arcVision 30 news_IT-ing

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arcVision 30 news_IT-ing
Nuove Prospettive
N
el corso della Milano Design Week 2014 e nell’ambito della mostra-evento INTERNI FEEDING NEW IDEAS FOR
THE CITY torna l’appuntamento con i big dell’architettura in una serie di incontri promossi da Italcementi presso
il centro ricerca e innovazione i.lab a Bergamo. Tema conduttore di questo terzo ciclo di conferenze con il mondo
del costruire la ricerca di un nuovo approccio al progetto, l’attenzione al paesaggio e al rapporto uomo/luogo in quanto
ricerca di una diversità rispetto a certa iconicità architettonica intesa come esibizione muscolare.
Lecture: ENtreePIC – verso Palazzo Italia di Expo 2015
Nemesi&Partners Architecture, studio autore del progetto architettonico di Palazzo Italia per Expo 2015 ha voluto darne
un racconto e un’anticipazione attraverso l’installazione ENtreePIC presentata nel corso della mostra-evento INTERNI.
L’installazione è una composizione scultorea che evoca un sistema vegetale connotato da una trama ramificata, il cui
disegno frammentato e caotico genera un sistema entropico-morfico. Tale sistema è realizzato con materiali innovativi
e tecnologie messi a punto da Italcementi, in collaborazione con Styl-Comp, partners di Nemesi per il progetto Expo.
L’intrecciarsi di linee e frammenti genera alternanze di luci e ombre, vuoti e pieni, e dà vita a un’architettura naturale,
come a immaginare una foresta, una selva, nella quale perdersi o ritrovarsi. Un pezzo di architettura e di paesaggio
artificiale, anticipazione e primo tassello del grande mosaico che andrà a comporre l’atteso Palazzo Italia. “Abbiamo
cercato di pensare a un’architettura-paesaggio, un’architettura che condensasse dentro di sé la possibilità di diventare
una sorta di foresta pietrificata, di essere un’opera che allude al mondo della natura senza rinunciare però ad essere
un’opera tecnologica, un’opera del nostro tempo, un’opera anzi quasi futuribile, che però allo stesso tempo potesse
richiamare l’idea stessa della nostra identità”.
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Nuove Prospettive
New Perspectives
Modellare il mondo
MILLENNIUM INCONTRI
CON L’ARCHITETTURA
Shaping The World
MILLENNIUM MEETINGS
WITH ARCHITECTURE
Le tracce della memoria
Traces Of Memory
Rendering di Palazzo Italia, Expo Milano 2015
Rendering of the Palazzo Italia complex, Milan Expo 2015
Rendering dell’atrio di ingresso di Palazzo Italia
Rendering of the Palazzo Italia entrance lobby
New Perspectives
D
uring Milan Design Week 2014, as part of the exhibition-event INTERNI FEEDING NEW IDEAS FOR THE CITY,
a series of lectures by the top names in architecture was held at i.lab, the Italcementi research and innovation
center in Bergamo. This third series of meetings with architecture looked at the search for a new project
approach, a focus on settings and on the man/location relationship in the quest for a new perspective, in contrast to
a sort of iconicity where architecture becomes an exhibition of muscular strength.
Lecture: ENtreePIC – towards the Italian Pavilion for Expo 2015
Nemesi&Partners Architecture, the architectural firm that designed the Italian Pavilion for Expo 2015, offered
a description and preview with the ENtreePIC installation presented during the INTERNI exhibition-event. The sculptural
installation with its web of branches evokes a vegetable system, whose fragmented and chaotic design generates an
entropic-morphic system. The sculpture was built with innovative materials and technologies developed by Italcementi,
together with Styl-Comp, who partner Nemesi on the Expo project. The interwoven lines and fragments create
an alternation of light and shadow, solids and hollows, a natural architecture, as if the designer had imagined a forest
or wood, a place in which to lose or find oneself. A piece of architecture, an artificial landscape, a preview and the
first piece in the great mosaic that will form the Italian Pavilion. “We wanted to create a landscape architecture,
an architecture embodying the possibility of becoming a sort of petrified forest, a work that would allude to nature but
remain a technological creation, a work of our time, almost a futuristic creation, which, at the same time, would refer
to the very idea of our identity.”
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Michele Molè è titolare con Susanna
Tradati di Nemesi&Partners, società di
servizi integrati di architettura. Fondato
nel 2008, lo studio Nemesi ha sede
a Roma, nel quartiere di Pietralata,
all’interno dell’ex Lanificio Luciani,
riconvertito in una cittadella dell’arte
e dell’architettura. Attualmente lo studio
conta 25 professionisti e vanta
partecipazioni e vittorie a importanti
concorsi internazionali. Nel corso del
2014 saranno aperte due nuove sedi
di Nemesi a Milano e a Shanghai.
Tra i progetti più recenti: il Padiglione
Italia Expo Milano 2015 (Milano, in
costruzione); il nuovo centro direzionale
Eni, concorso internazionale vinto,
progetto architettonico in partnership
con Morphosis Architects (Milano);
l’Harbin International Airport,
concorso internazionale (Harbin, Cina);
la musealizzazione e riqualificazione
urbana dei Mercati Traianei (Roma);
il centro polifunzionale e religioso
Santa Maria della Presentazione (Roma).
Michele Molè ha ottenuto nel 2009 la
Medaglia d’Oro in rappresentanza
dell’architettura italiana con il progetto
Atasehir Masterplan/Istanbul al World
Triennial of Architecture-Interarch di Sofia
(Bulgaria); nel 2003 è stato decorato con
la Medaglia al Benemerito della Cultura e
dell’Arte dalla Presidenza della Repubblica
Italiana.
Installazione ENtreePIC per INTERNI 2014 nel Cortile d’Onore dell’Università Statale di Milano
Installation ENtreePIC in the cour d’honneur of Milan’s State University at the INTERNI 2014 exhibition
Michele Molè is the principal,
together with Susanna Tradati,
of Nemesi&Partners, an integrated
architectural services firm. Founded
in 2008, the firm is based in Rome’s
Pietralata district, inside the former
Lanificio Luciani, a wool mill converted
into a citadel of art and architecture.
