La pieve di San Pancrazio a Celle: un patrimonio da recuperare

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La pieve di San Pancrazio a Celle: un patrimonio da recuperare
Gennaio-Marzo 2012
La pieve di San Pancrazio a Celle:
un patrimonio da recuperare
anno V - n° 1 - gennaio-marzo 2012
Sommario
Editoriale
Patrizio Rosi
pag.
1
Economia e finanza
Via Provinciale Lucchese 125/B
51030 Pontelungo (PT)
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www.vibanca.it
Alessandro Galardini
LA FINE DEL TUNNEL?
» 2
Società e cultura
Simone Trinci
UN INCERTO DESTINO
» 5
Pistoia nostra
DIRETTORE RESPONSABILE
Luca Lubrani
» 7
Arte e storia
COMITATO DI REDAZIONE
Patrizio Rosi
Paolo Ferretti
Roberto Cresci
Mauro Pagliai
Stella Passini
REDAZIONE
Chiara Caselli
IL MUSEO DEI TRENI
Federica Azzini
LA PIEVE DI SAN PANCRAZIO
A
CELLE
» 10
Società e servizi
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IL VOLONTARIATO
» 14
Enogastronomia
E AMMINISTRAZIONE
Edizioni Polistampa, Firenze
Via Livorno 8/32
50142 Firenze
Tel. 055 737871 (15 linee)
Roberto Zerbini
UN LUNGO PONTE
VERSO IL VINO NEL MONDO
Arte a Pistoia
Siliano Simoncini
GLI SPECCHI DELLE
In copertina,
L’antica pieve dei Santi Pancrazio
e Giovanni Battista a Celle
» 16
OMBRE:
POETI E ARTISTI AL DUNQUE
» 19
ViBanca informa
BORSA
DI STUDIO
VIVARELLI
» 25
SIGFRIDO BARTOLINI PENSATORE:
QUANDO L’ARTE INCONTRA LA TRADIZIONE » 26
Il comitato di redazione si riserva
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articoli e notizie inviati.
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presso il Tribunale di Pistoia
al n° 3/2008 in data 15/04/2008
Finito di stampare in Firenze
presso la tipografia editrice Polistampa
marzo 2012
L’ASSOCIAZIONE
SUR LES MURS
CULTURALE
» 26
ViBanca progetti
PROGETTO CENTENARIO REALIZZATO
I NOSTRI PICCOLI POETI CRESCONO…
“IN RIMA”
» 27
» 27
Su il sipario...
A cura di Luca Lubrani
» 28
Spazio Soci
IN VIAGGIO
LEZIONI DI CUCINA, CORSI D’INGLESE
PROCAR: VENT’ANNI DI CORSA
» 29
» 31
» 32
ari Soci, cari Clienti, cari Lettori,
l’anno da poco concluso è stato caratterizzato dal perdurare
della grave congiuntura economica aggravatasi, soprattutto
nell’ultimo trimestre, per l’estrema volatilità delle borse, per
l’impennata degli spread e per la profonda carenza di liquidità.
In questo difficile contesto la nostra banca, dopo oltre sei
anni dalla precedente – quasi o forse un record – è stata sottoposta a ispezione da parte della Banca d’Italia e nel mese di
dicembre ha ricevuto il risultato degli accertamenti, con la
consegna del verbale ispettivo al Consiglio di amministrazione e al Collegio Sindacale.
Ebbene, l’esito è stato veramente eccellente e non può che
inorgoglirci.
Con l’aiuto e la collaborazione di tutti ma soprattutto del personale di qualsiasi livello impiegato nella attività, l’azienda ha raggiunto
la valutazione “prevalentemente favorevole”, cioè un solo scalino al di sotto
della valutazione massima (favorevole) e ben al di sopra della soglia negativa.
Il risultato ottenuto non deve farci abbassare la guardia ma, in un
momento particolarmente delicato dell’economia italiana, nel quale il clima
di forte incertezza sta condizionando da mesi e mesi le performance del
sistema bancario, ci sia consentito di manifestare tutta la nostra soddisfazione e gioia per il riconoscimento che la Banca ha ottenuto per l’attività da
tanti anni portata avanti tenendo sempre a mente i principi ispirativi del
nostro modo di essere “differenti”. Ciò è avvenuto attraverso strategie di
sana e prudente gestione, di frazionamento del rischio, di crescita patrimoniale e di sviluppo sostenibile, con una marcata attenzione a ogni tipo di
controllo e verifica interna, ma anche senza trascurare l’attenzione al territorio di riferimento e, per di più, incrementando in questo difficile periodo
il sostegno all’economia locale, dando così a tante famiglie e a tante imprese la possibilità di “reggere l’impatto” della crisi finanziaria ed economica.
anche se non sarà facile tutti insieme faremo il possibile per mantenere il
livello raggiunto.
L’anno nuovo, invece, si è aperto con due eventi inattesi. Il Direttore
generale Francioli , con una decisione repentina e inaspettata, ha deciso di
cessare il rapporto di collaborazione con la nostra Banca e di passare in
forza ad altra azienda di credito, in provincia di Firenze, di maggiori dimensioni sia per espansione territoriale che per numero di sportelli e massa
amministrata. Orgogliosi di aver costituito un trampolino di lancio, al ragionier Francioli vanno vivi ringraziamenti per l’attività svolta e fervidi auguri
per quella futura.
Ma soprattutto, dopo una breve e fatale malattia, ci ha lasciati il nostro
Vicepresidente signor giuliano Baldi. È con profonda commozione che lo
ricordiamo. giuliano, così in Banca era chiamato amichevolmente da tutti,
classe 1932, socio da trentotto anni, era uno dei pilastri storici dell’azienda.
Uomo buono e di sani principi, un “galantuomo” come si diceva una volta,
era entrato a far parte del Consiglio di amministrazione nel 1980 e ha rappresentato per tanti anni il collegamento, vero e reale, fra la Banca e il suo
territorio di riferimento, la collettività di pontelungo e delle frazioni limitrofe, interpretando il suo ruolo con passione, sincerità, onestà e con grande
affetto per l’azienda che, memore delle origini e della tradizione, delle quali
mai dobbiamo dimenticarci, spesso chiamava ancora, affettuosamente, “la
Cassa Rurale”. È stato un grande Uomo e un grande Cooperatore e il sottoscritto, che ha avuto l’onore e la fortuna di averlo a fianco per oltre quindici
anni di leale e fedele reciproca collaborazione, non potrà non sentire e colmare il vuoto che ha lasciato.
Da tutti noi, grazie giuliano.
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Editoriale
Patrizio Rosi
Alessandro Galardini
La fine del tunnel?
Responsabile Coordinamento
Finanza ViBanca
P
Dopo un sofferto 2011, le prospettive del 2012
La sede dell’agenzia di rating
Standard & Poor’s: al clamoroso
downgrading del debito sovrano degli
Stati Uniti è seguito il declassamento
di molti paesi europei fra cui l’Italia,
scesa di ben due gradini.
rima di parlare delle prospettive legate al nuovo anno è bene fare un
riepilogo di quello che è successo
nell’anno passato. Il 2011 era partito con buoni auspici, confortati da
discreti dati macroeconomici dagli
Stati Uniti. In Europa la forza della germania faceva sperare in una
risoluzione della crisi del vecchio
continente dovuta ai paesi dell’area
mediterranea. Da febbraio abbiamo assistito tuttavia al verificarsi di
una serie di eventi negativi, partiti
con la primavera araba, che hanno
portato la Libia alla guerra civile
con la conseguente morte di gheddafi. Il terremoto in giappone con
il disastro nucleare di Fukushima,
l’economia americana messa sotto
osservazione, le paure per un defi-
informa
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Gennaio/Marzo 2012
cit pubblico alle stelle hanno portato Standard & poor’s, una delle
tre più importanti agenzia di rating,
a togliere per la prima volta nella
storia la tripla a agli Stati Uniti d’america.
Un attacco senza precedenti nella giovane storia alla moneta unica
europea ha portato un aumento della tensione sui i paesi pIgS (portogallo, Irlanda, grecia e Spagna) e
anche l’Italia entra nel mirino delle
agenzie di rating e degli speculatori con conseguente crollo delle quotazioni a livelli mai visti. Clamoroso l’andamento dei CCt legati all’Euribor (gli ex-investimenti più sicuri per antonomasia) che arrivano
a perdere oltre il venti per cento in
pochi mesi.
L’insediamento del nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti, pur con margini di manovra veramente ristretti, dà inizio a quelle
manovre impopolari ma importanti che contribuiscono a tranquillizzare i mercati e a far recuperare credibilità al nostro paese. L’aumentare repentino dello spread dei nostri
Btp decennali nei confronti dei
Bund tedeschi provoca il panico nei
loro possessori, banche comprese.
La speculazione, fomentata dalle
solite agenzie di rating americane,
fa temere un possibile default dell’Italia, le paure generano un Credit
Crunch delle banche italiane e
un’impennata di tutti i rendimenti,
compresi quelli a breve termine che
oltrepassano il sei per cento, e lo
spread Btp/Bund, che fino a giugno
è di 150 basis point, a novembre supera quota 700, nonostante gli acquisti mirati da parte della BCE per
reggerne le quotazioni.
I più autorevoli leader europei,
Merkel e Sarkozy, invece di trovare
soluzioni per tranquillizzare i mercati (come ad esempio rafforzare il
potere della BCE , far partire subito
L’ESFS, avviare l’emissione di Eurobond) continuano la loro politica
nazionalista, venata secondo alcuni commentatori di demagogia elettorale, col risultato di far aumentare la tensione rischiando di vanificare gli sforzi fin qui fatti dai vari
paesi in difficoltà. In questo contesto i mercati ovviamente reagiscono molto male, scontando il rischio
alto di un default di mezza Europa,
di una crisi finanziaria globale e di
conseguenza una grave recessione
planetaria.
Il 2012 sarà l’anno cruciale per la
sopravvivenza dell’Europa, spartiacque tra la possibile uscita dalla
crisi e uno spaventoso scenario di
stagnazione. La situazione attuale
rimane molto delicata, considerando che il 14 gennaio scorso Standard & poor’s ha tolto la tripla a alla Francia e addirittura abbassato
a BBB+ il rating dell’ Italia: resta
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inoltre palese la debolezza della BCE,
il ritardo della nascita dell’ESFS, la
recessione di Eurolandia data per
certa e il Fondo Monetario e la Banca Mondiale che abbassano le stime di crescita globale. Nonostante
tutto ciò, le borse sono risalite mediamente del 25%, il nostro spread
è sceso a 360 b.p. (comunque sempre molto alto), i BOt sono ritornati sotto il 2% .
Quello che sta accadendo negli
ultimi giorni sui mercati finanziari
conferma la tesi di quelli che pen-
Le parole della crisi
EFSF (European Financial Stability Facility: fondo europeo di stabilità finanziaria) è
una entità giuridica finanziata dagli stati membri della zona dell’euro per combattere il debito pubblico europeo. È stato approvato dai ventisette stati membri
dell’unione europea il 9 maggio 2010, con lo scopo di preservare la stabilità
finanziaria europea fornendo assistenza finanziaria agli stati dell’eurozona in difficoltà economica. La sede del fondo si trova in Lussemburgo e ha come ruolo
quello di erogare obbligazioni, mentre il compito della Banca europea degli
investimenti è quello di offrire un servizio di gestione della tesoreria e supporto
amministrativo agli stati. Probabilmente verrà sostituito dall’ESM (European Stability Mechanism) con l’obiettivo di attivare il fondo salva-stati per il luglio del 2012,
un anno prima di quando inizialmente stabilito.
Eurobond titoli di stato europei, cioè prestiti obbligazionari che l’EFSF potrebbe
emettere con il sostegno e l’approvazione dell’Ufficio tedesco di gestione del
debito (Finanzagentur) allo scopo di accumulare fondi coi quali concedere prestiti
ai paesi dell’eurozona in difficoltà economiche, ricapitalizzando banche o comperando titoli di Stato. La garanzia dell’emissione dei bond è fornita da parte degli
stati membri della zona dell’euro in proporzione alla loro quota di capitale versato alla Banca centrale europea.
Rating esprime la valutazione, formulata da un’agenzia privata specializzata,
del merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari
internazionali, ovvero della probabilità che questi faccia fronte puntualmente al
debito contratto. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti.
Quantitative easing immissione di liquidità sul mercato, più precisamente la
creazione di nuovo denaro da parte di una banca centrale al fine di iniettarlo nel
sistema bancario. L’obiettivo è quello di aumentare la quantità di depositi nelle
banche private in modo che possa anche aumentare l’offerta del prestito.
Spread è la differenza tra i rendimenti di titoli, nella fattispecie tra i Bund (titoli di Stato tedeschi) e i BTP (titoli di stato italiani) principalmente a scadenza
decennale: se aumenta cresce il rischio emittente percepito dai mercati
finanziari e viceversa.
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Economia e finanza
La selvaggia speculazione al ribasso
sul debito sovrano dei paesi europei
più deboli ha portato l’euro sulle soglie
del collasso.
L’andamento ventennale dello spread
tra i Bund tedeschi e i titoli di Stato
di altri partner europei (Francia, Irlanda,
Italia, Spagna): come si nota, nel
quindicennio seguito all’introduzione
dell’euro il differenziale era minimo.
sano di trovarsi in quella fase in cui
tutto il peggio, per l’area dell’euro e
per l’Italia in particolare, sembra essere passato. La medicina, a base di
tasse più pesanti, disoccupazione in
crescita, pIL negativo, induce a riacquistare tutti quei titoli di capitale
(azioni) e titoli di debito (obbligazioni) ancora molto sottovalutati.
