LO SPORT - IC Angelo Musco

Transcript

LO SPORT - IC Angelo Musco
LO SPORT,
PASSIONE
TRAVOLGENTE!
Anno scolastico 2015/2016
Che cosa è lo sport
La parola sport è una voce Inglese che deriva dal francese antico “disport,desport” corrispondente al nostro “diporto” questa parola significava “spasso, divertimento”, ma soprattutto
“esercizio corporale, sportivo” : in questo senso veniva già usata in Italia nel 1500. Lo sport,
quindi, è il complesso di tutti gli esercizi sportivi, gare, le competizioni che l’uomo compie, da
millenni, per sviluppare e migliorare la propria capacità fisica e morale, per ricreare il proprio
fisico e la propria mente, per superare sempre i limiti che via via raggiunge nelle varie competizioni. L’uomo fa dello sport perché ne sente il bisogno, in caso di prova la gioia della
competizione del moto, dello sforzo, perché vuole migliorare tutte le proprie possibilità. Non
per nulla i giochi sportivi nascono spontaneamente tra i bambini.
Dal gioco singolo a gioco in comune
Fino a 4-5 anni, ogni bambino, anche se si trovava con gli altri, è portato a giocare per conto
proprio. Dopo i cinque anni circa i bambini cominciano a unirsi fra loro per giocare insieme, in
collaborazione .
CLASSI VC e VD
Dal gioco allo sport
Poi, accadde quello che deve accadere: un giorno che i bambini si troveranno a correre assieme, ciascuno cercherà di correre più forte degli altri ; e un giorno che si troveranno a lanciare sassi, ciascuno cercherà di lanciare il suo più lontano di tutti. Nasce così, spontaneamente, la gara, la competizione: nasce cioè lo sport . Quello sport spontaneo, poi, fra gli
adulti troverà delle regole ben precise, una rigogliosa disciplina e una organizzazione completa. Lo sport moderno nasce infatti dalla scienza; i risultati “ incredibili “ che si susseguono puntualmente ogni anno dipendono da queste tre cause : una sempre più perfetta conoscenza dell’organismo umano; una preparazione scrupolosa e scientifica di
questo organismo, attraverso nuovi sistemi di allenamento ; l’uso di attrezzature, di impianti e di strumenti tecnici perfezionati.
Allenamento
L’allenamento , il grande, fondamentale “ segreto “ di ogni sport, è la costante e graduale
preparazione fisica e morale dell’atleta, destinata a fargli raggiungere il miglior stato di “ forma” : lo stato cioè che gli permetta di conseguire le massime prestazioni possibili, l’allenamento è un processo fisiologico, cioè migliora tutte, o quasi, le funzioni dell’organismo : esso infatti viene “potenziato” in maniera sbalorditiva. Campioni sportivi si nasce, nel senso
che si deve avere già un’attitudine e un fisico adatto : ma si deve anche essere scoperti,
selezionati e preparati. E per questo sono necessarie applicazioni tecniche complete, perfezionate (e costose). Così negli attrezzatissimi centri di preparazione, i giovani, preparati da
allenatori e istruttori di classe (spesso ex campioni) eseguiti e controllati da medici sportivi,
conducono la loro vita disciplinare e serena, si preparano a raggiungere misure nuove,
sempre migliori. Non solo :ma imparavano a sentire la bellezza, il valore dello sport, imparavano che lo sport è sacrificio, è lotta leale allo scopo di
migliorare , oltre il corpo, anche l’animo dell’uomo. Il vero
sportivo è un uomo completo.
Poiché raggruppa movimenti
semplici, elementari con il
podismo di lotta in salti ed in
lanci, l’atletica, è uno sport
senza un’origine precisa. Noi
sappiamo che furono i Greci
a darle precise regole e ad
assegnare agli atleti un posto
di grande importanza nella
vita civile : essi, a partire
dall’anno 776 a.C. importanza le “olimpiadi “ , che agli
inizi consistevano unicamente in ogni corsa e crearono la
suddivisione, mantenuta ancora oggi, in “atletica leggera”
e in atletica pesante.
ASIA BAGLI, SORAJA PISTONE, AURORA CAMPISI
IA
CLASSI VC e VD
ANDREA RINAUDO, MARCO RUSSO, BONANNO
FRANCESCO, PETROLITI SAMUALE
IA
La Storia dello
Sport
In età preistorica l’attività
fisica era strettamente legata alla sopravvivenza e gli
uomini dovevano essere
scattanti,efficienti e pronti
ed atletici . Anche le danze
rituali contribuivano a mantenere in allenamento ed in
esercizio il corpo. A partire
dal quarto millennio a.C. si
svilupparono in Mesopotamia una serie di civiltà nelle
quali l’attività fisica era legata ad espressioni di forza e
destrezza: discipline come il
nuoto, l’equitazione, la lotta
vennero utilizzate, come
profitto per le guerre, ma è
da specificare che solo la
classe governata si dedicava alla pratica fisica. In
oriente venne data molta
importanza ai giochi che
erano spesso legati a cerimoniali religiosi fatti per propiziare la fertilità e l’abbondanza .
Analisi Del Medioevo
Nacque così in India il tiro
alla fune, eseguito tra due
squadre disposte sulle opposte rive di un fiume, che
cercavano di trascinare gli
avversari nell’acqua . Il gioco aveva una simbologia di
purificazione, il gioco dell’altalena, invece, con il suo
movimento che avvicina la
Terra al cielo e il cielo alla
Terra, rappresentava l’unione di aspetti materiali e spirituali.
5^ D e 5^C
Scuola Primaria
Lo sport degli
antichi Egizi
Il termine sport è l’abbreviazione della parola inglese di sport che significa divertimento. La parola francese desport deriva dal latino deportare,
che significa allontanamento, proprio del suo significato. Deportare significa portarsi lontano, cioè stava a significare uscire fuori dalla porta dalle
mura cittadine per svolgere attività fisiche. E’ noto come Amenothejr II,
settimo sovrano della VIII Dinastia (1424-1398 a.C.) andasse fiero della
propria abilità come arciere, podista, rematore e conoscitore di cavalli.
Non lontano dal lato del Nord-Est della Sfinge, ad esempio, è stata ritrovata una Stele del Tiro con l’Arco.
In Africa del Nord, nella bassa valle del Nilo, nel 300 a.C. si sviluppò una
civiltà antica e importante. La loro religione influenzò la crescita della
civiltà egiziana, stimolando anche l’esercizio fisico.
La concezione dello sport come attività che coinvolge le abilità umane di
base (fisiche e mentali), esercitarle costantemente al fine di migliorarle e
utilizzarle successivamente in maniera più proficua, ci fa capire come lo
sport sia antico almeno quanto lo sviluppo dell’intelligenza umana. Per
CLASSE IV A
l’uomo primitivo, l’attività fisica priva
dell’agonismo dei nostri giorni, era solamente un modo molto utile per migliorare
la propria conoscenza della natura e la
padronanza dell’ambiente che lo circondava.
CLASSE IV E
FABIANA LA VECCHIA
Le iscrizioni sugli antichi monumenti egizi indicano che già al tempo dei faraoni venivano praticate molte attività
sportive a scopo essenzialmente ludico: lotta, ginnastica, pugilato, nuoto.
I faraoni, nonché i dignitari e gli uomini di stato dell’antico Egitto, assistevano a gare sportive con assiduità e ne
favorivano lo svolgimento.
Dai geroglifici è stato possibile stabilire che già millenni prima dei greci, gli antichi egiziani avevano provveduto
a stabilire le regole di base per alcuni giochi, ad affidare il controllo della regolarità delle gare ad un arbitro neutro, a dotare i giocatori di uniformi e ad adornare i vincitori assegnando loro collari di fogge particolari, sia al
vincitore sia al perdente e veniva
reso omaggio.
FABIANA LA VECCHIA IV E
CLASSE IV A
CLASSE IV A
AURORA NAPOLI
IC
Giochi
olimpici antichi
I Giochi olimpici antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte ogni 4
anni nella città dell'antica Grecia, Olimpia,
storicamente dal 776 a.C. al 393 d.C..
Nell'antichità, si tennero in tutto 292 edizioni dei Giochi olimpici.
Il primo documento scritto che può riferirsi alla nascita delle Olimpiadi parla di una
festa con una sola gara: lo stadion (gara di
corsa). Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in
tutta la Grecia antica. Successivamente
altri sport si aggiunsero alla corsa con il
numero delle gare che crebbe fino a venti,
per durare sette giorni.
Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in
onore di Zeus, re degli dèi. Le gare prevedevano: pugilato, la corsa, il pentatlon cioè un insieme di 5 gare come il salto in
lungo, la corsa, il lancio del disco, il lancio
del giavellotto, la lotta - e faceva parte dei
giochi olimpici anche la corsa dei cavalli.
STRANO ANNA MARIA
IC
AGATINO SIGNATI I C
AURORA NAPOLI
IC
I vincitori delle gare venivano fatti oggetto di
ammirazione e immortalati in poemi e statue, e
fregiati di una corona di alloro. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in
tutta la Grecia. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come "Olimpiade".
La partecipazione era riservata ai cittadini greci
maschi liberi. La necessità di dedicare molto
tempo agli allenamenti permetteva solo ai
membri delle classi più facoltose di prendere in
considerazione la partecipazione.
A differenza dei Giochi olimpici moderni, solamente uomini che parlavano la lingua greca
potevano partecipare alle celebrazioni.
STRANO ANNA MARIA
IC
AGATINO SIGNATI I C
Il giavellotto
Il giavellotto è un tipo di
lancia usato come arma
da lancio. Nell’antichità
si ha traccia dell’uso del
giavellotto anche in competizione di abilità. Per
esempio, nell’antica Grecia veniva praticata una
gara di tiro al bersaglio
con esso.
GABRIELE
PETROLITI II C
GABRIELE
PETROLITI II C
DISCOBOLO
Il discobolo è una
scultura realizzata
intorno al 455 a.C.
da Mirone. La statua originale era in
bronzo.
L’opera
venne fisa per la
città di Sparta e
rappresentava un
atleta nell’atto di
scagliare il disco
Lo sport nell’antica Roma
Il circo e le corse
Agli albori della storia di Roma, in un vasto spiazzo paludoso solo parzialmente bonificato tra
Palatino ed Aventino, pastori e contadini dei villaggi circostanti diedero vita alle prime corse
dei carri. Nasceva così il Circo Massimo, il più grande complesso monumentale dell’antichità. All’origine erano gare austere; col tempo i Romani si recavano al Circo per divertimento,
soprattutto quando avevano scommesso sopra una fortuna. Dalle 12 costellazioni dello zodiaco l’auriga (il sole), vestito delle 4 stagioni (fazioni: bianca-inverno, verde-primavera, rossa-estate, azzurra-autunno), iniziava il suo percorso intorno alla Terra (pista) ed al mare
(fossato di protezione degli spettatori), seguendo l’orbita dei 7 pianeti (i 7 giri della gara). La
passione, il tifo e il fanatismo toglievano il sonno ai Romani e non solo ai disoccupati. L’imperatore Caligola mangiava e soggiornava continuamente nelle scuderie dei cocchieri verdi.
Le gare avevano inizio con il corteo che entrava dall’arco di trionfo, accolto dalla folla festante. I concorrenti andavano a prendere posto nelle postazioni di partenza secondo un ordine
estratto a sorte, divisi nelle 4 fazioni.
