Marzo - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna

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Marzo - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna
A
Comunicazione
Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007 Anno nono
Numero 1 - MARZO 2015
Periodico di cultura e informazione a cura dell’Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna
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SOMMARIO
•
Redazionale
•
Intervista al Direttore Regionale
•
Il saluto del direttore regionale
Pierluigi Merletti
•
2015 l’anno delle sperimentazioni
•
Il Rent to buy-come funziona
•
Saluto di F. Vasta.
•
Recupero del patrimonio edilizio
e risparmio energetico:
prorogate le maxi-detrazioni
•
L’evasione nel settore immobiliare
•
Gli immobili in Italia 2015
•
Convenzione DRER e Università di Bologna
•
Buongiorno Agenzia
•
La DP di FC recupera 230mila euro
•
Gli accertamenti fiscali
nello sport dilettantistico
•
Entrate nel merito
•
CIVIS Il canale telematico di comunicazione
tra fisco e utenti
•
RSU e RLS insieme per garantire
la sicurezza dei lavoratori
•
Ai confini dell’Universo catastale
•
Il cambiamento organizzativo
•
Letture per il Giorno della Memoria
COMUNICAZIONE
Registrazione Tribunale di Bologna
n. 7734 del 19.02.2007
Anno nono - numero 1
Marzo 2015
Legale Rappresentante
Antonino Di Geronimo
Direttore Responsabile
Biagio Cunsolo
Coordinatore Editoriale
Giovanna Regina
Responsabile Progetto Grafico
Giorgio Bertuzzi
Foto
Biagio Cunsolo
Stampa
In proprio
redattori:
Pierluigi De Rosa, Antonella Pellegrino,
Tiziana Sabattini
per questo numero
si ringrazia:
Salvatore Caiazzo
Paolo Corsanici
Giuseppe Di Bella
Antonino Di Geronimo
Paolo Graziani
Francesco Malagoli
Pierluigi Merletti
Daniela Messina
Graziella Salvi
Francesco Vasta
EDITORIALE
ASCOLTO, PRESENZA, AZIONE:
LE PAROLE DEL 2015
Le attività di cui si occupa l’Area di staff al Direttore regionale sono parti di un unico sistema, sempre in
relazione tra loro; come tessere di un mosaico, si compongono tutte insieme in un’unica direzione per portare a compimento un disegno. Per noi, il “disegno” a cui tendiamo è mettere in condizione le persone di
svolgere al meglio il proprio lavoro, di sentirsi il più possibile parte attiva nella nostra organizzazione, di
vedere valorizzato il proprio contributo. È chiaro che gli strumenti della comunicazione, dello sviluppo e
della formazione non sono risolutivi, ma certamente possono e devono svolgere questa funzione di supporto
all’organizzazione e alle persone.
In questo modo, alle iniziative di comunicazione interna si agganciano percorsi di sviluppo delle persone che
a loro volta si combinano con piani specifici di formazione professionale.
Sono tutti aspetti interconnessi per il raggiungimento di un unico fine, che è quello di “cercare di fare stare
bene le persone sul lavoro agendo sul loro senso di appartenenza, sulla motivazione e sulla crescita professionale” come lo stesso Direttore regionale ha affermato nella presentazione dell’iniziativa di comunicazione interna In…cambio.
Non a caso abbiamo scelto di dare priorità, tra le attività programmate per il 2015, a due iniziative sperimentali, che hanno preso avvio nel mese di marzo: In…cambio e Contatta il Direttore regionale.
La prima è un’indagine conoscitiva sul personale della Direzione regionale (replicabile nelle strutture provinciali), realizzata attraverso un questionario disponibile sul sito intranet regionale, con cui si raccolgono
informazioni sull’attività svolta, sul desiderio e sulle motivazioni al cambiamento, sulle caratteristiche possedute in relazione all’attività cui aspira.
Con la seconda iniziativa il Direttore regionale, tramite l’Area di staff, può ricevere un messaggio da parte
di tutto il personale dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna su quattro argomenti specifici, attraverso un
applicativo disponibile sempre sul sito intranet regionale. I messaggi ricevuti saranno da lui presi in considerazione e sarà valutata l’opportunità di intraprendere azioni specifiche di supporto/sviluppo nei confronti
del singolo dipendente.
Due parole legano le iniziative: “ascolto” e “presenza”. Ascolto è per noi una parola essenziale perché
solo grazie all’ascolto è possibile comunicare in modo efficace – è per questo, diceva qualcuno, che abbiamo due orecchie e una sola bocca. Attraverso questi strumenti, infatti, il Direttore regionale intende porsi
in ascolto delle esigenze di tutti, ascoltare la voce del suo personale, ciò che le donne e gli uomini che tutti
i giorni affrontano la complessità del lavoro dell’Agenzia hanno da dirgli. Attraverso l’attenzione alla voce
del personale, il Direttore regionale – e con lui l’Area di Staff- intendono rendere tangibile la loro presenza
e la volontà di dialogo, manifestare la propria Presenza a sostegno dei colleghi.
2015
Alle due parole, ascolto e presenza, seguirà una terza che è quella dell’Azione: la voce del personale non
sarà solo ascoltata ma presa in considerazione per iniziative specifiche, per cominciare a costruire dei percorsi di sviluppo, per agire sulla motivazione e sul senso di appartenenza all’organizzazione di cui facciamo
parte, per la crescita di tutta l’organizzazione. È un percorso sicuramente impegnativo, per il quale è indispensabile il contributo, maturo e consapevole, di ognuno di noi.
Comunicazione
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INTERVISTA
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INTERVISTA AD ANTONINO DI GERONIMO,
NUOVO DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE
ENTRATE DELL’EMILIA-ROMAGNA
Biagio Cunsolo
Laureato in Giurisprudenza all’Università
di Palermo, è entrato nell’amministrazione finanziaria nel 1988 e, nel corso del
suo percorso professionale, ha prestato
servizio presso l’ufficio Iva di Agrigento,
l’ufficio delle Imposte Dirette di Cesena,
il Servizio per l’Accertamento e la Programmazione della Direzione Regionale
dell’Emilia- Romagna. Dal 2000 al 2006
è stato Capo Ufficio Controlli fiscali della
stessa Direzione. Da gennaio 2007 a dicembre 2008 ha ricoperto la funzione di
Capo Settore Controlli fiscali della Direzione Centrale Accertamento.
Dal 2009 è stato alla guida della Direzione
regionale della Calabria.
Ritengo questo periodico un
bellissimo strumento di comunicazione interna che
può ancora migliorare ed
essere anche un eccellente momento di confronto
interno, capace di rappresentare – come sempre ha
fatto, a dire il vero – aspetti
anche tra i meno conosciuti, ma non meno importanti
della vita della nostra organizzazione e delle persone che la
animano, le danno cuore, intelligenza, fantasia e capacità di
stare tra gli altri.
Possiamo dire bentornato a “casa”?
Da oltre otto anni il periodico
regionale “ComunicAzione” è il giornale del
semplice cittadino e
dell’importante professionista,
la registrazione della
testata giornalistica
e la pubblicazione
sull’internet regionale lo hanno
reso pubblico, cosa si aspetta dalla sua redazione?
Direi proprio di si. Quando andai via dalla
Direzione Regionale dell’Emilia Romagna, nel 2007, per il mio primo incarico
a Roma, dissi che questa sarebbe stata
sempre la mia casa, professionalmente ed
anche umanamente.
Tornare a Bologna da Direttore Regionale
è un grandissimo motivo di soddisfazione,
da condividere con tanti colleghi, con cui
il rapporto di stima professionale e di amicizia, non si è mai interrotto.
Voglio comunque approfittare dello spazio che oggi mi da “ComunicAzione” per
ringraziare chi ha creduto in me, i miei
predecessori alla guida di questa struttura
fondamentale per l’Amministrazione Finanziaria ed anche i colleghi, tutti, della
Calabria, regione nella quale ho avuto la
mia prima esperienza di dirigenza di vertice e a cui sarò sempre riconoscente.
Antonino Di Geronimo finalmente a
“ComunicAzione”, da collaboratore a
Rappresentante Legale, tutta la redazione
applaude questo importante ingresso.
Cosa volete che dica? Ricambio l’applauso convintamente…..Sono sempre stato
un attento lettore di “ComunicAzione”, in
anni lontani, come giustamente ricordavi,
ho anche collaborato con entusiasmo.
Potrei dire che dalla redazione di “ ComunicAzione” mi aspetto curiosità intellettuale, apertura, stimolo al confronto anche
con i mondi esterni all’Agenzia delle Entrate, con un occhio specifico alle dinamiche, alle professionalità ed al contributo
che può venire – e, sono certo, verrà - dai
colleghi del Territorio.
Entriamo nell’aspetto tecnico dell’intervista. Il 2015 sarà l’anno delle innovazioni:
dichiarazione dei redditi precompilata,
riforma del Catasto, lavorazione tempe-
stiva dei rimborsi, attività di assistenza e
di contrasto all’evasione. Come si prepara
l’Emilia-Romagna a queste importanti
novità?
Stiamo già lavorando intensamente.
Vedo i colleghi molto concentrati ed attenti sulla gestione di queste importanti
novità. Abbiamo una bella tradizione di
gestione di problematiche complesse.
Spesso abbiamo raccolto e vinto sfide che
sembravano impossibili, penso ai giorni drammatici del terremoto del maggio
2012, ma anche ad altri momenti difficili.
INTERVISTA
Attenzione ai contribuenti e dialogo
costante ed equilibrato, saranno i punti
cardine su cui basarsi per una proficua
attività dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna?
Certamente. Io sono un tifoso del “diritto
mite”. I contribuenti sono prima di tutto
cittadini che vanno coinvolti, attraverso
il pagamento spontaneo delle imposte in
un grande sforzo di solidarietà nazionale,
specie in un momento in cui tutta l’area
Euro è ancora – sia pure meno che in
passato – sottoposta ad uno stress finanziario. Contrastare l’evasione, recuperare
quella pregressa, favorire il gettito con un
atteggiamento dialogante, anche se inevitabilmente fermo davanti a frodi o illeciti di vario genere, è la nostra missione
di fondo. Insieme a quella di restituire ai
contribuenti, nel più breve tempo possibile i crediti fiscali da loro legittimamente
maturati. Speriamo così, come facciamo
da anni, di concorrere a ricostruire un vero
senso di cittadinanza nel nostro Paese, un
rispetto autentico per le Istituzioni nazionali ma anche comunitarie.
Serenità e determinazione invece saranno i due punti di forza cui il personale
dell’Agenzia dell’Emilia-Romagna dovrà
protendere?
Dobbiamo essere sereni e sorridenti, perché un atteggiamento – interiore ed esteriore – truce non ci porta da nessuna parte, non giova a nessuno, né a noi né ad i
contribuenti ed anzi, ci fa male alla salute.
Allo stesso tempo, dobbiamo essere determinati perché il nostro ruolo non deve
essere banalizzato, è il ruolo di una grande
Amministrazione pubblica, un’Amministrazione dalle cui azioni, anche, dipendono gli equilibri economico finanziari
del Paese.
La collaborazione con la Guardia di Finanza è un punto essenziale della strategia
complessiva, siamo attori del medesimo
processo, quali sinergie operative determineranno il nuovo coordinamento
regionale?
Il rapporto con la Guardia di Finanza è
essenziale per attuare un’efficace azione
di prevenzione e contrasto all’evasione e
non solo. Pensiamo alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia
sana di questa regione che drenano risorse
buone per trasferirle verso finalità illecite.
Con la GdF potenzieremo i tavoli tecnici a
livello regionale e provinciale, giungendo,
mi auguro, ad affinare ancora di più la nostra collaborazione nell’analisi del rischio
fiscale, nella selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, nella strutturazione
tecnica dei rilievi, nell’uso degli strumenti
istruttori (penso alle indagini finanziarie
ma non solo) tenendo conto dei diversi
ambiti territoriali e delle categorie economiche che sono anche molto diverse tra
di loro e che manifestano comportamenti
evasivi fortemente differenziati.
In Emilia-Romagna si sono già svolti i primi incontri congiunti Entrate-Territorio,
proposti all’interno dei progetti “Fisco e
Scuola” e “Entrate nel merito”. L’integrazione tra le due “aree” si consolida sempre
più? anche attraverso l’educazione alla
legalità fiscale?
