LO SPORT - IC Angelo Musco
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LO SPORT - IC Angelo Musco
LO SPORT, PASSIONE TRAVOLGENTE! Anno scolastico 2015/2016 Che cosa è lo sport La parola sport è una voce Inglese che deriva dal francese antico “disport,desport” corrispondente al nostro “diporto” questa parola significava “spasso, divertimento”, ma soprattutto “esercizio corporale, sportivo” : in questo senso veniva già usata in Italia nel 1500. Lo sport, quindi, è il complesso di tutti gli esercizi sportivi, gare, le competizioni che l’uomo compie, da millenni, per sviluppare e migliorare la propria capacità fisica e morale, per ricreare il proprio fisico e la propria mente, per superare sempre i limiti che via via raggiunge nelle varie competizioni. L’uomo fa dello sport perché ne sente il bisogno, in caso di prova la gioia della competizione del moto, dello sforzo, perché vuole migliorare tutte le proprie possibilità. Non per nulla i giochi sportivi nascono spontaneamente tra i bambini. Dal gioco singolo a gioco in comune Fino a 4-5 anni, ogni bambino, anche se si trovava con gli altri, è portato a giocare per conto proprio. Dopo i cinque anni circa i bambini cominciano a unirsi fra loro per giocare insieme, in collaborazione . CLASSI VC e VD Dal gioco allo sport Poi, accadde quello che deve accadere: un giorno che i bambini si troveranno a correre assieme, ciascuno cercherà di correre più forte degli altri ; e un giorno che si troveranno a lanciare sassi, ciascuno cercherà di lanciare il suo più lontano di tutti. Nasce così, spontaneamente, la gara, la competizione: nasce cioè lo sport . Quello sport spontaneo, poi, fra gli adulti troverà delle regole ben precise, una rigogliosa disciplina e una organizzazione completa. Lo sport moderno nasce infatti dalla scienza; i risultati “ incredibili “ che si susseguono puntualmente ogni anno dipendono da queste tre cause : una sempre più perfetta conoscenza dell’organismo umano; una preparazione scrupolosa e scientifica di questo organismo, attraverso nuovi sistemi di allenamento ; l’uso di attrezzature, di impianti e di strumenti tecnici perfezionati. Allenamento L’allenamento , il grande, fondamentale “ segreto “ di ogni sport, è la costante e graduale preparazione fisica e morale dell’atleta, destinata a fargli raggiungere il miglior stato di “ forma” : lo stato cioè che gli permetta di conseguire le massime prestazioni possibili, l’allenamento è un processo fisiologico, cioè migliora tutte, o quasi, le funzioni dell’organismo : esso infatti viene “potenziato” in maniera sbalorditiva. Campioni sportivi si nasce, nel senso che si deve avere già un’attitudine e un fisico adatto : ma si deve anche essere scoperti, selezionati e preparati. E per questo sono necessarie applicazioni tecniche complete, perfezionate (e costose). Così negli attrezzatissimi centri di preparazione, i giovani, preparati da allenatori e istruttori di classe (spesso ex campioni) eseguiti e controllati da medici sportivi, conducono la loro vita disciplinare e serena, si preparano a raggiungere misure nuove, sempre migliori. Non solo :ma imparavano a sentire la bellezza, il valore dello sport, imparavano che lo sport è sacrificio, è lotta leale allo scopo di migliorare , oltre il corpo, anche l’animo dell’uomo. Il vero sportivo è un uomo completo. Poiché raggruppa movimenti semplici, elementari con il podismo di lotta in salti ed in lanci, l’atletica, è uno sport senza un’origine precisa. Noi sappiamo che furono i Greci a darle precise regole e ad assegnare agli atleti un posto di grande importanza nella vita civile : essi, a partire dall’anno 776 a.C. importanza le “olimpiadi “ , che agli inizi consistevano unicamente in ogni corsa e crearono la suddivisione, mantenuta ancora oggi, in “atletica leggera” e in atletica pesante. ASIA BAGLI, SORAJA PISTONE, AURORA CAMPISI IA CLASSI VC e VD ANDREA RINAUDO, MARCO RUSSO, BONANNO FRANCESCO, PETROLITI SAMUALE IA La Storia dello Sport In età preistorica l’attività fisica era strettamente legata alla sopravvivenza e gli uomini dovevano essere scattanti,efficienti e pronti ed atletici . Anche le danze rituali contribuivano a mantenere in allenamento ed in esercizio il corpo. A partire dal quarto millennio a.C. si svilupparono in Mesopotamia una serie di civiltà nelle quali l’attività fisica era legata ad espressioni di forza e destrezza: discipline come il nuoto, l’equitazione, la lotta vennero utilizzate, come profitto per le guerre, ma è da specificare che solo la classe governata si dedicava alla pratica fisica. In oriente venne data molta importanza ai giochi che erano spesso legati a cerimoniali religiosi fatti per propiziare la fertilità e l’abbondanza . Analisi Del Medioevo Nacque così in India il tiro alla fune, eseguito tra due squadre disposte sulle opposte rive di un fiume, che cercavano di trascinare gli avversari nell’acqua . Il gioco aveva una simbologia di purificazione, il gioco dell’altalena, invece, con il suo movimento che avvicina la Terra al cielo e il cielo alla Terra, rappresentava l’unione di aspetti materiali e spirituali. 5^ D e 5^C Scuola Primaria Lo sport degli antichi Egizi Il termine sport è l’abbreviazione della parola inglese di sport che significa divertimento. La parola francese desport deriva dal latino deportare, che significa allontanamento, proprio del suo significato. Deportare significa portarsi lontano, cioè stava a significare uscire fuori dalla porta dalle mura cittadine per svolgere attività fisiche. E’ noto come Amenothejr II, settimo sovrano della VIII Dinastia (1424-1398 a.C.) andasse fiero della propria abilità come arciere, podista, rematore e conoscitore di cavalli. Non lontano dal lato del Nord-Est della Sfinge, ad esempio, è stata ritrovata una Stele del Tiro con l’Arco. In Africa del Nord, nella bassa valle del Nilo, nel 300 a.C. si sviluppò una civiltà antica e importante. La loro religione influenzò la crescita della civiltà egiziana, stimolando anche l’esercizio fisico. La concezione dello sport come attività che coinvolge le abilità umane di base (fisiche e mentali), esercitarle costantemente al fine di migliorarle e utilizzarle successivamente in maniera più proficua, ci fa capire come lo sport sia antico almeno quanto lo sviluppo dell’intelligenza umana. Per CLASSE IV A l’uomo primitivo, l’attività fisica priva dell’agonismo dei nostri giorni, era solamente un modo molto utile per migliorare la propria conoscenza della natura e la padronanza dell’ambiente che lo circondava. CLASSE IV E FABIANA LA VECCHIA Le iscrizioni sugli antichi monumenti egizi indicano che già al tempo dei faraoni venivano praticate molte attività sportive a scopo essenzialmente ludico: lotta, ginnastica, pugilato, nuoto. I faraoni, nonché i dignitari e gli uomini di stato dell’antico Egitto, assistevano a gare sportive con assiduità e ne favorivano lo svolgimento. Dai geroglifici è stato possibile stabilire che già millenni prima dei greci, gli antichi egiziani avevano provveduto a stabilire le regole di base per alcuni giochi, ad affidare il controllo della regolarità delle gare ad un arbitro neutro, a dotare i giocatori di uniformi e ad adornare i vincitori assegnando loro collari di fogge particolari, sia al vincitore sia al perdente e veniva reso omaggio. FABIANA LA VECCHIA IV E CLASSE IV A CLASSE IV A AURORA NAPOLI IC Giochi olimpici antichi I Giochi olimpici antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte ogni 4 anni nella città dell'antica Grecia, Olimpia, storicamente dal 776 a.C. al 393 d.C.. Nell'antichità, si tennero in tutto 292 edizioni dei Giochi olimpici. Il primo documento scritto che può riferirsi alla nascita delle Olimpiadi parla di una festa con una sola gara: lo stadion (gara di corsa). Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in tutta la Grecia antica. Successivamente altri sport si aggiunsero alla corsa con il numero delle gare che crebbe fino a venti, per durare sette giorni. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, re degli dèi. Le gare prevedevano: pugilato, la corsa, il pentatlon cioè un insieme di 5 gare come il salto in lungo, la corsa, il lancio del disco, il lancio del giavellotto, la lotta - e faceva parte dei giochi olimpici anche la corsa dei cavalli. STRANO ANNA MARIA IC AGATINO SIGNATI I C AURORA NAPOLI IC I vincitori delle gare venivano fatti oggetto di ammirazione e immortalati in poemi e statue, e fregiati di una corona di alloro. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in tutta la Grecia. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come "Olimpiade". La partecipazione era riservata ai cittadini greci maschi liberi. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti permetteva solo ai membri delle classi più facoltose di prendere in considerazione la partecipazione. A differenza dei Giochi olimpici moderni, solamente uomini che parlavano la lingua greca potevano partecipare alle celebrazioni. STRANO ANNA MARIA IC AGATINO SIGNATI I C Il giavellotto Il giavellotto è un tipo di lancia usato come arma da lancio. Nell’antichità si ha traccia dell’uso del giavellotto anche in competizione di abilità. Per esempio, nell’antica Grecia veniva praticata una gara di tiro al bersaglio con esso. GABRIELE PETROLITI II C GABRIELE PETROLITI II C DISCOBOLO Il discobolo è una scultura realizzata intorno al 455 a.C. da Mirone. La statua originale era in bronzo. L’opera venne fisa per la città di Sparta e rappresentava un atleta nell’atto di scagliare il disco Lo sport nell’antica Roma Il circo e le corse Agli albori della storia di Roma, in un vasto spiazzo paludoso solo parzialmente bonificato tra Palatino ed Aventino, pastori e contadini dei villaggi circostanti diedero vita alle prime corse dei carri. Nasceva così il Circo Massimo, il più grande complesso monumentale dell’antichità. All’origine erano gare austere; col tempo i Romani si recavano al Circo per divertimento, soprattutto quando avevano scommesso sopra una fortuna. Dalle 12 costellazioni dello zodiaco l’auriga (il sole), vestito delle 4 stagioni (fazioni: bianca-inverno, verde-primavera, rossa-estate, azzurra-autunno), iniziava il suo percorso intorno alla Terra (pista) ed al mare (fossato di protezione degli spettatori), seguendo l’orbita dei 7 pianeti (i 7 giri della gara). La passione, il tifo e il fanatismo toglievano il sonno ai Romani e non solo ai disoccupati. L’imperatore Caligola mangiava e soggiornava continuamente nelle scuderie dei cocchieri verdi. Le gare avevano inizio con il corteo che entrava dall’arco di trionfo, accolto dalla folla festante. I concorrenti andavano a prendere posto nelle postazioni di partenza secondo un ordine estratto a sorte, divisi nelle 4 fazioni. Il segnale di partenza era dato dal magistrato con il lancio di un drappo bianco. I box si aprivano contemporaneamente. Gli aurighi guidavano in piedi sui leggeri carri di legno a 2 ruote, la testa protetta dal casco di metallo e le gambe da fasce, le briglie strette nella mano sinistra e la frusta nella destra. I momenti di tensione massima, per aurighi, cavalli e spettatori erano il superamento delle mete poste alle 2 estremità della spina. Il numero dei giri che venivano man mano completati era segnalato da sette grandi uova alternate, a partire dall’età di Augusto a sette delfini che venivano progressivamente abbassati. Alcuni aurighi e cavalli divennero estremamente famosi. I padroni degli spettacoli erano come nei giochi gladiatori, figure poco raccomandabili di manager. I giochi circensi, biasimati e combattuti dalla Chiesa, godevano ancora di enorme popolarità nel basso impero. Le corse cessarono del tutto nel 545 d.C., con l’ultima rappresentazione data da Totila. 