11 cavalcata svizzera

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11 cavalcata svizzera
11a CAVALCATA SVIZZERA
ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA
14 - 15 - 16 - 17 GIUGNO 2007
"Route des Grandes Alpes"
1994 Km
31 Passi Alpini
Col de l'Iseran 2770 m
www.quellidellotto.it
L'AVVENTURA CONTINUA
www.quellidellotto.it
PRIMO GIORNO: GIOVEDI 14 GIUGNO 2007
km
km
km
strada
tot.
g. parz.
0
0
0
30
30
30 A4
40
40
10 A51-A50
86
86
46 A7
99
99
13
103 103
4 596
116 116
13
139 139
23
163 163
24
199 199
36 10
205 205
6 10
222 222
17 231
235 235
13
241 241
6
261 261
20
266 266
5
283 283
17
306 306
23 28
328 328
22 28
338 338
10 28
360 360
22
372 372
12
396 396
24 548
404 404
81
421 421
17 1
441 441
20 1-N98
455 455
14 N98-D25
466 466
11 N98
itinerario
Dalmine
Milano est
milano A7
Bereguardo
Garlasco
Tromello
Lomello
Valenza Po
Alessandria
Asti
Bivio SS231 x Canale
Canale
Alba
Diano d'Alba
Bussolasco
P.so Bossola (712 m)
Ceva
Garessio
Colle di Nava (947 m)
Pieve di Teco
P.so di Teglia (1387 m)
Molini di Triora
Arma di Taggia
Sanremo
Ventimiglia
Montecarlo
St. Jean Cap Ferrat
Nizza
alt.
m
220
128
99
98
64
97
96
125
95
123
125
213
172
496
657
712
388
621
947
640
1.387
780
5
5
5
5
5
5
SECONDO GIORNO: VENERDI 15 GIUGNO 2007
km
km
km
strada
tot.
g. parz.
466
0
0
497
31
31 N7
512
46
15 D2566
517
51
5 D2566
541
75
24 D2566
568 102
27 D70-D2565
576 110
8 D2565
596 130
20 D2565-D2205
609 143
13 D2205
624 158
15 D2205
650 184
26 D2205-D64
674 208
24 D64
696 230
22 D902
710 244
14 D902
740 274
30 D902
760 294
20 D902
787 321
27 N91
796 330
9 D902
820 354
24 D902
831 365
11 D902
848 382
17 N6
872 406
24 N6
904 438
32 D902
949 483
45 D902-N90
970 504
21 D902
978 512
8 D925
989 523
11 D925
itinerario
Nizza
Menton
Col de Castillon (706 m)
Sospel
Col de Turini (1604 m)
St. Marten Vesubie
Col St. Martin (1500 m)
St. Sauveur sur Tinee
Isola
St Etienne de Tinee
Col de la Bonette (2715 m)
Jausiers (Barcelonnette)
Col du Vars (2108 m)
Guillestre
Col de l'Isoard (2360 m)
Briacon
Col du Lautaret (2057 m)
Col du Galibier (2645 m)
Col du Telegraphe (1566 m)
St. Michel de Maurienne
Modane
Lanslebourg Mont cenis
Col de l'Iseran (2770 m)
Bourg St. Maurice
Cormet de Roselend (1968 m)
Col de Meraillet (1605 m)
Beaufort
alt.
m
5
5
706
348
1.604
1.000
1.500
496
873
1.148
2.715
1.213
2.018
1.100
2.360
1.326
2.057
2.645
1.566
800
1.000
1.400
2.770
1.300
1.968
1.605
1.050
TERZO GIORNO: SABATO 16 GIUGNO 2007
km
km
km
strada
tot.
g. parz.
989
0
0
1.007
18
18 D218b
1.018
29
11 D218b
1.021
32
3 D218b-D909
1.030
41
9 D909
1.037
48
7 D909
1.046
57
9 D4
1.057
68
11 D4
1.076
87
19 D4
1.083
94
7 D902
1.086
97
3 D902
1.098 109
12 D902
1.134 145
36 D902
1.151 162
17 N5-D25
1.181 192
30 N5-D25
1.204 215
23 1
1.216 227
12 1
1.239 250
23 1
1.258 269
19 9
1.270 281
12 12
1.289 300
19 12
1.318 329
29
1.326 337
8
1.353 364
27 11
1.369 380
16 11
1.405 416
36 6
1.427 438
22 6
1.433 444
66
1.438 449
5 19
1.451 462
13
1.474 485
23
1.490 501
16 2
1.502 513
12 2
itinerario
Beaufort
Col des Saisies (1650 m)
Notre Dame de Bellecome
Flumet
Col des Aravis (1486 m)
Le Clausaz
Le Grand Bornand
Col de la Colombiere (1618 m)
Cluses
Col de Chatillon (733 m)
Taninges
Col de Gets (1170 m)
Thonon des Bains
Yvoire
Ginevra
Nyon
Rolle
Losanna
Vevey
Chatel St. Denis
Bulle
Jaunpass (1509 m)
Reidenbach
Spiez
Interlaken
Innertkirchen
Grimselpass (2165 m)
Gletsch
Ulrichen
P.so Nufenia (2478 m)
Airolo
P.so S. Gottardo (2108 m)
Andrematt
alt.
m
1.050
1.650
1.150
917
1.486
1.040
923
1.618
485
733
640
1.170
426
390
378
401
378
496
383
809
769
1.509
845
607
566
622
2.165
1.759
1.346
2.478
1.175
2.108
1.447
QUARTO GIORNO: DOMENICA 17 GIUGNO 2007
km
km
km
strada
tot.
g. parz.
1.502
0
0
1.524
22
22
19
1.534
32
10
19
1.540
38
6
6
1.564
62
24
6
1.592
90
28
11
1.610 108
18
11
1.621 119
11
1.631 129
10
19
1.652 150
21
19
1.692 190
40 19
1.715 213
23 19
1.743 241
28 3
1.778 276
35 3
1.785 283
73
1.791 289
63
1.798 296
7 29
1.814 312
16 29
1.849 347
35 29
1.855 353
6 38
1.866 364
11 39
1.881 379
15 39
1.913 411
32 42
1.929 427
16 42
1.945 443
16 42
1.994 492
49 42
itinerario
Andrematt
Furkapass (2431 m)
Gletsch
Grimselpass (2165 m)
Innertkirchen
Sustenpass (2224 m)
Wassen
Andermatt
Oberalppass (2044 m)
Desentis Muster
Flims Waldhaus
Coira
Tiefencastel
Julierpass (2284 m)
Silvaplana
St Moritz
Pontresina
P.so Bernina (2323 m)
Tirano
Stazzona
P. Aprica (1176 m)
Edolo
Breno
Boario
Lovere
Dalmine
alt.
m
1.447
2.431
1.759
2.165
622
2.224
916
1.447
2.044
1.143
1.112
585
908
2.284
1.815
1.822
1.805
2.323
450
515
1.176
976
342
221
208
220
ALTIMETRIA PRIMO GIORNO
DALMINE - NIZZA 466 km
ALTIMETRIA SECONDO GIORNO
NIZZA - BEAUFORT 523 km
ALTIMETRIA TERZO GIORNO
BEAUFORT - ANDERMATT 513 km
ALTIMETRIA QUARTO GIORNO
ANDERMATT - DALMINE 492 km
DESCRIZIONE DETTAGLIATA PASSI ALPINI
Per partire con il piede giusto, vengono riportate le descrizioni dettagliate di alcune
delle più importanti salite ai passi che verranno transitati durante la cavalcata.
Alcune delle seguenti informazioni sono ricavate del sito internet www.salitomania.it
Bereguardo (IT)
Passo Bossola (IT) - 712 m
Proseguendo verso il passo della Bossola si entra nella valle del Belbo, salendo poi verso
Mombarcaro a 900m d'altitudine dove i paesaggi sono ritmati da terrazzamenti che rendono questi
terreni coltivabili. Di seguito si scende gradualmente, passando piccoli borghi medievali, quali
Niella Belbo o Fiesoglio, per dolcemente tornare in pianura
Colle di Nava (IT) – 947 m
Un altro importante "passaggio a Nord-Ovest, tra Piemonte e Liguria, dopo il Colle di Tenda, é il
Passo del Colle di Nava. Il tragitto si snoda sulla Strada Statale n° 28 del Colle di Nava. Da
Imperia sino alla sommità della Valle Impero sul versante ligure; e scendendndo nella Valle
Tanaro e Valle Bormida sul versante Piemontese. Viceversa, giungendo da Nord (dal Piemonte), in
pochi chilometri il paesaggio cambia rapidamente, passando dai dolci declivi di faggeti e pioppeti
per arrivare ai boschi ai larici e abeti sul passo a 800 m. s.l.m.
