Parco Progetti - GAL Alta Marca Trevigiana

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Parco Progetti - GAL Alta Marca Trevigiana
INTESA PROGRAMMATICA D’AREA
TERRE ALTE
DELLA MARCA TREVIGIANA
IN PROVINCIA DI TREVISO
Diagnosi territoriale
Versione 01
Presentata al Tavolo di concertazione del 10 aprile 2008
A cura di:
Consulenza ed elaborazione:
EURIS Srl
via Guido Rossa, n. 26
35020 Ponte San Nicolò (PD) - tel. 049.8043311
URL: www.eurisnet.it
E-mail: [email protected]
INDICE
Introduzione
1
I.
L’ambito territoriale di riferimento
3
II.
Capitale umano e demografia
4
II.1
Popolazione e dinamiche demografiche
4
II.2
Popolazionee livelli di istruzione
23
II.3.
Obiettivi della “strategia di Lisbona” rispetto al capitale umano
31
III.
Patrimonio naturale, ambiente e sviluppo rurale
III.1
Il patrimonio naturale e le aree protette
32
III.2
Agricoltura e sviluppo rurale
35
IV.
Struttura economica e occupazione
IV.1
Reddito e occupazione
42
IV.2
Obiettivi della “strategia di Lisbona” rispetto all’occupazione
50
IV.3
Il sistema economico-produttivo
51
IV.3.1
Industria
55
IV.3.2
Commercio
61
IV.3.3
Servizi
63
IV.3.4
Attività turistiche
66
IV.4
Obiettivi della “strategia di Lisbona”rispetto allo sviluppo economico
67
32
42
Introduzione
La presente diagnosi territoriale persegue tre finalità principali:
1) descrivere e mettere in evidenza in sintesi le principali caratteristiche del territorio delle
“Terre Alte della Marca Trevigiana”, interessato dall’attivazione dell’Intesa Programmatica
d’Area, sotto diversi profili: da quello demografico a quello della struttura produttiva e delle
caratteristiche ambientali e territoriali;
2) collocare alcune delle principali caratteristiche del territorio citate sopra nel quadro delle
altre regioni dell’Unione europea, in modo da mettere in rilievo i ritardi o i vantaggi di
sviluppo rispetto alle altre regioni dell’Unione europea;
3) permettere di evidenziare, alla luce delle finalità precedenti, i punti di forza e di debolezza,
le opportunità e le minacce (cd. analisi SWOT) dell’area, quale base per innestare una
efficace strategia di sviluppo locale.
La metodologia utilizzata per la redazione dell’analisi territoriale comprende:
1) un’analisi di tipo desk – a tavolino – che si basa sull’elaborazione e l’analisi di dati
provenienti dalle principali fonti statistiche ufficiali italiane ed europee;
2) per quanto riguarda invece il benchmarking, sono state utilizzate e riportate le cartografie e
i relativi dati tratti dall’Atlante tematico ESPON, realizzato dal Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti1, che permettono di collocare la realtà dell’area dell’IPA “Terre Alte della
Marca Trevigiana” nel panorama europeo.
Un’attenzione particolare, nel mettere in luce le caratteristiche socio-economiche del territorio
delle “Terre Alte della Marca Trevigiana”, è stata inoltre posta al confronto della situazione
dell’area rispetto ai cd. obiettivi della “strategia di Lisbona”, in particolare di quelli che hanno
maggiore attinenza con le politiche di sviluppo locale e che per il loro raggiungimento chiamano
in causa anche gli attori dello sviluppo locale e regionale.
Com’è noto, infatti, il 23 e 24 marzo 2000 i Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea hanno
deciso e avviato un programma di riforme economiche e sociali, la cd. “strategia di Lisbona”,
rilanciata nella primavera del 2005, anche attraverso appositi programmi nazionali, che istituzioni
comunitarie, stati, regioni ed enti locali, ciascuno per la parte di propria competenza, dovranno
essere impegnati ad attuare in maniera coordinata, per fare dell’Unione europea entro il 2010
«l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di
realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore
coesione sociale».
I contenuti della “strategia di Lisbona” si fondano sulla convinzione che di fronte alle grandi sfide
che derivano dalla globalizzazione degli scambi, l’Europa non possa competere basandosi sulle
risorse naturali o su una manodopera a buon mercato o a scapito dell’ambiente: la realizzazione di
una società fondata sulla conoscenza, che faccia leva sul capitale umano, l’istruzione, la ricerca e
l’innovazione, è ritenuta sicuramente il mezzo migliore, e forse l’unico, di cui l’Unione europea
dispone per far fronte alla competizione internazionale e conservare il proprio modello di sviluppo.
1
Il sistema di lettura e di interpretazione comparata dei dati proprio dell’Atlante costituisce un utile strumento per la
pianificazione territoriale, permettendo la valutazione “multicriteria”, complessiva e combinata, di fenomeni di diversa
natura. Si tratta di uno strumento capace di mettere a confronto la realtà nazionale con quella europea, su una scala di
lettura regionale, secondo criteri di valutazione uniformi.
1
Alla luce di tali considerazioni gli Stati europei hanno, quindi, deciso di concentrare quasi l’85%
delle risorse finanziarie globali dell’UE per il periodo di programmazione 2007-2013 sull’attuazione
delle priorità stabilite, a livello comunitario e nazionale, nell’ambito della “strategia di Lisbona” e,
quindi, sulla promozione dei tre pilastri - economico, sociale e ambientale - dello sviluppo
sostenibile.
Da un lato, tutte le parti interessate, ad ogni livello, anche locale, sono chiamate a concorrere al
successo della strategia, tanto che secondo la Commissione le “spese nazionali non coordinate
per raggiungere gli obiettivi comuni costituiscono uno spreco di denaro”2, dall’altro lato va tenuto
presente che le risorse finanziarie comunitarie che, a partire dal 1° gennaio 2007, sono disponibili
anche per l’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” si inseriscono proprio nel quadro degli
obiettivi definiti dalla “strategia di Lisbona”.
La grande prospettiva delineata nell’ambito della “strategia di Lisbona” è stata concretizzata in
obiettivi (definiti in molti casi da specifici indicatori) da completare nell’arco di dieci anni, entro il
2010. Ecco perché, la presente diagnosi territoriale si concentrerà su alcuni elementi chiave
nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, comparando nello stesso tempo la
situazione dell’area con quella delle altre regioni europee.
Da questo punto di vista l’Intesa Programmatica d’Area rappresenta lo strumento ideale per
coordinare gli interventi da sviluppare sul territorio delle “Terre Alte della Marca Trevigiana” con le
finalità della “strategia di Lisbona” e il nuovo quadro finanziario 2007-2013 dell’Unione europea.
2
Punto 2. 2 della Comunicazione della Commissione del 14.7.2004.
2
I. L’ambito territoriale di riferimento
L’Intesa Programmatica d’Area “Terre Alte della Marca Trevigiana” interessa il territorio di 30
comuni della parte nord-orientale della provincia di Treviso.
Si tratta di un territorio in gran parte collinare: i comuni di Cison di Valmarino (261 m s.l.m.),
Follina (191 m s.l.m.), Fregona (292 m s.l.m.), Miane (259 m s.l.m.), Revine Lago (267 m s.l.m.),
Segusino (219 m s.l.m.) e Tarzo (260 m s.l.m.) - interamente - e i comuni di Cappella Maggiore
(115 m s.l.m.), Cordignano (56 m s.l.m.), Farra di Soligo (163 m s.l.m.), Pieve di Soligo (132 m
s.l.m.), Refrontolo (216 m s.l.m.), Sarmede (103 m s.l.m.), Valdobbiadene (250 m s.l.m.), Vidor
(152 m s.l.m.) e Vittorio Veneto (138 m s.l.m.) – parzialmente - fanno parte della Comunità
montana Prealpi Trevigiane.
Nella complessiva area dell’IPA sono inoltre identificabili le tre seguenti sub-aree:
Quartier del Piave: comprende i comuni di Valdobbiadene, Pieve di Soligo, Segusino,
Vidor, Moriago della Battaglia, Miane, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia,
Refrontolo, Follina;
Area di Vittorio Veneto: comprende i comuni di Vittorio Veneto, Cison di Valmarino,
Tarzo, Revine Lago, Fregona, Cappella Maggiore, Sarmede, Cordignano e Colle
Umberto;
Area di Conegliano: comprende i comuni di Conegliano, Susegana, San Pietro di
Feletto, Santa Lucia di Piave, Mareno di Piave, Vazzola, Codognè, San Fior, Gaiarine,
Godega di Sant’Urbano e Orsago.
Figura 1.1 - L’ambito territoriale di riferimento dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana”
Elaborazione: Euris Srl
3
II. Capitale umano e demografia
II.1. Popolazione e dinamiche demografiche
La popolazione residente nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” è di 221.438
abitanti, che rappresentano il 26% della popolazione provinciale e il 5% di quella residente in
Veneto. Il comune maggiormente popolato è Conegliano che concentra oltre il 16% della
popolazione complessiva dell’area, seguito da Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.
Figura 2.1 – Popolazione residente per Comune
35.508
Conegliano
Vittorio Veneto
29.083
Pieve di Soligo
11.824
Susegana
11.743
10.756
Valdobbiadene
Mareno di Piave
9.155
Farra di Soligo
8.571
Santa Lucia di Piave
8.354
Cordignano
6.990
Vazzola
6.874
San Fior
6.536
Sernaglia della Battaglia
6.327
Gaiarine
6.219
Godega di Sant'Urbano
6.082
5.234
Codogne'
San Pietro di Feletto
5.216
Colle Umberto
5.021
Tarzo
4.613
Cappella Maggiore
4.525
Follina
3.963
Orsago
3.846
Vidor
3.650
Miane
3.620
Sarmede
3.170
Fregona
3.119
Moriago della Battaglia
2.785
Cison di Valmarino
2.629
Revine Lago
2.175
Segusino
2.052
1.798
Refrontolo
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
Fonte: ISTAT – Anno 2007
4
La densità abitativa media è di 282 abitanti per kmq, inferiore a quella provinciale (346
abitanti/kmq) ma superiore a quella media regionale (260 abitanti/kmq). Il comune più
densamente popolato è Conegliano con quasi mille abitanti per kmq, una concentrazione
molto superiore rispetto alla media dell’area, seguito da Pieve di Soligo. In molti dei comuni,
tuttavia, la densità abitativa è molto inferiore alla media regionale.
Figura 2.2 – Densità demografica (abitanti/kmq) per Comune
977
Conegliano
622
Pieve di Soligo
420
Santa Lucia di Piave
407
Cappella Maggiore
Colle Umberto
370
San Fior
368
360
Orsago
352
Vittorio Veneto
329
Mareno di Piave
312
Sernaglia della Battaglia
304
Farra di Soligo
Vidor
270
San Pietro di Feletto
268
Cordignano
267
Susegana
267
Vazzola
264
Godega di Sant'Urbano
250
Codogne'
242
Gaiarine
217
200
Moriago della Battaglia
194
Tarzo
177
Valdobbiadene
177
Sarmede
164
Follina
137
Refrontolo
Miane
117
Revine Lago
117
Segusino
113
91
Cison di Valmarino
73
Fregona
282
Area IPA Terre Alte
Provincia Treviso
346
Regione Veneto
260
0
200
400
600
800
1000
1200
Fonte: ISTAT – Anno 2007
5
Mettendo a confronto il dato relativo alla densità di popolazione con le altre regioni europee
(la densità media in Europa nel 1999 è di 107 abitanti per kmq), emerge come in Veneto la
provincia di Treviso, assieme a quelle di Venezia e Padova, registri i valori più alti. A livello
europeo le massime densità demografiche si incontrano lungo la dorsale centro-europea
che si estende dal sud-est inglese - comprendendo più a nord anche le regioni di
Manchester, Liverpool e Birmingham - attraverso i paesi del Be-Ne-Lux, la Ruhr, la valle del
Reno fino al nord Italia: le aree settentrionali dell’Italia mostrano alti livelli di densità,
paragonabili a quelli delle grandi aree urbane localizzate lungo la dorsale centro-europea.
Figura 2.3 - Densità di popolazione (1999) 3
Fonte: Atlante ESPON
3 La tavola mostra la distribuzione spaziale della densità demografica in termini di popolazione (1999) per chilometro
quadrato. Il dato medio dell’area ESPON (UE 29) è pari a 107 abitanti per chilometro quadrato. L’analisi è condotta
a livello NUTS 3; i dati sono forniti da Eurostat e dall’istituto nazionale di statistica svizzero e norvegese.
6
Una componente significativa dei residenti dell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca
Trevigiana” è rappresentata dai cittadini stranieri che sono 21.342 e rappresentano il 10%
della popolazione residente nell’area e il 27% di tutti gli stranieri residenti nella provincia di
Treviso. Quasi la metà dei residenti di cittadinanza straniera si concentra nei comuni di
Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e Susegana.
Figura 2.4 – Stranieri residenti per Comune
3.740
Conegliano
Vittorio Veneto
2.310
1.768
Pieve di Soligo
1.663
Susegana
952
Farra di Soligo
Vazzola
882
865
Valdobbiadene
774
Sernaglia della Battaglia
Santa Lucia di Piave
755
Mareno di Piave
737
588
San Fior
587
Gaiarine
510
Cordignano
507
Godega di Sant'Urbano
475
Follina
458
Miane
Codogne'
408
Vidor
397
Moriago della Battaglia
384
351
Orsago
Tarzo
327
309
Cison di Valmarino
288
Colle Umberto
266
Fregona
226
Cappella Maggiore
225
Sarmede
San Pietro di Feletto
190
Segusino
179
Revine Lago
156
65
Refrontolo
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
Fonte: ISTAT – Anno 2007
7
Il comune con la maggiore quota di residenti stranieri rispetto alla popolazione totale è Pieve
di Soligo, con valori attorno al 15%, seguito da Susegana e Moriago della Battaglia.
Figura 2.5 – Percentuale di stranieri rispetto alla popolazione residente per Comune
Pieve di Soligo
15
Susegana
14
14
Moriago della Battaglia
Vazzola
13
13
Miane
Sernaglia della Battaglia
12
12
Follina
Cison di Valmarino
12
11
Farra di Soligo
11
Vidor
Conegliano
11
9
Gaiarine
Orsago
9
Santa Lucia di Piave
9
9
San Fior
9
Segusino
Fregona
9
8
Godega di Sant'Urbano
8
Mareno di Piave
8
Valdobbiadene
Vittorio Veneto
8
8
Codogne'
7
Cordignano
Revine Lago
7
Sarmede
7
7
Tarzo
6
Colle Umberto
5
Cappella Maggiore
San Pietro di Feletto
4
Refrontolo
4
0
2
4
6
8
10
12
14
16
Fonte: ISTAT – Anno 2007
8
Analizzando la dinamica demografica nel periodo 1992-2007, l’area dell’IPA “Terre Alte della
Marca Trevigiana” mostra un incremento della popolazione residente dell’ordine
complessivamente di oltre il 9% (19.115 abitanti in più, in termini assoluti), inferiore
all’incremento mediamente registrato nello stesso arco temporale a livello provinciale
(+15%), in linea con quello regionale (+9%).