1°A Scuola Secondaria GABRIELE DI MAGGIO 1 A I giochi gladiatori Gli spettacoli gladiatori hanno origine in antiche e crudeli cerimonie funebri comprendenti anche un sacrificio umano sulla tomba del defunto. Introdotti a Roma nel 264 a.C., furono ufficialmente istituiti nel 105 a.C. L’imperatore Augusto regolamentò la materia; i tentativi di renderli più umani, come quelli fatti dall’imperatore filosofo Marco Aurelio, si rivelarono provvisori ed inutili. Solo il Cristianesimo, portatore di nuovi valori, riuscì a porvi fine. Gli spettacoli erano annunciati alla popolazione con volantini e con scritte sui muri. I gladiatori erano per lo più schiavi, prigionieri di guerra, criminali condannati a morte,anche uomini liberi, figli di nobili famiglie rovinate. La disciplina della vita di caserma era talmente crudele da spingere spesso i gladiatori al suicidio. Le celle dove alloggiavano erano buie e sporche. L’unica consolazione era il cibo; molti di questi miserabili campioni riuscirono ad accumulare ricchezze incredibili. Lo spettacolo aveva inizio la vigilia con un grande banchetto offerto in onore dei combattenti ed aperta al pubblico degli amici, allenatori, scommettitori, tifosi. La giornata di giochi si apriva con la “venatio” (caccia) che si dava all’alba; i condannati a morte “ad bestias” (alle fiere) erano spinti nell’arena, in attesa che dalle botole dei sotterranei, per mezzo di montacarichi, facessero la comparsa le belve affamate. Il personale dell’anfiteatro provvedeva a ripulire l’arena dei resti e a gettare nuova sabbia su quella imbrattata di sangue. L’anfiteatro Flavio, il più imponente del mondo antico con 45.000 posti a sedere e 5.000 in piedi, mostra ancora oggi in modo chiaro le soluzione adottate dagli architetti romani. La disposizione degli spettatori sugli spalti rispettava una precisa gerarchia sociale. I combattimenti erano introdotti dalla parata dei gladiatori che, in ordine militare, facevano il giro dell’arena e salutavano l’imperatore e le autorità “Ave imperator morituri te salutant! ”. Il combattimento si svolgeva anche tra gladiatori di classi diverse: armato di tridente e rete opposto ad un murmillo (combattente con elmo gallico a forma di pesce) dallo scudo rettangolare e spada. Un fracasso assordante di strumenti liberamente suonati accompagnava i combattenti. Al vinto ferito non rimaneva che chiedere grazia al vincitore, il quale spesso rimetteva la sentenza alla scelta del pubblico “Missum!”(Libero!), “Ingula!” (sgozzato!). I vincitori erano compensati con piatti di monete, e spesso anche con l’immediata libertà. Solo nel 404 l’imperatore Onorio riuscì a porre definitivamente fine ai giochi gladiatori. La stessa passione i Romani manifestarono per la caccia in cui agli uomini si sostituivano le bestie in spettacoli non meno ripugnanti. I momenti di pausa erano assicurati da scene di belve addestrate, come nei moderni circhi, a svolgere esercizi in contrasto con la loro indole. Per l’inaugurazione del Colosseo furono uccisi 5. 000 animali in un solo giorno. Solo Totila nel “VI”secolo riuscì a vietare definitivamente in Italia tali giochi. 1^A Secondaria Lo sport nell’antica Roma Le gare atletiche si dicevano “cartamina Greca” (cioè giochi di tipo Greco).Vennero per la prima volta organizzate a Roma nel (186 A.C.) a cura di Marco Fulvio Nobiliare conquistatore di Ambraccia. Narra Zito Livio che queste gare, segnanti il trionfo, parteciparono atleti Greci e forse anche Romani, con esclusione degli Etruschi. Nel (167 A.C.) Emilio Paolo per la vittoria su Perseo , Re di Macedonia,fece venire a Roma Atleti e nobili cavalieri.In Epoca Augustea i giochi olimpici atletici entrarono in modo stabile nei programmi pubblici; Augusto le istitu ì Uicogoli vicino Azio per la famosa vittoria nel (31 A.C.) dai giochi furono chiamati “Actia”. Nel (86 A.C.) Domiziano istituì in onore di Giove Capitolino una triplice gara a carattere musicale , ginnico ed equestre . Il “Certamen Iovi Capitolino” costituì il nuovo ciclo di giochi atletici in contrapposizione ai giochi olimpici in onore di Zeus, ai Pitici in onore di Apollo Pizio, agli Istmici e ai Nemei. Allenatori, dieta e premi AURORA CAMPISI 1A Nei tempi più antichi non esistevano gli allenatori , gli atleti si allenavano sulla base delle proprie conoscenze, le discipline erano divise nella classe pesante e leggera. Gli atleti Romani, di solito,portavano i capelli annodati a crocchia sulle sommità del capo e si facevano depilare e massaggiare il corpo ricoprendolo di olii e polveri speciali. Anche il regime alimentare era tenuto in grande considerazione perché gli atleti dovevano godere di buona salute ed essere molto muscolosi. Il premio dei vincitori era una corona di foglie di alloro nei giochi olimpici e pitici, di apio (sedano selvatico) negli istmici e nemei,di spiga nei Sebastà.Non c’erano solo premi in corone ma anche in denaro, offerto dalla città di origine. Il termine atleta deriva dal Greco “Athlon”, cioè premio. Tipologia delle discipline atletiche Le varie competizioni avevano luogo nello stadio, il cui nome (Stadion) indicava l’unità di misura pari a 600 piedi. La gara podistica per eccellenza fu la corsa dello stadio, gara di velocità sulla distanza di circa 180 metri, eseguita da atleti nudi e scalzi. Le false partenze furono punite per molto tempo con l’uso del bastone o della frusta. La lotta , il pugilato e il pancrazio erano le 3 discipline che costituivano l’atletica pesante. Negli incontri di lotta erano vietati pugni e calci ma ammessi gli sgambetti e tutte le prese sulla parte superiore del corpo . Il pugilato aveva regole precise , non erano previste pause durante l’incontro e il bersaglio preferito era la testa; spesso l’esito era mortale. Il pancrazio era un insieme di lotta e pugilato; si gareggiava a mani nude ed era permesso tutto, tranne mordere e graffiare. Era la disciplina più violenta. Il pentathlon era la disciplina sportiva più completa. Essa comprendeva: Il salto in lungo, il lancio del disco e del giavellotto, la corsa di uno stadio e la lotta. A conclusione delle gare veniva eseguita una processione al tempio dedicata all’Imperatore e a Roma. La vittoria era aggiudicata al vincitore di 3 gare su 5. CLASSE IA Lo sport nel periodo fascista Con l’avvento del fascismo e con la salita al potere di MUSSOLINI nell’ottobre 1922 maggiore importanza venne riservata allo sport .In quanto lo stesso movimento fascista nasceva da un bisogno di azione. MUSSOLINI fu il primo a dare di se un’immagine di uomo sportivo. Pochi anni dopo l’instaurazione del regime totalitario, all’inizio doveva occuparsi dell’educazione sia fisica che morale dei giovani italiani fascisti svolgendo il suo ruolo anche nell’ambito scolastico dell’educazione fisica. L’educazione fisica divenne nel regime fascista, strumento di propaganda poiché agli studenti che conseguivano successi nello sport, venivano attribuiti meriti pari, se non superiori alle altre discipline. Nel 1923 era nata la FIAF federazione italiana femminile nel frattempo il successo riscosso dallo sport aumentava, la donna sportiva era ammirata, anche se ciò era soggetto a critiche a parte della chiesa, contraria alla pratica dell’attività sportiva femminile. La donna sportiva era appoggiata da alcuni intellettuali fascisti ,che vedevano importante per la crescita dello Stato ,non solo l’uomo forte ma anche la donna doveva essere forte A partire dal 1925 il regime fascista avviò un vasto programma di nazionalizzazione del tempo libero , dai divertimenti, agli sport e il primo fu la creazione dell’Opera Nazionale del lavoro . nel 1936 l’Italia partecipò alle olimpiadi e conseguì ottimi risultati nell’atletica. Tale successo si trasformò in un momento di propaganda politica , in quanto il primato dello sport dava lustro all’Italia e pertanto al regime fascista che era al governo. L’ENEF , ente nazionale dell’educazione fisica fu il primo ente ad occuparsi realmente all’educazione fisica nelle scuole. Successivamente nacquero l’opera nazionale balilla, che si occupava dell’educazione fisica sportiva dei bambini dai cinque ai diciotto anni , il GUF , che vi guardava il giovani universitari fascisti. Di sport fondamentali che venivano praticati erano : L’ATLETICA LEGGERA, GLI SPORT INVERNALI, IL CICLISMO , IL NUOTO , IL PUGILATO , IL TIRO A SEGNO . IN tutta l’Italia vennero costruiti stadi piscine e palestre 3A Abbigliamento Era costituito dalla classica camicia nera, fazzoletto azzurro, pantaloncini grigio verde, fascia nera, fez ( il copricapo arabo mutuato dagli arditi): la divisa dei balilla tradiva l’impostazione paramilitare (e propedeutica alla leva militare vera e propria) dell’ONB. Quasi sempre presente nelle esercitazioni, era inoltre il moschetto Balilla (in versione giocattolo per i figli della Lupa.) 3A Opera nazionale balilla L’ONB fu sin della sua fondazione concepita dai fascisti come uno strumento di penetrazione nelle istituzioni delle scuole : ad essa venne affidato l’insegnamento dell’educazione fisica ai ragazzi. Presidi e insegnanti erano tenuti ad aprire le strutture scolastiche alle iniziative dell’ONB ed a invitare gli alunni di tutte le età ad aderirvi. L’ONB gestiva anche corsi di formazione e orientamento professionale,corsi sport-scolastici per adulti,corsi di puericultura e d’economia domestica per le donne,oltre a migliaia di scuole rurali. L’Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un ente di stato del regno d’Italia istituto con legge votata dal parlamento durante il ventennio fascista. La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso detto “Balilla” il giovane Genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti Austriaci del 1746… un immagine di modello rivoluzionario cara al regime Fascista. 