Il Tuscan Approach all`educazione dei bambini una esperienza
Transcript
Il Tuscan Approach all`educazione dei bambini una esperienza
Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Istituto degli Innocenti Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care TALE Istituto degli Innocenti Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care TALE Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Ideazione, coordinamento scientifico e redazione testi Aldo Fortunati Raccolta e selezione delle immagini, riprese e montaggio video Arianna Pucci Progettazione grafica Rocco Ricciardi Si ringraziano i Comuni di Firenze, Livorno, Pistoia e San Miniato per aver aperto le porte dei loro nidi d’infanzia consentendo le riprese video al loro interno e tutti gli altri Comuni e Cooperative toscane che hanno messo a disposizione materiali documentali raccolti nei loro servizi educativi. Finito di stampare nel mese di novembre 2014 presso la Litografia IP, Firenze Stampato in Italia Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute. Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo a cura di Aldo Fortunati e Arianna Pucci TALE Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care Sommario 08Presentazione 11 TALE Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care un progetto Leonardo da Vinci, trasferimento dell’innovazione 21Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 8 Presentazione L’educazione dei bambini non è al centro dell’attenzione della politica, anche se è evidente che proprio i bambini ci consentirebbero di disegnare il nostro progetto di futuro come un progetto aperto al possibile e non solo prigioniero dei problemi del presente. E così, anche se gli economisti ci dicono che l’investimento sui primi anni di vita è un predittore dello sviluppo economico – e del benessere – per il futuro delle nostre comunità e società, la politica non guarda sufficientemente avanti per accorgersene e i servizi per l’infanzia – soprattutto quelli rivolti ai primi anni di vita – restano sospesi fra la prospettiva dell’assistenza ai più deboli e la mancanza di un chiaro riferimento al riconoscimento dell’educazione come un diritto di tutti i bambini. I servizi di educazione e cura per i bambini piccoli sono così ancora molto pochi e non sono ancora chiaramente identificati come servizi in cui educazione e cura assumono un peso complementare e tale da allontanare sia la prospettiva della semplice assistenza sia quella della precoce scolasticizzazione dei percorsi di crescita e sviluppo. 9 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo In questo quadro, il Tuscan Approach all’educazione dei bambini è – crediamo – interessante, perché è un esempio di come possano essere posti in equilibrio tre elementi che non sempre sono in relazione fra di loro: ..un chiaro e persistente nel tempo orientamento della politica nei confronti del tema dell’educazione dei bambini; ..una riflessione pedagogica attenta e aggiornata; ..un coinvolgimento attivo e costruttivo delle risorse presenti sul territorio e nelle comunità a favore di uno sviluppo delle esperienze. Con TALE, questa esperienza costituisce lo spunto di lavoro per un progetto di scambio e sperimentazione innovativa che coinvolge insieme all’Istituto degli Innocenti altre organizzazioni di Bulgaria, Lituania e Slovenia nel condividere un percorso di riflessione e aggiornamento sulla qualità dei servizi di educazione e cura per l’infanzia L’esperienza toscana, da questo punto di vista – non come modello ma piuttosto come approccio – vuole offrire lo spunto per riflettere su quali siano le condizioni irrinunciabili per costruire qualità nei servizi educativi che accolgono bambini e famiglie. Alessandra Maggi Presidente Istituto degli Innocenti TALE Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care un progetto Leonardo da Vinci trasferimento dell’innovazione http://tale.istitutodeglinnocenti.it 12 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo I contenuti generali Il progetto TALE – Tuscan Approach Learning for Early childood education and care – è stato selezionato nell’ambito del programma Lifelong Learning, bando EAC/ S07/12, sottoprogramma Leonardo da Vinci, trasferimento dell’Innovazione, e avviato nel mese di ottobre 2013 e sarà completato entro settembre 2015. L’obiettivo del progetto è di realizzare un ciclo di formazione trans-nazionale per un gruppo composto da educatori, pedagogisti e managers dei servizi educativi provenienti da Slovenia, Bulgaria, Lituania interessati a conoscere il Tuscan Approach. Il modulo formativo prevede lezioni teoriche, studio e visite ai servizi educativi per la prima infanzia di alcune realtà toscane. Il ciclo sarà preceduto da una serie di workshops in quei Paesi, volti a presentare il Tuscan Approach presso i network locali dei partners e a programmare insieme a loro alcune iniziative editoriali, coinvolgendo gli esperti che saranno individuati con i partner stessi. Un follow-up finale con un gruppo più ristretto di referenti dei tre Paesi servirà a valutare il primo impatto sulle competenze individuali e i riflessi organizzativi che ha avuto la formazione. 