Il Tuscan Approach all`educazione dei bambini una esperienza

Transcript

Il Tuscan Approach all`educazione dei bambini una esperienza
Il Tuscan Approach
all’educazione dei bambini
una esperienza aperta
al dialogo
Istituto
degli
Innocenti
Tuscan Approach Learning for
Early childhood education and care
TALE
Istituto
degli
Innocenti
Tuscan Approach Learning for
Early childhood education and care
TALE
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini
una esperienza aperta al dialogo
Ideazione, coordinamento scientifico e redazione testi
Aldo Fortunati
Raccolta e selezione delle immagini, riprese e montaggio video
Arianna Pucci
Progettazione grafica
Rocco Ricciardi
Si ringraziano i Comuni di Firenze, Livorno, Pistoia e San Miniato
per aver aperto le porte dei loro nidi d’infanzia consentendo le
riprese video al loro interno e tutti gli altri Comuni e Cooperative
toscane che hanno messo a disposizione materiali documentali
raccolti nei loro servizi educativi.
Finito di stampare nel mese di novembre 2014
presso la Litografia IP, Firenze
Stampato in Italia
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea.
L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la
Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle
informazioni in essa contenute.
Il Tuscan Approach
all’educazione dei bambini
una esperienza
aperta al dialogo
a cura di
Aldo Fortunati e Arianna Pucci
TALE
Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care
Sommario
08Presentazione
11 TALE Tuscan Approach Learning for Early
childhood education and care
un progetto Leonardo da Vinci, trasferimento dell’innovazione
21Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini
una esperienza aperta al dialogo
8
Presentazione
L’educazione dei bambini non è al centro dell’attenzione
della politica, anche se è evidente che proprio i bambini ci
consentirebbero di disegnare il nostro progetto di futuro come
un progetto aperto al possibile e non solo prigioniero dei
problemi del presente.
E così, anche se gli economisti ci dicono che l’investimento sui
primi anni di vita è un predittore dello sviluppo economico – e
del benessere – per il futuro delle nostre comunità e società, la
politica non guarda sufficientemente avanti per accorgersene
e i servizi per l’infanzia – soprattutto quelli rivolti ai primi anni di
vita – restano sospesi fra la prospettiva dell’assistenza ai più
deboli e la mancanza di un chiaro riferimento al riconoscimento
dell’educazione come un diritto di tutti i bambini.
I servizi di educazione e cura per i bambini piccoli sono così
ancora molto pochi e non sono ancora chiaramente identificati
come servizi in cui educazione e cura assumono un peso
complementare e tale da allontanare sia la prospettiva della
semplice assistenza sia quella della precoce scolasticizzazione
dei percorsi di crescita e sviluppo.
9
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
In questo quadro, il Tuscan Approach all’educazione dei bambini
è – crediamo – interessante, perché è un esempio di come
possano essere posti in equilibrio tre elementi che non sempre
sono in relazione fra di loro:
..un chiaro e persistente nel tempo orientamento della politica
nei confronti del tema dell’educazione dei bambini;
..una riflessione pedagogica attenta e aggiornata;
..un coinvolgimento attivo e costruttivo delle risorse presenti
sul territorio e nelle comunità a favore di uno sviluppo delle
esperienze.
Con TALE, questa esperienza costituisce lo spunto di lavoro
per un progetto di scambio e sperimentazione innovativa che
coinvolge insieme all’Istituto degli Innocenti altre organizzazioni
di Bulgaria, Lituania e Slovenia nel condividere un percorso di
riflessione e aggiornamento sulla qualità dei servizi di educazione
e cura per l’infanzia
L’esperienza toscana, da questo punto di vista – non come
modello ma piuttosto come approccio – vuole offrire lo spunto
per riflettere su quali siano le condizioni irrinunciabili per costruire
qualità nei servizi educativi che accolgono bambini e famiglie.
Alessandra Maggi
Presidente
Istituto degli Innocenti
TALE
Tuscan Approach
Learning for Early childhood
education and care
un progetto Leonardo da Vinci
trasferimento dell’innovazione
http://tale.istitutodeglinnocenti.it
12
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
I contenuti generali
Il progetto TALE – Tuscan Approach Learning for Early
childood education and care – è stato selezionato
nell’ambito del programma Lifelong Learning, bando EAC/
S07/12, sottoprogramma Leonardo da Vinci, trasferimento
dell’Innovazione, e avviato nel mese di ottobre 2013 e sarà
completato entro settembre 2015.
L’obiettivo del progetto è di realizzare un ciclo di formazione
trans-nazionale per un gruppo composto da educatori,
pedagogisti e managers dei servizi educativi provenienti da
Slovenia, Bulgaria, Lituania interessati a conoscere il Tuscan
Approach.
Il modulo formativo prevede lezioni teoriche, studio e visite ai
servizi educativi per la prima infanzia di alcune realtà toscane.
Il ciclo sarà preceduto da una serie di workshops in quei Paesi,
volti a presentare il Tuscan Approach presso i network locali
dei partners e a programmare insieme a loro alcune iniziative
editoriali, coinvolgendo gli esperti che saranno individuati con i
partner stessi.
Un follow-up finale con un gruppo più ristretto di referenti dei
tre Paesi servirà a valutare il primo impatto sulle competenze
individuali e i riflessi organizzativi che ha avuto la formazione.