It has a team of 25 professionals and has
taken part in and won many international
tenders. Two new Nemesi offices will be
opened in 2014 in Milan and Shanghai.
Recent projects include the Italian Pavilion
for Milan Expo 2015 (Milan, ongoing);
the new ENI head offices, an
international tender, in partnership with
Morphosis Architects (Milan); the Harbin
International Airport, an international
tender (Harbin, China); the urban renewal
and museum project for the Trajan
Markets (Rome); the Santa Maria della
Presentazione multifunctional and
religious center (Rome). In 2009,
Michele Molè won the Gold Medal for
Italian architecture with the Atasehir
Masterplan/Istanbul project, at the World
Triennial of Architecture-Interarch in Sofia
(Bulgaria); in 2003, he received the Medal
for Merit in the Arts and Culture from the
President of the Italian Republic.
Lecture: Potere del Luogo
Power of Place, questo il titolo dell’intervento, evidenzia l’importanza del connubio tra vecchio e nuovo per creare
un nuovo tipo di spazio che dia origine a un nuovo stile di vita. Kengo Kuma è un architetto mondiale, sicuramente
all’interno della rosa dei riferimenti internazionali nel campo della progettazione. Tuttavia, la sua architettura è in qualche
modo antagonista rispetto all’uniformità dell’architettura della globalizzazione. A differenza di molti edifici contemporanei
autoreferenziali e altamente iconici, le opere di Kengo Kuma sono fortemente contestuali, costruite ascoltando
lo spirito dei luoghi, di cui ogni volta sembrano riproporci un racconto nuovo. Dal suo paese, il Giappone, Kuma recupera
la tradizione costruttiva, la memoria dei materiali e della loro lavorazione. Ma la tradizione non è mai un fattore stilistico,
non c’è mai sapore vernacolare nei suoi lavori, l’appropriazione della storia è in realtà per Kuma uno strumento
di conoscenza per agire nel presente e per essere moderno in modo diverso e consapevole. Kuma afferma: “Per quanto
riguarda la mia architettura, non ho esigenza di fare l’opera unica. Lavoro piuttosto pensando che possa sparire.
Anche se non arrivo a cancellare completamente l’architettura ritengo che un atteggiamento che rispetti la morbidezza,
l’uomo, l’ambiente e la natura abbia comunque esiti differenti”.
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Kengo Kuma, a graduate in
architecture at the University of Tokyo,
established Kengo Kuma & Associates
in 1990. He taught at Keio University,
at the University of Illinois, and at the
Graduate School of Architecture,
University of Tokyo. Kuma’s major
works include the Kiro-san Observatory,
the Water/Glass guesthouse
(AIA Benedictus Award), the Noh Stage
in Forest at the Toyoma Center for
Performance Arts (Architectural
Institute of Japan Annual Award),
the Nakagawa-machi Bato Hiroshige
Museum of Art (The Murano Prize).
Recent works in Japan include the
Suntory Museum of Art, the Nezu
Museum, the Yusuhara Wooden Bridge
Museum, the Asakusa Culture Tourism
Information Center, the Nagaoka City
Hall Aore, and the Kabukiza theater.
In France, Kuma designed the Besançon
Art Center and Cité de la Musique
and the FRAC (Fond Regional d’Art
Contemporaine) in Marseille.
He is working on a number of major
international projects, including the new
Victoria & Albert Museum in Dundee
(Scotland) and the EPFL Institute of
Technology in Lausanne (Switzerland).
He is an International Fellow of the RIBA
in the UK and an Honorary Fellow of
the AIA in the USA.
© Daici Ano
Kengo Kuma, master in architettura
presso l’Università di Tokio, fonda
nel 1990 Kengo Kuma & Associates.
Ha insegnato alla Keio University,
all’Università dell’Illinois e alla Facoltà
di Architettura dell’Università di Tokyo.
Tra le sue opere principali: l’Osservatorio
Kiro-san, la guesthouse Water/Glass
(AIA Benedictus Award), il Noh Stage
in Forest del Toyoma Center for
Performance Arts (Architectural Institute
of Japan Annual Award), il Museo
d’Arte Nakagawa-machi Bato Hiroshige
(Murano Prize). Tra le opere più recenti
in Giappone: il Museo d’Arte Suntory,
il Museo Nezu, il Museo Yusuhara
Wooden Bridge, il Centro Informazioni
Turistiche e Culturali Asakusa,
il Nagaoka City Hall Aore e il teatro
Kabukiza. In Francia ha realizzato il
Centro Artistico e Cité de la Musique di
Besançon e il Frac (Fond Regional d’Art
Contemporaine) di Marsiglia. Numerosi
i grandi progetti in corso all’estero,
tra cui l’edificio del nuovo Victoria
& Albert Museum di Dundee (Scozia)
e il Politecnico EPFL di Losanna (Svizzera).
È International Fellow del RIBA nel Regno
Unito e Honorary Fellow dell’AIA-Usa.
Museo e Centro di Ricerca GC Prostho di Aichi (Giappone) costruito con il sistema di giunti Cidori
GC Prostho Museum Research Center in Aichi (Japan), a construction inspired by the cidori system of wooden sticks
Installazione Stone Forest per INTERNI 2014 nel Cortile dei Bagni dell’Università Statale di Milano
Stone Forest installation in the Cortile dei Bagni courtyard of Milan’s State University at the INTERNI 2014 exhibition
Lecture: Power of Place
The Power of Place lecture stressed the importance of the alliance between old and new to create a new type of space
for a new life style. Kengo Kuma is a world-famous architect, certainly one of the top international names in the
design field. Yet in some ways, his architecture is an antagonist of architectural uniformity in the age of globalization.
Unlike many self-referential and highly iconic contemporary buildings, Kengo Kuma’s works are strongly linked to their
surroundings; they listen to the spirit of the place and are themselves a narration of it. From his homeland, Japan,
Kuma retrieves the construction tradition, the memory of the materials and the way they are worked. However, tradition
is never a stylistic element, his works never have a vernacular feel, for Kuma the appropriation of history is a source of
knowledge for action in the present and for a different, meaningful modern approach. Kuma says: “With my architecture,
I don’t need to create a unique work. When I work, I tend to think the building could disappear. Although I don’t completely
eliminate architecture, I believe that an attitude that respects softness, man, environment and nature leads to different
outcomes.”
