Marzo - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna
Transcript
Marzo - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna
A Comunicazione Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007 Anno nono Numero 1 - MARZO 2015 Periodico di cultura e informazione a cura dell’Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna 2 SOMMARIO • Redazionale • Intervista al Direttore Regionale • Il saluto del direttore regionale Pierluigi Merletti • 2015 l’anno delle sperimentazioni • Il Rent to buy-come funziona • Saluto di F. Vasta. • Recupero del patrimonio edilizio e risparmio energetico: prorogate le maxi-detrazioni • L’evasione nel settore immobiliare • Gli immobili in Italia 2015 • Convenzione DRER e Università di Bologna • Buongiorno Agenzia • La DP di FC recupera 230mila euro • Gli accertamenti fiscali nello sport dilettantistico • Entrate nel merito • CIVIS Il canale telematico di comunicazione tra fisco e utenti • RSU e RLS insieme per garantire la sicurezza dei lavoratori • Ai confini dell’Universo catastale • Il cambiamento organizzativo • Letture per il Giorno della Memoria COMUNICAZIONE Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007 Anno nono - numero 1 Marzo 2015 Legale Rappresentante Antonino Di Geronimo Direttore Responsabile Biagio Cunsolo Coordinatore Editoriale Giovanna Regina Responsabile Progetto Grafico Giorgio Bertuzzi Foto Biagio Cunsolo Stampa In proprio redattori: Pierluigi De Rosa, Antonella Pellegrino, Tiziana Sabattini per questo numero si ringrazia: Salvatore Caiazzo Paolo Corsanici Giuseppe Di Bella Antonino Di Geronimo Paolo Graziani Francesco Malagoli Pierluigi Merletti Daniela Messina Graziella Salvi Francesco Vasta EDITORIALE ASCOLTO, PRESENZA, AZIONE: LE PAROLE DEL 2015 Le attività di cui si occupa l’Area di staff al Direttore regionale sono parti di un unico sistema, sempre in relazione tra loro; come tessere di un mosaico, si compongono tutte insieme in un’unica direzione per portare a compimento un disegno. Per noi, il “disegno” a cui tendiamo è mettere in condizione le persone di svolgere al meglio il proprio lavoro, di sentirsi il più possibile parte attiva nella nostra organizzazione, di vedere valorizzato il proprio contributo. È chiaro che gli strumenti della comunicazione, dello sviluppo e della formazione non sono risolutivi, ma certamente possono e devono svolgere questa funzione di supporto all’organizzazione e alle persone. In questo modo, alle iniziative di comunicazione interna si agganciano percorsi di sviluppo delle persone che a loro volta si combinano con piani specifici di formazione professionale. Sono tutti aspetti interconnessi per il raggiungimento di un unico fine, che è quello di “cercare di fare stare bene le persone sul lavoro agendo sul loro senso di appartenenza, sulla motivazione e sulla crescita professionale” come lo stesso Direttore regionale ha affermato nella presentazione dell’iniziativa di comunicazione interna In…cambio. Non a caso abbiamo scelto di dare priorità, tra le attività programmate per il 2015, a due iniziative sperimentali, che hanno preso avvio nel mese di marzo: In…cambio e Contatta il Direttore regionale. La prima è un’indagine conoscitiva sul personale della Direzione regionale (replicabile nelle strutture provinciali), realizzata attraverso un questionario disponibile sul sito intranet regionale, con cui si raccolgono informazioni sull’attività svolta, sul desiderio e sulle motivazioni al cambiamento, sulle caratteristiche possedute in relazione all’attività cui aspira. Con la seconda iniziativa il Direttore regionale, tramite l’Area di staff, può ricevere un messaggio da parte di tutto il personale dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna su quattro argomenti specifici, attraverso un applicativo disponibile sempre sul sito intranet regionale. I messaggi ricevuti saranno da lui presi in considerazione e sarà valutata l’opportunità di intraprendere azioni specifiche di supporto/sviluppo nei confronti del singolo dipendente. Due parole legano le iniziative: “ascolto” e “presenza”. Ascolto è per noi una parola essenziale perché solo grazie all’ascolto è possibile comunicare in modo efficace – è per questo, diceva qualcuno, che abbiamo due orecchie e una sola bocca. Attraverso questi strumenti, infatti, il Direttore regionale intende porsi in ascolto delle esigenze di tutti, ascoltare la voce del suo personale, ciò che le donne e gli uomini che tutti i giorni affrontano la complessità del lavoro dell’Agenzia hanno da dirgli. Attraverso l’attenzione alla voce del personale, il Direttore regionale – e con lui l’Area di Staff- intendono rendere tangibile la loro presenza e la volontà di dialogo, manifestare la propria Presenza a sostegno dei colleghi. 2015 Alle due parole, ascolto e presenza, seguirà una terza che è quella dell’Azione: la voce del personale non sarà solo ascoltata ma presa in considerazione per iniziative specifiche, per cominciare a costruire dei percorsi di sviluppo, per agire sulla motivazione e sul senso di appartenenza all’organizzazione di cui facciamo parte, per la crescita di tutta l’organizzazione. È un percorso sicuramente impegnativo, per il quale è indispensabile il contributo, maturo e consapevole, di ognuno di noi. Comunicazione 3 INTERVISTA 4 INTERVISTA AD ANTONINO DI GERONIMO, NUOVO DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE DELL’EMILIA-ROMAGNA Biagio Cunsolo Laureato in Giurisprudenza all’Università di Palermo, è entrato nell’amministrazione finanziaria nel 1988 e, nel corso del suo percorso professionale, ha prestato servizio presso l’ufficio Iva di Agrigento, l’ufficio delle Imposte Dirette di Cesena, il Servizio per l’Accertamento e la Programmazione della Direzione Regionale dell’Emilia- Romagna. Dal 2000 al 2006 è stato Capo Ufficio Controlli fiscali della stessa Direzione. Da gennaio 2007 a dicembre 2008 ha ricoperto la funzione di Capo Settore Controlli fiscali della Direzione Centrale Accertamento. Dal 2009 è stato alla guida della Direzione regionale della Calabria. Ritengo questo periodico un bellissimo strumento di comunicazione interna che può ancora migliorare ed essere anche un eccellente momento di confronto interno, capace di rappresentare – come sempre ha fatto, a dire il vero – aspetti anche tra i meno conosciuti, ma non meno importanti della vita della nostra organizzazione e delle persone che la animano, le danno cuore, intelligenza, fantasia e capacità di stare tra gli altri. Possiamo dire bentornato a “casa”? Da oltre otto anni il periodico regionale “ComunicAzione” è il giornale del semplice cittadino e dell’importante professionista, la registrazione della testata giornalistica e la pubblicazione sull’internet regionale lo hanno reso pubblico, cosa si aspetta dalla sua redazione? Direi proprio di si. Quando andai via dalla Direzione Regionale dell’Emilia Romagna, nel 2007, per il mio primo incarico a Roma, dissi che questa sarebbe stata sempre la mia casa, professionalmente ed anche umanamente. Tornare a Bologna da Direttore Regionale è un grandissimo motivo di soddisfazione, da condividere con tanti colleghi, con cui il rapporto di stima professionale e di amicizia, non si è mai interrotto. Voglio comunque approfittare dello spazio che oggi mi da “ComunicAzione” per ringraziare chi ha creduto in me, i miei predecessori alla guida di questa struttura fondamentale per l’Amministrazione Finanziaria ed anche i colleghi, tutti, della Calabria, regione nella quale ho avuto la mia prima esperienza di dirigenza di vertice e a cui sarò sempre riconoscente. Antonino Di Geronimo finalmente a “ComunicAzione”, da collaboratore a Rappresentante Legale, tutta la redazione applaude questo importante ingresso. Cosa volete che dica? Ricambio l’applauso convintamente…..Sono sempre stato un attento lettore di “ComunicAzione”, in anni lontani, come giustamente ricordavi, ho anche collaborato con entusiasmo. Potrei dire che dalla redazione di “ ComunicAzione” mi aspetto curiosità intellettuale, apertura, stimolo al confronto anche con i mondi esterni all’Agenzia delle Entrate, con un occhio specifico alle dinamiche, alle professionalità ed al contributo che può venire – e, sono certo, verrà - dai colleghi del Territorio. Entriamo nell’aspetto tecnico dell’intervista. Il 2015 sarà l’anno delle innovazioni: dichiarazione dei redditi precompilata, riforma del Catasto, lavorazione tempe- stiva dei rimborsi, attività di assistenza e di contrasto all’evasione. Come si prepara l’Emilia-Romagna a queste importanti novità? Stiamo già lavorando intensamente. Vedo i colleghi molto concentrati ed attenti sulla gestione di queste importanti novità. Abbiamo una bella tradizione di gestione di problematiche complesse. Spesso abbiamo raccolto e vinto sfide che sembravano impossibili, penso ai giorni drammatici del terremoto del maggio 2012, ma anche ad altri momenti difficili. INTERVISTA Attenzione ai contribuenti e dialogo costante ed equilibrato, saranno i punti cardine su cui basarsi per una proficua attività dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna? Certamente. Io sono un tifoso del “diritto mite”. I contribuenti sono prima di tutto cittadini che vanno coinvolti, attraverso il pagamento spontaneo delle imposte in un grande sforzo di solidarietà nazionale, specie in un momento in cui tutta l’area Euro è ancora – sia pure meno che in passato – sottoposta ad uno stress finanziario. Contrastare l’evasione, recuperare quella pregressa, favorire il gettito con un atteggiamento dialogante, anche se inevitabilmente fermo davanti a frodi o illeciti di vario genere, è la nostra missione di fondo. Insieme a quella di restituire ai contribuenti, nel più breve tempo possibile i crediti fiscali da loro legittimamente maturati. Speriamo così, come facciamo da anni, di concorrere a ricostruire un vero senso di cittadinanza nel nostro Paese, un rispetto autentico per le Istituzioni nazionali ma anche comunitarie. Serenità e determinazione invece saranno i due punti di forza cui il personale dell’Agenzia dell’Emilia-Romagna dovrà protendere? Dobbiamo essere sereni e sorridenti, perché un atteggiamento – interiore ed esteriore – truce non ci porta da nessuna parte, non giova a nessuno, né a noi né ad i contribuenti ed anzi, ci fa male alla salute. Allo stesso tempo, dobbiamo essere determinati perché il nostro ruolo non deve essere banalizzato, è il ruolo di una grande Amministrazione pubblica, un’Amministrazione dalle cui azioni, anche, dipendono gli equilibri economico finanziari del Paese. La collaborazione con la Guardia di Finanza è un punto essenziale della strategia complessiva, siamo attori del medesimo processo, quali sinergie operative determineranno il nuovo coordinamento regionale? Il rapporto con la Guardia di Finanza è essenziale per attuare un’efficace azione di prevenzione e contrasto all’evasione e non solo. Pensiamo alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia sana di questa regione che drenano risorse buone per trasferirle verso finalità illecite. Con la GdF potenzieremo i tavoli tecnici a livello regionale e provinciale, giungendo, mi auguro, ad