13 Due sono gli elementi caratterizzanti del progetto, nell’ambito delle specifiche poste dal programma Leonardo da Vinci e dal contesto generale: ..il tema prescelto quale oggetto del trasferimento – la qualità dei servizi educativi per la prima infanzia – è di rilevante interesse per l’Europa, e indicato in numerosi documenti di policy – a cominciare da Istruzione e Formazione 2020 – e declinato in numerosi programmi di settore; ..l’occasione di trasferimento fondata su un approccio nazionale (italiano e toscano) si presta ad una lettura che introduca elementi di riflessione provenienti dal dibattito europeo, riguardante i criteri di qualità, le politiche dei servizi e le politiche della formazione. Tale riflessione ampia potrà fornire orientamenti a progettare il ciclo formativo con l’ambizione di sperimentare una formazione in servizio di tipo europeo. 15 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Le attività Le attività si articolano attorno a 3 pacchetti di lavoro (Management): ..Trasferire e reinterpretare il Tuscan Approach Presentazione dell’esperienza toscana presso network di interesse locale in Bulgaria, Lituania, Slovenia. Realizzazione di 3 seminari e di 3 pubblicazioni online. ..Progettare il modulo formativo pilota Elaborazione teorico-metodologica sulla cui base individuare i contenuti di un ciclo di formazione-apprendimento pilota. ..Avvio del modulo formativo pilota sui servizi educativi per la prima infanzia Una prima sessione di formazione di una settimana in Toscana, destinata a educatori, pedagogisti, e manager provenienti da Bulgaria, Lituania, Slovenia. Una seconda sessione di follow-up di due giornate, per la valutazione e supervisione sugli apprendimenti, sul trasferimento sul lavoro, sullo sviluppo delle competenze, sullo sviluppo di strategie in contesti locali e nazionali. Sono previste attività complementari di disseminazione per garantire la sostenibilità del progetto: articoli e pubblicazioni, piattaforme web per la comunicazione interna e esterna. La gestione del progetto e le procedure di qualità assicurano il coordinamento, l’attività decisionale, l’autovalutazione, l’amministrazione, contabilità e rendicontazione del progetto. Il Coordinatore Istituto degli Innocenti Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’Istituto degli Innocenti è un ente pubblico autonomo, i cui organi di amministrazione sono nominati dalla Regione Toscana, la Provincia di Firenze e il Comune di Firenze. L’istituto svolge attività e realizza servizi per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia. Assieme alla gestione di servizi educativi e sociali, l’Istituto è anche un Centro di ricerca, documentazione e formazione. Sono svolti programmi, consulenze e collaborazioni sulle politiche e servizi educativi e sociali, a livello regionale, nazionale e internazionale. 17 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo I partner Università di Firenze Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia Con 60.000 studenti l’Università di Firenze è una delle più grandi in Italia. Il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia ha tre corsi di laurea triennali e tre nuovi corsi di laurea quinquennali. L’offerta didattica comprende anche 7 Master, 7 corsi di specializzazione post laurea e due corsi di Dottorato di ricerca. I gruppi di ricerca che sono confluiti nel Dipartimento di Scienze della Formazione e psicologia, creato recentemente sotto la direzione di Enzo Catarsi, hanno una lunga storia di partecipazione in progetti di ricerca internazionale. International Step by Step Association ISSA è stata fondata nel 1999 per associare 29 Organizzazioni Non Governative attive nella riforma dei sistemi educativi per la prima infanzia orientate sui temi della qualità e delle metodologie educative fondate sulla centralità del bambino. Pensata per coinvolgere le comunità locali e per riformare I sistemi di istruzione che formano gli educatori, questa iniziativa è cresciuta fino a diventare una rete che include organizzazioni che offrono servizi per bambini da 0 a 10 anni e per le loro famiglie. ISSA è così diventata una vivace comunità di apprendimento, una associazione solida, con collegamenti e partenariati internazionali, che gestisce un significativo pacchetto di progetti finanziati dall’Unione Europea - la principale rete professionale per la prima infanzia nell’Europa Centro-orientale e nel Commonwhealth degli Stati Indipendenti. 18 Una parte importante della missione di ISSA consiste nel rafforzamento delle capacità dei membri di promuovere qualità e accessibilità dell’educazione per la prima infanzia. Step by Step Program – BG È una Organizzazione Non Governativa fondata nel marzo 1998, ed è membro di ISSA. Le sue principali finalità sono: incoraggiare il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione, fornire accesso equo a bambini appartenenti a minoranze, con disabilità o in condizione di esclusione sociale; sviluppare progetti per bambini nella prima infanzia, nel pre-scuola, in scuole ordinarie e speciali, e per la formazione di insegnanti, studenti, educatori, genitori. Istituto di Ricerca Educativa – SI L’Istituto di Ricerca Educativa è la principale istituzione slovena che svolge ricerca di base, sviluppo e ricerca applicata su argomenti di interesse in tutti i settori e aree dell’istruzione. Le due finalità sono di assicurare educazione di qualità e pari opportunità educative a tutti I bambini coinvolgendo le famiglie e le comunità nei processi educativi. I programmi dell’Istituto si fondano sui principi di partecipazione civile democratica, della centralità del bambino, delle conoscenze più aggiornate sullo sviluppo del bambino e sulle capacità di apprendimento, e sull’innovazione nei sistemi educativi. 