Il segnale di partenza era dato dal magistrato con il lancio di un drappo bianco. I box si aprivano contemporaneamente. Gli aurighi guidavano in piedi sui leggeri carri di legno a 2 ruote,
la testa protetta dal casco di metallo e le gambe da fasce, le briglie strette nella mano sinistra e la frusta nella destra. I momenti di tensione massima, per aurighi, cavalli e spettatori
erano il superamento delle mete poste alle 2 estremità della spina. Il numero dei giri che venivano man mano completati era segnalato da sette grandi uova alternate, a partire dall’età
di Augusto a sette delfini che venivano progressivamente abbassati. Alcuni aurighi e cavalli
divennero estremamente famosi. I padroni degli spettacoli erano come nei giochi gladiatori,
figure poco raccomandabili di manager. I giochi circensi, biasimati e combattuti dalla Chiesa,
godevano ancora di enorme popolarità nel basso impero. Le corse cessarono del tutto nel
545 d.C., con l’ultima rappresentazione data da Totila.
1°A Scuola Secondaria
GABRIELE DI MAGGIO 1 A
I giochi gladiatori
Gli spettacoli gladiatori hanno origine in antiche e crudeli cerimonie funebri comprendenti
anche un sacrificio umano sulla tomba del defunto. Introdotti a Roma nel 264 a.C., furono
ufficialmente istituiti nel 105 a.C. L’imperatore Augusto regolamentò la materia; i tentativi
di renderli più umani, come quelli fatti dall’imperatore filosofo Marco Aurelio, si rivelarono
provvisori ed inutili. Solo il Cristianesimo, portatore di nuovi valori, riuscì a porvi fine. Gli
spettacoli erano annunciati alla popolazione con volantini e con scritte sui muri. I gladiatori erano per lo più schiavi, prigionieri di guerra, criminali condannati a morte,anche uomini
liberi, figli di nobili famiglie rovinate. La disciplina della vita di caserma era talmente crudele da spingere spesso i gladiatori al suicidio. Le celle dove alloggiavano erano buie e sporche. L’unica consolazione era il cibo; molti di questi miserabili campioni riuscirono ad accumulare ricchezze incredibili. Lo spettacolo aveva inizio la vigilia con un grande banchetto offerto in onore dei combattenti ed aperta al pubblico degli amici, allenatori, scommettitori, tifosi. La giornata di giochi si apriva con la “venatio” (caccia) che si dava all’alba; i
condannati a morte “ad bestias” (alle fiere) erano spinti nell’arena, in attesa che dalle botole dei sotterranei, per mezzo di montacarichi, facessero la comparsa le belve affamate.
Il personale dell’anfiteatro provvedeva a ripulire l’arena dei resti e a gettare nuova sabbia
su quella imbrattata di sangue. L’anfiteatro Flavio, il più imponente del mondo antico con
45.000 posti a sedere e 5.000 in piedi, mostra ancora oggi in modo chiaro le soluzione
adottate dagli architetti romani. La disposizione degli spettatori sugli spalti rispettava una
precisa gerarchia sociale. I combattimenti erano introdotti dalla parata dei gladiatori che, in
ordine militare, facevano il giro dell’arena e salutavano l’imperatore e le autorità “Ave imperator morituri te salutant! ”. Il combattimento si svolgeva anche tra gladiatori di classi
diverse: armato di tridente e rete opposto ad un murmillo (combattente con elmo gallico a
forma di pesce) dallo scudo rettangolare e spada. Un fracasso assordante di strumenti liberamente suonati accompagnava i combattenti. Al vinto ferito non rimaneva che chiedere
grazia al vincitore, il quale spesso rimetteva la sentenza alla scelta del pubblico
“Missum!”(Libero!), “Ingula!” (sgozzato!). I vincitori erano compensati con piatti di monete,
e spesso anche con l’immediata libertà. Solo nel 404 l’imperatore Onorio riuscì a porre definitivamente fine ai giochi gladiatori. La stessa passione i Romani manifestarono per la
caccia in cui agli uomini si sostituivano le bestie in spettacoli non meno ripugnanti.
I momenti di pausa erano assicurati da scene di belve addestrate, come nei moderni circhi, a svolgere esercizi in contrasto con la loro indole. Per l’inaugurazione del Colosseo
furono uccisi 5. 000 animali in un solo giorno. Solo Totila nel “VI”secolo riuscì a vietare
definitivamente in Italia tali giochi.
1^A Secondaria
Lo sport nell’antica Roma
Le gare atletiche si dicevano “cartamina Greca” (cioè giochi di tipo Greco).Vennero per la
prima volta organizzate a Roma nel (186 A.C.) a cura di Marco Fulvio Nobiliare conquistatore di Ambraccia. Narra Zito Livio che queste gare, segnanti il trionfo, parteciparono atleti
Greci e forse anche Romani, con esclusione degli Etruschi. Nel (167 A.C.) Emilio Paolo per
la vittoria su Perseo , Re di Macedonia,fece venire a Roma Atleti e nobili cavalieri.In Epoca
Augustea i giochi olimpici atletici entrarono in modo stabile nei programmi pubblici; Augusto
le istitu
ì Uicogoli vicino Azio per la famosa vittoria nel (31 A.C.) dai giochi furono
chiamati “Actia”. Nel (86 A.C.) Domiziano istituì in onore di Giove Capitolino una triplice gara
a carattere musicale , ginnico ed equestre . Il “Certamen Iovi Capitolino” costituì il nuovo ciclo di giochi atletici in contrapposizione ai giochi olimpici in onore di Zeus, ai Pitici in onore
di Apollo Pizio, agli Istmici e ai Nemei.
Allenatori, dieta e premi
AURORA CAMPISI
1A
Nei tempi più antichi non esistevano gli
allenatori , gli atleti si allenavano sulla
base delle proprie conoscenze, le discipline erano divise nella classe pesante e
leggera.
Gli atleti Romani, di solito,portavano i
capelli annodati a crocchia sulle sommità
del capo e si facevano depilare e massaggiare il corpo ricoprendolo di olii e
polveri speciali.
Anche il regime alimentare era tenuto in
grande considerazione perché gli atleti
dovevano godere di buona salute ed essere molto muscolosi. Il premio dei vincitori era una corona di foglie di alloro nei giochi olimpici e pitici, di apio (sedano selvatico) negli istmici e nemei,di spiga nei Sebastà.Non c’erano solo premi in corone ma anche in denaro, offerto dalla città di origine. Il termine atleta deriva dal Greco “Athlon”, cioè premio.
Tipologia delle discipline atletiche
Le varie competizioni avevano luogo nello stadio, il cui nome (Stadion) indicava l’unità di
misura pari a 600 piedi.
La gara podistica per eccellenza fu la corsa dello stadio, gara di velocità sulla distanza di
circa 180 metri, eseguita da atleti nudi e scalzi.
Le false partenze furono punite per molto tempo con l’uso del bastone o della frusta.
La lotta , il pugilato e il pancrazio erano le 3 discipline che costituivano l’atletica pesante.
Negli incontri di lotta erano vietati pugni e calci ma ammessi gli sgambetti e tutte le prese
sulla parte superiore del corpo . Il pugilato aveva regole precise , non erano previste pause
durante l’incontro e il bersaglio preferito era la testa; spesso l’esito era mortale.
Il pancrazio era un insieme di lotta e pugilato; si gareggiava a mani nude ed era permesso
tutto, tranne mordere e graffiare. Era la disciplina più violenta.
Il pentathlon era la disciplina sportiva più completa. Essa comprendeva: Il salto in lungo, il
lancio del disco e del giavellotto, la corsa di uno stadio e la lotta.
A conclusione delle gare veniva eseguita una processione al tempio dedicata all’Imperatore
e a Roma.
La vittoria era aggiudicata al vincitore di 3 gare su 5.
CLASSE IA
Lo sport nel periodo fascista
Con l’avvento del fascismo e con la salita
al potere di MUSSOLINI nell’ottobre 1922
maggiore importanza
venne riservata allo
sport .In quanto lo
stesso movimento fascista nasceva da un
bisogno di azione.
MUSSOLINI fu il primo
a dare di se un’immagine di uomo sportivo. Pochi anni dopo l’instaurazione del regime totalitario, all’inizio doveva
occuparsi dell’educazione sia fisica che morale dei giovani italiani fascisti svolgendo il suo
ruolo anche nell’ambito scolastico dell’educazione fisica.
L’educazione fisica divenne nel regime fascista, strumento di propaganda poiché agli studenti che conseguivano successi nello sport, venivano attribuiti meriti pari, se non superiori
alle altre discipline. Nel 1923 era nata la FIAF federazione italiana femminile nel frattempo il
successo riscosso dallo sport aumentava, la donna sportiva era ammirata, anche se ciò era
soggetto a critiche a parte della chiesa, contraria alla pratica dell’attività sportiva femminile.
La donna sportiva era appoggiata da alcuni intellettuali fascisti ,che vedevano importante per
la crescita dello Stato ,non solo l’uomo forte ma anche la donna doveva essere forte
A partire dal 1925 il regime fascista avviò un vasto programma di nazionalizzazione del tempo libero , dai divertimenti, agli sport e il primo fu la creazione dell’Opera Nazionale del lavoro . nel 1936 l’Italia partecipò alle olimpiadi e conseguì ottimi risultati nell’atletica. Tale successo si trasformò in un momento di propaganda politica , in quanto il primato dello sport dava lustro all’Italia e pertanto al regime fascista che era al governo.
L’ENEF , ente nazionale dell’educazione fisica fu il primo ente ad occuparsi realmente all’educazione fisica nelle scuole. Successivamente nacquero l’opera nazionale balilla, che si occupava dell’educazione fisica sportiva dei bambini dai cinque ai diciotto anni , il GUF , che vi
guardava il giovani universitari fascisti.
Di sport fondamentali che venivano praticati erano : L’ATLETICA LEGGERA, GLI SPORT
INVERNALI, IL CICLISMO , IL NUOTO , IL PUGILATO , IL TIRO A SEGNO .
IN tutta l’Italia vennero costruiti stadi piscine e palestre
3A
Abbigliamento
Era costituito dalla classica camicia nera, fazzoletto
azzurro, pantaloncini grigio verde, fascia nera, fez
( il copricapo arabo mutuato dagli arditi): la divisa
dei balilla tradiva l’impostazione paramilitare (e
propedeutica alla leva militare vera e propria)
dell’ONB.
Quasi sempre presente
nelle esercitazioni, era inoltre il moschetto Balilla (in versione giocattolo per i figli della Lupa.)
3A
Opera nazionale balilla
L’ONB fu sin della sua fondazione concepita dai fascisti come uno strumento di penetrazione nelle istituzioni delle scuole : ad essa venne affidato l’insegnamento dell’educazione fisica ai ragazzi. Presidi e insegnanti erano tenuti ad aprire le strutture scolastiche alle iniziative dell’ONB ed a invitare gli alunni di tutte le età ad aderirvi.
L’ONB gestiva anche corsi di formazione e orientamento professionale,corsi sport-scolastici
per adulti,corsi di puericultura e d’economia domestica per le donne,oltre a migliaia di scuole rurali.