affinare ancora di più la nostra collaborazione nell’analisi del rischio fiscale, nella selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, nella strutturazione tecnica dei rilievi, nell’uso degli strumenti istruttori (penso alle indagini finanziarie ma non solo) tenendo conto dei diversi ambiti territoriali e delle categorie economiche che sono anche molto diverse tra di loro e che manifestano comportamenti evasivi fortemente differenziati. In Emilia-Romagna si sono già svolti i primi incontri congiunti Entrate-Territorio, proposti all’interno dei progetti “Fisco e Scuola” e “Entrate nel merito”. L’integrazione tra le due “aree” si consolida sempre più? anche attraverso l’educazione alla legalità fiscale? Certamente. Negli anni le manifestazioni di “Fisco e Scuola” si sono rivelate un grande successo e costituiscono uno strumento essenziale per la costruzione di quella cultura della legalità fiscale (che poi è legalità tout court) finalizzata a fare di questo paese un Paese “normale” e non afflitto da un tasso di evasione che, in ambito UE, ci vede secondi solo alla Grecia. Una condizione davvero poco invidiabile da cui dobbiamo, ripeto principalmente con una battaglia culturale, oltre che professionale, venire definitivamente fuori. Da questo punto di vista abbiamo concretizzato straordinarie alleanze con le scuole, con centinaia di bravissimi insegnanti e dirigenti scolastici che hanno compreso appieno la portata della posta in gioco. I colleghi dell’area Territorio possono in questo senso avere un ruolo importante che, fra l’altro, faciliterà ulteriormente la loro integrazione positiva in Agenzia delle Entrate. La riforma del Catasto è una delle riforme in cantiere che contiene tra i più alti tassi di equità (potenziale) a fronte di una fiscalità immobiliare spesso confusa e contraddittoria, che mette in difficoltà l’Amministrazione, i Cittadini e le Amministrazioni Comunali. Inoltre, sul progetto “Fisco e Scuola” vorrei coinvolgere anche i colleghi di Equitalia, in uno sforzo comune con noi e per meglio spiegare il loro ruolo, non raramente equivocato e oggetto di pregiudizi mediatici. È un’esperienza che ho già fatto in Calabria e che ha dato buoni frutti. Infine due domande con l’ausilio di qualche eufemismo calcistico. Dall’esordio in amministrazione finanziaria avvenuto nel 1988 con la casacca dell’ufficio Iva di Agrigento, fino ad arrivare ai sei anni trascorsi alla guida della Direzione regionale della Calabria, dove peraltro è stato accolto come il ”mitico” Palanca degli anni settanta, qual è stato il periodo migliore che ricorda con più nostalgia,quello da goleador o quello da trainer? Devo dire che preferisco non avere nostalgie. Anche se si tratta di un sentimento umanissimo e, a volte inevitabile, cerco sempre di guardare al futuro. Posso solo dire che non butterei via nulla delle mie passate esperienze e tutte mi rimarranno nel cuore. Certo l’esperienza in Calabria mi ha fatto crescere molto, dal punto di vista della visione generale dell’Amministrazione e spero di metterla a disposizione di questa nuova avventura in Emilia Romagna, con umiltà e voglia di lavorare. Al suo amico Pasquale Stellacci, che lo sostituisce alla guida della formazione calabrese cosa consiglia? A Pasquale dico: mettiti in ascolto della realtà, ascolta i colleghi che conoscono il territorio, parla con tutti e fatti il tuo convincimento. Dopo potrai dispiegare al meglio le tue qualità e il tuo talento. In Calabria la situazione è complessa per mille motivi. Ma si può fare molto, puntando sulla professionalità dei colleghi e cercando di tessere alleanze con la parte buona di quella società che, credetemi, è tanta parte. Grazie e buon lavoro. 2015 L’importante, come sempre sarà fare squadra, lavorare in rete, evitare lo sfilacciamento. In Emilia Romagna abbiamo un vissuto importante in questo senso, anche questa volta, con impegno ed umiltà, porteremo il nostro contributo a livello nazionale. 5 Comunicazione PRIMO PIANO 6 IL SALUTO DEL DIRETTORE REGIONALE PIERLUIGI MERLETTI Pierluigi Merletti Non mi è facile tracciare un “bilancio” di questa esperienza, perché molti e diversi sono i pensieri che mi vengono in mente, distribuiti tra la dimensione umana e quella professionale. Sono stati due anni non facili, che ci hanno richiesto di fare i conti con un contesto esterno segnato dalla crisi economica e dalla crescente avversione dei contribuenti rispetto a un sistema fiscale che tutti considerano troppo complicato se non addirittura oppressivo, e non da ultimo dalle calamità naturali che hanno colpito questa regione, con inevitabili complicazioni sul piano fiscale. Come pure è stata impegnativa la gestione dei cambiamenti organizzativi che l’Agenzia continua a portare avanti alla ricerca di un migliore assetto organizzativo, primo tra tutti l’integrazione Entrate-Territorio. Tuttavia posso dire, anche guardando ai risultati dell’anno appena passato, che insieme ce l’abbiamo fatta, e non parlo solo del raggiungimento degli “obiettivi” che ci sono stati assegnati. Al di là degli aspetti prettamente qualitativi, sono convinto che siamo riusciti a migliorare un po’ alla volta una rete di lavoro - sia all’interno della Direzione regionale, sia nelle strutture provinciali - che rappresenta la condizione indispensabile per fare ancora meglio in futuro, nell’unico intento di valorizzare le tante professionalità presenti in questa regione. Credo infatti che nel senso di appartenenza, nell’orgoglio di fare bene il nostro lavoro e nella soddisfazione che questo venga riconosciuto da chi ci conosce veramente e non si fida di stereotipi o pre- giudizi, nel valore umano e professionale di ognuno di noi, risiedano i “beni” più preziosi che l’esperienza di lavoro nell’Agenzia ci può dare. Vorrei aver contribuito, anche solo in piccola parte, a che ciascuno di voi si riconoscesse in questi valori. L’ho fatto probabilmente con meno parole di quelle che avrei voluto usare, ma ho pensato di farlo anche con il mio modo di vivere ogni giornata di lavoro. Vi ringrazio di cuore e auguro buon lavoro e buona fortuna nelle cose della vita a tutti voi e al nuovo Direttore regionale. Vogliamo dedicare questo piccolo spazio, in coerenza con la sua riservatezza e la sua operatività “dietro le quinte”, a salutare il Direttore regionale Pierluigi Merletti che dal 1° febbraio ha lasciato la nostra regione per assumere l’incarico di Direttore regionale del Veneto. Il nostro però non vuole essere soltanto un semplice saluto e un augurio per una nuova avventura alla guida di un’altra regione, quanto un’espressione di gratitudine per l’esempio di serietà professionale e di attenzione all’etica del nostro lavoro che ha trasmesso a tutti noi, insegnandoci a non dare nulla per scontato e a porre attenzione ad ogni particolare che potesse riguardare la nostra Organizzazione. La passione per questo lavoro e l’impegno per migliorare il nostro operato rivelano il suo senso del dovere, il suo essere orgoglioso di fare questo “mestiere” al servizio dei contribuenti e dell’intera collettività. Una persona speciale, semplicemente fiera di appartenere a questa grande famiglia. Grazie. PRIMO PIANO 7 2015 L’ANNO DELLE SPERIMENTAZIONI Giuseppe Di Bella ai quattromila euro in presenza di richiesta di detrazioni per carichi di famiglia e/o eccedenze relative a precedente dichiarazione. Nel caso in cui la dichiarazione venga presentata, con o senza modifiche, tramite un Caf o professionisti abilitati, questi ultimi sono tenuti all’apposizione del visto di conformità sui dati della dichiarazione, compresi quelli messi a disposizione dei contribuenti con la dichiarazione precompilata. In questo caso, i controlli documentali saranno effettuati presso i Caf o professionisti abilitati senza rivolgersi più al cittadino. Anche eventuali richieste di pagamento che derivano dal controllo documentale saranno inviate direttamente ai Caf o ai professionisti. Questi ultimi saranno tenuti al pagamento di una somma corrispondente a imposta, sanzione ed interessi nella misura attualmente prevista per i contribuenti, salvo che il visto infedele non sia stato indotto dalla condotta dolosa del contribuente. Noi dipendenti dell’Agenzia delle Entrate siamo doppiamente coinvolti in questa operazione, sia come utenti, visto che quest’anno il portale NOIPA, non metterà a disposizione il software per l’invio del 730, sia come addetti ai lavori, poiché si dovrà predisporre un adeguato servizio di informazione al contribuente. A tal fine, già da adesso, le Direzioni Regionali stanno predisponendo corsi di formazione su vari livelli (formazione a cascata, e-learning, ecc.). E’ una scommessa am- biziosa che coinvolgerà tutta l’Agenzia, in particolare tutti i colleghi del front office. LE DATE DELLA DICHIARAZIONE PRECOMPILATA ●● 28/02/2015 Temine per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi agli interessi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali, da parte degli enti percettori. ●● 09/03/2015 Termine per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate da parte dei sostituti d’imposta della certificazione attestante l’ammontare complessivo delle somme erogate, delle ritenute operate, delle detrazioni d’imposta effettuate e dei contributi previdenziali ed assistenziali trattenuti. ●● 15/04/2015 L’Agenzia delle Entrate rende disponibile la dichiarazione precompilata. ●● 07/07/2015 Termine ultimo per la presentazione della dichiarazione precompilata, del 730 ordinario, per la consegna ai contribuenti della dichiarazione elaborata dai sostituti, dai Caf e dai professionisti 2015 Con la legge delega n.23 dell’11 marzo 2014 recante disposizioni per “un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”, si sono avviati una serie di provvedimenti ed iniziative volte a trasformare radicalmente i rapporti tra cittadino ed amministrazione finanziaria. Una delle iniziative più ambiziose ed innovative è l’avvio, in forma sperimentale, della dichiarazione precompilata. E’ un’operazione epocale che rivoluziona sensibilmente il rapporto tra cittadino e fisco: coinvolge circa 20 milioni di contribuenti che hanno redditi da lavoro e/o pensione certificati da terzi, che hanno come principali redditi aggiuntivi quelli immobiliari, che hanno detrazioni/deduzioni che derivano dalla vita di tutti i giorni (spese mediche, mutui, assicurazioni ecc.). A partire dal 15 aprile di ogni anno l’Agenzia Entrate mette a disposizione dei contribuenti in via telematica, in un’apposita area autenticata, una dichiarazione precompilata. L’accesso alla dichiarazione potrà essere effettuato in maniera diretta dal sito internet dell’Agenzia delle entrate attraverso le credenziali Fisconline o altra abilitazione rilasciata da Enti con cui l’Agenzia Entrate ha definito appositi accordi. In alternativa, il contribuente potrà delegare il proprio sostituto (se presta assistenza fiscale), un caf o un professionista abilitato. “La dichiarazione precompilata è un opportunità data al contribuente e non un obbligo, infatti resta ferma la possibilità di presentare il modello 730 o il modello Unico con le modalità ordinarie”. Se