Eco n. 76 - Associazione culturale Prospettive Mezzojuso
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Eco n. 76 - Associazione culturale Prospettive Mezzojuso
Numero 76 Luglio 2010 ECO BRIGNA della AIVWNIA H MNHMH SOY ETERNA SIA LA TUA MEMORIA Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo • • • • Le belle notizie di Mezzojuso • Da cuccioli a Lupetti • Un saggio per integrare Mezzojuso raccontato dai bambini • Una giornata unitaria di festa • Il premio BESA Dopo la visione del film • E così affondò l’Utopia dei Mezzojusari Memorie di gente comune • Mastro di Campo ...a fumetti • L’Adrasto a Gardaland editoriale di don Enzo Cosentino ETERNA SIA LA TUA MEMORIA FRATELLO NOSTRO INDIMENTICABILE e 2 AIVWNIA H MNHMH SOY N ella mattinata del 31 maggio 2008, serenamente, dopo una lunga malattia, confortato dai sacramenti, è tornato alla casa del Padre per ricevere il premio preparato per i giusti, il protopapàs Francesco Masi arciprete emerito di rito greco della Comunità ecclesiale di Mezzojuso. Papàs Francesco Masi, era nato a Palermo il 17 febbraio del 1938 da Nicolò e Giovanna Di Grigoli ed appena dodicenne veniva ammesso al Seminario minore di Piana degli Albanesi. Nel 1952 passava al Seminario Italo Albanese “Benedetto XV” di Grottaferrata, dove completava gli studi liceali. Nel 1957 è alunno del Pontificio Collegio Greco di San Atanasio a Roma, dove compie gli studi di filosofia e di teologia. Nel 1961 riceveva l’ordine minore del suddiaconato, il 30 ottobre del 1962 riceveva la chirotonia diaconale ed il 30 dicembre dello stesso anno, nella Chiesa Madre di rito greco di Mezzojuso riceveva la chirotonia presbiterale da S. E. Mons. Giuseppe Perniciaro, presenti fra gli altri come testi l’Archimandrita P. Marco Mandalà ed il protopapàs Lorenzo Perniciaro. Nell’ottobre del 1963 veniva nominato maestro di disciplina nel seminario minore di Piana. Nell’ottobre del 1964 veniva nominato cappellano della Chiesa Madre greca di Mezzojuso in aiuto all’arciprete Lorenzo Perniciaro. Il primo maggio 1968 veniva nominato I° mansionario del Capitolo Cattedrale di Piana degli Albanesi. Il I° luglio del 1968 veniva nominato canonico del Capitolo Cattedrale di Piana. Insegnante di religione cattolica nelle scuole pubbliche, dopo la Laurea in Lettere conseguita nel 1972, ha continuato il suo servizio insegnando discipline letterarie. Il 31 ottobre 1975 è stato nominato arciprete della parrocchia greca di Mezzojuso. Nominato Economo eparchiale nel 1998, lasciava l’incarico il 26 febbraio 2008 per gravi motivi di salute, nel contempo si dimetteva anche dall’Ufficio di Parroco. Gli ultimi due anni della sua malattia li ha trascorsi in alcuni locali dell’Istituto Andrea Reres ex Monastero Basiliano per il quale tanto si è battuto e ha lavorato, non riuscendo, a causa della sua sopraggiunta morte, a portare a termine i numerosi progetti. Ha sopportato la malattia con spirito cristiano, dando anzi coraggio e speranza ai tanti che incontrava. Con la morte di Papàs Francesco Masi va via anche un pezzo della nostra storia locale. La sua simpatia, le sue battute semplici ed incisive, la sua premura verso i piccoli, sono un tratto indelebile della sua ineguagliabile personalità. Certamente dal cielo, dove contempla il volto del Cristo Risorto e della Vergine Maria di Tutte le Grazie, continua a lodare il Cristo ed intercedere per la nostra Comunità. Eterna sia la tua memoria, fratello nostro indimenticabile. Le esequie di Papàs Francesco Masi (foto S. Bisulca). LE BELLE NOTIZIE DI MEZZOJUSO A nche quest‘anno il 2 giugno abbiamo scelto di trascorrere un giorno con le nostre suore collegine per ricordare il loro Fondatore Pietro Marcellino Corradini. Eravamo in 37 persone, ci siamo ritrovati nella Casa Madre di Palermo insieme con altri gruppi di tutta la Sicilia. L’accoglienza è stata molto gioiosa, animata con canti e balli, il tema di quest’anno era: “ tu sei una bella notizia per il mondo”. Ci sono state diverse testimonianze di “belle notizie”: un genitore che ci ha mostrato il suo bambino - bambini e genitori che prendevano consapevolezza del dono del proprio corpo - l’immagine di Gesù riflessa in uno specchio, sovrapponendo l’immagine di persone che rappresentano le diverse vocazioni e le diverse tappe della vita, (bambino, ragazzo, famiglia, suora e prete). Abbiamo concluso con la canzone di Eros Ramazzotti (La bella notizia è il risveglio delle coscienze). In verità non so se ci siano più brutte notizie rispetto ad altri anni, comunque in quest’occasione le notizie belle sono state molte, vedere molte persone, tra cui soprattutto bambini che si ritrovano cantando e ballando nel ricordo di un Cardinale che è vissuto nel 1717, sicuramente è una testimonianza che fa dimenticare, anche se solo per un giorno, tutte le brutte notizie. Nel pomeriggio siamo andati nella Parrocchia di San Tommaso, vengono portati all’altare dei simboli che ci ricordano Pietro Marcellino Corradini: uno zaino, che simboleggia il testimone che ognuno cerca nel corso della propria vita, una fiaccola per simboleggiare la propria fede, una lente d’ingrandimento per ingrandire la propria vita di fede, un cuore che deve essere pieno di amore, alla fine viene posto un mazzo di fiori davanti l’immagine del Cardinale. Tutti questi oggetti ci portano alla vita e alla testimonianza del Cardinale Pietro Marcellino Corradini. E’ vero, noi tutti siamo una bella notizia per Dio che ci ha chiamati a vivere con lui nel mondo, per essere una scintilla del suo immenso amore. Anche la vita di Pietro Marcellino Il gruppo di Mezzojuso nella Casa Generalizia delle Collegine il 2 giugno 2010 Corradini è stata ed è ancora per il mondo “una bella notizia”, la sua testimonianza continua a vivere grazie al suo carisma che ha trasmesso alle suore “suore collegine”, presenti nella nostra comunità nella crescita dei bambini della scuola d’infanzia, negli incontri di catechesi dei ragazzi ecc. Credo di interpretare il giudizio di molti, considerando il Collegio sempre aperto a tutti, sempre pronto ad accogliere tutti con la gioia e l’amore del suo Fondatore Pietro Marcellino Corradini. Il nostro grazie va alle suore, che hanno saputo e sanno essere fedeli testimoni credibili del carisma che il loro Fondatore ha loro trasmesso. Siamo tornati a casa gioiosi perchè consapevoli di aver fatto comunione con altri e con Gesù. Infatti, Lui stesso ha detto: “Dove sono due o tre riuniti in mio nome ci sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Ci siamo salutati dandoci appuntamento per il 2 giugno 2011. Anna Gebbia e 3 SCOUTSCOUTSCOUTSCO DA CUCCIOLI A LUPETTI... UN VERO CAMMINO DI VITA CRISTIANA! A ncora in questo istante è l’emozione ad avere il sopravvento nel ricordare una delle cerimonie più importanti e indelebili che un gruppo scout possa vivere, ovvero la promessa dei cuccioli di questo nuovo Branco scout, che anno dopo anno ha visto crescere il numero dei membri! Dopo un lungo e faticoso anno, soprattutto per noi capi essendo alle prime esperienze di tutto ciò che concerne il mondo scout, siamo arrivati ad un traguardo che ci ha letteralmente stupiti e incoraggiati nel proseguire questa strada verso la quale il Signore ci ha chiamati! Niente è stato più bello di quel 2 giugno 2010 che ha segnato la storia di questa piccola costoletta AGESCI che dopo parecchi inconvenienti e difficoltà sta per crescere con la speranza di poter essere un giorno chiamata: “MANSIL YUSUF 1”. Come capi siamo consapevoli del nostro ruolo, se abbiamo raggiunto questi primi risultati per noi p i ù che Metti a Fuoco l’Ambiente U e 4 na nuova entusiasmante avventura è stata lanciata in quest’anno scout ai Lupetti del nostro consiglio degli anziani. Ci è stato proposto di far giocare i Lupetti, un’attività che li ha portati a vivere un tanto atteso C.d.A. regionale: “Metti a fuoco l’Ambiente”. L’idea nasce dalla volontà di “Promuovere l’educazione ambientale perché diventi patrimonio culturale per i nostri lupetti”. Si è trattato di un’occasione unica ed irripetibile per il nostro Consiglio degli Anziani. Per partecipare non ci è voluto molto; è servita una piccola dose di impegno e una buona manciata di entusiamo. Inizialmente ci è stato richiesto di scegliere due elementi della natura tra: VERDE, MARE, ARIA, MONTAGNA, SOLE. Una volta scelti gli elementi, insieme al gruppo di Piana, abbiamo realizzato dei disegni e un audiovisivo che poi è stato proiettato. Ci siamo incontrati nei giorni 30 aprile, 1-2 maggio 2010 a Siracusa. Questi 3 giorni sono stati ricchi di attività e di giochi, che hanno visto coinvolti sia i Lupetti e Coccinelle, Vecchi Lupi e Coccinelle Anziane dei 75 C.d.A regionali presenti a Siracusa. Abbiamo voluto donare ai nostri bambini questa grande occasione di gioco, incontro, gioia, confronto e, natura…lmente, di divertimento. Caterina Perniciaro (Akela) OUTSCOUTSCOUTSCOUT positivi, un grazie particolare va posto ai nostri lupetti che durante questo anno ci hanno trasmesso gioie e tante, e dico tante, esperienze di vita. Sono delle fonti di sapere! Un grazie va anche alle famiglie per la fiducia concessa, all’Assistente ecclesiastico Don Enzo e il gruppo scout di Piana degli Albanesi. Dopo aver svolto una riunione con i genitori, aver preparato moralmente e scoutisticamente i cuccioli a questa tanto attesa promessa, tutto sembrava esser pronto per il pernottamento di giorno 1-2 Giugno, in cui svariate