Museo del Design Victoria & Albert a Dundee, Scozia
Victoria & Albert Museum of Design in Dundee, Scotland
Rendering della stazione ferroviaria internazionale di Susa, Italia
Rendering of the Susa international train station, Italy
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Lecture: Il Non-Specialista
Ines Lobo, laureata all’Università Tecnica
di Lisbona (FAULT, 1989), ha fondato
il suo studio nel 2002. All’attività
progettuale unisce l’insegnamento
all’Università Autonoma di Lisbona.
Tra i suoi progetti, principalmente rivolti
al settore pubblico in Portogallo, spicca la
Facoltà di Arte e di Architettura di Évora;
la Scuola Joaquim Carvalho (Figueira da
Foz); la Scuola Francisco Rodrigues Lobo
(Leiria); la Scuola Avelar Brotero
(Coimbra); le casette del Resort Bom
Sucesso (Óbidos); l’Ambasciata
Portoghese a Berlino e il Teatro delle
Azzorre (Ponta Delgada) in partnership
con Pedro Domingos; gli uffici Boa Vista
delle Costruzioni Ferreira, dove è riuscita
a realizzare un perfetto connubio tra
l’esistente, il verde circostante e il nuovo
fabbricato. Ines Lobo è una professionista
molto competente nell’uso dei materiali
e nelle loro combinazioni, in edifici
che uniscono un approccio radicale a
un’apparenza di sobrietà, sostenuta da
un estremo rigore geometrico. Vanta
partecipazioni e vittorie a importanti
concorsi internazionali tra cui: l’arcVision
Prize 2014, l’IHRU Prize 2013 (Facoltà di
Arte e Architettura dell’Università di
Évora), e le nomination per il Premio
Mies van der Rohe nel 2011 e 2005.
Ines Lobo, a graduate of the Technical
University of Lisbon (FAULT, 1989),
established her own practice in 2002.
She combines her professional work with
teaching at the Autonomous University
of Lisbon. Among her projects, many
of which are in the public sector in
Portugal, is the Art and Architecture
Faculty in Évora; the Joaquim Carvalho
High School (Figueira da Foz); the
Francisco Rodrigues Lobo High School
(Leiria); the Avelar Brotero High School
(Coimbra); the Row-Houses in Bom
Sucesso Resort (Óbidos); the Portuguese
Embassy in Berlin and the Azores Theater
(Ponta Delgada) in partnership with
Pedro Domingos; the Boa Vista office
building for Ferreira Construction, where
she has achieved a perfect balance
between the existing building, the
surrounding green spaces and the new
construction. Ines Lobo is a professional
very skilled in her use and combination of
materials, and the seemingly understated
buildings are extremely powerful in terms
of geometry and radical in their
approach. She participates, often
victoriously, in many international
competitions, among which the arcVision
Prize 2014, the IHRU Prize 2013 (Art and
Architecture Faculty, Évora University),
and the nominations for the Mies van der
Rohe Prize in 2011 and 2005.
Uffici Boa Vista delle Costruzioni Ferreira a Porto, Portogallo. Dettaglio della scala vista dall’alto
Ferreira Construction Boa Vista office in Porto, Portugal. Detail of the staircase seen from above
© Leonardo Finotti
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© Leonardo Finotti
Ines Lobo fonda la propria esperienza umana e professionale sul concetto di “non-specialista”, in quanto non depositario
di certezze, ma convinto assertore della relatività della conoscenza e dell’importanza che essa venga acquisita e ampliata
senza assolutismi e rigidità. “Ho chiamato questa conferenza ‘il non specialista’ perché continuo a credere che l’architetto
sia un non-specialista. È forse tra le poche professioni che negli ultimi cento anni continua a sopravvivere alla tendenza
contemporanea di diventare specialisti di qualcosa. L’architetto è un coordinatore di conoscenze, è colui che compie
la sintesi, è colui che si pone, inventa, le domande e si obbliga a dare le risposte. Ogni progetto è sempre una nuova area
di ricerca e il processo di ricerca è sempre fondamentale per reinventare costantemente questa professione e costruire
città che siano il luogo di tutti, e non scatole vuote senza voci umane”. Un’attenzione permanente, questa di Ines,
a creare e dar forma al rapporto uomo/luogo che si integra con gli altri tre temi fondamentali della sua opera: il sacro
rispetto per il “disegnare il vuoto”, ovvero lo spazio prima dell’intervento architettonico, vuoto e di nessuno; il riutilizzo
inteso come ricostruzione della memoria dei luoghi, degli edifici, degli oggetti; e il costruire senza spreco, in quanto
giusto rapporto tra trasformazione e costi.
Facoltà di Arte e Architettura di Évora, Portogallo. Il dialogo tra il vecchio e il nuovo edificio
Évora Art and Architecture Faculty, Portugal. The dialogue between the old and the new buildings
Lecture: The Non-Specialist
Ines Lobo bases her human and professional experience on the concept of “non-specialist”: she is not a depositary
of certainties, but a convinced exponent of the relativity of knowledge and the importance of acquiring and amplifying
knowledge free from absolutisms and rigidities. “I’ve called this lecture ‘the non-specialist’ because I believe that the
architect is a non-specialist. Architecture is perhaps one of the few professions that in the last one hundred years
has withstood the contemporary tendency to become a specialist in something. Architects are coordinators of knowledge,
they condense everything, they pose and invent questions, and force themselves to find the answers. Each project
is always a new area for research, and the research process is always fundamental for a continuous reinvention of the
profession and the development of cities that are places for everyone, rather than empty boxes without human voices.”
A constant concern for Ines is to create and give form to the man/place relationship, integrated with the three other
core themes of her work: utmost respect for “designing the void”, that is the empty space before the architecture,
which belongs to no one; re-utilization in the sense of reconstruction of the memory of places, buildings, objects;
and construction without waste, as a correct balance between transformation and cost.
