Eco n. 76 - Associazione culturale Prospettive Mezzojuso

Transcript

Eco n. 76 - Associazione culturale Prospettive Mezzojuso
Numero 76
Luglio 2010
ECO
BRIGNA
della
AIVWNIA H MNHMH SOY
ETERNA SIA LA TUA MEMORIA
Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità
Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata
Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia
Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo
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Le belle notizie di Mezzojuso • Da cuccioli a Lupetti • Un saggio per integrare
Mezzojuso raccontato dai bambini • Una giornata unitaria di festa • Il premio BESA
Dopo la visione del film • E così affondò l’Utopia dei Mezzojusari
Memorie di gente comune • Mastro di Campo ...a fumetti • L’Adrasto a Gardaland
editoriale
di
don Enzo Cosentino
ETERNA SIA
LA TUA MEMORIA
FRATELLO NOSTRO
INDIMENTICABILE
e
2
AIVWNIA H MNHMH SOY
N
ella mattinata del 31
maggio 2008, serenamente, dopo una lunga
malattia, confortato dai
sacramenti, è tornato alla
casa del Padre per ricevere il premio preparato per i giusti, il
protopapàs Francesco Masi arciprete
emerito di rito greco della Comunità
ecclesiale di Mezzojuso. Papàs
Francesco Masi, era nato a Palermo il
17 febbraio del 1938 da Nicolò e
Giovanna Di Grigoli ed appena dodicenne veniva ammesso al Seminario
minore di Piana degli Albanesi. Nel
1952 passava al Seminario Italo
Albanese “Benedetto XV” di
Grottaferrata, dove completava gli
studi liceali. Nel 1957 è alunno del
Pontificio Collegio Greco di San
Atanasio a Roma, dove compie gli
studi di filosofia e di teologia. Nel
1961 riceveva l’ordine minore del
suddiaconato, il 30 ottobre del 1962
riceveva la chirotonia diaconale ed il
30 dicembre dello stesso anno, nella
Chiesa Madre di rito greco di
Mezzojuso riceveva la chirotonia presbiterale da S. E. Mons. Giuseppe
Perniciaro, presenti fra gli altri come
testi l’Archimandrita P. Marco
Mandalà ed il protopapàs Lorenzo
Perniciaro. Nell’ottobre del 1963
veniva nominato maestro di disciplina
nel seminario minore di Piana.
Nell’ottobre del 1964 veniva nominato cappellano della Chiesa Madre
greca di Mezzojuso in aiuto all’arciprete Lorenzo Perniciaro. Il primo
maggio 1968 veniva nominato I° mansionario del Capitolo Cattedrale di
Piana degli Albanesi. Il I° luglio del
1968 veniva nominato canonico del
Capitolo Cattedrale di Piana.
Insegnante di religione cattolica nelle
scuole pubbliche, dopo la Laurea in
Lettere conseguita nel 1972, ha continuato il suo servizio insegnando discipline letterarie. Il 31 ottobre 1975 è
stato nominato arciprete della parrocchia greca di Mezzojuso. Nominato
Economo eparchiale nel 1998, lasciava
l’incarico il 26 febbraio 2008 per gravi
motivi di salute, nel contempo si dimetteva anche dall’Ufficio di Parroco.
Gli ultimi due anni della sua malattia
li ha trascorsi in alcuni locali
dell’Istituto Andrea Reres ex
Monastero Basiliano per il quale tanto
si è battuto e ha lavorato, non riuscendo, a causa della sua sopraggiunta
morte, a portare a termine i numerosi
progetti. Ha sopportato la malattia con
spirito cristiano, dando anzi coraggio
e speranza ai tanti che incontrava. Con
la morte di Papàs Francesco Masi va
via anche un pezzo della nostra storia
locale. La sua simpatia, le sue battute
semplici ed incisive, la sua premura
verso i piccoli, sono un tratto indelebile della sua ineguagliabile personalità.
Certamente dal cielo, dove contempla il
volto del Cristo Risorto e della Vergine
Maria di Tutte le Grazie, continua a lodare il Cristo ed intercedere per la nostra
Comunità. Eterna sia la tua memoria,
fratello nostro indimenticabile.
Le esequie di Papàs Francesco Masi (foto S. Bisulca).
LE BELLE NOTIZIE DI MEZZOJUSO
A
nche quest‘anno il 2 giugno
abbiamo scelto di trascorrere un
giorno con le nostre suore collegine
per ricordare il loro Fondatore Pietro
Marcellino Corradini. Eravamo in 37
persone, ci siamo ritrovati nella Casa
Madre di Palermo insieme con altri
gruppi di tutta la Sicilia.
L’accoglienza è stata molto gioiosa,
animata con canti e balli, il tema di
quest’anno era: “ tu sei una bella notizia per il mondo”. Ci sono state diverse testimonianze di “belle notizie”: un genitore che ci ha mostrato il suo
bambino - bambini e genitori che
prendevano consapevolezza del dono
del proprio corpo - l’immagine di
Gesù riflessa in uno specchio, sovrapponendo l’immagine di persone che
rappresentano le diverse vocazioni e
le diverse tappe della vita, (bambino,
ragazzo, famiglia, suora e prete).
Abbiamo concluso con la canzone di
Eros Ramazzotti (La bella notizia è il
risveglio delle coscienze).
In verità non so se ci siano più brutte
notizie rispetto ad altri anni, comunque
in quest’occasione le notizie belle sono
state molte, vedere molte persone, tra
cui soprattutto bambini che si ritrovano cantando e ballando nel ricordo di
un Cardinale che è vissuto nel 1717,
sicuramente è una testimonianza che
fa dimenticare, anche se solo per un
giorno, tutte le brutte notizie.
Nel pomeriggio siamo andati nella
Parrocchia di San Tommaso, vengono
portati all’altare dei simboli che ci
ricordano Pietro Marcellino Corradini:
uno zaino, che simboleggia il testimone che ognuno cerca nel corso della
propria vita, una fiaccola per simboleggiare la propria fede, una lente d’ingrandimento per ingrandire la propria
vita di fede, un cuore che deve essere
pieno di amore, alla fine viene posto un
mazzo di fiori davanti l’immagine del
Cardinale. Tutti questi oggetti ci portano alla vita e alla testimonianza del
Cardinale Pietro Marcellino Corradini.
E’ vero, noi tutti siamo una bella notizia per Dio che ci ha chiamati a vivere con lui nel mondo, per essere una
scintilla del suo immenso amore.
Anche la vita di Pietro Marcellino
Il gruppo di Mezzojuso nella Casa Generalizia delle Collegine il 2 giugno 2010
Corradini è stata ed è ancora per il
mondo “una bella notizia”, la sua
testimonianza continua a vivere grazie
al suo carisma che ha trasmesso alle
suore “suore collegine”, presenti nella
nostra comunità nella crescita dei
bambini della scuola d’infanzia,
negli incontri di catechesi dei
ragazzi ecc. Credo di interpretare
il giudizio di molti, considerando
il Collegio sempre aperto a
tutti, sempre pronto ad accogliere tutti con la gioia e l’amore del suo
Fondatore Pietro Marcellino Corradini.
Il nostro grazie va alle suore, che hanno
saputo e sanno essere fedeli testimoni
credibili del carisma che il loro
Fondatore ha loro trasmesso.
Siamo tornati a casa gioiosi perchè
consapevoli di aver fatto comunione
con altri e con Gesù. Infatti, Lui stesso
ha detto: “Dove sono due o tre riuniti in
mio nome ci sono io in mezzo a loro”
(Mt 18,20). Ci siamo salutati dandoci appuntamento per il 2
giugno 2011.
Anna Gebbia
e
3
SCOUTSCOUTSCOUTSCO
DA CUCCIOLI A LUPETTI...
UN VERO CAMMINO DI VITA CRISTIANA!
A
ncora in questo istante è l’emozione ad avere il sopravvento nel
ricordare una delle cerimonie più
importanti e indelebili che un
gruppo scout possa vivere, ovvero la promessa
dei cuccioli di questo
nuovo Branco scout,
che anno dopo anno ha
visto crescere il numero
dei membri! Dopo un
lungo e faticoso anno,
soprattutto per noi capi
essendo alle prime
esperienze di
tutto ciò che
concerne il
mondo
scout, siamo arrivati ad un traguardo
che ci ha letteralmente stupiti e incoraggiati nel proseguire questa strada verso
la quale il Signore ci ha chiamati!
Niente è stato
più bello di quel 2 giugno 2010 che ha
segnato la storia di questa piccola costoletta AGESCI che dopo parecchi inconvenienti e difficoltà sta per crescere
con la speranza di poter essere
un giorno chiamata: “MANSIL YUSUF 1”.
Come capi siamo consapevoli del nostro ruolo, se
abbiamo raggiunto questi primi risultati
per noi
p i ù
che
Metti a Fuoco l’Ambiente
U
e
4
na nuova entusiasmante avventura
è stata lanciata in quest’anno scout
ai Lupetti del nostro consiglio degli
anziani. Ci è stato proposto di far giocare i Lupetti, un’attività che li ha portati
a vivere un tanto atteso C.d.A. regionale: “Metti a fuoco l’Ambiente”. L’idea
nasce dalla volontà di “Promuovere
l’educazione ambientale perché diventi
patrimonio culturale per i nostri lupetti”. Si è trattato di un’occasione unica
ed irripetibile per il nostro Consiglio
degli Anziani. Per partecipare non ci è
voluto molto; è servita una piccola
dose di impegno e una buona manciata
di entusiamo. Inizialmente ci è stato
richiesto di scegliere due elementi
della natura tra: VERDE, MARE,
ARIA, MONTAGNA, SOLE.
Una volta scelti gli elementi,
insieme al gruppo di Piana,
abbiamo realizzato dei
disegni e un audiovisivo che poi è
stato proiettato.
Ci siamo incontrati nei giorni 30
aprile, 1-2 maggio 2010 a Siracusa.
Questi 3 giorni sono stati ricchi di attività e di giochi, che hanno visto coinvolti sia i Lupetti e Coccinelle, Vecchi
Lupi e Coccinelle Anziane dei 75
C.d.A regionali presenti a Siracusa.
Abbiamo voluto donare ai nostri
bambini questa grande occasione di
gioco, incontro, gioia, confronto e,
natura…lmente, di divertimento.
Caterina Perniciaro (Akela)
OUTSCOUTSCOUTSCOUT
positivi, un grazie particolare va posto
ai nostri lupetti che durante questo
anno ci hanno trasmesso gioie e tante, e
dico tante, esperienze di vita. Sono
delle fonti di sapere! Un grazie va
anche alle famiglie per la fiducia concessa, all’Assistente ecclesiastico Don
Enzo e il gruppo scout di Piana degli
Albanesi.
