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Panoramica del Corso Corso Tek-In • • • • • Obiettivo del corso Abilitazione Requisiti Schema del Corso Il Sistema Didattico Panoramica del Corso Addestramento Teorico Obiettivi di sviluppo delle conoscenze teoriche Svolgimento didattico Moduli: 1. La Fisica e i Gas 2. La Decompressione: Teorica e Tecnica 3. La Narcosi e Stress 4. Il Fattore Umano 5. L’Equipaggiamento 6. La Programmazione e Prevenzione Test di Verifica Slide 1/12 Panoramica del Corso Addestramento Pratico Obiettivi di esecuzione e sviluppo delle abilità Svolgimento didattico 1. Immersione prova di verifica 2. Immersioni di apprendimento in Acque Libere • Concetto PTA di non-autosufficienza e di ridondanza delle attrezzature • Concetto e sistema PTA dei segnali in immersione. Modulo 1 - Panoramica Slide 2/12 LA FISICA E I GAS 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Informazioni Generali Principi Fisici Nozioni di Base sulla Pressione Pressione: atmosferica – Idrostatica – Assoluto La Legge di Boyle La Legge di Charles I Gas Reali La Legge di Dalton La Legge di Henry Alla fine di questo modulo conoscerai: le principali leggi fisiche che regolano il mondo subacqueo Slide 3/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.1 Informazioni Generali UNITÀ DI MISURA E RELATIVE ABBREVIAZIONI P Pressione totale espressa in ata ATA Atmosfera assoluta Somma della pressione atmosferica e della pressione idrostatica msw Metres of salt water Metri di acqua salata Frazione equivalente di un gas L’equivalente decimale della percentuale di un gas in una miscela Frazione equivalente del gas specifico come fO2, fN2, fHe,. Pg Pressione di un gas nella miscela Nelle formule che seguono le unità di pressione sono in ATA PO 2 Pressione parziale di quel specifico gas PO 2, PN2, PHe, … Fg FO 2 Conv enzionalm ente gli ata e i bar v engono usati indifferentem ente Slide 4/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.2 Principi Fisici Principio di Archimede “un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume del liquido spostato” Spinta = Peso specifico x Volume immerso Peso specifico è definito come il peso di un campione di materiale diviso per il suo volume. Slide 5/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.3 Nozioni di base sulla pressione La pressione Definizione una forza applicata perpendicolarmente su di una superficie unitaria ed è direttamente proporzionale alla forza (F) e inversamente proporzionale all’area (A). Formula Unità di misura adottate Kg/cm2 – mca – Torr – bar – psi – Pascal – ata Slide 6/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.4 Nozioni di base sulla pressione • Fattori di conversione ATA bar msw KPa PSI fsw mmHg 1 1.01325 10.33 10.33 14,696 33,9 760 • Pressione atmosferica Massa d’Aria che circonda la Terra • Pressione idrostatica La forza esercitata da un fluido in quiete su ogni superficie a contatto con esso • Pressione assoluta La somma fra Pressione Atmosferica e Pressione Idrostatica Slide 7/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.5 La Legge di Boyle • Definizione In condizioni di temperatura costante la pressione di un gas perfetto è inversamente proporzionale al suo volume. P · V = costante • Applicazioni Che volume occuperebbe a 1 bar una miscela o gas puro contenuto in una bombola da 18 litri carica a 225 bar? Quanti litri di miscela o gas consumeremo alle varie profondità? V2 = P1 · V1 / P2 P2 = P1 · V1 / V2 V1 / V2 = P2 / P1 Slide 8/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.6 La Legge di Charles • Definizione In condizioni di pressione costante il volume di un gas perfetto aumenta linearmente con la temperatura. P / T = costante • Applicazioni In superficie, prima di immergerci, abbiamo una bombola e misuriamo la pressione; in acqua, quando l’utilizzeremo, c’è una temperatura diversa. P1 / P2 = T1 / T2 Slide 9/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.7 I Gas Reali Si definisce gas reale un gas il cui comportamento termodinamico si discosta da quello di gas ideale, ovvero che non segue l'equazione di stato dei gas perfetti. Slide 10/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.8 La Legge di Dalton • Definizione La pressione totale esercitata da una miscela ideale di gas ideali è uguale alla somma delle pressioni parziali che sarebbero esercitate dai gas se fossero presenti da soli in un eguale volume. P = p1 + p2 + ... + pn • Applicazioni P = 0.79 + 0.21 = 1 P = 79% + 21% = 100% Slide 11/12 Modulo 1 - La Fisica e i Gas 1.9 La Legge di Henry • Definizione Un gas che esercita una pressione sulla superficie di un liquido, vi entra in soluzione finché avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso. P= kC P è la pressione del gas sulla soluzione, C è la concentrazione del gas nella soluzione e k è una costante tipica di ciascun gas che correla la pressione del gas sulla soluzione e la sua concentrazione Il coefficiente di solubilità è definito come il volume di gas, sciolto nell'unità di volume di liquido • Applicazioni Saturazione e Desaturazione dei tessuti Slide 12/12 Modulo 1 - Riepilogo LA FISICA E I GAS 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Le unità di misura utilizzate per la pressione Principi Fisici: Archimede e il peso specifico Nozioni di Base sulla Pressione Differenza fra: Atmosferica – Idrostatica – Assoluto La Legge di Boyle La Legge di Charles Il comportamento dei Gas Reali La Legge di Dalton La Legge di Henry ADESSO CONOSCI: le principali leggi fisiche che regolano il mondo subacqueo! subacqueo Modulo 2 - Panoramica Slide 1/29 LA DECOMPRESSIONE: Teoria e Tecnica 1. La Teoria della Decompressione • Sistemi decompressivi • Modelli decompressivi • Coefficienti di Saturazione 2. Tecnica della Decompressione Alla fine di questo modulo conoscerai: I principi su cui si basa la teoria della decompressione, i meccanismi di base, lo sviluppo delle teorie e la tecnica per effettuare una corretta immersione con decompressione. Slide 2/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Concetti di base Equipressione Il movimento dell’azoto per l’equilibrio pressorio: • In discesa • In risalita Diffusione Spostamento di un gas o un liquido da un’area di alta concentrazione verso un’area di bassa concentrazione Perfusione Il gas disciolto nel sangue passa nel tessuto per via della circolazione sanguigna Slide 3/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Approfondimenti sul processo desaturativo: Gradiente Gradiente differenza di pressione che provoca il passaggio di gas In Risalita: •la pressione diminuisce e il gas tende a liberarsi formando delle bolle • Il sangue ricerca l’equipressione con il gas contenuto nei polmoni cedendo Azoto a livello alveolare. • La velocità di