e - Abitare Società Cooperativa

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e - Abitare Società Cooperativa
Pubblicazione trimestrale - Spedizione in abbonamento postale - 70% Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 286 del 17/04/1989
abitare nei
numero 1
anno III
febbraio 2013
15
ORGANO UFFICIALE DI ABITARE SOCIETÀ COOPERATIVA
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4 QUESTA ITALIA MERITA DI PIU’
Giovanni Poletti
6 CHI BEN COMINCIA...
NUOVA RACCOLTA DI PRESTITO VINCOLATO
Silvio Ostoni e Chiara Cariani
7 I PROBLEMI DEI QUARTIERI IN ASSEMBLEA
Gian Piero Carezzano
8 APP QUARTIERI: UN NUOVO STRUMENTO
PER LE RICHIESTE DEI CDQ
6
Valter Giraudi
10 MODELLO ISEE PER CASA SICURA
Paola Cavaleri
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28
12 D.LGS 231: UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO
A TUTELA DEL PATRIMONIO E DEI SOCI
avv. Claudio Gelfi
15 ELEZIONI 2013: CANDIDATI IN PARATA
Sergio Ghittoni
25 UNO SPAZIO DEDICATO AI GIOVANI
DEI QUARTIERI DI ABITARE
Lorenzo Mazzi
32 CULTURA DI PERIFERIA? MA CHI L’HA DETTO!
Maria Piera Bremmi
35 PROSEGUONO NEL 2013 LE INIZIATIVE
DEL CIRCOLO CULTURALE ITALO CALVINO
Lorenzo Mazzi
36 TEATRO DELLA COOPERATIVA
PROSEGUE LA STAGIONE CON NUOVE
E INTERESSANTI PROPOSTE
Giusy Deligios
39 PERCORSI DI...INCONTRI “MADE IN ITALY”
Valeria Malvicini
29
40 VOLONTARIATO, L’AIUTO CHE CI FA CRESCERE
Giulia Iasoni
Cooperativa aderente a:
36
2
f e b b r a i o 2 013
Orari di apertura degli sportelli di ABITARE
Ricordiamo che l’Ufficio Tecnico della Cooperativa è aperto ai soci nei
Sede di Affori, via Zanoli15
• lunedì -giovedì
9.30 - 11.30
• martedì
21.00 - 22.00
seguenti orari:
• lunedì e mercoledì
dalle 10.00 alle 12.00
• giovedì
dalle 16.00 alle 18.00
Un operatore è a disposizione per
fornire informazioni, ricevere segnalazioni e richieste di ordine tecnico e
fissare eventuali incontri con gli addetti agli aspetti manutentivi.
Via Hermada 14,
cortile interno, scala B
tel. 02 66100315
Sede di Dergano, via Livigno 20
• lunedì -giovedì
8.30 - 12.30
Sede di Niguarda, via Hermada 14
• lunedì - martedì - giovedì 10.00 - 12.30
• mercoledì
10.00 - 12.30
• venerdì
10.00 - 13.00
• sabato
9.30 - 12.30
LA COOPERATIVA
Sportello Ufficio Tecnico
14.00 - 18.00
14.00 - 16.00
16.00 - 19.00
Fotovoltaico: nel 2012
evitata l’emissione
di 5.378 tonnellate di CO2
Con l’adozione del sistema fotovoltaico, Abitare sta cercando di massimizzare l’efficienza energetica coniugandola con
le esigenze ambientali.
È noto che la quantità di anidride carbonica e di altri gas inquinanti prodotti da un sistema fotovoltaico è pari a zero.
È con grande soddisfazione che possiamo comunicare ai nostri soci che nel 2012 sono state 5.378 le tonnellate di CO2
risparmiate all’atmosfera grazie all’energia
pulita prodotta dai pannelli solari presenti
sui tetti di alcuni quartieri della cooperativa. Un contributo non trascurabile per
migliorare l’aria che respiriamo.
APERTURA SPORTELLO TELEFONICO
riservato ai soci assegnatari
Dall’11 febbraio è operativo
lo SPORTELLO TELEFONICO
per segnalazioni circa il funzionamento
del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria:
Da lunedì a venerdì
9.00 - 13.00
14.00 - 18.00
Tel. 02/38003772
Negli orari non coperti
dal servizio sportello resta
operativo il Tel. 3486020629
[email protected]
f e b b r a i o 2 013
3
EDITORIALE
Questa Italia
merita di più
Da alcuni mesi è in atto una campagna elettorale che sta dividendo gli italiani
Giovanni Poletti
È
pur vero che la democrazia ha i suoi
riti, tempi e costi, ma in una situazione
di grave crisi il Paese aveva bisogno di
una guida autorevole e di una strategia (quantomeno) nel segno dello sviluppo e dell’equità. Non posso entrare (e me
ne guarderei bene) in un dibattito politico
in quanto, giustamente, il Presidente della Cooperativa deve rispettare tutti i soci e
quindi i diversi orientamenti politici. Pertanto mi limito a centrare il mio intervento
su alcuni temi di carattere generale presentandoli nell’ottica delle attese da parte dei
soci e delle loro famiglie.
Il lavoro prima di tutto
La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, recita la nostra Costituzione. È vero, il
lavoro è vita, speranza nel futuro, emancipazione personale e sociale. Senza lavoro
non c’è futuro, dunque è sullo sviluppo che
chiunque vada al governo deve fondare la
parte più importante del proprio impegno.
Ogni giorno ho colloqui con soci che cercano lavoro, adattandosi a qualsiasi man-
4
sione; ogni giorno ricevo curriculum di giovani, di donne, di lavoratori già in età matura. Un disastro. Mi sento mortificato, cerco
di dare una parola di speranza, sono impotente e mi chiedo: quando finirà?
È dal 2008 che sento radio e televisioni indicare le date della svolta, dell’uscita dal tunnel della crisi e poi dire che sarà per l’anno
prossimo e poi ancora più tardi. Siamo arrivati al 2013 e non è finita.
Abbiamo perso centinaia di migliaia di posti di lavoro, migliaia di donne e di uomini sono disoccupati, cassaintegrati, esodati. Giovani senza lavoro stanno andando
all’estero, è una ondata che sta investendo il Paese e potrebbe riservare spiacevoli
sorprese elettorali.
Non è un problema del Nord o del Sud, è
una questione nazionale, di tutti e mi spiace che ancora vi siano proposte tendenti a
dividere l’Italia in due parti, una più ricca e
una più povera. Qualcuno ha la memoria
corta e non si ricorda delle immigrazioni dal
Meridione che hanno fatto diventare grandi le nostre fabbriche, come la Fiat, la Pirelli, l’Alfa Romeo, le tante fonderie sparse nel
Nord. Non si dice che oggi nelle nostre stalle lavorano Indiani e pachistani, che i mandarini li raccolgono gli africani , che nelle
fonderie del bresciano ci sono gli extracomunitari e che nell’edilizia gli albanesi, i romeni ecc. sono la gran parte degli addetti.
Il problema del lavoro non si risolve mandando a casa gli uomini e le donne disponibili, si affronta creando lavoro, sviluppando le imprese, favorendo la loro permanenza in Italia, senza sottostare ai ricatti della
peggiore imprenditoria, ma privilegiando
progetti e programmi.
Le nostre esportazioni tengono, significa
che ciò che produciamo ha ancora mercato, dunque abbiamo ancora fabbriche,
idee, forza lavoro e non sono poca cosa. I
nostri artigiani e le piccole e medie aziende hanno bisogno di finanziamenti, di un
sistema del credito che si rimetta in movi-
mento. I soldi della Banca Centrale Europea
devono essere rimessi in circolo e destinati
allo sviluppo.
Il nostro futuro sono i giovani
Non è uno slogan, ma la sacrosanta verità.
La questione giovani è il problema centrale
della società italiana. Ai giovani sono legate le grandi questioni del Paese: la scuola e
l’università, la ricerca ed il lavoro, dunque il
futuro della nostra società.
I giovani pensano ad emigrare. Un scelta
dolorosa che intere generazioni di italiani hanno conosciuto. Allora andavano in
Germania, nelle miniere del Belgio dell’Inghilterra, negli Stati Uniti, oggi pensano
all’Australia, ai paesi asiatici; il mondo si è
fatto più piccolo, ma il dolore ed i problemi
f e b b r a i o 2 013
L’edilizia, la casa ed i servizi
Ho volutamente messo insieme queste tre
questioni perché ritengo che abbiano molteplici punti in comune.
L’edilizia: è risaputo che quando si ferma
l’edilizia a breve il Paese entra in crisi e, viceversa, quando l’edilizia riprende, significa
che l’economia torna a crescere. Quando
la casa diventa un problema, entra in crisi
f e b b r a i o 2 013
EDITORIALE
dell’emigrato sono rimasti sempre gli stessi.
Può una società togliere i sogni a un giovane o a una ragazza? Possiamo restare inerti di fronte a una situazione che stravolge
tante famiglie?
Non basta più recriminare. Da subito occorrono proposte e fatti concreti. Bisogna
mettere in campo grandi progetti, il piccolo cabotaggio non serve. Abbiamo un paese con un territorio in una situazione disastrosa, spendiamo somme enormi per gli
interventi urgenti dopo i disastri, non abbiamo politiche per il territorio per il recupero ambientale. Potrebbero esser migliaia
di posti di lavoro produttivi.
Il nostro patrimonio culturale, le bellezze
naturali, il turismo, nel loro insieme sono la
principale industria italiana. Ma serve una
politica seria, di lungo respiro, con investimenti che siano produttivi.
Ci vogliono idee, programmi, progetti nazionali, in sostanza coraggio altrimenti da
questa situazione non se ne esce.
la famiglia. Migliaia di alloggi, in questi ultimi anni, vengono messi all’asta e i motivi
li conosciamo. L’edilizia potrebbe ritrovare
possibilità di sviluppo? Io dico di si. A mio
parere lo Stato si sta indebitando nel lungo
periodo, favorendo i lavori di ristrutturazione degli alloggi, con il rimborso in dieci anni
del 50% e 55% dei costi sostenuti dai privati. Proposta positiva con la quale lo Stato
polverizza risorse, senza mettere in campo
alcuna strategia di sviluppo.
Perché non si interviene sulle case sfitte?
Perché , in particolare nelle grandi città, non
si da avvio ad un grande programma pubblico/privato per la ristrutturazione delle
case in condizioni precarie, ma anche destinando tanti spazi disponibili ad attività
socializzanti?
Bisogna decidere una politica nazionale per
la destinazione delle aree dismesse: ex fabbriche, ex caserme, nodi ferroviari e stazioni.
Come saranno riutilizzate? Risparmieremmo territorio, riqualificheremmo l’ambiente e l’aria.
Non mi dilungo oltre, chiedendo perché
i grandi interventi per le infrastrutture di
portata nazionale non partono e quando
partono richiedono anni e forti aumenti di
spesa. Andiamo a vedere come ha fatto il
Giappone, dopo lo tsunami a costruire 200
chilometri di autostrada in pochi giorni.
La nostra cooperativa ha riaffermato di essere una cooperativa di abitanti ed il perché
lo sappiamo. La casa, bene fondamentale,
è vissuta da persone e l’insieme di case e
di persone formano una città, una società omogenea. Da lì dobbiamo partire nel
rivedere la struttura organizzative dei servizi sociali.
Ci sono proposte per razionalizzare le risorse economiche destinate ai servizi.
Tagliare i fondi per la sanità, per le pensioni, per i necessari servizi sociali è facile, ma
produce effetti solo nel brevissimo periodo.
Successivamente i problemi lasciati senza
risposta riesplodono con maggiore virulen-
za e con costi ancora più alti dei risparmi.
Oggi le funzioni sociali sono polverizzate in
tanti enti che si sovrappongono, che creano sovrastrutture costose, centri di potere
ecc... I grandi scandali riguardano frequentemente la sanità, il perché è noto: è un
grande bacino di potere economico, elettorale, quindi politico con tutte le conseguenze che sappiamo.
La nostra cooperativa, per carità senza volerne fare un esempio a livello nazionale,
offre ai propri soci molti servizi sussidiari in
termini di cultura, di assistenza domiciliare,
di socializzazione ecc..., facendo leva sulla
collaborazione di enti privati, cooperative,
onlus e quanti vogliono collaborare per il
bene comune.
Perché non viene incentivato il volontariato organizzato e produttivo? Quante risorse
umane potrebbero trovare un’occupazione integrativa o a tempo pieno, risolvendo
problemi economici personali e, contemporaneamente, garantire efficienza e basso
costo ai servizi sociali di base integrati con
quelli di maggior livello specialistico?
COSA CI ASPETTIAMO DAL NUOVO GOVERNO
• Che risollevi il nostro paese, che gli dia credibilità, voglia di riscatto ed obiettivi praticabili, che dia speranza ai giovani;
• che la cosa pubblica, bene comune, sia gestita nella trasparenza e con onestà;
• che il lavoro sia dato a tutti e che i diritti ed
i doveri costituzionali siano rispettati:
• che la giustizia e l’equità siano garantite a
tutti gli Italiani;
• che cessino gli sprechi e sia punita la corruzione;
• che l’unità del paese sia preservata;
• che il populismo, la demagogia e le buffonate siano emarginati e finalmente la serietà e la competenza siano le condizioni per
l’affidamento delle funzioni pubbliche.
5
LA COOPERATIVA
Chi ben comincia...
Nuova raccolta di prestito vincolato
di Silvio Ostoni e Chiara Cariani
A
mpia adesione all’emissione del prestito
vincolato 2013 e aumento complessivo del
prestito sociale. L’emissione del prestito
vincolato si è aperta il 2 gennaio e si chiuderà
il 16 febbraio 2013.
Sull’ultimo numero di Quartieri vi abbiamo informato
sulle modalità di adesione, la durata e i tassi di interesse.
Oggi, invece, vogliamo fare il punto sull’andamento di
questa nuova emissione.
Siamo lieti di poter dire che ci avete sorpreso
piacevolmente ancora una volta. Nonostante il difficile
momento di congiuntura economica che sembra
non volerci lasciare, voi, cari soci, avete dimostrato
un’ottima capacità di risparmio, ma soprattutto, e lo
diciamo con un briciolo di orgoglio e soddisfazione,
avete dimostrato ancora una volta molta fiducia nella
vostra cooperativa.
L’ammontare del prestito vincolato di nuova emissione,
ad oggi, è aumentato rispetto a quanto scaduto al
31/12/2012, abbiamo, infatti, registrato un incremento
di circa 1.430.000 euro, di cui 559.000 euro da nuovi
versamenti.
Dai dati pervenuti finora, siamo lieti di poter affermare
che una buona parte dei soci prestatori ha deciso di
reinvestire i propri risparmi in un nuovo vincolato,
che, tradotto, significa che i nostri soci hanno
preferito affidare i propri risparmi alla cooperativa,
puntando sull’affidabilità e la solidità del patrimonio
e sulla certezza che i propri soldi siano garantiti ed
equamente remunerati.
Ricordiamo, ancora una volta, che il risparmio sociale
consente alla cooperativa di perseguire il proprio
scopo sociale, che è quello di garantire ai propri soci
il diritto alla casa e all’abitare di qualità, quindi grazie
all’apporto di capitale sotto forma di prestito sociale,
molte altre famiglie potranno beneficiare di un bene
così prezioso.
Ringraziamo tutti voi per la fiducia che ci avete
nuovamente accordato.
PRESTITO VINCOLATO EMISSIONE GENNAIO/FEBBRAIO 2013
Depositi vincolati scaduti al 31/12/2012
6
TOTALE
€ 1.156.600
Apertura depositi vincolati da girofondi
€ 2.027.930
Apertura depositi vincolati da versamenti
€ 559.070
Totale apertura nuovi depositi vincolati
€ 2.587.000
Differenza tra vincolati rimborsati e nuovi vincolati emessi
€ 1.430.400
f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA
UN IMPORTANTE MOMENTO DI INFORMAZIONE E CONFRONTO
I problemi dei quartieri in assemblea
di Gian Piero Carezzano
T
ra la fine del 2012 e l’inizio del 2013
si sono tenute due lunghe assemblee
con i Consigli di Quartiere nel corso
delle quali la Presidenza e la Direzione
hanno informato i rappresentanti dei quartieri in merito alle questioni più importanti
che li coinvolgeranno
1. I risultati consuntivi dei costi sostenuti
dalla cooperativa alla fine del terzo trimestre che hanno confermato una gestione in equilibrio, attenta a migliorare
i ricavi, soprattutto delle locazioni commerciali, e a ridurre tutti i costi che non
comportano significativi cali di servizio
a danno dei soci. È stato anche ribadito
come l’attenzione della cooperativa si
concentri soprattutto sulle spese di riscaldamento che sono un capitolo molto ingente dei nostri costi. Larga informazione è stata anche data in merito ai
vari interventi di ristrutturazione, compresi quelli degli alloggi, e ai grandi interventi sulle parti comuni, come quello
di via Val di Ledro, tuttora in corso, e di
via Livigno che sta per iniziare.
2. Informazioni in merito ad alcuni temi rilevanti quali:
• funzionamento polizza assicurativa di
buon vicinato a favore dei soci
• ultimi aggiornamenti IMU per i quali
sono stati presentati i dati consuntivi
(765.000 euro in totale), confermando che il saldo sarà richiesto ai soci in
occasione del conguaglio 2012, preceduto da una comunicazione individuale con tutti gli elementi utili al
calcolo
• azioni intraprese sul riscaldamento, tra
cui l’istituzione di uno sportello tecnico
aperto ai soci
• miglioramenti dei tempi di ristrutturazione degli alloggi
• modifiche ai criteri di ripartizione delle spese che, dal 2013, avranno come
base sostanziale i mq di superficie calpestabile in maniera uniforme per tutti gli alloggi di Abitare. Questa azione
mira ad armonizzare sempre di più le
metodologie utilizzate dalle tre coof e b b r a i o 2 013
perative fondatrici e non comporta
alcuna modifica di spesa a carico dei
soci.
3. Prima presentazione del budget 2013 in
cui la cooperativa conferma la volontà di
perseguire, sempre di più e sempre meglio, la propria sostenibilità economica
pur mantenendo, anche se in misura ridotta, lo sforzo di investimento al fine
della preservazione del patrimonio. Tale budget, declinato per quartiere, sarà
oggetto di presentazione più dettagliata
successivamente.
4. Aggiornamento sui piani di manutenzione. Come da regolamento, i Consigli di
Quartiere sono stati aggiornati sui costi
sostenuti in ottemperanza ai piani di manutenzione straordinaria previsti per l’ex
Edificatrice di Niguarda ai quali si iscrivono, ad esempio, il completamento di via
Empoli e l’intervento di via Val di Ledro.
È stato poi illustrato il piano finanziario di
recupero delle spese delle contatermie
e delle valvole termostatiche che riguarderà i quartieri soggetti a tale obbligo di
legge e inciderà per cinque anni in ragione di 1,64 euro al mq.
5. Avvio del consueto percorso di raccolta
dei suggerimenti in merito alle richieste
manutentive dei singoli quartieri, da effettuare nel corso del 2013, per i quali i
Consigli di Quartiere si fanno vigili portavoce per raccogliere le richieste, valutare
i preventivi e concordare l’esecuzione.
6. Infine il Presidente ha informato i consiglieri in merito ai risultati della raccolta
fondi promossa a sostegno dell’iniziativa della UILDM (vedi articolo in altra
parte del giornale) ed ha illustrato diffusamente l’adozione del Codice Etico,
fortemente voluto dal Consiglio di Amministrazione al fine di confermare la
volontà della cooperativa di mettere in
atto comportamenti, oltre che rispettosi della legge, anche corretti eticamente nei confronti delle controparti: fornitori, personale autorità pubbliche e via
dicendo. Anche quest’atto si iscrive in
un’ottica di fornire ai soci la massima
garanzia di trasparenza e di correttezza
di gestione.
Tali assemblee, fortemente arricchite dal dibattito e dalle domande originate dalla platea, confermano la volontà di dare ai consigli di quartiere sempre maggiori informazioni e spiegazioni in merito alla gestione
del loro quartiere e alle spese sostenute dai
soci in modo da favorirne la collaborazione,
il supporto e la partecipazione.
Nuovi limiti di raccolta del prestito sociale
La legge n. 59/92 prevede che, ogni triennio,
la rivalutazione dell’importo massimo previsto
per il prestito sociale raccolto dalle cooperative presso i soci persone fisiche, calcolata secondo le variazioni medie annue dell’indice
ISTAT, venga sancita con l’emanazione di un
decreto del Ministero delle Attività Produttive di concerto con il Ministro dell’Economia e
delle Finanze.
È però da evidenziare che il decreto ministeriale in questione viene solitamente pubblicato in
Gazzetta Ufficiale con notevole ritardo rispetto alla scadenza naturale dei tre anni previsti
dalla norma (addirittura, per il triennio 20042006, non è stato neppure emanato), mentre le
imprese cooperative hanno l’esigenza di adeguare gli importi massimi per i soci prestatori
in tempi rapidi.
Quindi, nonostante l’iter procedurale dei decreti comporti un ritardo nella loro emanazione, essendo note le variazioni dell’indice nazionale generale annuo dei prezzi al consumo
per le famiglie di operai e di impiegati calcolate dall’ISTAT, la decorrenza degli adeguamenti non può che essere individuata all’inizio del
nuovo triennio. Legacoop ha quindi ufficialmente comunicato che, dal 1° gennaio 2013,
il nuovo limite di importo per il 2013-20142015 per i soci delle cooperative edilizie di abitazione è di € 72.187,32.
7
LA COOPERATIVA
App Quartieri: un nuovo strumento
per le richieste dei CdQ
Abitare procede nella sua “messa a punto”, non solo con le azioni di armonizzazione fra le tre
cooperative fondatrici ed i conseguenti interventi amministrativi e tecnici, ma anche adeguando
le risorse ed intervenendo sull’organizzazione della struttura
di Valter Giraudi
N
ei confronti dei Consigli di Quartiere
sono oggi operativi ben quattro soggetti: l’Ufficio Tecnico, i Servizi Generali, l’Amministrazione ed il Gruppo
di Lavoro consiliare “Quartieri”, che si interfacciano con i CdQ da un lato e con la Direzione ed il Consiglio di Amministrazione
dall’altro.
È evidente che una tale molteplicità di relazioni richiede uno strumento di gestione
che consenta di tenere traccia delle richieste condivise e delle modalità e tempisti-
8
che di evasione, che sia accessibile a tutti
gli operatori in parallelo (multiutente), che
permetta di redigere i documenti di avanzamento lavori per i quartieri e fornisca indicatori di sintesi aggiornati in tempo reale per il controllo da parte della Direzione,
della Presidenza e del CdA.
Così il vecchio foglio di excel, utilizzato nel
primo anno di incontri fra CdQ, tecnici e
consiglieri, è stato rottamato, senza però
perdere traccia delle centinaia di richieste
raccolte e delle risposte già date.
Il nuovo strumento è stato realizzato
nell’autunno scorso ed è stato testato più
volte fino alla configurazione attuale, per
l’impiego della quale sono stati “formati”
tutti i potenziali utenti, sia tecnici sia amministrativi.
Come lo si fa funzionare? È presto detto.
In occasione degli incontri programmati
fra i Consigli di Quartiere e i servizi tecnici,
generali o amministrativi e con il Gruppo
di Lavoro Quartieri, vengono normalmente
formulate richieste di chiarimento, di conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori, di approfondimento dei diversi aspetti
relativi alla gestione della cooperativa, di
iniziative sociali e culturali.
f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA E
E, una volta l’anno, vengono formulate
le proposte di manutenzione ordinaria
per l’anno successivo che, completata
la stima di costo, verranno sottoposte
all’approvazione dell’assemblea dei soci di quartiere.