Da un'architettura tipicamente di campagna si passa ad una più propriamente montana. Fino a
giungere al passo del Colle di Nava famoso per i suoi Forti Ottocenteschi a difesa del Regno
Sabaudo. Seguendo il corso del torrente Impero si scende a valle sino a raggiungere la Città di
Imperia. Lungo questa importante arteria di comunicazione si incontrano e si attraversano
tutt'oggi borghi antichi e ricchi di tradizioni che conservano ancora il fascino e il gusto di un tempo
antico.
Passo di Teglia (IT) – 1387 m
Un tratto di leggera discesa, poi si risale verso Molini di Triora, prima del quale la strada si divide
per salire a due colli: a destra il Passo di Teglia (1387m, oggi ancora troppo innevato), a sinistra la
Colla di Langan. Prima, però, ci concediamo una deviazione per visitare Triora, il “paese delle
streghe
Sanremo (IT)
Montecarlo (MC)
Col de Castillon (FR) – 706 m
La strada che da Mentone porta a Sospel e che poi prosegue da una parte per il Col di Tenda (e
quindi verso l'Italia) e dall'altra per il Col de Turinì (reso famoso dal Rally di Montecarlo), si
presenta subito in salita, scorrevole ma abbastanza tortuosa fra curve e tornanti, e attraversa le
prime montagne a ridosso della costa, abbandonando quasi subito il panorama sul mare. Percorsi
una decina di chilometri si raggiunge il Col de Castillon (poco più di 550 metri di altezza) dal quale
ricompare il panorama sul mare, e che panorama: un colpo d'occhio veramente splendido sul
mare della Costa Azzurra incorniciato dalle montagne.
Siamo a Castillon un piccolo villaggio la cui storia si perde lontana nel tempo (in origine era il
villaggio italiano di Castiglione, ceduto alla Francia nel 1861 unitamente a Nizza ed alla Savoia) ma
che è anche uno dei più recenti villaggi francesi. Un terremoto nel 1886 ed un bombardamento
nel 1944 (fatto dagli alleati, solo per precisare che non siamo stati noi italiani a farlo...) hanno in
pratica distrutto il vecchio villaggio che venne ricostruito nel 1951 con gli stessi criteri edilizi del
vecchio (caratteristiche le case in sasso con le persiane verdi) ed aggraziato con la tipica
architettura della Provenza, ad un paio di chilometri più sotto del Col de Castillon. Un insieme di
vecchio e nuovo molto ben armonizzato. L'anno successivo Castillon fu definito il più bel villaggio
di Francia, ma ciò non bastò a farvi ritornare gran parte della popolazione che ormai lo aveva
abbandonato. Attualmente a Castillon vi sono poco meno di trecento abitanti.
Nel 1989 è stato costruito un piccolo ampliamento in perfetto stile provenzale, in cui si sono
stabiliti artisti ed artigiani d'arte che operano ne "Les Arcades du Serre" e che hanno trovato in
Castillon un luogo ideale per trovare ispirazione e per esprimere la loro arte e le loro capacità. Una
sequenza di atelier e di gallerie d'arte in cui lavorano artigiani (lavori in ceramica, in vetro
lavorato, in legno intarsiato, bigiotteria, mosaici in vetro colorato), pittori, fotografi, stilisti di
moda, miniaturisti, incisori, scultori, la cui attività si svolge proprio dinanzi agli occhi del visitatore
ed ai quali è anche possibile richiedere pezzi particolari e personalizzati. Grazie alla loro presenza
Castillon è classificato "Villaggio d'Arte" che, pur considerando la diversa concezione francese della
parola "arte" (molto più elastica della nostra), è comunque un bel villaggio, meritevole di essere
visitato.
La visita di Castillon non richiede molto tempo (salvo l'eventuale interesse per le opere degli artisti
o per i lavori degli artigiani) essendo la sua estensione molto contenuta. Vi si arriva percorrendo
l'ultimo tratto di una strada simpaticamente fiorita, abbellita da decine di fioriere in coccio poste
sui parapetti e sui muretti di protezione della strada e, dopo aver parcheggiato l'auto, si attraversa
il piccolo villaggio fra cespugli di ortensie, piante di oleandri e begonie, colorate bouganville e
gerani rossi ovunque (nel 1999 Castillon ha vinto il primo premio nel concorso per le città e
villaggi fioriti del dipartimento delle Alpi Marittime). Una piccola piazzetta con il palazzo
municipale, uno snack bar, le esposizioni e gli studi degli artisti, un paio di viuzze pedonali
collegate fra loro da scalinate, l'Albergo "La Bergerie", la vecchia chiesetta di Sant'Antonino, la
Chiesa Parrocchiale, un punto panoramico dal quale l'occhio può correre fino al mare, a Mentone
ed alla baia di Garavan, e tutto questo in un silenzio quasi incredibile. Se avete un pò di tempo
potete raggiungere la cima del Colle di Castillon (706 metri) con le rovine della vecchia città.
Castillon, nei pressi del quale vi sono le cittadine di Sospel (a 5 chilometri) e di Castellar (a 8
chilometri) è una di quelle località che non richiedono certo un viaggio ad hoc, ma per chi dovesse
già trovarsi in Costa Azzurra può essere una delle mete più interessanti da visitare fra quelle
situate nelle immediate vicinanze di Mentone (a 10 chilometri, circa 15 minuti di strada). Per chi
volesse trascorrere qualche giorno in totale relax vi è l'Albergo La Bergerie de Castillon, con
solarium e piscina coperta, camere spaziose ed un ottimo ristorante. Personalmente vi posso dare
assicurazioni sulla bontà del ristorante ma anche l'Albergo nel suo complesso mi ha fatto una
favorevole impressione. Informazioni possono essere richieste al Syndicat d'Initiative in via de la
République, telefono dall'Italia 0033 4 93043203.
Val Tinee
Col de Turini (FR) – 1604 m
Scendiamo fino al paese di Breil sur Roya, dove lasciamo la via del mare per tornare ad inerpicarci
fino al colle stesso, scendiamo di nuovo fino al caratteristico paesino di Sospel. Qui saliamo
attaccando i primi tornanti del colle del Turinì, non eccezionale come meta panoramica, ma
veramente bello per la strada che bisogna percorrere sia a salire che a scendere. Sul colle, piccolo
giro per le poche bancarelle e poi decidiamo di percorrere un anello panoramico attorno alla cima
che sovrasta il colle dove troviamo un bel praticello per pranzare.
Col St. Martin (FR) – 1500 m
Seguiamo le indicazioni presenti nel centro dell’abitato di Le Roux in direzione della frazione di Pre
Roubaud e del colle St. Martin. Il sentiero s’inerpica sui ripidi prati e non è ciclabile al 99%.
Superato Pre Roubaud, il sentiero lascia spazio ad una strada vera e propria, che costeggia la
montagna e che in leggera discesa va a ricollegarsi con la strada sterrata proveniente dalla nostra
sinistra che costeggia il ruscello della Valle St. Martin. Qui ci sorge il dubbio che ci doveva essere
un’altra strada, totalmente ciclabile, costeggiante il sopra citato ruscello e la cui partenza
facilmente si trova a valle dell’abitato di Le Roux. La strada costeggia il ruscello (sinistra
orografica) per circa 700 m. Ci troviamo di fronte ad un bivio: la nostra strada lo attraversa (verso
sinistra per noi che viaggiamo in direzione opposta all’acqua), mentre sulla destra vi è un sentiero
che prosegue. Non possiamo sbagliarci perché scorgiamo a sinistra (dall’altra parte del ruscello) il
cartello indicante il Col St. Martin Il sentiero è pedalabile, da parte di ciclisti esperti, per lunghi
tratti; la pendenza non è elevata ma la larghezza è molto esigua ed è quindi sufficiente
“sbandierare” un pò con la ruota anteriore per perdere l’equilibrio urtando il manto erboso a lato.
Tratti con pendenza ridotta si alternano a tornanti che ci portano in quota.
Nel tratto finale del sentiero, scorgiamo una croce sul Colle, che ci permette di dosare le nostre
energie e d’assaporare il prossimo raggiungimento della meta. (in realtà si tratta di un cartello con
indicazioni di quota, di direzione, etc..).
Col de la Bonette (FR) – 2802 m
versante nord - da Jausiers
Località di partenza:
Jausiers, mt 1213
Località di arrivo:
Cime de la Bonette, mt. 2802
Il Col de la Bonette (geografico) è in realtà situato più in basso, ed è il passaggio tra la cresta
rocciosa a quota 2715.
Lunghezza:
km. 23,8
Dislivello:
mt. 1589
Pendenza media:
6,7 %
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
10%
Stato del manto stradale:
Ottimo, appena rifatto (estate 2002) salvo due brevi interruzioni sterrate di pochi metri facilmente
superabili
Data della ricognizione:
20 luglio 2002
La salita nel dettaglio
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: il col de la Bonette NON E' il più alto valico stradale
europeo, superato sia dallo Stelvio che dall'Iseran. L'equivoco nasce dal fatto che si confonde il
colle geografico della Bonette (che è il passaggio della cresta rocciosa a quota 2715) con la Cime
de la Bonette(mt.2802), che è invece il punto più alto raggiungibile con la carrozzabile costruita
attorno alla piramide rocciosa della Bonette.
