato un gruppo: gruppo 1: «libero scambio», gruppo 2: «commercio sovvenzionato», gruppo 3: «commercio equo». Ogni gruppo riassume quello che ha imparato individualmente o in coppia. Dopodiché fa una ricerca su internet per vedere quali definizioni ed esempi
sono proposti per ciascun termine.
Con queste informazioni ogni gruppo prepara un manifesto, sui cui sono visibili vantaggi e svantaggi, potenzialità e limiti della forma commerciale loro assegnata.
Fase 4: Plenum
Ogni gruppo presenta il proprio manifesto. Concludere con una discussione.
Proposta 2
Aid for Trade
Un dialogo scritto/muto
(metodo più breve con citazioni di Fischler estratte dal film)
Obiettivo:
I partecipanti esaminano le citazioni del film e analizzano così il loro rapporto con la globalizzazione e la propria opinione in merito.
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Materiale:
Dichiarazioni / Citazioni sulla globalizzazione dal film (cfr. documento da fotocopiare 1), flipchart,
4 tavoli
Esercizio:
Il film viene guardato in comune.
In seguito i partecipanti si suddividono in 4 piccoli gruppi (4–5 per gruppo). Sui flipchart ai tavoli
vi sono quattro citazioni di Franz Fischler estratte dal film (cfr. Documento da fotocopiare 1).
Coi pennarelli ogni persona scrive sul manifesto la propria opinione in merito alla citazione che
ha di fronte, ad esempio:
• Secondo me, cosa vuol dire la citazione?
• Qual è la mia posizione, come la interpreto? In che misura (non) condivido la citazione?
• Qual è il messaggio della persona citata?
• Cosa è stato comunicato nel film attraverso tale citazione?
In senso orario, i gruppi vanno al tavolo seguente e leggono i commenti/le prese di posizione
degli altri, aggiungendo a loro volta sul manifesto le loro osservazioni e opinioni sulla citazione
o su quanto scritto dagli altri. L’esercizio continua finché il giro è completato (dunque 4 volte), il
foglio è pieno o la voglia di scrivere si è esaurita.
Valutazione:
I gruppi ritornano alla prima citazione, dunque al punto di partenza, leggono tutto e rispondono
alle seguenti domande su un nuovo foglio del flipchart:
• Quali sono i temi emersi da questo dialogo muto?
• Quali sono i commenti controversi?
• Quali sono i commenti positivi / negativi in merito alla citazione?
Ogni gruppo presenta i risultati nel plenum.
Proposta 3
Partenariato globale – Regole globali
(metodo più lungo con citazioni di Fischler dal film)
Obiettivo:
Sulla base delle affermazioni di Franz Fischler, i partecipanti approfondiscono l’Obiettivo di
sviluppo del Millennio (Millennium Development Goal – MDG) no. 8 «Una partnership globale per
lo sviluppo» e i suoi sotto-obiettivi 12, 13, 16 e 17. Analizzano le possibilità per attuare tali obiettivi
su scala mondiale, quali sono le responsabilità dei paesi ricchi e quali le sfide per i paesi poveri.
Materiale:
Carta per flipchart, citazioni (Documento da fotocopiare 2), MDG 8 (Documento da fotocopiare 3),
pennarelli
Esercizio:
Fase 1:
I partecipanti guardano il film insieme.
Vengono formati quattro gruppi che lavorano con quattro citazioni di Franz Fischler (confronta
Documento da fotocopiare 2):
Ogni gruppo legge la propria citazione e la scrive su un foglio del flipchart posto sul tavolo (eventualmente anche in forma riassunta). Tutti i membri del gruppo scrivono quello che viene loro in
mente, attraverso una sorta di brainstorming (alternativa: invece di scrivere, si parla e si discute).
Possibili domande da discutere in gruppo:
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• Cosa si intende comunicare attraverso la citazione, a cosa fa riferimento?
• Chi è il destinatario della citazione? A chi si rivolge?
