Manuale Operativo completo delle Sedi Regionali nei PVS

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Manuale Operativo completo delle Sedi Regionali nei PVS
International Association for Humanitarian Medicine
Brock Chisholm
In Special Consultative Status with the Economic and Social Council
of the United Nations
MANUALE
Italiano
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IAHM
SOMMARIO:
IAHM: Missione
La Medicina Umanitaria: Visione ed Azione
Medicina Umanitaria: il diritto di chiedere, il dovere di dare.
Sezioni Regionali
Norme
Criteri per affidare la direzione di una Sezione Regionale
Regolamento per la gestione di una Sezione Regionale
Ospedale aperto del Mondo - The World Open Hospital
Norme per il ricovero nel WOH
INDIRIZZI IAHM
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Missione
Costituita nel 1984 presso l’OMS, per tenere viva la visione e gli ideali umanistici
del primo Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Dr.
Brock Chisholm, ha allargato i suoi obiettivi e, conservando il proprio patrimonio
culturale, si è incorporata a Palermo nel 2000 come International Association For
Humanitarian Medicine - Brock Chisholm (IAHM).
Gli obiettivi dell'IAHM sono promuovere, provvedere, fornire e sostenere la salute
dei popoli, quale diritto umano, in conformità con l'etica medica e le pratiche
umanitarie, basate sui suddetti principi, sulla Carta delle Nazioni Unite, sulla
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sulla Convenzione della Croce Rossa, i
principi del WHO Collaborating Centre for Buon and Fire Disasters e gli ideali del
Brock Chisholm Memorial Trust.
L'azione dell'IAHM è:
a) in particolare a:
 offrire cure specialistiche mediche, chirurgiche ed infermieristiche ai pazienti
provenienti dai paesi in via di sviluppo, che non possiedono gli strumenti
necessari per farlo;
 offrire soccorso specialistico alle vittime dei disastri laddove l'assistenza
medica è insufficiente;
 mobilitare gli ospedali, i medici, e gli specialisti nei paesi industrializzati per
ricevere e trattare tali pazienti su base umanitaria;
 collaborare con altre istituzioni che perseguono simili obiettivi.
b)




in generale a:
promuovere il concetto della salute come diritto umano;
incoraggiare l'esercizio della salute come ponte verso la pace;
proporre leggi umanitarie e principi umanitari nella pratica della medicina;
promuovere l'accessibilità alla salute per tutti.
Oltre questa visione idealistica e filosofica l’Associazione è in grado di fornire il
materiale necessario e risorse umane per mettere in pratica i suoi principi.
Si è allargata su scala mondiale con Sedi Regionali.
Persone di idee simili e diverse professioni possono unirsi in tale impegno.
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La medicina umanitaria: Visione ed Azione
A prima vista può apparire pleonastico definire umanitaria la medicina, che proprio nel
rapporto umano trova la sua principale finalità ed alquanto enigmatico parlare di una
medicina umanitaria oggi, quasi fossimo obbligati a pensare ad un nuovo concetto di
umanità.
“ Fa agli altri quello che vorresti fosse fatto a te ” è divenuto lo slogan del moderno
approccio umanitario, susseguente all’universalità del principio che considera ogni uomo
diverso dall’altro e che i paesi più avanzati hanno assunto come traccia del loro
ordinamento, sempre più democratico. E su tale scia l’umanitarismo ha incominciato anche
a travalicare il confine del singolo stato coinvolgendo nel problema la loro stessa sovranità.
Ed infatti se fino ad alcuni decenni fa’, a malapena, la salute era vista come una faccenda
prevalentemente individuale, un vincolo reciproco tra medico e paziente, così come
codificato dal giuramento ippocratico, oggi, è considerata un diritto umano universale, con
complesse implicazioni non solo mediche ma anche filosofiche, etiche, socio-economiche,
politiche e legali.
Se si considera che, universalmente, sono stati riconosciuti i diritti fondamentali ai bambini,
agli handicappati, ai feriti e alle vittime dei disastri, il problema della salute é divenuto un
problema globale, regolamentato dalla legislazione umanitaria internazionale.
La Medicina umanitaria, oggi, può essere definita come segue:
“Sebbene ogni intervento medico per alleviare la malattia e la sofferenza di una persona é
essenzialmente umanitario, la medicina umanitaria va oltre il consueto atto terapeutico e
promuove, fornisce, insegna, supporta ed assicura la salute dei popoli come diritto umano
in conformità con 1'etica dell'insegnamento ippocratico, i principi dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità, la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani, le Convenzioni della Croce Rossa e altri accordi e pratiche che assicurano il livello
di cura più umanitario e migliore possibile, senza discriminazione o considerazione di
guadagno materiale”.
In genere, la pratica medica ha un aspetto competitivo, mentre la medicina umanitaria è
cooperativa
Da quanto detto si può intuire, parlando di medicina umanitaria, come essa sia
principalmente rivolta alla gente che vive in situazioni particolarmente precarie quali quella
dei paesi emergenti od in via di sviluppo e che si ispiri ad un nuovo spirito di umana
solidarietà.
In questi paesi il progresso economico e la continua crescita culturale hanno incrementato
la richiesta di cure mediche, di pari passo ad un accresciuto rispetto della persona umana
ed al formarsi di una classe medica più specializzata. L'evoluzione del principio di
globalizzazione con l'esasperato utilizzo delle tecnologie di informazione, se ha reso
possibile un continuo livellamento culturale e scientifico dei paesi industrializzati, ha
consentito a quelli emergenti di guardare ad un modello di società più avanzata,
prevalentemente tecno-economico, che ha influenzato e condizionato anche le richieste di
assistenza sanitaria.