Dopo aver svolto una riunione con i
genitori, aver preparato moralmente e
scoutisticamente i cuccioli a questa
tanto attesa promessa, tutto sembrava
esser pronto per il pernottamento di
giorno 1-2 Giugno, in cui svariate
sono state le attività: il terzo racconto
intitolato il “IL FIORE ROSSO”, tratto dal libro della giungla e nel seguente giorno, la Santa Messa e le promesse con la significativa partecipazione
di genitori e parenti. Il pomeriggio del
1 Giugno arrivati a destinazione dove
trascorrere la notte, ospitati dalle
suore del SS. Crocifisso nella loro
casetta di campagna, tra “morsi” di
racconto e giochi inerenti al tema trattato, i lupetti e i cuccioli si preparavano al grande giorno… Intorno alle
20.30 eravano tutti pronti per la cena,
rilassandoci all’aria fresca delle prime
sere d’estate! Una volta lavate le
gavette e deposte nello zaino, i vecchi
lupi iniziano ad organizzare la serata e
acceso il fuoco ci si dispone formando
un grande cerchio! I cuccioli per tutta
la serata vengono trattenuti per un
momento di riflessione, invece il resto
del branco avrà l’incarico di scrivere
dei piccoli pensieri su capi e cuccioli
da poter leggere il giorno seguente!
Concluse le attività serali, sacchi a
pelo aperti e ci si addormenta (forse!!),
dopo il canto Ula Ula!
Eccoci a giorno 2: sveglia, pulizia personale, colazione e nuove attività!
Nell’aria sempre più forte è l’ansia e
l’emozione per la promessa, verso le
13.00 il pranzo è pronto e subito dopo
si inizia ad allestire il grande spiazzo
per poter celebrare la Santa Messa!
Sono le 15.00, i primi genitori arrivano, il branco è quasi pronto, tutti con
uniforme splendente ci accostiamo
all’inizio della cerimonia.
Conclusa la Messa animata da canti
scout e preghiere scritte spontaneamente dai cuccioli, il branco è pronto
per il “grande urlo” il rito che dà ini-
Il gruppo Scout di Mezzojuso il giorno della promessa dei Lupetti.
Nella pagina accanto alcuni Lupetti a Siracusa.
zio alla cerimonia delle promesse! Noi
vecchi lupi siamo pronti per questa
magnifico traguardo... è passato un
anno dal giorno in cui questi gioiellini
ci hanno seguito con costanza e perseveranza e finalmente eccoli accompagnati dai loro capi sestiglia davanti ad
un capo per poter recitare la promessa
e divenire un lupetto a tutti gli effetti!
Tra momenti di emozione, sorrisi e
scatti di digitale per ricordare questa
bellissima esperienza, tutti hanno fatto
la promessa, ricevendo il fazzolettone
non più bianco, ma con i colori del
nostro gruppo, la pelliccia e i vari
distintivi da cucire nella camicia.
Dal momento in cui il cucciolo recita
la promessa si impegnerà con onore
nel meritare fiducia, agendo con competenza, vivendo con coerenza, impegnandosi nella testimonianza e soprattutto seguendo la via della lealtà!
Essere lupetto significa essere fedeli
agli impegni presi, a Dio e al mondo,
essere autentici e cioè essere fedeli a se
stessi e ai propri valori, essere capaci
di prendere posizione.
Ricordando una famosa frase del filosofo Kant: “Il cielo stellato sopra di
me e la legge morale in me” si può
dare una spiegazione al perché sia noi
come capi, sia i bambini hanno aderito alla famiglia scout... Allora è quel
cielo stellato che ti accompagna
durante il sentiero, nel percorso della
tua pista, a farti luce quando ti sei
smarrito, quando devi orientarti, ed è
la legge morale il vero motivo che ti
spinge a dire: voglio servire Dio
essendo scout.
Durante il corso della vita ogni uomo
riceve una forma di vocazione per
vivere vicino al Padre, evidentemente
i nostri lupetti lo sono stati mediante
la voce della silenziosa natura, il crepitare del fuoco, il fruscio del vento
tra le fronde degli alberi, la pioggia
che ti appesantisce lo zaino nelle lunghe salite e lo spirito di accomodamento e di avventura!
Un cucciolo di lupo è pronto per la
promessa quando ha imparato il valore e il significato della legge e della
promessa, rispettandole per tutta la
vita e acquistando il giorno stesso
della promessa la prima preda: “il
lupo della legge”. Dal momento successivo alla promessa i lupi cacciano
con il resto del branco percorrendo la
pista che rappresenta la crescita delle
loro capacità. Lungo e sicuramente un
po’ tortuoso sarà questo percorso per
poter arrivare al giorno della
Partenza... Il mio sogno è quello di
poter vedere questi nuovi lupetti che
hanno condiviso insieme a me le
prime esperienze di scoutismo, divenire uomini e donne della partenza e
seguirli amichevolmente e metodologicamente in questa magnifica esperienza di vita!
Benedetta Anselmo
(Rashka)
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XXII Festa Regionale A.S.A.D.
Un saggio per “integrare”
In alto i bambini della Scuola dell’Infanzia
“Santa Macrina”. In basso i bambini della
Scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù”.
A
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nche quest’anno, il Velodromo
“Paolo Borsellino” di Palermo ha
fatto da scenario alla XXII Festa
Regionale A.S.A.D. (Associazione Sport
Attività Didattiche) - Memorial Luigi
Zarcone presieduta dall’ex mezzofondista azzurro, il prof. Giuseppe Raiti.
La manifestazione, che si è tenuta il 22
maggio scorso, ha visto come protagonisti, ancora una volta, alcuni nostri
piccoli compaesani, alunni degli Istituti
“Santa Macrina” e “Bambino Gesù”,
guidati dalle rispettive insegnanti Anna
Zambito e Ignazia Cangelosi.
Dopo la sfilata iniziale, durante la
quale si è effettuata la premiazione
delle varie scuole, i piccoli atleti, muniti di due bandierine ciascuno, si sono
schierati sul campo creando l’eccezionale coreografia costituita dai cerchi
olimpici e dalla parola “INTEGRARE”. Ha avuto così inizio l’esibizione
sulle note dell’Inno dell’A.S.A.D. a cui
ha fatto seguito il momento dedicato a
“Luigi Zarcone” con l’accensione della
fiamma olimpica da parte del Tedoforo.
La manifestazione ha ripreso il suo
ritmo con il saggio unificato, preparato dal prof. Antonio Laganà sul brano
musicale “Meninos de rua”, durante il
quale i bambini si sono avvalsi del
supporto di due bandierine azzurre. Il
successivo saggio di animazione, preparato sempre dallo stesso docente
sulle note del brano “El Burrito”, è riuscito a coinvolgere anche i genitori
sugli spalti che, animati da grande
entusiasmo, si sono fatti trascinare nel
vortice dell’euforia dei bimbi. Lo spettacolo dei nostri piccoli si è concluso
con il saggio della scuola dell’infanzia
preparato dalla prof.ssa Meritha Shehu
sul brano “Viva l’estate”. Il motivo
musicale, unito al supporto dei braccioli che i bambini hanno indossato per
l’occasione, li ha proiettati in piena
atmosfera estiva e vacanziera. Finita
l’esibizione, il trenino dei bimbi ha
lasciato il campo per raggiungere,
all’esterno, i genitori fieri e orgogliosi
del successo dei piccoli atleti.
Anche quest’anno, la grande manifestazione, oltre a diffondere la pratica
dell’attività motoria tra i giovani –
come ha ricordato il prof. Raiti –, è
riuscita a creare un clima di divertimento ma soprattutto di unione tra i
bambini di tantissime scuole siciliane
rispecchiando benissimo il tema della
giornata: “INTEGRARE”!
Anna Zambito
Mezzojuso
raccontato dai bambini
Una rievocazione storica dell’arrivo a Mezzojuso degli Arbëreshë a seguito dell’invasione turca in Albania.
D
a un’ idea di Suor Michaela Toma
è nata la rappresentazione teatrale:
“MEZZOJUSO TRA STORIA E TRADIZIONI” scritta da Annarosa Tantillo
e Sara Lo Mino e interpretata dai bambini del catechismo della Parrocchia
San Nicolò di Mira. Si tratta di una
rievocazione storica dell’arrivo a
Mezzojuso degli Arbëreshë a seguito
dell’invasione turca in Albania.
Tale progetto nasce dall’esigenza di
far riflettere i piccoli sulla presenza
delle due realtà religiose - culturali,
latina e bizantina, che si fondono
all’interno della nostra comunità.
Attraverso il racconto del nonno al
nipote si intrecciano storie popolari
riguardanti le nostre ricche provenienze e tradizioni vive ancora oggi…
Nel pomeriggio, i bambini giocano a
“mazza e pintureddu” davanti una casa
tipica. L’evento scatenante è il suono
delle campane del SS.mo Crocifisso
che portano Toni (Domenico Petta) a
chiedere a nonno Ciccio (Vincenzo
Como) di raccontare il significato
dell’”appizzatina ru paliu”. Il nonno rievoca l’arrivo degli Arbëreshë a
Mezzojuso, che hanno portato allo sposalizio tra cultura siciliana e albanese,
simboleggiato dal matrimonio tra Betta
(Fabiana Bisulca) e Dhimiter (Giovanni
D’Orsa) alla presenza dei cumpari
Gjergij (Domenico Schirò) e cummari
Rosa (Annarita Cuccia). La storia continua rievocando la nostalgia degli albanesi di Sicilia attraverso O e bukura
moree, il miracolo della Resurrezione
di Lazzaro ne O mirë mbrëma e la raccolta delle uova rosse per la Domenica
di Pasqua. La rappresentazione si conclude con la gente che si reca alla “chiusura ra vara ru SS.mu Crucifissu”, la
recita del rosario e l’acclamazione
devozionale” evviva la Misericordia ri
Diu, e chiamamulu sempri spissu: viva
lu SS.mu Crucifissu”.
Un’attenzione particolare è stata dedicata ai canti in albanese: O mburonjë e
Shqipëris, O mirë mbrëma, O e bukura
moree, i quali non sono stati semplice-
Un momento della rappresentazione. In basso Annarita Cuccia in costume albanese.
mente memorizzati dai bambini, ma
sono anche stati studiati nel loro significato e nel loro contesto tradizionale.
I piccoli si sono anche esibiti in un
ballo tipico albanese, curato dalla stessa Suor Michaela e dalla sua conterranea Suor Anna Maria.