Il nuovo strumento consente di registrare
l’insieme di tutte le richieste, di fornire ai
CdQ il “verbale” della riunione con l’indicazione delle richieste formulate e di produrre aggiornamenti successivi nei quali viene
indicato lo stato di avanzamento delle attività necessarie all’evasione della richiesta,
fino al loro completamento.
In parallelo vengono monitorati la quantità delle richieste formulate, i tempi medi
di “lavorazione” e di “evasione” per ciascun
servizio della cooperativa e per l’insieme
della struttura, producendo gli indicatori
di qualità necessari per la valutazione del
processo operativo.
Il mese scorso è stato inviato a ciascun Con-
siglio di Quartiere l’elenco completo delle
richieste formulate dal 1° gennaio 2011, da
quando, cioè, esiste Abitare, per avere una
traccia del percorso condiviso e misurare
il lavoro svolto.
Sarà la prossima continua interazione fra
chi formula richieste e chi deve evaderle a
far vivere e fare evolvere il nuovo strumento di comunicazione e di gestione che, cedendo alla moda del momento, abbiamo
battezzato “App Quartieri”.
Bottega storica di Milano
dal 1925
Via P. Di Calboli 3 - Milano
tel. 02 6425552
f e b b r a i o 2 013
SCONTI SPECIALI PER I SOCI
Pane per passione
9
LA COOPERATIVA
Modello ISEE per Casa Sicura
di Paola Cavaleri
L
a casa è un ambiente insidioso e pieno di pericoli e il numero degli incidenti domestici nel nostro
Paese è ancora drammaticamente alto. Per queste
ragioni Abitare, con la sua attenzione al progetto
Casa Sicura, riafferma la necessità di porre la sicurezza
abitativa al centro delle politiche sociali.
Casa Sicura nasce nel 2003 dalla consapevolezza
che un’abitazione sicura è un fattore determinante per la prevenzione degli infortuni domestici ed
il miglioramento della qualità della vita, soprattutto
delle persone anziane e dei soci con difficoltà fisiche o disabilità.
Il servizio è curato congiuntamente dal Filo di Arianna, preposto al monitoraggio e all’individuazione dei
casi di criticità, dall’Ufficio Soci di Abitare che verifica
le richieste, e dall’Ufficio Tecnico che pianifica gli interventi, ed è rivolto ai soci in situazione di difficoltà
fisiche o di disabilità.
Per accedere alle agevolazioni previste dalla cooperativa, che si traducono in un contributo economico o
nella gratuità per alcuni interventi, quali l’applicazione
maniglione nella vasca, la fornitura di cucina con valvola di sicurezza, la sostituzione vasca con piatto doccia
10
e la messa a norma dell’impianto elettrico, si è ritenuto
necessario individuare un criterio di valutazione più oggettivo e completo rispetto a quello adottato in passato.
Per tale ragione l’area Qualità del Consiglio di Amministrazione ha proposto l’adozione dell’indicatore ISEE,
quale parametro oggettivo e riconosciuto pubblicamente di valutazione della situazione economica di
coloro che richiedono il servizio a prestazioni agevolate, ed ha individuato due soglie di riferimento per accedere alle diverse prestazioni contemplate. Per i richiedenti con indicatore ISEE inferiore a 7.500 euro saranno
gratuiti maniglione e piano cottura di sicurezza, mentre
verrà richiesto un contributo pari al 10% del costo per
gli interventi più onerosi, contributo che sale al 20%
per ISEE compresi fra 7.501 e 12.000 euro, per i quali
maniglione e piano di cottura non saranno gratuiti. I
costi restanti saranno a carico della cooperativa che ha
previsto, per il 2013, una disponibilità di 10.000 euro. I
soci interessati sono quindi tenuti a presentare il modello ISEE, rilasciato gratuitamente dai CAF (centri di assistenza fiscale), che ne riassume la situazione familiare,
reddituale e patrimoniale. I valori di soglia dell’indicatore ISEE verranno aggiornati annualmente dal Consiglio
di Amministrazione sulla base del numero di interventi
effettuati nell’anno precedente.
f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA
A Mia e Schindler
la manutenzione
ascensori di Abitare
di Indira Sala
Nel secondo anno di
vita di Abitare e con
l’istituzione del settore acquisti, nuova
funzione nell’organigramma aziendale,
si è voluto focalizzare
l’attenzione sui contratti passivi, ovvero
quelli riferiti alla manutenzione impianti
e prestazione servizi
forniti nei vari quartieri.
Nello specifico si è proceduto ad un’attenta
analisi dei contenuti,
dei termini di pagamento e, soprattutto,
dei costi relativi ai canoni annui corrisposti in relazione ai servizi ricevuti.
In sintonia con la politica di razionalizzazione costi che la dirigenza della società si è prefissata come obiettivo dell’esercizio
2013 e in conformità alle procedure del sistema qualità, si è
svolta un’attenta ricerca di mercato nell’ambito del servizio
di manutenzione impianti ascensori.
Sono state coinvolte tutte le aziende aventi contratti differenziati sulle varie aree di riferimento, oltre a nuove imprese del
settore, prospettando un’unica tipologia di contratto annuo
di tipo semicompleto (manutenzione base + servizi aggiuntivi) per tutti i contratti in scadenza al 31/12/2012.
Le offerte sono state comparate sulla base dei servizi e canoni
annui; il CdA ha deliberato di suddividere la manutenzione
su due operatori e più precisamente MIA SPA, operatore già
attivo nell’area impianti Dergano e SCHINDLER azienda leader nel settore, rispettivamente nella misura del 60% e 40%
dei contratti in scadenza.
Sarà compito del settore acquisti, congiuntamente al tecnico,
di verificare la validità della scelta.
All’atto della formalizzazione dei contratti è stato altresì consegnato a tutti i fornitori, quale parte integrante, il codice etico vigente, come deliberato dal CdA di Abitare, nell’ambito
dell’attuazione dei principi e delle linee guida del
D.Lsg.231/2001.
Alcuni quartieri mantengono le
stesse scadenze contrattuali differenziate con gli attuali operatori, i rinnovi
verranno effettuati sulla base di nuove richieste analoghe a quelle
effettuate nel corso
dell’anno 2012.
f e b b r a i o 2 013
Sgombero di cantine, solai e box;
Consegne in Milano e provincia, compresa “AREA C”
senza sovrapprezzo;
Piccoli traslochi;
,PELDQFDWXUDDSSDUWDPHQWLHXI¿FL
PREVENTIVI GRATUITI
3HULQIRUPD]LRQL'$5,2)(552FHOO
GDULRIHUUR#GIVHUYL]LLW
11
LA COOPERATIVA
D.LGS 231/2001
La “231”: un nuovo modello
organizzativo a tutela
del patrimonio e dei soci
a cura dell’avv. Claudio Gelfi
I
l D.Lgs. 231/2001 ha introdotto nel nostro ordinamento
la responsabilità amministrativa degli enti collettivi (come ad esempio società di capitali, cooperative, società
di persone, associazioni) per una serie di reati tipizzati
dalla stessa disposizione quali, a titolo esemplificativo,
la corruzione, le false comunicazioni sociali, il peculato,
l’omicidio colposo ed altri, commessi nell’interesse o a
vantaggio degli enti medesimi da parte dei loro vertici,
vale a dire da parte di tutti i soggetti che svolgono funzioni di direzione, amministrazione e controllo e, quindi
legali rappresentanti, amministratori, direttori o anche da
parte di semplici dipendenti o collaboratori.
La responsabilità, sebbene sia definita dal legislatore
“amministrativa”, in realtà ha natura penale ed ha origine dalla commissione di reati da parte di persone fisiche da cui sia derivato un profitto per l’ente collettivo.
In presenza di un comportamento delittuoso, tra quelli espressamente previsti dalla normativa in questione,
commesso da uno di tali soggetti, la responsabilità amministrativa dell’ente sussiste ogni qualvolta il reato sia
ad esso ricollegabile sul piano oggettivo e costituisca
espressione della politica dell’ente ovvero sia la conseguenza di una mancante o carente organizzazione in-
12
terna, come la mancata predisposizione o attuazione
dei modelli organizzativi.
La responsabilità amministrativa dell’ente è, pertanto,
presunta e tale presunzione può essere superata, in virtù
della circostanza esimente prevista dall’art. 6 del decreto stesso, solo dimostrando l’efficace applicazione di un
valido modello di organizzazione e gestione o l’evidente
volontà del soggetto in posizione apicale di eluderlo.
Viene quindi esclusa, nella fattispecie, una responsabilità
“amministrativa” qualora l’ente sia in grado di dimostrare che l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto delittuoso, modelli di organizzazione e di gestione adeguati ed
idonei a prevenire i reati contemplati dallo stesso D.Lgs
n. 231/2001 e dalle successive modifiche.
Se l’ente non ha adottato il modello organizzativo ovvero, pur avendolo adottato, non lo ha attuato in maniera
puntuale, incorre nella responsabilità “amministrativa”.
La legge individua, in proposito, un sistema essenzialmente binario, che prevede l’irrogazione di sanzioni pecuniarie, anche di rilevante entità economica,
e di sanzioni interdittive (l’interdizione, temporanea
o definitiva, dall’esercizio dell’attività - la sospensione
o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito - il divieto,
f e b b r a i o 2 013
f e b b r a i o 2 013
Villa Trotti/Passerini
alle battute finali?
di Giovanni Poletti
D
opo tanti tentativi finalmente
siamo riusciti a rintracciare la
società svizzera (in liquidazione) proprietaria di una piccola
area adiacente alla Villa Trotti senza la
quale non era possibile presentare il
progetto di costruzione al Comune di
Milano. Il rogito è stato definito pochi
giorni prima di Natale.
L’anno 2012 è trascorso progettando
la realizzazione di alloggi sull’area di
via Passerini e la ristrutturazione della
Villa Trotti, sottoponendo gli elaborati alla Commissione Paesaggistica del
Comune di Milano.
La Commissione ha richiesto sostanziali cambiamenti che hanno richiesto un lungo lavoro di riprogettazione
che è in definizione. Altro motivo di
ritardo è stato il rinnovo della Commissione paesaggistica in autunno .
Come detto, stiamo predisponendo
un nuovo progetto che ci auguriamo
possa essere approvato e consentire
di percorrere “l’ultimo miglio“ ed ottenere il permesso a costruire.
Per ovvi motivi di doverosa riservatezza prima del parere della Commissione possiamo fare solo alcune anticipazioni.
Il nuovo progetto allo studio prevede la realizzazione complessiva di 58
alloggi dei quali 12 nell’ambito della
Villa Trotti, mentre gli altri 46 saranno
collocati in tre edifici posti nell’area di
via Passerini.
Tra i criteri qualificanti il nuovo progetto ricordiamo:
• la permeabilità, ovvero non ci saranno barriere e i niguardesi potranno
passare tra gli edifici;
• il verde sarà presente con una ampia piantumazione che farà un
tutt’uno con l’area a verde comunale che verrà riordinata e resa vivibile per bambini e adulti con servizi
e giochi;
• la via Passerini sarà ampliata sino alla Villa Trotti ed il marciapiede sarà
•
•
•
•
•
•
molto ampio grazie all’arretramento
di 13 metri;
sono previsti due spazi commerciali
nei primi due edifici e altri due all’interno della Villa Trotti;
la Villa Trotti sarà aperta durante il
giorno sino alle ore 20 consentendo l’attraversamento pedonale;
sarà realizzato un importante spazio
al piano terreno della Villa Trotti da
destinare, a cura della cooperativa,
ad attività culturali e di altra natura
sociale che qualificherà complessivamente l’intervento;
gli appartamenti della Villa Trotti saranno di alta qualità e rispettosi del
pregevole contesto;
gli appartamenti degli altri edifici saranno di varie tipologie e comunque rispondenti alle attuali norme
del risparmio energetico e non solo, dotati di impianti fotovoltaici per
la produzione di energia elettrica;
i box saranno in numero sufficiente
per tutti gli alloggi.
Possiamo affermare, ancora una volta,
che questo intervento sarà di grande
impatto positivo per il quartiere e riqualificherà il contesto urbano. Sarà
inoltre motivo di rigenerazione e darà un contributo alle stagnanti attività
commerciali.
Spiace non poter riprodurre il progetto ma prima di pubblicarlo dovremo
attendere che sia approvato dagli organi comunali
L’area di via Cesari
(ex Floricoltura Sopransi)
L’area di 15.775 mq. è edificabile, quindi rappresenta per la Cooperativa un
alto valore patrimoniale.
Non mancano le offerte, ma in questo periodo il suo utilizzo deve essere
ben ponderato.
Non è certamente il caso di effettuare svendite, Abitare non ha esigenze di cassa così impellenti e quindi
la scelta del CdA è quella di lavorare
per gli obiettivi più favorevoli senza premura.
13
SVILUPPO DEL PATRIMONIO
temporaneo o definitivo, di pubblicizzare beni o servizi), oltre alla confisca dei frutti o degli
strumenti del reato ed alla pubblicazione della
sentenza di condanna.
L’Organismo di Vigilanza, obbligatorio per legge, riveste un ruolo certamente rilevante nel
sistema di prevenzione degli illeciti delineato
dal D. Lgs. n. 231/2001.
Costituisce, infatti, l’indispensabile corollario del
modello organizzativo, in carenza del quale anche il migliore degli “scudi protettivi” realizzati
potrebbe non essere in grado di evitare le sanzioni a carico dell’Ente.
La costituzione dell’Organismo di Vigilanza
comporta una precisa individuazione di questa entità nell’assetto di governance aziendale,
per evitare sovrapposizioni e conflitti e per assicurarne la migliore funzionalità.
In tema di responsabilità delle persone giuridiche dipendente da reato la c.d. legge di stabilità n. 183/2012 ha innovato quanto alla composizione dell’Organismo di Vigilanza previsto
dal D.Lgs. n. 231/2001, attribuendo alle società
di capitali la possibilità di assegnare al collegio
sindacale, al consiglio di sorveglianza ovvero
al comitato per il controllo sulla gestione, qualora questi organismi siano disponibili ad assumere tale ulteriore carica, con i relativi ulteriori
compensi connessi a tale eventuale ulteriore
carica, le funzioni dell’Organismo di Vigilanza
(art. 6, nuovo 4-bis, D.Lgs. n. 231/2001).
Sotto il profilo applicativo, l’entrata in vigore del
Decreto Legislativo n. 231/2001 è stata inizialmente caratterizzata da un indubbio ritardo, per
via dei tempi irragionevolmente lunghi della
giustizia italiana.
Negli ultimi anni si è invece registrata una netta
inversione di tendenza che si è principalmente
concretizzata in una serie di ordinanze cautelari con le quali sono state irrogate alle società coinvolte le varie misure interdittive previste
dall’art. 13 e che fa intuire un forte rigore
della giurisprudenza nell’applicare il D.Lgs
n. 231/2001 e sanzionare gli enti per i reati commessi dai vertici o dai subordinati.
Secondo la Corte di Cassazione, infatti, l’ente
che non ha attuato modelli organizzativi idonei a prevenire i reati è un soggetto pericoloso nell’ottica cautelare e pertanto la relativa adozione è obbligatoria in quanto ne sono esonerati dall’applicazione solo lo Stato, gli
enti pubblici territoriali, gli enti che svolgono
funzioni di rilievo costituzionale e gli altri enti
pubblici non economici (Sent. n. 20560/2010;
28699/2010).
Corrisponde, quindi, ad un approccio conforme al buon operato dell’organo amministrativo di società o di cooperative l’adozione di
un modello organizzativo a tutela del patrimonio di tali enti e, in ultima analisi, anche
dei loro soci.
SVILUPPO DEL PATRIMONIO
VIA ADRIATICO
Un intervento spettacolare
di Valter Giraudi
L
a mattina dello scorso 20 novembre non sembrava
troppo diversa dalle precedenti: la nebbiolina del
parco si era rapidamente dissolta per dar spazio ad
una giornata di pieno sole novembrino.
Come al solito, cani e umani passeggiavano, i secondi
più pigri dei primi, riguardando gli stessi alberi ingialliti
e gli stessi prati verdi dei giorni precedenti. Una giornata come un’altra. Lo sembrava.
C’era però un rumore cupo che procedeva lento, lungo
la via Adriatico: un enorme mezzo su gomma, che rapidamente si è avvicinato al piazzalino finale. Sono state
rimosse le barre che impediscono l’accesso al Parco e
la montagna meccanica ha risalito l’”argine” dello spazio
verde e si è installata a ridosso della torre est del quartiere cooperativo di via Adriatico.
Dall’altro lato del prato, cani e umani hanno rapidamente rivolto i loro sguardi allo straordinario mezzo che, allargate le proprie “zampe” e poggiatele a terra, ha cominciato ad estendersi in tutta la sua dimensione, col
rumoreggiare del suo motore. Una gabbia con un paio
di persone ha cominciato ad innalzarsi, un piano dopo
l’altro, fino a raggiungere la sommità del caseggiato,
dove sarebbe cominciato il lavoro.
Lì, ad oltre 40 metri dal prato, era infatti necessario montare una grondaia e la canalizzazione di raccolta per il
14
corretto convogliamento delle acque piovane dalle
pensiline di copertura dei terrazzini agli ultimi piani, che
ne erano prive. Proteggere gli ultimi piani aveva infatti
generato un problema ai piani più bassi, dove l’acqua
piovana, cadendo dai 40 metri di quota, andava ad impattare sui davanzali dei balconi con evidente disagio
dei residenti. Raccolte di firme, dinieghi, poi proposte,
verfiche su esperienze precedenti e di altri, soluzioni
scartate e finalmente, lo scorso anno, la decisione del
Consiglio di Quartiere e dell’Ufficio Tecnico di proporre
ai soci la soluzione realizzata, nel quadro degli interventi
di manutenzione 2012 dei quartieri.
È stato necessario progettare l’intervento con la massima attenzione: ogni giorno di permanenza dell’autoscala costa infatti diverse centinaia di euro e non era
davvero pensabile dovere fare azioni di “messa a punto” troppo lunghe e pesanti. Le dimensioni dei pluviali
e delle canalizzazioni dovevano assolutamente essere
precise per coniugarsi “al primo colpo” con la struttura
della pensilina e del caseggiato. Anche il coordinamento
tra la preparazione del manufatto, l’occupazione del verde al Parco Nord, il lavoro del carpentiere, l’autoscala e il
meteo, doveva necessarimente essere esente da errori.
Lavorare stanca, ma farlo bene dà soddisfazione; e, questa volta, ha dato anche spettacolo.
f e b b r a i o 2 013
ELEZIONI 2013
Elezioni 2013: candidati in parata
a cura di Sergio Ghittoni
L
e elezioni politiche italiane del 2013
per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano - la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica - si terranno domenica 24 e lunedì 25 febbraio
2013 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre
2012, quattro mesi prima della conclusione
naturale della XVI Legislatura.
Contestualmente alle elezioni politiche per
il rinnovo del Parlamento la Lombardia è
chiamata al voto per il rinnovo anticipato
dei consigli regionali e l’elezione diretta del
presidente della regione.
Oltre ai due soci candidati al Senato e alla socia che corre per la Regione che abbiamo intervistato in altra pagina, sono
molti i personaggi della zona o che con
essa vantano dei rapporti o legami speciali che si presentano alle elezioni, sia nazionali che regionali. Stranamente tutti di
centro sinistra.
Abbiamo infatti cercato di recuperare
qualche candidato di altri schieramenti, ma senza successo.
f e b b r a i o 2 013
Mettiamoci l’anima in pace e cominciamo col segnalare l’abbandono di Marilena Adamo, una senatrice del Pd di Affori che ha rinunciato a ripresentare la sua
candidatura.
Una stranezza che contraddice l’immaginario collettivo che raffigura i politici abbarbicati alle loro poltrone e che farebbero
qualsiasi cosa per non rinunciarvici.
CANDIDATI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
(non si devono indicare preferenze)
BARBARA POLLASTRINI
Invece si è ripresentata alle primarie del Pd
e ha ottenuto un ottimo risultato Barbara Pollastrini, che quindi ha trovato posto
nella lista del Pd alla Camera in una posi-
Originaria di Darfo (Bs), ma milanese di
adozione, è laureata in lingue e letterature straniere alla Bocconi, ha insegnato
all’Università Statale di Milano e ha aderito al Partito Comunista Italiano.
Nel 2001 è stata eletta alla Camera dei Deputati per i
Democratici di Sinistra e riconfermata nel 2008.
È componente della commissione Affari Costituzionali.
Tra il 2006 e il 2008 è stata ministro per i Diritti e le Pari Opportunità del secondo governo Prodi. Alle ultime
primarie del Partito Democratico è stata la più votata a
Milano con ben 4.527 voti.
Barbara Pollastrini
15
ELEZIONI 2013
zione tale da garantirle la rielezione, anche
in caso di sconfitta. La Pollastrini ha molti
sostenitori nei nostri quartieri, nei quali si
fa vedere con una certa assiduità.
Le chiediamo se non sia stanca di stare
all’opposizione.
Più che stanca direi indignata. Indignata
di quel precipizio morale e sociale in cui le
destre avevano cacciato il Paese. In questi
anni fare l’opposizione era uno dei modi
per contrastare decadenza culturale e ingiustizie. Ma ho sempre pensato che solo
unendo l’opposizione in Parlamento ai movimenti, alla partecipazione, potevamo farcela. D’altronde è andata così a Milano per
la vittoria di Pisapia e ora siamo mobilitati
per la Lombardia e l’Italia. Ma questa volta ce la faremo e Bersani sarà il Presidente
del Consiglio. Lo so, quello sciagurato Berlusconi in compagnia di Maroni punta all’instabilità, scommettono sul tanto peggio. La
destra esiste e attraversa l’Europa col suo
volto populista ed eversivo. Da noi si mescola a un’enorme questione di illegalità e di
regressione culturale. Penso al primo dei diritti offesi, quello della dignità delle donne.
Mi ritrovo nell’acuta sintesi di Bersani, “giustizia”, “moralità” e “lavoro” come bussola a
cui ispirare il fare. Qualche esempio concreto? Chi più ha, dia. E cioè, una riforma fiscale
basata sul contrasto all’evasione, sull’emersione del nero e su una revisione delle aliquote a favore del lavoratore e dell’impresa. Un piano straordinario per l’occupazione delle donne e dei giovani. Protocolli per
il credito alle piccole imprese. C’è l’urgenza
di una redistribuzione dei redditi (stipendi
e pensioni) anche per battere la recessione. E insieme c’è, dicevo, la questione della
moralità. Il liberismo selvaggio in economia
mescolato al berlusconismo hanno prodotto un rovesciamento nei principi con conseguenze enormi nella moralità pubblica
e nella mentalità. Depositeremo da subito
provvedimenti contro la corruzione, la legge elettorale, la riduzione dei parlamentari, quella sui partiti e i costi della politica.
EMANUELE FIANO
Emanuele Fiano è un deputato del Pd che
verrà rieletto con ogni probabilità dato il suo
alto posizionamento nella lista del suo partito. La sua presenza nella nostra zona è quasi
una tradizione, soprattutto in occasione delle giornate della memoria. Emanuele Fiano è
figlio infatti di Nedo Fiano, un sopravvissuto
alla Shoah, scomparso da poco.
Gli chiediamo cosa lo motivi a partecipare a queste elezioni.
Io vorrei continuare il lavoro che ho fatto
negli ultimi anni in Parlamento per il Par16
Nato a Milano nel 1963, sposato con due
figli. Dal 2002 è dottore di ricerca in Progettazione Architettonica Urbana. È stato consigliere comunale dei DS a Milano
e membro dal 2003 del direttivo del Piano
Intercomunale della città.
Viene poi eletto alla Camera dei Deputati nella lista
dell’Ulivo nel 2006 e rieletto nell’aprile 2008. Presiede
il Forum Sicurezza del Pd e è membro della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni e del Comitato
parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
È stato presidente della Comunità Ebraica Milanese e
consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Sul quotidiano online Affari Italiani cura la rubrica
“Camera Caritatis”.