La manovra italiana, quella spagnola, l’imminente conclusione della pesante ristrutturazione del debito greco, insieme ai probabili QE3
(quantitative easing) negli Stati Uniti e la seconda tranche del rifinanziamento a tre anni alle banche europee permetteranno una risoluzione della crisi europea evitando il
conseguente contagio al mondo intero.
per questi motivi la maggioranza degli economisti si dichiara convinta che nel 2012 sarà evitata la recessione globale, ci sarà una debole e lenta ripresa, la crisi dell’area
dell’euro rimarrà il nodo più imAngela Merkel e Nicolas Sarkozy: nel delineare
le soluzioni alla gravissima crisi finanziaria
dell’eurozona, secondo alcuni commentatori,
i rispettivi interessi nazionali ed elettorali paiono
aver prevalso in loro sulla solidarietà europea.
Mario Monti guarda
al 2013: si vede la fine
del tunnel?
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portante da sciogliere e sicuramente la sua economia reale soffrirà ancora, ma l’Unione Europea
e l’euro rimarranno comunque in
piedi: le elezioni americane di novembre prossimo, periodo tradizionalmente tranquillo, rafforzano
questa tesi.
I
Un incerto destino
Quale futuro per l’Università a Pistoia?
osa avrebbe pensato padre Ippolito
Desideri, gesuita vissuto a cavallo fra
il Seicento e il Settecento, se gli avessero detto che la sede del polo universitario a lui intitolato avrebbe perso i corsi di Scienze turistiche? proprio a lui, che in viaggio aveva passato quasi tutta l’esistenza. Forse si
sarebbe dispiaciuto, forse avrebbe
preso tutto con filosofia. Quel che è
certo è che il destino di uno dei corsi più frequentati della sede di via
Sandro pertini è legato a un filo sottile che rischia di spezzarsi, assestando un nuovo duro colpo all’università made in pistoia.
Un polo che, pur con alti e bassi,
nei suoi pochi anni di vita ha tentato di consolidarsi ed è riuscito a crescere. Negli ultimi tempi l’idea-guida è stata quella di un ateneo piccolo ma specializzato, in grado di presentare un’offerta formativa unica
nel panorama regionale e non solo.
Una necessità fatta virtù, quasi imposta dalla razionalizzazione del sistema universitario, che aveva causato la soppressione graduale dei due
corsi di Economia, duplicati quasi
perfetti di quelli fiorentini. Dopo il
passaggio della falce ministeriale, i
responsabili del polo hanno spesso
L’ingresso
del polo
universitario
pistoiese.
In attesa dell’inizio delle
lezioni. Il plesso universitario
ospita anche una mostra
permanente di pittori
pistoiesi del Novecento.
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sottolineato che lo stereotipo dell’università sotto casa, sempre respinto con fermezza, non aveva davvero
più ragion d’essere. pistoia non vuole più essere la meta degli studenti
pigri e un po’ bamboccioni che non
si allontanano dalle gonne di mamma nemmeno per seguire le lezioni
a Firenze.
Una riforma dopo l’altra, la situazione degli ultimi anni è stata in effetti ben diversa da quella del debutto dei primi anni Duemila, sia sotto
il versante di organizzazione e strutturazione dei corsi, sia sotto gli aspetti logistici. Fino a oggi, oltre alla triade Infermieristica, Fisioterapia e
Ostetricia, che ricadono sotto il governo della facoltà di Medicina, avevano resistito a ogni taglio ministeriale anche i corsi di Scienze vivaistiche, Scienze turistiche e Ingegneria dei trasporti. Studi di interesse
specifico per il nostro territorio, legate ai suoi settori ‘tipici’: verde, comparto turistico e ansaldoBreda. Nelle intenzioni dei responsabili dell’ateneo, la specializzazione avrebbe
dovuto rappresentare una nuova
prospettiva per pistoia, con un progressivo richiamo di studenti fuori
sede: una realtà tutta diversa da quel-
Società e cultura
Simone Trinci
la degli ultimi anni, con
relativi benefici non solo
per il prestigio dell’ateneo, ma per la stessa economia locale, con un’espansione del mercato legato alla presenza di ragazzi e studiosi provenienti da altre città. a oggi, si stima,
la percentuale dei fuorisede si aggira intorno al cinquanta per cento e si
segnalano presenze di giovani stranieri. Imposta dall’alto dal Ministero o perseguita dai responsabili locali, poco importa: la maggiore specializzazione raggiunta nel corso degli anni non ha diminuito il numero
degli iscritti, che sono arrivati a raggiungere quota duemila. Finché
Scienze ingegneristiche è “volata via”
e il polo ha subito un duro colpo.
Eppure, dopo una lunga fase di discussioni, anche la sede di via pertini, dove a poco a poco hanno cominciato a svolgersi tutti i corsi, si è ampliata. Merito anche di investimenti
milionari, ultimo dei quali pari a quasi un milione e mezzo di euro. La filosofia-guida per la realizzazione della nuova sede è stata quella dell’Università ecologica, sorta di punto di
equilibrio ideale per una città dove si
coltivano tante piante e che ospita la
“fabbrica dei treni”. Si è pensato a tutto: dal giardino verticale della facciata di fronte alla Biblioteca comunale
San giorgio, all’uso di energia eolica
per il sistema elettrico e della geotermia per il riscaldamento, all’attrezzatura telematica delle aule, tutte intitolate a grandi personaggi storici pistoiesi nel campo dell’arte, del diritto
e della scienza.
rispettare un tetto massimo di insegnamenti. Dopo non poche discussioni, il consiglio di facoltà
di Economia ha deciso di
adeguarsi alle direttive,
sforbiciando sulle sedi
decentrate di pragià prima della realizIl complesso del polo
to e pistoia. a
universitario pistoiese:
zazione della nuova sede,
niente sono valsi i
l’offerta formativa contempla
e guardando a ciò che più
ripetuti tentativi
lauree di primo livello in
conta, i laureati ai corsi
del presidente del
pistoiesi sembrano non Fisioterapia, Infermieristica,
corso, il professor
essersela cavata male sul Ostetricia, Scienze turistiche
Lorenzo gai, per
mercato del lavoro. Dati e Scienze vivaistiche.
salvare la “trienveri e propri non sono
nale” che adesso
mai stati resi noti, ma le stime dei re- rischia di diventare solo un percorsponsabili sono sempre state inco- so di studi specifico per studenti di
raggianti. Di fonte certa, l’avvocato Economia e commercio, che si terrà
giuseppe totaro, presidente dell’U- comunque a Firenze. “attualmente
NISER (società consortile formata da
– spiega rammaricato gai – il corso
soggetti privati e enti pubblici che ge- di Scienze turistiche conta soltanto
stisce il polo di via Sandro pertini) è il secondo e il terzo anno. Il primo
invece il dato sul rapporto fra iscrit- non è stato riattivato”. Il colpo è duti e laureati: circa il sessanta per cen- ro, ma l’ultima parola non è ancora
to ce l’ha fatta a diventare dottore.
stata pronunciata. Una nuova speFra questi, molti provenivano ap- ranza si è aperta con la proposta che
punto dal corso più frequentato, vorrebbe nel distaccamento uniquello di Scienze turistiche, che ogni versitario di pistoia la laurea magianno conta in media circa centocin- strale di Scienze turistiche. Ipotesi
quanta nuovi iscritti, il dieci per cen- che, se realizzata, aprirebbe nuove
to dei quali stranieri. Ora il suo de- speranze anche per il corso trienstino sembra dover seguire quello di nale. La questione è già stata posta
Ingegneria dei trasporti. alcuni me- al preside della facoltà di Economia
si fa, il consiglio della facoltà di Eco- dell’Università di Firenze Francenomia di Firenze ne ha deliberato la sco giunta. “adesso – dice gai – si
cancellazione. all’origine della deci- aprono nuove possibilità per evitasione non c’è la mancanza di fondi. re un ulteriore ridimensionamento
C’è invece la necessità di adeguarsi ad del polo pistoiese. I punti interroalcune disposizioni ministeriali che gativi sono ancora molti, e le doimpongono alle facoltà di adeguare mande aperte anche: cosa si vuole
la propria offerta formativa al nu- fare delle scuole di specializzaziomero dei docenti, che non dovranno ne? Quali i nuovi rapporti che si intende instaurare con la sede di Firenze? penso – continua gai – che
sia essenziale un indirizzo strategiUna riforma dopo l’altra, la situazione degli ultimi anni è
co comune. E definitivo”. È in giostata in effetti ben diversa da quella del debutto dei primi
co un pezzo importante del polo
anni Duemila, sia sotto il versante di organizzazione e
universitario pistoiese. Non soltanstrutturazione dei corsi, sia sotto gli aspetti logistici.
to il corso che forse sarebbe piaI
ciuto a Ippolito Desideri.
informa
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C
Il Museo dei treni
Un’iniziativa per valorizzare Pistoia quale storico
polo ferroviario d’Italia
orrere a ogni costo sfidando il tempo, collegare il mondo da un’estremità all’altra per inseguire le più remote destinazioni senza mai guardarsi davvero intorno, perché lo spazio compreso fra partenza e arrivo
non è adeguatamente percepibile dal
comune viaggiatore. Ma sempre più
spesso, mentre il traffico aereo s’intensifica e i treni ad alta velocità sfiorano i trecento chilometri orari, si
assiste a un fenomeno in netta controtendenza: un “elogio della lentez-
za” praticato da turisti d’élite che, rivalutando la bassa velocità, preferiscono esplorare pazientemente territori a loro vicini, riscoprendo i treni di una volta e le vecchie linee ferroviarie regionali, sempre più a rischio perché qualificate come “rami
secchi”.
Entrare nell’area della stazione
ferroviaria di pistoia riservata ai rotabili storici significa compiere un
salto indietro nel tempo, quando il
procedere cadenzato dei treni non
Pistoia nostra
Chiara Caselli
Alcuni esemplari del
deposito ammirati dai
visitatori: in primo piano una
“littorina”, automotrice
diesel affiancata
da motrici a
vapore.
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impediva al viaggiatore attento la
percezione netta di luoghi e paesaggi e le locomotive a vapore, giganti
dal muso nero rumorosi e sbuffanti, incutevano perplessità e persino
timore.
Il deposito rotabili storici è una
struttura d’eccellenza di trenitalia.
È l’unica in toscana, la più importante d’Italia nelle potenzialità d’intervento sulle macchine a vapore, ed
è assolutamente competitiva con le
poche strutture simili esistenti e attive in Europa. all’aperto, in esposizione permanente, sono collocate le
vetture restaurate o in attesa d’intervento. Dentro un capannone stanno le macchine in riparazione. Se ne
occupano, con grande professionalità ma soprattutto con un’abbondante (e rara) dose di passione, alcuni dipendenti di trenitalia insieme
ai volontari dell’associazione toscana Italvapore, di cui fanno parte professionisti affermati che nel tempo
libero amano “sporcarsi le mani” nel
tentativo di salvaguardare preziosi e
insostituibili testimoni della storia
dei trasporti.
Il deposito documenta ampiamente l’evoluzione del trasporto su
rotaia in Italia attraverso le industrie
operanti nel settore: Ernesto Breda
e Officine ansaldo, Fiat e OM sono i
marchi ben visibili sulle vetture. Dalle locomotive a vapore alimentate a
carbone, alle automotrici diesel, meglio conosciute come “littorine”, al
primo EtR, l’elettrotreno che negli
anni trenta stabilì il record di velocità superando i duecento chilometri orari. allora l’Italia era all’avanguardia nel settore dei trasporti (ed
era forte il bisogno di dimostrarlo)
attraverso la produzione di macchine che nelle varie epoche hanno rappresentato il culmine dello sviluppo
tecnologico e il preludio alla recente Frecciarossa, in grado di raggiungere i trecento chilometri orari.
La locomotiva 746.038,
la più grande motrice a vapore
costruita in Italia, pezzo raro
del costituendo Museo
ferroviario pistoiese.
informa
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tra le principali attrattive del deposito stanno il locomotore 428-014,
che trainò il treno di Hitler in visita
a Roma nel 1938, o l’arlecchino, elettrotreno di lusso degli anni Sessanta, o ancora la 746.038, la più grande locomotiva a vapore costruita in
Italia per le Ferrovie dello Stato, l’ultima progettata in Italia prima della
completa elettrificazione della rete
fondamentale, il “gigante” delle motrici italiane “vecchio stile”: costruita per trainare treni diretti di composizione pesante, era capace di sviluppare ben 1750 cavalli vapore di
potenza e di raggiungere la velocità
di cento chilometri orari. Dismessa
nei primi anni Sessanta è sopravvissuta in due unici esemplari: uno è
conservato presso il padiglione ferroviario del Museo della scienza e
della tecnologia di Milano, l’altro si
trova a pistoia da pochi mesi, dove
il personale addetto al restauro dei
rotabili storici provvederà a rimet-
zione di storia dal vivo e folti gruppi
di cultori giunti appositamente dall’estero per vedere da vicino e fotografare i mezzi che hanno fatto la
storia dei trasporti.
L’Arlecchino,
confortevole
elettrotreno in
funzione negli
anni Sessanta.
tanta, esposta fino al luglio scorso
davanti alla galleria di arte moderna
di Roma.
trasformare il deposito in un vero e proprio museo è un’ambizione
degli enti locali: da tempo infatti il
piano regolatore comunale ha destinato l’area alla creazione di un grande museo ferroviario della toscana,
un progetto incoraggiato dal grande
successo riscosso negli anni dai ripetuti open-day, mediamente una
volta o due l’anno, che hanno visto
accorrere al deposito dalle duemila
alle tremila persone per volta. Esperti e appassionati, famiglie intere,
papà coi figli incuriositi e attenti sulle spalle, insieme ai nonni, qualcuno
persino sulla sedia a rotelle, intenti
a rievocare commossi davanti alle
vecchie locomotive i tempi andati
della guerra e della giovinezza, intere scolaresche alle prese con una le-
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proprio per questo recentemente
il Comune ha affidato a un pool di
esperti l’incarico di progettare e allestire un vero e proprio parco-museo dei treni storici: si tratta del professor andrea Ottanelli, esperto di
storia locale, dell’architetto gianluca giovannelli e dell’ingegner Fiorenzo Martini, dirigente ferroviario
in pensione, ex-direttore regionale
della toscana nell’ambito della Divisione passeggeri.