Grazie alla collaborazione di Papas
Jani Pecoraro, arciprete della cattedrale di San Demetrio a Piana degli
Albanesi, è stato possibile far indossare agli sposi e ai testimoni i costumi
albanesi di Sicilia.
L’idea di Suor Michaela non ci sembrò
subito di facile realizzazione perché in
lei non c’era piena consapevolezza
delle nostre tradizioni, ma un po’ di
fantasia e di testardaggine ci hanno
fatto superare le difficoltà incontrate e
condotto alla piena realizzazione dell’evento: Sabato 5 Giugno 2010, nel
teatrino delle Suore Basilane.
La scenografia è stata curata da Piera
Cuccia e Domenico Pinnola.
Di seguito si riporta l’elenco di tutti i
bambini che hanno preso parte alla rappresentazione: Vincenzo Como,
Domenico Ilardi, Antonella Corticchia,
Doriana Como, Giovanni D’Orsa,
Luciano Burriesci, Noemi Farini,
Giulia Farini, Sofia Petta, Silvia Bua,
Fabiana Bisulca, Domenico Schirò,
Domenico
Musacchia,
Teresa
Corticchia, Domenico Petta, Giorgio
D’Orsa, Emanuela Pinnola, Francesco
Corticchia, Nicol Cuccia, Annarita
Cuccia, Emilia Burriesci, Simona
D’Orsa, Graziella Bravatà e Alessandra
Schirò.
Annarosa Tantillo
e
7
C
.
A
UNA GIORNATA UNITARIA DI FESTA
per l’Azione Cattolica Diocesana a Tagliavia e Ficuzza
Un momento dell’incontro a Tagliavia. Sotto i pani con il simbolo di A.C. Accanto foto di gruppo del Presidente e degli Assistenti A.C. e alcuni soci A.C.
Foto di Totò Perniciaro.
D
omenica 27 giugno 2010, al santuario di Tagliavia, dalle ore 9,30
alle ore 12,30, l’Azione Cattolica
Diocesana ha lodato e ringraziato il
Buon Dio, assistita dallo sguardo
materno di Maria SS. del Rosario,
madre di Cristo e madre nostra.
Una festa unitaria non si celebrava,
in diocesi, da molti anni ed è stata
emozionante e inaspettata la gioia che
si percepiva in ognuno di noi, ma
soprattutto nei più anziani, che hanno
riscoperto il valore
dell’appartenenza alla
nostra
associazione ed
in partic o l a r
modo
e
8
nel momento in cui il presidente diocesano ha consegnato loro il “distintivo” dell’associazione in segno di riconoscenza per la costanza e l’assiduità
dell’impegno in associazione.
Dopo la preghiera d’apertura, che si è
svolta in rito bizantino, i ragazzi e i
giovani hanno socializzato tessendo
rapporti d’amicizia, creando una
“Rete” o una” Ragnatela”, non per
imprigionare e/o catturare ma per creare legami e rapporti di appartenenza
fondati sull’Amore e l’Amicizia, grazie alla dinamica del gioco scelto dagli
educatori (tanti gomitoli di lana variopinti che lanciati inglobavano i partecipanti nella “Rete”) si è voluto rendere visibile il legame associativo, che ci unisce a livello locale e nazionale, ciascuno con il
proprio ruolo e il proprio carisma. Gli adulti hanno avuto
modo di socializzare con i
partecipanti dei vari
paesi, oltre ai soci
erano presenti tanti
simpatizzanti e i
genitori
che
hanno accompagnato i loro figli, prendendo parte alla festa.
Questa giornata di festa ci ha fatto
cogliere l’importanza del nostro “Si”
ed ha riacceso il desiderio e la
Speranza di veder concretizzati nuovi
rapporti di condivisione e Comunione,
evidenziati nel saluto del presidente,
nella riflessione dell’assistente unitario: papàs Elefterio Schiadà e nell’omelia dell’assistente dell’A.C.R.
don Mario Bellanca.
Al termine della Liturgia Eucaristica,
concelebrata in rito Romano, gli assistenti hanno distribuito dei panini
benedetti, dove era raffigurato il simbolo dell’A.C. preparati a cura della
presidenza diocesana, segno evidente
di condivisione con l’assemblea liturgica, partecipata da altri fedeli del
luogo e dalle tante famiglie dei ragazzi che hanno voluto condividere con
l’associazione questo particolare giorno di festa.
La festa è continuata al bosco di
Ficuzza, dove ci hanno raggiunto gli
assistenti parrocchiali: don Enzo
Cosentino e don Porfilio Traficanti;
C
.
I
.
abbiamo mangiato insieme condividendo i tanti dolci preparati con tanto
amore dai genitori e dai soci adulti dalle
associazioni parrocchiali di Contessa
Entellina, Piana Degli Albanesi,
Mezzojuso e Santa Cristina Gela.
In quel momento il mio pensiero è
andato agli amici di Palazzo Adriano
assenti, a loro rivolgo il saluto di tutta
l’associazione e il grazie per il loro
servizio reso negli anni, con l’augurio
di ritrovarci al più presto a condividere le nostre speranze e il desiderio di
rinnovare la nostra appartenenza
all’unica Chiesa fondata sull’insegnamento di Cristo.
La grande caccia al tesoro dell’A.C.R.
e dei giovani ha messo in relazione
tutti i presenti, perché è stato previsto
un coinvolgimento ed un apporto di
competenza anche degli adulti, che si
sono messi in gioco ben volentieri.
I ragazzi e i giovani sono stati la nota
più vivace e allegra della giornata
dimostrando di sapersi divertire in
modo sano e di saper condividere
momenti di festa con i meno giovani,
con gesti spontanei e solidali.
A conclusione della giornata, dopo la
preghiera conclusiva, ci si è dato
appuntamento per il campo estivo
A.C.R. e Giovani con l’impegno ad
organizzare altre occasioni di incontri
unitari, creando possibilmente relazioni e reti di famiglie a livello parrocchiale e diocesano, affinché si possa
sperimentare al loro interno la fatica e,
al tempo stesso, la bellezza di essere
una grande “famiglia di famiglie”,
caratterizzata da uno stile di unitarietà
e di laicità, fare esperienza e divenire
autentici soggetti di evangelizzazione.
A chiusura di questo primo anno da
presidente al servizio di questa associazione diocesana voglio rivolgere un
grazie particolare e sentito:
agli educatori: senza il loro prezioso
servizio l’associazione sarebbe destinata a scomparire! Grazie a Dio in
questi ultimi anni il loro impegno,
costante e gratuito, è stato benedetto
ed hanno saputo trasmettere l’amore
per la nostra associazione e per la
Chiesa;
ai ragazzi e ai giovani: come tutti i
soci, nei loro incontri formativi hanno
riscoperto il valore della Chiesa da
amare ogni giorno nella sua realtà
positiva e da migliorare, con il servizio
e la testimonianza, per colmare quei
difetti che permangono, partecipando
attivamente alle varie iniziative proposte, testimoniando la nostra Fede;
agli adulti, con la scelta associativa, ci
educano ad uscire dall’individualismo
e insieme ai soci più anziani, memoria
storica della nostra amata A.C., ci
incoraggiano nelle varie iniziative e ci
sostengono con la preghiera;
agli assistenti: con la loro guida spirituale, ci incoraggiano ad operare in
comunione con la Chiesa e nella Chiesa,
a partire proprio dalla nostra comunità,
dove siamo chiamati a metterci in gioco
concretamente e umilmente;
al vescovo: ha sempre concretamente
sostenuto l’associazione e le iniziative
proposte per favorire la crescita di un
laicato maturo nella fede, avvalendosi
sempre del contributo che i nostri soci
hanno potuto dare a questa Chiesa
particolare;
a quanti, pur non aderendo all’associazione, hanno sempre avuto fiducia
in noi, collaborando e promuovendo
la nostra azione.
Invitando ad intraprendere con noi
quanti con coraggio e lungimiranza
vorranno unirsi e collaborare per una
pastorale familiare ed unitaria, vi saluto con fraterna amicizia.
Salvatore Perniciaro
Presidente dell’Azione Cattolica
Diocesana
e
9
DOPO LA VISIONE
DEL FILM
IL CINEFORUM A MEZZOJUSO
di Pino Di Miceli
Alcune locandine di film proiettati.
I
e
10
l corteo, secondo una bella tradizione, si accinge a percorrere metà ru
paisi. Il dialogo canoro dei papades e
gli abitini delle confraternite danno un
mediterraneo tocco barocco a coloro
che, per esternare l’ultimo saluto a
papàs Masi, lo accompagnano fin
lassù, quasi ai piedi della Brigna. Ed è
proprio lì, all’inizio della mulattiera
che sale ripida sulla nostra montagna
sacra, che i pensieri mi riportano
indietro nel tempo. Ad un pomeriggio
d’agosto del 1972.
Conclusa la preghiera alla Madonna
dell’Udienza, si scendeva tra amici
discutendo del più e del meno: tra gli
argomenti, le fatiche accademiche del
papàs prima della laurea e gli interessi culturali dei giovani. “Che ne direste se organizzassimo un cineforum?”
Il cineforum! Proprio quello immortalato da Villaggio nel suo Fantozzi!
E a gennaio del 1973 si comincia.
Quando inizia l’attività del cineforum,
non sono molte le occasioni di aggregazione cultural-giovanile a Mezzojuso.
Da più di un anno si è conclusa l’intensissima ma breve vita del Club
Manzoni, nato da una “fronda” in seno
ai frequentatori dell’oratorio San
Domenico Savio. La sua preistoria si
può leggere tra le righe di alcuni articoli pubblicati su “Eco della Brigna”
degli anni 68-69. Le molte occasioni di
dibattito offerte dal club contribuiscono a creare quella consapevolezza dell’identità giovanile di cui sono carichi
il Sessantotto e il decennio successivo.
La Pro Loco, nata nel 1970, sembra
inizialmente concentrata sulla valorizzazione del Mastro di Campo in chiave turistica. L’Unione Sportiva organizza tornei estivi, anche se si accinge
a partecipare alla terza categoria del
calcio dilettantistico.
Qualche mostra di pittura e qualche
festa del papà/mamma sono le uniche
occasioni di incontro che vadano oltre
le feste patronali e oltre le settimanali
riunioni per i soci di Azione Cattolica.
Dal punto di vista cinematografico, un
posto privilegiato detengono ancora le
feste religiose, con le quali si riesce a
proiettare in piazza più di dieci film
all’anno. Si tratta di film scelti secondo i gusti dei componenti dei vari
comitati: in genere western, polizieschi, sentimentali. Vengono proiettati
due film a serata. Il secondo è quasi
sempre “leggero”, un film comico o
un musicarello.