© Leonardo Finotti
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© Leonardo Finotti
Scuola Secondaria Francisco Rodrigues Lobo a Leiria, Portogallo
Francisco Rodrigues Lobo High School in Leiria, Portugal
Le casette del Resort Bom Sucesso a Óbidos, Portogallo
Row-Houses in Bom Sucesso Resort in Óbidos, Portugal
Lecture: Landmark Sostenibili
È una visione quella di Archea che affronta l’architettura in un processo di ricerca a varie scale dove il paesaggio e la città
considerata nelle sue diverse trame assumono ruolo di valori guida. Edifici fortemente integrati con l’ambiente naturale,
dove l’architettura si sposta verso la dimensione della Land Art annullando quasi il costruito, per far sì che la commistione
tra paesaggio e spazio funzionale diventi totale. In questo senso anche il discorso sulla sostenibilità, tradizionalmente
legato alle prestazioni dell’edificio e all’efficienza della struttura costruita, in realtà per Archea si sposta oltre le dimensioni
tecnologico-funzionali e diventa attenzione/desiderio di ascoltare i luoghi, i materiali locali, la cultura. Un atteggiamento
di tipo umanistico, forse, che porta poi a creare quelli che sono landmark sostenibili. “I progetti di Archea partono dalla
voglia di fare del nostro mestiere una passione e quindi dalla voglia di riuscire a fare dei piccoli segni, dei piccoli gesti,
delle architetture nelle quali non conta la dimensione, ma conta il riuscire a dare un contributo significativo al paesaggio.
Creare, come dice il titolo della presentazione, dei Sustainable Landmarks. Segni sostenibili, dove la sostenibilità non è,
o meglio non è soltanto, tecnologia, pure fondamentale, ma è prima di tutto compatibilità di un progetto,
di un’architettura, con un paesaggio, che sia questo a scala urbana o a scala naturale”.
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Giovanni Polazzi è tra i soci fondatori
dello studio Archea che, nato a Firenze
nel 1988, è oggi un network di oltre
80 architetti, operativi a Firenze, Milano,
Roma, Pechino, Dubai e San Paolo.
Gli interessi e le attività di ricerca di
Archea muovono dal paesaggio alla città,
dall’edificio al design. Oltre alla ricerca
in ambito progettuale, ogni associato
dello studio svolge una parallela attività
nelle facoltà di architettura di Firenze e
Genova. Lo studio è invitato a importanti
concorsi in Italia e all’estero, risultando
vincitore, tra gli altri, del concorso per
gli uffici Pirelli ex-Ansaldo a Milano,
del concorso per il Museo Archeologico
sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria
e del concorso a inviti per la realizzazione
di una torre multifunzionale alta oltre
90 metri a Tirana, attualmente in
costruzione. Tra i progetti più significativi,
la Biblioteca Comunale di Nembro
(Bergamo), la trasformazione
dell’ex magazzino vini del porto di Trieste,
la nuova Cantina Antinori a San Casciano
(Firenze), il Centro diurno disabili di
Seregno (Monza Brianza), l’Ubpa B3-2
Pavilion al Shanghai Expo 2010, il Green
Energy Laboratory per la Jiao Tong
University di Shanghai e la Città della
Ceramica presso Li Ling in Cina.
Giovanni Polazzi is one of the
founding partners of the Archea firm
founded in Florence in 1988 and now
a network of more than 80 architects
working in Florence, Milan, Rome,
Beijing, Dubai, São Paulo. The interests
and research activities of Archea range
from the landscape to the city, from
buildings to design. Besides research on
projects, each partner in the studio
conducts research in the schools of
architecture of Florence and Genoa.
The studio has been invited to take part
in important design competitions
in Italy and abroad, winning—among
others—the competitions for the Pirelli
office building in the former Ansaldo
factory in Milan, for the Archaeological
Museum on the Salerno-Reggio Calabria
motorway and for a multifunctional
tower over 90 meters high in Tirana,
now under construction. Outstanding
projects include the Nembro Municipal
Library (Bergamo), the conversion of the
former wine warehouse at the port of
Trieste, the new Antinori Winery at
San Casciano (Florence), the Daytime
Center for the disabled in Seregno
(Monza Brianza), the Ubpa B3-2 Pavilion
at the Shanghai Expo 2010, the
Green Energy Laboratory for Jiao Tong
University in Shanghai and the Ceramics
City at Li Ling in China.
Rinnovamento e ampliamento della clinica “Le Terrazze” a Cunardo, Italia
Renovation and expansion of the “Le Terrazze” clinic in Cunardo, Italy
Installazione Feeding the Earth per INTERNI 2014 nel Cortile d’Onore dell’Università Statale di Milano
Feeding the Earth installation in the cour d’honneur of Milan’s State University at the INTERNI 2014 exhibition
Lecture: Sustainable Landmarks
The Archea vision sees architecture as a research process on different scales, where the landscape and the city in its
various guises take on the role of guiding values. Its buildings are closely integrated with the natural environment,
where the architecture moves into the dimension of Land Art and almost annuls the construction, so that the fusion
between landscape and functional space becomes total. In this sense, sustainability, which traditionally concerns the
performance of the building and the efficiency of the construction, moves beyond the technological and functional into
sensitivity and a desire to listen to places, local materials, culture. This humanistic attitude creates sustainable landmarks.
“Archea projects begin from the desire to work with passion, to make small marks, small gestures, architectures where
what is important is not size, but making a significant contribution to the landscape. Creating what the title of the
presentation calls Sustainable Landmarks. Where sustainability is not, or, better, is not just technology, which is of course
fundamental, but above all the compatibility of a project, of an architecture, with a landscape, whether this is on an
urban scale or a natural scale.”
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© Leonardo Finotti
Albergo e Museo della ceramica a Li Ling, Cina
Hotel and ceramic art museum in Li Ling, China
Veduta esterna della Cantina Antinori a San Casciano, Italia
External view of the Antinori Winery at San Casciano, Italy
Modellare il mondo
MILLENNIUM INCONTRI CON L’ARCHITETTURA
Shaping The World
MILLENNIUM MEETINGS WITH ARCHITECTURE
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Patrick Tighe
S
econdo appuntamento della
nuova serie di Incontri
Millennium, le lectures
organizzate da Italcementi, dove
i grandi protagonisti dell’architettura
contemporanea incontrano quelli
che saranno gli architetti di
domani. L’obiettivo degli Incontri
Millennium è di declinare la qualità
tecnologica del prodotto cemento
con la dimensione estetica di grandi
progettisti internazionali e dei
giovani studenti italiani. Italcementi
ha coinvolto in questa iniziativa,
avviata nel 1997, le più importanti
facoltà universitarie di architettura
e le realtà professionali del settore.