In attesa della realizzazione del
museo, il deposito rotabili storici è
in piena attività per organizzare treni storici con trazione a vapore o elettrica che attraversano il territorio toscano (e non solo) alla scoperta di
luoghi e paesaggi particolarmente
suggestivi sul piano storico e naturalistico. È il caso del tratto che collega Lucca alla garfagnana lungo la
valle del Serchio, oppure di quello
9
da Massa alla Lunigiana sulla linea
tirrenica o, ancora, del treno-natura
in Val d’Orcia, che percorre l’itinerario triangolare tra Siena, Monte
antico e asciano attraversando le zone più impervie della toscana centrale: 144 chilometri di natura e paesaggi mozzafiato. Il 21 maggio scorso, inoltre, nell’ambito del convegno
mondiale della Caritas internazionale a Roma, un treno allestito a pistoia ha percorso eccezionalmente,
alternando la trazione a vapore a
quella elettrica, la tratta dalla Città
del Vaticano a Orvieto.
L’8 dicembre successivo un treno
speciale predisposto per visitare i
mercatini di Natale ha percorso, nel
tratto da pistoia a Vergato, la ferrovia porrettana che, come si sa, è a rischio di dismissione. Un’opera di altissimo impegno ingegneristico che,
a partire dal 1864, rappresentò il primo collegamento ferroviario tra
nord e centro-sud, provocando una
decisa accelerazione non solo nel
trasporto di merci e passeggeri, ma
anche nella circolazione culturale
dell’Italia postunitaria. Fu allora che
pistoia divenne un nodo ferroviario
d’importanza capitale nei collegamenti tra nord e sud e cioè tra Roma
e Milano, rimanendo tale almeno fino al 1934, anno che vide la nascita
della Direttissima tra Firenze e Bologna, presto promossa al ruolo di
arteria principale. Molto tempo è
passato da allora: su quella linea sono passati autorità ed eserciti, ma le
radici storiche delle ferrovie italiane
sono a pistoia ancora ben solide e la
memoria delle glorie trascorse resta
sorprendentemente viva. per questo
recentemente è stata avanzata un’ipotesi ambiziosa: puntare a far riconoscere la porrettana quale patrimonio dell’UNESCO, un obiettivo che
permetterebbe di salvare la storica
ferrovia e allo stesso tempo di esaltare la bellezza del territorio appenninico che la circonda.
I
Pistoia nostra
terlo in funzione. tra le acquisizioni più recenti, spicca la motrice prototipo dell’EtR 500 Y in livrea “Frecciarossa” che fu costruita a pistoia
dalla Breda sul finire degli anni Ot-
Federica Azzini
La pieve di San Pancrazio a Celle
Fotografie di Fabrizio Antonelli
Breve storia
di una chiesa millenaria
L’antica facciata
col piccolo portico.
er scoprire la storia del nostro territorio, a volte, basta veramente poco.
Basta soffermarsi a riflettere, ad
esempio, sul nome di una via: quella che da pontelungo sale verso le zone collinari di Montagnana, Momigno e oltre.
Questa strada, via di pieve a Celle, deve il suo nome a un’antica chiesa che
ancor oggi si può vedere
lungo il tratto pianeggiante, poco dopo lo Zoo,
là dove la strada segue il
corso del torrente Vincio.
L’edificio, ridotto a poca
cosa per le numerose manomissioni e trasformazioni subite nei secoli,
conserva qua e là alcuni
brani di muratura a conci squadrati di arenaria,
disposti a filari, di evidente epoca medievale.
La croce che
sormonta
il tetto a capanna.
informa
Gennaio/Marzo 2012
10
Ma oggi nient’altro di questa semplice chiesa rurale ci parla del suo
interessante passato.
La pieve di Celle, in verità, è una
tra le chiese del contado pistoiese
di più antica fondazione; una delle
prime pievi altomedievali edificate
per definire l’estensione della diocesi e la giurisdizione del vescovo
di pistoia, peraltro in una controversa zona di confine. Della chiesa
si ha memoria infatti a partire dall’VIII secolo, dall’epoca, cioè, in cui
dominavano i longobardi. È in un
atto notarile datato 21 maggio 700
che si ha la prima testimonianza
certa della chiesa di Celle. Nel documento il neoeletto vescovo di pistoia, giovanni, giurava a Balsari,
vescovo di Lucca, che né lui né i suoi
successori avrebbero mai cercato di
sottrarre alla diocesi lucchese i diritti “de Neore vel Cellensis ecclesie”. giovanni prometteva, in altre
la giurisdizione episcopale di pistoia,
dopo secoli di vacanza in favore di
Lucca.
Il diploma di Ottone III del 998 attesta chiaramente che, quasi tre secoli dopo, la pieve di Celle era di pertinenza del vescovo pistoiese. Fra le
diciannove pievi citate, essa è elencata tra la pieve di Saturnana a nord,
quella di San giorgio verso la città
(probabilmente la chiesa odierna di
San giorgio all’Ombrone), quella di
Massa molto a sud (sul padule) e
quella di Furfalo nell’alta Valdinievole. Dal documento si evincono due
notizie fondamentali: primo, che la
chiesa di Celle era una pieve, con tutti i benefici religiosi e temporali che
il suo status le conferiva; secondo
che il territorio su cui esercitava tali diritti e benefici era assai ampio.
Non si trattava solo della valle attraversata dal Vincio di Montagnana,
nella quale di fatto sorgeva, ma anche dell’intero bacino della Stella e
dell’area fino a Serravalle, dove in seguito sarebbero sorte le pievi di Vinacciano e di Caloria.
Della nostra chiesa c’è traccia,
per inciso, anche in un documento
di poco anteriore al diploma ottoniano. Siamo nel 953 e il conte Cadolo, per propiziarsi l’investitura comitale sulla città di pistoia, dona alla cattedrale di San Zeno un podere con casa a petriolo nella valle del
Vincio e nel territorio della chiesa di
Celle. petriolo, infatti, era una delle villae, ovvero degli insediamenti
rurali e agricoli che appartenevano
a Celle: ce lo conferma un atto dell’anno 1067.
all’epoca, il vescovo Leone, disponendone come di un bene proprio e personale, donò la pieve di
San pancrazio e San giovanni Battista a Celle con tutte le sue pertinenze a Signoretto del fu gerardo
di Celle. Signoretto, capostipite
della famiglia Cellesi, risiedeva in
un castello sulla sommità del colle che sovrasta la pieve, là dove sopravvive ancor oggi il toponimo
“Cellaccio”.
La pieve dei Santi Pancrazio
e Giovanni Battista a Celle.
Arte e storia
parole, che mai avrebbe contestato
al vescovo di Lucca l’amministrazione e il controllo sulle chiese di
“Neore” (Nievole) e di Celle, sebbene esse si trovassero di fatto in territorio pistoiese.
Le due chiese appartenevano, perciò, a Lucca, tanto che né giovanni
né i vescovi a venire potevano eleggervi diaconi e preti e questo per antica consuetudine. La storia ci dice,
però, che la promessa del presule pistoiese non fu poi così sincera. appena sedici anni dopo, siamo nel
716, lo stesso giovanni rivendicò a sé
diritti e possessione su altre due chiese della Valdinievole. Ciò lascia supporre che, forse, anche la chiesa di
Celle, nel giro di quei pochi anni, era
già stata ricondotta sotto l’egida del
vescovo pistoiese. Secondo gli storici che a lungo hanno discusso e studiato il raro e prezioso documento
altomedievale, le sorti della chiesa di
Celle coincisero in quel periodo con
la ricomposizione della diocesi e del-
L’antica pieve, nell’abbraccio
dei boschi, è stata quasi
completamente inglobata
in un’abitazione.
informa
Gennaio/Marzo 2012
Le pertinenze di cui avrebbero
goduto i benefici Signoretto e i suoi
discendenti erano molte e redditizie. Consistevano in offerte, decime, rendite dei cimiteri e diritti di
sepoltura, beni mobili e immobili
di diverse villae: Celle, Vignano, petriolo, San giusto, Montagnana,
Campiglio, Momigno, Fagno, Fabbrica e altre, con poderi a arcigliano, Casore, Cupano e via elencando.
In cambio, per tanta generosa elargizione, Signoretto avrebbe provveduto all’officiatura della pieve con
sacerdoti non residenti, all’illuminazione della chiesa giorno e notte,
al pagamento di quattro soldi di denaro d’argento in moneta lucchese.
È ovvio che l’atto di cessione da
parte del vescovo non fu dettato da
puro altruismo e ciò che si chiedeva a Signoretto non era solo la cura materiale dell’edificio sacro. In
realtà, l’alto prelato dispose dei beni della Chiesa, caso non unico né
12
isolato, come un conte o un signore dei propri feudi. trasferì possedimenti ecclesiastici a uomini di
rango per costruirsi una rete di vassalli fidati e fedeli che controllassero e proteggessero i vasti territori
della diocesi in sua vece. Dal canto
suo, per il Cellesi si prospettavano
abbondanti ricchezze, prestigio personale, ascesa sociale. tra il vescovo e il signore rurale si stabilì così
un patto di natura feudale, in cui arricchimento da una parte e fedeltà
dall’altra costituivano le merci di
scambio. Oggetto: una chiesa e i numerosi beni che a essa affluivano.
Niente di spirituale. Questo stretto
legame tra vescovato e famiglia Cellesi si è protratto, poi, per secoli.
Non a caso, infatti, ai Cellesi nel Seicento (lo scrive nel 1662 il Salvi)
spettava ancora il diritto di accogliere in San pier Maggiore il vescovo neoeletto e di accompagnarlo alla cattedrale, secondo un’antica tradizione tipicamente pistoiese.
Oltre all’aspetto giurisdizionale
e politico, il documento del 1067 è
interessante perché traccia una
mappa degli insediamenti rurali
presenti in quest’area del contado
pistoiese. al di qua e al di là del fiume Vincio, lungo la vallata, ma anche nelle zone limitrofe come torbecchia, ad esempio, vi erano circa
diciassette villaggi, oltre a poderi e
case sparse che facevano tutti riferimento alla pieve di San pancrazio. I centri abitati e coltivati non
erano pochi e la densità della popolazione doveva essere più elevata rispetto alla pianura, spesso allagata e malsana. Campi fertili e fedeli numerosi garantivano alla pieve di Celle cospicue rendite.
Interessante soffermarsi poi per
un attimo sulla dedicazione della
chiesa a san pancrazio e san giovanni Battista. per quanto riguarda
il secondo titolo, diremo che è “d’ufficio”, in quanto la pieve è per defi-
Gennaio/Marzo 2012
Particolare della facciata
con la finestrella a timpano
aperto tamponata.
Su una delle piccole chiese sottoposte a Celle, quella di San Martino a Fagno, o meglio sul prete che
nel 1290 ne era reggente, è registrato nelle carte d’archivio un curioso fatto di cronaca. all’epoca il
popolo di Fagno denunciò, per mano di Rustichello di grazia, il parroco Jacopo, reo, secondo l’accusa,
di vivere more uxorio con una donna, tale gina, dalla quale aveva avuto dei figli e, peggio ancora, colpevole di aver percosso e ucciso la sua
stessa madre. prete Jacopo, ovviamente, si difese e accusò a sua volta gli abitanti di Fagno di calunnia,
ma non ricorse al sostegno del più
alto prelato in carica a lui vicino: il
pievano di San pancrazio a Celle.
Come la questione si sia risolta, davanti al vescovo di pistoia, non è dato saperlo, poiché la documentazione della causa s’interrompe proprio sul più bello. È interessante
scoprire, comunque, che neppure
la vita semplice e modesta di uno
sperduto villaggio di campagna era
immune da vizi o maldicenze.
Nei secoli successivi abbiamo poche notizie della pieve di Celle, ec-
13
cetto i regesti delle decime
dei secoli XIV e XV e i resoconti delle visite pastorali
dei vescovi pistoiesi. È certo che ancora alla fine del
Seicento i Cellesi detenevano il patronato della chiesa
che tuttavia aveva ridotto di
gran lunga la propria giurisdizione sulle chiese limitrofe e sul territorio circostante. Nel Dizionario geografico della Toscana del
1830 Repetti scriveva che la
pieve di San pancrazio a
Celle non aveva più succursali e che
la parrocchia era composta da sole
247 anime.
Oggi le cose non sono molto diverse. L’antica pieve di Celle non è
che una delle tante chiese sparse
nella campagna. può capitare di notarla, distrattamente, percorrendo
la strada che l’affianca, ma niente
del suo aspetto modesto susciterà
la nostra curiosità o il nostro interesse. trasformata quasi del tutto
in un’abitazione, del suo impianto
originario restano soltanto una parte della facciata e del campanile. E
quei conci perfettamente squadrati, lisci e allineati che, un tempo, si
utilizzavano con parsimonia, solo
per gli edifici prestigiosi e importanti, destinati a durare nel tempo,
nei secoli dei secoli: le chiese. I
Bibliografia essenziale
Il Romanico pistoiese, atti del Convegno,
pistoia 1964
N. Rauty, Storia di Pistoia, I, Firenze 1988
Pistoia e la Toscana nel Medioevo, Società
pistoiese storia patria, pistoia 1997
N. Rauty, Pistoia città e territorio nel Medioevo, pistoia 2003
Arte e storia
nizione chiesa battesimale. Il
primo titolo, invece, a san
pancrazio, santo martire venerato soprattutto dai popoli germanici, non è poi molto diffuso nella nostra zona.