La locale sala cinematografica “Silvio
Pellico”, prima della lunga agonia che
avrà tra la fine degli anni settanta e il
decennio successivo, è frequentata
quasi esclusivamente da un pubblico
maschile.
Nei collegi religiosi e per i soci
dell’Azione Cattolica vengono proiettati senza una programmazione film ad
“aspirazione” moralistico-religiosa.
Nel salone del monastero basiliano, da
poco ristrutturato dal professore e architetto Rubino, il 4 gennaio 1973, alle ore
15,30, ha luogo dunque il primo cineforum. Viene proiettato il film Così bella,
così dolce, del regista francese Robert
Bresson, con Dominique Sanda.
E’ in verità un numero zero, che serve
a tastare il terreno e a rodare l’organizzazione. I cicli veri e propri inizieranno nell’autunno del 1973 e dureranno
fino alla primavera del 1978.
Ci si avvale di un proiettore a 16 mm.
di proprietà del monastero basiliano.
Cineoperatore è padre Samuele
Cuttitta. Le pellicole - con un costo
che varia dalle dieci alle quindici mila
lire - vengono noleggiate dalle Paoline
di Palermo ed appartengono al catalogo della San Paolo Film, leader incontrastata nella distribuzione di pellicole
a passo ridotto. L’ingresso è ad offerta
libera. Papàs Masi, che segue il lavoro
con discrezione ma nello stesso tempo
con meticolosità, copre le spese in
caso di non raggiungimento del costo
del noleggio.
L’iniziativa vede come organizzatori
un gruppo di studenti (delle superiori
e universitari) che gravita attorno alla
parrocchia di San Nicola, ufficialmente Azione Cattolica “Silvio Pellico”. I
film vengono scelti in gruppo. Non
mancano i fisiologici contrasti tra chi
intende proiettare film di forte impatto col pubblico, chi propone opere
magari non di cassetta ma di indubbio
valore estetico e chi opta per opere
che siano di sicuro stimolo per l’avvio
del dibattito finale.
Il dibattito sarà infatti la croce e la delizia del cineforum di Mezzojuso, come
di tutti i cineforum. La proiezione del
film è introdotta da uno dei giovani
organizzatori, il quale propone delle
piste di lettura, sia per il versante contenutistico che per quello formale. Alla
fine ha luogo il dibattito, moderato da
un giovane o da papàs Masi stesso. Il
quale iniziava col fatidico “Dopo la
visione di questo film…”.
Un’analisi a caldo dell’esperienza si
può leggere nel mio Tre anni di
Cineforum, pubblicato su “Eco della
Brigna”, prima serie, del maggio 1975.
Il dibattito è una vera mina vagante. A
volte non decolla, a volte decolla e
non sai dove andrà a parare; a volte si
mantiene sul formale, a volte si
infiamma subito, con alcuni costanti
dualismi: religione-laicità, modernità-
tradizione, giovani-adulti.
La “palestra” funziona. I cicli si susseguono con il ritmo di due all’anno:
uno in autunno e l’altro in inverno;
con cadenza quasi quindicinale e proiezioni domenicali. Alla fine si potranno contare più di 40 film proiettati. La
sala - duecento posti a sedere - è spesso stracolma di persone, in massima
parte giovani di ambo i sessi.
Grazie al cineforum è possibile conoscere e far conoscere registi altrimenti
ignorati (Bunuel, Fellini, Scola,
Cavani, Zurlini, Bresson, Kazan, ecc.),
assistere alla proiezione andando oltre
la semplice trama ed aggregare persone attorno ad un prodotto culturale.
Col passare degli anni anche l’organizzazione si va trasformando. Già la stagione 1974-75 viene organizzata assieme ai giovani della parrocchia Maria
Annunziata (ACI “Cristo Re”). Mentre
quella 75-76 dal cosiddetto “Gruppo
Giovanile Interparrocchiale”: in pratica le stesse persone (con qualche defezione e/o aggiunta).
Nell’autunno del 1976 e fino alla primavera del 1978 il cineforum torna ad
essere organizzato dalla parrocchia di
San Nicola.
Come mai? Succede semplicemente
che negli anni si accavallano vicende
di costituzione e ricostituzione di
gruppi giovanili con tutte le relative
motivazioni e ricadute.
Adesso sembra quasi tutto fisiologico,
ma negli anni Settanta irrigidimenti
personali da un lato e sfilacciamenti di
gruppi dall’altro sono in grado di dare
“serie mazzate” all’impegno personale dei singoli.
Perché si esaurisce l’esperienza del
cineforum a Mezzojuso? Certo, le
vicende a cui ho appena accennato
influiscono in misura non indifferente
e potrebbero diventare argomento di
un altro articolo. Ma, secondo me, vi
furono anche fattori esterni.
Uno dei collanti del cineforum era
dato dalla possibilità di aggregare per
discutere. E in questo senso, dopo
qualche anno dall’inizio del cineforum, a Mezzojuso nascono molte altre
occasioni di aggregazione, sia all’interno delle parrocchie (conferenze,
dibattiti, convegni, teatro), sia in
ambiente “laico”: l’Unione Sportiva
disputa la Terza Categoria, la Pro
Loco organizza mostre di pittura e di
fotografia, il Centro di Lettura non si
limita più al prestito di libri, nel 1974
inizia l’attività del Parco Giochi
Robinson, nel 1976 viene riaperta al
pubblico la biblioteca comunale.
Negli stessi anni aumenta a dismisura
la popolazione studentesca anche a
Mezzojuso e molti aderiscono ai vari
gruppi più o meno politicizzati sorti
nel capoluogo. Una caratteristica di
quegli anni è l’adesione di moltissimi
componenti dei gruppi giovanili cattolici locali alle iniziative di cui sopra:
senza preconcetti steccati.
In secondo luogo, forse negli anni bisognava rivedere la formula. Già dal
secondo ciclo, a onore del vero, i
moderatori trascorrevano il sabato a
studiare la “scheda filmografica” che
accompagnava la pellicola e ad assistere in anteprima al film che avrebbero
proiettato l’indomani. Ma non bastava.
Si era a corto di competenze in ambito
cinematografico e quelle minime che
avevamo erano raggiunte col fai da te.
Forse ancora bisognava scegliere i
film per temi o per registi in modo da
diffondere una vera cultura cinematografica e offrire alla comunità non
un’occasione-monopolio di aggregazione ma una possibilità a cui aderire
per libera scelta.
Ai film proiettati nell’ultima tornata
(inizio del 1978) seguirà raramente il
dibattito. Si era conclusa un’esperienza.
Negli anni seguenti alcuni di quei giovani continueranno a lavorare nella parrocchia di appartenenza, magari in altri
Una locandina del Cineforum.
Il catalogo della Sampaolo film del 1973.
ambiti (catechesi, formazione), mentre
dal punto di vista artistico-culturale si
impegneranno, con altri, ad aprire altre
porte, in primis quella del teatro.
Ma questa è un’altra storia.
Dedico questo scritto alla memoria di
papàs Francesco Masi. Avevo in
animo un articolo sull’esperienza del
cineforum a Mezzojuso. Stavo raccogliendo materiali, appunti, date, titoli,
quando è venuto a mancare il nostro
papàs. Ho accelerato le operazioni
affinché potesse uscire quanto prima.
Altri scriveranno su altri aspetti dell’attività di papàs Masi. Io mi sono
soffermato su un tratto di strada - non
il solo - percorso assieme, su un’attività che ho vissuto in primissima persona e che mi ha fatto sperimentare la
disponibilità fattiva di papàs Masi
allorquando si trovava davanti a persone altrettanto desiderose di fare.
Con il cineforum si incontrarono due
energie positive, come si dice con linguaggio odierno: quella di un prete e
quella di alcuni giovani che intendevano aggregarsi/aggregare, offrire stimoli culturali alla comunità, coltivare
e verificare valori e idee.
Era un’attività culturale senz’altro, ma
aveva anche una valenza pastorale, di
quella pastorale non per i giovani ma
dei giovani e con i giovani. Ci aiutò ad
“affrontare” un prodotto culturale, a
discutere, a gestire autonomamente
tutte le diverse fasi di ogni iniziativa e
ci diede solide basi su cui poggiare in
avvenire i nostri grandi/piccoli impegni in società.
Quella “testa alta”, quella “schiena
diritta” di parte della nostra generazione nasceranno senz’altro grazie allo
spirito dei tempi, ma l’autonomia di
pensiero crebbe in noi anche grazie a
tutte le esperienze di cui sopra: in tutto
ciò le parrocchie di Mezzojuso non
ebbero un ruolo marginale.
e
11
E COSÌ AFFONDÒ
L’
UTOPIA
DEI MEZZOJUSARI
di Roberto Lopes
N
e
12
el censimento del 1881, Mezzojuso contava 7683 abitanti, naturalmente erano compresi gli abitanti di Campofelice di Fitalia
che allora era frazione del nostro paese.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel periodo compreso fra il 1882 e il 1915 da Mezzojuso sono partiti 6157 persone. Intanto
nel censimento del 1901 la popolazione era scesa a 6235 abitanti e nel
1911 a 5841. Gli anni cruciali per l’emigrazione di questo periodo sono
sicuramente il 1897 che vide la partenza di 710 mezzojusari e nell’anno successivo partirono 678 persone. In soli due anni 1388 abitanti
abbandonarono Mezzojuso.
Come si sa, l’emigrazione è un fenomeno molto importante e per tale
ragione è molto studiato dagli storici e dai studiosi di geografia perché consente di comprendere questioni quali l’identità, l’integrazione,
lo scambio di culture e di informazioni. Non è certo questa la sede e
il momento per approfondire la questione. Mi limiterò a raccontare un
fatto che ha coinvolto una ventina di mezzojusari i quali hanno offerto il loro tributo perché altri potessero migliorare le proprie condizioni di vita. La storia che intendo raccontarvi è accaduta nel 1891, proprio negli anni di massima espansione del flusso migratorio che ha
riguardato gli abitanti di Mezzojuso alla fine dell’Ottocento.
Era l’anno in cui si verificarono i famosi fasci dei lavoratori che furono repressi con la forza dal “nostro” corregionale primo ministro,
Francesco Crispi. Anche a Mezzojuso si era costituito un fascio dei
lavoratori, di cui parleremo in un prossimo articolo, e le condizioni di
vita dei mezzojusari, come del resto di tutto il meridione, non erano di
certo allettanti. Si stava male, si guadagnava poco e non sempre si riusciva ad arrivare ad agosto a pagare i vari affitti dei terreni.
