11 cavalcata svizzera
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11 cavalcata svizzera
11a CAVALCATA SVIZZERA ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA 14 - 15 - 16 - 17 GIUGNO 2007 "Route des Grandes Alpes" 1994 Km 31 Passi Alpini Col de l'Iseran 2770 m www.quellidellotto.it L'AVVENTURA CONTINUA www.quellidellotto.it PRIMO GIORNO: GIOVEDI 14 GIUGNO 2007 km km km strada tot. g. parz. 0 0 0 30 30 30 A4 40 40 10 A51-A50 86 86 46 A7 99 99 13 103 103 4 596 116 116 13 139 139 23 163 163 24 199 199 36 10 205 205 6 10 222 222 17 231 235 235 13 241 241 6 261 261 20 266 266 5 283 283 17 306 306 23 28 328 328 22 28 338 338 10 28 360 360 22 372 372 12 396 396 24 548 404 404 81 421 421 17 1 441 441 20 1-N98 455 455 14 N98-D25 466 466 11 N98 itinerario Dalmine Milano est milano A7 Bereguardo Garlasco Tromello Lomello Valenza Po Alessandria Asti Bivio SS231 x Canale Canale Alba Diano d'Alba Bussolasco P.so Bossola (712 m) Ceva Garessio Colle di Nava (947 m) Pieve di Teco P.so di Teglia (1387 m) Molini di Triora Arma di Taggia Sanremo Ventimiglia Montecarlo St. Jean Cap Ferrat Nizza alt. m 220 128 99 98 64 97 96 125 95 123 125 213 172 496 657 712 388 621 947 640 1.387 780 5 5 5 5 5 5 SECONDO GIORNO: VENERDI 15 GIUGNO 2007 km km km strada tot. g. parz. 466 0 0 497 31 31 N7 512 46 15 D2566 517 51 5 D2566 541 75 24 D2566 568 102 27 D70-D2565 576 110 8 D2565 596 130 20 D2565-D2205 609 143 13 D2205 624 158 15 D2205 650 184 26 D2205-D64 674 208 24 D64 696 230 22 D902 710 244 14 D902 740 274 30 D902 760 294 20 D902 787 321 27 N91 796 330 9 D902 820 354 24 D902 831 365 11 D902 848 382 17 N6 872 406 24 N6 904 438 32 D902 949 483 45 D902-N90 970 504 21 D902 978 512 8 D925 989 523 11 D925 itinerario Nizza Menton Col de Castillon (706 m) Sospel Col de Turini (1604 m) St. Marten Vesubie Col St. Martin (1500 m) St. Sauveur sur Tinee Isola St Etienne de Tinee Col de la Bonette (2715 m) Jausiers (Barcelonnette) Col du Vars (2108 m) Guillestre Col de l'Isoard (2360 m) Briacon Col du Lautaret (2057 m) Col du Galibier (2645 m) Col du Telegraphe (1566 m) St. Michel de Maurienne Modane Lanslebourg Mont cenis Col de l'Iseran (2770 m) Bourg St. Maurice Cormet de Roselend (1968 m) Col de Meraillet (1605 m) Beaufort alt. m 5 5 706 348 1.604 1.000 1.500 496 873 1.148 2.715 1.213 2.018 1.100 2.360 1.326 2.057 2.645 1.566 800 1.000 1.400 2.770 1.300 1.968 1.605 1.050 TERZO GIORNO: SABATO 16 GIUGNO 2007 km km km strada tot. g. parz. 989 0 0 1.007 18 18 D218b 1.018 29 11 D218b 1.021 32 3 D218b-D909 1.030 41 9 D909 1.037 48 7 D909 1.046 57 9 D4 1.057 68 11 D4 1.076 87 19 D4 1.083 94 7 D902 1.086 97 3 D902 1.098 109 12 D902 1.134 145 36 D902 1.151 162 17 N5-D25 1.181 192 30 N5-D25 1.204 215 23 1 1.216 227 12 1 1.239 250 23 1 1.258 269 19 9 1.270 281 12 12 1.289 300 19 12 1.318 329 29 1.326 337 8 1.353 364 27 11 1.369 380 16 11 1.405 416 36 6 1.427 438 22 6 1.433 444 66 1.438 449 5 19 1.451 462 13 1.474 485 23 1.490 501 16 2 1.502 513 12 2 itinerario Beaufort Col des Saisies (1650 m) Notre Dame de Bellecome Flumet Col des Aravis (1486 m) Le Clausaz Le Grand Bornand Col de la Colombiere (1618 m) Cluses Col de Chatillon (733 m) Taninges Col de Gets (1170 m) Thonon des Bains Yvoire Ginevra Nyon Rolle Losanna Vevey Chatel St. Denis Bulle Jaunpass (1509 m) Reidenbach Spiez Interlaken Innertkirchen Grimselpass (2165 m) Gletsch Ulrichen P.so Nufenia (2478 m) Airolo P.so S. Gottardo (2108 m) Andrematt alt. m 1.050 1.650 1.150 917 1.486 1.040 923 1.618 485 733 640 1.170 426 390 378 401 378 496 383 809 769 1.509 845 607 566 622 2.165 1.759 1.346 2.478 1.175 2.108 1.447 QUARTO GIORNO: DOMENICA 17 GIUGNO 2007 km km km strada tot. g. parz. 1.502 0 0 1.524 22 22 19 1.534 32 10 19 1.540 38 6 6 1.564 62 24 6 1.592 90 28 11 1.610 108 18 11 1.621 119 11 1.631 129 10 19 1.652 150 21 19 1.692 190 40 19 1.715 213 23 19 1.743 241 28 3 1.778 276 35 3 1.785 283 73 1.791 289 63 1.798 296 7 29 1.814 312 16 29 1.849 347 35 29 1.855 353 6 38 1.866 364 11 39 1.881 379 15 39 1.913 411 32 42 1.929 427 16 42 1.945 443 16 42 1.994 492 49 42 itinerario Andrematt Furkapass (2431 m) Gletsch Grimselpass (2165 m) Innertkirchen Sustenpass (2224 m) Wassen Andermatt Oberalppass (2044 m) Desentis Muster Flims Waldhaus Coira Tiefencastel Julierpass (2284 m) Silvaplana St Moritz Pontresina P.so Bernina (2323 m) Tirano Stazzona P. Aprica (1176 m) Edolo Breno Boario Lovere Dalmine alt. m 1.447 2.431 1.759 2.165 622 2.224 916 1.447 2.044 1.143 1.112 585 908 2.284 1.815 1.822 1.805 2.323 450 515 1.176 976 342 221 208 220 ALTIMETRIA PRIMO GIORNO DALMINE - NIZZA 466 km ALTIMETRIA SECONDO GIORNO NIZZA - BEAUFORT 523 km ALTIMETRIA TERZO GIORNO BEAUFORT - ANDERMATT 513 km ALTIMETRIA QUARTO GIORNO ANDERMATT - DALMINE 492 km DESCRIZIONE DETTAGLIATA PASSI ALPINI Per partire con il piede giusto, vengono riportate le descrizioni dettagliate di alcune delle più importanti salite ai passi che verranno transitati durante la cavalcata. Alcune delle seguenti informazioni sono ricavate del sito internet www.salitomania.it Bereguardo (IT) Passo Bossola (IT) - 712 m Proseguendo verso il passo della Bossola si entra nella valle del Belbo, salendo poi verso Mombarcaro a 900m d'altitudine dove i paesaggi sono ritmati da terrazzamenti che rendono questi terreni coltivabili. Di seguito si scende gradualmente, passando piccoli borghi medievali, quali Niella Belbo o Fiesoglio, per dolcemente tornare in pianura Colle di Nava (IT) – 947 m Un altro importante "passaggio a Nord-Ovest, tra Piemonte e Liguria, dopo il Colle di Tenda, é il Passo del Colle di Nava. Il tragitto si snoda sulla Strada Statale n° 28 del Colle di Nava. Da Imperia sino alla sommità della Valle Impero sul versante ligure; e scendendndo nella Valle Tanaro e Valle Bormida sul versante Piemontese. Viceversa, giungendo da Nord (dal Piemonte), in pochi chilometri il paesaggio cambia rapidamente, passando dai dolci declivi di faggeti e pioppeti per arrivare ai boschi ai larici e abeti sul passo a 800 m. s.l.m. Da un'architettura tipicamente di campagna si passa ad una più propriamente montana. Fino a giungere al passo del Colle di Nava famoso per i suoi Forti Ottocenteschi a difesa del Regno Sabaudo. Seguendo il corso del torrente Impero si scende a valle sino a raggiungere la Città di Imperia. Lungo questa importante arteria di comunicazione si incontrano e si attraversano tutt'oggi borghi antichi e ricchi di tradizioni che conservano ancora il fascino e il gusto di un tempo antico. Passo di Teglia (IT) – 1387 m Un tratto di leggera discesa, poi si risale verso Molini di Triora, prima del quale la strada si divide per salire a due colli: a destra il Passo di Teglia (1387m, oggi ancora troppo innevato), a sinistra la Colla di Langan. Prima, però, ci concediamo una deviazione per visitare Triora, il “paese delle streghe Sanremo (IT) Montecarlo (MC) Col de Castillon (FR) – 706 m La strada che da Mentone porta a Sospel e che poi prosegue da una parte per il Col di Tenda (e quindi verso l'Italia) e dall'altra per il Col de Turinì (reso famoso dal Rally di Montecarlo), si presenta subito in salita, scorrevole ma abbastanza tortuosa fra curve e tornanti, e attraversa le prime montagne a ridosso della costa, abbandonando quasi subito il panorama sul mare. Percorsi una decina di chilometri si raggiunge il Col de Castillon (poco più di 550 metri di altezza) dal quale ricompare il panorama sul mare, e che panorama: un colpo d'occhio veramente splendido sul mare della Costa Azzurra incorniciato dalle montagne. Siamo a Castillon un piccolo villaggio la cui storia si perde lontana nel tempo (in origine era il villaggio italiano di Castiglione, ceduto alla Francia nel 1861 unitamente a Nizza ed alla Savoia) ma che è anche uno dei più recenti villaggi francesi. Un terremoto nel 1886 ed un bombardamento nel 1944 (fatto dagli alleati, solo per precisare che non siamo stati noi italiani a farlo...) hanno in pratica distrutto il vecchio villaggio che venne ricostruito nel 1951 con gli stessi criteri edilizi del vecchio (caratteristiche le case