Ma al di là di queste disquisizioni accademiche, la salita della Bonette è a dir poco memorabile, si
ha proprio la sensazione di salire in cielo, e una volta in cima - nel desolato ambiente pietroso
battuto dal vento - il panorama è di quelli che rimangono impressi in maniera indelebile nella
nostra memoria. Non dovete assolutamente perdervi questa salita, mi raccomando.....
La lunghissima ascesa alla Cime de la Bonette prende l'avvio da Jausiers, a quota 1213 mt.
Consigliabile partire qualche chilometro prima, per esempio da Barcelonnette, graziosa e vivace
cittadina della valle dell'Ubaye, dove vi sono tra l'altro numerose possibilità di alloggio. Superato il
ponte sull'Ubaye, fiume molto frequentato dai cultori del rafting, la salita inizia in maniera molto
graduale: molti cartelli lungo l'ascesa ci ricordano che stiamo percorrendo "la plus haute route
d'Europe". La strada si alza con ampi tornanti dalle pendenze modeste regalando subito ottime
vedute sul fondovalle: siamo ancora circondati da prati e coltivi che ben presto lasceranno il posto
ai pascoli d'alta quota.
Un primo bastione roccioso di fronte a noi viene superato con una serie di stretti tornanti che si
arrampicano sul fianco della montagna: al mattino vi è ombra abbondante in questo tratto e si
procede spediti senza alcun problema, poichè le pendenze sono estremamente regolari. Una salita
quindi da diesel: bisogna trovare il rapporto giusto e con quello si arriva tranquillamente in vetta:
nel mio caso è bastato un 39x21, alternato al 23 in alcuni tratti. Occorre però non strafare poichè
la lunghezza della salita e la mancanza di tratti in cui respirare, salvo due brevi falsopiano di
poche decine di metri, può giocare brutti scherzi. Da segnalare inoltre l'assoluta mancanza di punti
di ristoro: l'ultimo è il Bar-Ristorante Halte 2000 al km. 11, poi più nulla sino alla vetta.
Giunti al km 12,6 superiamo un ponticello ed entriamo in un ampio vallone: abbiamo superato i
2000 metri di quota e la vegetazione arborea va via via scomparendo lasciando il posto a magri
pascoli. Iniziamo a cogliere i primi fischi di allarme della numerosissima colonia di marmotte che
popola questi luoghi.
Al km. 16 sulla nostra sinistra appaiono le acque increspate dal vento del piccolo Lago di
Essaupres: ora la strada volge decisamente verso sinistra per superare nuovamente con una serie
di tornanti un altro balzo roccioso. Al km. 19, mt. 2520, un largo spiazzo nei pressi di alcuni
caseggiati di chiara fattura militare, le Caserme di Restefond: dei pannelli illustrano lo scopo e la
storia di questi luoghi. Le pendenze si addolciscono notevolmente nei pressi del Col de Restefond
(km. 20,6 mt. 2656), che raggiungiamo in curva, e finalmente vediamo per la prima volta
l'inconfondibile sagoma piramidale della Bonette. L'ultimo tratto ci vede impegnati quasi in uno
sprint, tale è l'euforia per la meta vicina e per la pendenza ora dolcissima (3% nell'ultimo
chilometro).
Infine, al km. 22,6 valichiamo in cresta il colle geografico della Bonette, a quota 2715 metri: ma le
nostre fatiche non sono ancora finite, anzi... Infatti per compiere il cosiddetto "giro della Bonette"
occorre prendere la strada (a senso unico, mi raccomando di non sbagliarvi) che si arrampica sui
fianchi della cima rocciosa per giungere, dopo 1,2 chilometri ed alcuni tratti molto ripidi, al
piazzale sottostante la Cima Bonette, a quota 2802 metri. Il luogo è estremamente selvaggio:
nessun rifugio o costruzione, solo una stele di granito indica la quota altimetrica e racconta la
storia della strada. Nei fine settimana e nel pieno della stagione estiva un piccolo chiosco
motorizzato vende generi di conforto, ma non sempre lo troverete aperto. Sotto di noi si ha una
bellissima vista verso il Col de la Moutiere. Con un paio di scarpe adatte - non certo le scarpine
con le tacchette a sgancio rapide - ci si può arrampicare in pochi minuti sino alla Cima vera e
propria (mt. 2860) dove una tavola di orientamento ci permette di riconoscere l'infinita serie di
vette che ci circondano. Il panorama da quassù - inutile dirlo - è di bellezza assoluta, anche se
mancano le distese di ghiaccio di altri giganti alpini come lo Stelvio o l'Iseran.
La discesa è di quelle che non si dimenticano facilmente: l'ampia carreggiata e la perfetta
asfaltatura (evidentemente rifatta da poco) consentono di pennellare curve da manuale e di
raggiungere alte velocità in discreta sicurezza.
Col du Vars (FR) – 2108 m
Col de L’isoard (FR) – 2360 m
E' arrivato finalmente il momento di puntare la bandierina sul mitico Col d'Izoard: superfluo
ricordare le mitiche pagine di ciclismo che si sono scritte sulle rampe assolate della Casse Deserte.
Scalare l'Izoard, al di là dell'impegno fisico - nemmeno poi così rilevante - significa percorrere la
storia del ciclismo epico di Coppi, Bartali e Bobet. E significa anche scoprire un paesaggio
meraviglioso ed affascinante: difficile descrivere l'impressione di meraviglia e di stupore
all'apparire della mitica Casse Deserte, un angolo di luna trasportato sulle Alpi
Briançon è la base di partenza ideale per l'Izoard. La più alta città d'Europa - come recita
pomposamente un tabellone pubblicitario - si raggiunge in poco più di due ore attraverso il Col du
Montgenevre: lasciata la macchina nei pressi di Val de Près, nella Vallèe de la Clarèe esplorata nel
recente Giro del Monginevro, ci aspettano 8 km di adeguato riscaldamento nella brezza mattutina
per arrivare in centro a Briançon. Si attraversa la città e seguendo le indicazioni per ArgentiereGap ci troviamo ben presto su una strada di grande comunicazione molto trafficata che dopo 15
km ed una serie di "mangia e bevi" giunge a l'Argentiere en Bessèe (976 mt.). Altri 16 km
piuttosto noiosi per arrivare a Mont Dauphin (900 mt.) e finalmente si lascia la tangenziale per
svoltare a sinistra in salita verso Guillestre (mt. 1000, km 35). Iniziamo a salire con decisione
proprio in prossimità del bivio per il Col du Vars ed entriamo nel Parco del Queyras: qui il fiume
Guil ha scavato nel corso dei secoli un impressionante canyon ed il paesaggio è veramente molto
caratteristico, la pendenza cala notevolmente e ci consente di ammirarlo con calma. Attraversiamo
alcune brevi gallerie e ad un certo punto la valle si apre subito dopo il piccolo centro di Beyer: si
prosegue tranquilli con il "53" sino ad una nuova strozzatura della valle, ed è qui che inizia la salita
vera. Dopo un chilometro infatti troviamo a sinistra il bivio per l'Izoard (proseguendo dritto si va
verso Chateau Queyras ed il Colle dell'Agnello): i primi chilometri alternano qualche breve e deciso
strappo a interminabili rettilinei assolutamente privi di ombra. Capiamo subito che sarà il sole il
principale nemico: oggi fortunatamente è una giornata magnifica e ventilata, ma possiamo
immaginare quale sia il supplizio di una infuocata giornata priva di brezza!!! Comunque si pedala
agevolmente, circondati da prati verdissimi, sino ad Arvieux (1544 mt.), con il suo caratteristico
campanile: indi tre chilometri interlocutori sino a Brunissard (1771 mt) e poi non ci sarà più
scampo, la pendenza sarà sempre superiore all'8 % per i successivi 5 km, completamente esposti
al sole. Si soffre, ma il panorama diventa via via più avvincente e ci lascia veramente a bocca
aperta quando, dopo una curva, ci appare la mitica "Casse Deserte", un paesaggio lunare, fatto di
guglie e di rocce completamente prive di vegetazione. La strada ora scende leggermente per
qualche centinaio di metri, sino alla lapide che ricorda due nomi mitici del ciclismo: Coppi e Bobet
(la foto qui è un obbligo!!!). Indi si riprende a salire con decisione, ma la meta è vicina, solo tre
chilometri per scollinare al Col d'Izoard (mt 2360).