13
Due sono gli elementi caratterizzanti del progetto, nell’ambito
delle specifiche poste dal programma Leonardo da Vinci e dal
contesto generale:
..il tema prescelto quale oggetto del trasferimento – la qualità
dei servizi educativi per la prima infanzia – è di rilevante
interesse per l’Europa, e indicato in numerosi documenti di
policy – a cominciare da Istruzione e Formazione 2020 – e
declinato in numerosi programmi di settore;
..l’occasione di trasferimento fondata su un approccio nazionale
(italiano e toscano) si presta ad una lettura che introduca
elementi di riflessione provenienti dal dibattito europeo,
riguardante i criteri di qualità, le politiche dei servizi e le
politiche della formazione. Tale riflessione ampia potrà fornire
orientamenti a progettare il ciclo formativo con l’ambizione di
sperimentare una formazione in servizio di tipo europeo.
15
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Le attività
Le attività si articolano attorno a 3 pacchetti di lavoro
(Management):
..Trasferire e reinterpretare il Tuscan Approach
Presentazione dell’esperienza toscana presso network di
interesse locale in Bulgaria, Lituania, Slovenia. Realizzazione
di 3 seminari e di 3 pubblicazioni online.
..Progettare il modulo formativo pilota
Elaborazione teorico-metodologica sulla cui base individuare i
contenuti di un ciclo di formazione-apprendimento pilota.
..Avvio del modulo formativo pilota sui servizi educativi per
la prima infanzia
Una prima sessione di formazione di una settimana in
Toscana, destinata a educatori, pedagogisti, e manager
provenienti da Bulgaria, Lituania, Slovenia. Una seconda
sessione di follow-up di due giornate, per la valutazione e
supervisione sugli apprendimenti, sul trasferimento sul lavoro,
sullo sviluppo delle competenze, sullo sviluppo di strategie in
contesti locali e nazionali.
Sono previste attività complementari di disseminazione per
garantire la sostenibilità del progetto: articoli e pubblicazioni,
piattaforme web per la comunicazione interna e esterna.
La gestione del progetto e le procedure di qualità assicurano
il coordinamento, l’attività decisionale, l’autovalutazione,
l’amministrazione, contabilità e rendicontazione del progetto.
Il Coordinatore
Istituto degli Innocenti
Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana,
l’Istituto degli Innocenti è un ente pubblico autonomo, i cui organi
di amministrazione sono nominati dalla Regione Toscana, la
Provincia di Firenze e il Comune di Firenze.
L’istituto svolge attività e realizza servizi per l’infanzia
l’adolescenza e la famiglia. Assieme alla gestione di servizi
educativi e sociali, l’Istituto è anche un Centro di ricerca,
documentazione e formazione. Sono svolti programmi,
consulenze e collaborazioni sulle politiche e servizi educativi e
sociali, a livello regionale, nazionale e internazionale.
17
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
I partner
Università di Firenze
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia
Con 60.000 studenti l’Università di Firenze è una delle più
grandi in Italia. Il Dipartimento di Scienze della Formazione e
Psicologia ha tre corsi di laurea triennali e tre nuovi corsi di laurea
quinquennali. L’offerta didattica comprende anche 7 Master, 7
corsi di specializzazione post laurea e due corsi di Dottorato di
ricerca. I gruppi di ricerca che sono confluiti nel Dipartimento
di Scienze della Formazione e psicologia, creato recentemente
sotto la direzione di Enzo Catarsi, hanno una lunga storia di
partecipazione in progetti di ricerca internazionale.
International Step by Step Association
ISSA è stata fondata nel 1999 per associare 29 Organizzazioni
Non Governative attive nella riforma dei sistemi educativi per la
prima infanzia orientate sui temi della qualità e delle metodologie
educative fondate sulla centralità del bambino.
Pensata per coinvolgere le comunità locali e per riformare I
sistemi di istruzione che formano gli educatori, questa iniziativa è
cresciuta fino a diventare una rete che include organizzazioni che
offrono servizi per bambini da 0 a 10 anni e per le loro famiglie.
ISSA è così diventata una vivace comunità di apprendimento,
una associazione solida, con collegamenti e partenariati
internazionali, che gestisce un significativo pacchetto di progetti
finanziati dall’Unione Europea - la principale rete professionale
per la prima infanzia nell’Europa Centro-orientale e nel
Commonwhealth degli Stati Indipendenti.
18
Una parte importante della missione di ISSA consiste nel
rafforzamento delle capacità dei membri di promuovere qualità e
accessibilità dell’educazione per la prima infanzia.
Step by Step Program – BG
È una Organizzazione Non Governativa fondata nel marzo 1998,
ed è membro di ISSA. Le sue principali finalità sono: incoraggiare
il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione, fornire accesso
equo a bambini appartenenti a minoranze, con disabilità o in
condizione di esclusione sociale; sviluppare progetti per bambini
nella prima infanzia, nel pre-scuola, in scuole ordinarie e speciali,
e per la formazione di insegnanti, studenti, educatori, genitori.
Istituto di Ricerca Educativa – SI
L’Istituto di Ricerca Educativa è la principale istituzione slovena
che svolge ricerca di base, sviluppo e ricerca applicata su
argomenti di interesse in tutti i settori e aree dell’istruzione.
Le due finalità sono di assicurare educazione di qualità e pari
opportunità educative a tutti I bambini coinvolgendo le famiglie
e le comunità nei processi educativi. I programmi dell’Istituto si
fondano sui principi di partecipazione civile democratica, della
centralità del bambino, delle conoscenze più aggiornate sullo
sviluppo del bambino e sulle capacità di apprendimento, e
sull’innovazione nei sistemi educativi.
19
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Centro per l’Educazione Innovativa – LT
Il Centro per l’Educazione Innovativa è una Organizzazione Non
Governativa costituita nel 1990 in prosecuzione del progetto
Step by Step operativo in Lituania dal 1994.