19 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Centro per l’Educazione Innovativa – LT Il Centro per l’Educazione Innovativa è una Organizzazione Non Governativa costituita nel 1990 in prosecuzione del progetto Step by Step operativo in Lituania dal 1994. La missione del Centro è quella di sostenere il processo di cambiamento nell’educazione nell’intenzione di promuovere i valori della società aperta e le pari opportunità nell’accesso all’educazione di qualità, per tutti I bambini in Lituania. Il Centro è rinomato come fornitore di servizi educativi di qualità e ha partecipato attivamente nella riforma del sistema educativo in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo di Aldo Fortunati “La diffusione della conoscenza del Tuscan Approach ci pare particolarmente utile e appropriata, oltre ogni rischio di egocentrismo regionalistico, con la convinzione che i servizi per l’infanzia della Toscana costituiscano un bene prezioso, frutto di scelte politiche lungimiranti, caratterizzate dalla dichiarata volontà di promuovere la democrazia anche attraverso la qualificazione dell’esperienza educativa dei bambini” Enzo Catarsi Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 22 Introduzione Sebbene siano molti i motivi di vergogna nella memoria del XX secolo – se pensiamo allo strazio delle guerre e delle persecuzioni e anche alle loro conseguenze sulle condizioni dei bambini – anche forse per questo è significativo ricordare come proprio il XX secolo si sia concluso con l’approvazione da parte delle Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell’infanzia1, un documento che è stato successivamente ratificato da quasi 200 Paesi e che contiene dichiarazioni fondamentali circa il riconoscimento dei bambini come persone portatrici di diritti. Ma nonostante questo e anche se gli economisti da tempo evidenziano come l’investimento sui primi anni di vita sia una precondizione per lo sviluppo e il benessere economico di una società, la realtà – come hanno evidenziato i più recenti rapporti internazionali2– è che non sempre i Paesi ricchi investono adeguate risorse per garantire l’educazione dei bambini, mentre quelli poveri hanno ovviamente altre priorità (figura 1). 1. La Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia fu approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 2. OECD (2012) 1.2 1.0 0.8 Spesa pubblica Spesa privata 0.4 0.2 0.0 Hungary Brazil Portugal Switzerland 0.6 Denmark Iceland Spain Israel Russia Luxembourg Slovenia France Sweden Poland Mexico Chile Belgium New Zealand Argentina Austria Media OCSE Czech Republic Norway United States Slovakia Italy Estonia Finland Netherlands United Kindom South Korea Japan Australia Figura 1 Spese per servizi educativi per la prima infanzia in percentuale del PIL (2010) Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 25 E così, il percorso di affermazione dei diritti dei bambini, anche del diritto all’educazione, non sembra compiuto nei termini in cui le affermazioni di principio lo prevedono. Se a questo punto restringiamo lo sguardo alla vecchia Europa, possiamo rilevare con soddisfazione che alcuni recenti documenti della Comunità Europea3 affermano l’importanza di diffondere servizi educativi e di cura per la prima infanzia, sia come ingrediente fondamentale di politiche di inclusione sociale ma anche, e principalmente, come riconoscimento del fatto che l’educazione è un diritto di tutti i bambini e insieme un fatto di interesse pubblico. 3. Comunicazione della Commissione “Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori” (2011/66/UE) Tuttavia, anche in questo caso alle parole non corrispondono i fatti e, soprattutto quando parliamo di bambini nei primissimi anni di vita, il livello di diffusione dei servizi educativi4 è ancora fortemente diseguale (figura 2) e così anche la misura della qualità educativa dei servizi accessibili da bambini e famiglie. 4. Eurostat (2013) 80 70 60 50 40 30 20 10 Poland Romania Slovakia Czech Republic Bulgaria Lithuania Malta Hungary Latvia Austria Croatia Ireland Estonia Cyprus Switzerland Italy Finland EU-28 United Kindom Slovenia Portugal Spain Iceland Norway Belgium France Luxembourg Sweden Denmark 0 Netherlands Figura 2 Tassi di partecipazione dei bambini sotto i 3 anni ai servizi educativi per la prima infanzia (2011) L’Italia non fa eccezione, occupando una posizione intermedia nel raffronto internazionale (vedi sempre figura 2) ed esprimendo al suo interno (come meglio vedremo nel dettaglio successivamente) una forte diseguaglianza fra le sue Regioni nel livello di diffusione e accessibilità ai servizi educativi di qualità. La Toscana, quindi, con il suo primato di copertura della rete dei servizi per l’infanzia oltre la percentuale del 33%, rappresenta un contesto privilegiato, frutto non tanto del caso, quanto di fattori concomitanti che sono entrati positivamente in relazione fra di loro nel corso degli ultimi decenni. La continuità nel tempo della sensibilità politica sull’infanzia da parte della Regione Toscana si è incontrata con il protagonismo attivo dei Comuni favorendo una elaborazione progettuale e pedagogica originale, viva e dinamica, cresciuta nel tempo integrando protagonismo pubblico e privato e da sempre attenta al coinvolgimento attivo delle famiglie; questo è quello che oggi chiamiamo il Tuscan Approach all’educazione dei bambini. Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 27 Alcuni dati sulla situazione italiana Le politiche per l’infanzia non hanno mai avuto vita facile e in Italia costituiscono – come in molti altri Paesi – un ambito delle politiche sociali che ha avuto disuguali opportunità di sviluppo sul territorio. Sebbene infatti il disegno della legge istitutiva dei nidi pubblici in Italia – la 1044 del 19715 – prevedesse uno sviluppo equilibrato degli asili nido in tutto il Paese, oggi continuiamo a leggere, nel contesto manchevole delle politiche nazionali, un quadro molto differenziato di investimento da parte delle Regioni e degli Enti Locali. 5. Legge 6 dicembre 1971, n. 1044, Piano quinquennale per l’istituzione di asili nido comunali con il concorso dello Stato 6. Legge 18 marzo 1968, n. 444, Ordinamento della scuola materna statale. I relativi dati aggiornati sulla diffusione della scuola dell’infanzia sono tratti da fonte ISTAT (2012). Mentre infatti la scuola dell’infanzia – destinata ai bambini da tre a sei anni – è un’opportunità largamente generalizzata in tutto il Paese, anche per effetto dell’intervento che lo Stato ha realizzato a partire dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso6 affiancando gli interventi già allora presenti a cura dei Comuni e degli Enti religiosi e intervenendo fino a coprire circa i 2/3 del complessivo sistema dell’offerta (figura 3a), le politiche di sviluppo dei Figura 3a Percentuale di ripartizione delle scuole dell’infanzia fra statali, comunali e paritarie/private Scuole dell’infanzia pubbliche statali per 1.000 bambini di 3-6 anni Scuole dell’infanzia non statali pubbliche per 1.000 bambini di 3-6 anni Scuole dell’infanzia private per 1.000 bambini di 3-6 anni > 12 8 - 11 5-7 1-4 >2 1-2 0.6 - 1 0 - 0.5 >4 3-4 2-3 1-2 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 28 7. Già la riforma del ministro Moratti nel 2004 (cfr. legge 53/2003) aveva previsto la possibilità di ammettere alla scuola dell’infanzia bambini che compivano tre anni entro il 30 aprile. Avviato con gradualità, l’anticipo era stato attuato limitatamente ai bambini che compivano tre anni di età entro il 28 febbraio. Applicato per l’ultima volta per l’anno scolastico 2007-2008, era stato abrogato poi da una legge finanziaria (cfr. legge 297/2006). I provvedimenti legislativi del 2008 e, soprattutto, un Regolamento di attuazione dell’art. 64 della legge 133/2008 (dpr 89/2009) ne hanno però consentito il ripristino a partire dall’anno scolastico 2009-2010. 8. I dati che vengono presentati nel presente paragrafo sono tratti dal Rapporto di monitoraggio del Piano nidi al 31 dicembre 2012, consultabile all’indirizzo: http://www.minori.it/minori/ rapporto-di-monitoraggio-del-pianonidi-al-31-dicembre-2012 servizi educativi per la prima infanzia – per i bambini fino a tre anni – non hanno potuto contare su una azione coordinata e continuativa dal centro e dunque hanno prodotto effetti molto diversificati e legati al protagonismo dei Comuni e delle Regioni piuttosto che dello Stato. Di non particolare rilievo la parte del sistema dei servizi costituita dai cosiddetti servizi educativi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e genitori e servizi educativi in contesto domiciliare), mentre di maggior dimensione il contributo offerto dalla possibilità di accoglienza di bambini “anticipatari” nelle scuole dell’infanzia7, un fenomeno significativo in generale e particolarmente rilevante nel sud del Paese, dove interviene anche in funzione surrogatoria rispetto alla scarsissima presenza di nidi8 (figura 3b). Figura 3b Posti nei nidi d’infanzia per 100 bambini 0-2 anni Posti nei servizi integrativi per 100 bambini 0-2 anni Anticipi nelle scuole dell’infanzia per 100 bambini 0-2 anni 23.0 ÷ 29.9 (4) 17.0 ÷ 22.9 (6) 10.0 ÷ 16.9 (3) 4.5 ÷ 9.9 (6) 7.0 ÷ 8.9 (2) 4.5 ÷ 6.9 (3) 2.5 ÷ 4.4 (5) 0 ÷ 2.4 (6) 8.5 ÷ 12.0 (3) 5.1 ÷ 8.4 (6) 3.5 ÷ 5.0 (5) 1.0 ÷ 3.4 (5) Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo In generale – dunque – a fronte di una sostanziale generalizzazione della scuola dell’infanzia, i nidi sono disponibili per un bambino su 4 nel centro-nord ma per meno di un bambino su dieci nel mezzogiorno, dove, per un bambino al di sotto dei tre anni di età, la principale opportunità di accesso a un servizio educativo è rappresentata dall’accesso come “anticipatario” in una scuola dell’infanzia (figura 4), quasi mai pronta e adeguata per le specifiche necessità legate alla sua età (si pensi anche solamente agli elevati rapporti numerici previsti e alla mancanza di strutture adeguate per le situazioni di cura e il cambio). 5.2 17.8 Figura 4 Tassi di copertura per macro-area. Bambini 0-2 anni 2.2 nidi d'infanzia servizi integrativi anticipi Italia 0.6 3.2 21.4 2.4 Italia Centro Nord 7.9 9.0 Italia meridionale e insulare Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 32 Se pensiamo anche alle differenti opportunità di accesso che si legano alle diverse età (figura 5), viene naturale rilevare come tale opportunità, sostanzialmente generalizzata per i bambini di più di tre anni e largamente garantita per quelli nel terzo anno di vita, resta ancora disponibile per meno di un bambino su 5 nel secondo anno e per meno di un bambino su 10 nel primo anno. Anche l’analisi di maggior dettaglio realizzata utilizzando una disaggregazione a livello di Regioni e Province autonome (vedi sempre figura 4) segnala e conferma la forte diversità che si presenta nelle diverse aree territoriali prese in esame. Ultimo dati rilevante da segnalare è quello relativo alla titolarità dei servizi e alle forme di finanziamento pubblico disponibili. Da questo punto di vista, per quanto riguarda il principale servizio in causa – il nido d’infanzia – esso è per il 60,3% delle sue potenzialità ricettive a titolarità pubblica e per il restante 39,7% a titolarità privata. 