Dopo una riflessione dedicata alla
poetica di Alvar Aalto, Incontri
Millennium ha via via percorso
negli anni i mondi progettuali e la
poetica di Richard Meier, Enric
Miralles, Dominique Perrault,
Steven Holl, Raimund Abraham,
Nicholas Grimshaw, Mario Botta,
Juan Navarro Baldeweg, Kjetil
Trædal Thorsen, Frank O. Gehry,
Peter Eisenmann, Eric Owen Moss
e Boris Podrecca. Sono stati più di
10.000 gli studenti e i progettisti
che, grazie agli Incontri Millennium,
hanno potuto confrontarsi con la
cifra culturale e il segno dei più
grandi maestri contemporanei.
Giovedì 30 gennaio 2014 alla
Casa dell’Architettura di Roma,
si è svolta la conferenza
dell’architetto statunitense Patrick
Tighe. Sono intervenuti Livio Sacchi,
Presidente Ordine Architetti di
Roma, e Fortunato Zaffaroni,
Direttore Marketing e Global Sales
di Italcementi Group. Nel corso
dell’incontro, che ha visto la folta
partecipazione di studenti,
professori universitari, architetti
e imprenditori, Patrick Tighe ha
presentato lo studio Patrick Tighe
Architecture, noto per la sua
edilizia sostenibile, illustrandone la
missione attenta all’aspetto sociale
e consapevole e alle responsabilità
della figura dell’architetto.
I progetti, grandi o piccoli, pubblici
o privati, residenziali o sociali,
coinvolgono il pubblico in modo
significativo lasciando una traccia
duratura sul territorio. Ogni lavoro
è influenzato da una profonda
esplorazione di problemi sociali,
culturali, politici e tecnologici.
Per un’architettura lungimirante
è fondamentale impegnarsi in
una continua ricerca di soluzioni
innovative, analisi dettagliate
e implementazione di nuove
tecnologie, nuovi metodi
di fabbricazione, nuovi mezzi di
costruzione, nuovi materiali e una
sempre maggiore attenzione al
contesto. Il portfolio dello studio
Tighe è estremamente vario:
i progetti spaziano da installazioni
che vedono convergere tecnologia
robotica e nuovi materiali a
strutture in muratura, cotto o
pietra, costruite seguendo classiche
tecniche artigianali: dagli studi
di post-produzione di Hollywood
alle case prefabbricate nei boschi
del Maine; da installazioni di
piccola scala a interventi urbani
e master plan che coinvolgono
interi distretti e città in America,
in Cina o in Nord Africa;
dalle commesse di istituzioni
o importanti personalità come
Sua Altezza lo Sceicco Sultano
Bin Zayed Al Nahyan, fino ai
progetti di alloggi popolari
per persone disabili e per i malati
di HIV, situati nel centro di
Los Angeles.
Un dettaglio dei pannelli di alluminio laminato degli appartamenti Sierra Bonita
A detail of the laser-cut aluminum panels at the Sierra Bonita apartments
SIERRA BONITA AFFORDABLE
HOUSING, West Hollywood,
California, Usa
Il progetto si sviluppa all’angolo fra
Santa Monica Boulevard e Sierra
Bonita Avenue a West Hollywood,
in California, e comprende una
serie di alloggi popolari, a uso
misto, disposti su cinque piani,
che accolgono persone con
disabilità. L’intero complesso è stato
commissionato dal distretto di West
Hollywood e dalla West Hollywood
Community Housing Corporation,
un’organizzazione no-profit
che realizza e gestisce progetti di
edilizia sostenibile sul territorio.
L’edificio contiene 42 unità
abitative organizzate intorno a una
corte interna che va a costituire un
vero e proprio nucleo di giardini
verticali sviluppati su cinque piani.
Il progetto prevede sia zone per uso
pubblico, come l’ampio spazio
verde esterno (la foresta di bambù)
che favorisce un microclima
temperato, sia zone ad uso dei
residenti, come gli ampi giardini
che danno accesso alle unità
abitative. Lungo il Santa Monica
Boulevard sono presenti inoltre una
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Piccole dimensioni e semplicità dal look sofisticato
Small scale and simplicity together with an air of sophistication
zona commerciale e due parcheggi
a livello stradale e sotterraneo.
L’ingresso di OUT OF MEMORY
The OUT OF MEMORY entrance
OUT OF MEMORY con Ken Ueno,
compositore, Istituto di
Architettura della California
del Sud
OUT OF MEMORY è un’esperienza
in cui convergono tecnologia
robotica, suono, forma, luce e nuovi
materiali. L’installazione è
accompagnata da una composizione
site-specific del musicista di fama
mondiale Ken Ueno. Il “paesaggio
sonoro” è parte integrante
dell’esperienza ed è utilizzato come
veicolo per esplorare la
spazializzazione del suono all’interno
dei confini fisici della galleria.
Il progetto propone una nuova
“materialità strutturale” utilizzando
schiuma di poliuretano rinnovabile
per l’assemblaggio dell’intero
edificio.
Realizzate attraverso sei assi di
fresatura robotica Machineous,
le forme sono ispirate alle onde
sonore che si diffondono all’interno
dell’installazione. La superficie
interna della struttura parabolica
è una rappresentazione
tridimensionale della composizione
di Ueno. La geometria della camera
a spirale e il materiale acusticamente
assorbente enfatizzano la spazialità e
l’aura del luogo. Tracce dell’ambiente
e visioni del passato si combinano
come in una cosa sola e le percezioni
del visitatore vengono alterate
e amplificate.