Il concetto di assistenza internazionale, come precedentemente si è visto, ne è risultato
modificato ed ogni azione umanitaria è stata inevitabilmente adeguata a questo nuovo
modo di " fornire aiuto". Gli interventi volontari sono stati sostituiti da specifiche richieste di
cooperazione, in grado di garantire, sul territorio, atti medici più efficaci, cure postoperatorie e controlli più rigorosi, serietà nella formazione del personale di assistenza,
adeguamento alle strutture sanitarie esistenti ed un migliore coordinamento delle
operazioni di soccorso in caso di disastri. Le NGOs umanitarie, che operano nei paesi in
via di sviluppo, infatti, sono impegnate ad agire con competenza, disponibilità,
responsabilità e continuità in stretta collaborazione con le equipe mediche locali. Ricevono
da queste indicazioni adeguate su forme di patologia a volte inabituali, pareri su quale tipo
di intervento è consigliabile praticare, non solo in funzione del risultato ma anche degli
aspetti culturali e religiosi, che consentono di essere accettati dal paziente e dai familiari ed
anche in funzione della capacità assistenziali postoperatorie, dopo che le equipe
umanitarie hanno lasciato il luogo di intervento. La collaborazione, inoltre, permette un
migliore supporto operativo, un maggiore sostegno alla loro attività, un più proficuo
scambio di conoscenze tecnico-scientifiche e la sostituzione della figura del medico
straniero, a volte guardato come dominatore e colonizzatore, con quella di chi collabora,
aiuta, consiglia e partecipa nelle stesse condizioni di lavoro. Infine, e non è problema meno
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importante, un tale rapporto contribuisce a ridurre i sospetti di speculazioni nella gestione
dei pazienti ed i conflitti con i medici locali, causati da gelosie e da violazione di altri
interessi.
Purtroppo anche se, parallelamente agli spettacolari ed utili progressi per salvare la vita, le
scienze mediche sono andate sempre più potenziandosi nel settore dell’impegno sociale e
dell’azione umanitaria, le attuali diseguaglianze, i conflitti e le tensioni continuano a
penalizzare la salute ed il benessere di una inaccettabile percentuale della popolazione
mondiale, nei paesi in via di sviluppo, in ambienti insalubri, in occasioni di disastri od in
situazioni di povertà cronica. Le numerose istituzioni intergovernative e non governative e
la classe medica, affrontano in modo impegnativo il problema, pur tuttavia esso persiste e
per certi versi va peggiorando.
IAHM
L'International Association for Humanitarian Medicine-Bock Chisholm (IAHM), facendosi
portavoce di una visione più reale della assistenza medica umanitaria internazionale, si
propone di promuovere iniziative più avanzate, ma anche più conformi alle reali esigenze
di una umanità che chiede aiuto.
Gli scopi, obiettivi e azioni sono unicamente umanitari, scientifici e sociali, con l'impegno di
fornire salute a tutti, la giustizia sociale, la pace e la dignità dell'uomo.
Gli strumenti operativi per sviluppare l'attività, di cui sopra, vanno individuati nei seguenti
punti:
•contatti con le autorità e le organizzazioni professionali dei paesi industrializzati, perché
siano create, presso i maggiori Ospedali, SEZIONI specialistiche, dedicate al ricovero ed al
trattamento medico, chirurgico e riabilitativo, gratuito, dei pazienti provenienti dai paesi in
via di sviluppo;
•collegamenti e rapporti di collaborazione con le altre organizzazioni di assistenza
umanitaria, che operano nel mondo e particolarmente nei paesi emergenti, perché
segnalino alle Autorità competenti i casi medici e chirurgici complessi di pazienti
abbisognevoli di assistenza specialistica, non in grado di essere risolti nei rispettivi paesi e
da questi siano autorizzati e seguiti nel trasferimento presso ospedali, dotati di sezioni per
la medicina umanitaria.
•realizzazione di una rete di sezioni specialistiche che costituirebbero, in tal modo, la
dotazione di posti letto di un virtuale OSPEDALE APERTO DEL MONDO – WORLD OPEN
HOSPITAL (WOH);
•offerta a medici, infermieri, tecnici del settore sanitario degli strumenti necessari per
frequentare CORSI DI FORMAZIONE professionale, presso strutture universitarie ed
ospedaliere dei paesi industrializzati;
•costituzione di TEAM SPECIALISTICI che, su di richiesta di ospedali o strutture sanitarie
dei paesi emergenti od in via di sviluppo, siano in grado di recarsi "in loco" per prestare
assistenza medica e chirurgica o per svolgere corsi di formazione tecnico-professionale,
per assicurare il benessere di quanti necessitano di assistenza sanitaria.
Due aspetti sono particolarmente importanti in questo iter: l'individuazione dei pazienti ed il
contatto con le strutture sanitarie locali.
L'Individuazione dei pazienti, in questa fase, è affidata alle NGOs operanti in loco, vere
testimoni del reale stato di bisogno di chi soffre e dei quali tutelano ogni diritto alla salute
ed alle cure. Il loro intervento rende più concreto e celere il programma di assistenza.
