La pieve di San Pancrazio a Celle: un patrimonio da recuperare
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La pieve di San Pancrazio a Celle: un patrimonio da recuperare
Gennaio-Marzo 2012 La pieve di San Pancrazio a Celle: un patrimonio da recuperare anno V - n° 1 - gennaio-marzo 2012 Sommario Editoriale Patrizio Rosi pag. 1 Economia e finanza Via Provinciale Lucchese 125/B 51030 Pontelungo (PT) Tel. 0573 91391 Fax 0573 572331 www.vibanca.it Alessandro Galardini LA FINE DEL TUNNEL? » 2 Società e cultura Simone Trinci UN INCERTO DESTINO » 5 Pistoia nostra DIRETTORE RESPONSABILE Luca Lubrani » 7 Arte e storia COMITATO DI REDAZIONE Patrizio Rosi Paolo Ferretti Roberto Cresci Mauro Pagliai Stella Passini REDAZIONE Chiara Caselli IL MUSEO DEI TRENI Federica Azzini LA PIEVE DI SAN PANCRAZIO A CELLE » 10 Società e servizi Linda Meoni IL VOLONTARIATO » 14 Enogastronomia E AMMINISTRAZIONE Edizioni Polistampa, Firenze Via Livorno 8/32 50142 Firenze Tel. 055 737871 (15 linee) Roberto Zerbini UN LUNGO PONTE VERSO IL VINO NEL MONDO Arte a Pistoia Siliano Simoncini GLI SPECCHI DELLE In copertina, L’antica pieve dei Santi Pancrazio e Giovanni Battista a Celle » 16 OMBRE: POETI E ARTISTI AL DUNQUE » 19 ViBanca informa BORSA DI STUDIO VIVARELLI » 25 SIGFRIDO BARTOLINI PENSATORE: QUANDO L’ARTE INCONTRA LA TRADIZIONE » 26 Il comitato di redazione si riserva la decisione di pubblicare o meno articoli e notizie inviati. I materiali inviati alla redazione non saranno restituiti Periodico registrato presso il Tribunale di Pistoia al n° 3/2008 in data 15/04/2008 Finito di stampare in Firenze presso la tipografia editrice Polistampa marzo 2012 L’ASSOCIAZIONE SUR LES MURS CULTURALE » 26 ViBanca progetti PROGETTO CENTENARIO REALIZZATO I NOSTRI PICCOLI POETI CRESCONO… “IN RIMA” » 27 » 27 Su il sipario... A cura di Luca Lubrani » 28 Spazio Soci IN VIAGGIO LEZIONI DI CUCINA, CORSI D’INGLESE PROCAR: VENT’ANNI DI CORSA » 29 » 31 » 32 ari Soci, cari Clienti, cari Lettori, l’anno da poco concluso è stato caratterizzato dal perdurare della grave congiuntura economica aggravatasi, soprattutto nell’ultimo trimestre, per l’estrema volatilità delle borse, per l’impennata degli spread e per la profonda carenza di liquidità. In questo difficile contesto la nostra banca, dopo oltre sei anni dalla precedente – quasi o forse un record – è stata sottoposta a ispezione da parte della Banca d’Italia e nel mese di dicembre ha ricevuto il risultato degli accertamenti, con la consegna del verbale ispettivo al Consiglio di amministrazione e al Collegio Sindacale. Ebbene, l’esito è stato veramente eccellente e non può che inorgoglirci. Con l’aiuto e la collaborazione di tutti ma soprattutto del personale di qualsiasi livello impiegato nella attività, l’azienda ha raggiunto la valutazione “prevalentemente favorevole”, cioè un solo scalino al di sotto della valutazione massima (favorevole) e ben al di sopra della soglia negativa. Il risultato ottenuto non deve farci abbassare la guardia ma, in un momento particolarmente delicato dell’economia italiana, nel quale il clima di forte incertezza sta condizionando da mesi e mesi le performance del sistema bancario, ci sia consentito di manifestare tutta la nostra soddisfazione e gioia per il riconoscimento che la Banca ha ottenuto per l’attività da tanti anni portata avanti tenendo sempre a mente i principi ispirativi del nostro modo di essere “differenti”. Ciò è avvenuto attraverso strategie di sana e prudente gestione, di frazionamento del rischio, di crescita patrimoniale e di sviluppo sostenibile, con una marcata attenzione a ogni tipo di controllo e verifica interna, ma anche senza trascurare l’attenzione al territorio di riferimento e, per di più, incrementando in questo difficile periodo il sostegno all’economia locale, dando così a tante famiglie e a tante imprese la possibilità di “reggere l’impatto” della crisi finanziaria ed economica. anche se non sarà facile tutti insieme faremo il possibile per mantenere il livello raggiunto. L’anno nuovo, invece, si è aperto con due eventi inattesi. Il Direttore generale Francioli , con una decisione repentina e inaspettata, ha deciso di cessare il rapporto di collaborazione con la nostra Banca e di passare in forza ad altra azienda di credito, in provincia di Firenze, di maggiori dimensioni sia per espansione territoriale che per numero di sportelli e massa amministrata. Orgogliosi di aver costituito un trampolino di lancio, al ragionier Francioli vanno vivi ringraziamenti per l’attività svolta e fervidi auguri per quella futura. Ma soprattutto, dopo una breve e fatale malattia, ci ha lasciati il nostro Vicepresidente signor giuliano Baldi. È con profonda commozione che lo ricordiamo. giuliano, così in Banca era chiamato amichevolmente da tutti, classe 1932, socio da trentotto anni, era uno dei pilastri storici dell’azienda. Uomo buono e di sani principi, un “galantuomo” come si diceva una volta, era entrato a far parte del Consiglio di amministrazione nel 1980 e ha rappresentato per tanti anni il collegamento, vero e reale, fra la Banca e il suo territorio di riferimento, la collettività di pontelungo e delle frazioni limitrofe, interpretando il suo ruolo con passione, sincerità, onestà e con grande affetto per l’azienda che, memore delle origini e della tradizione, delle quali mai dobbiamo dimenticarci, spesso chiamava ancora, affettuosamente, “la Cassa Rurale”. È stato un grande Uomo e un grande Cooperatore e il sottoscritto, che ha avuto l’onore e la fortuna di averlo a fianco per oltre quindici anni di leale e fedele reciproca collaborazione, non potrà non sentire e colmare il vuoto che ha lasciato. Da tutti noi, grazie giuliano. Gennaio/Marzo 2012 1 Editoriale Patrizio Rosi Alessandro Galardini La fine del tunnel? Responsabile Coordinamento Finanza ViBanca P Dopo un sofferto 2011, le prospettive del 2012 La sede dell’agenzia di rating Standard & Poor’s: al clamoroso downgrading del debito sovrano degli Stati Uniti è seguito il declassamento di molti paesi europei fra cui l’Italia, scesa di ben due gradini. rima di parlare delle prospettive legate al nuovo anno è bene fare un riepilogo di quello che è successo nell’anno passato. Il 2011 era partito con buoni auspici, confortati da discreti dati macroeconomici dagli Stati Uniti. In Europa la forza della germania faceva sperare in una risoluzione della crisi del vecchio continente dovuta ai paesi dell’area mediterranea. Da febbraio abbiamo assistito tuttavia al verificarsi di una serie di eventi negativi, partiti con la primavera araba, che hanno portato la Libia alla guerra civile con la conseguente morte di gheddafi. Il terremoto in giappone con il disastro nucleare di Fukushima, l’economia americana messa sotto osservazione, le paure per un defi- informa 2 Gennaio/Marzo 2012 cit pubblico alle stelle hanno portato Standard & poor’s, una delle tre più importanti agenzia di rating, a togliere per la prima volta nella storia la tripla a agli Stati Uniti d’america. Un attacco senza precedenti nella giovane storia alla moneta unica europea ha portato un aumento della tensione sui i paesi pIgS (portogallo, Irlanda, grecia e Spagna) e anche l’Italia entra nel mirino delle agenzie di rating e degli speculatori con conseguente crollo delle quotazioni a livelli mai visti. Clamoroso l’andamento dei CCt legati all’Euribor (gli ex-investimenti più sicuri per antonomasia) che arrivano a perdere oltre il venti per cento in pochi mesi. L’insediamento del nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti, pur con margini di manovra veramente ristretti, dà inizio a quelle manovre impopolari ma importanti che contribuiscono a tranquillizzare i mercati e a far recuperare credibilità al nostro paese. L’aumentare repentino dello spread dei nostri Btp decennali nei confronti dei Bund tedeschi provoca il panico nei loro possessori, banche comprese. La speculazione, fomentata dalle solite agenzie di rating americane, fa temere un possibile default dell’Italia, le paure generano un Credit Crunch delle banche italiane e un’impennata di tutti i rendimenti, compresi quelli a breve termine che oltrepassano il sei per cento, e lo spread Btp/Bund, che fino a giugno è di 150 basis point, a novembre supera quota 700, nonostante gli acquisti mirati da parte della BCE per reggerne le quotazioni. I più autorevoli leader europei, Merkel e Sarkozy, invece di trovare soluzioni per tranquillizzare i mercati (come ad esempio rafforzare il potere della BCE , far partire subito L’ESFS, avviare l’emissione di Eurobond) continuano la loro politica nazionalista, venata secondo alcuni commentatori di demagogia elettorale, col risultato di far aumentare la tensione rischiando di vanificare gli sforzi fin qui fatti dai vari paesi in difficoltà. In questo contesto i mercati ovviamente reagiscono molto male, scontando il rischio alto di un default di mezza Europa, di una crisi finanziaria globale e di conseguenza una grave recessione planetaria. Il 2012 sarà l’anno cruciale per la sopravvivenza dell’Europa, spartiacque tra la possibile uscita dalla crisi e uno spaventoso scenario di stagnazione. La situazione attuale rimane molto delicata, considerando che il 14 gennaio scorso Standard & poor’s ha tolto la tripla a alla Francia e addirittura abbassato a BBB+ il rating dell’ Italia: resta Gennaio/Marzo 2012 inoltre palese la debolezza della BCE, il ritardo della nascita dell’ESFS, la recessione di Eurolandia data per certa e il Fondo Monetario e la Banca Mondiale che abbassano le stime di crescita globale. Nonostante tutto ciò, le borse sono risalite mediamente del 25%, il nostro spread è sceso a 360 b.p. (comunque sempre molto alto), i BOt sono ritornati sotto il 2% . Quello che sta accadendo negli ultimi giorni sui mercati finanziari conferma la tesi di quelli che pen- Le parole della crisi EFSF (European Financial Stability Facility: fondo europeo di stabilità finanziaria) è una entità giuridica finanziata dagli stati membri della zona dell’euro per combattere il debito pubblico europeo. È stato approvato dai ventisette stati membri dell’unione europea il 9 maggio 2010, con lo scopo di preservare la stabilità finanziaria europea fornendo assistenza finanziaria agli stati dell’eurozona in difficoltà economica. La sede del fondo si trova in Lussemburgo e ha come ruolo quello di erogare obbligazioni, mentre il compito della Banca europea degli investimenti è quello di offrire un servizio di gestione della tesoreria e supporto amministrativo agli stati. Probabilmente verrà sostituito dall’ESM (European Stability Mechanism) con l’obiettivo di attivare il fondo salva-stati per il luglio del 2012, un anno prima di quando inizialmente stabilito. Eurobond titoli di stato europei, cioè prestiti obbligazionari che l’EFSF potrebbe emettere con il sostegno e l’approvazione dell’Ufficio tedesco di gestione del debito (Finanzagentur) allo scopo di accumulare fondi coi quali concedere prestiti ai paesi dell’eurozona in difficoltà economiche, ricapitalizzando banche o comperando titoli di Stato. La garanzia dell’emissione dei bond è fornita da parte degli stati membri della zona dell’euro in proporzione alla loro quota di capitale versato alla Banca centrale europea. Rating esprime la valutazione, formulata da un’agenzia privata specializzata, del merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari internazionali, ovvero della probabilità che questi faccia fronte puntualmente al debito contratto. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti. Quantitative easing immissione di liquidità sul mercato, più precisamente la creazione di nuovo denaro da parte di una banca centrale al fine di iniettarlo nel sistema bancario. L’obiettivo è quello di aumentare la quantità di depositi nelle banche private in modo che possa anche aumentare l’offerta del prestito. Spread è la differenza tra i rendimenti di titoli, nella fattispecie tra i Bund (titoli di Stato tedeschi) e i BTP (titoli di stato italiani) principalmente a scadenza decennale: se aumenta cresce il rischio emittente percepito dai mercati finanziari e viceversa. 