Anno 4 N°1 - CRS Amplifon
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Anno 4 N°1 - CRS Amplifon
Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 1 DIRETTORE RESPONSABILE Antonio R. De Caria COMITATO DI DIREZIONE Eleonora Carravieri Antonio R. De Caria Maria F. Montuschi COMITATO SCIENTIFICO Sandro Burdo – Varese Delfo Casolino - Cesena Antonio Cesarani - Milano Domenico Cuda – Piacenza Maria Ferretti - Ravenna Francesco Galletti - Messina Giuseppe Gitti – Firenze Giuseppe Mancini - Roma Roberta Mazzocchi - Terni Vincenza Piraino - Catanzaro Antonio Quaranta - Bari Nicola Taurozzi – Mantova LOGOPæDIA Rivista Italiana di Logopedia SEGRETERIA DI REDAZIONE ASSOCIAZIONE LOGOPEDISTI LOMBARDI Viale Aretusa n. 28 20147 Milano Tel. 02 4078 469 e-mail [email protected] [email protected] [email protected] Progetto grafico della copertina: Lamberto Radaelli Consulenza legale: Avv. Aldo De Caria via L. Boccherini 3, 00198 Roma tel. 06 84242470 Fotocomposizione e Stampa: GECA SpA via Magellano 11 20090 Cesano Boscone (MI) Registrazione: Tribunale di Milano Numero 538 del 19-7-2004 Si ringrazia Periodico Semestrale Anno 4° - N. 1 per la preziosa collaborazione Gennaio-Giugno 2006 1 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 2 Norme per gli Autori La correzione delle bozze di stampa sarà limitata alla semplice revisione tipografica: eventuali modifiche del testo saranno a cura degli Autori. Le bozze corrette dovranno essere rispedite entro sette giorni alla Segreteria di Redazione. In caso di ritardo, la Redazione potrà correggere d’ufficio le bozze in base all’originale pervenuto. Saranno accettati articoli originali su argomenti di Logopedia, Foniatria, Audiologia, Fonetica, Neuropsichiatria, Otorinolaringoiatria e Psicologia che dovranno essere inviati alla Segreteria di Redazione. I lavori dovranno essere inviati a mezzo raccomandata o assicurata tradizionale o posta elettronica (allegato in formato Word). Gli articoli vanno consegnati su floppy disk in formato Word. Sono accettati anche scritti in duplice copia dattiloscritta, con pagine numerate. L’invio stesso sottintende la dichiarazione degli Autori, sotto la propria responsabilità, che si tratta di lavori originali, non pubblicati né sottoposti per la pubblicazione altrove e che non ledono diritti altrui. In ogni lavoro devono essere indicati i nomi completi, i titoli, le qualifiche e l’indirizzo degli Autori. Se compiuti nell’ambito di un Istituto, di una Divisione o di un Ente dovranno riportare il nome e l’indirizzo, e una copia, stampata o dattiloscritta, dovrà riportare la firma di autorizzazione alla stampa del Direttore dell’Istituto, o del Direttore dell’Unità Operativa o del Responsabile dell’Ente. I lavori non conformi alle istruzioni per gli Autori non potranno essere accettati. Gli Autori accettano implicitamente che il lavoro venga sottoposto in modo anonimo all’esame del Comitato di Redazione e in caso di accettazione a revisione editoriale. I lavori saranno vagliati dal comitato di redazione che potrà proporre correzioni o modifiche. A tutti in ogni caso sarà dato segno di ricevimento. Tutti gli articoli devono essere completati da riassunto e da una lista di parole chiave. Illustrazioni: le riproduzioni fotografiche dovranno essere di buona qualità e saranno riprodotte esclusivamente in monocromia. Disegni, diagrammi e tabelle, devono essere forniti nella forma definitiva. I riferimenti bibliografici dovranno contenere nell’ordine: cognome e nome dell’autore, anno della pubblicazione, - se libro: titolo, editore, sigla internazionale della nazione, se rivista: titolo del lavoro, testata della Rivista, volume e pagine. La rivista LOGOPaeDIA è proprietaria dei diritti d’Autore di quanto in essa pubblicato: i diritti di pubblicazione, riproduzione, trasmissione e memorizzazione in qualsiasi forma e con qualunque mezzo sono riservati. I lavori pubblicati possono essere ripresi, in tutto o in parte, sempre specificandone la fonte, solo con l’autorizzazione scritta del direttore della rivista. 2 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 3 INDICE Comunicato della Redazione pag. 4 Test d’ intelligibilità espressiva Varese (T.I.E.V.): parte prima S. Burdo, M.F. Attardo, R.Moalli, S. Bossi, L. Dalla Costa, A. Giuliani pag. 5 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag 5 6 7 8 8 9 11 13 15 17 19 22 22 Indagine sullo sviluppo del linguaggio nella coppia gemellare Vincenza Piraino, Fernanda Molinaro pag. 34 Approccio multidisciplinare alla labio-palatoschisi F. Klinger, A.V. Pagliari, M. Klinger et Al. pag. 39 L’impatto emotivo e comunicativo delle nuove tecnologie sulla vita quotidiana dei sordi Cecilia Maria Sara Battaglia pag. 45 Recensioni pag. 49 Corsi e Congressi pag. 53 • • • • Introduzione Concetti generali Somministrazione e registrazione della prova Somministrazione del test per fasce d’età o Fascia 2/3 anni o Fascia 4/6 anni o Fascia 7/8 anni o Fascia 9/13 anni o Fascia 13/17 anni o Fascia adulta • Presentazione del filmato all’ascoltatore • Questionario abilità espressive • Appendice 3 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 4 AI PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI REGIONALI È con estremo piacere che giungono in Redazione, continue richieste di abbonamento e collaborazione dalle allieve dei corsi di laurea in Logopedia. Vorremmo promuovere questo interesse dedicando un premio alla tesi di laurea in Logopedia, che a giudizio dei Presidenti delle Associazioni Regionali che fanno parte del Comitato Scientifico, si distingue per l’originalità dell’argomento trattato. Le tesi pervenute saranno pubblicate in un’apposita sezione della rivista. Confidiamo in una Vostra attiva collaborazione, nel divulgare questa iniziativa che speriamo essere di buon auspicio per il futuro dei nuovi professionisti. 4 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 5 LOGOPaeDIA 2006; vol. 1: pag. 5-33 Ricerche e studi T.I.E.V. Test d’intelligibilità espressiva Varese (PARTE PRIMA) S. Burdo, M.F. Attardo, R.Moalli, S. Bossi, L. Dalla Costa, A. Giuliani SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA. Ospedale di Circolo. VARESE http://www.audiologia.it INTRODUZIONE L’intelligibilità espressiva può essere valutata come l’abilità di usare il linguaggio verbale in modo comunicativo nelle situazioni quotidiane o come il numero di parole che un ascoltatore riesce a identificare correttamente. Tre aspetti influenzano l’intelligibilità espressiva: • il grado della perdita uditiva • l’età di insorgenza • l’età di protesizzazione Effetto del grado di perdita uditiva In genere l’intelligibilità diminuisce con l’aumentare della perdita uditiva, benché questa relazione cessi quando la sordità supera gli 85 dB HL. L’intelligibilità espressiva dei bambini con una perdita uditiva intorno ai 95 dB HL può presentare notevoli differenze, da soggetto a soggetto. Bambini con residui intorno ai 3000 Hz hanno un’intelligibilità migliore di bambini con residui limitati alle frequenze gravi. Effetto dell’età d’insorgenza Bambini sordi post-verbali mostrano un’intelligibilità migliore di bambini sordi congeniti. In generale si può affermare che più sono gli anni di normoudibilità, migliori saranno le abilità linguistiche del soggetto. Sebbene questo sia ritenuto vero, non è ancora stata definita con sicurezza la relazione esistente tra età d’insorgenza e grado d’intelligibilità. Effetto dell’età di protesizzazione Una precoce protesizzazione permette un più adeguato apprendimento linguistico e della espressione verbale. A parità di perdita uditiva e di età d’insorgenza della sordità, l’intelligibilità è in genere migliore per il bambino protesizzato precocemente. 5 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 6 CONCETTI GENERALI La misurazione dell’intelligibilità è un punto cruciale della valutazione del linguaggio del soggetto sordo. Il T.I.E.V., tramite materiale selezionato, si prefigge di assegnare un punteggio alle performance espressive del soggetto ipoacusico. Con questo test non si vogliono ricercare le specifiche difficoltà segmentali e soprasegmentali dell’espressione, ma un punteggio che indichi il grado di comprensione del linguaggio del sordo da parte di un ascoltatore. Per ottenere un’indicazione il più possibile attendibile e completa il T.I.E.V. prevede che il materiale da valutare sia presentato ad un ascoltatore inesperto ed eventualmente ad uno esperto. Definiamo perciò: • ascoltatore inesperto: una persona che non ha familiarità con il linguaggio dei soggetti ipoacusici. • ascoltore esperto: una persona che abitualmente per motivi familiari o lavorativi o sociali (es. genitori o familiari di individui sordi, insegnanti, medici specialisti, logopediste, volontari) è a contatto con sordi che utilizzano il linguaggio orale e per la quale l’intelligibilità risulta facilitata. Il T.I.E.V. è suddiviso in tre parti: - 1) Prova Guidata; - 2) Prova Spontanea; - 3) Questionario. La Prova Guidata e la Prova Spontanea sono composte da due momenti: 1) Registrazione della prova: in questa fase, alla presenza dell’esaminatore, il soggetto pronuncia, a seconda della fascia d’età di appartenenza, parole o frasi di diversa difficoltà articolatoria e risponde alle domande scelte per la prova spontanea. È necessario che la prova venga videoregistrata (meglio se con un microfono direzionale) in modo che l’esaminatore abbia la possibilità di presentare il medesimo campione più volte allo stesso ascoltatore o, in caso di necessità, ad ascoltatori diversi. 2) Presentazione del filmato all’ascoltatore: in questo secondo momento sono coinvolti l’esaminatore e l’ascoltatore. Quest’ultimo dopo aver ricevuto istruzioni dall’esaminatore guarda il filmato videoregistrato e prende nota di ciò che identifica. In base alle risposte date l’esaminatore, poi, calcola il punteggio. Per la somministrazione del T.I.E.V. sono state stabilite delle fasce d’età in cui suddividere i pazienti. Le fasce d’età considerate sono: 2\3 anni, 4\6 anni, 7\8 anni, 9\13 anni, 13\17 anni e fascia adulta solo per soggetti con sordità preverbale. La suddivisione in fasce d’età risulta essere indispensabile nella scelta del materiale da presentare al paziente. Per la prova guidata sono stati individuati, a seconda dell’età del soggetto, stimoli diversi per complessità fonetica e sintattica. Le frasi e le parole possono essere prodotte dal soggetto con la denominazione, con l’imitazione o, se essi sanno leggere, con la lettura. 6 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 7 Si è ritenuto opportuno esaminare l’intelligibilità anche con una prova spontanea per ottenere una valutazione più completa. SOMMINISTRAZIONE E REGISTRAZIONE DELLA PROVA La somministrazione della prova avviene secondo criteri definiti per tutte le fasce d’età. In primo luogo si pongono le linee guida per la corretta videoregistrazione del test: Istruzioni II bambino è seduto ad un tavolo (se il bambino è piccolo è consigliabile usare il seggiolone). La prova viene videoregistrata, ponendo la videocamera ad 1 metro di distanza dal bambino, riprendendo in primo piano il suo viso, escludendo dall’inquadratura l’esaminatore, che si trova di fronte al paziente a lato della telecamera. 