100.0 90.0 80.0 70.0 60.0 50.0 40.0 30.0 Figura 5 Percentuale di copertura dei servizi educativi per fascia di età nella popolazione 0-2 anni 20.0 10.0 0.0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 mesi Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 34 Anche in questo caso (figura 6) la situazione è diversificata a livello di Regioni e Province autonome, anche se occorre rilevare come nella parte prevalente dei casi i servizi privati ricercano sinergie con la parte pubblica offrendo i loro posti a favore delle graduatorie pubbliche di accesso e ottenendo in cambio un finanziamento. Percentuale di copertura 0-2 anni nei nidi d’infanzia Figura 6 Tasso di copertura nei servizi educativi che accolgono bambini 0-2. Anno 2012 - dati sugli utenti nei nidi al 31/12/2011 su popolazione di 0-2 anni Piemonte 20,5 Valle d'Aosta 17,6 Lombardia 20,7 Liguria 21,3 Italia Nord-occidentale 20,6 Provincia di Bolzano 10,2 Provincia di Trento 20,1 Veneto 18,6 Friuli Venezia Giulia 21,1 Emilia-Romagna 31,2 Italia Nord-orientale 23,3 Toscana 27,3 Umbria 26,6 Marche 23,8 Lazio 15 Italia centrale 20,8 Abruzzo 7,7 Molise 19,7 Campania - Puglia 8,8 Basilicata 10,2 Calabria 6 Sicilia 5,1 Sardegna 15,1 Italia meridionale e insulare 7,9 Totale 17,8 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Le iniziative di riforma tese a determinare un impulso coordinato allo sviluppo equilibrato dei servizi sul territorio non sono mancate nel corso del tempo, ma occorre purtroppo dire che la mancanza di convergenza politica sul tema, unita in ultimo alla difficoltà a definire gli stanziamenti necessari al finanziamento della riforma, ne hanno fin qui vanificato la possibilità di concretizzarsi9. 9. È attualmente in corso di realizzazione in Senato l’iter di approvazione del disegno di legge n. 1260, avente per oggetto “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento” 38 10. I dati che vengono presentati nel presente paragrafo sono tratti dal Rapporto sui servizi educativi per la prima infanzia in Toscana. Analisi e commenti ai dati del sistema informativo SIRIA aggiornati al 31.12.2012, consultabile all’indirizzo: http://www. minoritoscana.it/sites/default/files/ Rapporto Servizi educativi 2013.pdf 11. LR 14 aprile 1999, n. 22, “Interventi educativi per l’infanzia e gli adolescenti”, a cui fa seguito LR 26 luglio 2002, n. 32, “Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro”, recentemente modificata dalla L.R. 23 gennaio 2013, n. 2, “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2002, n. 32, in materia di sistema regionale dei servizi educativi per la prima infanzia e di tirocini” e successivi regolamenti attuativi, di cui in ultimo il 41/R del 30 luglio 2013 12. A tal proposito si ricorda lo “studio dei prototipi” quale elemento di orientamento per la progettazione dei servizi in Fumagalli, G., Masotti, F., Melograni, C., Catarsi, E., Fortunati, A., Galardini, A.L.,Rauch, A., Servizi educativi per la prima infanzia: guida alla progettazione, Pisa, Plus, 2003. 13. Dopo aver realizzato un documento di “orientamenti per la qualità degli asili nido” nel 1993 e un primo “sistema di valutazione della qualità dei nidi” nel 1998, la Regione Toscana ha elaborato - sempre attraverso l’impegno dell’Istituto degli Innocenti di Firenze che svolge le funzioni del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza un “nuovo sistema di valutazione della qualità dei nidi e dei servizi integrativi” nel 2004, di cui è attualmente in discussione la revisione e aggiornamento. Il caso toscano: una esperienza privilegiata La rete toscana dei servizi educativi per la prima infanzia rappresenta oggi (figura 7) un sistema di opportunità che incontra un bambino su tre sotto i 3 anni, collocandosi dunque al vertice nel quadro comparativo con le altre Regioni italiane10. Accanto a questo traguardo quantitativo, il corretto orientamento delle politiche, la loro continuità nel tempo e l’intenso lavoro di elaborazione e innovazione dei progetti ha consentito alla Toscana di diventare un possibile “esempio di qualità”. Può essere utile richiamare alcune importanti questioni: ..la Toscana – innanzitutto – è la prima regione italiana che ha normato in modo sistematico (già alla fine degli anni 90 del secolo scorso) il “sistema integrato dei servizi educativi”11 individuandone le componenti – nidi e servizi integrativi – e definendo caratteristiche delle diverse tipologie di offerta e standard per gli spazi, l’organizzazione e i requisiti del personale, favorendo uno sviluppo “regolato” del coprotagonismo pubblico/privato; ..in secondo luogo, la Toscana ha definito un sistema di standard ambientali per i servizi e elaborato orientamenti e modelli orientati a rendere la realizzazione di nuovi servizi una prospettiva realistica ed economicamente sostenibile;12 ..infine, il continuo investimento sulla qualità13 – sia mediante appositi sistemi di valutazione che attraverso la promozione di attività di formazione permanente degli educatori che con l’incentivazione della costituzione di funzioni di coordinamento gestionale e pedagogico a livello territoriale – hanno sostenuto un processo di crescita generalizzata delle esperienze. Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 39 Utenti/posti Servizi integrativi Anticipi Piemonte 20,5 3,5 3,6 27,6 Valle d’Aosta 17,6 9,1 - 26,7 Lombardia 20,7 1 3 24,6 Liguria 21,3 2,6 4,6 28,6 Italia Nord-occidentale 20,6 1,8 3,3 25,7 Provincia di Bolzano 10,2 8,3 - 18,5 Provincia di Trento 20,1 3,2 - 23,3 Veneto 18,6 2,8 4,2 25,6 Friuli Venezia Giulia 21,1 3,1 3,9 28,2 Emilia-Romagna 31,2 2,3 1,6 35,1 Italia Nord-orientale 23,3 3 2,8 29,0 34,6 Toscana 27,3 4,3 3 Umbria 26,6 6,7 - 33,4 Marche 23,8 2 4,3 30,2 Lazio Italia centrale Abruzzo Molise Campania Figura 7 Tasso di copertura nei servizi educativi che accolgono bambini 0-2. Anno 2012 - dati sugli utenti nei nidi e nei servizi integrativi e sugli accessi anticipati nelle scuole dell’infanzia al 31/12/2012 su popolazione di 0-2 anni. Percentuale di copertura 0-2 anni Nidi d’infanzia 15 1,6 3,6 20,2 20,8 2,8 3,7 27,2 7,7 0,6 8 16,4 19,7 0 9,5 29,2 - - 9 Puglia 8,8 0,3 8,7 17,8 Basilicata 10,2 0 9 19,3 6 - 12,1 18,1 Sicilia 5,1 - 8,6 13,8 Sardegna 15,1 1,5 7,8 24,4 Italia meridionale e insulare 7,9 0,6 9 13,4 Totale 17,8 2,2 5,2 24.4 Calabria 9 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo 40 Oggi il co-protagonismo pubblico/privato è un tratto radicato nell’esperienza toscana (figura 8), in un quadro nel quale la maggior parte delle esperienze private di gestione di servizi (oltre i 2/3) si realizza nell’ambito di un convenzionamento con i Comuni, mediante il quale: ..l’accesso è regolato da graduatorie pubbliche; ..i gestori privati hanno garanzia di stabilità; ..le famiglie pagano rette contenute e differenziate in base a principi di equità. In questo modo, il pluralismo dei protagonismi che anima il sistema si inscrive in una forte funzione di governo pubblico, che comprende: ..la definizione delle norme, delle regole e degli standard (da parte della Regione); ..la programmazione del sistema mediante finanziamento prevalentemente pubblico (da parte dei Comuni con l’intervento di supporto della Regione); ..il controllo dei requisiti di qualità e il supporto allo sviluppo di processi di miglioramento da parte pubblica (i Comuni nel quadro delle norme regionali). 600 539 551 538 548 483 499 487 500 400 Figura 8 Servizi educativi per la prima infanzia secondo la titolarità - pubblico privato 496 368 300 200 100 199 0 2004/05 2007/08 2009/10 2011/12 2012/13 41 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini: i fondamentali Come si è detto altre volte e in precedenza, il Tuscan Approach non deve essere inteso come un modello che ha avuto una diffusione in Toscana, quanto piuttosto l’interpretazione degli elementi che, nel quadro di un’esperienza anche molto variegata e diversificata, hanno una rilevanza maggiormente diffusa e trasversale nelle diverse esperienze toscane di servizi educativi per l’infanzia. Ci sono – vogliamo dire – alcuni elementi che costituiscono una sorta di minimo comune denominatore della gran parte delle esperienze e – come tali – possono essere considerati una sorta di orientamento condiviso che diventa fondativo del Tuscan Approach: ..l’attenzione alla buona progettazione dello spazio educativo; ..la centratura su una progettazione curriculare flessibile e aperta al possibile; ..l’investimento sulla partecipazione delle famiglie e sull’educazione familiare. A questi elementi dedicheremo rapidamente attenzione nei seguenti paragrafi. Il video che fa da corredo e complemento a questa pubblicazione vuole altresì rendere visibile ciò che cercheremo adesso di esprimere con le parole. 44 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Uno spazio in relazione L’idea che lo spazio sostenga costruttivamente le esperienze colloca il Tuscan Approach nel quadro delle più recenti riflessioni della pedagogia infantile, quando questa si fa capace di cogliere pienamente l’importanza di offrire ai bambini stimoli e opportunità di esperienza attraverso un’offerta già presente nel contesto educativo prima che nelle attività proposte dagli educatori. Questa attenzione a sostenere l’esplorazione, la conoscenza e le relazioni attraverso uno spazio accogliente, stimolante e buono comprende scelte e soluzioni diverse capaci di tener conto dell’età dei bambini e dei loro progressivi livelli di autonomia. Con questi presupposti, lo spazio educativo costituisce in Toscana un diffuso riferimento per la progettazione e l’allestimento dei servizi educativi che accolgono i bambini più piccoli, contribuendo a renderli da subito accoglienti, caldi e belli sia per i bambini sia per gli adulti e connotando da subito come “di buon gusto” l’esperienza della crescita e dell’educazione. Nel Tuscan Approach, in effetti, gli spazi devono essere in primo luogo accoglienti, ovvero corrispondere al bisogno di sicurezza e di affettività forte nei primi anni di vita. Essi devono sostenere e incoraggiare il desiderio di esplorare e di conoscere, per consentire un progressivo arricchimento dei bambini, delle loro esperienze, promuovendo sempre più le loro capacità di apprendimento. I bambini si devono sentire a proprio agio, sicuri e tranquilli di muoversi in un ambiente che non è quello familiare, ma di cui presto diventare conoscitori profondi e interpreti originali e progressivamente autonomi. 