Prot.9/2015/org. Ill.mo Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando

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Prot.9/2015/org. Ill.mo Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando
AVVISO PUBBLICO, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le
mafie
Sede Legale Comune di Grugliasco - Piazza Matteotti, 50 - 10095 Grugliasco
(TO)
Sede Operativa: Viale Cadorna, 21, 50129 Firenze
Prot.9/2015/org.
Ill.mo Ministro della Giustizia
On. Andrea Orlando
Ministero della Giustizia
ROMA
Firenze, 5 marzo 2015
Oggetto: Disegno di Legge di iniziativa della Regione Siciliana “Disposizioni in tema di
impignorabilità della prima casa e dei beni mobili e immobili strumentali all’esercizio di
imprese, arti e professioni e di riforma del sistema di riscossione esattoriale” (Camera dei
Deputati, C.2778, pres. il 16/12/2014; annunciato nella seduta ant. n. 351 del 17/12/2014) –
Ulteriori problematiche
Ill.mo Signor Ministro,
Le scriviamo, in qualità di Presidente e Vicepresidente dell’Associazione “Avviso
Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, per portarla
innanzitutto a conoscenza della lettera, che ci permettiamo di allegare, che abbiamo
recentemente trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato e alla
Presidente della Camera dei Deputati, per chiedere Loro una audizione urgente in merito al
disegno di legge che punta a riformare alcune disposizioni in materia di espropriazioni
immobiliari e di riscossione esattoriale.
Si tratta di una proposta redatta dal Vicepresidente di Avviso Pubblico Piero Gurrieri
che, dal giugno 2013, coordina la conferenza dei sindaci costituitasi in Sicilia, regione dalla
quale è partita l’iniziativa.
Il disegno di legge è approdato al Parlamento (Camera dei Deputati, C.2778, pres. il
16/12/2014), dopo essere stato approvato all’unanimità, lo scorso 22 ottobre, dall’Assemblea
Regionale Siciliana ai sensi dell’art. 18 dello Statuto di Autonomia della Regione Siciliana, al
termine di un iter che ha visto convergere sul medesimo testo il Governo regionale e tutti i
Gruppi parlamentari, alcuni dei quali avevano autonomamente presentato all’Aula il
medesimo testo. Il 12 febbraio di quest’anno, il suddetto disegno di legge è stato affidato
all’esame della Commissione Giustizia e della Commissione Finanze della Camera dei
Deputati.
Noi sosteniamo in maniera convinta questa iniziativa che non intende suscitare facili
consensi, ma aggredire i nodi di un sistema in parte iniquo e in parte distinto da infiltrazioni
criminali, con strumenti equilibrati e soluzioni praticabili, e, per di più, condivise, come
certificato dal consenso unanime registratosi, sulla proposta in questione, nel Parlamento
siciliano.
Considerato poi, che l’apertura dell’esame parlamentare del disegno di legge in
argomento potrebbe richiedere tempi tecnici adeguati, con la stessa lettera di cui sopra
abbiamo rappresentato al Presidente del Consiglio dei Ministri la necessità dell’emanazione di
un provvedimento d’urgenza che, nelle more del citato esame parlamentare, stabilisca la
sospensione, in tutti i tribunali della Repubblica, dell’ulteriore corso delle procedure di
espropriazione, almeno quando i beni che ne costituiscano l’oggetto siano quelli di cui all’art.
1 del disegno di legge.
Siamo certi, Signor Ministro, dell’attenzione che presterà a questa nostra, chiedendole di
fare quanto in Suo potere al fine di consentire un rapido esame parlamentare della proposta,
previa emanazione della richiesta norma di sospensione delle procedure in corso. Sono in
gioco i destini di centinaia di migliaia di cittadine e cittadini, le cui condivisibili istanze sono
state raccolte dai Sindaci e dagli amministratori locali, che, come Lei sa, costituiscono i presidi
di frontiera dello Stato nei territori e nelle tante periferie del paese.
Desideriamo inoltre sottolinearle l’esigenza, rappresentataci sia da amministratori locali
che da operatori della giustizia, di un intervento riguardo l’art. 164 – bis delle disposizioni di
attuazione del codice di procedura civile, introdotto dall’art. 19, c. 2, lett. b) del D.L. n. 132
del 12/9/2014, convertito in L. n. 162 del 10/11/2014.
La norma in questione (“Quando risulta che non è più possibile conseguire un
ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari
per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del
presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo”), pone
problemi di interpretazione e applicazione che, se potrebbero essere in parte superati dalla
approvazione del disegno di legge, si presentano tuttavia nell’immediatezza.