sono state le attività: il terzo racconto intitolato il “IL FIORE ROSSO”, tratto dal libro della giungla e nel seguente giorno, la Santa Messa e le promesse con la significativa partecipazione di genitori e parenti. Il pomeriggio del 1 Giugno arrivati a destinazione dove trascorrere la notte, ospitati dalle suore del SS. Crocifisso nella loro casetta di campagna, tra “morsi” di racconto e giochi inerenti al tema trattato, i lupetti e i cuccioli si preparavano al grande giorno… Intorno alle 20.30 eravano tutti pronti per la cena, rilassandoci all’aria fresca delle prime sere d’estate! Una volta lavate le gavette e deposte nello zaino, i vecchi lupi iniziano ad organizzare la serata e acceso il fuoco ci si dispone formando un grande cerchio! I cuccioli per tutta la serata vengono trattenuti per un momento di riflessione, invece il resto del branco avrà l’incarico di scrivere dei piccoli pensieri su capi e cuccioli da poter leggere il giorno seguente! Concluse le attività serali, sacchi a pelo aperti e ci si addormenta (forse!!), dopo il canto Ula Ula! Eccoci a giorno 2: sveglia, pulizia personale, colazione e nuove attività! Nell’aria sempre più forte è l’ansia e l’emozione per la promessa, verso le 13.00 il pranzo è pronto e subito dopo si inizia ad allestire il grande spiazzo per poter celebrare la Santa Messa! Sono le 15.00, i primi genitori arrivano, il branco è quasi pronto, tutti con uniforme splendente ci accostiamo all’inizio della cerimonia. Conclusa la Messa animata da canti scout e preghiere scritte spontaneamente dai cuccioli, il branco è pronto per il “grande urlo” il rito che dà ini- Il gruppo Scout di Mezzojuso il giorno della promessa dei Lupetti. Nella pagina accanto alcuni Lupetti a Siracusa. zio alla cerimonia delle promesse! Noi vecchi lupi siamo pronti per questa magnifico traguardo... è passato un anno dal giorno in cui questi gioiellini ci hanno seguito con costanza e perseveranza e finalmente eccoli accompagnati dai loro capi sestiglia davanti ad un capo per poter recitare la promessa e divenire un lupetto a tutti gli effetti! Tra momenti di emozione, sorrisi e scatti di digitale per ricordare questa bellissima esperienza, tutti hanno fatto la promessa, ricevendo il fazzolettone non più bianco, ma con i colori del nostro gruppo, la pelliccia e i vari distintivi da cucire nella camicia. Dal momento in cui il cucciolo recita la promessa si impegnerà con onore nel meritare fiducia, agendo con competenza, vivendo con coerenza, impegnandosi nella testimonianza e soprattutto seguendo la via della lealtà! Essere lupetto significa essere fedeli agli impegni presi, a Dio e al mondo, essere autentici e cioè essere fedeli a se stessi e ai propri valori, essere capaci di prendere posizione. Ricordando una famosa frase del filosofo Kant: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me” si può dare una spiegazione al perché sia noi come capi, sia i bambini hanno aderito alla famiglia scout... Allora è quel cielo stellato che ti accompagna durante il sentiero, nel percorso della tua pista, a farti luce quando ti sei smarrito, quando devi orientarti, ed è la legge morale il vero motivo che ti spinge a dire: voglio servire Dio essendo scout. Durante il corso della vita ogni uomo riceve una forma di vocazione per vivere vicino al Padre, evidentemente i nostri lupetti lo sono stati mediante la voce della silenziosa natura, il crepitare del fuoco, il fruscio del vento tra le fronde degli alberi, la pioggia che ti appesantisce lo zaino nelle lunghe salite e lo spirito di accomodamento e di avventura! Un cucciolo di lupo è pronto per la promessa quando ha imparato il valore e il significato della legge e della promessa, rispettandole per tutta la vita e acquistando il giorno stesso della promessa la prima preda: “il lupo della legge”. Dal momento successivo alla promessa i lupi cacciano con il resto del branco percorrendo la pista che rappresenta la crescita delle loro capacità. Lungo e sicuramente un po’ tortuoso sarà questo percorso per poter arrivare al giorno della Partenza... Il mio sogno è quello di poter vedere questi nuovi lupetti che hanno condiviso insieme a me le prime esperienze di scoutismo, divenire uomini e donne della partenza e seguirli amichevolmente e metodologicamente in questa magnifica esperienza di vita! Benedetta Anselmo (Rashka) e 5 XXII Festa Regionale A.S.A.D. Un saggio per “integrare” In alto i bambini della Scuola dell’Infanzia “Santa Macrina”. In basso i bambini della Scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù”. A e 6 nche quest’anno, il Velodromo “Paolo Borsellino” di Palermo ha fatto da scenario alla XXII Festa Regionale A.S.A.D. (Associazione Sport Attività Didattiche) - Memorial Luigi Zarcone presieduta dall’ex mezzofondista azzurro, il prof. Giuseppe Raiti. La manifestazione, che si è tenuta il 22 maggio scorso, ha visto come protagonisti, ancora una volta, alcuni nostri piccoli compaesani, alunni degli Istituti “Santa Macrina” e “Bambino Gesù”, guidati dalle rispettive insegnanti Anna Zambito e Ignazia Cangelosi. Dopo la sfilata iniziale, durante la quale si è effettuata la premiazione delle varie scuole, i piccoli atleti, muniti di due bandierine ciascuno, si sono schierati sul campo creando l’eccezionale coreografia costituita dai cerchi olimpici e dalla parola “INTEGRARE”. Ha avuto così inizio l’esibizione sulle note dell’Inno dell’A.S.A.D. a cui ha fatto seguito il momento dedicato a “Luigi Zarcone” con l’accensione della fiamma olimpica da parte del Tedoforo. La manifestazione ha ripreso il suo ritmo con il saggio unificato, preparato dal prof. Antonio Laganà sul brano musicale “Meninos de rua”, durante il quale i bambini si sono avvalsi del supporto di due bandierine azzurre. Il successivo saggio di animazione, preparato sempre dallo stesso docente sulle note del brano “El Burrito”, è riuscito a coinvolgere anche i genitori sugli spalti che, animati da grande entusiasmo, si sono fatti trascinare nel vortice dell’euforia dei bimbi. Lo spettacolo dei nostri piccoli si è concluso con il saggio della scuola dell’infanzia preparato dalla prof.ssa Meritha Shehu sul brano “Viva l’estate”. Il motivo musicale, unito al supporto dei braccioli che i bambini hanno indossato per l’occasione, li ha proiettati in piena atmosfera estiva e vacanziera. Finita l’esibizione, il trenino dei bimbi ha lasciato il campo per raggiungere, all’esterno, i genitori fieri e orgogliosi del successo dei piccoli atleti. Anche quest’anno, la grande manifestazione, oltre a diffondere la pratica dell’attività motoria tra i giovani – come ha ricordato il prof. Raiti –, è riuscita a creare un clima di divertimento ma soprattutto di unione tra i bambini di tantissime scuole siciliane rispecchiando benissimo il tema della giornata: “INTEGRARE”! Anna Zambito Mezzojuso raccontato dai bambini Una rievocazione storica dell’arrivo a Mezzojuso degli Arbëreshë a seguito dell’invasione turca in Albania. D a un’ idea di Suor Michaela Toma è nata la rappresentazione teatrale: “MEZZOJUSO TRA STORIA E TRADIZIONI” scritta da Annarosa Tantillo e Sara Lo Mino e interpretata dai bambini del catechismo della Parrocchia San Nicolò di Mira. Si tratta di una rievocazione storica dell’arrivo a Mezzojuso degli Arbëreshë a seguito dell’invasione turca in Albania. Tale progetto nasce dall’esigenza di far riflettere i piccoli sulla presenza delle due realtà religiose - culturali, latina e bizantina, che si fondono all’interno della nostra comunità. Attraverso il racconto del nonno al nipote si intrecciano storie popolari riguardanti le nostre ricche provenienze e tradizioni vive ancora oggi… Nel pomeriggio, i bambini giocano a “mazza e pintureddu” davanti una casa tipica. L’evento scatenante è il suono delle campane del SS.mo Crocifisso che portano Toni (Domenico Petta) a chiedere a nonno Ciccio (Vincenzo Como) di raccontare il significato dell’”appizzatina ru paliu”. Il nonno rievoca l’arrivo degli Arbëreshë a Mezzojuso, che hanno portato allo sposalizio tra cultura siciliana e albanese, simboleggiato dal matrimonio tra Betta (Fabiana Bisulca) e Dhimiter (Giovanni D’Orsa) alla presenza dei cumpari Gjergij (Domenico Schirò) e cummari Rosa (Annarita Cuccia). La storia continua rievocando la nostalgia degli albanesi di Sicilia attraverso O e bukura moree, il miracolo della Resurrezione di Lazzaro ne O mirë mbrëma e la raccolta delle uova rosse per la Domenica di Pasqua. La rappresentazione si conclude con la gente che si reca alla “chiusura ra vara ru SS.mu Crucifissu”, la recita del rosario e l’acclamazione devozionale” evviva la Misericordia ri Diu, e chiamamulu sempri spissu: viva lu SS.mu Crucifissu”. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai canti in albanese: O mburonjë e Shqipëris, O mirë mbrëma, O e bukura moree, i quali non sono stati semplice- Un momento della rappresentazione. In basso Annarita Cuccia in costume albanese. mente memorizzati dai bambini, ma sono anche stati studiati nel loro significato e nel loro contesto tradizionale. I piccoli si sono anche esibiti in un ballo tipico albanese, curato dalla stessa Suor Michaela e dalla sua conterranea Suor Anna Maria. Grazie alla collaborazione di Papas Jani Pecoraro, arciprete della cattedrale di San Demetrio a Piana degli Albanesi, è stato possibile far indossare agli sposi e ai testimoni i costumi albanesi di Sicilia. L’idea di Suor Michaela non ci sembrò subito di facile realizzazione perché in lei non c’era piena consapevolezza delle nostre tradizioni, ma un po’ di fantasia e di testardaggine ci hanno fatto superare le difficoltà incontrate e condotto alla piena realizzazione dell’evento: Sabato 5 Giugno 2010, nel teatrino delle Suore Basilane. La scenografia è stata curata da Piera Cuccia e Domenico Pinnola. Di seguito si riporta l’elenco di tutti i bambini che hanno preso parte alla rappresentazione: Vincenzo Como, Domenico Ilardi, Antonella Corticchia, Doriana Como, Giovanni D’Orsa, Luciano Burriesci, Noemi Farini, Giulia Farini, Sofia Petta, Silvia Bua, Fabiana Bisulca, Domenico Schirò, Domenico Musacchia, Teresa Corticchia, Domenico Petta, Giorgio D’Orsa, Emanuela Pinnola, Francesco Corticchia, Nicol Cuccia, Annarita Cuccia, Emilia Burriesci, Simona D’Orsa, Graziella Bravatà e Alessandra Schirò. Annarosa Tantillo e 7 C . A UNA GIORNATA UNITARIA DI FESTA per l’Azione Cattolica Diocesana a Tagliavia e Ficuzza Un momento dell’incontro a Tagliavia. Sotto i pani con il simbolo di A.C. Accanto foto di gruppo del Presidente e degli Assistenti A.C. e alcuni soci A.C. Foto di Totò Perniciaro. D omenica 27 giugno 2010, al santuario di Tagliavia, dalle ore 9,30 alle ore 12,30, l’Azione Cattolica Diocesana ha lodato e ringraziato il Buon Dio, assistita dallo sguardo materno di Maria SS. del Rosario, madre di Cristo e madre nostra. Una festa unitaria non si celebrava, in diocesi, da molti anni ed è stata emozionante e inaspettata la gioia che si percepiva in ognuno di noi, ma soprattutto nei più anziani, che hanno riscoperto il valore dell’appartenenza alla nostra associazione ed in partic o l a r modo e 8 nel momento in cui il presidente diocesano ha consegnato loro il “distintivo” dell’associazione in segno di riconoscenza per la costanza e l’assiduità dell’impegno in associazione. Dopo la preghiera d’apertura, che si è svolta in rito bizantino, i ragazzi e i giovani hanno socializzato tessendo rapporti d’amicizia, creando una “Rete” o una” Ragnatela”, non per imprigionare e/o catturare ma per creare legami e rapporti di appartenenza fondati sull’Amore e l’Amicizia, grazie alla dinamica del gioco scelto dagli educatori (tanti gomitoli di lana variopinti che lanciati inglobavano i partecipanti nella “Rete”) si è voluto rendere visibile il legame associativo, che ci unisce a livello locale e nazionale, ciascuno con il proprio ruolo e il proprio carisma. Gli adulti hanno avuto modo di socializzare con i partecipanti dei vari paesi, oltre ai soci erano presenti tanti simpatizzanti e i genitori che hanno accompagnato i loro figli, prendendo parte alla festa. Questa giornata di festa ci ha fatto cogliere l’importanza del nostro “Si” ed ha riacceso il desiderio e la Speranza di veder concretizzati nuovi rapporti di condivisione e Comunione, evidenziati nel saluto del presidente, nella riflessione dell’assistente unitario: papàs Elefterio Schiadà e nell’omelia dell’assistente dell’A.C.R. don Mario Bellanca. Al termine della Liturgia Eucaristica, concelebrata in rito Romano, gli assistenti hanno distribuito dei panini benedetti, dove era raffigurato il simbolo dell’A.C. preparati a cura della presidenza diocesana, segno evidente di condivisione con l’assemblea liturgica, partecipata da altri fedeli del luogo e dalle tante famiglie dei ragazzi che hanno voluto condividere con l’associazione questo particolare giorno di festa. La festa è continuata al bosco di Ficuzza, dove ci hanno raggiunto gli assistenti parrocchiali: don Enzo Cosentino e don Porfilio Traficanti; C . I . abbiamo mangiato insieme condividendo i tanti dolci preparati con tanto amore dai genitori e dai soci adulti dalle associazioni parrocchiali di Contessa Entellina, Piana Degli Albanesi, Mezzojuso e Santa Cristina Gela. In quel momento il mio pensiero è andato agli amici di Palazzo Adriano assenti, a loro rivolgo il saluto di tutta l’associazione e il grazie per il loro servizio reso negli anni, con l’augurio di ritrovarci al più presto a condividere le nostre speranze e il desiderio di rinnovare la nostra appartenenza all’unica Chiesa fondata sull’insegnamento di Cristo. La grande caccia al tesoro dell’A.C.R. e dei giovani ha messo in relazione tutti i presenti, perché è stato previsto un coinvolgimento ed un apporto di competenza anche degli adulti, che si sono messi in gioco ben volentieri. I ragazzi e i giovani sono stati la nota più vivace e allegra della giornata dimostrando di sapersi divertire in modo sano e di saper condividere momenti di festa con i meno giovani, con gesti spontanei e solidali. A conclusione della giornata, dopo la preghiera conclusiva, ci si è dato appuntamento per il campo estivo A.C.R. e Giovani con l’impegno ad organizzare altre occasioni di incontri unitari, creando possibilmente relazioni e reti di famiglie a livello parrocchiale e diocesano, affinché si possa sperimentare al loro interno la fatica e, al tempo stesso, la bellezza di essere una grande “famiglia di famiglie”, caratterizzata da uno stile di unitarietà e di laicità, fare esperienza e divenire autentici soggetti di evangelizzazione. A chiusura di questo primo anno da presidente al servizio di questa associazione diocesana voglio rivolgere un grazie particolare e sentito: agli educatori: senza il loro prezioso servizio l’associazione sarebbe destinata a scomparire! Grazie a Dio in questi ultimi anni il loro impegno, costante e gratuito, è stato benedetto ed hanno saputo trasmettere l’amore per la nostra associazione e per la Chiesa; ai ragazzi e ai giovani: come tutti i soci, nei loro incontri formativi hanno riscoperto il valore della Chiesa da amare ogni giorno nella sua realtà positiva e da migliorare, con il servizio e la testimonianza, per colmare quei difetti che permangono, partecipando attivamente alle varie iniziative proposte, testimoniando la nostra Fede; agli adulti, con la scelta associativa, ci educano ad uscire dall’individualismo e insieme ai soci più anziani, memoria storica della nostra amata A.C., ci incoraggiano nelle varie iniziative e ci sostengono con la preghiera; agli assistenti: con la loro guida spirituale, ci incoraggiano ad operare in comunione con la Chiesa e nella Chiesa, a partire proprio dalla nostra comunità, dove siamo chiamati a metterci in gioco concretamente e umilmente; al vescovo: ha sempre concretamente sostenuto l’associazione e le iniziative proposte per favorire la crescita di un laicato maturo nella fede, avvalendosi sempre del contributo che i nostri soci hanno potuto dare a questa Chiesa particolare; a quanti, pur non aderendo all’associazione, hanno sempre avuto fiducia in noi, collaborando e promuovendo la nostra azione. Invitando ad intraprendere con noi quanti con coraggio e lungimiranza vorranno unirsi e collaborare per una pastorale familiare ed unitaria, vi saluto con fraterna amicizia. Salvatore Perniciaro Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana e 9 DOPO LA VISIONE DEL FILM IL CINEFORUM A MEZZOJUSO di Pino Di Miceli Alcune locandine di film proiettati. I e 10 l corteo, secondo una bella tradizione, si accinge a percorrere metà ru paisi. Il dialogo canoro dei papades e gli abitini delle confraternite danno un mediterraneo tocco barocco a coloro che, per esternare l’ultimo saluto a papàs Masi, lo accompagnano fin lassù, quasi ai piedi della Brigna. Ed è proprio lì, all’inizio della mulattiera che sale ripida sulla nostra montagna sacra, che i pensieri mi riportano indietro nel tempo. Ad un pomeriggio d’agosto del 1972. Conclusa la preghiera alla Madonna dell’Udienza, si scendeva tra amici discutendo del più e del meno: tra gli argomenti, le fatiche accademiche del papàs prima della laurea e gli interessi culturali dei giovani. “Che ne direste se organizzassimo un cineforum?” Il cineforum! Proprio quello immortalato da Villaggio nel suo Fantozzi! E a gennaio del 1973 si comincia. Quando inizia l’attività del cineforum, non sono molte le occasioni di aggregazione cultural-giovanile a Mezzojuso. Da più di un anno si è conclusa l’intensissima ma breve vita del Club Manzoni, nato da una “fronda” in seno ai frequentatori dell’oratorio San Domenico Savio. La sua preistoria si può leggere tra le righe di alcuni articoli pubblicati su “Eco della Brigna” degli anni 68-69. Le molte occasioni di dibattito offerte dal club contribuiscono a creare quella consapevolezza dell’identità giovanile di cui sono carichi il Sessantotto e il decennio successivo. La Pro Loco, nata nel 1970, sembra inizialmente concentrata sulla valorizzazione del Mastro di Campo in chiave turistica. L’Unione Sportiva organizza tornei estivi, anche se si accinge a partecipare alla terza categoria del calcio dilettantistico. Qualche mostra di pittura e qualche festa del papà/mamma sono le uniche occasioni di incontro che vadano oltre le feste patronali e oltre le settimanali riunioni per i soci di Azione Cattolica. Dal punto di vista cinematografico, un posto privilegiato detengono ancora le feste religiose, con le quali si riesce a proiettare in piazza più di dieci film all’anno. Si tratta di film scelti secondo i gusti dei componenti dei vari comitati: in genere western, polizieschi, sentimentali. Vengono proiettati due film a serata. Il secondo è quasi sempre “leggero”, un film comico o un musicarello. La locale sala cinematografica “Silvio Pellico”, prima della lunga agonia che avrà tra la fine degli