Emanuele Fiano
tito Democratico e cioè occuparmi dei temi
della sicurezza e della difesa, perché vorrei
che questi argomenti, di libertà e di diritti fondamentali dei cittadini menzionati
anche dalla Costituzione, fossero definitivamente strappati alla propaganda della
destra. Soprattutto in questo momento di
crisi, in cui fasce sempre più grandi di popolazione vedono ridotte le loro possibilità
economiche, entrano in zone a rischio povertà e vedono diminuire la loro capacità
di difendersi: stiamo parlando di tre milioni
di poveri in Italia e di altri sette milioni sulla
soglia della povertà.
Ma poi c’è il problema della precarietà, della
percezione della precarietà e dell’incertezza del proprio futuro. Precarietà materiale (stipendi, fidi, casa ecc) che produce una
sensazione di insicurezza generalizzata nella popolazione. Come si risponde a questa
paura? Non con la ricetta della destra, e cioè
cercare capri espiatori fittizi. O con quell’altra tremenda trovata delle ronde dei cittadini, secondo il principio in vigore nella sanità
o nella scuola e cioè che dove non arriva lo
Stato ci possano pensare i privati. Un’aberrazione incostituzionale. Invece si risponde
agendo lungo tre direttrici: la prima è il rilancio degli enti locali. I comuni e le regioni devono avere i mezzi per innervare i nostri quartieri di strutture per i giovani, per gli
anziani, per le donne, per la cultura e per la
ricreazione. I quartieri devono vivere e non
essere dei dormitori e devono essere serviti
da adeguati trasporti e illuminazione, due
cose che sembrano piccole, ma che invece
fanno spesso la differenza.
La seconda iniziativa è rafforzare la presenza e il senso democratico delle forze dell’ordine. Le nostre forze dell’ordine hanno subito negli ultimi anni tagli pazzeschi: quattro
miliardi di euro in meno negli ultimi quattro anni ad opera della destra. Ci sono nelle
nostre strade meno uomini e meno mezzi
e questo si ripercuote su molti aspetti della vita civile: meno uomini uguale a meno
prevenzione e quindi più infiltrazioni mafiose, che è ciò che sta succedendo al Nord.
E infine il terzo tema è quello della giustizia, che dev’essere più celere e più efficiente. Tutti sappiamo cosa abbia voluto dire
amministrare la giustizia sotto Berlusconi.
Bisogna cambiare, anche nel senso di assicurarsi che le pene che vengono comminate siano poi effettivamente scontate nella
loro interezza.
CANDIDATI AL CONSIGLIO REGIONALE
DELLA LOMBARDIA
(una sola preferenza)
FRANCO BOMPREZZI
Franco Bomprezzi vive alla Bicocca. È un
giornalista molto conosciuto e un’autentica autorità nel mondo della disabilità. È
stato nominato Cavaliere del Lavoro da Napolitano e ha collaborato col sindaco Pisapia nell’elaborazione di una strategia per
l’accessibilità della città.
Si presenta alle regionali nelle file del Partito Democratico e quando gli domandiamo che cosa l’ha motivato ci risponde:
Credo siano tempi nei quali non possiamo
tirarci indietro se ci viene chiesto di contribuire al cambiamento e al miglioramento
delle istituzioni. So che si tratta di una sfida difficile, e non sono mosso da ambizione personale, ma dalla convinzione che il
mondo del sociale, del volontariato, della
cooperazione, delle famiglie, delle associazioni delle persone con disabilità, abbia dif e b b r a i o 2 013
Milanese, 39 anni, laureata, ha lavorato
prevalentemente in case editrici e sulle relazioni internazionali. In politica da sempre, ha cominciato come rappresentante
nel consiglio d’istituto del suo liceo. Nel
2009, ha partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia Libertà, il movimento politico di cui Nichi Vendola
è presidente.
Nel 2010 viene eletta in Consiglio Regionale e ha ricoperto il ruolo di capogruppo del suo partito occupandosi di sanità (in particolare in difesa della legge 194
e della libertà di cura), di progetti di legge sul reddito
minimo garantito e per la difesa dell’acqua pubblica e
di proposte sulla legge elettorale e sulla riduzione dei
costi della politica.
Chiara Cremonesi
dipendenti pubblici lavora al servizio dei
cittadini ed è a loro che bisogna fare riferimento, concretamente e con competenza.
Occorre subito rifinanziare il fondo per la
non autosufficienza, e separare la spesa per
le persone anziane da quella per la disabilità in modo da intervenire in modo efficace
ed appropriato in entrambe le situazioni. Si
può fare. Ma dipende dal voto di ogni cittadino. Io ci conto. E poi vorrei mettere mano al sistema della mobilità, perché troppo
spesso i trasporti pubblici nelle aree metropolitane non tengono conto delle esigenze
delle persone a mobilità ridotta, non solo
in sedia a rotelle, ma con difficoltà temporanee, o per l’età. Infine il lavoro; la Regione può e deve mettere mano al fondo per
l’inserimento lavorativo. Troppi disabili restano a casa anche quando potrebbero lavorare e pagare le tasse, invece di essere costretti a difendere pensioni da fame.
Franco Bomprezzi, nato a Firenze, 60 anni,
giornalista e scrittore. Vive in sedia a rotelle per gli esiti di una malattia genetica. Ha
lavorato in quotidiani, agenzie di stampa,
portali internet. Attualmente free lance ed
esperto di comunicazione sociale. Editorialista del magazine “Vita”, cura il blog “FrancaMente”; per il Corriere
della Sera scrive nel blog “InVisibili” e modera il forum
“Ditelo a noi”; ha scritto “La contea dei ruotanti” (1999)
e “Io sono così” (2003).
È portavoce di Ledha, Lega dei diritti delle persone con
disabilità; Ambrogino d’Oro nel 2005, è stato nominato
Cavaliere della Repubblica il 3 dicembre 2007 dal presidente Napolitano.
Franco Bomprezzi
f e b b r a i o 2 013
ELEZIONI 2013
ritto a una rappresentanza adeguata e forte, perché nel nostro futuro orientare bene
la spesa e le risorse pubbliche è un dovere
morale, prima ancora che una questione
politica o ideologica. Dalla mia sedia a rotelle ho visto tante scelte sbagliate o incoerenti, in una Regione che ha tanti mezzi
e che potrebbe fare decisamente meglio.
Dopo vent’anni credo sia giusto cambiare
guida, e Umberto Ambrosoli mi sembra la
persona adatta, per moralità e per apertura
mentale. Il Pd è poi il mio partito e dunque
mi sono sentito onorato della richiesta di
candidarmi per la Regione.
Gli chiediamo anche quanto abbiano
contato le sue esperienze precedenti nel
decidere di affrontare quest’avventura:
Molto, nel senso che sono sempre stato
pronto a raccogliere le sfide più difficili. In
tanti anni di impegno sul tema dei diritti dei
cittadini più deboli ho visto troppo spesso
persone non competenti occupare posti di
rilievo salvo poi non risolvere nulla o quasi.
Non ce lo possiamo più permettere. Ho 60
anni, e nonostante la mia disabilità conduco una vita piena e ricca di stimoli e di interessi, da giornalista e da persona impegnata assieme ad altri. Ero a fianco di Giuliano
Pisapia in occasione della splendida primavera della sua elezione. Ora non ho dubbi
che possiamo vincere al termine di un inverno pieno di paure per una crisi dura, aspra,
che colpisce tutti, ma soprattutto chi ha meno e ha bisogno di aiuto e di speranza.
In caso di elezione vorrei rovesciare il tavolo dei servizi sociali e sanitari, mettendo le
persone, i loro diritti, i loro bisogni, al centro
vero dell’attenzione. Troppo spesso in passato ci si è preoccupati delle regole, del metodo, dei rapporti fra istituzioni, assessorati,
servizi, dimenticando che questo esercito di
CHIARA CREMONESI
Le strutture territoriali di Sinistra Ecologia
e Libertà della nostra zona sostengono la
consigliera uscente Chiara Cremonesi, una
veterana della politica regionale anche se
ancora giovanissima.
Della cooperazione ci dice:
Credo che il movimento cooperativo abbia
fatto molto per il nostro tessuto economico
e sociale e potrà essere una risorsa importante per uscire dalla crisi. In particolare,
le cooperative di abitanti hanno svolto un
ruolo fondamentale nel ridurre il disagio
abitativo di tante famiglie e nel calmierare
in generale i prezzi del mercato degli affitti.
Proprio per questo, già nel corso del 2012
quando fu istituita l’Imu, mi sono impegnata affinché il Consiglio Regionale premesse
sul Governo per riconoscere agli alloggi di
proprietà delle cooperative di abitazione a
proprietà indivisa lo status di prima casa,
con aliquote ridotte e detrazioni.
Invece, parlando dei suoi risultati nella
scorsa legislatura, afferma:
Sono stata eletta in consiglio regionale nel
2010. È stata una breve legislatura costellata dagli scandali e dalle vicende giudiziarie di Formigoni e della sua maggioranza.
Dall’opposizione abbiamo vigilato sugli atti della giunta, denunciandone le incapacità. In questo clima, sono però riuscita a far
approvare due progetti di legge ai quali ho
tenuto particolarmente: il primo sull’Educazione alla legalità e il secondo contro la
violenza sulle donne.
Sono convinta che il centrosinistra con Ambrosoli vincerà queste elezioni regionali. Ci
sarà moltissimo lavoro da fare, soprattutto
sul fronte del lavoro. È necessario mettere in
campo misure per far ripartire l’economia
e creare nuovi posti di lavoro. Se fossi rie17
ELEZIONI 2013
letta, vorrei lavorare affinché la salute dei
cittadini non sia più un lusso: è necessario
ampliare la fascia di esenzione del ticket sanitario e renderlo proporzionale al reddito.
Bisogna inoltre istituire un Fondo per la non
autosufficienza perché l’invecchiamento
della popolazione pone nuovi bisogni a cui
finora non è stata data risposta.
Nata a Milano 42 anni fa, sposata da 15 anni e mamma di tre figli. Maturità classica,
laurea in filosofia, indirizzo Comunicazioni Sociali e Relazioni Sociali all’Università
Cattolica. Nel 1987 frequenta i corsi di formazione sociopolitica della Diocesi di Milano; dal 1996
al 2000 lavora in Università Cattolica; negli stessi anni
collabora con la Fondazione Italiana per il Volontariato
e con Caritas Ambrosiana.
Dal 1996 al 2006, come funzionario per il Gruppo Regionale Consiliare dei Popolari, poi Margherita, si occupa
di sanità, mercato del lavoro, formazione professionale e comunicazione; dal 1999 giornalista pubblicista.
Componente dell’Assemblea Nazionale e della Direzione Provinciale del Partito Democratico. Dal 2001 in
Consiglio di Zona 9 a Milano, Presidente dal 2006 e ad
oggi ancora in carica.
ONORIO ROSATI
Onorio Rosati è apparso spesso nelle ultime settimane nella nostra zona, anche al
Centro Culturale per la presentazione di un
libro di Pizzinato. È conosciutissimo ad Affori dove ha abitato molti anni. È considerato, tra le tante virtù che gli si riconoscono, il più preparato sul tema della casa per
il suo partito, il Pd.
Gli chiediamo cosa farebbe in caso di
elezione al Consiglio Regionale per non
disattendere le aspettative dei cittadini:
Bisogna porre al centro dell’agenda politica
del Governo Regionale il tema fondamentale dei diritti e dei problemi veri dei lavoratori e dei pensionati. Diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto alla casa. In questo
periodo di crisi economica assume una rilevanza centrale la questione occupazionale.
È necessario dare risposte concrete ai bisogni di sicurezza del lavoro. Il nuovo governo della Regione Lombardia dovrà avviare
un programma che preveda l’attuazione di
misure specifiche rivolte a tutte le tipologie
di lavoratori, senza dimenticare politiche
di sostegno alle piccole e medie imprese.
In questi otto anni da Segretario Generale
della Camera del Lavoro di Milano ho avuto modo di lavorare con le istituzioni per la
stipula di importanti accordi che hanno visto coinvolti cittadini e lavoratori occupati,
disoccupati e pensionati in materia di lavo-
Beatrice Uguccioni
ro, sicurezza e legalità. Ritengo il Consiglio
Regionale il luogo maggiormente deputato alla messa in atto di politiche e servizi
che possano garantire diritti ed occupazione, attraverso strumenti di sviluppo, rigore
ed equità necessari alla ripresa economica.
Gli chiediamo anche un commento sul
problema della casa e della cooperazione:
Le politiche abitative rappresentano uno
dei temi principali da affrontare per il nuovo Consiglio Regionale. È di tutta evidenza
che serve un cambiamento radicale nelle
politiche per la casa, mettendo al centro i
bisogni dei cittadini e non le esigenze degli
affaristi. Aumentare la disponibilità di alloggi ad affitti sostenibili, soprattutto per i
giovani ed i pensionati, combattere il degrado con programmi di manutenzione degli
stabili e con il sostegno alla nascita di comitati di cittadini. Porre attenzione a politiche
di riutilizzo e riqualificazione del patrimonio
49 anni, sposato con due figli, vive a Milano. Nel sindacato da sempre, nel 1990 entra a far parte della segreteria della Filpt
Cgil di Milano e successivamente nella Cgil
Funzione Pubblica, di cui nel 1998 ne diventa Segretario Generale.
Dal 2006 è segretario generale della Camera del Lavoro di Milano. In questo ruolo contribuisce alla firma di
importanti accordi in materia di lavoro, welfare, sicurezza e legalità, e definisce intese e azioni comuni con
associazioni della realità milanese sui temi del lavoro,
della salute, delle donne, degli anziani, dei pensionati, dei diversamente abili, dei giovani, della cultura e
dell’antifascismo.
Onorio Rosati
18
esistente anche mediante politiche di sostegno ad azioni rivolte al risparmio energetico. È indispensabile agire anche sulle politiche fiscali, attraverso una riduzione delle
aliquote Ires, Iva, Imu e delle imposte ipotecarie e catastali ed un contestuale aumento
degli sgravi fiscali per l’affitto concordato.
In questo spirito è di tutta evidenza che la
richiesta di far riconoscere la prima casa ai
fini Imu per le case di proprietà delle cooperative a proprietà indivisa, la ritengo corretta e sicuramente perseguibile.
BEATRICE UGUCCIONI
Beatrice Uguccioni è la Presidente del nostro Consiglio di Zona e si presenta per il
suo partito (il Pd) all’assemblea Regionale. È
intervenuta innumerevoli volte alle nostre
manifestazioni e inaugurazioni e in cooperativa la conoscono tutti.
E infatti, parlando della cooperazione,
ci dice:
Nel presiedere il Consiglio di questa zona
ho avuto la fortuna di entrare in contatto
con una fortissima realtà cooperativa, specie in alcuni quartieri. La cosa che mi ha
sempre colpito è lo spirito che caratterizza la cooperazione rispetto alle altre forme di edificazione. Voi cercate sempre di
riprodurre un contesto di socialità che in
altri posti non si ritrova, cercate sempre di
costruire una comunità. E questo lo dico sia
come Presidente del CdZ, sia come mamma, perché è sempre molto bello vedere in
occasione di feste e ricorrenze si riescano
a realizzare interventi ricreative o culturali di aggregazione per bambini, per adulti
e per anziani riuscendo così a eliminare le
barriere tra generazioni e a rinforzare il tessuto sociale della comunità e del quartiere.
La Uguccioni si presenta al Consiglio Ref e b b r a i o 2 013
ELEZIONI 2013
gionale per il Partito Democratico. Le chiediamo quanto abbiano pesato le esperienze maturate come presidente di Zona.
Quest’ultima esperienza, che sto vivendo
tuttora, mi ha insegnato moltissimo. In particolare a rapportarmi con i cittadini che vivono con me il territorio e le sue molteplici problematiche. Mi ha insegnato quanto
lavoro si possa fare anche con le scarsissime risorse dei Consigli di Zona, se si riesce a
collaborare e a dialogare con le molteplici
realtà che operano sul territorio.
Come sia complesso, ma nello stesso tempo importante, confrontarsi con la cittadinanza prima di prendere decisioni o lanciare progetti che andranno a incidere sui
quartieri, e infine come sia difficile, ma possibile, far convergere in un unico progetto,
in un’unica proposta i diversi interessi, idee,
sensibilità e volontà di tutti coloro che sono
coinvolti. La sfida regionale è da affrontare avendo bene in mente alcuni temi forti. In primo luogo la Sanità. La spesa sanitaria è la voce più importante del bilancio
della Regione e sebbene in Lombardia la
Sanità tutto sommato funzioni, da quando è stata modificata la legge 31 del 1997,
la mancanza di controlli e gli eccessivi accreditamenti alle strutture private abbiano
potuto generare situazioni gravissime come ad esempio i casi del Santa Rita e del
San Raffaele.
Casi come questi pregiudicano i bilanci regionali e creano disservizi. Un altro tema di
cui mi vorrei occupare in caso di elezione
è la formazione professionale, come premessa all’entrata nel mondo del lavoro.
Una formazione professionale continua e
di alto livello è indispensabile, ma occorre controllare che ci siano progetti reali e
una puntuale valutazione sui contenuti e
sui costi. Non solo: ma anche che ci sia uno
stretto collegamento tra la formazione e
gli sbocchi lavorativi. In particolar modo
per coloro che scelgono un percorso di riqualificazione dopo essere stati espulsi dal
mercato del lavoro. In Regione, finora, nessuno ha mai verificato l’efficacia di questi
corsi e che percentuale di successo abbiano
nel reinserimento nel mondo lavorativo di
questi soggetti.
Un altro tema caldo è quello della legalità e della sicurezza del territorio. C’è poi il
gravissimo problema dell’edilizia residenziale pubblica, una vera e propria emergenza a cui la Regione non ha mai dato
risposta. Sto parlando di Aler. La nostra
zona è ricca di quartieri popolari nei quali
spesso si sono lasciate incancrenire situazioni di abusivismo, di morosità e di criminalità sia organizzata che spontanea
che stanno pregiudicando la qualità della vita delle tante persone oneste che vi ci
abitano. La Regione deve dire qualcosa,
deve assumersi le sue responsabilità. È
anche suo dovere esercitare un controllo sull’Aler in modo che queste cose non
succedano.
Milanese, 44 anni, single, figlia di soci della Edificatrice di Niguarda passa la sua infanzia in via Val d’Ossola 19. Si trasferisce
a dodici anni a Sesto San Giovanni dove
s’impegna in politica, viene eletta al Consiglio Comunale e diventa assessore all’Educazione, Cultura, Sport, Giovani e Tempi della città.
Dal 2005 è nel Consiglio Regionale per il Pd e ne diventa vicepresidente, oltre a far parte della Commissione
Sanità. Ama cucinare ed è un’ottima cuoca.
Sara Valmaggi
f e b b r a i o 2 013
SARA VALMAGGI
La Valmaggi è figlia di nostri soci e è nata e
cresciuta in via Val d’Ossola al 19, che a questo punto si configura come una vera fucina di candidati... Lei è già consigliere regionale (nella scorsa consiliatura ha ricoperto
il ruolo di vicepresidente del Consiglio Regionale) e corre per la rielezione nelle file
del Partito Democratico.
Le chiediamo cosa pensa della legislatura appena trascorsa:
L’ultimo governo Formigoni è stato una vergogna per la Lombardia. Gli scandali hanno
travolto maggioranza e giunta. Ma non solo. È mancata una proposta politica e non
è stato elaborato alcun progetto. Lavorare
in questo contesto è stato difficile. Ma sono
fiera di due risultati: la legge di contrasto alla violenza sulle donne, di cui sono stata prima firmataria, che però ad oggi non è ancora stata finanziata e dovrà esserlo nella
prossima legislatura, e il lavoro svolto in ufficio di presidenza sui costi della politica, un
lavoro che deve continuare. L’impegno ora è
quello di far ripartire la Regione. Innanzitutto cambiando metodo. Alla gestione opaca
di Formigoni bisognerà sostituirne una improntata a legalità, trasparenza e sobrietà.
Tre le priorità, riforma del sistema sanitario,
nuove politiche per il welfare e per il lavoro.
A proposito del suo legame con la cooperazione ci dice:
Da sempre sono legata alla cooperazione.
Ho trascorso la mia infanzia in una casa
della cooperativa di Niguarda e ancor oggi vivo a Sesto San Giovanni in una casa
in cooperativa. Credo che in ogni piano di
trasformazione urbana debba essere prevista una quota di edilizia residenziale sociale a canoni convenzionati e credo che
la Regione possa fare di più. Le risorse non
devono più andare sprecate con assegnamenti a pioggia come è accaduto finora.
La politica finanziaria regionale dovrebbe
essere volta all’abbattimento dei costi dei
mutui per la realizzazione di alloggi in affitto a canone contenuto.
19
ELEZIONI 2013
UN SOCIO AL SENATO
Franco Mirabelli verrà eletto
al Senato della Repubblica
di Sergio Ghittoni e Diana Comari
F
ranco Mirabelli, nostro socio da molti
anni e figura di riferimento per la zona, consigliere regionale uscente per il
Partito Democratico, è il secondo della
lista per il suo partito al Senato. A meno di
catastrofi nucleari verrà quindi certamente
eletto, anche in caso di sconfitta della sua
coalizione. Ci inorgoglisce che un nostro socio possa occupare uno scranno al Senato, il
luogo dei Padri della Patria, dove fu plasmata
la nostra Costituzione e dove hanno avuto
modo di esprimersi le più brillanti personalità politiche, di destra e di sinistra, del nostro
Paese. Purtroppo negli ultimi tempi un po’
svilito per la presenza di tanti inquisiti e condannati che si sono nascosti dietro l’immunità parlamentare. Abbiamo voluto incontrarlo per porgli qualche domanda.
Franco Mirabelli, conclusa l’esperienza
di consigliere regionale in Lombardia, è
candidato al Senato. Qual è il compito
che attende lei e il Partito Democratico
in quel ramo del Parlamento?
Il compito è quello di provare a ricostruire
l’Italia. Per fare questo, innanzitutto, è indispensabile che il 24 e 25 febbraio esca dalle
urne una maggioranza chiara sia alla Camera
che al Senato. La battaglia per la conquista
del Senato è più difficile in Lombardia, ma
è cruciale perché sarà lì che si giocherà la
partita per garantire al centrosinistra di avere una maggioranza stabile in entrambi i rami del Parlamento e da questo dipenderà,
ovviamente, la possibilità di determinare le
politiche del futuro governo e fare in modo che guardino al lavoro e all’equità. Inoltre, il Senato sarà anche il luogo in cui, più
che altrove, si costruirà la possibilità di avere
maggioranze più larghe per fare le riforme
istituzionali, la riforma della legge elettorale,
la riforma dei regolamenti parlamentari e la
riforma complessiva degli enti locali. La sfida
della campagna elettorale in corso adesso è
quella di riuscire a convincere chi vuole che
ci sia una maggioranza stabile al governo del
20
Paese e non più governi tecnici e chi vuole
che Berlusconi non torni ad essere protagonista, che è importante far vincere Bersani
con il centrosinistra in Lombardia. Per questo ritengo che il richiamo al voto utile abbia
senso anche per quelle forze che vogliono il
cambiamento, ma non si riconoscono nella
nostra proposta politica. Essere protagonisti
di questa fase di ricostruzione del Paese è la
ragione che mi ha spinto a partecipare alle
primarie e a candidarmi al Senato.
Il nostro Paese ha bisogno di far ripartire
l’economia. Quali sono le azioni necessarie da compiere?