7 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 8 SOMMINISTRAZIONE DEL TEST PER FASCE D’ETÀ FASCIA 2\3 ANNI A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera cartoncini figurati Criteri per la scelta delle parole Tenendo conto del vocabolario di un bambino con deficit uditivo appartenente a questa fascia d’età sono state selezionate parole con adeguato grado di difficoltà articolatorio. Si fanno pronunciare 12 parole di cui una bisillabica tronca, una bisillabica il cui fonema consonantico è lo stesso, una bisillabica i cui elementi consonantici sono diversi, una trisillabica. Lista di parole – Parole bisillabiche tronche: PIPÌ, PAPÀ, PEPE, TU TU, PUPÙ, CAFFÈ – Parole bisillabiche con la stessa consonante: MAMMA, PAPPA, TETTO, TUTA, NONNO, PEPA, NONNA, POPÒ, PEPE – Parole bisillabiche con due consonati differenti: MELA, POLLO, TOPO, MOTO, PANE, PIATTO, TAPPO, PILA, LUPO, LUNA, TELE, LETTO, LATTE – Parole trisillabiche: PATATA, MATITA, TAPPETO, CAPPELLO, POMATA, BANANA, PILOTA, LIMONE, PETTINE, CAPELLI, COLTELLO Istruzioni L’esaminatore ha a disposizione tutta la serie di cartoncini raffiguranti le parole della lista, da cui sceglierà: 3 bisillabiche tronche (es. pepe), 3 bisillabiche il cui fonema consonantico è lo stesso (es. tetto), 3 bisillabiche i cui elementi consonantici sono diversi (es. pane), 3 trisillabiche (pomata). La scelta deve essere casuale. Tali parole devono essere denominate in precedenza da parte dell’esaminatore in modo che il bambino sappia riconoscere l’immagine raffigurata, prima di procedere con la prova. Somministrazione Mostrare un cartoncino (cm. 7 x cm. 10) alla volta tra i 12 scelti, tenendolo sollevato dal tavolo ad un’altezza tale che non copra il volto del bambino, il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera, l’ascoltatore non veda l’immagine proposta. Se il bambino, alla vista dell’immagine non denomina spontaneamente, sollecitarlo chiedendo “Cos’è?”, “Come si chiama?”. È importante che il terapista non suggerisca il nome al paziente perché in tal caso la prova sarebbe nulla. Il bambino deve pronunciare una sola volta la parola: la ripetizione faciliterebbe il compito dell’ascoltatore. B) PROVA SPONTANEA Per questa fascia d’età non è prevista la prova spontanea. 8 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 9 FASCIA 4/6 ANNI A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera strisce immagini Criteri per la scelta delle frasi Si fanno pronunciare delle brevi frasi composte da un numero di parole pari a 5. Le frasi proposte sono riprese dagli ordini di comprensione su cui si allena il bambino. La struttura della frase è di tipo nucleare: soggetto, verbo, complemento oggetto. Lista di frasi 1) II papà lava l’auto. 2) La mamma versa il caffè. 3) Il bimbo rompe la penna. 4) Il nonno guarda la tele. 5) Il cane lecca il piatto. 6) Il papà mangia la mela. 7) La mamma taglia il pollo. 8) La bimba beve l’acqua. 9) La mamma fa la foto. 10) Il nonno fuma la pipa. 11) La nonna legge il libro. 12) La mamma apre la porta. 13) La nonna pulisce il tavolo. 14) Il gatto beve il latte. 15) La donna lava le mani. 16) Il bimbo lecca il gelato. 17) L’uomo tira la corda. 18) La bimba butta la palla. 19) Il papà mette il cappotto. 20) La donna chiude la bocca. Istruzioni L’esaminatore sceglie 3 delle strisce immagini in modo casuale. Le strisce sono formate da tre immagini: una raffigurante il soggetto, una il verbo e una il complemento oggetto della frase. Per far in modo che il bambino sia in grado di riconoscere le immagini e quindi sappia poi formulare la frase, prima di iniziare la registrazione, l’esaminatore indicando immagine per immagine, pronuncia la frase. Somministrazione Mostrare una striscia (cm. 22 x cm. 10) al bambino, tenendola sollevata dal tavolo in modo che non copra il suo volto e che il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera, l’ascoltatore non veda l’immagine proposta. 9 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 10 Invitare il bambino ad articolare la frase dicendo “Ora ripeti bene questa frase”. Indicare quindi nel giusto ordine (soggetto, verbo, complemento oggetto) le immagini che formano la frase. Se il bambino pur aiutato in questo modo, non denomina, dire: -indicando il soggetto “Chi è?”, indicando il verbo “Cosa fa?”, indicando il complemento oggetto “Che cosa ?”. L’esaminatore deve limitarsi a porre le suddette domande, senza suggerire la risposta, altrimenti la prova è da considerarsi nulla. Il bambino deve pronunciare una sola volta le parole: la ripetizione faciliterebbe il compito dell’esaminatore. Con la stessa modalità mostrare le altre due strisce immagine. B) PROVA SPONTANEA I PARTE Istruzioni Oltre alla risposta data dal paziente, deve essere registrata anche la domanda posta dall’esaminatore. Somministrazione Per questa prova al paziente verrà chiesto di rispondere alla domanda: “Come ti chiami?”. È sufficiente che il bambino risponda col nome proprio. II PARTE Istruzioni Immediatamente dopo la somministrazione della prima parte, mantenere le stesse posizioni. La domanda posta dall’esaminatore non deve essere videoregistrata. Somministrazione Porre al soggetto una domanda di carattere generale che preveda una risposta aperta (es. “Cosa hai fatto oggi all’asilo?”). L’argomento della domanda può essere di qualsiasi genere tenendo conto dell’età del soggetto e dei suoi probabili interessi. Nel caso in cui il soggetto risponda con una sola parola, sollecitarlo con ulteriori domande che non diano importanti informazioni all’ascoltatore sul contenuto della prova. Esempio: – esaminatore: “Cosa hai fatto oggi all’asilo?” (telecamera spenta) – paziente: “Giocato” (inizio della registrazione) – esaminatore: “Con che cosa?” (e non “Con che cosa hai giocato?” o “Quale gioco hai usato?”) 10 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 11 FASCIA 7/8 ANNI A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera striscia con frasi scritte Criteri per la scelta della frasi Per questa fascia d’età, la frase non sarà più di tipo nucleare, ma espansa: la scelta delle frasi non è legata a criteri sintattici ma articolatori. Ogni frase deve, quindi, comprendere: una parola quadrisillabica, una trisillabica e una contenente un composto consonantico. Le brevi frasi sono composte da un numero di parole compreso tra 9 e 11. Lista di frasi 1) Ieri al mare ho visto molti ombrelloni di tanti colori (10) 2) La mamma ha preparato una buona torta con le mele (10) 3) Oggi al mercato ho visto tante bancarelle lungo la strada (10) 4) La maestra suona il campanello della porta di casa mia (10) 5) Dalla nonna ho mangiato la bistecca con le melanzane fritte (10) 6) Sul prato verde volano tante farfalle piccole e molto colorate (10) 7) Questa mattina abbiamo fatto l’intervallo nel cortile fuori della scuola (10) 8) Oggi il papà è andato al lavoro con il motorino (10) 9) Il bambino sente un rumore forte e scappa spaventato (10) 10) La mamma ha comprato tante caramelle per i suoi bambini (10) 11) I bambini costruirono un castello di sabbia con il secchiello (10) 12) Volarono su un grande albero fiorito e si sentì la musica (11) 13) Il passero prese il volo verso il bastro che luccicava (9) 14) Prima di dormire i bambini si raccontano i fatti della giornata (11) 15) La padrona svegliava presto le donne e le metteva al lavoro (11) 16) I miei amici trovarono quattro cagnolini belli come giocattoli vivi (10) 17) Il gatto era diventato così brutto che nessuno lo voleva più (11) 18) Ho giocato a mamma e pettinato le bambole con la spazzola (11) 19) I soldatini si erano stancati di portare le armi in spalla (11) 20) Sulla spiaggia ho conosciuto tanti amici e amiche simpatici (9) Istruzioni L’esaminatore sceglie una striscia con frasi prese dalla lista: la scelta deve essere casuale. Il testista ha a disposizione strisce (cm. 10 x cm. 24) con frasi scritte sia in stampato maiuscolo che in corsivo minuscolo: proponendo un tipo di carattere o l’altro a seconda della conoscenza del bambino. Per evitare strisce di lunghezza eccessiva e per fare in modo che le dimensioni delle lettere siano ben visibili scrivere le frasi su due righe. Il bambino può leggere la frase solo durante la somministrazione e non prima: questo per evitare che adotti delle strategie espressive che renderebbero la prova poco spontanea ed attendibile. 11 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 12 Somministrazione Mostrare una striscia al bambino tenendola sollevata dal tavolo in modo che non copra il suo viso, il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera e che l’ascoltatore non veda la striscia. Invitare il bambino ad articolare la frase leggendola. L’esaminatore non ha la possibilità di suggerire la corretta articolazione di una parola per la quale il bambino mostra difficoltà, ciò renderebbe la prova nulla. Il bambino deve ripetere una sola volta la frase. La ripetizione faciliterebbe il compito dell’ascoltatore. B) PROVA SPONTANEA I PARTE Istruzioni Oltre alla risposta del paziente deve essere registrata anche la domanda posta dall’esaminatore. Somministrazione Domandare al paziente:”Qual è il tuo nome e cognome?”. II PARTE Istruzioni Immediatamente dopo la somministrazione della prima parte mantenere le stesse posizioni. La domanda dell’esaminatore non deve essere videoregistrata. Somministrazione Porre al soggetto una domanda di carattere generale che preveda una risposta aperta (es. “Cosa hai fatto oggi a scuola?”). L’argomento della domanda può essere di qualsiasi genere tenendo conto dell’età del soggetto e dei suoi probabili interessi. Nel caso in cui il soggetto rispondesse con una sola parola, sollecitarlo con ulteriori domande che non diano importanti informazioni all’ascoltatore sul contenuto della prova. Esempio: – esaminatore: “Cosa hai fatto oggi a scuola?” (telecamera spenta) – soggetto: “Scritto?” (inizio della registrazione) – esaminatore: “Che cosa?” (e non: “Che cosa hai scritto?” o “Con quale maestra?”) 12 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 13 FASCIA 9\13 ANNI A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera cartoncini con frasi scritte Criteri per la scelta delle frasi Si fanno pronunciare frasi composte da un numero di parole compreso tra 10 e 13. La scelta delle frasi non è legata a criteri sintattici, ma articolatori. In ogni frase devono, perciò, essere presenti: una parola quadrisillabica, una trisillabica, una contenente un composto consonantico e una contenente un suono geminato (“sci-gi-ci-gli-gn”). Lista di frasi 1) Nel pomeriggio sono uscito con il papà per comperare le scarpe (11). 2) I bambini si siedono a tavola e prendono il tovagliolo e i cucchiai (13). 3) Il bambino guarda dal finestrino e vede il cielo sereno (10). 4) La pizzeria era piena di gente e abbiamo dovuto aspettare molto (11). 5) In una piazza stretta c’è una fontanella che fa rumore (10). 6) Il serpente muove velocemente la coda per spaventare i nemici (10). 7) Vado in camera a giocare con la mia bambola preferita (10). 8) In camera sul comodino sono sparse le medicine perché sono ammalato (11). 9) Tutti vanno avanti e indietro per caricare le valigie e le altre cose (13). 10) Il maestro chiama una bambina alla lavagna per fare una divisione (11). 11) Quando la carrozza ebbe attraversato il bosco, il principe disse al cocchiere di fermarsi (14). 12) I suoi fratelli piangevano tanto forte che non udirono neppure le sue parole (13). 13) Decisero che era meglio portare i bambini nella foresta e abbandonarli (11). 14) I bambini camminarono per tutto il giorno, ma non trovarono la strada (12). 15) I corvi si spaventarono e lo cacciarono via come avevano fatto le colombe (13). 16) Nella strada c’erano ragazzi che scivolavano sul ghiaccio, che correvano e saltellavano (12). 17) Oreste andò in banca a ritirare rutti i soldi che aveva guadagnato (12). 18) Decise che da grande sarebbe diventato un bravo poeta o un famoso pittore (13). 19) Il piccolo si preparava a trascorrere l’inverno in letargo nel suo rifugio (12). 20) I due pulcini erano molto vispi e volevano sempre andare a passeggiare (12). Istruzioni L’esaminatore sceglie un cartoncino con frasi prese dalla lista: la scelta deve essere casuale. Il testista ha a disposizione cartoncini (cm. 10 x cm. 24) con frasi scritte in stampato minuscolo (grandezza del carattere). Il bambino può leggere la frase solo durante la somministrazione e non prima: questo per evitare che adotti delle strategie espressive che renderebbero la prova poco spontanea ed attendibile. 