Tramite il contatto con le organizzazioni professionali internazionali individuano la struttura
specialistica presso cui sarà curato il paziente ed assicurano il suo trasferimento. Vengono
superati, così, molti problemi quali le spese di viaggio, i visti di ingresso, permessi di
soggiorno e le pratiche di rimpatrio. I pazienti, specie se bambini, risultano, in questo
modo, più protetti nel traumatico inserimento in strutture ospedaliere di paesi a civiltà
spesso molto diverse e tutelati nell’iter terapeutico che dovranno affrontare, a volte molto
lungo.
Contatti con le strutture sanitarie locali: ci riferiamo a strutture universitarie ed ospedaliere
dei singoli paesi, che, per prime, valutano clinicamente i pazienti, redigono le relative
proposte terapeutiche, analizzano le possibilità del trattamento chirurgico in loco e
richiedono il trasferimento in strutture specializzate straniere.
In questa fase si creano contatti con la struttura ricevente, utilizzando, ove possibile,
strumenti tecnologici di informazione avanzati quali internet o teleconsulti, e si provvede
alla stesura dei protocolli per i trattamenti postoperatori per seguire nelle fasi successive il
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paziente, una volta ritornato nel proprio paese. Si inizia, in tal modo, un proficuo dialogo ed
una reale collaborazione tra i medici locali e quelli dei centri specializzati e l'avvio di un
interscambio tecnico-culturale, premesse per un più concreto programma di formazione
specialistica, carente in quelle realtà.
In caso di disastri, siano essi naturali o provocati da atto di guerra o di terrorismo,
l'intervento dell'IAHM è subordinato ad una specifica richiesta da parte delle autorità locali.
Può espletarsi o con un richiesto intervento diretto in loco di team specialistici o
supportando il trasferimento in centri specializzati di pazienti in fase acuta (es. ustionati ) o
pazienti con gravi esiti invalidanti, in centri specializzati.
In un mondo in continua evoluzione, ove rispetto della persona e dovere di soccorso
stanno assumendo crescente valore, non ha diritto di asilo alcuna forma di colonialismo
scientifico e professionale. Chi soffre deve essere curato in modo globale: nella fase
preventiva, nella fase terapeutica ed in quella postoperatoria, possibilmente nel proprio
contesto ambientale e familiare, alleviato nella sua sofferenza sia fisica che psicologica. Si
pone così l'impegno della formazione professionale dei medici e del personale di
assistenza dei paesi in via di sviluppo.
Dove va la Medicina Umanitaria ?
Tutti i progetti finalizzati ad alleviare la sofferenza altrui richiedono un impegno forte di chi li
propone e di quanti, a mano a mano, ne vengono a conoscenza e se ne fanno carico.
Qualsiasi intervento per essere produttivo, credibile ed imparziale deve essere pianificato
ed eseguito sotto la più stretta ed irreprensibile aderenza ai precetti internazionali; ciò per
evitare abusi od eccessi e per non favorire l'adduzione di scusanti. Proprio per queste
ragioni l'intervento umanitario non deve diventare " una nuova forma di colonialismo
culturale o professionale; esso deve essere visto come richiesta volontaria da parte di chi
soffre, che ha il diritto ad essere aiutato, a chi ha il dovere di farlo ".Se tutti gli operatori
della salute individuale e collettiva potessero riuscire a far positivamente interagire il
vecchio ed il nuovo con onestà, competenza e principalmente con umiltà, certamente
contribuirebbero a far fare un passo indietro alla sofferenza, che soffoca ancora l'umanità.
Prospettive dell'attività dell’IAHM
Il consenso ottenuto da numerose personalità del mondo scientifico, politico e culturale e
l'adesione dei numerosi paesi alla proposta lanciata e posta in essere nel novembre 2000,
costituiscono una concreta dimostrazione della validità dei principi che l'International
Association for Umanitarian Medicine Brock Chisholm si propone di perseguire: non più un
volontario e semplice atto medico per ridurre la malattia e la sofferenza in un uno spirito di
umana pietà, quanto, piuttosto, un impegno che va oltre l'usuale intervento terapeutico,
promuovendo, provvedendo, insegnando e sostenendo la salute come diritto dell'uomo.
L’IAHM, sollecitando presso i paesi industrializzati la costituzione di una rete di Centri
Specializzati, diviene la sede operativa di un OSPEDALE APERTO VIRTUALE DEL
MONDO, pronto a soddisfare le richieste dei paesi richiedenti. A questi paesi vengono
altresì offerti la possibilità di usufruire di team specialistici pronti ad agire in loco in caso di
necessità ed ogni supporto nella formazione professionale.
Tutto ciò viene fatto nel contesto di uno spirito di umana solidarietà e di pace che rende
onore alla professione medica.
Estratto da:
M. Masellis, S.W.A Gunn: Humanitarian medicine: A vision and Action, Journal of Humanitarian
Medicine, Vol. 2, N° 4, 2002. - www.iahm.org
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Medicina Umanitaria: il diritto di chiedere , il dovere di dare.
Il principio “ Il diritto di chiedere il dovere di dare” caratterizza la visione moderna della medicina
in senso umanitario.
Questa visione scaturisce dall’evoluzione di un altro principio: Umanizzare la Medicina.
In un mondo sanitario, sempre più governato dalla tecnologia, il contatto umano medico/paziente
è divenuto progressivamente labile. Ciò specie in ambito ospedaliero. Il medico, sempre più
specialista settoriale, realizza la valutazione clinica del paziente più attraverso l’esame dei referti
strumentali che con il colloquio anamnestico, che spesso neanche avviene.
