ep. Dem. Congo B - Caritas Ambrosiana
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ep. Dem. Congo B - Caritas Ambrosiana
REP. DEM. DEL CONGO Comunicare il futuro che vogliamo CENTRO GIOVANILE MULTIMEDIALE IL PROGETTO LUOGO: Kindu - Maniema DESTINATARI: Giovani della città di Kindu e dei villaggi limitrofi OBIETTIVO: La creazione di un centro multimediale a Kindu mira a rispondere alla crescente domanda, da parte della popolazione giovane, di informazione, formazione e supporto infrastrutturale per sopperire all’isolamento culturale della provincia ed all’assenza di politiche governative giovanili. L’accompagnamento formativo e infrastrutturale dei giovani nel loro percorso scolastico ed in una realtà lavorativa avanzata offrirà così la possibilità di un salto di qualità nell’informazione e nella presa di coscienza di una generazione, verso uno stadio dell’apprendimento ed una progettazione del proprio futuro sempre più autonomi. CONTESTO: Il futuro della Repubblica Democratica del Congo è minato da conflitti che si susseguono di anno in anno. Gruppi di ribelli che seminano il terrore per assicurarsi il controllo delle risorse del Paese e una classe politica con i più alti livelli di corruzione su scala mondiale piazzano la RDC all’ultimo gradino nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano. Tra le sue province, il Maniema è la più isolata ed è costituita da piccole comunità rurali disseminate nella foresta che fanno riferimento al proprio capoluogo, Kindu. E’ qui che molti giovani provenienti dai villaggi si stabiliscono ogni giorno alla ricerca di opportunità di studio e di lavoro. Sebbene sia un grande centro abitato, le strutture che Kindu offre sono insufficienti a soddisfare una così forte e crescente domanda che va a sommarsi a quella del 45% degli abitanti della città, costituito da giovani. Le possibilità di informazione e di ricerca sono limitatissime: non esistono giornali, la connessione internet nei pochi locali in cui è disponibile è instabile e molto costosa e quasi nessuna famiglia possiede un computer. INTERVENTI: Il centro di riferimento multimediale per i giovani di Kindu sarà diviso in tre aree: cyber, area bureautique e sala proiezioni. Presso il cyber, computer fissi e portatili saranno messi a disposizione degli utenti e verranno offerti corsi di informatica di base. L’area bureautique dotata di stampanti, scanner, fotocopiatrici e rilegatrici sarà di supporto al cyber per la battitura testi, la stampa, la copia e la rilegatura di documenti. Una piccola sala sarà infine munita di proiettore e casse acustiche per la proiezione di presentazioni multimediali e per la visione pubblica di documentari informativi e film.. IMPORTO: 20 000 Euro SCHEDA PAESE La Repubblica Democratica del Congo (già Congo Belga, Congo-Léopoldville, Zaire) è uno Stato dell'Africa Centrale. Si estende dall'Oceano Atlantico alle pianure dell'est e coincide per la maggior parte al bacino del fiume Congo. Confina a nord con la Repubblica Centrafricana, a nord-est con il Sudan del Sud, a est con l'Uganda, il Ruanda, il Burundi e la Tanzania, a sud con lo Zambia e l'Angola, a ovest con l'Oceano Atlantico e la Repubblica del Congo. Dati Generali Congo Italia Nome ufficiale République Démocratique du Congo Repubblica Italiana Ordinamento dello Stato Repubblica parlamentare Repubblica parlamentare Superficie (kmq) 2.345.410 km² 301.340 Popolazione 73.599.190 61.482.297 Capitale Kinshasa Roma Moneta Franco congolese Euro Lingua Francese, Lingala, Kingwana-Swahili, Kikongo, Tshiluba Italiano Religione Cattolica 50%, Protestante 20%, Kimbanguist 10%, Islam 10%, Altre 10% Cattolica 90% Altre 10% Gruppi etnici Oltre 200 gruppi etnici, per la maggior parte di origine bantu, il 45% distribuito in 4 tribù principali: Mongo, Luba, Kongo e MangbetuAzande Italiani 97% Altri 3% Indicatori socio-economici Congo Italia Indice di sviluppo umano (da 0 a 1) 0,29 0,881 Classifica indice di sviluppo umano (su 187 paesi) 187 25 % Popolazione sotto soglia povertà (1,25 $ al giorno) 71 0 PIL ($ pro capite) 300 30.100 Crescita annua del PIL 6,5 -2.3 Tasso di disoccupazione (%) n.d. 10.9 Importazioni (miliardi di $) 9 469.7 Esportazioni (miliardi di $)) 11 483.3 Spesa educativa (% del PIL) n.d. 4,7 Analfabetismo (%) 32 1,6 Spesa per la sanità (% del PIL) 11,2 9.5 Spesa Militare (% del PIL) n.d. 1,8 Indicatori Socio Culturali Congo Italia Popolazione Urbana (%) 35 68 Crescita annua popolazione (%) 2,6 0,34 Mortalità infantile (su 1.000 nati vivi) 76,63 3.3 Speranza di vita alla nascita (anni) 56 81,95 Quotidiani (copie ogni mille abit) n.d. 109 Radio (ogni mille abit.) n.d. 878 Rete Stradale pavimentata (km) 2.800 484.688 