3 Economia e finanza La selvaggia speculazione al ribasso sul debito sovrano dei paesi europei più deboli ha portato l’euro sulle soglie del collasso. L’andamento ventennale dello spread tra i Bund tedeschi e i titoli di Stato di altri partner europei (Francia, Irlanda, Italia, Spagna): come si nota, nel quindicennio seguito all’introduzione dell’euro il differenziale era minimo. sano di trovarsi in quella fase in cui tutto il peggio, per l’area dell’euro e per l’Italia in particolare, sembra essere passato. La medicina, a base di tasse più pesanti, disoccupazione in crescita, pIL negativo, induce a riacquistare tutti quei titoli di capitale (azioni) e titoli di debito (obbligazioni) ancora molto sottovalutati. La manovra italiana, quella spagnola, l’imminente conclusione della pesante ristrutturazione del debito greco, insieme ai probabili QE3 (quantitative easing) negli Stati Uniti e la seconda tranche del rifinanziamento a tre anni alle banche europee permetteranno una risoluzione della crisi europea evitando il conseguente contagio al mondo intero. per questi motivi la maggioranza degli economisti si dichiara convinta che nel 2012 sarà evitata la recessione globale, ci sarà una debole e lenta ripresa, la crisi dell’area dell’euro rimarrà il nodo più imAngela Merkel e Nicolas Sarkozy: nel delineare le soluzioni alla gravissima crisi finanziaria dell’eurozona, secondo alcuni commentatori, i rispettivi interessi nazionali ed elettorali paiono aver prevalso in loro sulla solidarietà europea. Mario Monti guarda al 2013: si vede la fine del tunnel? informa Gennaio/Marzo 2012 4 portante da sciogliere e sicuramente la sua economia reale soffrirà ancora, ma l’Unione Europea e l’euro rimarranno comunque in piedi: le elezioni americane di novembre prossimo, periodo tradizionalmente tranquillo, rafforzano questa tesi. I Un incerto destino Quale futuro per l’Università a Pistoia? osa avrebbe pensato padre Ippolito Desideri, gesuita vissuto a cavallo fra il Seicento e il Settecento, se gli avessero detto che la sede del polo universitario a lui intitolato avrebbe perso i corsi di Scienze turistiche? proprio a lui, che in viaggio aveva passato quasi tutta l’esistenza. Forse si sarebbe dispiaciuto, forse avrebbe preso tutto con filosofia. Quel che è certo è che il destino di uno dei corsi più frequentati della sede di via Sandro pertini è legato a un filo sottile che rischia di spezzarsi, assestando un nuovo duro colpo all’università made in pistoia. Un polo che, pur con alti e bassi, nei suoi pochi anni di vita ha tentato di consolidarsi ed è riuscito a crescere. Negli ultimi tempi l’idea-guida è stata quella di un ateneo piccolo ma specializzato, in grado di presentare un’offerta formativa unica nel panorama regionale e non solo. Una necessità fatta virtù, quasi imposta dalla razionalizzazione del sistema universitario, che aveva causato la soppressione graduale dei due corsi di Economia, duplicati quasi perfetti di quelli fiorentini. Dopo il passaggio della falce ministeriale, i responsabili del polo hanno spesso L’ingresso del polo universitario pistoiese. In attesa dell’inizio delle lezioni. Il plesso universitario ospita anche una mostra permanente di pittori pistoiesi del Novecento. Gennaio/Marzo 2012 5 sottolineato che lo stereotipo dell’università sotto casa, sempre respinto con fermezza, non aveva davvero più ragion d’essere. pistoia non vuole più essere la meta degli studenti pigri e un po’ bamboccioni che non si allontanano dalle gonne di mamma nemmeno per seguire le lezioni a Firenze. Una riforma dopo l’altra, la situazione degli ultimi anni è stata in effetti ben diversa da quella del debutto dei primi anni Duemila, sia sotto il versante di organizzazione e strutturazione dei corsi, sia sotto gli aspetti logistici. Fino a oggi, oltre alla triade Infermieristica, Fisioterapia e Ostetricia, che ricadono sotto il governo della facoltà di Medicina, avevano resistito a ogni taglio ministeriale anche i corsi di Scienze vivaistiche, Scienze turistiche e Ingegneria dei trasporti. Studi di interesse specifico per il nostro territorio, legate ai suoi settori ‘tipici’: verde, comparto turistico e ansaldoBreda. Nelle intenzioni dei responsabili dell’ateneo, la specializzazione avrebbe dovuto rappresentare una nuova prospettiva per pistoia, con un progressivo richiamo di studenti fuori sede: una realtà tutta diversa da quel- Società e cultura Simone Trinci la degli ultimi anni, con relativi benefici non solo per il prestigio dell’ateneo, ma per la stessa economia locale, con un’espansione del mercato legato alla presenza di ragazzi e studiosi provenienti da altre città. a oggi, si stima, la percentuale dei fuorisede si aggira intorno al cinquanta per cento e si segnalano presenze di giovani stranieri. Imposta dall’alto dal Ministero o perseguita dai responsabili locali, poco importa: la maggiore specializzazione raggiunta nel corso degli anni non ha diminuito il numero degli iscritti, che sono arrivati a raggiungere quota duemila. Finché Scienze ingegneristiche è “volata via” e il polo ha subito un duro colpo. Eppure, dopo una lunga fase di discussioni, anche la sede di via pertini, dove a poco a poco hanno cominciato a svolgersi tutti i corsi, si è ampliata. Merito anche di investimenti milionari, ultimo dei quali pari a quasi un milione e mezzo di euro. La filosofia-guida per la realizzazione della nuova sede è stata quella dell’Università ecologica, sorta di punto di equilibrio ideale per una città dove si coltivano tante piante e che ospita la “fabbrica dei treni”. Si è pensato a tutto: dal giardino verticale della facciata di fronte alla Biblioteca comunale San giorgio, all’uso di energia eolica per il sistema elettrico e della geotermia per il riscaldamento, all’attrezzatura telematica delle aule, tutte intitolate a grandi personaggi storici pistoiesi nel campo dell’arte, del diritto e della scienza. rispettare un tetto massimo di insegnamenti. Dopo non poche discussioni, il consiglio di facoltà di Economia ha deciso di adeguarsi alle direttive, sforbiciando sulle sedi decentrate di pragià prima della realizIl complesso del polo to e pistoia. a universitario pistoiese: zazione della nuova sede, niente sono valsi i l’offerta formativa contempla e guardando a ciò che più ripetuti tentativi lauree di primo livello in conta, i laureati ai corsi del presidente del pistoiesi sembrano non Fisioterapia, Infermieristica, corso, il professor essersela cavata male sul Ostetricia, Scienze turistiche Lorenzo gai, per mercato del lavoro. Dati e Scienze vivaistiche. salvare la “trienveri e propri non sono nale” che adesso mai stati resi noti, ma le stime dei re- rischia di diventare solo un percorsponsabili sono sempre state inco- so di studi specifico per studenti di raggianti. Di fonte certa, l’avvocato Economia e commercio, che si terrà giuseppe totaro, presidente dell’U- comunque a Firenze. “attualmente NISER (società consortile formata da – spiega rammaricato gai – il corso soggetti privati e enti pubblici che ge- di Scienze turistiche conta soltanto stisce il polo di via Sandro pertini) è il secondo e il terzo anno. Il primo invece il dato sul rapporto fra iscrit- non è stato riattivato”. Il colpo è duti e laureati: circa il sessanta per cen- ro, ma l’ultima parola non è ancora to ce l’ha fatta a diventare dottore. stata pronunciata. Una nuova speFra questi, molti provenivano ap- ranza si è aperta con la proposta che punto dal corso più frequentato, vorrebbe nel distaccamento uniquello di Scienze turistiche, che ogni versitario di pistoia la laurea magianno conta in media circa centocin- strale di Scienze turistiche. Ipotesi quanta nuovi iscritti, il dieci per cen- che, se realizzata, aprirebbe nuove to dei quali stranieri. Ora il suo de- speranze anche per il corso trienstino sembra dover seguire quello di nale. La questione è già stata posta Ingegneria dei trasporti. alcuni me- al preside della facoltà di Economia si fa, il consiglio della facoltà di Eco- dell’Università di Firenze Francenomia di Firenze ne ha deliberato la sco giunta. “adesso – dice gai – si cancellazione. all’origine della deci- aprono nuove possibilità per evitasione non c’è la mancanza di fondi. re un ulteriore ridimensionamento C’è invece la necessità di adeguarsi ad del polo pistoiese. I punti interroalcune disposizioni ministeriali che gativi sono ancora molti, e le doimpongono alle facoltà di adeguare mande aperte anche: cosa si vuole la propria offerta formativa al nu- fare delle scuole di specializzaziomero dei docenti, che non dovranno ne? Quali i nuovi rapporti che si intende instaurare con la sede di Firenze? penso – continua gai – che sia essenziale un indirizzo strategiUna riforma dopo l’altra, la situazione degli ultimi anni è co comune. E definitivo”. È in giostata in effetti ben diversa da quella del debutto dei primi co un pezzo importante del polo anni Duemila, sia sotto il versante di organizzazione e universitario pistoiese. Non soltanstrutturazione dei corsi, sia sotto gli aspetti logistici. to il corso che forse sarebbe piaI ciuto a Ippolito Desideri. informa Gennaio/Marzo 2012 6 C Il Museo dei treni Un’iniziativa per valorizzare Pistoia quale storico polo ferroviario d’Italia orrere a ogni costo sfidando il tempo, collegare il mondo da un’estremità all’altra per inseguire le più remote destinazioni senza mai guardarsi davvero intorno, perché lo spazio compreso fra partenza e arrivo non è adeguatamente percepibile dal comune viaggiatore. Ma sempre più spesso, mentre il traffico aereo s’intensifica e i treni ad alta velocità sfiorano i trecento chilometri orari, si assiste a un fenomeno in netta controtendenza: un “elogio della lentez- za” praticato da turisti d’élite che, rivalutando la bassa velocità, preferiscono esplorare pazientemente territori a loro vicini, riscoprendo i treni di una volta e le vecchie linee ferroviarie regionali, sempre più a rischio perché qualificate come “rami secchi”. Entrare nell’area della stazione ferroviaria di pistoia riservata ai rotabili storici significa compiere un salto indietro nel tempo, quando il procedere cadenzato dei treni non Pistoia nostra Chiara Caselli Alcuni esemplari del deposito ammirati dai visitatori: in primo piano una “littorina”, automotrice diesel affiancata da motrici a vapore. Gennaio/Marzo 2012 7 impediva al viaggiatore attento la percezione netta di luoghi e paesaggi e le locomotive a vapore, giganti dal muso nero rumorosi e sbuffanti, incutevano perplessità e persino timore. Il deposito rotabili storici è una struttura d’eccellenza di trenitalia. È l’unica in toscana, la più importante d’Italia nelle potenzialità d’intervento sulle macchine a vapore, ed è assolutamente competitiva con le poche strutture simili esistenti e attive in Europa. all’aperto, in esposizione permanente, sono collocate le vetture restaurate o in attesa d’intervento. Dentro un capannone stanno le macchine in riparazione. Se ne occupano, con grande professionalità ma soprattutto con un’abbondante (e rara) dose di passione, alcuni dipendenti di trenitalia insieme ai volontari dell’associazione toscana Italvapore, di cui fanno parte professionisti affermati che nel tempo libero amano “sporcarsi le mani” nel tentativo di salvaguardare preziosi e insostituibili testimoni della storia dei trasporti. Il deposito documenta ampiamente l’evoluzione del trasporto su rotaia in Italia attraverso le industrie operanti nel settore: Ernesto Breda e Officine ansaldo, Fiat e OM sono i marchi ben visibili sulle vetture. Dalle locomotive a vapore alimentate a carbone, alle automotrici diesel, meglio conosciute come “littorine”, al primo EtR, l’elettrotreno che negli anni trenta stabilì il record di velocità superando i duecento chilometri orari. allora l’Italia era all’avanguardia nel settore dei trasporti (ed era forte il bisogno di dimostrarlo) attraverso la produzione di macchine che nelle varie epoche hanno rappresentato il culmine dello sviluppo tecnologico e il preludio alla recente Frecciarossa, in grado di raggiungere i trecento chilometri orari. La locomotiva 746.038, la più grande motrice a vapore costruita in Italia, pezzo raro del costituendo Museo ferroviario pistoiese. informa Gennaio/Marzo 2012 8 tra le principali attrattive del deposito stanno il locomotore 428-014, che trainò il treno di Hitler in visita a Roma nel 1938, o l’arlecchino, elettrotreno di lusso degli anni Sessanta, o ancora la 746.038, la più grande locomotiva a vapore costruita in Italia per le Ferrovie dello Stato, l’ultima progettata in Italia prima della completa elettrificazione della rete fondamentale, il “gigante” delle motrici italiane “vecchio stile”: costruita per trainare treni diretti di composizione pesante, era capace di sviluppare ben 1750 cavalli vapore di potenza e di raggiungere la velocità di cento chilometri orari. Dismessa nei primi anni Sessanta è sopravvissuta in due unici esemplari: uno è conservato presso il padiglione ferroviario del Museo della scienza e della tecnologia di Milano, l’altro si trova a pistoia da pochi mesi, dove il personale addetto al restauro dei rotabili storici provvederà a rimet- zione di storia dal vivo e folti gruppi di cultori giunti appositamente dall’estero per vedere da vicino e fotografare i mezzi che hanno fatto la storia dei trasporti. L’Arlecchino, confortevole elettrotreno in funzione negli anni Sessanta. tanta, esposta