Certamente. Negli anni le manifestazioni di “Fisco e Scuola” si sono rivelate
un grande successo e costituiscono uno
strumento essenziale per la costruzione
di quella cultura della legalità fiscale (che
poi è legalità tout court) finalizzata a fare
di questo paese un Paese “normale” e non
afflitto da un tasso di evasione che, in ambito UE, ci vede secondi solo alla Grecia.
Una condizione davvero poco invidiabile
da cui dobbiamo, ripeto principalmente
con una battaglia culturale, oltre che professionale, venire definitivamente fuori.
Da questo punto di vista abbiamo concretizzato straordinarie alleanze con le scuole, con centinaia di bravissimi insegnanti
e dirigenti scolastici che hanno compreso
appieno la portata della posta in gioco.
I colleghi dell’area Territorio possono in
questo senso avere un ruolo importante
che, fra l’altro, faciliterà ulteriormente la
loro integrazione positiva in Agenzia delle
Entrate. La riforma del Catasto è una delle
riforme in cantiere che contiene tra i più
alti tassi di equità (potenziale) a fronte di
una fiscalità immobiliare spesso confusa
e contraddittoria, che mette in difficoltà
l’Amministrazione, i Cittadini e le Amministrazioni Comunali.
Inoltre, sul progetto “Fisco e Scuola” vorrei coinvolgere anche i colleghi di Equitalia, in uno sforzo comune con noi e per
meglio spiegare il loro ruolo, non raramente equivocato e oggetto di pregiudizi
mediatici. È un’esperienza che ho già fatto
in Calabria e che ha dato buoni frutti.
Infine due domande con l’ausilio di qualche eufemismo calcistico. Dall’esordio
in amministrazione finanziaria avvenuto
nel 1988 con la casacca dell’ufficio Iva
di Agrigento, fino ad arrivare ai sei anni
trascorsi alla guida della Direzione regionale della Calabria, dove peraltro è stato
accolto come il ”mitico” Palanca degli
anni settanta, qual è stato il periodo migliore che ricorda con più nostalgia,quello
da goleador o quello da trainer?
Devo dire che preferisco non avere nostalgie. Anche se si tratta di un sentimento
umanissimo e, a volte inevitabile, cerco
sempre di guardare al futuro.
Posso solo dire che non butterei via nulla delle mie passate esperienze e tutte mi
rimarranno nel cuore. Certo l’esperienza
in Calabria mi ha fatto crescere molto,
dal punto di vista della visione generale
dell’Amministrazione e spero di metterla
a disposizione di questa nuova avventura
in Emilia Romagna, con umiltà e voglia
di lavorare.
Al suo amico Pasquale Stellacci, che lo
sostituisce alla guida della formazione
calabrese cosa consiglia?
A Pasquale dico: mettiti in ascolto della
realtà, ascolta i colleghi che conoscono il
territorio, parla con tutti e fatti il tuo convincimento.
Dopo potrai dispiegare al meglio le tue
qualità e il tuo talento. In Calabria la situazione è complessa per mille motivi. Ma si
può fare molto, puntando sulla professionalità dei colleghi e cercando di tessere alleanze con la parte buona di quella società
che, credetemi, è tanta parte.
Grazie e buon lavoro.
2015
L’importante, come sempre sarà fare
squadra, lavorare in rete, evitare lo sfilacciamento. In Emilia Romagna abbiamo un
vissuto importante in questo senso, anche
questa volta, con impegno ed umiltà, porteremo il nostro contributo a livello nazionale.
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Comunicazione
PRIMO PIANO
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IL SALUTO DEL DIRETTORE REGIONALE
PIERLUIGI MERLETTI
Pierluigi Merletti
Non mi è facile tracciare un “bilancio” di
questa esperienza, perché molti e diversi
sono i pensieri che mi vengono in mente,
distribuiti tra la dimensione umana e quella professionale. Sono stati due anni non
facili, che ci hanno richiesto di fare i conti
con un contesto esterno segnato dalla crisi
economica e dalla crescente avversione
dei contribuenti rispetto a un sistema fiscale che tutti considerano troppo complicato se non addirittura oppressivo, e non
da ultimo dalle calamità naturali che hanno colpito questa regione, con inevitabili
complicazioni sul piano
fiscale. Come pure è stata
impegnativa la gestione
dei cambiamenti organizzativi che l’Agenzia
continua a portare avanti
alla ricerca di un migliore
assetto organizzativo, primo tra tutti l’integrazione
Entrate-Territorio.
Tuttavia posso dire, anche guardando ai risultati
dell’anno appena passato,
che insieme ce l’abbiamo
fatta, e non parlo solo
del raggiungimento degli
“obiettivi” che ci sono
stati assegnati.
Al di là degli aspetti prettamente qualitativi, sono convinto che siamo riusciti a migliorare un po’ alla volta una rete di lavoro
- sia all’interno della Direzione regionale,
sia nelle strutture provinciali - che rappresenta la condizione indispensabile per fare
ancora meglio in futuro, nell’unico intento
di valorizzare le tante professionalità presenti in questa regione.
Credo infatti che nel senso di appartenenza, nell’orgoglio di fare bene il nostro
lavoro e nella soddisfazione che questo
venga riconosciuto da chi ci conosce veramente e non si fida di stereotipi o pre-
giudizi, nel valore umano e professionale
di ognuno di noi, risiedano i “beni” più
preziosi che l’esperienza di lavoro nell’Agenzia ci può dare.
Vorrei aver contribuito, anche solo in piccola parte, a che ciascuno di voi si riconoscesse in questi valori. L’ho fatto probabilmente con meno parole di quelle che
avrei voluto usare, ma ho pensato di farlo
anche con il mio modo di vivere ogni giornata di lavoro.
Vi ringrazio di cuore e auguro buon lavoro
e buona fortuna nelle cose della vita a tutti
voi e al nuovo Direttore regionale.
Vogliamo dedicare questo piccolo spazio, in coerenza con la sua riservatezza
e la sua operatività “dietro le quinte”,
a salutare il Direttore regionale Pierluigi Merletti che dal 1° febbraio ha
lasciato la nostra regione per assumere l’incarico di Direttore regionale del
Veneto.
Il nostro però non vuole essere soltanto un semplice saluto e un augurio
per una nuova avventura alla guida di
un’altra regione, quanto un’espressione di gratitudine per l’esempio di
serietà professionale e di attenzione
all’etica del nostro lavoro che ha trasmesso a tutti noi, insegnandoci a non
dare nulla per scontato e a porre attenzione ad ogni particolare che potesse
riguardare la nostra Organizzazione.
La passione per questo lavoro e l’impegno per migliorare il nostro operato
rivelano il suo senso del dovere, il suo
essere orgoglioso di fare questo “mestiere” al servizio dei contribuenti e
dell’intera collettività. Una persona
speciale, semplicemente fiera di appartenere a questa grande famiglia.
Grazie.
PRIMO PIANO
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2015 L’ANNO DELLE SPERIMENTAZIONI
Giuseppe Di Bella
ai quattromila euro in presenza di richiesta di detrazioni per carichi di famiglia e/o
eccedenze relative a precedente dichiarazione.
Nel caso in cui la dichiarazione venga
presentata, con o senza modifiche, tramite
un Caf o professionisti abilitati, questi ultimi sono tenuti all’apposizione del visto
di conformità sui dati della dichiarazione,
compresi quelli messi a disposizione dei
contribuenti con la dichiarazione precompilata. In questo caso, i controlli documentali saranno effettuati presso i Caf o
professionisti abilitati senza rivolgersi
più al cittadino. Anche eventuali richieste
di pagamento che derivano dal controllo
documentale saranno inviate direttamente
ai Caf o ai professionisti. Questi ultimi
saranno tenuti al pagamento di una somma corrispondente a imposta, sanzione ed
interessi nella misura attualmente prevista
per i contribuenti, salvo che il visto infedele non sia stato indotto dalla condotta
dolosa del contribuente.
Noi dipendenti dell’Agenzia delle Entrate siamo doppiamente coinvolti in questa
operazione, sia come utenti, visto che
quest’anno il portale NOIPA, non metterà
a disposizione il software per l’invio del
730, sia come addetti ai lavori, poiché si
dovrà predisporre un adeguato servizio
di informazione al contribuente. A tal
fine, già da adesso, le Direzioni Regionali
stanno predisponendo corsi di formazione su vari livelli (formazione a cascata,
e-learning, ecc.). E’ una scommessa am-
biziosa che coinvolgerà tutta l’Agenzia, in
particolare tutti i colleghi del front office.
LE DATE DELLA
DICHIARAZIONE
PRECOMPILATA
●● 28/02/2015
Temine per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi agli
interessi sui mutui, premi assicurativi,
contributi previdenziali, da parte degli
enti percettori.
●● 09/03/2015
Termine per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate da parte dei sostituti
d’imposta della certificazione attestante l’ammontare complessivo delle
somme erogate, delle ritenute operate,
delle detrazioni d’imposta effettuate e
dei contributi previdenziali ed assistenziali trattenuti.
●● 15/04/2015
L’Agenzia delle Entrate rende disponibile la dichiarazione precompilata.
●● 07/07/2015
Termine ultimo per la presentazione
della dichiarazione precompilata, del
730 ordinario, per la consegna ai contribuenti della dichiarazione elaborata
dai sostituti, dai Caf e dai professionisti
2015
Con la legge delega n.23 dell’11 marzo
2014 recante disposizioni per “un sistema
fiscale più equo, trasparente e orientato
alla crescita”, si sono avviati una serie
di provvedimenti ed iniziative volte a trasformare radicalmente i rapporti tra cittadino ed amministrazione finanziaria.
Una delle iniziative più ambiziose ed innovative è l’avvio, in forma sperimentale,
della dichiarazione precompilata.
E’ un’operazione epocale che rivoluziona
sensibilmente il rapporto tra cittadino e
fisco: coinvolge circa 20 milioni di contribuenti che hanno redditi da lavoro e/o
pensione certificati da terzi, che hanno
come principali redditi aggiuntivi quelli
immobiliari, che hanno detrazioni/deduzioni che derivano dalla vita di tutti i giorni (spese mediche, mutui, assicurazioni
ecc.).
A partire dal 15 aprile di ogni anno l’Agenzia Entrate mette a disposizione dei
contribuenti in via telematica, in un’apposita area autenticata, una dichiarazione
precompilata.
L’accesso alla dichiarazione potrà essere
effettuato in maniera diretta dal sito internet dell’Agenzia delle entrate attraverso le
credenziali Fisconline o altra abilitazione
rilasciata da Enti con cui l’Agenzia Entrate ha definito appositi accordi. In alternativa, il contribuente potrà delegare il proprio sostituto (se presta assistenza fiscale),
un caf o un professionista abilitato.
“La dichiarazione precompilata è un opportunità data al contribuente e non un
obbligo, infatti resta ferma la possibilità
di presentare il modello 730 o il modello
Unico con le modalità ordinarie”.
Se la dichiarazione precompilata viene
presentata direttamente o tramite il proprio sostituto d’imposta senza modifiche,
non si effettuerà il controllo formale sui
dati comunicati dai soggetti terzi e non
verrà effettuato il controllo preventivo
sui rimborsi complessivamente superiori
Comunicazione
PRIMO PIANO
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RENT TO BUY...COME FUNZIONA
Tiziana Sabattini
Il RENT TO BUY è una nuova modalità di compravendita, alternativa a quelle
tradizionali, introdotta in Italia dal decreto
“Sblocca Italia”. La nuova formula, “volta
a favorire la ripresa delle contrattazioni
immobiliari” costituisce un’opportunità
per tutti coloro che, per qualunque motivo, hanno la necessità di rimandare l’acquisto, ad esempio per chi non dispone di
una liquidità iniziale da abbinare al mutuo
(solitamente erogato nella misura dell’80
per cento del valore dell’immobile) oppure per chi ha un lavoro precario ma prevede di stabilizzarlo nel giro di qualche
anno.
IL CONTRATTO
L’art. 23 del DL 133/2014 ha disciplinato gli aspetti civilistici dei “contratti di
godimento in funzione della successiva
alienazione” individuando l’ambito di applicazione della norma e disponendo una
serie di garanzie, diritti e obblighi per tutelare entrambe le parti (futuro acquirente
e futuro venditore).
I nuovi contratti possono essere stipulati,
da persone fisiche e da persone giuridiche,
sia nella parte di futuro acquirente che in
quella di futuro venditore.