Il trend demografico è stato positivo per tutti i comuni dell’area, con l’eccezione di
Conegliano, Vittorio Veneto e Gaiarine dove la popolazione è rimasta stabile: in termini
assoluti la migliore performance è stata del comune di Pieve di Soligo (+2.417 residenti),
mentre in termini relativi sono stati i due comuni di Santa Lucia di Piave e Mareno di Piave ad
aver registrato gli incrementi più significativi.
Figura 2.6 – Variazione demografica 1992-2008 per Comune
27,1% (+1.782) Santa Lucia di Piave
26,2% (+1.903)
25,7% (+2.417)
23,1% (+686)
Pieve di Soligo
Vidor
21,8% (+2.099)
Susegana
21,7% (+929)
San Pietro di Feletto
21,2% (+1.203)
Vazzola
20,0% (+1.167)
Cordignano
19,5% (+1.066)
San Fior
15,7% (+538)
Follina
15,5% (+373)
Moriago della Battaglia
14,9% (+650)
Colle Umberto
14,2% (+1.069)
Farra di Soligo
13,8% (+767)
Sernaglia della Battaglia
9,7% (+281)
Sarmede
9,6% (+230)
Cison di Valmarino
8,7% (+291)
Miane
8,6% (+359)
Cappella Maggiore
8,2% (+293)
Orsago
8,1% (+390)
Codogne'
7,9% (+159)
Revine Lago
6,2% (+182)
Fregona
5,0% (+86)
Refrontolo
4,3% (+189)
Tarzo
3,6% (+214)
Godega di Sant'Urbano
1,2% (+25)
Segusino
0,0% (+3)
Valdobbiadene
-0,1% (-39)
Conegliano
-0,5% (-132)
Vittorio Veneto
-1,0% (-65)
Gaiarine
9,4%
Area IPA Terre Alte
15,2%
Provincia Treviso
9,0%
-5,0
Mareno di Piave
0,0
5,0
10,0
Regione Veneto
15,0
20,0
25,0
30,0
Fonte: ISTAT – Anni 1992 - 2007
9
Confrontando le dinamiche demografiche delle diverse regioni europee nel decennio 19902000, si nota una situazione molto diversificata, con porzioni di territorio che mostrano tassi di
crescita positivi (come l’area costiera occidentale del Mediterraneo e l’area atlantica,
nonché quasi tutta l’Inghilterra, il Galles e l’Irlanda) e, al contrario, altre aree che rivelano un
declino della popolazione (vaste aree interne della Spagna e del Portogallo, della Francia
centrale e soprattutto della Germania orientale). L’evoluzione della popolazione sul territorio
italiano mostra un andamento eterogeneo, ma si nota un trend di crescita della popolazione
(anche se inferiore all’1% annuo) in alcune zone precise tra cui a nord un insieme di province
localizzate in Veneto, compresa la provincia di Treviso. In effetti i contesti geografici italiani
maggiormente favoriti dalle dinamiche positive della crescita della popolazione sono quelli
delle regioni settentrionali sia perché interessate da apporti di popolazione straniera
decisamente superiori a quelli registrati in altre aree del Paese, sia perché stili di vita
maggiormente concilianti e una rete assistenziale più diffusa giocano un ruolo nel favorire,
seppure con modalità posticipate nel tempo, la scelta della maternità4.
Figura 2.7 – Dinamica della popolazione 1990-20005
(tasso di crescita medio annuo)
Fonte: Atlante ESPON
4
Cfr. Tendenze del mercato del lavoro veneto - Aggiornamento al primo trimestre 2006, Veneto Lavoro.
5 La tavola mostra le aree di crescita o declino demografico nelle regioni NUTS 3 comprese nello spazio ESPON,
composto dagli stati dell’Europa a 25+4 (Norvegia, Svizzera, Romania e Bulgaria). L’indicatore è il tasso di crescita
medio annuo calcolato nel periodo fra il 1990 ed il 2000 utilizzando i dati sulla popolazione forniti da Eurostat e
dall’istituto nazionale di statistica svizzero e norvegese.
10
Il trend demografico positivo dell’area è destinato a continuare. Il “2° Rapporto
sull'evoluzione demografica in provincia di Treviso. Aggiornamento delle proiezioni a livello
comunale (2007-2021)” redatto a cura dell’Osservatorio Economico e Sociale di Treviso rivela
come le previsioni demografiche al 2021 evidenzino la marcata crescita demografica che
porterà la provincia di Treviso ad essere la più popolosa del Veneto nel 2020. Le proiezioni
mostrano che la maggior parte dei comuni dovrebbe presentare tassi di variazione compresi
tra il 10% e il 30%.
Figura 2.8 – Tasso di variazione dei residenti nei comuni della provincia di Treviso (2006-2021)
Fonte: figura tratta dal documento “2° Rapporto sull'evoluzione demografica in provincia di Treviso.
Aggiornamento delle proiezioni a livello comunale (2007-2021)”
redatto a cura dell’Osservatorio Economico e Sociale di Treviso
11
Analizzando le componenti che determinano il movimento demografico complessivo – vale
a dire la componente naturale e quella migratoria - emerge come, con riferimento al 2006,
nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” siano stati positivi sia il saldo naturale
che il saldo migratorio che hanno concorso entrambi, anche se in misura diversa, al risultato
complessivo finale positivo.
Il tasso di natalità che si registra nell’area è positivo e superiore alla media nazionale. Il tasso
di mortalità è leggermente inferiore: il risultato è un tasso di incremento naturale positivo
(dello 0,4 per mille), superiore alla media nazionale (tornata nel 2006 positiva, ma attestata su
un valore dello 0,04 per mille)), ma inferiore al tasso di crescita registrato in Veneto e nella
complessiva provincia di Treviso, dove è arrivato al 2,7 per mille.
Scomponendo il dato relativo al saldo naturale tra popolazione di cittadinanza straniera e
popolazione di cittadinanza italiana emerge come sia soprattutto la prima ad ottenere le
performance migliori, capaci di arginare l’ancora contenuto livello delle nascite e l’alta
incidenza dei decessi tra la popolazione italiana (meno giovane) e contribuendo in misura
maggiore al risultato positivo complessivo.
Figura 2.9 – Tasso natalità, mortalità e incremento naturale
12,0
10,8
9,9
10,0
9,9
9,5
9,5
8,9
9,4
8,1
8,0
6,0
4,0
2,7
2,0
1,0
0,4
0,04
0,0
Tasso natalità
Area IPA "Terre Alte"
Tasso mortalità
Provincia Treviso
Tasso incremento naturale
Regione Veneto
Italia
Fonte: elaborazione EURIS Srl su dati ISTAT – 2006
12
Con riferimento alla componente migratoria del movimento demografico, l’area ha
registrato un tasso di immigratorietà del 39,7 per mille, inferiore alla media provinciale,
superiore invece a quelle regionale e nazionale: nel complesso il tasso di crescita migratoria6
è risultato pari al 4,3‰: positivo, dunque, ma inferiore alla media nazionale, regionale e
provinciale, considerato che l’area ha registrato anche un elevato tasso di migratorietà.
Figura 2.10 – Tasso immigratorietà, migratorietà e incremento migratorio
50,0
43,4
45,0
39,7
40,0
38,6
34,9
35,0
35,4
36,8
32,2
28,5
30,0
25,0
20,0
15,0
10,0
6,6
4,3
5,0
6,4
6,4
0,0
Tasso immigratorietà
Area IPA "Terre Alte"
Tasso migratorietà
Provincia Treviso
Tasso incremento migratorio
Regione Veneto
Italia
Fonte: elaborazione EURIS Srl su dati ISTAT – 2006
6
Tasso migratorio: misura l’incremento o la diminuzione di popolazione nel periodo considerato per effetto delle
dinamiche migratorie. (Saldo migratorio/popolazione media)*1000
13
Considerando le due componenti – naturale e migratoria – della dinamica demografica tra il
1996 e il 1999 nel contesto europeo, la provincia di Treviso, insieme alle province di Padova e
Vicenza, rientra tra le aree europee in cui sia la variazione naturale della popolazione, sia le
migrazioni nette sono cresciute e si sono rinforzate vicendevolmente, a differenza di quanto
successo nella maggior parte delle aree centro-settentrionali italiane in cui la crescita della
popolazione è risultata dipendente dalla sola immigrazione, dato che la crescita naturale
della popolazione è stata negativa.
Figura 2.11 – Componente naturale e migratoria
della dinamica della popolazione, 1996 - 19997
Fonte: Atlante ESPON
7 La tavola presenta una classificazione delle regioni europee sulla base delle componenti dello sviluppo totale della
popolazione. Tale sviluppo è infatti la somma algebrica tra la variazione naturale della popolazione (numero di nati
meno il numero di morti in una data area durante un dato periodo) ed il saldo migratorio (differenza fra
immigrazione ed emigrazione). L’analisi è condotta nel periodo 1996-1999 e, per motivi di comparabilità e
disponibilità dei dati, la scala territoriale considerata comprende sia regioni NUTS 3, sia NUTS 2. L’analisi è effettuata
sul territorio ESPON ad eccezione di Cipro e Malta (per mancanza di dati), con Svizzera e Norvegia. I dati
provengono da Eurostat e dall’istituto nazionale di statistica svizzero e norvegese. La metodologia adotta sei classi di
comportamento diverse, che permettono di scomporre l’evoluzione della popolazione nella sua componente
naturale e migratoria. Le prime tre classi riguardano regioni che hanno sperimentato una dinamica positiva della
popolazione, le restanti tre una dinamica negativa.
14
Considerando invece le sole dinamiche migratorie, a livello europeo emerge una dicotomia
abbastanza chiara fra regioni di emigrazione e regioni di immigrazione. In questo contesto,
l’area centro-settentrionale dell’Italia risulta caratterizzata da una dinamica positiva e le
regioni italiane economicamente più sviluppate, tra cui il Veneto, concentrano i flussi
d’immigrazione tra i più elevati d’Europa.
Figura 2.12 – Saldo migratorio per 1000 abitanti, 1996 - 19998
Fonte: Atlante ESPON
8 Il saldo migratorio di un periodo, per una data unità territoriale, è una misura della differenza tra i movimenti in
entrata (immigrazione) ed in uscita (emigrazione) ed è riferito alla popolazione residente (‰). Data la difficoltà ad
ottenere dati omogenei dei movimenti migratori a livello regionale, la metodologia utilizzata è detta “metodo dei
movimenti naturali”: il saldo è calcolato come differenza tra la crescita totale della popolazione nel periodo, e la
crescita naturale (differenza tra nati e morti) durante lo stesso periodo. L’analisi è condotta nell’intervallo 1996-1999
e, per motivi di comparabilità e disponibilità dei dati, la scala territoriale considerata comprende sia regioni NUTS 3,
sia NUTS 2. L’analisi è effettuata sul territorio ESPON ad eccezione di Cipro e Malta (per mancanza di dati) e con
l’aggiunta di Svizzera e Norvegia. I dati provengono da Eurostat e dall’istituto nazionale di statistica svizzero e
norvegese.
15
Queste dinamiche demografiche relativamente “positive” non sono tuttavia sufficienti a
contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione9.
Complessivamente - considerando quindi anche l’apporto della componente straniera - la
piramide delle età della popolazione dell’area “Terre Alte della Marca Trevigiana” assume la
forma di un poligono irregolare: le basi sono piuttosto ristrette, si verifica un improvviso
allargamento dei vertici intermedi e si prosegue infine, gradualmente, verso il punto di
congiunzione superiore. Se paragoniamo questa piramide a quella che dovrebbe essere la
sua “normale” configurazione – ossia una sorta di triangolo isoscele – la base della piramide
risulta molto sottodimensionata. La frequenza delle classi di età più giovani è molto bassa,
soprattutto se paragonata alle frequenze delle classi in età riproduttiva. Il tasso di natalità
quindi, anche se in lieve crescita, risulta ancora contenuto. Dalle fasce di età più numerose
(quelle tra i 30 e i 44 anni, effetto del baby boom registrato negli anni ’60 e nei primi anni ’70)
si passa alle frequenze delle classi successive che decrescono in modo progressivo, con una
riduzione più veloce per gli uomini che per le donne.
Figura 2.13 – Piramide delle età della popolazione residente (maschi e femmine)
100 e più
95- 99
90- 94
85- 89
80- 84
75- 79
70- 74
65- 69
60- 64
55- 59
50- 54
45- 49
40- 44
35- 39
30- 34
25- 29
20- 24
15- 19
10- 14
5- 9
Meno di 5
M
F
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – Anno 2007
9
Recenti dati diffusi dall’ISTAT e riguardanti le previsioni demografiche nazionali con proiezioni fino al 2050 mettono
in luce come grazie al miglioramento degli stili di vita ed al progresso medico-scientifico, la vita media sia degli
uomini che delle donne sia destinata a crescere ulteriormente e per far fronte a questa tendenza, non sono
sufficienti il lento ma progressivo aumento del tasso di fecondità e gli effetti positivi delle migrazioni internazionali. I
nuovi nati non riusciranno a compensare il crescente incremento delle morti prodotte dal progressivo
invecchiamento della popolazione e anche la dinamica migratoria nel lungo periodo sarà insufficiente: nonostante
l’ipotesi del continuo aumento di trasferimenti dai Paesi a forte pressione migratoria, anche gli attuali “giovani”
immigrati sono destinati ad invecchiare nel nostro Paese.
16
I valori registrati nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” relativamente alla
struttura della popolazione per classi di età vanno esaminati anche alla luce delle due
componenti demografiche della piramide delle età: vale a dire la componente data dalla
popolazione di cittadinanza italiana e quella relativa alla popolazione straniera mettendone
in evidenza la diversa struttura.
Nell’area la popolazione straniera è mediamente molto più giovane di quella italiana,
presenta un tasso di vecchiaia quasi nullo ed evidenzia un tasso di natalità più elevato. Alla
fine del 2007, i bambini stranieri di età inferiore ai 5 anni costituivano nell’area dell’IPA oltre il
10% della popolazione immigrata, mentre quelli italiani meno del 5% di quella autoctona.