C’è bisogno di molte cose. Non esistono ricette miracolose, bisogna dire la verità agli
italiani: la situazione sarà difficile ancora per
un lungo periodo. In materia di sviluppo,
intanto, bisogna creare le condizioni perché riprendano gli investimenti da parte
del settore pubblico e questo vuol dire anche intervenire per modificare il patto di
stabilità al fine di dare la possibilità agli enti locali di utilizzare le risorse che ci sono
per fare piccole opere come, ad esempio,
assicurare la manutenzione agli edifici scolastici che sono in uno stato di degrado o
fare politiche di housing sociale che partano dal riuso di ciò che è stato costruito e
abbandonato (solo a Milano ci sono edifici
di terziario vuoti pari a trenta volte il grattacielo Pirelli). Non servono solo soldi, servono iniziative e si possono costruire diversi
incentivi fiscali e volumetrici.
Oltre agli investimenti pubblici, però, occorre anche far ripartire gli investimenti privati.
Le grandi imprese non investono più sull’innovazione e sulla ricerca e questo vuol dire
che non investono sul futuro. Per questo,
servono politiche che favoriscano di più chi
investe e fa innovazione e poi va affrontato il problema dell’accesso al credito: oggi,
per la maggior parte delle famiglie e delle
piccole e medie aziende è impossibile avere
accesso al credito e questo va cambiato. Il
dimezzamento dello spread va utilizzato soprattutto per questo. Inoltre, occorre trovare una modalità per evitare che i ritardi nei
pagamenti da parte della pubblica amministrazione ricadano sulle imprese, ad esempio dando la possibilità di scontare in banca
i crediti che si hanno con il settore pubblico.
Infine, bisogna ridurre progressivamente la
pressione fiscale a partire dal lavoro perché
serve dare più potere d’acquisto ai lavoratori dipendenti e, quindi, diminuire la tassazione sul lavoro. Così come è necessario rivedere l’Imu introducendo maggiore equità
perché, attualmente, vengono penalizzati
anche i ceti medio-bassi mentre è giusto
far pagare di più i detentori di grandi patrimoni e, sulla prima casa, occorre esonerare le fasce più deboli come era stato fatto
dall’ultimo governo Prodi.
E per quanto riguarda il problema dei
rimborsi spese in Regione?
La magistratura, dopo aver scoperto un uso
inaccettabile e spesso con finalità che nulla
hanno a che fare con il ruolo politico e istituzionale dei rimborsi ai consiglieri da parte
del centrodestra, sta oggi, giustamente, verificando se anche da parte dei consiglieri
di opposizione ci sia stato qualche abuso.
Milanese, 52 anni, una
lunga militanza nella
politica, prima nei Ds
(ha ricoperto la carica
di coordinatore cittadino) e poi nel Pd, partito con il quale è stato eletto al consiglio regionale, seggio che occupa dal 2006. In
Regione è vicepresidente della commissione Affari Istituzionali.
Sposato con un figlio, è interista
sfegatato, fondatore e presidente
dell’Inter Club della Regione Lombardia.
f e b b r a i o 2 013
legge, legati al mio ruolo di consigliere e
non ad altro. Detto questo è inaccettabile
il tentativo di usare queste verifiche della
magistratura per dire che si è tutti uguali
e, quindi, un abuso commesso da qualche
consigliere dell’opposizione annullerebbe
le responsabilità di chi in questi tre anni ha
portato la Lombardia al centro di scandali
infiniti come la Maugeri, il San Raffaele, le
infiltrazioni della criminalità organizzata e
alla conclusione anticipata della legislatu-
ra. Non è uguale chi, come Lega e PdL, ha
governato creando un sistema poco trasparente che ha consentito il proliferare della
corruzione, come dimostrano le inchieste,
e chi in questi anni ha combattuto il malaffare e, come me, ha presieduto la commissione sul San Raffaele denunciando le
responsabilità della Regione e si è battuto,
ottenendo il risultato, per abolire i vitalizi,
le indennità di fine rapporto e diminuire le
indennità ai consiglieri.
Da via Val d’Ossola al Pirellone?
Monica Vavassori candidata al Consiglio Regionale
per la lista Centro Popolare Lombardo per Ambrosoli
M
onica Vavassori è una nostra socia
che per molti anni ha vissuto con
la famiglia nel quartiere di via Val
d’Ossola 19. Suo padre è tuttora un
attivo membro del CdQ di quel quartiere,
un cooperatore conosciutissimo in zona. Lei,
Monica, ha ereditato la passione per l’impegno sociale e politico e si presenta candidata
al Consiglio Regionale nella lista Centro Popolare Lombardo in appoggio al candidato
Umberto Ambrosoli del centro sinistra. Le
abbiamo rivolto alcune domande.
Cosa l’ha spinta a candidarsi e in che modo le sue esperienze passate hanno influenzato la sua decisione?
La mia candidatura nasce da anni di passione per il mondo della politica, che ahimè negli ultimi tempi ha deluso e amareggiato per
una serie di motivi che ognuno di noi a suo
modo conosce. Credo in questa lista civica e
credo nei suoi candidati che rappresentano
volti nuovi che possano essere il vero cambiamento a cui tutti auspichiamo.
Il ruolo che più mi appartiene è quello della
“donna comune” alla portata della gente così
come è sempre stato nel quartiere di via Val
d’Ossola 19 dove sono cresciuta e dove ho
avuto modelli di impegno non finalizzato a
personale tornaconto, ma per il bene della
comunità. L’esperienza che ha più influenzato la mia decisione è quella legata al mondo della scuola dove da sette anni presto il
mio servizio.
Il rapporto ed il confronto con le Istituzioni,
ma soprattutto con i giovani, hanno fatto
maturare in me la convinzione che loro saranno i “condottieri” di domani. Questo mi
fa sentire il sacrosanto dovere di rilanciare la
f e b b r a i o 2 013
scuola attraverso investimenti da parte delle
Istituzioni perché i nostri ragazzi allarghino
i loro orizzonti.
L’esperienza più grande e che mi ha maggiormente influenzata è stata allevare i miei
tre figli e sperare per loro in un mondo migliore dove il futuro non sia solo una incognita da temere.
In caso di elezione quali temi considera
prioritari e a quali potrebbe portare il suo
contributo?
Come anticipato nella precedente esposizione i temi a me più cari sono la scuola,
i giovani, il loro futuro impiego. L’insegnamento attraverso la nostra Costituzione di
un profondo senso civico in cui l’impegno
di ognuno possa essere risultato per tutti.
La cultura come massima espressione della
nostra libertà.
La libertà stessa che ci permetta di vivere in
un paese dove i privilegi non siano per pochi
ma diventino patrimonio per tutti.
Due parole anche sulla cooperazione e
sul problema della casa.
Veda, ho sempre vissuto in una abitazione
della “cooperativa” e questo ha creato in me
la certezza che la “casa” fosse un tetto sicuro
senza alcuna possibilità di potervi rinunciare.
Il panorama attuale smentisce quello che
per me è stata una certezza e ancora lo è per
i miei genitori. Abbiamo vissuto nel quartiere
con tranquillità e tutti abbiamo cooperato
attraverso un solido impegno al fine di migliorare la qualità della vita.
In relazione al problema dell’Imu per le case delle cooperative a proprietà indivisa che
penalizza coloro che non possono permet-
Milanese di 47 anni, sposata con figli, nata e cresciuta nel quartiere (via
Val d’Ossola 19) e quindi legata da sempre alla
vita della cooperativa. Da sette anni è
impegnata nel Consiglio d’Istituto del
liceo classico e scientifico Salvador Allende di Milano, e da due ne è diventata presidente.
Dal punto di vista lavorativo ha sempre
collaborato con il marito nelle sue attività imprenditoriali, senza per questo
trascurare i suoi tre figli e il suo bassotto Otto. Ama i viaggi e il mare.
tersi di acquistare un appartamento, devo
dire che capisco l’Imu, ma non il mancato
riconoscimento di “prima casa” con le agevolazioni riconosciute, per le unità immobiliari
in cooperativa; sicuramente è una discrasia
che politicamente dovrà essere debitamente corretta. Ad ogni modo citando un passo del programma della lista civica Centro
Popolare Lombardo, crediamo ai temi della
legalità, del rigore, del rilancio di un’autonomia che dia concretezza alle attese tradite.
L’opportunità di questa intervista mi rende speranzosa di ottenere la fiducia e la
simpatia di tutti coloro che mi hanno vista crescere.
21
ELEZIONI 2013
Al di là delle strumentalizzazioni legate alla
campagna elettorale, siamo sereni. Il Gruppo del Pd ha speso solo il due per cento
del proprio bilancio per i rimborsi e, personalmente ho già dato alla magistratura tutte le informazioni necessarie a dimostrare
che le spese che mi sono state rimborsate
in questi cinque anni (una decina di pranzi di rappresentanza e cinque soggiorni a
Roma in occasione d’incontri istituzionali) sono effettivamente, come prevede la
ELEZIONI 2013
Il consigliere Galimberti tenta
l’avventura parlamentare
Il nostro consigliere d’amministrazione residente in via Grassini
è candidato al Senato nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà
di Sergio Ghittoni
I
ncontriamo Marco Galimberti in via Hermada, in un luogo diverso da quello in cui
ci vediamo da tanti anni e cioè nelle sale
dove si riunisce il CdA prima della Edificatrice di Niguarda e ora di Abitare. E anziché
parlare di manutenzione ordinaria o di piani
di ammortamento, di sviluppo del patrimonio o di ripartizione delle spese, questa volta
cambiamo argomento. Parliamo di elezioni,
nella speranza che questa prossima tornata
possa portare un po’ di respiro alle condizioni di vita soprattutto delle categorie sociali
più deboli che si rivolgono alla cooperativa
per il loro problema abitativo. Marco è candidato al Senato della Repubblica, sotto il
simbolo di Sinistra Ecologia e Libertà.
Quanto hanno contato le tue esperienze precedenti nel prendere la decisione
di candidarti?
Come ho avuto modo di sottolineare più
volte nel pochissimo tempo che abbiamo
avuto per preparare le primarie del 28 dicembre, pur avendo fatto politica a lungo
nel Pci, poi nel PdS e infine nei Ds, negli ultimi dieci anni ho dedicato le mie energie
al mondo della cooperazione in particolare, prima con l’Edificatrice di Niguarda e ora
con Abitare. La mia prospettiva, quindi, in
una ipotesi di elezione sarebbe quella di sostenere i temi della cooperazione. Dare cioè
maggiore visibilità, maggiore attenzione ai
problemi delle cooperative “vere” attraverso opportuni strumenti legislativi. Mentre
penso che debbano sparire quelle finte cooperative che servono solo a negare i diritti
ai dipendenti nascondendoli dietro la figura
di socio-lavoratore. Vanno invece premiate
quelle, come la nostra, che professano questo bellissimo concetto di solidarietà intergenerazionale, cioè mettere in comune le
proprie idee, le proprie energie e i propri
denari per erogare servizi ai soci e alla fine,
anziché spartirsi i profitti, impiegarli per accrescere il patrimonio che sarà dato in ere22
dità alle future generazioni, che a loro volta
si comporteranno allo stesso modo innescando un circolo virtuoso. Abbiamo assistito in questi anni ad un feroce attacco alle
cooperative, viste come il male assoluto e
quindi tassate e colpite in modo spropositato. È necessario invertire questa tendenza.
Come mai hai deciso di candidarti?
Va precisato intanto che essere nella decima
posizione nella lista al Senato di Sel rende alquanto improbabile la mia elezione, anche
in caso di vittoria della coalizione Italia Bene
Comune. Una cosa che era ampiamente prevista nel momento delle primarie visto che
non sono molto attivo nel mio piccolo partito ed è giusto che altri molto più presenti e
riconosciuti di me occupino le posizioni più
favorevoli. Ma ho sentito il bisogno di farlo
perché vivevo con fastidio in questi ultimi
tempi la presenza da una parte del movimento di Beppe Grillo, il suo populismo, la
sua demagogia e la sua maniera urlata di aggredire e di insultare (oltre che le sue prese
di posizione contro i sindacati e le aperture
a movimenti di estrema destra), e dall’altra
la valutazione dell’operato dell’ultimo anno
di governo, che, mentre ha centrato l’obiettivo di risanare i conti pur partendo da una
situazione disastrosa (e sappiamo bene di
chi è la colpa), ha fallito totalmente nel ga-
rantire più giustizia, più riequilibrio e più sviluppo al nostro paese. E infine mi dava fastidio quest’idea che serpeggiava prima della
campagna elettorale che i partiti fossero da
abbattere, mentre invece penso che i partiti debbano essere il luogo in cui i cittadini si
confrontano, elaborano la loro idea di società e si organizzano per portarla avanti. Con
la mia candidatura alle primarie (e gli oltre
cinquecento voti che ho ricevuto mi hanno fatto molto piacere e dimostrano che in
zona sono conosciuto e stimato), ho voluto
ribadire che ci si può mettere la faccia, ci si
può impegnare perché la politica non è una
cosa di cui vergognarsi, ma una attività positiva a condizione che sia fatta nell’interesse
della collettività.
Il Senato della Repubblica è un’assemblea di grandissimo prestigio. Anche solo il fatto che il tuo partito ti abbia preso in considerazione per quel posto è un
grande onore...
Infatti. Hai detto bene: il fatto di partecipare
alle primarie per un posto al Senato è stata
una decisione del mio partito, al quale io mi
sono limitato a comunicare la mia disponibilità. Con quella comunicazione (la proposta di autocandidatura) dicevo al partito che
per me la politica è mettere a disposizione le
proprie capacità e il proprio impegno al servizio delle istituzioni, del Paese e del proprio
partito senza secondi fini o mire personali.
Quanto alla soggezione che mette il Senato, devo dire che nel periodo delle primarie
il pensiero di poter competere per un posto
in quell’assemblea, di potermi sedere in quegli scranni dove hanno preso posto persone tanto prestigiose è una cosa che toglie il
sonno, che annichilisce. Soprattutto per uno
come me che ha un rispetto profondo per le
Istituzioni e che ha sofferto nel vederle svilite
dalla presenza di persone non all’altezza, tra
insulti e mangiate di mortadella.
Marco Galimberti, 50 anni, sposato e padre di un ragazzo di 19
anni.
In zona 9 dal 1988, dal 1999 abita in un quartiere cooperativo; è
stato consigliere d’amministrazione della Società Edificatrice di Niguarda dal 2003 al 2010
e ora lo è di Abitare Società Cooperativa.
Da molti anni impiegato all’Enel, si occupa di
mobilità elettrica.
Ha iniziato a fare politica a sinistra negli anni
‘80 e non ha mai smesso.
Iscritto a SEL dalla sua nascita e attivista Cgil
da sempre.
f e b b r a i o 2 013
IMU: cancelliamo le ingiustizie
A
bitare è una società cooperativa a
proprietà indivisa, con sede in Milano con oltre 8.000 soci e oltre 2.700
abitazioni che vengono assegnate
ai soci a tempo indeterminato.
I nostri soci non possono essere proprietari di alloggi nella città ed i controlli della
cooperativa sono molto severi e costanti.
Pertanto le case assegnate ai soci hanno
tutte le caratteristiche di prima casa. Non
è dunque in alcun modo accettabile che
sia mancato tale riconoscimento e le nostre
siano considerate seconde case.
Anche a seguito della reazione delle cooperative e con la generale adesione delle migliaia di abitanti, pur non riconoscendo lo status di prima casa, il governo ha rinunciato alla quota di spettanza dello Stato, senza applicare le riduzioni previste per
la prima casa.
Si tratta di una evidente stortura che rende
ulteriormente incerta la situazione e che
deve essere superata, anche per quanto
riguarda le eventuali pertinenze e le detrazioni per i figli a carico, che non ci sono
state riconosciute.
Non si chiedono privilegi di alcun tipo, anche se l’IMU è una imposta che grava pesantemente sul bilancio della cooperativa
e sulle famiglie dei soci.
Il Consiglio di Amministrazione chiede
ai candidati che si facciano carico, nelle sedi di competenza, di ogni iniziativa utile a modificare la situazione e pervenire al riconoscimento di prima casa a tutti gli effetti degli alloggi dei soci delle cooperative a proprietà indivisa,
“Onorevole” Berlusconi,
il Consiglio di Amministrazione di Abitare ha
preso atto delle sue dichiarazioni con le quali Lei individua la CGIL e le COOPERATIVE tra i
suoi avversari.1)
La CGIL assumerà la posizione che riterrà opportuna, da parte nostra non possiamo restare in silenzio.
Abitare è una storica cooperativa di abitanti di
Milano, con oltre 8.000 soci e sin dalle sue origini
(1894), come nelle altre cooperative, vengono
pienamente rispettati gli ideali politici e sociali
così come le posizioni politiche di ognuno, come riaffermato nella nostra Costituzione (sulla
quale Lei ha più di una volta giurato).
Lei dice di essere uno statista. Ma proprio uno
statista deve lavorare per l’unità del Paese e inf e b b r a i o 2 013
vece Lei sta con la Lega che vuol dividere l’Italia.
Anche la sua dichiarazione contro le cooperative è una affermazione che divide, che vuol
alimentare avversione ideologica nei confronti del movimento cooperativo che ha ideali di
solidarietà che certamente Lei dimostra di non
conoscere.
Tenga conto che l’associazione mondiale della
cooperative è per numero di aderenti seconda
solo alle Nazioni Unite.
Essere cooperatori implica culturalmente la piena applicazione dei principi del pieno rispetto
del prossimo, di una diffusa democrazia interna
e trasparenza nel governo del bene sociale, dello sviluppo dei rapporti con il territorio facendosi carico dei problemi comuni.
riprendendo i criteri previsti a suo tempo per l’ICI.
Ringraziando anticipatamente per l’interessamento, si formulano i migliori auguri per
l’esito delle prossimo elezioni.
Il Consiglio di Amministrazione di Abitare
Il movimento cooperativo, le coop. come dice
Lei , rappresenta nel nostro paese una grande
parte dei fattori di sviluppo. Oltre un milione di
addetti che operano in tanti settori.
Ci sono grandi cooperative che in Italia e nel
mondo valorizzano il lavoro italiano, che creano ricchezza, che aprono nuovi mercati. Lei non
può affermare che le cooperative sono suoi avversari e pretendere da Onorevole di rappresentare tutti gli Italiani.
Tra i nostri soci, non pochi, Le hanno dato il voto, a loro non rivolgo l’invito di cambiare, dico
solo di riflettere e di prendere in considerazione
le sue dichiarazioni.
Distinti saluti
Giovanni Poletti
Presidente di Abitare
1) dichiarazioni tratte da twitter:
Spot PDL Berlusconi Elezioni Politiche 2013
23
ELEZIONI 2013
LETTERA APERTA A TUTTI I CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
INPS SERVIZI ONLINE
PER IL CITTADINO
Orari sportello Assistenza Fiscale
PIN Dispositivo
Quartiere Dergano
via Livigno 20 • Martedì dalle 9.30 alle 12.30
di Luca Tiboni
Quartiere Affori/Comasina
via Zanoli 15 • Lunedì dalle 9.30 alle 12.30
Quartiere Niguarda
via Val di Ledro 23 • Mercoledì e Venerdì dalle 9.30 alle 12.30
L’
Inps, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale,
ha avviato a partire dal 2011 una graduale telematizzazione dei servizi offerti ai cittadini. Il processo
di digitalizzazione delle domande di prestazione,
quali ad esempio quelle definite ricostitutive (assegni
familiari, reddituali, contributive, pensioni di anzianità
e sociali, invalidità) ad oggi prevede che le medesime
possano essere presentate solo in forma telematica attraverso uno dei seguenti canali:
• Web, servizi online, accessibili direttamente dal sito
Inps tramite PIN Dispositivo;
• Call Center Inps al numero verde 803164;
• Patronati e tutti gli intermediari autorizzati dall’istituto previdenziale ad operare in forma telematica.
Dal portale Inps è possibile accedere direttamente, previa registrazione, alla propria pagina personale, prendendo visione di tutte le informazioni sulla propria posi-
longoni
ARREDA
zione assicurativa dal fascicolo previdenziale. Attivando
le funzioni online si ha la possibilità di gestire, in piena
autonomia, anche le richieste di dichiarazioni che vengono inoltrate annualmente dall’istituto previdenziale
(modello RED, Invalidità ecc...). Per dichiarare è necessario che il proprio PIN diventi dispositivo. Presso gli sportelli di assistenza fiscale ed amministrativa di Abitare si
possono ricevere le istruzioni ed essere accompagnati
nell’attivazione del PIN e nella sua trasformazione in Dispositivo per le eventuali comunicazioni reddituali che i
soci sono chiamati ad inoltrare o semplicemente per comunicare con Inps, ex Inpdap, ex Ipost, ex Enpals per variazioni indirizzo di residenza, stampa del modello CUD
e OBIS/M, detrazione d’imposta, prestazioni a sostegno
del reddito, versamenti volontari, rapporto di lavoro domestico, riscatto anni di laurea, e pagamenti online.
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f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
Uno spazio dedicato ai giovani
dei quartieri di ABITARE
di Lorenzo Mazzi
L
o Spazio Giovani, inaugurato nell’ottobre 2012 ad Affori, nasce dall’impegno
di Abitare e dall’esperienza di 3 anni
di doposcuola fondato dalla ex-insegnante Concetta Piazzetta in collaborazione con le istituzioni scolastiche.
Come naturale sviluppo di quella realtà, che
di anno in anno si è ingrandita ed ha incrementato il bacino di ragazzi delle scuole
medie limitrofe coinvolti, è stato creato uno
spazio a disposizione dei giovani della cooperativa e dei quartieri circostanti.
Oltre alle iniziative del doposcuola medie,
che continua anche quest’anno nei pomeriggi della settimana ad essere una risorsa
importante per i nostri quartieri, si è ampliata l’offerta e anche la fascia d’età a cui
l’offerta è diretta.
Se, infatti, il supporto e il sostegno didattico
si svolgono con la collaborazione di operatori professionisti, quali educatori ed insegnanti, oltre all’apporto prezioso dei volontari che aiutano i ragazzi nello svolgimento dei compiti e nel recupero delle materie scolastiche, anche altri corsi e attività si
stanno sviluppando sempre più.
I corsi di inglese per ragazzi hanno avuto un notevole successo e continueranno fino a giugno, come anche il corso di
italiano per stranieri rivolto a ragazzi delle scuole medie (in stretta collaborazione
con la scuola media Leonardo da Vinci) e
il corso di pittura per bambini. Inoltre sono
iniziati i corsi di italiano per mamme straniere e i laboratori creativi per i bambini
delle scuole elementari. Proseguirà poi fino all’estate l’apertura della Sala Studio per
universitari, la domenica pomeriggio dietro
prenotazione.
Pandora propone....
Doposcuola - studio assistito individuale - orientamento e ri-orientamento scolastico
Doposcuola per alunni della scuola primaria
e secondaria di primo grado.
Tutti i lunedì e mercoledì pomeriggio, gli educatori della cooperativa Pandora sono a disposizione per uno spazio di assistenza allo studio.
A piccoli gruppi e con un’assistenza qualificata
risulta più agevole la gestione dei compiti e facilitato l’apprendimento.
Gli operatori di Pandora sono inoltre disponibili per un’assistenza individuale, quando è
f e b b r a i o 2 013
necessario un rinforzo più specifico e strutturato, in orari concordati con le famiglie.
È poi attivo un progetto di orientamento scolastico nel quale le famiglie possono trovare
un sostegno qualificato nella scelta delle scuole superiori o nel ri-orientare i ragazzi a scelte alternative, nel caso in cui si trovino in un
percorso nel quale fanno fatica a riconoscersi.
Per informazioni:
02.6437564 - www.coop-pandora.it
Sono ancora aperte le iscrizioni e le adesioni a tutte le iniziative del centro (dal doposcuola medie al corso di italiano per mamme straniere ai laboratori creativi per le elementari) e, con l’anno 2013, verranno attivati anche un corso per “DJ”, una serie di incontri con una psicologa specializzata rivolti
ai genitori delle scuole medie e un’iniziativa sociale volta al recupero della dispersione scolastica. Proseguiranno inoltre le attività del tempo libero per i ragazzi, come le
serate di cucina, i cineforum e i laboratori
creativi.