Privati, professionisti, imprenditori individuali, società o Enti che intendono avvalersi del “rent to buy”, per affittare e poi
vendere, immobili abitativi o strumentali,
devono, come prima cosa, stipulare un
contratto “ad hoc” caratterizzato dai seguenti elementi:
• immediata concessione in godimento
dell’immobile verso il pagamento di
canoni
• diritto del conduttore di acquistare
successivamente il bene
• imputazione di una quota dei canoni,
nella misura indicata nel contratto, al
corrispettivo del trasferimento
Altri aspetti possono essere definiti liberamente tra le parti per garantire al meglio
i propri interessi, tra questi: la durata della
fase di godimento, la suddivisione della
rata mensile tra quota godimento e quota acconto-prezzo, la possibilità di cedere
il contratto e di regolamentare gli effetti
dell’inadempimento.
Il decreto “Sblocca Italia” prevede la
trascrizione nei registri immobiliari del
contratto risultante da atto pubblico o
da scrittura privata autenticata (come un
contratto preliminare di compravendita).
Questo permetterà al compratore di acquistare il bene libero da ipoteche, pignoramenti o gravato da diritti a favore di terze
persone, che potrebbero emergere dopo la
trascrizione. Gli effetti della trascrizione
del rent to buy hanno una durata massima
di 10 anni.
Come funziona il rent to buy
Dopo la stipula del contratto, l’inquilino
- futuro acquirente - entra subito nell’abitazione che ha scelto di acquistare. Entro
il termine stabilito, può (non è un obbligo)
esercitare il diritto di acquisto, al prezzo
convenuto nel contratto.
Durante il periodo di godimento del bene
l’inquilino versa mensilmente al venditore
un canone costituito da due componenti:
la prima, è considerata canone di locazione ed è versata a fondo perduto come avviene per un normale affitto; la seconda,
invece, è versata come anticipo e verrà
detratta dal prezzo della compravendita al
momento del rogito.
Le due componenti del canone hanno un
trattamento fiscale diverso: per la prima,
valgono le regole previste per i contratti
di locazione, sia per le imposte dirette che
per quelle indirette, la seconda segue le regole valide per gli acconti-prezzo.
Esempio: Consideriamo l’acquisto di
un immobile da un venditore privato al
prezzo di 150.000 euro. Il canone mensile stabilito nel contratto è di 1.200 euro
mensili. L’inquilino paga 600 euro per il
godimento del bene (affitto) e 600 euro
“salvati” come acconto sul prezzo di vendita. Dopo 5 anni l’inquilino decide di
acquistare l’immobile.
L’importo da saldare al rogito (anche finanziabile tramite mutuo) sarà di 114.000
euro (150.000 meno 36.000 euro già pagati con parte dei canoni).
La recente circolare dell’Agenzia delle
Entrate 4/E del 19 febbraio 2015 ha chiarito il trattamento tributario da applicare
al nuovo schema contrattuale, ai fini delle
imposte dirette (IRPEF e IRES), dell’IRAP e delle imposte indirette (IVA, registro, imposte ipotecaria e catastale).
Vediamo assieme come funzionano, dal
punto di vista fiscale, i nuovi contratti,
quando futuro acquirente e venditore sono
privati.
PERIODO DI GODIMENTO
DELL’IMMOBILE –
TRATTAMENTO FISCALE
Imposte sui redditi
Fino a quando l’inquilino/conduttore non
esercita il diritto di acquistare l’immobile
(entro i termini previsti dal contratto) il
proprietario/locatore rimane titolare del
diritto di proprietà dell’immobile, quindi
le imposte dirette sono a suo carico.
La quota versata per il godimento del
bene viene trattata come un normale affitto.
Le quote del canone imputate ad acconto sul prezzo di vendita costituiscono
parte del corrispettivo del trasferimento,
non sono imponibili durante il periodo di
godimento, lo diventeranno (se si verificano alcune condizioni), per il proprietario/venditore, al momento della cessione
dell’immobile.
PRIMO PIANO
FATTISPECIE
SOGGETTO
OBBLIGATO
AL
PAGAMENTO
9
COME TASSARE
MODALITA’
Quote
versate per il
godimento del
bene
Proprietario
(locatore)
Il reddito da tassare è l’importo > fra:
Quote versate
come acconto
sul prezzo di
vendita
Proprietario
(locatore)
Non sono imponibili durante il periodo di godimento. (vedi tabella seguente)
Saranno assoggettate a tassazione, al momento della
cessione.
TASSAZIONE
ORDINARIA
•rendita catastale rivalutata del 5% (per gli immobili
O
riconosciuti di interesse storico o artistico va considerato
IMPOSTA
il 50% della rendita catastale rivalutata)
SOSTITUTIVA
•95% del canone annuo (75%, per i fabbricati situati “CEDOLARE SECCA”
nella città di Venezia centro e nelle isole della Giudecca,
Murano e Burano; 65%, se l’immobile è riconosciuto di
QUADRO B
interesse storico o artistico)
DEL MOD 730
In alternativa alla tassazione ordinaria, se ricorrono i
presupposti, il proprietario può scegliere il regime della QUADRO RB
DEL MODELLO UNICO
“cedolare secca”
Imposta di registro
In assenza dell’opzione per il regime della
cedolare secca, alla quota versata per il
godimento del bene deve essere applicata l’imposta di registro nella misura proporzionale del 2% del canone annuo (da
dividere tra proprietario e inquilino).
Alla quota di canone da imputare a corrispettivo di vendita, deve essere applicata
l’imposta di registro (a carico dell’inquilino/futuro proprietario) nella misura del
3% per cento, da calcolare sull’importo
complessivo degli acconti pattuiti.
Se l’imposta proporzionale di registro
applicata sul canone di locazione sommata all’imposta proporzionale di registro
SOGGETTO
OBBLIGATO
FATTISPECIE
AL
PAGAMENTO
TRASFERIMENTO
DELL’IMMOBILE –
TRATTAMENTO FISCALE
Imposte sui redditi
Il corrispettivo del trasferimento della
casa può generare una plusvalenza, cioè
una differenza positiva tra l’importo incassato (anche a titolo di acconto prezzo)
e quanto pagato all’acquisto aumentato
dei costi inerenti all’immobile stesso (ad
esempio, le spese di ristrutturazione, miglioramento della prestazione energetica,
eccetera).
La plusvalenza è imponibile se tra l’acquisto (o la costruzione) e la vendita non
sono trascorsi più di 5 anni, per il calcolo
del quinquennio è necessario considerare
il momento dell’effettivo trasferimento
della proprietà dell’immobile dal proprietario/locatore all’acquirente/conduttore e
non il momento in cui il contratto “rent to
buy” viene sottoscritto.
La plusvalenza concorre, insieme agli
eventuali altri redditi del venditore, alla
determinazione del reddito imponibile ai
fini Irpef. In alternativa, il venditore può
chiedere al notaio, al momento della cessione, di applicare l’imposta sostitutiva
del 20%.
QUANDO TASSARE
COME TASSARE
P r o p r i e t a r i o IMPONIBILE SE TRA L’ACQUISTO (O LA COSTRUZIO(venditore)
NE) E LA VENDITA NON SONO TRASCORSI PIU’ DI 5
ANNI
IMPOSTA
Sono esclusi:
SOSTITUTIVA
• gli immobili acquisiti per successione
VERSATA
• quelli ricevuti in donazione, se, con riferimento alla per- DAL NOTAIO
sona che ha donato l’immobile, sono trascorsi cinque O
anni dall’acquisto o costruzione dello stesso (in questo TASSAZIONE
caso, il costo d’acquisto o di costruzione è quello soste- ORDINARIA
nuto dal donante)
• le unità immobiliari che per la maggior parte del tempo QUADRO RL UNICO
sono state adibite ad abitazione principale del cedente o QUADRO D 730
dei suoi familiari (coniuge, parenti entro il 3° grado, affini
entro il 2°)
2015
Tassazione
della plusvalenza
sull’acconto-prezzo è inferiore all’importo di euro 200, deve essere corrisposta
l’imposta di registro nella misura di euro
200.
Comunicazione
PRIMO PIANO
10
te dell’acconto prezzo eventualmente
trattenuta (nella misura stabilita dal
contratto) costituirà, invece, un reddito
diverso.
• Inadempimento del conduttore (ad
esempio per il mancato pagamento,
anche non consecutivo, di un numero
minimo di canoni determinato dalle parti, e comunque non inferiore a
1/20 del loro numero complessivo) - il
concedente ha diritto alla restituzione
dell’immobile e, se nel contratto non è
disposto diversamente, acquisisce interamente i canoni a titolo di indennità.
Per il proprietario, la parte dell’acconto prezzo trattenuta costituirà un reddito diverso
Imposte di registro, ipotecarie e catastali
Al momento della cessione vera e propria,
l’acquirente deve versare l’imposta di registro, nella misura del 2% nel caso di prima casa e del 9% negli altri casi, mentre
le imposte ipotecaria e catastale sono in
misura fissa pari a 50 euro ciascuna.
L’imposta di registro deve essere calcolata
sul corrispettivo pagato. Se la vendita riguarda un fabricato ad uso abitativo e relative pertinenze l’acquirente può chiedere
al notaio di calcolare le imposte sul valore
catastale del fabbricato.
L’imposta di registro corrisposta nella misura del 3 per cento sugli acconti prezzo
o nella misura dello 0,50 per cento sulla
caparra confirmatoria, deve essere sottratta dall’imposta proporzionale di registro
dovuta per il contratto definitivo di trasferimento.
LA RISOLUZIONE
DEL CONTRATTO
Il contratto “rent to buy” può risolversi per
i seguenti motivi:
• Il conduttore non esercita il diritto d’acquisto nei termini stabiliti - la
restituzione da parte del proprietario
delle quote dei canoni imputata ad acconto prezzo non ha alcuna rilevanza
reddituale né per il proprietario, né per
il conduttore. Per il proprietario, la par-
SALUTO DI FRANCESCO VASTA
Francesco Vasta è il nuovo Capo Settore
Logistica e Fornitori della DC Amministrazione, Pianificazione e Controllo
Lascia la DR Emilia-Romagna
Ma soprattutto porterò con me quello che i
miei “maestri” mi hanno insegnato: lo spirito di condivisione, il senso di squadra e
la volontà di svolgere sempre al meglio il
nostro lavoro, al servizio del Paese e con
Carissime colleghe e carissimi colleghi,
il massimo rispetto reciproco.
Sono sincero: mi dispiace andare via, ma Con stima e affetto.
da tempo speravo di veder riconosciuto Francesco un lavoro che ho cominciato sedici anni fa
e che ho portato avanti con entusiasmo e convinzione, grazie anche alla vostra pre- Carissimo Francesco ,
ziosa collaborazione nell’attuare proget- All’inimitabile professionalità, hai agti innovativi, forse a volte difficili ma per giunto lungimiranza capacità e “fatto”, si
questo ancora più sfidanti.
proprio così, il tuo motto non è mai stato
Da ognuno di voi ho avuto l’opportunità “detto e fatto” ma soltanto “fatto”.
di apprendere e di crescere. E posso as- Gli altri rimanevano ancorati all’immagisicurarvi che porterò con me questo baga- nazione e tu eri già alla realizzazione.
glio di esperienze, competenze e, perché
no, affetti, che ho avuto la fortuna di co- Grazie e buon lavoro!
struire in questa meravigliosa Regione.
I colleghi dell’Emilia Romagna
• Inadempimento del concedente questi è tenuto a restituire la parte dei
canoni imputata al corrispettivo, maggiorata degli interessi legali
In caso di mancato esercizio del diritto di
acquisto da parte del conduttore o di risoluzione del contratto per inadempimento,
l’imposta di registro corrisposta nella misura del 3 per cento, versata sulla quota di
canone assimilata ad acconti prezzo, non
viene restituita
Art. 23 del DL
133/2014
Circolare 4/E del 19
febbraio 2015
Sito del notariato
– Ipotesi di schema
contrattuale
PRIMO PIANO
11
RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO
E RISPARMIO ENERGETICO:
PROROGATE LE MAXI-DETRAZIONI
Tiziana Sabattini
RECUPERO EDILIZIO
Anche nel 2015, tutti i soggetti passivi
dell’Irpef, che possiedono o detengono
l’immobile sul quale sono stati effettuati
interventi di recupero edilizio, possono
contare su una detrazione pari al 50% delle spese sostenute, con un limite di spesa
di 96 mila euro. Dal 2016, salvo ulteriori
proroghe, invece si passerà al 36% con un
tetto di 48 mila euro.