La medicina, divenuta sempre più disumanizzata, oggi, sta correndo il rischio di considerare il
malato non come una persona ma solo come una parte di esso: fegato, polmone etc. La persona
in quanto persona non viene curata da nessuno.
Anche in campo internazionale l’umanitarismo è divenuto sempre più disumano. Tralasciando gli
aspetti a volte cinici, interessati, ingannevoli dei grandi programmi di assistenza umanitaria
internazionale, a tutti ben noti, anche l’aiuto umanitario verso il singolo individuo tende a rivolgersi
non all’essere umano nella sua complessità sociale, culturale, politica, costituita dalle proprie
relazioni, dalla sua storia, dalle sue esperienze, dalle sue idee e convinzioni, ma semplicemente
ad un corpo sofferente. Privando l’individuo di questo complesso di relazioni, ovvero di tutto ciò
che rende l’organismo biologico, qualcosa di propriamente umano, l’umanitarismo riduce l’essere
umano a nuda vita, cancellando ogni forma di capacità di capire l’altro in tutta la pienezza della
sua dignità, dei suoi diritti e, soprattutto, della sua diversità. Questa indifferenza umana
dell’umanitario ne rivela in realtà il carattere intimamente antiumanistico.
Umanizzare la Medicina è quindi la nuova frontiera. Certamente, ma con il doppio obiettivo:
considerare sia l’aspetto umano del paziente che quello del medico. In pratica, però,
l’umanizzazione deve riguardare prevalentemente quest’ ultimo. Se si parla di atteggiamento
disumano, infatti, nel binomio paziente/medico, esso va riferito all’umanità di chi agisce, in altre
parole al medico, che realizza la sua umanità, come operatore sanitario, solo quando rispetta
l’umanità del paziente.
Il problema dell’umanizzazione della medicina è strettamente collegato, anche sotto il punta di
vista cronologico, alla nascita della bioetica
Nel 1970 Van Reusseaver Potter coniò la parola “Bioethics”, che rimandava alla doppia
componente Bios (vita) per rappresentare la conoscenza biologica, la scienza dei sistemi viventi
ed Ethos (etica) per rappresentare la conoscenza dei sistemi dei valori umani. Intendendola
come un tentativo di fare una biologia saggia, “wisdom biology”. Cioè una gestione della biologia
e degli interventi dell’uomo sulla vita tale da non condurre alla distruzione della vita stessa.
Concetto ben definito dalla “ Encyclopedy of Bioethics” nel 1978 : “ Lo studio sistematico della
condotta umana nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute esaminata alla luce
dei valori e dei principi morali”
La bioetica cattolica sostiene che "ciascun individuo umano ha il diritto alla vita, intendendosi
come individuo l'uomo dal concepimento (naturale) alla morte cerebrale totale".
In realtà la bioetica, divenuta una dottrina multidisciplinare, che annovera nel suo contesto
aspetti relativi a varie materie, quali: biologia, medicina, filosofia, diritto, ed altre si occupa delle
questioni morali che sorgono solo parallelamente al rapido progredire della ricerca biologica e
medica. E’ a tutti noto, infatti, quali e quanti problematiche, oggi, sono legate alla bioetica proprio
perché opera in questo mondo pluralistico, nel quale si manifestano diversità di vedute e di
accettazione tra quanti partecipano al confronto ed alle eventuali decisioni, sia in ambito medico
che giuridico e politico. Spesso essa si riduce ad un legalismo etico - sociale finendo per essere
quello che Richard Newhouse ha definito “ The Permission Office”.
L’umanizzazione della Medicina e la medicina umanitaria possono salvare in qualche modo la
Bioetica e far sì che essa torni ad essere quello che deve essere: l’attenzione non alle regole per
arrivare a degli accordi politici corretti, ma l’attenzione alla persona, all’umanità della persona.
Cioè la sua vocazione originaria, conciliando i due concetti: etica, una scienza più ampia, che
affronta tutta la condotta umana, bioetica, che affronta la condotta umana nel solo campo della vita
e della salute
Edmund Pellegrino uno dei padri della bioetica, ritiene che si debba ritrovare la radice umanistica
della medicina e che tale operazione passi attraverso la riscoperta della tradizione ippocratica.
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Il giuramento di Ippocrate citando: regolerò il regime dei malati a loro vantaggio, secondo le mie
capacità ed il mio giudizio e mi asterrò da ogni mala azione e da ogni ingiustizia…” sottolinea i
fondamentali principi della solidarietà e della dedizione per chi soffre,
Ed anche l’attuale deontologia, che si è progressivamente arricchita di contenuti e di imperativi,
connaturati alla crescente dimensione etico - sociale della medicina, prevede nell’atto di fede alla
professione: …”giuro di curare tutti i miei pazienti con uguale scrupolo ed impegno
indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza,
religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica…”.
Il giuramento del medico continua, quindi, a riflettere i fondamenti di un’etica medica sempre
fondata sulla umana solidarietà, quale base dell’impegno assistenziale.
In cosa quindi l’ esercizio della medicina è cambiato? Non penso che sia cambiata la sua
deontologia, piuttosto il concetto di solidarietà, inteso come comunanza con gli altri.
“ Fa agli altri quello che vorresti fosse fatto a te ” è divenuto lo slogan del moderno approccio
umanitario, susseguente all’universalità del principio che considera ogni uomo diverso dall’altro
Aiutare chi soffre, é divenuto dovere in quanto ogni essere umano ha diritto alla propria salute.