in sasso con le persiane verdi) ed aggraziato con la tipica architettura della Provenza, ad un paio di chilometri più sotto del Col de Castillon. Un insieme di vecchio e nuovo molto ben armonizzato. L'anno successivo Castillon fu definito il più bel villaggio di Francia, ma ciò non bastò a farvi ritornare gran parte della popolazione che ormai lo aveva abbandonato. Attualmente a Castillon vi sono poco meno di trecento abitanti. Nel 1989 è stato costruito un piccolo ampliamento in perfetto stile provenzale, in cui si sono stabiliti artisti ed artigiani d'arte che operano ne "Les Arcades du Serre" e che hanno trovato in Castillon un luogo ideale per trovare ispirazione e per esprimere la loro arte e le loro capacità. Una sequenza di atelier e di gallerie d'arte in cui lavorano artigiani (lavori in ceramica, in vetro lavorato, in legno intarsiato, bigiotteria, mosaici in vetro colorato), pittori, fotografi, stilisti di moda, miniaturisti, incisori, scultori, la cui attività si svolge proprio dinanzi agli occhi del visitatore ed ai quali è anche possibile richiedere pezzi particolari e personalizzati. Grazie alla loro presenza Castillon è classificato "Villaggio d'Arte" che, pur considerando la diversa concezione francese della parola "arte" (molto più elastica della nostra), è comunque un bel villaggio, meritevole di essere visitato. La visita di Castillon non richiede molto tempo (salvo l'eventuale interesse per le opere degli artisti o per i lavori degli artigiani) essendo la sua estensione molto contenuta. Vi si arriva percorrendo l'ultimo tratto di una strada simpaticamente fiorita, abbellita da decine di fioriere in coccio poste sui parapetti e sui muretti di protezione della strada e, dopo aver parcheggiato l'auto, si attraversa il piccolo villaggio fra cespugli di ortensie, piante di oleandri e begonie, colorate bouganville e gerani rossi ovunque (nel 1999 Castillon ha vinto il primo premio nel concorso per le città e villaggi fioriti del dipartimento delle Alpi Marittime). Una piccola piazzetta con il palazzo municipale, uno snack bar, le esposizioni e gli studi degli artisti, un paio di viuzze pedonali collegate fra loro da scalinate, l'Albergo "La Bergerie", la vecchia chiesetta di Sant'Antonino, la Chiesa Parrocchiale, un punto panoramico dal quale l'occhio può correre fino al mare, a Mentone ed alla baia di Garavan, e tutto questo in un silenzio quasi incredibile. Se avete un pò di tempo potete raggiungere la cima del Colle di Castillon (706 metri) con le rovine della vecchia città. Castillon, nei pressi del quale vi sono le cittadine di Sospel (a 5 chilometri) e di Castellar (a 8 chilometri) è una di quelle località che non richiedono certo un viaggio ad hoc, ma per chi dovesse già trovarsi in Costa Azzurra può essere una delle mete più interessanti da visitare fra quelle situate nelle immediate vicinanze di Mentone (a 10 chilometri, circa 15 minuti di strada). Per chi volesse trascorrere qualche giorno in totale relax vi è l'Albergo La Bergerie de Castillon, con solarium e piscina coperta, camere spaziose ed un ottimo ristorante. Personalmente vi posso dare assicurazioni sulla bontà del ristorante ma anche l'Albergo nel suo complesso mi ha fatto una favorevole impressione. Informazioni possono essere richieste al Syndicat d'Initiative in via de la République, telefono dall'Italia 0033 4 93043203. Val Tinee Col de Turini (FR) – 1604 m Scendiamo fino al paese di Breil sur Roya, dove lasciamo la via del mare per tornare ad inerpicarci fino al colle stesso, scendiamo di nuovo fino al caratteristico paesino di Sospel. Qui saliamo attaccando i primi tornanti del colle del Turinì, non eccezionale come meta panoramica, ma veramente bello per la strada che bisogna percorrere sia a salire che a scendere. Sul colle, piccolo giro per le poche bancarelle e poi decidiamo di percorrere un anello panoramico attorno alla cima che sovrasta il colle dove troviamo un bel praticello per pranzare. Col St. Martin (FR) – 1500 m Seguiamo le indicazioni presenti nel centro dell’abitato di Le Roux in direzione della frazione di Pre Roubaud e del colle St. Martin. Il sentiero s’inerpica sui ripidi prati e non è ciclabile al 99%. Superato Pre Roubaud, il sentiero lascia spazio ad una strada vera e propria, che costeggia la montagna e che in leggera discesa va a ricollegarsi con la strada sterrata proveniente dalla nostra sinistra che costeggia il ruscello della Valle St. Martin. Qui ci sorge il dubbio che ci doveva essere un’altra strada, totalmente ciclabile, costeggiante il sopra citato ruscello e la cui partenza facilmente si trova a valle dell’abitato di Le Roux. La strada costeggia il ruscello (sinistra orografica) per circa 700 m. Ci troviamo di fronte ad un bivio: la nostra strada lo attraversa (verso sinistra per noi che viaggiamo in direzione opposta all’acqua), mentre sulla destra vi è un sentiero che prosegue. Non possiamo sbagliarci perché scorgiamo a sinistra (dall’altra parte del ruscello) il cartello indicante il Col St. Martin Il sentiero è pedalabile, da parte di ciclisti esperti, per lunghi tratti; la pendenza non è elevata ma la larghezza è molto esigua ed è quindi sufficiente “sbandierare” un pò con la ruota anteriore per perdere l’equilibrio urtando il manto erboso a lato. Tratti con pendenza ridotta si alternano a tornanti che ci portano in quota. Nel tratto finale del sentiero, scorgiamo una croce sul Colle, che ci permette di dosare le nostre energie e d’assaporare il prossimo raggiungimento della meta. (in realtà si tratta di un cartello con indicazioni di quota, di direzione, etc..). Col de la Bonette (FR) – 2802 m versante nord - da Jausiers Località di partenza: Jausiers, mt 1213 Località di arrivo: Cime de la Bonette, mt. 2802 Il Col de la Bonette (geografico) è in realtà situato più in basso, ed è il passaggio tra la cresta rocciosa a quota 2715. Lunghezza: km. 23,8 Dislivello: mt. 1589 Pendenza media: 6,7 % Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 10% Stato del manto stradale: Ottimo, appena rifatto (estate 2002) salvo due brevi interruzioni sterrate di pochi metri facilmente superabili Data della ricognizione: 20 luglio 2002 La salita nel dettaglio Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: il col de la Bonette NON E' il più alto valico stradale europeo, superato sia dallo Stelvio che dall'Iseran. L'equivoco nasce dal fatto che si confonde il colle geografico della Bonette (che è il passaggio della cresta rocciosa a quota 2715) con la Cime de la Bonette(mt.2802), che è invece il punto più alto raggiungibile con la carrozzabile costruita attorno alla piramide rocciosa della Bonette. Ma al di là di queste disquisizioni accademiche, la salita della Bonette è a dir poco memorabile, si ha proprio la sensazione di salire in cielo, e una volta in cima - nel desolato ambiente pietroso battuto dal vento - il panorama è di quelli che rimangono impressi in maniera indelebile nella nostra memoria. Non dovete assolutamente perdervi questa salita, mi raccomando..... La lunghissima ascesa alla Cime de la Bonette prende l'avvio da Jausiers, a quota 1213 mt. Consigliabile partire qualche chilometro prima, per esempio da Barcelonnette, graziosa e vivace cittadina della valle dell'Ubaye, dove vi sono tra l'altro numerose possibilità di alloggio. Superato il ponte sull'Ubaye, fiume molto frequentato dai cultori del rafting, la salita inizia in maniera molto graduale: molti cartelli lungo l'ascesa ci ricordano che stiamo percorrendo "la plus haute route d'Europe". La strada si alza con ampi tornanti dalle pendenze modeste regalando subito ottime vedute sul fondovalle: siamo ancora circondati da prati e coltivi che ben presto lasceranno il posto ai pascoli d'alta quota. Un primo bastione roccioso di fronte a noi viene superato con una serie di stretti tornanti che si arrampicano sul fianco della montagna: al mattino vi è ombra abbondante in questo tratto e si procede spediti senza alcun problema, poichè le pendenze sono estremamente regolari. Una salita quindi da diesel: bisogna