la dichiarazione precompilata viene presentata direttamente o tramite il proprio sostituto d’imposta senza modifiche, non si effettuerà il controllo formale sui dati comunicati dai soggetti terzi e non verrà effettuato il controllo preventivo sui rimborsi complessivamente superiori Comunicazione PRIMO PIANO 8 RENT TO BUY...COME FUNZIONA Tiziana Sabattini Il RENT TO BUY è una nuova modalità di compravendita, alternativa a quelle tradizionali, introdotta in Italia dal decreto “Sblocca Italia”. La nuova formula, “volta a favorire la ripresa delle contrattazioni immobiliari” costituisce un’opportunità per tutti coloro che, per qualunque motivo, hanno la necessità di rimandare l’acquisto, ad esempio per chi non dispone di una liquidità iniziale da abbinare al mutuo (solitamente erogato nella misura dell’80 per cento del valore dell’immobile) oppure per chi ha un lavoro precario ma prevede di stabilizzarlo nel giro di qualche anno. IL CONTRATTO L’art. 23 del DL 133/2014 ha disciplinato gli aspetti civilistici dei “contratti di godimento in funzione della successiva alienazione” individuando l’ambito di applicazione della norma e disponendo una serie di garanzie, diritti e obblighi per tutelare entrambe le parti (futuro acquirente e futuro venditore). I nuovi contratti possono essere stipulati, da persone fisiche e da persone giuridiche, sia nella parte di futuro acquirente che in quella di futuro venditore. Privati, professionisti, imprenditori individuali, società o Enti che intendono avvalersi del “rent to buy”, per affittare e poi vendere, immobili abitativi o strumentali, devono, come prima cosa, stipulare un contratto “ad hoc” caratterizzato dai seguenti elementi: • immediata concessione in godimento dell’immobile verso il pagamento di canoni • diritto del conduttore di acquistare successivamente il bene • imputazione di una quota dei canoni, nella misura indicata nel contratto, al corrispettivo del trasferimento Altri aspetti possono essere definiti liberamente tra le parti per garantire al meglio i propri interessi, tra questi: la durata della fase di godimento, la suddivisione della rata mensile tra quota godimento e quota acconto-prezzo, la possibilità di cedere il contratto e di regolamentare gli effetti dell’inadempimento. Il decreto “Sblocca Italia” prevede la trascrizione nei registri immobiliari del contratto risultante da atto pubblico o da scrittura privata autenticata (come un contratto preliminare di compravendita). Questo permetterà al compratore di acquistare il bene libero da ipoteche, pignoramenti o gravato da diritti a favore di terze persone, che potrebbero emergere dopo la trascrizione. Gli effetti della trascrizione del rent to buy hanno una durata massima di 10 anni. Come funziona il rent to buy Dopo la stipula del contratto, l’inquilino - futuro acquirente - entra subito nell’abitazione che ha scelto di acquistare. Entro il termine stabilito, può (non è un obbligo) esercitare il diritto di acquisto, al prezzo convenuto nel contratto. Durante il periodo di godimento del bene l’inquilino versa mensilmente al venditore un canone costituito da due componenti: la prima, è considerata canone di locazione ed è versata a fondo perduto come avviene per un normale affitto; la seconda, invece, è versata come anticipo e verrà detratta dal prezzo della compravendita al momento del rogito. Le due componenti del canone hanno un trattamento fiscale diverso: per la prima, valgono le regole previste per i contratti di locazione, sia per le imposte dirette che per quelle indirette, la seconda segue le regole valide per gli acconti-prezzo. Esempio: Consideriamo l’acquisto di un immobile da un venditore privato al prezzo di 150.000 euro. Il canone mensile stabilito nel contratto è di 1.200 euro mensili. L’inquilino paga 600 euro per il godimento del bene (affitto) e 600 euro “salvati” come acconto sul prezzo di vendita. Dopo 5 anni l’inquilino decide di acquistare l’immobile. L’importo da saldare al rogito (anche finanziabile tramite mutuo) sarà di 114.000 euro (150.000 meno 36.000 euro già pagati con parte dei canoni). La recente circolare dell’Agenzia delle Entrate 4/E del 19 febbraio 2015 ha chiarito il trattamento tributario da applicare al nuovo schema contrattuale, ai fini delle imposte dirette (IRPEF e IRES), dell’IRAP e delle imposte indirette (IVA, registro, imposte ipotecaria e catastale). Vediamo assieme come funzionano, dal punto di vista fiscale, i nuovi contratti, quando futuro acquirente e venditore sono privati. PERIODO DI GODIMENTO DELL’IMMOBILE – TRATTAMENTO FISCALE Imposte sui redditi Fino a quando l’inquilino/conduttore non esercita il diritto di acquistare l’immobile (entro i termini previsti dal contratto) il proprietario/locatore rimane titolare del diritto di proprietà dell’immobile, quindi le imposte dirette sono a suo carico. La quota versata per il godimento del bene viene trattata come un normale affitto. Le quote del canone imputate ad acconto sul prezzo di vendita costituiscono parte del corrispettivo del trasferimento, non sono imponibili durante il periodo di godimento, lo diventeranno (se si verificano alcune condizioni), per il proprietario/venditore, al momento della cessione dell’immobile. PRIMO PIANO FATTISPECIE SOGGETTO OBBLIGATO AL PAGAMENTO 9 COME TASSARE MODALITA’ Quote versate per il godimento del bene Proprietario (locatore) Il reddito da tassare è l’importo > fra: Quote versate come acconto sul prezzo di vendita Proprietario (locatore) Non sono imponibili durante il periodo di godimento. (vedi tabella seguente) Saranno assoggettate a tassazione, al momento della cessione. TASSAZIONE ORDINARIA •rendita catastale rivalutata del 5% (per gli immobili O riconosciuti di interesse storico o artistico va considerato IMPOSTA il 50% della rendita catastale rivalutata) SOSTITUTIVA •95% del canone annuo (75%, per i fabbricati situati “CEDOLARE SECCA” nella città di Venezia centro e nelle isole della Giudecca, Murano e Burano; 65%, se l’immobile è riconosciuto di QUADRO B interesse storico o artistico) DEL MOD 730 In alternativa alla tassazione ordinaria, se ricorrono i presupposti, il proprietario può scegliere il regime della QUADRO RB DEL MODELLO UNICO “cedolare secca” Imposta di registro In assenza dell’opzione per il regime della cedolare secca, alla quota versata per il godimento del bene deve essere applicata l’imposta di registro nella misura proporzionale del 2% del canone annuo (da dividere tra proprietario e inquilino). Alla quota di canone da imputare a corrispettivo di vendita, deve essere applicata l’imposta di registro (a carico dell’inquilino/futuro proprietario) nella misura del 3% per cento, da calcolare sull’importo complessivo degli acconti pattuiti. Se l’imposta proporzionale di registro applicata sul canone di locazione sommata all’imposta proporzionale di registro SOGGETTO OBBLIGATO FATTISPECIE AL PAGAMENTO TRASFERIMENTO DELL’IMMOBILE – TRATTAMENTO FISCALE Imposte sui redditi Il corrispettivo del trasferimento della casa può generare una plusvalenza, cioè una differenza positiva tra l’importo incassato (anche a titolo di acconto prezzo) e quanto pagato all’acquisto aumentato dei costi inerenti all’immobile stesso (ad esempio, le spese di ristrutturazione, miglioramento della prestazione energetica, eccetera). La plusvalenza è imponibile se tra l’acquisto (o la costruzione) e la vendita non sono trascorsi più di 5 anni, per il calcolo del quinquennio è necessario considerare il momento dell’effettivo trasferimento della proprietà dell’immobile dal proprietario/locatore all’acquirente/conduttore e non il momento in cui il contratto “rent to buy” viene sottoscritto. La plusvalenza concorre, insieme agli eventuali altri redditi del venditore, alla determinazione del reddito imponibile ai fini Irpef. In alternativa, il venditore può chiedere al notaio, al momento della cessione, di applicare l’imposta sostitutiva del 20%. QUANDO TASSARE COME TASSARE P r o p r i e t a r i o IMPONIBILE SE TRA L’ACQUISTO (O LA COSTRUZIO(venditore) NE) E LA VENDITA NON SONO TRASCORSI PIU’ DI 5 ANNI IMPOSTA Sono esclusi: SOSTITUTIVA • gli immobili acquisiti per successione VERSATA • quelli ricevuti in donazione, se, con riferimento alla per- DAL NOTAIO sona che ha donato l’immobile, sono trascorsi cinque O anni dall’acquisto o costruzione dello stesso (in questo TASSAZIONE caso, il costo d’acquisto o di costruzione è quello soste- ORDINARIA nuto dal donante) • le unità immobiliari che per la maggior parte del tempo QUADRO RL UNICO sono state adibite ad abitazione principale del cedente o QUADRO D 730 dei suoi familiari (coniuge, parenti entro il 3° grado, affini entro il 2°) 2015 Tassazione della plusvalenza sull’acconto-prezzo è inferiore all’importo di euro 200, deve essere corrisposta l’imposta di registro nella misura di euro 200. Comunicazione PRIMO PIANO 10 te dell’acconto prezzo eventualmente trattenuta (nella misura stabilita dal contratto) costituirà, invece, un reddito diverso. • Inadempimento del conduttore (ad esempio per il mancato pagamento, anche non consecutivo, di un numero minimo di canoni determinato dalle parti, e comunque non inferiore a 1/20 del loro numero complessivo) - il concedente ha diritto alla restituzione dell’immobile e, se nel contratto non è disposto diversamente, acquisisce interamente i canoni a titolo di indennità. Per il proprietario, la parte dell’acconto prezzo trattenuta costituirà un reddito diverso Imposte di registro, ipotecarie e catastali Al momento della cessione vera e propria, l’acquirente deve versare l’imposta di registro, nella misura del 2% nel caso di prima casa e del 9% negli altri casi, mentre le imposte ipotecaria e catastale sono in misura fissa pari a 50 euro ciascuna. L’imposta di registro deve essere calcolata sul corrispettivo pagato. Se la vendita riguarda un fabricato ad uso abitativo e relative pertinenze l’acquirente può chiedere al notaio di calcolare le imposte sul valore catastale del fabbricato. L’imposta di registro corrisposta nella misura del 3 per cento sugli acconti prezzo o nella misura dello 0,50 per cento sulla caparra confirmatoria, deve essere sottratta dall’imposta proporzionale di registro dovuta per il contratto definitivo di trasferimento. LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO Il contratto “rent to buy” può risolversi per i seguenti motivi: • Il conduttore non esercita il diritto d’acquisto nei termini stabiliti - la restituzione da parte del proprietario delle quote dei canoni imputata ad acconto prezzo non ha alcuna rilevanza reddituale né per il proprietario, né per il conduttore. Per il proprietario, la par- SALUTO DI FRANCESCO VASTA Francesco Vasta è il nuovo Capo Settore Logistica e Fornitori della DC Amministrazione, Pianificazione e Controllo Lascia la DR Emilia-Romagna Ma soprattutto porterò con me quello che i miei “maestri” mi hanno insegnato: lo spirito di condivisione, il senso di squadra e la volontà di svolgere sempre al meglio il nostro lavoro, al servizio del Paese e con Carissime colleghe e carissimi colleghi, il massimo rispetto reciproco. Sono sincero: mi dispiace andare via, ma