C’è nel pistoiese un’altra chiesa dedicata a san pancrazio,
ma è più tarda, dell’XI secolo: fu eretta in località Brandeglio (oggi Cireglio), in prossimità di un altro ramo del
fiume Vincio, il Vincio di
Brandeglio, appunto. La dedicazione a san pancrazio rimanda inoltre all’origine longobarda della chiesa. E che i
longobardi si fossero stabiliti in zona lo dimostra anche
il toponimo Castellina dei
Lombardi, località che si trovava poco più a nord della pieve: ancor oggi alcune famiglie che provengono dalla zona di Celle si chiamano Lombardi.
Dai documenti risulta che, nemmeno un secolo dopo la donazione
a Signoretto, il plebato di Celle si
era notevolmente ridotto. Nella bolla papale di Innocenzo II del 1133
compaiono due nuove pievi, Vinacciano e Caloria, istituite proprio nel
vasto territorio aggregato in origine
a San pancrazio. Sono gli estimi
delle decime degli anni 1296-1297 a
delineare il nuovo assetto del plebato di Celle che sovrintendeva allora a otto edifici religiosi o parrocchie: Santa Maria Maddalena a
gugliano, San Lorenzo di Celle, San
giusto a Montagnana, San Donato
a Momigno, San Bartolomeo a Casore, San prospero di Castellina dei
Lombardi, San Frediano a Fabbrica e San Martino a Fagno. Sino al
1271 la pieve di Celle aveva sotto di
sé anche la chiesa di San Vito a Cupano (poco sopra torbecchia), ceduta dall’allora pievano pro tempore tedicio a una comunità di monache cistercensi.
Linda Meoni
Il volontariato
Solidarietà, impegno, coesione sociale:
una risorsa per tempi difficili
L
a generosità da sola non batterà forse la crisi e se anche l’entusiasmo di migliaia di volontari non
sarà sufficiente a scongiurare gli effetti di una congiuntura economico-finanziaria negativa che sta interessando anche il mondo del servizio libero e gratuito, a esaminare
Foto di gruppo dei volontari
della Croce Verde.
i dati una riflessione viene immediata. Sono infatti 242 nel solo territorio pistoiese le associazioni aderenti al CESVOt, Centro Servizi Volontariato toscana (dati del novembre 2011), più qualche altra significativa manciata di associazio-
informa
Gennaio/Marzo 2012
ni “libere”, ovvero non iscritte al registro del volontariato che fanno di
pistoia una delle province più sensibili all’aiuto. In cima alla lista delle attività svolte svettano i settori sociale e sanitario, mentre il resto se
lo spartiscono l’ambito culturale,
quello del volontariato internazionale e, dignitosi fanalini di coda,
protezione civile e tutela e promozione dei diritti.
ampio ventaglio di servizi, dagli interventi sanitari e di emergenza alle attività sociali, dai donatori di sangue (Fratres) e di organi (aIDO) sino
ad attività che comprendono anche
cultura e fotografia. Quasi cinquecento i volontari militanti nella compagnia, della quale si ha notizia già
nel primo Cinquecento. “È davvero
massiccia la componente giovane –
afferma il segretario generale Ro-
Con 21 sezioni presenti sul territorio provinciale, la Misericordia
di pistoia è una tra le realtà più partecipate e attive della città, con un
berto Fratoni. – Circa il sessanta per
cento del personale ha un’età sotto
i trent’anni, ma come ci piace ricordare, i nostri volontari sono giovani
Operatori
dell’associazione
“Un raggio di
luce”.
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fino a quindicimila per chi voglia avviare un’impresa), con una significativa percentuale di domande inoltrate da famiglie italiane. Di microfinanza si occupa anche la fondazione “Un raggio di luce” ONLUS, nata nel 2004 allo scopo di incentivare la crescita dei territori difficili, già
partner della Misericordia nell’esperienza di microcredito e ora impegnata in particolare nei paesi in
via di sviluppo, con un focus su africa centrale, Burkina Faso e Nepal.
“per ogni paese di competenza – racconta il segretario generale Cristiano Vannucchi – abbiamo tre desk di
riferimento, ovvero tre cooperanti
individuati sia tra persone di fiducia locali che del posto. In pratica,
grazie ai nostri referenti e alla collaborazione con organizzazioni che
erogano finanziamenti, si riesce a
distribuire il capitale a coloro che in
quei paesi vogliono avviare un’attività. Il supporto degli istituti di credito è fondamentale per realizzare
questi progetti, non essendo la nostra ONLUS una società finanziaria”.
“Lavoro” non è l’unica parola-chiave sostenuta e appoggiata dalla fondazione, che si occupa anche di garantire la costruzione di case e infrastrutture, di fornire energia, assistenza sanitaria, educazione, ma
anche sostegno a distanza. Dal dicembre del 2011, poi, la fondazione
ha istituito la giornata della legalità
dedicata ad antonino Caponnetto,
padre del pool antimafia e pistoiese
d’adozione che grazie al lavoro svolto tra Centro studi Don Milani, coordinamento Libera e fondazione Caponnetto, si ripeterà ogni anno il 6
dicembre. altra importante realtà
sul territorio operativa nel settore
sociosanitario è la Croce Verde, associazione a carattere laico e liberale che ha festeggiato oltre centoventi primavere e che opera allo scopo di ampliare il campo d’azione della Misericordia. ad oggi, la Croce
Verde conta otto sezioni sul territorio con un impiego complessivo di
560 volontari, in prevalenza uomini di età compresa tra i trentasei e i
sessantacinque anni, una metà dei
quali occupati, i restanti in cerca di
occupazione oppure studenti o pensionati. I progetti in cantiere, nonostante il momento economico non
felice, non si fermano mai e presto,
in particolare pensando alla sezione
di Sambuca dove i volontari si sono
occupati di accogliere numerosi immigrati, saranno attivati corsi di alfabetizzazione e di educazione civica grazie al finanziamento del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali e della Regione toscana. Ma
alimentare una macchina così complessa e articolata è un’impresa che
richiede continui sostentamenti, anche per non rischiare di demotivare
i volontari. “I costi dei mezzi attrezzati sono quasi proibitivi – spiega il
coordinatore Stefano Di Cecio – e
così alcuni di quelli che usiamo sono vecchi di dieci anni. tuttavia,
l’entusiasmo dei tanti volontari coinvolti lascia il segno e ci regala un
messaggio importante, la voglia di
esserci e di poter essere di sostegno
nonostante le inevitabili difficoltà
nelle quali a volte ci troviamo ad
operare. La massiccia partecipazione ai corsi che organizziamo ripetutamente durante l’anno dimostra
poi ancora una volta che la nostra
I
gente non vuole mollare”.
Società e servizi
anche a settanta, perché lo spirito
con il quale partecipano è talmente
vitale da non avere età”. a dispetto
di chi parla di un volontariato provato dalla crisi, con una significativa perdita di motivazioni da parte
della gente, la Misericordia registra
semmai una forte crescita d’interesse. “Diciamo – prosegue Fratoni
– che si assiste a un turnover più frequente, anche per via dei tanti giovani senza lavoro che vogliono impiegarsi in attività socialmente utili”. Ma volontari non ci s’improvvisa: per questo, oltre alla richiesta di
un impegno serio e professionale, la
Misericordia lavora anche sull’aggiornamento dei propri volontari,
perché, soprattutto in fase di emergenza, possano essere in grado di rispondere tempestivamente alle situazioni che si presentano. per cercare di far fronte ai sempre più frequenti problemi di accesso al credito, la confraternita pistoiese ha avviato poi dal 2007 diversi progetti a
sostegno dei soggetti più deboli, ovvero quelli “non bancabili”: la prevenzione dell’usura, lo spaccio della solidarietà e il sistema del microcredito pistoiese. E la risposta non
è mancata: oltre cinquecento richieste di concessione del credito
(fino a settemila euro alla persona e
Roberto Zerbini
Un lungo ponte
verso il vino nel mondo
O
Intervista a Roberto Bellini
I vigneti della Champagne nei pressi
di Épernay, in Val de Marne.
Sembrano una composizione op-art
le bottiglie di champagne accatastate in
una cave.
informa
Gennaio/Marzo 2012
riginario dell’alto Mugello, per la precisione Marradi, tra monti dove domina il marrone e scarseggia la vigna (il poco vino prodotto, senza pretese, è consumato pressoché totalmente nell’ambito familiare), con un
passato scolastico nel pratese, Roberto Bellini si è trasferito a pistoia,
pontelungo per la precisione, da poco più di venticinque anni: zona anche questa in cui la produzione del
vino è altrettanto scarsa, per cui è
difficile trovare un nesso con il titolo di ciò che state leggendo: “Un lungo ponte verso il vino nel mondo”.
La realtà, comunque, è questa. È
qui che incontriamo Roberto Bellini e – parafrasando il manzoniano
don abbondio – viene dunque da
chiedersi: “chi è costui?”. Innanzitutto risulta evidente che abbia
qualcosa a che fare con il vino, per
cui la prima domanda è d’obbligo.
Roberto Bellini e il vino, perché
questo abbinamento?
tutto nacque nel lontano 1977,
quando mi ritrovai a dirigere un’azienda vitivinicola nel Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga
per la precisione: Caiano era ed
è il suo nome! Seppur molto
giovane e poco propenso ad
adeguarmi alle rigidità del
lavoro, mi appassionai
pian piano, volente o
nolente, a questo segmento dell’attività agri-
16
cola e acquisii un’esperienza diretta
sulla produzione del vino, condividendo l’operatività dei consulenti e
degli enologi dell’azienda. Da lì, il
passo successivo fu seguire una
scuola di sommellerie dell’associazione italiana sommelier, per acquisire i metodi di indagine dell’espressione organolettica delle qualità del
vino e giungere infine al “titolo” di
sommelier nel 1982. Da quel momento il vino non è più uscito dalla
mia quotidianità, non intendendo
con questo semplicemente il berlo,
ma il racconto, la comunicazione,
l’insegnamento e infine la scrittura.
Insegnamento di quale materia?
La mia specialità è insegnare la
tecnica della degustazione del vino:
Roberto Bellini.
E questa attività dove la porta?
Il vino e l’olio mi hanno fatto conoscere il mondo, soprattutto il vino. I miei interventi istruttivi sul vino, con corsi completi per la formazione professionale della figura
del sommelier, si sono tenuti dall’India alla Cina, dalla Russia alla
tailandia, dagli Stati Uniti d’america al giappone, passando per Belgio, Olanda e Lussemburgo e sbarcare infine in Inghilterra. L’attività
in Italia la svolgo prevalentemente
in toscana, un territorio che mi sta
particolarmente a cuore: poi molta
attenzione la rivolgo anche alla provincia di pistoia, dove organizzo regolarmente corsi per sommelier, essendo il responsabile regionale.
Quindi se la definissero un esperto, forse le starebbe stretto?
Esperto è una parola che dice tutto e però può anche non dire niente. Innanzitutto non sono un tuttologo, come se ne trovano tanti nel
mondo del vino, sono uno studioso, so che giorno dopo giorno devo
migliorarmi, devo scoprire nuove
argomentazioni su cui confrontare
ciò che ho appreso. L’odierno esperto del mondo del vino deve essere
coinvolto dinamicamente nell’evoluzione della materia, già di per se
stessa complicata e soggetta a velocissimi cambiamenti. Se mi dovessi autoclassificare esperto, sceglie-
rei lo champagne: qui mi sento veramente ferrato.
È qui che volevo arrivare, allo
Champagne. Corre voce infatti che
Roberto Bellini sia tra i migliori
esperti d’Italia. Qualcuno azzarda
d’Europa…
Magari! Di certo ne ho degustati
moltissimi dall’anno in cui lo scoprii, il 1979. È una tipologia di vino
che ha sempre attirato la mia curiosità, per cui ho cercato in tutti i
modi di coglierne l’essenza storica,
enologica, scandagliandone tutte le
sfaccettare organolettiche, viaggiando nelle vigne della Marne, incontrando vigneron e chef de cave,
frequentando seminari e stage in giro per la Francia: camminando le
vigne, come diceva Veronelli. Dopo
vent’anni di studi e di faticose degustazioni ho oltrepassato il guado
del bere champagne e sono approdato sulla riva del farlo bere, anzi
farlo sorbire in degustazione ragionata e guidata. Nasce così l’École
du champagne, dodici lezioni che
affondano le radici su tutto ciò che
è champagne: storia, produzione,
Gli ordinati filari
delle vigne della
Champagne nei
dintorni di Chalonssur-Marne.
Enogastronomia
da cinque anni inoltre ho creato l’École du champagne, per educare alla degustazione di questo magico
prodotto. L’ambito in cui opero è
essenzialmente il mondo didattico
dell’associazione italiana sommelier, di cui sono vicepresidente, e
quello della Worldwide Sommelier
association, in cui rivesto la carica
di general manager. per quanto
concerne lo champagne, ho vinto il
titolo di “ambassadeur du champagne” del Comité interprofessionnel
du vin de Champagne (CIVC) in occasione del primo concorso tenutosi nel 2005. altra materia oggetto
d’insegnamento è la tecnica della
degustazione dell’olio, in questo caso nell’ambito dell’aISO, associazione italiana sommelier dell’olio.
degustazione, abbinamento con il
cibo, servizio, terroir, stili produttivi, marketing enologico e anche
qualcosa di piccante per la sensualità che il prodotto ha rappresentato nella Belle Époque e non solo. Da
questa conoscenza è scaturito nel
2009 il libro Champagne e Champagne, edito da Bibenda di Roma: un
libro che racconta a tutto tondo quel
mondo e lo proietta nell’odierno
senza indulgere a celebrazioni di
Maison o aziende produttrici.