• Qual è l’obiettivo della citazione, quali cambiamenti (mondiali) potrebbero essere ottenuti in tal
modo?
• Chi dovrebbe agire e come, affinché i problemi accennati nelle citazioni vengano risolti e le eventuali rivendicazioni soddisfatte?
Fase 2:
Nel 2000 i capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell’ONU hanno sottoscritto la
«Dichiarazione del Millennio»: in tal modo si sono vincolati a dimezzare entro il 2015 la quota di
persone in tutto il mondo che vive sotto la soglia di assoluta povertà. Gli Obiettivi di sviluppo del
Millennio (MDGs) comprendono otto obiettivi, di cui l’ottavo («partnership globale per lo sviluppo») riguarda soprattutto i paesi industrializzati. I paesi ricchi sono esortati a intensificare la
cooperazione allo sviluppo, a trovare soluzioni al problema dell’indebitamento dei paesi poveri,
a rendere il sistema commerciale più equo nell’interesse dei paesi in via di sviluppo.
I partecipanti discutono cosa si intende e cosa intendono loro stessi con l’espressione «partnership globale per lo sviluppo».
In seguito si suddividono nuovamente in quattro piccoli gruppi, e ogni gruppo riceve un sottoobiettivo del MDG 8 (cfr. Documento da fotocopiare 3).
Ogni gruppo discute il proprio sotto-obiettivo con l’aiuto delle seguenti domande:
• Cosa si intende con tale sotto-obiettivo? Perché è stata formulata tale rivendicazione?
• Qual è la responsabilità dei politici attualmente in carica?
• Cosa si potrebbe raggiungere a livello mondiale? Vi è un esempio concreto o una proposta come
potrebbe essere realizzato tale obiettivo?
• Come sarebbe il mondo se tale obiettivo fosse realizzato?
• Come agirei personalmente, qualora fossi responsabile per tale obiettivo o un politico?
• In che misura dovrebbero essere coinvolte le aziende più influenti e i mercati finanziari, affinché
gli obiettivi possano essere attuati?
Fase 3:
Alla fine le risposte vengono esposte nel plenum. Eventualmente i partecipanti elaborano una
serie di rivendicazioni comuni da inviare ai politici svizzeri.
Proposta 4
Mele o strudel di mele? Cos’è il valore aggiunto?
Obiettivo:
Attraverso un semplice esempio culinario, i partecipanti imparano cos’è il valore aggiunto cui fa
riferimento il film. Nel contempo discutono della sua importanza nel contesto globale.
Materiale:
Mele o altri frutti (portati dai partecipanti, possibilmente dal proprio giardino), pasta sfoglia, un
po’ di zucchero e cannella, forno, 5 computer con accesso internet (un PC ogni quattro partecipanti)
Esercizio:
Fase 1:
Il film viene guardato insieme.
Fase 2: tutti insieme preparano uno strudel di mele
I partecipanti portano con sì le mele (o altri frutti) e riflettono su quanti centesimi potrebbero ricavare vendendo 1 chilogrammo. Inoltre portano anche la pasta sfoglia, un po’ di zucchero e cannella.
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Ora i partecipanti preparano insieme lo strudel di mele.
Mentre i partecipanti mangiano lo strudel (o aspettano che sia pronto), calcolano il prezzo del
dolce (il tempo di lavoro, i costi degli ingredienti, dell‘elettricità, eventualmente degli investimenti
per l’utilizzo della cucina. Può inoltre darsi che lo strudel fatto in casa sia una rarità e la domanda
molta elevata: di conseguenza il prezzo può salire per avere un guadagno maggiore: tanto lo
strudel viene comprato in ogni caso. Potrei vendere anche lo strudel a pezzi, così da aumentare
il profitto…).
Quanto costa di più lo strudel di mele (venduto a pezzi) rispetto a un chilogrammo di mele?