Con stima e affetto. da tempo speravo di veder riconosciuto Francesco un lavoro che ho cominciato sedici anni fa e che ho portato avanti con entusiasmo e convinzione, grazie anche alla vostra pre- Carissimo Francesco , ziosa collaborazione nell’attuare proget- All’inimitabile professionalità, hai agti innovativi, forse a volte difficili ma per giunto lungimiranza capacità e “fatto”, si questo ancora più sfidanti. proprio così, il tuo motto non è mai stato Da ognuno di voi ho avuto l’opportunità “detto e fatto” ma soltanto “fatto”. di apprendere e di crescere. E posso as- Gli altri rimanevano ancorati all’immagisicurarvi che porterò con me questo baga- nazione e tu eri già alla realizzazione. glio di esperienze, competenze e, perché no, affetti, che ho avuto la fortuna di co- Grazie e buon lavoro! struire in questa meravigliosa Regione. I colleghi dell’Emilia Romagna • Inadempimento del concedente questi è tenuto a restituire la parte dei canoni imputata al corrispettivo, maggiorata degli interessi legali In caso di mancato esercizio del diritto di acquisto da parte del conduttore o di risoluzione del contratto per inadempimento, l’imposta di registro corrisposta nella misura del 3 per cento, versata sulla quota di canone assimilata ad acconti prezzo, non viene restituita Art. 23 del DL 133/2014 Circolare 4/E del 19 febbraio 2015 Sito del notariato – Ipotesi di schema contrattuale PRIMO PIANO 11 RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO E RISPARMIO ENERGETICO: PROROGATE LE MAXI-DETRAZIONI Tiziana Sabattini RECUPERO EDILIZIO Anche nel 2015, tutti i soggetti passivi dell’Irpef, che possiedono o detengono l’immobile sul quale sono stati effettuati interventi di recupero edilizio, possono contare su una detrazione pari al 50% delle spese sostenute, con un limite di spesa di 96 mila euro. Dal 2016, salvo ulteriori proroghe, invece si passerà al 36% con un tetto di 48 mila euro. Cosa fare Per fruire dell’agevolazione è necessario: 1. Pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da cui devono risultare la causale del versamento (articolo 16-bis del Tuir), il codice fiscale del soggetto che paga e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Non è necessario pagare con bonifico bancario o postale le seguenti spese: oneri di urbanizzazione, versamento di ritenute di acconto operate sui compensi corrisposti ai professionisti, pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti sugli atti amministrativi necessari. Queste spese possono essere documentate in altro modo. Inoltre non è necessario il bonifico nel caso in cui le spese sono state sostenute dall’imprenditore edile per interventi di recupero su una propria abitazione. In questo caso le spese sostenute risulteranno dalla contabilità dell’impresa. 2. Indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione 3. Conservare tutta la documentazione (Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011) ed esibirla su richiesta degli uffici finanziari. La legge di stabilità ha ampliato (da 6 a 18 mesi) il periodo, dopo la fine dei lavori, entro il quale è possibile acquistare un’abitazione facente parte di un fabbricato interamente sottoposto a restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione da parte di imprese o cooperative edilizie La detrazione del 50% è calcolata: • su un importo forfetario pari al 25% del prezzo di acquisto dell’unità immobiliare (indipendentemente dal valore effettivo degli interventi eseguiti da parte del cedente) • nel limite agevolabile, per il 2015, di euro 96.000 2015 Buone notizie per i cittadini che decidono di ristrutturare casa. La Legge di Stabilità 2015 ha, infatti, confermato la proroga delle maggiori detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica negli edifici. È stato, inoltre, prorogato per tutto il 2015 il bonus del 50% sull’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici, necessari per arredare le abitazioni ristrutturate. Comunicazione PRIMO PIANO 12 Sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate è disponibile la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” (aggiornata a gennaio 2015). La pubblicazione contiene, il quadro completo delle novità, la descrizione dei vari tipi di intervento agevolabili, gli adempimenti previsti e le procedure da seguire per potere usufruire della detrazione. BONUS ARREDI Nel 2015 sarà possibile continuare a beneficiare anche del Bonus Arredi con una detrazione pari al 50% e un tetto massimo di spesa fissato a 10 mila euro. Questa opportunità (salvo novità) non è prevista a partire dal 2016. L’agevolazione è riservata ai contribuenti che fruiscono della detrazione del 50 per cento prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Cosa fare Per fruire dell’agevolazione è necessario: 1. Pagare le spese con strumenti tracciabili, ad esempio, bonifici bancari o postali (con le modalità previste per fruire della detrazione del 50 per cento sulle ristrutturazioni); oppure mediante carte di credito o bancomat. In questo caso, la data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta di credito o bancomat, evidenziata nella ricevuta telematica di avvenuta transazioni 2. Conservare tutta la documentazione (ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione per i pagamenti con carte di credito o bancomat, documentazione di addebito sul conto corrente, fatture di acquisto dei beni con la specifica della natura, qualità e quantità dei beni e servizi acquisiti) ed esibirla a richiesta degli uffici finanziari Circolari n. 29/E del 18 settembre 2013 e n. 11/E del 21 maggio 2014 RISPARMIO ENERGETICO Per il risparmio energetico la percentuale di detrazione, Irpef e Ires, è fissata al 65% anche per il 2015. Non sono apportate modifiche ai limiti di spesa, che rimangono confermati nella misura di: • 153.846 euro (pari a una detrazione di 100.000 euro) per gli interventi di riqualificazione energetica impianti di climatizzazione invernale questa certificazione non è più richiesta) • 92.307,69 euro (pari a una detrazione di 60.000 euro) per gli interventi sull’involucro e per l’installazione dei pannelli solari 3. acquisire la scheda informativa relativa agli interventi realizzati, dove sono richiesti i dati di chi usufruirà della detrazione, il tipo di intervento eseguito e il costo dell’intervento • 46.153,85 euro (pari a una detrazione di 30.000 euro) per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale In assenza di ulteriori proroghe, dal 2016 le spese sostenute per il risparmio energetico saranno detraibili, solo dai soggetti Irpef, nella misura del 36%, con un tetto massimo di spesa di 48 mila euro (art.16 bis Tuir). La Legge di stabilità ha introdotto due nuove tipologie di interventi detraibili: • l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari. L’agevolazione riguarda le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro. Rientrano le tende esterne, le chiusure oscuranti, dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate, ed in generale le schermature di cui all’allegato M al decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311. • l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Le spese devono essere sostenute dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, fino a un valore massimo della detrazione di 30mila euro. Cosa fare Per fruire dell’agevolazione è necessario: 1. acquisire l’asseverazione, di un tecnico abilitato o la dichiarazione resa dal direttore dei lavori, per dimostrare che l’intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici richiesti (per interventi di sostituzione di finestre e infissi o per le caldaie a condensazione con potenza inferiore a 100 kW è sufficiente la certificazione dei produttori) 2. acquisire l’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica, che comprende i dati relativi all’efficienza energetica propri dell’edificio (per la sostituzione di finestre in singole unità immobiliari, per l’installazione di pannelli solari e per la sostituzione degli 4. pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da cui devono risultare la causale del versamento (articolo 1, commi da 344 a 347, Legge 296/2006), il codice fiscale del soggetto che paga e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Sono esclusi dall’ obbligo di effettuare il pagamento con bonifico i contribuenti esercenti attività d’impresa 5. trasmettere telematicamente all’Enea, entro 90 giorni dal termine dei lavori e con modalità telematiche, la scheda informativa degli interventi realizzati e copia dell’attestato di qualificazione energetica ((se il tipo di intervento lo prevede) 6. Conservare tutta la documentazione (eventuale asseverazione, ricevuta di invio telematico effettuato all’ENEA, fatture attestanti la spesa e ricevute dei bonifici) ed esibirla a richiesta degli uffici finanziari Il decreto sulle semplificazioni fiscali ha abolito l’obbligo di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate quando i lavori proseguono per più anni Sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate è disponibile la guida “Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico” (aggiornata a gennaio 2015). La pubblicazione contiene, il quadro completo delle novità, la descrizione dei vari tipi di intervento agevolabili, gli adempimenti previsti e le procedure da seguire per potere usufruire della detrazione. Dal 1° gennaio 2015 è aumentata dal 4% all’ 8% la ritenuta applicata, dagli istituti bancari e postali, su bonifici di pagamento delle spese per le quali i cittadini intendono richiedere la detrazione per recupero edilizio, risparmio energetico e bonus arredi PRIMO PIANO NOTIZIE EVASIONE NEL SETTORE IMMOBILIARE Pierluigi De Rosa Il tax gap della tassazione immobiliare. Senza entrare nel dettaglio della metodologia adottata, un elemento merita di essere citato: la fonte principale da cui si è attinto per elaborare una stima del tax gap altro non è che il caro, “vecchio” Catasto. Con le parole degli autori: “la grande disponibilità di dati contenuti negli archivi catastali costituisce una fonte di straordinaria potenzialità informativa sia per simulare i gettiti fiscali correlati al patrimonio edilizio esistente, sia per quantificare e qualificare il patrimonio e le relative quote di proprietà”. Cosa ci dicono dunque le analisi sugli archivi catastali? Per ogni anno è indicata una stima, elaborata anche tenendo conto dell’ambito di applicazione dell’imposta municipale, che come noto ha subìto diverse modifiche negli ultimi anni. Dunque, nel 2012 il tax gap IMU è stimato in 4,2 miliardi di euro, pari a circa il 18% del gettito teorico IMU: vale a dire che su 100 euro di imposta, 18 si perdono tra evasione deliberata, errori ed omissioni da parte dei contribuenti. L’andamento del tax gap è significativamente influenzato dalla collocazione geografica degli immobili, passando dal 32% del gettito teorico in Calabria al 28% in Campania, fino all’8% di Aosta e al 13% dell’Emilia-Romagna, che nella particolare classifica si fa notare come una delle regioni più virtuose a livello nazionale. In termini assoluti, il tax gap più elevato si registra nel Lazio (circa 650 milioni di euro sottratti a tassazione), seguito dalla Lombardia (557 milioni) e dalla Campania (460 milioni euro); in Emilia-Romagna la quota di IMU non versata è pari a circa 255 milioni di euro. Altro dato interessante è la correlazione tra evasione immobiliare e ampiezza demografica dei Comuni: in sostanza, maggiore è la popolazione del Comune, più alta è la quota di IMU non versata. Il tax gap nel 2013-2014. La ‘storia’ dell’IMU dal 2012 in poi è stata caratterizzata da profondi revisioni legislative, prima con l’abolizione dell’imposta per le abitazioni principali, successivamente con l’introduzione della TASI. Al netto di questi elementi di contesto, il tax gap IMU nel 2013 si attesta sui 5,5 miliardi di euro; nel 2014, invece, l’evasione immobiliare tra IMU e TASI (esclusi terreni, aree fabbricabili e fabbricati rurali strumentali) ammonta a circa 4,3 miliardi di euro. A livello regionale, il dato dell’evasione immobiliare in Emilia-Romagna va dai 371 milioni di euro del 2013 ai 235 stimati per il 2014. Azzerare questo gap non è pensabile, sicuramente non lo è nel breve termine. Tuttavia, gli interventi che stanno interessando e che hanno interessato il patrimonio immobiliare italiano – la riforma del Catasto in primis, ma anche l’operazione sui “fabbricati fantasma”, solo per citare un esempio - potranno quantomeno tentare di ridurre a dimensioni fisiologiche il mancato gettito. 