Fortunatamente l’umanitarismo è in continuo incremento di pari passo con la globalizzazione.
E fondamentale che tutte le organizzazioni umanitarie riescano a far positivamente interagire il
vecchio modo di aiutare per pietà con il dovere di dare a chi ha il diritto di vivere meglio, con
onestà, competenza, umiltà, umanità e amore. Ciò, certamente, contribuirebbe a far fare un
passo indietro alla sofferenza, che soffoca ancora l'umanità.
L’attività di cooperazione internazionale che l’IAHM intende realizzare trova il suo motivo di
esistere nel concetto di “Medicina Umanitaria” da essa stessa promosso : non più un volontario e
semplice atto medico per ridurre la malattia e la sofferenza in un uno spirito di umana pietà,
quanto, piuttosto, un impegno che va oltre l'usuale intervento terapeutico, promuovendo,
provvedendo, insegnando e sostenendo la salute come diritto dell'uomo.
Una visione moderna della medicina umanitaria non può prescindere,quindi,dal sinergismo di due
concetti: Il Diritto di chiedere, il dovere di dare.
Estratto da:
Masellis M.: Humanitarian Medicine: The right to request, the duty to provide. Journal of
Humanitarian Medicine, Vol 8, N° 2, 2008 - www.iahm.org
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Sedi Regionali dell’International Association for Humanitarian
Medicine
Norme
Articolo 1: L’International Association for Humanitarian Medicine Brock Chisholm - IAHM,
secondo quanto previsto dall’art. 3 del suo statuto, può istituire Sedi Regionali in ogni parte del
mondo con lo scopo di divulgare i principi e gli obiettivi statutari dell’associazione. Gli scopi
dell’Associazione sono umanitari, scientifici e sociali, con l’impegno di provvedere alla salute per
tutti, alla giustizia sociale, alla pace ed alla dignità dell’uomo.
Articolo 2: Le Sede Regionale rappresenta l’IAHM e si impegna a realizzare programmi di
attività, finalizzati a sviluppare l’azione e lo spirito dell’IAHM, come previsto dallo statuto.
Articolo 3: Il Responsabile della Sede Regionale è proposto dalla sede regionale e deve essere
nominato dall’Executive Committee, verso il quale è responsabile ed al quale deve inviare un
rapporto annuale.
Articolo 4: La Sede Regionale può operare localmente con programmi appropriati, iniziative,
contatti ed ogni altra attività, in conformità con le finalità dell’IAHM e con l’approvazione
dell’Executive Committee.
Artiche 5: Le Sedi Regionali saranno dotate di un fondo iniziale per coprire i costi di base. Esse
saranno responsabili di finanziare i programmi loco/regionali tenendo presente che ogni attività
deve essere condotta in uno spirito volontario di umana solidarietà.
Articolo 6: La Sede Regionale può utilizzare il logo dell’IAHM con la specifica dicitura “Sede
Regionale”.
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Criteri da seguire per affidare la Direzione di una Sede Regionale
dell’IAHM
1) La persona alla quale va affidata la costituzione di una sede regionale dell’IAHM deve essere
presentata da un socio dell’IAHM, che è garante delle sue qualità morali e di dedizione all’attività
umanitaria.
2) La sua dedizione all’azione umanitaria deve essere documentata da un curriculum che
dimostri nel contesto di quali organizzazioni internazionali umanitarie ha operato od opera e quali
incarichi ha ricoperto e ricopre, in particolar modo nel settore della medicina umanitaria.
3) Deve accettare le norme statutarie dell’IAHM, del regolamento relativo alla istituzione di una
sede regionale e chiedere di divenire socio dell’IAHM.
4) Deve proporre all’IAHM di voler istituire una sede regionale dichiarando, dopo aver preso
visione del regolamento, di essere in grado di divulgare e sviluppare i principi e gli obiettivi
umanitari, scientifici e sociali in esso previsti e di impegnarsi a realizzare programmi
loco/regionali in uno spirito volontario di umana solidarietà ed in conformità con le finalità
dell’IAHM.
In particolare deve dichiarare di impegnarsi al raggiungimento dei seguenti obiettivi nel paese ove
la sede verrà costituita:
a)Promuovere un contatto con le autorità e le strutture sanitarie universitarie ed ospedaliere locali
per avviare un dialogo sull’assistenza sanitaria, sulla formazione del personale sanitario e
parasanitario e sull’educazione sanitaria della popolazione in generale e/o su particolari aspetti
di patologia.
b)Creare ed organizzare, in collaborazione con strutture pubbliche e private locali progetti
loco/regionali sull’accessibilità alla salute, quale diritto umano, coinvolgendo esperti,
collaboratori e volontari locali che opereranno con l’IAHM per raggiungere gli obiettivi suddetti.
c) Creare le condizioni perché pazienti affetti da patologie di alta specialità, che non possono
essere trattate in loco, possano essere ricoverati e trattati, tramite il supporto dell’IAHM, in
strutture ospedaliere specializzate dei paesi industrializzati.