Ci permettiamo di suggerire che la suddetta disposizione potrebbe essere integrata, o
comunque precisata, da una disciplina che non consenta comunque la prosecuzione della
procedura quando il valore del bene scenda al di sotto della metà rispetto a quello stimato in
sede giudiziale, fermo restando il diritto dei creditori di soddisfarsi direttamente con
l’apprensione del bene. Ciò, fatto salvo il potere del giudice di disporre la chiusura del
procedimento anche sopra tale soglia.
Si tratterebbe di una disciplina che, oltre a corrispondere a principi di civiltà,
consentirebbe una semplice ed uniforme applicazione dell’art. 164-bis sopra trascritto.
Infine, cogliamo l’occasione per sottoporre alla Sua attenzione alcune innovazioni che, in
questo percorso di approfondimento, ci sono state suggerite e che potrebbero operare
quando gli immobili sottoposti all’esecuzione siano di particolare rilievo sociale: ci riferiamo,
in particolare, al divieto, nei procedimenti esecutivi, di presentare offerte per persona da
nominare, e ad un periodo, anche minimo, di inalienabilità del bene da parte
dell’aggiudicatario.
Si tratterebbe di disposizioni che non pregiudicherebbero gli interessi dei creditori, ma
porrebbero un freno ad una pluralità di fenomeni degenerativi presenti in questo delicato
ambito.
più
Certi del Suo interesse, e disponibili a un confronto sul tema, ci pregiamo inviarle i nostri
Distinti saluti
IL PRESIDENTE
Roberto Montà
IL VICEPRESIDENTE
COORDINATORE CONF. SINDACI
Piero Gurrieri
Allegati:
-
Lettera su disegno di legge e richiesta di audizione inviata ai Presidenti del
Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei deputati.
AVVISO PUBBLICO, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie
Sede Legale Comune di Grugliasco - Piazza Matteotti, 50 - 10095 Grugliasco (TO)
Sede Operativa: Viale Cadorna, 21, 50129 Firenze
Tel. 334-6456548
Fax 055-490996
C.F. 94062420362
E-mail:
Sito Internet:
[email protected]
www.avvisopubblico.it
Prot. n. 5/2015/org.
Ill.mo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Matteo Renzi
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
ROMA
Ill.mo Signor Presidente del Senato, On. Pietro Grasso
Presidenza del Senato
Palazzo Madama
ROMA
Ill.mo Signor Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini
Presidenza della Camera dei Deputati
Piazza Montecitorio
ROMA
e, p.c.:
Ill.mo Signor Presidente della Regione Siciliana, On. Rosario Crocetta
Presidenza della Regione Siciliana
Palazzo d’Orleans
PALERMO
Ill.mo Signor Presidente A.N.C.I., On. Piero Fassino
Presidenza A.N.C.I.
ROMA
OGGETTO: Disegno di Legge di iniziativa della Regione Siciliana “Disposizioni in tema di
impignorabilità della prima casa e dei beni mobili e immobili strumentali all’esercizio di imprese, arti e
professioni e di riforma del sistema di riscossione esattoriale” (Camera dei Deputati, C.2778, pres. il
16/12/2014; annunciato nella seduta ant. n. 351 del 17/12/2014) - Richiesta audizione.
Ill.mi Presidenti,
ci permettiamo di scrivere questa nostra a nome dei Presidenti di Regione e dei Sindaci e
amministratori di ogni parte del Paese che fanno parte della nostra rete associativa, per sottoporre alla
Loro autorevole attenzione una proposta legislativa, che ha la nostra assoluta condivisione, e che punta
a riformare alcune disposizioni in materia di espropriazioni immobiliari e di riscossione esattoriale, e per
chiedere Loro una audizione urgente in modo da poter personalmente rappresentare le ragioni del
nostro sostegno.
Si tratta di un disegno di legge che è approdato al Parlamento (Camera dei Deputati, C.2778,
pres. il 16/12/2014), dopo essere stato approvato all’unanimità, lo scorso 22/10/2014, dall’Assemblea
Regionale Siciliana ai sensi dell’art. 18 dello Statuto di Autonomia della Regione Siciliana, al termine di
un iter che ha visto convergere sul medesimo testo il Governo regionale (disegno di legge CrocettaCartabellotta n. 663 del 10/12/2013), e tutti i Gruppi parlamentari, alcuni dei quali avevano
autonomamente presentato all’Aula il medesimo testo (disegno di legge Ferreri + 13 del 22/10/2013;
disegno di legge Gianni dell’11/6/2014).
Una unità di intenti, quella manifestatasi all’A.R.S., d’altronde coerente con lo spirito di
condivisione che ha condotto alla prima stesura della proposta, varata da un folto gruppo di Sindaci e
amministratori locali, riunitisi in una “Conferenza nazionale dei Sindaci” l’11/7/2013 a Vittoria (RG),
coordinata dal Vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico avv. Pietro Gurrieri, all’epoca assessore alla
Trasparenza al Comune di Vittoria, che è stato anche l’estensore della proposta legislativa.