Caratteristica anche la discesa verso Cervieres, soprattutto nei primi chilometri (il manto stradale
non è dei migliori per la presenza del brecciolino che rende insidiosa la tenuta in curva): si giunge
proprio in centro a Briançon, e nonostante il caldo decidiamo di attaccare anche l'ostico Col du
Granon. Decisione incauta, poiché tale salita risulterà veramente micidiale, ben altra cosa rispetto
all'Izoard!! La si attacca da Chantemerle (mt. 1350 , 6 km in leggera salita dopo Briançon in
direzione del Lautaret). Saranno 11 km di sofferenza, la pendenza media infatti risulterà essere
del 9% ma con punte ben superiori e soprattutto senza un momento di tregua, anche qui
completamente esposti al sole: una salita veramente dura, per fortuna non è troppo lunga, ma
arriviamo alla meta (mt 2430) duramente provati e svuotati di ogni energia: saremo ripagati da un
panorama anche qui superbo, da un lato le vette ancora innevate del Grand Serre Chevalier e del
massiccio dell'Ecrin, dall'altra l'ampia veduta verso la valle della Clarèe verso cui è possibile
scendere (dal Colle si diparte infatti una bellissima strada militare sterrata che corre a mezzacosta
per poi scendere con numerosi tornanti che intravediamo verso Val de Près - è un peccato non
avere una MTB..). Dopo un meritato riposino ci buttiamo in discesa verso Briançon e
riguadagnamo quota sino alla macchina.
Una giornata indimenticabile, sole, grandi panorami, salite mitiche: cosa può pretendere di più un
ciclista dalla vita?
Col du Galibier (FR) – 2645 m
Concludiamo la stagione dei grandi passi francesi con quello che è sicuramente il più celebrato e
scenografico, vale a dire il Col du Galibier (2646 mt). Anche oggi una stupenda giornata estiva,
ventilata e quindi di grande resa scenografica: unico aspetto negativo è stato il traffico veramente
elevato nel tratto da Briançon al Lautaret, ma è sabato e le vacanze sono vicine anche per gli
amici francesi…
Per rendere la giornata un po' movimentata ho deciso di partire da Bardonecchia e raggiungere
Briançon attraverso il Col de l'Echelle. Dunque lasciata l'auto a Bardonecchia (mt. 1312) nel
grande piazzale di partenza degli impianti di Campo Smith ci si dirige verso la frazione di Melezet e
di Pian del Colle, subito in salita e con pendenze notevoli mitigate soltanto da qualche tratto di
falsopiano. Nei pressi di un piccolo bacino artificiale (km 5,5) si lascia la strada per la Vallée
Etroite e si prende a sinistra, iniziando la scalata vera e propria al Col de l'Echelle (Colle della
Scala), molto spettacolare poiché ci si arrampica sul bordo della montagna granitica con una serie
di tornanti molto stretti. Le pendenze non sono comunque proibitive, specie nel tratto centrale, e
dopo due brevi tunnel scavati nella roccia si scollina sul Col de l'Echelle (mt.1766 km 11),
attraversando ora un falsopiano molto ameno circondato di pini e prati verdissimi. Iniziamo quindi
la discesa verso la Vallée de la Clarée, raggiungendo Plampinet (mt. 1478- km 18) e quindi in
discesa costante Val de Prè, Lavachette per poi sbucare sulla Statale del Monginevro e
raggiungere Briançon (mt. 1321, km 32,5).
Da Briançon ci aspettano 28 km di salita per raggiungere il Col du Lautaret: ma è salita per modo
di dire, infatti si sale quasi costantemente con il 53x17 o 19, attraversando i centri di Chantemerle
(mt. 1350 km 38,5) e di Monetier-les-Bains, (mt. 1500, km 45) che fanno capo al domaine skiable
di Serre Chevalier. La particolarità (negativa) di questo tratto è costituita dal traffico
automobilistico molto intenso: fortunatamente la sede stradale è molto ampia!! Comunque si
raggiunge agevolmente il Col du Lautaret (mt. 2058, km 75,5), con bei panorami negli ultimi
chilometri che tra l'altro riservano le pendenze più sostenute (mai superiori comunque al 5-6%).
Giunti al Colle si prende la deviazione a destra per cominciare la vera salita della giornata, quella
che ci porterà al Col du Galibier: 7,5 km per un dislivello di 588 mt ed una pendenza media del
7,8%. Salita molto costante e di rara bellezza per i panorami che ci circondano: nei primi due
chilometri ci troviamo di fronte la mole imponente del massiccio della Meije con i suoi ghiacciai,
quindi in un susseguirsi di verdissimi pascoli si entra in un vallone selvaggio che ci conduce al
Colle. Attenti all'ultimo chilometro, il più duro dell'intera ascesa con punte al 12%: è l'unico tratto
che mi costringe ad usare il 23, altrimenti per l'intera salita ho usato il 39x19 senza mai andare in
affanno. Ma ecco, proprio su di una curva, il Col du Galibier (mt. 2646, km 68), già transennato in
vista del passaggio del Tour di lunedì prossimo: imponente il panorama, specie sul versante della
Maurienne, che è poi il versante "classico" di scalata di questo mitico colle alpino. Dopo le foto di
rito indossiamo la mantellina per una fantastica picchiata a ritroso sino a Briançon: discesa
stupenda, condizioni del manto stradale ottime e velocità costantemente superiori ai 60 km/h, una
vera pacchia, disturbata solo in parte da un forte vento (contrario naturalmente…). A Briançon la
temperatura è di 33° C (sono le due del pomeriggio): il ritorno a Bardonecchia è un vero calvario,
con sosta ad ogni fontana per dissetarsi. Concludiamo la nostra fatica a Bardonecchia al km 136:
anche questa è fatta!
Col du Lautaret (FR) 2057 m
Briacon
Col du Galibert (FR) – 2645 m
Col d Telegraphe (FR) – 1566 m
Il Col du Telegraphe (1566mt) ospita un bar, una tavola d'orientamento ed una canna per
l'approvvigionamento idrico. La breve discesa successiva si svolge avendo sulla destra, sull'altro
lato della valle, l'evidente tracciato della strada (sterrata per un chilometro e parzialmente franata)
che congiunge Valloire (frazione Le Villard) al villaggio di Albanette oltre il quale si potrebbe salire
al col D'Albanne e poi precipitare su St Jean de Maurienne qualche chilometro più a valle del
nostro punto di partenza (ipotesi per il ritorno a tutt'oggi non effettuabile).
Col de l'Iseran (FR) – 2770 m
versante sud - da Lanslebourg
Località di partenza:
Lanslebourg Mont-Cenis, mt.1399
Località di arrivo:
Mont Ventoux, mt. 2770
Lunghezza:
km. 32,9
Dislivello:
mt. 1371
Pendenza media:
4,2 %
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
11 %
Stato del manto stradale:
Discreto
La salita nel dettaglio
Signori, giù il cappello di fronte al più alto valico stradale europeo: un mostro sacro che non può
assolutamente mancare alla collezione di colli di un vero grimpeur. Nonostante la quota elevata, la
salita non presenta mai particolari difficoltà: unico problema può essere il tempo - in caso di
improvvisi temporali ci si può ritrovare in cima in piena bufera di neve anche ad agosto - e la
quota stessa, con gli inevitabili problemi di rarefazione dell'aria. Se avrete la fortuna - come il
sottoscritto - di scalare l'Iseran in una bella giornata di sole sarete ricompensati da un panorama
maestoso ed ineguagliabile, che solo i grandi colli over 2000 sanno regalare....
Base di partenza ideale per la scalata all'Iseran è la cittadina di Lanslebourg Mont-Cenis,
facilmente raggiungibile dall'Italia attraverso il Colle del Moncenisio (43 km da Susa) oppure il
Traforo del Frejus (Modane a 23 km): noi abbiamo optato per questa soluzione (che salasso il
pedaggio del Tunnel!! 44.000 lire, sola andata…), lasciando la macchina a Villarodin, villaggio
posto 3 km dopo Modane. Si inizia a pedalare sull'ampia N6 che risale dolcemente la valle della
Maurienne passando la bella cittadella fortificata di Braman, quindi un susseguirsi di saliscendi ci
conducono a Termignon (mt. 1330, km 11), importante stazione turistica: qui inizia un breve
tratto ostico di circa un chilometro, cui fa seguito un nuovo tratto di discesa che conduce a
Lanslebourg Mont-Cenis (mt. 1399, km 20), dove incrociamo la strada che scende dall'omonimo
colle. Bella la cittadina, elegante centro turistico di sport invernali, anche se non ha molto del
villaggio di montagna. Comunque, la scalata "canonica" all'Iseran comincia qui: infatti subito dopo
aver superato la borgata di Lanslevillard inizia un primo tratto di salita impegnativa sino al
minuscolo borgo di La Madeleine (mt. 1742, km 27), quattro chilometri con punte del 10%. Per i
cacciatori di colli, da segnalare che con una piccola deviazione a sinistra in prossimità del paesello
si può conquistare il Col de la Madeleine, mt 1929 (da non confondersi con l'omonimo e ben più
ostico situato vicino ad Albertville). Ritornando sul tracciato principale della N6 raggiungiamo il bel
centro di Bessans (mt. 1735, km. 33), meritevole di una visita (magari al ritorno) e quindi
proseguiamo praticamente in falsopiano, ma sempre esposti al sole e soprattutto al vento
implacabile, seguendo il corso del fiume Arc sino a raggiungere Bonneval sur Arc (mt. 1787, km.