movimento del gas dipende dalla differenza pressoria Per rendere più veloce la desaturazione è necessario diminuire la Fn2 presente nei polmoni Slide 4/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Saturazione dei Tessuti Tensione Tissutale: Pressione di un Gas all’interno di un Tessuto Saturazione: Tensione Tissutale = Pressione Parziale di un Gas inerte Stato di Saturazione: Stato di equilibrio delle pressioni Fattori varabili: tempo di azione e tipo di tessuto Slide 5/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Emisaturazione Definizione: Quando un singolo tessuto ha assorbito il 50% del gas inerte, saturandolo della metà Classificazione dei Tessuti: • per dissoluzione • per “tempo di emisaturazione” Tempo di Emisaturazione = Emitempo Tempo necessario per saturare il tessuto del gas inerte al 50% Tempo: costante. Fattori variabili: natura del tessuto, natura del gas, temperatura Slide 6/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Compartimenti Tissutali Definizione: Tipologie di tessuti classificate matematicamente Periodo Il lasso di tempo che un tessuto impiega per raggiungere il livello di emisaturazione Tessuti veloci Per es.: polmoni, cervello, reni (più irrorati di sangue) Lo scambio gassoso avviene principalmente per perfusione Tessuti lenti Per es.: ossa, tessuti adiposi (meno irrorati di sangue) Lo scambio gassoso avviene principalmente per diffusione Slide 7/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Compartimenti Tissutali Nota: due periodi non portano alla saturazione totale! Primo Emitempo: dopo 5’ avrà “saturato” la metà del suo volume, pari al 50%. Secondo emitempo: dopo altri 5’ il 25%, (totale 75%). Terzo Emitempo: dopo altri 5’, il 12.5%, per un totale del 87.5%. Quarto Emitempo: il 6.5%, per un totale del (50% + 25% + 12.5% + 6.5%) 94%. Quinto Emitempo: il 3.25%, per un totale del (50% + 25% + 12.5% + 6,5% + 3.25%) 97.25%. Sesto Emitempo: il 1.625%, per un totale del (50% + 25% +12.5% +6.5% +3.25% + 1.625) 98.875%. Slide 8/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Il Valore M • è il massimo valore di pressione di gas inerte che un ipotetico compartimento tissutale può tollerare • é la tensione critica o limite di sovrasaturazione • rappresenta il massimo gradiente tollerato tra le pressioni del gas inerte e la pressione ambiente, in ogni compartimento tissutale. Slide 9/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Il Valore M Slide 10/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Sovrasaturazione Quando la tensione tissutale è superiore alla pressione parziale del gas nell’ambiente circostante = Sovrappressione Desaturazione Rilascio di molecole di gas dal tessuto al diminuire della pressione esterna (in risalita). Attenzione: una risalita veloce aumenta il gradiente pressorio determinando un repentino rilascio in gran quantità di gas che porta alla formazione di bolle, causa della PDD. Slide 11/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione La Formazione di Bolle • In immersione si formano alla differenza di 1 atm • Bolle Silenti o asintomatiche: che rimangono in circolo dopo l’immersione • Si creano a partire da micronuclei gassosi preesistenti Legge di Laplace “la differenza tra la pressione all’interno di una bolla e quella presente al suo esterno è inversamente proporzionale al raggio della bolla stessa.” I surfactanti aumentano la resistenza della tensione superficiale (Il surfattante è una sostanza naturale secreta da alcune cellule alveolari) Slide 12/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Scott Haldane affermava che i tessuti potevano tollerare un valore critico di sovrappressione di 2:1 prima di rilasciare bolle dannose. Tabelle di Haldane Tabella I – immersioni ad Aria con decompressione inferiore a 30’ Tabella II – Immersione ad Aria con decompressione superiore a 30’ Tabella III - immersioni profonde ad Aria con decompressione ad Ossigeno Puro. Teoria di base “Decompressione a Fasi”: -Risalita più veloce possibile per raggiungere valore M -Stop decompressivo per rilascio dell’inerte -Ripetizione fino a desaturazione. Slide 13/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi La U.S. NAVY adottò le tabelle di Haldane modificandone i valori (Hawkings) avendo scoperto che ogni compartimento tissutale avevo il proprio valore M e che veniva influenzato anche dalla profondità. Tabelle U.S. Navy Basate su sei differenti gruppi tissutali suddivisi in base ai tempi di emisaturazione: 5 – 10 – 20 – 40 – 80 – 120 minuti Successive modifiche in ambito militare e adattate all’uso commerciale hanno privilegiato l’aspetto conservativo con la riduzione dei tempi di fondo e della velocità di risalita e l’aumento dei compartimenti Slide 14/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Albert Bühlmann studia la teoria della decompressione, autore del libro “Decompression Sickness” L’algoritmo di Bühlmann Base per molti computer d’immersione e programmi di simulazione. Include i valori M che esprimono una relazione lineare tra pressione ambiente e pressione tollerata del gas inerte nei compartimenti tissutali, basati sulla pressione assoluta. Slide 15/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Bühlmann 1983: pubblica una prima serie di valori M e il programma si chiamava ZH-L12 1990: pubblica una nuova serie di valori, chiamando il programma ZH-L16 “ZH” = Zurigo “L” = Limiti “12” o “16” = numero di coppie di coefficienti “a” e “b”* necessari per calcolare i valori M, e cioè quanta decompressione è necessaria * Per i più matematici (!): “a” è l’intercetta della linea dei valori M di Bühlmann rispetto alla pressione ambiente assoluta; “b” è l’inverso della pendenza della linea dei valori M Slide 16/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Albert Bühlmann studia la teoria della decompressione, autore del libro “Decompression Sickness” L’algoritmo di Bühlmann Base per molti computer d’immersione e programmi di simulazione. Include i valori M che esprimono una relazione lineare tra pressione ambiente e pressione tollerata del gas inerte nei compartimenti tissutali, basati sulla pressione assoluta. Slide 17/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Sistema misurazione Doppler Tramite una sonda rileva la velocità e la direzione del flusso sanguigno al fine di localizzare eventuali interruzioni. Risultati: • le bolle si formano dopo ogni immersione • Il rischio di PDD aumenta in rapporto alla grandezza delle bolle • le bolle silenti sono presenti a seguito di ogni immersione Evoluzione della Teoria Haldaniana: • inserimento di limiti maggiori con i Deep Stop ed il Gradiente Operativo per decompressioni più efficaci e sicure. Slide 18/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Brian Hills Introduce