13 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 14 Somministrazione Mostrare un cartoncino al bambino tenendolo sollevato dal tavolo in modo che non copra il suo viso, il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera e che l’ascoltatore non veda la striscia. Invitare il bambino ad articolare la frase leggendola. Il compito dell’esaminatore non comprende la possibilità di suggerire la corretta articolazione di una parola per la quale il bambino mostra difficoltà, ciò renderebbe la prova nulla. Il bambino deve ripetere una sola volta la frase, la ripetizione faciliterebbe il compito dell’ ascoltatore. B) PROVA SPONTANEA I PARTE Istruzioni Oltre alla risposta del paziente deve essere registrata anche la domanda posta dall’esaminatore. Somministrazione Porre in successione al paziente le domande: ”Qual è il tuo nome e cognome?”, ”Dove abiti?”, lasciando tra una domanda e l’altra il tempo per la risposta. II PARTE Istruzioni Immediatamente dopo la somministrazione della prima parte mantenere le stesse posizioni. La domanda dell’esaminatore non deve essere videoregistrata. Somministrazione Porre al soggetto una domanda di carattere generale che preveda una risposta aperta (es. “Parlami del tuo sport preferito”). L’argomento della domanda può essere di qualsiasi genere tenendo conto dell’età del soggetto e dei suoi probabili interessi. Nel caso in cui il soggetto rispondesse con una sola parola, sollecitarlo con ulteriori domande che non diano importanti informazioni all’ascoltatore sul contenuto della prova. Esempio: – esaminatore: “Parlami del tuo sport preferito” (telecamera spenta) – paziente: “Il calcio” (inizio della registrazione) – esaminatore: “Perché ti piace?” (e non: “Perché ti piace il calcio?” o “Perché ti piace questo sport?”). 14 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 15 FASCIA 13/17 ANNI A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera cartoncini con frasi scritte Criteri per la scelta delle frasi Si fanno pronunciare frasi composte da un numero di parole compreso tra 10 e 15. la scelta delle frasi non è legata a criteri sintattici, ma articolatori. In ogni frase devono, perciò, essere presenti: una parola quadrisillabica, una trisillabica, una con l’accento, una contenente un composto consonantico e una contenente un suono geminato (“sci-gi-ci-gli-gn”). Lista di frasi 1) Durante tutta l’estate lo scoiattolo cercò le nocciole nel bosco (10) 2) Passò un vecchio che camminava curvo per strada appoggiandosi a un bastone (12) 3) Mia madre mi vide mi consigliò di continuare a studiare matematica (12) 4) Il cane si arrampicò su per la strada e scomparve dietro la montagna (13) 5) Rientrò in casa per riscaldarsi quando riconobbe la voce di suo padre (12) 6) Il signore frugò in tasca, aprì il suo portafoglio ma non c’era nulla (13) 7) Il cacciatore sopraggiunse al galoppo, richiamò presto i cani e comandò di seguirlo (13) 8) Stranamente ero così agitato che soltanto verso il mattino riuscii a prendere sonno (13) 9) Un contadino si avviò verso la città per comprare del frumento (11) 10) Finalmente arrivò in un vecchio prato e si mise a racogliere le fragole (12) Istruzioni L’esaminatore sceglie una striscia con frasi prese dalla lista: la scelta deve essere casuale. Il testista ha a disposizione cartoncini (cm. 10 x cm. 24) con frasi scritte in stampato minuscolo (grandezza del carattere). Il ragazzo può leggere la frase solo durante la somministrazione e non prima: questo per evitare che adotti delle strategie espressive che renderebbero la prova poco spontanea e attendibile. Somministrazione Mostrare un cartoncino al ragazzo tenendolo sollevato dal tavolo in modo che non copra il suo viso, il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera e che l’ascoltatore non veda la striscia. Invitare il ragazzo ad articolare la frase leggendola. Il compito dell’esaminatore non comprende la possibilità di suggerire la corretta articolazione di una parola per la quale il soggetto mostra difficoltà, ciò renderebbe la prova nulla. Il ragazzo deve ripetere una sola volta la frase, la ripetizione faciliterebbe il compito dell’ ascoltatore. 15 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 16 B) PROVA SPONTANEA I PARTE Istruzioni Oltre alla risposta del paziente deve essere registrata anche la domanda posta dall’esaminatore. Porre in successione al paziente le domande:”Qual è il tuo nome e cognome?”,”Dove abiti?”, lasciando tra una domanda e l’altra il tempo per la risposta. II PARTE Istruzioni Immediatamente dopo la somministrazione della prima parte mantenere le stesse posizioni. La domanda dell’esaminatore non deve essere videoregistrata. Somministrazione Porre al soggetto una domanda di carattere generale che preveda una risposta aperta (es. “Qual è il tuo cantante preferito?”). L’argomento della domanda può essere di qualsiasi genere tenendo conto dell’età del soggetto e dei suoi probabili interessi. Nel caso in cui il soggetto rispondesse con una sola parola, sollecitarlo con ulteriori domande che non diano importanti informazioni all’ascoltatore sul contenuto della prova. Esempio: – esaminatore: “Qual è il tuo cantante preferito?” (telecamera spenta) – paziente: “Vasco Rossi” (inizio della telecamera) – esaminatore: “Perché ti piace?” (e non “Perché ti piace questo cantante?” o “Ti piacciono le sue canzoni?”). 16 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 17 FASCIA ADULTA A) PROVA GUIDATA Materiale videocamera cartoncini con frasi scritte Criteri per la scelta delle frasi adeguate Per questa fascia d’età sono state scelte frasi con un numero di parole compreso tra 10 e 14. Le frasi sono riprese da un quotidiano senza tenere conto, nella loro scelta, di criteri sintattici e articolatoli ma ponendo attenzione solo alla qualità del lessico evitando quindi, termini troppo tecnici o poco frequenti (es. nomi di città, paesi o nomi propri di persona). Lista di frasi 1) L’uomo si trova ora ricoverato all’ospedale per una ferita all’addome. (10) 2) È polemica tra sindaco e popolazione sui tendoni in piazza Duomo. (11) 3) È stato approvato il progetto per una nuova ala della fiera. (11) 4) Il fatto di sangue è accaduto a mezzogiorno in una lussuosa villa. (12) 5) I carabinieri hanno filmato due giovani impegnati a sotterrare un pacco contenente droga. (13) 6) Il sentimento della città in queste ore non è di paura ma di sollievo.(14) 7) I colloqui di pace cominceranno probabilmente il prossimo 6 Settembre. (10) 8) Da quando è scomparso il figlio è andato via di testa. (11) 9) I figli si sono schierati ovviamente dalla parte della madre confermando l’alibi. (12) 10) Ai partiti viene poi lasciato poco tempo per controllare i testi degli interventi. (13). Istruzioni L’esaminatore sceglie un cartoncino con frasi prese dalla lista: la scelta deve essere casuale. Il testista ha a disposizione cartoncini (cm. 10 x cm. 24) con frasi scritte in stampato minuscolo (grandezza del carattere). Il soggetto può leggere la frase solo durante la somministrazione e non prima: questo per evitare che adotti delle strategie espressive che renderebbero la prova poco spontanea ed attendibile. Somministrazione Mostrare un cartoncino al soggetto tenendolo sollevato dal tavolo in modo che non copra il suo viso, il suo sguardo sia rivolto a favore della telecamera e che l’ascoltatore non veda la striscia. Invitare il soggetto ad articolare la frase leggendola. Il compito dell’esaminatore non comprende la possibilità di suggerire la corretta articolazione di una parola per la quale il soggetto mostra difficoltà, ciò renderebbe la prova nulla. Il soggetto deve ripetere una sola volta la frase, la ripetizione faciliterebbe il compito dell’ ascoltatore. 17 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 18 B) PROVA SPONTANEA I PARTE Istruzioni II soggetto è seduto ad un tavolo. Per videoregistrare la prova porre la telecamera ad 1 metro di distanza dal paziente riprendendolo in primo piano in modo che siano ben visibili i movimenti della bocca, escludendo quindi l’esaminatore che si troverà a lato della videocamera. Oltre alla risposta del paziente deve essere registrata anche la domanda posta dall’esaminatore. Somministrazione Porre al paziente le seguenti tre domande: “Qual è il suo nome e il suo cognome?”,”Dove abita?”, “Che lavoro fa?”, lasciando tra una domanda e l’altra il tempo per la risposta. II PARTE Istruzioni Immediatamente dopo la somministrazione della prima parte mantenere le stesse posizioni. La domanda dell’esaminatore non deve essere videoregistrata. Somministrazione Porre al soggetto una domanda di carattere generale che prevede una risposta aperta (es. “Che tipo di programma televisivo le piace guardare?”). l’argomento della domanda può essere di qualsiasi genere tenendo conto dell’età del soggetto e dei suoi probabili interessi. Nel caso in cui il soggetto rispondesse con una sola parola, sollecitarlo con ulteriori domande che non diano importanti informazioni all’ascoltatore sul contenuto della prova. Esempio: – esaminatore: “Che tipo di programma televisivo ti piace guardare?” (telecamera spenta) – paziente: “Sportivo” (inizio della registrazione) – esaminatore: “Perché?” (e non “Quando lo guarda?” o “Su quale canale lo guarda?”) 18 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 19 PRESENTAZIONE DEL FILMATO ALL’ASCOLTATORE Istruzioni per la parte guidata Questa è la fase in cui si assegna un punteggio alla prova. All’ascoltatore viene mostrato lo spezzone videoregistrato. Il filmato deve essere presentato in prima battuta ad un ascoltatore inesperto. L’esaminatore deve: – far presente che tipo di materiale viene pronunciato dal soggetto in esame; se cioè si tratta di singole parole, di frasi, semplici o complesse o riprese da un quotidiano; – invitare ad ascoltare attentamente ciò che viene detto; – mettere a disposizione moduli su cui trascrivere quanto compreso; – presentare la videoregistrazione tre volte con una pausa tra una presentazione e l’altra per permettere all’ascoltatore di prendere appunti. Per quanto riguarda la fascia 2\3 anni la stessa modalità deve essere seguita per ogni singola parola. Calcolo del punteggio II punteggio raggiunto dal paziente corrisponde alla percentuale delle parole correttamente riconosciute dall’ascoltatore, dopo il terzo ascolto del messaggio videoregistrato, la formula seguente. (numero parole correttamente riportate dall’ascoltatore) x 100 = P.I.P.G. (numero totale di parole componenti la frase) (Percentuale intelligibilità prova guidata) Nel caso in cui il soggetto testato, durante la fase di registrazione non pronunci tutte le parole proposte il punteggio va calcolato facendo, comunque, riferimento al numero reale delle parole della prova. Se, pur non avendo il soggetto pronunciato tutte le parole della prova, l’ascoltatore riporta comunque anche le parole mancanti deducendole dal contesto, il calcolo del punteggio va effettuato facendo riferimento alle parole corrette scritte dall’ascoltatore. Esempio: – paziente: “Nonno fuma pipa” -ascoltatore: “II nonno fuma la pipa” -parole corrette: n°5 II punteggio così ottenuto permette, quindi, di classificare l’intelligibilità espressiva del soggetto secondo la seguente scala: • • • • • • OTTIMA INTELLIGIBILITÀ (90-100%) BUONA INTELLIGIBILITÀ (80-89%) DISCRETA INTELLIGIBILITÀ (70-79%) SUFFICIENTE INTELLIGIBILITÀ (60-69%) SCARSA INTELLIGIBILITÀ (50-59%) NON INTELLIGIBILE (0-49%) 19 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 20 Se il punteggio d’intelligibilità espressiva così ottenuto è pari o superiore al 60% (Sufficiente intelligibilità), la prova può considerarsi conclusa. Nel caso di un punteggio inferiore, è necessario ripresentare lo stesso filmato ad un ascoltatore