Internet (accesso ogni mille abitanti) n.d. 450,9 Fonti: Guida del Mondo 2009/2010 Il mondo visto dal Sud, EMI; The world factbook, CIA; Human Development Report 2011; UNDP World Bank-World Development Indicators 2008; World Health Organization. Il territorio Il nord del paese è una delle più grandi aree di foresta equatoriale al mondo; la zona orientale costeggia il grande rift est-africano, area di montagne, di colline, dei grandi laghi, ma è anche di vulcani. Il sud e la zona centrale, area di savana alberata, forma un altopiano ricco di minerali. Nella parte estrema ad ovest, in una quarantina di chilometri a nord della foce del fiume Congo si sviluppa la costa sull'Oceano Atlantico. Dal 1908 al 1960, questa antica colonia era chiamata Congo belga, come anche CongoLéopoldville fino al 1966, data del cambio di denominazione della capitale in Kinshasa. Dal 1971 al 1997 era nota col nome di Zaire. È il paese francofono più popoloso, avendo una popolazione stimata di 72 milioni di abitanti. Varie centinaia di diverse etnie nere africane formano la popolazione del paese. La sua economia è principalmente del settore (agricoltura ed estrazione mineraria). Il paese possiede delle immense risorse naturali. primario Storia La zona che porta oggi il nome di Repubblica Democratica del Congo è popolata da circa 10.000 anni. Le origini Tra il VII e l'VIII secolo vi si insediarono tribù bantu provenienti dall'attuale Nigeria. Queste popolazioni diedero luogo a un certo numero di regni, che nel XIV secolo furono unificati nel potente Regno del Congo, che nel suo momento di massima espansione controllava un territorio che si estendeva dall'Oceano Atlantico a ovest fino al fiume Kwango a est, e dal fiume Congo a nord fino al fiume Kwanza a sud. Nel XV secolo i Portoghesi entrarono in contatto con il Regno del Congo. Un esploratore veneziano al servizio del Portogallo, Alvise Cadamosto, tracciò nel XVI secolo una prima mappa della regione, che fu poi esplorata in modo sistematico e cartografata dall'inglese Henry Morton Stanley, che risalì l'intero tracciato del fiume Congo. Il Regno del Congo sopravvisse al contatto con gli Europei diversi secoli, passando a tempi alterni dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dell'Olanda e viceversa. La fine del regno fu formalizzata dalla Conferenza di Berlino del 1884-1885, in cui la regione venne assegnata al re del Belgio Leopoldo II. Lo stato Libero del Congo (1885 - 1908) Leopoldo fece del paese uno Stato libero quale sua proprietà personale, e gli diede il nome di Stato Libero del Congo, assumendo per sé il titolo di Sovrano del Congo. La popolazione indigena venne impiegata soprattutto nella raccolta di caucciù. Questa produzione fece la fortuna di Leopoldo, che in onore del Congo fece costruire molti edifici a Bruxelles e a Ostenda. Nel XIX secolo vi furono episodi di violenza da parte di alcuni mercenari al servizio del Sovrano. Sorsero così voci di protesta: in particolare, l'Associazione per la riforma del Congo (CRA), fondata nel 1904 dal giornalista inglese E.D. Morel, diede vita ad un grande movimento di opinione che coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli Stati Uniti, e a cui si unirono anche personalità come Mark Twain, Sir Arthur Conan Doyle e il diplomatico britannico Roger Casement, che in un rapporto aveva condannato i metodi praticati in Congo. La struttura governativa dello Stato Libero appariva decisamente inadeguata alle dimensioni del Paese, ormai fuori controllo, sicché nel 1908 Leopoldo II inserì il Congo nel novero delle colonie belghe, rinunciando al possesso privato. Il Congo Belga (1908 - 1960) Il Congo Belga divenne una colonia vera e propria. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall'Europa, che si insediarono principalmente sulla costa. Nel 1924 la Società delle Nazioni affidò al Belgio come mandato il Ruanda-Urundi che venne annesso al Congo e ne divenne la settima provincia; la colonia aveva ormai un territorio vastissimo e ricco di risorse boschive, giacimenti di diamanti, avorio e altro. Lo stato belga si occupò in prima istanza di applicare politiche d'intervento per la costruzione di aeroporti, ferrovie, strade. La vastità del territorio del bacino del fiume Congo da controllare portò a decentralizzare le strutture amministrative. Alcuni esponenti delle innumerevoli etnie congolesi si opposero all'attività della potenza coloniale belga, mentre altri gruppi restarono molto fedeli agli europei. Con l'avvento delle indipendenze africane causata dall'impossibilità delle potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione degenerò e le lotte intestine si moltiplicarono. Il Belgio non aveva più la