2015 Quattordici miliardi di euro. È questa la stima dell’evasione immobiliare negli anni 2012-2014, contenuta nel volume “Gli immobili in Italia 2015”, a cui dedichiamo anche un altro articolo all’interno di ComunicAzione. Tra i diversi contenuti, il volume analizza nel dettaglio l’andamento dell’evasione immobiliare negli anni dal 2012 al 2014, fornendo anche alcuni dati aggregati a livello provinciale. In sostanza, una istantanea che fa il paio, sul lato immobiliare, con l’analisi dell’evasione fiscale su base territoriale realizzata dall’Agenzia delle Entrate con DBGeo (DataBaseGeomarket). Sono strumenti in continua evoluzione, che certamente potranno essere ulteriormente affinati, ma che già oggi possono fornire all’amministrazione fiscale (e non solo) un contributo importante nel governo del territorio, perché sulla base di questi elementi è possibile calibrare le politiche di intervento e le azioni conseguenti. Comunicazione 13 PRIMO PIANO 14 GLI IMMOBILI IN ITALIA 2015 Paolo Graziani “Gli immobili in Italia 2015” è uno studio sul patrimonio immobiliare italiano, a cura del Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con Sogei, con fermo immagine al 31 dicembre 2012. Giunta alla quinta edizione, l’analisi, articolata in 228 pagine suddivise in sette capitoli, è stata presentata lo scorso mese di febbraio a Roma. La pubblicazione può essere consultata e scaricata in formato pdf collegandosi a www.agenziaentrate.it , sezione l’Agenzia comunica > Prodotti editoriali > Pubblicazioni su catasto, cartografia e mercato immobiliare, oppure a www.finanze.gov. it , sezione Per conoscere il fisco > Dati e statistiche fiscali > Redditi e immobili. Sotto molteplici sfaccettature si esaminano lo stock immobiliare in Italia. Il patrimonio abitativo attraverso un’analisi territoriale, la distribuzione della proprietà e dei flussi da locazione, un confronto internazionale di come viene applicata la tassazione immobiliare, la fiscalità immobiliare in Italia, il tax gap delle imposte immobiliari (ovvero quanto dovrebbe entrare e quanto in realtà entra nelle casse dello Stato) e infine una nota metodologica sulla costituzione della banca dati integrata della proprietà immobiliare. Cresce nel 2012 il numero delle unità immobiliari su suolo italiano, raggiungendo quota 62 milioni 877 mila, un milione e centomila in più rispetto al 2011, uno scatto in avanti significativo dovuto in buona misura all’operazione di regolarizzazione dei cosiddetti “immobili fantasma”, sconosciuti prima di allora al Catasto e venuti alla luce attraverso la lettura foto aerea del territorio. Le conseguenze della crisi economica, a tutto il 2012, hanno prodotto sul mercato immobiliare un effetto di decremento del valore degli immobili rispetto all’anno precedente (-0,6%) che si accentua per le abitazioni (-1,8%). Un mercato che risente del crollo delle note di transazione normate (che includono le compravendite) che segnano secondo lo studio OMI del III Trimestre 2014 un -45% rispetto al III Trimestre 2004 e un -51% rispetto al III Trimestre 2005, dati che danno una dimensione della reale portata della contrazione. Le abitazioni principali e le relative pertinenze rappresentano circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano. Le abitazioni locate sono appena l’8,6% dell’intero stock nazionale, confermando la tendenza, ormai risaputa, che gli Italiani prediligono, più di altri popoli europei, la prima casa di proprietà. Lo studio analizza in modo particolare le tre principali metropoli italiane: Roma, Milano e Napoli. Una casa nella capitale va dai 713 mila Euro del centro storico ai 290 mila di Ostia-Litorale, con la media che si attesta a 381.000. A Milano si va dai 710 mila del centro storico, ai 177 mila della periferia sud, con una media di 246.000 Euro. A Napoli, invece, si va dai 285 mila del “Centro Antico”, ai 710 mila della “Zona Pregiata” con vista sul golfo, per una media intorno ai 300 mila Euro. Se prendiamo in esame l’Emilia Romagna, Bologna è compresa nell’elenco delle città al di sopra dei 250 mila abitanti, insieme a Bari, Catania, Palermo, Firenze, Genova, Torino, Venezia e Verona. La città Felsinea in questa categoria è seconda alla sola Firenze: 350 mila Euro per il capoluogo toscano come prezzo medio di un’abitazione, 322.000 Euro sotto le Due Torri, 317 mila a Venezia, subito dietro. Alla vigilia dell’attesa e preannunciata revisione degli estimi catastali è esplicativo osservare, all’interno dello studio, i dati sugli immobili in cui vengono comparati i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) e il Valore Imponibile Potenziale (VIP), quest’ultimo calcolato applicando alle rendite risultanti in catasto, rivalutate del 5%, i moltiplicatori stabiliti dal decreto “Salva Italia” (D.L. n.201/2011), differenziati per la categoria catastale del fabbricato. La media nazionale della differenza del valore, fra OMI e VIP, riferita all’abitazione principale è di 2,22: cioè se catastalmente una casa vale 100 ha un valore di PRIMO PIANO mercato di 222. Le differenze sul territorio nazionale sono anche queste marcate, si va dall’1,65 del Molise al 3,24 del Trentino Alto Adige. L’Emilia Romagna col suo 2,24 di media rispecchia sostanzialmente il dato nazionale. Il valore OMI nel 2012 di un’abitazione in Emilia Romagna (sottolineando che è un dato che varia molto dal Comune capoluogo di provincia al proprio hinterland e da un capoluogo e un territorio all’altro) si attesta a 217 mila Euro, a fronte di una media nazionale di 198.500 Euro circa. Assai interessanti i dati sul cosiddetto tax gap immobiliare, ovvero della differenza fra quanto i contribuenti dovrebbero versare e quanto viene da loro effettivamente versato. In generale, ai fini della stima del tax gap, la base imponibile non dichiarata 15 non coincide né con la base imponibile intenzionalmente evasa, né con il sommerso economico, ma fonde in sé anche tali fattori. Nel 2012 in Italia questa forbice è stata pari a quasi 4,2 miliardi di Euro, pari al 18,37%, del gettito IMU. La differenza sulla base imponibile IMU standard è di circa 647 miliardi, pari al 15,07% della base imponibile teorica. Su base regionale l’indicatore del tax gap dell’IMU varia dal 32,88% del gettito teorico della Calabria all’8,13% della Valle d’Aosta. L’Emilia Romagna si pone come terza regione più “virtuosa” con il 13,28% di tax gap, subito dietro la Liguria con l’11,19%. Il gettito teorico generato dall’IMU dell’Emilia Romagna è pari a poco meno di due miliardi di Euro, con un tax gap stimato a circa 255 milioni. CONVENZIONE TRA LA DIREZIONE REGIONALE EMILIA-ROMAGNA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE E L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Antonella Pellegrino L’intesa prevede • la promozione e attivazione di incontri di verifica, consultazione e confronto sui problemi complessi di natura fisca- le, e comunque di interesse comune ai due Enti, che riguardano tutti i rispettivi settori di competenza e di operatività dell’Università. In esito agli approfondimenti effettuati, se necessario, l’Università ricorrerà alle forme di interpello o consulenza giuridica previste dalla legge o dalla prassi dell’Agenzia delle Entrate. • la Direzione Regionale individua, a seconda dei settori interessati e delle problematiche da affrontare, i funzionari che partecipano agli incontri, oltre al Direttore regionale o a un suo delegato. • l’Alma Mater raccoglie e coordina le richieste dei propri uffici, delle proprie strutture e degli enti partecipati, pro- cede all’istruttoria delle relative problematiche prima di presentarle agli incontri periodici con la Direzione Regionale dell’Agenzia. A questo proposito, l’Università assicura un coordinamento delle esigenze dei diversi uffici coinvolti, garantendo anche l’adeguata istruttoria delle questioni oggetto di confronto e a tal fine attiva un “Centro di coordinamento per i rapporti fiscali” che opererà in diretto collegamento con il Direttore Generale, con i Dirigenti delle diverse Aree amministrative e con i Responsabili gestionali delle strutture a seconda delle problematiche da affrontare. Il Centro si potrà avvalere del supporto organizzativo della Scuola Europea di Alti Studi Tributari. 