esperto e il punteggio deve essere calcolato con la stessa modalità precedente. Entrambi i punteggi (quello ottenuto dall’ascoltatore inesperto e quello dall’ascoltatore esperto) devono essere riportati sull’apposito modulo. Istruzioni per la prova spontanea I PARTE Il filmato deve essere presentato solo ad un ascoltatore inesperto. L’esaminatore deve: – far presente che lo spezzone che verrà presentato contiene una domanda posta dall’esaminatore e la conseguente risposta del soggetto; – invitare ad ascoltare attentamente ciò che viene detto; – mettere a disposizione moduli su cui trascrivere quanto compreso; – presentare la videoregistrazione tre volte con una pausa tra una presentazione e l’altra per permettere all’ascoltatore di prendere appunti. Calcolo del punteggio Sugli appositi moduli l’esaminatore porrà una crocetta su “SI” o su “NO”, in base alla risposta data dall’ascoltatore, vicino a: – Intelligibilità nome – Intelligibilità cognome – Intelligibilità città – Intelligibilità lavoro a secondo della fascia d’età del soggetto. II PARTE II filmato deve essere presentato solo ad un ascoltatore inesperto. L’esaminatore deve: – far presente che lo spezzone che verrà presentato contiene un discorso pronunciato dal paziente; – invitare ad ascoltare attentamente ciò che viene detto; – informare che non è necessario soffermarsi sulle singole parole ma cercare di comprendere il contenuto generale del discorso; – presentare la videoregistrazione una sola volta. Una volta che l’ascoltatore ha visto l’intero filmato gli viene consegnato un questionario che comprende 5 domande riguardanti l’ideazione del discorso, le competenze morfo-sintattiche e le performance articolatone. L’ascoltatore deve segnare con 20 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 21 una crocetta la propria scelta: per ogni domanda sono previste tre possibilità ad ognuna delle quali corrisponde un punteggio (-1 / 0 / +1). Calcolo del punteggio Sommare i valori corrispondenti alla scelta dell’ascoltatore e dividere per 5 cioè il numero totale delle domande. Il punteggio (P.I.E. Punteggio Intelligibilità Espressiva) potrà variare da -1 a +1. A seconda del punteggio ottenuto, classificheremo l’intelligibilità espressiva della prova spontanea in questo modo: • • • • • • NON INTELLIGIBILE (-1) SCARSA INTELLIGIBILITÀ (-0,9 / -0,1) SUFFICENTE INTELLIGIBILITÀ (0) DISCRETA INTELLIGIBILITÀ (+ 0,1 / +0,4) BUONA INTELLIGIBILITÀ (+ 0,5 / + 0,9) OTTIMA INTELLIGIBILITÀ (+1) Riportare il punteggio sull’apposito modulo (Appendice A). 21 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 22 QUESTIONARIO ABILITÀ ESPRESSIVE Prendendo spunto dai Questionari di Sanders che permettono di quantificare le capacità uditive del paziente nell’ambiente domestico, lavorativo, scolastico e sociale in modo veloce e preciso, abbiamo messo a punto questa serie di domande allo scopo di valutare le abilità comunicative del soggetto limitandoci all’ambiente scolastico. Questa scelta è stata dettata dalla considerazione che l’ambiente scolastico richiede al soggetto una capacità comunicativa ed espressiva più adeguata rispetto all’ambiente familiare che risulta essere più facilitante. Viene compilato direttamente dagli insegnanti con il controllo della corretta interpretazione delle domande da parte del terapista. Le abilità comunicative in ambiente scolastico sono quantificate numericamente dal questionario (Appendice B). Il punteggio è dato dalla somma algebrica di tutti i prodotti del grado di difficoltà (+2 nessuna; +1 poca; -1 discreta; -2 molta) per la frequenza (1 raramente; 2 spesso; 3 molto spesso) ottenuti per ciascuna domanda. Valori riassuntivi positivi indicano una scarsa o nulla difficoltà dell’ascoltatore (insegnanti o compagni), mentre quelli negativi evidenziano problemi comunicativi rilevanti. Le informazioni ottenute da questo questionario vanno ad aggiungersi a quelle ricavate dalle prove del T.I.E.V. e ci permettono di avere un giudizio completo sull’intelligibilità espressiva del soggetto. APPENDICE Di seguito sono raccolti i moduli per la compilazione del Test, in coda il questionario che deve essere compilato a cura del gruppo insegnanti della scuola d’appartenenza. 22 Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 23 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. 2-3 anni INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità 23 (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 24 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. 4-6 anni INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA I PARTE (Ascoltatore inesperto) Intelligibilità nome SI ■ 24 NO ■ (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 25 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. 7-8 anni INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA I PARTE (Ascoltatore inesperto) Intelligibilità nome Intelligibilità cognome SI SI ■ ■ 25 NO NO ■ ■ (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 26 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. 9-12 anni INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA I PARTE (Ascoltatore inesperto) Intelligibilità nome Intelligibilità cognome Intelligibilità residenza SI SI SI ■ ■ ■ 26 NO NO NO ■ ■ ■ (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 27 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. 13-17 anni INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA I PARTE (Ascoltatore inesperto) Intelligibilità nome Intelligibilità cognome Intelligibilità residenza SI SI SI ■ ■ ■ 27 NO NO NO ■ ■ ■ (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 28 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. Età adulta INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE ASCOLTATORE INESPERTO ■ PROVA GUIDATA ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale Intelligibilità Prova Guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA I PARTE (Ascoltatore inesperto) Intelligibilità nome Intelligibilità cognome Intelligibilità residenza Intelligibilità lavoro SI SI SI SI ■ ■ ■ ■ 28 NO NO NO NO ■ ■ ■ ■ (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 29 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. INTELLIGIBILITÀ IN AMBIENTE SCOLASTICO Questionario T.LE.V. INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE PROVA GUIDATA ASCOLTATORE INESPERTO ■ P.I.G.P.: ............................................. Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80- 89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ eseguibile SI NO ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale intelligibilità prova guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA (Ascoltatore inesperto) eseguibile I PARTE Intelligibilità nome Intelligibilità cognome Intelligibilità residenza Intelligibilità lavoro SI SI SI SI ■ ■ ■ ■ NO NO NO NO SI NO ■ ■ ■ ■ II PARTE P.I.P.S.: (Punteggio intelligibilità prova spontanea) Non Intelligibile (-1) Discreta Intelligibilità (+0,1 / +0.5) Scarsa Intelligibilità (-0,9 / -0,1) Buona Intelligibilità (+0,6 / +0,9) Sufficiente Intelligibilità (0 ) Ottima Intelligibilità (+1) 29 Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 30 COMMENTI: .......................................................................................................... ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ INTELLIGIBILITÀ SPONTANEA Appendice A PROVA SPONTANEA - II PARTE (Ascoltatore inesperto) Nome e Cognome: ...........................................................Data: ................................... 1) Ha capito l’argomento ? (+1) Sì (quale:…………) (0) Non ne sono sicuro 2) Del discorso ha compreso: (+1) La maggior parte (0) Solo qualche parola delle parole 3) L’ascolto le ha richiesto: (+1) Nessuna fatica (0) Un po’ di fatica (-1) No (-1) Niente (-1) Molta fatica 4) Come capiva le singole parole: (+1) Bene (0) Con qualche difficoltà (-1) Non le capivo 5) Ciò che il soggetto diceva le sembrava: (+1) Ben organizzato (0) Poco organizzato (-1) Non organizzato Punteggio: ..................................................................................................................... La compilazione deve essere effettuata cerchiando il valore numerico a fianco della risposta prescelta. 30 Logopedia1/06 7-09-2006 12:19 Pagina 31 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE T. I. E. V. Test intelligibilità espressiva varese Cognome e Nome: ....................................Età:................Data: ................................... Sordità:.......................................................Tipo di protesi:..........................Vibratore Esaminatore:.................................................................................................................. INTELLIGIBILITÀ IN AMBIENTE SCOLASTICO Questionario T.LE.V. INTELLIGIBILITÀ POTENZIALE PROVA GUIDATA ASCOLTATORE INESPERTO ■ P.I.G.P.: ............................................. Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80- 89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ eseguibile SI NO ASCOLTATORE ESPERTO ■ P.I.G.P.:......................................................... (Percentuale intelligibilità prova guidata) Non Intelligibile Scarsa Intelligibilità Sufficiente Intelligibilità Discreta Intelligibilità Buona Intelligibilità Ottima Intelligibilità (0-49%) (50-59%) (60-69%) (70-79%) (80-89%) (90-100%) ■ ■ ■ ■ ■ ■ INTELLIGIBILITÀ ESPRESSIVA PROVA SPONTANEA (Ascoltatore inesperto) eseguibile I PARTE Intelligibilità nome Intelligibilità cognome Intelligibilità residenza Intelligibilità lavoro SI SI SI SI ■ ■ ■ ■ NO NO NO NO SI NO ■ ■ ■ ■ II PARTE P.I.P.S.: (Punteggio intelligibilità prova spontanea) Non Intelligibile (-1) Discreta Intelligibilità (+0,1 / +0.5) Scarsa Intelligibilità (-0,9 / -0,1) Buona Intelligibilità (+0,6 / +0,9) Sufficiente Intelligibilità (0 ) Ottima Intelligibilità (+1) 31 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 32 SERVIZIO DI AUDIOVESTIBOLOGIA - OSPEDALE DI CIRCOLO VARESE QUESTIONARIO T. I. E. V. Appendice B Questionario intelligibilità in ambiente scolastico Data .....................................Allievo ............................................................................. Scuola ....................................................Classe .....................Numero di allievi .......... Insegnante..................................................................................................................... Punteggio. 1) Quando lavoro direttamente con………al mio tavolo, capisco ciò che dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 2) In una situazione didattica (con discussione su un argomento scolastico proposto dall’insegnante) con coinvolgimento di tutta la classe, riesco a capire ciò che dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 3) In una situazione didattica (con discussione su un argomento scolastico proposto dall’insegnante) con coinvolgimento di tutta la classe, i compagni riescono a capire ciò che………dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 4) In una situazione didattica (con discussione su un argomento di esperienza personale), riesco a capire ciò che dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 5) In una situazione didattica (con discussione su un argomento di esperienza personale), i compagni riescono a capire ciò che………dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 6) Se interviene porgendo domande, sono in grado di capire ciò che dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 32 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 33 7) Durante un’interrogazione, io sono in grado di capire ciò che………dice con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. 