Il Cortese: Anno I - N° 2

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Il Cortese: Anno I - N° 2
IL CORTESE
………di cavalli e non
La pagina dei “CAVALIERI DEL TURCHESE”
Luglio - Agosto 2010
INSURANCE COWBOY….
L’ennesima rovinosa caduta di Paolo della
Gioconda, stavolta con conseguenze che hanno
richiesto l’uso della stampella, chiama a gran
voce
un
commento.
Però,
prendersi
affettuosamente gioco del “cowboy assicuratore”
e dipingerlo con ironico divertimento è in realtà
troppo facile e scontato. Molto meglio guardare
la cosa da un altro punto di vista, perché a
prestare attenzione si scopre un mondo intero.
Sono le passioni che danno senso alla vita.
Esse rappresentano le poesie più belle scritte nel
libro dell’esistenza. E più le passioni sono
profonde, avvolgenti e trascinanti, più le poesie
diventano alte e sfiorano l’infinito. Quando sei
preda dell’innamoramento per un cavallo, non
pensi alle conseguenze delle tue azioni ma
esegui, sul nascere, quello che il cuore
suggerisce. Anche le imprese rischiose,
imprudenti, irresponsabili. Non si può mettersi a
ragionare con l’amore quando irrompe. E’
impossibile. E assistere alle “pazzie” che l’amore
fa compiere è privilegio ed emozione. Perciò,
quando vedo un uomo che ha sempre lavorato in
città, tra lo smog, il traffico e il cemento, mettere
indietro le lancette del Tempo e lanciarsi in una
galoppata senza sella sulla cavalla che è
diventata uno degli equilibri della sua vita, mi si
gonfia il petto e sento lacrime di commozione
pungere gli occhi. Non importa se quell’uomo
cade, per imperizia o inesperienza o
avventatezza. Anzi, quando succede e lo vedo
rialzarsi dalla polvere, dolorante, e salire di
nuovo in groppa mi viene voglia di cantare. VAI
COSI’, COW BOY!!!
Cuoio
di finimenti, seta sotto
le dita. Sudore e zoccoli, polvere
di sentiero come neve.
Illuminazione
che si svela dai fossi
e nei boschi, voci
antiche di felci, furtivi
pensieri di volpe e colpi
d’ali sopra di me.
Privilegio
nel sentirsi al centro
della creazione.
A cavallo.
E laggiù, nel tramonto,
il dito di Dio indica
la strada, indica la mia
direzione.
Roberto Allegri
QUERIDA DEL TURCHESE
di Grazia Vittadini
E’ incredibile come la vita riservi dei casi
curiosi che vanno in genere sotto il nome di
coincidenze, e come a volte i contrattempi
diventino, visti dall’altro lato, grosse
opportunità: riflessione che ognuno di noi
prima o poi fa nella vita e che a me viene in
mente ogni volta che guardo Querida.
Dovete sapere che, dalla prima volta che
l’ho visto, ho una passione per lo stallone
Wildbach: un cavallo abbastanza normale
nella sua morfologia non particolarmente
moderna, che si stacca dal comune solo per
una criniera spropositata, che arriva quasi ai
carpi. Questo se lo vedete da fermo, perché se
lo vedete in moto, Wildbach fa venire la pelle
d’oca. Un movimento da tedesco in un cavallo
Haflinger, un trotto medio che non tocca per
terra, un impulso esagerato, fantastico,
incredibile. Poi si ferma e non lo si
guarderebbe due volte. Ho avuto l’occasione
di ammirarlo al Folie di Verona e mi è
rimasto nel cuore.
Questo Febbraio ho avuto modo di
acquistare due fattrici in Alto Adige, per
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rinnovare il mio parco, e fra quelle che ho visto
una era gravida di Wildbach !!! Segno del
destino !! Gertie è venuta a casa senza pensarci
due volte. Questa cavalla si è subito dimostrata
gentile e buona di carattere, e alla fine di Marzo
ha partorito una puledra ( il dio degli allevatori
stavolta ha sorriso) la cui venuta al mondo ho
filmato e commentato e la trovate sul mio sito.
Già così avevo da render grazie: ma come ciò che
può andar male in genere va peggio, così ogni
tanto ciò che va bene ci stupisce andando ancora
meglio: Querida è una creatura speciale.
I puledri sono animali selvatici: nascono
puramente istintivi, senza sovrastrutture, e
bisogna addomesticarli, diversamente dal cane o
dal gatto. Forse perché dopo due ore dalla nascita
possono già scappare, e nella loro mente da preda
ci vedono ancora come aggressori nonostante
qualche era di cattività, la norma è che quando si
cerca di avvicinarli come minimo si nascondono
dietro la madre e solo con molta pazienza e
sfruttando la loro innata curiosità dopo un po’ si
lasciano sfiorare il muso. Ho visto nascere
qualche decina di puledri ormai, e anche se li
faccio nascere io e la prima cosa che vedono
uscendo dalla madre è una persona umana, ci
vuole sempre un certo impegno a superare la
diffidenza del neonato. Querida è diversa.