L’impegno e il lavoro dei responsabili sono
rivolti non solo al sostegno in ambito scolastico, ma anche allo sviluppo delle capacità e abilità educative e creative dei ragazzi,
nella convinzione che stimolare una buona
collaborazione di gruppo e lo stare bene insieme siano una premessa importante per
imparare a vivere bene nella società, da cittadini attivi e consapevoli.
In tal senso sono state anche attivate convenzioni con istituzioni scolastiche e universitarie e partecipazioni a bandi del Comune
di Milano.
Un appello finale: sia coloro che sono interessati a partecipare e a iscriversi ai corsi, sia coloro che intendano dare una mano come volontari, contattino il centro
per saperne di più sulle iniziative e sulle possibilità offerte ai giovani dei nostri
quartieri! Il centro intende aprirsi e coinvolgere sempre di più i soci della cooperativa e gli abitanti dei quartieri.
Spazio Giovani ABITARE
Via Zanoli 15, Milano - 02/45496525,
328/5637471 - [email protected]
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LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
Resilienza, una risorsa
contro le difficoltà
La dott.ssa
Ilaria Magnaghi,
titolare dello
Sportello di
Consulenza
Psicologica
a cura della Dr.ssa Ilaria Magnaghi
I
n questo periodo di diffusa e profonda
crisi del nostro stile di vita si parla molto
di come affrontare le difficoltà quotidiane che la realtà in cui viviamo ci impone nella dimensione privata, ma anche in
quella sociale.
Molte sono le domande che ci poniamo
soprattutto sul nostro futuro come individui e come cittadini immersi in un contesto
sociale ed economico che non riconosciamo e non ci riconosce più come tali. Il disorientamento e il disagio che percepiamo
e proviamo si riflettono nei nostri tentativi
di dare risposte spesso inadeguate e anacronistiche davanti a una realtà confusiva e
complessa. Ma come affermò H. Huxley: ” La
realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che
facciamo con quello che ci accade.”
Da qualche tempo sta emergendo in contesti diversi un concetto filogeneticamente antico, ma nello stesso tempo un possibile traghettatore di nuovi valori. La Resilienza (dal latino rimbalzare) è una parola
che nasce nell’ambito della fisica e indica
la capacità di un materiale di resistere a un
urto improvviso senza spezzarsi, ne denota
la resistenza e l’elasticità. È un concetto che
trova applicazione in altri svariati settori della conoscenza, dall’ingegneria all’informatica, dalla biologia alla psicologia. Ed è proprio in quest’ultima disciplina che porremo
l’attenzione. La resilienza in psicologia è la
capacità di una persona di fronteggiare le
situazioni avverse, i contraccolpi psicologici che ne derivano, senza venirne danneggiata o demolita; attraverso questa risorsa
la persona, sia come singolo individuo sia
come gruppo sociale, può e riesce a svilupparsi positivamente nonostante i traumi subiti. È un processo che porta a trasformare
il dolore in sfida.
Traumi come morti improvvise di persone
care, eventi catastrofici come terremoti, ma
anche incidenti stradali, abusi sessuali, atti di violenza subiti possono generare un
forte senso di impotenza e rassegnazione,
a volte causare un disturbo post traumatico da stress (DPTS) cioè un insieme di forti
sofferenze psicologiche che conseguono
ad un evento sconvolgente. Altre volte la
sofferenza per il trauma è meno evidente
ma è protratta per lungo tempo: la mancanza di amore o affetto durante l’infanzia
e/o le continue svalutazioni e vessazioni da
parte dei familiari o di capi e colleghi, la perdita stessa del lavoro possono provocare
dolore sordo, perdita di autostima e senso
di autoefficacia.
In queste situazioni alcune persone riescono
a trovare la forza per rialzare la testa nella sofferenza, in quanto hanno una forte capacità
di resistere e fare tesoro delle esperienze negative, trarre carica da esse per evolvere, per
guardare avanti con speranza e fiducia nelle
proprie capacità, facendo i conti con la propria impotenza (i nostri limiti) e contemporaneamente vincendo la paura del domani.
Possiamo trovare questa forza nelle parole
della poetessa Alda Merini, che trascorse
parte della sua vita tra manicomi e ospedali psichiatrici: “... Ma del resto dico spesso
a tutti che quella croce senza giustizia che
è stato il mio manicomio, non ha fatto che
rivelarmi la grande potenza della vita”.
,,
,,
LE DIFFICOLTÀ RAFFORZANO
LA MENTE, COSÌ COME IL LAVORO
IRROBUSTISCE IL CORPO.
Seneca
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f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
Frida Kahlo, pittrice messicana vissuta nella prima metà del ‘900, seppe trasformare il dolore e la sofferenza,
causati da un incidente automobilistico che la immobilizzò per il resto della sua vita, in un’esperienza pittorica
forte e sconvolgente. Dopo l’amputazione di un piede
scrisse: “Che bisogno ho dei piedi se ho le ali per volare?”
Milton H. Erickson è riconosciuto come uno dei più importanti psicoterapeuti del Novecento. Egli si ammalò due volte di poliomielite rischiando di morire, passò
gran parte della sua vita zoppicando e poi su una sedia
a rotelle. Da questa sofferenza imparò le potenzialità del
corpo e della mente umane e utilizzò ciò che aveva imparato dalla sua esperienza personale nell’ambito della
sua professione, aiutando migliaia di pazienti a liberarsi
dalle loro angosce.
La persona resiliente si difende dall’autocommiserazine, reagendo agli ostacoli ai drammi e ai traumi senza
disperarsi. Sa aspettare con fiducia determinata il momento in cui potrà raccogliere i frutti del suo impegno e
del suo coraggio generando nuove potenzialità là dove il
cambiamento e il risultato immediato non sono possibili.
Non è infrequente che le persone sofferenti non siano
consapevoli della propria forza interiore e abbiano bisogno di qualcuno che le aiuti in questo percorso, qualcuno che possa far emergere le risorse che ognuno di noi
possiede e che le canalizzi in una diversa direzione che
non sia l’auto-denigrazione, la rassegnazione, la perdita
della speranza di essere migliore di così.
Come disse Norman Vincent Peale: “Convinciti che tu sei
più grande delle tue difficoltà”.
In questi casi lo psicologo/psicoterapeuta può essere
una figura chiave nel processo di cicatrizzazione della
ferita e nel recupero nell’individuo della fiducia di poter
gestire il proprio futuro e creare nuovi progetti di vita.
Può in altri termini aiutare la persona a risvegliare le proprie forze e le risorse interne temporaneamente sopite e
a essere maggiormente resiliente di fronte alle avversità,
a far propria la frase del grande W. Shakespeare: “Non c’è
notte che non veda giorno”.
Disciplina Yoga
Abitare nei Quartieri, presso la sala CdQ di via Emilio Cecchi 2, ha promosso
da qualche anno l’attività yoga. Respirazione, apparato locomotore, funzionalità organiche e sistema neurovegetativo si armonizzano con la pratica, apportando nuovi equilibri di funzionamento e di benessere a livello psicofisico.
Chi ha avuto l’opportunità di fare esperienza di questa disciplina, ha potuto
sperimentare direttamente i suoi benefici.
L’attività si svolge il giovedì: dalle 10 alle 11.30 - dalle 17 alle 18.30 e dalle
19 alle 20.30 - ci sono ancora dei posti disponibili, se qualcuno volesse approfittarne può contattare direttamente l’insegnante: Giulia Grigoletto 3336370105 oppure [email protected]
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f e b b r a i o 2 013
27
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
Alcune maschere durante la sfilata
Il Carnevale di Affori
di Cesare Losi
C
ome ogni anno, la Parrocchia S. Giustina di Affori, Abitare ed Ascoart hanno
collaborato con il Consiglio di Zona 9
per la realizzazione della manifestazione del Carnevale. Questa iniziativa, di-
ventata negli anni un appuntamento tradizionale per gli afforesi, è l’occasione per
vedere i bambini gioire in maschera, assieme ai genitori, dietro il carro allegorico che
sfila per le vie del quartiere. È anche un’occasione di aggregazione tra i cittadini che
per un pomeriggio dimenticano i problemi quotidiani e lo stress della città.
Il Carnevale, in sostanza, è diventato non
solo una semplice festa pomeridiana, ma
una concreta attività di persone adulte, di
giovani e bimbi della zona che esaltano il
proprio quartiere collaborando con gli organizzatori per la realizzazione della festa.
Quest’anno il tema scelto ha coinvolto personaggi di Walt Disney e maschere brasiliane con le loro grandi colorate code piumate.
La straordinaria partecipazione dei cittadini
ha confermato quanto questo evento sia
nel cuore della gente. Speriamo di ripetere
negli anni a venire questa positiva e aggregante esperienza.
Difficile quantificare con certezza il numero
di partecipanti, sicuramente possiamo dire
che la piazza S. Giustina e viale Affori erano
piene di cittadini in festa.
La Banda d’Affori, fiore all’occhiello della
manifestazione, ha guidato la sfilata con
maestria e bravura attirando l’attenzione
di tutti.
Il carro allegorico di Affori ha percorso alcune vie del quartiere fermandosi poi in piazza S. Giustina, dove alcuni giovani dell’Oratorio hanno intrattenuto il pubblico con
canti e danze, alla presenza di alcune autorità di Abitare e del Consiglio di Zona 9.
Ai gruppi di lavoro e agli organizzatori è
stata consegnata una targa per l’ottimo lavoro svolto.
Un particolare ringraziamento va a
don Edy per la sua disponibilità e per la
concessione della sala dell’oratorio, al
CdZ9, ad Ascoart e ad Abitare per aver
sponsorizzato la manifestazione, e a tutti coloro che hanno contribuito alla sua
realizzazione.
La nonnina di via Zanoli 19 compie 103 anni
di Cesare Losi
Il 2 febbraio, Angela Galli, socia di
via Zanoli ha compiuto 103 anni.
Per l’occasione il CdQ Zanoli ha organizzato una festa nella sala Tavacca. Angela nasce nel lontano
febbraio del 1910, si unisce in matrimonio con Aldo Radice negli anni
trenta, poi, nel 1933, viene ad abitare in via Zanoli nelle case dell’allora cooperativa Unione Operaia dove attualmente risiede. Assieme al
marito apre un’attività di vetreria in
via Pellegrino Rossi, poi nel 1983 rimane vedova e prosegue l’attività
28
col figlio Ivano, purtroppo deceduto molti anni fa. Ora vive sola, assistita dalla nostra Milena del Filo
d’Arianna e dalle amiche della ringhiera. Sta bene, è autosufficiente,
non ha mai voluto la lavatrice pertanto lava i panni a mano, fa le pulizie di casa e a volte si fa accompagnare dal parrucchiere per farsi
bella. Prepara pranzo e cena da sola
e non ricorda l’ultima volta che ha
visto un medico. L’unica sua lamentela, che voglio scrivere così come
l’ha detta, nel suo caro dialetto milanese è: “Ghe vor quatrocc per infilà la gügia”.
Nonna Angela, seconda da sinistra, con le amiche
f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
ARTE IN COOPERATIVA
Grande successo per le esposizioni
di Silvana Scaravelli e dei suoi allievi
I
Festa di Carnevale
al Centro Ghiglione
di Paola Cavaleri
l
l Carnevale al Ghiglione è un appuntamento irrinunciabile la
cui importanza si rinnova, di anno in anno, attraverso la partecipazione di numerosi soci che, spinti dal desiderio di socializzare e di vivere un momento all’insegna del divertimento, dell’allegria e della spensieratezza, si ritrovano con grande
entusiasmo nello spazio di via Val di Ledro 23.
La festa “più mascherata” dell’anno si è celebrata lo scorso 14
febbraio con il consueto gioco della tombola intercalato da
momenti di animazione proposti dagli operatori del Centro
Servizi che, per l’occasione, hanno sfoggiato i meravigliosi ed
originali costumi realizzati dalla socia Olga Losi.
Non è mancata la buona musica con note attinte dal più classico repertorio meneghino che si alternavano a brani di musica
leggera italiana con l’immancabile invito ai presenti ad accennare qualche passo di danza.
Visto che “il periodo di trasgressione” si rispecchia anche nelle
tradizioni culinarie e i dolci fritti diventano padroni dei festeggiamenti, chiacchiere e frittelle sono state le regine incontrastate del rinfresco finale.
Maschere, travestimenti... Ogni anno comunque, anche una vicenda allegra e spensierata come quella del Carnevale si presta
ad una riflessione un pochino più seria: “Il mondo è un vasto
teatro in cui ognuno interpreta la sua parte con la maschera
sul naso” diceva Axel Oxenstierna (politico svedese).
Riflessioni e massime, 1645.
f e b b r a i o 2 013
l 10 dicembre scorso si è tenuta l’inaugurazione della mostra
personale di pittura di Silvana Scaravelli intitolata “Partiti per
Bergamo” nel foyer del Teatro della Cooperativa. L’esposizione,
aperta al pubblico fino al 17 dicembre, ha preso il nome dalla
tela protagonista dedicata all’eccidio di Piazzale Loreto in cui, nel
1944, persero la vita 15 antifascisti prelevati dal carcere di S.Vittore,
con la scusa di essere trasferiti a Bergamo e invece trucidati nella
suddetta piazza.
La tela, di ampie dimensioni, descrive la carneficina con un’espressività che Sergio Temolo (figlio di una delle vittime, Libero Temolo)
ha trovato molto vicina alla scena che allora si presentò agli occhi
attenti dei milanesi. Alla stretta attualità politica si richiama “Ha da
passà a nuttata”, dipinto in cui viene simbolicamente rappresentata un’Italia addormentata dalle parole dell’imbonitore politico
Berlusconi. Dell’84 un ciclo dedicato alla mafia, ispirato dalla lettura del libro “Mafia” di Giuseppe Fava.
Di tema intimista il resto della mostra. Accanto ai ritratti dei genitori, della figlia e dei gatti che costellano la vita dell’artista, prendono forma paesaggi fantastici che si rifanno alla Liguria e alla
Lunigiana, nature morte e temi floreali in cui il grafismo irruente
si impone sul cromatismo esplosivo.
Il 27 gennaio si è tenuta invece la mostra di pittura degli allievi di
Stefania Favaro e Silvana Scaravelli che da tre anni organizzano
un corso di tecniche artistiche ospitato nello spazio del Comitato
di Quartiere di via Emilio Cecchi 2.
In esposizione trittici a soggetto floreale, copie di Van Gogh e degli impressionisti. Tanti i paesaggi, le nature morte oltre a uno studio dell’arte di Vermeer, incursioni nell’arte americana di Hopper
e Vetriano. C’è stato spazio anche per gli acquerelli realizzati nei
metodi più classici e attraverso l’utilizzo di liquidi mascheranti e
zone risparmiate a cera. Da notare una tecnica mista ad acquerello e china ripresa da Dalì.
Piacevoli e decorative le creazioni di pittura su tessuto e su vetro,
insieme alle scatole dipinte imitando materiali preziosi quali il lapislazzuli e il marmo policromo.
29
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
VIA ABBA
Il gran cabaret di
Madame Pistache
di Vincenzo Ferrara
D
omenica 20 gennaio, il Consiglio di Quartiere
di Abba-Conte Verde ha organizzato un pomeriggio dedicato al cabaret ambientato nella
Parigi degli anni trenta, musica, danza e divertissment con un pizzico di seduzione e molta ironia.
Madame Pistache si è esibita con una inconsueta
abilità e bravura in alcuni tanghi, valzer, can can
con il suo violino e strumenti ritmici oltre al tip tap,
imitando gli artisti di quel tempo. In segno di ringraziamento, alla protagonista della giornata è stato offerto un omaggio floreale.
Questo evento è stato davvero molto apprezzato
al punto che la sala si è riempita di soci e di amici.
Presente anche il vice Presidente Luciano Gianzini.
Il CdQ ha offerto, in conclusione, un ricco rinfresco
ai presenti.
Via Abba: si balla con la scuola “King of the salsa”
Già il nome della via rievoca il famoso gruppo
musicale svedese che nel decennio 70/80 era
considerato tra i più celebri esponenti della
musica pop internazionale.
Quindi anche noi di Abitare siamo stati lieti
di poter dare vita ai corsi di balli caraibici che
30
proseguono da un anno, tutti i martedì sera
dalle ore 19.00 alle 21.00.
Dopo la pausa delle festività natalizie che ci
ha visto coinvolti a tavola con piacevoli attentati alla nostra forma fisica, ecco il rimedio
parziale per rimettersi in forma.
Si balla e si bruciano energie, ma si imparano anche la salsa e la bachata con i corsi proposti da un nostro socio, titolare della scuola
di ballo “King of the salsa”.
I corsi settimanali di un’ora sono, nello specifico, per principianti dalle ore 19.00 alle
20.00 con Novella e dalle 20.00 alle 21.00
livello intermedio con Cristina.
Possono partecipare a tariffe agevolate tutti
i soci della cooperativa Abitare , ma anche i
non soci con un piccolo supplemento.
Lo spirito con cui intraprendere questa disciplina è comunque quello di divertirsi nello
stare insieme serenamente, accantonando
per qualche ora i pensieri della vita quotidiana e della giornata di lavoro (per chi il lavoro
ancora ce l’ha), appena trascorsa.
L’iniziativa ha riscosso successo tra i nostri
soci di Dergano, ma anche a Niguarda in via
Hermada e Ornato, coinvolgendo differenti
fasce di età, creando così un ambiente accogliente e familiare, grazie anche all’aiuto del
consiglio di quartiere.
Per info iscrizioni e costi:
Novella 3313178347
mail: [email protected]
f e b b r a i o 2 013
LA COOPERATIVA E IL SOCIALE
Happy hour
in via Cecchi
INIZIATIVE: “quelli del Villaggio”
Il Giorno della Memoria
al Cineforum di via Grazioli
I
l 28 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, l’associazione “quelli del Villaggio” ha proposto la visione di “Vento di
Primavera”, film del 2010 diretto da Rose
Bosch e interpretato da Jean Reno e Melanie Laurent, che ricostruisce quegli episodi
a lungo “dimenticati” dalle autorità francesi.
Nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 1942,
13.000 ebrei francesi, uomini, donne e
bambini, sono prelevati con la forza dalle
proprie abitazioni e condotti all’interno del
Velodromo di Parigi.
Qui resteranno chiusi alcuni giorni, malnutriti e in condizioni igieniche precarie, per
poi essere deportati nei campi di concentramento nazisti. È questo uno degli episodi più tragici della storia francese, tanto che il Paese della libertà, uguaglianza e
fratellanza negherà a lungo la propria responsabilità, adducendola alle forze di occupazione tedesche, e solo nel 1995, con
un discorso alla nazione dell’allora presidente della Repubblica, Jacques Chirac,
chiederà ufficialmente scusa per l’ignobile deportazione.
La proiezione è stata introdotta da Stefano
Radice, giornalista e socio dell’Associazione,
che ha inquadrato il film sia dal punto di vista storico sia da quello cinematografico,
invitando il pubblico a riflettere sull’importanza della memoria della Shoah nei giorni
nostri. Un appuntamento fisso e attesissimo, quello del Cineforum dell’Associazione,
che si ripete ormai da oltre un anno ogni ulf e b b r a i o 2 013
timo lunedì del mese, alle 20.45, nella sala
Blu del Villaggio Grazioli. Ai soci sono proposti titoli che coniugano interesse e qualità. Tutti a ingresso gratuito.
I mesi a venire vedranno un’attività intensa anche su altri fronti. Marzo si aprirà con
la mostra “40 anni di storia del movimento
delle donne a Milano”, percorso fotografico
e documentale che sarà allestito durante la
settimana della Festa della donna e introdotto, il giorno dell’inaugurazione, da una
serata-dibattito. Continueranno le lezioni
di ginnastica dolce e il laboratorio di taglio
e cucito e partiranno i corsi di informatica
base e avanzata (la serata di presentazione
è prevista per la metà del mese).
Proseguono, inoltre, gli acquisti del GAS:
quelli settimanali di frutta e verdura biologica e di carne proveniente da allevamenti biodinamici e quelli periodici di
arance, parmigiano reggiano, olio, pasta
fresca (proveniente da Le mani in pasta,
laboratorio con finalità di recupero per
persone con problemi di salute mentale svolto presso il centro Olinda Onlus di
via Ippocrate), detersivi e cosmetici, riso e
legumi e miele. Per non perdere i prossimi
appuntamenti, vieni a trovarci in via Grazioli 33 (tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle
16.30 alle 18.30 nella sala Rossa).
di Bruno Delù
G
iovedì 20 Dicembre 2012, chi
l’avrebbe mai detto che così
tanti soci avrebbero partecipato a questa simpatica iniziativa?
Il ricco buffet che il Consiglio di Quartiere
aveva allestito ha fatto tributare agli organizzatori il meritato plauso.
Ha arricchito la festa una fastosa lotteria
che ha tenuto i presenti con il fiato sospeso durante l’estrazione dei numeri, e poi ha
visto l’esplosione dei cori di rammarico da
parte degli esclusi dalla vincita.
Hanno voluto partecipare alla festa anche
il Presidente della cooperativa Abitare Giovanni Poletti e i due vicepresidenti Silvio
Ostoni e Luciano Gianzini che hanno mostrato di gradire oltre che il buffet, anche la
gioiosa atmosfera che si era venuta creare.
Conversazioni, battute, risate.
Peccato che non c’era nessuno con la chitarra! Chissà che canti!
Una considerazione amara, mi devo permettere: “Ci fosse sempre, così tanta gente,
tanti soci quando vengono indette le riunioni di quartiere o le assemblee!”
L’happy hour è stato un bel momento.
Arrivederci.
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LA COOPERATIVA E LA CULTURA
Cultura di Periferia? Ma chi l’ha detto!
Maria Piera Bremmi
Periferia: dal greco PERÌ=intorno PHEREIN=portare
L
o squallore delle periferie, il degrado delle periferie,
case di periferia, vivere in periferia, la cultura di periferia: una connotazione sociologica sempre dispregiativa. Ma voi, in periferia, ci siete mai venuti? Bene,
parliamo allora di Niguarda.
Per buona parte dei milanesi Niguarda è l’ospedale comunemente indicato con questo nome. Il quartiere posto
alla periferia nord di Milano, comune autonomo fino al
1923, ha invece una storia antica (la prima testimonianza risale al IV secolo con reperti archeologici paleocristiani) ed una più recente legata all’industrializzazione: fino
all’ottocento borgo contadino e luogo di soggiorno delle
famiglie nobili scosso poi dalle lotte operaie, dalla nascita
del movimento cooperativo con le cooperative bianche,
attestate intorno alla parrocchia e le rosse socialiste, divise dal fiume Seveso.
Guardiamo ora più da vicino questo quartiere e alcune
delle realtà che vi operano.
Sicuramente il più titolato, in termini di premi e riconoscimenti a livello nazionale, è il Teatro della Cooperativa.
Fondato alla fine del 2001 da Renato Sarti, è diventato un
punto di riferimento per la città e la provincia, imponendosi all’attenzione del panorama teatrale nazionale. Per
il teatro e la sua attività non aggiungiamo altro perché
si è già detto e scritto molto, essendo a giusto titolo un
fiore all’occhiello che Niguarda può vantare.
Qualche riga su una realtà più recente, meno “vistosa”,
nata nel 2006 con la presentazione del progetto per la
realizzazione di un Ecomuseo Urbano. Perché la scelta
è caduta proprio sul quartiere di Niguarda? Citiamo le
parole dell’antropologa Alessandra Miccoli, presidente
dell’associazione “Trame metropolitane”: “Ce ne avevano parlato molto bene alcuni residenti, in quanto già da
tempo una fitta rete di associazioni lavorava alla valorizzazione del patrimonio locale. Il risultato di questo bellissimo lavoro di equipe è stato, nel 2009, il riconoscimento
e conferimento da parte della Regione Lombardia dello
status di Museo.