capacità di gestire direttamente un territorio così vasto e complesso. L'indipendenza (1960) e la crisi del Congo (1961 - 1965) Nel 1959, dopo aver lasciato il paese per sottrarsi alla prigione, Patrice Émery Lumumba, uno dei protagonisti della lotta per l'indipendenza del paese, decise di partecipare alla Conferenza di Bruxelles sul Congo (20 gennaio - 20 febbraio 1960), riuscendo ad imporsi come uno dei protagonisti di primo piano. Temendo una guerra d'indipendenza come quella che ancora infiammava l'Algeria, il governo decise di ritirarsi, concedendo l'indipendenza al Congo il 30 giugno 1960. Lumumba divenne primo ministro. Inizialmente egli valutò la possibilità di trasformare il Congo in uno stato federale, coerentemente con la complessità demografica ed etnica del territorio, ma questa ipotesi venne poi accantonata per difficoltà di carattere politico-militare. Nel frattempo l'esercito, al cui comando erano rimasti ufficiali belgi, si fece talmente caotico che buona parte del personale di alto grado preferì ritirarsi, svuotandone l'impalcatura amministrativa, sempre più in mano a caporioni locali. Negli stessi anni spinte autonomistiche si manifestavano nel bacino minerario della provincia di Katanga, represse nel sangue dal governo indipendentista. Il governo belga inviò le proprie truppe per proteggere i connazionali che rientravano proprio mentre Lumumba si rivolgeva all'Onu. La questione si inserì nel gioco della guerra fredda tra Stati Uniti e Urss. Lumumba appariva più orientato verso l'allineamento con l'Unione Sovietica, ma l'ingovernabilità del Congo fece sì che l'esercito prendesse il sopravvento. Emerse il colonnello Mobutu, che fece arrestare e condannare a morte Lumumba. Questi riuscì in un primo tempo a fuggire, ma, nuovamente catturato, fu infine giustiziato nel gennaio 1961. Mobutu consegnò il potere nelle mani di Joseph Kasavubu e, dopo un periodo di transizione durante il quale il Paese aveva visto un primo dispiegamento di truppe delle Nazioni Unite (la missione MONUC), nel luglio del 1964 Kasavubu costituì un governo di unità nazionale. A Moise Ciombe (o Tshombé), che in passato era stato uno dei leader della secessione del Katanga, venne affidato il compito di guidare il governo. Tra Tshombe e Kasavubu si aprì una lotta politica per la leadership del Paese. L'amministrazione americana Johnson, nuovamente preoccupata dai disordini che, oltre a poter aprire una nuova crisi internazionale - in concomitanza con l'escalation in Vietnam decise di rivolgersi nuovamente a Mobutu, che il 25 novembre del 1965 spodestò Kasavubu. Lo Zaire di Mobutu (1965 - 1996) Mobutu Sese Seko, già capo di stato maggiore dell'esercito nel 1961, raggiunse in breve tempo il potere assoluto. Nel 1965 destituì Joseph Kasavubu inaugurando un regime lunghissimo e caratterizzato da un forte culto della personalità e da ambizioni in politica estera. Già nel 1965, con l'esecuzione di cinque ministri del suo governo accusati di alto tradimento (eseguita nello stadio di Kinshasa/Leopoldville e trasformata in un macabro spettacolo), Mobutu mostrò il suo modo di intendere le cose: ogni atto governativo o giudiziario deve essere presentato al popolo come dimostrazione di potenza dello Stato. Assunto il titolo ufficiale di Maresciallo-Presidente, con poteri assoluti, Mobutu organizzò un proprio partito unico, il Movimento Popolare della Rivoluzione (Mpr), col compito di dare un nuovo volto culturale al Paese, basato sulla tradizione e sulle consuetudini locali. Nel 1971 lo Stato venne ribattezzato Zaire, riprendendo antiche toponomastiche. Il cristianesimo fu fortemente avversato dallo stato, a vantaggio del tradizionale animismo. Mobutu impose a tutti gli zairesi di assumere un nome tradizionale tribale: egli stesso si rinominò Mobutu Sese Seko Koko Ngbendu Wa Zabanga (Mobutu il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo). Nel frattempo il governo divenne ancora più autoritario. In politica estera Mobutu riuscì anche ad accattivarsi la simpatia degli Stati Uniti. Amante degli eventi grandiosi, il 30 ottobre 1974 organizzò a Kinshasa il più famoso incontro della storia del pugilato, il Rumble in the Jungle in cui si sfidarono Muhammad Ali e George Foreman. Negli anni ottanta Mobutu divenne alleato della Francia. Con la fine della guerra fredda, che Mobutu aveva sfruttato per dare al suo paese il ruolo di "ago della bilancia" nel continente africano, la crisi politica interna si fece sempre più grave. Nel 1990 Mobutu si rassegnò ad accettare la presenza di un Parlamento multipartitico al proprio fianco e a condividere il potere con il presidente del Parlamento stesso. La prima guerra del Congo (1996 - 1997) Nel 