Quando aveva tre giorni, mi sedetti sul bordo
del box per coccolarla, ma a un certo punto
dovetti desistere perché a tutti i costi cercava di
venirmi in braccio, e già era un po’ troppo
ingombrante per questo tipo di effusioni. . . una
puledra completamente priva di paura, familiare
come se avesse vissuto già una vita con noi,
curiosa, affettuosa, confidente. Si può toccarla
dappertutto, si fa alzare i piedi, si fa grattare la
pancia, se quando arrivi è sdraiata in box non si
alza, ha preso il vermifugo da sola ciucciando la
siringa. Io non ho mai visto un puledro così:
sembra un enorme peluche, e ovviamente è il
cavallo di tutti i bambini. Si fa coccolare a tempo
indeterminato e quando te ne vai ti segue: “Ma
dove vai? Ma torni?” Gertie è del tutto a suo agio
e per nulla gelosa.
Una puledra così rappresenta un’opportunità
unica, dal punto di vista etologico, una mosca
bianca, una specie di fantastico scherzo della
natura: perché Querida è così? Perché è nata
senza paura? In natura sarebbe svantaggiata?
Forse sì, non ha paura dei cani per esempio –
cani e lupi possono sbranare un puledro giovane
– ma in cattività questo carattere offre a lei e a
noi occasioni impensate di socializzare e schiude
orizzonti nuovi nel rapporto tra esseri umani ed
equini. Questa piccina accorcia le distanze tra
persone e cavalli, e mi fa pensare che anime
affini possano trovarsi in sintonia anche quando
sono ospitate in corpi così diversi: è persino
inquietante, quasi, l’espressione del suo
sguardo. Troppo sereno, troppo gentile,
troppo . . . umano . . . se gli uomini fossero
così sereni e gentili: ti guarda e sembra che ti
capisca, in quegli occhioni bruni brilla
un’intelligenza limpida e fiduciosa. A due
mesi di età, Querida mi ha già fatto riflettere:
che rapporto si instaurerà tra un “padrone”
umano e una piccola equina troppo umana?
Come si tratta un cavallo che non si comporta
da cavallo, ma che ti guarda come una
persona?
Fortissima la tentazione di trattarla come
una bambina, come una bambola, come un
gattino:
scorretto?
Scientificamente
opinabile? Verissimo: venite qua voi e
provate a non intenerirvi con una puledra che
vi nasconde la testa sotto il braccio per farsi
coccolare. Non so se crescendo perderà la sua
eccezionalità, entrando in un’età in cui anche
gli altri puledri si fanno domestici, ma per ora
Querida è lo spasso del Turchese, riscuote più
successo di un cavallo da circo. . . . senza fare
assolutamente niente, se non lasciarsi
maneggiare e rivoltare come un guanto con
un’aria completamente pacifica e soddisfatta.
Mah: vedete come al Turchese non siano
originali soltanto gli umani !
COME FACCIO A SPIEGARTI?
di Giulia G.
Come faccio a spiegarti? Come dire chi eri?
A quarant’anni mi sono trovata a prender
lezioni di equitazione per realizzare un sogno
che covavo dall’infanzia e una passione che
prorompeva con disegni dal mio profondo,
con un desiderio sempre più forte di
possedere l’animale più bello… E in un box,
guarda caso, c’eri in vendita tu, baio oscuro,
scuro davvero, con la criniera e la coda
lunghe e dai crini fini e lucenti, con un occhio
equino e uno umano, dalla sclera bianca…
occhi che mi tormentavano i pensieri, colori e
forme troppo simili ai miei antichi disegni…
Perché, diciamolo pure, perfetto non eri:
garrese pronunciato, un po’ insellato, un po’
panciuto, arti fini e un poco storti… ma tutto
sommato ben proporzionato e, accidenti: la
personificazione del mio cavallo, ti ho visto
montato lanciato come in corsa, ti ho provato
e ho sentito il preoccupante brivido delle
spinte della tua schiena sotto di me, come non
certo un cavallo da scuola…e ti ho
comprato… Un cavallo mio, il mio cavallo, il
mio disegno in carne e ossa, bellissimo, il più
bello… ma non io avevo preso te, eri tu ad
aver preso me, l’ho scoperto dopo poco; a
terra dolcissimo, guarda un po’… appena
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preso con atteggiamenti canini, e che da montare
mi faceva una paura tremenda, perché, come si
dice, eri molto più avanti di me: io una
carampana principiante e tu un potente maturo
cavallo liberato dallo stress delle corse, nevrile e
desideroso di correre, e di null’altro, se non cibo,
carezze, tranquillità… non certo di quella specie
di lavoro in piano con me o di quella specie di
salti con me o con tutti quegli odiosi soggetti
grandi e piccoli con cui ti costringevo spesso a
stare in campo… Così sono cominciati i nostri
scontri con l’ovvia conclusione di me quasi
sempre perdente a terra e la tua grande faccia che
mi guardava dall’alto in basso… non mi ricordo
d’averti mai visto fuggire dopo avermi scaricato!