anni settanta e il decennio successivo, è frequentata quasi esclusivamente da un pubblico maschile. Nei collegi religiosi e per i soci dell’Azione Cattolica vengono proiettati senza una programmazione film ad “aspirazione” moralistico-religiosa. Nel salone del monastero basiliano, da poco ristrutturato dal professore e architetto Rubino, il 4 gennaio 1973, alle ore 15,30, ha luogo dunque il primo cineforum. Viene proiettato il film Così bella, così dolce, del regista francese Robert Bresson, con Dominique Sanda. E’ in verità un numero zero, che serve a tastare il terreno e a rodare l’organizzazione. I cicli veri e propri inizieranno nell’autunno del 1973 e dureranno fino alla primavera del 1978. Ci si avvale di un proiettore a 16 mm. di proprietà del monastero basiliano. Cineoperatore è padre Samuele Cuttitta. Le pellicole - con un costo che varia dalle dieci alle quindici mila lire - vengono noleggiate dalle Paoline di Palermo ed appartengono al catalogo della San Paolo Film, leader incontrastata nella distribuzione di pellicole a passo ridotto. L’ingresso è ad offerta libera. Papàs Masi, che segue il lavoro con discrezione ma nello stesso tempo con meticolosità, copre le spese in caso di non raggiungimento del costo del noleggio. L’iniziativa vede come organizzatori un gruppo di studenti (delle superiori e universitari) che gravita attorno alla parrocchia di San Nicola, ufficialmente Azione Cattolica “Silvio Pellico”. I film vengono scelti in gruppo. Non mancano i fisiologici contrasti tra chi intende proiettare film di forte impatto col pubblico, chi propone opere magari non di cassetta ma di indubbio valore estetico e chi opta per opere che siano di sicuro stimolo per l’avvio del dibattito finale. Il dibattito sarà infatti la croce e la delizia del cineforum di Mezzojuso, come di tutti i cineforum. La proiezione del film è introdotta da uno dei giovani organizzatori, il quale propone delle piste di lettura, sia per il versante contenutistico che per quello formale. Alla fine ha luogo il dibattito, moderato da un giovane o da papàs Masi stesso. Il quale iniziava col fatidico “Dopo la visione di questo film…”. Un’analisi a caldo dell’esperienza si può leggere nel mio Tre anni di Cineforum, pubblicato su “Eco della Brigna”, prima serie, del maggio 1975. Il dibattito è una vera mina vagante. A volte non decolla, a volte decolla e non sai dove andrà a parare; a volte si mantiene sul formale, a volte si infiamma subito, con alcuni costanti dualismi: religione-laicità, modernità- tradizione, giovani-adulti. La “palestra” funziona. I cicli si susseguono con il ritmo di due all’anno: uno in autunno e l’altro in inverno; con cadenza quasi quindicinale e proiezioni domenicali. Alla fine si potranno contare più di 40 film proiettati. La sala - duecento posti a sedere - è spesso stracolma di persone, in massima parte giovani di ambo i sessi. Grazie al cineforum è possibile conoscere e far conoscere registi altrimenti ignorati (Bunuel, Fellini, Scola, Cavani, Zurlini, Bresson, Kazan, ecc.), assistere alla proiezione andando oltre la semplice trama ed aggregare persone attorno ad un prodotto culturale. Col passare degli anni anche l’organizzazione si va trasformando. Già la stagione 1974-75 viene organizzata assieme ai giovani della parrocchia Maria Annunziata (ACI “Cristo Re”). Mentre quella 75-76 dal cosiddetto “Gruppo Giovanile Interparrocchiale”: in pratica le stesse persone (con qualche defezione e/o aggiunta). Nell’autunno del 1976 e fino alla primavera del 1978 il cineforum torna ad essere organizzato dalla parrocchia di San Nicola. Come mai? Succede semplicemente che negli anni si accavallano vicende di costituzione e ricostituzione di gruppi giovanili con tutte le relative motivazioni e ricadute. Adesso sembra quasi tutto fisiologico, ma negli anni Settanta irrigidimenti personali da un lato e sfilacciamenti di gruppi dall’altro sono in grado di dare “serie mazzate” all’impegno personale dei singoli. Perché si esaurisce l’esperienza del cineforum a Mezzojuso? Certo, le vicende a cui ho appena accennato influiscono in misura non indifferente e potrebbero diventare argomento di un altro articolo. Ma, secondo me, vi furono anche fattori esterni. Uno dei collanti del cineforum era dato dalla possibilità di aggregare per discutere. E in questo senso, dopo qualche anno dall’inizio del cineforum, a Mezzojuso nascono molte altre occasioni di aggregazione, sia all’interno delle parrocchie (conferenze, dibattiti, convegni, teatro), sia in ambiente “laico”: l’Unione Sportiva disputa la Terza Categoria, la Pro Loco organizza mostre di pittura e di fotografia, il Centro di Lettura non si limita più al prestito di libri, nel 1974 inizia l’attività del Parco Giochi Robinson, nel 1976 viene riaperta al pubblico la biblioteca comunale. Negli stessi anni aumenta a dismisura la popolazione studentesca anche a Mezzojuso e molti aderiscono ai vari gruppi più o meno politicizzati sorti nel capoluogo. Una caratteristica di quegli anni è l’adesione di moltissimi componenti dei gruppi giovanili cattolici locali alle iniziative di cui sopra: senza preconcetti steccati. In secondo luogo, forse negli anni bisognava rivedere la formula. Già dal secondo ciclo, a onore del vero, i moderatori trascorrevano il sabato a studiare la “scheda filmografica” che accompagnava la pellicola e ad assistere in anteprima al film che avrebbero proiettato l’indomani. Ma non bastava. Si era a corto di competenze in ambito cinematografico e quelle minime che avevamo erano raggiunte col fai da te. Forse ancora bisognava scegliere i film per temi o per registi in modo da diffondere una vera cultura cinematografica e offrire alla comunità non un’occasione-monopolio di aggregazione ma una possibilità a cui aderire per libera scelta. Ai film proiettati nell’ultima tornata (inizio del 1978) seguirà raramente il dibattito. Si era conclusa un’esperienza. Negli anni seguenti alcuni di quei giovani continueranno a lavorare nella parrocchia di appartenenza, magari in altri Una locandina del Cineforum. Il catalogo della Sampaolo film del 1973. ambiti (catechesi, formazione), mentre dal punto di vista artistico-culturale si impegneranno, con altri, ad aprire altre porte, in primis quella del teatro. Ma questa è un’altra storia. Dedico questo scritto alla memoria di papàs Francesco Masi. Avevo in animo un articolo sull’esperienza del cineforum a Mezzojuso. Stavo raccogliendo materiali, appunti, date, titoli, quando è venuto a mancare il nostro papàs. Ho accelerato le operazioni affinché potesse uscire quanto prima. Altri scriveranno su altri aspetti dell’attività di papàs Masi. Io mi sono soffermato su un tratto di strada - non il solo - percorso assieme, su un’attività che ho vissuto in primissima persona e che mi ha fatto sperimentare la disponibilità fattiva di papàs Masi allorquando si trovava davanti a persone altrettanto desiderose di fare. Con il cineforum si incontrarono due energie positive, come si dice con linguaggio odierno: quella di un prete e quella di alcuni giovani che intendevano aggregarsi/aggregare, offrire stimoli culturali alla comunità, coltivare e verificare valori e idee. Era un’attività culturale senz’altro, ma aveva anche una valenza pastorale, di quella pastorale non per i giovani ma dei giovani e con i giovani. Ci aiutò ad “affrontare” un prodotto culturale, a discutere, a gestire autonomamente tutte le diverse fasi di ogni iniziativa e ci diede solide basi su cui poggiare in avvenire i nostri grandi/piccoli impegni in società. Quella “testa alta”, quella “schiena diritta” di parte della nostra generazione nasceranno senz’altro grazie allo spirito dei tempi, ma l’autonomia di pensiero crebbe in noi anche grazie a tutte le esperienze di cui sopra: in tutto ciò le parrocchie di Mezzojuso non ebbero un ruolo marginale. e 11 E COSÌ AFFONDÒ L’ UTOPIA DEI MEZZOJUSARI di Roberto Lopes N e 12 el censimento del 1881, Mezzojuso contava 7683 abitanti, naturalmente erano compresi gli abitanti di Campofelice di Fitalia che allora era frazione del nostro paese. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel periodo compreso fra il 1882 e il 1915 da Mezzojuso sono partiti 6157 persone. Intanto nel censimento del 1901 la popolazione era scesa a 6235 abitanti e nel 1911 a 5841. Gli anni cruciali per l’emigrazione di questo periodo sono sicuramente il 1897 che vide la partenza di 710 mezzojusari e nell’anno successivo partirono 678 persone. In soli due anni 1388 abitanti abbandonarono Mezzojuso. Come si sa, l’emigrazione è un fenomeno molto importante e per tale ragione è molto studiato dagli storici e dai studiosi di geografia perché consente di comprendere questioni quali l’identità, l’integrazione, lo scambio di culture e di informazioni. Non è certo questa la sede e il momento per approfondire la questione. Mi limiterò a raccontare un fatto che ha coinvolto una ventina di mezzojusari i quali hanno offerto il loro tributo perché altri potessero migliorare le proprie condizioni di vita. La storia che intendo raccontarvi è accaduta nel 1891, proprio negli anni di massima espansione del flusso migratorio che ha riguardato gli abitanti di Mezzojuso alla fine dell’Ottocento. Era l’anno in cui si verificarono i famosi fasci dei lavoratori che furono repressi con la forza dal “nostro” corregionale primo ministro, Francesco Crispi. Anche a Mezzojuso si era costituito un fascio dei lavoratori, di cui parleremo in un prossimo articolo, e le condizioni di vita dei mezzojusari, come del resto di tutto il meridione, non erano di certo allettanti. Si stava male, si guadagnava poco e non sempre si riusciva ad arrivare ad agosto a pagare i vari affitti dei terreni. Molto spesso da parte di molti contadini si era costretti a chiedere un prestito di frumento al proprio padrone, proprietario terriero, talora già nei mesi primaverili, un prestito che veniva poi pagato il doppio. E così facendo, al tempo del nuovo raccolto, il triste contadino aveva già prosciugato tutto il guadagno di un anno, ancora prima che l’anno fosse iniziato. Il viaggio in America era l’utopia che si sarebbe concretizzata per questi poveri disgraziati. Il dodici marzo del 1891 il tempo non era affatto bello. Dopo cinque giorni di navigazione, a sera tarda arrivò a Gibilterra ed entrò nel porto. In questo inferno, col buio che impediva la visibilità delle altre presenze in mare, soprattutto navi da guerra, l’Utopia, per una falsa manovra, urtando con la corazzata inglese Anson, riporta un grande squarcio di circa dieci metri sulla mezzeria e cola a picco. na qualche giorno, ripresero la rotta per Nuova Iorca. Dei mezzojusari morti nel naufragio abbiamo notizia dagli atti di morte registrati nel comune di Mezzojuso su comunicazione del missionario apostolico Giuseppe Dotto Sacovello, parroco della Chiesa di Santa Maria coronata nei Cieli nella città di Gibilterra. Essi risultano essere i seguenti: Non parliamo degli sciacalli degli agenti dell’emigrazione che speculavano e lucravano sulle disgrazie di questi sventurati, parliamo invece del viaggio che questi uomini erano costretti ad affrontare con grave rischio per la propria persona. Infatti si poteva morire per una malattia contratta durante i famosi viaggi in terza classe, i soli luoghi consentiti e occupati dagli emigranti, dove, per il sovraffollamento, si rischiava di morire per mancanza d’aria; si poteva venire derubati o anche morire prima di arrivare al porto d’imbarco per mano di delinquenti e ladri senza scrupoli; poteva capitare il caso di non trovare la nave per cui già si erano venduti i propri beni e acquistato da truffatori il biglietto per il viaggio; si poteva anche essere portati in un luogo che nessuno aveva scelto ma che conveniva all’armatore o al capitano della nave, ed è capitato tante volte che si sapeva di andare a Nuova Iorca e ci si ritrovava invece nelle coste del Brasile; altre volte capitava che si dovesse tornare indietro perché la nave non aveva l’autorizzazione a sbarcare per casi di epidemie; si poteva rischiare di morire in un naufragio come è capitato ai poveri passeggeri della nave Utopia. Questa nave a vapore, costruita nel 1874, di 2731 tonnellate, era di proprietà dell’Anchor Line di Glasgow. Partita da Trieste con ventidue passeggeri a bordo, tutti adulti, aveva fatto scalo a Messina per imbarcare 7 passeggeri. Altri 57 speranzosi di trovare fortuna nel nuovo mondo li imbarcò nel porto di Palermo ed erano soprattutto del circondario di Termini Imerese, di cui faceva parte anche Mezzojuso. Partito da Palermo il piroscafo si diresse a Napoli, uno dei porti più importanti d’Italia in quel periodo, dove imbarcò il grosso dei viaggiato- ri: 727 uomini e donne, provenienti dalle regioni centro meridionali: Campania, Basilicata, Puglia, Molise, Abruzzo, Lazio. In tutto gli emigranti erano 813 di cui 661 uomini, 85 donne, 55 ragazzi, 12 poppanti. I membri dell’equipaggio al comando del capitano John Mac Keague erano 68. Era il dodici marzo del 1891 e il tempo non era affatto bello. Dopo cinque giorni di navigazione, il 17 marzo, l’Utopia a sera tarda arrivò a Gibilterra ed entrò nel porto, sotto vapore, a mezza velocità, con un mare in forte tempesta che non si vedeva a un passo. In questo inferno, col buio che impediva la visibilità delle altre presenze in mare, soprattutto navi da guerra, l’Utopia, per una falsa manovra, urtò con la corazzata inglese Anson, riportando un grande squarcio di circa dieci metri sulla mezzeria. A questo punto fu dato l’allarme, le altre navi presenti accesero i fanali cercando di illuminare la zona dell’impatto, gettando in mare le scialuppe di salvataggio; a terra ci fu subito grande eccitazione e confusione. Le grida dei naufraghi erano altissime ma sporcate dal mare grosso. Nel frattempo non pochi si gettavano in mare cercando di salvare qualche amico o parente che già era caduto in acqua. Si assistette a scene terribili riportate dalle cronache giornalistiche, di cui daremo ampia informazione prossimamente. Alla fine, secondo L’Illustrazione Italiana, i morti furono 642, compresi alcuni coraggiosi marinai inglesi che perirono per salvare i naufraghi; altre fonti parlano di 550, altre ancora di 562 o di 576. Le cifre sono discordanti. I salvati furono 294 di cui 137 tornarono a Napoli con la nave Assiria e furono alloggiati nelle locande a spese della stato italiano. Ma altri 153, appe- Bausano Francesco di anni 41 Burriesci Francesco di anni 24 Burriesci Maria di anni 5 Burriesci Vincenzo di anni 7 Chetta Giuseppe di mesi 7 Chetta Giuseppe di anni 51 Di Miceli Ciro di anni 23 Figlia Rosa di anni 42 La Gattuta Antonina di anni 35 Maddi Nicolina di anni 8 Mistretta Dario di anni 7 Mistretta Provvidenza di anni 1 Prossimamente riferirò di molti altri particolari che riguardano i morti dei mezzojusari coinvolti nel naufragio di Utopia, che non è conosciuta al pari di altre più famose tragedie del mare come il Titanic, l’Andrea Doria o il Sirio ma che testimoniano del tributo tragico, pesante e doloroso dato alla ricerca di una vita più fortunata. E Mezzojuso ha avuto i suoi morti che, oggi, i suoi abitanti forse non conoscono perché non esiste una lapide, una via, una istituzione che ricordi la morte prematura di Dario, di Provvidenza, di Maria, di Vincenzo, di Giuseppe, di Nicolina: vittime innocenti di una terra che ha costretto i suoi figli a svendersi a buon mercato ed a morire tra i flutti spietati dell’oceano atlantico alla ricerca di una nuova vita. e 13 MEMORIE di gente comune Vincenzo Pinnola il “nonno” di Mezzojuso di Concetta Lala P ochi giorni fa il nostro compaesano Vincenzo Pinnola ha festeggiato 100 anni, e abbiamo voluto condividere con lui i ricordi di una vita lunga e intensa. La sua storia comincia a Mezzojuso nel 1910. Vincenzo lavorava in campagna, precisamente faceva l'ortolano in contrada Nocilla; questo gli ha permesso di non dover cercare fortuna e 14 altrove, come tanti, partiti alla ricerca di un futuro migliore, perciò non si è mai spostato da Mezzojuso se non sporadicamente, come ad esempio in occasione del servizio militare. Giovane prende in sposa Carmela e dal loro matrimonio nascono ben otto figli che gli daranno ventidue nipoti. Una vita non facile ma semplice certo con poche comodità, fatta di molti sacrifici per garantire un futuro dignitoso alla sua famiglia; ma il lavoro però “non lo spaventava” anzi era lui stesso a speri- mentare tecniche e cure per le sue piante, tanto da essersi guadagnato l'appellativo di “scienziato” come lo definiva amichevolmente il dott. Masi. Ci racconta di non aver fatto neppure nessuna delle guerre, ma seppure “senza uscire dalla porta conoscere il mondo”. Fu molta, la sua sofferenza (d’animo) in quei periodi per quello che l’Italia attraversava. Lui si definisce un amante della Patria, riferendosi, però, ai valori di un tempo, del suo tempo, molto diversi, dice, rispetto IL CIRCOLO DEI COMBATTENTI agli attuali. Oggi è molto deluso dalla “dispersione” che invade in ogni modo ogni cosa. Lo ascoltiamo attentamente, pur non potendo realmente fare un confronto tra prima ed ora, vista la nostra età, ma cercando di avvicinarci il più possibile; gustando le sue parole una per una; interiorizzando i forti valori che lui prova e sperando che quei racconti quasi non finissero mai, perchè questa per noi è la storia della gente comune, il retrofaccia di quella intesa come (grande) storia; e pensiamo che ogni cosa, per essere tale, deve essere raccontata a qualcuno. In quei momenti i nostri occhi hanno guardato al passato annullando quello che oggi hanno davanti e la nostra mente ha viaggiato nel tempo, in un tempo molto lontano che per nonno Vincenzo non è mai passato. Della sua vita si mostra molto contento e soddisfatto ma ci dice pure di aver un grande rimpianto: quello di non aver potuto proseguire gli studi. Ha, infatti, conseguito la 5° elementare ed avrebbe continuato, dietro consiglio del prof. Cavadi, ma a causa della “spagnola” dovette abbandonare il suo sogno. La sua passione è stata ed è quella di scrivere poesie su ogni tipo di argomento: dal matrimonio alla politica; dal circolo dei combattenti al terremoto. Il linguaggio usato è semplice ma molto attento ed appropriato. Chiediamo, infine, se esiste un segreto per conservarsi così bene... e ci viene risposto che “è importante allontanare i vizi e condurre una vita precisa e moderata su tutto”. La cosa più bella che ci è rimasta è quella di aver trovato nel nostro Vincenzo ciò che i libri non dicono, perchè “Storia non è solo quella conservata negli annali del sangue e della forza; bensì quella legata al luogo, all’ambiente fisico e umano in cui ciascuno di noi è stato educato. Storia è il gesto con cui s’intride il pane nella madia o si falcia il grano; storia è un nomignolo fulmineo, l’inflessione di una voce, la sagoma d’una tegola, il ritornello di una canzone...”