8) Quando………comunica con i compagni o in classe o durante l’intervallo, si fa capire con: (+2) poca o nessuna difficoltà; (+1) qualche difficoltà; (-1) una certa difficoltà; (-2) molta difficoltà; e questo succede: (1) raramente; (2) spesso; (3) sempre. a) La compilazione deve essere effettuata cerchiando il valore numerico corrispondente alle difficoltà rilevate e alla loro frequenza. b) Il questionario deve essere compilato unicamente dall’insegnante di classe. 33 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 34 LOGOPaeDIA 2006; vol. 1: pag. 34-38 Ricerche e studi Indagine sullo sviluppo del linguaggio nella coppia gemellare Vincenza Piraino, Fernanda Molinaro Abstract La curiosità verso il mondo dei gemelli ha portato le Autrici a condurre un’indagine conoscitiva sullo sviluppo del linguaggio nella coppia gemellare, che al di là dei dati fisiologici e anamnestici raccolti, ha permesso di avere un contatto con una realtà che, per chi gemello non è, è quasi impossibile da interpretare ma assolutamente affascinante da osservare. L’indagine è stata effettuata, tra giugno e settembre 2003, su un campione di coppie gemellari individuato nella provincia di Catanzaro, di età eterogenea, sia monozigotiche che dizigotiche. Lo scopo del lavoro è stato quello di evidenziare come lo sviluppo del linguaggio nella coppia gemellare sia rallentato, o comunque diverso (linguaggio segreto, criptofasia) rispetto alla canonica evoluzione linguistica. Si è proceduto con la somministrazione di un test standardizzato e di un questionario formulato a tal fine. Parole chiave: Indagine, Coppia gemellare, Sviluppo del linguaggio, Criptofasia, Questionario PRESENTAZIONE Percorso seguito: I fase: II fase: III fase: strutturazione del questionario; somministrazione del test e compilazione del questionario in ambito socio-familiare; rilevazione ed elaborazione dei dati. Limiti dello studio: assenza di gruppo coppie gemellari seguiti in centri riabilitativi per terapia logopedica. 34 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 35 MATERIALI E METODI Il lavoro prevede la somministrazione di un test standardizzato* e di un questionario formulato dalle Autrici sul seguente gruppo di coppie gemellari. Si presenta per l’ indagine una casistica composta di: • • • • n. 5 coppie monozigoti di età compresa tra i 2 e i 6 anni; n.10 coppie monozigoti di età superiore ai 6 anni; n. 5 coppie eterozigoti di età compresa tra i 2 e i 6 anni; n.10 coppie eterozigoti di età superiore ai 6 anni. La suddivisione per fasce di età si è resa necessaria per il tipo di valutazione diverso applicato: si è utilizzato un test standardizzato di valutazione del linguaggio per i bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni*, (fino a quando cioè il linguaggio è in fase di sviluppo) per evidenziare un eventuale ritardo. Per il gruppo oltre i 6 anni si è utilizzato esclusivamente il questionario anamnestico con dati che ci hanno fornito risultati retrospettivi. Si è completata l’indagine con un questionario anamnestico rivolto ai genitori. Al fine dell’elaborazione dei dati finali, per il secondo gruppo, considerato gruppo di controllo, è stato preso in considerazione il periodo dell’età infantile. Il questionario integra la conoscenza dello sviluppo fisico e cognitivo del bambino con informazioni quali-quantitative, ripercorrendo la crescita fin dalla nascita. Si articola in 4 sezioni: 1. 2. 3. 4. Anamnesi fisiologica; Anamnesi patologica; Anamnesi socio-relazionale-affettiva; Linguaggio: valutazione della competenza ed esecuzione della comunicazione verbale e non verbale. Infine: per soggetti di età superiore ai 6 anni, informazioni in relazione al tipo di rapporto instauratosi nella coppia e al possibile ricordo di un linguaggio criptofasico. *“TVL:TEST DI VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO-livello prescolare”(Cianchetti-Sannio Fancello, 1997 Edizioni Erickson), che valuta il linguaggio in bambini dai due anni e mezzo ai sei anni. Il test prende in considerazione 4 parametri che risultano essenziali per una corretta valutazione del linguaggio: Comprensione di parole e frasi, Ripetizione di frasi , Denominazione, Produzione spontanea su tema. 35 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 36 I RISULTATI SONO STATI RIPORTATI IN GRIGLIE RIASSUNTIVE LINGUAGGIO nel gruppo di età compresa tra i 2 e i 6 anni Prime parole Entro 12 mesi 40% >12mesi 60% Problemi attuali Si 60% No 40% Presenti dislalie Si 70% No 30% Comparsa fraseSVC Entro 3 anni 40% >3anni 60% In casa Spontaneamente 90% Stimolato 10% Con gli estranei Spontaneamente 50% Stimolato 50% Linguaggio criptofasico Si No 40% Presenti disfluenze Si 10% No 90% Lateralità dx-dx 60% Sx-sx 60% 0% dx-sx 40% LINGUAGGIO nel gruppo di età superiore ai 6 anni Prime parole Entro 12 mesi 40% >12 mesi 60% Problemi attuali Si 10% No 90% Presenti dislalie Si 30% No 70% Comparsa fraseSVC Entro 3 anni 40% >3 anni 60% In casa Spontaneamente 80% Stimolato 20% Con gli estranei Spontaneamente 20% Stimolato 80% Ricordo di un linguaggio criptofasico Si 50% No 50% Presenza disfluenze Si 10% No 90% Lateralità dx-dx 30% Sx-sx 30% dx-sx Fattori presenti nelle percentuali indicate inibenti lo sviluppo linguistico Fattore Percentuale PREMATURITÀ 66,7% TRAUMI AL PARTO 82,6% PESO ALLA NASCITA INFERIORE A 2500 g 73,3% RICOVERI IN NEONATOLOGIA 65% RELAZIONE DIPENDENTE CON IL COGEMELLO 80% LINGUAGGIO CRIPTOFASICO (nelle coppie di età compresa tra i 2 e i 6 anni) 60% INSERIMENTO in medesimo gruppo SCOLASTICO 70% 36 40% Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 37 INTERPRETAZIONE DEL TEST STANDARDIZZATO Dopo aver somministrato il test a 10 coppie di gemelli, quindi a 20 bambini, sono stati presi in considerazione 7 parametri principali: l’età, la comprensione, la ripetizione, la denominazione, la costruzione della frase, lo stile e la lunghezza media dell’enunciato. Per i punteggi grezzi relativi alle prove di comprensione, ripetizione, denominazione, lunghezza media dell’enunciato viene assegnato un punto per ogni risposta corretta. La costruzione della frase viene valutata con i seguenti punteggi grezzi: 1 punto: 2 punti: 3 punti: 4 punti: 5 punti: 6 punti: 7 punti: parola-frase associazione di due parole frase incompleta frase “soggetto-verbo” con funtori frase completa “soggetto-verbo-oggetto” con funtori frase arricchita di altri elementi (aggettivi, avverbi…) frase principale completa con subordinata/e. La valutazione dello stile viene eseguita secondo i seguenti criteri: • enumerativo: semplice elenco degli elementi • descrittivo: descrive la scena, individua le azioni • narrativo: racconta una storia relativa alla scena • interpretativo: dà una spiegazione e una valutazione ai fatti. Abbiamo calcolato i punteggi grezzi per ciascuna prova e trasformato poi in punteggi ponderati attraverso l’ausilio di alcune tabelle di calcolo di punteggi ponderati compilate in base all’età dei soggetti. Si può concludere, come si evince dai risultati riportati, che nella coppia gemellare è sempre comunque presente qualche difficoltà di ritardo evolutivo nel linguaggio. Dalle griglie, infatti, è emerso che esiste una percentuale più bassa che si avvicina alla normalità e che quindi è indice di una lentezza evolutiva; l’adeguatezza alla norma si sposta in una fascia d’età più lontana. Se per esempio, la comparsa delle prime parole avviene normalmente al compimento del primo anno di età, nelle coppie gemellari esaminate è emerso che vi è un 20% in più di risposte negative rispetto a quelle positive; lo stesso fenomeno si ripete anche per la comparsa della frase strutturata secondo il modello SVC, dato rilevato sia nelle coppie di età compresa tra i 2 e i 6 anni sia nelle coppie di età superiore ai 6 anni. Comunque, se nell’ età evolutiva, le dislalie sono presenti nel 70% dei casi, con l’avanzare dell’età cronologica e quindi con l’ingresso in prima elementare, tale percentuale diminuisce (30%). Per la comprensione, vi è una percentuale più alta di 20 punti tra medie alte e medie basse (prevale la situazione di normalità). 37 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 38 La percentuale, invece, tra medie basse e medie alte è in negativo: • • • • del 50% per la ripetizione; del 30% per la denominazione; del 60% per lo stile di esposizione; del 40% per la lunghezza media dell’enunciato. Per la costruzione della frase, tutti i soggetti testati presentano una inadeguata acquisizione della struttura frastica. Tutte le risposte (a parte la comprensione di parole e frasi) danno in genere una lentezza e confermano, quindi, ciò che viene riportato in letteratura. Inoltre, è possibile riconfermare che i fattori legati alla gemellarità (tipo di rapporto col cogemello, prematurità, inserimento scolastico nella stessa classe…) influiscono notevolmente nello sviluppo linguistico e relazionale. L’indagine svolta, certamente non esaustiva per una così particolare e complessa problematica, ci porta comunque a esprimere grande soddisfazione. Il contatto umano con l’ “universo gemellare” si è manifestato come un “gioco” fatto di sguardi e di sorrisi, atteggiamenti di prepotenza e di sottomissione, comunque un mostrarsi per ognuno nella sua complessità di coppia e, all’interno della stessa, nella individualità della singola persona. Bibliografia 1. BARBIERI-FISCHIETTI, Crescere gemelli, Phoenix Editrice 2. CIANCHETTI-SANNIO FANCELLO, TVL-Test di Valutazione del Linguaggio-Livello prescolare, Edizioni Erickson 3. CIANCHETTI-SANNIO FANCELLO, TVL-Test di Valutazione del Linguaggio-Livello prescolare, Manuale delle illustrazioni, Edizioni Erickson 4. DE FILIPPIS CIPPONE, Nuovo Manuale di Logopedia; Edizione 1998, Edizioni Erickson 5. O.SCHINDLER, Breviario di Patologia della Comunicazione, volume secondo, terza parte, Edizioni Omega, 1980-Torino 6. VALENTE TORRE, La singolarità de doppio, studi sui gemelli, La nuova Italia 7. Opuscolo della Fondazione ASM per la Salute dell’Infanzia, Lo sviluppo del linguaggio nei gemelli 8. L.WRIGHT, Gemelli - I geni, l’ambiente e il mistero dell’identità, Garzanti Siti Web consultati: 9. www.ilmondodeigemelli.it 10. www.gemellandia.com Autori: Vincenza Piraino – Logopedista; Azienda Policlinico Universitario “Mater Domini” Catanzaro Fernanda Molinaro – Logopedista; Catanzaro 38 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 39 LOGOPaeDIA 2006; vol. 1: pag. 39-44 Ricerche e studi Approccio multidisciplinare alla labio-palatoschisi F. Klinger, B. Banzatti, C. Andretto Amodeo, A. R. De Caria, A.V. Pagliari, D. Ventura, M. Klinger Abstract La labio-palatoschisi è la malformazione più frequente del distretto cervico-facciale con un’incidenza di circa 1 caso su 700 nati vivi. Questa patologia è spesso causa di gravi alterazioni funzionali quali la mimica facciale, la respirazione, la deglutizione e la fonazione. Alle alterazioni funzionali si associa l’aspetto estetico che può determinare un notevole impatto sulla sfera psicologica del paziente. Gli Autori offrono una disamina di quelli che sono, attualmente, le linee guida del corretto approccio terapeutico-riabilitativo multispecialistico. Parole chiave: Labioschisi, Palatoschisi, Labio-palatoschisi, Funzione velofaringea Introduzione La labio-palatoschisi è la malformazione più frequente del distretto cervico-facciale con un’incidenza di circa 1 caso su 700 nati vivi. Si può presentare con tre quadri clinici in base alla struttura anatomica coinvolta: la labioschisi con fissurazione del labbro (fig. 1); Fig. 1 39 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 40 la palatoschisi con schisi del palato duro e/o molle (fig. 2); Fig. 2 la labio-palatoschisi con malformazione che interessa il labbro, il processo alveolare, l’osso mascellare, il palato duro e il palato molle (fig. 3). Fig. 3 Tutte le forme cliniche possono poi essere unilaterali o bilaterali e complete o incomplete. Sono spesso compromesse importanti funzioni quali la mimica facciale, la respirazione, la funzionalità tubarica, la deglutizione, la fonazione oltre che l’aspetto del paziente. Il corretto approccio a tale complessa patologia deve essere multi-disciplinare con il coinvolgimento di diverse figure professionali quali il genetista, il chirurgo plastico, l’otorinolaringoiatra, il logopedista e lo psicologico. Trascurare un aspetto nella cura e riabilitazione del paziente affetto da labio-palatoschisi e non instaurare al momento opportuno le terapie appropriate esiterà in danni morfo-funzionali e psicologici non quantificabili aprioristicamente. Vi è ormai accordo nel proporre l’intervento chirurgico per riparare le parti fissurate precocemente a partire dai 6 mesi così da ripristinare sia una corretta forma anatomica che le funzioni fisiologiche correlate. Secondo i protocolli più consolidati si procede preliminarmente alla riparazione del palato molle, del labbro e del naso e poi dopo i 18 mesi a quella del palato duro. Il razionale del timing di tale approccio è legato a due fattori: il passaggio all’alimentazione solida prima dell’età di un anno e il precoce sviluppo del linguaggio con i vocalizzi che richiedono una normale funzione velare e faringea. 