I partecipanti definiscono insieme il termine «valore aggiunto»
Complemento: le capsule Nespresso esemplificano bene il valore aggiunto. Approfondire il successo di questo prodotto alla moda, i vantaggi e gli svantaggi. Stimare inoltre il potenziale di
Nespresso nel settore del commercio equo.
Fase 3: ricerca su internet in piccoli gruppi
Ogni quattro partecipanti dovrebbe essere disponibile un accesso a internet. Vengono formati
cinque (o più) piccoli gruppi che rappresentano ognuno un paese: 1) Svizzera, 2) Uganda, 3)
Ecuador, 4) Australia, 5) India, evt. 6) Canada, 7) Paesi Bassi, 8) Ghana, 9) Thailandia, 10) Brasile
e altri. Ora viene effettuata una ricerca si internet per rispondere alle domande nella fotocopia
(ogni gruppo si concentra sul paese assegnato) e completare la tabella (cfr. Scheda di lavoro 2,
ogni gruppo riceve una fotocopia)
Fase 4: plenum
Ogni gruppo presenta il paese su cui ha fatto la ricerca.
Con una discussione e con l’aiuto delle seguenti domande, vengono cercate e identificate le interconnessioni, ad esempio:
• Sussiste un collegamento concreto tra Reddito nazionale lordo e Prodotto interno lordo (RNL o
PIL) da un lato, esportazioni dall’altro?
• Quando un paese viene definito economicamente povero/ricco e a partire da quale RNL/PIL?
• Cosa significa valore aggiunto per un paese come la Svizzera o l‘Uganda? Vi sono differenze?
• Quali sono i vantaggi per un paese che produce molto? Tale paese deve anche avere molte materie
prime?
• Cosa servirebbe ad esempio all’Uganda se la torrefazione e l’imballaggio del caffè fossero effettuati localmente e non nei Paesi Bassi?
• Quali altri problemi potrebbero sorgere? Aumenterebbero i costi di trasporto? I Paesi Bassi perderebbero un ramo economico importante o sarebbero in grado di creare qualcosa di nuovo?
• Cosa si potrebbe fare per permettere all’Uganda di occuparsi della torrefazione e dell’imballaggio? Chi fornirebbe i macchinari, il capitale e le conoscenze necessari? Come si svolgerebbe un
processo di sviluppo del genere, chi dovrebbe negoziare con chi, affinché tutti ne escano vincitori?
Fase 5 (per partecipanti che vogliono approfondire l’iniquità dell’attuale sistema commerciale ed
economico):
Franz Fischler auspica che, a livello globale, venga introdotta una regolamentazione più giusta in
materia di concorrenza. Essa dovrebbe essere anche controllata, affinché ovunque si competa ad
armi pari.
Se possibile vengono invitati a una discussione esperti (critici) provenienti dal mondo politico,
economico, della cooperazione internazionale e del commercio equo. Le seguenti domande
potrebbero fungere da filo conduttore:
• Perché il sistema economico attuale è così (ingiusto)?
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• Quali sono i collegamenti tra paesi ricchi e poveri nonché tra industria delle materie prime e manifatturiera?
• Come potrebbe essere fondata l’autorità di vigilanza sulla concorrenza auspicata da Fischler e
sulla base di quali regole/criteri dovrebbe intervenire?
• Chi dovrebbe cooperare a un tale progetto?
• Quali strategie dovrebbero essere elaborare ed attuate per promuovere un sistema economico
più giusto?
Un’alternativa qualora non possano essere invitati esperti: i partecipanti fanno una ricerca su
internet (ad esempio www.suisse.attac.org/it) e discutono tra loro.
Proposta 5
Consumo e marchi
Obiettivo:
I partecipanti analizzano il proprio comportamento in veste di consumatori di caffè. Attraverso il
marchio Max Havelaar, riconoscono il potenziale e i limiti del proprio agire.