E Pistoia, che rapporto
ha con lo Champagne?
pistoia è un’oasi, una
specie di succursale della regione della Champagne, tanto da contare tra i più alti consumi pro capite di champagne d’Italia. È un territorio di veri cultori,
in molti hanno preso
spunto dalla mia attività per avvicinarsi al
prodotto e una volta agganciata la bollicina
non l’hanno più mollata. Sono contento di questa performance pistoiese, lo sento quasi mio questo fermento d’interesse e ne
parlo spesso e volentieri in giro per l’Italia, quando educo al
consumo dello champagne in territori anche un po’ ostili, come la
puglia, il Bresciano, la Calabria o
la Sardegna. È a pistoia che allo
champagne hanno inventato il soprannome: acqua di Reims!
Lo champagne affascina la vista
quanto il palato.
informa
Gennaio/Marzo 2012
Prima ha parlato di scrittura, intendeva scrivere di vino?
Certo. Il mio primo testo sul vino risale al 1998 e racconta il vino
toscano, il titolo è Toscana libera terra di vino: è seguito poi Champagne
e Champagne, poi due volumetti ironici, In vino eroticus e In vino erectus, seguirà a breve In vino eudemonico. Ho anche collaborato alla
stesura del testo Il vino nel mondo
giappone, tornerò all’antico, perché tutto lo sviluppo mondiale è
partito dai contatti col giappone,
dove avevo già condotto corsi sul vino e sull’olio extravergine di oliva.
E nel tempo libero, ammesso che
ne abbia, che fa?
appena posso vado a fare jogging, dire correre sarebbe improprio, nella campagna tra l’Ombro-
Roberto Bellini (a destra) e Richard Geoffroy, chef de cave di Dom Perignon,
alla presentazione di uno champagne millesimato (ovvero fatto con vini
della stessa annata) della celeberrima Maison.
edito dall’associazione italiana
sommelier e collaboro regolarmente con la rivista “Bibenda”, uno dei
magazine al top del giornalismo
enoico d’Europa.
E il futuro? Quale sarà il suo?
Sto seguendo alcuni progetti per
lo sviluppo della formazione dei
sommelier nel mondo per conto dell’associazione italiana sommelier e
della Worldwide Sommelier association. Il più sostanzioso è quello
con l’Università per stranieri di Siena, che prevede corsi in Cina: Shangai, pechino, Canton. Sto attivando
anche un progetto Brasile, una nazione molto promettente. Infine mi
dedicherò un po’ al vino e all’olio in
18
ne, il Vincio e la Stella, mi ricorda
il triangolo fluviale della Champagne: Marne, Vesle, aube. Mi piace
respirare l’aria della salita di giaccherino, al mattino presto, quando nella quiete che segue il levar
del sole, soprattutto d’inverno, si
può incrociare anche qualche capriolo. È il mio metodo per rilassarmi, per depurarmi dall’aria che
si respira nelle metropoli del mondo; spesso è anche una fonte d’ispirazione per ideare nuovi eventi
di formazione, nuove argomentazioni più o meno tecniche sul vino,
per far sì che quel lungo ponte verso il vino nel mondo abbia un punto di inizio, in pontelungo, e non
I
se ne intraveda la fine.
Fotografie di Filippo Basetti
Gli specchi delle ombre:
poeti e artisti al dunque
Incontri d’arte all’auditorium di Pontelungo
La giovane artista Zoè Gruni durante
il primo incontro.
Gennaio/Marzo 2012
IBanca ha favorevolmente accolto la
proposta di proseguire, dopo il successo dell’iniziativa culturale dello
scorso anno, dedicata al “Viaggio
nella pittura contemporanea pistoiese”, una nuova serie d’incontri
culturali sostenendo il progetto della Brigata del Leoncino “gli specchi
delle ombre: poeti e artisti al dunque” a cura di Domenico asmone,
Siliano Simoncini e Maurizio tuci.
al Consiglio Direttivo, dunque, il merito di favorire esperienze che valorizzano la vena creativa e l’eccellenza dei protagonisti della cultura pistoiese con manifestazioni interessanti e sempre più qualificate che
non mancheranno certo di coinvolgere tanto la cittadinanza che gli addetti ai lavori. Inoltre va apprezzato
il contributo della responsabile del
settore, Stella passini, per la dedizione e la disponibilità, affinché ogni
incontro risulti quanto più possibile inappuntabile.
alla giornata di presentazione del
progetto sono intervenuti i dirigenti
di VIBanca e l’assessore alla cultura
della provincia, Chiara Innocenti, che
ha puntualizzato come la qualità del
“cantiere culturale pistoiese”, anche
con l’avvicendarsi delle generazioni,
non trovi soluzione di continuità. per
l’occasione, alle pareti dell’auditorio
erano esposte le opere dei poeti e degli artisti – un testo in versi e un quadro – secondo l’ordine degli abbinamenti previsti: piero Buscioni-Zoè
19
gruni, Massimo Baldi-giacomo Carnesecchi, paolo albani-Dario Longo,
Martino Baldi-andrea Lunardi, Roberto Bartoli-Federico gori, Maura
Del Serra-gerardo paoletti, paolo Fabrizio Iacuzzi-Daniele Capecchi, giacomo trinci-giorgio Ulivi, Roberto
Carifi-paolo tesi, giuseppe grattacaso-giuseppe gavazzi.
per l’occasione, l’attore Massimiliano Barbini ha letto in maniera mirabile le dieci poesie scelte dagli autori come quelle fra le più rappresentative della loro produzione;
mentre piero Buscioni ha dissertato
argutamente sui contenuti proposti
dal titolo della manifestazione. Domenico asmone, Siliano Simoncini
e Maurizio tuci, hanno commentato l’intero progetto e chiarito il senso degli abbinamenti proposti.
La rivista “VInforma” ospiterà un
breve resoconto di tutti gli incontri,
programmati da venerdì 25 novembre 2011 a venerdì 18 maggio 2012:
in questo numero sono recensiti i
primi cinque.
• Primo incontro, venerdì 25 novembre 2011. Piero Buscioni, Zoè Gruni
annamaria Iacuzzi, esperta d’arte moderna e contemporanea, ha interpretato la singolarità dell’opera di
Zoè gruni – invitata alla LIV Biennale di Venezia – nelle sue linee generali e in particolare ha reso testimonianza delle qualità estetico-formali e iconografiche degli splendidi
Arte a Pistoia
Siliano Simoncini
disegni esposti nell’auditorium dall’artista. Disegni, ha proseguito la Iacuzzi, inerenti al tema della femminilità e le cui soluzioni figurativosurreali dal forte impatto visivo efficacemente riescono a rendere conto
delle capacità immaginative e ideologiche dell’autrice. La stessa Zoè ha
parlato dell’esperienza californiana
che sta vivendo da un anno – rapporti
importanti con gallerie, mostre, oltre
Primo incontro: Siliano Simoncini col
poeta Piero Buscioni.
Lettura del primo evento
gia”, “Hebenon”, “La Clessidra”. Suoi aforismi sono stati
scelti da guido Ceronetti per
il quotidiano “La Stampa”.
piero si è laureato con Marino Biondi in storia della critica e della storiografia letteraria e, fra l’altro, è fondatore
della rivista poetica e civile “Il
Fuoco”. Siliano Simoncini,
amico del poeta, ha parlato di
lui come “personaggio” nel
panorama culturale pistoiese,
non soltanto perché dotato di
un’intelligenza e di una sensibilità singolari, ma perché, come autore, ha offerto un contributo d’indubbia rilevanza
Piero Buscioni
creativa. Simoncini, per confermare tale giudizio, ha letto
diversi aforismi di piero: scrita consenso di critica e di pubblico – ti ora caustici, ora ironici, ora evocae ha informato i presenti in merito tivi. Un esempio? Eccolo: “La noia coagli sviluppi della propria attività fu- stituisce la più fulgida prova del notura: trasferimento a Rio de Janeiro. stro essere in esilio”. Inoltre ha rifeInteressante è stata la proiezione del- rito anche di come si sia espresso in
le opere presenti sul sito dell’artista, merito al figlio il noto artista Umberto
che Zoè ha commentato una a una: Buscioni, il quale, narrando aneddodalle sue performance per le strade ti del periodo formativo di piero, ha
di Hollywood agli autoscatti dedica- fatto presente come il grande poeta
ti al tema del “Malocchio”. Un in- Mario Luzi, nell’occasione di un incontro, quello con Zoè gruni, ricco contro, avesse apprezzato la persodi sollecitazioni che non ha manca- nalità del giovane poeta e previsto per
lui un brillante futuro. a conclusione
to di coinvolgere i presenti.
piero Buscioni, aforista, poeta e della serata piero Buscioni ha dato
autore di saggi, ha scritto su riviste lettura degli esempi più probanti delquali “Erba d’arno”, “Nuova antolo- la sua attività di poeta.
Mio perduto canto erompi ancora,
dalla più dura pietra sgorga puro,
fluisci, straripa dalla carne, fanne
fertile semenza, incendiala,
che sia soltanto fiamma, densa
neve, immemoriale trasparenza.
Canto mio perduto ma non morto
canto di tutti, canto ascensionale
canto dei fiori e delle cose mute
canto dei frutti, riversati, esonda
dai confini, varca gore e cupe
piagge e valli, ma sii valle e
cupa piaggia e gora; canto mio
iemale ed estuoso, canto forte
valica il passo senza più ritorno,
lumina il giorno, brucia morte e male.
informa
Gennaio/Marzo 2012
20
• Secondo incontro, venerdì 13
gennaio 2012. Massimo Baldi, Giacomo Carnesecchi
Massimo Baldi, poeta, e giacomo
Carnesecchi, artista: due giovani pistoiesi che si sono affermati nell’ambito delle rispettive discipline, a conferma che l’humus culturale della nostra città, generazione dopo generazione, riesce sempre a proporre nuove vocazioni artistiche. Baldi, laureato in filosofia con il massimo dei
voti e la lode e in possesso del dottorato in logos e rappresentazione, è
uno dei poeti più importanti che si
sono formati nella cerchia di Roberto Carifi. La sua ricerca espressiva è
volta all’approfondimento delle tematiche inerenti alla condizione
umana, vissuta nella consapevolezza
che soltanto la filosofia e gli esiti di
una “nobile” risposta estetica possano rivitalizzare e dare continuità al
linguaggio poetico. giacomo Carnesecchi, sodale di Baldi e insieme a lui
uno dei fondatori della rivista letteraria “paletot”, dopo aver studiato
presso l’Istituto d’arte di pistoia si è
diplomato in pittura, alla scuola del
professor Umberto Borella, all’accademia di belle arti di Firenze. Svolge
attività artistica dai tempi della frequentazione dell’Istituto cittadino policarpo petrocchi con mostre personali e collettive, ottenendo significativi riscontri di critica e di pubblico.
La sua esperienza pittorica mira a co-
te, a Baldi la realizzazione di testi clopedie pubblicate da Zanichelli: Aga
poetici e a Carnesecchi un’installa- magéra difúra. Dizionario delle lingue
zione composta da moduli dipinti a immaginarie (1994 e 2011; Les Belles
commento visivo della canzone My Lettres 2001 e 2010); Forse Queneau.
funny Valentine. L’incontro è inizia- Enciclopedia delle Scienze Anomale
to con l’ascolto di brani dell’incisio- (1999) e Mirabiblia. Catalogo ragione di Baker: a seguire Baldi ha letto nato di libri introvabili (2003), noni suoi versi ispirati dalla struggente ché del Dizionario degli istituti anovoce di Chet e dal suono toccante della sua tromba e SiLettura del secondo evento
liano Simoncini ha commentato il lavoro di Carnesecchi.
tutto
Una serata coinvolgente e didal buio
spensatrice di intense emoarriva a questa breccia
zioni.
aperta nel vocabolo.
Il testo poetico proposto da
Massimo Baldi è caratterizall’orizzonte non ci sono pensieri,
zato da un “magmatico” adma antichità comuni,
densamento di senso e da una
presagi
vibrante liricità
nel filo spezzato.
• Terzo incontro, venerdì 27
gennaio 2012. Paolo Albani,
Dario Longo
Qui è grande meraviglia:
quello che ieri era un vago segnale
oggi risplende.
Massimo Baldi
Secondo incontro, versante
letterario: Massimo Baldi e
Domenico Asmone a colloquio.
to in sintonia prendendo come riferimento l’ultima incisione di Chet
Baker, grande interprete di cool jazz,
registrata in germania nel 1988,
quindici giorni prima della sua
scomparsa. The last great concert
quindi ha suggerito, rispettivamen-
Gennaio/Marzo 2012
paolo albani è molto conosciuto
nell’ambito delle esperienze della poesia visiva e della perfomance: dirige
“tèchne”, rivista di bizzarrie letterarie e non, ed è membro dell’Oplepo
(opificio di letteratura potenziale).
Inoltre, è autore di tre bizzarre enci-
21
mali nel mondo (Quodlibet 2009) e
inoltre dei libri di racconti Il corteggiatore e altri racconti (Campanotto
2000), Il sosia laterale e altre recensioni (Edizioni Sylvestre Bonnard
2003) e La governante di Jevons. Storie di precursori dimenticati (Campanotto 2007).