Cosa fare
Per fruire dell’agevolazione è necessario:
1. Pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da cui devono
risultare la causale del versamento (articolo 16-bis del Tuir), il codice fiscale
del soggetto che paga e il codice fiscale
o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Non è necessario
pagare con bonifico bancario o postale
le seguenti spese: oneri di urbanizzazione, versamento di ritenute di acconto operate sui compensi corrisposti ai
professionisti, pagamento dell’imposta
di bollo e dei diritti sugli atti amministrativi necessari. Queste spese possono essere documentate in altro modo. Inoltre non è necessario il bonifico nel
caso in cui le spese sono state sostenute
dall’imprenditore edile per interventi
di recupero su una propria abitazione. In questo caso le spese sostenute risulteranno dalla contabilità dell’impresa.
2. Indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal
detentore, gli estremi di registrazione
dell’atto che ne costituisce titolo e gli
altri dati richiesti per il controllo della
detrazione
3. Conservare tutta la documentazione
(Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre
2011) ed esibirla su richiesta degli uffici finanziari.
La legge di stabilità
ha ampliato (da 6 a 18
mesi) il periodo, dopo
la fine dei lavori, entro
il quale è possibile acquistare un’abitazione
facente parte di un fabbricato interamente sottoposto a restauro,
risanamento conservativo o ristrutturazione da parte di imprese o cooperative
edilizie
La detrazione del 50% è calcolata:
• su un importo forfetario pari al 25%
del prezzo di acquisto dell’unità immobiliare (indipendentemente dal valore effettivo degli interventi eseguiti
da parte del cedente)
• nel limite agevolabile, per il 2015, di
euro 96.000
2015
Buone notizie per i cittadini che decidono
di ristrutturare casa. La Legge di Stabilità 2015 ha, infatti, confermato la proroga
delle maggiori detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione e riqualificazione
energetica negli edifici. È stato, inoltre,
prorogato per tutto il 2015 il bonus del
50% sull’acquisto dei mobili e dei grandi
elettrodomestici, necessari per arredare le
abitazioni ristrutturate.
Comunicazione
PRIMO PIANO
12
Sul sito internet
dell’Agenzia delle
Entrate è disponibile
la guida “Ristrutturazioni edilizie: le
agevolazioni fiscali”
(aggiornata a gennaio 2015). La pubblicazione contiene, il
quadro completo delle novità, la descrizione dei vari tipi di intervento agevolabili, gli adempimenti previsti e le procedure da seguire per potere usufruire della
detrazione.
BONUS ARREDI
Nel 2015 sarà possibile continuare a beneficiare anche del Bonus Arredi con una
detrazione pari al 50% e un tetto massimo
di spesa fissato a 10 mila euro. Questa opportunità (salvo novità) non è prevista a
partire dal 2016.
L’agevolazione è riservata ai contribuenti
che fruiscono della detrazione del 50 per
cento prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l’acquisto
di mobili e di grandi elettrodomestici destinati all’arredo dell’immobile oggetto di
ristrutturazione.
Cosa fare
Per fruire dell’agevolazione è necessario:
1. Pagare le spese con strumenti tracciabili, ad esempio, bonifici bancari o
postali (con le modalità previste per
fruire della detrazione del 50 per cento
sulle ristrutturazioni); oppure mediante
carte di credito o bancomat. In questo
caso, la data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta di
credito o bancomat, evidenziata nella
ricevuta telematica di avvenuta transazioni
2. Conservare tutta la documentazione
(ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione per i pagamenti con
carte di credito o bancomat, documentazione di addebito sul conto corrente,
fatture di acquisto dei beni con la specifica della natura, qualità e quantità
dei beni e servizi acquisiti) ed esibirla
a richiesta degli uffici finanziari
Circolari n. 29/E del
18 settembre 2013 e
n. 11/E del 21 maggio 2014
RISPARMIO ENERGETICO
Per il risparmio energetico la percentuale
di detrazione, Irpef e Ires, è fissata al 65%
anche per il 2015. Non sono apportate modifiche ai limiti di spesa, che rimangono
confermati nella misura di:
• 153.846 euro (pari a una detrazione di
100.000 euro) per gli interventi di riqualificazione energetica
impianti di climatizzazione invernale
questa certificazione non è più richiesta)
• 92.307,69 euro (pari a una detrazione di 60.000 euro) per gli interventi
sull’involucro e per l’installazione dei
pannelli solari
3. acquisire la scheda informativa relativa agli interventi realizzati, dove sono
richiesti i dati di chi usufruirà della detrazione, il tipo di intervento eseguito e
il costo dell’intervento
• 46.153,85 euro (pari a una detrazione
di 30.000 euro) per la sostituzione di
impianti di climatizzazione invernale
In assenza di ulteriori proroghe, dal 2016
le spese sostenute per il risparmio energetico saranno detraibili, solo dai soggetti
Irpef, nella misura del 36%, con un tetto
massimo di spesa di 48 mila euro (art.16
bis Tuir).
La Legge di stabilità ha
introdotto due nuove tipologie di interventi detraibili:
• l’acquisto e la posa in
opera delle schermature solari. L’agevolazione riguarda le spese sostenute
dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre
2015, fino a un valore massimo della
detrazione di 60.000 euro. Rientrano
le tende esterne, le chiusure oscuranti,
dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate, ed in generale
le schermature di cui all’allegato M al
decreto legislativo 29 dicembre 2006,
n. 311.
• l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di
generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Le spese devono
essere sostenute dal 1 gennaio 2015
al 31 dicembre 2015, fino a un valore massimo della detrazione di 30mila
euro.
Cosa fare
Per fruire dell’agevolazione è necessario:
1. acquisire l’asseverazione, di un tecnico abilitato o la dichiarazione resa dal
direttore dei lavori, per dimostrare che
l’intervento realizzato è conforme ai
requisiti tecnici richiesti (per interventi
di sostituzione di finestre e infissi o per
le caldaie a condensazione con potenza
inferiore a 100 kW è sufficiente la certificazione dei produttori)
2. acquisire l’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica, che
comprende i dati relativi all’efficienza
energetica propri dell’edificio (per la
sostituzione di finestre in singole unità
immobiliari, per l’installazione di pannelli solari e per la sostituzione degli
4. pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da
cui devono risultare la causale del
versamento (articolo 1, commi da
344 a 347, Legge 296/2006), il codice fiscale del soggetto che paga e
il codice fiscale o numero di partita
Iva del beneficiario del pagamento.
Sono esclusi dall’ obbligo di effettuare il pagamento con bonifico i contribuenti esercenti attività d’impresa
5. trasmettere telematicamente all’Enea, entro 90 giorni dal termine dei
lavori e con modalità telematiche, la
scheda informativa degli interventi
realizzati e copia dell’attestato di qualificazione energetica ((se il tipo di intervento lo prevede)
6. Conservare tutta la documentazione
(eventuale asseverazione, ricevuta di
invio telematico effettuato all’ENEA,
fatture attestanti la spesa e ricevute dei
bonifici) ed esibirla a richiesta degli
uffici finanziari
Il decreto sulle semplificazioni fiscali ha abolito
l’obbligo di effettuare la
comunicazione
all’Agenzia delle Entrate
quando i lavori proseguono per più anni
Sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate
è disponibile la guida
“Le agevolazioni fiscali per il risparmio
energetico” (aggiornata a gennaio 2015). La pubblicazione
contiene, il quadro completo delle novità,
la descrizione dei vari tipi di intervento
agevolabili, gli adempimenti previsti e le
procedure da seguire per potere usufruire
della detrazione.
Dal 1° gennaio 2015 è
aumentata dal 4% all’
8% la ritenuta applicata, dagli istituti bancari
e postali, su bonifici di
pagamento delle spese
per le quali i cittadini intendono richiedere
la detrazione per recupero edilizio, risparmio energetico e bonus arredi
PRIMO PIANO
NOTIZIE
EVASIONE
NEL SETTORE IMMOBILIARE
Pierluigi De Rosa
Il tax gap della tassazione immobiliare.
Senza entrare nel dettaglio della metodologia adottata, un elemento merita di essere citato: la fonte principale da cui si è
attinto per elaborare una stima del tax gap
altro non è che il caro, “vecchio” Catasto.
Con le parole degli autori: “la grande disponibilità di dati contenuti negli archivi
catastali costituisce una fonte di straordinaria potenzialità informativa sia per
simulare i gettiti fiscali correlati al patrimonio edilizio esistente, sia per
quantificare e qualificare il patrimonio e le relative quote
di proprietà”.
Cosa ci dicono dunque
le analisi sugli archivi catastali? Per
ogni anno è indicata
una stima, elaborata
anche tenendo conto
dell’ambito di applicazione dell’imposta municipale,
che come noto ha subìto diverse modifiche negli ultimi anni.
Dunque, nel 2012 il tax gap IMU è stimato in 4,2 miliardi di euro, pari a circa
il 18% del gettito teorico IMU: vale a dire
che su 100 euro di imposta, 18 si perdono
tra evasione deliberata, errori ed omissioni da parte dei contribuenti.
L’andamento del tax gap è significativamente influenzato dalla collocazione geografica degli immobili, passando dal 32%
del gettito teorico in Calabria al 28% in
Campania, fino all’8% di Aosta e al 13%
dell’Emilia-Romagna, che nella particolare classifica si fa notare come una delle
regioni più virtuose a livello nazionale.
In termini assoluti, il tax gap più elevato
si registra nel Lazio (circa 650 milioni di
euro sottratti a tassazione), seguito dalla
Lombardia (557 milioni) e dalla Campania (460 milioni euro); in Emilia-Romagna la quota di IMU non versata è pari a
circa 255 milioni di euro. Altro dato interessante è la correlazione tra evasione
immobiliare e ampiezza demografica dei
Comuni: in sostanza, maggiore è la popolazione del Comune, più
alta è la quota di IMU
non versata.
Il tax gap nel 2013-2014.
La ‘storia’ dell’IMU dal 2012 in poi è stata caratterizzata da profondi revisioni legislative, prima con l’abolizione dell’imposta per le abitazioni principali, successivamente con l’introduzione della TASI.
Al netto di questi elementi di contesto, il
tax gap IMU nel 2013 si attesta sui 5,5 miliardi di euro; nel 2014, invece, l’evasione immobiliare tra IMU e TASI (esclusi
terreni, aree fabbricabili e fabbricati rurali
strumentali) ammonta a circa 4,3 miliardi
di euro.
A livello regionale, il dato dell’evasione
immobiliare in Emilia-Romagna va dai
371 milioni di euro del 2013 ai 235 stimati per il 2014.
Azzerare questo gap non è pensabile, sicuramente non lo è nel breve termine. Tuttavia, gli interventi che stanno interessando
e che hanno interessato il patrimonio immobiliare italiano – la riforma del Catasto in primis, ma anche l’operazione sui
“fabbricati fantasma”, solo per citare un
esempio - potranno quantomeno tentare
di ridurre a dimensioni fisiologiche il
mancato gettito.
2015
Quattordici miliardi di euro. È questa
la stima dell’evasione immobiliare negli
anni 2012-2014, contenuta nel volume
“Gli immobili in Italia 2015”, a cui dedichiamo anche un altro articolo all’interno
di ComunicAzione. Tra i diversi contenuti, il volume analizza nel dettaglio l’andamento dell’evasione immobiliare negli
anni dal 2012 al 2014, fornendo anche
alcuni dati aggregati a livello provinciale.
In sostanza, una istantanea che fa il paio,
sul lato immobiliare, con l’analisi dell’evasione fiscale su base territoriale realizzata dall’Agenzia delle Entrate con DBGeo (DataBaseGeomarket).
Sono strumenti in continua evoluzione,
che certamente potranno essere ulteriormente affinati, ma che già oggi possono
fornire all’amministrazione fiscale (e non
solo) un contributo importante nel governo del territorio, perché sulla base di questi elementi è possibile calibrare le politiche di intervento e le azioni conseguenti.
Comunicazione
13
PRIMO PIANO
14
GLI IMMOBILI IN ITALIA 2015
Paolo Graziani
“Gli immobili in Italia 2015” è uno studio sul patrimonio immobiliare italiano,
a cura del Dipartimento delle Finanze e
dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con Sogei, con fermo immagine al
31 dicembre 2012.
Giunta alla quinta edizione, l’analisi, articolata in 228 pagine suddivise in sette
capitoli, è stata presentata lo scorso mese
di febbraio a Roma.