Materiale:
Lavagna magnetica, fogli, pennarelli, diversi prodotti a base di caffè (anche col marchio fair trade),
4–5 computer con accesso a internet
Esercizio:
Fase 1: plenum
Scambiarsi le proprie esperienze col caffè (quale merce, prodotto in vendita, fonte di piacere ecc.)
e annotarle sulla lavagna magnetica in forma succinta.
Fase 2: sondaggio a coppie
Interpellare docenti, genitori, parenti o passanti sulle loro abitudini legate al caffè (quali sono i
prodotti che preferiscono? Quali sono i loro criteri di acquisto, ad esempio gusto, provenienza,
prezzo e design…)?
Fase 3: valutazione
A gruppi esaminare i risultati, riassumerli sulla lavagna magnetica e confrontarli.
Fase 4: degustazione
Svolgere una piccola degustazione di caffè. Ricordarsi come il caffè è stato testato e valutato nel
film (durante il controllo di qualità, Lydia Nabulumbi bada al gusto, al contenuto/peso, al grado
di acidità e di dolcezza). A questo scopo utilizzare 3-4 marche differenti (tra cui un prodotto fair
trade) e provarle senza guardare e senza aggiungere nulla. Stabilire i criteri e i fattori che sono
decisivi per un buon caffè (ad esempio la durezza dell’acqua, il grado di macinazione dei chicchi,
la quantità di polvere di caffè macinato, il modo in cui viene servito, l’aggiunta di zucchero, latte
ecc., l’ora del giorno, il proprio umore ecc.). Illustrare i risultati sulla parete.
Fase 5: breve discussione nel plenum
Guardare i risultati sulla lavagna magnetica, formulare domande e discuterle brevemente: stabilire il prosieguo del lavoro.
Fase 6: ricerca dei marchi a gruppi
Distribuire i seguenti compiti a 4-5 gruppi:
• stilare una lista dei diversi marchi presenti in Svizzera
• preparare un breve ritratto della Fondazione Max Havelaar o Fairtrade Italia www.fairtradeitalia.it
(chi l’ha fondata e la dirige? Come funziona? Quali sono i suoi obiettivi?)
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• Elencare le caratteristiche del nuovo marchio fair trade.
• Esaminare i marchi fair trade nei grossi distributori come Coop e Migros.
• Elaborare una panoramica dei prodotti di caffè col marchio fair trade presenti sul mercato elvetico.
Fase 7: dibattito nel plenum
A gruppi distribuire i ruoli del film, ad esempio produttori, commercianti, venditori, consumatori;
a gruppi prepararsi al dibattito tramite i risultati annotati sulla lavagna magnetica. Il dibattito
potrebbe avere il titolo: «Tra fair trade e moda». In questo modo si possono anche tematizzare le
capsule Nespresso, sempre più diffuse.
Obiettivo del dibattito: esaminare il potenziale e i limiti del proprio agire (chi stabilisce i limiti: noi
stessi? Il mercato? Il prezzo? La moda?).
Ulteriori suggerimenti
Stesse condizioni, ma presupposti diversi: Olimpiadi
Il gioco che segue necessita almeno due ore di lezione e vuole fare in modo che gli studenti
sperimentino sulla propria pelle l’ingiustizia di una gara in cui le regole sono uguali per tutti, ma
i punti di partenza diversi. I presupposti differenti non dipendono dalla propria responsabilità,
ma provocano svantaggi in una parte del gruppo e mostrano lo squilibrio nella concorrenza internazionale.
Preparazione:
Il docente si procura soldi finti (1 tallero, 5 talleri, 10 talleri, ad esempio chips di plastica, tondi di
cartone e simili).
In precedenza gli allievi sono stati invitati a portare ingredienti per un pranzo in comune (pane,
formaggio, prosciutto, snacks, insalata, verdure, bibite, torte, frutta ecc.). Tutto viene servito in
un buffet ed esposto con il relativo prezzo (ad esempio un pezzo di pane costa 1 tallero, un pezzo
di formaggi 2 talleri, una torta 3 talleri e via dicendo).