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Regolamento per la gestione delle Sedi Regionali decentrate
Attività generali:
1. Al fine di rafforzare la propria missione internazionale, l’IAHM può creare delle Sedi Regionali
2. Le Sedi Regionali dell’International Association for Humanitarian Medicine Brock Chisholm
(IAHM) hanno il compito di assicurare la diffusione dei principi umanitari propugnati
dall’IAHM, di favorire la cooperazione tra l’IAHM ed i paesi nei quali operano, di garantire la
realizzazione di progetti a ciò finalizzati;
3. Le Sedi Regionali, per sviluppare l’attività di cui al punto 1), si organizzano in un’autonoma
vita associativa con gruppi di soci volontari locali, che hanno in comune l’appartenenza ad
una stessa area geografica e sono disposti ad operare solo ed unicamente con spirito
volontario di umana solidarietà;
4. La Sede Regionale è affidata ad un Direttore Responsabile che rappresenta con prestigio
l’IAHM a livello locale. Egli opera in autonomia e sotto la propria responsabilità per svolgere
tutte le azioni di promozione, di promulgazione e di gestione delle pubbliche relazioni locali
per conto dell’Associazione.
In particolare sono compiti delle Sedi Regionali:
 Divulgare l’immagine dell’IAHM nell’ambito territoriale di competenza, pubblicizzandone con
ogni mezzo gli scopi e le attività e favorendo l’adesione di soci volontari;
 Organizzare le attività operative dell’associazione nel proprio ambito territoriale;
 Consolidare e mantenere relazioni, a livello del territorio di propria competenza, con
organizzazioni aventi scopi similari con particolare riferimento all’educazione sanitaria, allo
studio di tecnologie sanitarie appropriate ed alla formazione del personale sanitario;
 Raccogliere e promuovere le istanze sanitarie ed assistenziali che provengono dal territorio;
 Promuovere i rapporti con le istituzioni socio-sanitarie locali, i contatti con enti finanziatori ed
altre organizzazioni sociali presenti sul territorio, che sono interessate allo sviluppo delle
attività di cooperazione umanitaria dell’IAHM.
Attività specifiche:
Le Sedi Regionali per adempiere i compiti assegnati provvedono a:
 Costituire una decorosa sede regionale rendendone chiara la identificazione attraverso
tabelle e/o insegne fornite dalla Sede Centrale, e, ove fosse possibile, attraverso idonea
segnaletica stradale;
 Rendere la sede tecnicamente operativa acquisendo, tramite il fondo iniziale destinato ai
costi di base, attrezzature tecniche idonee a svolgere le attività previste ( computer, internet,
fax, telefono etc.);
 Utilizzare per ogni attività di comunicazione formale con Enti ed Istituzioni locali materiale
cartaceo od altro con l’intestazione dell’IAHM, come indicato dalla sede centrale dell’IAHM;
 Utilizzare per comunicare nell’ambito del proprio paese e con la sede Centrale oltre al
servizio postale e, al fine di garantire una comunicazione in tempo reale, ogni altro possibile
mezzo di trasmissione quali internet, email, telefono, fax;
 Creare un elenco di indirizzi e nominativi delle principali istituzioni del paese e dei loro
rappresentanti ove fare pervenire la corrispondenza anche da parte della sede centrale
dell’IAHM;
 Creare un data base, delle scuole, delle associazioni a livello regionale e nazionale e di tutti i
possibili interlocutori istituzionali da contattare per l’attuazione dei progetti di medicina
umanitaria;
 Registrare tutti i contatti ed aggiornare una rubrica elettronica di indirizzi e mail e recapiti
telefonici, condivisa con la sede centrale dell’Associazione;
 Contattare i rappresentanti degli enti pubblici più rappresentativi, quali Ministeri, Assessorati,
Sindaco, Provveditorati etc. e presentare le finalità dell’Associazione o i progetti in fase di
attuazione anche con l’ausilio di specifiche lettere di referenza richieste all’uopo alla Sede
dell’IAHM;
 Sviluppare la ricerca di dati statistici ufficiali (Ministero della sanità, Statistiche ospedaliere
etc) del paese da utilizzare nella stesura di progetti e programmi di assistenza umanitaria;
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

Intraprendere ricerche, studi ed attività per individuare particolari aspetti della realtà locale
che possono essere oggetto di programmi di cooperazione umanitaria e renderne edotta la
sede centrale;
Promuovere occasioni e attività di formazione ed educazione sanitaria che coprano tutti i
settori in cui l’IAHM è impegnata per la formazione di personale sanitario e parasanitario
locale;
Attività di controllo e rendicontazione
Il Direttore, responsabile della Sede Regionale, provvederà al mantenimento della sede ed al
buon uso delle apparecchiature e di tutti i beni presenti nella sede dell’Associazione. Dopo
l’apertura della sede il Direttore dovrà rendicontare dettagliatamente, con validi documenti fiscali
(fatture-ricevute fiscali o altri documenti equipollenti), la gestione della somma iniziale che l’IAHM
ha assegnato alla sede per l’avvio delle proprie attività;
Tutti i documenti relativi all’istituzione della sede Regionale, alle attività promosse ed i relativi
documenti economici devono essere conservati presso la sede ed in nessun altro luogo sotto la
diretta responsabilità del Direttore;
La sede Regionale può autonomamente procurarsi fondi per la realizzazione di attività locali.
Operando sotto l’egida ed in nome dell’IAHM centrale il Direttore della sede è tenuto a
rendicontare con validi documenti fiscali (fatture-ricevute fiscali o altri documenti equipollenti)
tutte le spese sostenute nello svolgimento del suo incarico o da coloro che per suo conto operano
in loco per l’associazione (es. volontari o personale indicato dall’Associazione stessa).