La pubblicazione può essere consultata
e scaricata in formato pdf collegandosi a
www.agenziaentrate.it , sezione l’Agenzia
comunica > Prodotti editoriali > Pubblicazioni su catasto, cartografia e mercato
immobiliare, oppure a www.finanze.gov.
it , sezione Per conoscere il fisco > Dati
e statistiche fiscali > Redditi e immobili.
Sotto molteplici sfaccettature si esaminano lo stock immobiliare in Italia.
Il patrimonio abitativo attraverso un’analisi territoriale, la distribuzione della
proprietà e dei flussi da locazione, un confronto internazionale di come viene applicata la tassazione immobiliare, la fiscalità
immobiliare in Italia, il tax gap delle imposte immobiliari (ovvero quanto dovrebbe entrare e quanto in realtà entra nelle
casse dello Stato) e infine una nota metodologica sulla costituzione della banca
dati integrata della proprietà immobiliare.
Cresce nel 2012 il numero delle unità immobiliari su suolo italiano, raggiungendo
quota 62 milioni 877 mila, un milione e
centomila in più rispetto al 2011, uno scatto in avanti significativo dovuto in buona
misura all’operazione di regolarizzazione
dei cosiddetti “immobili fantasma”, sconosciuti prima di allora al Catasto e venuti
alla luce attraverso la lettura foto aerea del
territorio.
Le conseguenze della crisi economica, a
tutto il 2012, hanno prodotto sul mercato
immobiliare un effetto di decremento del
valore degli immobili rispetto all’anno
precedente (-0,6%) che si accentua per le
abitazioni (-1,8%).
Un mercato che risente del crollo delle
note di transazione normate (che includono le compravendite) che segnano secondo lo studio OMI del III Trimestre 2014
un -45% rispetto al III Trimestre 2004 e un
-51% rispetto al III Trimestre 2005, dati
che danno una dimensione della reale portata della contrazione.
Le abitazioni principali e le relative pertinenze rappresentano circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano.
Le abitazioni locate sono appena l’8,6%
dell’intero stock nazionale, confermando
la tendenza, ormai risaputa, che gli Italiani
prediligono, più di altri popoli europei, la
prima casa di proprietà. Lo studio analizza
in modo particolare le tre principali metropoli italiane: Roma, Milano e Napoli.
Una casa nella capitale va dai 713 mila
Euro del centro storico ai 290 mila di
Ostia-Litorale, con la media che si attesta
a 381.000. A Milano si va dai 710 mila del
centro storico, ai 177 mila della periferia sud, con una media di 246.000 Euro.
A Napoli, invece, si va dai 285 mila del
“Centro Antico”, ai 710 mila della “Zona
Pregiata” con vista sul golfo, per una media intorno ai 300 mila Euro.
Se prendiamo in esame l’Emilia Romagna, Bologna è compresa nell’elenco delle città al di sopra dei 250 mila abitanti,
insieme a Bari, Catania, Palermo, Firenze,
Genova, Torino, Venezia e Verona.
La città Felsinea in questa categoria è
seconda alla sola Firenze: 350 mila Euro
per il capoluogo toscano come prezzo medio di un’abitazione, 322.000 Euro sotto
le Due Torri, 317 mila a Venezia, subito
dietro.
Alla vigilia dell’attesa e preannunciata revisione degli estimi catastali è esplicativo
osservare, all’interno dello studio, i dati
sugli immobili in cui vengono comparati
i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) e il Valore Imponibile
Potenziale (VIP), quest’ultimo calcolato
applicando alle rendite risultanti in catasto, rivalutate del 5%, i moltiplicatori
stabiliti dal decreto “Salva Italia” (D.L.
n.201/2011), differenziati per la categoria
catastale del fabbricato.
La media nazionale della differenza del
valore, fra OMI e VIP, riferita all’abitazione principale è di 2,22: cioè se catastalmente una casa vale 100 ha un valore di
PRIMO PIANO
mercato di 222. Le differenze sul territorio
nazionale sono anche queste marcate, si
va dall’1,65 del Molise al 3,24 del Trentino Alto Adige.
L’Emilia Romagna col suo 2,24 di media
rispecchia sostanzialmente il dato nazionale. Il valore OMI nel 2012 di un’abitazione in Emilia Romagna (sottolineando
che è un dato che varia molto dal Comune
capoluogo di provincia al proprio hinterland e da un capoluogo e un territorio
all’altro) si attesta a 217 mila Euro, a fronte di una media nazionale di 198.500 Euro
circa.
Assai interessanti i dati sul cosiddetto tax
gap immobiliare, ovvero della differenza
fra quanto i contribuenti dovrebbero versare e quanto viene da loro effettivamente
versato. In generale, ai fini della stima del
tax gap, la base imponibile non dichiarata
15
non coincide né con la base imponibile intenzionalmente evasa, né con il sommerso economico, ma fonde in sé anche tali
fattori. Nel 2012 in Italia questa forbice è
stata pari a quasi 4,2 miliardi di Euro, pari
al 18,37%, del gettito IMU. La differenza
sulla base imponibile IMU standard è di
circa 647 miliardi, pari al 15,07% della
base imponibile teorica.
Su base regionale l’indicatore del tax gap
dell’IMU varia dal 32,88% del gettito
teorico della Calabria all’8,13% della
Valle d’Aosta. L’Emilia Romagna si
pone come terza regione più “virtuosa” con il 13,28% di tax gap, subito
dietro la Liguria con l’11,19%. Il
gettito teorico generato dall’IMU
dell’Emilia Romagna è pari a
poco meno di due miliardi di
Euro, con un tax gap stimato
a circa 255 milioni.
CONVENZIONE TRA LA DIREZIONE
REGIONALE EMILIA-ROMAGNA
DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
E L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
Antonella Pellegrino
L’intesa prevede
• la promozione e attivazione di incontri
di verifica, consultazione e confronto
sui problemi complessi di natura fisca-
le, e comunque di interesse comune ai
due Enti, che riguardano tutti i rispettivi settori di competenza e di operatività
dell’Università. In esito agli approfondimenti effettuati, se necessario, l’Università ricorrerà alle forme di interpello o consulenza giuridica previste dalla
legge o dalla prassi dell’Agenzia delle
Entrate.
• la Direzione Regionale individua, a seconda dei settori interessati e delle problematiche da affrontare, i funzionari
che partecipano agli incontri, oltre al
Direttore regionale o a un suo delegato.
• l’Alma Mater raccoglie e coordina le
richieste dei propri uffici, delle proprie
strutture e degli enti partecipati, pro-
cede all’istruttoria delle relative problematiche prima di presentarle agli
incontri periodici con la Direzione Regionale dell’Agenzia. A questo proposito, l’Università assicura un coordinamento delle esigenze dei diversi uffici
coinvolti, garantendo anche l’adeguata
istruttoria delle questioni oggetto di
confronto e a tal fine attiva un “Centro
di coordinamento per i rapporti fiscali” che opererà in diretto collegamento
con il Direttore Generale, con i Dirigenti delle diverse Aree amministrative e con i Responsabili gestionali delle
strutture a seconda delle problematiche
da affrontare. Il Centro si potrà avvalere del supporto organizzativo della
Scuola Europea di Alti Studi Tributari.
2015
E’ stata siglata lo scorso 28 gennaio, presso la sede del Rettorato dell’Alma Mater,
la convenzione tra la Direzione Regionale
Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate e l’Università di Bologna.
L’accordo scaturisce dall’esigenza di consolidare gli esiti positivi della collaborazione tra i due Enti nata nel 2014 e finalizzata al miglioramento della compliance
fiscale nei diversi settori di competenza
dell’Università e della gestione della crescente complessità del sistema tributario.
Comunicazione
L’INTERVISTA
16
LA DP DI FORLÌ-CESENA
RECUPERA 230MILA EURO
Intervista a cura di Pierluigi De Rosa
La Direzione Provinciale di Forlì - Cesena ha recuperato 230mila euro grazie a un controllo nei confronti di una
azienda manifatturiera del forlivese.
Parliamo di questo e più in generale del
suo lavoro con Silvia Ferretti, la funzionaria che ha seguito e sviluppato l’attività di controllo, con il coordinamento
del Capo Area Imprese, Graziella Salvi.
Silvia, per cominciare qualche riga per
presentarti. Da quanto tempo sei in amministrazione, qual è stato il tuo percorso
finora…
Il mio ingresso in Agenzia ha festeggiato
il suo settimo compleanno lo scorso San
Valentino, appartengo al progetto Iride 6.
Prima la formazione, poi l’assegnazione
all’attività di controllo che ha riguardato
inizialmente le Piccole Imprese e solo
successivamente le Medie, di cui mi occupo ora, accompagnata da tre anni di condivisione con l’Area Legale.
L’attività di controllo che hai realizzato
ci sembra piuttosto complessa. Qual è la
difficoltà maggiore che hai incontrato?
E’ stato un po’ come trovarsi di fronte una
serie di dipinti, questo sembravano, che
in realtà erano tessere di un unico puzzle.
Individuare le tessere e assemblarle correttamente è stato il lavoro più complesso. A volte capita che siano coinvolti più
soggetti societari, apparentemente distinti,
e più operazioni, spesso in annualità diverse: ho sperimentato che occorre guardare un po’ oltre, “seguire l’intuito”, ma
occorre anche la scelta di investire in un
progetto, che all’inizio è solo un bozzetto
ma che per definirsi richiede un approccio
di tipo chirurgico.
Cosa ‘porti con te’ di questa esperienza?
Ci sono aspetti innovativi o che in qualche
modo incideranno anche sulla tua attività
futura?
Proprio le difficoltà hanno reso questa
esperienza una formidabile palestra per
allenarsi a spostare il punto di osservazione, dalla singola fattispecie alla rete
di correlazioni che abbracciano fenomeni
diversi e tempi diversi, lavorando per individuarne gli effetti reciproci e simulando
il riflesso fiscale di scelte alternative. Una
modalità dinamica, se vogliamo, che mi
auguro di poter coltivare.
L’Agenzia delle Entrate sta puntando
molto, nell’ambito della comunicazione
interna, sullo spirito di squadra, sulla capacità di ‘fare rete’ all’interno delle nostre
strutture. Quanto ha inciso questo aspetto
nel risultato che è stato ottenuto? In che
modo ti senti parte di una ‘squadra’?
La condivisione del sapere è la carta vincente soprattutto in un lavoro come il nostro in cui la materia è viva e mutevole, ed
è arduo padroneggiarla tutta con competenza. Per questo secondo me all’interno
di un Team, in una D.P., in una Regione
e anche oltre, i momenti di confronto reale, sul campo, devono essere una buona
abitudine.
Le cronache di questi giorni evidenziano
una grande attenzione mediatica nei
confronti dell’Agenzia delle Entrate.
Questo inevitabilmente si riflette anche
(o soprattutto) su chi svolge un lavoro
delicatissimo come il tuo, a diretto contatto con il contribuente. Quali sono le tue
sensazioni? Quali gli ‘accorgimenti’ che
utilizzi per costruire un rapporto positivo
con il contribuente?
Il nostro lavoro è fatto di carte, di norme
e di numeri ma è sugli individui, contribuente, imprenditore fino ai lavoratori di
un’Azienda, che produce i propri effetti,
non possiamo dimenticarlo. Penso sia
fondamentale osservare con attenzione la
realtà in cui si interviene, che può essere
espressione della fragilità e della fatica
che oggi affliggono e a volte schiacciano
le Aziende. Il fatto poi che il controllo impatti oggi, in conseguenza di scelte compiute in anni e in un contesto anche molto
diverso da quello che ne subisce gli effetti
complica le cose.
Se è vero che il feed back che riceviamo
dal contribuente è spesso condizionato dal
gioco delle parti e dalla tensione che la fatica e la difficoltà del momento possono
provocare, penso però che possiamo dare
il giusto input, trasmettendo la consapevolezza della realtà in cui interveniamo e il
senso di responsabilità con cui facciamo
il nostro lavoro. Nella cui funzione sociale, secondo me, non bisogna smettere di
credere.
Per concludere, una domanda più personale sul tuo lavoro. Sei ormai già da qualche anno in Agenzia, è tempo per tracciare
un primo ‘bilancio’. Cosa apprezzi di più
del tuo lavoro e del percorso fatto fin qui?
Cosa invece potrebbe essere migliorato, a
tuo avviso?