40 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 41 Tappe dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione A poche ore dalla nascita il neonato inizia a comunicare attraverso diversi tipi di imitazione facciale quali la protrusione della lingua e delle labbra e l’apertura della bocca. Lo sviluppo del linguaggio inizia in questo periodo con il pianto come segnale di dolore e fame. Tra i due e i sei mesi compare il sorriso sociale rivolto a persone conosciute e la fase del balbettio (babbling fase) con emissione di espressioni di benessere, schiocchi, gorgoglii (g…/k…). Tra i sei ed i dodici mesi iniziano le forme di intersoggettività madre-bambino con le prime proto-conversazioni, compaiono i gesti quali l’indicare, il richiedere e il mostrare e la fase della lallazione (lalling fase) con sequenze ripetute vocale-consonante fino ad arrivare a pronunciare papà / mamma (lallazione variata vocale-consonante-vocale). Da questo momento inizia la fase vocale con il desiderio del bambino di comunicare con la comparsa di gesti convenzionali o di routine (fare ciao e battere le mani), gesti iconici (fare finta di) e lo sviluppo di competenze sociali. Le prime parole sono il verso di animali, cibi e indicatori di familiari. Tra i due ed i tre anni si assiste poi ad una rapida estensione del vocabolario e del linguaggio. Alterazioni del linguaggio nella labioplatoschisi Lo sviluppo del linguaggio dipende da un controllo a tre livelli: 1) la funzione motoria che implica una normale anatomia e funzione muscolare degli organi fono-articolatori; 2) la funzione uditiva che gioca un ruolo di feedback; 3) la funzione cognitiva che permette di attribuire un senso ai differenti fonemi. Tutte e tre questi livelli possono essere alterati nel paziente con labio-palatoschisi. L’anatomia alterata del labbro e del palato può determinare impossibilità da parte del paziente ad una corretta pronuncia, l’udito è ridotto con quadri di ipoacusia trasmissiva per le frequenti otiti siero-mucose e la funzione cognitiva è compromessa nei casi in cui la labio-palatoschisi rientri in quadri sindromici complessi. L’alterazione più tipica e costante nei pazienti con labiopalatoschisi è la perdita della funzione velofaringea. Nel corso del parlare e del deglutire il velo palatino e le pareti faringee agiscono come uno sfintere impedendo nel primo caso la sfuggita d’aria e di energia sonora e nel secondo caso di cibo e di liquidi dalla cavità orale in quella nasale. Nella labio-palatoschisi molti errori di articolazione sono legati alla mancanza di una separazione tra cavità orale e nasale e alla sfuggita di aria nella cavità nasale. I pazienti nel tentativo di mantenere un’adeguata produzione sonora alterano i fisio41 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 42 logici punti di restringimento (sfinteri) del tratto vocale con un’articolazione compensatoria che esita in stop faringei, glottici e laringei con comparsa di noduli laringei da iperfunzione. I suoni che richiedono un’adeguata pressione orale (p-t-k) sono deboli e sembrano sostituiti (da m ed n) per un’insufficiente aspirazione quando la pressione è rilasciata. Spesso nei pazienti affetti da labio-palatoschisi si osserva un’alterazione della risonanza della voce con un’ipernasalità per l’ampia comunicazione tra la cavità nasale e orale da grave insufficienza velo-faringea oppure al contrario un’iponasalità per ridotta vibrazione della cavità nasale da blocco nasale posteriore. Nei pazienti affetti da labio-palatoschisi nel corso dell’emissione delle consonanti fricative e africative che richiedono una forte chiusura dello sfintere velo-faringeo si assiste all’emissione di aria nasale. Tale errore di articolazione è legato all’incontinenza dello sfintere velo-faringeo e può essere clinicamente rilevabile o talvolta silente. Lo sfintere labiale gioca un ruolo essenziale nella produzione dei suoni bilabiali e dento-labiali. Nei pazienti con labio-palatoschisi le cicatrici che riducono la flessibilità del labbro superiore, l’ipoplasia del mascellare superiore, la presenza di morso aperto e la conseguente protrusione del labbro inferiore impediscono una corretta chiusura delle labbra e la pronuncia dei suoni bilabiali. La perdita di elementi dentari e le alterazioni degli spazi interdentari influenzano in particolar modo l’emissione dei suoni dento-alveolari. Valutazione del paziente con labiopalatoschisi La funzione velofaringea nei neonati e nei bambini è indagata indirettamente chiedendo ai genitori se la voce ha un tono nasale nel corso dei primi tentavi di parlare o se si verifica il rigurgito del cibo e dei liquidi dal naso nel mangiare. In questo caso si valuterà l’ipernasalità nel corso della produzione vocale. Si può porre un specchietto sotto il naso del bambino per obiettivare la sfuggita d’aria nel parlare con il suo appannarsi. Si indagherà sulla presenza di altri casi di labiopalatoschisi in famiglia e la frequenza delle otiti del bambino. Momento determinante per il successo del trattamento interdisciplinare del bambino affetto da labiopalatoschisi è l’educazione e il coinvolgimento dei parenti. Verranno spiegati loro i problemi correlati alla patologia e le tappe del lungo progetto chirurgico e riabilitativo. Si procederà ad un’accurata valutazione orale con attenzione alla localizzazione e al diametro della schisi, all’esame della posizione degli elementi dentari e dei rapporti occlusali ed al rilievo del volume delle tonsille palatine e del tessuto linfatico rinofaringeo. La rino-faringoscopia a fibre ottiche permetterà di valutare il velo palatino e le pareti faringee laterali e posteriori in condizioni sia statiche sia dinamiche. Il nasometro è lo strumento messo a punto per fornire un misura della nasalità 42 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 43 (“nasalance”) che è aumentata in caso di labio-palatoschisi per l’insufficienza velofaringea. Anche la valutazione aerodinamica pressione–flusso fornisce una misura quantitativa della funzione velofaringea e la rinomanometria precisa il grado di pervietà delle fosse nasali in caso di iponasalità. Cenni di terapia e genetica Nei casi in cui vi è un’importante insufficienza velofaringea con emissione udibile di aria, spiccata ipernasalità viene solitamente posta l’indicazione al trattamento chirurgico. La maggior parte degli Autori utilizza tecniche con lembi di avanzamento e rotazione secondo quanto proposto da Millard e Mulliken per la riparazione della labioschisi con simultaneo riposizionamento dell’ala nasale. La riparazione del palato molle e duro viene effettuata spesso in un unico tempo chirurgico secondo la tecnica proposta da Furlow. Nei casi in cui l’insufficienza velofaringea è lieve e solo durante la produzione dei suoni orali si opta per un comportamento di attesa (“wait and see policy”) indirizzando il paziente ad un trattamento logopedico con esercizi mirati al miglioramento del flusso respiratorio nasale e dell’articolazione orale, del controllo volontario (biofeedback) della nasalità e della forza di contrazione del palato. Sia la schisi labio-maxillo-palatina che la palatoschisi isolata sono due malattie poligeniche multifattoriali, ma ben distinte. Infatti in una famiglia con schisi labiomaxillo-palatina la probabilità che compaia una schisi isolata del palato è uguale a quella della popolazione normale e viceversa. Se uno dei due genitori è affetto da labio-palatoschisi e nessuno dei figli avuti è affetto, la probabilità che il prossimo figlio presenti una labiopalatoschisi è del 3% e dell’11% se uno dei figli avuti già presenta labio-palatoschisi. Se entrambi i genitori hanno labio-palatoschisi ed un figlio affetto le probabilità che il prossimo figlio presenti labio-palatoschisi salgono al 40%. Conclusioni I pazienti affetti da labio-palatoschisi isolata sottoposti a corretto trattamento chirurgico, logopedico e di ortodonzia svilippano una corretto linguaggio, al contrario dei pazienti in cui la labiopalatoschisi si accompagna ad altre malformazioni all’interno di quadri sindromici che esitano spesso in disturbi del linguaggio. Bibliografia DEVANI P, WATTS R, MARKUS AF. Speech outcome in children with cleft palate: aerophonoscopeassessment of nasal emission. J Craniomaxillofac Surg 1999 ; 27: 180-186 HARDING A, GRUNWELL P. Characteristics of cleft palate speech. Eur J Disord Commun 1996; 31: 331-357 43 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 44 MOERMAN M. Cleft palate speech. Acta Oto-Rhino-Laryngologica Belgica 2000; S4: 427430 MULLIKEN JB. Repair of the bilateral complete cleft lip and nasal deformity: state of the art. Cleft Palate Craniofac J 2000; 37: 342-347 PAAL S, REULBACH U, STROBEL-SCHWARTHOFF K, NKENKE E, SCHUSTER M. Evaluation of speech disorders in children with cleft lip and palate. J Orofac Ortop 2005; 66: 270-278 PAMPLONA MC, YSUNZA A, URIOSTEGUI C. Linguistic interaction: the active role of parents in speech therapy for cleft palate patients. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 1996; 37: 17-27 PETERSON-FALZONE SJ. Speech outcomes in adolescents with cleft lip and palate. Cleft Palate Craniofac J 1995; 32: 125-128 SMITH B, GUYETTE TW. Evaluation of cleft palate speech. Clin Plast Surg 2004; 31: 251260 WEINFELD AB, HOLLIER LH, SPIRA M, STAL S. International trends in the treatment of cleft lip and palate. Clin Plast Surg 2005; 32: 19-23 WYATT R, SELL D, RUSSEL J, HARDING A, HARLAND K, ALBERY E. Cleft palate speech dissected: a review of current knowledge and analysis. Br J Plast Surg 1996; 49: 143149 Autori: F. Klinger, B. Banzatti, C. Andretto Amodeo, *A.R. De Caria, A.V. Pagliari, D. Ventura, M. Klinger Istituto di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Università degli Studi di Milano U.O. di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva - Istituto Clinico Humanitas *U.O. di Otorinolaringoiatria - Ospedale di Piacenza 44 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 45 LOGOPaeDIA 2006; vol. 1: pag. 45-48 Ricerche e studi L’impatto emotivo e comunicativo delle nuove tecnologie sulla vita quotidiana dei sordi Cecilia Maria Sara Battaglia “…sembra sia cambiato l’atteggiamento dei sordi, essi appaiono diversi, sicuri di sé, convinti nel rivendicare la propria dignità. Questa nuova coscienza di sé rappresenta una rottura col passato” O. Sacks Abstract Poiché la comunicazione verbale (in particolar modo nella sua espressione orale) rappresenta da alcuni millenni la forma naturalmente preferenziale di interlocuzione, l’impossibilità di fruizione di questo mezzo comunicativo comporta molteplici difficoltà sul piano identitario e relazionale. Tali difficoltà portano in un breve lasso di tempo ad alcuni stati d’animo, perlopiù negativi: l’incomunicabilità porta i sordi a sentirsi incompresi, esclusi, insicuri, imbarazzati. Questi stati psicologici (naturali per la verità in qualsiasi caso di incomunicabilità, non solo quella legata a sordità) possono essere aggirati e parzialmente risolti attraverso l’uso della comunicazione non orale. Dalle ricerche effettuate è emerso che le persone sorde fanno un uso maggiore della tecnologia applicata ai nuovi mezzi di comunicazione, proprio perchè questi risultano altamente idonei (nella loro facilità d’utilizzo e diffusione) ad uno scenario di comunicazione che è sempre stato, fino ad ora, legato in maniera determinante all’articolazione del suono. Parole chiave: Esclusione, Difficoltà, Rapporto interpersonale, Comunicazione, Integrazione, Nuovi media, Abbattimento barriere, Benessere, Autostima, Possibilità Il mondo attuale, il contesto nel quale ogni persona della società quotidianamente vive, lavora, si sposta, è caratterizzato in maniera sempre più accentuata dalla comunicazione. I flussi di informazioni si intersecano tra loro, costituendo una rete fitta e intricata composta da immagini, testi, numeri, simboli, odori, gusti, sensazioni e – naturalmente – suoni. Questi ultimi giocano un ruolo particolarmente importante nel contesto comunicativo umano, nel quale la forma di dialogo per eccellenza è proprio il linguaggio orale. Da tale linguaggio, però, sembra rimanere esclusa una categoria di persone: i sordi. 