fino al luglio scorso davanti alla galleria di arte moderna di Roma. trasformare il deposito in un vero e proprio museo è un’ambizione degli enti locali: da tempo infatti il piano regolatore comunale ha destinato l’area alla creazione di un grande museo ferroviario della toscana, un progetto incoraggiato dal grande successo riscosso negli anni dai ripetuti open-day, mediamente una volta o due l’anno, che hanno visto accorrere al deposito dalle duemila alle tremila persone per volta. Esperti e appassionati, famiglie intere, papà coi figli incuriositi e attenti sulle spalle, insieme ai nonni, qualcuno persino sulla sedia a rotelle, intenti a rievocare commossi davanti alle vecchie locomotive i tempi andati della guerra e della giovinezza, intere scolaresche alle prese con una le- Gennaio/Marzo 2012 proprio per questo recentemente il Comune ha affidato a un pool di esperti l’incarico di progettare e allestire un vero e proprio parco-museo dei treni storici: si tratta del professor andrea Ottanelli, esperto di storia locale, dell’architetto gianluca giovannelli e dell’ingegner Fiorenzo Martini, dirigente ferroviario in pensione, ex-direttore regionale della toscana nell’ambito della Divisione passeggeri. In attesa della realizzazione del museo, il deposito rotabili storici è in piena attività per organizzare treni storici con trazione a vapore o elettrica che attraversano il territorio toscano (e non solo) alla scoperta di luoghi e paesaggi particolarmente suggestivi sul piano storico e naturalistico. È il caso del tratto che collega Lucca alla garfagnana lungo la valle del Serchio, oppure di quello 9 da Massa alla Lunigiana sulla linea tirrenica o, ancora, del treno-natura in Val d’Orcia, che percorre l’itinerario triangolare tra Siena, Monte antico e asciano attraversando le zone più impervie della toscana centrale: 144 chilometri di natura e paesaggi mozzafiato. Il 21 maggio scorso, inoltre, nell’ambito del convegno mondiale della Caritas internazionale a Roma, un treno allestito a pistoia ha percorso eccezionalmente, alternando la trazione a vapore a quella elettrica, la tratta dalla Città del Vaticano a Orvieto. L’8 dicembre successivo un treno speciale predisposto per visitare i mercatini di Natale ha percorso, nel tratto da pistoia a Vergato, la ferrovia porrettana che, come si sa, è a rischio di dismissione. Un’opera di altissimo impegno ingegneristico che, a partire dal 1864, rappresentò il primo collegamento ferroviario tra nord e centro-sud, provocando una decisa accelerazione non solo nel trasporto di merci e passeggeri, ma anche nella circolazione culturale dell’Italia postunitaria. Fu allora che pistoia divenne un nodo ferroviario d’importanza capitale nei collegamenti tra nord e sud e cioè tra Roma e Milano, rimanendo tale almeno fino al 1934, anno che vide la nascita della Direttissima tra Firenze e Bologna, presto promossa al ruolo di arteria principale. Molto tempo è passato da allora: su quella linea sono passati autorità ed eserciti, ma le radici storiche delle ferrovie italiane sono a pistoia ancora ben solide e la memoria delle glorie trascorse resta sorprendentemente viva. per questo recentemente è stata avanzata un’ipotesi ambiziosa: puntare a far riconoscere la porrettana quale patrimonio dell’UNESCO, un obiettivo che permetterebbe di salvare la storica ferrovia e allo stesso tempo di esaltare la bellezza del territorio appenninico che la circonda. I Pistoia nostra terlo in funzione. tra le acquisizioni più recenti, spicca la motrice prototipo dell’EtR 500 Y in livrea “Frecciarossa” che fu costruita a pistoia dalla Breda sul finire degli anni Ot- Federica Azzini La pieve di San Pancrazio a Celle Fotografie di Fabrizio Antonelli Breve storia di una chiesa millenaria L’antica facciata col piccolo portico. er scoprire la storia del nostro territorio, a volte, basta veramente poco. Basta soffermarsi a riflettere, ad esempio, sul nome di una via: quella che da pontelungo sale verso le zone collinari di Montagnana, Momigno e oltre. Questa strada, via di pieve a Celle, deve il suo nome a un’antica chiesa che ancor oggi si può vedere lungo il tratto pianeggiante, poco dopo lo Zoo, là dove la strada segue il corso del torrente Vincio. L’edificio, ridotto a poca cosa per le numerose manomissioni e trasformazioni subite nei secoli, conserva qua e là alcuni brani di muratura a conci squadrati di arenaria, disposti a filari, di evidente epoca medievale. La croce che sormonta il tetto a capanna. informa Gennaio/Marzo 2012 10 Ma oggi nient’altro di questa semplice chiesa rurale ci parla del suo interessante passato. La pieve di Celle, in verità, è una tra le chiese del contado pistoiese di più antica fondazione; una delle prime pievi altomedievali edificate per definire l’estensione della diocesi e la giurisdizione del vescovo di pistoia, peraltro in una controversa zona di confine. Della chiesa si ha memoria infatti a partire dall’VIII secolo, dall’epoca, cioè, in cui dominavano i longobardi. È in un atto notarile datato 21 maggio 700 che si ha la prima testimonianza certa della chiesa di Celle. Nel documento il neoeletto vescovo di pistoia, giovanni, giurava a Balsari, vescovo di Lucca, che né lui né i suoi successori avrebbero mai cercato di sottrarre alla diocesi lucchese i diritti “de Neore vel Cellensis ecclesie”. giovanni prometteva, in altre la giurisdizione episcopale di pistoia, dopo secoli di vacanza in favore di Lucca. Il diploma di Ottone III del 998 attesta chiaramente che, quasi tre secoli dopo, la pieve di Celle era di pertinenza del vescovo pistoiese. Fra le diciannove pievi citate, essa è elencata tra la pieve di Saturnana a nord, quella di San giorgio verso la città (probabilmente la chiesa odierna di San giorgio all’Ombrone), quella di Massa molto a sud (sul padule) e quella di Furfalo nell’alta Valdinievole. Dal documento si evincono due notizie fondamentali: primo, che la chiesa di Celle era una pieve, con tutti i benefici religiosi e temporali che il suo status le conferiva; secondo che il territorio su cui esercitava tali diritti e benefici era assai ampio. Non si trattava solo della valle attraversata dal Vincio di Montagnana, nella quale di fatto sorgeva, ma anche dell’intero bacino della Stella e dell’area fino a Serravalle, dove in seguito sarebbero sorte le pievi di Vinacciano e di Caloria. Della nostra chiesa c’è traccia, per inciso, anche in un documento di poco anteriore al diploma ottoniano. Siamo nel 953 e il conte Cadolo, per propiziarsi l’investitura comitale sulla città di pistoia, dona alla cattedrale di San Zeno un podere con casa a petriolo nella valle del Vincio e nel territorio della chiesa di Celle. petriolo, infatti, era una delle villae, ovvero degli insediamenti rurali e agricoli che appartenevano a Celle: ce lo conferma un atto dell’anno 1067. all’epoca, il vescovo Leone, disponendone come di un bene proprio e personale, donò la pieve di San pancrazio e San giovanni Battista a Celle con tutte le sue pertinenze a Signoretto del fu gerardo di Celle. Signoretto, capostipite della famiglia Cellesi, risiedeva in un castello sulla sommità del colle che sovrasta la pieve, là dove sopravvive ancor oggi il toponimo “Cellaccio”. La pieve dei Santi Pancrazio e Giovanni Battista a Celle. Arte e storia parole, che mai avrebbe contestato al vescovo di Lucca l’amministrazione e il controllo sulle chiese di “Neore” (Nievole) e di Celle, sebbene esse si trovassero di fatto in territorio pistoiese. Le due chiese appartenevano, perciò, a Lucca, tanto che né giovanni né i vescovi a venire potevano eleggervi diaconi e preti e questo per antica consuetudine. La storia ci dice, però, che la promessa del presule pistoiese non fu poi così sincera. appena sedici anni dopo, siamo nel 716, lo stesso giovanni rivendicò a sé diritti e possessione su altre due chiese della Valdinievole. Ciò lascia supporre che, forse, anche la chiesa di Celle, nel giro di quei pochi anni, era già stata ricondotta sotto l’egida del vescovo pistoiese. Secondo gli storici che a lungo hanno discusso e studiato il raro e prezioso documento altomedievale, le sorti della chiesa di Celle coincisero in quel periodo con la ricomposizione della diocesi e del- L’antica pieve, nell’abbraccio dei boschi, è stata quasi completamente inglobata in un’abitazione. informa Gennaio/Marzo 2012 Le pertinenze di cui avrebbero goduto i benefici Signoretto e i suoi discendenti erano molte e redditizie. Consistevano in offerte, decime, rendite dei cimiteri e diritti di sepoltura, beni mobili e immobili di diverse villae: Celle, Vignano, petriolo, San giusto, Montagnana, Campiglio, Momigno, Fagno, Fabbrica e altre, con poderi a arcigliano, Casore, Cupano e via elencando. In cambio, per tanta generosa elargizione, Signoretto avrebbe provveduto all’officiatura della pieve con sacerdoti non residenti, all’illuminazione della chiesa giorno e notte, al pagamento di quattro soldi di denaro d’argento in moneta lucchese. È ovvio che l’atto di cessione da parte del vescovo non fu dettato da puro altruismo e ciò che si chiedeva a Signoretto non era solo la cura materiale dell’edificio sacro. In realtà, l’alto prelato dispose dei beni della Chiesa, caso non unico né 12 isolato, come un conte o un signore dei propri feudi. trasferì possedimenti ecclesiastici a uomini di rango per costruirsi una rete di vassalli fidati e fedeli che controllassero e proteggessero i vasti territori della diocesi in sua vece. Dal canto suo, per il Cellesi si prospettavano abbondanti ricchezze, prestigio personale, ascesa sociale. tra il vescovo e il signore rurale si stabilì così un patto di natura feudale, in cui arricchimento da una parte e fedeltà dall’altra costituivano le merci di scambio. Oggetto: una chiesa e i numerosi beni che a essa affluivano. Niente di spirituale. Questo stretto legame tra vescovato e famiglia Cellesi si è protratto, poi, per secoli. Non a caso, infatti, ai Cellesi nel Seicento (lo scrive nel 1662 il Salvi) spettava ancora il diritto di accogliere in San pier Maggiore il vescovo neoeletto e di accompagnarlo alla cattedrale, secondo un’antica tradizione tipicamente pistoiese. Oltre all’aspetto giurisdizionale e politico, il documento del 1067 è interessante perché traccia una mappa degli insediamenti rurali presenti in quest’area del contado pistoiese. al di qua e al di là del fiume Vincio, lungo la vallata, ma anche nelle zone limitrofe come torbecchia, ad esempio, vi erano circa diciassette villaggi, oltre a poderi e case sparse che facevano tutti riferimento alla pieve di San pancrazio. I centri abitati e coltivati non erano pochi e la densità della popolazione doveva essere più elevata rispetto alla pianura, spesso allagata e malsana. Campi fertili e fedeli numerosi garantivano alla pieve di Celle cospicue rendite. Interessante soffermarsi poi per un attimo sulla dedicazione della chiesa a san pancrazio e san giovanni Battista. per quanto riguarda il secondo titolo, diremo che è “d’ufficio”, in quanto la pieve è per defi- Gennaio/Marzo 2012 Particolare della facciata con la finestrella a timpano aperto tamponata. Su una delle piccole chiese sottoposte a Celle, quella di San Martino a Fagno, o meglio sul prete che nel 1290 ne era reggente, è registrato nelle carte d’archivio un curioso fatto di cronaca. all’epoca il popolo di Fagno denunciò, per mano di Rustichello di grazia, il parroco Jacopo, reo, secondo l’accusa, di vivere more uxorio con una donna, tale gina, dalla quale aveva avuto dei figli e, peggio ancora, colpevole di aver percosso e ucciso la sua stessa madre. prete Jacopo, ovviamente, si difese e accusò a sua volta gli abitanti di Fagno di calunnia, ma non ricorse al sostegno del più alto prelato in carica a lui vicino: il pievano di San pancrazio a Celle. Come la questione si sia risolta, davanti al vescovo di pistoia, non è dato saperlo, poiché la documentazione della causa s’interrompe proprio sul più bello. È interessante scoprire, comunque, che neppure la vita semplice e modesta di uno sperduto villaggio di campagna era immune da vizi o maldicenze. Nei secoli successivi abbiamo poche notizie della pieve di Celle, ec- 13 cetto i regesti delle decime dei secoli XIV e XV e i resoconti delle visite pastorali dei vescovi pistoiesi. È certo che ancora alla fine del Seicento i Cellesi detenevano il patronato della chiesa che tuttavia aveva ridotto di gran lunga la propria giurisdizione sulle chiese limitrofe e sul territorio circostante. Nel Dizionario geografico della Toscana del 1830 Repetti scriveva che la pieve di San pancrazio a Celle non aveva più succursali e che la parrocchia era composta da sole 247 anime. Oggi le cose non sono molto diverse. L’antica pieve di Celle non è che una delle tante chiese sparse