Penso che il mio sia stato fino ad ora un
percorso fortunato: ho esplorato l’attività
di controllo sotto diversi profili e ne ho
curato la difesa in contenzioso. Ho visto lo
stesso lavoro da angolazioni diverse, e ho
potuto apprendere da questa visuale ampia e privilegiata. La professionalità non
è mai abbastanza, e quindi mi auguro di
poter mettere a frutto quello che so e avere
l’opportunità di crescere ancora.
NOTIZIE
17
BUONGIORNO AGENZIA
Tra coinvolgimento dei dipendenti e comunicazione istituzionale
Pierluigi De Rosa
Coinvolgere e valorizzare le persone
all’interno, assicurare un flusso informativo costante e il più possibile tempestivo
all’esterno. Sono queste le due “anime”
del progetto Buongiorno Agenzia, realizzato in collaborazione con la redazione
regionale della RAI a partire dallo scorso
ottobre: una rubrica dedicata all’attualità
fiscale, il primo martedì di ogni mese, con
ospite in studio un funzionario dell’Agenzia delle Entrate.
Per ciascuno di loro, un’esperienza forte la trasmissione infatti è in diretta – che, oltre ad essere un banco di prova per sé stessi, rappresenta anche un piccolo momento
di gratificazione professionale. Ma non è
solo questo. Nei 4-5 minuti sotto i riflettori, il funzionario è la ‘faccia’ dell’Agenzia,
è uno dei tanti che silenziosamente, ogni
giorno, fa il proprio lavoro, dovendo gestire a volte le difficoltà che sono ben note.
Le partecipazioni televisive sono quindi
anche uno strumento di engagement, per
usare un termine caro a chi opera nelle ri-
sorse umane, di coinvolgimento del lavoratore nella vita dell’organizzazione, in un
contesto per la verità non facile da questo
punto di vista. Secondo l’ultimo rapporto
Gallup, infatti, in Italia solo il 14% dei lavoratori può dirsi “engaged”, contro una
larga maggioranza (68%) che ha un atteggiamento passivo verso il lavoro, e infine
un 18% non solo insoddisfatto, ma in qualche modo “fiero” di esserlo(1). È evidente
che un’apparizione televisiva non può da
sola invertire questa tendenza ma, insieme
ad altre leve adottate all’interno dell’Agenzia delle Entrate, può certamente favorire più elevati livelli di coinvolgimento,
anche perché il dipendente-speaker non è
solo il “terminale” comunicativo, ma partecipa attivamente alla costruzione della
puntata e quindi al confezionamento del
“prodotto” comunicativo.
La dimensione esterna: uno strumento
di informazione e di ‘vicinanza’ al contribuente.
La diffusione di informazioni fiscali attraverso un programma molto seguito
a livello regionale – con numeri e share
significativi - è anche un fattore di facilitazione all’adempimento, almeno nei
casi più semplici, quando le informazioni
veicolate dal funzionario in studio possono evitare al contribuente di rivolgersi ad
altri canali dell’Agenzia o a consulenti,
accelerando e semplificando l’adempi-
Le puntate già andate in onda
7 ottobre 2014
Come mettersi in contatto con
l’Agenzia delle Entrate;
i servizi on line (Valentina Falzaresi, DR
Emilia-Romagna)
4 novembre 2014
Le comunicazioni d’irregolarità
(Fabio Mavilio, DP Rimini)
2 dicembre 2014
I rimborsi
(Silvia Schiavone, DP Ferrara)
13 gennaio 2015
Le visure catastali
(Daniela Turchetti, UPT Bologna)
3 febbraio 2015
Le cartelle di pagamento
(Davide Palermo, DP Piacenza)
2 marzo 2015
Le quotazioni immobiliari e il
mercato immobiliare in EmiliaRomagna
(Luca Panzacchi, UPT Bologna)
I video sono anche disponibili sul canale YouTube dell’Agenzia Entrate
Emilia-Romagna e sull’Intranet regionale.
2015
La dimensione interna: uno strumento
di coinvolgimento e di valorizzazione.
Dall’inizio del progetto, nell’ottobre 2014,
si è scelto di aprire la partecipazione alla
rubrica – prima riservata prevalentemente
al personale della Direzione regionale – a
speaker provenienti da tutte le strutture
provinciali (Entrate e Territorio), coinvolgendoli in prima persona. Il primo passo è
stato quindi l’individuazione di funzionari esperti che avessero anche doti comunicative e attitudine al public speaking, da
parte dei rispettivi responsabili. Successivamente è stato realizzato una sorta di ‘casting’, con registrazioni via webcam, fino
alla scelta, puntata per puntata, del funzionario ritenuto più adatto, anche in base
alla congruenza tra l’argomento trattato e
l’attività svolta quotidianamente. Finora
sono stati coinvolti i funzionari di quattro
Direzioni provinciali (Piacenza, Ferrara,
Rimini, Reggio Emilia) e di un Ufficio
provinciale Territorio (Bologna).
Comunicazione
NOTIZIE
18
mento. Per questo motivo, la scelta degli
argomenti è basata sulle richieste più frequenti ricavate dall’analisi degli accessi al
sito internet regionale e al servizio “Contatta l’Agenzia”.
È ancora un piccolo passo – nel frattempo
affiancato da altre iniziative di comunicazione programmate per il 2015 – che però
può avere implicazioni aggiuntive rispetto
al solo aspetto informativo.
Numerose ricerche sugli effetti della comunicazione delle pubbliche amministrazioni (es. Holm 2011) mostrano infatti che
la diffusione sistematica di informazioni
sull’attività svolta e sui propri ambiti di
competenza incide anche sul livello di
fiducia nei confronti dell’organizzazione
pubblica. Questo approccio comunicativo veicola infatti alle comunità di riferimento l’orientamento alla trasparenza da
parte dell’amministrazione e favorisce la
costruzione di flussi di comunicazione a
due vie.
Nei prossimi mesi, in particolare con la
campagna informativa sulla dichiarazione precompilata, si cercherà di sviluppare
L’ AGENZIA DELLE ENTRATE
AD “ARIA PULITA”
Le agevolazioni sul risparmio energetico, la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni edilizie e il bonus arredi sono
gli argomenti affrontati dall’Agenzia
delle Entrate Emilia-Romagna nella
nuova trasmissione di 7Gold Emilia-Romagna “Aria pulita”, in onda
ogni mattina dalle 10 alle 12.
Ospite in studio, il giorno 11 febbraio,
Cora Serri.
Il funzionario della Direzione provinciale di Reggio Emilia ha illustrato,
con linguaggio chiaro e immediato, le
novità dell’anno 2015, i vari tipi di intervento agevolabili, gli adempimenti
previsti e le procedure da seguire per
usufruire delle detrazioni.
ulteriormente questi spunti in direzione di
una comunicazione sempre più legata al
territorio.
[1] Per approfondire, l’ultimo Report disponible (2013) è scaricabile a questo link
http://ihrim.org/Pubonline/Wire/Dec13/
GlobalWorkplaceReport_2013.pdf. L’indagine viene svolta attraverso un questionario strutturato somministrato, sin dalla
fine degli anni ’90, a circa 25 milioni di
lavoratori in 189 diversi Paesi.
NOTIZIE
19
GLI ACCERTAMENTI FISCALI
NELLO SPORT DILETTANTISTICO
Daniela Messina
alle criticità nell’interpretazione ed applicazione di alcune norme agevolative,
dall’analisi delle aspetti connessi all’attività di verifica su associazioni e società
sportive dilettantistiche alle numerose e
interessanti novità recentemente intervenute nel settore dello sport dilettantistico,
come l’aumento del limite per la tracciabilità dei pagamenti o l’uniformità del
trattamento IVA tra contratti di sponsorizzazione e pubblicità.
I relatori hanno ampiamente trattato tutti
questi argomenti, ciascuno per il proprio
ambito di competenza, con interessanti richiami anche giurisprudenziali, così da far
comprendere meglio quali sono gli aspetti
gestionali maggiormente sensibili, che
possono formare oggetto di contestazione
in sede di verifica.
Nella seconda parte del pomeriggio si è
colta l’occasione per presentare ed illustrare, al pubblico presente in sala, l’accordo sottoscritto a dicembre 2014 tra la
Direzione Regionale dell’Emilia Romagna e il Comitato Regionale CONI Emilia
Romagna, finalizzato a promuovere e migliorare la conoscenza, l’interpretazione
e la corretta applicazione della normativa
tributaria di settore.
A seguire, si è aperta un’interessante tavola rotonda dedicata all’analisi dei principali e più frequenti rilievi emersi in sede
di controllo.
Il convegno è stato poi chiuso dalla risposta ai numerosi quesiti sollevati dai partecipanti all’incontro, a conferma della
buona riuscita dell’iniziativa e della volontà di proseguire con nuove occasioni di
confronto e riflessione.
2015
Si è tenuto a Bologna, il 28 gennaio 2014,
nella cornice del Convento di San Domenico, il Convegno dal titolo “Gli accertamenti fiscali nello sport dilettantistico: inquadramento normativo del settore, rilievi
e analisi dei casi specifici”.
Si è trattato del secondo appuntamento
– dopo quello dello scorso anno – che la
Fondazione dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti contabili di Bologna ha voluto organizzare, in collaborazione con la
nostra Direzione Regionale e con il Comando Provinciale di Bologna della Guardia di Finanza, per esaminare in maniera
congiunta alcune tematiche di grande
interesse per le tante organizzazioni che,
in Emilia Romagna, operano nell’ambito
dello sport dilettantistico.
Un convegno al quale hanno partecipato,
per la prima volta, in qualità di relatori,
anche i rappresentati dell’INPS di Bologna e che ha visto la presenza in sala di oltre 300 persone, tra dirigenti e consulenti
di associazioni e società sportive dilettantistiche del territorio, a dimostrazione della crescente attenzione degli operatori per
i temi trattati ma anche della forte volontà
degli stessi di approfondire la conoscenza
degli adempimenti - non solo fiscali, ma
anche contabili e statutari - che devono
accompagnare la corretta gestione di qualsiasi attività sportiva, così da evitare fraintendimenti ed errori dovuti ad una scarsa
informazione sulla normativa di settore ed
operare nel migliore dei modi e nel rispetto delle regole.
Nel corso dell’incontro, che si è svolto
con il patrocinio del CONI Emilia Romagna ed è stato introdotto dai saluti dei
rappresentanti dei diversi Enti organizzatori, sono stati quindi affrontati argomenti
che interessano la quotidianità del mondo sportivo dilettantistico: dagli obblighi
contabili e di rendicontazione alla gestione dei compensi agli sportivi dilettanti,
dai profili IVA in caso di decadenza dal
regime agevolato ex Legge n. 398/1991
Comunicazione
NOTIZIE
20
ENTRATE NEL MERITO
Tiziana Sabattini
Anche nell’anno 2015 l’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna promuove il progetto “entrate nel merito”, un percorso di
educazione alla legalità e alla cultura della
valutazione, rivolto ai ragazzi delle scuole
secondarie di secondo grado bolognesi.
Per l’Agenzia sensibilizzare i giovani sui
principi fondamentali della giustizia e della legalità fiscale è un fattore strategico
per assicurare negli anni futuri livelli più
elevati di tax compliance (adempimento
spontaneo degli obblighi fiscali). L’obiettivo finale è quello di un Paese in cui il
pagamento delle imposte sia percepito
come utile per il benessere della collettività e non come adempimento imposto
dall’autorità.
Il progetto “Entrate nel merito” ha la triplice finalità di:
• creare consapevolezza sui valori di
mission dell’Agenzia delle Entrate,
con particolare attenzione alla centralità del cittadino e alla legalità
• fare comprendere, dall’interno, il funzionamento di una pubblica amministrazione dando la possibilità ai ragazzi
di confrontarsi con realtà e figure professionali diverse
• valorizzare il merito e la responsabilità
individuale, tramite un percorso valutativo “incrociato”. La valutazione individuale del periodo di stage, espressa
ex ante dal consiglio di classe, al termine della settimana viene confrontata con quella ex post del tutor aziendale, per dare agli studenti un primo
feedback sulla loro performance
aziendale.
Il percorso formativo è stato presentato
insieme con le attività e la missione istituzionale dell’Agenzia delle Entrate all’interno
dell’attuale contesto economico e
istituzionale.
Il primo appuntamento, martedì
20 gennaio 2015
con gli studenti
della classe IV
CR (indirizzo relazioni internazionali per il marketing) dell’Istituto
“Roxa
Luxemburg” di Bologna.
Il secondo, mercoledì 17 febbraio con la
classe IV F dell’Istituto Tecnico Commerciale “Gaetano Salvemini” di Casalecchio
di Reno.