1996 forze di ribelli ruandesi ed ugandesi coalizzate sotto il comando di Laurent-Désiré Kabila annienatrono l'esercito governativo e Mobutu dovette fuggire in Marocco, dove morì nel 1997. Nel 1997, il generale Laurent-Désiré Kabila, vittorioso nella guerra civile, si proclamò Presidente assoluto, governando per decreti e instaurando al potere il proprio clan in sostituzione di quello del suo rivale ormai defunto. Kabila ridiede allo Zaire il nome di Congo, riprendendo la vecchia bandiera dello Stato Libero. La seconda guerra del Congo (1998-2003) Nel 1998, ribelli Tutsi, organizzati in gruppi armati, iniziarono una dura lotta contro le fazioni fedeli al presidente Kabila, spalleggiato dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe. Una "guerra mondiale africana", come è stata definita, che vide combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Il Congo si è così ritrovato diviso in una parte orientale controllata dai ribelli e una occidentale ancora in mano alle truppe di Kabila. Almeno 350.000 sono statele vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto. Nel 2001 Kabila fu assassinato. Gli successe il figlio trentenne Joseph Kabila. La ricostruzione e il conflitto nel Kivu Dal 2004 al 2008 si aprì una crisi tra il governo e i ribelli di Laurent Nkunda nel Nord e nel Sud Kivu. Nonostante un trattato di pace a gennaio, a fine ottobre 2008 il Conflitto del Kivu scoppiò di nuovo, vedendo anche l'intervento del Fronte di Liberazione del Ruanda, di una missione Onu (la Monuc), dei gruppi ribelli dei Mai-Mai e degli eserciti stranieri di Angola e Zimbabwe. Le prime elezioni multipartitiche in 45 anni, previste per l’aprile 2006, si sono protratte fino a luglio per concludersi con il ballottaggio del 31 ottobre 2006 tra Jean-Pierre Bemba e Joseph Kabila, che si è concluso con la vittoria di Kabila. Il 25 novembre 2008 l'Osservatorio per i Diritti Umani accusava il governo di Joseph Kabila di aver soppresso deliberatamente più di 500 oppositori politici dal 2006. La Repubblica Democratica del Congo oggi La Repubblica Democratica del Congo continua a vivere in un clima instabile. Se da una parte la zona occidentale del paese, ivi compresa la capitale Kinshasa, non è più teatro di scontri e manifestazioni violente, nelle province orientali persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di exmilitari e di gruppi tribali. Nonostante questa situazione nella Repubblica Democratica del Congo la maggior parte delle morti non è provocata dalle violenze del conflitto in corso nel paese africano, ma da malnutrizione e dal collasso delle strutture sanitarie. Si calcola che la crisi che affligge la Repubblica Democratica del Congo uccida 38.000 persone ogni mese, 4.000.000 dall’inizio del conflitto. Dal 2008 sono riesplosi gli scontri tra l'esercito regolare (FARDC) e le milizie del CNDP (Congrès National pour la Défense du Peuple) nel Nord Kivu e nelle province confinanti. Nel distretto dell'Haut Uélé è ripresa l'attività dei ribelli ugandesi del LRA (esercito di liberazione del signore) che hanno attaccato diversi centri urbani di medie dimensioni (Dungu, Doruma, Faradje) provocando l’esodo di circa 100.000 sfollati. La MONUC poi diventata MONUSCO, che dispiega in RDC circa 17.000 effettivi, sembra icapace di gestire la situazione. Le elezioni presidenziali del 28 novembre 2011, svoltesi in un clima di grande tensione e con forti ombre sulla loro regolarità, hanno visto la vittoria di Joseph Kabila. Il Presidente uscente si è imposto con il 48,95% dei voti contro il 32,33% ottenuto di Etienne Thisekedi. Ad oggi la tensione non è affatto sopita e sono tutt’ora in corso, al pari dell’offensiva ufficiale, diverse guerre a bassa intensità lungo il confine nord-orientale del paese con l’Esercito di resistenza del Signore (LRA) di origini ugandesi, contro il Movimento 23 marzo, appoggiato dall'esercito Ruandese, nel Nord Kivu e contro il movimento Mai-mai nel Katanga. . La Repubblica democratica del Congo La Repubblica Democratica del Congo ha iniziato nel 2003 una transizione verso la democrazia dopo anni di dittatura e guerra civile. In base alla nuova Costituzione del 2005, che sostituisce quella transitoria del 2003, il presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale con mandato di 5 anni ed è rieleggibile una sola volta. L'attuale presidente è Joseph Kabila Ordinamento dello stato e politica Il potere legislativo è diviso tra Assemblea nazionale e Senato. Alle province orientali è assicurata un'ampia autonomia. Il sistema giudiziario è basato sul diritto belga e su consuetudini locali e si articola nella Corte suprema, con sede a Kinshasa, in Corti d'appello e in Tribunali