. Alcuni momenti dei festeggiamenti per il 100° compleanno. In alto foto di gruppo con i familiari, in basso il Sindaco Nicola Cannizzaro consegna a nonno Vincenzo una medaglia e una targa ricordo. Foto di Vincenzo Ilardi. Nella piazza di Mezzojuso c’è un locale semi chiuso è il circolo dei combattenti dove i soci sono assenti Sono completamente anziani ed a tutti tremano le mani se si fà un’intervista tutti soffrono con la vista Ognuno è stato combattente in Europa, in Africa ed in Oriente hanno combattuto la grande guerra contro la Russia e l’Inghilterra Si son mostrati valorosi ora combattono con l’artrosi sono tutti della terza età e tutti soffrono in quantità C’è chi patisce il mal di schiena e chi si tormenta col ginocchio e tutti esclamano a malapena: stanotte non ho chiuso occhio! Pinnola Vincenzo e 15 Il Mastro di Campo ...a fumetti Presentato al Castello di Mezzojuso l’ultimo lavoro di Salvatore Bisulca di Francesca Brancato D omenica 20 giugno, alle ore 18.00, per alcune vie del paese un insolito ritmo di tamburo ricorda l’appuntamento con la presentazione del libro di Salvatore Bisulca “Mastro di Campo - fumetto”. Avviandosi verso il Castello, dove si svolgerà la presenta- e 16 zione, il ritmo del tamburo funziona da richiamo per i bambini, i ragazzi e le persone adulte. Al Castello, il salone si riempie di mezzojusari di tutte le generazioni, numerosi anche gli amici dell’autore provenienti dai paesi limitrofi. Alla presentazione hanno partecipato in qualità di relatori: Biagio Bonanno e Cesare Di Grigoli della Pro Loco di Mezzojuso; Salvatore Giardina e Giuseppe Muscaglione in qualità di rappresentanti degli sponsor del fumetto; Annalisa Bua; Vincenzo La Barbera dell’Associazione il Tempo nella Memoria di Salvatore Bisulca. Erano inoltre presenti Nicola Cannizzaro sindaco di Mezzojuso, Giovanni Avanti, presidente della Provincia Regionale di Palermo e l’autore del libro, Salvatore Bisulca. Salvatore Bisulca è alla sua seconda pubblicazione sul tema de Il Mastro di Campo; la prima pubblicazione è del 2004 “Il Mastro di Campo: eterna e magica passione” ed ora nel 2010 il Mastro di Campo fumetto. L’autore è un cultore del Mastro di Campo e nel passato ha realizzato anche diverse mostre fotografi- che sul tipico carnevale di Mezzojuso e mostre di costumi del Mastro di Campo. Il fumetto è stato realizzato dalla Pro Loco di Mezzojuso, dalla Associazione il Tempo nella memoria di Salvatore Bisulca e finanziato esclusivamente grazie agli sponsor, cioè con i contributi spontanei versati da privati. Grazie a tali sponsor è stato possibile realizzare la stampa e la distribuzione del fumetto. Il volumetto è stato stampato in 2000 copie: circa 1000 destinate alla distribuzione in paese e 1000 da inviare con il nostro Eco della Brigna ai compaesani residenti fuori. Durante la presentazione vari relatori hanno fatto notare che a Mezzojuso è stata la prima volta che si intraprende una simile iniziativa: realizzare interamente un libro con il finanziamento di sponsor privati. All’autore giungono i complimenti per l’idea e per l’impresa ben riuscita anche se ardua. Salvatore a sua volta racconta che la generosità degli sponsor è andata oltre le aspettative e molte sono state le persone che avrebbero voluto aderire all’iniziativa, ringraziando tutti per la collaborazione. Il fumetto è stato realizzato con le fotografie dell’edizione del Mastro di Nella pagina accanto, il tavolo con i relatori, sopra la sala gremita di pubblico, sotto l’autore. Foto di Danilo Figlia. Campo dei bambini dell’anno 2004, le foto sono state rielaborate al computer da Salvatore ed il figlio Alessandro, i testi sono di Salvatore e di Annalisa Bua. Diversi sono stati gli amici dell’autore che hanno collaborato con lui per la realizzazione del fumetto. I testi del fumetto sono nel dialetto usato nella nostra comunità, la trascrizione delle battute non è di tipo fonetica ma usa un registro piuttosto colloquiale, proprio per rendere l’immediatezza delle battute, come se ci trovassimo direttamente in piazza al momento della pantomima. A parlare sono esclusivamente gli spettatori e mai i personaggi. La pubblicazione oltre a dare un testo immediato della rappresentazione del Mastro di Campo, quindi in un certo senso presentandosi come una versione soft della pantomima - così l’autore ha definito la sua opera - vuole ripercorrere un po’ di storia della rappresentazione carnevalesca. A tale proposito, alla fine del fumetto, vi sono due sezioni, la prima dedicata a coloro che hanno contribuito a mantenere viva la maschera del Mastro di Campo nel corso degli anni con le loro interpretazioni dei personaggi: Francesco Albero, Giuseppe Barone, Paolo Barone, Agostino Di Miceli, Salvatore Muscaglione, Andrea Rao, Felice Sant’Angelo, Nunzio Terrano, Giuseppe Valenti. Durante la presentazione del libro, mentre Salvatore dedi- cava il fumetto alle persone sopraelencate, “storici interpreti” della pantomima ormai tutti scomparsi, fra il grande applauso del pubblico, si potevano scorgere alcuni parenti commossi nel ricordo dei propri cari. La seconda sezione riguarda la lista di tutti coloro che hanno interpretato la maschera del Mastro di Campo dai primi del ‘900 ad oggi: Salvatore La Gattuta, Nunzio Terrano, Alfio Corrao, Francesco Albero, Giuseppe Di Grigoli, Girolamo La Gattuta, Vincenzo Sunzeri, Mario Morrone, Francesco Cosentino, Antony Como, Rosario Cosentino, Dario Sucato, Giovanni Tantillo, Francesco Arato. L’autore con l’aiuto di tutti coloro che hanno con lui collaborato è riuscito nell’impresa di pubblicare un volumetto sul Mastro di Campo che è alla portata di tutti, cioè fruibile da un pubblico di tutte le età. A conclusione della presentazione del libro, dopo il saluto del presidente della provincia Giovanni Avanti, Salvatore annuncia al pubblico una sorpresa: trascorsi pochi minuti si sente il suono del tamburo annunciare l’arrivo in sala del Mastro di Campo seguito da capofoforio, due fofori, il re e la regina con dama e cavaliere, Garibaldi e due garibaldini. Per circa mezz’ora il Castello si trasforma nella piazza con lo svolgimento in una forma naturalmente abbreviata della pantomima. Il pubblico presente sia dentro che fuori la sala applaude per tutta la mezz’ora e il Mastro di Campo appaga il suo pubblico entusiasta prima con la recita del duello, poi con il rullo ed infine con la caduta. E’ desiderio dell’autore del libro ringraziare gli interpreti del 20 giugno 2010: re: Antonino Barone, regina: Martina Cozzo, dama: Maria Chiara Lo Vico, cavaliere: Francesco Cozzo, Mastro di Campo: Mario Morrone, tamburinaio: Francesco Zito , capofoforio: Isidoro Piastra, fofori: Filippo Premutati e Piero Morales, Garibaldi: Carlo Magnate, garibaldini: Aurora Magnate, Ignazio Bisulca. Salvatore possiede un museo etnoantropologico, in esso è presente un reparto dedicato al Mastro di Campo che raccoglie centinaia di foto e i costumi dei personaggi della pantomima. I costumi usati in occasione della presentazione sono infatti di proprietà del Museo “Il tempo nella memoria di Salvatore Bisulca”. Il fumetto si colloca come ultimo lavoro di una serie di iniziative semplici ma sempre molto gradite realizzate da Salvatore nella nostra comunità. Ricordiamo per esempio le altre pubblicazioni: Pietro Ulmo, poeta di strada; Mastro di Campo: eterna e magica passione. Tante sono state le sue mostre fotografiche sul Carnevale, sulla musica etc. e le iniziative di divulgazione del Mastro di Campo di Mezzojuso fra i Carnevali storici della Sicilia. Quella di Salvatore per le tradizioni popolari della nostra comunità in generale e per la tradizione del Mastro di Campo in particolare è veramente una incommensurabile passione che ci regala di tanto in tanto delle perle, come questo fumetto, così spontanee e per questo così preziose. e 17 Il PREMIO BESA 2010 di Pietro Manali* e Nicola Scalici Schirò* S e 18 abato 26 giugno le comunità arbëreshe della provincia di Palermo, in foltissimo numero, si sono date appuntamento, in occasione della consegna del premio BESA 2010, nella prestigiosa sede del Castello di Mezzojuso che con ogni probabilità diventerà la sede definitiva del premio. Il premio è stato istituito dall’Unione dei Comuni BESA alla quale, ormai, aderiscono tutti e cinque i comuni siculo-arbëreshe. Ogni anno, l’apposito comitato scientifico conferisce il riconoscimento a personalità che con la propria attività abbiano significativamente contribuito alla promozione e alla valorizzazione della comunità arbëreshe e della sua immagine. Nella prima edizione il Premio è stato assegnato a Ismail Kadare, nella seconda è toccato a Giuseppe Schirò Di Maggio, uno dei massimi esponenti della letteratura panalbanese contemporanea. Schirò Di Maggio è autore arbëresh poliedrico dal curriculum amplissimo e dalla fervida creatività, tra l’altro “… studioso di letteratura, cultore della lingua materna, strenuo difensore dei diritti e delle prerogative della minoranza linguistica arbëreshe …” come recita la motivazione della giuria del Premio. La manifestazione, coordinata da Matteo Mandalà (Università di Palermo), è stata ricca di momenti interessanti. Dopo i saluti di Nicola Cannizzaro, sindaco di Mezzojuso, e di Massimo Diano, nuovo presidente dell’Unione dei Comuni BESA e sindaco di Santa Cristina Gela, si sono susseguiti gli inter- venti di