i calcoli “termodinamici” per la produzione di tabelle decompressive. VPM – Varying Permeability Model una base comune a tutte le PDD è il danno iniziato nei tessuti acquosi. Si insiste sui primi stop profondi per mantenere il gas in soluzione, in maniera che possa essere eliminato attraverso la circolazione sanguigna, piuttosto che confluire in bolle RGBM – Reduced Gradient Bubble Model Calcolo basato sulle immersioni ripetitive e multi-day Slide 19/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi Pyel Stop - Deep Stop Tappe addizionali utilizzate per limitare la formazione di bolle. Teorie varie: • dimezzare la quota fra la max deep e la prima tappa deco • dimezzare le ata • 80% delle ata alla max deep • 80% della max deep • 15 m. sopra la max deep raggiunta GF – Gradient Factor Limitazione della grandezza dei gradienti sovrappressori. Relazione fra un certo gradiente sovrappressorio per un efficiente rilascio di gas e l’accumulo di gas nei compartimenti lenti durante la decompressione. Slide 20/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi VPM – Varying Permeability Model Il Modello della Permeabilità Variabile postula che i nuclei di cavitazione (microbolle che stanno per espandersi) consistano in microbolle sferiche, con membrana permeabile di molecoleattive superficialmente (surfactanti), abbastanza piccole da rimanere in soluzione e al contempo abbastanza forti da non collassare sotto il peso della pressione. Slide 21/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Modelli Decompressivi RGBM – Reduced Gradient Bubble Model L’RGBM, sviluppato da Wienke è basato su studi di laboratorio sulla crescita e nucleazione (prima che una bolla possa crescere, deve formarsi o “nucleare”) delle bolle, e derivato da un modello simile, il VPM. È un modello a due fasi, che considera i gradienti di gas in fase libera e in fase disciolta. Considera anche l’”Oxygen Window” (La differenza tra le pressioni parziali esercitate dai gas presenti nel sangue arterioso e in quello venoso costituisce la cosiddetta "finestra dell'ossigeno“, ed è alla alla base di tutte le teorie decompressive) Slide 22/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Sistemi Decompressivi Software decompressivi Si differenziano per: • capacità di calcolo • Informazioni di base Maggiori sono i parametri, maggiore sarà la vicinanza al calcolo reale dell’immersione. Per poter utilizzare efficacemente un software decompressivo, è necessario lo studio completo del relativo manuale, dove sono esposti i modi d’uso, i limiti e le procedure consigliate. Si consiglia il corso Software Planned Deco PTA Slide 23/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.1 – La Teoria della Decompressione Coefficiente di Saturazione Gruppo di Azoto Residuo per stabilire quale sia la quantità di gas inerte assorbita sono presenti, nelle tabelle d’immersione, alcuni simboli che ne indicano il valore e di conseguenza il coefficiente di saturazione. Per immersioni impegnative è più utile conoscere l’effettiva quantità di inerte contenuta nel proprio organismo. Gruppo alfabetico Coefficiente calcolato Coefficiente approssimato A 1,066 1,7 Slide 24/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.2 – La Tecnica della Decompressione Come eseguire una decompressione Distacco dal Fondo • Psicologicamente è il momento più stressante • Gli errori comuni: 1. ritardare la partenza dal fondo 2. partire velocemente • Importanza del segnale “ULTIMO MINUTO” La Risalita Lenta e costante (senza picchi di velocità) per potere mantenere le microbolle (sempre presenti) ad un livello di eccitazione il più basso possibile Slide 25/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.2 – La Tecnica della Decompressione Come eseguire una decompressione La tappa di decompressione La risalita deve servire per riordinare le idee,in particolar modo a preparare la tua bombola decompressiva. Procedure di massima per un corretto svolgimento della decompressione: • Respira eseguendo inspirazioni/espirazioni lente e profonde • Mantieni il torace al livello della quota di decompressione, meglio se tutto il corpo (posizione orizzontale) • Non affaticarti, ma non restare completamente immobile, un piccolo movimento (mani, piedi, braccia, ecc.) è utile a promuovere la circolazione soprattutto periferica, con conseguente migliore rilascio dell’inerte • Evita di assumere una posizione forzata o faticosa, soprattutto nelle decompressioni lunghe • torna in superficie dall’ultima tappa decompressiva molto lentamente Slide 26/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.2 – La Tecnica della Decompressione Come eseguire una decompressione L’uscita dall’acqua - Procedure importanti • Dopo un’immersione con decompressione o al limite della curva è importante non affaticarti in superficie • Considera il ritorno all’asciutto come una vera e propria sosta decompressiva a profondità zero, quale infatti è: per almeno 30’ devi comportarti come se fossi ancora in sosta di decompressione. • Non fare sforzi, resta tranquillo, idratati assumendo liquidi. IMPORTANTE CONOSCERE LE PROCEDURE PER UN CORRETTO PRIMO SOCCORSO Slide 27/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.2 – La Tecnica della Decompressione Come eseguire una decompressione La stazione decompressiva - Immersioni da Riva va predisposta alla profondità prevista lungo una sagola fissa che determina un percorso preciso oppure, in un punto noto del fondale, tale da dare la totale garanzia di poterla individuare in risalita e in superficie (segnalandola con una boa) Slide 28/29 Modulo 2 - La Decompressione 2.2 – La Tecnica della Decompressione Come eseguire una decompressione La stazione decompressiva Decompressione su cima Slide 29/29 Modulo 2 - Riepilogo LA DECOMPRESSIONE: Teoria e Tecnica 1. La Teoria della Decompressione • Sistemi decompressivi • Modelli decompressivi • Coefficienti di Saturazione 2. Tecnica della Decompressione ADESSO CONOSCI: I principi su cui si basa la teoria della decompressione, i meccanismi di base, lo sviluppo delle teorie e la tecnica per effettuare una corretta immersione con decompressione. Modulo 3 - Panoramica Slide 1/23 La Narcosi d’Azoto e lo Stress 1. La • • • • 2. Lo • • • Narcosi d’Azoto: Fisiologia Considerazioni Fattori incrementanti Gestione Stress Gestione Tipi di Stress Stress e Narcosi Alla fine di questo modulo conoscerai : Le cause fisiologiche della narcosi e dello stress, riconoscendo i fattori incrementanti, e le modalità per gestire lo stress da immersione. Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 2/23 Informazioni Generali L’attività subacquea espone la fisiologia dell’individuo a marcate variazioni. L’impatto fisiologico delle varie miscele respiratorie sul subacqueo varia secondo il tipo di gas di cui sono composte e dalla pressione parziale alla quale sono respirate, dando origine a sintomatologie diverse. In questo modulo parleremo degli effetti fisici e psichici dell’ Azoto. Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 3/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto … un po’ di storia … Attorno alla metà del 1800, le prime informazioni sugli effetti della respirazione dell’aria in profondità (50 metri): senso di sonnolenza e calo facoltà mentali. Successive e analoghe manifestazioni si riscontrano negli operai cassonisti (respirando aria equivalente a -45m) Ipotesi: impurità dell’aria, forte accumulo di CO2, PO2. Albert Behnke (US Navy): sostiene l’esistenza di un diretto legame tra il fenomeno narcotico e l’aumento della pressione parziale dell’azoto Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 4/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto Caratteristiche della Narcosi • Capacità di rilevare i sintomi con ripetute immersioni e conseguente esperienza. • Azione della narcosi sulla memoria a breve termine • Natura spesso contraria dei sintomi della Narcosi Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 5/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto Percezione distorta della temperatura Sintomi della Narcosi Sintomi specifici primari Sensazione di apprensione e ansia Segni generici Senso di leggerezza mentale Vertigini, Nausea Compromissione della destrezza Senso di leggerezza fisica Alterazione della capacità di esecuzione di compiti Senso di gran sicurezza Ritardo dei riflessi Euforia Stato Depressivo Confusione Mentale Sintomi specifici secondari Difficoltà nella lettura e comprensione degli strumenti Deterioramento delle capacità percettive e di giudizio Sapore metallico o dolce dell’aria Insensibilità e/o formicolio sul viso, labbra e piedi Percezione distorta del tempo Distorsione della memoria a breve termine Amnesia, allucinazioni Esagerazione dei movimenti Disturbi acustici e visivi Stupore, visione a tunnel, black-out, perdita coscienza Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto Teorie relative alla fisiologia della Narcosi Diverse ipotesi formulate, più cause Le due teorie più accettate: 1. La teoria del “Volume Critico”, basata sulla solubilità lipidica 2. Cause di natura biochimica, effetto anestetizzante Slide 6/23 Slide 7/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto 1. La teoria del “Volume Critico”, basata sulla solubilità lipidica Stretta correlazione tra le solubilità dei gas nei grassi e il loro potere narcotico: all’aumentare della solubilità, cresce il potenziale narcotico e relativo peso molecolare GA S Nome Peso Molecolare Solubilità Lipidica Temp° Rapporto di solubilità Olio/A cqua Potere Narcotico Relativo He Elio 4 0,015 37 1.7 4.26 H2 Idrogeno 2 0.036 37 2.1 1.83 N2 Azoto 28 0.067 37 5.2 1 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 8/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto 2. Cause di natura biochimica, effetto anestetizzante Interferenza tra il gas respirato a pressione e l’ossidazione intracellulare Slide 9/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fattori incrementanti della Narcosi d’Azoto Sforzo Fisico Stress Ambientali Cattivo Assetto Piani d’immersione al disopra del proprio grado di preparazione Condzioni meteomarine non ottimali Pinneggiata insufficiente Compiti da svolgere Freddo Attrezzatura mal disposta o eccessiva Penetrazione in grotte o relitti Scarsa Visibilità Lavoro da svolgere Impatto emotivo con la tipologia d’immersione Corrente Spostamenti troppo lunghi Assistenza superficiale incerta Attrezzatura in cattive condizioni Compagni d’immersione sconosciuti Condizioni psico-fische non ottimali Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 10/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Fisiologia della Narcosi d’Azoto Punti Chiave • La narcosi d’azoto è strettamente correlata all’azione che l’azoto ha sulle cellule cerebrali, respirato a pressione, inibendo gli scambi elettrici intracellulari • Per essere gestita deve essere riconosciuta valutazioni soggettive del proprio grado narcotico. tramite • Alla presenza di alcuni fattori legati a sforzo fisico e stress, il subacqueo vede diminuita la propria capacità a gestire la narcosi. Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 11/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Gestione della Narcosi D’Azoto Obiettivo del subacqueo brevettato Tek-In: • Gestire una Narcosi d’Azoto di basso/medio livello, raggiunta a quote comprese tra i 40 e i 50 metri • Prevenire l’insorgenza di Narcosi d’Azoto di livello medio/elevato Non è possibile fare immersioni profonde con Aria in assenza di narcosi, pertanto non bisogna spingersi ai livelli estremi. Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 12/23 3.1 – La Narcosi d’Azoto Gestione della Narcosi D’Azoto Superamento del medio livello narcotico: • Riconoscimento Ogni segno o sintomo in lista è da considerarsi manifestazione evidente di superamento di tale soglia • Operatività Mettersi in condizione di annullare la manifestazione, rientrando nei ranghi di “basso livello”, senza perdere tempo. Chiudere le “finestre di rischio” Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.1 – La Narcosi d’Azoto Gestione della Narcosi D’Azoto Sistema di rientro ad un basso livello narcotico • Sistema geografico Riportarsi ad una profondità minore • Sistema mentale Massimo sforzo per rientrare nei ranghi, appellarsi a tutte le energie. Una corsa rapida per la fuoriuscita, senza indecisioni. La decisione dipana la confusione. Slide 13/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 14/23 3.2 – Lo Stress Definizione Situazione nella quale non ci sente a proprio agio. Siutazione che genera una reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva. • Stress positivo Di livello basso: stato ottimale che facilita la concentrazione e l’applicazione ad un compito da svolgere, tenendoci in stato di vigilanza • Stress negativo Condizione in cui non ci si sente a proprio agio. Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 15/23 3.2 – Lo Stress Cause dello Stress • Angoscia Si ritiene il compito da svolgere sovradimensionato alle proprie capacità • Apprensione Si ritiene l’azione da svolgere molto importante Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 16/23 3.2 – Lo Stress Fattori incrementanti dello Stress Fisici Psichici Ambientali Stanchezza Piani d’immersione al disopra del proprio grado di preparazione / deviazione piani Immersioni nel blu o ambienti ostici Sforzi inattesi Uso di farmaci, sostanze eccitanti o alcolici Equipaggiamento inadatto o scomodo Narcosi d’Azoto Compiti da svolgere Penetrazione in grotte o relitti Impatto emotivo con la tipologia d’immersione Assistenza superficiale incerta Presenza animali pericolosi Problemi con Compagni d’immersione Condizioni psico-fische non ottimali Freddo Scarsa Visibilità Corrente Profondità Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress Slide 17/23 3.2 – Lo Stress Panico Momento finale dell’evoluzione apprensione in fase ascendente dell’angoscia e Raggiungimento del limite critico di gestione dell’immersione, nel quale le proprie facoltà d’azione e reazione sono compromesse e sfuggono al proprio controllo Manifestazioni: • Azioni scoordinate • Assoluta passività Risultato: perdita totale di controllo dell’immersione, esposizione a rischi gravissimi Soluzione: DI CERTO NON UNA RISALITA IMPROVVISA E NON CONTROLLATA! Slide 18/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.2 – Lo Stress Evoluzione negativa dello Stress Angoscia Apprensione PANICO Azioni scoordinate Assoluta passività Perdita di controllo Rischio Grave Slide 19/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.2 – Lo Stress Evoluzione positiva dello Stress Concentrazione Vigilanza GESTIONE Monitoraggio Prevenzione Controllo dell’immersione Slide 20/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.2 – Lo Stress Tipi di Stress Stress latente o di base E’ quello che si accumula prima di accingersi a fare qualcosa che riteniamo difficile o pericoloso Stress di punta Si lega alla comparsa di un qualunque tipo di problematica, sia di natura ambientale che d’equipaggiamento Azione combinata Stress latente + Stress di punta Slide 21/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.3 – Lo Stress Stress e Narcosi La narcosi assume un ruolo potenziante. In casi di una diminuzione o perdita delle nostre certezze lo stress trova terreno fertile per crescere e svilupparsi. Slide 22/23 Modulo 3 - La Narcosi e lo Stress 3.3 – Il profondismo e la “Gestione dello Stress La gestione dello stress tramite il controllo della mente è notevolmente più importante di quello della Narcosi. E’ applicabile a tutte le immersioni, comprese a quelle a bassa profondità o effettuate a miscele. Slide 23/23 Modulo 3 - Riepilogo La Narcosi d’Azoto e lo Stress 1. La • • • • 2. Lo • • • Narcosi d’Azoto: Fisiologia Considerazioni Fattori incrementanti Gestione Stress Gestione Tipi di Stress Stress e Narcosi ADESSO CONOSCI: Le cause fisiologiche della narcosi e dello stress, riconoscendo i fattori incrementanti, e le modalità per gestire lo stress da immersione. Slide 1/8 Modulo 4 - Panoramica Il Fattore Umano nell’Immersione Subacquea 1. 2. 3. 4. La DiveManShip Le fondamenta: Disciplina e Abilità Le Colonne della conoscenza Il processo decisionale AL TERMINE DI QUESTO MODULO CONOSCERAI: L’influenza del fattore umano applicato all’ all’immersione subacquea Slide 2/8 Modulo 4 - “Human Factor” Informazioni Generali Perché “Human Factor” • La subacquea tecnica è uno sport estremo • non può prescindere dalla mente umana (forza e debolezze) • comprensione dei meccanismi della mente nei processi decisionali, al fine della prevenzione degli incidenti Approfondimenti: corso HUMAN FACTOR Slide 3/8 Modulo 4 - “Human Factor” 4.1 – La DiveManShip Formazione del “Buon sub” Modello di riferimento – Migliori Qualità: • • • • • • • • Abilità Motorie specifiche Conoscenza della propria attrezzatura e altrui Conoscenza dell’ambiente operativo conoscenza delle dinamiche del Team Avere doti di comunicazione Consapevolezza Totale capacità di prendere buone decisioni Disciplina e flessibilità mentale. Conoscenza, competenza, abilità manuali, tecniche e di giudizio Slide 4/8 Modulo 4 - “Human Factor” 4.1 – La DiveManShip Il modello di Divemanship ABILITA’ DI GIUDIZIO ABILITA’ DISCIPLINA IL RISCHIO LA SQUADRA AMBIENTE ATTREZZATURE TE STESSO CONSAPEVOLEZZA DELLA SITUAZIONE Slide 5/8 Modulo 4 - “Human Factor” 4.2 – Le Fondamenta: Disciplina e Abilità La Disciplina • Disciplina Totale • Conseguenze anche fatali Abilità Tecniche e Procedurali • secondo il livello di addestramento • requisiti: anni d’esperienza, numero e qualità di immersioni • indispensabili: motivazione e voglia di imparare ABILITA’ DISCIPLINA Slide 6/8 Modulo 4 - “Human Factor” 4.3 – Le Colonne della Conoscenza Ogni colonna è indispensabile affinché il tempio rimanga in piedi: • Te Stesso • Attrezzature ABILITA’ DISCIPLINA IL RISCHIO LA SQUADRA AMBIENTE • Il Rischio TE STESSO • La Squadra ATTREZZATURE • Ambiente Slide 7/8 Modulo 4 - “Human Factor” 4.4 – Il processo decisionale Decision Making Fase di acquisizione informazioni: Consapevolezza Della Situazione ABILITA’ DISCIPLINA IL RISCHIO LA SQUADRA AMBIENTE ATTREZZATURE CONSAPEVOLEZZA DELLA SITUAZIONE TE STESSO Fase operativa: Abilità di Giudizio Presa di decisione ABILITA’ DI GIUDIZIO Slide 8/8 Modulo 4 - Riepilogo Il Fattore Umano nell’Immersione Subacquea 1. 2. 3. 4. La DiveManShip Le fondamenta: Disciplina e Abilità Le Colonne della conoscenza Il processo decisionale ADESSO CONOSCI: l’influenza del fattore umano applicato all’ all’immersione subacquea Modulo 5 - Panoramica Slide 1/37 L’Equipaggiamento 1. Attrezzatura Standard e Specifica 2. Bombola decompressiva/Baylout 3. Configurazione dell’attrezzatura AL TERMINE DI QUESTO MODULO CONOSCERAI: Come scegliere, configurare ed assemblare correttamente l’ l’attrezzatura Gestire ed usare correttamente la bombola decompressiva Slide 2/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Informazioni Generali Oltre alla programmazione e alla pianificazione riveste un’importanza rilevante la configurazione dell’attrezzatura ossia la corretta scelta e il modo in cui vengono assemblate, indossate e disposte. All’interno di ciascun gruppo è indispensabile una buona uniformità per la salvaguardia reciproca. L’importanza di possedere l’equipaggiamento adeguato deve avere ben chiaro il concetto di saperlo indossare adeguatamente e di sapere ottimizzare le relative funzioni. Slide 3/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento 5.1 Attrezzatura Standard Specifica Un subacqueo deve essere in grado di utilizzare e gestire la propria attrezzatura con efficienza, destrezza e comodamente; quando ciò non è attuabile si rischia di non essere in grado di sapere gestire situazioni normali già con un basso profilo di disagio; ciò può portare a gravi conseguenze Il giusto equipaggiamento deve adeguarsi alla tipologia dell’immersione ma un subacqueo esperto cercherà la sua migliore configurazione cercando di alterarla il meno possibile così da tenerne sempre al massimo la confidenza Slide 4/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Le bombole Scelta: in funzione dei consumi personali Miscela di fondo 15L 18L 10L + 10L 12L + 12L fino 15L + 15L Doppia rubinetteria - doppi erogatori - attacchi DIN Bombole da decompressione/Bail