Si nota inoltre la massiccia presenza di cittadini stranieri nelle classi in età lavorativa che ha
permesso di colmare le carenze del ricambio demografico nel mercato del lavoro locale,
carenze dovute sia al progressivo invecchiamento della popolazione sia alle più elevate
aspettative dell’offerta, soprattutto quella locale, trattenuta più a lungo nei percorsi formativi
e sempre meno disponibile a sistemazioni lavorative di basso livello10.
Figura 2.14 – Piramide delle età della popolazione residente (italiani e stranieri)
100 e più
95- 99
90- 94
85- 89
80- 84
75- 79
70- 74
65- 69
60- 64
55- 59
50- 54
45- 49
40- 44
35- 39
30- 34
25- 29
20- 24
15- 19
10- 14
5- 9
Meno di 5
STR
IT
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – Anno 2007
10
Cfr. Tendenze del mercato del lavoro veneto - Aggiornamento al primo trimestre 2006, Veneto Lavoro.
17
La popolazione residente nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” appare inoltre
lievemente “più vecchia” nel contesto provinciale, regionale e nazionale.
La popolazione di età uguale o superiore a 65 anni rappresenta il 21% della popolazione
residente complessiva, valore lievemente superiore a quello medio provinciale (18%),
regionale (19%) e nazionale (20%). La popolazione di età inferiore ai 15 anni rappresenta
invece il 14% della popolazione totale, in linea con le medie provinciale, regionale e
nazionale che si attestano sul 14%.
L’indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione di 65 anni e più e quella di 0-14 anni) è pari a
147: significa che nell’area sono presenti 147 anziani ogni 100 giovani, dato al di sopra delle
medie provinciale (pari a 123), regionale (pari a 139) e nazionale (pari a 142).
L’indice di dipendenza (rapporto tra la popolazione non attiva – popolazione 0-14 anni +
popolazione 65 anni e più – e la popolazione attiva in età tra 15 e 64 anni), denominato
anche “carico sociale”, è pari a 53 ed indica che nell’area sono presenti 53 persone non
attive ogni 100 persone in età attiva, contro un valore medio provinciale di 49, regionale di 50
e nazionale di 52. Il denominatore di questo indice rappresenta la fascia di popolazione che
dovrebbe provvedere al sostentamento della fascia rappresentata al numeratore: un
elevato tasso implica una forte presenza di popolazione anziana e giovanissima a carico
della popolazione in età lavorativa. Alti tassi di dipendenza hanno quindi conseguenze sulla
spesa pubblica, il welfare, l’istruzione e la sanità.
150
147
145
142
139
140
Figura 2.15 – Indice di
vecchiaia
135
130
123
125
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati
ISTAT – Anno 2007
120
115
110
Terre Alte
Treviso
Terre Alte
Veneto
Treviso
Veneto
Italia
Italia
54
53
53
52
52
Figura 2.16 – Indice di
dipendenza
51
50
50
49
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati
ISTAT – Anno 2007
49
48
47
Terre Alte
Treviso
Terre Alte
Veneto
Treviso
Veneto
Italia
Italia
18
L’indice di ricambio (rapporto tra quanti sono prossimi a lasciare il mondo del lavoro popolazione con età compresa tra 60 e 64 anni - e quanti stanno invece per entrarci popolazione con età tra i 15 e i 19 anni) è pari a 132, dato al di sopra delle medie provinciale
(122), regionale (129) e nazionale (112). Questo significa che le classi di popolazione che
includono i lavoratori in procinto di ritirarsi dal mondo del lavoro risultano più numerose
rispetto alle classi dei giovani che subentreranno ad esse nel mercato del lavoro.
L’indice di struttura (rapporto tra popolazione tra 40-64 anni e quella tra 15-39 anni) è pari a
110, lievemente superiore ai valori provinciale (104), regionale (109) e nazionale (105). Il
denominatore di questo indice rappresenta le 25 generazioni più giovani in attività destinate
a sostituire le 25 generazioni più anziane anch’esse in attività. L’indice mostra dunque il grado
di invecchiamento della popolazione attiva: tanto più basso è l’indice tanto più giovane è la
popolazione in età lavorativa.
135
132
129
130
125
122
Figura 2.17 – Indice di
ricambio
120
115
112
110
Fonte: elaborazione EURIS srl su
dati ISTAT – 2007
105
100
Terre Alte
Treviso
Terre Alte
Veneto
Treviso
Veneto
Italia
Italia
111
110
110
109
109
108
Figura 2.18 – Indice di
struttura
107
106
105
105
104
Fonte: elaborazione EURIS srl su
dati ISTAT – 2007
104
103
102
101
Terre Alte
Treviso
Terre Alte
Veneto
Treviso
Veneto
Italia
Italia
19
Nei paragrafi che seguono si riportano alcune tavole che mostrano la situazione europea
relativamente ai principali indicatori della struttura demografica (i dati fanno riferimento agli
anni 1999 e 2000).
Per quanto riguarda la quota di anziani, emerge una condizione di relativo invecchiamento
della popolazione nella UE 15 e in Scandinavia e per contro una condizione più favorevole in
alcuni dei nuovi stati membri come Polonia, Slovacchia e Ungheria e in parte Romania. I
valori più elevati nel tasso di anzianità sono mostrati da ampie porzioni della penisola iberica
e della Francia meridionale e occidentale e nell’Italia nord-occidentale e centrale. Livelli
inferiori ma comunque elevati si registrano in generale in tutta l’Europa centrale, nonché
nella Francia settentrionale e nel Regno Unito e per quanto riguarda l’Italia, in Veneto.
Per quanto riguarda invece la quota di giovani, sempre nell’anno 2000, le isole britanniche, le
regioni scandinave e baltiche, i nuovi Stati membri, la Romania e tutta la Francia (tranne una
porzione di regioni sud-occidentali) registrano le più alte percentuali di giovani sul totale. In
Italia, il Veneto rientra tra le regioni con la più bassa quota di popolazione giovane d’Europa.
Figura 2.19
Figura 2.20
Quota di anziani, 200011
Quota di giovani, 200012
Fonte: Atlante ESPON
11
L’indicatore presenta la quota di popolazione sopra i 65 anni sulla popolazione totale nel 2000. L’analisi è
condotta a livello NUTS 2 sull’intero spazio ESPON. I dati sulla popolazione nell’anno 2000 provengono da Eurostat e
dall’istituto nazionale di statistica norvegese e svizzero.
12 L’indicatore presenta, per ogni unità territoriale, la quota di giovani in età compresa tra 0 e 14 anni sul totale della
popolazione nel 2000. L’analisi è condotta a livello NUTS 2 sull’intero spazio ESPON. I dati sulla popolazione nell’anno
2000 provengono da Eurostat e dall’istituto nazionale di statistica norvegese e svizzero.
20
Per quanto riguarda il tasso di dipendenza, in Europa un alto livello di dipendenza dalla
popolazione in età lavorativa è evidenziato a nord, in tutta l’area scandinava e del mar
Baltico, sull’intero territorio francese (con l’eccezione dell’area parigina), ed in Gran
Bretagna (con l’eccezione di parti della Grande Londra). Elevati livelli sono inoltre evidenziati
nelle regioni di confine orientale dell’UE 25, in Romania e Bulgaria e in aree interne della
penisola iberica. Bassi tassi di dipendenza si riscontrano in vasta parte dell’Europa centrale
(Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, e Ungheria meridionale) e anche nella
regione Veneto, soprattutto per la bassa presenza di popolazione giovane.
Figura 2.21 – Tasso di dipendenza, 199913
Fonte: Atlante ESPON
13
La tavola mostra il tasso di dipendenza, definito come rapporto tra la popolazione totale e la popolazione in età
compresa fra i 20 ed i 64 anni. L’analisi è condotta sul territorio dell’area ESPON che comprende i paesi dell’Europa
a 25+2 (Romania e Bulgaria) con l’aggiunta di Svizzera e Norvegia. L’indicatore è stimato a livello NUTS 2 in alcune
zone, ed a livello NUTS 2 in altre. I dati si riferiscono al 1999 e provengono da Eurostat e dall’istituto nazionale di
statistica svizzero e norvegese.
21
Esaminando la tendenza all’invecchiamento della popolazione europea, le proiezioni al 2025
della struttura della popolazione in termini d’età evidenziano un’elevata quota di persone
anziane in alcune regioni della Finlandia, della Svezia centro-settentrionale, in alcune regioni
settentrionali della penisola iberica, nelle highlands scozzesi e nelle regioni della Germania
orientale, eccetto i dintorni di Berlino. Al contrario, le aree in cui si prevedono minori tassi di
invecchiamento sono soprattutto localizzate nei nuovi Paesi membri e nei paesi in adesione,
mentre spicca in positivo la prestazione dell’Irlanda, dell’Inghilterra, dell’estremo sud di
Spagna e Portogallo, e del Lussemburgo. In Italia, si prevede un’elevata quota di anziani in
tutto il territorio, in particolare nel centro e nel nord-ovest, un po’ meno in Veneto, dove il
processo di invecchiamento risulterebbe molto più accentuato in assenza di movimenti
immigratori, grazie ai quali la popolazione invecchierà meno.
La rappresentazione grafica del potenziale di popolazione giovane rispetto ad oggi nelle
aree europee evidenzia chiaramente una diversa struttura fra le popolazioni dell’area
mediterranea (Francia esclusa) ed orientale da una parte, e la zona nordica, atlantica e
continentale dell’Europa dall’altra. Le situazioni più promettenti si riscontrano soprattutto nei
territori scandinavi e nelle regioni della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, oltre che in
quasi tutta la Francia, mentre il territorio italiano presenta, nel complesso, regioni, tra cui il
Veneto, con valori bassi che diventano rischiosamente molto bassi in Liguria, Toscana, Emilia
Romagna, Friuli Venezia Giulia e Sardegna.
Figura 2.22
Figura 2.23
Figura 2.24
Tendenze dell’invecchiamento della
popolazione al 2025, non
considerando i processi migratori
Tendenze dell’invecchiamento della
popolazione al 202514
Potenziale di sviluppo naturale al
202015
Fonte: Atlante ESPON
14 Le tendenze all’invecchiamento della popolazione sono calcolate come rapporto percentuale tra la
popolazione con età uguale o maggiore di 65 anni e il totale della popolazione al 2025. La metodologia utilizza
tecniche di proiezione della popolazione futura calibrate sui dati del periodo 1995-2000 riguardanti la popolazione
residente e i tassi di fertilità e mortalità. Vengono simulati due scenari caratterizzati da assunzioni sui flussi migratori: il
primo (Model A, Tavola 5.9a) è uno scenario esclusivamente demografico che non considera alcun flusso
migratorio; il secondo (Model B0, Tavola 5.9) ammette flussi migratori allo stesso tasso del periodo 1995-2000. I dati
provengono sia da Eurostat, sia da altre fonti quali le Nazioni Unite. L’analisi è condotta a livello NUTS 2.
15 Il potenziale di sviluppo naturale è un indicatore che misura se la coorte composta dalla popolazione che nel
2020 avrà da 20 a 29 anni, ovvero i nati fra il 1991 ed il 2000, è più o meno ampia rispetto alla coorte costituita dalla
popolazione che nel 2000 aveva la stessa età (20 - 29 anni). L’analisi è condotta a livello NUTS 2 sul territorio
dell’Europa a 25+4 (Romania, Bulgaria, Svizzera e Norvegia) con l’aggiunta della Svizzera e della Norvegia. I dati
provengono da Eurostat e dall’istituto nazionale di statistica svizzero e norvegese.
22
II.2. Popolazione e livelli di istruzione
Il livello di istruzione della popolazione assume un ruolo fondamentale nella formazione del
capitale umano di un territorio e della sua competitività.
Per quanto riguarda l’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana”, la performance
registrata dal Censimento della popolazione del 2001 segnala ancora un livello di istruzione
medio-basso, pur essendoci stato un significativo miglioramento rispetto alla precedente
rilevazione censuaria relativa al 1991. Solo il 5,7% della popolazione residente con più di sei
anni risultava nel 2001 in possesso di una laurea - contro il 7,5% a livello nazionale. E’ invece
lievemente superiore al dato medio nazionale la quota di popolazione in possesso del
diploma di scuola secondaria superiore (26,4%), mentre ancora il 29,3% possiede solo la
licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale.
In Veneto permane, anche se vi sono cambiamenti in atto, la tendenza a valorizzare in
misura maggiore l’esperienza lavorativa in azienda piuttosto che l’esperienza formativa nelle
scuole. Ciò è dovuto principalmente a due elementi chiave: la maggiore facilità di trovare
un impiego per chi ha un basso livello di scolarizzazione e l’incentivo per i giovani costituito
dalla retribuzione e dall’indipendenza economica; le difficoltà ad inserirsi nel mondo del
lavoro e a svolgere attività in linea con la preparazione ottenuta per chi ha livelli di istruzione
più elevati (come i laureati).
Figura 2.25 – Livello di istruzione della popolazione residente (quota % su pop. totale)
7,5
6,5
6,3
5,7
Laurea
25,9
25,9
26,9
26,4
Diploma di sc uola sec ondaria
superiore
30,1
31,1
30,3
29,3
Lic enza di sc uola media inferiore
o di avviamento professionale
25,4
27,7
27,7
Lic enza di sc uola elementare
29,9
9,7
8,2
8,4
8,3
Alfabeti privi di titoli di studio
Analfabeti
0,0
1,5
0,5
0,4
0,4
5,0
10,0
Terre Alte
15,0
Treviso
2 0,0
Veneto
2 5,0
3 0,0
35,0
Italia
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT - 2001
23
L’indice di possesso del diploma di scuola media superiore nella popolazione con più di 19
anni è compreso tra il 20% (Moriago della Battaglia) e il 39% (Conegliano) nei diversi comuni
dell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” ed è quasi ovunque superiore nella
popolazione di sesso maschile rispetto a quella femminile.