L’Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un ente di stato del regno d’Italia istituto con legge votata dal parlamento durante il ventennio fascista. La denominazione fu ispirata
alla figura di Giovan Battista Perasso detto “Balilla” il giovane Genovese che secondo la
tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti Austriaci del 1746… un
immagine di modello rivoluzionario cara al regime Fascista.
3A
Dirigenza
L’ opera nazionale balilla
e per l assistenza e per l’
educazione
fisica e morale
della gioventù
“veniva governato a livello
nazionale e da
un consiglio
centrale” , invece al livello locale del “comitato provinciale”
CONSIGLIO CENTRALE: il consiglio centrale composto da un presidente e vice presidente
e da ventitrè consiglieri nominati decrerioli su proposta del CAPO DEL GOVERNO PRIMO
MINISTRO.
Il presidente era scelto tra gli uffici di grado non inferiore e quello di console generale (IN
SERVIZIO OTTIMO FUORI QUADRO)della MALIZIA INVOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE ,udito il comandante generale della malizia stessa .tanto il presidente che il
vice presidente duravano in carica quattro anni e potevano essere riconfermati. fanno parte
del consiglio centrale ,due rappresentanti del ministero dell’interno di cui una delle direzioni
generale di sanità a un rappresentante per ciascuno dei ministeri della FINANZA , della
GUERRA , delle MARINE , DELL’AERONAUTICA ,DELL’ISTRUZIONE DELL’ECONOMIE
NAZIONALI ,disegnati dai rispettivi ministri ,nonché in ufficiale superiore della MILIZIA VOLONTARIE PER LA SICUREZZA NAZIONALE disegnato dal comandante generale della
MILIZIA stessa ,un rappresentante delle federazioni gimmico –spotive designati dal comitato olimpionico nazionale italiano, DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE ITALIANE , e un
RAPPRESENTANTE dell’OPERA NAZIONALE del dopo lavoro.
Gli altri componenti del consiglio centrale venivano selti fra persone specialmente competenti delle discipline relative dell’ ASSISTENZA dell’ educazione fisica e morale della gioventù preferibilmente fra i benemeriti.
3A
Opera nazionale
balilla
La creazione:
Dopo la marcia su Roma ,
il nascente regime Mussoliniano si pose il problema
di come “fascistizzare” la
società, a partire dai più
giovani: nel Dicembre
1925 Mussolini diede
all’ex ardito Renato Ricci
la guida del movimento
giovanile del PNF (l’ Avanguardia giovanile fascista)
con il compito, di
“riorganizzare la gioventù
dal punto di vista morale e
fisico” per l’occasione Ricci prese contatti in Inghilterra con Robert Baden-Powell , fondatore
dello scautismo ( che secondo lo stesso Ricci gli avrebbe dato “ preziosi consigli”), ed in
Germania con gli esponenti della Bauhaus.
Una legge del 3 aprile 1926 sancì così la nascita dell’ Opera nazionale balilla (ONB), che
Ricci avrebbe diretto fino al 1937. Complementare, all’istruzione scolastica, l’ONB era
“finalizzata… All’assistenza e all’educazione fisica e morale della gioventù”. Vi avrebbero
fatto parte i giovani dagli 8 ai 18 anni, ripartiti in due sottoistituzioni: i balilla e gli avanguardisti.
“ L’Opera nazionale balilla per l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù” (nome completo dell’ente di stato) fu fondata nel 1926 come ente autonomo, l’ ONP confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento, nella GIL (Gioventù italiana del littorio) a
partire dal 1937. L’ONB mirava non solo all’ educazione spirituale, culturale e religioso, ma
anche all’ istruzione premilitare, ginnico-sportivo, professionale e tecnico.
Scopo dell’ ONB era in fonte nei giovani il sentimento della disciplina e della educazione militare, renderli consapevoli della loro italianità e del loro ruolo di “fascisti del domani”.
Opera nazionale balilla II
Nel 1927 il regime fascista sciolse per legge le organizzazioni giovanili non fasciste, tra cui
le associazioni scout: il Corpo nazionale giovani esploratori italiani (pluriconfessionale) fu
sciolto quell’ anno; l’ associazione scoutistica cattolica italiana (ASCI) fu obbligata a chiudere tutti i reparti nelle località sotto i 20.000 abitanti, prima della chiusura completa nel
1928; l’associazione dei ragazzi pionieri italiani (ARPI) cessò volontariamente le attività.
Molti scout continuarono a svolgere le proprie attività in clandestinità e parteciparono attivamente alla lotta antifascista.
Uno dei principali gruppi che continuarono le attività fu quello delle Aquile randagie, a Milano
e alcuni gruppi scout italiani all’estero proseguirono le loro attività.
L’unica organizzazione rimasta attiva fu la Gioventù italiana Cattolica, che dovette comunque ridurre le proprie attività.
3A
L’Opera Nazionale Balilla (ONB) fu un ente di stato del regno d’Italia istituto con legge
votata dal parlamento durante il ventennio fascista. La denominazione fu ispirata alla figura
di Giovan Battista Perasso detto “Balilla” il giovane Genovese che secondo la tradizione
avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti Austriaci del 1746… un immagine di
modello rivoluzionario cara al regime Fascista.
Struttura
Dopo un primo periodo sperimentale l’ONB venne stabilmente suddivisa per età e sesso in
vari corpi
Formazioni
Corpi maschili
Figli della lupa : dai 6 agli 8 anni
Balilla dai 9 ai 10 anni
Balilla moschettieri dagli 11 ai 13 anni
Avanguardia dai 14 ai 18 anni
Corpi femminili
Figlie della lupa dai 6 ai 8 anni
Piccole italiane dai 9 ai 13 anni
Giovani italiane : dai 14 ai 18 anni
Esterni all’ONB vi erano i movimenti d’età superiore
Fasci giovani di combattimento: 18 -21 anni
Gruppo universitari fascisti : studenti universitari delle scuole superiori.
3A
BALILLA MOSCHETTIERI I
Nell’Italia dei fascisti
anche i bimbi son guerrieri,
siam balilla o moschettieri
Dal regime il baldo fior.
Le medaglie che portiamo
con il Duca qui sul petto.
fa da scudo al nostro affetto
e l’orgoglio accende in cuor!
L’occhio del duce brilla
fisso nei suoi balilla!
Sia la scintilla d’amor
BALILLA MOSCHETTIERI II
Noi abbiamo un bel moschetto
e l’Italia ce lo diede:
moschettieri,
l’arma al piede il destino a preparar!
Se Balilla aveva un sasso
noi scagliamo il nostro cuore:
dei piccini il maschio ardore,
vuol la Grande Italia far!
L’occhio del duce brilla
fisso nei suoi balilla!
Sia la scintilla d’amor.
BALILLA MOSCHETTIERI III
Primavera delle genti
torna Roma ai destini:
l’ha voluto Mussolini,
il suo sogno in marcia è già!
Stretti al Duce,
a la Gran Madre consacriamo
invitti i ciorm;
Roma eterna i suoi tesori
Fiera al mondo additerà
L’occhio del duce brilla
fisso nei suoi balilla!
Sia la scintilla d’amor
3A
PREGHIERA BALILLA
Perplessità suscitò una preghiera pubblicata ad uso dei balilla <<Io credo nel sommo duce,creatore delle camicie nere, e in Gesù Cristo suo unico protettore, il nostro salvatore fu
concepito da buona maestra e da laborioso fabbro, fu prode soldato ebbe dei nemici. Discese a Roma il terzo giorno ristabilì lo stato salì nell’ alto ufficio. Siede alla destra del nostro sovrano di là ha da venire a giudicare il bolscevismo. Credo nelle savie leggi, la comunione dei
cittadini la forza eterna,così sia>>.
Molti pensarono che queste parole, che riecheggiavano il Credo a simbolo degli apostoli,
spesso recitato nelle messe cattolica, assomigliassero troppo a una bestemmia. La preghiera
non ebbe tanto seguito.
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA
Siamo i figli della lupa
Dell’Italia il primo fiore
e donato abbiamo il cuore
al suo grande Condottier.
Noi di Roma siam Balilla
e del Duca il primo affetto.
Il suo nome abbiamo in petto
E l’Italia nei pensier.
Suonate campane,suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo duca vogliamo servir
(seguir)x2
La divisa che portiamo
sempre avrà la nostra fede.
Mussolini ce la diede
le faremo sempre onor.
3A
Classe V B
ANTICA GRECIA
Prima olimpiade 776 a. C. ad Olimpia ed era
una manifestazione religiosa
OGGI
Prima olimpiade dell’era moderna 1896 ad Atene, occasione di incontro tra nazioni nel rispetto
delle differenze culturali e diverse identità
LA FIAMMA OLIMPICA
La fiamma olimpica è uno dei simboli più importanti delle olimpiadi. Accesa dai raggi del sole ad Olimpia, in Grecia, è
successivamente portata da una staffetta di tedofori fino alla città ospitante. Appena arrivata, la fiamma olimpica è impiegata per accendere il braciere olimpico durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici. Il braciere rimarrà acceso
durante tutto il periodo della manifestazione (circa 15 giorni) e verrà spento durante la cerimonia di chiusura dei Giochi.
MOTTO
“Più veloce, più alto, più forte”
PREMIAZIONE
Il solo e unico vincitore non saliva su nessun podio e
veniva premiato con una corona di ulivo. La corona
olimpica gli avrebbe assicurato onori e vantaggi per
tutta la vita.
La Dea NIKE rappresentava la vittoria e il trionfo
MOTTO
“l’importante non è vincere ma partecipare”.
PREMIAZIONE
Nell’era moderna vengono premiati i primi tre atleti che
salgono sul podio: il terzo classificato riceverà una medaglia di bronzo, il secondo una medaglia di argento e il
primo una medaglia d’oro.
La bandiera con cinque colori di colore diverso,
simboleggia i cinque continenti intrecciati.
I colori sono: azzurro, giallo, nero, verde, rosso.
OLIMPIADI E CAMPIONI OLIMPICI ITALIANI
Livio Berruti
Atleta italiano,
boxe
L'Italia sul ring Nino Benvenuti nasce a Isola d'Istria il 26 aprile 1938. Il
suo nome di battesimo è Giovanni. La
sua carriera di pugile lo ha portato ad
essere considerato uno dei migliori
atleti italiani di sempre nel suo sport e
in generale uno degli atleti più amati
dal pubblico.
Atleta italiano,
campione olimpi-
Una regina azzurra Gabriella Dorio nasce a Veggiano (Padova), il 27 giugno 1957. Cresciuta a Cavazzale (Vicenza), approda
all'atletica leggera dopo
aver vinto, senza alcuna
esperienza agonistca, una
corsa campestre alle scuole
medie inferiori.
Atleta italiano
co
Una curva, un rettilineo, una
storia Campione italiano di
atletica leggera, Livio Berruti
nasce a Torino il 19 maggio
1939. Il suo nome è inciso in
modo indelebile nella storia
dello sport nazionale dal 1960,
quando vinse alle XVII Olimpiadi di Roma la gara dei 200
metri
Gabriella Dorio
Atleta italiana
Pietro Mennea
Alberto Tomba
α 19 dicembre 1966
Atleta italiano,
sci
Carattere e grinta speciali, come gli
slalom Nato il 19 dicembr e 1966 a
Bologna, lontano dalle cime innevate
del belpaese, Alberto Tomba è stato
uno dei più importanti atleti italiani di
sempre, e tra i protagonisti del circo
bianco, in assoluto il più grande.