39) , alla testata della valle. Il villaggio, circondato da imponenti montagne, è raccolto attorno al
suo borgo antico, chiuso alle auto e molto caratteristico.
Se l'impegno fisico sinora è stato trascurabile, ora la salita non ci darà più tregua, ci aspettano
infatti 13 km e 960 mt. di dislivello prima di raggiungere la meta. La strada si alza decisa nei primi
chilometri, regalandoci splendidi panorami sulla valle dell'Arc, ma la maestosità del panorama che
ci circonda è tale da far passare in secondo piano la fatica fisica Assolutamente d'obbligo dare uno
sguardo alla cerchia di montagne che ci circondano (siamo nel parco della Vanoise, a pochi
chilometri dal confine italiano e dal Parco del Gran Paradiso)..: le pendenze si attestano
costantemente attorno all'8% ed in questo tratto è molto importante trovare il giusto ritmo. Io
salgo con il 39x21, raramente ho usato il 23, salvo che negli ultimi due chilometri che sono
veramente molto impegnativi (attorno al 10%, ma la difficoltà sta nella quota che comincia a farsi
sentire rendendo affannosa la respirazione…): infine, al km. 53 scolliniamo sull'Iseran a mt. 2770.
Sarà la splendida giornata, tersa e ventosa , ma a mio parere l'Iseran è uno dei colli più belli che
abbia mai scalato, lo metto sicuramente nei primi tre assieme al Nivolet, al Gavia e allo Stelvio. Il
panorama in prossimità del colle è purtroppo gravemente deturpato dagli innumerevoli impianti di
risalita, ma comunque di indubbio fascino: un piccolo rifugio, una cappelletta, ed un vento
terrificante, fortunatamente non freddo (ma mi immagino cosa succeda qui in una giornata
nuvolosa o peggio..): foto di rito, qualche chiacchera con i numerosi ciclisti francesi e poi subito
giù a capofitto in discesa, dove si toccano velocità da brivido (oltre 80 km/h).
Cormet de Soselend (FR) – 1968 m
Il Cormet de Roselend è bellissimo" trovo scritto a penna negli appunti che scrivo la sera per non
dimenticare le cose più importanti. Come è bellissimo il lago de Roselend che precede di poche
centinaia di metri la cima e che ospita addirittura un circolo nautico...
La natura si fa sempre più aspra, i pascoli non sono più i verdi tappeti "made in Austria": qui
l'uomo (e i suoi animali) devono strappare alla roccia la terra per sfamare le greggi e le mandrie! I
rifugi lungo la strada sono molto meno attrezzati che in Austria o in Svizzera, ma un Sandwich
(mezza baguette farcita con jambon e fromage) resta sempre un sano pranzetto.
Scendiamo dal Cormet de Roselend verso la Val d'Isere. Per quanto è bella la strada, per quanto
iniziano ad essere orrende le immense moderne costruzioni delle stazioni invernali.
Col des Saies (FR) – 1650 m
Nei paesini che attraversiamo è un tripudio di fiori, anche gli ambulanti espongono fioriere
coloratissime! Molto caratteristico il Col de Aravis con la sua distesa di pascoli. Sosta pranzo sul
Col des Saisies.
L’asfalto sotto di noi scorre guidandoci in quest’avventura. Cominciamo a salire: il Col Des Gets è il
primo passo della nostra RDGA. Il paesaggio si fa interessante sul Col De La Colombiere dove ci
fermiamo per una sosta caffè: siamo euforici! Ripartiamo subito perché ora sappiamo cosa ci
aspetta: è straordinario! Nei paesini che attraversiamo è un tripudio di fiori, anche gli ambulanti
espongono fioriere coloratissime! Molto caratteristico il Col Des Aravis con la sua distesa di pascoli.
Sosta pranzo sul Col Des Saisies
Ginevra
Jaunpass (CH) – 1509 m
Interlaken (CH)
Grimsel Pass (CH) – 2165 m
da Innertkirchen
Località di partenza:
Innertkirchen, mt. 625
Località di arrivo:
Grimsel Pass mt 2165
Lunghezza:
km. 26
Dislivello:
mt. 1540
Pendenza media:
5,9%
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
11%
Stato del manto stradale:
Buono. Attenzione al traffico, che può essere sostenuto nei week end estivi
Eventuali deviazioni che si possono compiere:
Assolutamente da non perdere la stradina che dal passo porta alla diga dell'Oberaar See: 5 km
piuttosto discontinui (tratti di dura salita alternati a falsopiani e qualche discesa) in un fantastico
scenario alpino di laghi e ghiacciai.
Data della ricognizione:
mercoledì 25 luglio 2001
La salita nel dettaglio
Con la salita del Grimsel Pass si conclude il "trittico alpino svizzero" che ci ha visti percorrere nell'ordine - il Furka Pass ed il Susten Pass: inevitabile quindi patire un poco la stanchezza sul
Grimsel, soprattutto se la giornata è di quelle torride. Ma i panorami spettacolari che si godono
negli ultimi chilometri di ascesa vi ripagheranno ampiamente degli sforzi fatti: la regione del
Grimsel è infatti ricchissima di laghi e di ghiacciai
Al termine della lunga discesa dal Susten Pass ci troviamo nella piazza principale di Innertkirchen,
a soli 622 metri di quota. La salita verso il Grimsel si preannuncia lunga e faticosa, anche perchè
la giornata è particolarmente calda e di nuvole in cielo non se ne vede nemmeno l'ombra. I primi
due chilometri sono assolutamente riposanti: si risale la valle dell'Aar, tra boschi e prati come
sempre curatissimi: nessun problema anche nel tratto successivo dove brevi rampe si alternano a
tratti decisamente meno impegnativi: si superano alcune brevi gallerie paravalanghe e si toccano i
piccoli centri di Boden (km 5,5 mt. 870) e Gutannen (km. 8,4 mt. 1057, fontana).
Il paesaggio comincia ora a divenire più aspro: si pedala fra aspre gole rocciose superando alcuni
tornanti intagliati nella nuda roccia. Al km. 16 il tratto più duro della salita: la strada entra in una
lunga galleria, ma per i ciclisti è obbligatoria la deviazione sulla destra lungo il vecchio tracciato
che corre a strapiombo sul fiume. Dopo circa 1,5 km la stradina si ricongiunge con la direttrice
principale: siamo ormai in vista del primo bacino artificiale, il lago del Raterichsbondensee (km.
19,4 mt. 1767), costruito nel 1921. Le sue acque sono di un colore incredibile verde smeraldo. Lo
costeggiamo in falsopiano per circa 1,5 km prima di affrontare l'ultima parte della salita: in alto si
intravede la grande diga del Grimsel See (km. 22,7 mt 1912), il più ampio dei bacini della zona, e
la sagoma del vecchio Ospizio. Giunti in riva al lago finalmente ecco che ci appare per la prima
volta il Passo: dobbiamo soffrire ancora per tre chilometri, ma la bellezza del panorama è tale che
la fatica scomapre d'incanto. Gli ultimi tornanti prima del passo consentono infatti di godere di uno
spettacolo unico sui laghi sottostanti: l'arrivo sul Grimsel Pass (km 26, mt 2165) è quasi in
falsopiano, il traffico turistico è molto sostenuto e ci si può rifocillare in uno dei numerosi bar-
locande. Sulla destra, regolata da un semaforo, parte la stradina che porta all'Oberaar See, una
escursione da non perdere se non si è troppo affaticati: sul passo invece un piccolo laghetto
naturale contribuisce a rendere ancora più fiabesco il paesaggio.
Proseguendo alla volta di Gletsch vale la pena soffermarsi appena prima di iniziare la discesa per
ammirare la serpentina dei tornanti che dovremo percorrere: in lontananza si staglia invece il
profilo della strada che porta verso il Furka. Velocissima la discesa verso Gletsch, che
raggiungiamo con numerosi tornanti dopo appena 6 chilometri: rimangono ancora pochi colpi di
pedale prima di Oberwald, dove è cominciata questa bellissima giornata sulle Alpi Svizzere
Nufenen Pass (CH) – 2478 m
da Ullrichen
Località di partenza:
Ullrichen, valle del Goms mt. 1346. Inizio rilevamento al passaggio a livello sulla linea FurkaOberalp
Località di arrivo:
Nufenen Pass mt. 2478 (passo della Novena)
Lunghezza:
km. 13,7
Dislivello in salita:
mt. 1132
Pendenza media:
8,2%
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 500 mt):
12-13 %
Stato del manto stradale:
Buono: ad inizio stagione (il passo normalmente apre agli inizi di giugno) è possibile trovare i resti
di slavine lungo il percorso, con conseguente presenza di terriccio e piccoli allagamenti sulla sede
stradale
Eventuali deviazioni che si possono compiere:
Un appassionante itinerario coinvolge altri due grandi passi alpini, il Gottardo ed il Furka: dal
Nufenen Pass si scende in Val Bedretto sino ad Airolo(mt. 1159), quindi si scala il passo del
Gottardo (mt 2091) e si scende ad Hospental (mt. 1456) per affrontare il passo della Furka (mt.