nella campagna. può capitare di notarla, distrattamente, percorrendo la strada che l’affianca, ma niente del suo aspetto modesto susciterà la nostra curiosità o il nostro interesse. trasformata quasi del tutto in un’abitazione, del suo impianto originario restano soltanto una parte della facciata e del campanile. E quei conci perfettamente squadrati, lisci e allineati che, un tempo, si utilizzavano con parsimonia, solo per gli edifici prestigiosi e importanti, destinati a durare nel tempo, nei secoli dei secoli: le chiese. I Bibliografia essenziale Il Romanico pistoiese, atti del Convegno, pistoia 1964 N. Rauty, Storia di Pistoia, I, Firenze 1988 Pistoia e la Toscana nel Medioevo, Società pistoiese storia patria, pistoia 1997 N. Rauty, Pistoia città e territorio nel Medioevo, pistoia 2003 Arte e storia nizione chiesa battesimale. Il primo titolo, invece, a san pancrazio, santo martire venerato soprattutto dai popoli germanici, non è poi molto diffuso nella nostra zona. C’è nel pistoiese un’altra chiesa dedicata a san pancrazio, ma è più tarda, dell’XI secolo: fu eretta in località Brandeglio (oggi Cireglio), in prossimità di un altro ramo del fiume Vincio, il Vincio di Brandeglio, appunto. La dedicazione a san pancrazio rimanda inoltre all’origine longobarda della chiesa. E che i longobardi si fossero stabiliti in zona lo dimostra anche il toponimo Castellina dei Lombardi, località che si trovava poco più a nord della pieve: ancor oggi alcune famiglie che provengono dalla zona di Celle si chiamano Lombardi. Dai documenti risulta che, nemmeno un secolo dopo la donazione a Signoretto, il plebato di Celle si era notevolmente ridotto. Nella bolla papale di Innocenzo II del 1133 compaiono due nuove pievi, Vinacciano e Caloria, istituite proprio nel vasto territorio aggregato in origine a San pancrazio. Sono gli estimi delle decime degli anni 1296-1297 a delineare il nuovo assetto del plebato di Celle che sovrintendeva allora a otto edifici religiosi o parrocchie: Santa Maria Maddalena a gugliano, San Lorenzo di Celle, San giusto a Montagnana, San Donato a Momigno, San Bartolomeo a Casore, San prospero di Castellina dei Lombardi, San Frediano a Fabbrica e San Martino a Fagno. Sino al 1271 la pieve di Celle aveva sotto di sé anche la chiesa di San Vito a Cupano (poco sopra torbecchia), ceduta dall’allora pievano pro tempore tedicio a una comunità di monache cistercensi. Linda Meoni Il volontariato Solidarietà, impegno, coesione sociale: una risorsa per tempi difficili L a generosità da sola non batterà forse la crisi e se anche l’entusiasmo di migliaia di volontari non sarà sufficiente a scongiurare gli effetti di una congiuntura economico-finanziaria negativa che sta interessando anche il mondo del servizio libero e gratuito, a esaminare Foto di gruppo dei volontari della Croce Verde. i dati una riflessione viene immediata. Sono infatti 242 nel solo territorio pistoiese le associazioni aderenti al CESVOt, Centro Servizi Volontariato toscana (dati del novembre 2011), più qualche altra significativa manciata di associazio- informa Gennaio/Marzo 2012 ni “libere”, ovvero non iscritte al registro del volontariato che fanno di pistoia una delle province più sensibili all’aiuto. In cima alla lista delle attività svolte svettano i settori sociale e sanitario, mentre il resto se lo spartiscono l’ambito culturale, quello del volontariato internazionale e, dignitosi fanalini di coda, protezione civile e tutela e promozione dei diritti. ampio ventaglio di servizi, dagli interventi sanitari e di emergenza alle attività sociali, dai donatori di sangue (Fratres) e di organi (aIDO) sino ad attività che comprendono anche cultura e fotografia. Quasi cinquecento i volontari militanti nella compagnia, della quale si ha notizia già nel primo Cinquecento. “È davvero massiccia la componente giovane – afferma il segretario generale Ro- Con 21 sezioni presenti sul territorio provinciale, la Misericordia di pistoia è una tra le realtà più partecipate e attive della città, con un berto Fratoni. – Circa il sessanta per cento del personale ha un’età sotto i trent’anni, ma come ci piace ricordare, i nostri volontari sono giovani Operatori dell’associazione “Un raggio di luce”. 14 fino a quindicimila per chi voglia avviare un’impresa), con una significativa percentuale di domande inoltrate da famiglie italiane. Di microfinanza si occupa anche la fondazione “Un raggio di luce” ONLUS, nata nel 2004 allo scopo di incentivare la crescita dei territori difficili, già partner della Misericordia nell’esperienza di microcredito e ora impegnata in particolare nei paesi in via di sviluppo, con un focus su africa centrale, Burkina Faso e Nepal. “per ogni paese di competenza – racconta il segretario generale Cristiano Vannucchi – abbiamo tre desk di riferimento, ovvero tre cooperanti individuati sia tra persone di fiducia locali che del posto. In pratica, grazie ai nostri referenti e alla collaborazione con organizzazioni che erogano finanziamenti, si riesce a distribuire il capitale a coloro che in quei paesi vogliono avviare un’attività. Il supporto degli istituti di credito è fondamentale per realizzare questi progetti, non essendo la nostra ONLUS una società finanziaria”. “Lavoro” non è l’unica parola-chiave sostenuta e appoggiata dalla fondazione, che si occupa anche di garantire la costruzione di case e infrastrutture, di fornire energia, assistenza sanitaria, educazione, ma anche sostegno a distanza. Dal dicembre del 2011, poi, la fondazione ha istituito la giornata della legalità dedicata ad antonino Caponnetto, padre del pool antimafia e pistoiese d’adozione che grazie al lavoro svolto tra Centro studi Don Milani, coordinamento Libera e fondazione Caponnetto, si ripeterà ogni anno il 6 dicembre. altra importante realtà sul territorio operativa nel settore sociosanitario è la Croce Verde, associazione a carattere laico e liberale che ha festeggiato oltre centoventi primavere e che opera allo scopo di ampliare il campo d’azione della Misericordia. ad oggi, la Croce Verde conta otto sezioni sul territorio con un impiego complessivo di 560 volontari, in prevalenza uomini di età compresa tra i trentasei e i sessantacinque anni, una metà dei quali occupati, i restanti in cerca di occupazione oppure studenti o pensionati. I progetti in cantiere, nonostante il momento economico non felice, non si fermano mai e presto, in particolare pensando alla sezione di Sambuca dove i volontari si sono occupati di accogliere numerosi immigrati, saranno attivati corsi di alfabetizzazione e di educazione civica grazie al finanziamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della Regione toscana. Ma alimentare una macchina così complessa e articolata è un’impresa che richiede continui sostentamenti, anche per non rischiare di demotivare i volontari. “I costi dei mezzi attrezzati sono quasi proibitivi – spiega il coordinatore Stefano Di Cecio – e così alcuni di quelli che usiamo sono vecchi di dieci anni. tuttavia, l’entusiasmo dei tanti volontari coinvolti lascia il segno e ci regala un messaggio importante, la voglia di esserci e di poter essere di sostegno nonostante le inevitabili difficoltà nelle quali a volte ci troviamo ad operare. La massiccia partecipazione ai corsi che organizziamo ripetutamente durante l’anno dimostra poi ancora una volta che la nostra I gente non vuole mollare”. Società e servizi anche a settanta, perché lo spirito con il quale partecipano è talmente vitale da non avere età”. a dispetto di chi parla di un volontariato provato dalla crisi, con una significativa perdita di motivazioni da parte della gente, la Misericordia registra semmai una forte crescita d’interesse. “Diciamo – prosegue Fratoni – che si assiste a un turnover più frequente, anche per via dei tanti giovani senza lavoro che vogliono impiegarsi in attività socialmente utili”. Ma volontari non ci s’improvvisa: per questo, oltre alla richiesta di un impegno serio e professionale, la Misericordia lavora anche sull’aggiornamento dei propri volontari, perché, soprattutto in fase di emergenza, possano essere in grado di rispondere tempestivamente alle situazioni che si presentano. per cercare di far fronte ai sempre più frequenti problemi di accesso al credito, la confraternita pistoiese ha avviato poi dal 2007 diversi progetti a sostegno dei soggetti più deboli, ovvero quelli “non bancabili”: la prevenzione dell’usura, lo spaccio della solidarietà e il sistema del microcredito pistoiese. E la risposta non è mancata: oltre cinquecento richieste di concessione del credito (fino a settemila euro alla persona e Roberto Zerbini Un lungo ponte verso il vino nel mondo O Intervista a Roberto Bellini I vigneti della Champagne nei pressi di Épernay, in Val de Marne. Sembrano una composizione op-art le bottiglie di champagne accatastate in una cave. informa Gennaio/Marzo 2012 riginario dell’alto Mugello, per la precisione Marradi, tra monti dove domina il marrone e scarseggia la vigna (il poco vino prodotto, senza pretese, è consumato pressoché totalmente nell’ambito familiare), con un passato scolastico nel pratese, Roberto Bellini si è trasferito a pistoia, pontelungo per la precisione, da poco più di venticinque anni: zona anche questa in cui la produzione del vino è altrettanto scarsa, per cui è difficile trovare un nesso con il titolo di ciò che state leggendo: “Un lungo ponte verso il vino nel mondo”. La realtà, comunque, è questa. È qui che incontriamo Roberto Bellini e – parafrasando il manzoniano don abbondio – viene dunque da chiedersi: “chi è costui?”. Innanzitutto risulta evidente che abbia qualcosa a che fare con il vino, per cui la prima domanda è d’obbligo. Roberto Bellini e il vino, perché questo abbinamento? tutto nacque nel lontano 1977, quando mi ritrovai a dirigere un’azienda vitivinicola nel Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga per la precisione: Caiano era ed è il suo nome! Seppur molto giovane e poco propenso ad adeguarmi alle rigidità del lavoro, mi appassionai pian piano, volente o nolente, a questo segmento dell’attività agri- 16 cola e acquisii un’esperienza diretta sulla produzione del vino, condividendo l’operatività dei consulenti e degli enologi dell’azienda. Da lì, il passo successivo fu seguire una scuola di sommellerie dell’associazione italiana sommelier, per acquisire i metodi di indagine dell’espressione organolettica delle qualità del vino e giungere infine al “titolo” di sommelier nel 1982. Da quel momento il vino non è più uscito dalla mia quotidianità, non intendendo con questo semplicemente il berlo, ma il racconto, la comunicazione, l’insegnamento e infine la scrittura. Insegnamento di quale materia? La mia specialità è insegnare la tecnica della degustazione del vino: Roberto Bellini. E questa attività dove la porta? Il vino e l’olio mi hanno fatto conoscere il mondo, soprattutto il vino. I miei interventi istruttivi sul vino, con corsi completi per la formazione professionale della figura del sommelier, si sono tenuti dall’India alla Cina, dalla Russia alla tailandia, dagli Stati Uniti d’america al giappone, passando per Belgio, Olanda e Lussemburgo e sbarcare infine in Inghilterra. L’attività in Italia la svolgo prevalentemente in toscana, un territorio che mi sta particolarmente a cuore: poi molta attenzione la rivolgo anche alla provincia di pistoia, dove organizzo regolarmente corsi per sommelier, essendo il responsabile regionale. Quindi se la definissero un esperto, forse le starebbe stretto? Esperto è una parola che dice tutto e però può anche non dire niente. Innanzitutto non sono un tuttologo, come se ne trovano tanti nel mondo del vino, sono uno studioso, so che giorno dopo giorno devo migliorarmi, devo scoprire nuove argomentazioni su cui confrontare ciò che ho appreso. L’odierno esperto del mondo del vino deve essere coinvolto dinamicamente nell’evoluzione della materia, già di per se stessa complicata e soggetta a velocissimi cambiamenti. Se mi dovessi autoclassificare esperto, sceglie- rei lo champagne: qui mi sento veramente ferrato. È qui che volevo arrivare, allo Champagne. Corre voce infatti che Roberto Bellini sia tra i migliori esperti d’Italia. Qualcuno azzarda d’Europa… Magari! Di certo ne ho degustati moltissimi dall’anno in cui lo scoprii, il 1979. È una tipologia di vino che ha sempre attirato la mia curiosità, per cui ho cercato in tutti i modi di coglierne l’essenza storica, enologica, scandagliandone tutte le sfaccettare organolettiche, viaggiando nelle vigne della Marne, incontrando vigneron e chef de cave, frequentando seminari e stage in giro per la Francia: camminando le vigne, come diceva Veronelli. Dopo vent’anni di studi e di faticose degustazioni ho oltrepassato il guado del bere champagne