out 3L 5L 7L 10L Slide 5/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Gli erogatori e le caratteristiche Normativa Europea: En250 tutti gli erogatori devono fornire a -50mt con 50bar nella bombola un volume d’aria da qualsiasi livello di affanno Regola base nella scelta di un erogatore : Semplice e robusto Di facile ed economica manutenzione Con sistema di regolazione dello sforzo inspiratorio Slide 6/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento NON CONSENTITO Octopus Snorkel appeso alla maschera Consolle FACOLTATIVO Primo stadio a membrana o pistone Down-stream o up-stream OBBLIGATORIO Due erogatori indipendenti Attacco DIN 200 / 300 Frusta erogatore di emergenza cm 180-250 di colore Slide 7/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Pistone o membrana Bilanciato e non bilanciato Down-stream e up-stream Le regolazioni del secondo stadio Anti-Freeze Slide 8/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Il Manometro E’ parte integrante dell’erogatore : deve permettere una lettura precisa, veloce e comoda Nella scelta si consiglia un modello poco ingombrante Il posizionamento deve essere tale da permettere una buona accessibilità anche in condizione di Stress o Narcosi Slide 9/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Il Gav Deve garantire una spinta positiva proporzionata alla massima situazione idrostatica negativa (in profondità) La minima capacità 20 Kg (jacket taglia M ricreativo 10/15 Kg) Un jacket tecnico può avere una o due sacche posizionate posteriormente rispetto al subacqueo Slide 10/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento L’Imbracatura Adatta a sorreggere il peso di: Una o più bombole Bombole decompressive Torce di scorta Secondi erogatori Accessori vari Slide 11/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento La Piastra Serve per unire il GAV alla BOMBOLA Costruita in: Acciaio inox Alluminio Carbonio A.B.S. E’ dotata di fori laterali per il fissaggio di vari accessori Slide 12/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento La Zavorra La zavorra deve essere tale da mantenere un assetto neutro con bombole quasi vuote Tipi: Pesi in cintura Zavorra integrata Piombo tra le bombole (V weight) La scelta è dettata dalla ricerca dell’assetto ottimale Slide 13/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Le Maschere Devono offrire il più ampio campo visivo anche nella zona inferiore Devono adattarsi perfettamente al nostro contorno facciale Obbligatoria una maschera di scorta al seguito (già sgrassata) Le pinne Le pinne devono essere proporzionate (per spinta e sforzo) alla situazione Ideali le pinne a cinghiolo, molto reattive per la gestione delle emergenze Punto critico: I cinghioli Slide 14/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento La Muta La scelta della muta è dettata dalla temperatura dell’acqua Muta Umida: ideale i modelli a sovrapposizione Muta Stagna: In neoprene: Se non precompresso cambia l’assetto in profondità In trilaminato: Più fredda ma non subisce variazioni d’assetto Il miglior prodotto è quello che a parità di isolamento termico consente la maggiore mobilità Slide 15/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Gli attrezzi da taglio La più grande paura di un subacqueo è rimanere impigliato: Gli strumenti da taglio devono essere almeno 2 , fissati nelle loro custodie in posti facilmente raggiungibili ed assolutamente efficaci: Forbici / cesoie (sagole,lenze e cime fino a 12 cm.) Tagliareti o tagliacime (uncino ideale per impigli dietro la testa, ma limitato per cime troppo spesse) Slide 16/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento I sistemi di illuminazione Utilizzo: Aumentare la visibilità Comunicare Caratteristiche principali: Impermeabilità e robustezza Reale autonomia di luce Batterie: Nichel-Cadmio/nichel-Idrati metallici al piombo-alcaline Maggior potenza ma rapida caduta di potenza al termine della loro durata Slide 17/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento I sistemi di illuminazione Due tipi di illuminazione: (unico pezzo batteria e lampada) (batteria separata dalla lampada ed unita da un cavo stagno) Non fissate le lampade con piccole cime al polso, possono creare pericolosi impigli Slide 18/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento I sistemi di illuminazione Come utilizzare correttamente le lampade subacquee: Non dirigere la lampada negli occhi degli altri subacquei Muovi lentamente la lampada per non creare confusione Non dirigere la lampada direttamente sugli strumenti, sfruttando la fluorescenza dei quadranti per non restare abbagliati dalla luce riflessa Sfrutta la luce riflessa della lampada per segnali particolari: - Movimenti circolari equivalgono ad un OK - Movimenti orizzontali servono per richiamare attenzione Indirizza la luce della lampada davanti al subacqueo se vuoi attirare la sua attenzione Slide 19/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Strumenti di misura Tempo/profondità NO sistemi a consolle, ma con disposizione separata Computer da immersione: Computer per Aria Computer per EANx Computer multimiscela Non eseguire immersioni sempre al limite della curva di sicurezza (se il profilo di immersione si avvicina al limite E’ MEGLIO AVERE QUALCHE MINUTO DI DECOMPRESSIONE) Portare sempre strumenti di scorta oltre alle (indispensabili) tabelle Slide 20/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Computer da immersione E’necessario che siano disponibili le seguenti informazioni: Tempo di immersione Tempo residuo di non decompressione Profondità massima Profondità attuale Tempo totale di decompressione La quota della prima tappa deco Il relativo tempo da trascorrervi Temperatura - Velocità di risalita Cambiare miscela respiratoria durante le fasi di decompressione (funzione NON indispensabile ma utile e pratica) Slide 21/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento La bussola Strumento indispensabile per le immersioni Tecniche utile a seguire una direzione in assenza di riferimenti Errore: In caso di immersione sui relitti ferrosi, il campo magnetico potrebbe esserne influenzato Risoluzione: Tenersi 3/5 mt sopra il relitto in modo da rendere l’errore poco influente Slide 22/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Sistemi di rientro Permettono di tracciare un percorso subacqueo o una cima di risalita OBBLIGATORI Reel / Mulinello Rocchetto/spool G-bag Slide 23/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento I Palloni Obbligatorio nella subacquea tecnica, impiego principale: Stendere una cima di risalita tra il fondo e la superficie Scelta: Becco d’anatra Valvola di sovrapressione Buon volume (boa di galleggiamento in caso di rottura del Gav) Slide 