Dario Longo è invece un noto artista che ha al suo attivo un ricco curricolo di mostre e di esperienze inerenti all’attività performativa, a conferma dell’ottimo livello del suo impegno creativo. Le sue opere “parlano” per metafore o per allegorie e sono costruite, in prevalenza, da oggetti di recupero e semilavorati, oppure da scarti di lavorazione e vecchi attrezzi obsoleti. Con essi Longo
dà vita ad altri racconti, perché le
forme, di nuovo semantizzate, pur
mantenendo l’originaria memoria –
e per questo attraggono – si rigene-
Arte a Pistoia
niugare il rigore formale della raffigurazione geometrica, che caratterizza il fondo della superficie delle
sue opere, con l’estemporaneità segnica – tracciata graficamente sulla
base strutturata – di un “racconto”
volto al recupero inconscio di evocazioni pittoriche arcaiche, in un fluire narrativo magico e sacrale.
a introdurre la serata non poteva
mancare il valido contributo di Maurizio tuci, uno fra i massimi esperti
di jazz. avendo celebrato, nell’estate del 2011, Chet Baker alla decima
edizione del “Serravalle Jazz” – di cui
Maurizio è da sempre il direttore artistico – ha incantato tutti i presenti
fornendo del grande musicista un ritratto a tutto tondo e mettendo in
evidenza la sua straordinaria inventiva di trombettista e cantante. Massimo Baldi e giacomo Carnesecchi
hanno parlato di come, per l’occasione dell’incontro, abbiano lavora-
Lettura del terzo evento
Ricordo di un’avventura colorata
Poesia retinica in parole pittoresche
Terzo incontro:
Paolo Albani,
maestro di ironia
e contaminazione
fra i generi letterari,
legge un proprio
testo.
Quella fantastica Seurat nello Chagall di montagna
tu, Kandinskij come nuvola Matta, disegnata a Matisse,
prendesti il mio picasso grosz sotto le Braque
decisa a farmi gauguin fra le tue Kokoschka
io alle Otto Dix: “Monet! Morisot di gioia, mia Carrà!”
e Dalì a qualche secondo ci ritrovammo Boccioni
a Mirò il Klee della Nolde
che Léger avvolgeva il Mondrian
e mi sembrò di sentire il Corot di un arp,
pizzicata con dolci Dubuffet sulle corde
nell’attimo sublime
gridasti nella tua lingua russa:
“Da da! Da da!”.
Albani
Paolo Albani
rano significando altro da sé. Operazione di tipo metalinguistico e
spesso ludico-ironica che caratterizza la sua attività e la distingue, nel
panorama dell’arte contemporanea.
Da Roma, per presentare paolo albani, è intervenuta ada De pirro, docente di storia dell’arte, curatrice di
mostre di giuochi linguistici e critico
d’arte. I due hanno presentato in sintonia, alternandosi nell’esposizione
dei contenuti la De pirro e nella lettura
performativa albani. Siliano Simoncini ha invece commentato il lavoro di
Dario Longo, il quale ha preparato un
nucleo di opere inerenti al tema del
denaro con esplicito riferimento al-
l’attuale situazione economica. L’insieme, ricco di echi infantili e di forti
quanto ironiche citazioni, riferite al
mondo finanziario, non ha mancato
di sorprendere e far riflettere i convenuti all’incontro. Su tutte le opere, la
più provocatoria, quella sistemata nello spogliatoio dell’auditorio: una piccola betoniera al cui interno l’artista
ha versato, con la calderella da muratori, una quantità di centesimi di
euro, per cui, una volta azionato il
macchinario, il rumore del motore e
il tintinnio dei soldi hanno creato lo
scompiglio. “I soldi fanno rumore, è
bene ricordarlo” ha detto Dario. Che
ironia!
informa
22
Gennaio/Marzo 2012
• Quarto incontro, venerdì 3 febbraio 2012. Martino Baldi, Andrea
Lunardi
Martino Baldi è un noto poeta
concittadino che, come altri già presentati in questa serie d’incontri e altri lo saranno, fa parte del gruppo di
autori formatisi nell’ambito culturale sollecitato dal mirabile esempio
fornito dalla poesia e dalla figura di
Roberto Carifi. La poetica di Martino è ricca d’inventiva e, al contempo, sa seguire la bussola dell’ironia
quanto quella della ricognizione esistenziale, entrambe espresse con
personale senso della trasgressività.
Martino, laureato in letteratura italiana contemporanea all’Università
di Firenze con una tesi su goffredo
parise, ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra cui in prosa Morte improvvisa di un portiere di notte (2001),
in poesia Trentadue lattine (2002) e
Capitoli della commedia (2006). È
stato fondatore dell’e-magazine “Nabanassar” e vicedirettore del trimestrale “Ciminiera”. Suoi testi poetici, narrativi e di critica letteraria e
cinematografica sono stati pubblicati e segnalati su volumi, antologie
e riviste italiane ed estere come “atelier”, “galleria”, “palomar”, “Specchio”, “paletot”, “ars”.
andrea Lunardi, nato nel 1981, è
uno dei giovani pistoiesi che hanno
dato vita a quella generazione di artisti di cui la critica più attendibile si
è interessata con particolare attenzione; così come le gallerie importanti hanno ospitato le loro opere.
andrea si è diplomato presso l’accademia di Firenze nella scuola del noto artista concittadino giorgio Ulivi
e il suo iter formativo, sul piano del
linguaggio, non è stato quello intrapreso abitualmente da chi, uscito
dall’accademia, desidera saggiare in
fatto di tecniche, di mezzi e di poetiche quanto è in auge in quel momento. al contrario, per lui, fin dagli inizi, da considerare preminente
Guido Mazzoni, Martino Baldi e Andrea Lunardi
intrattengono il pubblico nel corso del quarto
incontro.
Lettura del quarto evento
Scripta volant
in un’opera è il suo contenuto, la filosofia da perseguire per esprimerlo. per tutto questo ha messo a disposizione del tema dell’identità ogni
mezzo tecnico ed espressivo che gli
consentisse di suggerirne o tracciarne l’immagine. Il suo curricolo espositivo è molto denso: numerose le
mostre personali e le collettive importanti, come diverse le partecipazioni a manifestazioni quali
“Networking” o “geceKondu”.
Martino Baldi è stato presentato
da guido Mazzoni, docente di critica letteraria e letterature comparate presso l’Università di Siena e poeta, le cui pubblicazioni sono state
edite da case editrici come guerini,
Donzelli, Marcos y Marcos, Il Mulino. per l’occasione, come critico letterario, oltre a parlare della poesia
di Martino Baldi, Mazzoni ha ufficialmente presentato a pistoia il libro
di Baldi Capitoli della commedia,
pubblicato nel 2006 e poco conosciuto nella nostra città. Siliano Simoncini ha parlato della poetica e
dei diversi linguaggi tecnici coi quali si esprime andrea Lunardi. Inoltre
ha commentato l’opera realizzata appositamente dall’artista per lo spazio dell’auditorio: un lavoro composito che mostra l’immagine di operai
che assistono, coinvolti, a una sfilata di automezzi da loro prodotti in
azienda. altra soluzione sul tema
dell’identità, questa volta, riferita al
Gennaio/Marzo 2012
mondo del lavoro e alla
condivisione comune
dell’essere artefici.
Non le parole nude resteranno
ma il labirinto del tuo volto,
l’arrampicarsi degli occhi e delle mani
sullo specchio del tutto.
I tuoi pensieri non sono voce
ma corpo mio.
E non nella memoria vive qualcosa;
è nei sussulti dei sensi che rinasce
ciò che da sempre non sappiamo e siamo,
l’insegnamento involontario dei sospiri
le cicatrici riaperte ad ogni notte.
Il resto è un cimitero di ricordi:
tombe bellissime.
• Quinto incontro, venerdì 10 febbraio 2012.
Roberto Bartoli, Federico
Gori
Roberto Bartoli è molto conosciuto nell’ambito della cultura poetica
pistoiese per l’originalità
espressiva e formale dei
suoi testi e ha al suo attivo diverse pubblicazioni:
Questo di te resta nell’eco.
Nell’impossibile del volto
Quando dicevi, senza dire, senza saperlo,
e della lingua (I quaderni
col tuo sistema unico di macerare
del battello Ebbro 1999);
pagine intere, arricciolare gli angoli
Sull’area del mondo (Efe scegliere il luogo in cui riporre il libro:
figie 2007). In sillogi ha
“Strappa dalla parola quanto c’è d’umano.
pubblicato Tra il tu e la
Fanne pane. Di quanto ne rimane,
preghiera, in Sette poeti
di quanto tace,
del premio Montale – Rosangue.”
ma 1996 (Scheiwiller
1997); L’alieno e l’anguilMartino Baldi
la, in Ars Poetica. Incontri di poesia a Villa Strozzi (Editrice Clinamen 2001). In rivi- gro, du Naturalisme intégral (1978).
ste ha pubblicato L’ultima monta- Ma considerare l’opera di gori megna, in “poesia” (ottobre 2001, n. ramente legata alla problematica
154); Bengala, in “atelier” (giugno dell’arte in difesa della natura sa2004, n. 34).
rebbe riduttivo: altri fenomeni inFederico gori è uno dei due gio- sensati, dai quali è necessario provani artisti pistoiesi invitato lo scor- teggersi, sono presenti nel nostro
so anno alla LIV Biennale di Vene- tempo ed egli, con le proprie opere,
zia: ha all’attivo un curricolo artisti- si fa arduo difensore della dignità
co di tutto rispetto ed è, insieme a umana. La sua è l’espressione arti-
23
Arte a Pistoia
quelli della sua generazione, una
presenza significativa nel panorama
nazionale. La sua poetica è volta essenzialmente a ripercorrere una sorta di naturalismo integrale concepito in primis dal critico pierre Restany
(1930-2003) e da lui divulgato, appunto, con il Manifeste du Rio Ne-
La lettura dei versi del poeta
Roberto Bartoli nel quinto incontro
della serie promossa da ViBanca.
Federico gori ha proiettato una
serie di suoi lavori e un video: opere
incentrate sul tema della natura e,
come ha sottolineato, sulla sua concezione di tempo. L’interesse dei presenti è stato notevole: in particolare
i partecipanti sono rimasti affascinati dalla tecnica usata dall’artista
(una particolare corrosione naturale del metallo) quanto dalla visiona-
rietà insita nelle immagini – circa
quattrocento, dipinte una a una –
realizzate per il video che presenta
tre schermate in cui, da sinistra a destra, possiamo vedere: alberi/Cielo/Campo di grano, il tutto in perenne movimento perché un vento sconvolgente anima i tre elementi della
natura. Il tempo eterno nella mobiI
le/fissità del presagio.
Arte a Pistoia
stica autentica di chi pensa che, tramite l’arte, sia possibile agire per
mettere in pratica un’ecologia della
mente.
Impossibilitato a partecipare per
motivi di salute, il poeta Roberto
Bartoli non era presente, per cui l’amico piero Buscioni, incaricato di
presentarlo, ha in sua vece letto i testi più rappresentativi del poeta. Nel
commento critico, piero si è soffermato sulla particolare originalità della versificazione bartoliana e ha affermato che “Bartoli, come ogni autentico poeta, non gioca con il linguaggio, non ne fa sciarada, non vuole e non può; è la lingua stessa che
glielo interdice. Dunque, innanzi tutto, fedeltà al linguaggio, culto di una
parola eletta ad ardere nel magma
incandescente della vita. poeta notturno e rapace, ladro di vertigini e
visioni, ma anche estremo fabbro
che forgia duramente, che lamina e
che piega, che plasma e addomestica metalli, in occulte nicchie, in mistiche caverne, in officine inabitabili o abitabili da lui soltanto, questo è
Bartoli; lavoratore possente che non
scansa fuliggine e faville, vocato a dire il mondo in verità e pienezza e a
tutto verticalmente nominare”.
Lettura del quinto evento
Appenninicamente
per una coincidenza di spazio, tempo e abbandoni
allo sciogliersi dei cordogli e alla resa delle fedi,
tu ancora oggi mi concedi di ardere su alti roghi
le magre fascine di questa dura terra
in un antico rito di lentezze e precisioni,
ed accordarmi nella fiera baldanza della folle discesa
all’alta pena dei burroni e all’inquieta mutanza
delle valli incivili, dove al fondo di celeri balzi,
tra slarghi di riposo e cateratte in fuga,
lutulento il fosso laba.
E nella disciplina dell’ascesa, quando la pettata
acumina il pensiero e di ricordi affligge l’anima,
tu ancora oggi mi concedi d’udire il passo folto
dello smarrito e il suo laio ottuso
e al laccio della frega il cervo
battersi per cogenti istanti di lussuria
e di vedere tra i muriccioli sdruciti delle carbonaie avite
o tra le membra dissestate di un pianoro assopito
il triste cascame del fradicio micelio e nei rivi algenti
orge di mignatte e grumi di lombrichi,
mentre in alto di vedetta come guerrieri vinti,
stanno le rocche urlanti di rovina
a combattere la voracità del tempo.
possono per sempre gli appennini innalzarsi umili
e contraddire passo passo ogni struttura e ordigno di viro
e con l’identica cura nel governo del capanno
dell’eternamente vecchie donne montanine
possano accudire i propri segreti e mai svanire,
affinché ritraendosi nell’immediato per concedersi al maligno
l’umana convinzione di tirannico impero
sia tratta due volte in inganno, all’entrata e nella sosta,
per poi riaffermare, dopo molto vento e molta neve,
dopo molti silenzi e molte frane,
dopo erba, sfacelo e molto sole,
il loro incontrastato dominio.
informa
Gennaio/Marzo 2012
24
Roberto Bartoli
Borsa di studio
Vivarelli
Ricordare alle giovani generazioni uno
dei maggiori artisti pistoiesi del Novecento: Jorio Vivarelli. Questo l’obiettivo
principale della Borsa di Studio intitolata
all’artista promossa da VIBanca - Banca
di Credito Cooperativo di San pietro in
Vincio in collaborazione con la Fondazione pistoiese Jorio Vivarelli e col patrocinio dell’Ufficio Scolastico provinciale di pistoia. Nelle precedenti edizioni abbiamo riscontrato oltre 550 adesioni e sono stati distribuiti Borse di Studio e contributi per un ammontare complessivo di € 23.900,00; forti di questo
successo, è stata indetta la
4a Borsa di Studio “Jorio Vivarelli”
riservata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di pistoia e
provincia sul tema:
Natura nutrice universale
Con le opere del “periodo delle gemmazioni” (1968/1974) il Maestro Jorio Vivarelli racconta il dialogo tra la natura
primigenia e la scultura antropomorfica,
alludendo simbolicamente a una concezione oggi ampiamente diffusa e condivisa: l’uomo, organismo vivente tra i viventi, fa parte integrante di un tutto da
cui non può prescindere.