Laurearsi campione Pietr o Paolo Mennea nasce il 28 giugno del
1952 a Barletta, da una famiglia
di umili origini (mamma casalinga e papà sarto). Iscrittosi a ragioneria dopo le scuole medie, sin da
adolescente mette in mostra doti
notevoli in campo atletico, soprattutto nella corsa.
Antonio Rossi
Atleta italiano,
canoa
Volando sull'acqua Antonio
Rossi, canoista azzurro che
tante soddisfazioni ha raccolto
e tanto orgoglio ha portato in
patria, nasce a Lecco il giorno
19 dicembre 1968. Ultimo di
cinque figli, sale su una canoa
per la prima volta nel 1980.
Stefania
Belmondo
Atleta italiana,
sci di
fondo
Juri Chechi
La tenacia e la voglia
di vincere Stefania
Belmondo, campionessa italiana della nobile
quanto faticosa disciplina dello sci di fondo, nasce a Vinadio, in
provincia di Cuneo, il
13 gennaio 1969.
Atleta italiano,
Fiona May
Atleta italiana
ginnasta
di origini inglesi
Fiona May nasce il 12 dicembre del
1969 a Slough, nel Regno Unito, da genitori giamaicani, cugina del giocatore
di rugby Marcel Garvey.
Signore degli anelli Gr ande ginnasta, atleta soprannominato per la sua
totale padronanza della disciplina "Il
signore degli anelli", Jury Chechi è
nato l'11 ottobre 1969 a Prato.
Valentina Vezzali
Alessandra Sensini
Atleta italiana,
windsurf
La tenacia del vento Alessandr a Sensini
nasce a Grosseto il 26 gennaio 1970. Diplomata in ragioneria all'Istituto Tecnico Commerciale di Grosseto, inizia a praticare il
nuoto all'età di sei anni, per poi passare alla
pallavolo.
Annalisa Minetti
Atleta italiana,
scherma
Cantante e atleta
Stoccate e podi Plur i-campionessa
olimpica e mondiale, la schermitrice italiana Maria Valentina Vezzali
nasce a Jesi (in provincia di Ancona) il 14 febbraio 1974, nel giorno
di San Valentino.
paralimpica italiana
Le sfide e le gioie della
vita Annalisa Minetti
nasce il 27 dicembre del
1976 a Rho, in provincia di Milano.
Tania Cagnotto
Atleta, tuffatrice
italiana
Andrea Barzagli
Calciatore italiano
Evoluzioni a testa alta Nata
il 15 maggio del 1985 a Bolzano, Tania Cagnotto è stata la
prima tuffatrice italiana a vincere una medaglia ai Mondiali.
Atleta italiana,
nuoto
In acqua divina Feder ica Pellegr ini nasce a Mirano (Venezia) il giorno 5 agosto 1988. Inizia a nuotare
nel 1995 e dopo i primi successi
conseguiti sotto la guida di Max Di
Mito alla Serenissima Nuoto di Mestre, passa alla DDS di Settimo Milanese
Atleta italiana,
pattinaggio su
ghiaccio
Spessore internazionale Andr ea
Barzagli nasce l'8 maggio del 1981
a Fiesole. Dopo aver tirato i primi
calci al pallone nella società fiorentina della Cattolica Virtus, passa alla Rondinella, squadra con la
quale esordisce nei Dilettanti a
diciassette anni.
Nicole Orlando
Federica Pellegrini
Carolina Kostner
Atleta italiana
Nasce in Piemonte nel 1993.
Affetta dalla sindrome di
Down, ad appena due anni e
mezzo viene portata dalla
madre in una palestra di Biella, dove viene accolta da Anna Miglietta, ex allenatrice
della nazionale di ginnastica
ritmica, e da Franco Ruffa,
presidente della Società .
Lame danzanti La pattinatrice italiana Carolina
Kostner nasce a Bolzano il
giorno 8 febbraio 1987.
Inizia a indossare i pattini
da ghiaccio fin dalla tenera
età di quattro anni, spinta
dai genitori
Gregorio Paltrinieri
Atleta italiano,
nuoto
nasce il 5 settembre del
1994 a Carpi, in provincia
di Modena, figlio di Lorena, impiegata in un maglificio, e di Luca, gestore di
una piscina a Novellara.
Sin dai primi mesi di vita
entra in contatto con la
piscina, e già da bambino
è un ottimo nuotatore.
Muhammad Ali
Nato Cassius Marcellus Clay Jr.
(Louisville, 17 gennaio 1942 – Scottsdale, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati
sportivi della storia.
Sin dagli inizi di carriera, Ali si contraddistinse come una figura carismatica,
controversa e polarizzante sia dentro che
fuori dal ring di pugilato. È tra gli sportivi più conosciuti di tutti i tempi, essendo
stato nominato "sportivo del secolo" da
Sports Illustrated e "personalità sportiva
del secolo" dalla BBC. Fu inoltre autore
di diversi best seller come The Greatest:
My Own Story e The Soul of a Butterfly.
Alì, inizialmente conosciuto con il nome di Cassius
Clay, iniziò ad allenarsi all'età di 12 anni. Vinse l'oro
Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960 e nel 1964, all'età di 22 anni, conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi sconfiggendo a sorpresa il temuto e potente campione in carica Sonny Liston. Successivamente si unì
al movimento afroamericano Nation of Islam e cambiò
legalmente il suo nome. Si convertì quindi al sunnismo
nel 1975 ed infine al sufismo nel 2005.
Nel 1967, tre anni dopo la conquista del campionato
mondiale, Alì si rifiutò di combattere nella Guerra del
Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al conflitto. Per questo, fu arrestato e accusato di
renitenza alla leva, oltre ad essere privato del titolo
iridato. Non combattè per i successivi quattro anni.
L'appello di Alì fece strada sino alla Corte suprema
degli Stati Uniti d'America, che annullò la sua condanna nel 1971. La sua battaglia come obiettore di coscienza lo rese un'icona nella controcultura degli anni sessanta.
È l'unico peso massimo ad essere stato campione lineare per tre occasioni, nel 1964, 1974 ed infine nel 1978. Tra il 25
febbraio ed il 19 settembre 1964 fu inoltre campione indiscusso della divisione. Detiene il maggior numero di premi
"pugile dell'anno", assegnato da The Ring, avendo vinto tale riconoscimento nel 1963, 1972, 1974, 1975 e 1978.
Soprannominato "The Greatest" (Il Migliore), Ali è stato protagonista di alcuni dei più importanti e famosi eventi del
mondo pugilistico. Tra questi vi furono la prima controversa sfida contro Sonny Liston, i tre aspramente combattuti match
con l'irriducibile rivale Joe Frazier, ed il cosiddetto "Rumble in the Jungle", il drammatico incontro nel 1974 in Zaire contro il campione in carica George Foreman, dove riconquistò i titoli persi sette anni prima.
In un'era dove molti pugili lasciavano parlare i propri manager, Alì, ispirato dal wrestler Gorgeous George, si ritagliò il
proprio spazio divenendo famoso come personaggio provocatorio e stravagante. Prese infatti il controllo di numerose conferenze stampa ed interviste, parlando liberamente anche di problemi non legati al pugilato. Figura carismatica, si contraddistinse inoltre come uno dei principali innovatori della pratica del trash-talking nel mondo sportivo. Trasformò profondamente il ruolo e l'immagine dell'atleta afroamericano negli Stati Uniti, diventando punto di riferimento del Potere Nero.
Secondo la scrittrice Joyce Carol Oates, fu uno dei pochi atleti a "definire con i suoi termini la propria reputazione pubblica".
Nel 1984 gli fu diagnosticata la sindrome di Parkinson, che lo portò ad un graduale declino fisico nel corso dei decenni
successivi. Malgrado tali disagi, anche dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Alì rimase impegnato in numerose azioni
umanitarie, sino alla morte avvenuta nel 2016.
“Dentro un ring o fuori, non c'è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.”
Muhammad Ali
LA PALLAVOLO
La pallavolo, o anche volley(forma abbreviata dell'inglese volleyball), è uno sport a cui partecipano due squadre composte ciascuna da 6 giocatori.
Ogni squadra può essere composta da 13 giocatori nel caso il campionato che disputa consenta di schierare due "Liberi",
ma solo 6 giocatori potranno entrare in campo e ogni giocatore, in zona di difesa, può essere sostituito dal "Libero" se
non è il suo turno di servire.
Il campo da gioco è di forma rettangolare di 18 × 9 m diviso da una rete in due quadrati di 9 × 9 m che identificano la
metà campo di una squadra dall'altra. La partita si divide in set da 25 punti l'uno, una squadra si aggiudica la vittoria di
un set al raggiungimento del 25º punto, avendone almeno due di vantaggio, altrimenti si prosegue finché una delle due
squadre non otterrà i due punti di vantaggio necessari (26-24, 27-25, 28-26 ecc.). La partita finisce quando una squadra
si aggiudica tre set, nel caso di pareggio (2-2) il quinto e ultimo set, denominato tie-break, termina al raggiungimento del
15° punto, sempre con il vantaggio di almeno due punti sull'avversario.
Oltre alla pallavolo propriamente detta, ci sono differenti versioni adottabili in specifiche circostanze, che possono avere
regole simili, ma non identiche, come il beach volley.
È presente nel programma dei Giochi olimpici estivi dal 1964 ed è uno degli sport più praticati.
Gli sport
AURORA
ROSARIO SCIUTO
Equitazione:
L’arte la tecnica e l’
attività di cavalcare
un cavallo.
GIORGIA
Salto della corda: Il salto della corda se effettuato anche soltanto 10 minuti al giorno migliora il fiato
Calcio
E’ uno sport di squadra praticato con un pallone sferico all’ interno di un campo di gioco rettangolare con due porte da due squadre di 11 giocatori.
L’idea del campionato mondiale di calcio nacque nel 1928, quando il presidente della FIFA,
Jules Rimet, decise di istituire un torneo per squadre nazionali. La prima competizione di
questo tipo ebbe luogo nel 1930 e consistette in un torneo avente solo la frase finale alla
quale presero parte le 13 nazioni che accettarono l’invito. La competizione si è succesivamente evoluta fino a comprendere circa 200 squadre nazionali affiliata alla FIFA che si sfidano in un lungo torneo di qualificazione che si tiene nei 3 anni precedenti alla fase finale.
Cristal Pagana 5 D
NOEMI NICOLOSI
5C- 5D primaria
GIUSEPPE R.
Marcia
La marcia è una specialità artificiosa, innaturale, alla quale, il corpo si abitua
con fatica. Nella marcia il corridore non può correre ma deve avere sempre un
piede a terra e il corpo eretto . Certo, è uno sport completo, che aziona tutti i
muscoli (e infatti quasi tutti gli sportivi si allenano marciando) ma è anche faticoso, difficile: richiede lunghi pazienti allenamenti per acquistare quella scioltezza “redditizia”
che sembra facile e spontanea è invece è frutto di un durissimo lavoro.
Atletica Pesante
Questa espressione nacque in Italia, nel 1925, e fu
usata per raggruppare le tre specialità atletiche che
richiedono l’impiego di una notevole forza fisica, esse sono: la lotta greca-romana, la lotta stile libero e il
sollevamento pesi.