di prima istanza. È in vigore la pena di morte. La difesa del Paese è affidata all'AFDL (Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione del Congo Zaire) che ha sostituito le forze armate. La Politica economica La Repubblica Democratica del Congo è il terzo Paese africano per espansione territoriale, grande circa 8 volte l’Italia. La sua ricchezza mineraria, unitamente a quella forestale e idrica, lo rendono potenzialmente uno dei Paesi più ricchi al mondo. Oro, rame (di cui il Paese è secondo produttore a livello mondiale), diamanti (quarto produttore al mondo), coltan (materiale utilizzato nella fabbricazione di microchip, telefoni cellulari e nell’industria aerospaziale), uranio, cobalto (materiale utilizzato per le fibre ottiche, il Paese ne ha a disposizione metà della riserva mondiale), petrolio, cassiterite e wolframite, sono le ricchezze che hanno reso famoso il Paese per il suo “scandalo geologico”. Circa l’80% della popolazione congolese vive in un ambiente rurale. L’agricoltura è il principale settore economico, copre il 56% del Pil e occupa il 66% della popolazione attiva. Ciò nonostante l’esportazione agricola oggi non rappresenta che il 10% del Pil contro il 40% del 1960: mancanza di tecnologia, sementi e know-how riducono ad un livello di sussistenza quella che potrebbe essere una delle maggiori potenzialità economiche del Paese. Questo problema è legato anche alla difficoltà di accesso ai mercati, al trasferimento estero dei prodotti, alla corretta conservazione delle merci e alla perdita della mano d’opera (conseguenza delle recenti guerre, malattie endemiche e urbanizzazione). Caffè, olio di palma, caucciù, cotone, zucchero, tè e cacao sono i prodotti più esportati, mentre le colture finalizzate al commercio interno sono essenzialmente la manioca, il plantano, il mais, l’arachide e il riso. Nonostante le condizioni naturali siano estremamente favorevoli allo sviluppo del settore agricolo (terreni fertili, abbondanza d’acqua - il Congo possiede la seconda foresta pluviale al mondo per estensione - e clima ottimale), il 73% della popolazione vive nell’insicurezza alimentare. L’allevamento di bovini è praticato principalmente nei territori collinari dell’est, dalle popolazioni originarie del Rwanda che si sono insediate nella regione nel corso dei secoli e che hanno continuato la tradizionale pratica delle loro terre d’origine. Anche in questo caso è assicurata la sola sussistenza: le tecniche rudimentali degli allevatori e la mancanza di adeguate cure veterinarie non permettono una quantità di prodotto tale da poter essere commerciata. In generale, nel resto del Paese, è praticato l’allevamento di pollame, ovini e caprini e la pesca che risultano comunque essere insufficienti per il fabbisogno nazionale. Il settore industriale è composto da piccole imprese tessili, agroalimentari e chimiche; le industrie manifatturiere, nonostante l’abbondanza di materie prime, non riescono ad impiegarle nella lavorazione e quindi ad ottenere il prodotto finale, sfruttando in questo modo soltanto tra il 15 e il 17% delle capacità produttive. Il settore secondario è poco sviluppato e caratterizzato dalla forte presenza dello Stato, marginalizzando cosi il settore privato. La gran parte delle società sono pubbliche o a partecipazione mista, dove lo Stato rappresenta comunque l’azionista maggioritario. Nonostante il processo di privatizzazione in corso, lo Stato resta il principale operatore all’interno dei settori come l’energia, le miniere, la foresta, il settore idraulico, i trasporti e l’edilizia. Alla luce di tutto questo risulta evidente come l’economia della Repubblica Democratica del Congo sia una delle meno competitive d’Africa facendola rientrare tra i dieci paesi più poveri del mondo. La sua struttura economica è paragonabile a quella degli altri paesi dell’Africa Centrale, ma il suo sviluppo è stato fortemente ostacolato da guerre e tensioni sociali interne oltre che da un livello di corruzione tra i più alti al mondo. La RDC, uno dei Paesi più vasti e popolosi del continente, non riesce a raggiungere il livello di vita che dovrebbe essere assicurato dalle sue immense risorse naturali. La religione Ll cristianesimo ha una lunga tradizione nella RDC, che affonda le proprie radici nei rapporti fra i Portoghesi (i primi europei ad arrivare nella regione) e il Regno del Congo alla fine del XV secolo. Nel 1484 si ebbe la prima conversione al cristianesimo di un re del Congo, Nzinga a Nkuwu, e il suo successore Afonso I, eletto al trono nel 1506, strinse importanti relazioni fra il suo regno e il Vaticano. In questi primi decenni, tuttavia, la conversione al cristianesimo fu essenzialmente