Patrick Tighe (Lowell, Massachusetts
1966) è titolare dello studio Patrick Tighe
Architecture. Fin dalla sua istituzione
nel 2001, lo studio è stato autore
di un’architettura attenta ai valori
della tecnologia, della sostenibilità
e dell’innovazione e può contare su
un corpus consistente e diversificato
di progetti, che comprendono affordable
housing, cioè abitazioni popolari,
ma anche edifici commerciali,
progetti ad uso misto, installazioni
e progetti di arte civica.
Patrick Tighe Architecture ha prodotto
più di 30 edifici residenziali nei diversi
distretti dell’area metropolitana di
Los Angeles e progetti in fase di
realizzazione in Marocco, Cina e Medio
Oriente. Recentemente, il lavoro dello
studio nel settore dell’affordable housing
ha ricevuto molta attenzione e visibilità
da parte dei media, con numerosi
riconoscimenti (tra cui l’American
Architecture Award 2012). Nel 2011
Tighe ha progettato un’installazione
site-specific denominata OUT OF
MEMORY per la SCI-Arc Gallery. L’opera
ha riscosso numerosi riconoscimenti a
livello internazionale (National AIA Award
2012, American Architecture Award
2011, Prague Quadriennial e Buenos
Aires Biennale, Argentina). Lo studio ha
inoltre completato la sede di Los Angeles
per la società inglese di post-produzione
The Moving Picture Company
(2011 National AIA Award). Nel 2007
lo studio ha ricevuto il Rome Prize
in Architecture dell’American Academy
di Roma e nel 2013 ha partecipato
alla MOCA Exhibition Showcasing
Contemporary Architecture di
Los Angeles.
www.tighearchitecture.com
as well as ground-level and
subterranean parking.
OUT OF MEMORY with Ken Ueno,
composer, Southern California
Institute of Architecture
OUT OF MEMORY is an experience
at the convergence of robotics,
sound, form, light and new materials.
The installation is accompanied
by a site-specific composition by
world-renowned composer Ken Ueno.
The soundscape is integral to the
experience and used as a vehicle to
explore the spatialization of sound
within the physical boundaries of the
gallery. The installation proposes
a new “structural materiality” using
renewable polyurethane foam
as a total building assembly.
Realized through Machineous’ six-axis
robotic milling, the sonic contours are
derived from the sound contained
within the installation. The interior
surface of the parabolic structure
is a three-dimensional representation
of Ueno’s composition. The chamber’s
spiraling geometry and acoustically
absorptive material magnify the
spatial and the aural. Traces of the
ambient and visions of the past
combine to create a whole that alters
and heightens the visitor’s awareness.
94
Particolare dello spazio interno di OUT OF MEMORY
Detail of the interior space of OUT OF MEMORY
S
econd date in the new series
of Millennium Meetings,
the lectures organized by
Italcementi, where leading names in
contemporary architecture meet the
architects of tomorrow. The aim of
the Millennium Meetings is to inflect
the technological qualities of cement
with the aesthetic dimension of
great international designers and
young Italian students. Italcementi
launched the initiative in 1997,
involving the leading architecture
faculties and top professionals.
After a debate on the poetics of
Alvar Aalto, over the years
Millennium Meetings has
investigated the creative worlds
and poetics of Richard Meier,
Enric Miralles, Dominique Perrault,
Steven Holl, Raimund Abraham,
Nicholas Grimshaw, Mario Botta,
Juan Navarro Baldeweg, Kjetil
Trædal Thorsen, Frank O. Gehry,
Peter Eisenmann, Eric Owen Moss
and Boris Podrecca. Thanks to the
Millennium Meetings, more than
10,000 students and designers have
had the opportunity to explore the
cultural dynamic and work of our
greatest contemporary architects.
On Thursday January 30, 2014,
the Casa dell’Architettura in Rome
hosted a lecture by US architect
Patrick Tighe. Other speakers were
Livio Sacchi, President of the Rome
Order of Architects, and Fortunato
Zaffaroni, Italcementi Group
Marketing & Global Sales Director.
During the meeting, attended
by large numbers of students,
university professors, architects
and entrepreneurs, Patrick Tighe
presented Patrick Tighe Architecture,
a practice known for its sustainable
building, illustrating the firm’s
mission focus on social issues and
awareness and on the architect’s
responsibilities. Big or small, public
or private, high-end or low-income,
the firm’s projects all involve
the public in a meaningful way
and leave a lasting impression.
Each work stems from an intense
exploration of social, cultural,
political and technological issues.
For long-sighted architecture,
commitment to a continuous search
for innovative solutions is
fundamental, together with detailed
analyses and implementation
of new technologies, new
fabrication methods, new means
of construction, new materials and
extensive examination of the context
of each project. The Tighe firm has
a highly varied portfolio: its projects
range from installations combining
robotics and new materials to
structures in masonry, terracotta
or stone, constructed with
traditional techniques. They include
post-production studios in
Hollywood, prefabricated houses in
the woods in Maine, small-scale
installations, urban projects and
master plans involving whole
districts and cities in America,
China or North Africa, commissions
from institutional clients or
distinguished figures like His
Highness Sheikh Sultan Bin Zayed
Al Nahyan, or affordable housing
projects for disabled people and HIV
sufferers in central Los Angeles.
SIERRA BONITA AFFORDABLE
HOUSING, West Hollywood,
California, USA
The five-story project, located at
the corner of Santa Monica
Boulevard and Sierra Bonita Avenue
in West Hollywood, California, offers
mixed-use affordable housing for
people living with disabilities.
The complex was commissioned by
the City of West Hollywood and
the West Hollywood Community
Housing Corporation, a non-profit
organization that builds and
manages sustainable building
projects. It contains 42 living units
organized around an internal
courtyard expressed as a five-story
organic garden lattice.
The project offers areas for public
use, like the broad outdoor space
(bamboo forest) providing
a temperate microclimate, and
a garden for residents with access
to the housing units. Commercial
and retail space is located
along Santa Monica Boulevard,
Patrick Tighe (Lowell, Massachusetts
1966) is the principal of Patrick Tighe
Architecture. Since its inception in
2001, the firm has been committed to
creating architecture informed by
technology, sustainability and building
innovation, and has realized a strong
and diverse body of projects including
affordable housing, commercial
buildings, mixed-use projects, civic art
and installations.