e sono approdato sulla riva del farlo bere, anzi farlo sorbire in degustazione ragionata e guidata. Nasce così l’École du champagne, dodici lezioni che affondano le radici su tutto ciò che è champagne: storia, produzione, Gli ordinati filari delle vigne della Champagne nei dintorni di Chalonssur-Marne. Enogastronomia da cinque anni inoltre ho creato l’École du champagne, per educare alla degustazione di questo magico prodotto. L’ambito in cui opero è essenzialmente il mondo didattico dell’associazione italiana sommelier, di cui sono vicepresidente, e quello della Worldwide Sommelier association, in cui rivesto la carica di general manager. per quanto concerne lo champagne, ho vinto il titolo di “ambassadeur du champagne” del Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC) in occasione del primo concorso tenutosi nel 2005. altra materia oggetto d’insegnamento è la tecnica della degustazione dell’olio, in questo caso nell’ambito dell’aISO, associazione italiana sommelier dell’olio. degustazione, abbinamento con il cibo, servizio, terroir, stili produttivi, marketing enologico e anche qualcosa di piccante per la sensualità che il prodotto ha rappresentato nella Belle Époque e non solo. Da questa conoscenza è scaturito nel 2009 il libro Champagne e Champagne, edito da Bibenda di Roma: un libro che racconta a tutto tondo quel mondo e lo proietta nell’odierno senza indulgere a celebrazioni di Maison o aziende produttrici. E Pistoia, che rapporto ha con lo Champagne? pistoia è un’oasi, una specie di succursale della regione della Champagne, tanto da contare tra i più alti consumi pro capite di champagne d’Italia. È un territorio di veri cultori, in molti hanno preso spunto dalla mia attività per avvicinarsi al prodotto e una volta agganciata la bollicina non l’hanno più mollata. Sono contento di questa performance pistoiese, lo sento quasi mio questo fermento d’interesse e ne parlo spesso e volentieri in giro per l’Italia, quando educo al consumo dello champagne in territori anche un po’ ostili, come la puglia, il Bresciano, la Calabria o la Sardegna. È a pistoia che allo champagne hanno inventato il soprannome: acqua di Reims! Lo champagne affascina la vista quanto il palato. informa Gennaio/Marzo 2012 Prima ha parlato di scrittura, intendeva scrivere di vino? Certo. Il mio primo testo sul vino risale al 1998 e racconta il vino toscano, il titolo è Toscana libera terra di vino: è seguito poi Champagne e Champagne, poi due volumetti ironici, In vino eroticus e In vino erectus, seguirà a breve In vino eudemonico. Ho anche collaborato alla stesura del testo Il vino nel mondo giappone, tornerò all’antico, perché tutto lo sviluppo mondiale è partito dai contatti col giappone, dove avevo già condotto corsi sul vino e sull’olio extravergine di oliva. E nel tempo libero, ammesso che ne abbia, che fa? appena posso vado a fare jogging, dire correre sarebbe improprio, nella campagna tra l’Ombro- Roberto Bellini (a destra) e Richard Geoffroy, chef de cave di Dom Perignon, alla presentazione di uno champagne millesimato (ovvero fatto con vini della stessa annata) della celeberrima Maison. edito dall’associazione italiana sommelier e collaboro regolarmente con la rivista “Bibenda”, uno dei magazine al top del giornalismo enoico d’Europa. E il futuro? Quale sarà il suo? Sto seguendo alcuni progetti per lo sviluppo della formazione dei sommelier nel mondo per conto dell’associazione italiana sommelier e della Worldwide Sommelier association. Il più sostanzioso è quello con l’Università per stranieri di Siena, che prevede corsi in Cina: Shangai, pechino, Canton. Sto attivando anche un progetto Brasile, una nazione molto promettente. Infine mi dedicherò un po’ al vino e all’olio in 18 ne, il Vincio e la Stella, mi ricorda il triangolo fluviale della Champagne: Marne, Vesle, aube. Mi piace respirare l’aria della salita di giaccherino, al mattino presto, quando nella quiete che segue il levar del sole, soprattutto d’inverno, si può incrociare anche qualche capriolo. È il mio metodo per rilassarmi, per depurarmi dall’aria che si respira nelle metropoli del mondo; spesso è anche una fonte d’ispirazione per ideare nuovi eventi di formazione, nuove argomentazioni più o meno tecniche sul vino, per far sì che quel lungo ponte verso il vino nel mondo abbia un punto di inizio, in pontelungo, e non I se ne intraveda la fine. Fotografie di Filippo Basetti Gli specchi delle ombre: poeti e artisti al dunque Incontri d’arte all’auditorium di Pontelungo La giovane artista Zoè Gruni durante il primo incontro. Gennaio/Marzo 2012 IBanca ha favorevolmente accolto la proposta di proseguire, dopo il successo dell’iniziativa culturale dello scorso anno, dedicata al “Viaggio nella pittura contemporanea pistoiese”, una nuova serie d’incontri culturali sostenendo il progetto della Brigata del Leoncino “gli specchi delle ombre: poeti e artisti al dunque” a cura di Domenico asmone, Siliano Simoncini e Maurizio tuci. al Consiglio Direttivo, dunque, il merito di favorire esperienze che valorizzano la vena creativa e l’eccellenza dei protagonisti della cultura pistoiese con manifestazioni interessanti e sempre più qualificate che non mancheranno certo di coinvolgere tanto la cittadinanza che gli addetti ai lavori. Inoltre va apprezzato il contributo della responsabile del settore, Stella passini, per la dedizione e la disponibilità, affinché ogni incontro risulti quanto più possibile inappuntabile. alla giornata di presentazione del progetto sono intervenuti i dirigenti di VIBanca e l’assessore alla cultura della provincia, Chiara Innocenti, che ha puntualizzato come la qualità del “cantiere culturale pistoiese”, anche con l’avvicendarsi delle generazioni, non trovi soluzione di continuità. per l’occasione, alle pareti dell’auditorio erano esposte le opere dei poeti e degli artisti – un testo in versi e un quadro – secondo l’ordine degli abbinamenti previsti: piero Buscioni-Zoè 19 gruni, Massimo Baldi-giacomo Carnesecchi, paolo albani-Dario Longo, Martino Baldi-andrea Lunardi, Roberto Bartoli-Federico gori, Maura Del Serra-gerardo paoletti, paolo Fabrizio Iacuzzi-Daniele Capecchi, giacomo trinci-giorgio Ulivi, Roberto Carifi-paolo tesi, giuseppe grattacaso-giuseppe gavazzi. per l’occasione, l’attore Massimiliano Barbini ha letto in maniera mirabile le dieci poesie scelte dagli autori come quelle fra le più rappresentative della loro produzione; mentre piero Buscioni ha dissertato argutamente sui contenuti proposti dal titolo della manifestazione. Domenico asmone, Siliano Simoncini e Maurizio tuci, hanno commentato l’intero progetto e chiarito il senso degli abbinamenti proposti. La rivista “VInforma” ospiterà un breve resoconto di tutti gli incontri, programmati da venerdì 25 novembre 2011 a venerdì 18 maggio 2012: in questo numero sono recensiti i primi cinque. • Primo incontro, venerdì 25 novembre 2011. Piero Buscioni, Zoè Gruni annamaria Iacuzzi, esperta d’arte moderna e contemporanea, ha interpretato la singolarità dell’opera di Zoè gruni – invitata alla LIV Biennale di Venezia – nelle sue linee generali e in particolare ha reso testimonianza delle qualità estetico-formali e iconografiche degli splendidi Arte a Pistoia Siliano Simoncini disegni esposti nell’auditorium dall’artista. Disegni, ha proseguito la Iacuzzi, inerenti al tema della femminilità e le cui soluzioni figurativosurreali dal forte impatto visivo efficacemente riescono a rendere conto delle capacità immaginative e ideologiche dell’autrice. La stessa Zoè ha parlato dell’esperienza californiana che sta vivendo da un anno – rapporti importanti con gallerie, mostre, oltre Primo incontro: Siliano Simoncini col poeta Piero Buscioni. Lettura del primo evento gia”, “Hebenon”, “La Clessidra”. Suoi aforismi sono stati scelti da guido Ceronetti per il quotidiano “La Stampa”. piero si è laureato con Marino Biondi in storia della critica e della storiografia letteraria e, fra l’altro, è fondatore della rivista poetica e civile “Il Fuoco”. Siliano Simoncini, amico del poeta, ha parlato di lui come “personaggio” nel panorama culturale pistoiese, non soltanto perché dotato di un’intelligenza e di una sensibilità singolari, ma perché, come autore, ha offerto un contributo d’indubbia rilevanza Piero Buscioni creativa. Simoncini, per confermare tale giudizio, ha letto diversi aforismi di piero: scrita consenso di critica e di pubblico – ti ora caustici, ora ironici, ora evocae ha informato i presenti in merito tivi. Un esempio? Eccolo: “La noia coagli sviluppi della propria attività fu- stituisce la più fulgida prova del notura: trasferimento a Rio de Janeiro. stro essere in esilio”. Inoltre ha rifeInteressante è stata la proiezione del- rito anche di come si sia espresso in le opere presenti sul sito dell’artista, merito al figlio il noto artista Umberto che Zoè ha commentato una a una: Buscioni, il quale, narrando aneddodalle sue performance per le strade ti del periodo formativo di piero, ha di Hollywood agli autoscatti dedica- fatto presente come il grande poeta ti al tema del “Malocchio”. Un in- Mario Luzi, nell’occasione di un incontro, quello con Zoè gruni, ricco contro, avesse apprezzato la persodi sollecitazioni che non ha manca- nalità del giovane poeta e previsto per lui un brillante futuro. a conclusione to di coinvolgere i presenti. piero Buscioni, aforista, poeta e della serata piero Buscioni ha dato autore di saggi, ha scritto su riviste lettura degli esempi più probanti delquali “Erba d’arno”, “Nuova antolo- la sua attività di poeta. Mio perduto canto erompi ancora, dalla più dura pietra sgorga puro, fluisci, straripa dalla carne, fanne fertile semenza, incendiala, che sia soltanto fiamma, densa neve, immemoriale trasparenza. Canto mio perduto ma non morto canto di tutti, canto ascensionale canto dei fiori e delle cose mute canto dei frutti, riversati, esonda dai confini, varca gore e cupe piagge e valli, ma sii valle e cupa piaggia e gora; canto mio iemale ed estuoso, canto forte valica il passo senza più ritorno, lumina il giorno, brucia morte e male. informa Gennaio/Marzo 2012 20 • Secondo incontro, venerdì 13 gennaio 2012. Massimo Baldi, Giacomo Carnesecchi Massimo Baldi, poeta, e giacomo Carnesecchi, artista: due giovani pistoiesi che si sono affermati nell’ambito delle rispettive discipline, a conferma che l’humus culturale della nostra città, generazione dopo generazione, riesce sempre a proporre nuove vocazioni artistiche. Baldi, laureato in filosofia con il massimo dei voti e la lode e in possesso del dottorato in logos e rappresentazione, è uno dei poeti più importanti che si sono formati nella cerchia di Roberto Carifi. La sua ricerca espressiva è volta all’approfondimento delle tematiche inerenti alla condizione umana, vissuta nella consapevolezza che soltanto la filosofia e gli esiti di una “nobile” risposta estetica possano rivitalizzare e dare continuità al linguaggio poetico. giacomo Carnesecchi, sodale di Baldi e insieme a lui uno dei fondatori della rivista letteraria “paletot”, dopo aver studiato presso l’Istituto d’arte di pistoia si è diplomato in pittura, alla scuola del professor Umberto Borella, all’accademia di belle arti di Firenze. Svolge attività artistica dai tempi della frequentazione dell’Istituto cittadino policarpo petrocchi con mostre personali e collettive, ottenendo significativi riscontri di critica e di pubblico. La sua esperienza pittorica mira a co- te, a Baldi la realizzazione di testi clopedie pubblicate da Zanichelli: Aga poetici e a Carnesecchi un’installa- magéra difúra. Dizionario delle lingue zione composta da moduli dipinti a immaginarie (1994 e 2011; Les Belles commento visivo della canzone My Lettres 2001 e 2010); Forse Queneau. funny Valentine. L’incontro è inizia- Enciclopedia delle Scienze Anomale to con l’ascolto di brani dell’incisio- (1999) e Mirabiblia. Catalogo ragione di Baker: a seguire Baldi ha letto nato di libri introvabili (2003), noni suoi versi ispirati dalla struggente ché del Dizionario degli istituti anovoce di Chet e dal suono toccante della sua tromba e SiLettura del secondo evento liano Simoncini ha commentato il lavoro di Carnesecchi. tutto Una serata coinvolgente e didal buio spensatrice di intense emoarriva a questa breccia zioni. aperta nel vocabolo. Il testo poetico proposto da Massimo Baldi è caratterizall’orizzonte non ci sono pensieri, zato da un “magmatico” adma antichità comuni, densamento di senso e da una presagi vibrante liricità nel filo spezzato. • Terzo incontro, venerdì 27 gennaio 2012. Paolo Albani, Dario Longo Qui è grande meraviglia: quello che ieri era un vago segnale oggi risplende. Massimo Baldi Secondo incontro, versante letterario: Massimo Baldi e Domenico Asmone a colloquio. to in sintonia