Nuoto
Un bassorilievo assiro del V secolo a.C. mostra tre guerrieri che, a nuoto, traversano un canale,
è vero, vestiti dalla testa ai
piedi con lunghi camicioni,
NOEMI LEONARDI
AURORA
GIORGIA
GIUSEPPE R.
ma il loro stile è tutt’altro che disprezzabile . Nuotare, quindi, l’esercizio antichissimo, anche perché, il sapersi mantenere a galla non
è solo un esercizio, ma anche una necessità per l’uomo .
CLASSI V C– VD
ALPINISMO
L’alpinismo, cioè l’andare sui monti per
passione e per amore verso la montagna,è
giovane: ha poco più di due secoli. Gli antichi in generale non avevano simpatia per
le montagne, le ritenevano luoghi paurosi,
scomodi, sterili, dove vivevano forse strane
creature, mostri,belve.
CALCIO
Veniva praticato non sappiamo esattamente con quali regole,dei Cinesi,dei Maya,degli Incas,degli Egiziani, degli Etruschi,dei Greci,dei Romani:divertimento,contesa sportiva,spettacolo
dell’antichità. Il gioco della palla rotonda o ovale,piccola o grande lanciate con le mani o con i
piedi,o con le une e gli altri.
CANOTTAGGIO
Gli storici ci dicono che duemila anni prima
di Cristo, nell’ antica Mesopotamia, si tenevano delle specie di gare di canottaggio sulle acque dell’ Eufrate,e anche gli Egiziani,
qualche secolo dopo, facevano correre imbarcazioni a remi, in gare, nelle acque del
Nilo. Quelle furono le prime <<suggestioni
sportive>> di canottaggio, anche se le imbarcazioni erano tutto salvo che canotte.
MARIA
PALLACANESTRO
Nacque in America ne 1891, e detta anche
<<BASKET>> ed è giocata da due squadre di cinque giocatori ciascuno.
Pattinaggio
È’ uno degli sport più antichi, i primi pattini , infatti, risalgono, a circa 10.000 anni fa ed erano fabbricati con ossa di animali. Naturalmente si trattava di pattini per ghiaccio, dei quali i
pattini a rotelle sono una derivazione abbastanza recente.
AURORA
MICHELLE
CARIN
Scii
GIUSEP-
L’ uso dello scii si perde nella notte dei tempi, forse il
paese di origine fu l’Altai,fra la Russia e la Mongolia,è
già 2000 anni esso era diffuso in Norvegia, Svezia e
Finlandia.
Vela
Lo sport sulla vela nacque in Olanda verso la metà del
600, quando gli Olandesi,abilissimi navigatori cominciarono a costruire imbarcazioni per diporto. Nacquero così le prime barche per uso sportivi,chiamate <<yacht>> dal tedesco <<jagd>> caccia
5°C e 5°D PRIMARIA
MICHELLE
GIORGIA
NOEMI L.
La vela
CLASSE II E PRIMARIA
ALICE
CHRYSTIAN
LUCAS II E
SALVO GULLOTTA
Il salto della corda
CLASSE II E PRIMARIA
ALICE
SALVO GULLOTTA
DOMENICO
GIUSY
GIUSY
SALVO GULLOTTA
CHRYSTIAN
MARIA
Pallavolo
Nacque, come la pallacanestro, in America,a
Springflield
(Massachusetts),ma
quattro anni più tardi.
MARIA
GIUSEPPE IACOBACCI
AURORA
CORIN
L.A.A.S
La storia del nuoto
La storia del nuoto trova le sue
origini sin dalla preistoria, oltre
7000 anni fa, come testimonia il
rinvenimento di pitture rupestri
rappresentati uomini nell’atto del
nuoto all’età della pietra. Sport
acquatico dalla storia ultra, millenaria, viene inserito nel programma olimpico fin dai giochi della
prima olimpiade se prima testimonianze di una disciplina antenate del nuoto al periodo preistorico. Disegni risalenti all’età della
pietra(8000anni fa)sono stati della “caverna di nuotatori”, sull’altopiano del Gilf Kebir nei pressi
di Wadi Sora(o Sura) nel Egitto sudoccidentale, sono state rivenute dalla pittura rupestri rappresentati uomini a eseguire movimenti simili quelli dagli attuali del nuoto.
5C E 5D PRIMARIA
Pallavolo:E uno
sport di squadra che si
gioca normalmente su
una superficie liscia in
legno e una rete . La
pallavolo si gioca su un
campo della lunghezza
di 18 metri e della larghezza di 9 metri ;
tale superficie viene divisa in due quadrati da
una rete.
La rete varia di altezza
a secondo della categoria degli atleti .
Il gioco consiste nel far
toccare alla palla qualsiasi punto del campo
avversario, facendola
passare al di sopra della rete.
La palla deve essere respinta dalle mani dell’atleta .
Ogni squadra e composta da 6 giocatori disposti sul terreno di gioco.
Il gioco ha inizio con la battuta da parte di una squadra con l’intento di inviare il pallone sul
campo avversario e viene seguito dopo il fischio del arbitro.
Se la palla cade nel campo avversario, la squadra che ha battuto acquista il punto ed ha diritto a battere sempre lo stesso giocatore, se invece la squadra che riceve la battuta riesce a far
cadere il pallone sul campo della squadra che ha battuto acquista a sua volta il diritto di battere.
Come si è evoluto lo sport femminile
Se da una parte esistono prove di un pratica femminile di
attività fisiche e sportive fin dal
1900 a.C., dall'altra le donne
ebbero invece un ruolo assai
limitato quando nacque lo
sport moderno. Ciò va imputato agli influssi del romanticismo ottocentesco, che aveva
creato l'immagine della donna
quale essere languido e malinconico.
La marginalità della donna nel
moderno movimento sportivo
era anche la necessaria conseguenza di convenzioni sociali implicite in un'organizzazione della società che intendeva relegarla a un ruolo generalmente subordinato, limitato alla sfera dei lavori domestici e alla procreazione.
Il francese Pierre De Coubertin, inconsapevole della partecipazione anche femminile ai
Giochi di Olimpia, affidò per
questo alla donna una funzione servile,in un ruolo che prevedeva solo l'incoronazione
dei vincitori. A questo si oppose la francese Alice Milliat,
fondatrice, nel 1921, della Federazione sportiva femminile internazionale, con la quale riuscì
alla fine a dare importanza e riconoscimento alle donne nello sport agonistico.
Nel 1922 e nel 1926 furono organizzati, a Parigi e a Göteborg, i Giochi mondiali femminili, che
minacciarono di oscurare i Giochi Olimpici; il loro successo indusse il Comitato Olimpico Internazionale ad ammettere, ai Giochi di Amsterdam del 1928, la partecipazione di quelle che un
giornalista definì spregiativamente le atletesse.
CLASSE III C
Inizialmente non prendevano parte alle gare di atletica, e la loro partecipazione era limitata a gare di tennis e di tiro con l'arco, come se si trattasse di favori concessi, di deroghe al
pensiero di De Coubertin che, nel 1912, quando le donne parteciparono per la prima volta
alle gare di nuoto nei Giochi della V Olimpiade di Stoccolma (il 2%, 57 donne su 2.540
iscritti), espresse la propria opinione in questi termini: "Un'Olimpiade femminile non sarebbe pratica, interessante, estetica e corretta."
Nel 1952, solo una metà dei Paesi partecipanti inviò una rappresentanza femminile alle
Olimpiadi di Helsinki. E nel 1968, a Giochi di Città del Messico, nonostante la folta rappresentanza femminile dei Paesi socialisti, la percentuale delle concorrenti non superò il 12%
(845 su 7.200). Quell'anno segnò comunque una crescita tecnica del movimento sportivo
femminile, che contribuì a ridurre ulteriormente lo scarto fra prestazioni dei due sessi, un
progresso accompagnato da una maggior naturalezza nello sforzo atletico.
Si dovette attendere la seconda parte del XX secolo per assistere a un aumentata partecipazione femminile nello sport, una crescita che evidenziava la volontà di raggiungere la
parità dei sessi in campo sportivo, rimanendo in tal senso un indicatore in grado di testimoniare i progressi nello status sociale della donna.
Il calcio
L’idea del campionato mondiale di calcio nacque nel 1928, quando il presidente della FIFA, Jules Rimet, decise di istituire un torneo per squadre nazionali. La prima competizione di questo tipo ebbe luogo nel 1930 e consistette in un torneo avente solo la frase finale alla quale presero parte le 13
nazioni che accettarono l’invito. La competizione si è successivamente
evoluta fino a comprendere circa 200 squadre nazionali affiliata alla FIFA
che si sfidano in un lungo torneo di qualificazione che si tiene nei 3 anni
precedenti alla fase finale.
Cristal Pagana 5 D
Nazionale di calcio dell'Italia
La Nazionale di calcio dell'Italia è la selezione maggiore maschile di calcio della Federazione Italiana Giuoco Calcio, il
cui nome ufficiale è Nazionale A, che rappresenta l'Italia nelle varie competizioni ufficiali o amichevoli riservate a squadre nazionali.
È una delle Nazionali di calcio più titolate del mondo: gli A zzurri annoverano nel loro palmarès quattro campionati
mondiali (1934, 1938, 1982 e 2006, secondi al mondo dopo il Brasile, a pari merito con la Germania) oltre a un
campionato europeo (1968). È inoltre una delle cinque nazionali maggiori (assieme a quelle di Belgio, Svezia, Uruguay
e Regno Unito) a potersi fregiare del titolo di "olimpionica", essendosi aggiudicata il torneo a cinque cerchi del 1936
(uno dei sette riservati alle nazionali maggiori e disputati dal 1908 al 1948), mentre nella Confederations Cup, ultimo
trofeo internazionale riconosciuto dalla FIFA, vanta un terzo posto come miglior risultato, nel 2013. In bacheca infine,
annovera anche due Coppe Internazionali, competizione continentale antesignana dell'attuale campionato d'Europa. Al
mondiale è arrivata tra le prime quattro classificate in otto edizioni (sei le finali) e cinque volte all'europeo (tre le finali);
dopo la Germania, è la Nazionale europea con il maggior numero di piazzamenti nei primi quattro posti nelle due competizioni.
Nella graduatoria FIFA in vigore da agosto 1993 ha occupato più volte il 1º posto; la prima volta a novembre dello stesso anno, mentre il peggior posizionamento è il 17º posto raggiunto nel corso del 2015. Occupa il 15º posto della graduatoria.
La Nazionale italiana vanta 4 titoli mondiali (1934, 1938, 1982, 2006) e un Europeo (1968). Inoltre ha conquistato un
oro olimpico nel 1936 e 2 Coppe Internazionali conquistate negli anni venti e trenta. Il periodo d'oro fu quello degli anni
trenta in cui vennero conquistati due Mondiali (unica nazione assieme al Brasile ad averne vinti due consecutivi).
Seguì un periodo di calo, complice la seconda guerra mondiale e la tragedia di Superga del 1949. Infatti l'Italia non
ebbe successo ai Mondiali del 1950, né a quelli del 1954,
addirittura non si qualificò a quelli del 1958, e di conseguenza rinunciò a prendere parte al primo campionato europeo, la cui fase finale si svolse nel 1960. Ai Mondiali del
1962 usci al primo turno in una spedizione mal gestita, a
quelli del 1966 andò peggio perché furono eliminati dai
semi-professionisti della Corea del Nord.