3A Dirigenza L’ opera nazionale balilla e per l assistenza e per l’ educazione fisica e morale della gioventù “veniva governato a livello nazionale e da un consiglio centrale” , invece al livello locale del “comitato provinciale” CONSIGLIO CENTRALE: il consiglio centrale composto da un presidente e vice presidente e da ventitrè consiglieri nominati decrerioli su proposta del CAPO DEL GOVERNO PRIMO MINISTRO. Il presidente era scelto tra gli uffici di grado non inferiore e quello di console generale (IN SERVIZIO OTTIMO FUORI QUADRO)della MALIZIA INVOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE ,udito il comandante generale della malizia stessa .tanto il presidente che il vice presidente duravano in carica quattro anni e potevano essere riconfermati. fanno parte del consiglio centrale ,due rappresentanti del ministero dell’interno di cui una delle direzioni generale di sanità a un rappresentante per ciascuno dei ministeri della FINANZA , della GUERRA , delle MARINE , DELL’AERONAUTICA ,DELL’ISTRUZIONE DELL’ECONOMIE NAZIONALI ,disegnati dai rispettivi ministri ,nonché in ufficiale superiore della MILIZIA VOLONTARIE PER LA SICUREZZA NAZIONALE disegnato dal comandante generale della MILIZIA stessa ,un rappresentante delle federazioni gimmico –spotive designati dal comitato olimpionico nazionale italiano, DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE ITALIANE , e un RAPPRESENTANTE dell’OPERA NAZIONALE del dopo lavoro. Gli altri componenti del consiglio centrale venivano selti fra persone specialmente competenti delle discipline relative dell’ ASSISTENZA dell’ educazione fisica e morale della gioventù preferibilmente fra i benemeriti. 3A Opera nazionale balilla La creazione: Dopo la marcia su Roma , il nascente regime Mussoliniano si pose il problema di come “fascistizzare” la società, a partire dai più giovani: nel Dicembre 1925 Mussolini diede all’ex ardito Renato Ricci la guida del movimento giovanile del PNF (l’ Avanguardia giovanile fascista) con il compito, di “riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico” per l’occasione Ricci prese contatti in Inghilterra con Robert Baden-Powell , fondatore dello scautismo ( che secondo lo stesso Ricci gli avrebbe dato “ preziosi consigli”), ed in Germania con gli esponenti della Bauhaus. Una legge del 3 aprile 1926 sancì così la nascita dell’ Opera nazionale balilla (ONB), che Ricci avrebbe diretto fino al 1937. Complementare, all’istruzione scolastica, l’ONB era “finalizzata… All’assistenza e all’educazione fisica e morale della gioventù”. Vi avrebbero fatto parte i giovani dagli 8 ai 18 anni, ripartiti in due sottoistituzioni: i balilla e gli avanguardisti. “ L’Opera nazionale balilla per l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù” (nome completo dell’ente di stato) fu fondata nel 1926 come ente autonomo, l’ ONP confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento, nella GIL (Gioventù italiana del littorio) a partire dal 1937. L’ONB mirava non solo all’ educazione spirituale, culturale e religioso, ma anche all’ istruzione premilitare, ginnico-sportivo, professionale e tecnico. Scopo dell’ ONB era in fonte nei giovani il sentimento della disciplina e della educazione militare, renderli consapevoli della loro italianità e del loro ruolo di “fascisti del domani”. Opera nazionale balilla II Nel 1927 il regime fascista sciolse per legge le organizzazioni giovanili non fasciste, tra cui le associazioni scout: il Corpo nazionale giovani esploratori italiani (pluriconfessionale) fu sciolto quell’ anno; l’ associazione scoutistica cattolica italiana (ASCI) fu obbligata a chiudere tutti i reparti nelle località sotto i 20.000 abitanti, prima della chiusura completa nel 1928; l’associazione dei ragazzi pionieri italiani (ARPI) cessò volontariamente le attività. Molti scout continuarono a svolgere le proprie attività in clandestinità e parteciparono attivamente alla lotta antifascista. Uno dei principali gruppi che continuarono le attività fu quello delle Aquile randagie, a Milano e alcuni gruppi scout italiani all’estero proseguirono le loro attività. L’unica organizzazione rimasta attiva fu la Gioventù italiana Cattolica, che dovette comunque ridurre le proprie attività. 3A L’Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un ente di stato del regno d’Italia istituto con legge votata dal parlamento durante il ventennio fascista. La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso detto “Balilla” il giovane Genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti Austriaci del 1746… un immagine di modello rivoluzionario cara al regime Fascista. Struttura Dopo un primo periodo sperimentale l’ONB venne stabilmente suddivisa per età e sesso in vari corpi Formazioni Corpi maschili Figli della lupa : dai 6 agli 8 anni Balilla dai 9 ai 10 anni Balilla moschettieri dagli 11 ai 13 anni Avanguardia dai 14 ai 18 anni Corpi femminili Figlie della lupa dai 6 ai 8 anni Piccole italiane dai 9 ai 13 anni Giovani italiane : dai 14 ai 18 anni Esterni all’ONB vi erano i movimenti d’età superiore Fasci giovani di combattimento: 18 -21 anni Gruppo universitari fascisti : studenti universitari delle scuole superiori. 3A BALILLA MOSCHETTIERI I Nell’Italia dei fascisti anche i bimbi son guerrieri, siam balilla o moschettieri Dal regime il baldo fior. Le medaglie che portiamo con il Duca qui sul petto. fa da scudo al nostro affetto e l’orgoglio accende in cuor! L’occhio del duce brilla fisso nei suoi balilla! Sia la scintilla d’amor BALILLA MOSCHETTIERI II Noi abbiamo un bel moschetto e l’Italia ce lo diede: moschettieri, l’arma al piede il destino a preparar! Se Balilla aveva un sasso noi scagliamo il nostro cuore: dei piccini il maschio ardore, vuol la Grande Italia far! L’occhio del duce brilla fisso nei suoi balilla! Sia la scintilla d’amor. BALILLA MOSCHETTIERI III Primavera delle genti torna Roma ai destini: l’ha voluto Mussolini, il suo sogno in marcia è già! Stretti al Duce, a la Gran Madre consacriamo invitti i ciorm; Roma eterna i suoi tesori Fiera al mondo additerà L’occhio del duce brilla fisso nei suoi balilla! Sia la scintilla d’amor 3A PREGHIERA BALILLA Perplessità suscitò una preghiera pubblicata ad uso dei balilla <<Io credo nel sommo duce,creatore delle camicie nere, e in Gesù Cristo suo unico protettore, il nostro salvatore fu concepito da buona maestra e da laborioso fabbro, fu prode soldato ebbe dei nemici. Discese a Roma il terzo giorno ristabilì lo stato salì nell’ alto ufficio. Siede alla destra del nostro sovrano di là ha da venire a giudicare il bolscevismo. Credo nelle savie leggi, la comunione dei cittadini la forza eterna,così sia>>. Molti pensarono che queste parole, che riecheggiavano il Credo a simbolo degli apostoli, spesso recitato nelle messe cattolica, assomigliassero troppo a una bestemmia. La preghiera non ebbe tanto seguito. L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA Siamo i figli della lupa Dell’Italia il primo fiore e donato abbiamo il cuore al suo grande Condottier. Noi di Roma siam Balilla e del Duca il primo affetto. Il suo nome abbiamo in petto E l’Italia nei pensier. Suonate campane,suonate festose a schiere di bimbi che passan gioiose marciamo inquadrati da veri soldati. L’Italia e il suo duca vogliamo servir (seguir)x2 La divisa che portiamo sempre avrà la nostra fede. Mussolini ce la diede le faremo sempre onor. 3A Classe V B ANTICA GRECIA Prima olimpiade 776 a. C. ad Olimpia ed era una manifestazione religiosa OGGI Prima olimpiade dell’era moderna 1896 ad Atene, occasione di incontro tra nazioni nel rispetto delle differenze culturali e diverse identità LA FIAMMA OLIMPICA La fiamma olimpica è uno dei simboli più importanti delle olimpiadi. Accesa dai raggi del sole ad Olimpia, in Grecia, è successivamente portata da una staffetta di tedofori fino alla città ospitante. Appena arrivata, la fiamma olimpica è impiegata per accendere il braciere olimpico durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici. Il braciere rimarrà acceso durante tutto il periodo della manifestazione (circa 15 giorni) e verrà spento durante la cerimonia di chiusura dei Giochi. MOTTO “Più veloce, più alto, più forte” PREMIAZIONE Il solo e unico vincitore non saliva su nessun podio e veniva premiato con una corona di ulivo. La corona olimpica gli avrebbe assicurato onori e vantaggi per tutta la vita. La Dea NIKE rappresentava la vittoria e il trionfo MOTTO “l’importante non è vincere ma partecipare”. PREMIAZIONE Nell’era moderna vengono premiati i primi tre atleti che salgono sul podio: il terzo classificato riceverà una medaglia di bronzo, il secondo una medaglia di argento e il primo una medaglia d’oro. La bandiera con cinque colori di colore diverso, simboleggia i cinque continenti intrecciati. I colori sono: azzurro, giallo, nero, verde, rosso. OLIMPIADI E CAMPIONI OLIMPICI ITALIANI Livio Berruti Atleta italiano, boxe L'Italia sul ring Nino Benvenuti nasce a Isola d'Istria il 26 aprile 1938. Il suo nome di battesimo è Giovanni. La sua carriera di pugile lo ha portato ad essere considerato uno dei migliori atleti italiani di sempre nel suo sport e in generale uno degli atleti più amati dal pubblico. Atleta italiano, campione olimpi- Una regina azzurra Gabriella Dorio nasce a Veggiano (Padova), il 27 giugno 1957. Cresciuta a Cavazzale (Vicenza), approda all'atletica leggera dopo aver vinto, senza alcuna esperienza agonistca, una corsa campestre alle scuole medie inferiori. Atleta italiano co Una curva, un rettilineo, una storia Campione italiano di atletica leggera, Livio Berruti nasce a Torino il 19 maggio 1939. Il suo nome è inciso in modo indelebile nella storia dello sport nazionale dal 1960, quando vinse alle XVII Olimpiadi di Roma la gara dei 200 metri Gabriella