prendendo come riferimento l’ultima incisione di Chet Baker, grande interprete di cool jazz, registrata in germania nel 1988, quindici giorni prima della sua scomparsa. The last great concert quindi ha suggerito, rispettivamen- Gennaio/Marzo 2012 paolo albani è molto conosciuto nell’ambito delle esperienze della poesia visiva e della perfomance: dirige “tèchne”, rivista di bizzarrie letterarie e non, ed è membro dell’Oplepo (opificio di letteratura potenziale). Inoltre, è autore di tre bizzarre enci- 21 mali nel mondo (Quodlibet 2009) e inoltre dei libri di racconti Il corteggiatore e altri racconti (Campanotto 2000), Il sosia laterale e altre recensioni (Edizioni Sylvestre Bonnard 2003) e La governante di Jevons. Storie di precursori dimenticati (Campanotto 2007). Dario Longo è invece un noto artista che ha al suo attivo un ricco curricolo di mostre e di esperienze inerenti all’attività performativa, a conferma dell’ottimo livello del suo impegno creativo. Le sue opere “parlano” per metafore o per allegorie e sono costruite, in prevalenza, da oggetti di recupero e semilavorati, oppure da scarti di lavorazione e vecchi attrezzi obsoleti. Con essi Longo dà vita ad altri racconti, perché le forme, di nuovo semantizzate, pur mantenendo l’originaria memoria – e per questo attraggono – si rigene- Arte a Pistoia niugare il rigore formale della raffigurazione geometrica, che caratterizza il fondo della superficie delle sue opere, con l’estemporaneità segnica – tracciata graficamente sulla base strutturata – di un “racconto” volto al recupero inconscio di evocazioni pittoriche arcaiche, in un fluire narrativo magico e sacrale. a introdurre la serata non poteva mancare il valido contributo di Maurizio tuci, uno fra i massimi esperti di jazz. avendo celebrato, nell’estate del 2011, Chet Baker alla decima edizione del “Serravalle Jazz” – di cui Maurizio è da sempre il direttore artistico – ha incantato tutti i presenti fornendo del grande musicista un ritratto a tutto tondo e mettendo in evidenza la sua straordinaria inventiva di trombettista e cantante. Massimo Baldi e giacomo Carnesecchi hanno parlato di come, per l’occasione dell’incontro, abbiano lavora- Lettura del terzo evento Ricordo di un’avventura colorata Poesia retinica in parole pittoresche Terzo incontro: Paolo Albani, maestro di ironia e contaminazione fra i generi letterari, legge un proprio testo. Quella fantastica Seurat nello Chagall di montagna tu, Kandinskij come nuvola Matta, disegnata a Matisse, prendesti il mio picasso grosz sotto le Braque decisa a farmi gauguin fra le tue Kokoschka io alle Otto Dix: “Monet! Morisot di gioia, mia Carrà!” e Dalì a qualche secondo ci ritrovammo Boccioni a Mirò il Klee della Nolde che Léger avvolgeva il Mondrian e mi sembrò di sentire il Corot di un arp, pizzicata con dolci Dubuffet sulle corde nell’attimo sublime gridasti nella tua lingua russa: “Da da! Da da!”. Albani Paolo Albani rano significando altro da sé. Operazione di tipo metalinguistico e spesso ludico-ironica che caratterizza la sua attività e la distingue, nel panorama dell’arte contemporanea. Da Roma, per presentare paolo albani, è intervenuta ada De pirro, docente di storia dell’arte, curatrice di mostre di giuochi linguistici e critico d’arte. I due hanno presentato in sintonia, alternandosi nell’esposizione dei contenuti la De pirro e nella lettura performativa albani. Siliano Simoncini ha invece commentato il lavoro di Dario Longo, il quale ha preparato un nucleo di opere inerenti al tema del denaro con esplicito riferimento al- l’attuale situazione economica. L’insieme, ricco di echi infantili e di forti quanto ironiche citazioni, riferite al mondo finanziario, non ha mancato di sorprendere e far riflettere i convenuti all’incontro. Su tutte le opere, la più provocatoria, quella sistemata nello spogliatoio dell’auditorio: una piccola betoniera al cui interno l’artista ha versato, con la calderella da muratori, una quantità di centesimi di euro, per cui, una volta azionato il macchinario, il rumore del motore e il tintinnio dei soldi hanno creato lo scompiglio. “I soldi fanno rumore, è bene ricordarlo” ha detto Dario. Che ironia! informa 22 Gennaio/Marzo 2012 • Quarto incontro, venerdì 3 febbraio 2012. Martino Baldi, Andrea Lunardi Martino Baldi è un noto poeta concittadino che, come altri già presentati in questa serie d’incontri e altri lo saranno, fa parte del gruppo di autori formatisi nell’ambito culturale sollecitato dal mirabile esempio fornito dalla poesia e dalla figura di Roberto Carifi. La poetica di Martino è ricca d’inventiva e, al contempo, sa seguire la bussola dell’ironia quanto quella della ricognizione esistenziale, entrambe espresse con personale senso della trasgressività. Martino, laureato in letteratura italiana contemporanea all’Università di Firenze con una tesi su goffredo parise, ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra cui in prosa Morte improvvisa di un portiere di notte (2001), in poesia Trentadue lattine (2002) e Capitoli della commedia (2006). È stato fondatore dell’e-magazine “Nabanassar” e vicedirettore del trimestrale “Ciminiera”. Suoi testi poetici, narrativi e di critica letteraria e cinematografica sono stati pubblicati e segnalati su volumi, antologie e riviste italiane ed estere come “atelier”, “galleria”, “palomar”, “Specchio”, “paletot”, “ars”. andrea Lunardi, nato nel 1981, è uno dei giovani pistoiesi che hanno dato vita a quella generazione di artisti di cui la critica più attendibile si è interessata con particolare attenzione; così come le gallerie importanti hanno ospitato le loro opere. andrea si è diplomato presso l’accademia di Firenze nella scuola del noto artista concittadino giorgio Ulivi e il suo iter formativo, sul piano del linguaggio, non è stato quello intrapreso abitualmente da chi, uscito dall’accademia, desidera saggiare in fatto di tecniche, di mezzi e di poetiche quanto è in auge in quel momento. al contrario, per lui, fin dagli inizi, da considerare preminente Guido Mazzoni, Martino Baldi e Andrea Lunardi intrattengono il pubblico nel corso del quarto incontro. Lettura del quarto evento Scripta volant in un’opera è il suo contenuto, la filosofia da perseguire per esprimerlo. per tutto questo ha messo a disposizione del tema dell’identità ogni mezzo tecnico ed espressivo che gli consentisse di suggerirne o tracciarne l’immagine. Il suo curricolo espositivo è molto denso: numerose le mostre personali e le collettive importanti, come diverse le partecipazioni a manifestazioni quali “Networking” o “geceKondu”. Martino Baldi è stato presentato da guido Mazzoni, docente di critica letteraria e letterature comparate presso l’Università di Siena e poeta, le cui pubblicazioni sono state edite da case editrici come guerini, Donzelli, Marcos y Marcos, Il Mulino. per l’occasione, come critico letterario, oltre a parlare della poesia di Martino Baldi, Mazzoni ha ufficialmente presentato a pistoia il libro di Baldi Capitoli della commedia, pubblicato nel 2006 e poco conosciuto nella nostra città. Siliano Simoncini ha parlato della poetica e dei diversi linguaggi tecnici coi quali si esprime andrea Lunardi. Inoltre ha commentato l’opera realizzata appositamente dall’artista per lo spazio dell’auditorio: un lavoro composito che mostra l’immagine di operai che assistono, coinvolti, a una sfilata di automezzi da loro prodotti in azienda. altra soluzione sul tema dell’identità, questa volta, riferita al Gennaio/Marzo 2012 mondo del lavoro e alla condivisione comune dell’essere artefici. Non le parole nude resteranno ma il labirinto del tuo volto, l’arrampicarsi degli occhi e delle mani sullo specchio del tutto. I tuoi pensieri non sono voce ma corpo mio. E non nella memoria vive qualcosa; è nei sussulti dei sensi che rinasce ciò che da sempre non sappiamo e siamo, l’insegnamento involontario dei sospiri le cicatrici riaperte ad ogni notte. Il resto è un cimitero di ricordi: tombe bellissime. • Quinto incontro, venerdì 10 febbraio 2012. Roberto Bartoli, Federico Gori Roberto Bartoli è molto conosciuto nell’ambito della cultura poetica pistoiese per l’originalità espressiva e formale dei suoi testi e ha al suo attivo diverse pubblicazioni: Questo di te resta nell’eco. Nell’impossibile del volto Quando dicevi, senza dire, senza saperlo, e della lingua (I quaderni col tuo sistema unico di macerare del battello Ebbro 1999); pagine intere, arricciolare gli angoli Sull’area del mondo (Efe scegliere il luogo in cui riporre il libro: figie 2007). In sillogi ha “Strappa dalla parola quanto c’è d’umano. pubblicato Tra il tu e la Fanne pane. Di quanto ne rimane, preghiera, in Sette poeti di quanto tace, del premio Montale – Rosangue.” ma 1996 (Scheiwiller 1997); L’alieno e l’anguilMartino Baldi la, in Ars Poetica. Incontri di poesia a Villa Strozzi (Editrice Clinamen 2001). In rivi- gro, du Naturalisme intégral (1978). ste ha pubblicato L’ultima monta- Ma considerare l’opera di gori megna, in “poesia” (ottobre 2001, n. ramente legata alla problematica 154); Bengala, in “atelier” (giugno dell’arte in difesa della natura sa2004, n. 34). rebbe riduttivo: altri fenomeni inFederico gori è uno dei due gio- sensati, dai quali è necessario provani artisti pistoiesi invitato lo scor- teggersi, sono presenti nel nostro so anno alla LIV Biennale di Vene- tempo ed egli, con le proprie opere, zia: ha all’attivo un curricolo artisti- si fa arduo difensore della dignità co di tutto rispetto ed è, insieme a umana. La sua è l’espressione arti- 23 Arte a Pistoia quelli della sua generazione, una presenza significativa nel panorama nazionale. La sua poetica è volta essenzialmente a ripercorrere una sorta di naturalismo integrale concepito in primis dal critico pierre Restany (1930-2003) e da lui divulgato, appunto, con il Manifeste du Rio Ne- La lettura dei versi del poeta Roberto Bartoli nel quinto incontro della serie promossa da ViBanca. Federico gori ha proiettato una serie di suoi lavori e un video: opere incentrate sul tema della natura e, come ha sottolineato, sulla sua concezione di tempo. L’interesse dei presenti è stato notevole: in particolare i partecipanti sono rimasti affascinati dalla tecnica usata dall’artista (una particolare corrosione naturale del metallo) quanto dalla visiona- rietà insita nelle immagini – circa quattrocento, dipinte una a una – realizzate per il video che presenta tre schermate in cui, da sinistra a destra, possiamo vedere: alberi/Cielo/Campo di grano, il tutto in perenne movimento perché un vento sconvolgente anima i tre elementi della natura. Il tempo eterno nella mobiI le/fissità del presagio. Arte a Pistoia stica autentica di chi pensa che, tramite l’arte, sia possibile agire per mettere in pratica un’ecologia della mente. Impossibilitato a partecipare per motivi di salute, il poeta Roberto Bartoli non era presente, per cui l’amico piero Buscioni, incaricato di presentarlo, ha in sua vece letto i testi più rappresentativi del poeta. Nel commento critico, piero si è soffermato sulla particolare originalità della versificazione bartoliana e ha affermato che “Bartoli, come ogni autentico poeta, non gioca con il linguaggio, non ne fa sciarada, non vuole e non può; è la lingua stessa che glielo interdice. Dunque, innanzi tutto, fedeltà al linguaggio, culto di una parola eletta ad ardere nel magma incandescente della vita. poeta notturno e rapace, ladro di vertigini e visioni, ma anche estremo fabbro che forgia duramente, che lamina e che piega, che plasma e addomestica metalli, in occulte nicchie, in mistiche caverne, in officine inabitabili o abitabili da lui soltanto, questo è Bartoli; lavoratore possente che non scansa fuliggine e faville, vocato a dire il mondo in verità e pienezza e a tutto verticalmente nominare”. Lettura del quinto evento Appenninicamente per una coincidenza di spazio, tempo e abbandoni allo sciogliersi dei cordogli e alla resa delle fedi, tu ancora oggi mi concedi di ardere su alti roghi le magre fascine di questa dura terra in un antico rito di lentezze e precisioni, ed accordarmi nella fiera baldanza della folle discesa all’alta pena dei burroni e all’inquieta mutanza delle valli incivili, dove al fondo di celeri balzi, tra slarghi di riposo e cateratte in fuga, lutulento il fosso laba. E nella disciplina dell’ascesa, quando la pettata acumina il pensiero e di ricordi affligge l’anima, tu ancora oggi mi concedi d’udire il passo folto dello smarrito e il suo laio ottuso e al laccio della frega il cervo battersi per cogenti istanti di lussuria e di vedere tra i muriccioli sdruciti delle carbonaie avite o tra le membra dissestate di un pianoro assopito il triste cascame del fradicio micelio e nei rivi algenti orge di mignatte e grumi di lombrichi, mentre