limitata ai sovrani o al loro entourage. Il cristianesimo iniziò a diffondersi presso le masse in epoca coloniale o immediatamente precoloniale, prima attraverso la predicazione dei missionari e poi l'influenza dell'autorità coloniale belga. Inizialmente, la partecipazione degli africani alla religiosità cristiana si caratterizzò come imitazione di quella degli europei; col passare del tempo, tuttavia, si sviluppò un approccio indigeno al cristianesimo. Per esempio, canti e danze tradizionali divennero parte di alcune celebrazioni religiose cristiane, e gradualmente anche la mitologia e il folklore locali (per esempio le fiabe) vennero rielaborati in chiave cristiana dalle comunità di credenti congolesi. Se da una parte questo processo diede un carattere originale alle comunità cristiane congolesi, in molti ne derivarono anche nuovi movimenti religiosi sincretici. Fra i movimenti religiosi indigeni di derivazione cristiana, quello predominante è il kimbanguismo, un movimento profetico fondato nella prima metà del XX secolo da Simon Kimbangu, un ex sacerdote che sosteneva di essere stato scelto da Gesù Cristo con lo scopo di diffondere la vera fede nel mondo. Il movimento fondato di Kimbangu, come altri della stessa epoca, si presentava come cristiano e anticolonialista, ed entrambi gli elementi contribuirono a decretare il suo successo presso le masse e il suo conseguente peso politico nell'epoca della lotta per l'indipendenza. Kimbangu fu arrestato e morì in carcere nel 1951, ma dalla sua predicazione prese corpo uno dei più importanti movimenti afrocristiani, che conta oggi oltre 17 milioni di fedeli. Durante il regime di Mobutu Sese Seko, il kimbanguismo ha acquisito lo status di religione ufficiale nella RDC e si è diffuso nelle nazioni confinanti. Educazione Il sistema educativo congolese attualmente versa in una situazione drammatica: le condizioni di apprendimento sono estremamente difficili, le infrastrutture scolastiche e i materiali pedagogici insufficienti e degradati, la formazione degli insegnanti inadeguata. Questo quadro complessivo è dovuto principalmente al susseguirsi, negli ultimi decenni, di continue guerre che hanno inevitabilmente portato ad una situazione di profonda instabilità, aumentando di conseguenza il fenomeno della dispersione scolastica. Nonostante il raggiungimento, nel corso degli anni ottanta, dell’obiettivo di una scolarizzazione universale, il paese ha registrato una progressiva regressione a causa di difficoltà politiche, sociali ed economiche. A metà degli anni novanta è stato definito un piano d’azione, finora disatteso, che prevede il riassestamento dell’intero sistema scolastico. Il numero di cittadini analfabeti è ancora alto, soprattutto tra la popolazione femminile. La scuola primaria è oggligatoria, dura 6 anni, e accoglie i bambini dai 6 ai 12 anni d’età. È divisa in due cicli: il “risveglio” e la “fissazione” che porta al conseguimento del certificato CEPE–Certificat d’Etudes Primaires et Elémentaires. Nonostante ciò si calcola che 4,7 milioni di bambini non hanno accesso alla scuola primaria e 1,4 milioni non sono in grado di portare a termine gli studi a causa della povertà diffusa e dell’instabilità del Paese. La salute Secondo una stima di Medici senza frontiere più del 50% dei congolesi non ha accesso ad alcun tipo di assistenza medica di base. I costi per i servizi sanitari esistenti rimangono essenzialmente sulle spalle dei pazienti. Poiché la maggior parte dei Congolesi sopravvive con 30 cent di dollaro al giorno, i costi dell’assistenza sanitaria di base sono ben al di sopra dello scarno budget di una famiglia tipo congolese. Di conseguenza, le persone cercano assistenza medica quando è ormai troppo tardi. La maggioranza delle persone con patologie soffrono e muoiono a causa di malattie infettive come malaria, infezioni respiratorie o diarree: tutte patologie evitabili. L’intero sistema sanitario è stato completamente abbandonato a se stesso e non può sperare di coprire i bisogni sanitari delle popolazioni congolesi. Il personale medico locale, dimenticato quanto i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura, è costretto a lavorare in condizioni indecenti. Inoltre a causa delle enormi distanze e della mancanza di infrastrutture, per i pazienti è un’impresa ardua persino riuscire a raggiungere un centro di salute. Se e quando riescono ad arrivarci, spesso si trovano di fronte l’amara sorpresa di scoprire che le medicine non sono disponibili. APPROFONDIMENTI COME FUNZIONA LA DIOCESI DI KINDU Da circa cinque anni la Caritas Ambrosiana collabora con la Diocesi di Kindu, la quale attraverso il lavoro della Caritas locale ha un ruolo importante tra