2431). Indi si ritorna ad Ullrichen per completare un anello di circa 98 km. ed un dislivello di 3000
mt. Questo itinerario diventa molto impegnativo se affrontato nel senso inverso e lasciando per
ultimo il Nufenen.
Assolutamente da non perdere, lungo il percorso, la deviazione al lago del Gries, proprio nelle
vicinanze del confine italiano con la Val Formazza.
Eventuali suggerimenti per la visita:
La valle del Goms è di rara bellezza: in particolare merita una visita il paesino di Münster, con i
classici edifici in legno poggiati sui basamenti di sasso (si chiamano stadel).
La salita nel dettaglio
Salita molto difficile quella del Nufenen Pass: la pendenza media infatti inganna il povero ciclista
che si accinge alla scalata. Che le cose siano ostiche ci si accorge ben presto dopo aver lasciato
alle proprie spalle il ridente paesino di Ullrichen, mt. 1346, nella verdissima vallata del Goms:
poche centinaia di metri pianeggianti dopo la piccola stazione ferroviaria e subito ci si trova a fare
i conti con pendenze importanti. La salita si presenta infatti con due ampi tornanti, e già siamo in
piedi sui pedali: questo primo tratto, flagellato da una imponente slavina caduta questa primavera
e di cui si vedono ancora i resti, risale una stretta incassatura della valle percorsa dal fiume
Agene. Superato un primo ponte (1536 mt, km. 2,8) si affrontano insidiosi tratti rettilinei in cui la
pendenza non molla mai: solo dopo il quarto km troviamo un breve falsopiano di circa 400 mt,
proprio nel punto in cui la strada sbuca su un'ampia conca valliva ormai priva di vegetazione
arborea. I ripidi pendii ancora in gran parte innevati echeggiano del fischio caratteristico delle
marmotte.
La strada riprende a salire con decisione al km. 6 (mt. 1759), quando si attraversa nuovamente un
ponte per portarci sul lato orografico destro del torrente: abbiamo appena superato i resti di una
slavina di proporzioni gigantesche, e la strada è letteralmente tagliata entro due enormi
muraglioni di neve, con un effetto a dir poco suggestivo.
Ora affrontiamo la parte più ostica della salita: infatti si procede con lunghi rettilinei a mezzacosta
dove la pendenza è sempre costantemente attorno al 10-11%. Solo al km 8,5 troviamo il primo
tornante, a quota 2000 mt: di fronte a noi in alto si intravede il lungo traverso ed il muraglione
della diga del Gries, mentre la strada piega decisamente verso sinistra per affrontare una
impressionante balconata disseminata di tornanti: a guardare in alto c'è da scoraggiarsi!! E in
effetti, nonostante la presenza dei tornanti, la pendenza non accenna a diminuire: siamo al limite
dei 2000 mt e l'aria rarefatta complica ulteriormente le cose.
Solo la spettacolarità dell'ambiente montano circostante mitiga le fatiche: nonostante la stagione
ormai avanzata troviamo ancora moltissima neve, e nei pressi di alcuni tornanti i muraglioni di
neve superano i tre metri di altezza, facendoci evocare immagini storiche di un ciclismo d'altri
tempi. Peccato per la presenza di grossi tralicci dell'alta tensione che devastano orribilmente il
paesaggio....
Superato nei pressi di un tornante il bivio per il lago del Gries (km 11,8 mt 2303), la pendenza
tende fortunatamente a calare negli ultimi due chilometri: ma l'arrivo sul passo, a quota 2478 mt.
dopo 13,7 km di salita, ci vede particolarmente provati, complice anche la giornata di gran caldo.
Sul Passo, manco a dirlo, moltissima neve ed anche un discreto traffico di turisti e gitanti,
nonostante la gioranta feriale: miolte le moto, e del resto questo è normale qui in Svizzera. Dopo
aver scambiato quattro chiacchere con un simpatico compagno svizzero di scalata ed una breve
sosta ristoratrice ritorniamo sui nostri passi per affrontare la breve salita che ci porta al Lago del
Gries. E' una deviazione che consiglio caldamente di effettuare perchè qui ci si trova veramente
immersi nella natura: la stradina corre in leggera salita per circa un chilometro e mezzo ed è
appena stata liberata dalla neve, in maniera però alquanto grossolana, tanto che si devono
affrontare alcuni tratti innevati ed invasi da detriti. Come ricompensa per questa digressione
"cross country" una pace ed una tranquillità quasi mistici: dal muraglione della grande diga, a
quota 2387 si può ammirare il grande spettacolo del ghiacciaio del Gries che va a morire nelle
acque blu cobalto del lago, ancora in gran parte ghiacciato.
Ritornati verso la strada principale non si può fare a meno di ammirare dall'alto la valle dell'Agene
che abbiamo percorso con tanta fatica: una veduta spettacolare che ci ricompensa ampiamente
della fatica consumata.
Passo del San Gottardo (CH) – 2091 m
da Airolo via Val Tremola
Località di partenza:
Airolo mt. 1159
Località di arrivo:
Passo del San Gottardo, mt 2091 (Ospizio)
Lunghezza:
km. 12,7
Dislivello:
mt. 932
Pendenza media:
7,4 %
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
12 %
Stato del manto stradale:
Definire buone le condizioni di una strada per gran parte lastricata in pavè può sembrare un
eufemismo: in realtà il fascino di questa salita è rappresentato proprio dal pavè che si incontra
lungo la Val Tremola. La bici sobbalza continuamente, le braccia sono sottoposte a continue
vibrazioni, eppure il fascino di questa esperienza vale senz'altro le piccole sofferenze che
inevitabilmente bisogna patire.....
Eventuali deviazioni che si possono compiere:
Il Passo del Gottardo può essere inserito in uno spettacolare anello che prevede la scalata di altri
due grandi passi svizzeri, il Furka ed il Nufenen: percorso in senso antiorario è un circuito molto
impegnativo poichè si deve affrontare il temibile Nufenen dal suo versante più difficile, quello di
Ulrichen. L'anello misura circa 100 chilometri e presenta un dislivello di 3200 metri.
Data della ricognizione: sabato 11 agosto 2001
La salita nel dettaglio
La Parigi Roubaix delle Alpi: questa - in sintesi - la salita della Val Tremola che conduce al passo
del San Gottardo. Un'esperienza insolita, pedalare in montagna sul pavè, che non può mancare
nel bagaglio di un salitomane: una strada spettacolare per la sua unicità, per il paesaggio e per la
quasi totale assenza di traffico, deviato sulla vicina superstrada. Anche se alla sera avrete un po'
di mal di schiena ricorderete per sempre questa salita...
La salita al Passo del Gottardo inizia ad Airolo, centro nevralgico del turismo (e del traffico...)
ticinese, poichè qui si imbocca la galleria del Gottardo. Chi vuole salire al passo evitando il traforo
invece può usufruire della nuova superstrada (costruita negli anni settanta) oppure percorrere la
vecchia strada della Val Tremola: fortunatamente per noi ciclisti non tutti sanno che quest'ultima
via è ancora perfettamente agibile ed in ottime condizioni. La strada carrozzabile fu iniziata nel
1819 ed ebbe un ruolo importante per lo scambio di merci con il centro Europa: il pavè con cui era
originariamente lastricata la strada è stato a tratti sostituito dall'asfalto e dal cemento, soprattutto
nel primo tratto dopo Airolo, ma fortunatamente gran parte della pavimentazione è rimasta,
specie nella seconda parte dell'ascesa, con gli spettacolari tornanti della Val Tremola.
Partenza dunque dal centro di Airolo, facendo bene attenzione a non seguire le indicazioni in
verde per la superstrada: un primo tratto piuttosto ripido ci porta ben presto all'uscita del paese,
poi la pendenza si addolcisce notevolmente permettendo di godere di ottime viste sulla città ai
nostri piedi. Al km. 2 incontriamo un primo bivio per la superstrada che ignoriamo tenendo
sempre la destra: ben presto incontriamo i primi tratti in pavè, talvolta frammisto all'asfalto: le
nostre ruote cercano le esili lingue di asfalto per sfuggire alle terribili vibrazioni che il pavè
trasmette al telaio, e la velocità si riduce sensibilmente.