Si prepara un’estrazione a sorte: la metà riceve un tondo (=privilegiato), l’altra metà una croce
(=svantaggiato).
Tutti gli studenti estraggono a sorte un simbolo, che determina il loro «destino». La metà fa parte
dei privilegiati, l’altra degli svantaggiati. Gli studenti e il loro «destino» vengono resi riconoscibili
(attraverso un nastro colorato e simili).
Svolgimento:
Ora si tiene un’olimpiade con discipline e giochi di abilità. Per gli svantaggiati valgono ogni volta
condizioni di partenza peggiori rispetto a quelle dei privilegiati, ad esempio:
• Nella corsa i privilegiati possono correre normalmente, gli svantaggiati con una gamba sola.
• Durante un determinato periodo di tempo, bisogna versare più acqua possibile in un secchio. I
privilegiati possono utilizzare un ramaiolo, gli svantaggiati solo un cucchiaio.
• Bisogna gettare più palline in un cesto. Gli svantaggiati devono farlo da una distanza maggiore.
• Vestirsi il più in fretta possibile. I privilegiati hanno però a disposizione indumenti più semplici,
gli svantaggiati più complicati (molti bottoni, stringhe ecc.)
• La fantasia non ha limiti: oltre alle gare sportive, entrano in considerazione anche competizioni
di matematica, cultura generale, lingua e arte. L’importante è che vi sia un trattamento diseguale.
Il gioco si fa però più interessante se anche gli svantaggiati hanno una possibilità di vincere.
All’inizio tutti gli allievi ricevono un tallero. Per ogni competizione vinta, si riceve un tallero,
mentre i perdenti restano a mani vuote.
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Alla fine delle olimpiadi, tutti a tavola. Gli studenti devono pagare il pranzo con i talleri guadagnati. Solo chi può pagare può anche mangiare … Il docente si occupa della cassa e resta irremovibile, almeno all’inizio. Come reagiscono gli studenti?
Valutazione
Gli studenti illustrano le emozioni che hanno provato durante le competizioni e il pranzo: quali
sono i sentimenti degli svantaggiati (ingiustizia, frustrazione, aggressività, sconforto, opposizione
ecc.?). Quali i sentimenti dei privilegiati (orgoglio, gioia, scandalo, compassione, giustizia, ingiustizia ecc.?)
Durante il pranzo pensano al loro comportamento: si sentivano bene? Gli sembrava giusto? I
«ricchi» hanno aiutato i «poveri», è sorta solidarietà? O ha prevalso l’egoismo e i «poveri» sono
rimasti affamati? Come hanno reagito i «poveri» (rivolta, aggressione, hanno mendicato, negoziato ecc.?)
Alla fine il plenum discute: cosa abbiamo imparato dal gioco? In che misura si può trasportare
nella realtà? Il punto di partenza era giusto oppure no? Perché, quali sono i motivi? Quali sono le
possibili contromisure per rendere la situazione più equa? Cosa significa per la situazione del mercato mondiale?
Caffè: rituale e piacere
• Elencare diverse possibilità di produzione del caffè e cercarne altre. Elaborare e confrontare una
lista suddivisa per tipologie e paesi (ad esempio Svizzera, Francia, Italia, Austria, Grecia ecc.).
• Elencare dove e come si può bere il caffè (bar, caffè, locali di lusso, mense ecc.).
• Confrontare i diversi apparecchi per la preparazione del caffè. Scoprire come lo stesso caffè possa
avere un gusto completamente diverso.
• Discutere il rituale della preparazione del caffè e il suo consumo, idealmente bevendo un buon
caffè.
• Spiegare cosa significa bere caffè nella nostra società (rituale, dipendenza, qualità di vita, comunicazione…).
Il caffè nella pubblicità
• Trovare esempi in cui il caffè viene pubblicizzato alla televisione, in internet, nei giornali, nelle
riviste e nei manifesti. Con gli esempi fare un collage colorato e vivace da appendere.
