22 NUTRIA Rapporto di ricerca
Transcript
22 NUTRIA Rapporto di ricerca
Università di Pavia Dip. di Biologia Animale Pza Botta 9 27100 Pavia Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura Struttura Sviluppo e tutela del territorio rurale e montano Via Pola 12-14 - 20124 Milano EFFICACIA DEGLI INTERVENTI DI CONTROLLO DELLA NUTRIA (Myocastor coypus) IN LOMBARDIA a cura di Claudio Prigioni, Alessandro Balestrieri, Luigi Remonti con la collaborazione di Vittorio Vigorita e Ezio Marioni Maggio 2003 INDICE 1 - PREMESSA.............................................................................................................................. 2 2 – INQUADRAMENTO GENERALE DELLA SPECIE ........................................................ 3 2.1- Morfologia e riconoscimento in natura ............................................................................ 3 2.2 - Ecologia e biologia .......................................................................................................... 5 2.3 - dieta ................................................................................................................................. 7 2.4 - Aspetti sanitari e campagne di controllo ......................................................................... 7 2.5 - Stato delle conoscenze in Lombardia .............................................................................. 8 2.5.1 - Distribuzione regionale .......................................................................................... 8 2.5.2 - Demografia della popolazione ............................................................................. 10 2.5.3 - Impatto sulla vegetazione naturale ...................................................................... 10 2.5.4 - Impatto sulle attività economiche ......................................................................... 11 3 - METODI ................................................................................................................................. 12 3.1 - Impostazione del lavoro ................................................................................................ 12 3.2 - Analisi delle catture ....................................................................................................... 15 3.3 – Influenza dei parametri ambientali sull‟abbondanza relativa della Nutria ................... 15 3.4 - Elaborazione di un metodo di censimento .................................................................... 19 4 - RISULTATI E DISCUSSIONE............................................................................................ 22 4.1 - Aree di intervento individuate ....................................................................................... 22 4.1.1 - Provincia di Pavia ................................................................................................ 22 4.1.2 - Provincia di Milano .............................................................................................. 23 4.1.3 - Provincia di Lodi .................................................................................................. 24 4.1.4 - Provincia di Cremona .......................................................................................... 24 4.1.5 - Provincia di Brescia ............................................................................................. 25 4.1.6 - Provincia di Mantova ........................................................................................... 25 4.2 - Catture ........................................................................................................................... 26 4.3 - Struttura della popolazione ........................................................................................... 28 4.4 - Andamento delle catture................................................................................................ 32 4.5 - Influenza dei parametri ambientali sull‟abbondanza della Nutria ................................ 34 4.6 - Elaborazione di un metodo di censimento .................................................................... 34 5 - CONCLUSIONI ..................................................................................................................... 36 5.1 - Finalità delle operazioni di controllo della Nutria ........................................................ 36 5.2 - Metodo di controllo ....................................................................................................... 36 5.3 - Personale coinvolto ....................................................................................................... 37 5.4 - Periodo di attivazione delle trappole ............................................................................. 37 5.5 - Manipolazione e soppressione degli animali ................................................................ 38 5.6 - Stoccaggio e smaltimento delle carcasse ...................................................................... 38 5.7 - Controlli sanitari............................................................................................................ 38 5.8 - Coordinamento degli interventi di controllo ................................................................. 38 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................................... 39 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 1 1- Premessa 1 - PREMESSA In Lombardia la Nutria (Myocastor coypus), specie alloctona appartenente alla famiglia Myocastoridae (subordine Caviomorpha), è diffusa in tutta la fascia di pianura, dove i principali corsi d‟acqua ne costituiscono le vie preferenziali di diffusione. Le province maggiormente interessate sono Pavia, Cremona, Lodi, Brescia, Mantova e Milano. Con l‟eccezione di quest‟ultima, tutte le province hanno avviato autonomamente azioni di controllo della specie, che prevedono l‟abbattimento diretto con l‟uso del fucile e/o la cattura con apposite trappole e la soppressione con “metodo eutanasico”. Dai dati preliminarmente raccolti negli anni 2000 e 2001, le catture ammonterebbero a circa 17.000 individui, quantitativo sicuramente sottostimato. Per lo stesso periodo l‟impegno finanziario affrontato supera probabilmente i 500 milioni di Lire, ai quali corrisponderebbe un elevato costo pro capite, pari a circa 15 Euro per Nutria abbattuta. Dall‟analisi dei provvedimenti adottati dalle singole province emerge chiaramente la necessità di un coordinamento a livello regionale, presupposto indispensabile per un piano di controllo efficace sul territorio lombardo. Il presente studio è finalizzato alla valutazione dell'efficacia del trappolaggio della Nutria, specialmente nelle situazioni di maggior abbondanza della specie, alla raccolta di informazioni di base su vari aspetti dell‟ecologia comportamentale della specie e all‟impostazione di un piano coordinato di interventi per ridurre il più possibile l‟attuale popolazione. La presente ricerca non avrebbe potuto svolgersi senza la fattiva collaborazione delle Amministrazioni provinciali e dei rispettivi Corpi di Vigilanza. Ringraziamo quindi i Dirigenti, i Tecnici faunistici, le Guardie provinciali e le Guardie venatorie volontarie che hanno partecipato al Progetto Nutria Lombardia; un ringraziamento particolare va a coloro che hanno preso parte alla raccolta dei dati ambientali: Pietro Marchesini (BS), Elena Barbieri (MV), Michele Carbotta e Vittorio Chiappa (LO-CR), Eugenio Crema e Virginio Boschetti (MI), Luciano Repetto e Minuti Gianfranco (PV). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 2 2- Inquadramento generale della specie 2 – INQUADRAMENTO GENERALE DELLA SPECIE La Nutria (Myocastor coypus), comunemente denominata Castorino per la somiglianza fisica con il più grosso Castoro (Castor fiber), è un grosso roditore alloctono di abitudini semiacquatiche. L'areale originario interessa la parte meridionale del Sud America, in particolare Argentina, Bolivia, Brasile meridionale, Paraguay, Uruguay e Cile. Popolazioni naturalizzate sono attualmente presenti in diverse zone del nord America, Europa, Asia, Sud Africa e Giappone. In Italia, la Nutria è stata introdotta, a partire dalla fine degli anni '50, in diverse regioni del centro-nord grazie allo sviluppo di numerosi allevamenti medio-piccoli, finalizzati alla produzione di animali da pelliccia. Attualmente l'areale della specie risulta pressoché continuo nella pianura padana e in buona parte dell'Italia centrale, e interessa anche varie regioni meridionali e marginalmente la Sicilia e la Sardegna. 2.1- MORFOLOGIA E RICONOSCIMENTO IN NATURA La Nutria è caratterizzata da un corpo relativamente tozzo (Tab. 1), ben adattato alla vita acquatica. La testa è coperta da pelo molto corto; il muso risulta leggermente spinto in avanti e verso l‟alto, in tal modo il naso gli occhi e le orecchie emergono dall‟acqua quando l‟animale nuota. Sul muso sono presenti vistosi baffi bianco-grigiastri, con funzione tattile. Particolarmente evidenti sono i grossi incisivi di colore giallo-arancione. La dentatura è costituita da 20 denti e presenta la seguente formula dentaria: Incisivi: 1 -1 0-0 1 -1 3-3 ; Canini: ; Premolari: ; Molari: 1 -1 0-0 1 -1 3-3 Tabella 1. Misure di Myocastor coypus (da Woods et al., 1992) Misura Lunghezza testa-corpo Lunghezza coda Lunghezza piede posteriore Lunghezza totale cranio Peso (adulto) Media 521 mm 375 mm 135 mm 114,2 mm 6,3 Kg Min-Max 472-575 mm 340-405 mm 120-150 mm 102,2-126,4 mm 4-9 Kg Adattamento tipicamente acquatico è la palmatura, che interessa le prime quattro dita delle zampe posteriori, abbastanza lunghe e potenti. Gli arti anteriori, utilizzati quasi esclusivamente per afferrare e portare alla bocca il cibo, sono relativamente corti. Anche la coda ha un importante ruolo nel nuoto, funzionando da timone direzionale; essa è cilindrica, squamosa, priva di pelo (ad eccezione di rade setole) e lunga quasi quanto il corpo. Generalmente la pelliccia è di colore grigio o bruno chiaro, anche se non mancano soggetti albini, neri, e con tutte le variazioni dall‟ocra al grigio piombo; essa risulta costituita da due tipi principali di pelo (borra e giarra) più un terzo intermedio scarsamente presente e ricopre tutto il corpo dell‟animale ad eccezione delle zampe, della coda, del naso e della parte esterna delle orecchie (Scaramella & Motti, 1988). Le tane, scavate generalmente lungo le sponde dei corpi idrici, comunicano con l'esterno tramite 3-5 aperture di circa 20-40 cm di diametro, che possono essere poste sia sopra che sotto il livello dell'acqua (Fig. 1). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 3 2- Inquadramento generale della specie Figura 1. Tana di Nutria. I tunnel portano ad una camera centrale, generalmente ad una profondità di 2-3 m, che viene più volte allargata in relazione alle dimensioni del gruppo familiare. In ambienti palustri caratterizzati da estesi canneti inondati e quindi separati dalla terraferma, le tane sotterranee sono sostituite da "nidi" o piattaforme galleggianti, costituite da materiale vegetale ed efficacemente protette dalla fitta vegetazione circostante (Ehrlich, 1967). L‟ingresso delle tane è costantemente lisciato e stabilizzato dal continuo passaggio degli animali, cosicché il terreno appare denudato. Le tracce di presenza della Nutria sono solitamente molto chiare, benché la specie trascorra, di norma, più tempo in acqua che non sulla terraferma, dove si muove goffamente. Gli animali sono abbastanza abitudinari nei loro percorsi, che sono facilmente rilevabili sia sulle rive dei corpi idrici, anche in siti con folta vegetazione ripariale, sia nelle zone circostanti. In particolare, uscendo e rientrando in acqua, la nutria crea, in seguito allo schiacciamento della vegetazione, degli scivoli piuttosto evidenti, che si susseguono generalmente a poca distanza lungo i bordi dei corpi idrici occupati (Fig. 2). Altri segni certi di presenza sono costituiti dalle impronte inconfondibili per forma e dimensioni, e le feci, lunghe 10-70 mm, cilindriche, di colore bruno-verde, lievemente arcuate e striate longitudinalmente (Fig. 3). Figura 2. Scivolo di Nutria Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 4 2- Inquadramento generale della specie Figura 3. Impronta ed escremento di Nutria. 2.2 - ECOLOGIA E BIOLOGIA Gli ambienti umidi frequentati dalla Nutria sono molto vari. Gli habitat ideali sono costituiti da lanche o morte di fiumi, stagni, paludi, canali naturali oltre che fossi irrigui, specie se contornati da coltivi. Estese superfici d‟acqua aperte, come laghi e grandi fiumi, sono poco frequentate tranne durante gli spostamenti (Reggiani et al., 1993). Risultano preferiti ambienti d‟acqua dolce caratterizzati da velocità dell‟acqua relativamente bassa; ciò è probabilmente dovuto ad una serie di fattori, quali i minori costi energetici per le attività di spostamento e le migliori condizioni trofiche dovute all‟abbondanza di materiale vegetale. Il clima, troppo rigido o, al contrario, troppo caldo e secco, può rappresentare un limite per la sopravvivenza della specie, soprattutto nelle zone dove è stata introdotta. Prolungati ed intensi periodi di gelo possono determinare una diminuzione della consistenza invernale che può raggiungere il 71% (Doncaster & Micol, 1990) fino a toccare valori massimi dell'80-90% (Norris, 1967a), oltre ad un elevato tasso di riassorbimento embrionale con conseguente riduzione delle nascite primaverili stimata intorno al 26-28% (Newson, 1966). Quest‟ultimo aspetto, in particolare, sembra essere una delle conseguenze che più incidono sul successo riproduttivo, specialmente in occasione di temperature medie inferiori allo 0°C. In particolare, i maschi sono più suscettibili alle basse temperature rispetto alle femmine, in quanto, dovendo controllare un territorio più esteso, sono costretti a muoversi maggiormente e, di conseguenza, sono più esposti alle perdite energetiche dovute alle avverse condizioni climatiche (Doncaster & Micol, 1990). A conferma di ciò, durante l‟inverno il numero di femmine adulte risulta solitamente maggiore di quello dei maschi adulti (Doncaster & Micol, 1989; Norris, 1967b). Alla nostre latitudini comunque il clima invernale non sembra costituire un fattore limitante per la specie (Prigioni et al, 1996). Anche l‟altitudine gioca un ruolo importante nella distribuzione di questo roditore (Ragni & Velatta, 1988), che interessa generalmente soltanto zone di medio-bassa collina o di pianura (Fig. 4). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 5 2- Inquadramento generale della specie Figura 4. Distribuzione della Nutria in Italia al 1999 (Cocchi, 2002). Sebbene sia prevalentemente crepuscolare o notturna, la Nutria è attiva anche nel corso della giornata per cui non è raro osservarla nelle ore centrali del giorno. Di norma, la specie presenta una distribuzione bimodale della curva delle attività, con picchi in corrispondenza dell‟inizio (al tramonto) e della fine (all‟alba) del periodo attivo (Chabreck, 1962; Norris, 1967b; Warkentin, 1968; Gosling, 1979; Reggiani et al., 1993; De Ciechi, 1994/95). In particolare, alcuni autori hanno rilevato una maggiore attività durante il dì nei periodi più freddi, ipotizzando un cambiamento delle abitudini di vita quale adattamento alle basse temperature delle regioni d‟introduzione (Gosling et al., 1980). L'attività prevalente è quella della ricerca del cibo in acqua o sulla terraferma (Warkentin, 1968; Gosling, 1979). L‟organizzazione sociale della Nutria implica la formazione di colonie territoriali, composte in genere da 15-20 individui, che occupano e difendono un'area famigliare ben definita (Ehrlich, 1966). La strategia riproduttiva è di tipo poliginico, con la maggior parte delle femmine che resta nell‟area vitale originaria e con maschi adulti che conducono vita solitaria, e che competono per il ruolo dominante all‟interno delle colonie. Dai dati raccolti in Francia è stato rilevato un home range totale di 3,82 ha per i corpi d‟acqua aperti (stagni o bacini), mentre per corsi d‟acqua (canali, rogge) il tratto usualmente utilizzato corrisponde in media a circa 1193 m (Doncaster & Micol, 1989). La riproduzione avviene durante tutto l‟anno, anche se i parti sono generalmente concentrati in primavera ed autunno, periodi in cui le condizioni climatiche sono più favorevoli (Norris, 1967b; Doncaster & Micol, 1990; Reggiani et al., 1993; Prigioni et al, 1996). Le femmine possono riprodursi 2 o 3 volte l‟anno, con un periodo di gestazione di circa 127-138 giorni (Gosling, 1977). Il numero di cuccioli per figliata di norma non supera le 9 unità (Gosling, 1977; Ehrlich, 1966); i piccoli, lunghi 8-10 cm e del peso di 132-346 g per i maschi, 111-327 g per le femmine (Gosling, 1977), nascono completamente coperti di pelo chiaro e serico, già provvisti di denti, con gli occhi aperti sin dalla nascita. In breve tempo sono già in grado di mangiare cibi solidi e di seguire la madre in acqua in prossimità della tana (Scaramella & Motti, 1988; Maiocco, 1955). La lattazione, in ogni caso, risulta molto lunga (8 settimane) (Gosling, Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 6 2- Inquadramento generale della specie 1979), mentre la maturità sessuale viene raggiunta per entrambi i sessi generalmente intorno ai 6 mesi di età (Doncaster & Micol, 1989; Reggiani et al., 1993). Un adattamento peculiare della Nutria è costituito dalla posizione delle mammelle che, in numero di 4-5 per lato, sono spostate lateralmente e posizionate molto in alto rispetto al dorso (circa 6-7 cm dalla linea dorsale) permettendo così ai piccoli di essere allattati anche in acqua. 2.3 - DIETA L'alimentazione della Nutria è prevalentemente vegetariana. Numerose ricerche in Europa e nel Nord America hanno evidenziato che la composizione della dieta è largamente influenzata dalla disponibilità delle risorse trofiche, che variano notevolmente sia stagionalmente sia all'interno della vasta area di distribuzione (Llewellyn, 1993). Nella dieta, grande importanza rivestono le specie tipiche della vegetazione palustre: lenticchie d'acqua (Lemna sp., Spirodela polyrhiza), miriofilli (Myriophillum sp.), brasche (Potamogeton sp.), carici (Carex sp.), tife (Typha sp.), Cannuccia di palude (Phragmites australis) e numerose Graminacee (Lolium italicum, Poa sp., Agrostis stolonifera, Festuca sp.). Meno frequentemente sono consumate le Ranuncolacee (es. Ranunculus sp.), il Tarassaco (Taraxacum officinale) e le plantaggini (Plantago sp.). E‟ stato calcolato che un animale arriva a mangiare ogni giorno circa il 25% del suo peso corporeo in vegetali, cosicché in un anno un individuo del peso medio di 2,5 Kg utilizza circa 27 Kg di materiale secco (Boorman & Fuller, 1981). In inverno la specie si nutre delle parti sotterranee (radici, bulbi, rizomi), ricche di carboidrati, di diverse specie vegetali, ricercandole attivamente, immergendosi ripetutamente (Typha, Nymphaea) o scavando fori profondi sino a 20 cm lungo le sponde degli invasi frequentati (Abbas, 1991). In condizioni particolari, come periodi prolungati con temperature inferiori agli 0°C o con livelli dell'acqua elevati, utilizza la corteccia di alcune essenze legnose, soprattutto salici (Salix sp.) e pioppi (Populus sp.). 2.4 - ASPETTI SANITARI E CAMPAGNE DI CONTROLLO La Nutria può essere potenziale portatrice di 16 zoonosi di tipo virale, batterico e parassitario. Il rischio di contagio per l‟uomo è tuttavia, per il territorio italiano estremamente limitato, in quanto la maggior parte di queste malattie è stata descritta unicamente in paesi esteri o riguarda infezioni sperimentali (Arcangeli, 2002). Per quanto riguarda la Leptospirosi, il mancato isolamento di Leptospira da rene ed urina di Nutria, riportato in diverse ricerche condotte in Italia e all‟estero (Trap, 1988; Sheena et al, 1985; Stanchi et al, 1987), indica che la Nutria debba essere considerata una portatrice secondaria ed occasionale di leptospirosi. La presenza di una certa percentuale di animali con positività anticorpale, indica l‟esposizione della specie all‟infezione, probabilmente a causa del contatto con il Surmolotto (Rattus norvegicus), ma non la possibilità che possa fungere da portatore (Arcangeli, 2002). Per motivi sia di ordine sanitario sia legati all‟impatto negativo sull‟economia agricola, in diversi paesi in cui la specie è stata introdotta sono state da tempo avviate campagne di controllo numerico. In Louisiana, ad esempio, nonostante la diminuita richiesta di pellicce, vengono cacciate 500.000600.000 nutrie ogni anno per impedire un‟ulteriore espansione della specie (Llewellyn, 1993). In Gran Bretagna, dove le operazioni di monitoraggio sono iniziate già negli anni „60 (Norris, Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 7 2- Inquadramento generale della specie 1967a), si è cominciato ad intervenire con programmi di abbattimento a partire dal 1981 che, favoriti anche da alcuni inverni molto rigidi, hanno permesso di estirpare pressoché completamente la specie solo nel 1989, dopo mezzo secolo dalla prima introduzione (Gosling, 1989). In entrambe le esperienze sopra citate, il metodo utilizzato per gli interventi di controllo si è basato sull‟impiego di trappole killer o di gabbie-trappola, sistemate su piattaforme galleggianti o nelle zone di passaggio degli animali, generalmente sprovviste di esche in quanto non strettamente necessarie (Fig. 5). Il trappolaggio sembra essere il metodo migliore di cattura, in quanto offre una serie di vantaggi, quali specificità, efficienza, minimizzazione dell‟impatto sull‟ambiente, recupero degli animali, riduzione dei costi e dei tempi. Per questi motivi, è tuttora utilizzato nel corso delle campagne di studio o di controllo in diversi paesi, quali Francia (Doncaster & Micol, 1988), Stati Uniti (Brown, 1975; Dixon et al., 1979) ed anche Italia (Santini, 1978; Ragni & Velatta, 1988; Reggiani et al., 1993; Scaravelli & Martignoni, 1994). Le altre tecniche utilizzate sono l‟abbattimento diretto mediante armi da fuoco e l‟impiego di esche (es. carote) intrise di bromadione, un anticoagulante largamente impiegato soprattutto in Francia (Doncaster & Micol, 1989; Abbas, 1991) che offre però notevoli svantaggi dovuti ai costi ed alla mediocre specificità. Anche l‟abbattimento con fucile presenta vari inconvenienti, non ultimo quello relativo alle difficoltà di recupero degli animali. Figura 5. Trappola per la cattura della Nutria 2.5 - STATO DELLE CONOSCENZE IN LOMBARDIA Le informazioni di seguito esposte sono per buona parte tratte dall‟Atlante dei Mammiferi della Lombardia recentemente pubblicato (Prigioni et al., 2001). 