la popolazione e negli anni ha fortemente contribuito a migliorare le condizioni di vita della comunità locale. Grazie all’azione sociale svolta dalle diverse commissioni, veri “osservatori privilegiati” sul territorio, i settori d’intervento coinvolti sono molteplici. Commissione Diocesana della Caritas (BDC) Si occupa principalmente dell’accompagnamento di gruppi vulnerabili a livello diocesano ma anche parrocchiale tramite Interventi di emergenza e Solidarietà e presa in carico dei più deboli. Operando all’interno delle singole parrocchie, il BDC valorizza quello che ciascuno può donare per i più poveri e deboli della comunità, così da promuovere la responsabilità di ciascuno nei confronti dei gruppi vulnerabili della propria parrocchia. In particolare: Orfani presi in carico dai familiari e dai gruppi di volontari sostenuti e organizzati a livello parrocchiale (il progetto è stato realizzato anche grazie a finanziamenti di UNICEF). Ragazzi ex-combattenti aiutati nel reinserimento sociale attraverso attività di animazione rivolte a tutta la fascia giovanile, svolte in circa 50 scuole e che hanno visto, negli anni precedenti, il coinvolgimento di circa 1200 ragazzi. Ragazze ex-combattenti spesso vittime di violenze sessuali e che a causa della cultura locale rimangono ai margini della vita sociale. La Caritas favorisce il loro reinserimento scolastico e la loro formazione lavorativa. Detenuti a cui vengono garantiti assistenza psico-sociale ed aiuto economico durante il periodo di reclusione (il sistema giudiziario prevede che siano le famiglie ad occuparsi dei prigionieri). Commissione Diocesana dello Sviluppo (BDD) Tre sono i campi d’intervento: Sicurezza alimentare - Progetti finanziati da Caritas Italia e da CRS (Caritas Stati Uniti) relativi all’agricoltura e all’allevamento per contrastare l’elevato livello di malnutrizione riscontrato soprattutto nei bambini. Riabilitazione delle infrastrutture - Creazione di pozzi, scuole, strade e ponti. Microcredito - Progetti di microcredito promossi sia nei villaggi sia in città che si rivolgono con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili. Questi microprogetti generatori di reddito sono volti non solo al finanziamento dei diversi gruppi di lavoro ma anche all’autofinanziamento dello stesso BDD. Commissione Diocesana delle Opere Sanitarie (BDOM) Cerca di migliorare le condizioni socio-sanitarie dell’intera Diocesi attraverso: Centri di sanità che comprendono sia la cittadina di Kindu (tra i centri il più grande è l’ospedale diocesano Kitulizo, che ha una capacità di 50 posti letto ed una sala operatoria), sia i villaggi limitrofi Campagne di vaccinazione Sensibilizzazione contro il virus HIV/AIDS e aiuto dei malati nel reinserimento familiare Attività di educazione alla nutrizione attraverso la sensibilizzazione delle madri e visite ai bambini malnutriti Attività ordinarie di consultazione, osservazione, analisi di laboratorio, assistenza al parto, farmacia, chirurgia e attività promozionali di educazione e formazione Commissione Giustizia e Pace Molto attiva nell’intera Diocesi di Kindu con numerose missioni nei villaggi intorno alla città. La Commissione Giustizia e Pace si occupa di restaurare e ridare valore e dignità alla vita di ciascun singolo attraverso tre attività principali: Difesa dei diritti dell’uomo Monitoraggio di casi di violazione dei diritti e assistenza della vittima nel processo di denuncia, con accompagnamento giudiziario, psico-sociale ed eventualmente con l’assistenza sanitaria (l’assistito viene segnalato al BDOM). Sensibilizzazione a diversi livelli contro la violenza sessuale. Tale attività coinvolge innanzitutto le donne che hanno subito violenza e che molto spesso non sanno o non vogliono sporgere denuncia e più in generale l'intera popolazione. Molteplici sono infatti le iniziative di sensibilizzazione: educazione nelle scuole, incontri pubblici, annunci durante le celebrazioni liturgiche e alla radio. Visite periodiche nelle prigioni con lo scopo di controllare le condizioni di vita dei detenuti, monitorare il corretto svolgimento dei processo giudiziario ed evitare le carcerazioni illegali. All’uscita del detenuto, la Commissione si occupa anche di sostenerlo nel percorso di reinserimento sociale. Educazione civica La Commissione si occupa di divulgare e spiegare le leggi promulgate dal Governo di Kinshasa traducendo i testi in kiswahili, distribuendoli e spiegandone il significato. Nel 2006, la Commissione ha realizzato un importante programma di preparazione popolare alle prime elezioni democratiche nella storia del Paese, avvenute alla fine dell’anno. Risoluzione pacifica dei conflitti In seguito al conflitto