La missione del Centro è quella di sostenere il processo di
cambiamento nell’educazione nell’intenzione di promuovere
i valori della società aperta e le pari opportunità nell’accesso
all’educazione di qualità, per tutti I bambini in Lituania. Il Centro
è rinomato come fornitore di servizi educativi di qualità e ha
partecipato attivamente nella riforma del sistema educativo in
collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Il Tuscan Approach
all’educazione dei bambini
una esperienza aperta
al dialogo
di Aldo Fortunati
“La diffusione della conoscenza del
Tuscan Approach ci pare particolarmente
utile e appropriata, oltre ogni rischio
di egocentrismo regionalistico,
con la convinzione che i servizi
per l’infanzia della Toscana costituiscano
un bene prezioso, frutto di scelte politiche
lungimiranti, caratterizzate dalla dichiarata
volontà di promuovere la democrazia
anche attraverso la qualificazione
dell’esperienza educativa dei bambini”
Enzo Catarsi
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
22
Introduzione
Sebbene siano molti i motivi di vergogna nella memoria del
XX secolo – se pensiamo allo strazio delle guerre e delle
persecuzioni e anche alle loro conseguenze sulle condizioni dei
bambini – anche forse per questo è significativo ricordare come
proprio il XX secolo si sia concluso con l’approvazione da parte
delle Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell’infanzia1,
un documento che è stato successivamente ratificato da quasi
200 Paesi e che contiene dichiarazioni fondamentali circa il
riconoscimento dei bambini come persone portatrici di diritti.
Ma nonostante questo e anche se gli economisti da tempo
evidenziano come l’investimento sui primi anni di vita sia una
precondizione per lo sviluppo e il benessere economico di una
società, la realtà – come hanno evidenziato i più recenti rapporti
internazionali2– è che non sempre i Paesi ricchi investono
adeguate risorse per garantire l’educazione dei bambini, mentre
quelli poveri hanno ovviamente altre priorità (figura 1).
1. La Convenzione ONU
sui Diritti dell’infanzia
fu approvata dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite
il 20 novembre 1989
2. OECD (2012)
1.2
1.0
0.8
Spesa pubblica
Spesa privata
0.4
0.2
0.0
Hungary
Brazil
Portugal
Switzerland
0.6
Denmark
Iceland
Spain
Israel
Russia
Luxembourg
Slovenia
France
Sweden
Poland
Mexico
Chile
Belgium
New Zealand
Argentina
Austria
Media OCSE
Czech Republic
Norway
United States
Slovakia
Italy
Estonia
Finland
Netherlands
United Kindom
South Korea
Japan
Australia
Figura 1
Spese per servizi educativi
per la prima infanzia
in percentuale del PIL (2010)
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
25
E così, il percorso di affermazione dei diritti dei bambini, anche
del diritto all’educazione, non sembra compiuto nei termini in cui
le affermazioni di principio lo prevedono.
Se a questo punto restringiamo lo sguardo alla vecchia
Europa, possiamo rilevare con soddisfazione che alcuni recenti
documenti della Comunità Europea3 affermano l’importanza di
diffondere servizi educativi e di cura per la prima infanzia, sia
come ingrediente fondamentale di politiche di inclusione sociale
ma anche, e principalmente, come riconoscimento del fatto che
l’educazione è un diritto di tutti i bambini e insieme un fatto di
interesse pubblico.
3. Comunicazione della
Commissione “Educazione
e cura della prima infanzia:
consentire a tutti i bambini
di affacciarsi al mondo di
domani nelle condizioni
migliori” (2011/66/UE)
Tuttavia, anche in questo caso alle parole non corrispondono
i fatti e, soprattutto quando parliamo di bambini nei primissimi
anni di vita, il livello di diffusione dei servizi educativi4 è ancora
fortemente diseguale (figura 2) e così anche la misura della
qualità educativa dei servizi accessibili da bambini e famiglie.
4. Eurostat (2013)
80
70
60
50
40
30
20
10
Poland
Romania
Slovakia
Czech Republic
Bulgaria
Lithuania
Malta
Hungary
Latvia
Austria
Croatia
Ireland
Estonia
Cyprus
Switzerland
Italy
Finland
EU-28
United Kindom
Slovenia
Portugal
Spain
Iceland
Norway
Belgium
France
Luxembourg
Sweden
Denmark
0
Netherlands
Figura 2
Tassi di partecipazione dei bambini
sotto i 3 anni ai servizi educativi
per la prima infanzia (2011)
L’Italia non fa eccezione, occupando una posizione intermedia
nel raffronto internazionale (vedi sempre figura 2) ed
esprimendo al suo interno (come meglio vedremo nel dettaglio
successivamente) una forte diseguaglianza fra le sue Regioni nel
livello di diffusione e accessibilità ai servizi educativi di qualità.
La Toscana, quindi, con il suo primato di copertura della rete dei
servizi per l’infanzia oltre la percentuale del 33%, rappresenta un
contesto privilegiato, frutto non tanto del caso, quanto di fattori
concomitanti che sono entrati positivamente in relazione fra di
loro nel corso degli ultimi decenni.
La continuità nel tempo della sensibilità politica sull’infanzia da
parte della Regione Toscana si è incontrata con il protagonismo
attivo dei Comuni favorendo una elaborazione progettuale e
pedagogica originale, viva e dinamica, cresciuta nel tempo
integrando protagonismo pubblico e privato e da sempre attenta
al coinvolgimento attivo delle famiglie; questo è quello che oggi
chiamiamo il Tuscan Approach all’educazione dei bambini.
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
27
Alcuni dati sulla situazione italiana
Le politiche per l’infanzia non hanno mai avuto vita facile e in
Italia costituiscono – come in molti altri Paesi – un ambito delle
politiche sociali che ha avuto disuguali opportunità di sviluppo
sul territorio.