Molto spesso da parte di molti contadini si era costretti a chiedere un
prestito di frumento al proprio padrone, proprietario terriero, talora già
nei mesi primaverili, un prestito che veniva poi pagato il doppio.
E così facendo, al tempo del nuovo raccolto, il triste contadino aveva
già prosciugato tutto il guadagno di un anno, ancora prima che l’anno
fosse iniziato.
Il viaggio in America era l’utopia che si sarebbe concretizzata per
questi poveri disgraziati.
Il dodici marzo del 1891 il
tempo non era affatto
bello. Dopo cinque giorni
di navigazione, a sera
tarda arrivò a Gibilterra ed
entrò nel porto. In questo
inferno, col buio che impediva la visibilità delle altre
presenze in mare, soprattutto navi da guerra,
l’Utopia, per una falsa
manovra, urtando con la
corazzata inglese Anson,
riporta un grande squarcio
di circa dieci metri sulla
mezzeria e cola a picco.
na qualche giorno, ripresero la rotta
per Nuova Iorca.
Dei mezzojusari morti nel naufragio
abbiamo notizia dagli atti di morte
registrati nel comune di Mezzojuso su
comunicazione del missionario apostolico Giuseppe Dotto Sacovello, parroco della Chiesa di Santa Maria coronata nei Cieli nella città di Gibilterra.
Essi risultano essere i seguenti:
Non parliamo degli sciacalli degli
agenti dell’emigrazione che speculavano e lucravano sulle disgrazie di
questi sventurati, parliamo invece del
viaggio che questi uomini erano
costretti ad affrontare con grave
rischio per la propria persona.
Infatti si poteva morire per una malattia contratta durante i famosi viaggi in
terza classe, i soli luoghi consentiti e
occupati dagli emigranti, dove, per il
sovraffollamento, si rischiava di morire per mancanza d’aria; si poteva
venire derubati o anche morire prima
di arrivare al porto d’imbarco per
mano di delinquenti e ladri senza scrupoli; poteva capitare il caso di non trovare la nave per cui già si erano venduti i propri beni e acquistato da truffatori il biglietto per il viaggio; si
poteva anche essere portati in un
luogo che nessuno aveva scelto ma
che conveniva all’armatore o al capitano della nave, ed è capitato tante
volte che si sapeva di andare a Nuova
Iorca e ci si ritrovava invece nelle
coste del Brasile; altre volte capitava
che si dovesse tornare indietro perché
la nave non aveva l’autorizzazione a
sbarcare per casi di epidemie; si poteva rischiare di morire in un naufragio
come è capitato ai poveri passeggeri
della nave Utopia.
Questa nave a vapore, costruita nel
1874, di 2731 tonnellate, era di proprietà dell’Anchor Line di Glasgow.
Partita da Trieste con ventidue passeggeri a bordo, tutti adulti, aveva fatto
scalo a Messina per imbarcare 7 passeggeri. Altri 57 speranzosi di trovare
fortuna nel nuovo mondo li imbarcò
nel porto di Palermo ed erano soprattutto del circondario di Termini
Imerese, di cui faceva parte anche
Mezzojuso. Partito da Palermo il piroscafo si diresse a Napoli, uno dei porti
più importanti d’Italia in quel periodo,
dove imbarcò il grosso dei viaggiato-
ri: 727 uomini e donne, provenienti
dalle regioni centro meridionali:
Campania, Basilicata, Puglia, Molise,
Abruzzo, Lazio.
In tutto gli emigranti erano 813 di cui
661 uomini, 85 donne, 55 ragazzi, 12
poppanti. I membri dell’equipaggio al
comando del capitano John Mac
Keague erano 68.
Era il dodici marzo del 1891 e il
tempo non era affatto bello. Dopo cinque giorni di navigazione, il 17 marzo,
l’Utopia a sera tarda arrivò a
Gibilterra ed entrò nel porto, sotto
vapore, a mezza velocità, con un mare
in forte tempesta che non si vedeva a
un passo. In questo inferno, col buio
che impediva la visibilità delle altre
presenze in mare, soprattutto navi da
guerra, l’Utopia, per una falsa manovra, urtò con la corazzata inglese
Anson, riportando un grande squarcio
di circa dieci metri sulla mezzeria.
A questo punto fu dato l’allarme, le
altre navi presenti accesero i fanali
cercando di illuminare la zona dell’impatto, gettando in mare le scialuppe di salvataggio; a terra ci fu subito
grande eccitazione e confusione. Le
grida dei naufraghi erano altissime ma
sporcate dal mare grosso. Nel frattempo non pochi si gettavano in mare cercando di salvare qualche amico o
parente che già era caduto in acqua. Si
assistette a scene terribili riportate
dalle cronache giornalistiche, di cui
daremo ampia informazione prossimamente.
Alla fine, secondo L’Illustrazione
Italiana, i morti furono 642, compresi
alcuni coraggiosi marinai inglesi che
perirono per salvare i naufraghi; altre
fonti parlano di 550, altre ancora di
562 o di 576. Le cifre sono discordanti. I salvati furono 294 di cui 137 tornarono a Napoli con la nave Assiria e
furono alloggiati nelle locande a spese
della stato italiano. Ma altri 153, appe-
Bausano Francesco di anni 41
Burriesci Francesco di anni 24
Burriesci Maria
di anni 5
Burriesci Vincenzo di anni 7
Chetta Giuseppe
di mesi 7
Chetta Giuseppe
di anni 51
Di Miceli Ciro
di anni 23
Figlia Rosa
di anni 42
La Gattuta Antonina di anni 35
Maddi Nicolina
di anni 8
Mistretta Dario
di anni 7
Mistretta Provvidenza di anni 1
Prossimamente riferirò di molti altri
particolari che riguardano i morti dei
mezzojusari coinvolti nel naufragio di
Utopia, che non è conosciuta al pari di
altre più famose tragedie del mare
come il Titanic, l’Andrea Doria o il
Sirio ma che testimoniano del tributo
tragico, pesante e doloroso dato alla
ricerca di una vita più fortunata. E
Mezzojuso ha avuto i suoi morti che,
oggi, i suoi abitanti forse non conoscono perché non esiste una lapide, una
via, una istituzione che ricordi la morte
prematura di Dario, di Provvidenza, di
Maria, di Vincenzo, di Giuseppe, di
Nicolina: vittime innocenti di una terra
che ha costretto i suoi figli a svendersi
a buon mercato ed a morire tra i flutti
spietati dell’oceano atlantico alla ricerca di una nuova vita.
e
13
MEMORIE
di gente comune
Vincenzo Pinnola il “nonno” di Mezzojuso
di Concetta Lala
P
ochi giorni fa il
nostro compaesano
Vincenzo Pinnola ha
festeggiato 100 anni, e
abbiamo voluto condividere con lui i
ricordi di una vita lunga e intensa.
La sua storia comincia a Mezzojuso
nel 1910. Vincenzo lavorava in campagna, precisamente faceva l'ortolano
in contrada Nocilla; questo gli ha permesso di non dover cercare fortuna
e
14
altrove, come tanti, partiti alla ricerca
di un futuro migliore, perciò non si è
mai spostato da Mezzojuso se non
sporadicamente, come ad esempio in
occasione del servizio militare.
Giovane prende in sposa Carmela e dal
loro matrimonio nascono ben otto figli
che gli daranno ventidue nipoti. Una
vita non facile ma semplice certo con
poche comodità, fatta di molti sacrifici
per garantire un futuro dignitoso alla
sua famiglia; ma il lavoro però “non lo
spaventava” anzi era lui stesso a speri-
mentare tecniche e cure per le sue
piante, tanto da essersi guadagnato
l'appellativo di “scienziato” come lo
definiva amichevolmente il dott. Masi.
Ci racconta di non aver fatto neppure
nessuna delle guerre, ma seppure
“senza uscire dalla porta conoscere il
mondo”. Fu molta, la sua sofferenza
(d’animo) in quei periodi per quello
che l’Italia attraversava. Lui si definisce un amante della Patria, riferendosi, però, ai valori di un tempo, del suo
tempo, molto diversi, dice, rispetto
IL CIRCOLO
DEI COMBATTENTI
agli attuali. Oggi è molto deluso dalla
“dispersione” che invade in ogni
modo ogni cosa.
Lo ascoltiamo attentamente, pur non
potendo realmente fare un confronto tra
prima ed ora, vista la nostra età, ma cercando di avvicinarci il più possibile;
gustando le sue parole una per una;
interiorizzando i forti valori che lui
prova e sperando che quei racconti
quasi non finissero mai, perchè questa
per noi è la storia della gente comune, il
retrofaccia di quella intesa come (grande) storia; e pensiamo che ogni cosa,
per essere tale, deve essere raccontata a
qualcuno. In quei momenti i nostri
occhi hanno guardato al passato annullando quello che oggi hanno davanti e
la nostra mente ha viaggiato nel tempo,
in un tempo molto lontano che per
nonno Vincenzo non è mai passato.
Della sua vita si mostra molto contento
e soddisfatto ma ci dice pure di aver
un grande rimpianto: quello di non aver
potuto proseguire gli studi. Ha, infatti,
conseguito la 5° elementare ed avrebbe
continuato, dietro consiglio del prof.
Cavadi, ma a causa della “spagnola”
dovette abbandonare il suo sogno.
La sua passione è stata ed è quella di
scrivere poesie su ogni tipo di argomento: dal matrimonio alla politica;
dal circolo dei combattenti al terremoto. Il linguaggio usato è semplice ma
molto attento ed appropriato.
Chiediamo, infine, se esiste un segreto per conservarsi così bene... e ci
viene risposto che “è importante
allontanare i vizi e condurre una vita
precisa e moderata su tutto”.
La cosa più bella che ci è rimasta è
quella di aver trovato nel nostro
Vincenzo ciò che i libri non dicono,
perchè “Storia non è solo quella conservata negli annali del sangue e della
forza; bensì quella legata al luogo,
all’ambiente fisico e umano in cui ciascuno di noi è stato educato. Storia è il
gesto con cui s’intride il pane nella
madia o si falcia il grano; storia è un
nomignolo fulmineo, l’inflessione di
una voce, la sagoma d’una tegola, il
ritornello di una canzone...”.
Alcuni momenti dei festeggiamenti per il 100°
compleanno. In alto foto di gruppo con i familiari, in basso il Sindaco Nicola Cannizzaro
consegna a nonno Vincenzo una medaglia e una
targa ricordo. Foto di Vincenzo Ilardi.