che ha visto coinvolto il Paese fino al 2002, numerose sono le dispute aperte che ne impediscono lo sviluppo. La Commissione si occupa della mediazione tra le parti in causa coinvolgendo le persone che hanno un ruolo influente nella comunità locale (ad esempio i capi villaggio) così da raggiungere una soluzione pacifica delle controversie legali, spesso legate alle questioni relative alla terra. Il rapporto tra la Diocesi di Kindu e la popolazione locale è molto forte, non solo per le attività pastorali, ma soprattutto per l’Azione Sociale della Chiesa che in tanti anni di guerra è rimasta accanto alla popolazione con attenzione a tutti gli aspetti della vita personale e sociale (sanità, agricoltura, scolarizzazione, lotta all’AIDS, prevenzione alle violenze sessuali). Tutti i progetti sono nati dall’ascolto della popolazione, delle loro priorità espresse ed elaborate con percorsi di condivisione sociale. Il riconoscimento dell’importante ruolo della Diocesi nel sociale da parte delle autorità pubbliche e politiche è elevato, anche perché l’attuale Vescovo Willy Ngumbi Ngengele promuove un ampio dialogo progettuale interetnico ed interreligioso. La radio diocesana La Diocesi di Kindu ha iniziato a pensare alla realizzazione di una radio diocesana nel 2003, quando, a seguito dei lunghi anni di guerra, è emersa chiaramente la condizione di povertà ed isolamento in cui vive la popolazione regionale. Poiché la radio non ha bisogno di apparecchi particolarmente costosi ed è in grado di coprire lunghe distanze, si rivela uno strumento assai efficace per raggiungere le aree più remote e metterle in contatto con i maggiori centri della zona. Inoltre, questo potente mezzo di comunicazione può tenere compagnia per tutta la giornata: durante il lavoro, durante i viaggi e nei momenti di riposo, diventando un'ottima occasione per intrattenere, per informare, per educare e per sensibilizzare riguardo a numerose ed importanti tematiche. Il progetto, che è affidato alla Commissione Diocesana di Comunicazione Sociale in collaborazione con tutte le altre Commissioni Diocesane, ha come obiettivo generale la promozione dell'educazione civica e della cultura della democrazia, lo sviluppo sostenibile della regione e infine, la diffusione degli insegnamenti religiosi come valori universali di rispetto ed eguaglianza tra le genti. I programmi radiofonici raggiungono circa 1.710. 000 persone distribuite nella provincia del Maniema e sono condotti da personale locale, formato ed aggiornato da tecnici e professionisti italiani e affiancato da un gruppo di giovani volontari proveniente dalla Diocesi. La sede della radio si trova nel centro della cittadina di Kindu e occupa alcuni spazi messi a disposizione dal Vescovo Monsignor Willy Ngumbi. Si tratta di una collocazione ottimale poiché è adiacente alla ex libreria diocesana e all'Internet Point, un luogo molto frequentato soprattutto dai giovani, che funge anche da Centro Culturale della zona. La radio potrebbe così rappresentare un sito d'aggregazione per tutta la cittadinanza e un ottimo mezzo per far conoscere e pubblicizzare le attività culturali del Centro. Inoltre, per offrire un palinsesto vario ed interessante, in grado di toccare diversi argomenti e differenti fasce di popolazione, l'equipe formata dai volontari e dal personale locale si riunisce periodicamente per progettare ed organizzare i programmi. Le emissioni vanno in onda dalle 6 del mattino alle 9 di sera e toccano molteplici argomenti: notiziari in lingua francese e kiswahili, rubriche di prevenzione e cura sanitaria, corsi di alfabetizzazione, campagne di sensibilizzazione al rispetto dei diritti e delle libertà umane, promozione di attività che stimolano la partecipazione dei cittadini a lavori di tipo comunitario e suggerimenti per incentivare e migliorare la produzione agricola. In particolare, poi, viene dedicato ampio spazio ai giovani e alle famiglie. Per i primi sono previsti programmi pedagogici specifici, mentre per le seconde vengono trattati i temi della pace, del perdono e dell'accoglienza: argomenti fondamentali nella società del Maniema, dilaniata e in crisi dai lunghi anni di guerra. PER SAPERNE DI PIÙ Siti ufficiali - Senato: http://www.senat.cd/ - Presidenza: http://www.presidentrdc.cd/ - L'Ambasciata d'Italia: whttp://www.ambkinshasa.esteri.it/ - Missione monusco: http://monusco.unmissions.org/ Media Congolesi - http://www.lobservateur.cd/ - http://www.mediacongo.net/home.asp - http://www.acpcongo.com/ (agenzia di stampa congolese) - http://www.7sur7.cd/ Siti - http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?rep_dem_congo - http://www.paceperilcongo.it/ Radio - http://radiookapi.net/