2.5.1 - Distribuzione regionale L‟origine della presenza della Nutria in Lombardia è solo in minima parte ricostruibile e quasi certamente legata agli allevamenti, molti dei quali di tipo "familiare", diffusi dagli anni '60 in quasi tutte le province lombarde. Nella Valle del Ticino è stata accertata l‟esistenza di almeno due impianti di questo tipo (a Pavia e a Vigevano), i quali hanno concluso la propria attività all'inizio degli anni '80; nella stessa area un deciso incremento demografico è stato notato dal Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 8 2- Inquadramento generale della specie 1986, favorito probabilmente anche da inverni miti e poco nevosi. In Lombardia la specie è presente soprattutto nella fascia di bassa pianura compresa tra la zona delle risorgive ed il corso del Po, lungo il quale è da ritenersi presente in modo ormai continuo così come nelle aree golenali dei suoi principali affluenti di sinistra, con particolare riferimento al Ticino, all‟Adda, al Mincio e all‟Oglio. Attraverso il reticolo idrografico minore la specie si è poi diffusa anche in aree esterne alle golene principali, colonizzando l‟intera Lomellina e il Pavese e raggiungendo, seppure con piccoli nuclei, alcune zone pedemontane. La presenza della Nutria è infatti nota da tempo nel contesto della Riserva Naturale “Pian di Spagna - Lago di Mezzola” (CO/LC/SO) e negli ultimi anni nel Lago Moro (comuni di Darfo e Angolo, BS); recentemente un individuo è stato raccolto anche a Grandate, nelle immediate vicinanze di Como (Cantini, dati inediti). L‟areale regionale della specie, valutato in circa 9.000 km² nel 1995-96, si è ampliato negli ultimi anni, a seguito di colonizzazioni di varie zone sia pedemontane sia dell‟Appennino dell‟Oltrepo pavese, raggiungendo 11.500 km² circa (Tab. 2), pari al 48,2% del territorio lombardo. Tabella 2. Ripartizione dell'attuale areale lombardo della specie per settori territoriali Settori territoriali Lomellina (PV) Pavese (PV) Oltrepo pavese (PV) Provincia di VA Provincia di MI Provincia di LO Provincia di CO Provincia di LC Provincia di SO Provincia di BG Bassa e alta pianura bresciana (BS) Parte restante del territorio (BS) Provincia di CR Fascia a nord del Po (MN) Fascia a sud del Po (MN) Superficie totale Stima dell’attuale areale di presenza della specie in km2 1.700 1.000 600 200 900 900 100 200 100 400 1.500 200 1.700 1.500 500 11.500 Buona parte delle segnalazioni di presenza della specie riguarda quote altimetriche sotto i 250 m. Gli ambienti più frequentati sono quelli ripariali fluviali o di canali, seguiti da quelli ripariali lacustri e da paludi e canneti. Alcune segnalazioni provengono anche dai pioppeti, dove gli animali si recano ad alimentarsi in autunno-inverno, nonché in zone urbane e rurali, indirettamente confermando, con eccezione del periodo riproduttivo, la scarsa diffidenza di questa specie nei confronti dell'uomo. Buona parte delle segnalazioni raccolte riguarda osservazioni dirette, mentre il rinvenimento di animali morti è soprattutto collegato alle autorizzazioni rilasciate dalle Province agli agenti di vigilanza venatoria per il controllo numerico della specie, in ottemperanza al decreto P.G.R. n. 4641/93 e alla l.r. n. 20 del 7.10.2002 della Regione Lombardia. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 9 2- Inquadramento generale della specie 2.5.2 - Demografia della popolazione Nel contesto di uno studio condotto nel 1995-96 nei parchi fluviali lombardi, con eccezione di quello del Mincio, è stata rilevata una densità di 4-21,7 individui/ha per le lanche e di 8-14,9 individui ogni 100 m di riva di canali. Sulla base di tali valori è stata stimata una popolazione complessiva pari a 12.000 individui, di cui oltre il 70% gravitante sui parchi Oglio Sud e Ticino. E' stato inoltre rilevata una produttività media annua di 2,88 giovani per adulto. Tenendo conto della rete idrografica lombarda in cui la specie è presente, è possibile stimare, con la dovuta cautela, una popolazione complessiva di 35.000-40.000 soggetti. Le concentrazioni più elevate sono presenti nel Parco Lombardo della Valle del Ticino (tratto meridionale), nel Parco Naturale del Mincio (tra la Riserva naturale Valli del Mincio e la foce), nel Parco Oglio Sud, dove un nucleo particolarmente consistente è localizzato nella Riserva naturale "Torbiere di Marcaria" e nel Parco Adda Sud, soprattutto nell'Azienda Faunistico-venatoria "La Zerbaglia (comuni di Turano e Credera, LO). 2.5.3 - Impatto sulla vegetazione naturale Lo spettro trofico della Nutria in aree di vegetazione naturale comprende specie acquatiche e, secondariamente, piante ripariali della fascia prossimale al corpo idrico e specie non strettamente legate agli ambienti umidi in proporzioni simili (Balestrieri et al, 2002). La Cannuccia di palude (Phragmites australis) e una specie alloctona, la Peste d'acqua (Elodea sp.), risultano essere le piante più utilizzate, seguite dal Millefoglio d'acqua (Myriophyllum spicatum), dalla Gamberaia maggiore (Callitriche stagnalis) e dalla Robinia (Robinia pseudoacacia), di cui vengono consumate le foglie. Un discreto utilizzo si registra anche per altre specie acquatiche, come Nannufaro (Nuphar luteum) e Lenticchia d‟acqua (Lemna sp.). La Cannuccia di palude, di cui la Nutria utilizza germogli, foglie e rizomi, viene consumata durante tutto il corso dell'anno; la sua importanza come fonte trofica trova riscontro in numerose ricerche (Reggiani et al., 1993; Chabreck et al., 1981; Ehrlich, 1967; Gosling, 1981). L‟elevato consumo di Idrofite, in particolare dalla tarda primavera all'autunno, concorda con l‟elevata percentuale di proteine e l‟ampia varietà di aminoacidi in esse contenute (Hubac et al., 1984). Lo scortecciamento di rami e tronchi caduti di salici (Salix sp.) e pioppi (Populus sp.) viene riscontrato in tutte le stagioni, seppure con un picco evidente in inverno, stagione in cui predominano le specie non strettamente legate all‟ambiente acquatico, quali Graminacee e Ranuncolacee; nello stesso periodo Gariboldi (1993) segnala un elevato consumo di ghiande. Le diete di adulti e giovani risultano piuttosto diversificate: i primi utilizzano soprattutto specie acquatiche sommerse e galleggianti, mentre per gli juvenes le risorse principali sono rappresentate da piante erbacee ripariali e da foglie di Robinia e salici. Le differenze rilevate nell'alimentazione delle due classi di età trovano riscontro nella maggiore percentuale di attività dedicata dai giovani al foraggiamento a terra (Prigioni et al., 1996). Fra le specie vegetali, utilizzate dal Roditore ne figurano alcune, quali Nuphar luteum e Nymphaea alba, che rientrano nella lista delle specie particolarmente protette della Lombardia. Va segnalato inoltre che lungo le aree golenali dei principali fiumi della regione sono state raccolte numerose segnalazioni della diminuzione di alcune specie igrofile, in particolare Giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus), ninfee, Mazzasorda (Typha sp.), Castagna d'acqua (Trapa natans) e Cannuccia di palude, in seguito all‟espansione della Nutria (Prigioni et al., 1996). Per quanto riguarda le interazioni con le specie ornitiche che nidificano nei canneti, va segnalata l‟assenza della nidificazione della Gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) in alcuni canali naturali del Parco del Ticino, dove, prima della comparsa della Nutria, era registrata una densità di 0,6 nidi/100m di riva di canale (Prigioni, dati inediti). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 10 2- Inquadramento generale della specie 2.5.4 - Impatto sulle attività economiche Analogamente a quanto riscontrato da Abbas (1991) nella Francia centro-occidentale, la Nutria non si allontana molto dall'acqua ed i coltivi danneggiati si trovano sempre in prossimità di un corpo idrico; le piante abbattute o consumate si trovano generalmente in una fascia perimetrale di circa 5-6 metri di larghezza. Il mais ed il frumento sono le coltivazioni maggiormente danneggiate: della prima vengono consumate sia le tenere foglie delle piantine appena germinate (maggio-giugno), sia le spighe, previa recisione alla base del fusto (fine agosto-ottobre); la seconda viene utilizzata nei mesi immediatamente precedenti la raccolta, che avviene in giugno-luglio. In Lomellina (PV), il 45,8% dei danni segnalati riguarda il riso, consumato in settembre prima del raccolto (Prigioni, dati inediti). L'erba medica viene danneggiata all'epoca del primo sfalcio, mentre per quanto riguarda l'orzo e i prati i danni, generalmente di lieve entità, sembrano dovuti principalmente allo schiacciamento degli steli. Le radici ricche di carboidrati della barbabietola, coltivazione relativamente poco diffusa, sembrano essere particolarmente appetite, tanto da determinare, secondo quanto segnalato, notevoli concentrazioni di animali. Meno gravi, in proporzione, i danni a soia, angurie e verze, e per quest'ultime riferibili principalmente ad orti ricavati sulle sponde di canali o piccoli invasi. La ripartizione stagionale delle segnalazioni e delle osservazioni sui danni alle colture presenta un picco evidente in maggio-giugno (Prigioni et al., 1996), corrispondente al periodo dello sviluppo della maggior parte delle specie coltivate e dovuto al fatto che nelle aree ad agricoltura intensiva, nella tarda primavera le risorse trofiche reperibili nelle coltivazioni sono nettamente maggiori, per quantità e diffusione sul territorio, di quelle fornite dalla ridotta vegetazione spontanea. Più consistenti, ma di ardua quantificazione, sembrano essere i danni causati alla stabilità delle arginature e della rete idrica per l‟irrigazione; la selezione di canali di larghezza inferiore a 5 m per lo scavo delle tane determina un impatto maggiore sui fossi e i canali secondari che si irradiano capillarmente tra i coltivi. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 11 3 – Metodi 3 - METODI 3.1 - IMPOSTAZIONE DEL LAVORO Il lavoro è stato avviato nel novembre 2001 ed ha richiesto una lunga fase preparatoria per impostare gli interventi di trappolaggio della specie secondo la metodica definita. A tale riguardo sono stati presi contatti con le Province interessate che sono stati mantenuti per l‟intero periodo di studio. Ciascuna provincia ha individuato i propri referenti incaricati dell‟individuazione delle zone campione di cattura, del coordinamento del personale volontario e della raccolta dei dati. In linea generale, è stato adottato il seguente schema di coordinamento: PROVINCIA Funzionario capo Tecnico faunistico o Capo del servizio di sorveglianza Dipartimento di Biologia Animale Referenti locali Personale volontario Le catture sono state effettuate nel periodo novembre 2002-marzo 2003. Durante il periodo di attività, le trappole sono state controllate una volta al giorno, riportando i dati delle catture nelle apposite schede (Fig. 6 e 7), unitamente alle seguenti informazioni: lunghezza e larghezza del canale, superficie dell‟area umida o bacino idrico; numero di passaggi (scivoli abituali) rilevati nella zona di trappolaggio; sesso e classi di età degli animali catturati (giovane/adulto). dati biometrici (peso, lunghezza testa-corpo, lunghezza della coda) status riproduttivo e numero di feti Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 12 3 – Metodi PROGETTO NUTRIA LOMBARDIA -TRAPPOLAGGIO Dipartimento di Biologia Animale Piazza Botta 9 27100 Pavia tel. 0382/506304 E-mail: [email protected] ____________________________________________________________________ Denominazione dell’area di trappolaggio: ……………………………………………………….. Canale: lunghezza …....