A proposito di titoli, se alludiamo a quelli nobiliari, Villa
Clerici non scherza. Voluta dai marchesi Giorgio e Antonio Clerici e costruita intorno al 1730, era descritta nei documenti d’epoca come: “villa di delizia o palagio campa-
“George Sand una femminista moderata” e “Smoke gets in your eyes”
SONO APERTE LE ISCRIZIONI
CENTRO CULTURALE
DELLA COOPERATIVA
‘‘Si doveva conoscerla come l’ho conosciuta io per sapere quanto vi fosse di femminile
in questo grande uomo, per conoscere l’immensa tenerezza di questo genio,,
(Gustave Flaubert)
George Sand
una femminista
moderata
Quattro incontri con la letteratura francese
Cercheremo di capire questa donna tra le più clamorosamente ambigue,
riconoscendola nei personaggi dei suoi molti romanzi
1 Lo ‘‘scandaloso’’ debutto di un romanziere, 2 Una scrittrice, ma soprattutto un’amante
Lunedì 4 marzo ore 21.00
Lunedì 11 marzo ore 21.00
che però è una donna
di successo
3 Tra le note di Chopin e l’impegno politico 4 Una femminista moderata un po’
Lunedì 18 marzo ore 21.00
Lunedì 25 marzo ore 21.00
campestre
Gli incontri saranno condotti da Giuseppe Botturi
con letture di Sal Giorgio Sacco
I corsi si terranno presso la sede in via Hermada 14 - Milano
I corsi sono gratuiti con iscrizione obbligatoria al Centro culturale della Cooperativa.
Le adesioni si accettano via telefono al numero 0266114499 (orari d’ufficio) oppure via e-mail:[email protected].
CENTRO CULTURALE DELLA COOPERATIVA Via Hermada 14 - Milano - Tel. 02.66114499 - ATM: 4 - 5 - 51 - 86 - 166
32
Come avevamo annunciato nell’ultimo
numero di Quartieri, nel mese di marzo
inizieranno due dei quattro corsi programmati per il primo semestre 2013.
Iniziamo con il più “leggero” che prevede il ritorno di Giuseppe Botturi, con le
letture di Sal Giorgio Sacco, per parlare nuovamente di letteratura francese.
Gli incontri, programmati per i quattro lunedì di marzo 4-11-18-25 - ore 21,
racconteranno la vita di Amantine Aurore Lucile Dupin, nom de plume come
dicono i francesi, o pseudonimo come
diciamo noi di George Sand.
Per presentarvi la nostra protagonista
ci rifacciamo a quanto scrisse di lei Gustave Flaubert: “Si doveva conoscerla come l’ho conosciuta io per sapere
quanto vi fosse di femminile in questo
grande uomo, per conoscere l’immensa
tenerezza di questo genio”.
Lasciamo a voi la curiosità di scoprire
il personaggio e a Giuseppe Botturi il
compito di svelarlo.
Un corso dedicato alla cultura del benessere e della salute, così come era
avvenuto con “Migliorare l’autostima”
della psicologa Ilaria Magnaghi.
Anche in questo caso, accompagnati da
professionisti, si terranno due incontri
di gruppo con cadenza quindicinale
(sabato 9 e sabato 23 marzo - dalle ore
10 alle 14). Il titolo accattivante “Smoke gets in your eyes”, è quello di una
bella canzone degli anni ‘30, ma il sottotitolo è molto chiaro: “Smettere di fumare si può”.
Il corso sarà tenuto dai dottori Simona
Girardi psicoterapeuta e Giorgio Narcisi
esperto di dinamiche di gruppo. È inoltre previsto, a richiesta, tra un incontro
e l’altro, un servizio di assistenza on line
ai partecipanti (via mail o skype).
Le locandine qui a fianco dettagliano
il percorso che verrà seguito negli incontri.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni
ai due corsi: tel. 02/66114499
[email protected]
f e b b r a i o 2 013
CENTRO CULTURALE
DELLA COOPERATIVA
Smoke gets in your eyes
Corso dedicato alla cultura
del benessere e della salute
in due incontri di gruppo
Only smoke training
Smettere di fumare si può
LA COOPERATIVA E LA CULTURA
reggio nella Stato di Milano”. All’interno della Villa è nata
nel 1955 la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, prima realtà di questo genere in Italia e tra le prime a livello
internazionale.
Dopo un periodo “sonnolento”, da tre anni a questa parte Villa Clerici ha maggior visibilità a livello cittadino grazie
ai Volontari del Touring, alla partecipazione alle Giornate
di Primavera del FAI, alle iniziative dei musei aperti, alle
belle mostre dedicate a “Pedano” e “Immagini della luce”.
La Villa e la Galleria d’Arte con Angela Bonomi Castelli,
conservatore e direttore ad interim, partiranno a breve
con una nuova sfida: fare della sala Francesco Messina, grazie al Clavicembalo Verde, un polo musicale di
qualità.
Ma veniamo ora al Centro Culturale della Cooperativa:
ultimo ma non l’ultimo (almeno così speriamo), il più recente, avendo iniziato la propria attività nel gennaio 2010.
Certo, non abbiamo avuto riconoscimenti a livello nazionale, non ci hanno conferito la status di museo, non
abbiamo neppure nobili antenati ma, come spesso ripetiamo, noi non soffriamo di complessi di inferiorità.
Eviteremo di raccontarvi quanto siamo belli e bravi anche perché chi ci legge ha la possibilità di seguire la nostra
attività grazie ad una costante comunicazione.
Comunque, se vogliamo citare qualche numero, l’anno 2012 si è chiuso con 17 serate legate a “Gli Incontri
del Venerdì”, 2 mostre, dedicate a Giuseppe Scalarini e a
Emergency, 4 concerti di cui 3 a Villa Clerici e 1 nel quartiere Isola Garibaldi.
Centro Culturale
della Cooperativa
Rinnovo Tessere
La tessera associativa 2012
del Centro Culturale della Cooperativa
È SCADUTA!
Rinnovandola, manifesterete così
un segno di apprezzamento
nei confronti
del nostro lavoro!
Vi ringraziamo
fin d’ora se vorrete
continuare
ad essere
‘‘dei nostri’’.
Quote associative annue
per nuove iscrizioni e rinnovi
Socio della
Cooperativa Abitare 5 euro
Soci esterni
7 euro
Soci sostenitori
a partire da
10 euro
Le nostre attività
Incontri del venerdì - Concerti
Mostre - Corsi - Biblioteca
Scuola di italiano per stranieri
Palestra informatica
Spazio Studio Universitari
GIS Zona 9
CENTRO CULTURALE DELLA COOPERATIVA Via Hermada 14 - Milano Tel. 02.66114499
ATM: 4 - 5 - 51 - 86 - 166
Sostieni l’attività del Centro Culturale
della Cooperativa
Con il 2013 è iniziato il quarto
anno di attività del Centro Culturale della Cooperativa.
Sembra ieri quando abbiamo
mosso i primi passi con tante
idee, qualcuna forse un po’ confusa, ma con una grande voglia
di fare e ritagliarci “un posto al
sole” nella pletora delle associazioni culturali che ci circondavano.
Strada facendo un piccolo spazio l’abbiamo sicuramente guadagnato, anche se la meta che ci
siamo prefissi non è stata ancora
raggiunta.
Non stiamo a farvi l’elenco delle
attività nostre e di quelle in collaborazione con altri a cui diamo
spazio, alle relazioni intrecciate
in questi anni, al bel rapporto
instaurato con chi ci frequenta.
Se ritenete tutto questo un valore, vi chiediamo di divenire socio
del Centro Culturale della Cooperativa o, se già lo siete, di rinnovare la tessera per il 2013,un
gesto che interpreteremo come un apprezzamento del nostro lavoro.
1° incontro
Sabato 2 marzo dalle 10 alle14
Il bisogno di fumare è solo in piccola parte
sostenuto dalla dipendenza da nicotina che
sparisce dal corpo dopo pochissimi giorni di
astinenza. Incidono maggiormente gli aspetti
psicologici e la convinzione che cambiare
sia impossibile o molto complicato. Only
smoke sostiene, attraverso il lavoro di
gruppo, il cambiamento e la convinzione di
poter incidere con maggiore autoefficacia
nella vita di ogni giorno.
Presentazione del metodo
Come agiscono le dipendenze
Test per valutare livello dipendenza ed elaborazione
risultati
Ricerca cause dipendenza da nicotina: gruppo di
self-help psicologico
Rimedi omeopatici che possono aiutare nella
disassuefazione da tabacco
Indicazioni per le due settimane successive
2° incontro
Sabato 16 marzo dalle 10 alle 14
Discussione guidata sui risultati e le difficoltà
incontrate
Gruppo di self-help psicologico
Valutazione degli elaborati e discussione di gruppo
Tecniche di mantenimento dei risultati
Sintesi delle due sessioni e conclusioni
Il corso, presso il Centro
Culturale della Cooperativa,
verrà condotto da
Simona Girardi
Costo previsto per l’intero percorso 125
psicoterapeuta e da
con iscrizione obbligatoria al Centro Culturale
Giorgio Narcisi
esperto dinamiche di gruppo (5 soci Abitare - 7 soci esterni)
Per informazioni e iscrizioni: 02.66114499 - [email protected]
I corsi si terranno presso la sede in via Hermada 14 - Milano
CENTRO CULTURALE DELLA COOPERATIVA Via Hermada 14 - Milano - Tel. 02.66114499 - ATM: 4 - 5 - 51 - 86 - 166
f e b b r a i o 2 013
Aggiungiamo i quattro corsi tenuti nel 2012: “Mettersi
all’opera” , “Un viaggio senza bagagli”, “Victor Hugo e il suo
tempo” e, per chiudere, cinque incontri dedicati a “Migliorare l’autostima” in compagnia di una psicologa.
Da non dimenticare l’attività della biblioteca, che è
all’origine del Centro Culturale e altre realtà con cui collaboriamo: il Corso di italiano per stranieri, lo Spazio studio
domenica Niguarda dedicato agli universitari, la Palestra
informatica nata grazie ad un accordo con Telecom Italia
e, per chiudere, il GIS Zona 9 per le promozioni del Teatro
alla Scala e degli Arcimboldi.
Ricapitoliamo dunque la situazione “cultura” in
questo quartiere periferico: possiamo esibire un teatro, un museo metropolitano, una galleria d’arte e
futuro polo musicale, un attivissimo centro culturale.
E questa me la chiamate cultura di periferia?
33
SOLIDARIETÀ
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Offrire alle persone con disabilità, in particolare giovani, l’opportunità di vivere esperienze di confronto e crescita e promuovere il loro sviluppo personale, l’emancipazione e l’indipendenza, aiutandoli a migliorare la qualità
della propria vita.
L’accordo siglato tra UILDM (Unione Italiana
Lotta alla Distrofia Muscolare), il Comune di
Milano e Milanosport, con il sostegno di Fondazione Cariplo, si propone di raggiungere
questi scopi.
Concretamente, l’accordo prevede che nei centri balneari estivi e nelle piscine coperte gestite
34
da Milanosport venga installata una moderna
pedana automatizzata che consenta alle persone con disabilità di immergersi in acqua in
maniera agevole e semplice.
Anche la nostra cooperativa ha contribuito
all’abbatimento di queste barriere promuovendo una sottoscrizione tra i soci per ottenere la
somma necessaria alla realizzazione di questo
importante progetto.
La sottoscrizione, che si è chiusa il 31 gennaio, scorso ha permesso di raccogliere ben
1.248 euro
f e b b r a i o 2 013
di Lorenzo Mazzi
I
l Circolo Culturale Italo Calvino, che
dal 1987 fa attività culturale nel quartiere di Affori a Milano, prosegue anche nell’anno 2013 le sue iniziative.
Alternando presentazioni, mostre, serate e dibattiti, questa vivace realtà cerca
di fare cultura anche in periferia, portando nei nostri quartieri una programmazione di qualità, che non si arrende
all’omologazione verso il basso della
cultura catodica e televisiva.
Dopo l’inaugurazione della stagione ad
ottobre, denominata “Italo Swing”, con
una partecipata serata di balli e musica ispirati agli anni ‘30 e ‘40, a novembre si è tenuta la presentazione, con
la partecipazione dell’autore Stefano
Pellegrini, dell’ironico libro sul “più vivo
e bistrattato quartiere di Milano”: Tutto
quello che mi serve veramente sapere
l’ho imparato in Bovisa. Il 2012 si è concluso con l’usuale concerto natalizio; in
questa occasione protagonista è stato
il Coro Tomàs Luis De Victoria, con un
repertorio vocale tra il Rinascimento e
la modernità.
L’anno nuovo si è poi aperto, il 26 gennaio, con la presentazione del libro Indignarsi è giusto (Mimesis Edizioni,
2012) di Ferruccio Capelli, direttore
della storica e importantissima Casa
della Cultura e della Scuola di Cultura Politica di Milano. Durante l’incontro
si è discussa, con la partecipazione di
Alessandro Capelli (delegato alle politiche giovanili del
Comune di Milano) e la moderazione di Lorenzo Mazzi
(Circolo Culturale Italo Calvino), della prospettiva sociale e politica indicata nel libro, in cui si intrecciano due
narrazioni: la ricostruzione delle radici e delle ragioni
dell’indignazione e la proposta di una cultura politica
“non liberista”. Il libro si articola in tre parti: inizia con la
ricostruzione dei trent’anni della globalizzazione liberista; mette a fuoco la cesura storica rappresentata dalla
grande crisi iniziata nel 2008; si conclude sottolineando
l’esigenza e delineando la possibilità di un nuovo umanesimo. Nel corso del 2011 l’indignazione ha infatti animato imponenti movimenti in Europa e nel mondo,
mentre la guida dei governi viene ora affidata diretta-
f e b b r a i o 2 013
mente agli esponenti dell’establishment,
in quanto “tecnici dell’economia”. Con la
novità, rispetto agli anni che hanno preceduto la crisi, di un taglio radicale dei
diritti sociali e della protezione dei cittadini. Il libro prospetta la possibilità di una
via d’uscita: delinea infatti le coordinate
di una visione non liberista ed evidenzia
le tracce, già esistenti, di un’altra risposta. Il libro dialoga con tutti coloro che
si interrogano sullo svuotamento della nostra democrazia, sulla evanescenza e inconsistenza della politica attuale
e sull’urgenza di pensare e impostare
un’altra politica. Tutti i relatori e il pubblico presente hanno ritenuto utile, in
un periodo storico in cui la politica gode (giustamente) di scarsa considerazione e ampio discredito, cercare una prospettiva che ritorni alla cura e al rispetto
del bene comune e della cosa pubblica,
senza arrendersi né alla vulgata liberista
per cui solo ciò che è privato è bello, né
all’idea che “tanto sono tutti ugualmente imbroglioni”. Un messaggio di speranza e cambiamento.
In tal senso le future iniziative del circolo
torneranno a parlare di attualità politica
e sociale, con un incontro, organizzato
in collaborazione con le istituzioni locali,
riguardante il PGT approvato dall’amministrazione comunale per i nostri quartieri e le modificazioni urbanistiche previste nei prossimi anni. Inoltre a febbraio
si terrà anche la consueta mostra di pittura organizzata
dai numerosi allievi del corso tenuto dall’artista Stefania
Favaro presso il Circolo.
Le attività del Calvino proseguono quindi per tutto il
2013 e sicuramente anche la possibilità di conoscere
persone nuove interessate a fare cultura, potrà permettere di mettere in cantiere nuove iniziative e arricchire
di immaginazione e nuovi spunti le proposte. Invitiamo
pertanto a prendere contatti per sapere direttamente
cos’è il Circolo Calvino.
Circolo Culturale Italo Calvino
Via Zanoli 15, Milano - 02 66 22 41 05
www.circoloculturaleitalocalvino.it
35
LA COOPERATIVA E LA CULTURA
Proseguono nel 2013 le iniziative
del Circolo Culturale Italo Calvino
LA COOPERATIVA E LA CULTURA
TEATRO DELLA COOPERATIVA
Prosegue la stagione con nuove
e interessanti proposte
di Giusy Deligios
L
a stagione 2012/2013 è dedicata ad
Aldo Juretich, partigiano di Fiume
che, dopo mesi di carcere fascista, fu
uno degli internati di Goli Otok, peggior gulag jugoslavo per comunisti “traditori”. La stagione è suddivisa in tre filoni tematici: la nostra attualità, personaggi e storie al femminile e una parentesi dedicata al
comico. Una stagione davvero intensa ma
anche eccezionale, poiché i nostri spettacoli saranno ospiti nei cartelloni di diversi
importanti teatri di Milano
A conclusione della prima parte della stagione, il 5 febbraio è andato in scena per un
secondo appuntamento “Non raccontiamocela! Progetto donne reading, poesia, fotografia, musica” condotto da Livia
Grossi con la collaborazione di Lucia Vasini.
Monologhi e testimonianze di donne italiane e straniere per riflettere su che cosa
significa essere “uomini” e “donne” al di là
Bebo Storti,
Elena Novoselova
e Renato Sarti
in “Otello Spritz”
36
del proprio corpo biologico e sociale. Si è
dato poi il via ad un importante progetto di scambio che vede protagonisti il Teatro della Cooperativa e il Teatro ATIR - Ringhiera: due periferie di Milano - Niguarda e
Chiesa Rossa - si scambiano due spettacoli
che raccontano differenti forme di ribellione. Noi porteremo quindi in scena all’ATIR
“Chicago boys”, regia di Renato Sarti con
la collaborazione di Bebo Storti ed Elena
Novoselova; l’ATIR porterà da noi “Il ritratto della salute”, regia di Mattia Fabris con
Chiara Stoppa.
“Il ritratto della salute” è il racconto di
una malattia vista attraverso gli occhi di
una ragazza giovane che racconta la sua
esperienza, dicendoci con semplicità disarmante che il tumore non è un tabù, che
delle terapie e della sofferenza si può anche parlare guardandosi negli occhi.
Il mese di febbraio si conclude con “Ritter,
Dene, Voss”, testo di Thomas Bernhard per
la regia di Renato Sarti con Valerio Buongiorno, Piero Lenardon e Carlo Rossi. In sce-
na fino al 3 marzo. Ritter, Dene, Voss sono i
nomi di tre attori tedeschi: Ilse Ritter, Kirsten
Dene e Gert Voss primi interpreti dell’opera
di Thomas Bernhard al Festival di Salisburgo nell’estate del 1986. Ne nasce un ménage à trois ricco di doppi sensi e seduzioni tormentate, i quali svelano i rapporti
incestuosi che legano i tre protagonisti: si
celebra lo sfacelo di una famiglia, cui fa da
sfondo quello dell’Austria post-Anschluss
e pre-Haider.
Tornando al tema femminile, il Teatro porta
in scena “Varia donnità – scene per femmina” dal 6 al 10 marzo. Ave Ninchi, Anna Magnani, Bice Valori, Tina Pica, Franca
Valeri, Pupella Maggio e molte altre attrici
legate ad indimenticabili personaggi femminili dello spettacolo. Le interpreti di “Nome di Battaglia Lia”, Marta Marangoni e
Rossana Mola, raccontano queste grandi
attrici, attraverso letture, sketch, monologhi, canzoni e qualche sbirciata biografica,
con il puro scopo di intrattenere, ricordare
insieme e omaggiare il loro talento e la loro professionalità.
Segue una prima nazionale di “Saldi di fine futuro” dal 12 al 24 marzo per la regia di
Marco Rampoldi con Diego Parassole. Dopo “Che Bio ce la mandi buona” e “I Consumisti mangiano i bambini”, con “Saldi
di fine futuro” Diego Parassole completa
la sua esilarante “Trilogia della sopravvivenza”. Sì, perché il futuro ci ha preso alle
spalle e non siamo preparati. Non sappiamo molto di lui, ma di sicuro non è il futuro
dei nostri sogni.
In occasione del 152° anniversario dell’Unità d’ Italia il nostro palcoscenico presenta
“W l’Italia.it...noi non sapevamo” di Egidia Bruno e Marie Belotti, dal 17 al 18 marzo. Un’orazione civile, un canto struggente e appassionato, uno spettacolo di “contro-informazione”, una “urgenza teatrale” di
raccontare le origini di quella che Pasquale
Villari, Gaetano Salvemini, Giustino Fortunato e altri chiamarono la “questione meridionale”.
f e b b r a i o 2 013
Giulia Lazzarini e Renato Sarti
in “Muri-prima e dopo Basaglia
Le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia si sono appena concluse ma la questione meridionale è ancora drammaticamente aperta.
Chiudiamo il mese di marzo con un testo
di attualità: “Burkina Faso: il teatro delle origini” dal 26 al 28 marzo. Nato dal reportage di Livia Grossi realizzato appunto
in Burkina Faso con il fotografo Emiliano
Boga: un viaggio-indagine sulla funzione sociale del teatro e sulla sua originale
forza comunicativa.
Torniamo alle donne, soprattutto ad una
donna ed attrice quale Laura Curino, in uno
spettacolo che ha debuttato al Festival di
Borgio Verezzi 2012 “Scintille”. Una produzione del Teatro Cargo in scena dal 2 al
7 aprile. Laura Curino rievoca una giornata
dal punto di vista delle protagoniste, una
madre e due figlie cucitrici chine sulle loro macchine, emigrate dall’Italia in cerca
di fortuna.
All’ottavo piano del grattacielo che ospita
la fabbrica in cui lavorano, prendono fuoco
le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati
in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti
di filo. Non esiste un’adeguata protezione
antincendio. Il fuoco impedisce di fuggire:
la tragedia si svolge in 18 minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze; una storia dimenticata e la scintilla della protesta che diventerà uno dei precedenti storici per la Festa
della Donna.
Dal 9 al 14 aprile torna in scena Bebo Storti con Fabrizio Coniglio in “Banche: come
se un ladro ti entrasse in casa”. Titolo che
prende spunto da una frase che una signora di 78 anni si è sentita dire dal direttore
della propria banca, quando è andata a lamentarsi per come le avessero volatilizzato i risparmi: “Signora non c’è più niente da
fare, ci metta una pietra sopra… come se
un ladro le fosse entrato in casa”.
Conoscere le strategie delle truffe messe a
punto dalle banche è un modo per capire
fino a che punto si sta spingendo il demone del profitto senza etica. A seguire uno
degli appuntamenti più significativi è sicuramente la ripresa di “Muri – prima e
dopo Basaglia” con Giulia Lazzarini per la
regia di Renato Sarti.
Ospite per due stagioni consecutive del Piccolo Teatro, finalista al premio Riccione per il
teatro 2009 e Premio Anima 2012. Camicie
di forza, somministrazione in dosi massicce di psicofarmaci, lobotomia, elettroshock:
questo era il manicomio prima dell’entrata
(continua alla pagina seguente)
SANITARI - ARREDO BAGNO - RISCALDAMENTO
CONDIZIONAMENTO - ANTINFORTUNISTICA
f e b b r a i o 2 013
37
LA COOPERATIVA E LA CULTURA
in vigore della legge Basaglia. Un luogo di
isolamento in cui, sui ricoverati si perpetrava ogni tipo di violenza e di tortura.
Proseguiamo con una prima milanese “Rimidia (l’Apocalisse)” testo di Francesca
Sangalli e regia di Alex Cendron dal 23 aprile al 1 maggio. Eliseo Cannone, Alex Cendron, Serena Di Gregorio, Laura Pozone i
nostri redivivi e sempre protagonisti attori della generazione mediatica, alle prese
con una serie feroce e a tratti ributtante
di sketch sulla vita, le invidie, i malesseri,
le inconcludenze del nostro presente. “Rimidia” è uno spettacolo caratterizzato da
una comicità caustica, per mascherare la
superficialità e l’ipocrisia della società in
cui viviamo.