Una proposta, desideriamo sottolineare, che ha preso le mosse da un evento tragico, amplificato
dai media nazionali, che alcuni mesi prima, con la morte del Signor Giovanni Guarascio, datosi fuoco in
strada nell’estremo tentativo di salvare il proprio nucleo familiare dalla perdita della propria abitazione,
dopo esserne stato spogliato a seguito dell’incedere di una procedura esecutiva immobiliare, aveva
investito quella Comunità cittadina.
Per quanto eclatante, il dramma allora vissuto da quella famiglia, non è isolato, coincidendo con
quello che centinaia di migliaia di cittadini italiani stanno vivendo in ogni area del Paese, a causa
dell'incalzare della crisi ma anche di disposizioni legislative, in alcuni casi irrazionalmente brutali, che
hanno moltiplicato disgregazione dei tessuti familiari e sociali, determinando esclusione e marginalità.
Donne ed uomini cui spesso, anche per cifre irrisorie, viene sottratta la casa o l'immobile in cui essi
esercitano la propria attività, anche quando questi costituiscano l'unico alloggio e l'unica opportunità
per un minimo sostentamento.
Partendo da queste premesse, i Sindaci si sono posti il problema del come determinare i
presupposti per una riforma di alcune norme del nostro sistema, così da impedire, nei limiti del
possibile, che tristissime situazioni come quella cui si è fatto cenno, potessero ripetersi nel futuro.
Da qui la stesura del primo testo del disegno di legge, che, trasmesso ai Sindaci dei Comuni
italiani di maggiori dimensioni demografiche, è stato da essi rimeditato anche alla luce delle innovazioni
recate dall'art. 52 del D.L. n. 69/2013, complessivamente migliorato e quindi approvato e proposto,
con i positivi esiti descritti in apertura, al Governo della Regione e ai Gruppi parlamentari all’A.R.S.;
anche alcuni parlamentari nazionali hanno dichiarato di condividere la proposta, presentata al Senato,
sotto forma di disegno di legge di iniziativa parlamentare, dal Sen. Giuseppe Lumia (primo firmatario).
Non è certamente questa la sede per approfondire nel merito le ragioni che ci hanno condotto a
sostenere fortemente questa proposta legislativa, che abbiamo presentato a Roma, lo scorso 1/12/2014,
alla presenza di numerosi parlamentari e rappresentanti di pubbliche amministrazioni ma anche dei
rappresentanti delle tante associazioni che l’hanno condivisa, a partire da Libera. Ci limitiamo quindi a
sottolineare che la riforma del sistema innestata dalle disposizioni contenute nel decreto “Fare” appare
in alcune parti inadeguata e parziale, anche se certamente distinta da apprezzabili intenti.
In particolare, e in estrema sintesi, la riforma dei meccanismi di riscossione non è accompagnata
da un intervento capace di incidere, in situazioni limite (e senza per questo demolire le fondamenta del
sistema creditizio), sui meccanismi di espropriazione immobiliare promossi dagli istituti di credito e
intermediari finanziari; né l'impossibilità per l'agente di riscossione di "dar corso", al ricorrere dei
presupposti indicati, all'espropriazione dell'unico immobile di proprietà del debitore adibito a uso
abitativo, si accompagna a misure dirette a sancire barriere analoghe per gli immobili strumentali
all'esercizio di un mestiere, di un'arte o di una professione; così come è paradossale che, mentre si
stabilisce che un’abitazione di ingente valore è sottratta, ricorrendo le condizioni legali,
all’espropriazione ad opera dell'agente di riscossione, non si sia stabilito uno sbarramento analogo
quando siano assoggettati alle citate procedure gli immobili strumentali, anche quando si tratti degli
unici beni necessari per l'esercizio di attività economiche e quando siano su tale esercizio si fondino le
possibilità del debitore e del suo nucleo familiare di sopperire ai propri elementari fabbisogni di
sussistenza; ugualmente paradossale, che non sia stato ritenuto necessario stabilire, ai fini tanto
dell’accesso ai benefici che della partecipazione alle procedure espropriative nella qualità di offerenti, la
necessità del possesso di requisiti morali e di ordine pubblico, nonostante le inchieste avviate da molte
Procure abbiano dimostrato come le aste immobiliari siano frequentate anche da soggetti e gruppi
criminali, mentre è l'esperienza a dare atto della partecipazione di soggetti e gruppi che, seppure non
legati alla criminalità organizzata, sono dediti a pratiche spregiudicate e dirette a lucrare sulle difficoltà
economiche altrui.
Signor Presidente del Consiglio, Signori Presidenti del Senato e della Camera, il disegno di legge
finalmente approdato in Parlamento è una proposta realistica, che non intende suscitare facili consensi,
ma aggredire i nodi di un sistema in parte iniquo con strumenti equilibrati e soluzioni praticabili.