Dorio Atleta italiana Pietro Mennea Alberto Tomba α 19 dicembre 1966 Atleta italiano, sci Carattere e grinta speciali, come gli slalom Nato il 19 dicembr e 1966 a Bologna, lontano dalle cime innevate del belpaese, Alberto Tomba è stato uno dei più importanti atleti italiani di sempre, e tra i protagonisti del circo bianco, in assoluto il più grande. Laurearsi campione Pietr o Paolo Mennea nasce il 28 giugno del 1952 a Barletta, da una famiglia di umili origini (mamma casalinga e papà sarto). Iscrittosi a ragioneria dopo le scuole medie, sin da adolescente mette in mostra doti notevoli in campo atletico, soprattutto nella corsa. Antonio Rossi Atleta italiano, canoa Volando sull'acqua Antonio Rossi, canoista azzurro che tante soddisfazioni ha raccolto e tanto orgoglio ha portato in patria, nasce a Lecco il giorno 19 dicembre 1968. Ultimo di cinque figli, sale su una canoa per la prima volta nel 1980. Stefania Belmondo Atleta italiana, sci di fondo Juri Chechi La tenacia e la voglia di vincere Stefania Belmondo, campionessa italiana della nobile quanto faticosa disciplina dello sci di fondo, nasce a Vinadio, in provincia di Cuneo, il 13 gennaio 1969. Atleta italiano, Fiona May Atleta italiana ginnasta di origini inglesi Fiona May nasce il 12 dicembre del 1969 a Slough, nel Regno Unito, da genitori giamaicani, cugina del giocatore di rugby Marcel Garvey. Signore degli anelli Gr ande ginnasta, atleta soprannominato per la sua totale padronanza della disciplina "Il signore degli anelli", Jury Chechi è nato l'11 ottobre 1969 a Prato. Valentina Vezzali Alessandra Sensini Atleta italiana, windsurf La tenacia del vento Alessandr a Sensini nasce a Grosseto il 26 gennaio 1970. Diplomata in ragioneria all'Istituto Tecnico Commerciale di Grosseto, inizia a praticare il nuoto all'età di sei anni, per poi passare alla pallavolo. Annalisa Minetti Atleta italiana, scherma Cantante e atleta Stoccate e podi Plur i-campionessa olimpica e mondiale, la schermitrice italiana Maria Valentina Vezzali nasce a Jesi (in provincia di Ancona) il 14 febbraio 1974, nel giorno di San Valentino. paralimpica italiana Le sfide e le gioie della vita Annalisa Minetti nasce il 27 dicembre del 1976 a Rho, in provincia di Milano. Tania Cagnotto Atleta, tuffatrice italiana Andrea Barzagli Calciatore italiano Evoluzioni a testa alta Nata il 15 maggio del 1985 a Bolzano, Tania Cagnotto è stata la prima tuffatrice italiana a vincere una medaglia ai Mondiali. Atleta italiana, nuoto In acqua divina Feder ica Pellegr ini nasce a Mirano (Venezia) il giorno 5 agosto 1988. Inizia a nuotare nel 1995 e dopo i primi successi conseguiti sotto la guida di Max Di Mito alla Serenissima Nuoto di Mestre, passa alla DDS di Settimo Milanese Atleta italiana, pattinaggio su ghiaccio Spessore internazionale Andr ea Barzagli nasce l'8 maggio del 1981 a Fiesole. Dopo aver tirato i primi calci al pallone nella società fiorentina della Cattolica Virtus, passa alla Rondinella, squadra con la quale esordisce nei Dilettanti a diciassette anni. Nicole Orlando Federica Pellegrini Carolina Kostner Atleta italiana Nasce in Piemonte nel 1993. Affetta dalla sindrome di Down, ad appena due anni e mezzo viene portata dalla madre in una palestra di Biella, dove viene accolta da Anna Miglietta, ex allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica, e da Franco Ruffa, presidente della Società . Lame danzanti La pattinatrice italiana Carolina Kostner nasce a Bolzano il giorno 8 febbraio 1987. Inizia a indossare i pattini da ghiaccio fin dalla tenera età di quattro anni, spinta dai genitori Gregorio Paltrinieri Atleta italiano, nuoto nasce il 5 settembre del 1994 a Carpi, in provincia di Modena, figlio di Lorena, impiegata in un maglificio, e di Luca, gestore di una piscina a Novellara. Sin dai primi mesi di vita entra in contatto con la piscina, e già da bambino è un ottimo nuotatore. Muhammad Ali Nato Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942 – Scottsdale, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia. Sin dagli inizi di carriera, Ali si contraddistinse come una figura carismatica, controversa e polarizzante sia dentro che fuori dal ring di pugilato. È tra gli sportivi più conosciuti di tutti i tempi, essendo stato nominato "sportivo del secolo" da Sports Illustrated e "personalità sportiva del secolo" dalla BBC. Fu inoltre autore di diversi best seller come The Greatest: My Own Story e The Soul of a Butterfly. Alì, inizialmente conosciuto con il nome di Cassius Clay, iniziò ad allenarsi all'età di 12 anni. Vinse l'oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960 e nel 1964, all'età di 22 anni, conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi sconfiggendo a sorpresa il temuto e potente campione in carica Sonny Liston. Successivamente si unì al movimento afroamericano Nation of Islam e cambiò legalmente il suo nome. Si convertì quindi al sunnismo nel 1975 ed infine al sufismo nel 2005. Nel 1967, tre anni dopo la conquista del campionato mondiale, Alì si rifiutò di combattere nella Guerra del Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al conflitto. Per questo, fu arrestato e accusato di renitenza alla leva, oltre ad essere privato del titolo iridato. Non combattè per i successivi quattro anni. L'appello di Alì fece strada sino alla Corte suprema degli Stati Uniti d'America, che annullò la sua condanna nel 1971. La sua battaglia come obiettore di coscienza lo rese un'icona nella controcultura degli anni sessanta. È l'unico peso massimo ad essere stato campione lineare per tre occasioni, nel 1964, 1974 ed infine nel 1978. Tra il 25 febbraio ed il 19 settembre 1964 fu inoltre campione indiscusso della divisione. Detiene il maggior numero di premi "pugile dell'anno", assegnato da The Ring, avendo vinto tale riconoscimento nel 1963, 1972, 1974, 1975 e 1978. Soprannominato "The Greatest" (Il Migliore), Ali è stato protagonista di alcuni dei più importanti e famosi eventi del mondo pugilistico. Tra questi vi furono la prima controversa sfida contro Sonny Liston, i tre aspramente combattuti match con l'irriducibile rivale Joe Frazier, ed il cosiddetto "Rumble in the Jungle", il drammatico incontro nel 1974 in Zaire contro il campione in carica George Foreman, dove riconquistò i titoli persi sette anni prima. In un'era dove molti pugili lasciavano parlare i propri manager, Alì, ispirato dal wrestler Gorgeous George, si ritagliò il proprio spazio divenendo famoso come personaggio provocatorio e stravagante. Prese infatti il controllo di numerose conferenze stampa ed interviste, parlando liberamente anche di problemi non legati al pugilato. Figura carismatica, si contraddistinse inoltre come uno dei principali innovatori della pratica del trash-talking nel mondo sportivo. Trasformò profondamente il ruolo e l'immagine dell'atleta afroamericano negli Stati Uniti, diventando punto di riferimento del Potere Nero. Secondo la scrittrice Joyce Carol Oates, fu uno dei pochi atleti a "definire con i suoi termini la propria reputazione pubblica". Nel 1984 gli fu diagnosticata la sindrome di Parkinson, che lo portò ad un graduale declino fisico nel corso dei decenni successivi. Malgrado tali disagi, anche dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Alì rimase impegnato in numerose azioni umanitarie, sino alla morte avvenuta nel 2016. “Dentro un ring o fuori, non c'è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.” Muhammad Ali LA PALLAVOLO La pallavolo, o anche volley(forma abbreviata dell'inglese volleyball), è uno sport a cui partecipano due squadre composte ciascuna da 6 giocatori. Ogni squadra può essere composta da 13 giocatori nel caso il campionato che disputa consenta di schierare due "Liberi", ma solo 6 giocatori potranno entrare in campo e ogni giocatore, in zona di difesa, può essere sostituito dal "Libero" se non è il suo turno di servire. Il campo da gioco è di forma rettangolare di 18 × 9 m diviso da una rete in due quadrati di 9 × 9 m che identificano la metà campo di una squadra dall'altra. La partita si divide in set da 25 punti l'uno, una squadra si aggiudica la vittoria di un set al raggiungimento del 25º punto, avendone almeno due di vantaggio, altrimenti si prosegue finché una delle due squadre non otterrà i due punti di vantaggio necessari (26-24, 27-25, 28-26 ecc.). La partita finisce quando una squadra si aggiudica tre set, nel caso di pareggio (2-2) il quinto e ultimo set, denominato tie-break, termina al raggiungimento del 15° punto, sempre con il vantaggio di almeno due punti sull'avversario. Oltre alla pallavolo propriamente detta, ci sono differenti versioni adottabili in specifiche circostanze, che possono avere regole simili, ma non identiche, come il beach volley. È presente nel programma dei Giochi olimpici estivi dal 1964 ed è uno degli sport più praticati. Gli sport AURORA ROSARIO SCIUTO Equitazione: L’arte la tecnica e l’ attività di cavalcare un cavallo. GIORGIA Salto della corda: Il salto della corda se effettuato anche soltanto 10 minuti al giorno migliora il fiato Calcio E’ uno sport di squadra praticato con un pallone sferico all’ interno di un campo di gioco rettangolare con due porte da due squadre di 11 giocatori. L’idea del campionato mondiale di calcio nacque nel 1928, quando il presidente della FIFA, Jules Rimet, decise di istituire un torneo per squadre nazionali. La prima competizione di questo tipo ebbe luogo nel 1930 e consistette in un torneo avente solo la frase finale alla quale presero parte le 13 nazioni che accettarono l’invito. La competizione si è succesivamente evoluta fino a comprendere circa 200 squadre nazionali affiliata alla FIFA che si sfidano in un lungo torneo di qualificazione che si tiene nei 3 anni precedenti alla fase finale. Cristal Pagana 5 D NOEMI NICOLOSI 5C- 5D primaria GIUSEPPE R. Marcia La marcia è una specialità artificiosa, innaturale, alla quale, il corpo si abitua con fatica. Nella marcia il corridore non può correre ma deve avere sempre un piede a terra e il corpo eretto . Certo, è uno sport completo, che aziona tutti i muscoli (e infatti quasi tutti gli sportivi si allenano marciando) ma è anche faticoso, difficile: richiede lunghi pazienti allenamenti per acquistare quella scioltezza “redditizia” che sembra facile e spontanea è invece è frutto di un durissimo lavoro. Atletica Pesante Questa espressione nacque in Italia, nel 1925, e fu usata per raggruppare le tre