Figura 2.26 – Indice di possesso Diploma di scuola media superiore (19 anni e più) per sesso
39
Conegliano
35
Vittorio Veneto
31
Cappella Maggiore
28
San Pietro di Feletto
28
Miane
28
Colle Umberto
28
Pieve di Soligo
27
Follina
27
Fregona
26
Susegana
26
Orsago
25
Vidor
25
Sernaglia della Battaglia
25
Revine Lago
25
Godega di Sant'Urbano
24
Mareno di Piave
24
Santa Luc ia di Piave
24
Cison di Valmarino
24
Cordignano
24
Valdobbiadene
23
Gaiarine
23
San Fior
23
Codognè
22
Sarmede
22
Farra di Soligo
22
Vazzola
22
Refrontolo
21
Tarzo
21
Segusino
20
Moriago della Battaglia
30
Provinc ia Treviso
30
Regione Veneto
33
Italia
0
10
20
Maschi
30
Femmine
40
50
Totale
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – 2001
24
Scomponendo l’indice di possesso del diploma di scuola media superiore tra la popolazione
di età compresa tra i 19 e i 34 anni e la popolazione di età compresa tra i 35 e i 44 anni, si
nota come nella prima fascia di età esso sia notevolmente più alto (compreso tra il 41% a
Refrontolo e il 63% a Conegliano), con notevoli variazioni all’interno dei comuni dell’area,
segno ad ogni modo dell’aumentata scolarizzazione. Si nota anche come, diversamente da
prima, l’indice sia ovunque più elevato per la popolazione di sesso femminile.
Figura 2.27 – Indice di possesso Diploma di scuola media superiore (19-34 anni) per sesso
63
Conegliano
63
Vittorio Veneto
61
Cappella Maggiore
60
Fregona
56
Colle Umberto
56
Miane
55
San Pietro di Feletto
54
Revine Lago
53
Gaiarine
53
Follina
52
Orsago
52
Godega di Sant'Urbano
52
Pieve di Soligo
51
Mareno di Piave
51
Cordignano
50
Sernaglia della Battaglia
50
Vidor
49
Sarmede
49
Susegana
49
Valdobbiadene
48
Santa Luc ia di Piave
47
Codognè
46
Tarzo
46
Farra di Soligo
46
Segusino
45
San Fior
44
Vazzola
43
Cison di Valmarino
41
Moriago della Battaglia
41
Refrontolo
53
Provinc ia Treviso
52
Regione Veneto
54
Italia
0
10
20
30
Maschi
40
Femmine
50
60
70
Totale
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – 2001
25
L’indice di possesso del diploma di scuola media superiore diminuisce ancora, invece, se si
considera la popolazione con età compresa tra i 35 e i 44 anni, variando dal 20% di Moriago
della Battaglia al 50% di Conegliano e in questa fascia d’età varia molto da comune a
comune la differenza tra maschi e femmine.
Figura 2.28 – Indice di possesso Diploma di scuola media superiore (35-44 anni) per sesso
50
Conegliano
46
Vittorio Veneto
38
Cappella Maggiore
34
San Pietro di Feletto
34
Miane
33
Cison di Valmarino
33
Fregona
32
Orsago
32
Sernaglia della Battaglia
31
Pieve di Soligo
31
Colle Umberto
31
Revine Lago
31
Susegana
30
Follina
30
Valdobbiadene
30
Godega di Sant'Urbano
28
Vidor
28
Farra di Soligo
28
San Fior
27
Mareno di Piave
27
Cordignano
27
Segusino
27
Santa Luc ia di Piave
26
Gaiarine
26
Sarmede
25
Tarzo
25
Vazzola
25
Refrontolo
22
Codognè
20
Moriago della Battaglia
36
Provinc ia Treviso
36
Regione Veneto
41
Italia
0
10
20
Maschi
30
Femmine
40
50
60
Totale
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – 2001
26
La situazione del Veneto, compresa l’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana”,
appare più “preoccupante” dal punto di vista del livello di istruzione, se confrontata con la
situazione degli altri paesi europei.
Le aree del Mar Baltico, del Mare del Nord, del Regno Unito e della Germania orientale
mostrano i livelli d’istruzione più alti con percentuali di laureati e di titoli di licenza media
superiore maggiori del dato medio europeo (20,1% e 47,5% rispettivamente). Aggiungiamo
Irlanda, Belgio, Olanda, nonché le aree metropolitane di Madrid, Berlino, Lione, Tolosa e
Parigi per quanto concerne l’alta percentuale di laureati.
Sul territorio italiano si nota chiaramente che l’intera penisola ha quote di laureati rispetto alla
popolazione tra i più bassi in Europa, paragonabili a quelle registrate nei paesi dell’Europa
Orientale, in Portogallo e Grecia. La situazione della nostra penisola è critica anche in
riferimento alla quota di diplomati con livelli medi di istruzione, paragonabile ai bassi livelli
d’istruzione secondaria di Grecia e Spagna. I nuovi Paesi membri, i paesi di prossimo
allargamento, l’intera Germania e l’Austria, invece, hanno un’elevata quota di popolazione
con un livello medio d’istruzione in linea con le aree baltiche e nordiche. Italia, Spagna e
Grecia spiccano invece per l’alta quota di popolazione con basso livello di istruzione.
Figura 2.29 – Livello di istruzione della popolazione (% sulla popolazione 25 - 64 anni), 200216
Fonte: Atlante ESPON
16 Il livello di istruzione della popolazione è espresso considerando tre livelli d’istruzione ed è costruito attraverso il
rapporto percentuale tra la quota di popolazione in ogni livello e la popolazione totale compresa tra i 25 e 64 anni. I
livelli d’istruzione definiti sono: Basso, ovvero licenza media inferiore o meno; Medio, licenza media superiore; Alto,
laureati o equivalenti.
27
Anche la rappresentazione grafica della quota di lavoratori con alto livello d’istruzione
mostra che l’Italia è tra i paesi europei che presentano le percentuali più basse. In
particolare, la quasi totalità del territorio italiano evidenzia una quota di occupati con livello
d’istruzione universitario inferiore al 15%. Una situazione analoga si riscontra nella maggior
parte delle regioni appartenenti ai paesi dell’Europa orientale così come in Grecia,
Portogallo ed Austria. Nel resto dell’Europa, le aree caratterizzate da un’elevata percentuale
di occupati con alto grado d’istruzione si localizzano soprattutto nelle regioni scandinave e
baltiche, nel Regno Unito, in Belgio e nei Länder orientali della Germania. La tavola evidenzia
altresì percentuali elevate di lavoratori con laurea o equivalente sia nelle regioni
settentrionali della Spagna e, ad est, in Bulgaria, sia in corrispondenza di regioni sede
d’importanti università e di attività terziarie quali Parigi, Stoccolma, Budapest e Madrid.
Figura 2.30 - Occupati con alto grado di istruzione, 200117
17
La caratteristica del mercato del lavoro che si vuole evidenziare nella tavola è la quota di lavoratori con elevato
grado d’istruzione (laurea o equivalente) in percentuale del totale degli occupati al 2001. L’analisi è condotta a
livello NUTS 2 salvo che per le regioni tedesche le quali sono analizzate a livello NUTS 1. I dati regionali sulla forza
lavoro provengono da Eurostat.
28
Questa situazione è confermata dai risultati dell’analisi dell’Osservatorio Excelsior sulle
assunzioni previste per la provincia di Treviso sulla base delle esigenze espresse dal sistema
produttivo: dall’analisi emerge infatti la propensione delle imprese trevigiane ad occupare
personale con bassi livelli di istruzione, anche se si assiste negli ultimi anni ad un
cambiamento di tendenza, con un aumento della richiesta di diplomati, in proporzione
anche di qualificati. Relativamente al 2007, considerando il livello d’istruzione richiesto nelle
previsioni d’assunzione, risulta che:
cresce la domanda di personale in possesso di diploma di scuola superiore dal 37,7%
dell’anno precedente al 39,4%; significativo è anche l’incremento all’interno
dell’industria dove si passa dal 30,6% al 33,7%;
sostanzialmente stabile è la domanda di laureati (da 6,6% a 6,4%), con un positivo
incremento nel settore manifatturiero dove la richiesta sale dal 6,9% al 8,0%;
diminuisce la richiesta di personale in possesso di diploma di istruzione professionale
(dal 21,5% al 17,0%);
cresce invece la ricerca di personale senza nessuna formazione specifica (dal 34,3%
al 37,2%) dato su cui incide anche la carenza di manodopera e il conseguente
abbassamento delle soglie minime di competenza richiesta, pur di trovare personale.
La mancanza di personale qualificato e la ridotta presenza di determinate figure sono alla
base delle assunzioni di difficile reperimento, che pesano nelle aziende trevigiane per il 40,8%
sul totale delle assunzioni. Le aziende con un numero di addetti inferiore a 10 presentano le
maggiori difficoltà, in parte per la scarsa visibilità/appetibilità di queste imprese nel mercato
del lavoro, ma anche per le difficoltà che questa tipologia d’imprese incontra nel fornire un
percorso formativo complementare al personale appena uscito dal mondo della scuola.
Figura 2.31 - Assunzioni previste per il 2007
per livelli di istruzione richiesti e livelli formativi equivalenti. Provincia di Treviso
Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2004-2007
29
La medesima tendenza si osserva analizzando le professioni maggiormente richieste
nell’ambito di ciascun gruppo professionale nella provincia trevigiana, come emerge dal “2°
Rapporto sull’evoluzione della domanda di professioni nelle aziende trevigiane (1999-2006)”:
le figure professionali maggiormente richieste sono gli operai specializzati. Allo stesso tempo
operai generici, operai specializzati e tecnici sono le figure professionali per le quali le
imprese venete e trevigiane denunciano le maggiori carenze di disponibilità. Esaurita
completamente la forza lavoro locale, sia a causa del calo demografico che per la
competizione delle tante imprese presenti sul territorio, si tenta di reclutare con qualche
difficoltà sia operai provenienti dal sud Italia che da Paesi extracomunitari.
Parallelamente le risorse con titoli di studio (non professionale) più elevati che aspirano a
svolgere attività professionali o impiegatizie “si trovano in alcuni casi a vivere forme di disagio
dovute alla difficoltà nel trovare occupazioni in linea con la propria preparazione
professionale. Ci sembra condivisibile ritenere che il territorio provinciale, seppure aperto a
soluzioni extra-locali, debba comunque offrire ai giovani le “ragioni per restare”, per investire
nel territorio, facendo coincidere le aspirazioni professionali delle nuove generazioni con le
esigenze di rinnovamento del modello di sviluppo. L’offerta di lavoro che oggi non incontra in
modo soddisfacente la domanda, un’offerta ambiziosa, ma anche poco mirata, a fronte di
una domanda “semplificata” o iper-specializzata rappresenta forse il sintomo più chiaro di
una mancanza di regia comune sul futuro del territorio” [Provincia di Treviso, Sviluppo,
competizione, sostenibilità Piano Strategico volume 4, p.75]. “Le istituzioni di governo del
territorio si trovano dunque a dover ritrovare il punto d’incontro tra domanda ed offerta di
lavoro, considerando lo sviluppo ed il fabbisogno dei saperi in modo probabilmente molto
diverso dal passato ed in una dimensione integrata che contemperi non solo i fabbisogni dei
comparti economici, ma anche le propensioni e gli orientamenti dei giovani, oltre che la
possibilità di attrarre competenze mirate dall’esterno. Oggi la realtà manifatturiera è centrale
ma l’evoluzione della società ha portato anche allo sviluppo del terziario ed a stili di vita non
più necessariamente armonici con gli obiettivi dell’impresa manifatturiera o, almeno, con un
certo modello d’impresa del secondario: quella basata sulla competizione sui costi e dunque
sull’utilizzo di manodopera a basso valore aggiunto ovvero a bassa scolarità”. [Parte estratta
da Provincia di Treviso, Sviluppo, competizione, sostenibilità Piano Strategico volume 4, p. 65]
Figura 1.32 – Professioni richieste dalle aziende trevigiane per il 2007
Operai specializzati
24,3
Conduttori di impianti
19,4
Professioni relative alle
attività commerciali e ai
servizi
17,4
Professioni tecniche
16,9
11,6
Personale impiegatizio
Personale non
qualificato
7,5
Professioni ad elevata
specializzazione
2,6
0
5
10
15
20
25
30
Fonte: 2° Rapporto sull’evoluzione della domanda di professioni nelle aziende trevigiane
(1999-2006)
30
II.3. Obiettivi della “strategia di Lisbona” rispetto al capitale umano
Tra i principali obiettivi della “strategia di Lisbona” vi è quello di aumentare gli investimenti in
capitale umano migliorando l’istruzione e le qualifiche, ed in particolare di:
1) Diminuire il livello dell’abbandono scolastico prematuro, portando al di sotto del 10%
la percentuale della popolazione di età 18-24 anni con titolo di studio inferiore al
diploma di scuola secondaria superiore e che non partecipa ad ulteriore istruzione o
formazione. Nel 2005 i valori in Italia e Veneto sono:
ITALIA (2005): 22,1%
VENETO (2005): 18,4%
2) Aumentare la quota di popolazione che completa il ciclo di istruzione secondaria
superiore portandola ad un valore pari o superiore all’85% della popolazione
ventiduenne.
ITALIA (2005): 73,1%
VENETO (2005): 77,0%
(Nel caso dell’Italia e del Veneto si tratta della percentuale della popolazione in età
20-24 anni che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore).
3) Aumentare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, portando al 12,5% la
percentuale della popolazione tra 25 e 64 anni che frequenta un corso di studio e di
formazione professionale.
EUROPA15 (2004): 9,3%
EUROPA25 (2004): 8,6%
ITALIA (2005): 5,9%
VENETO (2005): 6,0%
31
III. Patrimonio naturale, ambiente e sviluppo rurale
III.1. Il patrimonio naturale e le aree protette
Dal punto di vista ambientale, il territorio delle “Terre Alte” della Marca Trevigiana è
interessato dalla presenza di ben 11 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della
direttiva 92/43/CEE del Consiglio delle Comunità europee, del 21 maggio 1992, relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (cd.
Direttiva “Habitat”): il SIC “Ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano” nei
comuni di San Fior e Codognè; il SIC “Bosco di Gaiarine” nel comune di Gaiarine; il SIC
“Fiume Piave dai Maserot alle grave di Pederobba” nei comuni di Segusino e
Valdobbiadene; il SIC “Foresta del Cansiglio”nel comune di Fregona; il SIC “Grave del Piave –
Fiume Soligo – Fosso di Negrisia” nei comuni di Vidor, Moriago, Sermaglia della Battaglia,
Susegana, Santa Lucia di Piave e Mareno di Piave; il SIC “Gruppo del Visentin: M. Faverghera
– M. Cor” nel comune di Vittorio Veneto; il SIC “Laghi di Revine” nei comuni di Revine Lago e
Tarzo; il SIC “Monte Cesen” nei comuni di Segusino e Valdobbiadene; il SIC “Palù del
Quartiere del Piave” nei comuni di Farra di Soligo, Vidor, Moriago e Sernaglia della Battaglia;
il SIC “Passo di San Boldo” nel comune di Cison di Valmarino; il SIC “Perdonanze e corso del
Monticano” nei comuni di Tarzo e Vittorio Veneto.