Patrick Tighe Architecture has produced
more than 30 residential buildings
within the various communities of the
greater Los Angeles area and has
projects in development in Morocco,
China and the Middle East. Recently,
the firm’s work in the Affordable
Housing sector has garnered much
attention and media coverage, receiving
many awards (including the 2012
American Architecture Award).
In 2011, Tighe designed a site-specific
installation entitled OUT OF MEMORY
for the SCI-Arc Gallery. The piece
won international recognition
(2012 National AIA Award, 2011
American Architecture Award, Prague
Quadriennial and Buenos Aires
Biennale, Argentina). The firm also
completed the US headquarters for the
UK-based post-production company
The Moving Picture Company in
Los Angeles (2011 National AIA Award).
In 2007, it was awarded the Rome Prize
in Architecture by the American
Academy in Rome and in 2013
it took part in the MOCA Exhibition
Showcasing Contemporary Architecture
in Los Angeles.
www.tighearchitecture.com
artVision
Le tracce della memoria
Traces Of Memory
M
aria Elisabetta Novello
(Vicenza, 1974) ha trovato
nella cenere, componente
materica che sta alla base del suo
lavoro, il linguaggio stilistico della sua
poetica ricerca artistica. Opera con
segni precari, minimi, di memoria
antropologica. Accumula il materiale
in vari modi e lo restituisce, nel
silenzio, dandogli una nuova identità,
una nuova immagine, per lo più
altamente meditativa. Con la cenere
crea ricami che spariscono nelle
sue performance, linee, orizzonti,
accumuli, sedimentazioni e
micro-formazioni. La sua cenere
è in costante movimento e
trasformazione, attraversa il ricordo,
la memoria, ma si adegua ad altre
esistenze acquistando una nuova
“fisicità”. La cenere è anche colore,
pittura, è variazione sul tono: dal
nero della fuliggine al grigio
chiarissimo della polvere derivante da
combustioni cartacee. Nei suoi lavori
procede per minime variazioni,
lavorando sull’assenza. Non vi è
oggetto, ma un soggetto, la cenere
appunto, che cancella la rigidità
dell’opera e talvolta nega la sua
esistenza. La polvere viene di volta in
volta rielaborata e adeguata a nuove
esperienze in un fluire controllato dei
pensieri. La forma è presente, ma
libera da costrizioni, un concetto, un
pensiero, una sospensione. Le sue
teche, le provette, i merletti, le trine,
rappresentano una continua
ri-declinazione del già accaduto,
attraverso il ri-adeguamento della
polvere, di qualcosa che si trasforma
in qualcosa d’altro.
“Il lavoro di Maria Elisabetta Novello
attraverso la cenere, suo unico e
assoluto medium linguistico – scrive
Martina Cavallarin, critica d’arte e
curatrice che segue il lavoro dell’artista
fin dagli esordi – rapporta e trasporta
codici e microinformazioni che
moltiplicano quelle funzioni,
dimenticanze, sogni e dubbi.
Un lavoro basato su percorsi di
memoria e piccoli indizi che rendono
l’opera un complesso di riferimenti
che, in modo diacronico e sincronico,
attraversano luoghi e tempo.
L’organicità del lavoro di Novello
risiede nella sostanziale fisicità irrisolta
della cenere, polvere in costante
trasformazione, che attraversa il
ricordo per rapportarsi con un
presente sospeso in una visione ibrida,
enigma sostanziale che perde la sua
organicità originaria per generare
nuove forme e rivelare altre esistenze.
Si tratta sempre di una sublimazione di
ciò che è parziale e sfuggente,
mantenendosi l’opera come luogo
positivo dell’alternativa, inspirazione
ed espirazione a ritmo costante di
segni e ambivalenze, presenze e
assenze, stupore e rassicurazione.
Nelle grandi teche, in cui la cenere
viene deposta a strati per formare
95
Indefinito. 2009. Cenere, musica e danza. Installazione-performance in collaborazione con Lo Studio Arearea e Martina Bertoni
Indefinite. 2009. Ash, music and dance. Installation-performance in cooperation with Lo Studio Arearea and Martina Bertoni
Vuoti 2012. Tubi di vetro contenenti cenere, 150x150 cm
Vacuums 2012. Glass tubes containing ash, 150x150 cm
livelli differenti tra cromie e sfumature,
la percezione si concentra al massimo
come in uno sforzo atletico costante e
incessante per cogliere l’attimo in cui
la prestazione è all’eccellenza.
Memoria e passione fuggono al
destino entropico della distruzione per
accendersi sotto altre combinazioni,
attraverso l’atto dell’arte che tra realtà
diverse produce sempre una nuova,
inaspettata visione”.
La fantasia di Novello è basata su una
struttura individuale con resistenze
stratificate, ovvero un continuo
rimando a passaggi già codificati ai
quali l’artista aggiunge la sua propria
trasgressione e strategia per
mantenere il centro, suggellando un
patto atletico-mentale tra opera e
codici contenuti in essa in modo da
tenere aperto la scambio tra presente
e passato, e tra avvenuto e avvenire.
“La sua zona privilegiata – scrive
ancora Martina Cavallarin – non è
quindi solo un territorio di bellezza e
rarefazione, di silenzi e curve sinuose,
ma un’azione che copre le parti più
intime con pudore per esprimere spazi
di vita e vissuto, la motivazione del
proprio essere e quella del mondo,
l’espansione dell’immaginazione
personale in moduli universali.
Partendo da una matrice
estremamente estetizzante e intimista,
il lavoro di Novello si rapporta quindi
con contenuti concettuali nascosti
che si basano sul ruolo della donna,
i retaggi familiari, i ricordi rielaborati e
riflessi in un tempo sempre dilatato e
imprevedibile”.
L’artista, che vive e lavora tra Milano,
Venezia e Udine, non ha ancora
40 anni ma ha già al suo attivo una
nutrita attività espositiva. Collabora
con importanti gallerie e attualmente
è in mostra al Mart di Rovereto.