in alto di vedetta come guerrieri vinti, stanno le rocche urlanti di rovina a combattere la voracità del tempo. possono per sempre gli appennini innalzarsi umili e contraddire passo passo ogni struttura e ordigno di viro e con l’identica cura nel governo del capanno dell’eternamente vecchie donne montanine possano accudire i propri segreti e mai svanire, affinché ritraendosi nell’immediato per concedersi al maligno l’umana convinzione di tirannico impero sia tratta due volte in inganno, all’entrata e nella sosta, per poi riaffermare, dopo molto vento e molta neve, dopo molti silenzi e molte frane, dopo erba, sfacelo e molto sole, il loro incontrastato dominio. informa Gennaio/Marzo 2012 24 Roberto Bartoli Borsa di studio Vivarelli Ricordare alle giovani generazioni uno dei maggiori artisti pistoiesi del Novecento: Jorio Vivarelli. Questo l’obiettivo principale della Borsa di Studio intitolata all’artista promossa da VIBanca - Banca di Credito Cooperativo di San pietro in Vincio in collaborazione con la Fondazione pistoiese Jorio Vivarelli e col patrocinio dell’Ufficio Scolastico provinciale di pistoia. Nelle precedenti edizioni abbiamo riscontrato oltre 550 adesioni e sono stati distribuiti Borse di Studio e contributi per un ammontare complessivo di € 23.900,00; forti di questo successo, è stata indetta la 4a Borsa di Studio “Jorio Vivarelli” riservata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di pistoia e provincia sul tema: Natura nutrice universale Con le opere del “periodo delle gemmazioni” (1968/1974) il Maestro Jorio Vivarelli racconta il dialogo tra la natura primigenia e la scultura antropomorfica, alludendo simbolicamente a una concezione oggi ampiamente diffusa e condivisa: l’uomo, organismo vivente tra i viventi, fa parte integrante di un tutto da cui non può prescindere. “Si riparte dalla terra per rigenerarsi – dice Vivarelli – la radice è indizio, o se vogliamo metafora della condizione umana, condizione intesa come parabola, cioè corrispondenza profonda tra uomo e natura. Dentro di noi c’è un universo. Il microcosmo ripete il macrocosmo”. La commissione giudicatrice selezionerà i dodici migliori lavori pervenuti a cui verranno assegnate borse di studio per: gli studenti potranno svolgere i propri lavori nei quattro ambiti in cui si sviluppa la Borsa di Studio: Letterario, artistico e teatrale. 1° premio 2° premio 3° premio 4° premio 5° premio L’importo complessivo deliberato per la Borsa di Studio ammonta ad €uro 8.100,00.=(Ottomilacento/00) Gennaio/Marzo 2012 assegnato a TRE lavori assegnato a TRE lavori assegnato a TRE lavori assegnato a TRE lavori assegnato a TRE lavori €uro €uro €uro €uro €uro 1.000,00 cadauno; 600,00 cadauno; 300,00 cadauno; 200,00 cadauno. 100,00 cadauno. Oltre alle Borse di Studio di cui sopra saranno erogati contributi per €uro 1.500,00= destinati agli istituti scolastici in relazione ai risultati ottenuti dai propri studenti. Le iscrizioni scadono il 14 marzo 2012. Il bando, il modulo d’iscrizione e tutta la documentazione relativa al concorso sono reperibili nel sito www.vibanca.it. per ulteriori informazioni potete contattare l’organizzazione agli indirizzi mail [email protected] e [email protected] 25 Sigfrido Bartolini pensatore: quando l’arte incontra la Tradizione grande successo di pubblico per il convegno sul maestro incisore Sigfrido Bartolini svoltosi lo scorso 18 febbraio presso l’auditorium di VIBanca organizzato dall’associazione culturale Sur Les Murs di pistoia. Il convegno è il risultato di un lungo percorsostudio che i membri dell’associazione Sur Les Murs hanno effettuato presso la Casa Museo Bartolini, diretti sapientemente dal professor Francesco gaiffi. Nel corso delle sessioni di studio, grazie alla preziosa collaborazione della moglie dell’artista, signora pina, sono stati analizzati i documenti d’archivio, il diario inedito e la corrispondenza privata di Sigfrido Bartolini; tutto questo materiale, prezioso e interessante, ha permesso di conoscere e approfondire il punto di vista dell’artista sulla visione del mondo. Nel convegno sono stati presentati i risultati di questa ricerca che saranno diffusi nelle biblioteche provinciali a cura dell’associazione Sur Les Murs. all’incontro hanno partecipato, oltre al professor gaiffi, la figlia dell’artista, professoressa Simonetta Bartolini, e il giornalista e scrittore Stenio Solinas che ha contribuito alla giornata di studio accendendo i riflettori sulle collaborazioni che Sigfrido BarI tolini ebbe con varie testate giornalistiche. Un momento del convegno, seguito da numeroso pubblico. L’associazione culturale Sur Les Murs L’associazione culturale Sur Les Murs nasce tre anni fa come circolo di studenti universitari e superiori con due obiettivi dichiarati: il primo è quello di creare uno spazio di riflessione e confronto intellettuale per gli studenti pistoiesi , il secondo, di dotarsi di uno strumento per dialogare con le istituzioni locali al fine di valorizzare il patrimonio artistico locale e stimolare la vita culturale cittadina. La crescita dell’associazione è stata costante e ha raggiunto il numero di duecento tesserati tra i giovani pistoiesi. a cura dell’associazione sono stati organizzati eventi di grande rilievo a cui hanno partecipato intellettuali di livello nazionale oltre che i rappresentanti di tutte le istituzioni pubbliche cittadine. Un anno fa l’associazione ha aperto il proprio circolo a pistoia in via Dalmazia 115 e dal 2012 è si è costituita in associazione di promozione sociale registrando ufficialmente lo statuto. L’associazione rappresenta ormai una realtà affermata e continua la sua crescita anche attraverso la creazione di una squadra di calcio a cinque nella ferma convinzione che lo sport rappresenti un veicolo fondamentale di valori positivi e tradizionali. La squadra di calcio a cinque Sur Les Murs, grazie anche al contributo dello sponsor VIBanca – Banca di Credito Cooperativo di San pietro in Vincio, ha partecipato al campionato Interno Legnorosso della Lega Calcio MSp di pistoia posizionandosi quinta su diciassette squadre del girone preliminare e riuscendo a qualificarsi per la fase successiva del campionato. informa Gennaio/Marzo 2012 26 La copertura al campo sportivo di Bonelle Nell’ambito del “Progetto Centenario VIBanca” è stato deliberato un contributo a favore della Società Sportiva P.S.B. Pistoia a.s.d. Scuola Calcio per la realizzazione di una copertura esterna ai locali del campo sportivo di Bonelle, al fine di offrire uno spazio coperto al pubblico durante lo svolgimento delle attività agonistiche dei giovani atleti. Nel giorno dell’Epifania si è svolta la manifestazione per l’inaugurazione della struttura che ha visto la partecipazione dei “piccoli” ma “grandi” calciatori che hanno festeggiato l’evento con una partita di calcio. VIBanca esprime nuovamente il proprio ringraziamento a dirigenti e collaboratori della Società Sportiva P.S.B. che, da quasi sessant’anni e con grandi risultanti, si è posta come scopo principale quello di diffondere la pratica dello sport a livello giovanile in tutte le sue manifestazioni con un riferimento particolare all’attività calcistica. I nostri piccoli poeti crescono… “in rima” Lo scorso 23 febbraio si è svolta, nella prestigiosa cornice della Sala maggiore del palazzo comunale di pistoia, la cerimonia di premiazione della sesta edizione del concorso “Far… rima del mio sacco”, organizzato dal Comune e dall’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci con la collaborazione di VIBanca – Banca di Credito Cooperativo di San pietro in Vincio. Quasi quattrocento studenti di nove scuole primarie e sei secondarie della provincia di pistoia hanno preso parte al concorso incentrato sul tema “La casa, il mio rifugio”. Le parole della dirigente scolastica dell’Istituto Leonardo da Vinci anna Maria Corretti, “anima” del concorso, riassumono lo scopo dell’iniziativa: “La poesia ci permette di scoprire l’interiorità dei nostri ragazzi: siamo sempre ripagati dalla bellezza che risplende in ognuno di loro. per i giovani è anche un modo per dare voce a ciò che hanno dentro”. I Gennaio/Marzo 2012 Ecco l’elenco dei vincitori Categoria riservata alle scuole elementari 1° aLESSaNDRO gUaRDUCCI Istituto gianni Rodari 2° aLBERt CERFEDa Istituto Carradori 3° aSIa pEpE Istituto Marino Marini Segnalazione per teodoro Dhima, Rebecca Innocenti, giulio Banelli e Rebecca Vannini. Categoria riservata alle scuole medie Istituto Leonardo da Vinci 1° ILaRIa RUZZI Istituto giuseppe Roncalli 2° aNDREa DEL BagNO 3° aLESSaNDRO gIaNNINI Istituto guglielmo Marconi anna Frank Segnalazione per Matteo Sforzi, Matteo Borri e Vittoria Barone. 27 ViBanca progetti Progetto Centenario su il sipario... a cura di Luca Lubrani Sabato 12 maggio, ore 21.30 I Soliti Idioti in Comico-Psichedelico Tour TEATRO ALESSANDRO MANZONI PISTOIA Venerdì 13 aprile, ore 21 Sinfonica - Grandi Solisti Fondazione Pistoiese Promusica akademie für alte Musik, Berlin Sabato 21 aprile, ore 21 Sinfonica - Grandi Solisti Fondazione Pistoiese Promusica Orchestra pistoiese promusica direttore Daniele giorgi violino paolo Chiavacci violoncello alfredo persichilli pianoforte pier Narciso Masi Sabato 12 maggio, ore 21 Sinfonica - Grandi Solisti Fondazione Pistoiese Promusica Recital del pianista Krystian Zimerman PICCOLO TEATRO MAURO BOLOGNINI PISTOIA Domenica 15 aprile Piccolo Sipario (6-11 anni) Gli alti e bassi di Biancaneve favola per bambini e adulti di Emma Dante, con Italia Carroccio, Davide Celona, Daniela Macaluso, regia di Emma Dante Domenica 20 maggio, ore 21.30 Fiorella Mannoia in Sud il tour TEATRO GIUSEPPE VERDI MONTECATINI TERME Sabato 7 aprile, ore 21.30 Recital di Teo Teocoli Venerdì 13 aprile, ore 21.30 Tre cuori in affitto commedia con musiche di giovanni Maria Lori, con paolino Ruffini, arianna Bergamaschi e Justine Mattera, regia di gianluca guidi Sabato 21 aprile, ore 21.30 Giuseppe Giacobazzi in Apocalypse La vita, le donne e gli stereotipi di un romagnolo doc nel nuovo spettacolo del “poveta” di Zelig TEATRO PIETRO MASCAGNI POPIGLIO Martedì 24 aprile, ore 21 Il mio Coppi di albe Ros, adattamento drammaturgico di Daniela Morelli, con pamela Villoresi, regia di Maurizio panici TEATRO FRANCINI CASALGUIDI Domenica 1° aprile Piccolo Sipario (4-10 anni) Raperonzolo di Enrico Spinelli dalla fiaba dei fratelli grimm, con Cristina Bacci, Enrico Spinelli, pietro Venè informa Gennaio/Marzo 2012 Martedì 24 aprile, ore 21.30 Giulietta e Romeo Il primo musical in 3D Sabato 28 aprile, ore 21.30 Marco Travaglio in Anestesia Totale 28 Mercoledì 25 aprile, ore 21 Il mio Coppi di albe Ros, adattamento drammaturgico di Daniela Morelli, con pamela Villoresi, regia di Maurizio panici GALLERIA RAVACCIONE E FANTISCRITTI Quote di Partecipazione soci gratuito non soci euro 60,00 in 9 GIUGNO 2012 Programma Ore 7.45 Ritrovo dei partecipanti presso la Sede di Pontelungo.* Ore 8 Partenza. Destinazione: cave di marmo di Ravaccione, nel cuore dei bacini marmiferi di Carrara, sulle Alpi Apuane. Il bacino marmifero più vasto, più antico, più alto del mondo. Ore 9.30 Arrivo alla cava dei Fantiscritti e visita dell’antico museo dove sono raccolti vecchi strumenti per l’estrazione del marmo. Ore 10.30 Imbarco su piccoli pullman per la visita all’interno della galleria Ravaccione; segue visita di una cava di epoca romana, ma lavorata con strumenti e mezzi moderni. Ore 13 Trasferimento a Colonnata con visita alle larderie e spuntino a base di salumi tipici e focacce. Nel pomeriggio visita alle Cantine del Sole in località Luni dovrà sarà possibile degustare il vermentino e visitare il museo dei lavori agricoli. Ore 17 ca. Partenza per il rientro a Pistoia. LA QUOTA COMPRENDE: - Viaggio in pullman da Pistoia alle Cave e ritorno - Spuntino in larderia a base di salumi e focacce - Visita guidata alle Cave e ingressi dove previsti LA QUOTA NON COMPRENDE: - Extra di carattere personale - Tutto quanto non incluso sotto la voce “La quota comprende” Informazioni Ufficio Soci 0573.913951 dalle ore 08.30 alle ore 13.30 (Stella Passini) Chiusura iscrizioni 15 maggio 2012 o comunque all’esaurimento dei posti disponibili * Per i partecipanti che si trovassero già in Versilia potrà essere individuato un punto di ritrovo in zona. Quote di Partecipazione Ville lucchesi 21 APRILE 2012 - pomeriggio PROGRAMMA Ore 13.45 Ritrovo dei partecipanti al viaggio presso la Sede Vibanca di Pontelungo e incontro con l’accompagnatore (storico dell’arte). Ore 14 Partenza in pullman per Lucca. Arrivo e visita della Villa e Giardino Torrigiani, spettacolare esempio di architettura barocca che possiede giardini ancora intatti nelle forme originali, ricchi di sorprese e giochi d’ acqua. La visita prosegue con i suggestivi giardini del parco di Villa Reale. Il viaggio continua con la visita di Villa Grabau nelle cui sale si possono ammirare affreschi neoclassici, arredi d’epoca e una piccola cappella che conserva gli affreschi originali del 600/700. Rientro a Pistoia nella serata. 