trovare il rapporto giusto e con quello si arriva tranquillamente in vetta: nel mio caso è bastato un 39x21, alternato al 23 in alcuni tratti. Occorre però non strafare poichè la lunghezza della salita e la mancanza di tratti in cui respirare, salvo due brevi falsopiano di poche decine di metri, può giocare brutti scherzi. Da segnalare inoltre l'assoluta mancanza di punti di ristoro: l'ultimo è il Bar-Ristorante Halte 2000 al km. 11, poi più nulla sino alla vetta. Giunti al km 12,6 superiamo un ponticello ed entriamo in un ampio vallone: abbiamo superato i 2000 metri di quota e la vegetazione arborea va via via scomparendo lasciando il posto a magri pascoli. Iniziamo a cogliere i primi fischi di allarme della numerosissima colonia di marmotte che popola questi luoghi. Al km. 16 sulla nostra sinistra appaiono le acque increspate dal vento del piccolo Lago di Essaupres: ora la strada volge decisamente verso sinistra per superare nuovamente con una serie di tornanti un altro balzo roccioso. Al km. 19, mt. 2520, un largo spiazzo nei pressi di alcuni caseggiati di chiara fattura militare, le Caserme di Restefond: dei pannelli illustrano lo scopo e la storia di questi luoghi. Le pendenze si addolciscono notevolmente nei pressi del Col de Restefond (km. 20,6 mt. 2656), che raggiungiamo in curva, e finalmente vediamo per la prima volta l'inconfondibile sagoma piramidale della Bonette. L'ultimo tratto ci vede impegnati quasi in uno sprint, tale è l'euforia per la meta vicina e per la pendenza ora dolcissima (3% nell'ultimo chilometro). Infine, al km. 22,6 valichiamo in cresta il colle geografico della Bonette, a quota 2715 metri: ma le nostre fatiche non sono ancora finite, anzi... Infatti per compiere il cosiddetto "giro della Bonette" occorre prendere la strada (a senso unico, mi raccomando di non sbagliarvi) che si arrampica sui fianchi della cima rocciosa per giungere, dopo 1,2 chilometri ed alcuni tratti molto ripidi, al piazzale sottostante la Cima Bonette, a quota 2802 metri. Il luogo è estremamente selvaggio: nessun rifugio o costruzione, solo una stele di granito indica la quota altimetrica e racconta la storia della strada. Nei fine settimana e nel pieno della stagione estiva un piccolo chiosco motorizzato vende generi di conforto, ma non sempre lo troverete aperto. Sotto di noi si ha una bellissima vista verso il Col de la Moutiere. Con un paio di scarpe adatte - non certo le scarpine con le tacchette a sgancio rapide - ci si può arrampicare in pochi minuti sino alla Cima vera e propria (mt. 2860) dove una tavola di orientamento ci permette di riconoscere l'infinita serie di vette che ci circondano. Il panorama da quassù - inutile dirlo - è di bellezza assoluta, anche se mancano le distese di ghiaccio di altri giganti alpini come lo Stelvio o l'Iseran. La discesa è di quelle che non si dimenticano facilmente: l'ampia carreggiata e la perfetta asfaltatura (evidentemente rifatta da poco) consentono di pennellare curve da manuale e di raggiungere alte velocità in discreta sicurezza. Col du Vars (FR) – 2108 m Col de L’isoard (FR) – 2360 m E' arrivato finalmente il momento di puntare la bandierina sul mitico Col d'Izoard: superfluo ricordare le mitiche pagine di ciclismo che si sono scritte sulle rampe assolate della Casse Deserte. Scalare l'Izoard, al di là dell'impegno fisico - nemmeno poi così rilevante - significa percorrere la storia del ciclismo epico di Coppi, Bartali e Bobet. E significa anche scoprire un paesaggio meraviglioso ed affascinante: difficile descrivere l'impressione di meraviglia e di stupore all'apparire della mitica Casse Deserte, un angolo di luna trasportato sulle Alpi Briançon è la base di partenza ideale per l'Izoard. La più alta città d'Europa - come recita pomposamente un tabellone pubblicitario - si raggiunge in poco più di due ore attraverso il Col du Montgenevre: lasciata la macchina nei pressi di Val de Près, nella Vallèe de la Clarèe esplorata nel recente Giro del Monginevro, ci aspettano 8 km di adeguato riscaldamento nella brezza mattutina per arrivare in centro a Briançon. Si attraversa la città e seguendo le indicazioni per ArgentiereGap ci troviamo ben presto su una strada di grande comunicazione molto trafficata che dopo 15 km ed una serie di "mangia e bevi" giunge a l'Argentiere en Bessèe (976 mt.). Altri 16 km piuttosto noiosi per arrivare a Mont Dauphin (900 mt.) e finalmente si lascia la tangenziale per svoltare a sinistra in salita verso Guillestre (mt. 1000, km 35). Iniziamo a salire con decisione proprio in prossimità del bivio per il Col du Vars ed entriamo nel Parco del Queyras: qui il fiume Guil ha scavato nel corso dei secoli un impressionante canyon ed il paesaggio è veramente molto caratteristico, la pendenza cala notevolmente e ci consente di ammirarlo con calma. Attraversiamo alcune brevi gallerie e ad un certo punto la valle si apre subito dopo il piccolo centro di Beyer: si prosegue tranquilli con il "53" sino ad una nuova strozzatura della valle, ed è qui che inizia la salita vera. Dopo un chilometro infatti troviamo a sinistra il bivio per l'Izoard (proseguendo dritto si va verso Chateau Queyras ed il Colle dell'Agnello): i primi chilometri alternano qualche breve e deciso strappo a interminabili rettilinei assolutamente privi di ombra. Capiamo subito che sarà il sole il principale nemico: oggi fortunatamente è una giornata magnifica e ventilata, ma possiamo immaginare quale sia il supplizio di una infuocata giornata priva di brezza!!! Comunque si pedala agevolmente, circondati da prati verdissimi, sino ad Arvieux (1544 mt.), con il suo caratteristico campanile: indi tre chilometri interlocutori sino a Brunissard (1771 mt) e poi non ci sarà più scampo, la pendenza sarà sempre superiore all'8 % per i successivi 5 km, completamente esposti al sole. Si soffre, ma il panorama diventa via via più avvincente e ci lascia veramente a bocca aperta quando, dopo una curva, ci appare la mitica "Casse Deserte", un paesaggio lunare, fatto di guglie e di rocce completamente prive di vegetazione. La strada ora scende leggermente per qualche centinaio di metri, sino alla lapide che ricorda due nomi mitici del ciclismo: Coppi e Bobet (la foto qui è un obbligo!!!). Indi si riprende a salire con decisione, ma la meta è vicina, solo tre chilometri per scollinare al Col d'Izoard (mt 2360). Caratteristica anche la discesa verso Cervieres, soprattutto nei primi chilometri (il manto stradale non è dei migliori per la presenza del brecciolino che rende insidiosa la tenuta in curva): si giunge proprio in centro a Briançon, e nonostante il caldo decidiamo di attaccare anche l'ostico Col du Granon. Decisione incauta, poiché tale salita risulterà veramente micidiale, ben altra cosa rispetto all'Izoard!! La si attacca da Chantemerle (mt. 1350 , 6 km in leggera salita dopo Briançon in direzione del Lautaret). Saranno 11 km di sofferenza, la pendenza media infatti risulterà essere del 9% ma con punte ben superiori e soprattutto senza un momento di tregua, anche qui completamente esposti al sole: una salita veramente dura, per fortuna non è troppo lunga, ma arriviamo alla meta (mt 2430) duramente provati e svuotati di ogni energia: saremo ripagati da un panorama anche qui superbo, da un lato le vette ancora innevate del Grand Serre Chevalier e del massiccio dell'Ecrin, dall'altra l'ampia veduta verso la valle della Clarèe verso cui è possibile scendere (dal Colle si diparte infatti una bellissima strada militare sterrata che corre a mezzacosta per poi scendere con numerosi tornanti che intravediamo verso Val de Près - è un peccato non avere una MTB..). Dopo un meritato riposino ci buttiamo in discesa verso Briançon e riguadagnamo quota sino alla macchina. Una giornata indimenticabile, sole, grandi panorami, salite mitiche: cosa può pretendere di più un ciclista dalla vita? Col du Galibier (FR) – 2645 m Concludiamo la stagione dei grandi passi francesi con quello che è sicuramente il più celebrato e scenografico, vale a dire il Col du Galibier (2646 mt). Anche oggi una