Contestualmente provvederà a stilare il bilancio preventivo per le spese da sostenere nell’anno
seguente. Per un bilancio che ecceda la somma di € 10.000 é prevista l’approvazione dell’IAHM
centrale. Tutta la rendicontazione deve essere inviata alla sede centrale dell’IAHM ogni anno,
entro e non oltre il 31 Dicembre, pena la decadenza dell’incarico.
I contributi derivanti da progetti in corso o futuri, proposti dalla sede centrale, non fanno parte del
budget annuale riservato alle spese di gestione della sede regionale, ma devono esclusivamente
essere impiegati secondo le istruzioni e le destinazioni definite dal progetto.
Il responsabile dell’Associazione provvederà ogni anno entro il 31 dicembre a stilare un inventario
delle attrezzature presenti in sede ed eventualmente a giustificare la mancanza di quanto
inventariato gli anni passati. Tutto il personale volontario e non che partecipa alle attività
dell’associazione deve essere conosciuto presso la sede centrale dell’IAHM, è necessario quindi
trasmettere ogni variazione relativa al personale che presta la propria opera presso la sede locale
trasmettendo i dati anagrafici le qualifiche ed ogni altra eventuale notizia occorra a definire la
prestazione di questi soggetti.
Il Responsabile della Sede Regionale sarà disponibile ad accogliere ogni rappresentante della
sede Centrale dell’IAHM con compiti di verifica dell’attività amministrativa ed operativa della sede.
Il Direttore della sede è responsabile dell’applicazione di ogni legge locale in materia di lavoro a
tutela del personale che presta la propria opera presso la sede.
Attività operative
L’ Ospedale Aperto del Mondo -The World Open Hospital
- Sviluppare attività di assistenza per pazienti abbisognevoli di interventi di alta specialità che non
sono realizzabili nel paese. A tal proposito la sede regionale si fa garante di individuare e
segnalare all’IAHM centrale quei pazienti estremamente bisognosi, realmente poveri e non in
grado di sopperire alle proprie spese mediche;
- Svolgere attività di intermediazione con le Strutture Sanitarie Mediche, universitarie ed
ospedaliere del paese per programmare il ricovero e la cura gratuiti presso la rete ospedaliera
Ospedale Aperto del Mondo-World Open Hospital (WOH) dell’IAHM dei pazienti suddetti. In tale
attività alle strutture sanitarie locali spetta il compito della diagnosi clinica, delle indagini cliniche e
strumentali, della proposta del tipo di intervento necessario, della possibilità che esso possa
essere eseguito in loco e del grado di assistenza medica post operatoria.
Il responsabile del reparto, che ha svolto le indagini, invia all’IAHM centrale una richiesta di
trasferimento del paziente, presso una struttura specializzata del WOH, motivandola con
l’impossibilità di prestazione delle cure specialistiche presso le strutture sanitarie del proprio
paese, ma di essere in grado di provvedere alle cure post operatorie quando il paziente rientra
nel proprio paese. Alla richiesta, controfirmata dal Direttore Sanitario della struttura, va allegata
una dettagliata relazione medica, correlata dai referti dell’indagine clinica e strumentale eseguita;
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- Svolgere attività di intermediazione con le NGO umanitarie locali perché assicurino il sostegno
economico per il viaggio di andata e ritorno di tali pazienti dal proprio paese presso la struttura
ospedaliera, facente parte del WOH e designata dall’IAHM.
- Agevolare, tramite contatti con le autorità consolari locali, la concessione del VISA ai pazienti da
trasferire presso il paese sede della struttura di ricovero del WOH e il disbrigo di ogni pratica di
rimpatrio, delle procedure doganali e provvedere alle pratiche necessarie per assicurare eventuali
controlli clinici nei mesi successivi.
- Promuovere attività programmatiche e progettuali, con il coinvolgimento di ONG o partner locali
estranei all’associazione, per la promozione ed ideazione di progetti comuni secondo i principi
statutari dell’IAHM. Tali attività debbono essere esaminate ed avallate con autorizzazione scritta
della sede centrale. Al Direttore della sede regionale spetta la responsabilità di controllo e di
realizzazione del programma e/o progetto approvato.
- Individuare enti pubblici e privati locali propensi a sostenere finanziariamente alcune attività
dell’IAHM quali assistenza a pazienti indigenti abbisognevoli di cure altamente specialistiche da
effettuare al di fuori del proprio paese o a partecipare alla realizzazione di progetti di
cooperazione in particolari settori di assistenza relativi alle realtà locali.
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NORME CHE REGOLANO IL RICOVERO OSPEDALIERO NEL
“OSPEDALE APERTO DEL MONDO- WORLD OPEN HOSPITAL”
1) La richiesta di cure sanitarie per un paziente indigente proveniente da un paese emergente o
in via di sviluppo, indirizzata all’IAHM centrale, può essere inoltrata dal Direttore della Sede
regionale o da una NGO, giuridicamente riconosciuta, tramite la sede regionale. La sede
regionale è garante che la pratica segua l’iter previsto dalle norme statutarie dell’IAHM;
La NGO può inviare la richiesta direttamente all’IAHM nei casi in cui il paese nel quale opera non
ha una sede regionale.
Alla richiesta vanno allegati i documenti previsti dai punti 2) e 3);
2) La patologia deve presentare carattere di urgenza, in quanto mette a repentaglio la vita o le
funzioni vitali del paziente, essere di alta complessità e non trattabile nel paese di provenienza.