ITALIA CAMPIONE DEL MONDO 1934
La rinascita avvenne nel 1968 con la vittoria dell'Europeo in Italia:[4] mentre due anni dopo ai Mondiali di Messico '70 gli
Azzurri avrebbero dato vita alla famosa semifinale contro la Germania Ovest, ricordata come la partita del secolo, vinta
per 4-3. In finale sarebbero stati poi sconfitti dal Brasile di Pelé per 4-1. Dopo i disastrosi Mondiali del 1974, dove furono
esclusi al primo turno, ben figurarono al Mondiale in Argentina del 1978 dove la nazionale espresse un bel gioco e si
piazzò al quarto posto.
Le premesse per far bene anche al Mondiale
successivo in Spagna c'erano tutte e infatti, dopo un incerto avvio nella fase a gironi, gli Azzurri allenati da Enzo Bearzot batterono in sequenza l'Argentina di Maradona e il Brasile di
Zico e Falcão e in semifinale la sorprendente
Polonia. In finale affrontarono la Germania
Ovest che sconfissero per 3-1. Il miglior marcatore del torneo fu Paolo Rossi. La nazionale non
si sarebbe qualificata per l'Europeo del 1984.
Dopo i Mondiali del 1986, che segnarono l'addio di Bearzot, gli Azzurri di Azeglio Vicini
espressero bel gioco all'europeo del 1988, dove
raggiunsero la semifinale contro l'URSS, che
poi perse la finale contro i Paesi Bassi. Una
bella Nazionale si presentò al Mondiale in casa
del 1990, ma in semifinale, dopo i rigori, ebbe
la meglio l'Argentina di Maradona. Nella finale
per il terzo posto gli A zzurri sconfissero l'Inghilterra.
L'Italia non si qualificò per l'Europeo del 1992 e Vicini fu esonerato a due giornate dalla fine delle eliminatorie. Il sostituto Arrigo Sacchi, reduce dai grandi successi con il Milan, qualificò la nazionale per il Mondiale statunitense del 1994.
Qui gli Azzurri superarono la fase a gironi come migliore terza, dopo aver ottenuto una vittoria, un pareggio ed una sconfitta in tre partite, e poi proseguirono il cammino sino alla finale, trascinati dai gol di Roberto Baggio, che eliminarono
Nigeria, Spagna e Bulgaria. Nella finale di Pasadena gli Azzurri pareggiarono senza reti contro il Brasile, ma persero nuovamente ai rigori, nella prima finale di un Mondiale decisa dai tiri dal dischetto. L'avventura all'europeo inglese del 1996
finì già al primo turno, dopo una vittoria, un pareggio e una sconfitta. Ai Mondiali del 1998, nel difficile quarto di finale
contro la Francia padrona di casa, gli A zzurri di Cesare Maldini persero ancora una volta ai rigori.L'occasione per una
rivincita arrivò due anni dopo ad Euro 2000, dove gli Azzurrigiunsero in finale, proprio contro la Francia. Passata in vantaggio nel primo tempo con una rete di Marco Delvecchio, la squadra di Dino Zoff parve in procinto di condurre in porto
il successo, ma i francesi pareggiarono all'ultimo istante della partita. Con gli Azzurri troppo scioccati per reagire, la
Francia segnò il golden goal che le garantì il titolo europeo. A seguito di alcuni sprezzanti giudizi in diretta televisiva di
Silvio Berlusconi, sentendosi leso ingiustamente nella sua dignità, per protesta Zoff si dimise tre giorni dopo la finale[5],
lasciando il posto a Giovanni Trapattoni. Peggio andarono i Mondiali del 2002 in Giappone e Corea del Sud: la squadra
alla vigilia era tra le favorite, ma, dopo aver passato a fatica il primo turno esprimendo un gioco difensivista e rinunciatario, fu eliminata ancora al
golden goal negli ottavi dai
padroni di casa della Corea
del Sud (1-2). Fu il risultato
peggiore dal Mondiale 1986.
[6]
Ad Euro 2004 l'Italia uscì
dal torneo al primo turno.
SQUADRA NAZIONALE 1982
Al Mondiale 2006 l'Italia di Marcello Lippi fu grande protagonista. Dopo aver superato brillantemente la fase a
gironi, eliminò Australia e Ucraina e ai tempi supplementari la Germania padrona di casa. In finale trovò nuovamente la Francia e qui gli italiani vinsero dove avevano fallito sei anni prima, ai rigori. Il calcio di rigore di Fabio Grosso incoronò gli A zzurri campioni del mondo per la quarta volta.[3]
Lippi lasciò dopo il successo e fu sostituito da Roberto Donadoni, che guidò la Nazionale a Euro 2008. L'Italia superò la prima
fase battendo la Francia per 2-0 nella terza partita del girone e ai
quarti di finale pareggiò a reti bianche contro la temibile Spagna, futura vincitrice del torneo, che la sconfisse ai tiri di rigore.
La vittoria ai Mondiali del 2006 permise agli A zzurri, nel frattempo tornati sotto la guida di Lippi, di partecipare all'edizione
2009 della Confederations Cup, che si svolse in Sudafrica. L'Italia fu eliminata al primo turno dopo aver vinto contro gli Stati
Uniti, poi finalisti nel torneo e perso contro Egitto e Brasile, poi
vincitore della competizione.
Ai Mondiali 2010 in Sudafrica la squadra azzurra, guidata ancora da Lippi, deluse molto, classificandosi ultima nel girone composto anche da Slovacchia e Paraguay e i semiprofessionisti
della Nuova Zelanda. Con due pareggi e una sconfitta gli A zzurri furono eliminati dal torneo al primo turno per
la sesta volta, fatto che non accadeva da 36 anni ed inoltre, per la prima volta in 17 partecipazioni, senza vincere
alcuna partita. Dopo la fine del Mondiale 2010 la Nazionale italiana passò sotto la guida del nuovo commissario
tecnico Cesare Prandelli, il
cui ingaggio quadriennale era
già stato ufficializzato il 30
maggio 2010. Il Mondiale
sudafricano segnò anche l'addio del capitano della Nazionale Fabio Cannavaro(la cui
fascia di capitano passerà a
Gigi Buffon) e di un'altra pedina storica come Gennaro
Gattuso.
Durante le qualificazioni al
campionato europeo di calcio
2012, la Nazionale di Prandelli, a seguito della vittoria contro la Slovenia del 6 settembre
2011 (1-0), ottiene il record di
precocità per quanto riguarda
le qualificazione alla competizione continentale, conseguita
con due turni d'anticipo con
22 punti in sole otto partite.[11]
L'Italia si presenta a Euro 2012 superando un girone composto dalla Spagna, campione del Mondo e d'Europa in
carica, dalla Croazia e dall'Irlanda. Approda ai quarti di finale, dove vince contro l'Inghilterra ai rigori, quindi
sconfigge in semifinale la Germania per 2-1. In finale la squadra subisce una pesante sconfitta dalla Spagna (04);[12] il secondo posto permette però agli A zzurri di partecipare l'anno seguente alla Confederations Cup
(essendo la nazionale spagnola già qualificata come vincitrice del Mondiale 2010).
Nella suddetta competizione l'Italia, alla sua seconda partecipazione, si comporta meglio rispetto all'edizione del
2009, passando il girone eliminatorio come seconda (vince contro Messico e Giappone, e perde l'ultima sfida
contro i padroni di casa del Brasile) e venendo sconfitta in semifinale, ancora dalla Spagna, ai tiri di rigore; nella
finale per il terzo e quarto posto, l'undici italiano conquista la medaglia di bronzo battendo, nuovamente ai rigori,
l'Uruguay.[13] Nel primo e unico mondiale della gestione Prandelli, la nazionale viene eliminata dopo la fase a
gironi, classificandosi terza nel girone dietro Costa Rica e Uruguay; è la settima volta che gli A zzurri vengono
eliminati dai Mondiali al primo turno, fase da cui per la terza volta nella propria storia escono in due edizioni
consecutive. Dopo la débâcle brasiliana, il 19 agosto 2014 a Prandelli succede Antonio Conte.
DANILO MESSINA’
IV B
CONCETTO VENTIMIGLIA II F
DIEGO PALAZZO
IV B
Illustro un tipo di sport
Classe IV G
ROSY COSTANZO
ROBERTA TOMASELLI
JASMINE FAMA’
GABRIELE
GIANNITTO
CARMELO
CALCAGNO
ANNARITA
GIUFFRIDA
GIADA VIGLIANESI
GIULIA MANNA
GINNASTICA ARTISTICA
La ginnastica artistica è una disciplina presente fin dalla prima edizione dei giochi olimpici,
anche se solo per il settore maschile; quello femminile, con il concorso a squadre, fece la
sua prima comparsa alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
Questa diversificazione in settori, maschile e femminile, si caratterizza non soltanto per le
tipologie di attrezzi che vengono utilizzati, ma anche per l'eterogeneità delle capacità motorie
richieste ai ginnasti durante la performance.
Infatti, nella sezione maschile si enfatizza la componente della forza muscolare che caratterizza gli esercizi, invece in quella femminile le doti peculiari richieste sono l'agilità, la capacità di equilibrio e le doti coreografiche.
Il termine artistico deriva dal fatto che questa disciplina tiene conto moltissimo dell'esecuzione, dell'allineamento del corpo, della coreografia e della morbidezza e semplicità che un ginnasta deve sempre mostrare, anche negli esercizi più complessi e faticosi.
La ginnastica artistica è uno sport attrezzistico ed è praticato sui grandi attrezzi (i piccoli attrezzi sono propri della ginnastica ritmica), cioè:
corpo libero, cavallo con maniglie, anelli, tavola
da volteggio, parallele, sbarra, trave e parallele
asimmetriche.
Vi sono anche il trampolino elastico, (che però
rappresenta una categoria di competizioni a
parte) e il mini-trampolino, usato solo nella Ginnastica per tutti.
CLASSE I F
VANESSA CASTROGIOVANNI I F
CENNI STORICI
Le origini di questa disciplina si possono far risalire a diverse culture quali quella cinese,
egizia e micenea dove si trovano tracce di eventi legati all'attività motoria che coinvolgono
la bellezza del gesto e il controllo del movimento.
Nell'antica Grecia, la ginnastica fu praticata per prima dai Dori.
La storia della Ginnastica moderna ha inizio dalla fine del ‘700 grazie a due pedagogisti, il
tedesco F.L. Jahan e lo svedese P. Ling che, con sistemi interpretativi diversi del movimento del corpo umano, hanno fondato le basi di una ginnastica vista come veicolo di valori educativi e di garanzia di salute.
L'introduzione di questa disciplina in Italia si ebbe nel 1807 con Girolamo Bagatta che la
presentò in un istituto di Desenzano, ma prese piede in Piemonte dove R. Obermann la
introdusse come disciplina nell'accademia militare.
Da quel momento in poi nacquero molte associazioni ginniche che, federandosi nel 1869 a
Venezia, diedero vita alla Federazione Ginnastica d'Italia, la quale ebbe come scopo il promuovere, propagandare e disciplinare la ginnastica come attività sportiva rivolta all'educazione fisica e morale della gioventù e di curare la preparazione olimpica dei tesserati.