stupenda giornata estiva, ventilata e quindi di grande resa scenografica: unico aspetto negativo è stato il traffico veramente elevato nel tratto da Briançon al Lautaret, ma è sabato e le vacanze sono vicine anche per gli amici francesi… Per rendere la giornata un po' movimentata ho deciso di partire da Bardonecchia e raggiungere Briançon attraverso il Col de l'Echelle. Dunque lasciata l'auto a Bardonecchia (mt. 1312) nel grande piazzale di partenza degli impianti di Campo Smith ci si dirige verso la frazione di Melezet e di Pian del Colle, subito in salita e con pendenze notevoli mitigate soltanto da qualche tratto di falsopiano. Nei pressi di un piccolo bacino artificiale (km 5,5) si lascia la strada per la Vallée Etroite e si prende a sinistra, iniziando la scalata vera e propria al Col de l'Echelle (Colle della Scala), molto spettacolare poiché ci si arrampica sul bordo della montagna granitica con una serie di tornanti molto stretti. Le pendenze non sono comunque proibitive, specie nel tratto centrale, e dopo due brevi tunnel scavati nella roccia si scollina sul Col de l'Echelle (mt.1766 km 11), attraversando ora un falsopiano molto ameno circondato di pini e prati verdissimi. Iniziamo quindi la discesa verso la Vallée de la Clarée, raggiungendo Plampinet (mt. 1478- km 18) e quindi in discesa costante Val de Prè, Lavachette per poi sbucare sulla Statale del Monginevro e raggiungere Briançon (mt. 1321, km 32,5). Da Briançon ci aspettano 28 km di salita per raggiungere il Col du Lautaret: ma è salita per modo di dire, infatti si sale quasi costantemente con il 53x17 o 19, attraversando i centri di Chantemerle (mt. 1350 km 38,5) e di Monetier-les-Bains, (mt. 1500, km 45) che fanno capo al domaine skiable di Serre Chevalier. La particolarità (negativa) di questo tratto è costituita dal traffico automobilistico molto intenso: fortunatamente la sede stradale è molto ampia!! Comunque si raggiunge agevolmente il Col du Lautaret (mt. 2058, km 75,5), con bei panorami negli ultimi chilometri che tra l'altro riservano le pendenze più sostenute (mai superiori comunque al 5-6%). Giunti al Colle si prende la deviazione a destra per cominciare la vera salita della giornata, quella che ci porterà al Col du Galibier: 7,5 km per un dislivello di 588 mt ed una pendenza media del 7,8%. Salita molto costante e di rara bellezza per i panorami che ci circondano: nei primi due chilometri ci troviamo di fronte la mole imponente del massiccio della Meije con i suoi ghiacciai, quindi in un susseguirsi di verdissimi pascoli si entra in un vallone selvaggio che ci conduce al Colle. Attenti all'ultimo chilometro, il più duro dell'intera ascesa con punte al 12%: è l'unico tratto che mi costringe ad usare il 23, altrimenti per l'intera salita ho usato il 39x19 senza mai andare in affanno. Ma ecco, proprio su di una curva, il Col du Galibier (mt. 2646, km 68), già transennato in vista del passaggio del Tour di lunedì prossimo: imponente il panorama, specie sul versante della Maurienne, che è poi il versante "classico" di scalata di questo mitico colle alpino. Dopo le foto di rito indossiamo la mantellina per una fantastica picchiata a ritroso sino a Briançon: discesa stupenda, condizioni del manto stradale ottime e velocità costantemente superiori ai 60 km/h, una vera pacchia, disturbata solo in parte da un forte vento (contrario naturalmente…). A Briançon la temperatura è di 33° C (sono le due del pomeriggio): il ritorno a Bardonecchia è un vero calvario, con sosta ad ogni fontana per dissetarsi. Concludiamo la nostra fatica a Bardonecchia al km 136: anche questa è fatta! Col du Lautaret (FR) 2057 m Briacon Col du Galibert (FR) – 2645 m Col d Telegraphe (FR) – 1566 m Il Col du Telegraphe (1566mt) ospita un bar, una tavola d'orientamento ed una canna per l'approvvigionamento idrico. La breve discesa successiva si svolge avendo sulla destra, sull'altro lato della valle, l'evidente tracciato della strada (sterrata per un chilometro e parzialmente franata) che congiunge Valloire (frazione Le Villard) al villaggio di Albanette oltre il quale si potrebbe salire al col D'Albanne e poi precipitare su St Jean de Maurienne qualche chilometro più a valle del nostro punto di partenza (ipotesi per il ritorno a tutt'oggi non effettuabile). Col de l'Iseran (FR) – 2770 m versante sud - da Lanslebourg Località di partenza: Lanslebourg Mont-Cenis, mt.1399 Località di arrivo: Mont Ventoux, mt. 2770 Lunghezza: km. 32,9 Dislivello: mt. 1371 Pendenza media: 4,2 % Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 11 % Stato del manto stradale: Discreto La salita nel dettaglio Signori, giù il cappello di fronte al più alto valico stradale europeo: un mostro sacro che non può assolutamente mancare alla collezione di colli di un vero grimpeur. Nonostante la quota elevata, la salita non presenta mai particolari difficoltà: unico problema può essere il tempo - in caso di improvvisi temporali ci si può ritrovare in cima in piena bufera di neve anche ad agosto - e la quota stessa, con gli inevitabili problemi di rarefazione dell'aria. Se avrete la fortuna - come il sottoscritto - di scalare l'Iseran in una bella giornata di sole sarete ricompensati da un panorama maestoso ed ineguagliabile, che solo i grandi colli over 2000 sanno regalare.... Base di partenza ideale per la scalata all'Iseran è la cittadina di Lanslebourg Mont-Cenis, facilmente raggiungibile dall'Italia attraverso il Colle del Moncenisio (43 km da Susa) oppure il Traforo del Frejus (Modane a 23 km): noi abbiamo optato per questa soluzione (che salasso il pedaggio del Tunnel!! 44.000 lire, sola andata…), lasciando la macchina a Villarodin, villaggio posto 3 km dopo Modane. Si inizia a pedalare sull'ampia N6 che risale dolcemente la valle della Maurienne passando la bella cittadella fortificata di Braman, quindi un susseguirsi di saliscendi ci conducono a Termignon (mt. 1330, km 11), importante stazione turistica: qui inizia un breve tratto ostico di circa un chilometro, cui fa seguito un nuovo tratto di discesa che conduce a Lanslebourg Mont-Cenis (mt. 1399, km 20), dove incrociamo la strada che scende dall'omonimo colle. Bella la cittadina, elegante centro turistico di sport invernali, anche se non ha molto del villaggio di montagna. Comunque, la scalata "canonica" all'Iseran comincia qui: infatti subito dopo aver superato la borgata di Lanslevillard inizia un primo tratto di salita impegnativa sino al minuscolo borgo di La Madeleine (mt. 1742, km 27), quattro chilometri con punte del 10%. Per i cacciatori di colli, da segnalare che con una piccola deviazione a sinistra in prossimità del paesello si può conquistare il Col de la Madeleine, mt 1929 (da non confondersi con l'omonimo e ben più ostico situato vicino ad Albertville). Ritornando sul tracciato principale della N6 raggiungiamo il bel centro di Bessans (mt. 1735, km. 33), meritevole di una visita (magari al ritorno) e quindi proseguiamo praticamente in falsopiano, ma sempre esposti al sole e soprattutto al vento implacabile, seguendo il corso del fiume Arc sino a raggiungere Bonneval sur Arc (mt. 1787, km. 39) , alla testata della valle. Il villaggio, circondato da imponenti montagne, è raccolto attorno al suo borgo antico, chiuso alle auto e molto caratteristico. Se l'impegno fisico sinora è stato trascurabile, ora la salita non ci darà più tregua, ci aspettano infatti 13 km e 960 mt. di dislivello prima di raggiungere la meta. La strada si alza decisa nei primi chilometri, regalandoci splendidi panorami sulla valle dell'Arc, ma la maestosità del panorama che ci circonda è tale da far passare in secondo piano la fatica fisica Assolutamente d'obbligo dare uno sguardo alla cerchia di montagne che ci circondano (siamo nel parco della Vanoise, a pochi chilometri dal confine italiano e dal Parco del Gran Paradiso)..: le pendenze si attestano costantemente attorno all'8% ed in questo tratto è molto importante trovare il giusto ritmo. Io salgo con il 39x21, raramente ho usato il 23, salvo che negli ultimi due chilometri che sono