45 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 46 Di fatto, l’uso quotidiano e prevalente del linguaggio vocale costringe le persone sorde a una tendenziale esclusione forzata da una molteplicità di momenti di relazione interpersonale nei diversi ambiti: quello familiare (con il suo corredo di piccole situazioni quotidiane), quello professionale (riunioni di lavoro, presentazioni ai partners professionali, pubbliche relazioni, condivisione di idee e giudizi) e quello sociale (assemblee, dibattiti, conferenze, ma anche relazioni amicali, interazioni con l’altro sesso, …). Il mondo dei sordi, come tutte le sottoculture, si forma in parte per esclusione (dal mondo degli udenti) e in parte in seguito all’aggregarsi di una comunità e di un universo intorno ad un differente centro, il suo centro. Poiché si sentono esclusi, i sordi possono sentirsi isolati, messi da parte, discriminati; in quanto formano un mondo sordo, volontariamente, per sé soli. Essi si sentono a proprio agio al suo interno, lo vedono come rifugio, dove vi sono persone che condividono lo stesso problema. Sotto questo aspetto il mondo dei sordi si sente autosufficiente, non isolato: ha cari il proprio linguaggio e le proprie immagini e vuole proteggerli. La sordità dunque, se è un problema, è innanzitutto un problema che ha le sue radici nel rapporto tra l’individuo e la società, o meglio: nel rapporto tra individui sordi e udenti. L’esclusione che viene percepita delle persone sorde, infatti, nasce senza dubbio alcuno dalla difficoltà che sperimentano nel semplice scambio di informazioni: la persona per concepirsi come parte di qualcosa (un gruppo, una comunità, un sistema, …) deve prima definirsi come entità. Per compiere questo passo, tuttavia, si necessita assolutamente di un rapporto interpersonale precedente; un rapporto che possa fornire un confronto con l’altro da sé. L’“io” di ciascuno, infatti, si forma attraverso il rapporto con un “tu”; è proprio attraverso questa relazione primaria che si costruisce la personalità di un essere umano e, nel contempo, si inizia a creare il sentimento di corrispondenza dal quale deriva l’idea stessa di appartenenza. Per instaurare tale rapporto, però, si necessita imprescindibilmente di un fattore chiave: la comunicazione. Senza di essa non è possibile formare la propria identità e sviluppare il sentimento di appartenenza che porta all’inclusione e all’integrazione con i nostri simili. Poiché la comunicazione verbale (in particolar modo nella sua espressione orale) rappresenta da alcuni millenni la forma naturalmente preferenziale di interlocuzione, l’impossibilità di fruizione di questo mezzo comunicativo comporta molteplici difficoltà sul piano identitario e relazionale. Tali difficoltà portano in un breve lasso di tempo ad alcuni stati d’animo, perlopiù negativi: l’incomunicabilità porta i sordi a sentirsi incompresi, esclusi, insicuri, imbarazzati. Questi stati psicologici (naturali per la verità in qualsiasi caso di incomunicabilità, non solo quella legata a sordità) possono essere aggirati e parzialmente risolti attraverso l’uso della comunicazione non orale. Tale comunicazione – che si avvale di diverse modalità e molteplici strumenti – ha certamente molti pregi, ma presenta anche difficoltà differenti da quelle suddette. Per quanto riguarda i pregi si segnala soprattutto la possibilità di una maggiore integrazione sociale, la consapevolezza di un’appartenenza che si può finalmente comunicare, confrontare, sperimentare. 46 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 47 A proposito delle difficoltà, invece, si possono presentare dei nuovi stati d’animo che derivano dalla natura stessa degli strumenti e dei linguaggi utilizzati: un minore appagamento, il sentimento di limitatezza, l’impersonalità legata a media che consentono l’interlocuzione a distanza ma eliminano altre caratteristiche della comunicazione paraverbale (come una chat di internet, che paradossalmente punta tutto sulle parole – un tempo precluse proprio ai sordi – elidendo completamente ciò che attiene l’espressione visuale e corporea della persona). Come appare evidente, dunque, l’aspetto psicologico gioca un ruolo particolarmente rilevante nell’interazione tra le persone, e in maniera ancora più accentuata tra i sordi e gli udenti. All’interno del quadro delineato si intuisce come la conoscenza della lingua dei segni, la possibilità di utilizzare un interprete e soprattutto l’introduzione degli ausili costituiti dalle nuove tecnologie, abbia permesso nel tempo una partecipazione “alla pari” tra le persone udenti e sorde alla vita sociale. È possibile infatti affermare che lo sviluppo di nuovi metodi di comunicazione abbia migliorato enormemente il livello di integrazione dei sordi, la qualità della loro vita, il loro benessere; grazie alla nascita del Dts, alla diffusione del Fax, all’avvento del Web e al boom del telefonino è avvenuta un’importante rivoluzione nella vita quotidiana di queste persone: ognuno di questi mezzi – in ragione delle differenti innovazioni tecnologiche di cui è dotato – ha prodotto modifiche sostanziali nella vita dei sordi. Le molteplici innovazioni forniscono un supporto specifico che aiuta la persona a superare gli ostacoli che si frappongono ad una normale comunicazione, modificando nel contempo il “rapporto” tra le persone con deficit uditivo e la scrittura. L’uso e lo sviluppo di questi strumenti, appunto, ha favorito il miglioramento delle competenze sintattiche e grammaticali di ragazzi e adulti nell’italiano scritto, ma ha anche permesso la riproduzione per iscritto dello stile colloquiale che caratterizza il linguaggio verbale, che era finora estraneo alle persone sorde. Tra i mezzi citati, quelli che hanno riscosso maggior successo tra la popolazione sorda – come peraltro in quella mondiale – sono certamente internet e il cellulare (nello specifico del servizio Short message, ossia l’SMS). Questi due strumenti, grazie alla loro versatilità e polivalenza, si sono diffusi molto velocemente, estendendosi a tutte le fasce della popolazione con poche distinzioni di età, sesso o istruzione, ma soprattutto all’interno della comunità sorda. I servizi offerti da questi media, sono davvero notevoli. Permettono alle persone con forme di disabilità di rendersi più autonome nella vita di tutti i giorni, di comunicare quando e dove desiderano con familiari, amici e istituzioni e di chiedere assistenza e aiuto in caso di bisogno. Tutto questo avviene in modo immediato e diretto; la figura di un udente non è più determinante come lo era prima, prima che fiorissero questi mezzi, prima degli anni Novanta. Dalle ricerche effettuate è emerso che le persone sorde fanno un uso maggiore della tecnologia applicata ai nuovi mezzi di comunicazione, proprio perché questi risultano altamente idonei (nella loro facilità d’utilizzo e diffusione) ad uno scenario di comunicazione che è sempre stato, fino a ora, legato in maniera determinante all’articolazione del suono. 47 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 48 I nuovi mezzi sono pensati per comunicazioni su grandi distanze e tra persone di culture diverse: ecco che nell’abbattimento di queste barriere ne trae vantaggio anche chi ha un deficit uditivo. È indubbio che non si è ancora giunti ad uno standard di comunicazione totale, ma la strada è tracciata. Rimangono evidenti alcune (forse troppe e macroscopiche) lacune che non permettono a tutti i cittadini di accedere e utilizzare pienamente quei servizi che sono patrimonio di tutti senza alcun tipo d’impedimento; le critiche vengono mosse, per lo più, da persone con alto grado di scolarizzazione. Si può affermare, quindi, che i mezzi sono diffusamente presenti, sebbene il loro utilizzo e funzionamento non possano dirsi ancora completo e totalmente efficace. La soddisfazione che deriva da questa nuova e ritrovata possibilità di giocare un ruolo nella società, grazie alle crescenti opportunità comunicative, incrementa il loro benessere, il loro senso di autostima, e sicuramente il coinvolgimento e l’impegno attivo nel perseguimento di obbiettivi stimola le risorse fisiche, cognitive ed emotive, costituendo un importante punto di forza per lo sviluppo e il conseguimento di successi personali. Questa forte motivazione deve essere adeguatamente valorizzata affinché le capacità delle persone sorde possano esprimersi pienamente. Tale dinamica può dunque essere efficacemente sfruttata come “leva” per conseguire nuovi risultati sul fronte della rieducazione o dell’insegnamento del linguaggio verbale orale. Essere costantemente immersi in un contesto che moltiplica l’uso verbale nelle diverse forme, porta i soggetti con problemi ad una maggiore familiarità con le parole stesse; questa familiarità può essere utilizzata proprio per veicolare la parte mancante di queste persone, ovvero la sonorità delle parole. Ecco allora la nuova sfida di chi, come i logopedisti, quotidianamente cercano di aiutare chi manifesta questi problemi a recuperare una piena funzionalità dell’apparato vocale: cercare nuove strade che uniscano potenzialità legate ai nuovi strumenti tecnologici con l’insegnamento delle tecniche per parlare; pensare a come creare dei ponti originali tra la parola scritta e quella pronunciata per abbattere ancora un altro mattone del muro, che ancora impedisce una piena e completa integrazione tra sordi e udenti. Bibliografia CASELLI, MARAGNA, RAMPELLI, VOLTERRA 1994 “Linguaggio e Sordità”, Firenze, ed. La Nuova Italia SACKS O. 1990; “Vedere voci”, edizioni Adelphi ZUCCALÀ A. 1997; “Cultura del gesto e cultura della parola: viaggio antropologico nel mondo dei sordi”; Roma: Meltemi Editore Autore Cecilia Maria Sara Battaglia, Dottoressa in Psicologia della Comunicazione, Via bellini 23 – 20099, Sesto san Giovanni (MI) 48 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 49 LOGOPaeDIA 2006; vol. 1: pag. 49-51 Recensioni Eleonora Carravieri CONFRONTARE E CLASSIFICARE. UN PERCORSO COGNITIVO LESSICALE EDITORE FRANCO ANGELI - 2006 Tutti i bambini normali imparano precocemente e facilmente la lingua parlata nel loro ambiente, senza bisogno di lezioni di grammatica, senza esercitazioni per arricchire il vocabolario, senza la guida di un professionista, senza le sanzioni scolastiche che li accompagneranno invece quando impareranno la lingua scritta. Nominare le cose e classificarle sono aspetti centrali del linguaggio, infatti la capacità di nominare apre al bambino tutto il mondo del significato diventando un indispensabile strumento cognitivo. I nomi contribuiscono alla conoscenza di nuove sfere di esperienze e guidano i bambini a notare caratteristiche comuni o differenzianti che diversamente sarebbero loro sfuggite. Il magazzino del lessico mentale è, nella norma, organizzato in modo efficiente infatti ha grandi dimensioni e variazioni interindividuali, la componente biografica risulta importante, ognuno conosce mediamente da 40 a 50 mila parole che dipendono dall’età, dal livello culturale, dal tipo di scolarità, dalla professione e dagli interessi personali. L’intervento su specifiche abilità linguistiche deviate o atipiche è a volte casuale nonostante i modelli e le teorie. Questo testo indica, nella prima parte, l’importanza e i meccanismi sottesi alle abilità di confronto e classificazione necessari per l’ampliamento del vocabolario e l’organizzazione semantica del linguaggio. Nella seconda parte è indicato come osservare l’organizzazione di un gruppo di parole e come applicare un metodo per la riabilitazione o l’educazione dell’arricchimento lessicale. Segue un eserciziario che ha principalmente lo scopo di soccorrere la fantasia dell’operatore ed è presente nel CD. È indirizzato all’autoistruzione FAD di logopedisti, insegnanti curriculari e di sostegno. 