Quanto sopra dovrà essere confermato da:
• una relazione medica con diagnosi della patologia, corredata dalla relativa dettagliata
documentazione clinica e strumentale, firmata dal Responsabile del reparto, universitario od
ospedaliero presso il quale il paziente è stato in cura;
• la richiesta ufficiale di intervento sanitario all’estero, sottoscritta dal Responsabile del reparto e
controfirmata dal Direttore sanitario, motivata dalla impossibilità di trattare il paziente nel proprio
paese;
• una dichiarazione di disponibilità del reparto a seguire il paziente una volta rientrato in patria. Al
suddetto reparto saranno forniti dall’IAHM i riferimenti utili per instaurare contatti con la struttura
estera ricevente al fine di avviare una collaborazione scientifica anche futura, nel rispetto delle
finalità previste dall’IAHM.
3) Il Direttore della Sezione regionale, se ha direttamente inoltrato la richiesta, deve allegare
una dichiarazione che attesta che la Sezione da lui diretta o una NGO di sua fiducia si assumono
l’onere delle spese del viaggio di A/R del paziente e di eventuali accompagnatori, dal proprio
paese a quello della sede della struttura di ricovero e la responsabilità di provvedere al loro
rientro in patria. In tale onere dovranno essere previste le eventuali spese di soggiorno degli
accompagnatori e del paziente nel paese ospitante, in caso fosse necessaria un’assistenza
ambulatoriale, dopo la dimissione dal reparto ospitante. La stessa dichiarazione deve essere
sottoscritta dalla NGO che ha inoltrato direttamente la richiesta alla sede centrale dell’IAHM.
4) La Sede regionale e/o la NGO, dopo aver ricevuto, da parte della struttura ospitante, la
dichiarazione che sono assicurate le spese per la degenza e per il trattamento medico-chirurgico
del paziente e l’autorizzazione al ricovero, devono provvedere, presentando la documentazione
suddetta all’Ambasciata o al Consolato del paese che lo ospiterà, all’acquisizione del suo VISA di
ingresso e di quello degli accompagnatori. Esse devono farsi carico, una volta avvenuto il
ricovero, di ottenere il suo permesso di soggiorno e quello degli accompagnatori, anche per
eventuali proroghe, fino al rientro in patria. E’ necessario che la Sede regionale valuti con
attenzione le referenze delle NGOs per evitare che loro inadempienze comportino non solo oneri
economici per l’IAHM ma anche responsabilità verso gli uffici di polizia, derivanti da una mancata
assistenza ai pazienti dimessi ed agli accompagnatori ed al mancato supporto per assicurare il
rientro in patria.
5) In caso di trattamenti sanitari complessi che richiedono vari interventi, intervallati da periodi
di tempo, la NGO si impegna o a far rientrare il paziente nel proprio paese o a sostenere le spese
di soggiorno, provvedendo al prolungamento del visto di soggiorno.
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INDIRIZZI IAHM
Sito Web: http://www.iahm.org
Ufficio Amministrativo:
Divisione Chirurgia Plastica, MBC
Ospedale Civico
90127 PALERMO Italy
Tel.: +39 091 6663631
Fax.: +39 091 596404
E-mail: [email protected]
Ufficio Svizzero:
La Panetière
3, Place du Village
1279 Bogis-Bossey
Switzerland
Tel.: +41 22 7762161
Fax.: +41 22 7766417
E-mail: [email protected]
Argentina
Direttore: Prof. Fortunato Benaim
Indirizzo:Alberti 1093
(C1223AAK) Buenos Aires
Tel/Fax: ++ (54 -11) 4941-0949
E-mail: [email protected]
Benin
Direttore: Suor Léonie Dochamou
Indirizzo: Djeffa PK16 Route de Porto Novo, 04BP1213 Cadjèhoun, Cotonou
Tel: (229) 90901746; Fax: (229) 20240154
E-mail: [email protected], [email protected]
Cina
Direttore: Prof. Zi-Tong Huang
Indirizzo: Sun Yat-sen University, Guangzhou, China, 510275
E-mail: [email protected]
Repubblica Democratica del Congo
Direttore: Padre Jean Marie Ntesa Kadimè
Indirizzo: Moju Ondo Alidor, B.P. 4912, Kinshasa/Gombe
Tel.: (243) 081 2127088 - (243) 09 98123329 Fax: 00873762493625
E-mail: [email protected], [email protected]
Ghana
Direttore: Richard Kwasi Henneh
Indirizzo: P.O. Box 31, Nkoranza – Brong Ahafo Region
Tel.: (233) 24 47 83 833, (233) 20 86 36 172
E-mail: [email protected], [email protected]
Guatemala
Direttore: Padre Josè Manuel Pèrez Vàsquez
Indirizzo: 1-45 5ta. Avenida - Zona 4 - Chimaltenango
Guatemala C.A.
Tel.: 00502 41513041 - 00502 56405150
E-mail: [email protected], [email protected]
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Italia
Emilia-Romagna, Carpi- Modena,
Direttore: Prof. Giuseppe Masellis
Indirizzo: Ospedale Ramazzini
Via G Molinari
40012 Carpi - Modena
E-mail: [email protected]
Martinica
Direttore: Dr. Monel Humbert
Indirizzo: Impasse Rue de la Paix, 972232 Le Lamentin
Martinique
E-mail: [email protected], [email protected]
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