24/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento I Palloni Colore rosso = Segnalazione risalita Colore giallo = Segnalazione Emergenza Viene di solito abbinato ad una lavagnetta per comunicare con la superficie0 Slide 25/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Jon Line Accessorio che serve per agevolare la permanenza in quota deco anche in presenza di corrente Lo scooter Permette lo spostamento di un subacqueo per lunghi percorsi riducendo consumi e produzione di CO2 Caratteristiche dello Scooter: Profondità operativa - Le dimensioni - Peso fuori acqua L’autonomia - L’assetto in acqua Maneggevolezza - Modulazione di velocità Semplicità - L’assistenza - Il costo Slide 26/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Lo scooter Svantaggi: Impaccio in discesa ed in risalita (meglio legarlo ad una sagola munita di moschettone e lasciarlo penzolare sotto di noi) Attenzione alla fuoriuscita di Gas (autoerogazione) causate dalla velocità dello scooter Consiglio: Mantenere sempre un assetto neutro Non usarlo in risalita Slide 27/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento 5.2 Bombola decompressiva L’uso delle bombole da decompressione è ad uso delle immersioni avanzate dove vi sono: Tempi di fondo più lunghi Si utilizzano miscele diverse Risalite in posti diversi dalla discese Rischi nel NON ritrovare stazioni decompressive fisse Slide 28/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Portata in posizione: VENTRALE (bombola piccola) LATERALE (più bombole) DIETRO (comporta l’uso obbligato di un comando remoto) Soluzione fortemente sconsigliata! IMPORTANTE: Il sistema di fissaggio delle decompressive deve prevedere la possibilità di essere tagliato Slide 29/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Assemblaggio: Attacco Din 2° Stadio semplici e affidabili (120 cm) Eventuale 2° Stadio abbinato MOD indicata sulla bombola e ben evidente (No altre scritte confuse) Fruste degli erogatori/e bloccate da un elastico alla bombola Frusta del manometro Slide 30/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Procedura per l’uso della bombola di decompressione Aggancia la bombola, tramite i propri moschettoni, ai relativi anelli del GAV, verificando che non vi siano rimasti impigliati fruste, palloni di segnalazione, mulinello e quant’altro, operazione da fare in acqua, a terra o in barca a secondo le procedure previste o secondo le proprie esigenze Preparati durante la risalita al fine di arrivare alla tappa prevista già pronto al cambio di miscela per la decompressione senza perdere tempo prezioso Agisci contemporaneamente con il proprio compagno Identifica la bombole e controlla che sia la miscela giusta ed alla giusta profondità (MOD scritta su bombola) Slide 31/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Estrai l’erogatore sfilando completamente la sua frusta ed apri tutto il rubinetto, controllando la pressione del manometro Controlla la corretta procedura anche del proprio compagno d’immersione Togli l’erogatore della miscela che si sta utilizzando e mettiti in contatto con quello della bombola da decompressione segnalando il cambio al compagno Non abbandonare l’erogatore della miscela di fondo Verifica che non vi siano malfunzionamenti Fai partire il tempo previsto per la decompressione Slide 32/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento 5.3 Configurazione dell’attrezzatura Modo di disporre l’attrezzatura Configurare = Applicare regole finalizzate alla gestione dell’attrezzatura in base a: SICUREZZA (mezzi per gestire l’emergenza) OPERATIVITA’ (facilità di movimenti - buona idrodinamicità - possibilità di compiere lavoro) CONFORT (facile accesso ai singoli elementi che compongono il nostro equipaggiamento corretta distribuzione delle masse) OBIETTIVI LOGISTICI personali o di team) (esigenze logistiche generali Slide 33/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Ridondanza Nelle immersioni avanzate non sono solamente consigliate attrezzature particolari e specifiche, ma è anche precisamente richiamato il concetto di “Ridondanza” Si possono distinguere due modi di interpretare l’approccio minimo alla quantità di attrezzatura da indossare: Minimale, cioè lo stretto necessario, come ad esempio il classico octopus in ambito ricreativo Minimalista, dove avremo anche qui solo quello che necessita ma mantenedo comunque più sistemi di correzione per eventuali problematiche Nelle immersioni profonde ridondanza significa avere più sistemi di correzione problemi Slide 34/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento La ridondanza deve essere la regola nell’Immersione avanzata. E’ una risposta alla classica domanda che si deve porre un subacqueo avanzato: “cosa succede se …?. La ridondanza dipende dalla visualizzazione dell’immersione, vale a dire che anticipatamente al momento prossimo dell’immersione il subacqueo, o meglio il team di subacquei partecipanti dovrà visualizzare tutta la sua immersione e di conseguenza pensare alla sua realizzazione e all’attrezzatura/configurazione da adottare. La Ridondanza porta all’Autosufficienza, materia assai complessa che necessita di un training specifico del Corso PTA Solo E’ indispensabile provare la configurazione in acque basse e sicure prima di tuffarsi in immersioni impegnative Slide 35/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Esempi di configurazione Slide 36/37 Modulo 5 - L’Equipaggiamento Modulo 5 - Riepilogo Slide 37/37 L’equipaggiamento 1. Attrezzatura Standard e Specifica 2. Bombola decompressiva/Baylout 3. Configurazione dell’attrezzatura ADESSO CONOSCI : Come scegliere, configurare ed assemblare correttamente l’ l’attrezzatura Gestire ed usare correttamente la bombola decompressiva Modulo 6 - Panoramica Slide 1/26 Programmazione e Prevenzione 1. 2. 3. 4. 