Sebbene infatti il disegno della legge istitutiva dei nidi pubblici in
Italia – la 1044 del 19715 – prevedesse uno sviluppo equilibrato
degli asili nido in tutto il Paese, oggi continuiamo a leggere, nel
contesto manchevole delle politiche nazionali, un quadro molto
differenziato di investimento da parte delle Regioni e degli Enti
Locali.
5. Legge 6 dicembre 1971,
n. 1044, Piano quinquennale
per l’istituzione di asili nido comunali
con il concorso dello Stato
6. Legge 18 marzo 1968, n. 444,
Ordinamento della scuola materna
statale. I relativi dati aggiornati sulla
diffusione della scuola dell’infanzia sono
tratti da fonte ISTAT (2012).
Mentre infatti la scuola dell’infanzia – destinata ai bambini da tre
a sei anni – è un’opportunità largamente generalizzata in tutto il
Paese, anche per effetto dell’intervento che lo Stato ha realizzato
a partire dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso6 affiancando
gli interventi già allora presenti a cura dei Comuni e degli Enti
religiosi e intervenendo fino a coprire circa i 2/3 del complessivo
sistema dell’offerta (figura 3a), le politiche di sviluppo dei
Figura 3a
Percentuale di ripartizione delle scuole
dell’infanzia fra statali, comunali e
paritarie/private
Scuole dell’infanzia pubbliche statali
per 1.000 bambini di 3-6 anni
Scuole dell’infanzia non statali
pubbliche per 1.000 bambini di 3-6 anni
Scuole dell’infanzia private
per 1.000 bambini di 3-6 anni
> 12
8 - 11
5-7
1-4
>2
1-2
0.6 - 1
0 - 0.5
>4
3-4
2-3
1-2
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
28
7. Già la riforma del ministro Moratti
nel 2004 (cfr. legge 53/2003) aveva
previsto la possibilità di ammettere
alla scuola dell’infanzia bambini che
compivano tre anni entro il 30 aprile.
Avviato con gradualità, l’anticipo era
stato attuato limitatamente ai bambini
che compivano tre anni di età entro il 28
febbraio. Applicato per l’ultima volta per
l’anno scolastico 2007-2008, era stato
abrogato poi da una legge finanziaria
(cfr. legge 297/2006).
I provvedimenti legislativi del
2008 e, soprattutto, un Regolamento
di attuazione dell’art. 64 della legge
133/2008 (dpr 89/2009) ne hanno però
consentito il ripristino a partire dall’anno
scolastico 2009-2010.
8. I dati che vengono presentati nel
presente paragrafo sono tratti dal
Rapporto di monitoraggio del Piano
nidi al 31 dicembre 2012, consultabile
all’indirizzo: http://www.minori.it/minori/
rapporto-di-monitoraggio-del-pianonidi-al-31-dicembre-2012
servizi educativi per la prima infanzia – per i bambini fino a tre
anni – non hanno potuto contare su una azione coordinata e
continuativa dal centro e dunque hanno prodotto effetti molto
diversificati e legati al protagonismo dei Comuni e delle Regioni
piuttosto che dello Stato.
Di non particolare rilievo la parte del sistema dei servizi
costituita dai cosiddetti servizi educativi integrativi (spazi gioco,
centri per bambini e genitori e servizi educativi in contesto
domiciliare), mentre di maggior dimensione il contributo offerto
dalla possibilità di accoglienza di bambini “anticipatari” nelle
scuole dell’infanzia7, un fenomeno significativo in generale e
particolarmente rilevante nel sud del Paese, dove interviene
anche in funzione surrogatoria rispetto alla scarsissima presenza
di nidi8 (figura 3b).
Figura 3b
Posti nei nidi d’infanzia
per 100 bambini 0-2 anni
Posti nei servizi integrativi
per 100 bambini 0-2 anni
Anticipi nelle scuole dell’infanzia
per 100 bambini 0-2 anni
23.0 ÷ 29.9 (4)
17.0 ÷ 22.9 (6)
10.0 ÷ 16.9 (3)
4.5 ÷ 9.9 (6)
7.0 ÷ 8.9 (2)
4.5 ÷ 6.9 (3)
2.5 ÷ 4.4 (5)
0 ÷ 2.4 (6)
8.5 ÷ 12.0 (3)
5.1 ÷ 8.4 (6)
3.5 ÷ 5.0 (5)
1.0 ÷ 3.4 (5)
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
In generale – dunque – a fronte di una sostanziale
generalizzazione della scuola dell’infanzia, i nidi sono disponibili
per un bambino su 4 nel centro-nord ma per meno di un bambino
su dieci nel mezzogiorno, dove, per un bambino al di sotto dei
tre anni di età, la principale opportunità di accesso a un servizio
educativo è rappresentata dall’accesso come “anticipatario” in
una scuola dell’infanzia (figura 4), quasi mai pronta e adeguata
per le specifiche necessità legate alla sua età (si pensi anche
solamente agli elevati rapporti numerici previsti e alla mancanza di
strutture adeguate per le situazioni di cura e il cambio).
5.2
17.8
Figura 4
Tassi di copertura
per macro-area.
Bambini 0-2 anni
2.2
nidi d'infanzia
servizi integrativi
anticipi
Italia
0.6
3.2
21.4
2.4
Italia Centro Nord
7.9
9.0
Italia meridionale e insulare
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
32
Se pensiamo anche alle differenti opportunità di accesso che
si legano alle diverse età (figura 5), viene naturale rilevare come
tale opportunità, sostanzialmente generalizzata per i bambini di
più di tre anni e largamente garantita per quelli nel terzo anno di
vita, resta ancora disponibile per meno di un bambino su 5 nel
secondo anno e per meno di un bambino su 10 nel primo anno.