Nella piazza di Mezzojuso
c’è un locale semi chiuso
è il circolo dei combattenti
dove i soci sono assenti
Sono completamente anziani
ed a tutti tremano le mani
se si fà un’intervista
tutti soffrono con la vista
Ognuno è stato combattente
in Europa, in Africa ed in Oriente
hanno combattuto la grande guerra
contro la Russia e l’Inghilterra
Si son mostrati valorosi
ora combattono con l’artrosi
sono tutti della terza età
e tutti soffrono in quantità
C’è chi patisce il mal di schiena
e chi si tormenta col ginocchio
e tutti esclamano a malapena:
stanotte non ho chiuso occhio!
Pinnola Vincenzo
e
15
Il Mastro di Campo
...a fumetti
Presentato al Castello di Mezzojuso l’ultimo lavoro di Salvatore Bisulca
di Francesca Brancato
D
omenica 20 giugno,
alle ore 18.00, per
alcune vie del paese un
insolito ritmo di tamburo
ricorda l’appuntamento con la presentazione del libro di Salvatore Bisulca
“Mastro di Campo - fumetto”.
Avviandosi verso il Castello,
dove si svolgerà la
presenta-
e
16
zione, il ritmo del tamburo funziona da
richiamo per i bambini, i ragazzi e le
persone adulte. Al Castello, il salone si
riempie di mezzojusari di tutte le generazioni, numerosi anche gli amici dell’autore provenienti dai paesi limitrofi.
Alla presentazione hanno partecipato
in qualità di relatori: Biagio Bonanno
e Cesare Di Grigoli della Pro Loco di
Mezzojuso; Salvatore Giardina e
Giuseppe Muscaglione in qualità di
rappresentanti degli sponsor del
fumetto; Annalisa Bua; Vincenzo La
Barbera dell’Associazione il Tempo
nella Memoria di Salvatore Bisulca.
Erano inoltre presenti Nicola
Cannizzaro sindaco di Mezzojuso,
Giovanni Avanti, presidente della
Provincia Regionale di Palermo e
l’autore del libro, Salvatore Bisulca.
Salvatore Bisulca è alla sua seconda
pubblicazione sul tema de Il Mastro
di Campo; la prima pubblicazione
è del 2004 “Il Mastro di Campo:
eterna e magica passione” ed ora
nel 2010 il Mastro di Campo fumetto.
L’autore è un cultore del
Mastro di Campo e nel passato ha realizzato anche
diverse mostre fotografi-
che sul tipico carnevale di Mezzojuso
e mostre di costumi del Mastro di
Campo.
Il fumetto è stato realizzato dalla Pro
Loco di Mezzojuso, dalla Associazione
il Tempo nella memoria di Salvatore
Bisulca e finanziato esclusivamente
grazie agli sponsor, cioè con i contributi spontanei versati da privati. Grazie a
tali sponsor è stato possibile realizzare
la stampa e la distribuzione del fumetto.
Il volumetto è stato stampato in 2000
copie: circa 1000 destinate alla distribuzione in paese e 1000 da inviare con il
nostro Eco della Brigna ai compaesani
residenti fuori.
Durante la presentazione vari relatori
hanno fatto notare che a Mezzojuso è
stata la prima volta che si intraprende
una simile iniziativa: realizzare interamente un libro con il finanziamento di
sponsor privati. All’autore giungono i
complimenti per l’idea e per l’impresa
ben riuscita anche se ardua. Salvatore a
sua volta racconta che la generosità
degli sponsor è andata oltre le aspettative e molte sono state le persone che
avrebbero voluto aderire all’iniziativa,
ringraziando tutti per la collaborazione.
Il fumetto è stato realizzato con le
fotografie dell’edizione del Mastro di
Nella pagina accanto, il tavolo con i relatori, sopra la sala gremita di pubblico, sotto l’autore.
Foto di Danilo Figlia.
Campo dei bambini dell’anno 2004, le
foto sono state rielaborate al computer
da Salvatore ed il figlio Alessandro, i
testi sono di Salvatore e di Annalisa
Bua. Diversi sono stati gli amici dell’autore che hanno collaborato con lui
per la realizzazione del fumetto. I testi
del fumetto sono nel dialetto usato nella
nostra comunità, la trascrizione delle
battute non è di tipo fonetica ma usa un
registro piuttosto colloquiale, proprio
per rendere l’immediatezza delle battute, come se ci trovassimo direttamente
in piazza al momento della pantomima.
A parlare sono esclusivamente gli spettatori e mai i personaggi.
La pubblicazione oltre a dare un testo
immediato della rappresentazione del
Mastro di Campo, quindi in un certo
senso presentandosi come una versione soft della pantomima - così l’autore ha definito la sua opera - vuole
ripercorrere un po’ di storia della rappresentazione carnevalesca. A tale proposito, alla fine del fumetto, vi sono due
sezioni, la prima dedicata a coloro che
hanno contribuito a mantenere viva la
maschera del Mastro di Campo nel
corso degli anni con le loro interpretazioni dei personaggi: Francesco Albero,
Giuseppe Barone, Paolo Barone,
Agostino Di Miceli, Salvatore
Muscaglione, Andrea Rao, Felice
Sant’Angelo,
Nunzio
Terrano,
Giuseppe Valenti. Durante la presentazione del libro, mentre Salvatore dedi-
cava il fumetto alle persone sopraelencate, “storici interpreti” della pantomima ormai tutti scomparsi, fra il grande
applauso del pubblico, si potevano
scorgere alcuni parenti commossi nel
ricordo dei propri cari. La seconda
sezione riguarda la lista di tutti coloro
che hanno interpretato la maschera del
Mastro di Campo dai primi del ‘900
ad oggi: Salvatore La Gattuta, Nunzio
Terrano, Alfio Corrao, Francesco
Albero, Giuseppe Di Grigoli,
Girolamo La Gattuta, Vincenzo
Sunzeri, Mario Morrone, Francesco
Cosentino, Antony Como, Rosario
Cosentino, Dario Sucato, Giovanni
Tantillo, Francesco Arato.
L’autore con l’aiuto di tutti coloro che
hanno con lui collaborato è riuscito
nell’impresa di pubblicare un volumetto sul Mastro di Campo che è alla
portata di tutti, cioè fruibile da un pubblico di tutte le età.
A conclusione della presentazione del
libro, dopo il saluto del presidente
della provincia Giovanni Avanti,
Salvatore annuncia al pubblico una
sorpresa: trascorsi pochi minuti si
sente il suono del tamburo annunciare
l’arrivo in sala del Mastro di Campo
seguito da capofoforio, due fofori, il
re e la regina con dama e cavaliere,
Garibaldi e due garibaldini. Per circa
mezz’ora il Castello si trasforma nella
piazza con lo svolgimento in una
forma naturalmente abbreviata della
pantomima. Il pubblico presente sia
dentro che fuori la sala applaude per
tutta la mezz’ora e il Mastro di Campo
appaga il suo pubblico entusiasta
prima con la recita del duello, poi con
il rullo ed infine con la caduta.
E’ desiderio dell’autore del libro ringraziare gli interpreti del 20 giugno
2010: re: Antonino Barone, regina:
Martina Cozzo, dama: Maria Chiara Lo
Vico, cavaliere: Francesco Cozzo,
Mastro di Campo: Mario Morrone,
tamburinaio: Francesco Zito , capofoforio: Isidoro Piastra, fofori: Filippo
Premutati e Piero Morales, Garibaldi:
Carlo Magnate, garibaldini: Aurora
Magnate, Ignazio Bisulca. Salvatore
possiede un museo etnoantropologico,
in esso è presente un reparto dedicato al
Mastro di Campo che raccoglie centinaia di foto e i costumi dei personaggi
della pantomima. I costumi usati in
occasione della presentazione sono
infatti di proprietà del Museo “Il tempo
nella memoria di Salvatore Bisulca”.
Il fumetto si colloca come ultimo
lavoro di una serie di iniziative semplici ma sempre molto gradite realizzate da Salvatore nella nostra comunità. Ricordiamo per esempio le altre
pubblicazioni: Pietro Ulmo, poeta di
strada; Mastro di Campo: eterna e
magica passione. Tante sono state le
sue mostre fotografiche sul Carnevale,
sulla musica etc. e le iniziative di
divulgazione del Mastro di Campo di
Mezzojuso fra i Carnevali storici della
Sicilia. Quella di Salvatore per le tradizioni popolari della nostra comunità
in generale e per la tradizione del
Mastro di Campo in particolare è
veramente una incommensurabile passione che ci regala di tanto in tanto
delle perle, come questo fumetto, così
spontanee e per questo così preziose.
e
17
Il PREMIO
BESA
2010
di Pietro Manali* e Nicola Scalici Schirò*
S
e
18
abato 26 giugno le
comunità arbëreshe della provincia di
Palermo, in foltissimo numero, si
sono date appuntamento, in occasione
della consegna del premio BESA
2010, nella prestigiosa sede del
Castello di Mezzojuso che con ogni
probabilità diventerà la sede definitiva
del premio.
Il premio è stato istituito dall’Unione
dei Comuni BESA alla quale, ormai,
aderiscono tutti e cinque i comuni
siculo-arbëreshe. Ogni anno, l’apposito comitato scientifico conferisce il
riconoscimento a personalità che con
la propria attività abbiano significativamente contribuito alla promozione e
alla valorizzazione della comunità
arbëreshe e della sua immagine.
Nella prima edizione il Premio è stato
assegnato a Ismail Kadare, nella
seconda è toccato a Giuseppe Schirò
Di Maggio, uno dei massimi esponenti della letteratura panalbanese contemporanea. Schirò Di Maggio è autore arbëresh poliedrico dal curriculum
amplissimo e dalla fervida creatività,
tra l’altro “… studioso di letteratura,
cultore della lingua materna, strenuo
difensore dei diritti e delle prerogative
della minoranza linguistica arbëreshe
…” come recita la motivazione della
giuria del Premio.
La manifestazione, coordinata da
Matteo Mandalà (Università di
Palermo), è stata ricca di momenti
interessanti.
Dopo i saluti di Nicola Cannizzaro, sindaco di Mezzojuso, e di Massimo Diano,
nuovo presidente dell’Unione dei
Comuni BESA e sindaco di Santa
Cristina Gela, si sono susseguiti gli inter-
venti di Francesco Altimari (Università
di Cosenza) e di Mario Giacomarra
(Università di Palermo), componenti del
comitato scientifico del premio, che
hanno ampiamente ed, approfonditamente motivato la scelta della giuria illustrando il percorso, il valore e le peculiarità dell’opera di GDM.