specialità atletiche che richiedono l’impiego di una notevole forza fisica, esse sono: la lotta greca-romana, la lotta stile libero e il sollevamento pesi. Nuoto Un bassorilievo assiro del V secolo a.C. mostra tre guerrieri che, a nuoto, traversano un canale, è vero, vestiti dalla testa ai piedi con lunghi camicioni, NOEMI LEONARDI AURORA GIORGIA GIUSEPPE R. ma il loro stile è tutt’altro che disprezzabile . Nuotare, quindi, l’esercizio antichissimo, anche perché, il sapersi mantenere a galla non è solo un esercizio, ma anche una necessità per l’uomo . CLASSI V C– VD ALPINISMO L’alpinismo, cioè l’andare sui monti per passione e per amore verso la montagna,è giovane: ha poco più di due secoli. Gli antichi in generale non avevano simpatia per le montagne, le ritenevano luoghi paurosi, scomodi, sterili, dove vivevano forse strane creature, mostri,belve. CALCIO Veniva praticato non sappiamo esattamente con quali regole,dei Cinesi,dei Maya,degli Incas,degli Egiziani, degli Etruschi,dei Greci,dei Romani:divertimento,contesa sportiva,spettacolo dell’antichità. Il gioco della palla rotonda o ovale,piccola o grande lanciate con le mani o con i piedi,o con le une e gli altri. CANOTTAGGIO Gli storici ci dicono che duemila anni prima di Cristo, nell’ antica Mesopotamia, si tenevano delle specie di gare di canottaggio sulle acque dell’ Eufrate,e anche gli Egiziani, qualche secolo dopo, facevano correre imbarcazioni a remi, in gare, nelle acque del Nilo. Quelle furono le prime <<suggestioni sportive>> di canottaggio, anche se le imbarcazioni erano tutto salvo che canotte. MARIA PALLACANESTRO Nacque in America ne 1891, e detta anche <<BASKET>> ed è giocata da due squadre di cinque giocatori ciascuno. Pattinaggio È’ uno degli sport più antichi, i primi pattini , infatti, risalgono, a circa 10.000 anni fa ed erano fabbricati con ossa di animali. Naturalmente si trattava di pattini per ghiaccio, dei quali i pattini a rotelle sono una derivazione abbastanza recente. AURORA MICHELLE CARIN Scii GIUSEP- L’ uso dello scii si perde nella notte dei tempi, forse il paese di origine fu l’Altai,fra la Russia e la Mongolia,è già 2000 anni esso era diffuso in Norvegia, Svezia e Finlandia. Vela Lo sport sulla vela nacque in Olanda verso la metà del 600, quando gli Olandesi,abilissimi navigatori cominciarono a costruire imbarcazioni per diporto. Nacquero così le prime barche per uso sportivi,chiamate <<yacht>> dal tedesco <<jagd>> caccia 5°C e 5°D PRIMARIA MICHELLE GIORGIA NOEMI L. La vela CLASSE II E PRIMARIA ALICE CHRYSTIAN LUCAS II E SALVO GULLOTTA Il salto della corda CLASSE II E PRIMARIA ALICE SALVO GULLOTTA DOMENICO GIUSY GIUSY SALVO GULLOTTA CHRYSTIAN MARIA Pallavolo Nacque, come la pallacanestro, in America,a Springflield (Massachusetts),ma quattro anni più tardi. MARIA GIUSEPPE IACOBACCI AURORA CORIN L.A.A.S La storia del nuoto La storia del nuoto trova le sue origini sin dalla preistoria, oltre 7000 anni fa, come testimonia il rinvenimento di pitture rupestri rappresentati uomini nell’atto del nuoto all’età della pietra. Sport acquatico dalla storia ultra, millenaria, viene inserito nel programma olimpico fin dai giochi della prima olimpiade se prima testimonianze di una disciplina antenate del nuoto al periodo preistorico. Disegni risalenti all’età della pietra(8000anni fa)sono stati della “caverna di nuotatori”, sull’altopiano del Gilf Kebir nei pressi di Wadi Sora(o Sura) nel Egitto sudoccidentale, sono state rivenute dalla pittura rupestri rappresentati uomini a eseguire movimenti simili quelli dagli attuali del nuoto. 5C E 5D PRIMARIA Pallavolo:E uno sport di squadra che si gioca normalmente su una superficie liscia in legno e una rete . La pallavolo si gioca su un campo della lunghezza di 18 metri e della larghezza di 9 metri ; tale superficie viene divisa in due quadrati da una rete. La rete varia di altezza a secondo della categoria degli atleti . Il gioco consiste nel far toccare alla palla qualsiasi punto del campo avversario, facendola passare al di sopra della rete. La palla deve essere respinta dalle mani dell’atleta . Ogni squadra e composta da 6 giocatori disposti sul terreno di gioco. Il gioco ha inizio con la battuta da parte di una squadra con l’intento di inviare il pallone sul campo avversario e viene seguito dopo il fischio del arbitro. Se la palla cade nel campo avversario, la squadra che ha battuto acquista il punto ed ha diritto a battere sempre lo stesso giocatore, se invece la squadra che riceve la battuta riesce a far cadere il pallone sul campo della squadra che ha battuto acquista a sua volta il diritto di battere. Come si è evoluto lo sport femminile Se da una parte esistono prove di un pratica femminile di attività fisiche e sportive fin dal 1900 a.C., dall'altra le donne ebbero invece un ruolo assai limitato quando nacque lo sport moderno. Ciò va imputato agli influssi del romanticismo ottocentesco, che aveva creato l'immagine della donna quale essere languido e malinconico. La marginalità della donna nel moderno movimento sportivo era anche la necessaria conseguenza di convenzioni sociali implicite in un'organizzazione della società che intendeva relegarla a un ruolo generalmente subordinato, limitato alla sfera dei lavori domestici e alla procreazione. Il francese Pierre De Coubertin, inconsapevole della partecipazione anche femminile ai Giochi di Olimpia, affidò per questo alla donna una funzione servile,in un ruolo che prevedeva solo l'incoronazione dei vincitori. A questo si oppose la francese Alice Milliat, fondatrice, nel 1921, della Federazione sportiva femminile internazionale, con la quale riuscì alla fine a dare importanza e riconoscimento alle donne nello sport agonistico. Nel 1922 e nel 1926 furono organizzati, a Parigi e a Göteborg, i Giochi mondiali femminili, che minacciarono di oscurare i Giochi Olimpici; il loro successo indusse il Comitato Olimpico Internazionale ad ammettere, ai Giochi di Amsterdam del 1928, la partecipazione di quelle che un giornalista definì spregiativamente le atletesse. CLASSE III C Inizialmente non prendevano parte alle gare di atletica, e la loro partecipazione era limitata a gare di tennis e di tiro con l'arco, come se si trattasse di favori concessi, di deroghe al pensiero di De Coubertin che, nel 1912, quando le donne parteciparono per la prima volta alle gare di nuoto nei Giochi della V Olimpiade di Stoccolma (il 2%, 57 donne su 2.540 iscritti), espresse la propria opinione in questi termini: "Un'Olimpiade femminile non sarebbe pratica, interessante, estetica e corretta." Nel 1952, solo una metà dei Paesi partecipanti inviò una rappresentanza femminile alle Olimpiadi di Helsinki. E nel 1968, a Giochi di Città del Messico, nonostante la folta rappresentanza femminile dei Paesi socialisti, la percentuale delle concorrenti non superò il 12% (845 su 7.200). Quell'anno segnò comunque una crescita tecnica del movimento sportivo femminile, che contribuì a ridurre ulteriormente lo scarto fra prestazioni dei due sessi, un progresso accompagnato da una maggior naturalezza nello sforzo atletico. Si dovette attendere la seconda parte del XX secolo per assistere a un aumentata partecipazione femminile nello sport, una crescita che evidenziava la volontà di raggiungere la parità dei sessi in campo sportivo, rimanendo in tal senso un indicatore in grado di testimoniare i progressi nello status sociale della donna. Il calcio L’idea del campionato mondiale di calcio nacque nel 1928, quando il presidente della FIFA, Jules Rimet, decise di istituire un torneo per squadre nazionali. La prima competizione di questo tipo ebbe luogo nel 1930 e consistette in un torneo avente solo la frase finale alla quale presero parte le 13 nazioni che accettarono l’invito. La competizione si è successivamente evoluta fino a comprendere circa 200 squadre nazionali affiliata alla FIFA che si sfidano in un lungo torneo di qualificazione che si tiene nei 3 anni precedenti alla fase finale. Cristal Pagana 5 D Nazionale di calcio dell'Italia La Nazionale di calcio dell'Italia è la selezione maggiore maschile di calcio della Federazione Italiana Giuoco Calcio, il cui nome ufficiale è Nazionale A, che rappresenta l'Italia nelle varie competizioni ufficiali o amichevoli riservate a squadre nazionali. È una delle Nazionali di calcio più titolate del mondo: gli A zzurri annoverano nel loro palmarès quattro campionati mondiali (1934, 1938, 1982 e 2006, secondi al mondo dopo il Brasile, a pari merito con la Germania) oltre a un campionato europeo (1968). È inoltre una delle cinque nazionali maggiori (assieme a quelle di Belgio, Svezia, Uruguay e Regno Unito) a potersi fregiare del titolo di "olimpionica", essendosi aggiudicata il torneo a cinque cerchi del 1936 (uno dei sette riservati alle nazionali maggiori e disputati dal 1908 al 1948), mentre nella Confederations Cup, ultimo trofeo internazionale riconosciuto dalla FIFA, vanta un terzo posto come miglior risultato, nel 2013. In bacheca infine, annovera anche due Coppe Internazionali, competizione continentale antesignana dell'attuale campionato d'Europa. Al mondiale è arrivata tra le prime quattro classificate in otto edizioni (sei le finali) e cinque volte all'europeo (tre le finali); dopo la Germania, è la Nazionale europea con il maggior numero di piazzamenti nei primi quattro posti nelle due competizioni. Nella graduatoria FIFA in vigore da agosto 1993 ha occupato più volte il 1º posto; la prima volta a novembre dello stesso anno, mentre il peggior posizionamento è il 17º posto raggiunto nel corso del 2015. Occupa il 15º posto della graduatoria. La Nazionale italiana vanta 4 titoli mondiali (1934, 1938, 1982, 2006) e un Europeo (1968). Inoltre ha conquistato un oro olimpico nel 1936 e 2 Coppe Internazionali conquistate negli anni venti e trenta. Il periodo d'oro fu quello degli anni trenta in cui vennero conquistati due Mondiali (unica nazione assieme al Brasile ad averne vinti due consecutivi). Seguì un periodo di calo, complice la seconda guerra mondiale e la tragedia di Superga del 1949. Infatti l'Italia non ebbe successo ai Mondiali del 1950, né a quelli del 1954, addirittura non si qualificò a quelli del 1958, e di conseguenza rinunciò a prendere parte al primo campionato europeo, la cui fase finale si svolse nel 1960. Ai Mondiali del 1962 usci al primo turno in una spedizione mal gestita, a quelli del 1966 andò peggio perché furono eliminati