Figura 3.1 – I Siti di Interesse Comunitario (SIC) delle “Terre Alte” della Marca Trevigiana
Fonte: elaborazione Euris Srl
32
Sette sono anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) individuate ai sensi della direttiva
79/409/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, sugli uccelli selvatici, che riguarda la
conservazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico e si prefigge la
protezione, la gestione e la regolazione di tali specie e ne disciplina lo sfruttamento: la ZPS
“Ambito fluviale del Livenza” che interessa il comune di Gaiarine; la ZPS “Bosco di Gaiarine”
sempre nel comune di Gaiarine; la ZPS “Dorsale prealpina tra Valdobbiadene e Serravalle”
nei comuni di Segusino, Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison di Valmarino, Revine Lago,
Vittorio Veneto; la ZPS “Foresta del Cansiglio” nel comune di Fregona; la ZPS “Garzaia di
Pederobba” nei comuni di Valdobbiadene e Segusino; la ZPS “Grave del Piave” nei comuni
di Vidor, Moriago, Sernaglia della Battaglia; Susegana, Santa Lucia del Piave e Mareno di
Piave.
Figura 3.2 – Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) delle “Terre Alte”
Fonte: elaborazione Euris Srl
33
Le risorse naturali ed ambientali presenti nell’area dell’IPA rappresentano un patrimonio da
tutelare, salvaguardare e valorizzare e vanno considerate una ricchezza di inestimabile
valore, considerato che il Veneto rientra tra le aree europee con il più alto grado di
“pressione urbana”, calcolato considerando vari indicatori esplicativi sia della struttura
urbana e territoriale (percentuale di aree artificiali, densità abitativa, densità della rete
autostradale, ecc.) che dei flussi tra aree urbanizzate (spostamenti generati per persona,
centralità).
Figura 3.3 - Pressione urbana 18
18 La pressione urbana è calcolata attraverso una analisi fattoriale, a partire da un set di dieci indicatori di pressione
esplicativi sia della struttura urbana e territoriale (percentuale di aree artificiali, densità abitativa, densità della rete
autostradale, ecc.) che dei flussi tra aree urbanizzate (spostamenti generati per persona, centralità). Il fattore 1, qui
rappresentato, indica direttamente la pressione urbana rispetto al dato medio europeo. L’analisi è condotta a livello
NUTS 3; i toni del rosso indicano i territori a maggiore urbanizzazione, il tono del verde i territori a minore
urbanizzazione.
34
III.2. Agricoltura e sviluppo rurale
L’esatta determinazione del numero di imprese agricole è un’operazione complessa in
considerazione della pluralità di fonti statistiche che applicano criteri di rilevazione
disomogenei. Infatti, i dati forniti dalla CCIAA di Treviso, indicano la presenza nell’area, nel
2006, di 5.643 imprese attive nel settore di attività economica “A – Agricoltura, caccia e
silvicoltura”. Per quanto riguarda, invece, i dati che emergono dai risultati del V Censimento
generale dell’agricoltura (22 ottobre 2000), va precisato che l’unità di rilevazione censuaria
(“azienda agricola”) viene definita dall’ISTAT come “l’unità tecnico-economica in cui si attua
la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, e cioè persona
fisica, società o ente, che ne sopporta il rischio”. Si tratta, dunque, di un universo di
riferimento ben più ampio della platea delle imprese agricole propriamente dette e cioè
effettivamente operanti sul mercato, senza alcun riferimento al carattere professionale
dell’attività svolta dal conduttore stesso, per cui viene rilevato un numero molto consistente
di microaziende con superfici e capacità produttive molto limitate. L’obiettivo del
censimento, infatti, è di rappresentare l’intero mondo rurale e non solo il suo core produttivo.
Tenendo in considerazione tale premessa, nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca
Trevigiana” sono state rilevate, al Censimento del 2000, 13.550 aziende agricole, zootecniche
e forestali, che rappresentano il 30% delle aziende agricole presenti nella provincia di Treviso
e il 7% del totale regionale.
La superficie agricola totale (SAT) delle aziende censite ammonta a 52.606,08 ettari,
corrispondenti al 30% del totale provinciale ed al 4,4% del totale regionale.
La superficie agricola utilizzata (SAU) – cioè quella destinata dalle aziende censite alle
coltivazioni agricole – assomma a 35.616,82 ettari, pari al 26% del totale provinciale e a oltre il
4% del totale regionale. La SAU rappresenta il 68% della superficie agricola totale.
Il comune con il numero più elevato di aziende agricole e le più ampie estensioni di superfici
agricole risulta Valdobbiadene con 1.661 aziende, 2.885,35 ettari di superficie agricola totale
e 4.697 ettari di superficie agricola utilizzata.
Sia a livello regionale che provinciale il trend agli ultimi tre censimenti, che fotografano gli
ultimi venti anni di agricoltura, è sempre stato negativo.
Nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” tra il 1982 ed il 2000 il numero delle
aziende agricole è diminuito di oltre 3.400 unità. A livello disaggregato, i comuni che hanno
registrato la più consistente diminuzione sono Vittorio Veneto (oltre 900 aziende agricole in
meno), Mareno di Piave (266 aziende agricole in meno) e Fregona (263 aziende in meno).
Alcuni comuni registrano valori invece lievemente positivi, in particolare Valdobbiadene con
274 aziende agricole in più, oltre a Cison di Valmarino, Orsago, Refrontolo, Vidor.
Tra il 1982 ed il 2000 la SAT dell’area è diminuita di circa 9.382 ettari, soprattutto a Fregona,
Valdobbiadene e Conegliano, così come la SAU che è diminuita di oltre 5.600 ettari
complessivamente, in particolare a Valdobbiadene e Fregona.
L’effetto di queste dinamiche è il lieve aumento delle superfici medie aziendali che sono
passate da 3,6 a 3,8 ettari in termini di SAT e da 2,4 a 2,6 ettari in termini di SAU.
35
Figura 3.4 – Aziende agricole, SAU e SAT per Comune
4.697,00
2.885,35
Valdobbiadene
1.661
3.975,28
Vittorio Veneto
1.631,69
399
2.720,98
Miane
1.661,62
447
2.486,50
1.899,50
Gaiarine
706
2.266,46
Farra di Soligo
1.809,21
699
2.233,51
1.970,44
Vazzola
462
2.199,79
Susegana
1.375,98
335
2.127,84
1.934,75
Mareno di Piave
542
2.125,42
1.693,59
Conegliano
621
1.911,02
1.628,98
Santa Lucia di Piave
237
1.894,33
1.564,95
Codognè
572
1.857,15
1.628,55
Godega di Sant'Urbano
579
1.789,41
Cison di Valmarino
822,49
471
1.765,18
1.653,68
Moriago della Battaglia
215
1.715,63
1.128,29
Cordignano
399
1.520,94
Tarzo
812,70
483
1.451,77
475,94
302
Follina
1.399,74
San Pietro di Feletto
976,03
298
1.349,25
Fregona
544,58
326
1.274,97
732,82
Sarmede
463
1.148,52
803,39
Pieve di Soligo
302
1.057,01
780,66
Colle Umberto
334
1.022,56
889,21
San Fior
349
1.013,26
848,42
Vidor
329
974,77
Revine Lago
241,57
402
969,50
785,45
Sernaglia della Battaglia
488
960,32
Segusino
322,01
271
955,60
848,56
Orsago
297
955,28
750,73
Cappella Maggiore
327
787,09
515,68
Refrontolo
234
0
500
1.000
1.500
2.000
Aziende
2.500
SAU
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
SAT
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – Anno 2000
36
Figura 3.5 – Variazione 1990-2000 aziende agricole, SAU e SAT per Comune
941
1.009
Moriago della Battaglia
-51
702
Miane
426
-134
307
431
Santa Lucia di Piave
-26
78
117
8
37
77
19
-5
Orsago
Refrontolo
-44
-84
Cappella Maggiore
-7
-2
11
-118
-123
-192
-119
-23
-53
-122
-82
-81
-129
-82
-110
-130
Vidor
Godega di Sant'Urbano
Codognè
Cordignano
San Pietro di Feletto
19
Colle Umberto
-61
-142
-185
Cison di Valmarino
9
-176
-84
-137
-191
-171
-98
-219
-432
-186
-221
-205
-67
-223
-394
-82
-252
-287
-54
-255
-376
-199
-260
-260
-26
-268
-240
-266
-317
-30
-35
-331
-656
-86
-377
-466
-203
-403
-577
-159
-410
-549
-183
-705
Vazzola
San Fior
Farra di Soligo
Sernaglia della Battaglia
Sarmede
Tarzo
Follina
Susegana
Mareno di Piave
Gaiarine
Conegliano
Pieve di Soligo
Revine Lago
Segusino
-1.637
Fregona
-263
-843
-897
Valdobbiadene
274
-1.456
-3.658
Vittorio Veneto
-904
- 4.000
- 3.000
- 2 .000
Var. Aziende
- 1.000
Var. SAU
0
1.000
2.000
Var. SAT
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT
37
Per quanto riguarda l’utilizzazione dei terreni, la forma di utilizzazione più diffusa risulta
costituita dai seminativi, che occupano il 49% della SAU, ovvero 15.536 ettari, e sono coltivati
dal 49% delle aziende. Tuttavia ben il 64% delle aziende è dedito alla coltura delle
coltivazioni legnose cui è dedicato il 30% della SAU. La coltivazione di punta è quella della
vite con 8.553 aziende e 10.881,40 ettari di superficie. Nell’area vengono prodotti tre vini
D.O.C.:
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene D.O.C. la cui zona di produzione comprende
il territorio collinare dei comuni di Conegliano, S. Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio
Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, Follina, Miane, Valdobbiadene, Vidor, Farra di
Soligo, Pieve di Soligo, S. Pietro di Feletto, Refrontolo, Susegana;
Colli di Conegliano D.O.C., una produzione di vini di collina che nascono grosso
modo all'interno degli stessi confini geografici del Prosecco di Conegliano;
Piave D.O.C. la cui zona di produzione comprende, per quanto riguarda l’area
dell’IPA “Terre Alte”, il territorio dei comuni di Codogné, Godega S. Urbano, Mareno di
Piave, San Fior, Santa Lucia di Piave, Vazzola e parte del territorio dei comuni di
Gaiarine, Orsago, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Susegana, Vittorio
Veneto.
Figura 3.6 – Aziende e SAU per forma di utilizzazione dei terreni – Anno 2000
15.536
SEMINATIVI
6.365
10.881
COLTIVAZIONI LEGNOSE
8.553
9.087
PRATI PERMANENTI E
PASCOLI
6.971
112
ORTI FAMILIARI
3.876
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
Aziende
12.000
14.000
16.000
18.000
Superficie
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT
38
Figura 3.7 – Coltivazione della vite - Aziende e SAU per Comune – Anno 2000
1.441,74
Valdobbiadene
1.083
1.181,40
Vazzola
408
796,66
Farra di Soligo
576
650,90
Mareno di Piave
345
638,67
Conegliano
406
534,95
San Pietro di Feletto
270
462,44
413
Codognè
425,70
425
Gaiarine
425,18
Susegana
178
416,29
389
Godega di Sant'Urbano
412,78
Vittorio Veneto
310
360,22
Vidor
239
298,23
Refrontolo
183
264,38
276
San Fior
252,18
268
Cordignano
212,18
229
Colle Umberto
208,34
272
Tarzo
205,83
Santa Lucia di Piave
143
203,40
Pieve di Soligo
150
192,93
Miane
287
Orsago
175,36
191
Cappella Maggiore
154,03
219
133,97
Sarmede
282
112,99
175
Cison di Valmarino
89,69
140
Follina
75,65
Fregona
173
36,98
Segusino
161
32,52
38
Moriago della Battaglia
12,57
18
Sernaglia della Battaglia
6,91
44
Revine Lago
0
200
400
600
800
Aziende
1000
1200
1400
1600
Superficie
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT
39
Nel giugno 2003, attraverso la legge sui Distretti Produttivi della Regione Veneto, il territorio di
Conegliano-Valdobbiadene è stato riconosciuto come primo Distretto Enologico del Veneto.
Il Distretto vede la presenza di 2.800 viticoltori, 460 vinificatori, 250 enologi, 1.500 addetti al
settore enologico, 153 case spumantistiche.
Il “Rapporto 2007 – Evoluzione del Distretto e dinamiche dei mercati” realizzato dal Centro
Studi del Distretto evidenzia come il distretto stia vivendo “un periodo caratterizzato da
buona dinamicità delle imprese volta al consolidamento qualitativo della produzione e ad
una significativa crescita del prodotto sui mercati nazionale d internazionale”.
La produzione nel 2006 è stata di 49,2 milioni di bottiglie, per l’81,5% di spumante. Dai dati del
Consorzio le bottiglie esportate nel 2006 si attestavano sui 15,5 milioni (11,5 di spumante). La
stima del valore al consumo del prodotto per l’intera produzione risulta pari a 330 milioni di
euro. Nel 2006 sono cresciuti sia produzione che fatturato: e imprese hanno saputo sfruttare
positivamente le opportunità determinatesi sia dal lato dell’offerta, con l’aumento della
produzione, che da quello della domanda, per il rinnovato interesse dei consumatori verso il
vino prosecco in generale e quello spumante e frizzante in particolare. Vi è stato un ulteriore
rafforzamento della base produttiva con una crescita significativa delle aziende più grandi,
coerente con le esigenze di competitività espresse dal mercato. Al riguardo sono migliorati i
profili tecnico-commerciali delle imprese in tutte le classi dimensionali. Il distretto gode di
ulteriori punti di forza quali:
la presenza della Scuola Enologica di Conegliano, che si è arricchita di strutture
universitarie in grado di assicurare i livelli di formazione superiore, dai dottori enologi ai
dottori di ricerca. Il polo di formazione forma ogni anno una cinquantina di enotecnici
e una trentina tra enologi e dottori di ricerca, gran parte dei quali vengono assorbiti
dalle imprese del Distretto;
le innovazioni aziendali introdotte con riferimento alla meccanizzazione viticola e
all’impiantistica enologica (il distretto presenta alcune imprese leader nel settore
dell’impiantistica enologica, delle macchine enologiche e nelle attrezzature di
cantina strettamente connesse con le imprese vitivinicole);
l’andamento positivo dei flussi turistici in provincia di Treviso e nell’area del distretto.
Va infine ricordato che proprio in quest’area è stata definita la prima strada del vino d'Italia:
la strada del Vino bianco che da Valdobbiadene giunge fino Conegliano. Oggi, in
riferimento alla recente legge regionale in materia, è rinata l'associazione “Strada del Vino
Valdobbiadene - Conegliano” alla quale si affianca la “Strada del Vino del Piave”.