Successivamente è intervenuto un noto
amico e cittadino onorario delle comunità siculoalbanesi, l’on. Dario Falsone,
attualmente assessore alla provincia di
Palermo, che, avendo sostenuto l’iniziativa, ha confermato i suoi legami
affettivi e culturali con gli arbëreshë
Dopo la premiazione – il premio consiste in un brez d’argento completo –
Schirò Di Maggio ha tenuto una interessantissima lectio magistralis dal titolo Alcuni eventi storici nella percezione
documentata degli Arbëreshë in Sicilia
il cui testo a stampa, assieme ad altre
due opere del premiato, è stato offerto
ai convenuti all’ingresso della sala.
A seguire, Salvatore Di Grigoli, direttore artistico dell’evento, ha presentato
e dato inizio ad un suggestivo e toccante “Concerto di canti devozionali e
popolari della tradizione arbëreshe e
siciliana” curato della cooperativa “A.
Scarlatti” di Mezzojuso, con la partecipazione di importanti artisti siciliani.
La performance ha raggiunto notevolissimi picchi lirici di forte coinvolgimento emotivo del pubblico presente,
numeroso, attento ed emozionato.
La serata si è conclusa nella suggestiva corte del Castello con una degustazione di prodotti delle comunità.
La manifestazione, oltre a voler essere
un momento significativo di incontro
fra le varie componenti dell’Arbëria
siciliana e non solo, ha confermato la
propria natura
meticcia di raffinata commistione
tra cultura, spettacolo e gastronomia di qualità.
Un evento mondano, anche e
quindi, nel segno,
però, della promozione e della
valorizzazione
del
patrimonio
culturale, economico e sociale
degli arbëreshe che
è la vera “missione” dell’iniziativa.
*Direttore biblioteca comunale
“G. Schirò” di Piana degli Albanesi.
*Addetto allo sportello linguistico (ex
L. 482/99, interventi es. 2007)
di Santa Cristina Gela.
Il tavolo dei relatori: da sinistra, il prof.
Giacomarra, il prof. Mandalà, il vincitore del
premio Giuseppe Schirò Di Maggio, Nicolò
Cannizzaro Sindaco di Mezzojuso, Massimo
Diano Sindaco di S. Cristina Gela e il prof.
Altimari. In alto, un momento della premiazione.
Il CANTASHOW
a Mezzojuso
di Cettina Bastone
I
l 24 Giugno 2010, in serata si è
svolto a Mezzojuso, presso i locali
del Castello Comunale, la Rassegna
“CantaShow” del Gran Palio delle
Regioni. La Rassegna nazionale prevede il coinvolgimento di bambini e
ragazzi nella interpretazione di canzoni in lingua italiana ma soprattutto nel
dialetto della propria terra per una
selezione che approda ad una finale
nazionale con canzoni in italiano e in
dialetto inedite. La Rassegna è patrocinata dalle Case Editrici SAIE, San
Paolo, Il Giornalino e da Telenova
Telesubalpina. Il CantaShow, Gran
Palio delle Regioni, è alla sua 5a edizione nazionale, ogni anno si fa una
selezione e viene scelto un bambino
per ogni Regione che si esibirà alla
finale. Ai bambini che hanno passato
la selezione viene affidato un canto
nuovo che verrà trasmesso in TV e in
seguito viene prodotto un CD musicale del Gran Palio delle Regioni. A
Mezzojuso il momento della Rassegna
per la Regione Sicilia, ha visto 36 partecipanti divisi per categorie: la categoria dei Colibrì (bimbi tra i 4 e gli 8
anni) e la categoria degli Usignoli
(ragazzi tra i 9 e i 14 anni). I paesi che
hanno aderito a questa iniziativa sono
stati: Santa Cristina Gela con la presenza di 13 bambini; San Giuseppe
Jato con 3 bambini; Ragusa con 2
bambini; Mezzojuso con 18 bambini.
Per la Regione Sicilia questo è stato il
primo anno della Rassegna, designando come responsabile regionale il
sacerdote
don
Enzo
Cosentino, parroco
della
Parrocchia
Maria SS. Annunziata che insieme al
Comune di Mezzojuso ha messo a
disposizione risorse e strumenti per la
realizzazione della serata. Il Comune
di Mezzojuso ha inoltre messo a
disposizione i locali del Castello.
Nicoletta Borgia, Collaboratrice della
casa editrice San Paolo, è stata il “gancio”, che ci ha fatto vivere questi
momenti di gioia. Con lei è arrivato
don Tommaso Mastrandrea, sacerdote
paolino, che da anni cura il settore della
selezione del canto tramite una giuria
che valuta la bravura di chi esegue il
canto. La giuria della serata era formata da: Don Tommaso Mastrandrea,
Salvatore Di Grigoli, Papàs Jani
Pacoraro, Vittoria Mandalà, Donatella
Cannizzaro.
L’intera serata è stata animata da alcuni
capi del Gruppo Scout di Mezzojuso.
Hanno presentato Benedetta Anselmo,
Caterina Perniciaro, Zino Di Chiara. Si
sono esibiti in un karaoke fuori programma: Zino Di Chiara, Benedetta
Anselmo, Giacomo Lisciandrello,
Caterina Perniciaro e Chiara Miano,
Marcello Sciulara e Elisa Genesio. Il
tecnico dei microfoni e del mixer è
stato Luciano Meli.
Il vincitore della serata del 24 giugno
è stato Emilio Zago di Ragusa.
Nelle foto alcuni momenti della manifestazione.
Foto di Danilo Figlia.
e
19
Ciao
AMEDEO
S
ei andato via improvvisamente, forse troppo presto, lasciandoci un senso
di vuoto, di smarrimento.
Tutti speravamo in una tua ripresa, ci illudevamo che il “male oscuro” sarebbe stato sconfitto ed invece… Amedeo non c’è più!
Mi mancherà il tuo adoperarti per la parrocchia; si, quella parrocchia che sembrava tua, in questo momento di vuoto, quel posto che per te non aveva segreti.
Mi mancherà il tuo prodigarti per l’organizzazione delle prove di canto, il tuo
essere riferimento per tutti noi.
Mi mancherà il nostro “punzecchiarci”, le nostre “liti buone”, le nostre infinite discussioni.
Mi mancheranno le tue “bugie” a fin di bene per giustificare le mancanze di
qualcuno di noi.
Mi fa paura arrivare in paese e non trovarti, ho il magone vedendo la sedia
vicino la sacrestia vuota la domenica.
In poche parole mi manchi, CI MANCHI!
Mancherà l’amico di tutti, amico anche di quelli che amici non erano.
Carmelo Lo Mino
Foto Piero Pinnola
Caro Zio,
è già la seconda lettera che ti scrivo.
Non so perché, ma ne ho bisogno. Non
ho più voglia di parlare, di ridere adesso davvero tutto ha perso i suoi colori.
So che non è quello che avresti voluto
ma, è più forte di me. Ho sempre
impresse quelle immagini di te che soffri, te che provi a farti il segno della
croce e alla fine te in salone con in
mano il tuo cruciverba… Non c’è
rumore, non c’è respiro qui… Solo le
lancette che scorrono e la vita che ti
incastra… Avevi capito tutto tu, zio,
avevi capito solo tu la vita quando svolgevi anzi risolvevi i tuoi cruciverba…
Avevi già capito che la vita era questo:
un cruciverba composto da tante
domande quante soluzioni. La tua ultima domanda forse è stata - la fine della
sofferenza - e hai completato quelle cinque caselle con la parola più scura che
ci sia: morte! Avrei voluto che al posto
di quelle cinque caselle che ti hanno
portato via, ce ne fossero state dieci…
Solo allora avresti potuto scrivere una
parola più dolce, più bella, più speranzosa: guarigione! Non è un’utopia,
OFFERTE RICEVUTE
e
20
La Gattuta Dora, USA
$ 50,00
Gattuso Giuseppe, Augusta € 25,00
N.N.
€ 10,00
Fucarino M., Lascari A., S. Cruz € 28,00
Meli Giuseppa, Mezzojuso € 20,00
Nuccio Nunzio, Palermo
€ 20,00
Nuccio Antonina, Mezzojuso € 20,00
Macelleria Viscardi, Mezzojuso € 20,00
Raccolta domenicale
€ 66,50
Lo Daino Giuseppina, Godrano € 50,00
La Barbera Ignazio, Palermo € 20,00
D’Orsa Carmelo, Mezzojuso € 10,00
Ribaudo Giuseppe, Villafrati € 10,00
Cannizzaro Salv., Mezzojuso € 20,00
Cannizzaro Antonino, USA € 30,00
Divono Giovanna in Bartolomei € 40,00
Bellone Pietro, Torino
€ 20,00
Buscema Carlo, Palermo
€ 25,00
Fisco Sergio, Palermo
€ 50,00
Giammanco Angela, Svizzera € 20,00
Di Fina Vincenzo, USA
€ 50,00
Lala Nicolò, Torino
€ 30,00
Perniciaro Paolo, Portalbera € 20,00
D’Angelo D. Giammanco R. RM € 20,00
Ingenito Raffaele, Pompei (NA) € 30,00
Lo Mino Carmelo, Mezzojuso € 20,00
Di Giacomo Giuseppe, Palermo € 25,00
Di Giacomo Irene, Palermo € 25,00
sarebbe potuto succedere… Ma il destino e/o il Signore (ancora non so quali
dei due), non ci hanno dato spazio per
poterti amare ancora e ancora per
poterti dimostrare che la tua famiglia
noi, avremmo superato ogni piccola
malinconia, ricordo o problema… Ma
adesso… Mi chiedo se saremo noi a
potere superare malinconia, ricordo o
problema, se al nostro cruciverba, sarà
possibile dare una soluzione alla
domanda: superare perdita dello zio…
Antonella
RIPOSANO NEL SIGNORE
TANTILLO IGNAZIO
01/11/1912 - 10/05/2010
SCIALES GIUSEPPA
20/02/1936 - 14/05/2010
CUCCIA AMEDEO
28/03/1954 - 20/05/2010
MASI FRANCESCO
17/02/1938 - 31/05/2010
LA BARBERA ANTONINO
23/09/1933 - 07/06/2010
VILLAROSA FILIPPO
02/10/1925 - 27/06/2010
I NUOVI ARRIVATI
GIOVANNI D’ORSA
di Paolo e Marilena Sergio
ELISA MORALES
di Pietro e Nicoletta Sucato
L’Adrasto esporta anche cultura e tradizioni
di Enzo Meli
L
’associazione sportiva dilettantistica
“Adrasto Mezzojuso” persegue con
continuità e costanza l’educazione alla
pratica sportiva giovanile, come strumento che possa far crescere i ragazzi in
ambienti dove si trasmette la mentalità
sportiva e lo spirito di squadra, proiettando i ragazzi verso migliori rapporti
interpersonali.