dai semi-professionisti della Corea del Nord. ITALIA CAMPIONE DEL MONDO 1934 La rinascita avvenne nel 1968 con la vittoria dell'Europeo in Italia:[4] mentre due anni dopo ai Mondiali di Messico '70 gli Azzurri avrebbero dato vita alla famosa semifinale contro la Germania Ovest, ricordata come la partita del secolo, vinta per 4-3. In finale sarebbero stati poi sconfitti dal Brasile di Pelé per 4-1. Dopo i disastrosi Mondiali del 1974, dove furono esclusi al primo turno, ben figurarono al Mondiale in Argentina del 1978 dove la nazionale espresse un bel gioco e si piazzò al quarto posto. Le premesse per far bene anche al Mondiale successivo in Spagna c'erano tutte e infatti, dopo un incerto avvio nella fase a gironi, gli Azzurri allenati da Enzo Bearzot batterono in sequenza l'Argentina di Maradona e il Brasile di Zico e Falcão e in semifinale la sorprendente Polonia. In finale affrontarono la Germania Ovest che sconfissero per 3-1. Il miglior marcatore del torneo fu Paolo Rossi. La nazionale non si sarebbe qualificata per l'Europeo del 1984. Dopo i Mondiali del 1986, che segnarono l'addio di Bearzot, gli Azzurri di Azeglio Vicini espressero bel gioco all'europeo del 1988, dove raggiunsero la semifinale contro l'URSS, che poi perse la finale contro i Paesi Bassi. Una bella Nazionale si presentò al Mondiale in casa del 1990, ma in semifinale, dopo i rigori, ebbe la meglio l'Argentina di Maradona. Nella finale per il terzo posto gli A zzurri sconfissero l'Inghilterra. L'Italia non si qualificò per l'Europeo del 1992 e Vicini fu esonerato a due giornate dalla fine delle eliminatorie. Il sostituto Arrigo Sacchi, reduce dai grandi successi con il Milan, qualificò la nazionale per il Mondiale statunitense del 1994. Qui gli Azzurri superarono la fase a gironi come migliore terza, dopo aver ottenuto una vittoria, un pareggio ed una sconfitta in tre partite, e poi proseguirono il cammino sino alla finale, trascinati dai gol di Roberto Baggio, che eliminarono Nigeria, Spagna e Bulgaria. Nella finale di Pasadena gli Azzurri pareggiarono senza reti contro il Brasile, ma persero nuovamente ai rigori, nella prima finale di un Mondiale decisa dai tiri dal dischetto. L'avventura all'europeo inglese del 1996 finì già al primo turno, dopo una vittoria, un pareggio e una sconfitta. Ai Mondiali del 1998, nel difficile quarto di finale contro la Francia padrona di casa, gli A zzurri di Cesare Maldini persero ancora una volta ai rigori.L'occasione per una rivincita arrivò due anni dopo ad Euro 2000, dove gli Azzurrigiunsero in finale, proprio contro la Francia. Passata in vantaggio nel primo tempo con una rete di Marco Delvecchio, la squadra di Dino Zoff parve in procinto di condurre in porto il successo, ma i francesi pareggiarono all'ultimo istante della partita. Con gli Azzurri troppo scioccati per reagire, la Francia segnò il golden goal che le garantì il titolo europeo. A seguito di alcuni sprezzanti giudizi in diretta televisiva di Silvio Berlusconi, sentendosi leso ingiustamente nella sua dignità, per protesta Zoff si dimise tre giorni dopo la finale[5], lasciando il posto a Giovanni Trapattoni. Peggio andarono i Mondiali del 2002 in Giappone e Corea del Sud: la squadra alla vigilia era tra le favorite, ma, dopo aver passato a fatica il primo turno esprimendo un gioco difensivista e rinunciatario, fu eliminata ancora al golden goal negli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud (1-2). Fu il risultato peggiore dal Mondiale 1986. [6] Ad Euro 2004 l'Italia uscì dal torneo al primo turno. SQUADRA NAZIONALE 1982 Al Mondiale 2006 l'Italia di Marcello Lippi fu grande protagonista. Dopo aver superato brillantemente la fase a gironi, eliminò Australia e Ucraina e ai tempi supplementari la Germania padrona di casa. In finale trovò nuovamente la Francia e qui gli italiani vinsero dove avevano fallito sei anni prima, ai rigori. Il calcio di rigore di Fabio Grosso incoronò gli A zzurri campioni del mondo per la quarta volta.[3] Lippi lasciò dopo il successo e fu sostituito da Roberto Donadoni, che guidò la Nazionale a Euro 2008. L'Italia superò la prima fase battendo la Francia per 2-0 nella terza partita del girone e ai quarti di finale pareggiò a reti bianche contro la temibile Spagna, futura vincitrice del torneo, che la sconfisse ai tiri di rigore. La vittoria ai Mondiali del 2006 permise agli A zzurri, nel frattempo tornati sotto la guida di Lippi, di partecipare all'edizione 2009 della Confederations Cup, che si svolse in Sudafrica. L'Italia fu eliminata al primo turno dopo aver vinto contro gli Stati Uniti, poi finalisti nel torneo e perso contro Egitto e Brasile, poi vincitore della competizione. Ai Mondiali 2010 in Sudafrica la squadra azzurra, guidata ancora da Lippi, deluse molto, classificandosi ultima nel girone composto anche da Slovacchia e Paraguay e i semiprofessionisti della Nuova Zelanda. Con due pareggi e una sconfitta gli A zzurri furono eliminati dal torneo al primo turno per la sesta volta, fatto che non accadeva da 36 anni ed inoltre, per la prima volta in 17 partecipazioni, senza vincere alcuna partita. Dopo la fine del Mondiale 2010 la Nazionale italiana passò sotto la guida del nuovo commissario tecnico Cesare Prandelli, il cui ingaggio quadriennale era già stato ufficializzato il 30 maggio 2010. Il Mondiale sudafricano segnò anche l'addio del capitano della Nazionale Fabio Cannavaro(la cui fascia di capitano passerà a Gigi Buffon) e di un'altra pedina storica come Gennaro Gattuso. Durante le qualificazioni al campionato europeo di calcio 2012, la Nazionale di Prandelli, a seguito della vittoria contro la Slovenia del 6 settembre 2011 (1-0), ottiene il record di precocità per quanto riguarda le qualificazione alla competizione continentale, conseguita con due turni d'anticipo con 22 punti in sole otto partite.[11] L'Italia si presenta a Euro 2012 superando un girone composto dalla Spagna, campione del Mondo e d'Europa in carica, dalla Croazia e dall'Irlanda. Approda ai quarti di finale, dove vince contro l'Inghilterra ai rigori, quindi sconfigge in semifinale la Germania per 2-1. In finale la squadra subisce una pesante sconfitta dalla Spagna (04);[12] il secondo posto permette però agli A zzurri di partecipare l'anno seguente alla Confederations Cup (essendo la nazionale spagnola già qualificata come vincitrice del Mondiale 2010). Nella suddetta competizione l'Italia, alla sua seconda partecipazione, si comporta meglio rispetto all'edizione del 2009, passando il girone eliminatorio come seconda (vince contro Messico e Giappone, e perde l'ultima sfida contro i padroni di casa del Brasile) e venendo sconfitta in semifinale, ancora dalla Spagna, ai tiri di rigore; nella finale per il terzo e quarto posto, l'undici italiano conquista la medaglia di bronzo battendo, nuovamente ai rigori, l'Uruguay.[13] Nel primo e unico mondiale della gestione Prandelli, la nazionale viene eliminata dopo la fase a gironi, classificandosi terza nel girone dietro Costa Rica e Uruguay; è la settima volta che gli A zzurri vengono eliminati dai Mondiali al primo turno, fase da cui per la terza volta nella propria storia escono in due edizioni consecutive. Dopo la débâcle brasiliana, il 19 agosto 2014 a Prandelli succede Antonio Conte. DANILO MESSINA’ IV B CONCETTO VENTIMIGLIA II F DIEGO PALAZZO IV B Illustro un tipo di sport Classe IV G ROSY COSTANZO ROBERTA TOMASELLI JASMINE FAMA’ GABRIELE GIANNITTO CARMELO CALCAGNO ANNARITA GIUFFRIDA GIADA VIGLIANESI GIULIA MANNA GINNASTICA ARTISTICA La ginnastica artistica è una disciplina presente fin dalla prima edizione dei giochi olimpici, anche se solo per il settore maschile; quello femminile, con il concorso a squadre, fece la sua prima comparsa alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Questa diversificazione in settori, maschile e femminile, si caratterizza non soltanto per le tipologie di attrezzi che vengono utilizzati, ma anche per l'eterogeneità delle capacità motorie richieste ai ginnasti durante la performance. Infatti, nella sezione maschile si enfatizza la componente della forza muscolare che caratterizza gli esercizi, invece in quella femminile le doti peculiari richieste sono l'agilità, la capacità di equilibrio e le doti coreografiche. Il termine artistico deriva dal fatto che questa disciplina tiene conto moltissimo dell'esecuzione, dell'allineamento del corpo, della coreografia e della morbidezza e semplicità che un ginnasta deve sempre mostrare, anche negli esercizi più complessi e faticosi. La ginnastica artistica è uno sport attrezzistico ed è praticato sui grandi attrezzi (i piccoli attrezzi sono propri della ginnastica ritmica), cioè: corpo libero, cavallo con maniglie, anelli, tavola da volteggio, parallele, sbarra, trave e parallele asimmetriche. Vi sono anche il trampolino elastico, (che però rappresenta una categoria di competizioni a parte) e il mini-trampolino, usato solo nella Ginnastica per tutti. CLASSE I F VANESSA CASTROGIOVANNI I F CENNI STORICI Le origini di questa disciplina si possono far risalire a diverse culture quali quella cinese, egizia e micenea dove si trovano tracce di eventi legati all'attività motoria che coinvolgono la bellezza del gesto e il controllo del movimento. Nell'antica Grecia, la ginnastica fu praticata per prima dai Dori. La storia della Ginnastica moderna ha inizio dalla fine del ‘700 grazie a due pedagogisti, il tedesco F.L. Jahan e lo svedese P. Ling che, con sistemi interpretativi diversi del movimento del corpo umano, hanno fondato le basi di una ginnastica vista come veicolo di valori educativi e di garanzia di salute. L'introduzione di questa disciplina in Italia si ebbe nel 1807 con Girolamo Bagatta che la presentò in un istituto di Desenzano, ma prese piede in Piemonte dove R. Obermann la introdusse come disciplina nell'accademia militare. Da quel momento in poi nacquero molte associazioni ginniche che, federandosi nel 1869 a Venezia, diedero vita alla Federazione Ginnastica d'Italia, la quale ebbe come scopo il promuovere, propagandare e disciplinare la ginnastica come attività sportiva rivolta all'educazione fisica e morale della gioventù e di curare la preparazione olimpica dei tesserati. Nel 1881, invece, fu fondata la Federazione Internazionale di Ginnastica a Liegi, ma si devono attendere le prime Olimpiadi moderne del 1896 ad Atene per vedere la ginnastica artistica come specialità sportiva. Nel 2000 la