2015 E’ stata siglata lo scorso 28 gennaio, presso la sede del Rettorato dell’Alma Mater, la convenzione tra la Direzione Regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate e l’Università di Bologna. L’accordo scaturisce dall’esigenza di consolidare gli esiti positivi della collaborazione tra i due Enti nata nel 2014 e finalizzata al miglioramento della compliance fiscale nei diversi settori di competenza dell’Università e della gestione della crescente complessità del sistema tributario. Comunicazione L’INTERVISTA 16 LA DP DI FORLÌ-CESENA RECUPERA 230MILA EURO Intervista a cura di Pierluigi De Rosa La Direzione Provinciale di Forlì - Cesena ha recuperato 230mila euro grazie a un controllo nei confronti di una azienda manifatturiera del forlivese. Parliamo di questo e più in generale del suo lavoro con Silvia Ferretti, la funzionaria che ha seguito e sviluppato l’attività di controllo, con il coordinamento del Capo Area Imprese, Graziella Salvi. Silvia, per cominciare qualche riga per presentarti. Da quanto tempo sei in amministrazione, qual è stato il tuo percorso finora… Il mio ingresso in Agenzia ha festeggiato il suo settimo compleanno lo scorso San Valentino, appartengo al progetto Iride 6. Prima la formazione, poi l’assegnazione all’attività di controllo che ha riguardato inizialmente le Piccole Imprese e solo successivamente le Medie, di cui mi occupo ora, accompagnata da tre anni di condivisione con l’Area Legale. L’attività di controllo che hai realizzato ci sembra piuttosto complessa. Qual è la difficoltà maggiore che hai incontrato? E’ stato un po’ come trovarsi di fronte una serie di dipinti, questo sembravano, che in realtà erano tessere di un unico puzzle. Individuare le tessere e assemblarle correttamente è stato il lavoro più complesso. A volte capita che siano coinvolti più soggetti societari, apparentemente distinti, e più operazioni, spesso in annualità diverse: ho sperimentato che occorre guardare un po’ oltre, “seguire l’intuito”, ma occorre anche la scelta di investire in un progetto, che all’inizio è solo un bozzetto ma che per definirsi richiede un approccio di tipo chirurgico. Cosa ‘porti con te’ di questa esperienza? Ci sono aspetti innovativi o che in qualche modo incideranno anche sulla tua attività futura? Proprio le difficoltà hanno reso questa esperienza una formidabile palestra per allenarsi a spostare il punto di osservazione, dalla singola fattispecie alla rete di correlazioni che abbracciano fenomeni diversi e tempi diversi, lavorando per individuarne gli effetti reciproci e simulando il riflesso fiscale di scelte alternative. Una modalità dinamica, se vogliamo, che mi auguro di poter coltivare. L’Agenzia delle Entrate sta puntando molto, nell’ambito della comunicazione interna, sullo spirito di squadra, sulla capacità di ‘fare rete’ all’interno delle nostre strutture. Quanto ha inciso questo aspetto nel risultato che è stato ottenuto? In che modo ti senti parte di una ‘squadra’? La condivisione del sapere è la carta vincente soprattutto in un lavoro come il nostro in cui la materia è viva e mutevole, ed è arduo padroneggiarla tutta con competenza. Per questo secondo me all’interno di un Team, in una D.P., in una Regione e anche oltre, i momenti di confronto reale, sul campo, devono essere una buona abitudine. Le cronache di questi giorni evidenziano una grande attenzione mediatica nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Questo inevitabilmente si riflette anche (o soprattutto) su chi svolge un lavoro delicatissimo come il tuo, a diretto contatto con il contribuente. Quali sono le tue sensazioni? Quali gli ‘accorgimenti’ che utilizzi per costruire un rapporto positivo con il contribuente? Il nostro lavoro è fatto di carte, di norme e di numeri ma è sugli individui, contribuente, imprenditore fino ai lavoratori di un’Azienda, che produce i propri effetti, non possiamo dimenticarlo. Penso sia fondamentale osservare con attenzione la realtà in cui si interviene, che può essere espressione della fragilità e della fatica che oggi affliggono e a volte schiacciano le Aziende. Il fatto poi che il controllo impatti oggi, in conseguenza di scelte compiute in anni e in un contesto anche molto diverso da quello che ne subisce gli effetti complica le cose. Se è vero che il feed back che riceviamo dal contribuente è spesso condizionato dal gioco delle parti e dalla tensione che la fatica e la difficoltà del momento possono provocare, penso però che possiamo dare il giusto input, trasmettendo la consapevolezza della realtà in cui interveniamo e il senso di responsabilità con cui facciamo il nostro lavoro. Nella cui funzione sociale, secondo me, non bisogna smettere di credere. Per concludere, una domanda più personale sul tuo lavoro. Sei ormai già da qualche anno in Agenzia, è tempo per tracciare un primo ‘bilancio’. Cosa apprezzi di più del tuo lavoro e del percorso fatto fin qui? Cosa invece potrebbe essere migliorato, a tuo avviso? Penso che il mio sia stato fino ad ora un percorso fortunato: ho esplorato l’attività di controllo sotto diversi profili e ne ho curato la difesa in contenzioso. Ho visto lo stesso lavoro da angolazioni diverse, e ho potuto apprendere da questa visuale ampia e privilegiata. La professionalità non è mai abbastanza, e quindi mi auguro di poter mettere a frutto quello che so e avere l’opportunità di crescere ancora. NOTIZIE 17 BUONGIORNO AGENZIA Tra coinvolgimento dei dipendenti e comunicazione istituzionale Pierluigi De Rosa Coinvolgere e valorizzare le persone all’interno, assicurare un flusso informativo costante e il più possibile tempestivo all’esterno. Sono queste le due “anime” del progetto Buongiorno Agenzia, realizzato in collaborazione con la redazione regionale della RAI a partire dallo scorso ottobre: una rubrica dedicata all’attualità fiscale, il primo martedì di ogni mese, con ospite in studio un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Per ciascuno di loro, un’esperienza forte la trasmissione infatti è in diretta – che, oltre ad essere un banco di prova per sé stessi, rappresenta anche un piccolo momento di gratificazione professionale. Ma non è solo questo. Nei 4-5 minuti sotto i riflettori, il funzionario è la ‘faccia’ dell’Agenzia, è uno dei tanti che silenziosamente, ogni giorno, fa il proprio lavoro, dovendo gestire a volte le difficoltà che sono ben note. Le partecipazioni televisive sono quindi anche uno strumento di engagement, per usare un termine caro a chi opera nelle ri- sorse umane, di coinvolgimento del lavoratore nella vita dell’organizzazione, in un contesto per la verità non facile da questo punto di vista. Secondo l’ultimo rapporto Gallup, infatti, in Italia solo il 14% dei lavoratori può dirsi “engaged”, contro una larga maggioranza (68%) che ha un atteggiamento passivo verso il lavoro, e infine un 18% non solo insoddisfatto, ma in qualche modo “fiero” di esserlo(1). È evidente che un’apparizione televisiva non può da sola invertire questa tendenza ma, insieme ad altre leve adottate all’interno dell’Agenzia delle Entrate, può certamente favorire più elevati livelli di coinvolgimento, anche perché il dipendente-speaker non è solo il “terminale” comunicativo, ma partecipa attivamente alla costruzione della puntata e quindi al confezionamento del “prodotto” comunicativo. La dimensione esterna: uno strumento di informazione e di ‘vicinanza’ al contribuente. La diffusione di informazioni fiscali attraverso un programma molto seguito a livello regionale – con numeri e share significativi - è anche un fattore di facilitazione all’adempimento, almeno nei casi più semplici, quando le informazioni veicolate dal funzionario in studio possono evitare al contribuente di rivolgersi ad altri canali dell’Agenzia o a consulenti, accelerando e semplificando l’adempi- Le puntate già andate in onda 7 ottobre 2014 Come mettersi in contatto con l’Agenzia delle Entrate; i servizi on line (Valentina Falzaresi, DR Emilia-Romagna) 4 novembre 2014 Le comunicazioni d’irregolarità (Fabio Mavilio, DP Rimini) 2 dicembre 2014 I rimborsi (Silvia Schiavone, DP Ferrara) 13 gennaio 2015 Le visure catastali (Daniela Turchetti, UPT Bologna) 3 febbraio 2015 Le cartelle di pagamento (Davide Palermo, DP Piacenza) 2 marzo 2015 Le quotazioni immobiliari e il mercato immobiliare in EmiliaRomagna (Luca Panzacchi, UPT Bologna) I video sono anche disponibili sul canale YouTube dell’Agenzia Entrate Emilia-Romagna e sull’Intranet regionale. 2015 La dimensione interna: uno strumento di coinvolgimento e di valorizzazione. Dall’inizio del progetto, nell’ottobre 2014, si è scelto di aprire la partecipazione alla rubrica – prima riservata prevalentemente al personale della Direzione regionale – a speaker provenienti da tutte le strutture provinciali (Entrate e Territorio), coinvolgendoli in prima persona. Il primo passo è stato quindi l’individuazione di funzionari esperti che avessero anche doti comunicative e attitudine al public speaking, da parte dei rispettivi responsabili. Successivamente è stato realizzato una sorta di ‘casting’, con registrazioni via webcam, fino alla scelta, puntata per puntata, del funzionario ritenuto più adatto, anche in base alla congruenza tra l’argomento trattato e l’attività svolta quotidianamente. Finora sono stati coinvolti i funzionari di quattro Direzioni provinciali (Piacenza, Ferrara, Rimini, Reggio Emilia) e di un Ufficio provinciale Territorio (Bologna). Comunicazione NOTIZIE 18 mento. Per questo motivo, la scelta degli argomenti è basata sulle richieste più frequenti ricavate dall’analisi degli accessi al sito internet regionale e al servizio “Contatta l’Agenzia”. È ancora un piccolo passo – nel frattempo affiancato da altre iniziative di comunicazione programmate per il 2015 – che però può avere implicazioni aggiuntive rispetto al solo aspetto informativo. Numerose ricerche sugli effetti della comunicazione delle pubbliche amministrazioni (es. Holm 2011) mostrano infatti che la diffusione sistematica di informazioni sull’attività svolta e sui propri ambiti di competenza incide anche sul livello di fiducia nei confronti dell’organizzazione pubblica. Questo approccio comunicativo veicola infatti alle comunità di riferimento l’orientamento alla trasparenza da parte dell’amministrazione e favorisce la costruzione di flussi di comunicazione a due vie. Nei prossimi mesi, in particolare con la campagna informativa sulla dichiarazione precompilata, si cercherà di sviluppare L’ AGENZIA DELLE ENTRATE AD “ARIA PULITA” Le agevolazioni sul risparmio energetico, la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni edilizie e il bonus arredi sono gli argomenti affrontati dall’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna nella nuova trasmissione di 7Gold Emilia-Romagna “Aria pulita”, in onda ogni mattina dalle 10 alle 12. Ospite in studio, il giorno 11 febbraio, Cora Serri. Il funzionario della Direzione provinciale di Reggio Emilia ha illustrato, con linguaggio chiaro e immediato, le novità dell’anno 2015, i vari tipi di intervento agevolabili, gli adempimenti previsti e le procedure da seguire per usufruire delle detrazioni. ulteriormente questi spunti in direzione di una comunicazione sempre più legata al territorio. [1] Per approfondire, l’ultimo Report disponible (2013) è scaricabile a questo link http://ihrim.org/Pubonline/Wire/Dec13/ GlobalWorkplaceReport_2013.pdf. L’indagine viene svolta attraverso un questionario strutturato somministrato, sin dalla fine degli anni ’90, a circa 25 milioni di lavoratori in 189 diversi Paesi. NOTIZIE 19 GLI ACCERTAMENTI FISCALI NELLO SPORT DILETTANTISTICO Daniela Messina alle criticità nell’interpretazione ed applicazione di alcune norme agevolative, dall’analisi delle aspetti connessi all’attività di verifica su associazioni e società sportive dilettantistiche alle numerose e interessanti novità recentemente intervenute nel settore dello sport dilettantistico, come l’aumento del limite per la tracciabilità dei pagamenti o l’uniformità del trattamento IVA tra contratti di sponsorizzazione e pubblicità. I relatori hanno ampiamente trattato tutti questi argomenti, ciascuno per il proprio ambito di competenza, con interessanti richiami anche giurisprudenziali, così da far comprendere meglio quali sono gli aspetti gestionali maggiormente sensibili, che possono formare oggetto di contestazione in sede di verifica. Nella seconda parte del pomeriggio si è colta l’occasione per presentare ed illustrare, al pubblico presente in sala, l’accordo sottoscritto a dicembre 2014 tra la Direzione Regionale dell’Emilia Romagna e il Comitato Regionale CONI Emilia Romagna, finalizzato a promuovere e migliorare la conoscenza, l’interpretazione e la corretta applicazione della normativa tributaria di settore. A seguire, si è aperta un’interessante tavola rotonda dedicata all’analisi dei principali e più frequenti rilievi emersi in sede di controllo. Il convegno è stato poi chiuso dalla risposta ai numerosi quesiti sollevati dai partecipanti all’incontro, a conferma della buona riuscita dell’iniziativa e della volontà di proseguire con nuove occasioni di confronto e riflessione. 