Il gioco del calcio per l’associazione è
inteso come momento aggregativo sociale e come strumento educativo
verso le regole e le relazioni con gli
avversari sportivi.
L’Adrasto come ogni anno per l’attività invernale ha coinvolto tanti giovani
che nelle varie categorie hanno svolto
attività sportiva, partecipando ai campionati organizzati dalla F.I.G.C.;
Quest’anno con le categorie maggiori
(Allievi e Giovanissimi) ha partecipato
per la prima volta ai campionati regionali, ottenendo risultati molto soddisfacenti piazzandosi al 9° posto nella categoria giovanissimi, raggiungendo la
salvezza ed il titolo per la partecipazione al prossimo campionato regionale di
categoria, mentre, con la categoria
allievi ha raggiunto le semifinali dei
play off, sfiorando una vittoria che ci
avrebbe proiettato verso traguardi più
prestigiosi, entrando a pieno merito tra
le scuole calcio accreditate.
Con le categorie minori abbiamo fatto
Foto di gruppo a Gardaland, ed in basso le formazioni Allievi e Giovanissimi dell’A.S.D. Adrasto.
scuola su come si accolgono le squadre
avversarie, instaurando l’abitudine di
offrire una merendina e delle bevande ai
nostri ospiti (ora tutti ci copiano).
Ci possiamo fregiare di aver fatto crescere diversi ragazzi con i giusti valori,
abbiamo creato le condizione per sviluppare diverse amicizie, siamo entrati
sempre più nel tessuto sociale del
nostro territorio cercando di affrontare
e capire le varie problematiche che
interessano il mondo giovanile.
Ci siamo prodigati per organizzare convegni e partecipare con le altre associazioni del territorio per affrontare le tematiche che man mano si presentano.
Alla fine delle attività agonistiche da
alcuni anni l’associazione partecipa con
le categorie “Allievi” e “Giovanissimi”
ad un torneo internazionale, quest’anno
si è scelto di partecipare al torneo
“Gardaland” che si è svolto in veneto
nella zona del lago di Garda, dal
30.05.2010 al 02.06.2010.
Su iniziativa del gruppo dirigente, oltre
ad esportare l’immagine sportiva di
Mezzojuso, si è ritenuto di fare cosa gradita ai compaesani emigrati presenti in
zona, integrando il momento sportivo
con un momento di cultura folkloristica
popolare tipicamente Mezzojusara.
E’ stata eseguita una piccola rappresentazione della pantomina carnevalesca del
“Mastro di Campo”, detta rappresentazione è stata inserita nelle manifestazioni
inaugurali del torneo, ottenendo un ottimo successo tra il numeroso pubblico
presente, suscitando la gioia dei numerosi compaesani che sono venuti a trovarci.
Al torneo per quanto riguarda la parte
dedicata al calcio, abbiamo raggiunto i
nostri obbiettivi, che, come
sempre sono quelli di dimostrare
che, il gioco del calcio è divertimento e
sana sportività, di ciò ci da atto il fatto
che abbiamo visto molte persone, anche
tra gli organizzatori, con le lacrime al
momento dei saluti per la partenza, con
promessa di rivederci al più presto.
Un
ringraziamento
particolare
all’Amministrazione comunale di
Mezzojuso che per sostenere i nostri
progetti compie notevoli sforzi.
Voglio ringraziare tutti i compaesani
emigrati al Nord Italia che hanno voluto
vivere assieme a noi questa bella esperienza: L’Ing. Carmelo La Gattuta con
sua moglie, (lui c’è sempre); Mimmo
Visocaro, Mariano Visocaro e Liberto
Visocaro che sono venuti dal Piemonte;
Dioguardi Ciro, Visocaro Alberto con la
famiglia, che sono venuti dalla
Lombardia; Filippo Falconetti con la
famiglia, Francesco Falconetti con la
famiglia, Antonino Pecoraro con tutta la
sua famiglia, Salvatore Pecoraro e famiglia, Gianni D’Arrigo e la sua famiglia,
la Sig.ra Giusy Mamola in De Biasi con
la famiglia, dal Veneto, tutte persone con
cui siamo stati assieme, condividendo la
gioia che si è creata attorno a noi.
Un ringraziamento a tutto il gruppo dirigente che con grande responsabilità ed
impegno si è preso l’onere di gestire la
partecipazione a questo evento che ha
portato fuori dal nostro comune 40
ragazzi e 10 accompagnatori.
Per ultimo il ringraziamento più grosso
va ai ragazzi che con il loro comportamento esemplare hanno fatto si che tutto
riuscisse nel miglior modo possibile.
e
21
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB
MAGGIO
Sabato 1
Inizio del mese mariano: ogni sera,
alle 21.00, nella chiesa di Santa Maria
di Tutte le Grazie si intona l’inno
Akatistos, dedicato alla Vergine.
Domenica 9
Durante la mattinata, in contrada
Croce, varie associazioni e gruppi di
Mezzojuso celebrano una giornata per
l’ambiente promossa da Legambiente.
Dalle ore 09.00 alle ore 12.30 l’associazione AVITI organizza, al Castello,
una raccolta di sangue.
Alle 12.00, al SS. Crocifisso, si svolge
“L’Appizzatina ru Paliu” che segna
l’inizio dei festeggiamenti per la Fiera
del SS. Crocifisso.
Sabato 15
Alle 20.30, si svolgono i Vespri
Solenni in onore del SS. Crocifisso.
In serata, in piazza Umberto I, i
festeggiamenti in onore del SS.
Crocifisso continuano con il concerto
di musica leggera di Monica Hill.
Sabato 22
Alle 18.30, presso la croce in contrada
Brigna, un gruppo di fedeli della parrocchia di San Nicolò di Mira intona il
canto O bukurë Morea.
Domenica 23
Ottava del SS. Crocifisso:
In mattinata la banda musicale fa il giro
del paese. Alle 10.30 i bambini della
Prima Comunione della parrocchia San
Nicolò di Mira si recano in processione
verso la chiesa del SS. Crocifisso, dove
si svolge la Celebrazione. Alle 19.00 si
celebrano i Vespri Solenni al SS.
Crocifisso ed in seguito si svolge la
processione della Vara.
In serata il gruppo dei Capi scout di
Mezzojuso partecipano a Piana degli
Albanesi ad una veglia sul tema della
legalità.
la processione del Santissimo
Sacramento. Alla processione partecipano, come da tradizione, tutti i bambini che hanno ricevuto il Sacramento
della Prima Comunione, il clero della
comunità, le religiose, le autorità civili
e militari. La processione del
Santissimo proseguirà per i vari quartieri del paese durante le sere dei giorni di Ottavario che si concluderà con la
processione di sabato con partenza
dalla parrocchia di San Nicolò di Mira.
Lunedì 24
Alle 21.00 si svolge la celebrazione
della “Chiusura della Vara”, con la
quale si concludono i festeggiamenti
al SS. Crocifisso.
GIUGNO
Domenica 16
Fiera del SS. Crocifisso:
Alle 07.00 risuona l’Alborata.
Alle 10.30, al Crocifisso è celebrata la
Divina Liturgia. Dopo la Celebrazione
si svolge per le vie processionali la tradizionale “torceria” con la sfilata di
muli bardati.
Alle 21.00, dalla chiesa del SS.
Crocifisso, parte la processione della
“Vara”.
Lunedì 17
Alle ore 21.00, ha inizio l’Ottava del
Crocifisso con celebrazione dei Vespri
e predica.
Venerdì 21
Festa di Santa Rita da Cascia:
Alle 17.30, all’Annunziata il parroco
don Enzo celebra la S. Messa, al termine si svolge per le via del paese la
processione con il simulacro della
Santa. Numerosa anche quest’anno la
partecipazione delle fedeli con le tradizionali rose. La celebrazione della
festa è stata anticipata a questa data
per la coincidenza con le celebrazione
di Pentecoste.
e
22
Martedì 1
Alle 21.00, nella Chiesa
dell’Immacolata dell’ex convento latino, ha inizio “la tredicina” in onore di
Sant’Antonio da Padova, con la recita
del S. Rosario e la celebrazione della
S. Messa per dodici sere.
Domenica 6
Festa del Corpus Domini
Alle 21.00, ha inizio, con partenza
dalla Parrocchia Maria SS. Annunziata
Domenica 13
Festa di Sant’Antonio da Padova
Alle
11.00,
nella
chiesa
dell’Immacolata, il parroco don Enzo
celebra la Liturgia Eucaristica che si
conclude con la benedizione della
tunichette de “I Monacheddi”: i bambini che vengono affidati alla protezione del Santo Padovano. Durante la
S. Messa viene distribuito del pane
benedetto, offerto dalla Sig.na Ninetta
Tavolacci. Foto di Mario Tinnirello.
IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI
a cura di Francesca Brancato
Alle 21.00, si svolge, per le vie del
paese, la processione del simulacro
del Santo. Numerosissima, come ogni
anno, la partecipazione dei fedeli sia
alla S. Messa del giorno che alla processione.
Sabato 19
Alle ore 18.30, in piazza Caporale
Gebbia viene inaugurato il negozio di
Ottica “Nuova Visione” di Alessio
Casamento”. Numerosi gli amici e i
parenti del proprietario presenti alla
inaugurazione.
Prime Comunioni e Cresime in Parrocchia
Domenica 20
Durante la mattinata il gruppo di
volontari dell’associazione “Libera
Acqua” di Mezzojuso organizzano in
piazza una raccolta di firme contro la
legislazione sulla privatizzazione dell’acqua. Numerosissima è stata la partecipazione popolare all’iniziativa.
Giovedì 24
Alle 18.30, in via Andrea Reres si
svolge l’inaugurazione del panificio
“L’arte del pane” di Giovanni Tantillo
e Giuseppe Divono. Ad impartire la
benedizione al nuovo panificio è stato
il parroco don Enzo. Presenti numerosissimi amici e i parenti dei giovani
proprietari.
Foto di Mariangela Siragusa
In alto il primo gruppo di 13 bambini del catechismo parrocchiale che hanno ricevuto i Sacramenti della Prima Comunione e Cresima Domenica 30 Maggio 2010.
In basso il secondo gruppo di 14 bambini che hanno ricevuto i Sacramenti nella
festività del Corpus Domini, Domenica 6 Giugno 2010. Foto di Danilo Figlia.
e
23
Vincenzo Pinnola
classe 1910.
100 anni festeggiati
il 27 Giugno 2010.
Auguri!!!
Foto di Vincenzo Ilardi
e
ECOdella
BRIGNA
In copertina:
Papàs Francesco Masi
(foto di Carlo Parisi)
PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO
Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97
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Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres
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