45 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Pertanto il senso dell’accoglienza si deve manifestare già a primo impatto; deve trapelare dalla sistemazione degli arredi, dalla scelta dei colori, dai materiali che sono a disposizione, dall’accortezza di creare spazi destinati a momenti più raccolti. I bambini hanno bisogno di spazi che rispettino la loro misura e che consentano la sperimentazione dell’autonomia come della relazione con gli adulti e gli altri bambini. Anche lo spazio esterno, facilmente raggiungibile dall’interno – anche con lo sguardo – deve anche esso far parte di un’attenzione rivolta a sostenere con la propria organizzazione un’esperienza di esplorazione attiva e costruttiva. E così pure i laboratori – con le potenzialità supplementari che molto spesso offrono a sostegno delle esperienze di piccolo gruppo – possono essere un utile complemento alle opportunità che i bambini trovano nelle sezioni sostenendone percorsi di esperienza creativa. Nella prospettiva del Tuscan Approach appaiono, inoltre, significativi gli ambienti destinati agli educatori e ai genitori, a sottolineare come la qualità delle esperienze richieda spazi – oltre che tempi – per l’incontro, lo scambio e la riflessione condivisa fra adulti, educatori e genitori. Anche l’importante attività di documentazione – che fa da base alla elaborazione e verifica collegiale del progetto educativo del servizio da parte degli educatori – necessita peraltro di avere un luogo attrezzato per potersi svolgere con la necessaria regolarità. La qualità del lavoro degli adulti – e il loro complessivo benessere – rappresenta un’importante garanzia per lo star bene dei bambini. 47 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Un curriculum flessibile aperto al possibile L’elaborazione di una pedagogia del contesto educativo sostiene l’idea di un processo educativo meno condizionato dalle asimmetrie fra adulti e bambini e più orientato al contributo costruttivo e originale di ognuno dei suoi protagonisti, interpretando l’ambiente come elemento che sostiene le relazioni fra adulti e bambini e il protagonismo dei bambini stessi. Il progetto educativo, risultato del lavoro condiviso all’interno di un gruppo di educatori che coerentemente lo interpretano, mette al centro l’attenzione alle opportunità e ai processi – piuttosto che ai risultati – con l’obiettivo di elaborare un “curriculum” per la prima infanzia necessariamente diverso da quello di una scuola, per poter coltivare le potenzialità rintracciabili nelle risorse individuali dei bambini. Anche l’idea di offrire ai bambini un’esperienza aperta alla creatività – caratteristica del Tuscan Approach – è una base per concepire un curriculum flessibile e aperto al possibile. Così, nell’esperienza toscana, l’antico dilemma che vorrebbe individuare come lontani se non addirittura contrapposti i termini “educazione” e “cura” viene sciolto a favore di un’interpretazione “radicalmente complementare” dei due termini. A partire da questo si determina un’apertura alla possibilità di un’interpretazione flessibile del tema della progettazione delle esperienze educative, una complessità di cui fa parte naturale l’attenzione alle opportunità, alla valorizzazione delle individualità, alla lettura dei processi e all’investimento sulla documentazione come strumento per riflettere e innovare in modo permanente le proposte. 50 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Coltivare un’esperienza attiva e costruttiva nei bambini nasce dall’offerta di stimoli interessanti ai più piccoli, prosegue nel sostenere autonomia e capacità auto organizzative nelle situazioni rituali tipiche della giornata, per arrivare infine a comprendere la capacità dei bambini di interpretare vere e proprie micro culture di gruppo. Il gioco simbolico, in questo contesto, diventa presto il terreno per interpretare storie complesse e condivise fra i bambini, ma anche per impegnarsi insieme in attività che danno senso e valore a un’esperienza quotidiana partecipata. L’attività costruttiva dei bambini individua una risorsa speciale nei materiali naturali e di recupero che, proprio in virtù del loro carattere non strutturato, sono un’ottima base per interpretazioni personali, originali e diverse. Il libro, infine, piuttosto che strumento nelle sole mani dell’adulto, rappresenta un oggetto culturale da esplorare, conoscere e avere immediatamente a disposizione, anche per poterne apprezzare ancor di più il valore quando l’adulto lo utilizza come base per racconti emozionanti e coinvolgenti. Se il curriculum aperto e flessibile si fonda sul riconoscimento del protagonismo dei bambini, l’attenzione alla documentazione e alla riflessione sulle esperienze ne costituisce un naturale complemento, mentre rappresenta un vero e proprio habitus caratterizzante la speciale professionalità degli educatori della prima infanzia. L’investimento in questo ambito consente una conoscenza dei bambini che non si fonda soltanto sulla consuetudine delle pratiche quotidiane, ma – anche e soprattutto – sulla riflessione rispetto all’agire educativo e agli esiti che esso produce, sostenendo il confronto all’interno del gruppo degli educatori, 51 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo per una riflessione sull’adeguatezza delle proposte che costituisce il naturale presupposto per la loro condivisione con