Francesco Altimari (Università di Cosenza) e di Mario Giacomarra (Università di Palermo), componenti del comitato scientifico del premio, che hanno ampiamente ed, approfonditamente motivato la scelta della giuria illustrando il percorso, il valore e le peculiarità dell’opera di GDM. Successivamente è intervenuto un noto amico e cittadino onorario delle comunità siculoalbanesi, l’on. Dario Falsone, attualmente assessore alla provincia di Palermo, che, avendo sostenuto l’iniziativa, ha confermato i suoi legami affettivi e culturali con gli arbëreshë Dopo la premiazione – il premio consiste in un brez d’argento completo – Schirò Di Maggio ha tenuto una interessantissima lectio magistralis dal titolo Alcuni eventi storici nella percezione documentata degli Arbëreshë in Sicilia il cui testo a stampa, assieme ad altre due opere del premiato, è stato offerto ai convenuti all’ingresso della sala. A seguire, Salvatore Di Grigoli, direttore artistico dell’evento, ha presentato e dato inizio ad un suggestivo e toccante “Concerto di canti devozionali e popolari della tradizione arbëreshe e siciliana” curato della cooperativa “A. Scarlatti” di Mezzojuso, con la partecipazione di importanti artisti siciliani. La performance ha raggiunto notevolissimi picchi lirici di forte coinvolgimento emotivo del pubblico presente, numeroso, attento ed emozionato. La serata si è conclusa nella suggestiva corte del Castello con una degustazione di prodotti delle comunità. La manifestazione, oltre a voler essere un momento significativo di incontro fra le varie componenti dell’Arbëria siciliana e non solo, ha confermato la propria natura meticcia di raffinata commistione tra cultura, spettacolo e gastronomia di qualità. Un evento mondano, anche e quindi, nel segno, però, della promozione e della valorizzazione del patrimonio culturale, economico e sociale degli arbëreshe che è la vera “missione” dell’iniziativa. *Direttore biblioteca comunale “G. Schirò” di Piana degli Albanesi. *Addetto allo sportello linguistico (ex L. 482/99, interventi es. 2007) di Santa Cristina Gela. Il tavolo dei relatori: da sinistra, il prof. Giacomarra, il prof. Mandalà, il vincitore del premio Giuseppe Schirò Di Maggio, Nicolò Cannizzaro Sindaco di Mezzojuso, Massimo Diano Sindaco di S. Cristina Gela e il prof. Altimari. In alto, un momento della premiazione. Il CANTASHOW a Mezzojuso di Cettina Bastone I l 24 Giugno 2010, in serata si è svolto a Mezzojuso, presso i locali del Castello Comunale, la Rassegna “CantaShow” del Gran Palio delle Regioni. La Rassegna nazionale prevede il coinvolgimento di bambini e ragazzi nella interpretazione di canzoni in lingua italiana ma soprattutto nel dialetto della propria terra per una selezione che approda ad una finale nazionale con canzoni in italiano e in dialetto inedite. La Rassegna è patrocinata dalle Case Editrici SAIE, San Paolo, Il Giornalino e da Telenova Telesubalpina. Il CantaShow, Gran Palio delle Regioni, è alla sua 5a edizione nazionale, ogni anno si fa una selezione e viene scelto un bambino per ogni Regione che si esibirà alla finale. Ai bambini che hanno passato la selezione viene affidato un canto nuovo che verrà trasmesso in TV e in seguito viene prodotto un CD musicale del Gran Palio delle Regioni. A Mezzojuso il momento della Rassegna per la Regione Sicilia, ha visto 36 partecipanti divisi per categorie: la categoria dei Colibrì (bimbi tra i 4 e gli 8 anni) e la categoria degli Usignoli (ragazzi tra i 9 e i 14 anni). I paesi che hanno aderito a questa iniziativa sono stati: Santa Cristina Gela con la presenza di 13 bambini; San Giuseppe Jato con 3 bambini; Ragusa con 2 bambini; Mezzojuso con 18 bambini. Per la Regione Sicilia questo è stato il primo anno della Rassegna, designando come responsabile regionale il sacerdote don Enzo Cosentino, parroco della Parrocchia Maria SS. Annunziata che insieme al Comune di Mezzojuso ha messo a disposizione risorse e strumenti per la realizzazione della serata. Il Comune di Mezzojuso ha inoltre messo a disposizione i locali del Castello. Nicoletta Borgia, Collaboratrice della casa editrice San Paolo, è stata il “gancio”, che ci ha fatto vivere questi momenti di gioia. Con lei è arrivato don Tommaso Mastrandrea, sacerdote paolino, che da anni cura il settore della selezione del canto tramite una giuria che valuta la bravura di chi esegue il canto. La giuria della serata era formata da: Don Tommaso Mastrandrea, Salvatore Di Grigoli, Papàs Jani Pacoraro, Vittoria Mandalà, Donatella Cannizzaro. L’intera serata è stata animata da alcuni capi del Gruppo Scout di Mezzojuso. Hanno presentato Benedetta Anselmo, Caterina Perniciaro, Zino Di Chiara. Si sono esibiti in un karaoke fuori programma: Zino Di Chiara, Benedetta Anselmo, Giacomo Lisciandrello, Caterina Perniciaro e Chiara Miano, Marcello Sciulara e Elisa Genesio. Il tecnico dei microfoni e del mixer è stato Luciano Meli. Il vincitore della serata del 24 giugno è stato Emilio Zago di Ragusa. Nelle foto alcuni momenti della manifestazione. Foto di Danilo Figlia. e 19 Ciao AMEDEO S ei andato via improvvisamente, forse troppo presto, lasciandoci un senso di vuoto, di smarrimento. Tutti speravamo in una tua ripresa, ci illudevamo che il “male oscuro” sarebbe stato sconfitto ed invece… Amedeo non c’è più! Mi mancherà il tuo adoperarti per la parrocchia; si, quella parrocchia che sembrava tua, in questo momento di vuoto, quel posto che per te non aveva segreti. Mi mancherà il tuo prodigarti per l’organizzazione delle prove di canto, il tuo essere riferimento per tutti noi. Mi mancherà il nostro “punzecchiarci”, le nostre “liti buone”, le nostre infinite discussioni. Mi mancheranno le tue “bugie” a fin di bene per giustificare le mancanze di qualcuno di noi. Mi fa paura arrivare in paese e non trovarti, ho il magone vedendo la sedia vicino la sacrestia vuota la domenica. In poche parole mi manchi, CI MANCHI! Mancherà l’amico di tutti, amico anche di quelli che amici non erano. Carmelo Lo Mino Foto Piero Pinnola Caro Zio, è già la seconda lettera che ti scrivo. Non so perché, ma ne ho bisogno. Non ho più voglia di parlare, di ridere adesso davvero tutto ha perso i suoi colori. So che non è quello che avresti voluto ma, è più forte di me. Ho sempre impresse quelle immagini di te che soffri, te che provi a farti il segno della croce e alla fine te in salone con in mano il tuo cruciverba… Non c’è rumore, non c’è respiro qui… Solo le lancette che scorrono e la vita che ti incastra… Avevi capito tutto tu, zio, avevi capito solo tu la vita quando svolgevi anzi risolvevi i tuoi cruciverba… Avevi già capito che la vita era questo: un cruciverba composto da tante domande quante soluzioni. La tua ultima domanda forse è stata - la fine della sofferenza - e hai completato quelle cinque caselle con la parola più scura che ci sia: morte! Avrei voluto che al posto di quelle cinque caselle che ti hanno portato via, ce ne fossero state dieci… Solo allora avresti potuto scrivere una parola più dolce, più bella, più speranzosa: guarigione! Non è un’utopia, OFFERTE RICEVUTE e 20 La Gattuta Dora, USA $ 50,00 Gattuso Giuseppe, Augusta € 25,00 N.N. € 10,00 Fucarino M., Lascari A., S. Cruz € 28,00 Meli Giuseppa, Mezzojuso € 20,00 Nuccio Nunzio, Palermo € 20,00 Nuccio Antonina, Mezzojuso € 20,00 Macelleria Viscardi, Mezzojuso € 20,00 Raccolta domenicale € 66,50 Lo Daino Giuseppina, Godrano € 50,00 La Barbera Ignazio, Palermo € 20,00 D’Orsa Carmelo, Mezzojuso € 10,00 Ribaudo Giuseppe, Villafrati € 10,00 Cannizzaro Salv., Mezzojuso € 20,00 Cannizzaro Antonino, USA € 30,00 Divono Giovanna in Bartolomei € 40,00 Bellone Pietro, Torino € 20,00 Buscema Carlo, Palermo € 25,00 Fisco Sergio, Palermo € 50,00 Giammanco Angela, Svizzera € 20,00 Di Fina Vincenzo, USA € 50,00 Lala Nicolò, Torino € 30,00 Perniciaro Paolo, Portalbera € 20,00 D’Angelo D. Giammanco R. RM € 20,00 Ingenito Raffaele, Pompei (NA) € 30,00 Lo Mino Carmelo, Mezzojuso € 20,00 Di Giacomo Giuseppe, Palermo € 25,00 Di Giacomo Irene, Palermo € 25,00 sarebbe potuto succedere… Ma il destino e/o il Signore (ancora non so quali dei due), non ci hanno dato spazio per poterti amare ancora e ancora per poterti dimostrare che la tua famiglia noi, avremmo superato ogni piccola malinconia, ricordo o problema… Ma adesso… Mi chiedo se saremo noi a potere superare malinconia, ricordo o problema, se al nostro cruciverba, sarà possibile dare una soluzione alla domanda: superare perdita dello zio… Antonella RIPOSANO NEL SIGNORE TANTILLO IGNAZIO 01/11/1912 - 10/05/2010 SCIALES GIUSEPPA 20/02/1936 - 14/05/2010 CUCCIA AMEDEO 28/03/1954 - 20/05/2010 MASI FRANCESCO 17/02/1938 - 31/05/2010 LA BARBERA ANTONINO 23/09/1933 - 07/06/2010 VILLAROSA FILIPPO 02/10/1925 - 27/06/2010 I NUOVI ARRIVATI GIOVANNI D’ORSA di Paolo e Marilena Sergio ELISA MORALES di Pietro e Nicoletta Sucato L’Adrasto esporta anche cultura e tradizioni di Enzo Meli L ’associazione sportiva dilettantistica “Adrasto Mezzojuso” persegue con continuità e costanza l’educazione alla pratica sportiva giovanile, come strumento che possa far crescere i ragazzi in ambienti dove si trasmette la mentalità sportiva e lo spirito di squadra, proiettando i ragazzi verso migliori rapporti interpersonali. Il gioco del calcio per l’associazione è inteso come momento aggregativo sociale e come strumento educativo verso le regole e le relazioni con gli avversari sportivi. L’Adrasto come ogni