Queste risorse hanno sviluppato una particolare vocazione al turismo rurale nell’area, dove
sono presenti un centinaio di agriturismo e sette delle 219 fattorie didattiche distribuite sul
territorio regionale (l’elenco regionale è stato approvato con Decreto n. 8 del 29 febbraio
2008): una a Refrontolo, due a Vittorio Veneto, una a Follina, due a Susagana e una a
Seguisino.
40
Per quanto riguarda il settore zootecnico, nel 2000 l’allevamento dei bovini, dopo quello di
avicoli e conigli, è il più diffuso ed interessa 1.623 aziende con circa 33.400 capi. L’area, così
come tutta la provincia di Treviso, è area di produzione del Formaggio Asiago DOP, del
Taleggio DOP, del Montasio DOP e del Grana Padano DOP, mentre è in via di
riconoscimento il Castella Trevigiana DOP che interessa sempre tutto il territorio della
provincia di Treviso. In Veneto nel 2003 è stato attivato il Distretto Veneto Lattiero Caseario col
fine di integrare, valorizzare e mettere in comunicazione diretta i diversi segmenti di filiera del
settore: il mondo agricolo della produzione, il sistema di cooperazione ed i sistemi artigianali e
industriali di trasformazione della materia prima.
Tavola 3.1 – Allevamenti : numero di aziende e consistenza dei capi
Aziende
Bovini
Capi
1.623
33.391
5
15
62
664
Caprini
121
626
Equini
209
711
Suini
317
15.191
Avicoli
3.477
3.292.475
Conigli
1.795
182.451
Struzzi
6
249
Bufalini
Ovini
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT – Anno 2000
41
IV. Struttura economica e occupazione
IV.1. Reddito e occupazione
Considerando le otto sub-aree in cui il territorio provinciale è stato suddiviso ai fini della
redazione del PTCP, la subarea di Treviso è quella che concentra oltre un terzo dei
contribuenti e produce il reddito pro capite più elevato (17.600 euro, il 10% in più della media
provinciale). Ad essa seguono la subarea di Conegliano (16.200 euro), in linea con la media
provinciale, e successivamente le aree di Montebelluna, Castelfranco e dell’OpiterginoMottense, mentre i livelli di reddito più bassi si registrano nelle aree del Quartier del Piave e di
Vittorio Veneto.
Tavola 4.1 – Reddito pro-capite per sub-area
Fonte: Provincia di Treviso – Redditi anno 2002
42
La situazione occupazionale nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” registrata
all’ultimo Censimento della popolazione (2001) mostra una buona performance nel contesto
nazionale: il tasso di attività19 della popolazione residente nei comuni dell’IPA è compreso tra
un valore massimo del 57% ed uno minimo del 49%, contro un valore medio provinciale del
54%, regionale del 53% e nazionale del 49%. Permane tuttavia un netto divario tra il tasso di
attività maschile e quello femminile, segno che esiste ancora un potenziale di forza lavoro
femminile non sfruttato.
Figura 4.1 – Tasso di attività per sesso e per Comune
56,7
Susegana
55,9
Vazzola
55,8
Santa Luc ia di Piave
55,6
Mareno di Piave
55,3
Pieve di Soligo
54,9
Codognè
54,9
Moriago della Battaglia
54,2
Vidor
54,2
Cordignano
53,8
San Fior
53,6
Follina
53,6
Colle Umberto
53,4
Sarmede
53,2
Refrontolo
53,0
Segusino
52,6
Miane
52,5
Cappella Maggiore
52,3
Farra di Soligo
52,0
Gaiarine
51,6
Godega di Sant'Urbano
51,5
Conegliano
51,1
Orsago
50,9
Revine Lago
50,6
Sernaglia della Battaglia
50,6
San Pietro di Feletto
49,7
Valdobbiadene
49,4
Cison di Valmarino
49,4
Fregona
49,3
Tarzo
48,5
Vittorio Veneto
53,6
Prov. Treviso
52,5
Veneto
48,6
Italia
0,0
20,0
40,0
Maschi
Femmine
60,0
80,0
Totale
Fonte: ISTAT – Anno 2001
19 E’ dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più appartenente alle forze
di lavoro e al denominatore il totale della popolazione della stessa classe di età. L’aggregato delle Forze di lavoro è
costituito dall’insieme degli occupati e delle persone in cerca di occupazione.
43
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, esso risulta – sempre nel 2001 – molto basso, a
livelli quasi frizionali, compreso tra un minimo dell’1,9% ed un massimo del 4,6% contro una
media provinciale del 3,2%, regionale del 4,1% e nazionale del 12%. Tuttavia, si nota un
ampio divario tra il tasso di disoccupazione maschile e quello femminile, in entrambi i casi
tuttavia nettamente migliori delle medie nazionali. Dati più recenti riferiti al complessivo
territorio provinciale mostrano come dal 2001 il tasso di disoccupazione sia in aumento,
mentre a livello nazionale è in diminuzione ed anche rispetto al Veneto, Treviso ha perso il
punto di vantaggio che aveva in passato20.
Figura 4.2 – Tasso di disoccupazione per sesso e per Comune
4,6
Revine Lago
4,4
Follina
4,1
Vittorio Veneto
3,8
Miane
3,7
Conegliano
3,6
Pieve di Soligo
3,4
Cappella Maggiore
3,3
Sarmede
3,2
San Fior
3,1
Tarzo
3,0
Susegana
3,0
Mareno di Piave
3,0
Fregona
2,9
Cison di Valmarino
2,8
Segusino
2,8
Farra di Soligo
2,8
Refrontolo
2,8
Vidor
2,8
Godega di Sant'Urbano
2,7
Colle Umberto
2,7
San Pietro di Feletto
2,5
Vazzola
2,4
Orsago
2,4
Sernaglia della Battaglia
Valdobbiadene
Moriago della Battaglia
Cordignano
Santa Luc ia di Piave
Codognè
Gaiarine
Prov. Treviso
Veneto
2,4
2,3
2,3
2,2
2,1
1,9
3,2
4,1
11,6
Italia
0,0
5,0
10,0
Maschi
Femmine
15,0
20,0
Totale
Fonte: ISTAT – Anno 2001
20
Si tratta dei dati ISTAT relativi alla rilevazione delle forze lavoro, elaborati fino al dettaglio provinciale.
44
Più alto rispetto al tasso di disoccupazione complessivo risulta nello specifico il tasso di
disoccupazione giovanile, in particolare in alcuni comuni, che è tuttavia, anche in questo
caso, nettamente migliore rispetto al dato medio nazionale. Più alta è anche per quanto
riguarda i giovani la disoccupazione femminile.
Figura 4.3 – Tasso di disoccupazione giovanile per sesso e per Comune
11,3
Revine Lago
10,7
Tarzo
10,6
Vittorio Veneto
9,8
Vidor
9,5
Conegliano
9,2
Refrontolo
9,0
San Fior
8,9
San Pietro di Feletto
8,9
Miane
8,2
Follina
8,1
Susegana
8,0
Sarmede
7,9
Vazzola
7,9
Colle Umberto
7,4
Pieve di Soligo
7,3
Godega di Sant'Urbano
6,9
Santa Luc ia di Piave
6,8
Segusino
6,8
Mareno di Piave
6,6
Orsago
6,4
Codognè
6,4
Farra di Soligo
5,7
Cappella Maggiore
Moriago della Battaglia
Fregona
Gaiarine
Sernaglia della Battaglia
Valdobbiadene
Cison di Valmarino
Cordignano
Prov. Treviso
Veneto
5,5
5,5
5,4
5,3
5,3
4,9
4,3
8,4
11,0
33,3
Italia
0,0
10,0
20,0
Maschi
Femmine
30,0
40,0
Totale
Fonte: ISTAT – Anno 2001
45
Analizzando la struttura dell’occupazione della popolazione che risiede nell’area dell’IPA
“Terre Alte”, si evince che gli occupati sono per oltre la metà impiegati nel settore
industriale/manifatturiero (il 51% contro una quota del 48% a livello provinciale, del 42% a
livello regionale, del 33% a livello nazionale e del 29% in Europa), mentre il terziario e i servizi
assorbono il 45% degli occupati contro il 54% a livello regionale, il 61% a livello nazionale e il
64% in Europa. Va tuttavia messo in evidenza che negli ultimi anni si sta verificando una
diminuzione nel numero degli occupati nell’industria a favore del terziario e che quindi il
processo di terziarizzazione dell’economia si sta sviluppando.
Figura 4.4 – Occupati per attività economica e per Comune
Conegliano
Vittorio Veneto
57
40
2
43
2
Fregona
54
49
48
3
Cappella Maggiore
48
48
4
San Pietro di Feletto
47
47
6
45
Tarzo
51
5
43
San Fior
53
4
42
Colle Umberto
54
4
42
Pieve di Soligo
55
4
42
Refrontolo
49
9
42
Revine Lago
57
2
41
Cordignano
54
4
41
Susegana
56
3
40
Sarmede
54
5
40
Godega di Sant'Urbano
52
7
40
Orsago
55
5
40
Santa Luc ia di Piave
57
3
39
Follina
57
3
39
Valdobbiadene
50
12
39
Cison di Valmarino
58
4
38
Miane
58
4
37
Mareno di Piave
57
5
36
Farra di Soligo
54
9
34
Vidor
57
8
34
Sernaglia della Battaglia
63
3
33
Codognè
60
6
32
Vazzola
58
10
31
Gaiarine
64
5
31
Moriago della Battaglia
65
5
27
Segusino
71
3
44
Terre Alte
51
5
Prov. Treviso
48
48
4
Veneto
Italia
61
33
5
0
54
42
4
10
20
30
Agricoltura
40
Industria
50
60
70
80
Altre attività
Fonte: ISTAT – Anno 2001
46
Le Tavole che seguono mostrano appunto la situazione delle diverse regioni europee
relativamente alla struttura dell’occupazione.
La quota media di occupati nel settore secondario si attesta a livello europeo, come
dicevamo, sul 29%. Rispetto a tale valore, le aree con le quote più alte si situano lungo una
fascia di territorio centro-europeo che, a partire dalle regioni orientali francesi (Alsazia e
Franche-Comté), si estende attraverso le regioni centro-meridionali tedesche verso i territori
di Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria occidentale e Slovenia, nonché verso alcune
regioni dei paesi in adesione. Nel caso del nostro paese si può notare come le percentuali
più alte di lavoratori nell’industria si concentrano soprattutto nelle regioni industriali del nord
tra cui il Veneto e del centro (Marche).
E’ invece il settore terziario a concentrare complessivamente la maggior parte di occupati
dell’area europea (64%). Rispetto al dato medio le aree europee ad elevata
“terziarizzazione” dell’economia si trovano nel Regno Unito, in Be-Ne-Lux, Svezia e
Danimarca. Livelli molto alti (oltre il 73%) si riscontrano anche in quelle aree con un settore del
turismo particolarmente sviluppato oppure nelle regioni che ospitano le capitali. In Italia la
situazione appare alquanto diversificata ma spiccano i livelli molto bassi di occupati nel
terziario in Veneto e nelle Marche.
Figura 4.5 – Struttura dell’occupazione per settore 21
Fonte: Atlante ESPON
21 Nella tavola, la struttura occupazionale dell’area ESPON (UE 25+2) è espressa come quota percentuale degli
occupati in ciascun settore (agricoltura, industria e servizi) sul totale degli occupati. L’analisi è condotta a livello NUTS
2. I dati, relativi al 2002, provengono da Eurostat. Fonte: Commissione europea - Un nuovo partenariato per la
coesione. Terza relazione sulla coesione economica e sociale, febbraio 2004.
47
Analizzando le dinamiche occupazionali22 degli ultimi anni, va tuttavia osservato come la
regione Veneto in generale abbia registrato un tasso di crescita medio annuo positivo nel
terziario privato e negativo invece nell’industria, segno che una diversificazione è in atto. La
crisi dei comparti del manifatturiero più tradizionali e meno concorrenziali sul piano della
globalizzazione sta infatti già incidendo da qualche anno sui livelli occupazionali del settore.
Questo significa che nel territorio veneto – compresa l’area dell’IPA “Terre Alte” – è in corso
un processo di riconversione economica e sociale verso una maggiore “terziarizzazione”
della struttura produttiva mentre nel manifatturiero risultano determinanti i processi di
innovazione delle produzioni esistenti che presentano buone prospettive di mercato e la
ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
Figura 4.6 - Crescita occupazione: industria 98-01
Figura 4.7 - Crescita occupazione: servizi privati 98-01
Figura 4.8 - Tasso di crescita dell’occupazione, 1998 – 2001
22 La dinamica occupazionale a livello delle regioni NUTS 2 dell’area ESPON è espressa attraverso il tasso di crescita
medio annuo dell’occupazione nel periodo 1998-2001. Nella tavola sono esposti i dati complessivi di tutti i settori,
mentre nei box sono esposti i dati relativi all’industria ed al terziario privato. Fonte: Eurostat – ESPON.
48
Uno sguardo finale viene dato alla situazione generale del mercato del lavoro23. Nella tavola
il mercato del lavoro viene analizzato prendendo in considerazione sette indicatori semplici: il
tasso di disoccupazione al 2003; la variazione percentuale del tasso di disoccupazione nel
periodo 1999-2003; il tasso di disoccupazione giovanile al 2003; il tasso di sostituzione della
forza lavoro; la densità di occupazione al 2003; l’occupazione nel settore terziario al 2003; e
l’occupazione nel settore primario al 2003. L'indicatore finale è relativizzato rispetto al dato
medio europeo e presentato in cinque classi: molto sotto la media, sotto la media, in media,
sopra la media e molto sopra la media.
La performance complessiva del mercato del lavoro mostra una situazione positiva,
altamente sopra la media in alcune aree quali l’Irlanda, la Norvegia, i Paesi Bassi, gran parte
della Svezia, le regioni meridionali e alcune regioni settentrionali del Regno Unito, così come,
in Francia, l’Ile-de-France, la valle della Loira e del Rodano. Inoltre, mercati del lavoro in buon
equilibrio si trovano nell’area alpina. Per quanto riguarda l’Italia, le uniche due aree che
rientrano in questo gruppo sono la provincia di Trento e l’Abruzzo. La gran parte dell’Italia
settentrionale – compresa la regione Veneto - e centrale si trova invece in una situazione
“media” europea, insieme a vaste aree della Spagna, della Francia, della Germania,
dell’Austria e dei Nuovi Paesi Membri.