• Riflettere su quali imprese promuovono i prodotti pubblicitari e su quali strategie adottano.
• Ricercare la quota di prodotti fair trade.
• Scegliere un caffè, inventare uno slogan pubblicitario o un piccolo manifesto e presentarlo agli
altri.
Storia del caffè e musica
• Cercare testi sulla storia del caffè in internet e nella letteratura; come sono stati scoperti i chicchi
di caffè, quale significato avevano un tempo, come sono giunti in Europa ecc.
• Cercare canzoni e/o cortometraggi sul caffè ed eventualmente cantare tutti insieme (ad esempio
la famosa cantata sul caffè di Johann Sebastian Bach).
Visita di un negozio
A gruppi confrontare le offerte, le idee di vendita e i prezzi nei diversi negozi (grossi distributori,
discount, venditori al dettaglio, botteghe del mondo ecc.). Annotare le osservazioni a parole e in
immagini. Scambiarsi i risultati in classe e discuterli.
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Indagine nel settore gastronomico
Andare in diversi ristoranti come McDonalds, Starbucks, Migros e simili e ricercare l’offerta di caffè
(intervistare il responsabile della filiale): da dove proviene il caffè? Vi è un’offerta fair trade o è
prevista in futuro? I clienti manifestano l’esigenza di essere informati?
Visita di un sito di torrefazione
• Visita di uno dei cinquanta siti di torrefazione svizzeri che si trovano nella propria regione
• Discutere coi responsabili e porre alcune domande preparate in anticipo sul tema del caffè e del
commercio mondiale.
Indirizzi
Film per un solo mondo
Monbijoustrasse 31, PF, 3001 Berna
Tel. 031 398 20 88
[email protected]
www.filmeeinewelt.ch
Fondazione Educazione e Sviluppo
Via Breganzona 16, 6900 Lugano
Tel. 091 966 14 06
[email protected]
www.globaleducation.ch
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Libero scambio,
commercio sovvenzionato,
commercio equo
Scheda di lavoro 1
Libero scambio
La mia definizione:
Vantaggi:
Svantaggi:
Esempi:
Commercio sovvenzionato
La mia definizione:
Vantaggi:
Svantaggi:
Esempi:
Commercio equo
La mia definizione:
Vantaggi:
Svantaggi:
Esempi:
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Scheda di lavoro 2
Indicatori commerciali in diversi paesi
PAESE
Domanda:
A quanto ammonta il RNL/PIL (Reddito
nazionale lordo o Prodotto interno lordo)?
Quali sono i beni esportati?
Quali sono i beni importati?
A quanto ammonta la bilancia commerciale?
Qual è la quota dell’industria manifatturiera?
Qual è la quota delle materie prime in commercio?
A livello mondiale, qual è la posizione del paese
nella classifica della ricchezza/povertà?
Di quali organizzazioni economiche è membro il paese?
Quali sono gli obiettivi e le prospettive economiche
del paese?
Qual è l’importanza del settore agrario in questo paese?
...
Risposta:
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Documento da fotocopiare 1
Citazioni di Franz Fischler
1
«La globalizzazione è il pari trattamento di diseguali
in un mondo diviso. Questo crea ancora più ingiustizia.»
2
«Non si può creare un mondo equo ignorando le
differenze.»
3
«La prima e più importante misura da prendere
sarebbe quella di fissare norme mondiali per la
concorrenza, ma non solo fissarle, anche controllarle.
Sarebbe necessaria anche un’autorità di controllo
della concorrenza che assicuri il fair play.»
4
«Bisogna prendere misure radicali, affinché il mercato
sia realmente equo e giusto, e che non regni la legge
della giungla.»