FGIsi struttura costituendo due grandi settori: la Ginnastica per Tutti e la Ginnastica Olimpica, distinguendo così la parte agonistica complessa da quella alla portata di tutti. Alcuni ginnasti italiani hanno contribuito a scrivere la storia di tale disciplina con le loro presenze olimpiche: Alberto Braglia (vincitore di 3 olimpiadi consecutive), Romeo Neri (oro nelle olimpiadi del 1932), Franco Menichelli (oro olimpico nel 1964) e il Ferrarese Orlando Polmonari (bronzo nel 1960) e Yuri Chechi che vinse i campionati italiani dal 1989 al 1995, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, la Coppa Europa e ancora 5 titoli mondiali, 4 titoli europei, un Oro olimpico nel 1992, e fu bronzo olimpico nel 2004, conosciuto in tutto il mondo e forse l'atleta italiano più rappresentativo di questo sport. Negli ultimi anni nomi come Vanessa Ferrari, Igor Cassina (Oro olimpico ad Atene) Andrea Coppolino e Matteo Morandi hanno rappresentato in maniera più che esemplare la nostra nazione in competizioni internazionali. CLASSE I F VANESSA CASTROGIOVANNI I F GINNASTICA RITMICA Anche la ginnastica ritmica è uno sport olimpico. Il ritmo è ovviamente la caratteristica principale di questa disciplina e su di esso è costruito ogni movimento. La ginnasta, nelle sue esecuzioni, deve seguire e rispettare le leggi del ritmo e il corpo e l'attrezzo devono partecipare al movimento per renderlo espressivo e personale. Un esercizio per essere armonico deve possedere continuità d'azione, alternanza di contrazioni e decontrazioni muscolari, variazioni di velocità e ritmo, coerenza con il genere musicale. La ginnastica ritmica, infatti, non è altro che la trasposizione in chiave competitiva dei concetti di espressività, eleganza, armonia e sensibilità musicale. CENNI STORICI Le origini della ginnastica ritmica sono piuttosto recenti poiché tale disciplina, così come si presenta oggi, si è sviluppata a partire dai primi anni del Novecento. Inizialmente essa portava il nome di Ginnastica Moderna perché voleva contrapporsi alla ginnastica tradizionale; in seguito, per distinguere la semplice attività motoria da quella agonistica, sono stati introdotti due appellativi diversi, rispettivamente Ginnastica Ritmica Educativa e Ginnastica Ritmica Sportiva. Nonostante il sorgere di questo sport sia recente, si hanno notizie di un’attività sportiva eseguita a corpo libero o con piccoli attrezzi e guidata dalla musica sin dai tempi dei popoli primitivi, degli Egizi, degli antichi greci e romani. Nelle tombe degli egizi si conservano dei dipinti raffiguranti giovani fanciulle in atteggiamenti ginnici somiglianti a quelli usati ancora oggi e anche guardando alla civiltà della Grecia antica troviamo testimonianze di gare pubbliche sportive durante le quali, accanto a corsa e pugilato, non mancavano manifestazioni ginniche con piccoli e grandi attrezzi comprendenti la "danza" e la "sferistica", termine quest'ultimo che racchiude i giochi e gli esercizi con la palla. Anche a Roma si trovano delle gare ginniche come spettacoli pubblici, tuttavia con l'avvento del Cristianesimo, se ne perde traccia fino a tutto il Medioevo. Solo nel Rinascimento l'unione movimento-musica rientra nel sistema educativo per l'armonico sviluppo dell'individuo, nei secoli successivi furono molti gli studiosi e i filosofi che riconobbero l’importanza di questo sport non solo a livello fisico ma anche morale. Padre della ginnastica moderna è considerato il tedesco Guts Muths (1759-1839), il quale pose l’accento sull’armonia da essa derivante e studiò alcuni esercizi adatti alle caratteristiche femminili. Nell’Ottocento, le teorie sviluppatesi nei secoli precedenti vennero riconfermate e rielaborate in diversi modi. Figure importanti di questo periodo sono il francese George Demeny (1850-1917), il quale scoprì gli effetti benefici dei movimenti completi, in cui il corpo partecipa ad ogni azione di una sua parte, e Emilio Baumann che, a Bologna, si interessò all’uso di piccoli attrezzi come il cerchio e la fune. François Delsarte è considerato il fondatore di una delle prime scuole che col tempo sarebbero diventate la base per la ginnastica ritmica, creata più avanti dal francese Jacque Dalcrose con lo scopo di abbracciare pienamente sia la musicalità sia la sensazione di muoversi per esprimersi. Isadora Duncan, con la sua famosa ribellione contro i dogmi del balletto classico, contribuì all'invenzione di una nuova disciplina. Come sport, la ginnastica ritmica cominciò a svilupparsi negli anni quaranta nell'allora Unione Sovietica: fu proprio lì per la prima volta che lo spirito dello sport fu combinato con la sensibile arte del balletto classico. In Italia, la ginnastica femminile comincia a svilupparsi nella città di Torino. Già nel 1925 in questa città vengono rappresentati esercizi di corpo libero e con piccoli attrezzi (palle, funi, cerchi e clavette di legno), ma solo nel 1948 la disciplina, ancora con fine puramente educativo, diventa di carattere competitivo. Il merito innovativo della ginnastica femminile in Italia va in particolare ad Andreina Sacco Gotta, insegnante di educazione fisica e diplomata in pianoforte al Conservatorio di Torino. I primi esercizi di Ritmica furono presentati alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 e a quelle di Anversa nel 1920. Nel 1928, in occasione dei giochi Olimpici di Amsterdam, la Ginnastica Ritmica venne inclusa nel programma della ginnastica artistica. Benché la prima competizione si svolse in URSS nel 1948, questo sport rimase nell'ombra della ginnastica artistica fino al 1956. Il suo aspetto artistico lo rese molto popolare nell'Europa dell'Est e la federazione internazionale di ginnastica (F.I.G.) lo riconobbe come sport indipendente nel 1962. L'anno seguente furono organizzati i primi Campionati del Mondo, che si svolsero a Budapest. Furono introdotti poi esercizi di gruppo eseguiti con attrezzi e furono determinati i tipi di attrezzi: fune, palla, cerchio, nastro, clavette, che dovevano rispettare una determinata composizione oltre a peso, lunghezza, diametro. Contemporaneamente al programma venivano anche perfezionate le norme di gara secondo un preciso codice dei punteggi, il quale definiva i tipi e le regole di esecuzione delle gare, le esigenze fondamentali della composizione e della maestria esecutiva delle ginnaste negli esercizi individuali e di gruppo. Soltanto nel 1984 la Ginnastica Ritmica entrò a far parte del programma Olimpico di Los Angeles ma unicamente con la specialità individuale e la canadese Lori Fung divenne la prima campionessa olimpica della storia della ritmica. La gara a squadre venne inserita solo nel 1996 in occasione delle Olimpiadi di Atlanta. PALLACANESTRO La pallacanestro, conosciuta anche come basket (abbreviazione del termine in lingua inglese basketball), è uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate. È nato a Springfield (Massachusetts) nel 1891, grazie all'idea di James Naismith[1], medico ed insegnante di educazione fisica canadese. Dalla fine del XIX secolo, il basket si è diffuso in tutto il mondo, grazie all'attività di propaganda della Federazione Internazionale Pallacanestro, fondata nel 1932[2]. È uno sport olimpico dalla XI Olimpiade, che si tenne a Berlino nel 1936. Il campo Jordan giocava come guardia tiratrice, con un'altezza dichiarata di 198 cm e con un peso forma di 98 kg. Dotato di grande tecnica offensiva, abilissimo nel crossover con entrambe le mani e nel gioco spalle al canestro,Jordan possedeva un rapidissimo primo passo e notevoli doti acrobatiche, che gli consentirono di distinguersi come un grande schiacciatore (come dimostrano le 2 vittorie all'NBA Slam Dunk Contest). Nella fase finale della sua carriera, quando il suo atletismo era diminuito per via dell'età e del periodo di lontananza dalla pallacanestro, Jordan perfezionò il tiro in allontanamento, una tecnica che gli consentiva di eludere le braccia protese dei difensori e che divenne un suo marchio di fabbrica tanto quanto le schiacchiate che lo contraddistinsero da giovane. Specialista nel tiro dalla media distanza, Jordan non era altrettanto abile nel tiro da tre punti: le sue percentuali da dietro l'arco sono state altalenanti per buona parte della sua carriera, ad eccezione delle periodo compreso tra il 1994 ed il 1997, in cui Jordan, favorito anche dal temporaneo abbassamento dell'arco da 7,25 m a 6,75 m, migliorò le proprie percentuali, innalzando la propria media in carriera ad un discreto 35% (poi sceso a 32,7 dopo le ultime tre stagioni). Nonostante la non eccezionale abilità nel tiro da tre, la capacità di Jordan di alzare il livello del proprio gioco nei momenti decisivi gli consentì di realizzare alcune triple importantissime nei playoff, come ad esempio durante le Finals del 1992 contro i Portland Trail Blazers, in cui chiuse con 6/10 da oltre l'arco in Gara 1. A corredo delle sue doti da realizzatore, vanno citate l'abilità a rimbalzo, l'efficacia nel tiro libero, la notevole comprensione tattica del gioco e le capacità di passatore, retaggio dei primi due anni al liceo, durante i quali, preferiva far andare a canestro i compagni piuttosto che segnare in proprio. Michael Jordan è inoltre stato considerato uno dei migliori difensori della NBA, capace di formare, assieme a Scottie Pippen, una delle coppie difensive più forti di sempre. Jordan era solito prendere in consegna il top scorer avversario, marcandolo con efficacia grazie ad una combinazione di forza fisica, velocità e riflessi; abile stoppatore, Jordan era un difensore pericoloso anche lontano dalla palla, come confermano le medie statistiche in carriera sui recuperi difensivi. Oltre che per le doti tecniche e fisiche mostrate sul campo, Jordan si è distinto per la sua mentalità vincente e competitiva,la regolare costanza di rendimento di stagione in stagione e la naturale leadership esercitata sui suoi compagni. Una delle peculiarità più apprezzate è sempre stata la sua abilità nel giocare sotto pressione ed effettuare le giocate decisive delle partite (sono diventate famose anche al di fuori del contesto sportivo alcune azioni che lo hanno visto protagonista, tra cui il tiro col quale decise le NBA Finals del 1998 nonché, grazie anche ad unospot televisivo che riutilizzò le immagini, i due punti coi quali sconfisse nei play-off del 1989 i Cleveland Cavaliers. La storia del tennis Nel 1874 il maggiore inglese Walter