La settimana successiva all’incontro gli
studenti hanno preso contatto con la realtà
operativa degli Uffici territoriali di Bologna 1 e Bologna 2 e, novità 2015, dell’Ufficio provinciale Territorio di Bologna.
Gli stagisti, dopo una panoramica sulle attività degli Uffici, son stati gradualmente
coinvolti nelle attività di front-office, che
richiedevano contatti diretti con il cittadino.
Gli argomenti-guida del progetto sono stati i contratti di locazione, il codice fiscale,
le visure catastali, le ispezioni ipotecarie
e il consueto supporto ai contribuenti nelle fasi di orientamento e di compilazione
della modulistica.
Lo stage della classe IV F dell’ITC “G.
Salvemini” si è concluso il 27 febbraio,
in Direzione Regionale, con una giornata dedicata ai “controlli”. I ragazzi hanno
partecipato con entusiasmo e disponibilità
alle richieste di coinvolgimento del capo
Ufficio Accertamento, Antonio Cologno.
NOTIZIE
21
CIVIS
IL CANALE TELEMATICO
DI COMUNICAZIONE TRA FISCO E UTENTI
Giorgio Bertuzzi
Sono in aumento il numero dei contribuenti emiliano-romagnoli che si avvalgono di “Civis” il canale di comunicazione
via web dell’Agenzia delle Entrate dedicato ai contribuenti alle prese con comunicazioni di irregolarità, avvisi telematici
e richieste di documenti.
In Emilia-Romagna i contribuenti assistiti via web nel 2014 sono stati 45.805.
La ripartizione per tipologia di utente assegna il primato ai dottori commercialisti
ed esperti contabili (23% delle richieste
inoltrate); seguono al secondo posto i consulenti del lavoro (16%), al terzo i ragionieri e periti commerciali (15%). Sono infine circa 1.200 gli utenti “Fisconline” che
hanno ricevuto assistenza tramite Civis.
La piattaforma di comunicazione tra fisco
e utenti, nata in Emilia-Romagna il 16 dicembre 2009, si è arricchita nel tempo di
nuove funzionalità permettendo di accelerare sempre più l’erogazione dei servizi e
ridurre le attese allo sportello.
Il canale CIVIS permette agli utenti abilitati a Entratel e ai contribuenti che utilizzano Fisconline (in possesso dell’apposito
codice Pin) di:
• richiedere assistenza sulle comunicazioni di irregolarità, sugli avvisi telematici e sulle cartelle di pagamento
emessi a seguito di controllo automatizzato delle dichiarazioni (articolo 36
bis del Dpr n. 600/73 e articolo 54 bis
del Dpr n. 633/72). Dopo la lavorazione da parte dell’Ufficio è subito resa
disponibile la comunicazione aggiornata, in formato pdf, contenente anche
l’eventuale F24 già compilato
Per dare impulso alla procedura e, più in
generale, per facilitare l’accesso ai canali di
comunicazione telematica, in Emilia-Romagna, nel corso degli anni 2013 e 2014, sono
state siglate 13 intese con gli ordini professionali e le associazioni di categoria.
Gli accordi prevedono l’assunzione di reciproci impegni e definiscono le modalità di
collaborazione tra Agenzia, Associazioni e
Ordini firmatari per assicurare una più moderna e efficace gestione dei servizi.
L’Agenzia si impegna a fornire assistenza
e informazioni sull’utilizzo del canale
telematico tramite i numeri 848.800.444 e
848.836.526, a fornire risposta all’istanze
presentate tramite CIVIS e PEC, entro un
termine massimo di 10 giorni lavorativi.
Le associazioni di categoria si impegnano ad
informare e a sensibilizzare i propri iscritti
sull’utilizzo del canale telematico.
Per le questioni non risolvibili tramite il canale telematico l’Agenzia delle Entrate fornisce assistenza prioritaria, presso l’Ufficio
territoriale, su appuntamento prenotato tramite un canale riservato, denominato “CUP
Convenzioni”, accessibile da Entratel.
• presentare documenti per il controllo formale (articolo 36 ter del Dpr n.
600/73)
• ricevere gratuitamente l’avviso della
conclusione della pratica Civis, tramite
2015
sms ed e-mail, all’indirizzo di posta elettronica e/o al numero di telefono prescelti
(funzionalità attiva dal 3 febbraio 2015)
Comunicazione
CONTRIBUTI
22
RSU E RLS INSIEME PER GARANTIRE
LA SICUREZZA DEI LAVORATORI
Biagio Cunsolo
Nelle aziende o unità produttive con più
di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato
dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali presenti in azienda.
Poiché nei nostri uffici la rappresentanza
sindacale è esercitata dalla RSU (rappresentanza sindacale unitaria), per poter conoscere i nominativi dei nuovi Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza occorre attendere l’esito finale delle recenti
elezioni RSU.
Le RSU (settore pubblico) sono un organismo eletto da tutti i lavoratori, iscritti e
non iscritti (esclusi professionisti, dirigenti medici e dirigenti) alle organizzazioni
Sindacali di tutti i comparti del pubblico
impiego e svolgono gli stessi compiti e
funzioni riconosciuti ai rappresentanti sindacali delle OO.SS. firmatarie del CCNL,
nei limiti e per le materie previste dai rispettivi contratti di comparto. Le elezioni
svolte nel periodo 3-5 marzo 2015 hanno
coinvolto i lavoratori della Pubblica Amministrazione (Agenzie Fiscali, Ministeri,
Parastato, Sanità, Enti Locali) e sono servite per il rinnovo triennale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (2015-2017).
Conosciuto l’esito dei risultati elettorali
saranno individuati i nuovi Rappresentanti
dei lavoratori per la sicurezza.
Come avverrà questo importante passaggio? Innanzitutto occorre sapere che,
come stabilito dal D.lgs.81/08, il numero
minimo dei rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza che dovranno essere eletti
in ciascun ufficio è il seguente:
• un rappresentante nelle aziende ovvero
unità produttive sino a 200 lavoratori;
• tre rappresentanti nelle aziende ovvero
unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori;
• sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000 lavoratori.
Inoltre, occorre precisare che l’incarico
di RLS non sostituisce quello di RSU,
entrambi sono incastonati nella rappresentanza sindacale unitaria eletta nel singolo
ufficio.
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza per poter espletare al meglio la
propria attività dovrà essere formato. Una
formazione particolare in materia di salute
e sicurezza concernente i rischi specifici
esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli
adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi
stessi.
La durata minima dei corsi prevista dalla normativa vigente è di 32 ore iniziali,
di cui 12 sui rischi specifici presenti in
azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La contrattazione
collettiva nazionale disciplina le modalità
dell’obbligo di aggiornamento periodico,
la cui durata non può essere inferiore a 4
ore annue per le imprese che occupano dai
15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le
imprese che occupano più di 50 lavoratori.
Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale, sempre nel rispetto dei seguenti
contenuti minimi:
• principi giuridici comunitari e nazionali;
• legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
• principali soggetti coinvolti e i relativi
obblighi;
• definizione e individuazione dei fattori
di rischio;
• valutazione dei rischi;
• individuazione delle misure tecniche,
organizzative e procedurali di prevenzione e protezione;
• aspetti normativi dell’attività di rappresentanza dei lavoratori;
• nozioni di tecnica della comunicazione.
La formazione di base di 32 ore, prevista
dalla normativa vigente, si riferisce unicamente ai Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza eletti per la prima volta,
mentre chi è stato invece riconfermato,
dovrà soltanto seguire un aggiornamento
formativo periodico, la cui durata, come
già indicato, non potrà essere inferiore a 4
ore annue (imprese che occupano dai 15 ai
50 lavoratori) e a 8 ore annue (imprese che
occupano più di 50 lavoratori).
I RLS sono parte integrante del servizio di
prevenzione e protezione presente in ogni
struttura, hanno accesso a tutte le informazioni e docu­mentazioni aziendali inerenti
alla valutazione dei rischi e alle misure di
prevenzione attuate, collaborano alla realizzazione della prevenzione della salute e
l’integrità fisica dei lavoratori.
CONTRIBUTI
23
AI CONFINI DELL’UNIVERSO CATASTALE
Paolo Corsanici
scun povero (uno iugero era pari a circa
2520 mq). I senatori, tra i quali si annidavano i latifondisti, trovarono, proprio nel
problema della esatta definizione dei confini, il modo per far naufragare il nobile
progetto di Gracco.
I confini dall’Unità d’Italia a oggi
Ma veniamo all’attualità. Come nascono i
confini nella società moderna? In un territorio comunale, infatti, sorge la necessità
di individuare esattamente ogni piccola
porzione di territorio.
La soluzione di questo problema, già tentata a più riprese, e in diverse epoche, dai
molti piccoli stati che hanno variamente
composto l’Italia negli ultimi secoli, viene
percepito con forza fin dall’Unità d’Italia.
E’ in quel periodo che ha origine il processo di formazione del Catasto Terreni, che
ha preso proprio come unità territoriale di
base il Comune.
Tutti i territori comunali sono stati suddivisi in “fogli catastali” numerati (fogli di
mappa). All’interno dei territori comunali
possono distinguersi ulteriori zone territoriali (delegazioni) che presentano una numerazione propria dei fogli catastali.
In genere la porzione di territorio compresa in un foglio è delimitata da confini
naturali o antropici (fiumi, torrenti, canali,
strade o altri elementi del territorio ben
distinguibili).
La grafica catastale (orientamento) è stata
impostata in modo che il bordo orizzontale superiore di tutti i fogli sia sempre posizionato verso nord. Ogni foglio catastale è
poi suddiviso in unità semplici di territorio, le “particelle catastali”, normalmente
chiamate anche “mappali”.
La particelle si caratterizzano in quanto
delimitate da una linea continua chiusa,
che ne delimita l’area, e dalla destinazione
“colturale” o “urbana”.
L’area è misurata attraverso la “superficie
catastale”, che viene normalmente espressa in ettari, are e centiare.
Un ettaro misura diecimila metri quadrati, un’ara ne misura cento e una centiara
corrisponde a un metro quadrato. Si di-
2015
Il “confine” è qualcosa che ha attirato
l’attenzione, da sempre, di studiosi (pensiamo ai filosofi o ai geografi) ma anche
di politici (il Metternich de L’Italia come
espressione geografica), è qualcosa di
astratto ma anche di molto concreto.
Il problema dei confini è iniziato quando hanno gli uomini hanno cominciato a
stanziarsi ed ad allevare animali o coltivare terreni.
Come non ricordare, tra i tanti possibili
esempi, l’uccisione di Remo ritenuto colpevole di aver ignorato il divieto, imposto
da Romolo, di oltrepassare il confine che
delimitava la nuova città (nascita di Roma
21 aprile 754 a.C.).
Sempre nella Roma Antica, nel 133 a.C.,
venne eletto tribuno della plebe Tiberio
Sempronio Gracco (162 – 133 a.C.) che
decise di presentare una legge di riforma
agraria per distribuire la terra ai contadini
e toglierla ai grandi latifondisti, che detenevano le terre dell’agro pubblico.
Secondo la legge si dovevano espropriare
quelle terre e distribuirne 30 iugeri a cia-
Comunicazione
CONTRIBUTI
24
stinguono inoltre altre caratteristiche che
distinguono un mappale: la posizione (due
mappali non possono sovrapporsi) e l’intestazione (certezza della proprietà).
I mappali in origine vennero numerati con
progressiva numerazione da 1 proseguendo in ordine crescente fino a coprire tutto
il territorio del foglio procedendo, dall’alto del foglio, da sinistra verso destra.
Con il variare della titolarità della proprietà e degli scopi d’uso dei terreni può
rendersi necessario frazionare o fondere
i mappali. Con frazionamenti e fusioni, i
mappali originari vengono “soppressi” per
originare nuovi mappali, che normalmente vengono numerati a seguire dall’ultimo
già attribuito sul foglio.
La natura dei confini e la soluzione delle controversie
I confini possono essere naturali, come
strade, corsi d’acqua, cambi di pendenza
del terreno, o creati dall’uomo, un muretto, un filare d’uva, una fila di alberi (nella pianura padana ad esempio si usavano
molto i gelsi) o uno scolo delle acque.
Nel corso degli anni, per innumerevoli
cause, è possibile che si perda la certezza
della loro demarcazione.
In questi casi, se tra confinanti si va d’accordo non sorgono problemi, ma se per
qualche motivo è necessario conoscere
dove passa un confine incerto, allora, per
evitare soluzioni personali, viene in soccorso la legge.