Nel 2009 ha preso parte alla collettiva
di artisti internazionali “La seduzione
nel segno”, in occasione della 53a
Biennale di Venezia. Nel 2010 ha
partecipato alla mostra “Il segreto
dello sguardo”, presso la Galleria
San Fedele a Milano e a “Memento”
a La Giarina Arte Contemporanea di
Verona. Nel 2011 è stata invitata a
“Round the Clock”, evento
collaterale della 54a Biennale di
Venezia e alla collettiva “PassatoPresente. Dialoghi d’Abruzzo” al
Museo d’Arte Contemporanea di
Genazzano. Nel 2012 ha messo in
scena una spettacolare personale
multimediale alla Galleria Fumagalli di
Bergamo dal titolo “Liridi”. Nel 2013
si è aggiudicata il Blumm Prize, il
premio d’arte contemporanea
96
organizzato dall’agenzia Blumm
presso l’ambasciata italiana di
Bruxelles. Tra le sue ultime importanti
mostre, personali e collettive, nel
2014 “Impercettibili variazioni tattili”,
a cura di Federico Sardella presso la
Galleria Cardi di Pietrasanta. Un suo
lavoro di grandi dimensioni è esposto
alla BAG dell’Università Bocconi di
Milano. È la protagonista del Progetto
Arte Italcementi 2014.
Giuliano Papalini
■ ■ ■ ■ ■ ■
11.687 grammi circa, collezione di cenere, 2009. Sacchetti contenenti cenere, 250x350 cm
Approximately 11.687 grams, collection of ash, 2009. Bags containing ash, 250x350 cm
M
aria Elisabetta Novello
(Vicenza, 1974) has found
a stylistic language for her
poetical artistic research in ash, the
substance that forms the basis of her
work. Her creations are precarious,
minimal signs, anthropological
memories. She collects the ash in
various ways and returns it, in silence,
investing it with a new identity, a new
generally highly meditative image.
With the ash, she creates embroidery
that disappears in her performances,
lines, horizons, mounds,
sedimentations and micro-formations.
Her ash moves and changes
constantly, it draws on recollection
and memory, but it adapts to other
existences by acquiring a new
“physicality”. Her ash is also color,
painting, tonal variations: from the
black of soot to the pale gray of the
powder left by burnt paper. In her
creations, Novello proceeds through
minimal variations, working on
absence. There is no object, but a
subject the ash, which eliminates the
rigidity of the work and sometimes
denies its existence. At each step, the
powder is re-formulated and adapted
to new experiences in a controlled
flow of thought. Form is present,
but free from constrictions, a concept,
a thought, a suspension. Her display
cases and test-tubes, her lace and
filigree are continual inflexions of past
events through the modification of the
ash, of something that is transformed
into something else.
According to art critic and curator
Martina Cavallarin, who has followed
the artist throughout her career,
“Maria Elisabetta Novello’s work in
ash, her only and absolute linguistic
medium, links and transports codes
and micro-information that multiply
those functions and oversights,
dreams and doubts. It is based on
memory trails and small clues that turn
it into a body of references crossing
through time and space diachronically
and synchronously. The organicity
of Novello’s work lies in the substantial
unresolved physicality of the ash,
a constantly changing powder
that crosses memory into a present
suspended in a hybrid vision, a
substantial enigma that loses its
Vasi comunicanti, 2013. Antichi vasi di vetro, cenere, dimensioni ambientali. 1° Premio BLUMM
PRIZE. Ambasciata Italiana, Bruxelles
Communicating vessels, 2013. Ancient glass vases, ash, environmental dimensions.
Winner, BLUMM PRIZE. Italian Embassy, Brussels
original organicity to generate new
forms and reveal other existences.
It is always a sublimation of something
partial and elusive, where the work is
maintained as a positive place of the
alternative, inhalation and exhalation
at a constant rhythm of signs and
ambivalences, presences and absences,
astonishment and reassurance. In the
large cases where the ash is arranged
in layers to form different levels of
color and nuance, perception reaches
maximum concentration in a constant,
incessant athletic effort to capture the
moment when performance achieves
excellence. Memory and passion elude
the entropic destiny of destruction to
re-ignite in other combinations,
through the act of art, which, from
different realities, always produces
a new and unexpected vision.”
Novello’s fantasy is based on an
individual structure with stratified
resistances, in other words,
a continuous reference to already
encoded transitions to which the
artist adds her own transgression and
strategy to hold the center, sealing
a mental athletic pact between the
work and the codes it contains in
order to keep communication open
between present and past, between
history and future. “Her preferred
area, adds Martina Cavallarin,
is therefore not just a land of beauty
and rarefaction, of silences and
sinuous curves, but an action that
modestly covers the most intimate
parts to express spaces of life and
experience, the motivation of one’s
being and that of the world, the
expansion of personal imagination into
universal modules. Starting from a
highly intimist and beautifying matrix,
Novello’s work therefore relates to
hidden conceptual content based on
the role of women, family
connections, memories that have been
processed and reflected in an always
dilated and unpredictable time.”
The artist, who lives and works in
Milan, Venice and Udine, is not yet
40 but has already exhibited widely.
She cooperates with important
galleries and is currently showing
at the Mart in Rovereto.
In 2009, she exhibited in the
international collective “La seduzione
nel segno” at the 53rd Biennale in
Venice. In 2010, Novello took part
in “Il segreto dello sguardo” at the
San Fedele Gallery in Milan and
in “Memento” at La Giarina Arte
Contemporanea in Verona. In 2011,
she was invited to “Round the Clock”,
a side event at the 54th Biennale in
Venice and to the collective “PassatoPresente. Dialoghi d’Abruzzo” at the
Contemporary Art Museum in
Genazzano. In 2012, she organized
a spectacular multimedia solo
at the Fumagalli Gallery in Bergamo,
entitled “Liridi”. In 2013, she was
awarded the Blumm Prize, the
contemporary art prize organized
by the Blumm agency at the Italian
embassy in Brussels. Her most
recent important shows solo and
collective include, in 2014
“Impercettibili variazioni tattili”,
curated by Federico Sardella at the
Cardi Gallery in Pietrasanta. One of
her large-scale works is shown at the
BAG at the Bocconi University in
Milan. She is the protagonist of the
Italcementi 2014 Art Project.
Giuliano Papalini