Anche l’analisi di maggior dettaglio realizzata utilizzando una
disaggregazione a livello di Regioni e Province autonome (vedi
sempre figura 4) segnala e conferma la forte diversità che si
presenta nelle diverse aree territoriali prese in esame.
Ultimo dati rilevante da segnalare è quello relativo alla titolarità
dei servizi e alle forme di finanziamento pubblico disponibili. Da
questo punto di vista, per quanto riguarda il principale servizio
in causa – il nido d’infanzia – esso è per il 60,3% delle sue
potenzialità ricettive a titolarità pubblica e per il restante 39,7% a
titolarità privata.
100.0
90.0
80.0
70.0
60.0
50.0
40.0
30.0
Figura 5
Percentuale di copertura
dei servizi educativi per fascia di
età nella popolazione 0-2 anni
20.0
10.0
0.0
0
2
4
6
8
10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36
mesi
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
34
Anche in questo caso (figura 6) la situazione è diversificata a
livello di Regioni e Province autonome, anche se occorre rilevare
come nella parte prevalente dei casi i servizi privati ricercano
sinergie con la parte pubblica offrendo i loro posti a favore delle
graduatorie pubbliche di accesso e ottenendo in cambio un
finanziamento.
Percentuale di copertura
0-2 anni nei nidi d’infanzia
Figura 6
Tasso di copertura nei servizi
educativi che accolgono bambini
0-2. Anno 2012 - dati sugli utenti nei
nidi al 31/12/2011 su popolazione
di 0-2 anni
Piemonte
20,5
Valle d'Aosta
17,6
Lombardia
20,7
Liguria
21,3
Italia Nord-occidentale
20,6
Provincia di Bolzano
10,2
Provincia di Trento
20,1
Veneto
18,6
Friuli Venezia Giulia
21,1
Emilia-Romagna
31,2
Italia Nord-orientale
23,3
Toscana
27,3
Umbria
26,6
Marche
23,8
Lazio
15
Italia centrale
20,8
Abruzzo
7,7
Molise
19,7
Campania
-
Puglia
8,8
Basilicata
10,2
Calabria
6
Sicilia
5,1
Sardegna
15,1
Italia meridionale e insulare
7,9
Totale
17,8
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Le iniziative di riforma tese a determinare un impulso coordinato
allo sviluppo equilibrato dei servizi sul territorio non sono
mancate nel corso del tempo, ma occorre purtroppo dire che la
mancanza di convergenza politica sul tema, unita in ultimo alla
difficoltà a definire gli stanziamenti necessari al finanziamento
della riforma, ne hanno fin qui vanificato la possibilità di
concretizzarsi9.
9. È attualmente in corso di
realizzazione in Senato l’iter di
approvazione del disegno di
legge n. 1260, avente per oggetto
“Disposizioni in materia di sistema
integrato di educazione e istruzione
dalla nascita fino ai sei anni e
del diritto delle bambine e dei
bambini alle pari opportunità di
apprendimento”
38
10. I dati che vengono presentati nel
presente paragrafo sono tratti dal
Rapporto sui servizi educativi per la
prima infanzia in Toscana. Analisi e
commenti ai dati del sistema informativo
SIRIA aggiornati al 31.12.2012,
consultabile all’indirizzo: http://www.
minoritoscana.it/sites/default/files/
Rapporto Servizi educativi 2013.pdf
11. LR 14 aprile 1999, n. 22, “Interventi
educativi per l’infanzia e gli adolescenti”,
a cui fa seguito LR 26 luglio 2002,
n. 32, “Testo unico della normativa
della Regione Toscana in materia di
educazione, istruzione, orientamento,
formazione professionale e lavoro”,
recentemente modificata dalla L.R. 23
gennaio 2013, n. 2, “Modifiche alla legge
regionale 26 luglio 2002, n. 32, in materia
di sistema regionale dei servizi educativi
per la prima infanzia e di tirocini” e
successivi regolamenti attuativi, di cui in
ultimo il 41/R del 30 luglio 2013
12. A tal proposito si ricorda lo “studio
dei prototipi” quale elemento di
orientamento per la progettazione dei
servizi in Fumagalli, G., Masotti, F.,
Melograni, C., Catarsi, E., Fortunati,
A., Galardini, A.L.,Rauch, A., Servizi
educativi per la prima infanzia: guida alla
progettazione, Pisa, Plus, 2003.
13. Dopo aver realizzato un documento
di “orientamenti per la qualità degli asili
nido” nel 1993 e un primo “sistema
di valutazione della qualità dei nidi”
nel 1998, la Regione Toscana ha
elaborato - sempre attraverso l’impegno
dell’Istituto degli Innocenti di Firenze che
svolge le funzioni del Centro regionale
di documentazione per l’infanzia e
l’adolescenza un “nuovo sistema di
valutazione della qualità dei nidi e dei
servizi integrativi” nel 2004, di cui è
attualmente in discussione la revisione e
aggiornamento.
Il caso toscano:
una esperienza privilegiata
La rete toscana dei servizi educativi per la prima infanzia
rappresenta oggi (figura 7) un sistema di opportunità che
incontra un bambino su tre sotto i 3 anni, collocandosi dunque al
vertice nel quadro comparativo con le altre Regioni italiane10.
Accanto a questo traguardo quantitativo, il corretto orientamento
delle politiche, la loro continuità nel tempo e l’intenso lavoro
di elaborazione e innovazione dei progetti ha consentito alla
Toscana di diventare un possibile “esempio di qualità”.