5. La programmazione La pianificazione Calcolo dei gas La prevenzione procedure d’emergenza Al termine d questo modulo, sarai in grado di: Programmare e pianificare un’ un’immersione avanzata, calcolare e gestire consumi e scorta di gas, adottare le norme di prevenzione e le procedure di emergenza Slide 2/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione Informazioni Generali La pianificazione di un’immersione è un concetto noto sin dai primi corsi ricreativi; tuttavia spesso non attuata in modo completo e dettagliato. Nella subacquea avanzata la pianificazione e la programmazione dell’immersione è invece un elemento essenziale del suo svolgimento. Di rilevante importanza è l’elaborazione di aree potenzialmente rischiose, tramite l’applicazione di procedure di prevenzione e risoluzione. PLAN YOUR DIVE – DIVE YOUR PLAN! Slide 3/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Fattori fondamentali • Necessità di tappe decompressive • La superficie non è la prima via di fuga • Presenza di Sintomi Narcosi d’Azoto • Esposizione a pressioni parziali di O2 • Scorte miscele di Gas Slide 4/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere • Quale Obiettivo • Con chi • Dove • Come • Quando Slide 5/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere OBIETTIVO E’ in base all’obiettivo che si determinano i punti successivi Considerazioni su: • tipologia immersione • logistica • fattori ambientali CON CHI • Gruppo omogeneo • Compagni adeguati Slide 6/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere DOVE In base all’obiettivo e nel luogo più idoneo secondo le finalità COME Immersione Autogestita Immersione con un Diving Slide 7/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere COME Immersione Autogestita Provvedere autonomamente a tutto Distribuzione dei compiti Attrezzature aggiuntive: • Bombole di scorta • Stazione decompressiva • Ossigeno per emergenze • Kit di Pronto Soccorso • Ricambi specifici Slide 8/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere COME Immersione Autogestita Immersione dalla Barca Controlli funzionali Attrezzature aggiuntive: • Acqua, liquidi • contatti di emergenza: elenco numeri, telefono, VHF • eco-scandaglio, GPS, carte nautiche • Kit di Pronto Soccorso • Cassetta ferri pronto intervento, cime, ganci, ecc. Slide 9/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere COME Immersione Autogestita Immersione dalla Barca Assistenza di Superficie consigliato Surface Tek Assistant Slide 10/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere COME Immersione Autogestita Immersione da Terra Punti di accesso Organizzazione della Logistica Evitare sforzi Slide 11/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere COME Immersione con un Diving Aspetti da analizzare preventivamente: • diving predisposto per immersioni tecniche • fattibilità di un’immersione tecnica secondo la propria pianificazione • Stazione decompressiva • bombole aggiuntive • attrezzature di emergenza • Adeguata assistenza di superficie Slide 12/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.1 – La Programmazione dell’Immersione Scelte e decisioni da prendere QUANDO Decisione ultima in base alle informazioni raccolte Pianifica sempre l’immersione con il Team! Slide 13/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.2 – La Pianificazione dell’immersione Punti indispensabili • Profondità massima • Tempo di fondo • Decompressione necessaria • Esposizione alle pressioni parziali di O2 • Scorte di gas Calcolo del T.C.S. • Scelta delle attrezzature • Attitudine dei partecipanti No Ego! • Condizioni ambientali • Segnali • Assistenza di superficie • Piani di emergenza Comunicazione Doppio Filo Slide 14/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.3 – Calcolo e Gestione dei Gas Concetti di base Il rischio massimo è rimanere senza gas. Il calcolo deve basarsi su dati personali Conoscere il proprio consumo medio (T.C.S.) Calcolo del TCS: Tempo totale Pinneggiata = 10’ (andata e ritorno) Consumo (bar) per Volume Bombola (lt) = Consumo (bar) Consumo (lt) 10’ x Profondità Test (ata) = Consumo Applicazioni Calcolo del consumo a profondità variabile Calcolo della scorta per emergenze Reale (lt/min) Slide 15/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.4 – La Prevenzione Concetto di base Si basa sull’attento rispetto di tutte le norme di sicurezza, con scrupolosa osservanza dei fattori che le determinano Fattori determinanti 1. Condizioni fisiche 2. Sistema di coppia • • • • Controllo reciproco dell’attrezzatura Rispetto sott’acqua della posizione stabilita Controllo costante del compagno mantenimento di una distanza ragionevole dal compagno 3. 4. 5. 6. Compagni adeguati Numero partecipanti Immersioni ripetitive Attrezzature: personali, di uso comune, di emergenza Slide 16/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.4 – La Prevenzione 7. Piani di emergenza concordati con tutti i partecipanti • • • • • • segnalazione di aborto immersione insorgenza di narcosi livello medio/alto Smarrimento del compagno/i Perdita di contatto con il punto previsto per la riemersione perdita di gas repentina malfunzionamenti 8. Ultime precauzioni Slide 17/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze PLAN YOUR DIVE – DIVE YOUR PLAN! Aspetti della prevenzione nelle Patologie da Decompressione • Prima di ogni immersione • Durante l’immersione • Durante la risalita • Dopo la riemersione Slide 18/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze In caso di emergenza • Assistenza e posizionamento • Controllo Funzioni Vitali • Eventuale RCP • Somministrazione liquidi, mantenimento temperatura corporea • Offerta Ossigeno normobarico • Esame neurologico • Pronto intervento Slide 19/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze Problematiche e rimedi • Tabelle: non affidarsi solo al computer > Tabelle di Emergenza • Incidenti > Abilitazione al Primo Soccorso e CPR • Superamento Limite Esposizione Ossigeno > sosta in superficie • Inconvenienti > Controlli in Superficie • Perdita gas di fondo > richiesta assistenza dal compagno • Perdita gas decompressivo > condivisione miscela • Perdita bombola decompressiva > prevenzione! • Problematiche GAV > abilità di gestione • Malfunzionamento computer > strumento scorta Slide 20/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze Problematiche e rimedi • Superamento tempo o profondità > Aborto immersione • Ritardo in risalita> aggiungere al tempo di fondo • Perdita della cima o punto risalita > gestione, sistema coppia • Separazione compagno > abilità di gestione autonoma • Affanno > Ferma – Respira – Pensa – Agisci! • Mutamento condizioni ambientali > Attuazione Piani alternativi • visibilità limitata > comunicazione compagni e punto risalita • Stress > abilità di gestione • Panico > Richiama l’attenzione, Avvicinamento, Presa Slide 21/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze Riferimento Manuale: Procedure di omessa decompressione Slide 22/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze Incidenti FISICI Slide 23/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze Incidenti CHIMICI Slide 24/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze FLOW CARD Slide 25/26 Modulo 6 - Pianificazione e Prevenzione 6.5 – Procedure per la prevenzione ed emergenze ESAME NEUROLOGICO Slide 26/26 Modulo 6 - Riepilogo Programmazione e Prevenzione 1. 2. 3. 4. 5. La programmazione La pianificazione Calcolo dei gas La prevenzione Procedure d’emergenza ORA sei in grado di: Programmare e pianificare un’ un’immersione avanzata, calcolare e gestire consumi e scorta di gas, adottare le norme di prevenzione e le procedure di emergenza … i tuoi prossimi obiettivi: > Decompression > Technical Air