Nel 1881, invece, fu fondata la Federazione Internazionale di Ginnastica a Liegi, ma si devono attendere le prime Olimpiadi moderne del 1896 ad Atene per vedere la ginnastica artistica come specialità sportiva.
Nel 2000 la FGIsi struttura costituendo due grandi settori: la Ginnastica per Tutti e la Ginnastica Olimpica, distinguendo così la parte agonistica complessa da quella alla portata di
tutti.
Alcuni ginnasti italiani hanno contribuito a scrivere la storia di tale disciplina con le loro presenze olimpiche: Alberto Braglia (vincitore di 3 olimpiadi consecutive), Romeo Neri (oro
nelle olimpiadi del 1932), Franco Menichelli (oro olimpico nel 1964) e il Ferrarese Orlando
Polmonari (bronzo nel 1960) e Yuri Chechi che vinse i campionati italiani dal 1989 al 1995,
i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, la Coppa Europa e ancora 5 titoli mondiali, 4 titoli
europei, un Oro olimpico nel 1992, e fu bronzo olimpico nel 2004, conosciuto in tutto il
mondo e forse l'atleta italiano più rappresentativo di questo sport.
Negli ultimi anni nomi come Vanessa Ferrari, Igor Cassina (Oro olimpico ad Atene) Andrea
Coppolino e Matteo Morandi hanno rappresentato in maniera più che esemplare la nostra
nazione in competizioni internazionali.
CLASSE I F
VANESSA CASTROGIOVANNI I F
GINNASTICA RITMICA
Anche la ginnastica ritmica è uno sport olimpico. Il ritmo è ovviamente la caratteristica principale di questa disciplina e su di esso è costruito ogni movimento. La ginnasta, nelle sue esecuzioni, deve seguire e rispettare le
leggi del ritmo e il corpo
e l'attrezzo devono partecipare al movimento
per renderlo espressivo
e personale. Un esercizio per essere armonico
deve possedere continuità d'azione, alternanza di contrazioni e decontrazioni muscolari,
variazioni di velocità e
ritmo, coerenza con il
genere musicale.
La ginnastica ritmica,
infatti, non è altro che la
trasposizione in chiave
competitiva dei concetti
di espressività, eleganza, armonia e sensibilità musicale.
CENNI STORICI
Le origini della ginnastica ritmica sono piuttosto recenti poiché tale disciplina, così come si presenta oggi, si è
sviluppata a partire dai primi anni del Novecento. Inizialmente essa portava il nome di Ginnastica Moderna perché voleva contrapporsi alla ginnastica tradizionale; in seguito, per distinguere la semplice attività motoria da
quella agonistica, sono stati introdotti due appellativi diversi, rispettivamente Ginnastica Ritmica Educativa e
Ginnastica Ritmica Sportiva.
Nonostante il sorgere di questo sport sia recente, si hanno notizie di un’attività sportiva eseguita a corpo libero
o con piccoli attrezzi e guidata dalla musica sin dai tempi dei popoli primitivi, degli Egizi, degli antichi greci e
romani. Nelle tombe degli egizi si conservano dei dipinti raffiguranti giovani fanciulle in atteggiamenti ginnici
somiglianti a quelli usati ancora oggi e anche guardando
alla civiltà della Grecia antica troviamo testimonianze di
gare pubbliche sportive durante le quali, accanto a corsa e
pugilato, non mancavano manifestazioni ginniche con piccoli e grandi attrezzi comprendenti la "danza" e la
"sferistica", termine quest'ultimo che racchiude i giochi e gli
esercizi con la palla. Anche a Roma si trovano delle gare
ginniche come spettacoli pubblici, tuttavia con l'avvento del
Cristianesimo, se ne perde traccia fino a tutto il Medioevo.
Solo nel Rinascimento l'unione movimento-musica rientra
nel sistema educativo per l'armonico sviluppo dell'individuo,
nei secoli successivi furono molti gli studiosi e i filosofi che
riconobbero l’importanza di questo sport non solo a livello
fisico ma anche morale. Padre della ginnastica moderna è
considerato il tedesco Guts Muths (1759-1839), il quale
pose l’accento sull’armonia da essa derivante e studiò alcuni esercizi adatti alle caratteristiche femminili.
Nell’Ottocento, le teorie sviluppatesi
nei secoli precedenti vennero riconfermate e rielaborate in diversi modi.
Figure importanti di questo periodo
sono il francese George Demeny
(1850-1917), il quale scoprì gli effetti
benefici dei movimenti completi, in cui
il corpo partecipa ad ogni azione di
una sua parte, e Emilio Baumann
che, a Bologna, si interessò all’uso di
piccoli attrezzi come il cerchio e la
fune. François Delsarte è considerato
il fondatore di una delle prime scuole
che col tempo sarebbero diventate la
base per la ginnastica ritmica, creata
più avanti dal francese Jacque Dalcrose con lo scopo di abbracciare
pienamente sia la musicalità sia la
sensazione di muoversi per esprimersi.
Isadora Duncan, con la sua famosa
ribellione contro i dogmi del balletto
classico, contribuì all'invenzione di
una nuova disciplina. Come sport, la
ginnastica ritmica cominciò a svilupparsi negli anni quaranta nell'allora Unione Sovietica: fu proprio lì per la prima volta che lo spirito dello sport fu combinato con la sensibile arte del balletto classico.
In Italia, la ginnastica femminile comincia a svilupparsi nella città di Torino. Già nel 1925 in questa città vengono
rappresentati esercizi di corpo libero e con piccoli attrezzi (palle, funi, cerchi e clavette di legno), ma solo nel
1948 la disciplina, ancora con fine puramente educativo, diventa di carattere competitivo. Il merito innovativo
della ginnastica femminile in Italia va in particolare ad Andreina Sacco Gotta, insegnante di educazione fisica e
diplomata in pianoforte al Conservatorio di Torino.
I primi esercizi di Ritmica furono presentati alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 e a quelle di Anversa nel 1920.
Nel 1928, in occasione dei giochi Olimpici di Amsterdam, la Ginnastica Ritmica venne inclusa nel programma
della ginnastica artistica. Benché la prima competizione si svolse in URSS nel 1948, questo sport rimase
nell'ombra della ginnastica artistica fino al 1956. Il suo aspetto artistico lo rese molto popolare nell'Europa
dell'Est e la federazione internazionale di ginnastica (F.I.G.) lo riconobbe come sport indipendente nel 1962.
L'anno seguente furono organizzati i primi Campionati del Mondo, che si svolsero a Budapest.
Furono introdotti poi esercizi di gruppo eseguiti con attrezzi e furono determinati i tipi di attrezzi: fune, palla, cerchio, nastro, clavette, che dovevano rispettare una determinata composizione oltre a peso, lunghezza, diametro. Contemporaneamente al
programma venivano anche
perfezionate le norme di gara
secondo un preciso codice dei
punteggi, il quale definiva i tipi e
le regole di esecuzione delle
gare, le esigenze fondamentali
della composizione e della
maestria esecutiva delle ginnaste negli esercizi individuali e di
gruppo.
Soltanto nel 1984 la Ginnastica
Ritmica entrò a far parte del
programma Olimpico di Los
Angeles ma unicamente con la
specialità individuale e la canadese Lori Fung divenne la prima campionessa olimpica della
storia della ritmica.
La gara a squadre venne inserita solo nel 1996 in occasione
delle Olimpiadi di Atlanta.
PALLACANESTRO
La pallacanestro, conosciuta anche come basket (abbreviazione del termine in lingua inglese
basketball), è uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate.
È nato a Springfield (Massachusetts) nel 1891, grazie all'idea di James Naismith[1], medico ed
insegnante di educazione fisica canadese. Dalla fine del XIX secolo, il basket si è diffuso in tutto il mondo, grazie all'attività di propaganda della Federazione Internazionale Pallacanestro,
fondata nel 1932[2]. È uno sport olimpico dalla XI Olimpiade, che si tenne a Berlino nel 1936.
Il campo
Jordan giocava come guardia tiratrice, con un'altezza dichiarata di 198 cm e con un peso forma di
98 kg.
Dotato di grande tecnica offensiva, abilissimo nel crossover con entrambe le mani e nel gioco spalle
al canestro,Jordan possedeva un rapidissimo primo passo e notevoli doti acrobatiche, che gli consentirono di distinguersi come un grande schiacciatore (come dimostrano le 2 vittorie all'NBA Slam Dunk
Contest).
Nella fase finale della sua carriera, quando il suo atletismo era diminuito per via dell'età e del periodo
di lontananza dalla pallacanestro, Jordan perfezionò il tiro in allontanamento, una tecnica che gli consentiva di eludere le braccia protese dei difensori e che divenne un suo marchio di fabbrica tanto
quanto le schiacchiate che lo contraddistinsero da giovane.
Specialista nel tiro dalla media distanza, Jordan non era altrettanto abile nel tiro da tre punti: le sue
percentuali da dietro l'arco sono state altalenanti per buona parte della sua carriera, ad eccezione
delle periodo compreso tra il 1994 ed il 1997, in cui Jordan, favorito anche dal temporaneo abbassamento dell'arco da 7,25 m a 6,75 m, migliorò le proprie percentuali, innalzando la propria media in
carriera ad un discreto 35% (poi sceso a 32,7 dopo le ultime tre stagioni).
Nonostante la non eccezionale abilità nel tiro da tre, la capacità di Jordan di alzare il livello del proprio
gioco nei momenti decisivi gli consentì di realizzare alcune triple importantissime nei playoff, come ad
esempio durante le Finals del 1992 contro i Portland Trail Blazers, in cui chiuse con 6/10 da oltre l'arco in Gara 1.
A corredo delle sue doti da realizzatore, vanno citate l'abilità a rimbalzo, l'efficacia nel tiro libero, la notevole comprensione tattica del gioco e le capacità di passatore, retaggio dei primi due
anni al liceo, durante i quali, preferiva far andare a canestro i compagni piuttosto che segnare in
proprio.
Michael Jordan è inoltre stato considerato uno dei migliori difensori della NBA, capace di formare, assieme a Scottie Pippen, una delle coppie difensive più forti di sempre. Jordan era solito
prendere in consegna il top scorer avversario, marcandolo con efficacia grazie ad una combinazione di forza fisica, velocità e riflessi; abile stoppatore, Jordan era un difensore pericoloso anche lontano dalla palla, come confermano le medie statistiche in carriera sui recuperi difensivi.
Oltre che per le doti tecniche e fisiche mostrate sul campo, Jordan si è distinto per la sua mentalità vincente e competitiva,la regolare costanza di rendimento di stagione in stagione e la naturale leadership esercitata sui suoi compagni. Una delle peculiarità più apprezzate è sempre
stata la sua abilità nel giocare sotto pressione ed effettuare le giocate decisive delle partite
(sono diventate famose anche al di fuori del contesto sportivo alcune azioni che lo hanno visto
protagonista, tra cui il tiro col quale decise le NBA Finals del 1998 nonché, grazie anche ad
unospot televisivo che riutilizzò le immagini, i due punti coi quali sconfisse nei play-off del 1989
i Cleveland Cavaliers.