Clopton Wingfield brevettò alla Camera dei Mestieri di Londra l'invenzione di un nuovo gioco, consistente in un campo a forma di clessidra, diviso al centro da una rete sospesa. Il gioco era addirittura confezionato in una scatola contenente alcune palle, quattro racchette, la rete e le indicazioni per segnare il campo. Il gioco era fondato sulle regole del vecchio real tennis e, su suggerimento di Arthur Balfour, venne chiamato lawn-tennis. La "data di nascita" ufficiale del tennis risulterebbe dunque il 23 febbraio 1874. Wingfield prese in prestito parole ed espressioni francesi per la nomenclatura del suo gioco: • deuce (usato per indicare il 40 pari), deriva da à deux le jeu, che significa "a entrambi il gioco". love (usato nei punteggi per chiamare lo zero), deriva da l'oeuf, che significa "uovo" e che simboleggia la forma dello zero. L'inusuale convenzione di segnare i punteggi con 15, 30 e 40 ha sempre suscitato la curiosità degli esperti. Una teoria annuncia che si tratti dei quarti d'ora segnati per prendere il tempo (il 40 deriva da un accorciamento); un'altra invece sostiene che la traduzione francese (quinze, trente et quarante) sia orecchiabile e che quindi il punteggio fosse una sorta di ritornello. Un'altra ancora avanza l'ipotesi che i punteggi si riferiscano ai soldi che venivano scommessi durante le vecchie partite di pallacorda (15 soldi equivalevano a un denaro d'oro). Il tennis oggi è uno sport che vede opposti due giocatori o quattro (due contro due, incontro di doppio) in un campo diviso in due metà da una rete alta circa un metro dal terreno. I giocatori utilizzano una racchetta, come se fosse il prolungamento del braccio, al fine di colpire una palla. In passato le racchette avevano un telaio in legno, successivamente in leghe leggere, ora in grafite pura o mista a kevlar, fibra di vetro, tungsteno o basalto[1], con una corda monofilamento o multifilamento congiunta in diversi punti del telaio in modo da formare una rete. Lo scopo del gioco è colpire la palla per far sì che l'avversario, posto nell'altra metà del campo da gioco, non possa ribatterla dopo il primo rimbalzo (l'obbligo del primo rimbalzo è solo in risposta alla palla messa in gioco dalla battuta dall'avversario, nelle altre fasi del gioco è consentito ribatterla anche al volo) o che battendola finisca con mandarla fuori campo o non riesca a superare la rete posta al centro. Oggi Fabio Fognini è l’ottavo giocatore Top 20 della storia del tennis maschile italiano nell'era open. In passato sono stati infatti sette i giocatori italiani a raggiungere tale traguardo da quando è stata istituito il ranking ATP nel 1973. Barazzutti, Bertolucci,Gaudenzi ,Camporese ,Seppi 3C- 3B Storia del tennis femminile La storia del tennis risale al Medioevo,all'antico gioco greco dello sphairistike, ed è menzionato nella letteratura fin dal Medioevo. La forma medievale del tennis è chiamata real tennis (dall'inglese royal, "regale", poi diventato "real" poiché molto praticato a corte). Il real tennis si evolse per tre secoli da jeu de paume: un antico gioco francese e italiano del XII secolo chiamato pallacorda in italiano. Aveva dei richiami alla palla basca e alla pallamano americana. Prima la palla era colpita con la mano nuda, poi con la stessa coperta da un guanto. Intorno al 1520 il guanto era diventato una piccola racchetta. Un ritratNANCY CLASSE II E PRIMARIA to del re Carlo IX di Francia del 1552 ritrae il neonato sovrano con una racchetta in mano. Il real tennis aumentò la sua popolarità di volta in volta tra i nobili francesi e raggiunse il massimo picco nel XVI secolo. Francesco I di Francia, che era appassionato del real tennis, costruì campi e divulgò il gioco sia tra i membri della corte sia tra il popolo. Il suo successore Enrico II era anch'egli un ottimo giocatore e continuò la tradizione. Ben due re francesi morirono in incidenti legati al gioco: Luigi X per ripetuti attacchi dopo una partita e Carlo VIII dopo essere stato colpito dalla palla CHIARA IV F Racchette e palle da pallacorda Re Carlo IX stabilì la prima corporazione dei professionisti di pallacorda nel 1571, organizzando inoltre il primo torneo con racchette, diviso in tre categorie: apprendisti, amatori, professionisti. Con Enrico V d'Inghilterra la pallacorda era divenuto popolare anche fra i reali inglesi, ma fu Enrico VIII a rendere lo sport famoso nel suo paese, giocando a Hampton Court Palace, in un campo che aveva fatto costruire nel 1530. Si ritiene che Anna Bolena stesse assistendo a un incontro di real tennis quando venne fatta arrestare e che Enrico stava giocando quando gli giunse la notizia della sua esecuzione. Durante il regno di Giacomo I d'Inghilterra c'erano 14 campi nella sola Londra. Nel XVII secolo il gioco si diffuse completamente tra la nobiltà della Francia, della Spagna, dell'Italia e dell'Impero Austro-Ungarico, ma nel periodo di affermazione del puritanesimo subì una pesante perdita di popolarità. Ai tempi di Napoleone il real tennis era stato ormai largamente abbandonato dalle famiglie nobili. Nella Rivoluzione francese la pallacorda giocò un non piccolo ruolo con la firma del Giuramento della Sala della Pallacorda. Durante il XVIII e all'inizio del XIX secolo il real tennis diminuì molto il suo séguito di praticanti e spettatori, sostituito da altri tre sport con palla e racchetta: il racquets, lo squash e il lawn-tennis, ovvero lo sport che oggi tutti conoscono semplicemente come tennis. Nel 1881 il desiderio di giocare a tennis competitivamente portò alla fondazione dei primi club. Contemporanea è anche l'istituzione dei quattro Grandi Slam, cioè i quattro tornei di tennis più prestigiosi del mondo. L'Australian Open, l'Open di Francia, il Torneo di Wimbledon e l'US Open restano a tutt'oggi i tornei più ambiti, e il conseguimento di una vittoria in ogni torneo nello stesso anno è chiamato Grande Slam. Il primo Australian Open si tenne nel 1905 con il nome di Australasian Championships. Soprattutto a causa della sua posizione geografica, il torneo inizialmente non ottenne attenzioni da parte dei grandi campioni. Fino agli anni ottanta il torneo continuò a essere considerato "di serie B". Nel 1988, però, la sede si ritrasferì a Melbourne e da allora l'Australian Open venne finalmente considerato allo stesso livelli degli altri tre Grandi Slam.I tornei più importanti sono: 1905 - Vengono indetti i primi Australasian Championships a Melbourne 1906 - La sede del torneo si alterna tra Melbourne, Sydney, Adelaide, Brisbane e Perth 1927 - Il nome del torneo diventa Australian Championships 1969 - Il torneo si apre anche ai non professionisti e viene ribattezzato Australian Open 1972 - Il torneo viene trasferito a Kooyong 1988 - Il torneo viene trasferito nei campi sintetici di Melbourne Park 2008 - Il terreno viene trasformato in plexicushion, un nuovissimo materiale sintetico. disputato annualmente tra le due più forti nazionali femminili di tennis dell'epoca: quella statunitense . Tornei per professionisti L'attività tennistica professionale risale al 1883 quando pochi professionisti iniziarono a sfidarsi in singole partite d'esibizione e brevi tornei. Nell'era pre-open i più forti giocatori professionisti era sotto il contratto di un promoter. I promoter controllavano i loro giocatori che non sempre, per questo motivo, potevano partecipare ai tornei che loro desideravano disputare a differenza dei dilettanti che non avevo ostacoli in questo senso, essendo però supervisionati dalle federazioni nazionali e internazionali. MIRKO GIORGIO CLASSE IV A CLASSE IV A CLASSE IV A FEDERICO KAROL TROMBETTA CLASSE V A CLASSE V A ANDREA ENRICO GIULIANA CLASSE V A MANUEL GIOVANNI CLASSE V A NOEMI KETTY CLASSE V A GABRIELE CLASSE V A CLASSE V A UMBERTO FABIOLA CLASSE V A La scuola dell’infanzia ha tra le sue peculiari finalità l’acquisizione delle competenze. I traguardi di sviluppo delle competenze riguardanti il “Campo di esperienza: il corpo e il movimento” consentono ai bambini di prendere coscienza del proprio corpo, acquisire conoscenze circa il funzionamento del corpo: il sistema osseo, i muscoli, ecc.., sviluppare la propria motricità in relazione allo spazio, al tempo, agli oggetti, organizzando di conseguenza il movimento. I giochi motori, e i progetti di psicomotricita’, sono propedeutici ad ogni tipo di attività sportiva che gli alunni intraprenderanno, perché avranno sviluppato gli schemi di postura globali e segmentari, gli schemi motori generali (corsa, salto, lancio), e gli schemi motori degli arti. Proponiamo ai bambini semplici attività sotto forma di esercizi-gioco mirati alla presa di possesso dei movimenti del proprio corpo. INFANZIA VIA CELLINI Per il bambino il gioco, rappresenta la modalità privilegiata di espressione di sé. Egli può, mettere in scena, le difficoltà, le paure, le insicurezze, la rabbia, l’aggressività, ma anche condividere momenti di piacere, di collaborazione e di condivisione con i compagni, che altrimenti troverebbero difficilmente un canale di espressione spontaneo. La psicomototricità, è uno strumento educativo globale che favorisce lo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo del bambino attraverso l’espressività corporea e rappresenta, un utile strumento di promozione alla salute, intesa quale processo costruttivo che attivi i bisogni e le risorse degli individui. INFANZIA PLESSO VIALE G.DA VERRAZZANO I bambini della scuola dell’infanzia del plesso Castagnola fanno attività psicomotoria negli spazi esterni per sviluppare abilità quali equilibrio, postura, coordinazione e lateralità. GIULIA MARSENGO III B ANTONIO CASTELLI IV B GAETANO CASTELLI IV B SOFIA IV F La danza… ELENIA ASIA MUSUMECI IV B ANTONELLA NIZZA IV B AURORA MAGRI’ IV B Ilenia Gentile II D ROSY COSTANZO IV G ROBERTA TOMASELLI IV G stadio cibali vincitori trofeo nicotra 3vs3 2009 GSS NESIMA 2010 ROMA 2011 FINALE NAZIONALE GSS SALTO IN LUNGO MEDAGLIA ORO NAZIONALE GAETANO MARINO premiazione trofeo nicotra catania 2013 finali nazionali giochi sportivi studenteschi Roma , giugno 2013 trofeo di piazza motta s. anastasia 2013 palermo stadio favorita finali regionali gss 2013 Catania premiazione gss MUSCO trofeo ungaretti pala nitta cus catania 2016 sport e legalità I.O.S. ANGELO MUSCO V.le G. da Verrazzano, 101– 95121 CATANIA Tel. 095.575577– Fax 095.7181263 E-mail [email protected] Sito: www.icmuscoct.info Cod. Mecc. CTIC881002 C.F. 80025540875