“Si riparte dalla terra per rigenerarsi –
dice Vivarelli – la radice è indizio, o se vogliamo metafora della condizione umana, condizione intesa come parabola,
cioè corrispondenza profonda tra uomo
e natura. Dentro di noi c’è un universo.
Il microcosmo ripete il macrocosmo”.
La commissione giudicatrice selezionerà i dodici migliori lavori pervenuti
a cui verranno assegnate borse di studio per:
gli studenti potranno svolgere i propri lavori nei quattro ambiti in cui si sviluppa
la Borsa di Studio: Letterario, artistico
e teatrale.
1° premio
2° premio
3° premio
4° premio
5° premio
L’importo complessivo deliberato per la
Borsa di Studio ammonta ad €uro
8.100,00.=(Ottomilacento/00)
Gennaio/Marzo 2012
assegnato a TRE lavori
assegnato a TRE lavori
assegnato a TRE lavori
assegnato a TRE lavori
assegnato a TRE lavori
€uro
€uro
€uro
€uro
€uro
1.000,00 cadauno;
600,00 cadauno;
300,00 cadauno;
200,00 cadauno.
100,00 cadauno.
Oltre alle Borse di Studio di cui sopra saranno erogati contributi per €uro 1.500,00=
destinati agli istituti scolastici in relazione ai risultati ottenuti dai propri studenti. Le
iscrizioni scadono il 14 marzo 2012.
Il bando, il modulo d’iscrizione e tutta la documentazione relativa al concorso sono
reperibili nel sito www.vibanca.it.
per ulteriori informazioni potete contattare l’organizzazione agli indirizzi mail [email protected] e [email protected]
25
Sigfrido Bartolini pensatore:
quando l’arte incontra la Tradizione
grande successo di pubblico per il convegno sul
maestro incisore Sigfrido
Bartolini svoltosi lo scorso
18 febbraio presso l’auditorium di VIBanca organizzato dall’associazione culturale Sur Les Murs di pistoia.
Il convegno è il risultato di un lungo percorsostudio che i membri dell’associazione Sur Les
Murs hanno effettuato presso la Casa Museo Bartolini, diretti sapientemente dal professor Francesco gaiffi. Nel corso delle sessioni di studio, grazie
alla preziosa collaborazione della moglie dell’artista, signora pina, sono stati analizzati i documenti d’archivio, il diario inedito e la corrispondenza
privata di Sigfrido Bartolini; tutto questo materiale, prezioso e interessante, ha permesso di conoscere e approfondire il punto di vista dell’artista
sulla visione del mondo. Nel convegno sono stati
presentati i risultati di questa ricerca che saranno
diffusi nelle biblioteche provinciali a cura dell’associazione Sur Les Murs.
all’incontro hanno partecipato, oltre al professor
gaiffi, la figlia dell’artista, professoressa Simonetta
Bartolini, e il giornalista e scrittore Stenio Solinas
che ha contribuito alla giornata di studio accendendo i riflettori sulle collaborazioni che Sigfrido BarI
tolini ebbe con varie testate giornalistiche.
Un momento del convegno, seguito da numeroso pubblico.
L’associazione culturale Sur Les Murs
L’associazione culturale Sur Les Murs nasce tre anni fa come circolo di studenti universitari e
superiori con due obiettivi dichiarati: il primo è quello di creare uno spazio di riflessione e confronto
intellettuale per gli studenti pistoiesi , il secondo, di dotarsi di uno strumento per dialogare con le istituzioni locali al fine di valorizzare il patrimonio artistico locale e stimolare la vita culturale cittadina.
La crescita dell’associazione è stata costante e ha raggiunto il numero di duecento tesserati tra i giovani pistoiesi. a cura dell’associazione sono stati organizzati eventi di grande rilievo a cui hanno partecipato intellettuali di livello nazionale oltre che i rappresentanti di tutte le istituzioni pubbliche cittadine. Un anno fa l’associazione ha aperto il proprio circolo a pistoia in via Dalmazia 115 e dal 2012
è si è costituita in associazione di promozione sociale registrando
ufficialmente lo statuto. L’associazione rappresenta ormai una
realtà affermata e continua la sua crescita anche attraverso la
creazione di una squadra di calcio a cinque nella ferma convinzione che lo sport rappresenti un veicolo fondamentale di valori
positivi e tradizionali. La squadra di calcio a cinque Sur Les Murs,
grazie anche al contributo dello sponsor VIBanca – Banca di Credito Cooperativo di San pietro in Vincio, ha partecipato al campionato Interno Legnorosso della Lega Calcio MSp di pistoia posizionandosi quinta su diciassette squadre del girone preliminare e
riuscendo a qualificarsi per la fase successiva del campionato.
informa
Gennaio/Marzo 2012
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La copertura al campo sportivo di Bonelle
Nell’ambito del “Progetto Centenario VIBanca” è stato deliberato un contributo a favore della Società Sportiva P.S.B. Pistoia
a.s.d. Scuola Calcio per la realizzazione di una copertura
esterna ai locali del campo sportivo di Bonelle, al fine di offrire uno spazio coperto al pubblico durante lo svolgimento delle
attività agonistiche dei giovani atleti. Nel giorno dell’Epifania si
è svolta la manifestazione per l’inaugurazione della struttura
che ha visto la partecipazione dei “piccoli” ma “grandi” calciatori che hanno festeggiato l’evento con una partita di calcio.
VIBanca esprime nuovamente il proprio ringraziamento a dirigenti e collaboratori della Società Sportiva P.S.B. che, da
quasi sessant’anni e con grandi risultanti, si è posta come
scopo principale quello di diffondere la pratica dello sport a
livello giovanile in tutte le sue manifestazioni con un riferimento particolare all’attività calcistica.
I nostri piccoli poeti crescono… “in rima”
Lo scorso 23 febbraio si è svolta,
nella prestigiosa cornice della Sala maggiore del palazzo comunale
di pistoia, la cerimonia di premiazione della sesta edizione del concorso “Far… rima del mio sacco”,
organizzato dal Comune e dall’Istituto comprensivo Leonardo da
Vinci con la collaborazione di VIBanca – Banca di Credito Cooperativo di San pietro in Vincio.
Quasi quattrocento studenti di nove scuole primarie e sei secondarie
della provincia di pistoia hanno
preso parte al concorso incentrato
sul tema “La casa, il mio rifugio”.
Le parole della dirigente scolastica dell’Istituto Leonardo da Vinci
anna Maria Corretti, “anima” del
concorso, riassumono lo scopo dell’iniziativa: “La poesia ci permette
di scoprire l’interiorità dei nostri
ragazzi: siamo sempre ripagati dalla bellezza che risplende in ognuno di loro. per i giovani è anche un
modo per dare voce a ciò che hanno dentro”.
I
Gennaio/Marzo 2012
Ecco l’elenco dei vincitori
Categoria riservata alle scuole elementari
1° aLESSaNDRO gUaRDUCCI
Istituto gianni Rodari
2° aLBERt CERFEDa
Istituto Carradori
3° aSIa pEpE
Istituto Marino Marini
Segnalazione per teodoro Dhima, Rebecca Innocenti, giulio Banelli
e Rebecca Vannini.
Categoria riservata alle scuole medie
Istituto Leonardo da Vinci
1° ILaRIa RUZZI
Istituto giuseppe Roncalli
2° aNDREa DEL BagNO
3° aLESSaNDRO gIaNNINI
Istituto guglielmo Marconi
anna Frank
Segnalazione per Matteo Sforzi, Matteo Borri e Vittoria Barone.
27
ViBanca progetti
Progetto Centenario
su il sipario...
a cura di Luca Lubrani
Sabato 12 maggio, ore 21.30
I Soliti Idioti
in Comico-Psichedelico Tour
TEATRO ALESSANDRO
MANZONI
PISTOIA
Venerdì 13 aprile, ore 21
Sinfonica - Grandi Solisti
Fondazione Pistoiese Promusica
akademie für alte Musik, Berlin
Sabato 21 aprile, ore 21
Sinfonica - Grandi Solisti
Fondazione Pistoiese Promusica
Orchestra pistoiese promusica
direttore Daniele giorgi
violino paolo Chiavacci
violoncello alfredo persichilli
pianoforte pier Narciso Masi
Sabato 12 maggio, ore 21
Sinfonica - Grandi Solisti
Fondazione Pistoiese Promusica
Recital del pianista Krystian Zimerman
PICCOLO TEATRO
MAURO BOLOGNINI
PISTOIA
Domenica 15 aprile
Piccolo Sipario (6-11 anni)
Gli alti e bassi di Biancaneve
favola per bambini e adulti di Emma Dante, con Italia Carroccio,
Davide Celona, Daniela Macaluso, regia di Emma Dante
Domenica 20 maggio, ore 21.30
Fiorella Mannoia
in Sud il tour
TEATRO GIUSEPPE VERDI
MONTECATINI TERME
Sabato 7 aprile, ore 21.30
Recital di Teo Teocoli
Venerdì 13 aprile, ore 21.30
Tre cuori in affitto
commedia con musiche di giovanni Maria Lori, con paolino Ruffini,
arianna Bergamaschi e Justine
Mattera, regia di gianluca guidi
Sabato 21 aprile, ore 21.30
Giuseppe Giacobazzi
in Apocalypse
La vita, le donne e gli stereotipi di
un romagnolo doc nel nuovo spettacolo del “poveta” di Zelig
TEATRO PIETRO MASCAGNI
POPIGLIO
Martedì 24 aprile, ore 21
Il mio Coppi
di albe Ros, adattamento drammaturgico di Daniela Morelli, con
pamela Villoresi, regia di Maurizio panici
TEATRO FRANCINI
CASALGUIDI
Domenica 1° aprile
Piccolo Sipario (4-10 anni)
Raperonzolo
di Enrico Spinelli dalla fiaba
dei fratelli grimm, con Cristina
Bacci, Enrico Spinelli, pietro
Venè
informa
Gennaio/Marzo 2012
Martedì 24 aprile, ore 21.30
Giulietta e Romeo
Il primo musical in 3D
Sabato 28 aprile, ore 21.30
Marco Travaglio
in Anestesia Totale
28
Mercoledì 25 aprile, ore 21
Il mio Coppi
di albe Ros, adattamento drammaturgico di Daniela Morelli, con
pamela Villoresi, regia di Maurizio panici
GALLERIA RAVACCIONE E FANTISCRITTI
Quote di Partecipazione
soci gratuito
non soci euro
60,00
in
9 GIUGNO 2012
Programma
Ore 7.45 Ritrovo dei partecipanti presso la Sede di Pontelungo.*
Ore 8
Partenza. Destinazione: cave di marmo di Ravaccione, nel cuore dei
bacini marmiferi di Carrara, sulle Alpi Apuane. Il bacino marmifero più
vasto, più antico, più alto del mondo.
Ore 9.30 Arrivo alla cava dei Fantiscritti e visita dell’antico museo dove sono raccolti vecchi strumenti per l’estrazione del marmo.
Ore 10.30 Imbarco su piccoli pullman per la visita all’interno della galleria Ravaccione; segue visita di una cava di epoca romana, ma lavorata con
strumenti e mezzi moderni.
Ore 13
Trasferimento a Colonnata con visita alle larderie e spuntino a base di
salumi tipici e focacce. Nel pomeriggio visita alle Cantine del Sole in
località Luni dovrà sarà possibile degustare il vermentino e visitare il
museo dei lavori agricoli.
Ore 17 ca. Partenza per il rientro a Pistoia.
LA QUOTA COMPRENDE:
- Viaggio in pullman da Pistoia alle Cave e ritorno
- Spuntino in larderia a base di salumi e focacce
- Visita guidata alle Cave e ingressi dove previsti
LA QUOTA NON COMPRENDE:
- Extra di carattere personale
- Tutto quanto non incluso sotto la voce “La quota comprende”
Informazioni
Ufficio Soci 0573.913951
dalle ore 08.30 alle ore 13.30 (Stella Passini)
Chiusura iscrizioni 15 maggio 2012
o comunque all’esaurimento dei posti disponibili
* Per i partecipanti che si trovassero già in Versilia potrà essere individuato un punto
di ritrovo in zona.
Quote di Partecipazione
Ville lucchesi
21 APRILE 2012 - pomeriggio
PROGRAMMA
Ore 13.45 Ritrovo dei partecipanti al viaggio presso la Sede Vibanca di Pontelungo e incontro con l’accompagnatore (storico dell’arte).
Ore 14
Partenza in pullman per Lucca.
Arrivo e visita della Villa e Giardino Torrigiani, spettacolare esempio
di architettura barocca che possiede giardini ancora intatti nelle
forme originali, ricchi di sorprese e giochi d’ acqua. La visita prosegue con i suggestivi giardini del parco di Villa Reale. Il viaggio
continua con la visita di Villa Grabau nelle cui sale si possono
ammirare affreschi neoclassici, arredi d’epoca e una piccola cappella che conserva gli affreschi originali del 600/700.