Torna in scena poi uno degli spettacoli di
maggior successo del Teatro della Cooperativa “Nome di battaglia Lia” testo scritto
e diretto da Renato Sarti con Marta Marangoni, Rossana Mola e lo stesso Sarti. Spettacolo riproposto in occasione del centenario
della nascita di Gina Galeotti Bianchi e per
il quale la Presidenza della Repubblica ha
conferito la medaglia d’oro. Forse a volte ci
si dimentica delle storie apparentemente
periferiche.
Ci si dimentica che al di là dei momenti alti
e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità
ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo.
Dal 3 al 5 maggio sarà in scena “Handy
non Andy”; lavoro di Michele La Fortezza
in cui spiega storie semplici e quotidiane
di un Handy che possono essere anche di
un non Handy.
È l’incontro/scontro tra le difficoltà oggettive, ipocrisia e soddisfazione dei bisogni
‘normali’ che creano la mia comicità, chiarisce la sua comicità.
LA COOPERATIVA E LA CULTURA
Diego Parassole
in “Saldi di fine futuro”
(segue dalla pagina precedente)
A seguire torna la coppia Sarti/Storti dal 9 al
19 maggio per una rilettura grottesca e tragica di un capolavoro shakespiriano aggiornata ai nostri tempi “Otello spritz”. Otello
è il prototipo dello straniero che si è inserito
magnificamente in una realtà diversa dalla sua e conquista un ruolo di primissimo
piano. Desdemona diventa simbolo di tutte
quelle donne che vengono uccise all’interno delle “mura amiche” nell’indifferenza che
impera silente e inaccettabile.
In scena dal 10 al 12 maggio “Madri concerto di sbagli e di intimità” con Francesca Albenese, Silvia Baldini, Swewa Schneider e Laura Valli. Il gruppo ha elaborato
autonomamente materiali, interviste, fotografie, canti e testi.
“Nella terra dove sono nata si dice ‘a fare i
genitori come si fa si sbaglia” spiega Elena
Bucci. Con questo spettacolo si conclude
la stagione dedicata al tema al femminile,
alle donne e alle loro storie.
Chiude, invece, la stagione Aldo Juretich
una regia di Marco Rampoldi “Communicating doors – stanze comunicanti” dal
20 maggio all’ 1 giugno.
38
Dovrebbe essere un lavoro di routine per
Poupay “consulente sessuale specializzata”,
ma nella stanza d’albergo niente gira per
il verso giusto: il troppo anziano cliente rifugge dai giochi proposti e, fra minacce ed
implorazioni, la spinge a firmare una misteriosa confessione dopodiché cade moribondo ai suoi piedi; il “sensale” che aveva
organizzato l’incontro svela la sua natura
da killer e cerca di eliminarla.
Il Teatro della Cooperativa ormai da diversi anni è attento al coinvolgimento dei
bambini e ragazzi nell’arte teatrale, inserendo quindi una rassegna “ragazzi e famiglie 2012/2013”. Il prossimo appuntamento
sarà “Appunto giocolerie comico - musicali” in scena il 2 febbraio con Claudio
Cremonesi e Davide Baldi.
Entrano in scena, l’artista a cavallo del suo
baule e il maestro che lo spinge. Dai bauli
escono ogni sorta di oggetti e di strumenti; la musica dal vivo è originale e molto
dispettosa.
Il 23 febbraio si prosegue con “Il ghiro
d’Itallia in 80 errori geografia, grammatica e fantasia dall’universo di Gianni Rodari” per la regia di Renzo Pagliaro-
to e la partecipazione di Gian Marco Maffei. Infine, la stagione ragazzi termina con
“Fucsia” il 9 marzo di e con Tatiana Milan e
Anna Mariani.
Saranno presenti anche tre eventi speciali
fuori stagione, il primo dei quali è “Suicidi? Tangentopoli in commedia” diretto
e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio il 25 febbraio.
Siamo in piena tangentopoli e due ispettori indagano su 3 suicidi eccellenti di quel
periodo: Castellari, Cagliari e Gardini. Riattraversare quel periodo con queste tre vicende è anche un modo per capire che
cosa è il nostro Paese oggi e cosa continuerà ad essere negli anni, se questo “sistema”
non verrà smantellato.
Il pubblico assisterà alla narrazione di una
pagina oscura della storia italiana e dei suoi
aspetti grotteschi e assurdi, recitata in chiave ironica.
Gli altri due sono rispettivamente “Larsen”
e “La quarta storia” in scena il 26 e 27
aprile con Davide Arcuri, Fabio Maccioni e
Domenico Pugliares.
L’improvvisazione teatrale è una forma di
spettacolo che ha avi nobili, come la Commedia dell’Arte, e una storia recente fatta
di spettacoli legati soprattutto all’intrattenimento cabarettistico. L’effetto Larsen si
ha quando si mette un microfono di fronte a un amplificatore quindi si mettono degli improvvisatori di fronte a un coro che
improvvisa: uno spunto dal pubblico e si
comincia.
La Quarta Storia, invece, è quella che racconta il pubblico: tre attori in scena ricevono ciascuno un personaggio dal pubblico, ognuno protagonista di una storia.
Le tre storie vivono insieme sul palco, con
un montaggio serrato e quasi cinematografico.
Seguite il Teatro e tenetevi sempre aggiornati su www.teatrodellacooperativa.it
o telefonate allo 0264749997 e iscrivetevi alla newsletter per essere informati su
eventi e novità del Teatro.
Numerosi sconti e riduzioni per gli under
27 e over 60, disabili e numerose altre convenzioni.
f e b b r a i o 2 013
CULTURA
“
QUANDO TROVIAMO
L’INDICAZIONE “MADE
IN ITALY”, SIAMO SICURI
CHE IL PRODOTTO SIA
STATO REALIZZATO
INTERAMENTE NEL
NOSTRO PAESE?
PERCORSI DI...INCONTRI
Basule tessitore
“Made in Italy?”
di Valeria Malvicini
P
ercorsi di... serie di incontri culturali
nati dalla collaborazione tra Pandora, Abitare, Fondazione Don Gnocchi - Centro Girola e comitato soci
Coop Milano Ornato, quest’anno ha affrontato il tema della moda e della produzione
del tessile e dell’abbigliamento, così è stata organizzata anche una spesa simulata
all’ipercoop Centro Sarca, finalizzata a decifrare ed interpretare le etichette dei prodotti tessili presenti.
Alcune scoperte interessanti: il nostro guardaroba è certamente “mondiale” ma, mentre l’etichetta con la composizione del tessuto (elemento importante per scegliere
un capo per qualità e salubrità) è obbligatoriamente presente grazie ad una legge
degli anni 70, non sempre è segnalato il
paese di provenienza del prodotto. Spesso ci si limita all’indicazione “prodotto importato”.
Ma anche quando troviamo l’indicazione
“made in Italy”, siamo sicuri che il prodotto sia stato realizzato interamente nel nostro paese? Certo che no. Infatti è consentita l’apposizione dell’etichetta made in Italy
anche su capi prodotti in parte (a volte anche in gran parte - dipende dal “valore” delle
diverse fasi di lavorazione) in altri paesi. Per
la verità è stata anche avanzata una proposta di legge per rendere più trasparente l’etif e b b r a i o 2 013
chetta e nel 2012 è entrato in vigore il nuovo regolamento UE in materia, ma l’obbligo
di inserire il paese di origine è ancora oggetto di discussione. Queste tematiche sono amplificate oggi da un commercio globalizzato, tuttavia le interconnessioni sono
da sempre molto più numerose di quelle
che può suggerire un’etichetta , come racconta R. Linton in “Lo studio dell’uomo”.
“Il cittadino americano medio si sveglia in
un letto costruito secondo un modello che
ebbe origine nel vicino Oriente. Egli scosta
le lenzuola e le coperte che possono essere
di cotone, pianta originaria dell’India, o di
lino, pianta originaria del vicino Oriente; o
di lana di pecora, animale originariamente
domesticato nel vicino Oriente; o di seta, il
cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i mocassini inventati dagli indiani delle
contrade boscose dell’Est, e va in bagno, i
cui accessori sono un misto di invenzioni
europee e americane, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi
si fa la barba, rito masochistico che sembra
derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani.
Tornato in camera da letto, prende i suoi
vestiti da una sedia il cui modello è stato
elaborato nell’Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò in origini dai vestiti di pelle dei nomadi
,,
delle steppe dell’Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo un procedimento
inventato nell’antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette intorno al
collo una striscia dai colori brillanti che è
un vestigio sopravvissuto degli scialli che
tenevano sulle spalle i croati del diciassettesimo secolo [...]
Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono un’antica invenzione della
Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre
culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di
acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del sud, la forchetta ha origini medievali
italiane, il cucchiaio è un derivato dell’originale romano. Prende il caffè pianta abissina,
con panna e zucchero. Sia l’idea di allevare
mucche che quella di mungerle ha avuto
origine nel vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta.
Dopo la frutta e il caffè mangerà le cialde,
dolci fatti, secondo una tecnica scandinava,
con il frumento, originario dell’Asia minore.
Quando il nostro amico ha finito di mangiare, si appoggia alla spalliera della sedia
e fuma, secondo un’abitudine degli indiani
d’America, consumando la pianta addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia, o la sigaretta
derivata dal Messico. Può anche fumare un
sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso
la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del
giorno, stampate in un carattere inventato
dagli antichi semiti, su un materiale inventato in Cina e secondo un processo inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che si agitano all’estero, se
è un buon cittadino conservatore, con un
linguaggio indo-europeo, ringrazierà una
divinità ebraica di averlo fatto al cento per
cento americano.1)”
In conclusione: il problema non è l’incontro e lo scambio, ma l’equità dello stesso.
1) In “Eccesso di culture”
di Marco Aime - Einaudi 2004.
39
LA PAGINA DEI GIOVANI
Volontariato,
l’aiuto che
ci fa crescere
Per informazioni:
www.arche.it • www.lagocciaitalia.it
www.hadicapsulatesta.org
di Giulia Iasoni
L
e organizzazioni di volontariato che operano a Milano e provincia iscritte al registro regionale di volontariato sono tantissime, 899 secondo gli ultimi dati del Ciessevi (Centro Servizi per il Volontariato nella Provincia di Milano). E sono sempre di più anche i
ragazzi che decidono di darsi da fare in questo
campo. Molte sono le attività tra cui scegliere.
Abbiamo raccolto le storie di cinque ragazzi.
Pietro Giovanardi, 24 anni, studia giurisprudenza all’Università degli studi di Milano, ma
ogni venerdì mattina lascia da parte i libri di
diritto per recarsi al reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Paolo di Milano. “Dalle 9 del mattino alle 2 del pomeriggio intrattengo bambini e familiari nella sala
d’attesa dell’ospedale”, ci ha raccontato Pietro,
che da settembre lavora con l’associazione
Onlus milanese Archè. “Gioco con i bambini
e tento di distrarli e, quando rimangono soli,
faccio due chiacchiere anche con i loro genitori, per cercare di stemperare la tensione”.
Si richiedono particolari attestati per
svolgere questa attività? “No, basta rimanere tranquilli e non agitarsi mai, anche se
spesso si toccano situazioni molto delicate.
Soprattutto bisogna cercare di instaurare un
rapporto di parità con le persone che si hanno di fronte. In fondo, fare volontariato è un
modo per aiutare anche se stessi”.
Spiegati meglio. “Prima di essere un volontario, sono un ragazzo, con le mie paure, i miei
dubbi e i miei progetti. Tutti hanno bisogno
di essere aiutati, oggi lo faccio io e domani
lo farà qualcun altro per me. Ogni rapporto
che prevede uno scambio di informazioni,
una condivisione di esperienze arricchisce.
Per questo cercherò sempre di ritagliarmi un
po’ di tempo per svolgere attività come questa, anche quando inizierò a lavorare”.
Avevi già lavorato per Archè? “Sì, mi era capitato di svolgere qualche lavoro di manovalanza (svuotare le case o caricare camion) e
dare una mano al mercatino di Natale che si
tiene ogni anno a Milano in zona Porta Nuova”.
In casa Giovanardi, il volontariato deve essere un vizio di famiglia. Elena, secondogenita
di 22 anni, laureata in psicologia all’Università
San Raffaele, lavora da tempo con l’associazione Onlus La Goccia. Due anni fa, ha passato venti giorni in una casa di accoglienza per
ragazzi di strada a Nairobi, in Kenya. “Erano ragazzi abbandonati dalle famiglie o scappati di
casa, i più piccoli avevano cinque o sei anni, i
più grandi venti”, ricorda Elena.
“Il centro di accoglienza è composto da due
case separate, una per noi educatori e l’altra
per i ragazzi. Però ogni attività, pasti compresi, veniva svolta insieme. Mi ha colpito il fatto che non ci fossero bambine, poi mi è stato spiegato che non vengono abbandonate
perché sono una “merce preziosa”, destinata
alla prostituzione”.
È stata un’esperienza difficile? “Devi sicuramente partire preparato, essere aperto e disposto ad adattarti. Per intenderci, non devi
scandalizzarti se ogni tanto trovi una mosca
nel piatto o se puoi lavarti ogni quattro gior-
Dal diario di Elena, 12/08/11
Elena (maglia rossa) con i bambini del centro
40
In Africa il senso del tempo non ha nulla a
che vedere con quello ossessivo e frenetico
della vita milanese. È il tempo che si adatta
alla persona e non viceversa. In questi giorni ho imparato che non sprecare il tempo
non significa occupare ogni secondo della giornata seguendo una rigida tabella di
marcia. Ciò che rende importante e piena
la nostra vita non è tanto la quantità delle
cose che riusciamo a fare o vedere, ma il
modo in cui le viviamo.
f e b b r a i o 2 013
Il consiglio di Sara
Guardate The constant gardener, il film di
Fernando Meirelles che nel 2006 ha vinto
l’Oscar per la migliore attrice non protagonista (Rachel Weisz). Il film, girato tra
Londra e Nairobi, mostra le strade, le case
e i luoghi visti da Sara.
ni. Ma problemi con i ragazzi non ne ho mai
avuti. All’inizio è difficile, perché cercano di
intenerirti e ottenere favori raccontandoti le
loro storie strazianti, non sempre del tutto vere. Poi, però, con molti di loro siamo riusciti a
stabilire un rapporto di fiducia, che ci ha permesso di parlare con maggiore tranquillità e
onestà. Non tutti i giorni è stato facile, ma erano gli stessi ragazzi del centro a darmi la forza”.
In che modo? “Ricordo che un giorno un ragazzo mi ha raccontato di essere stato in prigione, di aver perso la sua famiglia e molti dei
suoi più cari amici. Cercavo le parole giuste
per rincuorarlo, ma lui mi ha preceduto: se
credi in te stessa tutto è più facile, non devi
abbatterti mai. Così mi ha detto”.
Cosa ti ha colpito di più in quei giorni?
“Sembra strano, ma io mi sono divertita tantissimo. È stata un’esperienza incredibile, che
mi ha messo a contatto con un modo di vivere completamente diverso dal nostro. Nonostante tutto, quei ragazzi erano felici. E mi
hanno insegnato tantissimo”.
È andata come ti aspettavi? “Sono partita con l’idea di aiutare gli altri, ma al ritorno
ho capito che forse avevo ricavato più io da
quest’esperienza. Prima di tornare a casa, Kevin, uno dei ragazzi più grandi del centro, mi
ha detto che la prima volta che si va in Africa
lo si fa per se stessi, solo la seconda volta si
possono aiutare davvero gli altri”.
f e b b r i o 2 013
Michela Ricci, 20 anni, e Margherita Borg,
19 anni, quest’estate sono state in un orfanotrofio in un piccolo villaggio vicino a Iringa,
capoluogo della Tanzania. Senza avere alle
spalle alcuna associazione di volontariato.
“Abbiamo contattato direttamente l’orfanotrofio, gestito da un gruppo di suore cattoliche tanzanesi”, raccontano le ragazze.
Come vi hanno accolto? Michela: “Benissimo! In genere all’orfanotrofio vengono ospitati per pochi giorni gruppi di associazioni di
volontariato che portano alle suore vestiti,
giochi o medicine per i bambini. Noi invece
le abbiamo aiutate a lavare i panni nel lavatoio, ad innaffiare l’orto e a raccogliere le verdure, a cucinare, a badare ai bambini... Abbiamo
vissuto con loro e come loro per un mese. Per
questo è stata un’esperienza magica”. Prosegue Margherita: “Ci siamo abituate anche al
loro cibo: riso, verdure, polenta bianca e pane. E anche se all’inizio è stato difficile, abbiamo superato il problema della lingua”. “È vero”,
continua Michela: “Siamo riuscite ad imparare qualche parola di swahili, la loro lingua, e
abbiamo insegnato loro un po’ di italiano e
di inglese. La musica ha reso l’apprendimento più facile e divertente: le suore cantavano
sempre, mentre lavoravano, mentre passeggiavano... Era bellissimo sentirle! Così ci siamo
fatte insegnare qualche canzone”.
Qual è la prima cosa che vi viene in mente se ripensate a quel mese in Africa? Michela: “La semplicità con cui vivono è la cosa
che più mi ha colpito. Si accontentano del
minimo indispensabile, ma sono più consapevoli di quel poco che hanno e per questo,
forse, ne hanno più cura. È stata un’esperienza di gioia, non mi hanno mai trasmesso una
sensazione di povertà o di tristezza. Abbiamo
molto da imparare da loro”. “Sono d’accordo”,
conclude Margherita, “vedere quei bambini
che ogni mattina ti correvano incontro felici e sorridenti mi faceva scendere dal letto volentieri”.
Michela (sinistra) e Margherita (destra) con le suore dell’orfanotrofio
41
LA PAGINA DEI GIOVANI
Sara Ricci, 22 anni, ha lavorato durante gli
anni del liceo con l’associazione di volontariato Handicap...su la testa!, fondata a Milano nel 1989.
Avevi sedici anni quando hai iniziato, di
cosa ti occupavi? “Insieme ad altri quattro o
cinque volontari, un paio di pomeriggi a settimana, intrattenevamo una decina di ragazzi
disabili. Li chiamo ragazzi, in realtà il più piccolo aveva sedici anni, ma la maggior parte
erano adulti. Svolgevamo soprattutto attività
manuali: disegni, collage, dipinti. D’estate organizzavamo delle uscite al parco, d’inverno
gite sulla neve. È stata un’esperienza incredibile, faticosa ma divertente. Loro si affezionano subito, ti riempiono di abbracci e ti dimostrano in continuazione il loro affetto. Quando mi sono iscritta all’università purtroppo
ho dovuto smettere”.
Hai avuto altre esperienze nel campo
del volontariato? “Sì, sono stata un mese
al centro per bambini di strada Tone la Maji,
nella periferia di Nairobi, in Kenya. Nairobi
è circondata da una cintura di baraccopoli,
che occupano circa l’80% del territorio della
città. Un giorno abbiamo visitato la baraccopoli di Soweto, dove vivono circa ottomila persone. In quella folla abbiamo trovato
anche una coppia di italiani: facevano parte di una cooperativa che aveva raccolto i
fondi per aprire una sorta di asilo a Nairobi.
Vivevano lì da quasi due anni, con qualche
maiale, un paio di galline e una bimba che
era stata abbandonata sui gradini della loro casa durante la notte. Non avevano più
di trentanni, si erano sposati da poco e avevano scelto di vivere immersi nella miseria,
rischiando anche la vita. Perché nelle baraccopoli incendi, sparatorie e aggressioni
sono frequenti”.
Ti ha molto colpito quello che hai visto in
quei giorni. “Sì, è stato davvero duro immergersi in quel mondo desolato ma caotico. Forse non ero abbastanza preparata”.
IN CITTÀ
M5. Finalmente ci siamo
Presentata alla stampa dal Sindaco Giuliano Pisapia
la nuova linea della metropolitana milanese
di Anna Aglaia e Sergio Ghittoni
L
a prima corsa ufficiale della nuova linea lilla ha avuto luogo domenica 10
febbraio alle 11 del mattino.
In questo modo, anche tutti i cittadini
comuni che aspettavano dal 2007 hanno
potuto togliersi il gusto di conoscere questo prodigio della tecnica. Per la autorità e
gli addetti ai lavori, invece, c’è stato un viaggio inaugurale di presentazione qualche
giorno prima. “Oggi Milano ha un metrò e
una marcia in più”, è il benvenuto del sindaco Giuliano Pisapia. “Finalmente ci siamo arrivati. Abbiamo superato ostacoli che sembravano insormontabili: è un primo passo
che proseguirà nei prossimi mesi per arrivare da qui a San Siro”.
Per il momento il tratto inaugurato coprirà solo da Bignami a Zara, praticamente un
doppione dello sperimentato “31”. Questa
apertura, in realtà, sembra essere più che
altro una presentazione della nuova linea,
perché la sua utilità parrebbe essere abbastanza dubbia: solo sette fermate, senza
parcheggi di corrispondenza, su una tratta già coperta egregiamente da un jumbo
tram che viaggia entro un percorso riservato e che per il momento non cambierà
itinerario. Ma entro l’anno è previsto il ben
più utile prolungamento fino a Isola e Garibaldi, che consentirebbe il collegamen-
42
to con la linea 2 e la rete ferroviaria, e nel
2015, in tempo per l’Expo, fino allo stadio
di San Siro, come assicura l’assessore alla
mobilità Pierfrancesco Maran. Si vedono,
quindi, i primi risultati di un progetto che,
al completamento della tratta fino a Garibaldi, sarà costato ben 550 milioni di euro.
I lavori per la sua costruzione sembravano
non finire mai, i cittadini hanno sopportato disagi di ogni genere e anche a opere
finite le critiche non sono mancate. Viabilità complicata nei controviali di Zara -Testi,
assenza di parcheggi, sia di corrispondenza
che lungo il percorso, e persino l’estetica di
certe entrate di servizio sono i bersagli principali degli scontenti. E strettamente collegato all’apertura della M5 ci sono altri due
progetti che non pochi grattacapi stanno
creando al Comune: le strisce blu e la riorganizzazione delle linee di superficie Atm.
Le strisce blu dell’ambito 43 sono state quasi disegnate tutte. Crediamo di poter dire
che, confortati dal fatto che anche il Consiglio di Zona ha chiesto un approfondimento del progetto che preveda una maggiore
superficie adibita alla sosta per residenti,
l’assenza di parcheggi di interscambio per
i pendolari graverà sulle strade prossime alle nuove fermate della linea metropolitana.
Rammentiamo che le strisce blu consentono, nella modalità già avviata in altri quartieri, di garantire ai residenti un corretto uso
dei parcheggi disincentivando i pendolari a
farne uso. Le norme di gestione degli ambiti di sosta presenti sul territorio cittadino
prevedono per i non residenti una tariffa di
80 centesimi l’ora, da applicarsi dal lunedì al
venerdì dei giorni feriali dalle 8 di mattina
alle 13 del pomeriggio. In questo modo si
garantisce una corretta rotazione dei parcheggi lasciati liberi dai residenti.
Per quanto concerne la rimodulazione delle linee di superficie gestite da Atm, va subito detto, che il nuovo assetto sarà attivato solo successivamente e il CdZ9 ha concordato con l’Amministrazione Centrale un
periodo di rodaggio di 6-8 mesi per valutarne l’efficacia.
Comunque, per il resto, la metropolitana
è una meraviglia. Sette stazioni (Bignami,
Ponale, Bicocca, Ca’ Granda, Istria, Marche e Zara), percorse da treni più piccoli
e più corti (“leggeri”, vengono detti), senza conducente (la spettacolare tecnologia
“driverless” di Ansaldo, usata in molte città
del mondo), ma controllati da una centrale operativa fantascientifica collegata con
i convogli da telecamere e citofoni. Tutte
le banchine sono separate dai binari e dai
treni da porte di sicurezza che si aprono
esclusivamente quando il treno è fermo
in stazione.