Passiamo alcune costruzioni militari e giunti nei pressi del Motto Bartola (km. 5,4 mt. 1527)
incrociamo nuovamente la superstrada: inizia qui la Val Tremola, come indicato dai cartelli, ed è
sicuramente il tratto più spettacolare ed impegnativo della salita. Affrontiamo un lungo rettilineo
prima di volgere decisamente ad ovest lungo una valle apparentemente invalicabile: comincia il
pavè, regolare ed uniforme, in perfette condizioni di manutenzione, e dopo un ponticello ci
apprestiamo ad affrontare una magnifica scalinata di tornanti ravvicinati. La strada è un vero
capolavoro di ingegneria, e percorrerla incute grandi sensazioni, quasi non si avvertono più le
vibrazioni talmente siamo assorti nella nostra fatica: l'ascesa è solitaria, anche in pieno agosto
rarissime sono le vetture che si avventurano lungo questa strada. In alto scorgiamo i viadotti della
superstrada, ferite aperte nel fianco della montagna: noi proseguiamo invece lungo gli
innumerevoli tornanti guadagnando rapidamente quota con pendenze regolari, anche se non
mancano tratti decisamente impegnativi, come quello compreso tra i km. 8,8 e 9,3 dove la
pendenza media è dell' 11 per cento.
Estremamente perfido l'ultimo rettilineo finale che conduce al passo, spesso battuto dal vento:
giunti in vetta l'incanto della scalata solitaria svanisce ben presto, il traffico è caotico, opprimente,
e non vale la pena spendere molto più del tempo necessario per rifocillarsi e per prepararsi alla
discesa.
Per rientrare ad Airolo converrebbe decisamente imboccare la superstrada (il pavè in discesa a
velocità sostenute è una vera tortura ed è estremamente pericoloso in caso di pioggia), anche se i
cartelli recitano che è vietata al traffico ciclistico. A quanto mi risulta so di ciclisti multati in
maniera spropositata per aver infranto il divieto, quindi prestate bene attenzione....
Chi invece intende scendere sull'altro versante per affrontare la salita del Furka, puàò
tranquillamente percorrere la veloce superstrada che in un batter d'occhio conduce ad Hospental,
dove troviamo il bivio per Realp e per Andermatt.
Furka Pass (CH) – 2431 m
da Oberwald
Località di partenza:
Oberwald mt. 1368
Località di arrivo:
Furka Pass mt 2431
Lunghezza:
km. 16,5
Dislivello:
mt. 1063
Pendenza media:
6,5%
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
12%
Stato del manto stradale:
Buono
Eventuali deviazioni che si possono compiere:
L'anello Suste-Grimsel-Furka: una cavalcata emozionante
Data della ricognizione:
mercoledì 25 luglio 2001
La salita nel dettaglio
Con la salita del Furka Pass comincia la cronaca di una lunga giornata ciclistica sulle Alpi Svizzere.
In una assolata e limpida giornata di fine luglio 2001 mi sono deciso ad intraprendere questo
impegnativo anello circolare che vede la scalata del Furka, del Susten ed infine del Grimsel Pass:
in tutto 140 km da Oberwald per circa 3800 metri di dislivello. Insomma, una intera giornata di
pedalate in quella che ritengo una delle zone più belle in assoluto delle Alpi Svizzere. Provare per
credere....
La salita al Furka Pass inizia ad Oberwald, ultimo villaggio della valle del Goms, dove parte anche
il nuovo tunnel ferroviario che collega la valle del Goms con Andermatt . In un ambiente
tipicamente "svizzero" ci si alza di quota con alcuni ampi tornanti prima di addentrarsi nella
profonda incassatura della valle che ci separa da Gletsch: il Rodano, uno dei più importanti fiumi
europei, scorre impetuoso sotto di noi mentre la strada si inerpica lungo le pareti rocciose della
gola con pendenze a volte sostenute. Gettando lo sguardo verso l'altro si intravedono i sinuosi
tornanti che conducono al Grimsel Pass.
Giungiamo così a Gletsch (km. 6 mt 1747), minuscola località ed importante crocevia turistico
posta in una amena conca glaciale: fino al 1981 passava per di qui la vecchia ferrovia a
cremagliera per il Furka che con un recente progetto di valorizzazione sta per essere ripristinata.
Di fronte noi, imponente, la mole del ghiacciaio del Rodano, che nasce proprio da questa conca:
anche se in forte regresso negli ultimi anni, lo spettacolo naturale è sempre emozionante. Si
intravede anche tutto il tracciato della strada disegnato sui fianchi della montagna che dovremo
percorrere sino al passo, ma non è il caso di scoraggiarsi più di tanto...
Lasciata sulla sinistra la deviazione che porta al Grimsel Pass infatti la salita verso il Furka
procede agevolmente con due ampi tornanti sulla destra della valle e prosegue poi con un lungo
rettilineo, fiancheggiando i binari della ferrovia. Le pendenze non sono probitive, tutt'altro, ma la
cautela è d'obbligo visto il dislivello che affronteremo nella giornata: chi invece pone il Furka come
unico obiettivo può tranquillamente spingere rapporti "duri", tipo un 39x15 o 17.
Superato un ponte la strada si inerpica poi verso il ghiacciaio del Rodano, subendo una improvvisa
impennata proprio in prossimità degli stretti tornanti che precedono l'Hotel Belvedere (km 13,8 mt
2272), dove le pendenze superano abbondantemente il 10%, seppure per un breve tratto di circa
500 metri: è l'unico vero ostacolo alla conquista della vetta, infatti gli ultimi tre chilometri vedono
un progressivo regredire della pendenza, e l'arrivo sul passo - uno dei più alti valichi stradali
svizzeri - è addirittura in falsopiano.
Il panorama sul passo è tutto sommato abbastanza deludente rispetto a quello intravisto lungo la
salita: solo spostandoci verso il versante di Realp si aprono belle vedute sulla valle e sulle vette
dell'Oberland. In caso di cattivo tempo l'unica possibilità di ristoro è l'Hotel posto appena prima di
iniziare la discesa verso Realp.
Il traffico può essere molto intenso nei giorni festivi e in pieno periodo estivo: c'è da far rilevare
comunque l'estrema disciplina degli automobilisti svizzeri nei confronti dei ciclisti, ben altra cosa
rispetto alle abitudini nostrane...
Susten Pass (CH) – 2224 m
da Wassen
Località di partenza:
Wassen mt. 916
Località di arrivo:
Susten Pass mt 2224
Lunghezza:
km. 17,4
Dislivello:
mt. 1308
Pendenza media:
7,5 %
Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt):
13%
Stato del manto stradale:
Buono
Eventuali deviazioni che si possono compiere:
L'anello Susten-Grimsel-Furka: una cavalcata emozionante in un paesaggio da favola
Eventuali suggerimenti per la visita:
Data della ricognizione:
mercoledì 25 luglio 2001
La salita nel dettaglio
La lunga cavalcata sulle Alpi Svizzere che ci ha visti partire da Oberwald per affrontare il Furka
Pass prevede come seconda fatica della giornata il Susten Pass: una salita che lascia il segno, da
affrontare con molta calma e regolarità visto la lunghezza e la pendenza media da non
sottovalutare. Lo straordinario spettacolo dello Steingletscher che ci aspetta sull'altro versante del
valico ci farà però presto dimenticare le fatiche facendoci rimanere a bocca aperta: un paesaggio
di rara bellezza....
La lunga discesa iniziata dal Furka finisce a Wassen, piccolo paesino lambito dalla superstrada del
Gottardo, dove seguiamo le indicazioni per Innertkirchen: ci si alza di quota immediatamente con
pendenze attorno all'8% e dopo aver superato alcuni tornanti ed una galleria paravalanghe
entriamo senza indugi nella Meintal. Il paesaggio è quello tipico svizzero, da cartolina illustrata per
intenderci: prati verdissimi, mucche al pascolo, tutto sembra essere messo lì secondo un ordine
prestabilito.
Tornando alle nostre fatiche ciclistiche, ci attende una lunga ed estenuante cavalcata su una
strada dalle condizioni perfette che si alza progressivamente di quota correndo lungo i fianchi della
vallata senza alcun tornante: le pendenze sono di una regolarità disarmante (max 7-8%), ma non
vi sono nemmeno tratti in cui prendere fiato salvo un breve momento di tregua al km. 5 dopo aver
attraversato il paesino di Dortli. La completa esposizione al sole rende le cose ancora più
problematiche (si consiglia di fare un adeguato rifornimento idrico all'inizio della salita e lungo le
fontane che si incontrano)
Via via che ci si alza di quota il paesaggio diventa più alpino e gettando l'occhio sulla nostra
sinistra in alto scorgiamo le cime del Sustenhorn e del Titlis: si nota anche il vecchio tracciato della
strada che risale a tornanti il costone della montagna. Noi invece proseguiamo senza l'ombra di un
tornante sino ad attraversare il ponte di Gorezmetlen, dopodichè il tracciato vira decisamente a
ovest per affrontare l'ultima parte della salita, dove troviamo finalmente alcuni tornanti che ci
fanno rapidamente guadagnare quota. La mole del Sustenhorn incombe imponente di fronte a noi
prima di entrare nella galleria di valico al km. 17. Le nostre fatiche sono terminate, un ultimo
sguardo sulla strada appena percorsa e ci tuffiamo in lieve discesa nel tunnel (circa 300 metri,
bene illuminato) che ci consente di sbucare sull'altro versante ove è situato il passo vero e proprio.