Rientro a Pistoia nella serata.
46,00
Tutti gli ingressi alle ville (Villa Torrigiani, Villa Reale e Villa Grabau)
Assicurazione Globy
La quota non comprende:
Extra di carattere personale
Tutto quanto non espressamente specificato alla voce “La quota comprende”
Numero minimo di partecipanti 30
Informazioni
Ufficio Soci 0573.913951
dalle ore 08.30 alle ore 13.30 (Stella Passini)
Chiusura iscrizioni 30 marzo 2012
o comunque all’esaurimento dei posti disponibili
La quota comprende:
Viaggio in pullman Gran Turismo riservato
Accompagnatore (storico dell’arte)
Gennaio/Marzo 2012
soci gratuito
non soci euro
29
spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci
aggio
GITA ALLE CAVE DI MARMO
aggio
in
AVVISO AI SOCI • Gita Sociale a Lisbona
A causa di problemi logistici legati alla prenotazione dei voli per il periodo prescelto non è stato possibile realizzare il viaggio annunciato a
San Pietroburgo: la Gita Sociale di VIBanca per il 2012 sarà effettuata a LISBONA dal 25 al 29 aprile come da programma qui appresso
riportato.
LISBONA è la capitale del Portogallo, terra di fascino e storia: il popolo che la abita raccoglie l’eredità dei celebri navigatori che hanno solcato i mari del mondo scoprendo nuove rotte e nuove terre. Lisbona, la città dove echeggia il canto del Fado (riconosciuto dall’Unesco come
Patrimonio immateriale dell’Umanità), ha dato importanti risorse all’economia portoghese costituendo una delle mete turistiche più visitate
al mondo. Fra le attrattive più rilevanti vi è l’architettura di stile manuelino e barocco, con influssi arabi, con edifici e monumenti che rappresentano altrettanti gioielli della capitale lusitana.
Quote di Partecipazione
a persona in camera doppia
LISBONA
soci 850,00
non soci euro
Gita sociale dal 25 al 29 Aprile 2012
PROGRAMMA
Primo giorno: PISTOIA-LISBONA
Ore 09.30. Ritrovo presso sede VIBanca a Pontelungo e partenza per l’aeroporto di Bologna con pullman GT – Disbrigo delle pratiche di check-in e partenza con il volo TP 857 delle ore 13.15 – Arrivo a Lisbona. Trasferimento
all’hotel prescelto. Sistemazione nelle camere riservate. Tempo libero a disposizione fino al trasferimento per la cena in ristorante tipico. Rientro in hotel e
pernottamento.
Secondo giorno: LISBONA
Prima colazione in hotel. Intera giornata dedicata alla visita della città incluso il
quartiere di Belem (zona monumentale) che prevede la visita alla Torre di
Belem (esterno), Monumento delle scoperte (esterno) e Monastero di
Jeronimos (interno-chiesa e chiostro). Proseguimento verso la “Baixa” (città
bassa), il cuore della città con la piazza Rossio, la piazza do Comércio, Rua
Augusta; salendo poi per la visita alla cattedrale di Lisbona e al più tradizionale e antico quartiere della capitale, l’“Alfama”, vero labirinto con casette dalle
terrazze in ferro battuto e rivestite delle tipiche maioliche (azulejos). Pranzo in
ristorante in corso d’escursione. Rientro in hotel. Trasferimento in ristorante tipico. Rientro in hotel e pernottamento.
Terzo giorno: LISBONA-SINTRA-CASCAIS-ESTORIL-LISBONA
Prima colazione e partenza alla volta di Sintra lungo il litorale atlantico, costeggiando le ville delle località di Estoril e Cascais. La cittadina di Sintra è rinomata per le sue molte residenze nobiliari, le belle strade ricche di negozi artigiani
e il fresco clima collinare. Visita al Palazzo Reale. Pranzo in ristorante. Nel
pomeriggio rientro in hotel a Lisbona. Trasferimento per la cena in ristorante
tipico. Pernottamento in hotel.
990,00
Quarto giorno: LISBONA
Prima colazione in albergo. Giornata interamente a disposizione. Cena in ristorante tipico e pernottamento in hotel.
Quinto giorno: LISBONA-BOLOGNA-PISTOIA
Prima colazione in hotel. Trasferimento all’aeroporto di Lisbona e partenza per
Bologna con il volo TP 856 delle ore 8.50. Arrivo a Bologna alle ore 12.30 e
trasferimento a Pistoia con pullman GT. Fine dei servizi.
QUOTE INDIVIDUALI DI PARTECIPAZIONE con sistemazione in camera doppia
(supplemento singola €uro 160,00)
SOCIO €uro 850,00 NON SOCIO €uro 990,00
La Quota di partecipazione comprende:
Trasferimenti in pullman GT Pistoia/Aeroporto BO e ritorno;
Trasferimento aereo in classe economica su voli linea TAP;
Trasferimento da e per aeroporto Lisbona - 4 notti in hotel;
Visita intera giornata a Lisbona- Visita di Sintra-Cascais-Estoril
e Cabo da Roca con Bus e guida parlante italiano;
2 pranzi e 4 cene in ristorante con bevande;
Assicurazione medica e bagaglio di gruppo.
La Quota di partecipazione non comprende:
Extra di carattere personale;
Ingressi non menzionati nel programma;
Assicurazione annullamento facoltativa da stipulare al
momento della prenotazione (€uro 60,00.= a partecipante)
Le prenotazioni, fino ad esaurimento posti disponibili, potranno essere effettuate presso tutte le Agenzia VIBanca entro il 10/04/2012, con la sottoscrizione del “Modulo di Adesione”; al momento della prenotazione dovrà essere versata la caparra confirmatoria di €. 350,00 per ogni partecipante oltre
all’eventuale costo di “Assicurazione per annullamento viaggio” (facoltativa).
Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Soci ViBanca – 0573.913951 dalle ore 08.30 alle ore 13.30
informa
Gennaio/Marzo 2012
30
www.vibanca.it • [email protected]
“CHECCO” Bugiani
Lezioni di Cucina
(2° corso base di cucina tradizionale)
Le lezioni, curate da Checco Bugiani, si svolgeranno presso la Sala Auditorium di ViBanca – Banca di Credito Coop.di
S.Pietro in Vincio (Via Provinciale Lucchese 125/b - Pistoia)
Lunedì 26 Marzo 2012
Lunedì 02 Aprile 2012
Lunedì 16 Aprile 2012
Lunedì 23 Aprile 2012
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
Quota di partecipazione
Quota di partecipazione
SOCIO €uro 100,00
NON SOCIO €uro 120,00
Per informazioni contattare Ufficio Soci ViBanca
(Tel. 0573 – 9139 51 dal lunedì al venerdì,
dalle ore 08.30 alle ore 13.30)
Chiusura Iscrizioni 15/03/2012
Numero minimo partecipanti 20
Numero massimo partecipanti 40
Corsi di Inglese
Proposta per i soci ViBanca e loro familiari
3 incontri di tre ore per svolgere i seguenti argomenti
il costo di ciascun percorso
è di euro 25,00 ed è previsto
per un max di 15 persone (min. 10 )
Al termine di ciascun percorso ai partecipanti sarà dato un glossario e un CD contenente le frasi-chiave per un ascolto personale
Full immersion English Corsi estivi
Per bambini e ragazzi
Periodo: Giugno-Luglio 2012 - durata: 20 ore settimanali
per informazioni e prenotazioni contattare l’Ufficio Soci di VIBanca
Stella Passini, [email protected] tel. 0573.913951, dalle ore 8.30 alle 13.30
Gennaio/Marzo 2012
31
spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci
Corsi
spazio soci • spazio soci • spazio soci • spazio soci
Daniele Pelliccioni
Procar: vent’anni di corsa
Passione, voglia di vincere, serietà e impegno
alla base dei successi della scuderia pistoiese
delle due ruote che si aggiunge a Valentino Rossi e al compianto Marco
Qualche anno fa, sarà stato il 1997, coordinavo le operazioni sui campi gara nel Campionato italiano rally per il team Husky. Durante una gara che si Simoncelli, anch’essi protagonisti a bordo delle vetture della scuderia
Procar), come pure la proficua collaborazione con Ford che ha portato aleffettuava in Toscana venni avvicinato da Alessandra Materazzetti che lala vittoria del Campionato rally Terra in Francia nel 2003.
vorava già all’epoca per una squadra che aveva la sua base operativa a PiCome dimenticare poi alcuni personaggi altrettanto famosi che hanno
stoia: quello fu il primo contatto che ebbi con la Procar. La squadra toscacorso con le nostre vetture? Paolo Bettini e il compianto Franco Ballerini
na si affacciava allora, per la prima volta, in maniera importante sul palcoscenico del campionato assoluto. Durante quel 1997, pur avendo già alle (entrambi CT della nazionale di ciclismo), Lapo Elkann autore di un test al
spalle dei risultati importanti, colti nei primi anni della sua avventura come Motorshow di Bologna, il comico Marco Dalla Noce (il popolare “Mecanico
le vittorie nel Campionato Terra e nella Mitropa Cup, il team pistoiese, che della Ferari” di Zelig), insomma un universo di storie tutte legate dalla stesera ancora “giovane” con la sua storia cominciata nel 1992,vinse a sorsa passione per i motori. Le gare, i campionati, le vetture e i piloti sono
presa il Campionato italiano rally e conquistò il secondo posto nel Campionato cambiati, e molto, in questi venti anni di attività, ma quello che non è cameuropeo, preludio alla vittoria in campo continentale nell’anno seguente.
biato è lo spirito e il modo di porsi della Procar e dei suoi associati, la riMa andiamo con ordine: la creazione
cerca del modo migliore per garantire
di questa realtà vincente si deve alla
ai propri clienti – siano essi i grandi
fortunata intuizione di un gruppo di apgruppi automobilistici oppure gli appassionati imprenditori di Pistoia, ovpassionati che vogliono avere “quel
vero Alessandro Carrara, Massimo
qualcosa in più” o solo poter raccontaCappellini e Guido Tanteri, i quali,
re agli amici di aver corso con una vetmossi dalla stessa passione, decisetura curata dalle stesse persone che
ro appunto di creare “a sud degli Apseguono o hanno seguito piloti di granpennini” una struttura con le carattede fama – quello spirito vincente e quelristiche e l’impostazione delle classil’impegno nel lavoro che li contraddiche scuderie inglesi dedicate al Mostingue nelle loro attività al di fuori deltorsport. Alessandro e Massimo sono
la Procar e che cercano di trasmettere
stati un equipaggio di spicco della Pianche in questa, che da passione si è
L’asso delle due ruote Valentino Rossi alla guida
stoia Corse nel corso degli anni Ottrasformata
in un impegno ulteriore che
di una Honda della scuderia Procar (Foto Sport, Rovigo).
tanta e si sono sempre dovuti rivolgeli vede sempre in prima linea. Sono pasre a delle strutture anche geograficamente lontane dalla loro realtà ter- sati veloci, ma dato che ci occupiamo di vetture da corsa è normale, queritoriale. Proprio negli anni di Pistoia Corse hanno conosciuto Guido e con- sti anni in Procar e ci hanno lasciato dei ricordi belli come i due titoli italiasolidato l’amicizia con lui: e insieme, al momento di “attaccare il casco ni del 1997 e del 2003 (Subaru e FIAT), i due europei del 1998 e del 2010
al chiodo”, hanno deciso di creare una realtà tutta pistoiese nel campo (Subaru e Abarth), i titoli greco del 2001 (Subaru) e francese del 2003 (Ford),
dell’automobilismo da corsa. È nata così la Procar nel 1992: proprio que- attraverso una serie pressoché infinita di titoli nazionali a partire dal 1995
st’anno, quindi, si celebra il ventennale di attività: Bilancio: le collabora- con Subaru, passando dalle vittorie in sequenza dal 2002 al 2005 con FIAT,
zioni di Procar sono state importanti e soddisfacenti. Dopo i primi anni fino all’ultimo conquistato con Citroën nel 2011 appena trascorso: ma coche hanno visto la nascita e la crescita di una proficua collaborazione con me dice sempre qualche allenatore di calcio, la vittoria più importante sarà
Subaru con vittorie a raffica sia in campo nazionale che internazionale, la prossima. Ecco, la nostra vittoria sarà quella di cercare di essere protaadeguandosi ai continui cambiamenti regolamentari, è arrivato il matri- gonisti nel modo migliore e con la solita dedizione e preparazione anche
monio col marchio storico FIAT, seguito poi dalla sua diramazione sporti- nel 2012, cercando di aggiungere un altro alloro a quelli già conquistati,
va Abarth, e col disimpegno del marchio torinese, la collaborazione con senza dimenticare che quello che facciamo è un lavoro e come tale va svolil marchio leader del rallysmo mondiale, Citroën. Il tutto senza dimenti- to nel migliore dei modi.
care alcune operazioni più limitate nel tempo ma pur sempre cariche di
A proposito, dopo quel primo incontro a Radicofani conclusi un accorfascino e di storia, quali il progetto e la costruzione in serie delle MG Ro- do e accettai di collaborare con Procar nel Campionato europeo del 1997
ver per il trofeo italiano di categoria (34 esemplari costruiti ex novo nel- e del 1998… e oggi sono ancora qui… in ufficio a occuparmi di quel prola factory di Casalguidi), la prestigiosa stagione con la Aston Martin GT (pi- getto nato dalla passione di quei tre imprenditori che ho imparato a conolotata fra gli altri dall’asso della Ducati Troy Bayliss, un altro campione scere e apprezzare.
I
informa
Gennaio/Marzo 2012
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