Figura 4.9 - Condizioni del mercato del lavoro
Fonte: Atlante ESPON
23
L’analisi del mercato del lavoro è effettuata mediante la cosiddetta “Regional Classification Analysis” (RCA), un
approccio multi-indicatori che analizza un’area tematica a attraverso il calcolo di un indice sintetico a partire da un
set di indicatori/parametri. L’analisi è condotta a livello NUTS 2 sull’area ESPON (UE 25+2, più Svizzera e Norvegia).
49
IV.2. Obiettivi della “strategia di Lisbona” rispetto all’occupazione
La strategia di Lisbona mira ad aumentare la partecipazione al lavoro da parte dei cittadini
europei, ed in particolare a:
1) Aumentare il tasso di occupazione, portandolo al 70%
2) Aumentare il tasso di occupazione femminile fino al 60%
3) Aumentare il tasso di occupazione dei lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64
anni, portandolo al 50%
4) Aumentare il limite dell’età di pensionamento fino a 65 anni
5) Aumentare l’assistenza all’infanzia per bambini da 3 anni all’età scolare, portandola
al 90%.
VENETO (a.s. 2003/2004): 100%
6) Aumentare l’assistenza all’infanzia per bambini sotto i 3 anni portandola al 33%.
ITALIA (2005): 9,9%
VENETO (2005): 19,9%
50
IV.3. Il sistema economico-produttivo
“La provincia di Treviso, come è noto, costituisce una delle realtà locali italiane più
importanti ed interessanti del secondo dopoguerra; da terra di emigrazione fino ai primi anni
‘70, è divenuta uno dei sistemi più dinamici d’Italia ponendosi tra le aree economicamente e
produttivamente più evolute a livello mondiale. La dinamicità di Treviso, nonché del nord-est
italiano in generale, trova fondamento, in estrema sintesi, in una non comune
concentrazione di imprenditorialità e di “cultura del fare” spesso sfuggite ai modelli descrittivi
e d’analisi più classici, peraltro in grado di modificarsi continuamente in funzione dei mercati.
Treviso è un’economia plurispecializzata, basata sui prodotti del made in Italy (industriale ed
agroalimentare) ed organizzata per sistemi distrettuali (calzatura sportiva, legnoarredo,
attrezzature per la ristorazione collettiva) o per filiere più trasversali (meccanica e tessileabbigliamento), all’interno delle quali convivono sia aziende di fama nazionale, sia
“specialisti” di nicchia, fra i quali molti operanti nella componentistica e nei macchinari per
l’industria. Fa da cornice e da collante della competitività trevigiana, almeno fino ad oggi,
un ampio numero di imprese di subfornitura, di fase come di servizio (anche evoluto), vera
chiave di successo della flessibilità produttiva, della velocità di risposta sui mercati ma anche
della esternalizzazione/redistribuzione del rischio rispetto alle singole imprese finali”24.
La struttura economico-produttiva globale della provincia di Treviso alla fine del 2006 poggia
su circa 84.760 aziende, il 27% delle quali (circa 22.580) localizzate nell’area dell’IPA “Terre
Alte della Marca Trevigiana”. In un quadro nazionale che vede ormai il terziario superare
nettamente il settore industriale, nell’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” si nota,
invece, il peso maggiore del manifatturiero e, soprattutto, lo spazio significativo che vanta il
settore agricolo in termini di imprese. Le imprenditorialità industriale e agricola sono andate
crescendo in misura nettamente superiore alla media nazionale.
Figura 4.10 - Il tessuto produttivo dell’area IPA “Terre Alte”: imprese attive
Area IPA
Treviso
Veneto
Italia
29%
(6.656)
25%
(5.652)
31%
22%
20%
18%
45%
(10.258)
48%
50%
30%
27%
Agricoltura
54%
Industria
Servizi
Fonte: Movimprese, 2006
24
Tratto dal volume “Sviluppo, competizione, sostenibilità. Una proposta per la provincia di Treviso. Volume
realizzato, nell’ambito dell’elaborazione del Piano Strategico della Provincia di Treviso, da Domenico Nevoso e
Federico Callegari con i contributi di: Annalisa Giachi, Daniela Liguori, Valentino Piana, e Barbara Pozzo di PERegions
srl, Sabina Bolzan, Meri Dalla Libera, Anna Morandin, Francesca Piscopo, Teresa Viscome dell’Ufficio Studi della
CCIAA di Treviso.
51
Analizzando le specializzazioni settoriali dell’imprenditorialità locale, ovvero il peso delle
imprese attive nei diversi settori produttivi, è possibile osservare come l’economia trevigiana e
delle “Terre Alte della Marca Trevigiana” si caratterizzi per un maggiore peso dell’industria
manifatturiera e dell’agricoltura. Per quanto concerne il terziario, si evidenzia la crescita del
terziario per le imprese, una delle grandi direttrici che caratterizzerà lo sviluppo trevigiano nei
prossimi anni.
Figura 4.11 - La specializzazione settoriale degli imprenditori: peso delle imprese attive per settori
30
28
25
25
23
22
22
21
20
20
18
14
15
15 15
15
15 15
14
12
12
11
13
11
10
5 5
4 4
5
4 4 3 4
2 2 2 2
0
A gricoltura
Industria in senso
stretto
Costruzioni
Commercio
Italia
Veneto
Pubblici servizi
Treviso
Trasporti e
comunicazioni
Credito e
assicurazioni
A ttività immobiliari
e servizi alle
imprese
Area IPA
Fonte: Movimprese, 2006
Valori assoluti area IPA:
Agricoltura: 5.652 imprese attive
Industria in senso stretto: 3.467 imprese attive
Costruzioni: 3.168 imprese attive
Commercio: 4.714 imprese attive
Pubblici servizi: 905 imprese attive
Trasporti e comunicazioni: 809 imprese attive
Credito e assicurazioni: 472 imprese attive
Attività immobiliari e servizi alle imprese: 2.458 imprese attive
52
Analizzando la dinamica della struttura produttiva, tra il 2001 e il 2006 si è verificato un
incremento sia a livello nazionale (si è passati da 4.897.933 imprese attive a 5.158.278), che
regionale (da 447.626 a 459.421) e provinciale( da 82.417 a 84.757). Anche nell’area dell’IPA
si è registrato un incremento del 3% della base produttiva, che è passata dalle 21.895
imprese del 2001 alle 22.577 del 2006.
Analizzando la dinamica delle singole specializzazioni produttive, si nota come il
manifatturiero sia il settore che registra la performance più negativa in termini di imprese
attive, dopo quello agricolo (che tuttavia nell’area dell’IPA “Terre Alte” si contrae molto
meno che a livello regionale e provinciale). I comparti che registrano le migliori performance
in termini di crescita della base produttiva sono le attività immobiliari e dei servizi alle imprese
e il settore delle costruzioni.
Figura 4.12 - Dinamica della struttura produttiva – Variazione imprese attive 2001-2006
6
+5%
(+260.345)
5
4
+3%
(+11.795)
+3%
(+2.340)
+3%
(+682)
Veneto
Treviso
Area IPA
3
2
1
0
Italia
Fonte: Movimprese, 2006
Figura 4.12 - La dinamica settoriale: variazione delle imprese attive 2001-2006
50
38
40
35
30
33
27
22 24 22
21
20
12
8
10
4
9 8
4
2 3 3
6
5
1 2
2
0
-1
-1
-5
-10
-20
-7
-9
-4
-6 -7
-16-17
Agricoltura
Industria in senso
stretto
Costruzioni
Commercio
Italia
Veneto
Pubblici servizi
Treviso
Trasporti e
comunicazioni
Credito e
assicurazioni
Attività immobiliari
e servizi alle
imprese
Area IPA
Fonte: Movimprese, 2006
53
Oltre 6.900 delle 22.580 imprese attive nell’area dell’IPA “Terre Alte” (vale a dire una quota
del 31%) sono imprese artigiane. Le imprese artigiane sono cresciute di oltre il 4% tra il 2001 e il
2006 e sono 283 in più.
La maggior parte delle imperese artigiane dell’area operano nel settore manifatturiero e
dlele costruzioni.
Figura 4.13 - La specializzazione delle imprese artigiane: imprese artigiane attive per settore
45
41
39
40
35
33
32
30
25
20
15
9
10
6
6
9
8
5
3
1
1
8
3
0
Agricoltura
Industria in
senso stretto
Costruzioni
Commercio
Area IPA
Trasporti e
comunicazioni
Attività
immobiliari e
servizi alle
imprese
Altri servizi
pubblici, sociali
e personali
Provincia di Treviso
Fonte: Movimprese, 2006
Figura 4.14 - Dinamica delle imprese artigiane – Variazione % imprese attive 2001-2006 per settore
30
26
25
25
20
15
10
6
5
5
7
2
0
-5
-10
-7
-5
-7
-15
-13
Industria in senso
stretto
Costruzioni
-11
Commercio
Area IPA
-12
Trasporti e
comunicazioni
Attività immobiliari
altri servizi
e servizi alle
pubblici, sociali e
imprese
personali
Provincia di Treviso
Fonte: Movimprese, 2001-2006
54
IV.3.1. Industria
Il settore industriale nell’area dell’IPA “Terre Alte”, conta 6.656 imprese attive che
rappresentano oltre il 28% del sistema produttivo complessivo.
Il manifatturiero in senso stretto conta 3.467 imprese, che rappresentano una quota del 15%
del sistema produttivo complessivo ed il 27% del totale provinciale. Il comparto manifatturiero
più rilevante in termini di numerosità di imprese è quello relativo alla metalmeccanica, in
particolare nei sistemi locali di Conegliano e Vittorio Veneto, seguito dall’industria del mobile,
dall’industria alimentare, dall’industria meccanica, dal comparto del legno, dell’occhialeria
e del tessile, tutti settori che contano oltre 100 imprese.
Figura 4.15 – Imprese attive per il settore manifatturiero nell’area dell’IPA
769
DJ28 Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallo
DN36 Fabbricaz. mobili - Altre industrie manifatturiere
652
415
DA15 Industrie alimentari
DK29 Fabbricaz. macchine e appar. mecc.
325
317
DD20 Industria legno
DL33 Fabbricaz. appar. medicali, precis., strumenti ottici
187
155
DB17 Industrie tessili
115
DL31 Fabbricaz. di macchine e appar. elettr.
104
DI26 Fabbricaz. prodotti lavoraz.min. non metallif.
DB18 Confez. articoli vestiario
98
DE22 Editoria e stampa
95
76
DH25 Fabbricaz. articoli in gomma e mat. plastiche
DL32 Fabbricaz. appar. radiotel. e app. per comunicaz.
23
DE21 Fabbricazione carta e prodotti di carta
22
DG24 Fabbricaz. prodotti chimici e fibre sintetiche
19
DM35 Fabbricaz. altri mezzi di trasporto
18
DJ27 Produzione di metalli e loro leghe
18
DM34 Fabbricaz. autoveicoli e rimorchi
17
DC19 Preparaz. concia e cuoio
16
DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio
13
DL30 Fabbricaz. macchine per uff., elaboratori
13
DF23 Fabbricaz. coke, raffinerie 0
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anno 2006
55
Molte delle imprese dell’area appartengono ad alcuni dei distretti produttivi attivati nella
regione Veneto in base alla l.r. 8/2003, in particolare il Metadistretto Veneto del Legno Arredo
che trova nell’area del Quartier del Piave e del Livenza uno dei nuclei produttivi più
importanti, oltre al il Distretto Veneto delle attrezzature alberghiere che comprende a livello
locale la realtà distrettuale dell’”Inox Valley” di Conegliano-Vittorio Veneto (importante per
la produzione di elettrodomestici, apparecchi per uso domestico - frigoriferi, frigocongelatori, lavabiancheria, asciugabiancheria, lavastoviglie, lavasciuga, congelatori
orizzontali e verticali, cucine - e attrezzature per collettività - food service equipment) e al
Distretto dell'occhialeria che, oltre al Bellunese, riguarda anche l’area di SegusinoValdobbiadene.
Figura 4.16 – I principali distretti produttivi della Provincia di Treviso
Fonte: figura tratta dal sito “trevisosystem-online.com”
56
Considerando il peso che i diversi settori manifatturieri dell’area dell’IPA hanno rispetto al
sistema produttivo provinciale, vediamo come il comparto dell’occhialeria concentri il 37%
delle imprese provinciali, seguito da quello del mobil, dalle industrie alimentari, dal settore
metalmeccanico e dall’industria del legno, tutti comparti manifatturieri che rappresentano
quote attorno ed oltre il 30% del totale provinciale.
Figura 4.17 – Ranking quota imprese attive su totale provinciale
DL33 Fabbricaz. appar. medicali, precis., strumenti ottici
37
35
DN36 Fabbricaz. mobili - Altre industrie manifatturiere
DA15 Industrie alimentari
31
DJ28 Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallo
30
DJ27 Produzione di metalli e loro leghe
30
29
DD20 Industria legno
DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio
28
DK29 Fabbricaz. macchine e appar. mecc.
28
26
DL30 Fabbricaz. macchine per uff., elaboratori
DL32 Fabbricaz. appar. radiotel. e app. per comunicaz.
25
DM34 Fabbricaz. autoveicoli e rimorchi
25
DL31 Fabbricaz. di macchine e appar. elettr.
25
DB17 Industrie tessili
24
DM35 Fabbricaz. altri mezzi di trasporto
24
DI26 Fabbricaz. prodotti lavoraz.min. non metallif.
23
DE22 Editoria e stampa
22
21
DH25 Fabbricaz. articoli in gomma e mat. plastiche
18
DG24 Fabbricaz. prodotti chimici e fibre sintetiche
17
DE21 Fabbricazione carta e prodotti di carta
12
DB18 Confez. articoli vestiario
4
DC19 Preparaz. concia e cuoio
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anno 2006
57
La figura che segue mostra la distribuzione delle imprese manifatturiere nei diversi comuni
dell’area dell’IPA.
Figura 4.18 – Imprese attive per il settore manifatturiero per Comune
Conegliano
376
313
Vittorio Veneto
231
Susegana
Vazzola
194
188
Valdobbiadene
178
Pieve di Soligo
Mareno di Piave
159
149
Sernaglia della Battaglia
149
Gaiarine
Farra di Soligo
141
134
Santa Lucia di Piave
129
Godega di Sant'Urbano
San Fior
117
112
Codognè
106
Colle Umberto
Cordignano
92
69
Vidor
67
Follina
Segusino
63
San Pietro di Feletto
60
Miane
57
Tarzo
55
51
Moriago della Battaglia
Cappella Maggiore
51
Orsago
49
Cison di Valmarino
40
Refrontolo
39
Revine Lago
36
Fregona
35
27
Sarmede
0
50
100
150
200
250
300
350
400
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anno 2006
58
Analizzando la dinamica delle imprese attive dei diversi settori manifatturieri presenti
nell’area tra il 2001 e il 2006, si registrano tuttavia performance negative in tutti i comparti, ad
eccezione dei settori del recupero e della preparazione per il riciclaggio e del settore
“editoria e stampa”. Tengono l’industria alimentare, la meccanica, quella relativa alla
fabbricazione di autoveicoli e rimorchi e alla fabbricazione di macchine per ufficio ed
elaboratori, mentre perdono consistenza tutti gli altri settori, compresi quelli con la base
produttiva maggiore.