Un accogliente rifugio consente di rifocillarsi e ripararsi in caso di cattivo tempo: da notare che chi
vuole raggiungere il valico geografico vero e proprio (quotato a mt. 2259) deve compiere un
piccolo supplemento di dura salita (circa 300 metri) lungo la stradina asfaltata che si diparte sulla
sinistra a fianco del rifugio. Ne vale la pena però, perchè si può godere una magnifica vista sulla
Meintal che abbiamo appena percorso.
Non perdetevi la discesa verso Innertkirchen perchè dopo poche centinaia di metri dal passo vi
attende la straordinaria visione del ghiacciaio dello Steingletscher che si tuffa nelle acque di un
laghetto cristallino: un panorama stupendo che vale da solo la fatica della salita.
La lunga discesa continua con numerose gallerie brevi e non illuminate sino al paesino di
Steingletscher, dopodichè ci attendono lunghi e veloci rettilinei sino a Gadmen, indi Nessental e
finalmente Innertkirchen a quota 625 metri.
La lunga e interminabile salita al Grimsel Pass ci attende, ma per chi fosse a corto di energie va
segnalato che gli efficientissimi bus postali svizzeri effettuano anche il servizio di trasporto
biciclette con un apposito carrellino portabici al traino. Quando si dice l'efficienza svizzera......!!!
Oberalpass
Da Andermatt la strada prende subito a salire a risvolte in paesaggio nudo. Grandiose viste
all’indietro sulla valle d’Urseren, il massiccio del S. Gottardo a S e il Dammastok m 3636 a O. Si
risale l’erbosa valle dell’Oberalp Reuss fino al piccolo lago dell’Oberalp, che fiancheggia per circa 1
km in galleria antivalanghe. Il passo dell?Oberalp: nuda depressione al confine tra le lingue
tedesca e romanica. Discesa a svolte per la valle Surpalix sotto il M. Calmot m. 2311, fino a
sboccare nella valle del Reno Anteriore o val Tujetsch.
Julierpass
Salita a svolte , passando davanti all’Ospizio La Veduta m. 2233, nella solitaria valle della Gelgia o
Surses. Ai lati della strada due tronchi di colonna romana probabilemente votiva. Al passo, un bel
paesaggio glaciale presso un laghetto. Si scende poi nella valle dell’Ova del Vallun dai fianchi
scoscesi. Discesa a risvolte con magnifiche vedute sul gruppo del Bernina e sui laghi dell’Alta
Engadina. Si abbandona la strada n. 3 per prendere la strada del Maloia per Silvaplana.
St. Moritz
Passo Bernina (CH) – 2323 m
Località di partenza e arrivo:
Tirano mt 450
Percorso:
Tirano - Passo del Bernina - Confine di stato - Forcola di Livigno - Confine di stato - Tirano
Lunghezza:
km 77
Dislivello:
2500 mt circa
Stato del manto stradale:
Piuttosto buono
Eventuali suggerimenti per la visita:
Accertarsi che non vi siano interruzioni sul percorso e che le condizioni meteo siano buone e
stabili, il paesaggio lo merita
Come arrivarci:
Da Milano si percorre la superstrada SS36 "Nuova Valassina" fino a Colico dove si imbocca la SS
38 del Passo dello Stelvio che percorre tutta la Valtellina fino a giungere a Tirano. Dalla piazza
principale si seguono le indicazioni per Bormio e dopo 100 m. sulla sinistra trovate un ampio
parcheggio libero dotato anche di utili W.C.. Come tempistica considerate di impiegarci almeno 2
ore da Milano in condizioni di traffico normale. Sconsiglio caldamente la domenica.
Nonostante la brevità del percorso, il giro proposto deve essere affrontato con la dovuta
preparazione e cautela in quanto il passo del Bernina, pur presentando un tratto pianeggiante di
circa 8 km nella zona del lago di Poschiavo, è una salita molto lunga (in tutto circa 34 km) e con
un dislivello notevole (circa 1900 m.). Inoltre il successivo tratto in discesa, di ritorno alla
cantoniera in località la Motta e il breve tratto di piano non permettono molto recupero che già
dobbiamo affrontare l'ultima asperità per la Forcola di Livigno. Chi vi scrive, in compagnia
dell'amico Emanuele Bafico ha oltremodo dovuto "prendersela comoda" in considerazione del giro
che avremmo affrontato il giorno successivo in territorio elvetico (Fluela + Albula, vedi ns.
resoconto). E' comunque un percorso che consiglio caldamente a chi ha già esperienza di giri
impegnativi anche in abbinamento ad altri anelli potendo sfruttare come noi l'ottima base di
Livigno che abbonda di ottimi Hotels per tutte le tasche.
Partiamo dalla graziosa cittadina di Tirano nota a molti amanti della montagna per il famoso
trenino che transitando in vicinanza del ghiacciaio del Bernina conduce alla rinomatissima città di
St. Moritz. Dalla piazza dominata dall'imponente mole della chiesa parrocchiale iniziamo la nostra
scalata in leggera salita per circa 2 km, seguiti appena entrati in territorio elvetico da 4 km
abbastanza impegnativi anche a causa della partenza a freddo; noi comunque non abbiamo
alcuna fretta e quindi ci imponiamo un'andatura adeguata che ci permetta anche di godere dei
panorami mozzafiato che le montagne e la splendida giornata ci offrono. In tutto questo tratto la
strada è affiancata dalla ferrovia a scartamento ridotto e non di rado capita di veder transitare il
mitico trenino rosso. Dopo poco più di mezz'ora di salita in località Piazzo termina questo primo
tratto e sbuchiamo nel vallone di Poschiavo dominato dal suggestivo lago omonimo; qui la vista si
apre alle imponenti vette alpine e il lungo tratto pianeggiante ci permette di riprendere fiato e
apprezzare in tutto il suo splendore i monti e la flora ormai caratteristicamente alpina.
Proseguiamo così per circa 10 km pianeggianti sino a raggiungere la cittadina di Poschiavo posta a
circa 1000 metri di quota.
Da Poschiavo si ricomincia il saliscendi attraverso il verde. Al km 17,5 si incontra l'ultimo paese, S.
Carlo, e poi si comincia a salire seriamente. D'ora in poi le pendenze sono costantemente sul 7%
fino a una galleria anti-slavine in cemento (km19). Dopo 25 km si incontra il Ristorante Campo e
qui iniziano i primi tornanti che ci accompagneranno verso il Passo. Solo al km 28 la strada
accenna a diventare più dolce, presso l'Hotel La Rosa, per 700 m circa. Dopo 31 km si giungerà al
bivio per il Passo della Forcola. Altri 3 km e troveremo una serie di tornanti e solo a poche
centinaia di metri si addolcirà facendo intravedere l'arrivo sul Passo del Bernina a 2323m di
altitudine. Ci fermiamo per una sosta obbligata: prendiamo fiato, ci rifocilliamo e acquistiamo
qualche piccolo souvenir (per me lostemmino in metallo da picozza è di prammatica, chi mi
conosce sa che la mia specialissima ne è tappezzata) .
Dopo circa un quarto d'ora ripartiamo tornando sui nostri "passi" fino ad incontrare il bivio a
sinistra per Livigno: superiamo la dogana salutati dai gendarmi e godiamo per pochi minuti del
falsopiano dato che in lontananza si profila già il tratto in severa pendenza che ci porterà al valico.
La valletta è molto brulla, selvaggia ma nel contempo estremamente affascinante. I kilometri da
percorrere sono comunque pochi e in breve vediamo profilarsi il valico di confine in
corrispondenza del passo. Anche qui fermata presso il rifugio e giù ritorno a capofitto verso
Tirano, in una interminabile discesa che ci fa apprezzare in toto le vette alpine, il magnifico lago di
Poschiavo per l'ennesima volta e la consapevolezza di aver scalato una delle più lunghe ed
affascinanti salite di tutto l'arco alpino.
Passo Aprica (IT) – 1176 m
Il passo dell'Aprica collega la Valcamonica alla Valtellina e mette in comunicazione le province di
Brescia e di Sondrio. Aperto tutto l'anno.
Sono obbligatorie le catene a bordo da metà ottobre a fine aprile.
Per salire il Passo dell'Aprica si lascia la statale SS 38 a Tresenda (tra Sondrio e Tirano). La salita
inizia subito con una stretta e corta galleria completamente al buio. Durante la salita si sorpassano
piccolissimi centri abitati di poche case. La pendenza media, da Tresenda al Passo, è del 6,1% ma
la strada alterna continuamente tratti duri a tratti meno severi per una lunghezza di 14 km. A 2
chilometri dalla vetta le pendenze aumentano progressivamente fino a raggiungere quasi il 10% in
alcuni tratti.
Durante la salita, o in moto, o in bicicletta o in macchina, l'occhio è distratto dai vari panorami
dell'ampia e verde Valtellina e delle cime circostanti.