veramente molto impegnativi (attorno al 10%, ma la difficoltà sta nella quota che comincia a farsi sentire rendendo affannosa la respirazione…): infine, al km. 53 scolliniamo sull'Iseran a mt. 2770. Sarà la splendida giornata, tersa e ventosa , ma a mio parere l'Iseran è uno dei colli più belli che abbia mai scalato, lo metto sicuramente nei primi tre assieme al Nivolet, al Gavia e allo Stelvio. Il panorama in prossimità del colle è purtroppo gravemente deturpato dagli innumerevoli impianti di risalita, ma comunque di indubbio fascino: un piccolo rifugio, una cappelletta, ed un vento terrificante, fortunatamente non freddo (ma mi immagino cosa succeda qui in una giornata nuvolosa o peggio..): foto di rito, qualche chiacchera con i numerosi ciclisti francesi e poi subito giù a capofitto in discesa, dove si toccano velocità da brivido (oltre 80 km/h). Cormet de Soselend (FR) – 1968 m Il Cormet de Roselend è bellissimo" trovo scritto a penna negli appunti che scrivo la sera per non dimenticare le cose più importanti. Come è bellissimo il lago de Roselend che precede di poche centinaia di metri la cima e che ospita addirittura un circolo nautico... La natura si fa sempre più aspra, i pascoli non sono più i verdi tappeti "made in Austria": qui l'uomo (e i suoi animali) devono strappare alla roccia la terra per sfamare le greggi e le mandrie! I rifugi lungo la strada sono molto meno attrezzati che in Austria o in Svizzera, ma un Sandwich (mezza baguette farcita con jambon e fromage) resta sempre un sano pranzetto. Scendiamo dal Cormet de Roselend verso la Val d'Isere. Per quanto è bella la strada, per quanto iniziano ad essere orrende le immense moderne costruzioni delle stazioni invernali. Col des Saies (FR) – 1650 m Nei paesini che attraversiamo è un tripudio di fiori, anche gli ambulanti espongono fioriere coloratissime! Molto caratteristico il Col de Aravis con la sua distesa di pascoli. Sosta pranzo sul Col des Saisies. L’asfalto sotto di noi scorre guidandoci in quest’avventura. Cominciamo a salire: il Col Des Gets è il primo passo della nostra RDGA. Il paesaggio si fa interessante sul Col De La Colombiere dove ci fermiamo per una sosta caffè: siamo euforici! Ripartiamo subito perché ora sappiamo cosa ci aspetta: è straordinario! Nei paesini che attraversiamo è un tripudio di fiori, anche gli ambulanti espongono fioriere coloratissime! Molto caratteristico il Col Des Aravis con la sua distesa di pascoli. Sosta pranzo sul Col Des Saisies Ginevra Jaunpass (CH) – 1509 m Interlaken (CH) Grimsel Pass (CH) – 2165 m da Innertkirchen Località di partenza: Innertkirchen, mt. 625 Località di arrivo: Grimsel Pass mt 2165 Lunghezza: km. 26 Dislivello: mt. 1540 Pendenza media: 5,9% Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 11% Stato del manto stradale: Buono. Attenzione al traffico, che può essere sostenuto nei week end estivi Eventuali deviazioni che si possono compiere: Assolutamente da non perdere la stradina che dal passo porta alla diga dell'Oberaar See: 5 km piuttosto discontinui (tratti di dura salita alternati a falsopiani e qualche discesa) in un fantastico scenario alpino di laghi e ghiacciai. Data della ricognizione: mercoledì 25 luglio 2001 La salita nel dettaglio Con la salita del Grimsel Pass si conclude il "trittico alpino svizzero" che ci ha visti percorrere nell'ordine - il Furka Pass ed il Susten Pass: inevitabile quindi patire un poco la stanchezza sul Grimsel, soprattutto se la giornata è di quelle torride. Ma i panorami spettacolari che si godono negli ultimi chilometri di ascesa vi ripagheranno ampiamente degli sforzi fatti: la regione del Grimsel è infatti ricchissima di laghi e di ghiacciai Al termine della lunga discesa dal Susten Pass ci troviamo nella piazza principale di Innertkirchen, a soli 622 metri di quota. La salita verso il Grimsel si preannuncia lunga e faticosa, anche perchè la giornata è particolarmente calda e di nuvole in cielo non se ne vede nemmeno l'ombra. I primi due chilometri sono assolutamente riposanti: si risale la valle dell'Aar, tra boschi e prati come sempre curatissimi: nessun problema anche nel tratto successivo dove brevi rampe si alternano a tratti decisamente meno impegnativi: si superano alcune brevi gallerie paravalanghe e si toccano i piccoli centri di Boden (km 5,5 mt. 870) e Gutannen (km. 8,4 mt. 1057, fontana). Il paesaggio comincia ora a divenire più aspro: si pedala fra aspre gole rocciose superando alcuni tornanti intagliati nella nuda roccia. Al km. 16 il tratto più duro della salita: la strada entra in una lunga galleria, ma per i ciclisti è obbligatoria la deviazione sulla destra lungo il vecchio tracciato che corre a strapiombo sul fiume. Dopo circa 1,5 km la stradina si ricongiunge con la direttrice principale: siamo ormai in vista del primo bacino artificiale, il lago del Raterichsbondensee (km. 19,4 mt. 1767), costruito nel 1921. Le sue acque sono di un colore incredibile verde smeraldo. Lo costeggiamo in falsopiano per circa 1,5 km prima di affrontare l'ultima parte della salita: in alto si intravede la grande diga del Grimsel See (km. 22,7 mt 1912), il più ampio dei bacini della zona, e la sagoma del vecchio Ospizio. Giunti in riva al lago finalmente ecco che ci appare per la prima volta il Passo: dobbiamo soffrire ancora per tre chilometri, ma la bellezza del panorama è tale che la fatica scomapre d'incanto. Gli ultimi tornanti prima del passo consentono infatti di godere di uno spettacolo unico sui laghi sottostanti: l'arrivo sul Grimsel Pass (km 26, mt 2165) è quasi in falsopiano, il traffico turistico è molto sostenuto e ci si può rifocillare in uno dei numerosi bar- locande. Sulla destra, regolata da un semaforo, parte la stradina che porta all'Oberaar See, una escursione da non perdere se non si è troppo affaticati: sul passo invece un piccolo laghetto naturale contribuisce a rendere ancora più fiabesco il paesaggio. Proseguendo alla volta di Gletsch vale la pena soffermarsi appena prima di iniziare la discesa per ammirare la serpentina dei tornanti che dovremo percorrere: in lontananza si staglia invece il profilo della strada che porta verso il Furka. Velocissima la discesa verso Gletsch, che raggiungiamo con numerosi tornanti dopo appena 6 chilometri: rimangono ancora pochi colpi di pedale prima di Oberwald, dove è cominciata questa bellissima giornata sulle Alpi Svizzere Nufenen Pass (CH) – 2478 m da Ullrichen Località di partenza: Ullrichen, valle del Goms mt. 1346. Inizio rilevamento al passaggio a livello sulla linea FurkaOberalp Località di arrivo: Nufenen Pass mt. 2478 (passo della Novena) Lunghezza: km. 13,7 Dislivello in salita: mt. 1132 Pendenza media: 8,2% Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 500 mt): 12-13 % Stato del manto stradale: Buono: ad inizio stagione (il passo normalmente apre agli inizi di giugno) è possibile trovare i resti di slavine lungo il percorso, con conseguente presenza di terriccio e piccoli allagamenti sulla sede stradale Eventuali deviazioni che si possono compiere: Un appassionante itinerario coinvolge altri due grandi passi alpini, il Gottardo ed il Furka: dal Nufenen Pass si scende in Val Bedretto sino ad Airolo(mt. 1159), quindi si scala il passo del Gottardo (mt 2091) e si scende ad Hospental (mt. 1456) per affrontare il passo della Furka (mt. 2431). Indi si ritorna ad Ullrichen per completare un anello di circa 98 km. ed un dislivello di 3000 mt. Questo itinerario diventa molto impegnativo se affrontato nel senso inverso e lasciando per ultimo il Nufenen. Assolutamente da non perdere, lungo il percorso, la deviazione al lago del Gries, proprio nelle vicinanze del confine italiano con la Val Formazza. Eventuali suggerimenti per la visita: La valle del Goms è di rara bellezza: in particolare merita una visita il paesino di Münster, con i classici edifici in legno poggiati sui basamenti di sasso (si chiamano stadel). La salita nel dettaglio Salita molto difficile quella del Nufenen Pass: la pendenza media infatti inganna il povero ciclista che si accinge alla