46,00 Tutti gli ingressi alle ville (Villa Torrigiani, Villa Reale e Villa Grabau) Assicurazione Globy La quota non comprende: Extra di carattere personale Tutto quanto non espressamente specificato alla voce “La quota comprende” Numero minimo di partecipanti 30 Informazioni Ufficio Soci 0573.913951 dalle ore 08.30 alle ore 13.30 (Stella Passini) Chiusura iscrizioni 30 marzo 2012 o comunque all’esaurimento dei posti disponibili La quota comprende: Viaggio in pullman Gran Turismo riservato Accompagnatore (storico dell’arte) Gennaio/Marzo 2012 soci gratuito non soci euro 29 spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci aggio GITA ALLE CAVE DI MARMO aggio in AVVISO AI SOCI • Gita Sociale a Lisbona A causa di problemi logistici legati alla prenotazione dei voli per il periodo prescelto non è stato possibile realizzare il viaggio annunciato a San Pietroburgo: la Gita Sociale di VIBanca per il 2012 sarà effettuata a LISBONA dal 25 al 29 aprile come da programma qui appresso riportato. LISBONA è la capitale del Portogallo, terra di fascino e storia: il popolo che la abita raccoglie l’eredità dei celebri navigatori che hanno solcato i mari del mondo scoprendo nuove rotte e nuove terre. Lisbona, la città dove echeggia il canto del Fado (riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’Umanità), ha dato importanti risorse all’economia portoghese costituendo una delle mete turistiche più visitate al mondo. Fra le attrattive più rilevanti vi è l’architettura di stile manuelino e barocco, con influssi arabi, con edifici e monumenti che rappresentano altrettanti gioielli della capitale lusitana. Quote di Partecipazione a persona in camera doppia LISBONA soci 850,00 non soci euro Gita sociale dal 25 al 29 Aprile 2012 PROGRAMMA Primo giorno: PISTOIA-LISBONA Ore 09.30. Ritrovo presso sede VIBanca a Pontelungo e partenza per l’aeroporto di Bologna con pullman GT – Disbrigo delle pratiche di check-in e partenza con il volo TP 857 delle ore 13.15 – Arrivo a Lisbona. Trasferimento all’hotel prescelto. Sistemazione nelle camere riservate. Tempo libero a disposizione fino al trasferimento per la cena in ristorante tipico. Rientro in hotel e pernottamento. Secondo giorno: LISBONA Prima colazione in hotel. Intera giornata dedicata alla visita della città incluso il quartiere di Belem (zona monumentale) che prevede la visita alla Torre di Belem (esterno), Monumento delle scoperte (esterno) e Monastero di Jeronimos (interno-chiesa e chiostro). Proseguimento verso la “Baixa” (città bassa), il cuore della città con la piazza Rossio, la piazza do Comércio, Rua Augusta; salendo poi per la visita alla cattedrale di Lisbona e al più tradizionale e antico quartiere della capitale, l’“Alfama”, vero labirinto con casette dalle terrazze in ferro battuto e rivestite delle tipiche maioliche (azulejos). Pranzo in ristorante in corso d’escursione. Rientro in hotel. Trasferimento in ristorante tipico. Rientro in hotel e pernottamento. Terzo giorno: LISBONA-SINTRA-CASCAIS-ESTORIL-LISBONA Prima colazione e partenza alla volta di Sintra lungo il litorale atlantico, costeggiando le ville delle località di Estoril e Cascais. La cittadina di Sintra è rinomata per le sue molte residenze nobiliari, le belle strade ricche di negozi artigiani e il fresco clima collinare. Visita al Palazzo Reale. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio rientro in hotel a Lisbona. Trasferimento per la cena in ristorante tipico. Pernottamento in hotel. 990,00 Quarto giorno: LISBONA Prima colazione in albergo. Giornata interamente a disposizione. Cena in ristorante tipico e pernottamento in hotel. Quinto giorno: LISBONA-BOLOGNA-PISTOIA Prima colazione in hotel. Trasferimento all’aeroporto di Lisbona e partenza per Bologna con il volo TP 856 delle ore 8.50. Arrivo a Bologna alle ore 12.30 e trasferimento a Pistoia con pullman GT. Fine dei servizi. QUOTE INDIVIDUALI DI PARTECIPAZIONE con sistemazione in camera doppia (supplemento singola €uro 160,00) SOCIO €uro 850,00 NON SOCIO €uro 990,00 La Quota di partecipazione comprende: Trasferimenti in pullman GT Pistoia/Aeroporto BO e ritorno; Trasferimento aereo in classe economica su voli linea TAP; Trasferimento da e per aeroporto Lisbona - 4 notti in hotel; Visita intera giornata a Lisbona- Visita di Sintra-Cascais-Estoril e Cabo da Roca con Bus e guida parlante italiano; 2 pranzi e 4 cene in ristorante con bevande; Assicurazione medica e bagaglio di gruppo. La Quota di partecipazione non comprende: Extra di carattere personale; Ingressi non menzionati nel programma; Assicurazione annullamento facoltativa da stipulare al momento della prenotazione (€uro 60,00.= a partecipante) Le prenotazioni, fino ad esaurimento posti disponibili, potranno essere effettuate presso tutte le Agenzia VIBanca entro il 10/04/2012, con la sottoscrizione del “Modulo di Adesione”; al momento della prenotazione dovrà essere versata la caparra confirmatoria di €. 350,00 per ogni partecipante oltre all’eventuale costo di “Assicurazione per annullamento viaggio” (facoltativa). Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Soci ViBanca – 0573.913951 dalle ore 08.30 alle ore 13.30 informa Gennaio/Marzo 2012 30 www.vibanca.it • [email protected] “CHECCO” Bugiani Lezioni di Cucina (2° corso base di cucina tradizionale) Le lezioni, curate da Checco Bugiani, si svolgeranno presso la Sala Auditorium di ViBanca – Banca di Credito Coop.di S.Pietro in Vincio (Via Provinciale Lucchese 125/b - Pistoia) Lunedì 26 Marzo 2012 Lunedì 02 Aprile 2012 Lunedì 16 Aprile 2012 Lunedì 23 Aprile 2012 dalle ore 21.00 alle ore 23.00 dalle ore 21.00 alle ore 23.00 dalle ore 21.00 alle ore 23.00 dalle ore 21.00 alle ore 23.00 Quota di partecipazione Quota di partecipazione SOCIO €uro 100,00 NON SOCIO €uro 120,00 Per informazioni contattare Ufficio Soci ViBanca (Tel. 0573 – 9139 51 dal lunedì al venerdì, dalle ore 08.30 alle ore 13.30) Chiusura Iscrizioni 15/03/2012 Numero minimo partecipanti 20 Numero massimo partecipanti 40 Corsi di Inglese Proposta per i soci ViBanca e loro familiari 3 incontri di tre ore per svolgere i seguenti argomenti il costo di ciascun percorso è di euro 25,00 ed è previsto per un max di 15 persone (min. 10 ) Al termine di ciascun percorso ai partecipanti sarà dato un glossario e un CD contenente le frasi-chiave per un ascolto personale Full immersion English Corsi estivi Per bambini e ragazzi Periodo: Giugno-Luglio 2012 - durata: 20 ore settimanali per informazioni e prenotazioni contattare l’Ufficio Soci di VIBanca Stella Passini, [email protected] tel. 0573.913951, dalle ore 8.30 alle 13.30 Gennaio/Marzo 2012 31 spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci Corsi spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci Daniele Pelliccioni Procar: vent’anni di corsa Passione, voglia di vincere, serietà e impegno alla base dei successi della scuderia pistoiese delle due ruote che si aggiunge a Valentino Rossi e al compianto Marco Qualche anno fa, sarà stato il 1997, coordinavo le operazioni sui campi gara nel Campionato italiano rally per il team Husky. Durante una gara che si Simoncelli, anch’essi protagonisti a bordo delle vetture della scuderia Procar), come pure la proficua collaborazione con Ford che ha portato aleffettuava in Toscana venni avvicinato da Alessandra Materazzetti che lala vittoria del Campionato rally Terra in Francia nel 2003. vorava già all’epoca per una squadra che aveva la sua base operativa a PiCome dimenticare poi alcuni personaggi altrettanto famosi che hanno stoia: quello fu il primo contatto che ebbi con la Procar. La squadra toscacorso con le nostre vetture? Paolo Bettini e il compianto Franco Ballerini na si affacciava allora, per la prima volta, in maniera importante sul palcoscenico del campionato assoluto. Durante quel 1997, pur avendo già alle (entrambi CT della nazionale di ciclismo), Lapo Elkann autore di un test al spalle dei risultati importanti, colti nei primi anni della sua avventura come Motorshow di Bologna, il comico Marco Dalla Noce (il popolare “Mecanico le vittorie nel Campionato Terra e nella Mitropa Cup, il team pistoiese, che della Ferari” di Zelig), insomma un universo di storie tutte legate dalla stesera ancora “giovane” con la sua storia cominciata nel 1992,vinse a sorsa passione per i motori. Le gare, i campionati, le vetture e i piloti sono presa il Campionato italiano rally e conquistò il secondo posto nel Campionato cambiati, e molto, in questi venti anni di attività, ma quello che non è cameuropeo, preludio alla vittoria in campo continentale nell’anno seguente. biato è lo spirito e il modo di porsi della Procar e dei suoi associati, la riMa andiamo con ordine: la creazione cerca del modo migliore per garantire di questa realtà vincente si deve alla ai propri clienti – siano essi i grandi fortunata intuizione di un gruppo di apgruppi automobilistici oppure gli appassionati imprenditori di Pistoia, ovpassionati che vogliono avere “quel vero Alessandro Carrara, Massimo qualcosa in più” o solo poter raccontaCappellini e Guido Tanteri, i quali, re agli amici di aver corso con una vetmossi dalla stessa passione, decisetura curata dalle stesse persone che ro appunto di creare “a sud degli Apseguono o hanno seguito piloti di granpennini” una struttura con le carattede fama – quello spirito vincente e quelristiche e l’impostazione delle classil’impegno nel lavoro che li contraddiche scuderie inglesi dedicate al Mostingue nelle loro attività al di fuori deltorsport. Alessandro e Massimo sono la Procar e che cercano di trasmettere stati un equipaggio di spicco della Pianche in questa, che da passione si è L’asso delle due ruote Valentino Rossi alla guida stoia Corse nel corso degli anni Ottrasformata in un impegno ulteriore che di una Honda della scuderia Procar (Foto Sport, Rovigo). tanta e si sono sempre dovuti rivolgeli vede sempre in prima linea. Sono pasre a delle strutture anche geograficamente lontane dalla loro realtà ter- sati veloci, ma dato che ci occupiamo di vetture da corsa è normale, queritoriale. Proprio negli anni di Pistoia Corse hanno conosciuto Guido e con- sti anni in Procar e ci hanno lasciato dei ricordi belli come i due titoli italiasolidato l’amicizia con lui: e insieme, al momento di “attaccare il casco ni del 1997 e del 2003 (Subaru e FIAT), i due europei del 1998 e del 2010 al chiodo”, hanno deciso di creare una realtà tutta pistoiese nel campo (Subaru e Abarth), i titoli greco del 2001 (Subaru) e francese del 2003 (Ford), dell’automobilismo da corsa. È nata così la Procar nel 1992: proprio que- attraverso una serie pressoché infinita di titoli nazionali a partire dal 1995 st’anno, quindi, si celebra il ventennale di attività: Bilancio: le collabora- con Subaru, passando dalle vittorie in sequenza dal 2002 al 2005 con FIAT, zioni di Procar sono state importanti e soddisfacenti. Dopo i primi anni fino all’ultimo conquistato con Citroën nel 2011 appena trascorso: ma coche hanno visto la nascita e la crescita di una proficua collaborazione con me dice sempre qualche allenatore di calcio, la vittoria più importante sarà Subaru con vittorie a raffica sia in campo nazionale che internazionale, la prossima. Ecco, la nostra vittoria sarà quella di cercare di essere protaadeguandosi ai continui cambiamenti regolamentari, è arrivato il matri- gonisti nel modo migliore e con la solita dedizione e preparazione anche monio col marchio storico FIAT, seguito poi dalla sua diramazione sporti- nel 2012, cercando di aggiungere un altro alloro a quelli già conquistati, va Abarth, e col disimpegno del marchio torinese, la collaborazione con senza dimenticare che quello che facciamo è un lavoro e come tale va svolil marchio leader del rallysmo mondiale, Citroën. Il tutto senza dimenti- to nel migliore dei modi. care alcune operazioni più limitate nel tempo ma pur sempre cariche di A proposito, dopo quel primo incontro a Radicofani conclusi un accorfascino e di storia, quali il progetto e la costruzione in serie delle MG Ro- do e accettai di collaborare con Procar nel Campionato europeo del 1997 ver per il trofeo italiano di categoria (34 esemplari costruiti ex novo nel- e del 1998… e oggi sono ancora qui… in ufficio a occuparmi di quel prola factory di Casalguidi), la prestigiosa stagione con la Aston Martin GT (pi- getto nato dalla passione di quei tre imprenditori che ho imparato a conolotata fra gli altri dall’asso della Ducati Troy Bayliss, un altro campione scere e apprezzare. I informa Gennaio/Marzo 2012 32