49 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 50 Francesco Benso NEUROPSICOLOGIA DELL’ATTENZIONE Teoria e trattamenti nei disturbi di apprendimento EDIZIONI DEL CERRO Via delle Orchidee, 17 – 56018 Tirrenia (PI) Tel. 050/37522 fax 050/37455 - www.delcerro.it info@delcerro Vi è sempre più larga condivisione sul fatto che i trattamenti attentivi siano necessari alla riabilitazione dei disturbi di apprendimento, che possono manifestarsi in età evolutiva o essere acquisiti (ad esempio nel trauma cranico). Il protocollo di lavoro che si occupa del recupero attraverso i trattamenti cognitivi in genere, deve contenere almeno tre requisiti necessari che gli utenti devono conoscere per valutare i vari tipi di intervento che vengono loro proposti: a) i trattamenti devono essere mirati e tarati perfettamente sul singolo soggetto; b) i trattamenti devono poter riabilitare attraverso l’iperapprendimento degli automatismi iposviluppati (nei disturbi di apprendimento in età evolutiva) o persi (nel trauma), è quindi necessaria una cadenza continua e sistematica; c) l’attenzione è una componente sottostante a tutte le funzioni cognitive, va quindi prevista, in qualsiasi protocollo riabilitativo, una sollecitazione della componente attentiva (compreso il sistema esecutivo); ne consegue che chi si occupa della riabilitazione cognitiva, a qualsiasi livello, deve conoscere sufficientemente la teoria gerarchica dell’attenzione e la complessità del sistema esecutivo. Lo scopo di questo Manuale è quello di suggerire rigorosi protocolli di riabilitazione cognitiva sviluppati prevalentemente sul versante dell’attenzione, supportati e giustificati dall’aspetto teorico. Vi sono, inoltre, illustrati in maniera puntuale, per quanto riguarda il paziente adulto, gli interventi sugli amnesici di tipo secondario e, per quanto riguarda l’età dello sviluppo, gli interventi sui disturbi da deficit di attenzione, sulle dislessie, sulle discalculie, oltre a cenni di interventi attentivi sulla comprensione del testo, sul problem solving, nonché esercizi di potenziamento preventivo a livello di scuola materna. Il Manuale è rivolto a tutti coloro che sono coinvolti nel trattamento riabilitativo cognitivo: clinici, educatori, ma anche familiari. È infatti ormai consueto (e i miglioramenti ottenuti ne danno atto, anche se in linea teorica il familiare è il meno indicato nell’intervento riabilitativo) creare al paziente anche nella vita quotidiana (extra-ambulatoriale) numerose occasioni di allenamento specifico, nei diversi ambienti e con varie figure che si incarichino di mantenere la funzione in questione attivata il più possibile, sotto la supervisione, naturalmente, del clinico esperto che segue un protocollo ben preciso supportato da valide linee teoriche. 50 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 51 Grazia Maria Santoro, Antonella Panero, Cristina Cianetti IL LIBRO DELLE COPPIE 2 Guida illustrata per la rieducazione logopedica dei disturbi fonetico-fonologici. I gruppi consonantici e le loro semplificazioni. EDIZIONI DEL CERRO Via delle Orchidee, 17 – 56018 Tirrenia (PI) Tel. 050/37522 fax 050/37455 - www.delcerro.it info@delcerro La maggior parte dei bambini in trattamento logopedico per disturbi del linguaggio manifesta difficoltà articolatorie (di produzione dei suoni linguistici) e/o fonologiche (di discriminazione e realizzazione dell’esatta sequenza dei fonemi che costituiscono la parola). Un elemento quasi sempre presente nella stesura del piano di trattamento è l’acquisizione dei gruppi consonantici, indispensabile per un corretto sviluppo del linguaggio orale e nell’acquisizione di quello scritto. Seguendo la linea del precedente e apprezzato Libro delle Coppie Minime 1, del quale costituisce il completamento, questo volume fornisce illustrazioni e materiale strutturato sulla base di criteri fonetico-fonologici, organizzati intorno al principio delle “coppie minime”; esso ha la finalità di far acquisire al bambino la capacità articolatoria e/o percettiva dei nessi consonantici mancanti nella sua produzione, sia essa orale o scritta. Nato come strumento per logopedisti e specialisti della terapia riabilitativa, questo manuale è pensato anche per gli educatori e i genitori, in quanto può costituire un supporto valido e accessibile per l’insegnamento di lettura e scrittura nel primo ciclo della scuola elementare. Il libro comprende: • i presupposti teorici che hanno supportato la realizzazione del materiale; • alcune proposte illustrate per l’impostazione articolatoria dei gruppi consonantici; • l’elenco delle coppie minime ottenute sulla base delle semplificazioni dei nessi consonantici della lingua italiana, e le immagini corrispondenti; • proposte di lavoro attraverso varie attività ludiche, per i diversi scopi riabilitativi e didattici. 51 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 52 LA FAVELLIANA Trent’anni di ricerca di supporti rieducativi dal mondo: i più avanzati e aggiornati per l’intervento in logopedia Ci associamo allo spirito e alle idee di base che giustificano la pubblicazione di questa Rivista offrendo il nostro apporto affinché possa continuare nel tempo questo Servizio a favore dello sviluppo e della ricerca in logopedia nell’ambito clinico-riabilitativo. A partire dal sostegno logistico alla diffusione capillare di LOGOPaeDIA, attraverso la promozione di ogni iniziativa volta a consolidare il rapporto tra e con le Associazioni Regionali, informando e partecipando a incontri, corsi e convegni, intendiamo affiancare i professionisti della comunicazione e del linguaggio in una prospettiva che vede - oggi come non mai – riconosciuto il valore del loro intervento e richiesto un livello qualitativo sempre più alto. Nuove aree di intervento da affrontare, sperimentazioni e ricerche da seguire, nuovi supporti da sviluppare e percorsi di formazione da promuovere saranno l’obiettivo e l’impegno futuro di tutti noi. Con la Vostra collaborazione! materiali per lo sviluppo e la rieducazione del linguaggio Via Val di Fiemme, 21 – 20128 Milano Tel. 02 2550650 - Fax 02 27000663 – Email: [email protected] www.logopedia.com 52 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 53 LOGOPaeDIA anno 2006 n. 1: pag. 53-56 Corsi e Congressi • DISFONIA INFANTILE SEMINARIO INTERNAZIONALE Napoli, Castel dell’Ovo 5 – 7 Luglio 2006 Segreteria Organizzativa tel. 081 400520 - 414119 – fax 081 4107097 • 40° CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI FONIATRIA E LOGOPEDIA Napoli 6 – 9 Luglio 2006 Sede: Hotel Continental – Napoli Segreteria Organizzativa tel. 081 7611085 – 668774 – fax 081 664372 • VESTIBOLOGIA “L. Cipparrone” Firenze 13 – 16 Settembre 2006 Segreteria Organizzativa: Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • ELEMENTI DI MANAGEMENT PER MEDICI Milano 18 – 19 Settembre 2006 Organizzato da: SDA Bocconi, School of Management Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • RIABILITAZIONE DEL SOGGETTO EMIPLEGICO DA ESITI DI STROKE Milano 23-24 Settembre 2006 Sede: Edi-Ermes – Viale Enrico Forlanini 65 – Milano Tel. 02 70211274 – fax 02 70211283 • URGENZE IN AUDIOLOGIA & FONIATRIA Ferrara 29-30 Settembre 2006 Sede: Hotel S. Girolamo dei Gesuati Via Madama 40 – Ferrara Segreteria Organizzativa Tel. 0532 595011 int. 49 53 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 54 • L’OTORINOLARINGOIATRIA E LA SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DI GRADO SEVERO (OSAHS) Milano 29 – 30 Settembre 2006 Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • RIEDUCAZIONE VESTIBOLARE Milano 5 – 6 Ottobre 2006 Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • PROFESSIONE LOGOPEDISTA: APPROPRIATEZZA, EVIDENZE SCIENTIFICHE, LINEE GUIDA Milano 7 Ottobre 2006 Sede: Salone Cristo Re, Via dei Cinquecento 1/A – Milano Associazione Logopedisti Lombardi Tel. 333 8272661 • CORSO DI PSICOTERAPIA E IPNOSI MEDICA PRIMO LIVELLO 7 - 8 Ottobre; 21 - 22 Ottobre; 4 - 5 Novembre 2006 Sede: Starhotel Excelsior, Via Pietramellara 51 (Piazza della Stazione) Bologna tel. 051.246178 Società Medica Italiana di Psicoterapia e Ipnosi; tel. 051.573046, fax 051.932309 • DISORDINI DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO VERBALE E SCRITTO: ASPETTI DIAGNOSTICI E RIABILITATIVI Busto Arsizio 14 – Ottobre 2006 Sede: TECNOCITY Molini Marzoli – Sala Tramogge Via Molino 2 – Busto Arsizio (VA) Tel. 0331 639328 – Fax 0331 322710 • CHIRURGIA ENDOSCOPICA RINOSINUSALE Catania 20 – 21 Ottobre 2006 Segreteria Organizzativa: Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org 54 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 55 • QUALCOSA DI NUOVO NELLA DIAGNOSI E TERAPIA DEGLI ACUFENI? Ferrara 27-28 Ottobre 2006 Sede: Hotel S. Girolamo dei Gesuati Via Madama 40 – Ferrara Segreteria Organizzativa Tel. 0532 595011 int. 49 • VII CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA OMEOPATICA Città del Vaticano 10-13 Novembre 2006 Sede: Pontificia Universitas Lateranensis Piazza San Giovanni in Laterano 4 – Città del Vaticano Segreteria Congresso: I.R.M.S.O. Tel. 06 3242843 • DIAGNOSI AUDIOLOGICA E GENETICA DELLE IPOACUSIE INFANTILI Milano 16 – 18 Novembre 2006 Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • ATTUALITÀ IN OTOLOGIA: TECNICHE CHIRURGICHE ED ESPLORAZIONE FUNZIONALE Nizza 24 – 25 Novembre 2006 Segreteria Organizzativa: Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • SORDITÀ NEL BAMBINO E NELL’ANZIANO: PROTESI, MA NON SOLO… Ferrara 24-25 Novembre 2006 Sede: Hotel S. Girolamo dei Gesuati Via Madama 40 – Ferrara Segreteria Organizzativa Tel. 0532 595011 int. 49 55 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 56 • ACUFENI E IPERACUSIA: MANAGEMENT CLINICO E RIABILITATIVO Milano 30 Novembre – 1 – 2 Dicembre 2006 Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org • PATOLOGIA DELL’ORECCHIO ESTERNO E MEDIO: ASPETTI ANATOMO-RADIOLOGICI, FISIOPATOLOGICI E CLINICI Milano 11 – 12 Dicembre 2006 Sede: via Ripamonti 133 – 20141 Milano Fondazione A. Charles Holland CRS Tel. 02 57312361 – www.crsfoundation.org 56 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 57 RIFLESSIONI DEL LETTORE 57 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 58 RIFLESSIONI DEL LETTORE 58 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 59 RIFLESSIONI DEL LETTORE 59 Logopedia1/06 26-07-2006 16:03 Pagina 60 RIFLESSIONI DEL LETTORE 60