le famiglie, nonché per realizzarne un continuo aggiornamento. Partecipazione e educazione familiare Sebbene il Tuscan Approach enfatizzi fortemente la centralità dei bambini come soggetti protagonisti del progetto educativo, sarebbe grave errore non sottolineare come fondamentale il coinvolgimento delle famiglie nella sua elaborazione e nel suo sviluppo. Il passo che si compie in Toscana – in questo caso – è innanzitutto quello di allontanare la dimensione partecipativa del gravame di impegni burocratici di gestione o dal peso della connotazione del controllo politico per restituirla all’orizzonte del co-protagonismo partecipato alla definizione, realizzazione e valutazione e verifica del progetto educativo del servizio. I servizi educativi accolgono le famiglie già nel periodo di apertura del bando annuale per le iscrizioni, cominciando a rendere visibile l’offerta educativa. Un colloquio dedicato ai genitori di ogni bambino costituisce il contesto per cominciare a conoscersi, mentre lo scambio che si realizzerà ogni giorno all’entrata e all’uscita dal nido sarà prezioso per accompagnare l’inizio di ogni nuovo giorno al nido. 54 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo La relazione con le famiglie comprende numerose altre situazioni d’incontro sia per condividere e discutere la programmazione delle attività, sia per lavorare – genitori e educatori insieme – nel riordino di materiali di documentazione relativi alle esperienze svolte dai bambini condividendo su questa base preziose riflessioni. Altri colloqui individuali con i genitori saranno utilmente dedicati a condividere alla fine dell’anno i contenuti del diario personale, un importante documento che raccoglie in sintesi la storia delle esperienze al nido di ogni bambino. Il coinvolgimento delle famiglie nella esperienza del nido rappresenta infine una speciale e naturale cornice per ulteriori occasioni di incontro e scambio fra genitori, che assumono il significato e il valore di esperienze di educazione familiare. In questo caso l’esperienza personale dei genitori non viene sottoposta alla valutazione di un esperto, ma beneficia piuttosto di un contesto di scambio dal quale può essere positivamente alimentata una più serena e consapevole interpretazione del proprio ruolo di genitore, per vivere con rinnovata fiducia ed energia il “mestiere” dell’educazione. Guardando al futuro e allo sviluppo sostenibile delle esperienze In tempi in cui la crisi economica si fa sentire anche nel mondo dei servizi educativi, minacciando la tenuta e lo sviluppo delle esperienze (se pensiamo alla difficoltà del pubblico a definire adeguati piani di finanziamento per la copertura dei costi di 55 57 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo gestione e quelle delle famiglie che non sempre possono pagare una retta – ancorché equa – per frequentare un servizio), vale ancor di più evidenziare l’“anomalia” toscana nelle sue capacità di interpretare il futuro con il supporto di condizioni e orientamenti che esprimono ingredienti di potenzialità. La definizione di orientamenti chiari per la qualità e standard realistici sono proprio oggi elementi al centro del dibattito nazionale e internazionale per il rinnovamento degli apparati normativi e regolamentari e la definizione delle condizioni per lo sviluppo sostenibile delle politiche. Peraltro, il dibattito sui requisiti professionali degli educatori è sempre aperto e perennemente oscillante fra l’orientamento a qualificare la professione educativa e l’altro teso a pensare a come risparmiare risorse. E anche il tema della governance del sistema attraverso la costituzione e il consolidamento di apposite funzioni di coordinamento di rete capace di garantire cura gestionale e qualità educativa ai servizi è certo ancora un tema di attualità. La Toscana rappresenta un contesto in cui l’investimento sull’aggiornamento degli standard in una chiave certamente attenta alla qualità ma anche realistica, la spinta a qualificare la formazione di base e in servizio degli educatori e l’impulso a funzioni di coordinamento di sistema a livello territoriale potranno – ci auguriamo – sostenere riflessioni più ampie che siano la base per il rilancio generalizzato delle politiche di settore. 58 Il Tuscan Approach all’educazione dei bambini una esperienza aperta al dialogo Conclusioni Quando si presenta una buona esperienza si è spesso tentati di farla diventare un modello. In realtà ogni esperienza – e questo vale certamente in modo forte quando parliamo di educazione – ha le proprie radici nelle condizioni spazio/temporali in cui si è sviluppata e proprio per questo non ha senso pensare di “trapiantare” le esperienze da un posto all’altro. È anche vero però – e l’educazione è un caso che lo rende ancora evidente – che il dialogo e il confronto fra esperienze e punti di vista è la base fondamentale per crescere rileggendo la nostra esperienza attraverso lo sguardo di altri con i quali abbiamo avuto l’opportunità di condividerla. Questo elemento corrisponde al carattere anche variegato e diverso delle esperienze riconducibili al Tuscan Approach ed proprio questa apertura al confronto delle diversità che dobbiamo considerare come motivo per diffondere le esperienze del Tuscan Approach ma anche per continuare ad alimentare il suo ulteriore sviluppo nel futuro. Istituto degli Innocenti Tuscan Approach Learning for Early childhood education and care TALE