Il tratto inaugurato consente di raggiungere da Bignami il collegamento con la linea 3
in soli otto minuti (oggi il “31” ce ne mette
venti), e la frequenza dei passaggi è ogni
f e b b r a i o 2 013
sei minuti. Scenderà a tre solo all’apertura
delle stazioni di Isola e Garibaldi, perché a
quel punto ci si aspetta un maggior flusso
di traffico passeggeri. Nel frattempo gli orari di servizio saranno in parte ridotti: le corse
cominceranno alle sei del mattino e termineranno alle dieci di sera, per consentire il
prosieguo dei lavori nelle ore notturne. La
tratta è comunque efficacemente coperta dopo quell’ora dal “31”. Ogni treno può
trasportare fino a 536 persone, con 72 posti a sedere e due spazi per agganciare in
sicurezza sedie a rotelle, per una capacità
di trasporto totale di 5.000 passeggeri/ora
in ciascuna direzione. Quando la linea lilla
raggiungerà la stazione Garibaldi, alcune
eccellenze della nostra zona, come l’Università della Bicocca, il Cto, il Parco Nord e
l’ospedale di Niguarda saranno raggiungibili in modo estremamente più facile anche per chi proviene da fuori città e si sposta in ferrovia.
Con questo tratto iniziale la metropolitana milanese raggiunge le 101 stazioni e i
92 chilometri, confermandosi la più grande d’Italia. Quando sarà terminata, Milano
sarà una delle 25 città al mondo con una
rete metropolitana superiore ai cento chilometri. Ma Atm assicura che anche la stazione Isola è completata e quella di Garibaldi in stato molto avanzato. Al punto che
dal prossimo mese cominceranno i collaudi con i treni sui binari e per quest’autunno o nella peggiore delle ipotesi per fine
anno anche queste due stazioni saranno
operative.
A lavori ultimati, grazie ai 12,8 chilometri
dell’intera linea lilla sarà possibile trasportare 15-18.000 passeggeri ogni ora per senso
di marcia, con una frequenza che può arrivare in caso di necessità anche a un convoglio ogni 75 secondi. E saranno rivoluzionati anche i tempi di percorrenza in città: 9 minuti da Bicocca a Garibaldi, 11 da
piazzale Lotto a Garibaldi e solo 26 minuti
per tutto il percorso, che toccherà anche
centri nevralgici della città come Sempione e CityLife.
Per l’avvio di questa prima fase Atm impiegherà circa 50 nuovi addetti, che hanno
seguito un intenso percorso di formazione, a partire già dal 2012. Ci sarà infatti una
nuova figura: quella dell’”agente di linea itinerante” che sarà a contatto con i passeggeri per fornire informazioni e intervenire
tempestivamente in caso di necessità. Tutto il personale ha frequentato corsi specifici (70 giornate di formazione, per un totale
di 15.000 ore) per acquisire le capacità necessarie alla gestione di una metropolitana
senza conducente come la lilla.
f e b b r a i o 2 013
IN CITTÀ
Il monumento
a Roberto
Franceschi
patrimonio della
città di Milano
di Paola Cavaleri e Silvio Ostoni
I
l 23 gennaio il Maglio di acciaio alto sette metri posto nel 1977 nel luogo in cui cadde Roberto Franceschi,
in via Bocconi a Milano, di fronte alla
sua Università, è stato ufficializzato come Monumento Cittadino dal Sindaco
di Milano Giuliano Pisapia.
Roberto Franceschi era uno studente
ventenne colpito a morte il 23 gennaio
1973 da un proiettile di pistola in dotazione alla polizia, che quella sera presidiava la sua Università per impedire
un’assemblea aperta agli studenti degli altri atenei milanesi.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Franceschi e dall’Università
Bocconi con il patrocinio del Comune
di Milano e la collaborazione di Abitare che sostiene la Fondazione, oltre ad
ospitarne la sede organizzativa in via Val
d’Ossola 19.
Sono intervenuti all’inaugurazione Lidia Franceschi, madre di Roberto e Presidente Onorario della Fondazione a lui
intitolata, il designer Enzo Mari, il cui
contributo fu decisivo per la realizzazione
dell’opera, e il Rettore dell’Università Bocconi Prof. Andrea Sironi.
Abitare era rappresentata dal Vice Presidente Silvio Ostoni affiancato da Francesco Tripodi, amministratore delegato di
Milano Energia.
Tra le altre personalità presenti, numerosi
assessori del Comune di Milano e consiglieri della Zona 9 di Milano, Luciano Caffini, Presidente di Legacoop Abitanti Lombardia e Nando Dalla Chiesa, presidente
onorario di Libera, l’associazione contro le
mafie fondata da Don Luigi Ciotti.
La Fondazione Franceschi ha organizzato
inoltre, dal 23 gennaio 2013 al 10 aprile
2013, presso gli spazi espositivi dell’Università Bocconi la mostra “Milano e gli anni della grande speranza”. Artisti, studenti
e lavoratori tra impegno e utopia. L’iniziativa si propone di ricostruire il decennio
1966-1976 attraverso le spinte positive e
le grandi speranze che lo caratterizzarono:
giustizia sociale, progresso economico e
civile, lavoro, diritto allo studio, libertà e
diritti civili, liberazione della donna, ricerca della felicità.
Scopo della Fondazione
La Fondazione Roberto Franceschi si è costituita nel 1996 in suo ricordo svolge attività nel
settore della ricerca scientifica di particolare
interesse sociale principalmente nell’ambito
della prevenzione, diagnosi e cura di patologie sociali e forme di emarginazione sociale
attraverso:
• studi, ricerche e contributi alla raccolta dati sia sulle problematiche emergenti che su
quelle croniche che mettono a rischio le
condizioni fisiche, psichiche, economiche,
sociali e familiari delle persone;
• l’erogazione di borse di studio e premi di
laurea a studenti universitari meritevoli i cui
studi - contribuiscano direttamente all’attività di ricerca scientifica della Fondazione;
• la produzione di strumenti didattici e di consultazione scientifica con modalità tali da
restituire benefici diretti alla collettività in
generale.
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RACCONTI
Un tram chiamato 1476
di Marco Rossi
L’
Amministrazione comunale ha spacciato due linee tranviarie, le numero
4 e 5 per metro tranvie .Senza un minimo di ritegno, direi con una bella
faccia tosta.
Due linee tranviarie che arrivano ai confini di Niguarda, girano sul terreno rubato
al Parco Nord e ritornano indietro. Cento
metri dopo inizia il Comune di Bresso. Ho
cercato su Wikipenda una storia simile ma
non l’ho trovata.
Due linee tranviarie, la 5 con tram che hanno almeno 80 anni e sono tutt’ora più che
validi. Una forma ancora moderna, l’interno
in legno, sono di colore giallo, senza pedana utilizzabile dai disabili.
Ricordo di aver letto che il Comune di Milano aveva ceduto a quello di San Francisco, negli Stati Uniti, alcuni di questi tram e
che ancora sono in funzione. Straordinario.
La linea 4 ha tram di modello recentissimo,
detti Jumbo, molto lunghi silenziosi, molleggiati di color verde, con la piattaforma
per i disabili.
Quando passano in via Ornato a Niguarda,
fanno tremare i vetri delle case, bicchieri e
lampadari tintinnano. Forse hanno sbagliato qualche cosa posando le rotaie, ma nessuno reclama oppure a nessuno dell’Azienda tranviaria frega niente.
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Io passo sovente in via Ornato e sempre mi
chiedo come facciano a circolare ancora
quei vecchi tram della linea 5 . Mi ero ripromesso di chiederlo all’Azienda tranviaria
ma non l’ho mai fatto per pigrizia .
In verità il colore giallo una volta era diverso e più vivace, me lo ricordo perché quando ero ragazzo c’erano certi nebbioni che
condizionavano la vita di Milano ed i tram
erano i mezzi più visibili.
La nebbia (la schighera in dialetto) “scendeva” da ottobre a febbraio sulla città. Di
color grigio intenso, odorava di carbone,
ti entrava fredda nella bocca e nel naso, la
sentivi scendere giù nella trachea, riempirti i polmoni, ti restituiva in bocca la sensazione di un gusto perverso e sapevi che ti
faceva male, ma non la rifiutavi. Molti tentavano di coprirsi la bocca e il naso con la
sciarpa, magari con la mano, tentativi inutili
La sentivi sui capelli, ti inumidiva il cappotto e lo appesantiva ancora di più.
Io avevo il cappotto di mio zio che mia
madre aveva rivoltato, con grande bravura, tanto da sembrare nuovo. Alla sala bigliardi di via Torino, mentre giocavo a biliardino, un povero cristo aveva tentato di
rubarmelo. Era l’ottobre del 1956, avevo sedici anni e andavo alla serale.
La serale. Mi ero sempre ripromesso che se
avessi avuto figli non li avrei mai mandati
alla serale. Lavorare di giorno, studiare la se-
ra, perdere la gioventù, una vita di merda.
Le mie figlie hanno fatto il liceo scientifico,
la prima ed il linguistico, la seconda. Hanno
goduto la loro gioventù ed anche la mia.
La scuola serale è da abolire, è inumana. Sei
sere la settimana, compiti a casa.
La domenica ripasso e studio. Da allora mi
sono abituato a dormire non più di cinque
ore per notte. Ho un credito di sonno che
mi aiuterà da morto.
Andavo a scuola alla Cavalli e Conti, sopra
l’Alemagna all’angolo di via Torino e via
Orefici, di fronte al Duomo. Fino a 18 anni
ho fatto il fattorino e poi il rappresentante
di metalli preziosi per odontoiatria. Faticavo in bicicletta tutto il giorno per ventimila lire al mese da fattorino e a malapena ci
tiravo fuori le spese da rappresentante, a
quei tempi la gente in bocca metteva per
lo più l’acciaio.
Qualche mese fa, in via Ornato mi scappa
l’occhio sul retro di un tram giallo della linea
5 e ben visibile vedo il numero 1476. Mi fermai confuso. Quel numero aveva qualche
cosa di familiare. Avevo la sensazione che
fosse un numero importante nella mia vita.
Mentre il tram si allontanava e il numero
sfumava, mi prese un senso di tristezza che
non mi abbandonò per tutto il giorno.
La sera, a cena, ne parlai con Francesca, mia
moglie, ma non ne venni a capo.
Eppure, rimugginavo, quel numero aveva
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RACCONTI
un rapporto con me, aveva un posto nella mia vita. Qualche tempo dopo, mentre
camminavo in via Ornato, sentii alle mie
spalle il rumore tipico del tram quando fa la
curva, il rumore che solo quel tipo di tram
può fare. Improvvisamente mi ricordai il
1476. Era il numero del tram della linea 14
che tutte le sante sere alle 23,45 era fermo
al capolinea di Largo Cairoli.
Qualche volta mi toccava correre e prenderlo al volo. Abitavo in viale Certosa al 153,
a tre fermate dal Cimitero Maggiore, l’altro
capolinea.
Eravamo in pochi su quel tram, perlopiù le
stesse persone. Studenti delle serali, qualche cameriere. Avevamo tutti in comune
la stanchezza.
Nessuno parlava, gli occhi socchiusi. Facce
stanche, pallide. Nessuno leggeva. Sembravamo dei manichini. Anche il tranviere era
stanco, ma sapeva che la sua era l’ultima
corsa e alle fermate, prima di ripartire guardava bene se c’era qualcuno che arrivava
di corsa e lo aspettava.
Saliva ancora gente sino a piazza Baiamonti, poi piano piano scendevano in via Cenisio, poi in viale Certosa. Io ero uno degli
ultimi. Più di una volta capitava che mi addormentassi e che il tranviere mi svegliasse
. Il tram ripassava davanti a casa mia, il tranviere mi faceva scendere davanti al portone di casa, fuori fermata, poi tirava diritto
fino al deposito di via Messina.
Noi della serale alle 17,45 cominciavamo
le lezioni, io arrivavo alle 18, avevo l’handicap quando c’erano i compiti in classe,
ma tant’e...
Non eravamo tristi, eravamo più grandi della nostra età . C’erano studenti di età molto
diverse e che facevano lavori di ogni tipo.
I più fortunati erano quelli che lavoravano
in banca, perlopiù fattorini che volevano
fare carriera.
Eravamo tutti figli di operai, abitavamo in
periferia, la nostra era una condizione che
ci accomunava. Poveri, si, ma quanta voglia
di fare, di reagire. Consideravamo la posizione dei nostri genitori il punto di partenza, dal quale far partire la nostra rivincita
per andare oltre.
Anche allora il calcio era importante, al pari
del ciclismo, e la radio era l’unica fonte di
informazione per tutti . Ma alla scuola serale
no c’era tempo per le chiacchiere, il tempo
era fondamentale, sapevamo che ogni minuto che passava ci avvicinava sempre più
alla stanchezza non gestibile.
Quando uno di noi si addormentava chinando il capo sulle braccia intrecciate appoggiate sul banco, nessuno si meravigliava, i professori capivano e facevano finta
di niente.
Mi ricordo il giorno dell’esposizione dei risultati degli esami di maturità. Visi tirati, salivamo le scale chiedendo con gli occhi, a
quelli che scendevano, se sapevano il loro
risultato. Non pochi piangevano, nascondendo le lacrime.
Per alcuni non c’era più la possibilità dell’appello; dopo due bocciature in una scuola
serale privata dovevi ritornare in una scuola pubblica, una cosa impossibile per tutti.
Che strana Milano a quei tempi. Oggi sento rievocare quegli anni con frasi fatte, con
caricature che non hanno niente a che fare
con la realtà di allora.
C’era una gran miseria, gli effetti della guerra erano tutt’altro che superati.
L’immigrazione dal Sud era in pieno svolgimento con tutte le conseguenze che sap-
Cordoglio
Si è spento Claudio Ciceri
vicepresidente della ASD Niguarda
Calcio.
Dopo anni alla guida della società,
prima come Presidente e dal
2007, a seguito della fusione con
la Frassetti, come Vice Presidente,
si era fatto un po’ in disparte,
ma era comunque componente
fondamentale del direttivo. Un
grande amore, una grande passione
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quella per il calcio, tanto che ha
sempre suscitato una grande
ammirazione per l’impegno nel
sostenere, attraverso questa società
sportiva, un preziosa attività
sociale.
L’augurio è quello che il lavoro di
chi ci lascia non vada perso e che
ancora tanti giovani si ritrovino
in nome dello sport e diventino
cittadini migliori.
piamo. I terroni andavano ad occupare le
case più povere, si avviava così il normale
ciclo di integrazione.
Avevamo una grande voglia di vivere, una
carica di speranza per il futuro.
In quegli anni, ogni giorno si aprivano officine, laboratori, nelle cantine, ovunque. La
luce stava accesa dalla mattina alla sera, si
produceva di tutto.
Nelle cantine di casa mia venivano prodotte madonnine di gesso da vendere ai mercati rionali, in verità in condizioni igieniche
spaventose.
Un altro stampava medagliette di latta di
San Cristoforo protettore degli automobilisti. C’era una frenesia incredibile. Le biciclette erano tante. Si pedalava in fretta, fischiettando, forse non tutti avevano la pancia piena, ma eravamo sicuri che il domani
sarebbe stato migliore dell’oggi.
Davanti a casa nostra (due locali in affitto in
via Marzabotto, sulla Gallaratese) c’era un
cantiere edile. Il guardiano viveva in una
baracca di legno, senza riscaldamento. Si
scaldava mettendo legna dentro un bidone. Quell’inverno era dura. Mia madre, una
domenica mattina si mise a chiacchierare
col guardiano del cantiere. Per farla breve
venne in casa nostra a farsi un bagno caldo e a mangiare una pasta fumante al pomodoro
Nacque una amicizia. Un giorno i lavori finirono, il guardiano se ne andò, ma prima
venne a salutarci e ci portò un pacco ricevuto dal suo paese, pieno di fichi secchi e
con una bottiglia di olio.
Forse oggi certe cose fanno sorridere, sembrano brani di vita in bianco e nero.
Però non mi pare che la vita di oggi, a colori, sia poi tanto meglio.
È venuto
improvvisamente
e prematuramente
a mancare
all’affetto dei
suoi cari il socio
Ruggiero Russo.
Russo, che abitava
da molti anni in
via Cecchi 1 ed era
molto conosciuto
in Cooperativa, è
stato vittima di un
incidente stradale.
La redazione porge ai familiari le più sentite
condoglianze.
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CRONACA
Guardie e ladri in via
Val
di
Ledro
I
Un atto di coraggio di due agenti
ncredibile scena da Far West
nei cortili di via Val di Ledro 23, in quello che è il più
grande quartiere della nostra
cooperativa. Vale la pena di raccontare l’accaduto per l’emozione che ha causato nei testimoni
oculari e per la determinazione,
il sangue freddo, l’abnegazione
e la professionalità dei due soci protagonisti di questa storia.
È sabato 12 gennaio, verso le
due e mezza del pomeriggio.
G.T. (ci permette di menzionarlo solo con le iniziali), agente di
polizia locale fuori servizio, nostro socio, è passato a salutare
la sorella (S.T.), anche lei nostra
socia e anche lei della polizia locale, e a riprendersi le sue figlie
che avevano passato la mattinata
con la zia e la cuginetta nell’appartamento del quartiere di via
Val di Ledro 23.
Improvvisamente i due sentono
strani rumori provenire dal pianerottolo. Incuriositi, cercano di
guardare dallo spioncino. Ma si
rendono subito conto che questo
è stato coperto con un pezzo di
nastro adesivo.
Lo stesso era successo qualche
mese prima, quando l’appartamento di fronte era stato svaligiato. La nostra agente non era
presente, ma al suo ritorno aveva
trovato tutti gli spioncini del pianerottolo coperti da nastro adesivo. È chiaro a questo punto che
stia accadendo qualcosa di preoccupante.
I due agenti aprono la porta e
si accorgono che la serratura
dell’appartamento di fronte è
stata manomessa, ma il responsabile non c’è più, è scappato giù
dalle scale forse rendendosi conto della loro presenza dietro la
porta. G.T. si precipita all’inseguimento, forte del fatto di essere appena smontato dal servizio
e di essere ancora provvisto della dotazione d’ordinanza, armi
e manette comprese. La sorella
lo segue giù dalle scale, perdendo le ciabatte lungo il percorso.
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di polizia locale nostri soci
Il contenuto delle tasche del malvivente
Il ladro sbaglia e, invece di raggiungere l’uscita del cortile sulla
Val di Ledro, si dirige a sinistra
verso la cancellata lungo la via
Spellanzon.
Ma non c’è uscita, il ladro esita,
si capisce che valuta la possibilità di scavalcare il cancello, ma
poi le punte della cancellata e la
sua età non proprio giovanissima lo inducono a desistere e ad
arrendersi.
Viene subito immobilizzato e
perquisito e nelle sue tasche si
trovano oggetti da scasso, oltre
che la copertura della serratura dell’appartamento che aveva tentato di svaligiare. Colto
in flagrante, il ladro, un italiano
sessantenne pluripregiudicato di
Catania, ma residente a Trezzano, dapprima ha cercato di spacciarsi per un abitante del quartiere, poi si è lasciato andare alle lacrime tirando in ballo famiglia e
figli piccoli da sfamare.
La fedina penale di questo soggetto comprende furti e rapine.
Un delinquente abituale insomma, al punto che quando sua
moglie è stata avvertita dell’arresto del marito non ha manifestato alcuna sorpresa, come se
si trattasse di una normale consuetudine. Il malvivente è a San
Vittore, in attesa di processo per
direttissima.
Intanto l’eco di questa impresa
ha raggiunto i vertici del Comune e il sindaco Pisapia in persona ha voluto congratularsi con
il nostro socio, chiamandolo al
telefono per manifestargli il suo
apprezzamento e quello di tutto
il Comune, augurandosi che tutti
gli agenti della polizia metropolitana abbiano lo stesso spirito di
dedizione al dovere anche quando sono fuori servizio.
E non è la prima volta che il nostro G.T. riesce a sventare atti
delittuosi. Nell’agosto scorso,
infatti, in via Majorana (la ex
Gronda Nord), G.T. e sua moglie, anch’essa incredibilmente
della polizia locale come marito e cognata, assistono al furto
della borsa di una signora ferma
al semaforo all’incrocio con viale Enrico Fermi. Un ragazzino
si infila dal finestrino aperto del
passeggero, ne esce con la borsa
della signora, raggiunge rapidamente un’auto parcheggiata poco lontano con altri due complici, che si allontana subito.
I due agenti (in borghese, fuori
servizio) chiedono alla signora
cosa sia successo e la trovano in
preda alla disperazione per il furto della borsa. Con la loro auto
privata si gettano quindi all’inseguimento dei malfattori, li raggiungono, intimano loro di fermarsi esibendo il tesserino della
polizia pur essendo disarmati e
in inferiorità numerica. Per evitare la cattura i delinquenti gettano la borsa dal finestrino, che
viene recuperata. Con tutto il suo
contenuto intatto: cellulare, documenti, effetti personali e 300
euro.
Dalla targa dell’auto non si è potuto risalire a nulla: la macchina era intestata a una zingara di
un campo nomadi che sostiene
di averla prestata a persone che
non si sono potute identificare o
che presentavano alibi suffragati
da altri loro compari. In questo
caso quindi l’arresto non c’è stato, ma almeno la refurtiva è stata
recuperata.
In questi momenti di recrudescenza dei furti negli appartamenti (e non solo: è di questi
giorni la notizia di box e cantine visitati a decine nei nostri
quartieri...), la presenza di persone come queste nel nostro
corpo sociale ci fa piacere e ci
tranquillizza. Desideriamo manifestare a tutti i protagonisti di
questi episodi l’apprezzamento e
il ringraziamento della redazione di Quartieri e della cooperativa Abitare.
f e b b r a i o 2 013
Direttore responsabile
Paola Cavaleri
Comitato di redazione
Tiziana Barale, Maria Piera Bremmi,
Francesco Felici, Sergio Ghittoni, Marco Mondini
Coordinamento
Ermanno Pulici
Collaboratori
Anna Aglaia, Gian Piero Carezzano, Chiara Cariani,
Giusy Deligios, Bruno Delù, Vincenzo Ferrara,
Claudio Gelfi, Sergio Ghittoni, Valter Giraudi,
Giulia Iasoni, Cesare Losi, Ilaria Magnaghi, Valeria
Malvicini, Lorenzo Mazzi, Silvio Ostoni, Giovanni
Poletti, Indira Sala, Luca Tiboni
Impaginazione
Studio 3B
Via Ferri 6 - Cinisello Balsamo (Mi)
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Stampa
Gemm Grafica
Via F. Filzi 68 - Cormano (Mi)
Fotografie
Vittorio Giansanti, Valter Giraudi,
Cesare Losi, Gianni Russo
Per inserzioni pubblicitarie:
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e-mail: marco_ [email protected]
Redazione:
via Val di Ledro, 23 - 20162 Milano
tel. 02.66114500 - fax 02.6426036
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Editore:
Abitare Società Cooperativa
via Hermada 14 - 20162 Milano
tel. 02.66100118 - fax 02.6426036
e-mail: [email protected]
www.abitare.coop
A PASQUA
AIUTA CON DOLCEZZA
LA UILDM
È con piacere che l’Unione Italiana Lotta
alla Distrofia Muscolare sezione di Milano
invita i soci di Abitare, dal 26 al 30 marzo
dalle ore 14.00 alle ore 19.00,
al suo stand presso il Centro Ghiglione
in via Val di Ledro 23 per una vendita
eccezionale di uova di Pasqua.
A tutti i soci verrà riservato uno sconto del
20% su ogni uovo a cui si aggiungerà una
particolare offerta sulle uova per bimbi e sul
cioccolato sfuso. Un gradito omaggio verrà
offerto a tutti coloro che verranno a trovarci.
Il ricavato della vendita andrà a sostenere
i numerosi ed importantissimi progetti
dell’associazione che Abitare sostiene da anni.