La storia del tennis
Nel 1874 il maggiore inglese Walter Clopton Wingfield brevettò alla Camera dei Mestieri di
Londra l'invenzione di un nuovo gioco, consistente in un campo a forma di clessidra, diviso
al centro da una rete sospesa. Il gioco era addirittura confezionato in una scatola contenente alcune palle, quattro racchette, la rete e le indicazioni per segnare il campo. Il gioco
era fondato sulle regole del vecchio real tennis e, su suggerimento di Arthur Balfour, venne chiamato lawn-tennis. La "data di nascita" ufficiale del tennis risulterebbe dunque il 23
febbraio
1874.
Wingfield
prese in prestito parole
ed espressioni francesi per la nomenclatura
del suo gioco:
• deuce
(usato per
indicare il 40
pari), deriva
da à deux le
jeu, che significa "a
entrambi il
gioco".
love (usato nei punteggi per chiamare lo zero), deriva da l'oeuf, che significa "uovo" e che
simboleggia la forma dello zero. L'inusuale convenzione di segnare i punteggi con 15, 30 e
40 ha sempre suscitato la curiosità degli esperti. Una teoria annuncia che si tratti dei quarti
d'ora segnati per prendere il tempo (il 40 deriva da un accorciamento); un'altra invece sostiene che la traduzione francese (quinze, trente et quarante) sia orecchiabile e che quindi
il punteggio fosse una sorta di ritornello. Un'altra ancora avanza l'ipotesi che i punteggi si
riferiscano ai soldi che venivano scommessi durante le vecchie partite di pallacorda (15
soldi equivalevano a un denaro d'oro). Il tennis oggi è uno sport che vede opposti due giocatori o quattro (due contro due, incontro di doppio) in un campo diviso in due metà da una
rete alta circa un metro dal terreno. I giocatori utilizzano una racchetta, come se fosse il
prolungamento del braccio, al fine di colpire una palla. In passato le racchette avevano un
telaio in legno, successivamente in leghe leggere, ora in grafite pura o mista a kevlar, fibra
di vetro, tungsteno o basalto[1], con una corda monofilamento o multifilamento congiunta in
diversi punti del telaio in modo da formare una rete. Lo scopo del gioco è colpire la palla
per far sì che l'avversario, posto nell'altra metà del campo da gioco, non possa ribatterla
dopo il primo rimbalzo (l'obbligo del primo rimbalzo è solo in risposta alla palla messa in
gioco dalla battuta dall'avversario, nelle altre fasi del gioco è consentito ribatterla anche al
volo) o che battendola finisca con mandarla fuori campo o non riesca a superare la rete
posta al centro. Oggi Fabio Fognini è l’ottavo giocatore Top 20 della storia del tennis maschile italiano nell'era open. In passato sono stati infatti sette i giocatori italiani a raggiungere tale traguardo da quando è stata istituito il ranking ATP nel 1973. Barazzutti, Bertolucci,Gaudenzi ,Camporese ,Seppi
3C- 3B
Storia del tennis femminile
La storia del tennis risale al Medioevo,all'antico gioco greco dello sphairistike, ed è menzionato
nella letteratura fin dal Medioevo. La forma medievale del tennis è chiamata real tennis
(dall'inglese royal, "regale", poi diventato "real" poiché molto praticato a corte). Il real tennis si
evolse per tre
secoli da jeu de
paume: un antico gioco francese e italiano del
XII secolo chiamato pallacorda
in italiano. Aveva
dei richiami alla
palla basca e
alla pallamano
americana. Prima la palla era
colpita con la
mano nuda, poi
con la stessa coperta da un
guanto. Intorno
al 1520 il guanto
era diventato
una piccola racchetta. Un ritratNANCY CLASSE II E PRIMARIA
to del re Carlo IX
di Francia del
1552 ritrae il neonato sovrano con una racchetta in
mano. Il real tennis aumentò la sua popolarità di volta
in volta tra i nobili francesi e raggiunse il massimo picco nel XVI secolo.
Francesco I di Francia, che era appassionato del real
tennis, costruì campi e divulgò il gioco sia tra i membri della corte sia tra il popolo. Il suo successore Enrico II era anch'egli un ottimo giocatore e continuò la
tradizione. Ben due re francesi morirono in incidenti
legati al gioco: Luigi X per ripetuti attacchi dopo una
partita e Carlo VIII dopo essere stato colpito dalla palla
CHIARA IV F
Racchette e palle da pallacorda
Re Carlo IX stabilì la prima corporazione dei professionisti di pallacorda nel 1571, organizzando inoltre il primo torneo con racchette, diviso in tre categorie: apprendisti, amatori, professionisti.
Con Enrico V d'Inghilterra la pallacorda era divenuto popolare anche fra i reali inglesi, ma
fu Enrico VIII a rendere lo sport famoso nel suo
paese, giocando a Hampton Court Palace, in
un campo che aveva fatto costruire nel 1530. Si
ritiene che Anna Bolena stesse assistendo a un
incontro di real tennis quando venne fatta arrestare e che Enrico stava giocando quando gli
giunse la notizia della sua esecuzione. Durante
il regno di Giacomo I d'Inghilterra c'erano 14
campi nella sola Londra. Nel XVII secolo il gioco si diffuse completamente tra la nobiltà della
Francia, della Spagna, dell'Italia e dell'Impero
Austro-Ungarico, ma nel periodo di affermazione del puritanesimo subì una pesante perdita di
popolarità. Ai tempi di Napoleone il real tennis
era stato ormai largamente abbandonato dalle
famiglie nobili. Nella Rivoluzione francese la
pallacorda giocò un non piccolo ruolo con la firma del Giuramento della Sala della Pallacorda.
Durante il XVIII e all'inizio del XIX secolo il real tennis diminuì molto il suo séguito di praticanti e spettatori, sostituito da altri tre sport con palla e racchetta: il racquets, lo squash e il
lawn-tennis, ovvero lo sport che oggi tutti conoscono semplicemente come tennis. Nel
1881 il desiderio di giocare a tennis competitivamente portò alla fondazione dei primi club.
Contemporanea è anche l'istituzione dei quattro Grandi Slam, cioè i quattro tornei di tennis
più prestigiosi del mondo. L'Australian Open, l'Open di Francia, il Torneo di Wimbledon e
l'US Open restano a tutt'oggi i tornei più ambiti, e il conseguimento di una vittoria in ogni
torneo nello stesso anno è chiamato Grande Slam. Il primo Australian Open si tenne nel
1905 con il nome di Australasian Championships. Soprattutto a causa della sua posizione
geografica, il torneo inizialmente non ottenne attenzioni da parte dei grandi campioni. Fino
agli anni ottanta il torneo continuò a essere considerato "di serie B". Nel 1988, però, la sede si ritrasferì a Melbourne e da allora l'Australian Open venne finalmente considerato allo
stesso livelli degli altri tre Grandi Slam.I tornei più importanti sono:
1905 - Vengono indetti i primi Australasian Championships a Melbourne
1906 - La sede del torneo si alterna tra Melbourne, Sydney, Adelaide, Brisbane e Perth
1927 - Il nome del torneo diventa Australian Championships
1969 - Il torneo si apre anche ai non professionisti e viene ribattezzato Australian Open
1972 - Il torneo viene trasferito a Kooyong
1988 - Il torneo viene trasferito nei campi sintetici di Melbourne Park
2008 - Il terreno viene trasformato in plexicushion, un nuovissimo materiale sintetico. disputato annualmente tra le due più forti nazionali femminili di tennis dell'epoca: quella statunitense .
Tornei per professionisti
L'attività tennistica professionale risale al 1883 quando pochi professionisti iniziarono a sfidarsi in singole partite d'esibizione e brevi tornei. Nell'era pre-open i più forti giocatori professionisti era sotto il contratto di un promoter. I promoter controllavano i loro giocatori che
non sempre, per questo motivo, potevano partecipare ai tornei che loro desideravano disputare a differenza dei dilettanti che non avevo ostacoli in questo senso, essendo però
supervisionati dalle federazioni nazionali e internazionali.
MIRKO
GIORGIO
CLASSE IV A
CLASSE IV A
CLASSE IV A
FEDERICO
KAROL TROMBETTA
CLASSE V A
CLASSE V A
ANDREA
ENRICO
GIULIANA
CLASSE V A
MANUEL
GIOVANNI
CLASSE V A
NOEMI
KETTY
CLASSE V A
GABRIELE
CLASSE V A
CLASSE V A
UMBERTO
FABIOLA
CLASSE V A
La scuola dell’infanzia ha tra le sue peculiari finalità l’acquisizione delle competenze.
I traguardi di sviluppo delle competenze riguardanti il “Campo di esperienza: il corpo e il movimento” consentono ai
bambini di prendere coscienza del proprio corpo, acquisire conoscenze circa il funzionamento del corpo: il sistema
osseo, i muscoli, ecc.., sviluppare la propria motricità in relazione allo spazio, al tempo, agli oggetti, organizzando di
conseguenza il movimento.
I giochi motori, e i progetti di psicomotricita’, sono propedeutici ad ogni tipo di attività sportiva che gli alunni intraprenderanno, perché avranno sviluppato gli schemi di postura globali e segmentari, gli schemi motori generali (corsa,
salto, lancio), e gli schemi motori degli arti.
Proponiamo ai bambini semplici attività sotto forma di esercizi-gioco mirati alla presa di possesso dei movimenti del
proprio corpo.
INFANZIA VIA CELLINI
Per il bambino il gioco, rappresenta la modalità privilegiata di espressione di sé. Egli può, mettere in scena, le
difficoltà, le paure, le insicurezze, la rabbia, l’aggressività, ma anche condividere momenti di piacere, di collaborazione e di condivisione con i compagni, che altrimenti troverebbero difficilmente un canale di espressione
spontaneo.
La psicomototricità, è uno strumento educativo globale che favorisce lo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo del bambino attraverso l’espressività corporea e rappresenta, un utile strumento di promozione alla salute,
intesa quale processo costruttivo che attivi i bisogni e le risorse degli individui.
INFANZIA PLESSO VIALE G.DA VERRAZZANO
I bambini della scuola dell’infanzia del
plesso Castagnola fanno attività psicomotoria negli spazi esterni per sviluppare abilità quali equilibrio, postura, coordinazione e lateralità.
GIULIA MARSENGO III B
ANTONIO CASTELLI IV B
GAETANO CASTELLI IV B
SOFIA IV F
La danza…
ELENIA ASIA MUSUMECI
IV B
ANTONELLA NIZZA
IV B
AURORA MAGRI’
IV B
Ilenia Gentile II D
ROSY COSTANZO IV G
ROBERTA TOMASELLI IV G
stadio cibali
vincitori trofeo
nicotra 3vs3 2009
GSS NESIMA 2010
ROMA 2011
FINALE NAZIONALE GSS
SALTO IN LUNGO
MEDAGLIA ORO NAZIONALE
GAETANO MARINO
premiazione trofeo
nicotra catania 2013
finali nazionali
giochi sportivi studenteschi
Roma , giugno 2013
trofeo di piazza
motta s. anastasia
2013
palermo stadio favorita
finali regionali gss 2013
Catania
premiazione
gss
MUSCO
trofeo ungaretti
pala nitta
cus catania
2016 sport e
legalità
I.O.S.
ANGELO MUSCO
V.le G. da Verrazzano, 101– 95121 CATANIA
Tel. 095.575577– Fax 095.7181263
E-mail [email protected]
Sito: www.icmuscoct.info
Cod. Mecc. CTIC881002
C.F. 80025540875