…m, larghezza ..…. m Zona umida o bacino: area ………..ha Provincia …………….………. Comune ………..…………………………… ATC …….…………... Referente ………………………………………………… tel. ……..………….E-mail ……………... Numero trappole posizionate: ……….. Data Ora di controllo N. Nutrie catturate Numero passaggi della Nutria ………… N. Maschi giovani N. Maschi adulti N. Femmine giovani N. Femmine adulte Figura 6. Scheda per la raccolta di dati di cattura. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 13 3 – Metodi PROGETTO NUTRIA LOMBARDIA – DATI BIOMETRICI Dipartimento di Biologia Animale Piazza Botta 9 27100 Pavia tel. 0382/506304 E-mail: [email protected] Denominazione dell’area di trappolaggio: …………………………………………………….. Canale: lunghezza …..…m, larghezza ……. m Zona umida o bacino: area ……..ha Provincia ……………………. Comune …….…………………………… ATC ….…………... Referente ……………………………………………… tel. ……….……….E-mail …………... Note: status riproduttivo e numero di feti (stadio di maturazione) delle femmine gravide. Data di cattura Lunghezza testacorpo in cm Lunghezza coda in cm Peso in kg Sesso (M/F) Classe d’età (juv/ad) Note Figura 7. Scheda per la raccolta dei dati biometrici. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 14 3 – Metodi 3.2 - ANALISI DELLE CATTURE I dati raccolti sono stati ripartiti per provincia, per periodo di cattura, per sesso e per classi di età al fine di valutare il successo degli interventi di trappolaggio e di analizzare la struttura di popolazione della Nutria. Al fine di valutare l‟andamento del successo di cattura sono state scelte le aree di trappolaggio in cui fosse stato posizionato un numero sufficientemente elevato di trappole, mantenute attive per un periodo di almeno 3 mesi (Tab. 3). I dati relativi alle catture giornaliere sono stati tabulati e raggruppati per settimana, ed è stato valutato l‟andamento settimanale delle catture cumulative percentuali. Il periodo coperto varia fra le 13 e le 15 settimane consecutive di trappolaggio. Tabella 3. Aree campione utilizzate per l‟analisi dell‟andamento delle catture N Comune Località 1 2 3 4 5 6 Calvisano Orzinuovi Remedello Remedello San Genesio Gropello Molinara-Renuovo Lago Mandarino Zona add. cani Zona rossa ZRC Carola Travot/Camatte Trappole 20 20 20 20 17 20 Inizio Fine Nutrie trappolaggio trappolaggio catturate 01/11/02 31/01/03 130 01/11/02 31/01/03 30 01/11/02 31/01/03 141 01/11/02 31/01/03 76 13/12/02 28/03/03 58 17/12/02 15/03/03 126 3.3 – INFLUENZA DEI PARAMETRI AMBIENTALI SULL’ABBONDANZA RELATIVA DELLA NUTRIA Sono state caratterizzate attraverso la misura di alcuni parametri ambientali (Tab. 4, Fig. 8), 30 stazioni di trappolaggio della Nutria, localizzate in diverse Province. In queste stazioni l‟abbondanza relativa della specie è stata valutata mediante il conteggio degli scivoli presenti sul bordo del corpo idrico. Al fine di valutare l‟influenza dei parametri ambientali sul numero dei passaggi rilevati per 100 m di sponda, è stata effettuata una regressione multipla lineare, che consente di cercare la migliore relazione quantitativa tra un insieme di variabili indipendenti e una variabile dipendente. L‟analisi effettuata è una procedura parametrica, che richiede la distribuzione normale dei dati. Per evitare problemi derivanti da non-normalità e da eteroschedasticità, sui dati è stata utilizzata la trasformazione in radice quadrata per 5 variabili (larghezza, profondità, altezza e pendenza delle sponde, velocità della corrente) e la trasformazione in arcoseno per le variabile espresse come percentuale. Successivamente, per evitare problemi derivanti dal confronto di variabili che rappresentano quantità molto diverse fra loro, si è proceduto alla standardizzazione dei dati mediante autoscalatura, che consiste in una centratura seguita da una normalizzazione a varianza unitaria (Todeschini, 1998): x' i xi - x s Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 15 3 – Metodi Al termine dell‟analisi viene prodotto un modello lineare y = b0 + b1xi1 + b2xi2 + … + bpxip attraverso il calcolo dei coefficienti di regressione b e dei coefficienti di regressione standardizzati bi , che rappresentano i pesi di ciascuna delle p variabili utilizzate nel modello. Il metodo di regressione utilizzato è lo StepWise Regression, basato sulla strategia detta Forward Selection. Tale metodo parte da un modello costituito da nessuna variabile e aggiunge via via una variabile alla volta, fino a che tutte le variabili siano state inserite, oppure fino a che non venga soddisfatto un determinato criterio di arresto della procedura. La variabile che viene inclusa nel modello a ogni passo è quella che fornisce il valore maggiore della F di Fisher per singolo grado di libertà. Il valore di F alla probabilità 0,05 costituisce la soglia che determina il criterio di arresto. Il test F di Fisher, ottenuto mediante analisi della varianza (ANOVA), è stato utilizzato anche per valutare la significatività globale del modello, verificando cioè se la relazione funzionale che è stata trovata tra la variabile dipendente e le variabili indipendenti è significativa. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 16 3 – Metodi Tabella 4. Variabili utilizzate per l‟analisi ambientale. Largh. Profondità Altezza Pendenza Velocità Copertura percentuale delle sponde Copertura % delle fasce laterali Passaggi canale (cm) sponde sponde corrente arborea arbustiva erbacea canneto prato frumento cereali veg. per 100m (m) (gradi) (m/s) estivi naturale 1 Pegognaga Croce Cantone 8 100 2,5 52,5 0,5 0 0 35 65 100 0 0 0 28,7 2 Pegognaga Latteria Vo 2 30 2,5 50 0,2 5 95 0 0 100 0 0 0 7,0 3 Pegognaga Rastarone-Zara 5 50 4 70 0,2 0 0 100 0 50 0 50 0 18,7 4 Pegognaga Macello 1,5 30 1,5 70 0 0 0 0 100 50 0 50 0 16,0 5 Viadana Feniletto 3 31 2,5 80 0 50 0 50 0 50 50 0 0 4,4 6 Lodi San Bernardo 8 32 3,5 60 0,3 10 90 20 0 100 0 0 0 23,3 7 Lodi San Bernardo 1,5 33 4,5 65 0,03 0 0 100 0 100 0 0 0 34,0 8 Lodi C.na Cavrigona 1,5 34 5,5 65 0 0 0 100 0 0 0 100 0 35,0 9 Corno Giovine C.na Verani 2,5 35 6,5 65 0 0 0 100 0 0 50 50 0 49,2 10 S. Stefano C.na Cantone 2 36 7,5 60 0 0 75 0 25 65 0 35 0 33,3 11 S. Stefano C.na Resmina 2 37 8,5 60 0 0 0 100 0 100 0 0 0 13,2 12 Corno Giovine C.na Quartirone 4 38 9,5 65 0,1 0 0 100 0 0 0 100 0 23,3 13 Corno Giovine Az. Maggi 3 39 10,5 60 0,03 25 75 0 0 15 35 0 50 30,8 14 Corno Giovine Sig. Rancati 2 40 11,5 75 0 2 15 83 0 100 0 0 0 30,0 15 Calvisano Malpaga 3,5 41 12,5 30 0,45 20 80 0 0 0 15 50 0 8,3 16 Calvisano Malpaga 2 42 13,5 0 0,28 15 0 85 0 0 0 100 0 21,3 17 Calvisano Malpaga 3,5 43 14,5 80 0,08 25 65 20 0 0 25 50 25 16,7 18 Remedello Zona Rossa 2,5 44 15,5 75 0,1 55 50 50 0 50 50 0 0 8,6 19 Remedello Agriturismo 4 45 16,5 60 0,71 55 50 50 0 80 0 20 0 8,7 20 Remedello Zona add. Cani 2 46 17,5 80 0,14 5 0 95 0 50 0 0 0 10,0 21 S. Genesio ZRC Carola 2,5 47 18,5 85 0,41 35 25 50 2,5 15 0 60 25 2,5 22 Pavia Via Abbiategrasso 1,5 48 19,5 80 0 70 60 80 0 0 0 100 0 0,7 23 Gropello Cairoli Travot/Camatte 4,5 49 20,5 80 0 5 5 89 1 0 0 100 0 5,9 24 Lacchiarella C.na Decima 2 50 21,5 80 0 0 0 100 0 50 0 50 0 22,0 25 Lacchiarella C.na Decima 4 51 22,5 70 0,2 50 0 50 0 50 0 50 0 20,0 26 Lacchiarella C.na Decima 2 52 23,5 65 0,2 0 0 100 0 50 0 50 0 13,3 27 Basiglio Casa Penati 5 53 24,5 35 0 25 25 50 0 0 0 100 0 20,0 28 Buccinasco C.na Castello 5 54 25,5 70 0,35 0 15 60 25 100 0 0 0 13,4 29 Buccinasco C.na Castello 2 55 26,5 80 0 0 0 100 0 50 0 50 0 6,7 30 Buccinasco C.na Castello 5 56 27,5 65 0,25 50 25 25 0 0 0 50 50 16,0 N Comune Località Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 17 3 – Metodi PROGETTO NUTRIA LOMBARDIA Zona: Località: Referente: tel.: Corpo idrico: Sponde Altezza (dx) Pendenza (dx) Vegetazione sponde arborea: arbustiva: erbacea: canneto: Vegetazione emersa acquatica: Lungh.: m Largh.: m Profondità: (sx) Orientazione (Nord): (sx) Velocità corrente dx h: h: h: h: m/s sx h: m % h: m % h: cm % h: cm % % sommersa m % m % cm % cm % % galleggiante dx % % % sx % % % Fasce laterali(m) dx N° scivoli totale: % dx n°/100m: sx N° ingressi : cm sx n°/100m: Note: Figura 8. Scheda predisposta per la raccolta dei dati ambientali Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 18 3 – Metodi 3.4 - ELABORAZIONE DI UN METODO DI CENSIMENTO In buona parte della pianura padana, la Nutria è distribuita in modo capillare su un territorio vasto, e gli interventi di gestione attuati dalle pubbliche amministrazioni sono affidati ad un personale che, in numero relativamente limitato, opera su estesi comprensori. In questo contesto è di grande utilità disporre di un metodo sufficientemente rapido per accertare la presenza della specie e per valutarne, pur con tutte le cautele del caso, l‟abbondanza relativa, o ancora meglio, la densità. Pur essendo la Nutria abbastanza facile da contattare direttamente anche durante il giorno, il metodo migliore di monitoraggio è rappresentato dall‟osservazione delle tracce. In questo senso, i segni di presenza della Nutria sono diversi e inconfondibili: impronte, feci, tane e scivoli (passaggi) presenti lungo i bordi dei corpi idrici (vedi par. 2.1). La valutazione dell‟abbondanza relativa della specie necessita tuttavia di una traccia che sia reperibile facilmente e lungo buona parte della rete idrica occupata, pur in presenza di diverse condizioni climatiche e ambientali. Il segno di presenza che meglio si adatta allo scopo, in particolare negli ambienti agricoli della pianura padana, dove il corpo idrico più frequentemente occupato dalla specie è costituito da canali irrigui di diversa larghezza, è il numero degli scivoli, conteggiati percorrendo a piedi le sponde dei canali. Si ottiene pertanto il seguente indice di abbondanza relativa (I.A.): I.A. n scivoli 100 m di sponda Il conteggio deve essere effettuato per un campione di canali sufficientemente rappresentativo della zona che si sta monitorando (indicativamente 300-400 m di lunghezza in 2-3 tratti diversi), anche in considerazione del fatto che la specie presenta sovente una distribuzione aggregata, con porzioni di canale fortemente occupate e tratti privi di segni di presenza. Il dato che si ottiene non rappresenta una densità di animali. Fornisce tuttavia un indice quantitativo che consente di confrontare l‟abbondanza della Nutria in zone diverse, utilizzando un criterio il più possibile oggettivo. Costituisce quindi uno strumento estremamente utile che dovrebbe entrare nella pratica routinaria del personale che opera sul territorio. Un ulteriore passo avanti sarebbe rappresentato dalla possibilità di convertire l‟indice di abbondanza in un valore di densità, attraverso un opportuno fattore di correzione. Tale fattore dovrebbe rappresentare il numero medio di nutrie per scivolo, e potrebbe risultare correlato con la larghezza del canale irriguo occupato dalla specie. Al fine di testare questa correlazione, sono state individuate, fra le 30 stazioni di trappolaggio riportate nel paragrafo 3.3, 21 aree campione (Fig. 9) per le quali era possibile disporre del numero medio di passaggi per 100 m di canale e dell‟ammontare delle catture effettuate in una sessione di trappolaggio che interessasse un tratto sufficientemente esteso di canale. Il numero di nutrie per passaggio è stato valutato dividendo il numero di catture effettuate per il numero di passaggi rilevati nel medesimo tratto, nell‟ipotesi che il trappolaggio sia proseguito fino all‟azzeramento del successo di cattura, e che costituisca una misura il più possibile fedele del numero di nutrie presenti (Tab. 5). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 19 3 – Metodi Tabella 5. Aree campione utilizzate per la valutazione del metodo di censimento della Nutria. Zona Comune Località Larghezza del Passagggi Catture Nutrie per canale (m) per 100 m passaggio MV 4/1 Pegognaga Strada Croce Cantone 8 28,7 119 0,69 MV 3/2 Pegognaga Latteria Vo 2 7,0 45 1,29 MV 3/3 Pegognaga Rastarone -Zara 5 18,7 46 1,23 MV 3/4 Pegognaga Macello 1,5 16,0 32 4,00 MV 5/1 Viadana Feniletto 3 4,4 36 1,64 LO 4/2/3 Lodi Cimitero S. Bernardo 4,5 28,7 62 1,44 LO 6/4 Corno Giovine C.na Verani 2,5 49,2 41 0,69 LO 6/5 S. Stefano C.na Cantone 2 33,3 21 2,10 LO 6/6 S. Stefano C.na Resmina 2 13,2 32 0,97 LO 6/7 Corno Giovine C.na Quartirone 4 23,3 24 0,21 LO 6/8 Corno Giovine Azienda Maggi 3 30,8 28 0,04 LO 6/9 Corno Giovine Rancati 2 30,0 66 4,40 BS 1/4 Calvisano Malpaga 3 15,4 128 0,69 BS 1/4 Remedello zona rossa 2,5 8,6 76 0,74 BS 1/7 Remedello Z. add. Cani 3 9,3 141 0,76 PV 2 S. Genesio ZRC Carola 2,5 2,5 57 2,28 PV 4 Pavia via Abbiategrasso 1,5 0,7 5 0,45 PV 5 Gropello Cairoli Travot/Camatte 4,5 5,9 124 1,49 MI 1/4 Lacchiarella C.na Decima 2,5 18,4 264 2,86 MI 2 Basiglio Casa Penati 5 20,0 23 0,38 MI 3/5 Buccinasco C.na Castello 4 12,1 100 3,32 I dati ottenuti sono stati raggruppati per larghezza crescente del canale (Tab. 6). Tabella 6. Numero medio di nutrie per passaggio in relazione alla larghezza del canale. Larghezza Nutrie per canale (m) passaggio 8,0 0,69 5,0 0,81 4,5 1,47 4,0 1,76 3,0 0,78 2,5 1,64 2,0 2,19 1,5 2,23 E‟ stata testata la correlazione fra la larghezza del canale e il numero di nutrie per passaggio mediante il test di Spearman per ranghi, e successivamente è stata effettuata una regressione lineare, che ha fornito una equazione del tipo y = mx + q che formalizza la relazione fra le due grandezze. Il test F di Fisher, ottenuto mediante analisi della varianza (ANOVA), è stato utilizzato per valutare la significatività globale del modello. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 20 3 – Metodi Figura 9. Aree campione per l‟elaborazione di un metodo di censimento della Nutria. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 21 4 – Risultati e discussione 4 - RISULTATI E DISCUSSIONE 4.1 - AREE DI INTERVENTO INDIVIDUATE Le Province coinvolte hanno recepito l‟impostazione metodologica suggerita in modi differenti, applicandola alle diverse situazioni contingenti e adattandola alle prassi operative sviluppate negli anni in relazione ai piani di contenimento della Nutria predisposti autonomamente. Il numero di aree campione e di trappole utilizzate per ciascuna di esse (Fig. 10), nonché la durata delle sessioni di cattura, variano quindi sensibilmente da una Provincia all‟altra, offrendo un ampio spettro di tipologie di intervento, ma rendendo in alcuni casi difficoltoso il confronto dei risultati ottenuti. 35 30 25 20 15 10 5 0 PV MI LO N° di zone di cattura CR BS MV N° medio di trappole/zona Figura 10. Numero di aree campione e numero medio di trappole utilizzate in ciascuna Provincia. 4.1.1 - Provincia di Pavia Sono state individuate 5 zone campione (Tab. 7), caratterizzate prevalentemente dalle coltivazioni risicole tipiche della Lomellina; i tratti di canale considerati, di lunghezza media pari a 1500 m, presentano in genere sponde con una discreta copertura arborea, principalmente Robinia (Robinia pseudoacacia) e pioppi (Populus sp.), o arbustiva, con Sambuco (Sambucus nigra) dominante. In ciascuna zona sono state posizionate da 17 a 22 trappole, per periodi di tempo variabili da 25 a 105 giorni. Tabella 7. Zone campione in Provincia di Pavia. Comune Periodo di attivazione N° trappole Pavia Gropello Cairoli - Zerbolò Villarasca S. Genesio Belgioioso 20/02/03 – 25/03/03 17/12/02 – 15/03/03 22/02/03 – 19/03/03 13/12/02 – 28/03/03 18/01/03 – 09/03/03 20 20 20 17 22 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 22 4 – Risultati e discussione 4.1.2 - Provincia di Milano Per questa Provincia si è trattato del primo intervento di controllo della Nutria, a fronte di una recente espansione del roditore in tutta la fascia di territorio a sud del capoluogo; per far fronte alle numerose richieste provenienti principalmente da agricoltori, si è scelto di distribuire le trappole in dotazione su, complessivamente, 29 zone di cattura, limitando generalmente a poche unità, in media 5, il numero di trappole fornite (Tab. 8). In aggiunta, alcune trappole sono state affidate al Comune di Buccinasco per interventi nel centro abitato. I dati di cattura sono stati raccolti solo parzialmente dai collaboratori, per cui per molte zone campione sono disponibili solo i riepiloghi mensili curati dalle guardie provinciali. Tabella 8. Zone campione in Provincia di Milano Comune Periodo di attivazione N° trappole Lacchiarella Noviglio Basiglio Basiglio Zibido S. Giacomo Zibido S. Giacomo Zibido S. Giacomo Zibido S. Giacomo Gudo Gambaredo Gudo Gambaredo Gudo Gambaredo Gudo Gambaredo Gaggiano Gaggiano Gaggiano Gaggiano Gaggiano Gaggiano Gaggiano Carpiano Colturano Noviglio Carpiano Rodano Dresano Vignate Buccinasco Vernate Albairate 21/11/02 – 10/03/03 24/02/03 – 10/03/03 21/11/02 – 28/02/03 05/02/03 – 10/04/03 21/11/02 – 22/12/02 20/11/02 – 03/01/03 23/11/02 – 12/12/02 11/02/03 – 10/04/03 21/11/02 – 28/02/03 21/11/02 – 28/02/03 04/12/02 – 20/03/03 10/03/03 – 10/04/03 09/01/03 – 09/02/03 05/02/03 – 10/04/03 05/02/03 – 10/04/03 05/02/03 – 10/04/03 05/02/03 – 10/04/03 05/02/03 – 10/04/03 05/02/03 – 10/04/03 23/01/03 – 30/03/03 03/03/03 – 10/04/03 09/01/03 – 10/03/03 17/01/03 – 30/03/03 30/01/03 – 07/04/03 13/02/03 – 10/04/03 13/02/03 – 10/04/03 10/03/03 – 10/04/03 11/03/03 – 10/04/03 19/03/03 – 10/04/03 20 5 15 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 20 5 5 5 5 5 5 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 23 4 – Risultati e discussione 4.1.3 - Provincia di Lodi La cattura delle Nutrie è affidata a una Ditta specializzata (Lodigiana Recuperi s.n.c.) che, in collaborazione con la Provincia, raccoglie le richieste di intervento di agricoltori e privati. In media vengono utilizzate 10 trappole per area (non sono disponibili dati puntuali), posizionate per un numero limitato di notti (5-18). I dati pervenutici riguardano 17 zone di cattura (Tab. 9), ricadenti in ambiente agricolo, con prevalenza di prato e cereali vernini. Tabella 9. Zone campione in Provincia di Lodi. Comune Lodi Borghetto lodigiano Caselle Landi Caselle Landi Caselle Landi Castelnuovo Corno Giovine Corno Giovine Corno Giovine Corno Giovine Corno Giovine Corno Giovine Lodi Lodi Maleo S. Stefano lodigiano S. Stefano lodigiano S. Stefano lodigiano Giorni di attivazione N° trappole 14/10/02 – 13/12/02 25/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 20/03/03 – 04/04/03 20/03/03 – 04/04/03 21/03/03 – 04/04/03 21/03/03 – 04/04/03 24/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 17/03/03 – 31/03/03 17/03/03 – 04/04/03 31/03/03 – 04/04/03 20/03/03 – 04/04/03 20/03/03 – 04/04/03 24/03/03 – 04/04/03 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 4.1.4 - Provincia di Cremona Le catture sono state affidate alla stessa Ditta operante nella Provincia di Lodi; gli interventi hanno riguardato solo due aree di ambiente rurale (Tab. 10). Tabella 10. Zone campione in Provincia di Cremona Comune Montodine Marzale Periodo di attivazione N° trappole 04/02/03 – 08/03/03 04/02/03 – 01/03/03 10 10 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 24 4 – Risultati e discussione 4.1.5 - Provincia di Brescia Sono state individuate 4 zone campione (Tab. 11), rappresentate da tre tratti di canale, di circa 1200 m di lunghezza ciascuno, e da un bacino artificiale adibito alla pesca sportiva di circa 9,5 ha. I canali ricadono in aree coltivate, con prevalenza di mais, cereali vernini e prati stabili. Relativamente alla copertura della vegetazione, sono presenti varie tipologie di sponde, con tratti di riva boscata, prevalenza di arbusteti o vegetazione esclusivamente erbacea. Il periodo di attivazione e il numero di trappole utilizzato sono stati uniformi in tutte le aree di cattura. Tabella 11. Zone campione in Provincia di Brescia. Comune Periodo di attivazione N° trappole 01/11/02 – 31/03/03 01/11/02 – 31/03/03 01/11/02 – 31/03/03 01/11/02 – 31/03/03 Calvisano Remedello Remedello Orzinuovi 20 20 20 20 4.1.6 - Provincia di Mantova I dati sono relativi a 6 aree campione, di cui 5 in Comune di Pegognaga, compreso nella fascia di territorio a sud del Fiume Po dove si segnala la maggior presenza del roditore, sia in termini di diffusione, sia come densità di popolazione (Tab. 12). I canali interessati variano ampiamente per dimensioni e copertura delle sponde, mentre i terreni circostanti sono rappresentati principalmente da prati da sfalcio. In due casi, l‟area di cattura comprende piccoli bacini artificiali (0,4 – 0,6 ha) in parte ricoperti da canneti. La zona campione del Parco S. Lorenzo (Pegognaga) è costituita da due laghi di cava rinaturalizzati e da una rete di canali di 2-5 m di larghezza per complessivi 1000 m circa di sviluppo. Il periodo di attivazione e il numero di trappole utilizzate per area sono molto variabili. Tabella 12. Zone campione in Provincia di Mantova. Comune Pegognaga Pegognaga Pegognaga Pegognaga Pegognaga Viadana Periodo di attivazione N° trappole 03/12/02 – 24/02/03 10/12/02 – 20/12/02 23/12/02 – 10/01/03 17/12/02 – 09/01/03 01/12/02 – 08/12/02 27/01/03 – 21/02/03 11 32 13 8 16 8 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 25 4 – Risultati e discussione 4.2 - CATTURE Nel periodo novembre 2002 – marzo 2003, nelle zone campione sono state catturate 2402 nutrie, suddivise per classe di età e sesso come specificato nella Tabella 13, per un totale di 30495 nottitrappola. In media, il successo di cattura è stato pari a 0,078 nutrie/notti-trappola (n/nt), con valori oscillanti da 0,042 a 0,216 n/nt (Fig. 11). Tabella 13. Catture complessive. Provincia PV MI LO CR BS MV totale Nutrie totali M Juv. M Ad. F Juv. F Ad. 235 797 600 81 502 345 2402 31 36 84 50 24 32 96 39 264 5 26 106 122 53 98 231 380 336 7 43 78 112 57 115 198 405 nottinutrie/notti- durata media trappola trappola 5354 8450 2250 390 12080 1971 30495 0,044 0,094 0,216 0,208 0,042 0,175 0,078 60,2 49,3 10,7 20 123 27,5 48,5 nutrie/notti-trappola 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 PV MI LO CR BS MV Figura 11. Nutrie per notte trappola per provincia. Il successo medio di cattura non si discosta dai valori ottenuti in altri interventi di controllo (Tab. 14), ma varia in modo significativo tra le province coinvolte (χ2 = 1895,1; P < 0,0001). La durata media del periodo di attivazione delle trappole per ogni zona campione (Tab. 13; Fig. 12) influisce notevolmente sul rapporto nutrie/notti-trappola; i due valori risultano infatti correlati negativamente (r di Spearman=-0,943; p (2 code) = 0,005). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 26 4 – Risultati e discussione Tabella 14. Risultati ottenuti in altri interventi controllo della Nutria. nutrie/notti- nottidurata trappola trappola dell’intervento R.N. Tevere-Farfa 0,201 747 2 sessioni da 10 gg. Provincia di Ravenna 0,100 9844 12 mesi Lago Trasimeno 0,110 16389 13 mesi Norfolk 0,123 11570 3 zone, 10 mesi Norfolk e Suffolk 0,067 601294 40 mesi Fonte bibliografica Località D‟Antoni et al., 2002 Scaravelli, 2002 Velatta e Ragni, 1991 Norris, 1967 Norris, 1967a 0,25 nutrie/notti-trappola 0,2 0,15 0,1 0,05 0 0 20 40 60 80 100 120 140 durata media delle catture (giorni) Figura 12. Andamento del successo di cattura in relazione alla durata media di attivazione delle trappole (r di Spearman=0,943; p=0,005). Come prevedibile, interventi di breve durata, che agiscono solo quando la consistenza della Nutria è elevata, ottengono risultati apparentemente migliori di quelli che si protraggono nel tempo, interessando popolazioni di dimensioni progressivamente decrescenti per effetto sia delle stesse catture, sia della mortalità naturale; nel primo caso si incide solo parzialmente sulla consistenza della specie, mentre nel secondo i tempi di recupero della Nutria saranno, con buona probabilità, più lunghi. Analoghe considerazioni emergono dall‟analisi dei dati riportati in bibliografia, se si valutano le durate delle operazioni in relazione al numero di notti-trappola (Tab. 14). Anche le variazioni mensili del successo di cattura (χ2 = 32,32; P <0,0001) risultano inevitabilmente influenzate dai diversi tempi di intervento (Tab. 15). In media, il rapporto nutrie/notti-trappola si mantiene abbastanza costante, con l‟eccezione del calo del mese di febbraio; se però si considerano solo le Province dove le operazioni di controllo sono proseguite per almeno tre mesi consecutivi e si escludono quelle dove gli interventi sono stati di breve durata e limitati a febbraio–marzo, il successo di cattura decresce progressivamente a partire da gennaio (Fig. 13). Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 27 4 – Risultati e discussione Tabella 15. Andamento mensile del successo di cattura (fra parentesi i risultati ottenuti escludendo gli interventi di breve durata). Mese Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Totale notti-trappola n° province nutrie/nottitrappola 3260 5538 6225 7148 (6828) 8324 (6434) 30495 3 5 4 5 (4) 5 (3) 21 0,095 0,096 0,082 0,059 (0,056) 0,080 (0,034) 0,078 nutrie/notti-trappola 0,1 0,08 0,06 0,04 0,02 0 novembre dicembre gennaio PV, MI,LO,CR,BS,MV febbraio marzo PV,MI,BS,MV Figura 13. Andamento mensile del successo di cattura (in arancione i risultati ottenuti escludendo gli interventi di breve durata). 4.3 - STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE Sono state rilevate le misure biometriche – lunghezza testa-corpo, lunghezza della coda e peso, di 1175 animali, ripartiti per sesso ed età come evidenziato nella Tabella 16. Le dimensioni medie degli esemplari adulti risultano inferiori a quelle riportate da Woods et al. (1992; cfr. Par. 2.1), sia riguardo la lunghezza testa-corpo sia il peso. Le dimensioni dei due sessi differiscono significativamente (test t di Student a 2 code; p = 0,01), in particolare per il peso, che in media è di 500 g (circa il 10%) superiore nei maschi. Gosling (1977) riporta differenze di peso superiori, pari al 15%. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 28 4 – Risultati e discussione Juvenes Adulti Tabella 16. Dati biometrici medi degli animali catturati. F (n=372) M (n=406) F+M t Student P = 0,01 F (n=168) M (n=229) t Student Lunghezza testacorpo (cm) Media D.S. 46,59 9,04 49,24 11,66 47,97 10,56 Lunghezza coda (cm) Media D.S. 32,86 5,62 34,40 5,85 33,67 5,79 3,55 4,35 33,07 34,05 13,52 16,08 n.s. 22,49 22,79 Peso (kg) Media 4,67 5,17 4,93 D.S. 1,73 1,88 1,83 3,89 6,87 7,64 n.s. 1,80 1,86 1,39 0,91 n.s. Alla classe juvenes si può attribuire, in base al peso medio, un‟età prossima al raggiungimento della pubertà, che, per entrambi i sessi, si manifesta, tra i 4 e i 7 mesi di età, a una taglia critica di 1,5 – 2,5 kg (Newson, 1966). Le differenze dimensionali tra i sessi nei primi mesi dopo la nascita non sono significative, come già evidenziato da Gosling et al. (1984). La percentuale media di femmine in fase riproduttiva per il periodo di studio è pari all‟11,67% (Tab. 17), con variazioni mensili significative (χ2 = 13,14; p = 0,01), che determinano un‟alternanza di picchi positivi (15,2 – 17,9%) e negativi (4,5 – 7%; Fig. 14); anche se i valori ottenuti vanno considerati con cautela per via della lunga durata della gestazione e del periodo di allattamento (una femmina può “apparire” gravida per più di 4 mesi, a seconda che si considerino le dimensioni corporee o lo sviluppo delle mammelle), va sottolineato che sia i valori percentuali, sia l‟andamento riscontrato, corrispondono a quanto rilevato, relativamente alla distribuzione dei parti, da Velatta e Ragni (1991) sul Lago Trasimeno. Tabella 17. Percentuale mensile di femmine gravide. Mese Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Media % F gravide 17,91 7,02 17,31 4,49 15,22 11,67 Nei mesi più favorevoli (maggio-ottobre) in centro Italia sono state rilevate frequenze di femmine gravide superiori al 50% (Reggiani et al., 1993) I valori registrati nel presente studio confermano la diminuzione solo parziale della produttività nei mesi freddi, dovuta al verificarsi, nei Paesi dell‟Europa centro-meridionale, di inverni sostanzialmente miti. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 29 4 – Risultati e discussione 20 % F gravide 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 novembre dicembre gennaio febbraio marzo Figura 14. Andamento mensile della percentuale di femmine gravide Il rapporto tra le due classi di età si mantiene costante da novembre a gennaio, per poi subire un calo significativo (χ2 = 127,37; 4 gl, p<0,0001) nei due mesi successivi (Tab. 18, Fig. 15). La diminuzione può essere spiegata con gli effetti combinati di una maggiore mortalità invernale dei giovani, in particolare dei maschi (Tab. 19), e dell‟aborto o riassorbimento dei feti in coincidenza con l‟inizio della stagione fredda e della conseguente riduzione delle disponibilità alimentari (Gosling, 1974). Nella Valle del Ticino, De Ciechi e Prigioni (1998), sulla base di osservazioni lungo transetti per aree campione, riportano valori minimi del rapporto a fine inverno (J/A=0,05) e punte superiori all‟unità a fine estate (J/A= 1,2). Tabella 18. Rapporto mensile giovani-adulti. Mese Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Media Juvenes/Adulti 0,527 0,576 0,647 0,254 0,211 0,481 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 30 4 – Risultati e discussione 0,7 0,6 Juv/ad 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 novembre dicembre gennaio febbraio marzo Figura 15. Andamento mensile del rapporto juv/ad. Nel periodo di studio, il rapporto tra i sessi è prossimo all‟unità, con una leggera prevalenza di maschi (F/M=0,93); ripartendo i dati mensilmente e per classi di età (Tab. 19; Fig. 16), si osserva che, per gli adulti, il rapporto sessi è, in media, favorevole alle femmine, con l‟eccezione della fase iniziale delle catture, che potrebbe essere espressione di un accesso gerarchico alle fonti di cibo, a vantaggio dei maschi dominanti (Doncaster e Micol, 1988). Tra i giovani, risulta una predominanza del sesso maschile, che diminuisce progressivamente da novembre a marzo. La differenza dell‟andamento del rapporto sessi per le due classi di età è significativa (χ2 = 7,927; p = 0,0048). Velatta e Ragni (1991), sulla base di dati raccolti nell‟arco di un intero anno, riportano valori medi di poco superiori all‟unità (F/M = 1,11), con una simile prevalenza dei maschi tra i giovani (F/M = 0,85), e una più marcata dominanza delle femmine tra gli adulti (F/M = 1,6). Tabella 19. Rapporto sessi mensile per classi di età. Mese Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Media Complessivo Rapporto sessi F/M Adulti 0,848 1,107 1,001 1,171 1,045 1,037 Juvenes 0,604 0,736 0,736 0,826 0,900 0,734 0,927 Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 31 4 – Risultati e discussione Nei giovani, il rapporto sessi sembra essere determinato da un‟effettiva maggiore percentuale di maschi alla nascita, in parte dovuta all‟elevata mortalità pre-natale delle cucciolate composte prevalentemente da femmine (Gosling, 1986). Secondo la teoria dell‟investimento parentale di Trivers (1972), le femmine avrebbero maggiore interesse a investire sul sesso con un maggior successo riproduttivo e potrebbero possedere meccanismi fisiologici in grado di controllare il sesso dei nascituri (Gosling, 1986). La progressiva diminuzione del rapporto nei mesi invernali e la sua inversione in età adulta a favore delle femmine sarebbero determinati dalla dispersione dei giovani maschi verso aree colonizzabili e dalla maggiore mortalità invernale dei maschi, che compiono spostamenti più ampi e frequenti, consumando più energie ed esponendosi maggiormente alle avverse condizioni ambientali (Gosling e Baker, 1989). In aggiunta, in estate-autunno, le perdite dovute alla mortalità e alla dispersione sono compensate dall‟immigrazione prevalente di femmine, contro le quali non si manifestano le aggressioni attuate dai maschi residenti per il controllo del territorio (Doncaster e Micol, 1989). 100% 90% Fj 80% 70% Mj 60% 50% F ad 40% 30% 20% M ad 10% 0% novembre dicembre gennaio febbraio marzo Figura 16. Andamento mensile della composizione della popolazione 4.4 - ANDAMENTO DELLE CATTURE L‟andamento settimanale delle catture mostra come il successo sia elevato nel primo periodo di attivazione delle trappole, e decresca progressivamente fino all‟ultima settimana, pur con alcune differenze riscontrate nelle 6 aree campione (Tab. 20). In media, considerando un campionamento di circa 4 mesi, si osserva che nella prima metà, corrispondente a circa 8 settimane, viene catturato oltre il 70% delle nutrie prelevate complessivamente al termine del periodo (Fig. 17). Nell‟impostazione di un programma di contenimento della specie, che non sia finalizzato quindi alla sua eradicazione, dal punto di vista di un bilancio costi-benefici, può essere vantaggioso non prolungare l‟intervento sulla medesima area per oltre 2 mesi, procedendo, dopo questo periodo, al trasferimento delle trappole in un‟altra località. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 32 4 – Risultati e discussione Tabella 20. Catture cumulative percentuali rilevate settimanalmente nelle zone campione Settimane Catture cumulative % per zona campione di cattura 1 2 3 4 5 6 1 20,0 30,0 5,0 9,2 15,9 15,9 2 35,4 40,0 9,9 19,7 34,0 35,7 3 43,1 56,7 20,6 28,9 49,9 45,2 4 45,4 66,7 25,5 38,2 65,8 54,0 5 54,6 73,3 30,5 44,7 77,1 65,9 6 60,8 76,7 34,0 50,0 86,2 69,0 7 66,2 80,0 39,0 55,3 95,3 77,8 8 69,2 83,3 42,6 56,6 97,5 79,4 9 71,5 86,7 49,6 65,8 113,4 84,1 10 76,2 93,3 63,1 73,7 127,0 92,1 11 85,4 96,7 73,0 78,9 89,7 95,2 12 93,1 100,0 90,8 88,2 89,7 96,8 13 100,0 100,0 100,0 100,0 94,8 100,0 14 96,6 15 100,0 Media Min Max ds 16,0 29,1 40,7 49,2 57,7 62,8 68,9 71,4 78,5 87,6 86,5 93,1 99,1 96,6 100,0 5,0 9,9 20,6 25,5 30,5 34,0 39,0 42,6 49,6 63,1 73,0 88,2 94,8 96,6 100,0 30,0 40,0 56,7 66,7 77,1 86,2 95,3 97,5 113,4 127,0 96,7 100,0 100,0 96,6 100,0 8,0 10,7 12,3 14,7 16,4 17,2 18,2 18,0 19,8 20,5 8,5 4,1 1,9 0,0 0,0 100 catture cumulative medie % 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 settimane di trappolaggio 13 14 15 Figura 17. Andamento medio settimanale delle catture cumulative percentuali Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 33 4 – Risultati e discussione 4.5 - INFLUENZA DEI PARAMETRI AMBIENTALI SULL’ABBONDANZA DELLA NUTRIA Elevati valori di abbondanza relativa della specie sembrano favoriti da una ridotta copertura arbustiva delle sponde del canale e dalla presenza di fasce limitrofe coltivate a cereali vernini, che possono offrire, durante i mesi invernali, una fonte alimentare facilmente reperibile (Tab. 21). Tabella 21. Modello di regressione per la valutazione dell‟influenza di alcuni di parametri ambientali sull‟abbondanza relativa della Nutria. R2 adjusted 0,272 Errore std. della stima 0,870 F p 6,416 0,0053 t p 0,000 1,0000 -0,597 -3,568 0,0014 0,243 1,454 0,1575 R R2 0,567 0,322 Somma dei quadrati 9,343 gl 2 Media dei quadrati 4,671 Residuo 19,657 27 0,728 Totale 29,001 29 b Errore std. (Costante) -7,4E-06 0,156 % arbusteto -0,597 0,167 % frumento 0,243 0,167 Riepilogo del modello ANOVA Regressione Coefficienti bi 4.6 - ELABORAZIONE DI UN METODO DI CENSIMENTO Il numero stimato di nutrie per passaggio è risultato significativamente correlato con la larghezza del canale (Test Spearman per ranghi, N = 8, rs = 0,81 p=0,014). La regressione lineare effettuata ha fornito i coefficienti dell‟equazione che lega le due variabili (Tab. 22, Fig. 18) Il campo di applicazione della funzione ricavata è quello definito dall‟intervallo di larghezza del canale nelle aree campione considerate, che rappresenta comunque, in modo pressoché completo, la gamma di canali irrigui presenti nella pianura coltivata lombarda, vale a dire fra 1 e 9 m di larghezza. La densità della Nutria viene calcolata secondo la seguente formula: Nutrie/100 m I.A. - 0,2205 larghezza canale 2,2873 Va sottolineato che questo metodo di censimento fornisce una stima di densità della specie, non immune da margini di incertezza, come del resto accade per qualsiasi tecnica di censimento applicata a popolazioni selvatiche. Necessita inoltre di ulteriori verifiche, che potranno venire dallo studio di un secondo campione di aree di trappolaggio della Nutria. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 34 4 – Risultati e discussione Costituisce comunque un primo tentativo di elaborazione di un metodo di censimento applicabile ad estese superfici agricole, e può diventare, se ulteriormente perfezionato, uno strumento di particolare utilità nella pratica di gestione della specie. Tabella 22. Regressione lineare fra la larghezza del canale e il numero di nutrie per passaggio. R2 adjusted 0,467 Errore std. della stima 1,522 F p 7,1512 0,0368 bi t p -0,737 6,475 -2,674 0,0006 0,0368 R R2 0,737 0,544 Somma dei quadrati 1,4820 gl 1 Media dei quadrati 1,4820 Residuo 1,2434 6 0,2072 Totale 2,7254 7 b Errore std. 2,2873 -0,2205 0,353 0,082 Riepilogo del modello ANOVA Regressione Coefficienti (Costante) Larghezza canale 2,5 y = -0,2205 x + 2,2873 nutrie/passaggio 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 larghezza del canale (m) Figura 18. Regressione lineare fra il numero stimato di nutrie per passaggio e la larghezza del canale. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 35 5 – Conclusioni 5 - CONCLUSIONI Il presente studio ha fornito, oltre che una serie di informazioni sulla demografia e struttura di popolazione della Nutria in Lombardia, un quadro del successo di cattura riscontrato nelle diverse province interessate dal programma di contenimento. Va sottolineato che, nonostante le indicazioni fornite durante le prime fasi del progetto, le amministrazioni provinciali hanno attuato i trappolaggi secondo modalità molto diverse, adattandosi a situazioni o necessità locali. Questo, se da un lato ha fornito dati scarsamente omogenei, costringendoci ad escludere, nel momento di effettuare alcune elaborazioni, le informazioni provenienti da numerose aree di trappolaggio, dall‟altro ha consentito di effettuare un confronto delle diverse tecniche adottate, al fine di valutarne il successo. Le informazioni raccolte sono pertanto traducibili in una serie di indicazioni gestionali. 5.1 - FINALITÀ DELLE OPERAZIONI DI CONTROLLO DELLA NUTRIA L‟isolamento delle popolazioni di Nutria è un prerequisito fondamentale per realizzarne l‟eradicazione da un territorio (Carter & Leonard, 2002; Bomford & O‟Brien, 1995). Nell‟Italia settentrionale, la distribuzione della specie interessa un territorio molto vasto corrispondente a buona parte del corso del Po, dal Piemonte alla foce, e dei suoi affluenti. All'interno di gran parte di questo areale la rete idrica costituita da fiumi, canali, fossi irrigui consente un agevole interscambio di animali. Per questo motivo qualsiasi azione finalizzata alla eradicazione della specie dovrebbe coinvolgere contemporaneamente tutte le regioni settentrionali dove la specie è presente, e dovrebbe rientrare quindi nell‟ambito di un piano generale coordinato a livello nazionale. In assenza di un coordinamento di questo tipo, l‟unico obiettivo che è ragionevole porsi è quello del contenimento della popolazione, privilegiando le aree dove si manifesta in misura maggiore l‟impatto negativo della specie sull‟economia agricola o sugli ambienti umidi di pregio naturalistico. 5.2 - METODO DI CONTROLLO Vi è un generale accordo nel considerare il trappolaggio come il metodo più indicato per effettuare operazioni di contenimento della Nutria (Prigioni et al, 1996; Cocchi, 2002; Veronese, 2002). Pur necessitando di una organizzazione più complessa, che coinvolge diversi operatori impegnati nel posizionamento e controllo delle trappole e nella soppressione e smaltimento degli animali, il trappolaggio consente di mantenere, per periodi anche lunghi, sull‟area interessata, una pressione quotidiana e costante, impensabile con l‟uso del fucile. Gli abbattimenti mediante arma da fuoco possono essere utili in particolari contesti, ad esempio in occasione di persistenti gelate invernali (Cocchi, 2002), o in situazioni che costringono le nutrie a uscire dall‟acqua rendendole più vulnerabili, ma sul lungo periodo sono certamente meno efficaci dei trappolaggi. Tale pratica non garantisce il recupero delle carcasse e provoca un disturbo generalizzato, che può essere particolarmente dannoso in zone umide interessate dallo svernamento di avifauna acquatica; è inoltre incompatibile con le finalità di tutela delle aree protette. Può presentare infine problemi di gestione legati alla presenza sul territorio di personale non appartenente al corpo di vigilanza venatoria provinciale, con autorizzazione allo sparo per Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 36 5 – Conclusioni l‟intero arco dell‟anno. Per questi motivi, dovrebbe costituire un elemento marginale nella strategia di contenimento del roditore. L‟utilizzo di anticoagulanti, sperimentati soprattutto in Francia, è decisamente da evitare, a causa dell‟assenza di selettività e dei problemi di sicurezza. Fermo restando la priorità delle operazioni di trappolaggio, il modello di trappola più indicato è quello, ampiamente sperimentato, in rete metallica, dotato di meccanismo di scatto a pedale che provoca la chiusura del portello di ingresso intrappolando l'animale. L‟utilizzo di trappole di dimensioni ridotte (35x35x80 cm circa), con un unico ingresso, e dal costo limitato (15-20 Euro al pezzo), non riduce il successo di cattura, consente di posizionarne un numero più elevato, e limita le perdite nel caso di furto (eventualità questa verificatasi in diverse occasioni). 5.3 - PERSONALE COINVOLTO Particolarmente per aree con densità elevata della specie, gli interventi di controllo a scopo preventivo nei confronti di possibili danni all‟economia agricola dovrebbero diventare prassi comune, almeno nel periodo invernale, inserendosi nel contesto più ampio della prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica e assumendo un valore vincolante per l‟assegnazione dei risarcimenti. Di conseguenza, è indispensabile offrire ai proprietari o conduttori dei fondi agricoli il giusto supporto, affinché siano in grado di effettuare le operazioni di controllo nell‟interesse sia personale sia pubblico. Questo coinvolgimento consentirebbe, da un lato, di contenere i costi di gestione e, dall‟altro, di ampliare sempre più il territorio interessato dagli interventi di contenimento della specie. Deve essere comunque sempre assicurata la raccolta di alcuni semplici dati di base, quali: numero di trappole utilizzate, catture giornaliere, numero di notti di attivazione delle trappole, lunghezza del tratto di canale coperto, ripartizione per sesso e classi di età degli animali catturati. Il corpo di vigilanza può avere il compito di vagliare le richieste degli agricoltori, verificando l‟abbondanza della specie secondo le metodiche descritte nel Par. 3.4, e di coordinare le attività e la raccolta dei dati. Inoltre, avvalendosi della collaborazione delle guardie venatorie volontarie, il corpo di vigilanza potrebbe concentrare le operazioni di controllo sulle aree di interesse conservazionistico, per le quali è di fondamentale importanza mantenere un grado elevato di naturalità. 5.4 - PERIODO DI ATTIVAZIONE DELLE TRAPPOLE Il trappolaggio deve essere condotto prioritariamente nel periodo autunnale e invernale, da novembre a marzo. Questo consente di non interferire con le pratiche agricole, agevolando la fattiva collaborazione dei conduttori dei fondi in cui sono posizionate le trappole. Il successo di cattura è favorito dallo scarso sviluppo della vegetazione naturale che, da un lato consente un facile posizionamento delle trappole, e dall‟altro riduce la disponibilità di cibo per la specie, aumentando la probabilità di catturare gli animali, maggiormente attratti dalle esche. Il prelievo cosi condotto consente, inoltre, di incidere sulla popolazione nella fase di minor produttività, sommandosi alla naturale mortalità invernale (35% in Prigioni et al, 1996). Dovrebbe essere evitata un‟eccessiva dispersione delle trappole sul territorio. In ciascuna zona critica dovrebbe essere posizionato un numero di trappole sufficiente a coprire una buona estensione di canali (20 trappole circa posizionate ogni 15-20 m). Le trappole devono restare attive nella medesima area fino all‟esaurimento delle catture, e comunque non oltre i 2 mesi. Dopo questo periodo risulta più vantaggioso trasferirle in un‟altra località. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 37 5 – Conclusioni 5.5 - MANIPOLAZIONE E SOPPRESSIONE DEGLI ANIMALI Le operazioni di manipolazione e soppressione degli animali catturati devono garantire assenza di rischi per gli operatori ed inutili sofferenze per gli animali. La soppressione “eutanasica” tramite cloroformio, utilizzata con le dovute precauzioni, non comportando l‟uso di armi da fuoco e il conseguente spargimento di sangue, riduce al minimo i rischi di ordine sanitario. E‟ ovvio che lo sparo è un metodo sbrigativo che però è particolarmente esposto a critiche da parte dell‟opinione pubblica ed, in ottemperanza alla normativa vigente, è incompatibile in zone prossime ad infrastrutture urbane. 5.6 - STOCCAGGIO E SMALTIMENTO DELLE CARCASSE In ottemperanza dell‟art. 2 della l.r. 20 del 7 ottobre 2002, lo smaltimento deve avvenire nel rispetto della normativa vigente sui rifiuti speciali e assimilabili; di norma le carcasse sono conferite ad inceneritori per la termo-distruzione. Per razionalizzare tempi e costi degli interventi è opportuno organizzare una rete di punti di raccolta attrezzati per la stabulazione temporanea delle carcasse in congelatore, distribuiti uniformemente sul territorio interessato. La pratica del sotterramento è soggetta ad autorizzazione da parte dell‟ASL competente e richiede un‟indagine accurata onde prevenire rischi di inquinamento delle falde idriche. 