scalata. Che le cose siano ostiche ci si accorge ben presto dopo aver lasciato alle proprie spalle il ridente paesino di Ullrichen, mt. 1346, nella verdissima vallata del Goms: poche centinaia di metri pianeggianti dopo la piccola stazione ferroviaria e subito ci si trova a fare i conti con pendenze importanti. La salita si presenta infatti con due ampi tornanti, e già siamo in piedi sui pedali: questo primo tratto, flagellato da una imponente slavina caduta questa primavera e di cui si vedono ancora i resti, risale una stretta incassatura della valle percorsa dal fiume Agene. Superato un primo ponte (1536 mt, km. 2,8) si affrontano insidiosi tratti rettilinei in cui la pendenza non molla mai: solo dopo il quarto km troviamo un breve falsopiano di circa 400 mt, proprio nel punto in cui la strada sbuca su un'ampia conca valliva ormai priva di vegetazione arborea. I ripidi pendii ancora in gran parte innevati echeggiano del fischio caratteristico delle marmotte. La strada riprende a salire con decisione al km. 6 (mt. 1759), quando si attraversa nuovamente un ponte per portarci sul lato orografico destro del torrente: abbiamo appena superato i resti di una slavina di proporzioni gigantesche, e la strada è letteralmente tagliata entro due enormi muraglioni di neve, con un effetto a dir poco suggestivo. Ora affrontiamo la parte più ostica della salita: infatti si procede con lunghi rettilinei a mezzacosta dove la pendenza è sempre costantemente attorno al 10-11%. Solo al km 8,5 troviamo il primo tornante, a quota 2000 mt: di fronte a noi in alto si intravede il lungo traverso ed il muraglione della diga del Gries, mentre la strada piega decisamente verso sinistra per affrontare una impressionante balconata disseminata di tornanti: a guardare in alto c'è da scoraggiarsi!! E in effetti, nonostante la presenza dei tornanti, la pendenza non accenna a diminuire: siamo al limite dei 2000 mt e l'aria rarefatta complica ulteriormente le cose. Solo la spettacolarità dell'ambiente montano circostante mitiga le fatiche: nonostante la stagione ormai avanzata troviamo ancora moltissima neve, e nei pressi di alcuni tornanti i muraglioni di neve superano i tre metri di altezza, facendoci evocare immagini storiche di un ciclismo d'altri tempi. Peccato per la presenza di grossi tralicci dell'alta tensione che devastano orribilmente il paesaggio.... Superato nei pressi di un tornante il bivio per il lago del Gries (km 11,8 mt 2303), la pendenza tende fortunatamente a calare negli ultimi due chilometri: ma l'arrivo sul passo, a quota 2478 mt. dopo 13,7 km di salita, ci vede particolarmente provati, complice anche la giornata di gran caldo. Sul Passo, manco a dirlo, moltissima neve ed anche un discreto traffico di turisti e gitanti, nonostante la gioranta feriale: miolte le moto, e del resto questo è normale qui in Svizzera. Dopo aver scambiato quattro chiacchere con un simpatico compagno svizzero di scalata ed una breve sosta ristoratrice ritorniamo sui nostri passi per affrontare la breve salita che ci porta al Lago del Gries. E' una deviazione che consiglio caldamente di effettuare perchè qui ci si trova veramente immersi nella natura: la stradina corre in leggera salita per circa un chilometro e mezzo ed è appena stata liberata dalla neve, in maniera però alquanto grossolana, tanto che si devono affrontare alcuni tratti innevati ed invasi da detriti. Come ricompensa per questa digressione "cross country" una pace ed una tranquillità quasi mistici: dal muraglione della grande diga, a quota 2387 si può ammirare il grande spettacolo del ghiacciaio del Gries che va a morire nelle acque blu cobalto del lago, ancora in gran parte ghiacciato. Ritornati verso la strada principale non si può fare a meno di ammirare dall'alto la valle dell'Agene che abbiamo percorso con tanta fatica: una veduta spettacolare che ci ricompensa ampiamente della fatica consumata. Passo del San Gottardo (CH) – 2091 m da Airolo via Val Tremola Località di partenza: Airolo mt. 1159 Località di arrivo: Passo del San Gottardo, mt 2091 (Ospizio) Lunghezza: km. 12,7 Dislivello: mt. 932 Pendenza media: 7,4 % Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 12 % Stato del manto stradale: Definire buone le condizioni di una strada per gran parte lastricata in pavè può sembrare un eufemismo: in realtà il fascino di questa salita è rappresentato proprio dal pavè che si incontra lungo la Val Tremola. La bici sobbalza continuamente, le braccia sono sottoposte a continue vibrazioni, eppure il fascino di questa esperienza vale senz'altro le piccole sofferenze che inevitabilmente bisogna patire..... Eventuali deviazioni che si possono compiere: Il Passo del Gottardo può essere inserito in uno spettacolare anello che prevede la scalata di altri due grandi passi svizzeri, il Furka ed il Nufenen: percorso in senso antiorario è un circuito molto impegnativo poichè si deve affrontare il temibile Nufenen dal suo versante più difficile, quello di Ulrichen. L'anello misura circa 100 chilometri e presenta un dislivello di 3200 metri. Data della ricognizione: sabato 11 agosto 2001 La salita nel dettaglio La Parigi Roubaix delle Alpi: questa - in sintesi - la salita della Val Tremola che conduce al passo del San Gottardo. Un'esperienza insolita, pedalare in montagna sul pavè, che non può mancare nel bagaglio di un salitomane: una strada spettacolare per la sua unicità, per il paesaggio e per la quasi totale assenza di traffico, deviato sulla vicina superstrada. Anche se alla sera avrete un po' di mal di schiena ricorderete per sempre questa salita... La salita al Passo del Gottardo inizia ad Airolo, centro nevralgico del turismo (e del traffico...) ticinese, poichè qui si imbocca la galleria del Gottardo. Chi vuole salire al passo evitando il traforo invece può usufruire della nuova superstrada (costruita negli anni settanta) oppure percorrere la vecchia strada della Val Tremola: fortunatamente per noi ciclisti non tutti sanno che quest'ultima via è ancora perfettamente agibile ed in ottime condizioni. La strada carrozzabile fu iniziata nel 1819 ed ebbe un ruolo importante per lo scambio di merci con il centro Europa: il pavè con cui era originariamente lastricata la strada è stato a tratti sostituito dall'asfalto e dal cemento, soprattutto nel primo tratto dopo Airolo, ma fortunatamente gran parte della pavimentazione è rimasta, specie nella seconda parte dell'ascesa, con gli spettacolari tornanti della Val Tremola. Partenza dunque dal centro di Airolo, facendo bene attenzione a non seguire le indicazioni in verde per la superstrada: un primo tratto piuttosto ripido ci porta ben presto all'uscita del paese, poi la pendenza si addolcisce notevolmente permettendo di godere di ottime viste sulla città ai nostri piedi. Al km. 2 incontriamo un primo bivio per la superstrada che ignoriamo tenendo sempre la destra: ben presto incontriamo i primi tratti in pavè, talvolta frammisto all'asfalto: le nostre ruote cercano le esili lingue di asfalto per sfuggire alle terribili vibrazioni che il pavè trasmette al telaio, e la velocità si riduce sensibilmente. Passiamo alcune costruzioni militari e giunti nei pressi del Motto Bartola (km. 5,4 mt. 1527) incrociamo nuovamente la superstrada: inizia qui la Val Tremola, come indicato dai cartelli, ed è sicuramente il tratto più spettacolare ed impegnativo della salita. Affrontiamo un lungo rettilineo prima di volgere decisamente ad ovest lungo una valle apparentemente invalicabile: comincia il pavè, regolare ed uniforme, in perfette condizioni di manutenzione, e dopo un ponticello ci apprestiamo ad affrontare una magnifica scalinata di tornanti ravvicinati. La strada è un vero capolavoro di ingegneria, e percorrerla incute grandi sensazioni, quasi non si avvertono più le vibrazioni talmente siamo assorti nella nostra fatica: l'ascesa è solitaria, anche in pieno agosto rarissime sono le vetture che si avventurano lungo questa strada. In alto scorgiamo i viadotti della superstrada, ferite aperte nel fianco della montagna: noi proseguiamo invece