Può essere utile richiamare alcune importanti questioni:
..la Toscana – innanzitutto – è la prima regione italiana che ha
normato in modo sistematico (già alla fine degli anni 90 del
secolo scorso) il “sistema integrato dei servizi educativi”11
individuandone le componenti – nidi e servizi integrativi – e
definendo caratteristiche delle diverse tipologie di offerta
e standard per gli spazi, l’organizzazione e i requisiti del
personale, favorendo uno sviluppo “regolato” del coprotagonismo pubblico/privato;
..in secondo luogo, la Toscana ha definito un sistema di
standard ambientali per i servizi e elaborato orientamenti e
modelli orientati a rendere la realizzazione di nuovi servizi una
prospettiva realistica ed economicamente sostenibile;12
..infine, il continuo investimento sulla qualità13 – sia mediante
appositi sistemi di valutazione che attraverso la promozione
di attività di formazione permanente degli educatori che con
l’incentivazione della costituzione di funzioni di coordinamento
gestionale e pedagogico a livello territoriale – hanno sostenuto
un processo di crescita generalizzata delle esperienze.
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
39
Utenti/posti
Servizi
integrativi
Anticipi
Piemonte
20,5
3,5
3,6
27,6
Valle d’Aosta
17,6
9,1
-
26,7
Lombardia
20,7
1
3
24,6
Liguria
21,3
2,6
4,6
28,6
Italia Nord-occidentale
20,6
1,8
3,3
25,7
Provincia di Bolzano
10,2
8,3
-
18,5
Provincia di Trento
20,1
3,2
-
23,3
Veneto
18,6
2,8
4,2
25,6
Friuli Venezia Giulia
21,1
3,1
3,9
28,2
Emilia-Romagna
31,2
2,3
1,6
35,1
Italia Nord-orientale
23,3
3
2,8
29,0
34,6
Toscana
27,3
4,3
3
Umbria
26,6
6,7
-
33,4
Marche
23,8
2
4,3
30,2
Lazio
Italia centrale
Abruzzo
Molise
Campania
Figura 7
Tasso di copertura nei servizi
educativi che accolgono bambini
0-2. Anno 2012 - dati sugli utenti
nei nidi e nei servizi integrativi e
sugli accessi anticipati nelle scuole
dell’infanzia al 31/12/2012 su
popolazione di 0-2 anni.
Percentuale
di copertura
0-2 anni
Nidi
d’infanzia
15
1,6
3,6
20,2
20,8
2,8
3,7
27,2
7,7
0,6
8
16,4
19,7
0
9,5
29,2
-
-
9
Puglia
8,8
0,3
8,7
17,8
Basilicata
10,2
0
9
19,3
6
-
12,1
18,1
Sicilia
5,1
-
8,6
13,8
Sardegna
15,1
1,5
7,8
24,4
Italia meridionale e insulare
7,9
0,6
9
13,4
Totale
17,8
2,2
5,2
24.4
Calabria
9
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
40
Oggi il co-protagonismo pubblico/privato è un tratto radicato
nell’esperienza toscana (figura 8), in un quadro nel quale la
maggior parte delle esperienze private di gestione di servizi
(oltre i 2/3) si realizza nell’ambito di un convenzionamento con i
Comuni, mediante il quale:
..l’accesso è regolato da graduatorie pubbliche;
..i gestori privati hanno garanzia di stabilità;
..le famiglie pagano rette contenute e differenziate in base a
principi di equità.
In questo modo, il pluralismo dei protagonismi che anima il
sistema si inscrive in una forte funzione di governo pubblico, che
comprende:
..la definizione delle norme, delle regole e degli standard (da
parte della Regione);
..la programmazione del sistema mediante finanziamento
prevalentemente pubblico (da parte dei Comuni con
l’intervento di supporto della Regione);
..il controllo dei requisiti di qualità e il supporto allo sviluppo
di processi di miglioramento da parte pubblica (i Comuni nel
quadro delle norme regionali).
600
539
551
538
548
483
499
487
500
400
Figura 8
Servizi educativi per la prima
infanzia secondo la titolarità
- pubblico
privato
496
368
300
200
100
199
0
2004/05
2007/08
2009/10
2011/12
2012/13
41
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Il Tuscan Approach
all’educazione dei bambini:
i fondamentali
Come si è detto altre volte e in precedenza, il Tuscan Approach
non deve essere inteso come un modello che ha avuto una
diffusione in Toscana, quanto piuttosto l’interpretazione degli
elementi che, nel quadro di un’esperienza anche molto variegata
e diversificata, hanno una rilevanza maggiormente diffusa e
trasversale nelle diverse esperienze toscane di servizi educativi
per l’infanzia.
Ci sono – vogliamo dire – alcuni elementi che costituiscono una
sorta di minimo comune denominatore della gran parte delle
esperienze e – come tali – possono essere considerati una sorta
di orientamento condiviso che diventa fondativo del Tuscan
Approach:
..l’attenzione alla buona progettazione dello spazio educativo;
..la centratura su una progettazione curriculare flessibile e
aperta al possibile;
..l’investimento sulla partecipazione delle famiglie e
sull’educazione familiare.
A questi elementi dedicheremo rapidamente attenzione nei
seguenti paragrafi. Il video che fa da corredo e complemento
a questa pubblicazione vuole altresì rendere visibile ciò che
cercheremo adesso di esprimere con le parole.
44
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Uno spazio in relazione
L’idea che lo spazio sostenga costruttivamente le esperienze
colloca il Tuscan Approach nel quadro delle più recenti riflessioni
della pedagogia infantile, quando questa si fa capace di
cogliere pienamente l’importanza di offrire ai bambini stimoli
e opportunità di esperienza attraverso un’offerta già presente
nel contesto educativo prima che nelle attività proposte dagli
educatori.
Questa attenzione a sostenere l’esplorazione, la conoscenza e le
relazioni attraverso uno spazio accogliente, stimolante e buono
comprende scelte e soluzioni diverse capaci di tener conto
dell’età dei bambini e dei loro progressivi livelli di autonomia.