anno per l’attività invernale ha coinvolto tanti giovani che nelle varie categorie hanno svolto attività sportiva, partecipando ai campionati organizzati dalla F.I.G.C.; Quest’anno con le categorie maggiori (Allievi e Giovanissimi) ha partecipato per la prima volta ai campionati regionali, ottenendo risultati molto soddisfacenti piazzandosi al 9° posto nella categoria giovanissimi, raggiungendo la salvezza ed il titolo per la partecipazione al prossimo campionato regionale di categoria, mentre, con la categoria allievi ha raggiunto le semifinali dei play off, sfiorando una vittoria che ci avrebbe proiettato verso traguardi più prestigiosi, entrando a pieno merito tra le scuole calcio accreditate. Con le categorie minori abbiamo fatto Foto di gruppo a Gardaland, ed in basso le formazioni Allievi e Giovanissimi dell’A.S.D. Adrasto. scuola su come si accolgono le squadre avversarie, instaurando l’abitudine di offrire una merendina e delle bevande ai nostri ospiti (ora tutti ci copiano). Ci possiamo fregiare di aver fatto crescere diversi ragazzi con i giusti valori, abbiamo creato le condizione per sviluppare diverse amicizie, siamo entrati sempre più nel tessuto sociale del nostro territorio cercando di affrontare e capire le varie problematiche che interessano il mondo giovanile. Ci siamo prodigati per organizzare convegni e partecipare con le altre associazioni del territorio per affrontare le tematiche che man mano si presentano. Alla fine delle attività agonistiche da alcuni anni l’associazione partecipa con le categorie “Allievi” e “Giovanissimi” ad un torneo internazionale, quest’anno si è scelto di partecipare al torneo “Gardaland” che si è svolto in veneto nella zona del lago di Garda, dal 30.05.2010 al 02.06.2010. Su iniziativa del gruppo dirigente, oltre ad esportare l’immagine sportiva di Mezzojuso, si è ritenuto di fare cosa gradita ai compaesani emigrati presenti in zona, integrando il momento sportivo con un momento di cultura folkloristica popolare tipicamente Mezzojusara. E’ stata eseguita una piccola rappresentazione della pantomina carnevalesca del “Mastro di Campo”, detta rappresentazione è stata inserita nelle manifestazioni inaugurali del torneo, ottenendo un ottimo successo tra il numeroso pubblico presente, suscitando la gioia dei numerosi compaesani che sono venuti a trovarci. Al torneo per quanto riguarda la parte dedicata al calcio, abbiamo raggiunto i nostri obbiettivi, che, come sempre sono quelli di dimostrare che, il gioco del calcio è divertimento e sana sportività, di ciò ci da atto il fatto che abbiamo visto molte persone, anche tra gli organizzatori, con le lacrime al momento dei saluti per la partenza, con promessa di rivederci al più presto. Un ringraziamento particolare all’Amministrazione comunale di Mezzojuso che per sostenere i nostri progetti compie notevoli sforzi. Voglio ringraziare tutti i compaesani emigrati al Nord Italia che hanno voluto vivere assieme a noi questa bella esperienza: L’Ing. Carmelo La Gattuta con sua moglie, (lui c’è sempre); Mimmo Visocaro, Mariano Visocaro e Liberto Visocaro che sono venuti dal Piemonte; Dioguardi Ciro, Visocaro Alberto con la famiglia, che sono venuti dalla Lombardia; Filippo Falconetti con la famiglia, Francesco Falconetti con la famiglia, Antonino Pecoraro con tutta la sua famiglia, Salvatore Pecoraro e famiglia, Gianni D’Arrigo e la sua famiglia, la Sig.ra Giusy Mamola in De Biasi con la famiglia, dal Veneto, tutte persone con cui siamo stati assieme, condividendo la gioia che si è creata attorno a noi. Un ringraziamento a tutto il gruppo dirigente che con grande responsabilità ed impegno si è preso l’onere di gestire la partecipazione a questo evento che ha portato fuori dal nostro comune 40 ragazzi e 10 accompagnatori. Per ultimo il ringraziamento più grosso va ai ragazzi che con il loro comportamento esemplare hanno fatto si che tutto riuscisse nel miglior modo possibile. e 21 BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB MAGGIO Sabato 1 Inizio del mese mariano: ogni sera, alle 21.00, nella chiesa di Santa Maria di Tutte le Grazie si intona l’inno Akatistos, dedicato alla Vergine. Domenica 9 Durante la mattinata, in contrada Croce, varie associazioni e gruppi di Mezzojuso celebrano una giornata per l’ambiente promossa da Legambiente. Dalle ore 09.00 alle ore 12.30 l’associazione AVITI organizza, al Castello, una raccolta di sangue. Alle 12.00, al SS. Crocifisso, si svolge “L’Appizzatina ru Paliu” che segna l’inizio dei festeggiamenti per la Fiera del SS. Crocifisso. Sabato 15 Alle 20.30, si svolgono i Vespri Solenni in onore del SS. Crocifisso. In serata, in piazza Umberto I, i festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso continuano con il concerto di musica leggera di Monica Hill. Sabato 22 Alle 18.30, presso la croce in contrada Brigna, un gruppo di fedeli della parrocchia di San Nicolò di Mira intona il canto O bukurë Morea. Domenica 23 Ottava del SS. Crocifisso: In mattinata la banda musicale fa il giro del paese. Alle 10.30 i bambini della Prima Comunione della parrocchia San Nicolò di Mira si recano in processione verso la chiesa del SS. Crocifisso, dove si svolge la Celebrazione. Alle 19.00 si celebrano i Vespri Solenni al SS. Crocifisso ed in seguito si svolge la processione della Vara. In serata il gruppo dei Capi scout di Mezzojuso partecipano a Piana degli Albanesi ad una veglia sul tema della legalità. la processione del Santissimo Sacramento. Alla processione partecipano, come da tradizione, tutti i bambini che hanno ricevuto il Sacramento della Prima Comunione, il clero della comunità, le religiose, le autorità civili e militari. La processione del Santissimo proseguirà per i vari quartieri del paese durante le sere dei giorni di Ottavario che si concluderà con la processione di sabato con partenza dalla parrocchia di San Nicolò di Mira. Lunedì 24 Alle 21.00 si svolge la celebrazione della “Chiusura della Vara”, con la quale si concludono i festeggiamenti al SS. Crocifisso. GIUGNO Domenica 16 Fiera del SS. Crocifisso: Alle 07.00 risuona l’Alborata. Alle 10.30, al Crocifisso è celebrata la Divina Liturgia. Dopo la Celebrazione si svolge per le vie processionali la tradizionale “torceria” con la sfilata di muli bardati. Alle 21.00, dalla chiesa del SS. Crocifisso, parte la processione della “Vara”. Lunedì 17 Alle ore 21.00, ha inizio l’Ottava del Crocifisso con celebrazione dei Vespri e predica. Venerdì 21 Festa di Santa Rita da Cascia: Alle 17.30, all’Annunziata il parroco don Enzo celebra la S. Messa, al termine si svolge per le via del paese la processione con il simulacro della Santa. Numerosa anche quest’anno la partecipazione delle fedeli con le tradizionali rose. La celebrazione della festa è stata anticipata a questa data per la coincidenza con le celebrazione di Pentecoste. e 22 Martedì 1 Alle 21.00, nella Chiesa dell’Immacolata dell’ex convento latino, ha inizio “la tredicina” in onore di Sant’Antonio da Padova, con la recita del S. Rosario e la celebrazione della S. Messa per dodici sere. Domenica 6 Festa del Corpus Domini Alle 21.00, ha inizio, con partenza dalla Parrocchia Maria SS. Annunziata Domenica 13 Festa di Sant’Antonio da Padova Alle 11.00, nella chiesa dell’Immacolata, il parroco don Enzo celebra la Liturgia Eucaristica che si conclude con la benedizione della tunichette de “I Monacheddi”: i bambini che vengono affidati alla protezione del Santo Padovano. Durante la S. Messa viene distribuito del pane benedetto, offerto dalla Sig.na Ninetta Tavolacci. Foto di Mario Tinnirello. IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato Alle 21.00, si svolge, per le vie del paese, la processione del simulacro del Santo. Numerosissima, come ogni anno, la partecipazione dei fedeli sia alla S. Messa del giorno che alla processione. Sabato 19 Alle ore 18.30, in piazza Caporale Gebbia viene inaugurato il negozio di Ottica “Nuova Visione” di Alessio Casamento”. Numerosi gli amici e i parenti del proprietario presenti alla inaugurazione. Prime Comunioni e Cresime in Parrocchia Domenica 20 Durante la mattinata il gruppo di volontari dell’associazione “Libera Acqua” di Mezzojuso organizzano in piazza una raccolta di firme contro la legislazione sulla privatizzazione dell’acqua. Numerosissima è stata la partecipazione popolare all’iniziativa. Giovedì 24 Alle 18.30, in via Andrea Reres si svolge l’inaugurazione del panificio “L’arte del pane” di Giovanni Tantillo e Giuseppe Divono. Ad impartire la benedizione al nuovo panificio è stato il parroco don Enzo. Presenti numerosissimi amici e i parenti dei giovani proprietari. Foto di Mariangela Siragusa In alto il primo gruppo di 13 bambini del catechismo parrocchiale che hanno ricevuto i Sacramenti della Prima Comunione e Cresima Domenica 30 Maggio 2010. In basso il secondo gruppo di 14 bambini che hanno ricevuto i Sacramenti nella festività del Corpus Domini, Domenica 6 Giugno 2010. Foto di Danilo Figlia. e 23 Vincenzo Pinnola classe 1910. 100 anni festeggiati il 27 Giugno 2010. Auguri!!! Foto di Vincenzo Ilardi e ECOdella BRIGNA In copertina: Papàs Francesco Masi (foto di Carlo Parisi) PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97 Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino Condirettore: Carlo Parisi Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres Indirizzo: Piazza F. 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