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Documento da fotocopiare 2
Citazioni di Franz Fischler
(versione più lunga)
Gruppo 1:
«TRADE INSTEAD OF AID (commercio invece di aiuto) era lo
slogan – sbagliato – dei neoliberisti. Il motto da attuare deve
invece essere AID FOR TRADE! (aiuto per il commercio)
Bisogna creare i presupposti affinché i paesi più poveri del
mondo possano partecipare al commercio, affinché siano in
grado di produrre qualcosa che poi possono anche commerciare … La globalizzazione è il pari trattamento di diseguali in
un mondo diviso. Questo crea ancora più ingiustizia.»
(Franz Fischler)
Gruppo 2:
«Globalizzazione vuol dire guardare la storia dal verso sbagliato. Il libero mercato come obiettivo finale rende tutti uguali,
spietatamente, ma ignora la diversità dei presupposti in un
mondo diseguale. Non si può creare un mondo equo ignorando
le differenze». (Franz Fischler)
Gruppo 3:
«La prima e più importante misura da prendere sarebbe
quella di fissare norme mondiali per la concorrenza, ma non
solo fissarle, anche controllarle. Sarebbe necessaria anche
un'autorità di controllo della concorrenza, che assicuri il fair
play. Infatti il problema più grave è che tutti tentano di
sottrarsi alle regole.» (Franz Fischler)
Gruppo 4:
«Ad esempio i potenti cartelli internazionali come quello del
petrolio, ma anche quelli che hanno il monopolio nel settore
agrario e alimentare! Bisogna prendere misure radicali,
affinché il mercato sia realmente equo e giusto, e che non
regni la legge della giungla.» (Franz Fischler)
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Documento da fotocopiare 3
Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG)
Nel 2000 i capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell’ONU hanno
sottoscritto la «Dichiarazione del Millennio»: in tal modo si sono vincolati a
dimezzare entro il 2015 la quota di persone in tutto il mondo che vive sotto la
soglia di assoluta povertà. Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDGs) comprendono otto obiettivi, di cui l’ottavo («partnership globale per lo sviluppo»)
riguarda soprattutto i paesi industrializzati, quindi anche l’Austria e la Svizzera.
I paesi ricchi sono esortati a intensificare la cooperazione allo sviluppo, a
trovare soluzioni al problema dell’indebitamento dei paesi poveri, a rendere il
sistema commerciale più equo nell’interesse dei paesi meno sviluppati.
Gruppo 1:
Obiettivo di sviluppo del Millennio 8:
UNA PARTNERSHIP GLOBALE PER LO SVILUPPO
Sotto-obiettivo 12: deve essere ampliato un sistema commerciale e finanziario
aperto, basato su regole stabili, prevedibili e non discriminatorie. Ciò implica
l’impegno a favore del buon governo, dello sviluppo e dell’eliminazione della
povertà sia sul piano nazionale, sia su quello internazionale.
Gruppo 2:
Obiettivo di sviluppo del Millennio 8:
UNA PARTNERSHIP GLOBALE PER LO SVILUPPO
Sotto-obiettivo 13: le esigenze dei paesi meno sviluppati devono essere
considerate in modo adeguato. Ciò implica un accesso al mercato privo di
dazi e quote doganali per le esportazioni di questi paesi, uno sdebitamento
privilegiato per i paesi poveri molto indebitati, la cancellazione di tutti i debiti
pubblici bilaterali di questi paesi nonché un aiuto allo sviluppo più generoso a
favore dei paesi che intraprendono sforzi particolari per ridurre la povertà.
Gruppo 3:
Obiettivo di sviluppo del Millennio 8:
UNA PARTNERSHIP GLOBALE PER LO SVILUPPO
Sotto-obiettivo 16: in cooperazione coi paesi in via di sviluppo, bisogna
provvedere alla creazione di posti di lavoro dignitosi e produttivi per i giovani.
Gruppo 4:
Obiettivo di sviluppo del Millennio 8:
UNA PARTNERSHIP GLOBALE PER LO SVILUPPO
Sotto-obiettivo 17: in cooperazione con l’industria farmaceutica, i medicamenti
vitali devono essere resi disponibili nei paesi in via di sviluppo a prezzi
accessibili.