Quando un proprietario di un fondo desidera stabilire l’esatta posizione dei confini
o vuole obbligare il vicino a rendere visibili e permanenti i confini delle proprietà
adiacenti, la legge prevede la possibilità
di ricorrere all’azione di “regolamento dei
confini” o a quella di “riconfinazione”,
con eventuale apposizione dei termini.
La prima azione, consensuale, avviene
a spese comuni e mediante l’apposizione
degli appropriati termini o segni lapidei
nel presupposto che il confine sia noto con
una certa precisione.
Se così non è si dovrà provvedere ad un’azione di regolamento di confini nota come
“riconfinamento catastale” o più semplicemente “riconfinazione”.
Questi interventi sono puntualmente disciplinati dal Codice Civile al “Capo IV:
Delle azioni a difesa della proprietà”, attraverso due articoli:
Art. 950 Azione di regolamento di confini
●● Azione di regolamento di confini:
Quando il confine tra due fondi è incerto,
ciascuno dei proprietari può chiedere che
sia stabilito giudizialmente. Ogni mezzo
di prova è ammesso. In mancanza di altri
elementi, il giudice si attiene al confine
delineato dalle mappe catastali.
Art. 951 Azione per apposizione di termini
●● Azione di riconfinazione e apposizione
dei termini: Se i termini tra fondi contigui
mancano o sono diventati irriconoscibili,
ciascuno dei proprietari ha il diritto di
chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni. Se invece, un proprieta-
rio di un fondo è convinto che il vicino abbia sconfinato, può avviare una pratica di
riconfinazione e richiedere la restituzione
della zona di controversia, chiaramente
deve provare nei modi e termini di legge
i suoi diritti di proprietà assoluta. Nel
caso in cui l’azione termini a suo favore
la controparte dovrà cedere la zona di
sconfinamento ma non si configura per lui
il reato di occupazione indebita. L’azione
di rivendicazione non si prescrive, salvi
gli effetti dell’acquisto della proprietà da
parte di altri per usucapione.
Nel caso in cui i termini o segni di confine risultino visibili ma vi sia il dubbio
che siano messi arbitrariamente o si siano spostati dal luogo originario ove erano
stati posti, il vicino potrà sempre chiedere
il regolamento del confine.
Tale azione è di competenza del Giudice
che solitamente provvede alla nomina di
un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU).
Nelle controversie confinarie uno dei
mezzi di prova utili alla risoluzione è tra
gli altri la mappa catastale.
E’ dunque fondamentale il compito
dell’Agenzia delle Entrate che, gestendo e
mantenendo aggiornato il Catasto, fornisce un’opera di prezioso supporto ai diritti
dei singoli cittadini.
Fonti: www.Wikipedia.it www.studioscaggiante.it; www.georoma.it; www.
cng.it/;
La Storia di Roma – J. Michelet
CONTRIBUTI
25
IL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO
Cinque anni di DP vissuti nelle terre terremotate:
il lavoro di squadra dal punto di vista di un capo-team
Francesco Malagoli
non bastavano parole di conforto sul rinvio degli adempimenti tributari, perché il
discorso sarebbe inevitabilmente caduto
dove sapevi già. Quanto al nostro ufficio
“fisico”, la regolarizzazione della “società
di fatto” tra Carpi e Mirandola, ovvero le
nozze che hanno posto fine alla convivenza more uxorio (si sa che nella bassa
siamo un po’ all’antica, se lavoriamo al
registro ancora di più) sono state celebrate
il 30 settembre 2013. Sono avvenute però
senza una presenza a noi tutti molto cara:
in quel mese di settembre ci ha lasciato
la collega Fiorella Saltini, lasciando un
vuoto nella nostra struttura e nelle nostre
menti davvero incolmabile.
L’incorporazione del soppresso Ufficio
territoriale di Mirandola ha affidato alla
struttura carpigiana una nuova sfida: lo
sportello distaccato a Mirandola (che ha
trovato nel mese di ottobre di quest’anno
una nuova collocazione nel centro della
cittadina, presso la Galleria del Popolo)
gestito da un UT periferico di non grandi dimensioni, è certamente un grande
impegno per il nostro ufficio, sostenuto
dalla profonda convinzione di poter offrire all’utenza degli otto comuni dell’Area
Nord un servizio importante. Durante questa fase intensa abbiamo dovuto affrontare, dopo il terremoto, anche l’alluvione
dello scorso gennaio che non ha toccato i
comuni di competenza dell’Ufficio se non
in minima parte, ma ha messo in ginocchio, insieme alla vicina Bastiglia, il mio
paese, Bomporto, in quel territorio della
Bassa modenese già provato duramente
dal sisma.
D’altra parte, in questi anni è andato intensificandosi il rapporto tra l’Ufficio e la
Direzione Provinciale di Modena, grazie
a una sempre maggiore consapevolezza di
appartenenza ad un’unica grande struttura, seppur caratterizzata da una forte articolazione territoriale rispetto anche ad
altre realtà delle regione.
Ma questa pagina vorrebbe avere anche
lo scopo di rimediare ai ringraziamenti,
che non ho mai fatto in misura sufficiente,
nei confronti dei colleghi del Team Atti
e di tutto l’UT Carpi, presenti e non più
presenti in ufficio, per la disponibilità, le
conoscenze, la competenza che da sempre
hanno messo e continuano a mettere nel
proprio lavoro ogni giorno. Lo stile, l’impegno e la generosità che utilizzano, sia
nei confronti dell’utenza che nei confronti
dei colleghi e dei coordinatori, costituiscono un dono che ci rende orgogliosi di
appartenere, seppur in mezzo a tante difficoltà quotidiane, a questa Amministrazione.
2015
Alle 14.30 di venerdì 5 febbraio 2010,
quando uscimmo a pranzo con alcuni
colleghi in occasione del “San Silvestro”
dell’allora Ufficio locale di Carpi, non
avremmo mai potuto immaginare l’intensità del percorso che ci accingevamo
ad iniziare. Dopo soli due anni e mezzo
in Agenzia mi sentivo ancora troppo “pischello” per azzardare previsioni sulla
struttura che stava nascendo dalla riorganizzazione.
Il mio periodo “carpigiano” è stato caratterizzato dall’assestamento della nuova
organizzazione della Direzione provinciale a partire dal luglio 2011. La nomina a
Capo Team, seppure in un settore come
quello del Registro, che adoro, confesso
che per alcuni giorni mi ha reso il sonno
un po’ più leggero. La novità di questo
ruolo di coordinamento all’interno dell’Agenzia, così come la concentrazione in un
unico gruppo di lavoro delle attività di liquidazione e accertamento, di front office
e di back office, ha reso e rende stimolante
questo incarico ogni giorno di più. E della
maturazione all’interno di questo ruolo,
così come del sostegno morale soprattutto
in quel primo periodo, io e i miei colleghi
siamo debitori nei confronti dei Direttori
che si sono succeduti e dei nostri collaboratori – io dico “da serie A” che non ci
hanno mai fatto mancare il sostegno.
Il terzo momento della vita dell’UT Carpi ha avuto inizio con il periodo che per
sempre ci ha reso inevitabilmente diversi
da prima: il terremoto del 2012. Al di qua
delle scrivanie di chi era rimasto in loco
(in quei momenti ci eravamo organizzati
pressoché tutti nelle postazioni di front
office al piano terra, pronti per evacuare in caso di scosse che puntualmente si
manifestavano) vedevi riflessa sul volto
dei contribuenti la tua stessa ansia, per la
famiglia, per la casa, per come ti saresti
organizzato in quella e nelle successive
notti che probabilmente avresti passato
in bianco. Da un punto di vista professionale in quei giorni terribili ai contribuenti
Comunicazione
CONTRIBUTI
26
IL MIO NOME È UDO
LETTURE PER IL GIORNO DELLA MEMORIA
Salvatore Caiazzo
Con un salto di settant’anni arriviamo a
oggi; le stragi non sono finite, continuano
in più parti del mondo, di alcune si viene
informati dai media dei più piccoli particolari e smuovono milioni di coscienze,
altre, gravissime per le loro dimensioni,
come avvenne per la Shoah, vengono del
tutto ignorate. Il racconto trae spunto da
un rapporto di Amnesty International.
Baga, Nigeria, 3 gennaio 2015.
Il mio nome è Udo, che vuol dire “pace”.
Ho otto anni, giocavo per strada insieme
ai miei quattro fratelli, mia madre era in
casa, aspettava che nascesse l’ultimo figlio, ormai il tempo era prossimo.
Poi, sono arrivati loro. Da lontano si alzava una nube di polvere immensa, come
una tempesta di sabbia, abbiamo cominciato a sentire degli spari, sempre più vicini, sempre più forti, sempre più vicini,
sempre più forti, sempre più vicini, sempre più forti.
Poi, le grida, i mezzi arrivavano veloci e
travolgevano chi era in strada, passandoci
sopra, colpivano chiunque fosse a tiro.
Poi, sono scesi dai mezzi e hanno cominciato a usare il machete su tutti quelli che
tentavano di scappare, facendoli a pezzi,
senza risparmiare nessuno.
Sangue, sangue, sangue ovunque, lamenti,
urla, disperazione, dolore immenso.
Poi, il fuoco; incendi appiccati ovunque
che divoravano i corpi martoriati, dai
quali la vita era schizzata via in un fiotto
rosso.
I più fortunati hanno lasciato questa terra con un solo proiettile, quasi non se ne
sono accorti. Altri, tanti, troppi, si trascinano nella polvere, senza un braccio, una
gamba, col ventre squarciato, per loro ancora qualche minuto di immensa sofferenza, e di stupore.
Poi, arriva la misericordiosa morte ad accoglierli tra le sue ossute braccia.
Esseri umani che uccidono esseri umani.
Io, non ho mai disegnato vignette, non ho
mai neanche avuto una matita tutta per
me, eppure, non capisco.
In Francia, negli stessi giorni, sono stati
uccisi una quindicina di esseri umani, per
loro si sono mossi cinquanta capi di stato
e due milioni di persone per esprimere il
loro orrore, scendendo in strada in tutta
l’Europa.
Milioni di copie di un giornale sono stati
stampati e acquistati come fossero preziose reliquie da conservare.
Non capisco, non capisco.
Ma, la vita di un essere umano non vale
allo stesso modo, sia esso nato in Europa,
oppure nel più sperduto villaggio africano?
Dov’è il Dio dai tanti nomi che ci ritiene
suoi figli?
Dov’è la razionalità laica che considera
tutti gli esseri umani uguali e fratelli?
Un chilo di carne umana, di ossa, di tendini, ha quindi prezzi diversi, secondo dove
è cresciuta, secondo il colore della pelle,
il suo credo, il suo livello nella società?
I giornali e le televisioni decidono quali
morti sono importanti e quali no, quali devono essere ricordati e quali velocemente
dimenticati, o ignorati.
Il mio nome è Udo, che vuol dire “pace”.
Intorno a me c’è un silenzio irreale, siamo
migliaia, ma il silenzio è irreale, neanche
la polvere è scossa dal vento, siamo tutti
immobili, siamo tutti morti.
il mio corpo giace su un mucchio di altri
corpi, quelli dei miei fratelli, di mio padre,
dei miei zii, dei miei nonni.
Il corpo di mia madre, uccisa mentre veniva alla luce mia sorella, è stato buttato
oscenamente su un altro mucchio, esposto al sole, con sua figlia mezza dentro e
mezza fuori; mia sorella, come regalo di
nascita, ha ricevuto la morte.
Si credono più forti della natura, più forti
di qualsiasi Dio.
I motivi? Ma, possono forse esistere al
mondo motivi che giustifichino l’uccisione di esseri umani inermi?
Nessuno parlerà di noi, pochi secondi per
archiviare oltre duemila morti, sedici villaggi rasi al suolo e bruciati, generazioni di nuclei familiari spenti per sempre,
come un soffio su un cerino.
Sono su questo mucchio a marcire al sole
da pochi giorni, e lo sono anche adesso
che ascoltate queste parole. Nessuno viene a darci sepoltura.
Forse tutto ciò non fa abbastanza orrore, i
film hanno abituato gli esseri umani a questo genere di scene, finte, nessuno crederebbe che è accaduto davvero e con tanta
crudeltà, e che è avvenuto adesso.
Almeno oggi, nel giorno della memoria
per tutte le stragi, rivolgete un pensiero
anche a noi.
Udo, che vuol dire “pace”.