lungo gli innumerevoli tornanti guadagnando rapidamente quota con pendenze regolari, anche se non mancano tratti decisamente impegnativi, come quello compreso tra i km. 8,8 e 9,3 dove la pendenza media è dell' 11 per cento. Estremamente perfido l'ultimo rettilineo finale che conduce al passo, spesso battuto dal vento: giunti in vetta l'incanto della scalata solitaria svanisce ben presto, il traffico è caotico, opprimente, e non vale la pena spendere molto più del tempo necessario per rifocillarsi e per prepararsi alla discesa. Per rientrare ad Airolo converrebbe decisamente imboccare la superstrada (il pavè in discesa a velocità sostenute è una vera tortura ed è estremamente pericoloso in caso di pioggia), anche se i cartelli recitano che è vietata al traffico ciclistico. A quanto mi risulta so di ciclisti multati in maniera spropositata per aver infranto il divieto, quindi prestate bene attenzione.... Chi invece intende scendere sull'altro versante per affrontare la salita del Furka, puàò tranquillamente percorrere la veloce superstrada che in un batter d'occhio conduce ad Hospental, dove troviamo il bivio per Realp e per Andermatt. Furka Pass (CH) – 2431 m da Oberwald Località di partenza: Oberwald mt. 1368 Località di arrivo: Furka Pass mt 2431 Lunghezza: km. 16,5 Dislivello: mt. 1063 Pendenza media: 6,5% Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 12% Stato del manto stradale: Buono Eventuali deviazioni che si possono compiere: L'anello Suste-Grimsel-Furka: una cavalcata emozionante Data della ricognizione: mercoledì 25 luglio 2001 La salita nel dettaglio Con la salita del Furka Pass comincia la cronaca di una lunga giornata ciclistica sulle Alpi Svizzere. In una assolata e limpida giornata di fine luglio 2001 mi sono deciso ad intraprendere questo impegnativo anello circolare che vede la scalata del Furka, del Susten ed infine del Grimsel Pass: in tutto 140 km da Oberwald per circa 3800 metri di dislivello. Insomma, una intera giornata di pedalate in quella che ritengo una delle zone più belle in assoluto delle Alpi Svizzere. Provare per credere.... La salita al Furka Pass inizia ad Oberwald, ultimo villaggio della valle del Goms, dove parte anche il nuovo tunnel ferroviario che collega la valle del Goms con Andermatt . In un ambiente tipicamente "svizzero" ci si alza di quota con alcuni ampi tornanti prima di addentrarsi nella profonda incassatura della valle che ci separa da Gletsch: il Rodano, uno dei più importanti fiumi europei, scorre impetuoso sotto di noi mentre la strada si inerpica lungo le pareti rocciose della gola con pendenze a volte sostenute. Gettando lo sguardo verso l'altro si intravedono i sinuosi tornanti che conducono al Grimsel Pass. Giungiamo così a Gletsch (km. 6 mt 1747), minuscola località ed importante crocevia turistico posta in una amena conca glaciale: fino al 1981 passava per di qui la vecchia ferrovia a cremagliera per il Furka che con un recente progetto di valorizzazione sta per essere ripristinata. Di fronte noi, imponente, la mole del ghiacciaio del Rodano, che nasce proprio da questa conca: anche se in forte regresso negli ultimi anni, lo spettacolo naturale è sempre emozionante. Si intravede anche tutto il tracciato della strada disegnato sui fianchi della montagna che dovremo percorrere sino al passo, ma non è il caso di scoraggiarsi più di tanto... Lasciata sulla sinistra la deviazione che porta al Grimsel Pass infatti la salita verso il Furka procede agevolmente con due ampi tornanti sulla destra della valle e prosegue poi con un lungo rettilineo, fiancheggiando i binari della ferrovia. Le pendenze non sono probitive, tutt'altro, ma la cautela è d'obbligo visto il dislivello che affronteremo nella giornata: chi invece pone il Furka come unico obiettivo può tranquillamente spingere rapporti "duri", tipo un 39x15 o 17. Superato un ponte la strada si inerpica poi verso il ghiacciaio del Rodano, subendo una improvvisa impennata proprio in prossimità degli stretti tornanti che precedono l'Hotel Belvedere (km 13,8 mt 2272), dove le pendenze superano abbondantemente il 10%, seppure per un breve tratto di circa 500 metri: è l'unico vero ostacolo alla conquista della vetta, infatti gli ultimi tre chilometri vedono un progressivo regredire della pendenza, e l'arrivo sul passo - uno dei più alti valichi stradali svizzeri - è addirittura in falsopiano. Il panorama sul passo è tutto sommato abbastanza deludente rispetto a quello intravisto lungo la salita: solo spostandoci verso il versante di Realp si aprono belle vedute sulla valle e sulle vette dell'Oberland. In caso di cattivo tempo l'unica possibilità di ristoro è l'Hotel posto appena prima di iniziare la discesa verso Realp. Il traffico può essere molto intenso nei giorni festivi e in pieno periodo estivo: c'è da far rilevare comunque l'estrema disciplina degli automobilisti svizzeri nei confronti dei ciclisti, ben altra cosa rispetto alle abitudini nostrane... Susten Pass (CH) – 2224 m da Wassen Località di partenza: Wassen mt. 916 Località di arrivo: Susten Pass mt 2224 Lunghezza: km. 17,4 Dislivello: mt. 1308 Pendenza media: 7,5 % Pendenza max. rilevata (riferita a tratti di 100 mt): 13% Stato del manto stradale: Buono Eventuali deviazioni che si possono compiere: L'anello Susten-Grimsel-Furka: una cavalcata emozionante in un paesaggio da favola Eventuali suggerimenti per la visita: Data della ricognizione: mercoledì 25 luglio 2001 La salita nel dettaglio La lunga cavalcata sulle Alpi Svizzere che ci ha visti partire da Oberwald per affrontare il Furka Pass prevede come seconda fatica della giornata il Susten Pass: una salita che lascia il segno, da affrontare con molta calma e regolarità visto la lunghezza e la pendenza media da non sottovalutare. Lo straordinario spettacolo dello Steingletscher che ci aspetta sull'altro versante del valico ci farà però presto dimenticare le fatiche facendoci rimanere a bocca aperta: un paesaggio di rara bellezza.... La lunga discesa iniziata dal Furka finisce a Wassen, piccolo paesino lambito dalla superstrada del Gottardo, dove seguiamo le indicazioni per Innertkirchen: ci si alza di quota immediatamente con pendenze attorno all'8% e dopo aver superato alcuni tornanti ed una galleria paravalanghe entriamo senza indugi nella Meintal. Il paesaggio è quello tipico svizzero, da cartolina illustrata per intenderci: prati verdissimi, mucche al pascolo, tutto sembra essere messo lì secondo un ordine prestabilito. Tornando alle nostre fatiche ciclistiche, ci attende una lunga ed estenuante cavalcata su una strada dalle condizioni perfette che si alza progressivamente di quota correndo lungo i fianchi della vallata senza alcun tornante: le pendenze sono di una regolarità disarmante (max 7-8%), ma non vi sono nemmeno tratti in cui prendere fiato salvo un breve momento di tregua al km. 5 dopo aver attraversato il paesino di Dortli. La completa esposizione al sole rende le cose ancora più problematiche (si consiglia di fare un adeguato rifornimento idrico all'inizio della salita e lungo le fontane che si incontrano) Via via che ci si alza di quota il paesaggio diventa più alpino e gettando l'occhio sulla nostra sinistra in alto scorgiamo le cime del Sustenhorn e del Titlis: si nota anche il vecchio tracciato della strada che risale a tornanti il costone della montagna. Noi invece proseguiamo senza l'ombra di un tornante sino ad attraversare il ponte di Gorezmetlen, dopodichè il tracciato vira decisamente a ovest per affrontare l'ultima parte della salita, dove troviamo finalmente alcuni tornanti che ci fanno rapidamente guadagnare quota. La mole del Sustenhorn incombe imponente di fronte a noi prima di entrare nella galleria di valico al km. 17. Le nostre fatiche sono terminate, un ultimo sguardo sulla strada appena percorsa e ci tuffiamo in lieve discesa nel tunnel (circa 300 metri, bene illuminato) che ci consente di sbucare sull'altro versante ove è situato il passo vero e proprio. Un accogliente rifugio consente di rifocillarsi e ripararsi in caso di cattivo tempo: da notare che chi vuole raggiungere il valico geografico vero e proprio (quotato a mt. 2259) deve compiere un piccolo supplemento di dura salita (circa 300 metri) lungo la stradina asfaltata che si diparte sulla sinistra a fianco del rifugio. Ne vale la pena però, perchè si può godere una magnifica vista sulla Meintal che abbiamo appena percorso. Non perdetevi la discesa verso Innertkirchen perchè dopo poche centinaia di metri dal passo vi attende la straordinaria visione del ghiacciaio dello Steingletscher che si tuffa nelle acque di un laghetto cristallino: un panorama stupendo che vale da solo la fatica della salita. La lunga discesa continua con numerose gallerie brevi e non illuminate sino al paesino di Steingletscher, dopodichè ci attendono lunghi e veloci rettilinei sino a Gadmen, indi Nessental e finalmente Innertkirchen a quota 625 metri. La lunga e interminabile salita al Grimsel Pass ci attende, ma per chi fosse a corto di energie va segnalato che gli efficientissimi bus postali svizzeri effettuano anche il servizio di trasporto biciclette con un apposito carrellino portabici al traino. Quando si dice l'efficienza svizzera......!!! Oberalpass Da Andermatt la strada prende subito a salire a risvolte in paesaggio nudo. Grandiose viste all’indietro sulla valle d’Urseren, il massiccio del S. Gottardo a S e il Dammastok m 3636 a O. Si risale l’erbosa valle dell’Oberalp Reuss fino al piccolo lago dell’Oberalp, che fiancheggia per circa 1 km in galleria antivalanghe. Il passo dell?Oberalp: nuda depressione al confine tra le lingue tedesca e romanica. Discesa a svolte per la valle Surpalix sotto il M. Calmot m. 2311, fino a sboccare nella valle del Reno Anteriore o val Tujetsch. Julierpass Salita a svolte , passando davanti all’Ospizio La Veduta m. 2233, nella solitaria valle della Gelgia o Surses. Ai lati della strada due tronchi di colonna romana probabilemente votiva. Al passo, un bel paesaggio glaciale presso un laghetto. Si scende poi nella valle dell’Ova del Vallun dai fianchi scoscesi. Discesa a risvolte con magnifiche vedute sul gruppo del Bernina e sui laghi dell’Alta Engadina. Si abbandona la strada n. 3 per prendere la strada del Maloia per Silvaplana. St. Moritz Passo Bernina (CH) – 2323 m Località di partenza e arrivo: Tirano mt 450 Percorso: Tirano - Passo del Bernina - Confine di stato - Forcola di Livigno - Confine di stato - Tirano Lunghezza: km 77 Dislivello: 2500 mt circa Stato del manto stradale: Piuttosto buono Eventuali suggerimenti per la visita: Accertarsi che non vi siano interruzioni sul percorso e che le condizioni meteo siano buone e stabili, il paesaggio lo merita Come arrivarci: Da Milano si percorre la superstrada SS36 "Nuova Valassina" fino a Colico dove si imbocca la SS 38 del Passo dello Stelvio che percorre tutta la Valtellina fino a giungere a Tirano. Dalla piazza principale si seguono le indicazioni per Bormio e dopo 100 m. sulla sinistra trovate un ampio parcheggio libero dotato anche di utili W.C.. Come tempistica considerate di impiegarci almeno 2 ore da Milano in condizioni di traffico normale. Sconsiglio caldamente la domenica. Nonostante la brevità del percorso, il giro proposto deve essere affrontato con la dovuta preparazione e cautela in quanto il passo del Bernina, pur presentando un tratto pianeggiante di circa 8 km nella zona del lago di Poschiavo, è una salita molto lunga (in tutto circa 34 km) e con un dislivello notevole (circa 1900 m.). Inoltre il successivo tratto in discesa, di ritorno alla cantoniera in località la Motta e il breve tratto di piano non permettono molto recupero che già dobbiamo affrontare l'ultima asperità per la Forcola di Livigno. Chi vi scrive, in compagnia dell'amico Emanuele Bafico ha oltremodo dovuto "prendersela comoda" in considerazione del giro che avremmo affrontato il giorno successivo in territorio elvetico (Fluela + Albula, vedi ns. resoconto). E' comunque un percorso che consiglio caldamente a chi ha già esperienza di giri impegnativi anche in abbinamento ad altri anelli potendo sfruttare come noi l'ottima base di Livigno che abbonda di ottimi Hotels per tutte le tasche. Partiamo dalla graziosa cittadina di Tirano nota a molti amanti della montagna per il famoso trenino che transitando in vicinanza del ghiacciaio del Bernina conduce alla rinomatissima città di St. Moritz. Dalla piazza dominata dall'imponente mole della chiesa parrocchiale iniziamo la nostra scalata in leggera salita per circa 2 km, seguiti appena entrati in territorio elvetico da 4 km abbastanza impegnativi anche a causa della partenza a freddo; noi comunque non abbiamo alcuna fretta e quindi ci imponiamo un'andatura adeguata che ci permetta anche di godere dei panorami mozzafiato che le montagne e la splendida giornata ci offrono. In tutto questo tratto la strada è affiancata dalla ferrovia a scartamento ridotto e non di rado capita di veder transitare il mitico trenino rosso. Dopo poco più di mezz'ora di salita in località Piazzo termina questo primo tratto e sbuchiamo nel vallone di Poschiavo dominato dal suggestivo lago omonimo; qui la vista si apre alle imponenti vette alpine e il lungo tratto pianeggiante ci permette di riprendere fiato e apprezzare in tutto il suo splendore i monti e la flora ormai caratteristicamente alpina. Proseguiamo così per circa 10 km pianeggianti sino a raggiungere la cittadina di Poschiavo posta a circa 1000 metri di quota. Da Poschiavo si ricomincia il saliscendi attraverso il verde. Al km 17,5 si incontra l'ultimo paese, S. Carlo, e poi si comincia a salire seriamente. D'ora in poi le pendenze sono costantemente sul 7% fino a una galleria anti-slavine in cemento (km19). Dopo 25 km si incontra il Ristorante Campo e qui iniziano i primi tornanti che ci accompagneranno verso il Passo. Solo al km 28 la strada accenna a diventare più dolce, presso l'Hotel La Rosa, per 700 m circa. Dopo 31 km si giungerà al bivio per il Passo della Forcola. Altri 3 km e troveremo una serie di tornanti e solo a poche centinaia di metri si addolcirà facendo intravedere l'arrivo sul Passo del Bernina a 2323m di altitudine. Ci fermiamo per una sosta obbligata: prendiamo fiato, ci rifocilliamo e acquistiamo qualche piccolo souvenir (per me lostemmino in metallo da picozza è di prammatica, chi mi conosce sa che la mia specialissima ne è tappezzata) . Dopo circa un quarto d'ora ripartiamo tornando sui nostri "passi" fino ad incontrare il bivio a sinistra per Livigno: superiamo la dogana salutati dai gendarmi e godiamo per pochi minuti del falsopiano dato che in lontananza si profila già il tratto in severa pendenza che ci porterà al valico. La valletta è molto brulla, selvaggia ma nel contempo estremamente affascinante. I kilometri da percorrere sono comunque pochi e in breve vediamo profilarsi il valico di confine in corrispondenza del passo. Anche qui fermata presso il rifugio e giù ritorno a capofitto verso Tirano, in una interminabile discesa che ci fa apprezzare in toto le vette alpine, il magnifico lago di Poschiavo per l'ennesima volta e la consapevolezza di aver scalato una delle più lunghe ed affascinanti salite di tutto l'arco alpino. Passo Aprica (IT) – 1176 m Il passo dell'Aprica collega la Valcamonica alla Valtellina e mette in comunicazione le province di Brescia e di Sondrio. Aperto tutto l'anno. Sono obbligatorie le catene a bordo da metà ottobre a fine aprile. Per salire il Passo dell'Aprica si lascia la statale SS 38 a Tresenda (tra Sondrio e Tirano). La salita inizia subito con una stretta e corta galleria completamente al buio. Durante la salita si sorpassano piccolissimi centri abitati di poche case. La pendenza media, da Tresenda al Passo, è del 6,1% ma la strada alterna continuamente tratti duri a tratti meno severi per una lunghezza di 14 km. A 2 chilometri dalla vetta le pendenze aumentano progressivamente fino a raggiungere quasi il 10% in alcuni tratti. Durante la salita, o in moto, o in bicicletta o in macchina, l'occhio è distratto dai vari panorami dell'ampia e verde Valtellina e delle cime circostanti.