Qualche volta mi guardavi come per dire: hai
visto? Qualche altra come per dire: come mai sei
lì? Mi ricordo mille volte me come un coniglio
sulla tua schiena e te, pieno di paure, pronto alla
fuga e allo scarto dimentico o seccato di me, ed
io spesso sul punto di lasciar perdere, spesso
furiosa con te e insoddisfatta di me, ma non so
come, non mi sono mai arresa, anzi lo so: perché
da te posseduta, son diventata determinata alla
fine a non mollare, perché niente mi dava la gioia
e il senso di forza di un buon risultato con te…
Un buon risultato ch’era per molti una piccola
cosa ma comunque grande, perché desideravo
solo diventare poco più che principiante, con
meno timori e più conoscenza, con un buon
rapporto con te… Perché il bello è sempre stato
questo: ogni cosa era fatta sempre CON te, ogni
buon risultato, ogni piccolo successo era perché
lo si faceva assieme, ogni progresso un dono che
tu mi facevi, un dono che mi facevo, e, spero, un
dono che ti facevo, non foss’altro perché ti
amavo sempre di più… Il mio bel cavallo con le
crisi d’abbandono, come ti capivo amico mio…
Un sacco di amore e di fatiche sempre più spesso
ricompensate dalla gioia di una tua disponibilità
sempre maggiore, dal dono che mi facevi della
tua fiducia, e dalla conquista della mia serenità
con te, che mi hai traghettato su una sponda
serena attraverso un mare difficile, con te che sei
stato l’inizio ed il continuo d’un’esperienza
meravigliosa, con te che mi hai concesso, stando
fermo vicino agli steccati, di salirti sulla schiena
a pelo, di provare quel contatto morbido e
profondo, di provare l’esaltazione dello scambio
di fiducia, con te che mi hai concesso più volte di
provare il senso della fusione, dell’unione di
anima umana e animale…e che animale,
l’animale più bello, con il pensiero di far
qualcosa che mi sembrava avverarsi come se tu
avessi compreso per telepatia; tu così grande e
così delicato, così arrendevole e così fiero e
ribelle… Ho imparato presto a riconoscere il tuo
richiamo, il tuo inconfondibile odore… Ho
deciso di darti la tranquillità di un modesto
impegno fisico e di uno spazio più ampio e
protetto, e ti ho portato qui…E ti ho visto
dopo un periodo di strambe paure acquisire
un’insperata serenità…Ti ho sicuramente
montato meno, ma ti ho conosciuto ancora di
più… ed ora mi manchi come non so dire: mi
mancano le tue grandi forme, il tuo odore, il
tuo richiamo, il tuo colore, il tuo cambiar
d’umore, la tua dolcezza, la tua
vulnerabilità… perché sei stato molto più che
un compagno d’avventura, sei stato la
personificazione di un sogno, sei stato
l’ancora di salvezza in un mare nero, sei stato
l’equivalente d’un fidanzato umano con cui si
litiga magari ma a cui si è stretti da un legame
profondo… Tu eri con me un pensiero fisico,
per sempre… La tua assenza è incredibile,
ancora mi riempi i pensieri e i desideri,
ancora sento il tuo odore, un odore che nessun
cavallo ha…adesso sento l’assenza del tuo
corpo e del tuo animo grandi, sento l’assenza
del tuo richiamo, ti dico grazie per l’enormità
delle cose belle che mi hai dato, ti chiedo
perdono per tutte le scelte che ti ho imposto e
che non hai condiviso, ti dico grazie per le
volte in cui mi hai fatto pesantemente capire
che non le condividevi, ti dico che vorrei
sapere da te se quell’ultima decisione che ho
preso l’hai condivisa… con tutto il mio
amore, con il tuo ricordo grande, con un
desiderio infinito di te--- Un bacio, là dove
pascoli ora, senza paura e senza dolore.
IL VENTO
di Caterina Denari
16 maggio 2007: una bellissima giornata
primaverile, il sole sorge più arzillo che mai
per annunciare l’inizio di una nuova giornata
e di un nuovo arrivo….
E’ nata una Nuvola…
Le nuvole cambiano spesso l’andamento del
tempo.
Lei ha trasformato le previsioni di due vite….