I Sindaci non hanno inteso enunciare principi astratti, ben coscienti, ad esempio, che una
ipotetica e generale declaratoria di impignorabilità delle abitazioni o degli immobili strumentali
all'esercizio d'impresa sarebbe stata equivalente a una sostanziale immunità per i debiti contratti dai
cittadini nei confronti degli istituti di credito o dell'erario, debiti che, pertanto, avrebbero potuto
rimanere inadempiuti senza conseguenze sui patrimoni dei debitori. Ipotesi decisamente scartata in
quanto, oltre a risultare eticamente inaccettabile, avrebbe condotto a distorsioni evidenti del mercato.
Per questo, nella proposta, gli sbarramenti posti agli istituti di credito per quanto attiene
l'espropriazione su abitazioni e immobili “strumentali” sono stati limitati a ipotesi residuali, e
accompagnati in ogni caso dall'intangibilità delle garanzie in capo ai predetti enti, tramite un
meccanismo di conversione automatica dei contratti in essere in prestiti vitalizi ipotecari, istituto creato
dal Legislatore statale nel 2005, misura, certamente parziale, che potrebbe essere accompagnata o
integrata da altre nel corso dell’esame parlamentare.
Siamo certi, a tal proposito, che le finalità che muovono questa proposta legislativa possano
essere condivise dal sistema bancario. Infatti, l'incalzare della crisi e la riduzione di liquidità, unite a
considerazioni di ordine psicologico che hanno rallentato i consumi, hanno rallentato la tempistica di
aggiudicazione degli immobili posti all'asta, mentre quanto mediamente ottenuto al momento
dell’aggiudicazione copre ormai una parte ridottissima del credito per la cui realizzazione si procede,
spesso inferiore alla sua sorte capitale. Circostanze che rendono quindi evidente come un sostanziale
differimento, limitato ad alcune categorie di beni e a delimitate categorie di soggetti, possa risultare
compatibile con le legittime aspettative degli attori del sistema del credito, soprattutto se accompagnato
da misure finanziarie di sostegno, la cui entità sarebbe comunque di molto inferiore a quella delle
risorse odiernamente destinate dai Comuni, e da altre Amministrazioni, per sostenere politiche abitative
e assistenziali di quanti, a causa delle procedure in questione, perdano l’abitazione o il lavoro.
Per questo, siamo certi che questo nostro appello sarà da Loro attentamente considerato. Ci
piace pensare che questa proposta che anche noi abbiamo concorso a sostenere, appartenga non solo al
legislatore siciliano, e domani a quello statale, ma anche a quanti in questi anni, dalla società civile, dal
sindacato, dalle associazioni professionali e di categoria, si sono battuti per un sistema più equo; a
quanti sono stati e sono travolti da una congiuntura drammatica e, dopo anni di comportamenti
virtuosi, non sono più in grado di onorare le proprie obbligazioni nei confronti dello Stato o di un
istituto bancario; ai Sindaci e agli amministratori delle metropoli come dei comuni medi e periferici del
Paese, che non possono sostenere il peso morale dei tanti drammi che accompagnano la vita della
propria gente, non disponendo neppure delle risorse per far fronte alle necessità abitative e all'assistenza
economica di centinaia di migliaia di famiglie costrette alla marginalità e all'esclusione sociale, e sospinti
in alcuni casi all'autodistruzione.
Per questo, siamo fiduciosi che Loro sapranno accogliere questo nostro appello e garantire alla
proposta un rapido esame, intanto consentendoci di sostenere ulteriormente le nostre ragioni nel corso
di un’audizione che chiediamo Loro.
In ultimo, non possiamo omettere di rappresentarLe, Signor Presidente del Consiglio, quella che
ci appare come una necessità assoluta e urgente.
Il voto unanime dell’A.R.S. ha dimostrato l’esistenza di una larghissima convergenza tra le
formazioni politiche attorno a questa proposta legislativa, ma i procedimenti di espropriazione
immobiliare vanno avanti. E’ quindi assolutamente necessario che il Suo Governo intervenga subito
con un provvedimento di urgenza che, nelle more dell’esame parlamentare del disegno di legge,
stabilisca la sospensione, in tutti i tribunali della Repubblica, del corso delle procedure di
espropriazione, almeno quando i beni che ne costituiscano l’oggetto siano quelli di cui all’art. 1 del
disegno di legge.
Ringraziando anticipatamente, e in attesa di cortese riscontro, porgiamo distinti Saluti
Roberto Montà
Presidente di Avviso Pubblico
Firenze, 10 febbraio 2015
Piero Gurrieri
Vicepresidente di Avviso Pubblico
Coordinatore Conferenza Nazionale dei Sindaci