Figura 4.19 – Imprese attive per il settore manifatturiero (var. % 2001/2006)
160
DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio
77
DE22 Editoria e stampa
6
DK29 Fabbricaz. macchine e appar. mecc.
1
4
0,5
6
DA15 Industrie alimentari
0,0
DM34 Fabbricaz. autoveicoli e rimorchi
-11
0,0
9
DL30 Fabbricaz. macchine per uff., elaboratori
DH25 Fabbricaz. articoli in gomma e mat. plastiche
-3
-3
DL31 Fabbricaz. di macchine e appar. elettr.
-3
-11
DI26 Fabbricaz. prodotti lavoraz.min. non metallif.
-5
-3
DG24 Fabbricaz. prodotti chimici e fibre sintetiche
-5
-10
DN36 Fabbricaz. mobili - Altre industrie manifatturiere
-5
-1
DJ28 Fabbricaz. e lavoraz. prodotti metallo
-6
-4
DL33 Fabbricaz. appar. medicali, precis., strumenti ottici
-8
-5
-10
-8
DM35 Fabbricaz. altri mezzi di trasporto
-15
-16
DD20 Industria legno
DC19 Preparaz. concia e cuoio
-20
-26
-22
DB17 Industrie tessili
DB18 Confez. articoli vestiario
-29
-20
DL32 Fabbricaz. appar. radiotel. e app. per comunicaz.
-30
-19
DE21 Fabbricazione carta e prodotti di carta
DJ27 Produzione di metalli e loro leghe
17
-9
-31
-4
-38
-24
-50
0
50
Provincia Treviso
100
150
200
IPA "Terre Alte"
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anni 2001-2006
59
Tra i principali obiettivi della Strategia di Lisbona relativamente al sistema industriale europeo
vi è quello di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione. La
rappresentazione geografica dell’intensità di investimenti in ricerca e sviluppo (R&S)
evidenzia, a livello europeo, una forte concentrazione territoriale in cui la situazione del
nostro paese appare al di sotto della media europea in tutte le regioni salvo il Lazio. Al di là di
questa regione, la condizione più favorevole caratterizza il Piemonte che si pone al di sopra
del 75% della media.
Il resto d’Italia, compreso il Veneto, si pone a livelli attorno al 50% della media europea.
Anche l’analisi della spesa in ricerca e sviluppo nel settore delle imprese mostra una
condizione di forte concentrazione territoriale. In particolare, mostra che i livelli più alti di
investimento caratterizzano le regioni dell’Europa centrale (regioni tedesche occidentali,
belghe, olandesi, austriache orientali e inglesi meridionali) e settentrionale (Danimarca,
Finlandia e Svezia). Un’area ulteriore, piuttosto estesa, si osserva dall’Aquitania francese fino
al Piemonte ed alla Liguria, regioni tutte caratterizzate da valori percentuali di investimenti in
R&S superiori all’1%. Il resto delle regioni del nostro paese presenta una situazione
complessivamente debole - simile a quella delle regioni periferiche dell’ovest (Spagna e
Portogallo), del sud-est (Grecia) e dei paesi ESPON dell’Est - con le parziali eccezioni, nel
nostro paese, della Lombardia e del Lazio.
Figura 4.20 - Spesa in Ricerca e Sviluppo(% sul
PIL), 1999
Figura 4.21 - Spesa in Ricerca e Sviluppo delle
imprese (% sul PIL), 1999
Fonte: Atlante ESPON
60
IV.3.2. Commercio
L’area dell’IPA conta 4.714 imprese attive nel settore del commercio all’ingrosso e al
dettaglio, che rappresentrano il 26% del totale provinciale. La maggior parte delle imprese è
concentrata nei poli urbani di Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.
Figura 4.22 – Imprese attive nel settore del commercio per Comune
Conegliano
1.019
616
Vittorio Veneto
287
Pieve di Soligo
Susegana
236
Valdobbiadene
230
187
Mareno di Piave
Farra di Soligo
165
153
Gaiarine
145
San Fior
Sernaglia della Battaglia
134
Santa Lucia di Piave
128
Vazzola
127
Godega di Sant'Urbano
125
123
Tarzo
110
Cordignano
Colle Umberto
103
San Pietro di Feletto
98
Codognè
95
Cappella Maggiore
94
Follina
89
Vidor
63
Orsago
63
Miane
62
50
Cison di Valmarino
Moriago della Battaglia
49
Fregona
44
Revine Lago
39
Sarmede
31
Refrontolo
26
Segusino
23
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anno 2006
61
Tra il 2001 e il 2006, in provincia di Treviso le attività commerciali hanno sostanzialmente
“tenuto” registrando un +3% che non si discosta molto dal dato veneto (+2%) e dal dato
nazionale (+4%). Nell’area dell’IPA la crescita delle unità produttive è stata
complessivamente del 3%, anche se alcuni comuni hanno visto una più o meno significativa
diminuzione delle imprese.
Figura 4.23 – Imprese attive nel settore del commercio per Comune (var. ass. 2001-2006)
Colle Umberto
24
21
Valdobbiadene
18
Sernaglia della Battaglia
Farra di Soligo
16
15
Vittorio Veneto
13
Vazzola
Mareno di Piave
12
12
Cordignano
10
Cison di Valmarino
Cappella Maggiore
9
Pieve di Soligo
7
Fregona
7
San Pietro di Feletto
5
Miane
5
5
Gaiarine
Vidor
4
Tarzo
4
2
Moriago della Battaglia
Revine Lago
1
0
Codognè
Sarmede
-1
Follina
-1
Refrontolo
-2
Orsago
-2
Segusino
-3
Santa Lucia di Piave
-5
San Fior
-5
Conegliano
-10
-11
Godega di Sant'Urbano
Susegana
-30
-23
-20
-10
0
10
20
30
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anni 2001 - 2006
62
IV.3.3. Servizi
Le imprese del comparto dei servizi sono nell’area dell’IPA 10.258, il 25% del totale
provinciale. Le imprese dei servizi sono concentrate principalmente nei poli urbani di
Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.
Figura 4.24 – Imprese attive nel settore dei servizi per Comune
Conegliano
2.520
1.373
Vittorio Veneto
703
Pieve di Soligo
Susegana
583
499
Valdobbiadene
Mareno di Piave
350
Farra di Soligo
332
283
San Fior
Gaiarine
283
Vazzola
273
Santa Lucia di Piave
263
Godega di Sant'Urbano
250
Sernaglia della Battaglia
248
Cordignano
214
Tarzo
212
Codognè
201
Colle Umberto
196
San Pietro di Feletto
182
Follina
180
Cappella Maggiore
168
130
Orsago
Vidor
129
Miane
119
Moriago della Battaglia
105
Cison di Valmarino
103
Fregona
89
Revine Lago
75
Sarmede
70
Refrontolo
64
Segusino
61
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anno 2006
63
Il comparto dei servizi alle imprese e alle persone ha registrato un notevole aumento tra 2001
e 2006, nell’area dell’IPA pari a 5.502 imprese in più. L’andamento è stato positivo in tutti i
comuni dell’area, ed in particolare a Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.
Nel caso dei servizi alle imprese, questo forte aumento è tuttavia dovuto principalmente alla
forte crescita delle attività immobiliari.
Figura 4.25 – Imprese attive nel settore dei servizi per Comune (var. ass. 2001-2006)
Conegliano
1.227
720
Vittorio Veneto
357
Pieve di Soligo
Susegana
294
267
Valdobbiadene
220
Mareno di Piave
Farra di Soligo
199
Vazzola
166
San Fior
158
Santa Lucia di Piave
156
Sernaglia della Battaglia
154
Gaiarine
148
Godega di Sant'Urbano
139
Tarzo
130
Colle Umberto
122
Cordignano
118
San Pietro di Feletto
111
Codognè
109
Follina
102
Cappella Maggiore
102
Vidor
68
Orsago
65
Miane
64
Cison di Valmarino
56
Moriago della Battaglia
55
Fregona
49
Revine Lago
47
Segusino
36
Sarmede
34
Refrontolo
29
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
Fonte: CCIAA Treviso su dati Infocamere – Anni 2001 - 2006
64
“Rispetto al comparto “servizi al sistema economico-produttivo” le prospettive evolutive si
legheranno alla capacità delle imprese di questo settore di fornire servizi reali alle imprese del
secondario. Oggi questo rapporto non appare ancora consolidato. I motivi sono diversi,
quelli che appaiono più evidenti possono farsi ricondurre, da una parte, alla difficoltà delle
imprese del secondario di chiedere servizi (c’è ancora la tendenza a voler fare tutto in casa
o a procedere a forme di spin-off da affidare a qualche membro della famiglia) e delle
imprese del terziario a tarare e rielaborare la gamma dei servizi offerti (spesso si vende più il
rapporto fiduciario che la competenza tecnica).
Altrettanto interessanti ed impegnative le prospettive nell’ambito dei servizi alla persona.
I cambiamenti sociali relazionali ed organizzativi delle famiglie (es.: assistenza ad anziani,
baby-sitting ai bambini, servizi di intrattenimento, aggregazione ed incontro), nonché lo
sviluppo del terzo settore (assistenza alle categorie deboli della società), come modalità di
raccordo tra esigenze collettive e sostenibilità economica, porteranno ad importanti
cambiamenti. Riferendoci solo agli aspetti di mercato tutti gli elementi portano a prospettare
un aumento del numero dei soggetti che a diverso titolo lavoreranno nell’ambito dei servizi
alla persona. Il mercato tenderà a portare maggiore specializzazione professionale e servizi
sempre più integrati. Dal punto di vista degli skill professionali si avrà un ampio range con
competenze concentrate sugli estremi (quelle alte e quelle basse).
Nell’insieme, incrociando le specificità locali ed i trend globali, le ipotesi evolutive del
posizionamento dei settori nel sistema economico-produttivo trevigiano all’interno del
modello, nell’arco dei prossimi 5 anni, possono essere ricondotte a 4 macro trend:
• il rafforzamento tra secondario e terziario, soprattutto nell’ambito dei servizi alle imprese;
• un processo selettivo di imprese e competenze all’interno del manifatturiero, con alcuni
segmenti produttivi che scompaiono o diventano marginali;
• un ulteriore sviluppo dell’agroalimentare in chiave di integratore del sistema economico
(agricoltura, industria, artigianato, commercio e turismo) e per il riordino del territorio
(governo del territorio, della destinazione d’uso degli spazi, degli equilibri ambientali e
paesaggistici);
• un aumento di rilevanza del settore dei servizi alla persona.
Il rafforzamento delle relazioni tra il settore secondario e quello dei “servizi al sistema
economico-produttivo”, potrà diventare uno degli assi strategici di differenziale competitivo.
Il passaggio di “adeguamento e sviluppo” su cui si può costruire un nuovo differenziale
competitivo, dipenderà in buona parte dal terziario per il quale si possono prevedere dei tassi
di crescita (come sta avvenendo nel resto dei paesi economicamente avanzati). Il terziario
dovrebbe anche portare due vantaggi per il territorio: maggiori competenze nella gestione
delle reti lunghe (v. in primis i processi di delocalizzazione) e incrementi di valore aggiunto.
In termini Strategici, il terziario dovrebbe costruire nuovi paradigmi di gestione delle imprese
tali da far diventare questi servizi dei “prodotti” da esportare autonomamente in altri contesti
distrettuali. [Parti estratte da Provincia di Treviso, Sviluppo, competizione, sostenibilità Piano
Strategico volume 4, pp. 96-100]
65
IV.3.4. Attività turistiche
L’area dell’IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” presenta oltre 200 strutture ricettive, una
cinquantina delle quali alberghiere, un centinaio di Bed&Breakfast.
Le aree turistiche di Coneglianese e Valdobbiadene-Soligo rappresentano insieme il 16%
degli arrivi e il 19% delle presenze provinciali. I flussi turistici nell’area dell’IPA, così come per la
complessiva provincia di Treviso, sono notevolmente aumentati.
Tra 2005 e 2006 si è registrato:
un aumento del 15,8% negli arrivi e del 40,6% nelle presenze nel Coneglianese;
un aumento del 7,8% negli arrivi e del 24% nelle presenze nel Valdobbiadene-Soligo.
Emerge la maggiore durata del soggiorno nel Vittoriese dove si riscontra una tipologia di
turismo a carattere più spiccatamente vacanziero ed estivo.
La distribuzione mensile è condizionata dalla tipologia di prodotto turistico consumato e dalle
attrazioni e servizi presenti: il movimento si dimezza nel mese di agosto per Coneglianese e
Valdobbiadenese. Nel Vittoriese (Lago di Revine) si registrano invece picchi significativi nel
periodo “vacanziero” giugno-settembre.
Le principali attrattive turistiche dell’area riguardano i luoghi della Grande Guerra, le città
murate, i castelli (Susegana, Cison di Valmarino, castello di Conegliano, Castello di Serravalle
a Vittorio Veneto), le fortificazioni, le Abbazie di Follina e Vidor i Laghi di Revine e, nuovo
prodotto turistico da sviluppare, gli itinerari termali.
Figura 4.26 – Presenze di turisti nei Comuni dell’area dell’IPA – Variazione % 2005/2006
Fonte: Regione Veneto
66
IV.4. Obiettivi della “strategia di Lisbona” rispetto allo sviluppo
economico
Gli obiettivi posti nell’ambito della “strategia di Lisbona” mirano soprattutto ad aumentare gli
investimenti in innovazione, mediante l’aumento della spesa in ricerca e sviluppo:
1) Aumentare la spesa in ricerca e sviluppo, portandola al 3% del PIL:
ITALIA: 1,14%
VENETO: 0,72%
2) Aumentare la spesa in ricerca e sviluppo finanziata dal settore industriale portandola
ai 2/3 della spesa totale:
ITALIA: 47,3%
VENETO: 45,1%
3) A livello regionale e locale occorre privilegiare la costituzione di poli finalizzati
all’innovazione, che prevedano la partecipazione di piccole e medie imprese
operanti nel campo dell’alta tecnologia e di università, nonché il necessario sostegno
aziendale e finanziario.
4) Contribuire a una solida base industriale europea fruttando il potenziale tecnologico.
67