5.7 - CONTROLLI SANITARI Nonostante la situazione attuale non desti preoccupazione, anche in merito alla diffusione della leptospirosi da parte della Nutria (vedi par. 2.4), è opportuno proseguire il monitoraggio sanitario degli animali abbattuti, facendone confluire un campione significativo agli organi competenti (Istituti Zooprofilattici). 5.8 - COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI DI CONTROLLO Sulla base dell‟esperienza acquisita in questa ricerca è indispensabile l‟adozione di un piano organico di gestione che garantisca un rapporto costi (del controllo) / benefici (riduzione dei danni, preservazione di aree naturali di interesse conservazionistico) favorevole. Se quantificare il valore economico della salvaguardia dell‟ambiente è oggettivamente impossibile ed eticamente improponibile, è tuttavia necessario ottenere un quadro preciso dei costi sostenuti a livello regionale per rifondere le perdite causate all‟agricoltura e ripristinare le opere idrauliche compromesse dallo scavo delle tane, nonché valutare esattamente le spese necessarie al controllo (trappole, materiali non durevoli, personale, carburante, recupero delle carcasse, smaltimento). Non ultimo, è indispensabile quantificare il reale prelievo esercitato sulla Nutria e verificare l‟efficacia dei metodi di controllo adottati. In quest‟ottica, è auspicabile l‟istituzione di un gruppo di lavoro a livello regionale, che comprenda i rappresentanti degli enti, istituti ed associazioni interessate, e sia supportato da un adeguato coordinamento scientifico. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 38 Bibliografia BIBLIOGRAFIA ABBAS, A. (1988). Impact du ragondin (Myocastor coypus Molina) sur une culture de mais (Zea mays) dans le marais Poitevin. Acta Oecol.\Ecol. Appl., 9: 173-189. ABBAS, A. (1991). Feeding strategy of coypu (Myocastor coypus Molina) in central western France. J. Zool. Lond., 224: 385-401. ALIEV, F. (1967). Numerical changes and the population structure of the coypu (Myocastor coypus Molina) in different countries. Saugetierk. Mitt., 15: 238-242. ARCANGELI, G. (2002). La nutria selvatica quale potenziale “reservoir” di agenti trasmissibili all‟uomo: situazione in Italia e nel mondo. In Petrini, R. & Venturato, E. (a cura di). Atti del Convegno Nazionale ”La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”. Quaderni del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, n 2: 31-38. BALESTRIERI, A., REMONTI, L., PRIGIONI, C. (2002). Stato delle conoscenze sulla Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia e problematiche di gestione. In Petrini, R. & Venturato, E. (a cura di). Atti del Convegno Nazionale ”La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”. Quaderni del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio n 2: 141-148. BOMFORD, M., O‟BRIEN, P. (1995). Eradication or control for vertebrate pests? Wildl. Soc. Bull. 23 (2): 249-255. BOORMAN, L.A., FULLER, R.M. (1981). The changing status of reedswamp in the Norfolk Broads. J. Appl. Ecol., 18: 241-269. BROWN, L.N. (1975). Ecological relationships and breeding biology of the nutria (Myocastor coypus) in the Tampa, Florida area. Journal of Mammology, 56 (4): 928-930. CARRERA, A. (1960). Catalogo de los mammiferos de America do Sur. Buenos Aires, 2: 568570. CARTER, J., LEONARD, B.P. (2002) – A review of the literature on the worldwide distribution, spread of and efforts to eradicate the coypu (Myocastor coypus). Wildl. Soc. Bull., 30 (1): 162-175. CHABRECK, R. H. (1962). Daily activity of nutria in Louisiana. Journal of Mammalogy, 43 (3): 337-344. COCCHI, R. (2002). Approccio generale alle problematiche del contenimento numerico della nutria. In Petrini, R. & Venturato, E. (a cura di). Atti del Convegno Nazionale ”La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”. Quaderni del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, n 2: 15-23. D‟ANTONI, S., PACINI, A., COCCHIERI, G., PITTIGLIO, C., REGGIANI, G. (2002) – L‟impatto della nutria (Myocastor coypus) nella Riserva Naturale Tevere-Farfa (RM). In: Petrini, R. e Venturato, E. (eds.), Atti del Convegno Nazionale “La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”. Quaderni del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, n 2: 41-50 DE CIECHI R., PRIGIONI, C. (1998). Distribuzione ed ecologia della Nutria (Myocastor coypus) nella valle del Ticino (Italia nord occidentale). Atti Soc. it. Sci. Nat. Museo civ. Stor. Nat., Milano, 138:13-23. DIXON, K.R., WILLNER, G.R., CHAPMAN, J.A., LANE, W.C., PURSLEY, D. (1979). Effects of trapping and weather on body weights of feral nutria in Maryland. J. Appl. Ecol., 16: 6976. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 39 Bibliografia DONCASTER, C.P., MICOL, T. (1988). Comparison of three absolute estimates of coypu abundance from cage trapping. Acta Oecol./Oecol. Gener., 9, 1: 89-99. DONCASTER, C.P., MICOL, T. (1989). Annual cycle of a coypu (Myocastor coypus) population: male and female strategies. J. Zool. Lond., 217: 227-240. DONCASTER, C.P., MICOL, T. (1990). Response by coypus to catastrophic events of cold and flooding. Holoarct. Ecol., 13: 98-104. DONCASTER, C.P., DUMONTEIL, E., BERRE, H., JOUVENTIN, P. (1990). Temperature regulation of young coypus (Myocastor coypus) in air and water. Am. J. Physiol., 259: 1220-1227. EHRLICH, S. (1966). Ecological aspects of reproduction in nutria (Myocastor coypus Molina). Mammalia, 30: 142-152. EHRLICH, S. (1967). Field studies in the adaptation of nutria to seasonal variations. Mammalia, 31: 347-360. GARIBOLDI, A. (1993). La nutria (Myocastor coypus) in Lombardia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 21:259-262. GOSLING L.M., BAKER, S.J. (1989) – Demographic consequences of differences in the ranging behaviour of male and female coypus. In Putnam, R. J. (ed.) Mammals as Pests, Chapman & Hall, London: 155-167. GOSLING L.M. (1974). The Coypu in East Anglia. Trans. Norf. and Nor. Nat. Soc., 23: 49-59. GOSLING L.M. (1986). Selective abortion of entire litters in the coypu: adaptive control of offspring production in relation to quality and sex. Am. Nat., 127: 772-795. GOSLING L.M., BAKER, S.J., WRIGHT K.M.H. (1984) – Differential investment by female coypus (Myocastor coypus) during lactation. Symp. Zool. Soc. Lond., 51: 273-300. GOSLING, L.M. (1977). Coypu. In Corbet & Harris - The Handbook of British Mammals. Blackwell, London: 267-275. GOSLING, L.M. (1979). The twenty-four hour activity cycle of captive coypus (Myocastor coypus). J. Zool. Lond., 187: 341-367. GOSLING, L.M. (1981). Climatic determinants of spring littering by feral coypus, Myocastor coypus. J. Zool. Lond., 195: 281-288. GOSLING, L.M. (1989). Extinction to order. New Scientist, 4 March 1989: 44-49. GOSLING, L.M., GUYON, G.E., WRIGHT, K.M.H. (1980). Diurnal activity of feral coypus (Myocastor coypus) during the cold winter of 1978-79. J. Zool. Lond. 192: 143-146. GOSZCZYNSKI, J. (1986). Diet of foxes and martens in Central Poland. Acta Theriol., 31: 491506. GROPPALI, R., LOSI, A., BROSCRITTO, S. (1989). Piano di gestione della Riserva Naturale Orientata "Adda Morta - Lanca della Rotta". Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, 1° Suppl. Straordinario al n° 30, Anno XIX. LLEWELLYN, D.W. (1993). Marsh restoration in the presence of intense herbivory: the role of Justicia lanceolata small. Wetlands, 13, 3: 176-184. MAIOCCO, F. (1955). La Nutria. Società Edizioni Zootecniche, Roma. NEWSON, R.M. (1966). Reproduction in the feral coypus (Myocastor coypus). Symp. Zool. Soc. Lond., 15:323-334. NORRIS, J.D. (1967 a). A campaign against feral coypus (Myocastor coypus) in Great Britain. J. Appl. Ecol. , 4: 191-199. NORRIS, J.D. (1967). The control of coypus (Myocastor coypus) by cage trapping. J. Appl. Ecol., 4: 167-189. PRIGIONI C., CANTINI M., ZILIO A. (eds) (2001). Atlante dei Mammiferi della Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Sudi di Pavia, 324 pp. PRIGIONI C., GARIBOLDI A. (2001). La Nutria (Myocastor coypus (Molina, 1782). In Prigioni C., Cantini M., Zilio A. (eds): Atlante dei Mammiferi della Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Pavia, 156-160. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 40 Bibliografia PRIGIONI, C., BALESTRIERI, A., REMONTI, L. (1995). Distribuzione e status dei Mammiferi nel Parco Naturale Adda Sud. Università di Pavia, Dipartimento di Biologia Animale, 65 pp. PRIGIONI, C., BALESTRIERI, A., REMONTI, L., DE CIECHI, R. (1996). Indagine sulla consistenza e distribuzione della Nutria (Myocastor coypus) nei Parchi fluviali della Lombardia. Università di Pavia, Dipartimento di Biologia Animale, e Regione Lombardia, Servizio Tutela Ambiente Natura e Parchi, Settore Territorio, 70 pp. RAGNI, B., VELATTA, F (1988). Sulla scelta dell'habitat della nutria (Myocastor coypus) in Umbria. Riv. Idrobiol., 27, 2-3: 575-583. REGGIANI, G., BOITANI, L., D'ANTONI, S., DE STEFANO, R. (1993). Biology and control of the coypu in the Mediterranean area. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina XXI: 67-100. SANTINI, L. (1978). La nutria (Myocastor coypus, Molina) allo stato selvatico in Toscana. Frustula Entomologica, 1: 273-288. SCARAMELLA, D., MOTTI, G. (1988). Allevamento del Castorino. Edagricole, Bologna. SCARAVELLI, D., (2002). Problema Myocastor: considerazioni dall‟esperienza ravennate. In: Petrini, R. e Venturato, E. (eds.), Atti del Convegno Nazionale “La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”. Quaderni del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, n. 2: 149-151. SCARAVELLI, D., MARTIGNONI, C. (1994). Studio finalizzato alla conoscenza ed alla gestione della nutria (Myocastor coypus) nel Parco Naturale del Mincio. SHEENA, A.W., WANYANGU, S., PALMER, M. 1985. The coypu as a rodent reservoir of leptospira infection in G.B. J. Hyg. Camb. 95: 409-417. STANCHI, N.O., MARTINO, P.E. MARTINO J.J., CALVO J.O. (1987). Leptospirosis in wild animals and farmed forbearing animals. Revista de Med Vet., Argentina 68:80-82. TODESCHINI, R. (1988). Introduzione alla chemiometria. EdiSES s.r.l., Napoli: 321 pp. TRAP, D. 1988. Small wild mammals as a source of leptospirosis. Rev. sci. Tech. Off. Int. Epiz. 7 (4): 893-899. TRIVERS, R. L. (1972). Parental investment and sexual selection. In: B Campbell (ed.), Sexual Selection and the Descent of Man 1871 – 1971. Aldine-Atherton, Chicago, 136-179. VELATTA F., RAGNI B. (1991). La popolazione di nutria (Myocastor coypus) del Lago Trasimeno. Consistenza, struttura e controllo numerico. Atti II Conv. Naz. Biol. Selv., Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XIX: 311-326. WARKENTIN, J. M. (1968). Observations on the behavior and ecology of the nutria in Louisiana. Tulane studies in zoology and botany,15 (1): 10-17. WILNNER, G.R., CHAPMAN, J.A., PURSLEY, D. (1979). Reproduction, phisiological responses, food habits, and abundance of nutria on Maryland Marshes. Wildl. Monogr., 65: 1-43. WOODS, C.A., CONTRERAS, L., WILLNER-CHAPMAN, G., WHIDDEN, H.P. (1992). Myocastor coypus. Mammalian Species, 398: 1-8. Efficacia degli interventi di controllo della Nutria (Myocastor coypus) in Lombardia - 41