Gamma…ho conosciuto l’aspetto più materno
della
mia
cavalla…una
sensibilità
sorprendente
di
fronte
a
quel
fiorellino…gentile e protettiva ma anche
severa all’occorrenza…e nella mia…nelle
tenebre del mio Io…..lentamente una luce ha
fatto capolino…mi ha indicato il cammino per
poter seguire la retta via……..
L’emozione più grande è vedere un piccolo
bocciolo crescere e diventare un bellissimo
fiore che ogni anno si rigenera e diventa
sempre più forte.
Leggera e agile ti lasci trasportare, spesso
però è una sfida: una gara contro il vento.
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Ti posi sul terreno, come una carezza sulla pelle,
il tuo respiro mi avvolge e mi lascia senza parole
come gli alberi senza foglie.
Ti fisso, ti osservo, non penso a nulla mentre
svolazzi nel campo..piano piano si trasformi in
una tromba d’aria tutto e tutti travolgi..ma niente
distruggi, coinvolgi chi ti guarda finchè la tua
energia si esaurisce e vieni a caricarti vicino a
me.
Sempre più vivace, imponi la tua potenza e
stabilisci le tue regole, che mi sia ben chiaro che
la tua scalata al successo è in atto e altezzosa ti
alzi su di me……per dichiararmi apertamente il
tuo ruolo tra di noi.
Aggressiva o delicata…lo so che rimani sempre
come sei….la tua natura è unica e visibile….non
conosce cattiveria…la tua amicizia non mi
tradisce mai..lo so…perché quel tuo muso per me
non ha segreti…!!!
criniera, hai l’impressione di sedere accanto a
Dio.
HO IMPARATO
di Grumo
La nostra Luna N è andata in prestito ai
campionati per diversamente abili "special
Olimpics" al CIM di Monza, dal 28 giugno al
4 luglio: mi è sembrato giusto e bello
contribuire a questa eccezionale iniziativa con
la mia piccola briciola.
Ho imparato che la perfezione non è di questo
mondo fino a che cammini su due gambe. Ma che
puoi accarezzarla stando in groppa ad un cavallo.
Ho imparato che puoi vedere attraverso i suoi
occhi. E quello che scopri è l’armonia delle cose.
Ho imparato che puoi ascoltare con le sue
orecchie e percepire il respiro di chi non c’è più.
Ho imparato che puoi vivere usando il suo cuore
e galoppare così tutta la vita.
Ho imparato che la rabbia non serve ma la
selvaggia determinazione sì. E che la dignità sta
nell’ammettere, non nel nascondere.
Ho imparato che fidarsi è grande. E ricevere la
fiducia del tuo cavallo è immenso. Che non c’è
calore più forte del suo petto dopo la corsa, né
suono più dolce del suo sbuffare.
Ho imparato che gli esseri umani mentono e
giocano ad essere chi non sono. Ma che un
cavallo è semplicemente se stesso.
NEWS
di Grazia
Capitolo ricchissimo questo bimestre: intanto
le allieve del Turchese si sono scatenate e
sono uscite in concorso di salto ostacoli ACSI
per ben tre volte in un mese: Carvico il 30
maggio, travagliato il 13 giugno, carobbio il
27 giugno. Per di più abbiamo fatto
dimostrazione a Borghetto il primo maggio e
una gara di gymkana più un sociale di salto
ostacoli a Cassina de' Pecchi tra il due e il sei
giugno. Ma cosa hanno mangiato le allieve
del Turchese??? E si fanno anche onore! Foto
e classifiche al sito www.crosslombardia.it
Due delle nostre fattrici sono emigrate per la
bella Sardegna, beate loro !! Diana e Joska
passeggeranno sulla spiaggia coi turisti, e al
Turchese è arrivata l'imponente Ice Cream,
gravida, terzo puledro dell'anno prossimo.
Un'ultimo sforzo ci attende prima delle
vacanze estive, la molto attesa CAVALIA di
Darfo, ormai mitica due-giorni riservata
Haflinger: Luna e Gamma, portacolori
turchesi,
stanno
rifinendo
la
loro
preparazione.
Least but not last, Il Turchese quest'anno
organizza un trekking di due giorni dato il
successo di quello dell'anno scorso: si terrà il
21 e 22 agosto e. . . non vi dico altro perchè
sono dispettosa. Se volte saperne di più
contattatemi al sempre valido 348.2258991.
E BUONE VACANZE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho imparato che la solitudine è un’incudine, il
dolore un maglio, l’ipocrisia della gente un
mantice. E che tutte insieme forgiano uomini
d’acciaio.
Ho imparato che all’alba le sfumature del cielo
sono infinite e quelle del tramonto ti rendono un
veggente. E che se vedi alba e tramonto in
groppa al tuo cavallo, le mani allacciate alla sua
IL TURCHESE
Villa Paradiso di Cornate d’Adda
Milano
www.ilturchese-horses.it
il [email protected]
348.2258991
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