Con questi presupposti, lo spazio educativo costituisce
in Toscana un diffuso riferimento per la progettazione e
l’allestimento dei servizi educativi che accolgono i bambini più
piccoli, contribuendo a renderli da subito accoglienti, caldi e belli
sia per i bambini sia per gli adulti e connotando da subito come
“di buon gusto” l’esperienza della crescita e dell’educazione.
Nel Tuscan Approach, in effetti, gli spazi devono essere in
primo luogo accoglienti, ovvero corrispondere al bisogno di
sicurezza e di affettività forte nei primi anni di vita. Essi devono
sostenere e incoraggiare il desiderio di esplorare e di conoscere,
per consentire un progressivo arricchimento dei bambini, delle
loro esperienze, promuovendo sempre più le loro capacità di
apprendimento.
I bambini si devono sentire a proprio agio, sicuri e tranquilli
di muoversi in un ambiente che non è quello familiare, ma di
cui presto diventare conoscitori profondi e interpreti originali e
progressivamente autonomi.
45
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Pertanto il senso dell’accoglienza si deve manifestare già a
primo impatto; deve trapelare dalla sistemazione degli arredi,
dalla scelta dei colori, dai materiali che sono a disposizione,
dall’accortezza di creare spazi destinati a momenti più raccolti.
I bambini hanno bisogno di spazi che rispettino la loro misura e
che consentano la sperimentazione dell’autonomia come della
relazione con gli adulti e gli altri bambini.
Anche lo spazio esterno, facilmente raggiungibile dall’interno
– anche con lo sguardo – deve anche esso far parte di
un’attenzione rivolta a sostenere con la propria organizzazione
un’esperienza di esplorazione attiva e costruttiva.
E così pure i laboratori – con le potenzialità supplementari che
molto spesso offrono a sostegno delle esperienze di piccolo
gruppo – possono essere un utile complemento alle opportunità
che i bambini trovano nelle sezioni sostenendone percorsi di
esperienza creativa.
Nella prospettiva del Tuscan Approach appaiono, inoltre,
significativi gli ambienti destinati agli educatori e ai genitori, a
sottolineare come la qualità delle esperienze richieda spazi
– oltre che tempi – per l’incontro, lo scambio e la riflessione
condivisa fra adulti, educatori e genitori. Anche l’importante
attività di documentazione – che fa da base alla elaborazione
e verifica collegiale del progetto educativo del servizio da parte
degli educatori – necessita peraltro di avere un luogo attrezzato
per potersi svolgere con la necessaria regolarità.
La qualità del lavoro degli adulti – e il loro complessivo
benessere – rappresenta un’importante garanzia per lo star
bene dei bambini.
47
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Un curriculum flessibile
aperto al possibile
L’elaborazione di una pedagogia del contesto educativo
sostiene l’idea di un processo educativo meno condizionato
dalle asimmetrie fra adulti e bambini e più orientato al contributo
costruttivo e originale di ognuno dei suoi protagonisti,
interpretando l’ambiente come elemento che sostiene le relazioni
fra adulti e bambini e il protagonismo dei bambini stessi.
Il progetto educativo, risultato del lavoro condiviso all’interno di
un gruppo di educatori che coerentemente lo interpretano, mette
al centro l’attenzione alle opportunità e ai processi – piuttosto
che ai risultati – con l’obiettivo di elaborare un “curriculum” per
la prima infanzia necessariamente diverso da quello di una
scuola, per poter coltivare le potenzialità rintracciabili nelle risorse
individuali dei bambini.
Anche l’idea di offrire ai bambini un’esperienza aperta alla
creatività – caratteristica del Tuscan Approach – è una base per
concepire un curriculum flessibile e aperto al possibile.
Così, nell’esperienza toscana, l’antico dilemma che vorrebbe
individuare come lontani se non addirittura contrapposti i termini
“educazione” e “cura” viene sciolto a favore di un’interpretazione
“radicalmente complementare” dei due termini.
A partire da questo si determina un’apertura alla possibilità di
un’interpretazione flessibile del tema della progettazione delle
esperienze educative, una complessità di cui fa parte naturale
l’attenzione alle opportunità, alla valorizzazione delle individualità,
alla lettura dei processi e all’investimento sulla documentazione
come strumento per riflettere e innovare in modo permanente le
proposte.
50
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Coltivare un’esperienza attiva e costruttiva nei bambini nasce
dall’offerta di stimoli interessanti ai più piccoli, prosegue nel
sostenere autonomia e capacità auto organizzative nelle
situazioni rituali tipiche della giornata, per arrivare infine a
comprendere la capacità dei bambini di interpretare vere e
proprie micro culture di gruppo. Il gioco simbolico, in questo
contesto, diventa presto il terreno per interpretare storie
complesse e condivise fra i bambini, ma anche per impegnarsi
insieme in attività che danno senso e valore a un’esperienza
quotidiana partecipata.
L’attività costruttiva dei bambini individua una risorsa speciale
nei materiali naturali e di recupero che, proprio in virtù del loro
carattere non strutturato, sono un’ottima base per interpretazioni
personali, originali e diverse.
Il libro, infine, piuttosto che strumento nelle sole mani dell’adulto,
rappresenta un oggetto culturale da esplorare, conoscere
e avere immediatamente a disposizione, anche per poterne
apprezzare ancor di più il valore quando l’adulto lo utilizza come
base per racconti emozionanti e coinvolgenti.
Se il curriculum aperto e flessibile si fonda sul riconoscimento
del protagonismo dei bambini, l’attenzione alla documentazione
e alla riflessione sulle esperienze ne costituisce un naturale
complemento, mentre rappresenta un vero e proprio habitus
caratterizzante la speciale professionalità degli educatori della
prima infanzia.
L’investimento in questo ambito consente una conoscenza dei
bambini che non si fonda soltanto sulla consuetudine delle
pratiche quotidiane, ma – anche e soprattutto – sulla riflessione
rispetto all’agire educativo e agli esiti che esso produce,
sostenendo il confronto all’interno del gruppo degli educatori,
51
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
per una riflessione sull’adeguatezza delle proposte che
costituisce il naturale presupposto per la loro condivisione con le
famiglie, nonché per realizzarne un continuo aggiornamento.
Partecipazione
e educazione familiare
Sebbene il Tuscan Approach enfatizzi fortemente la centralità
dei bambini come soggetti protagonisti del progetto educativo,
sarebbe grave errore non sottolineare come fondamentale il
coinvolgimento delle famiglie nella sua elaborazione e nel suo
sviluppo.
Il passo che si compie in Toscana – in questo caso – è
innanzitutto quello di allontanare la dimensione partecipativa
del gravame di impegni burocratici di gestione o dal peso della
connotazione del controllo politico per restituirla all’orizzonte del
co-protagonismo partecipato alla definizione, realizzazione e
valutazione e verifica del progetto educativo del servizio.
I servizi educativi accolgono le famiglie già nel periodo di
apertura del bando annuale per le iscrizioni, cominciando a
rendere visibile l’offerta educativa.
Un colloquio dedicato ai genitori di ogni bambino costituisce il
contesto per cominciare a conoscersi, mentre lo scambio che si
realizzerà ogni giorno all’entrata e all’uscita dal nido sarà prezioso
per accompagnare l’inizio di ogni nuovo giorno al nido.
54
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
La relazione con le famiglie comprende numerose altre situazioni
d’incontro sia per condividere e discutere la programmazione
delle attività, sia per lavorare – genitori e educatori insieme – nel
riordino di materiali di documentazione relativi alle esperienze
svolte dai bambini condividendo su questa base preziose
riflessioni.
Altri colloqui individuali con i genitori saranno utilmente dedicati
a condividere alla fine dell’anno i contenuti del diario personale,
un importante documento che raccoglie in sintesi la storia delle
esperienze al nido di ogni bambino.
Il coinvolgimento delle famiglie nella esperienza del nido
rappresenta infine una speciale e naturale cornice per ulteriori
occasioni di incontro e scambio fra genitori, che assumono il
significato e il valore di esperienze di educazione familiare.
In questo caso l’esperienza personale dei genitori non viene
sottoposta alla valutazione di un esperto, ma beneficia piuttosto
di un contesto di scambio dal quale può essere positivamente
alimentata una più serena e consapevole interpretazione del
proprio ruolo di genitore, per vivere con rinnovata fiducia ed
energia il “mestiere” dell’educazione.
Guardando al futuro e allo sviluppo
sostenibile delle esperienze
In tempi in cui la crisi economica si fa sentire anche nel mondo
dei servizi educativi, minacciando la tenuta e lo sviluppo delle
esperienze (se pensiamo alla difficoltà del pubblico a definire
adeguati piani di finanziamento per la copertura dei costi di
55
57
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
gestione e quelle delle famiglie che non sempre possono pagare
una retta – ancorché equa – per frequentare un servizio),
vale ancor di più evidenziare l’“anomalia” toscana nelle sue
capacità di interpretare il futuro con il supporto di condizioni e
orientamenti che esprimono ingredienti di potenzialità.
La definizione di orientamenti chiari per la qualità e standard
realistici sono proprio oggi elementi al centro del dibattito
nazionale e internazionale per il rinnovamento degli apparati
normativi e regolamentari e la definizione delle condizioni per lo
sviluppo sostenibile delle politiche.
Peraltro, il dibattito sui requisiti professionali degli educatori è
sempre aperto e perennemente oscillante fra l’orientamento a
qualificare la professione educativa e l’altro teso a pensare a
come risparmiare risorse.
E anche il tema della governance del sistema attraverso
la costituzione e il consolidamento di apposite funzioni di
coordinamento di rete capace di garantire cura gestionale e
qualità educativa ai servizi è certo ancora un tema di attualità.
La Toscana rappresenta un contesto in cui l’investimento
sull’aggiornamento degli standard in una chiave certamente
attenta alla qualità ma anche realistica, la spinta a qualificare
la formazione di base e in servizio degli educatori e l’impulso a
funzioni di coordinamento di sistema a livello territoriale potranno
– ci auguriamo – sostenere riflessioni più ampie che siano la
base per il rilancio generalizzato delle politiche di settore.
58
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo
Conclusioni
Quando si presenta una buona esperienza si è spesso tentati di
farla diventare un modello.
In realtà ogni esperienza – e questo vale certamente in modo
forte quando parliamo di educazione – ha le proprie radici nelle
condizioni spazio/temporali in cui si è sviluppata e proprio per
questo non ha senso pensare di “trapiantare” le esperienze da
un posto all’altro.
È anche vero però – e l’educazione è un caso che lo rende
ancora evidente – che il dialogo e il confronto fra esperienze e
punti di vista è la base fondamentale per crescere rileggendo
la nostra esperienza attraverso lo sguardo di altri con i quali
abbiamo avuto l’opportunità di condividerla.
Questo elemento corrisponde al carattere anche variegato
e diverso delle esperienze riconducibili al Tuscan Approach
ed proprio questa apertura al confronto delle diversità che
dobbiamo considerare come motivo per diffondere le esperienze
del Tuscan Approach ma anche per continuare ad alimentare il
suo ulteriore sviluppo nel futuro.
Istituto
degli
Innocenti
Tuscan Approach Learning for
Early childhood education and care
TALE