2015 Si è tenuto a Bologna, il 28 gennaio 2014, nella cornice del Convento di San Domenico, il Convegno dal titolo “Gli accertamenti fiscali nello sport dilettantistico: inquadramento normativo del settore, rilievi e analisi dei casi specifici”. Si è trattato del secondo appuntamento – dopo quello dello scorso anno – che la Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Bologna ha voluto organizzare, in collaborazione con la nostra Direzione Regionale e con il Comando Provinciale di Bologna della Guardia di Finanza, per esaminare in maniera congiunta alcune tematiche di grande interesse per le tante organizzazioni che, in Emilia Romagna, operano nell’ambito dello sport dilettantistico. Un convegno al quale hanno partecipato, per la prima volta, in qualità di relatori, anche i rappresentati dell’INPS di Bologna e che ha visto la presenza in sala di oltre 300 persone, tra dirigenti e consulenti di associazioni e società sportive dilettantistiche del territorio, a dimostrazione della crescente attenzione degli operatori per i temi trattati ma anche della forte volontà degli stessi di approfondire la conoscenza degli adempimenti - non solo fiscali, ma anche contabili e statutari - che devono accompagnare la corretta gestione di qualsiasi attività sportiva, così da evitare fraintendimenti ed errori dovuti ad una scarsa informazione sulla normativa di settore ed operare nel migliore dei modi e nel rispetto delle regole. Nel corso dell’incontro, che si è svolto con il patrocinio del CONI Emilia Romagna ed è stato introdotto dai saluti dei rappresentanti dei diversi Enti organizzatori, sono stati quindi affrontati argomenti che interessano la quotidianità del mondo sportivo dilettantistico: dagli obblighi contabili e di rendicontazione alla gestione dei compensi agli sportivi dilettanti, dai profili IVA in caso di decadenza dal regime agevolato ex Legge n. 398/1991 Comunicazione NOTIZIE 20 ENTRATE NEL MERITO Tiziana Sabattini Anche nell’anno 2015 l’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna promuove il progetto “entrate nel merito”, un percorso di educazione alla legalità e alla cultura della valutazione, rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado bolognesi. Per l’Agenzia sensibilizzare i giovani sui principi fondamentali della giustizia e della legalità fiscale è un fattore strategico per assicurare negli anni futuri livelli più elevati di tax compliance (adempimento spontaneo degli obblighi fiscali). L’obiettivo finale è quello di un Paese in cui il pagamento delle imposte sia percepito come utile per il benessere della collettività e non come adempimento imposto dall’autorità. Il progetto “Entrate nel merito” ha la triplice finalità di: • creare consapevolezza sui valori di mission dell’Agenzia delle Entrate, con particolare attenzione alla centralità del cittadino e alla legalità • fare comprendere, dall’interno, il funzionamento di una pubblica amministrazione dando la possibilità ai ragazzi di confrontarsi con realtà e figure professionali diverse • valorizzare il merito e la responsabilità individuale, tramite un percorso valutativo “incrociato”. La valutazione individuale del periodo di stage, espressa ex ante dal consiglio di classe, al termine della settimana viene confrontata con quella ex post del tutor aziendale, per dare agli studenti un primo feedback sulla loro performance aziendale. Il percorso formativo è stato presentato insieme con le attività e la missione istituzionale dell’Agenzia delle Entrate all’interno dell’attuale contesto economico e istituzionale. Il primo appuntamento, martedì 20 gennaio 2015 con gli studenti della classe IV CR (indirizzo relazioni internazionali per il marketing) dell’Istituto “Roxa Luxemburg” di Bologna. Il secondo, mercoledì 17 febbraio con la classe IV F dell’Istituto Tecnico Commerciale “Gaetano Salvemini” di Casalecchio di Reno. La settimana successiva all’incontro gli studenti hanno preso contatto con la realtà operativa degli Uffici territoriali di Bologna 1 e Bologna 2 e, novità 2015, dell’Ufficio provinciale Territorio di Bologna. Gli stagisti, dopo una panoramica sulle attività degli Uffici, son stati gradualmente coinvolti nelle attività di front-office, che richiedevano contatti diretti con il cittadino. Gli argomenti-guida del progetto sono stati i contratti di locazione, il codice fiscale, le visure catastali, le ispezioni ipotecarie e il consueto supporto ai contribuenti nelle fasi di orientamento e di compilazione della modulistica. Lo stage della classe IV F dell’ITC “G. Salvemini” si è concluso il 27 febbraio, in Direzione Regionale, con una giornata dedicata ai “controlli”. I ragazzi hanno partecipato con entusiasmo e disponibilità alle richieste di coinvolgimento del capo Ufficio Accertamento, Antonio Cologno. NOTIZIE 21 CIVIS IL CANALE TELEMATICO DI COMUNICAZIONE TRA FISCO E UTENTI Giorgio Bertuzzi Sono in aumento il numero dei contribuenti emiliano-romagnoli che si avvalgono di “Civis” il canale di comunicazione via web dell’Agenzia delle Entrate dedicato ai contribuenti alle prese con comunicazioni di irregolarità, avvisi telematici e richieste di documenti. In Emilia-Romagna i contribuenti assistiti via web nel 2014 sono stati 45.805. La ripartizione per tipologia di utente assegna il primato ai dottori commercialisti ed esperti contabili (23% delle richieste inoltrate); seguono al secondo posto i consulenti del lavoro (16%), al terzo i ragionieri e periti commerciali (15%). Sono infine circa 1.200 gli utenti “Fisconline” che hanno ricevuto assistenza tramite Civis. La piattaforma di comunicazione tra fisco e utenti, nata in Emilia-Romagna il 16 dicembre 2009, si è arricchita nel tempo di nuove funzionalità permettendo di accelerare sempre più l’erogazione dei servizi e ridurre le attese allo sportello. Il canale CIVIS permette agli utenti abilitati a Entratel e ai contribuenti che utilizzano Fisconline (in possesso dell’apposito codice Pin) di: • richiedere assistenza sulle comunicazioni di irregolarità, sugli avvisi telematici e sulle cartelle di pagamento emessi a seguito di controllo automatizzato delle dichiarazioni (articolo 36 bis del Dpr n. 600/73 e articolo 54 bis del Dpr n. 633/72). Dopo la lavorazione da parte dell’Ufficio è subito resa disponibile la comunicazione aggiornata, in formato pdf, contenente anche l’eventuale F24 già compilato Per dare impulso alla procedura e, più in generale, per facilitare l’accesso ai canali di comunicazione telematica, in Emilia-Romagna, nel corso degli anni 2013 e 2014, sono state siglate 13 intese con gli ordini professionali e le associazioni di categoria. Gli accordi prevedono l’assunzione di reciproci impegni e definiscono le modalità di collaborazione tra Agenzia, Associazioni e Ordini firmatari per assicurare una più moderna e efficace gestione dei servizi. L’Agenzia si impegna a fornire assistenza e informazioni sull’utilizzo del canale telematico tramite i numeri 848.800.444 e 848.836.526, a fornire risposta all’istanze presentate tramite CIVIS e PEC, entro un termine massimo di 10 giorni lavorativi. Le associazioni di categoria si impegnano ad informare e a sensibilizzare i propri iscritti sull’utilizzo del canale telematico. Per le questioni non risolvibili tramite il canale telematico l’Agenzia delle Entrate fornisce assistenza prioritaria, presso l’Ufficio territoriale, su appuntamento prenotato tramite un canale riservato, denominato “CUP Convenzioni”, accessibile da Entratel. • presentare documenti per il controllo formale (articolo 36 ter del Dpr n. 600/73) • ricevere gratuitamente l’avviso della conclusione della pratica Civis, tramite 2015 sms ed e-mail, all’indirizzo di posta elettronica e/o al numero di telefono prescelti (funzionalità attiva dal 3 febbraio 2015) Comunicazione CONTRIBUTI 22 RSU E RLS INSIEME PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEI LAVORATORI Biagio Cunsolo Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali presenti in azienda. Poiché nei nostri uffici la rappresentanza sindacale è esercitata dalla RSU (rappresentanza sindacale unitaria), per poter conoscere i nominativi dei nuovi Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza occorre attendere l’esito finale delle recenti elezioni RSU. Le RSU (settore pubblico) sono un organismo eletto da tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti (esclusi professionisti, dirigenti medici e dirigenti) alle organizzazioni Sindacali di tutti i comparti del pubblico impiego e svolgono gli stessi compiti e funzioni riconosciuti ai rappresentanti sindacali delle OO.SS. firmatarie del CCNL, nei limiti e per le materie previste dai rispettivi contratti di comparto. Le elezioni svolte nel periodo 3-5 marzo 2015 hanno coinvolto i lavoratori della Pubblica Amministrazione (Agenzie Fiscali, Ministeri, Parastato, Sanità, Enti Locali) e sono servite per il rinnovo triennale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (2015-2017). Conosciuto l’esito dei risultati elettorali saranno individuati i nuovi Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Come avverrà questo importante passaggio? Innanzitutto occorre sapere che, come stabilito dal D.lgs.81/08, il numero minimo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza che dovranno essere eletti in ciascun ufficio è il seguente: • un rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200 lavoratori; • tre rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori; • sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000 lavoratori. Inoltre, occorre precisare che l’incarico di RLS non sostituisce quello di RSU, entrambi sono incastonati nella rappresentanza sindacale unitaria eletta nel singolo ufficio. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza per poter espletare al meglio la propria attività dovrà essere formato. Una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi. La durata minima dei corsi prevista dalla normativa vigente è di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell’obbligo di aggiornamento periodico, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori. Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale, sempre nel rispetto dei seguenti contenuti minimi: • principi giuridici comunitari e nazionali; • legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro; • principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi; • definizione e individuazione dei fattori di rischio; • valutazione dei rischi; • individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione; • aspetti normativi dell’attività di rappresentanza dei lavoratori; • nozioni di tecnica della comunicazione. La formazione di base di 32 ore, prevista dalla normativa vigente, si riferisce unicamente ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza eletti per la prima volta, mentre chi è stato invece riconfermato, dovrà soltanto seguire un aggiornamento formativo periodico, la cui durata, come già indicato, non potrà essere inferiore a 4 ore annue (imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori) e a 8 ore annue (imprese che occupano più di 50 lavoratori). I RLS sono parte integrante del servizio di prevenzione e protezione presente in ogni struttura, hanno accesso a tutte le informazioni e documentazioni aziendali inerenti alla valutazione dei rischi e alle misure di prevenzione attuate, collaborano alla realizzazione della prevenzione della salute e l’integrità fisica dei lavoratori. CONTRIBUTI 23 AI CONFINI DELL’UNIVERSO CATASTALE Paolo Corsanici scun povero (uno iugero era pari a circa 2520 mq). I senatori, tra i quali si annidavano i latifondisti, trovarono, proprio nel problema della esatta definizione dei confini, il modo per far naufragare il nobile progetto di Gracco. I confini dall’Unità d’Italia a oggi Ma veniamo all’attualità. Come nascono i confini nella società moderna? In un territorio comunale, infatti, sorge la necessità di individuare esattamente ogni piccola porzione di territorio. La soluzione di questo problema, già tentata a più riprese, e in diverse epoche, dai molti piccoli stati che hanno variamente composto l’Italia negli ultimi secoli, viene percepito con forza fin dall’Unità d’Italia. E’ in quel periodo che ha origine il processo di formazione del Catasto Terreni, che ha preso proprio come unità territoriale di base il Comune. Tutti i territori comunali sono stati suddivisi in “fogli catastali” numerati (fogli di mappa). All’interno dei territori comunali possono distinguersi ulteriori zone territoriali (delegazioni) che presentano una numerazione propria dei fogli catastali. In genere la porzione di territorio compresa in un foglio è delimitata da confini naturali o antropici (fiumi, torrenti, canali, strade o altri elementi del territorio ben distinguibili). La grafica catastale (orientamento) è stata impostata in modo che il bordo orizzontale superiore di tutti i fogli sia sempre posizionato verso nord. Ogni foglio catastale è poi suddiviso in unità semplici di territorio, le “particelle catastali”, normalmente chiamate anche “mappali”. La particelle si caratterizzano in quanto delimitate da una linea continua chiusa, che ne delimita l’area, e dalla destinazione “colturale” o “urbana”. L’area è misurata attraverso la “superficie catastale”, che viene normalmente espressa in ettari, are e centiare. Un ettaro misura diecimila metri quadrati, un’ara ne misura cento e una centiara corrisponde a un metro quadrato. Si di- 2015 Il “confine” è qualcosa che ha attirato l’attenzione, da sempre, di studiosi (pensiamo ai filosofi o ai geografi) ma anche di politici (il Metternich de L’Italia come espressione geografica), è qualcosa di astratto ma anche di molto concreto. Il problema dei confini è iniziato quando hanno gli uomini hanno cominciato a stanziarsi ed ad allevare animali o coltivare terreni. Come non ricordare, tra i tanti possibili esempi, l’uccisione di Remo ritenuto colpevole di aver ignorato il divieto, imposto da Romolo, di oltrepassare il confine che delimitava la nuova città (nascita di Roma 21 aprile 754 a.C.). Sempre nella Roma Antica, nel 133 a.C., venne eletto tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco (162 – 133 a.C.) che decise di presentare una legge di riforma agraria per distribuire la terra ai contadini e toglierla ai grandi latifondisti, che detenevano le terre dell’agro pubblico. Secondo la legge si dovevano espropriare quelle terre e distribuirne 30 iugeri a cia- Comunicazione CONTRIBUTI 24 stinguono inoltre altre caratteristiche che distinguono un mappale: la posizione (due mappali non possono sovrapporsi) e l’intestazione (certezza della proprietà). I mappali in origine vennero numerati con progressiva numerazione da 1 proseguendo in ordine crescente fino a coprire tutto il territorio del foglio procedendo, dall’alto del foglio, da sinistra verso destra. Con il variare della titolarità della proprietà e degli scopi d’uso dei terreni può rendersi necessario frazionare o fondere i mappali. Con frazionamenti e fusioni, i mappali originari vengono “soppressi” per originare nuovi mappali, che normalmente vengono numerati a seguire dall’ultimo già attribuito sul foglio. La natura dei confini e la soluzione delle controversie I confini possono essere naturali, come strade, corsi d’acqua, cambi di pendenza del terreno, o creati dall’uomo, un muretto, un filare d’uva, una fila di alberi (nella pianura padana ad esempio si usavano molto i gelsi) o uno scolo delle acque. Nel corso degli anni, per innumerevoli cause, è possibile che si perda la certezza della loro demarcazione. In questi casi, se tra confinanti si va d’accordo non sorgono problemi, ma se per qualche motivo è necessario conoscere dove passa un confine incerto, allora, per evitare soluzioni personali, viene in soccorso la legge. Quando un proprietario di un fondo desidera stabilire l’esatta posizione dei confini o vuole obbligare il vicino a rendere visibili e permanenti i confini delle proprietà adiacenti, la legge prevede la possibilità di ricorrere all’azione di “regolamento dei confini” o a quella di “riconfinazione”, con eventuale apposizione dei termini. La prima azione, consensuale, avviene a spese comuni e mediante l’apposizione degli appropriati termini o segni lapidei nel presupposto che il confine sia noto con una certa precisione. Se così non è si dovrà provvedere ad un’azione di regolamento di confini nota come “riconfinamento catastale” o più semplicemente “riconfinazione”. Questi interventi sono puntualmente disciplinati dal Codice Civile al “Capo IV: Delle azioni a difesa della proprietà”, attraverso due articoli: Art. 950 Azione di regolamento di confini ●● Azione di regolamento di confini: Quando il confine tra due fondi è incerto, ciascuno dei proprietari può chiedere che sia stabilito giudizialmente. Ogni mezzo di prova è ammesso. In mancanza di altri elementi, il giudice si attiene al confine delineato dalle mappe catastali. Art. 951 Azione per apposizione di termini ●● Azione di riconfinazione e apposizione dei termini: Se i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha il diritto di chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni. Se invece, un proprieta- rio di un fondo è convinto che il vicino abbia sconfinato, può avviare una pratica di riconfinazione e richiedere la restituzione della zona di controversia, chiaramente deve provare nei modi e termini di legge i suoi diritti di proprietà assoluta. Nel caso in cui l’azione termini a suo favore la controparte dovrà cedere la zona di sconfinamento ma non si configura per lui il reato di occupazione indebita. L’azione di rivendicazione non si prescrive, salvi gli effetti dell’acquisto della proprietà da parte di altri per usucapione. Nel caso in cui i termini o segni di confine risultino visibili ma vi sia il dubbio che siano messi arbitrariamente o si siano spostati dal luogo originario ove erano stati posti, il vicino potrà sempre chiedere il regolamento del confine. Tale azione è di competenza del Giudice che solitamente provvede alla nomina di un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU). Nelle controversie confinarie uno dei mezzi di prova utili alla risoluzione è tra gli altri la mappa catastale. E’ dunque fondamentale il compito dell’Agenzia delle Entrate che, gestendo e mantenendo aggiornato il Catasto, fornisce un’opera di prezioso supporto ai diritti dei singoli cittadini. Fonti: www.Wikipedia.it www.studioscaggiante.it; www.georoma.it; www. cng.it/; La Storia di Roma – J. Michelet CONTRIBUTI 25 IL CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO Cinque anni di DP vissuti nelle terre terremotate: il lavoro di squadra dal punto di vista di un capo-team Francesco Malagoli non bastavano parole di conforto sul rinvio degli adempimenti tributari, perché il discorso sarebbe inevitabilmente caduto dove sapevi già. Quanto al nostro ufficio “fisico”, la regolarizzazione della “società di fatto” tra Carpi e Mirandola, ovvero le nozze che hanno posto fine alla convivenza more uxorio (si sa che nella bassa siamo un po’ all’antica, se lavoriamo al registro ancora di più) sono state celebrate il 30 settembre 2013. Sono avvenute però senza una presenza a noi tutti molto cara: in quel mese di settembre ci ha lasciato la collega Fiorella Saltini, lasciando un vuoto nella nostra struttura e nelle nostre menti davvero incolmabile. L’incorporazione del soppresso Ufficio territoriale di Mirandola ha affidato alla struttura carpigiana una nuova sfida: lo sportello distaccato a Mirandola (che ha trovato nel mese di ottobre di quest’anno una nuova collocazione nel centro della cittadina, presso la Galleria del Popolo) gestito da un UT periferico di non grandi dimensioni, è certamente un grande impegno per il nostro ufficio, sostenuto dalla profonda convinzione di poter offrire all’utenza degli otto comuni dell’Area Nord un servizio importante. Durante questa fase intensa abbiamo dovuto affrontare, dopo il terremoto, anche l’alluvione dello scorso gennaio che non ha toccato i comuni di competenza dell’Ufficio se non in minima parte, ma ha messo in ginocchio, insieme alla vicina Bastiglia, il mio paese, Bomporto, in quel territorio della Bassa modenese già provato duramente dal sisma. D’altra parte, in questi anni è andato intensificandosi il rapporto tra l’Ufficio e la Direzione Provinciale di Modena, grazie a una sempre maggiore consapevolezza di appartenenza ad un’unica grande struttura, seppur caratterizzata da una forte articolazione territoriale rispetto anche ad altre realtà delle regione. Ma questa pagina vorrebbe avere anche lo scopo di rimediare ai ringraziamenti, che non ho mai fatto in misura sufficiente, nei confronti dei colleghi del Team Atti e di tutto l’UT Carpi, presenti e non più presenti in ufficio, per la disponibilità, le conoscenze, la competenza che da sempre hanno messo e continuano a mettere nel proprio lavoro ogni giorno. Lo stile, l’impegno e la generosità che utilizzano, sia nei confronti dell’utenza che nei confronti dei colleghi e dei coordinatori, costituiscono un dono che ci rende orgogliosi di appartenere, seppur in mezzo a tante difficoltà quotidiane, a questa Amministrazione. 2015 Alle 14.30 di venerdì 5 febbraio 2010, quando uscimmo a pranzo con alcuni colleghi in occasione del “San Silvestro” dell’allora Ufficio locale di Carpi, non avremmo mai potuto immaginare l’intensità del percorso che ci accingevamo ad iniziare. Dopo soli due anni e mezzo in Agenzia mi sentivo ancora troppo “pischello” per azzardare previsioni sulla struttura che stava nascendo dalla riorganizzazione. Il mio periodo “carpigiano” è stato caratterizzato dall’assestamento della nuova organizzazione della Direzione provinciale a partire dal luglio 2011. La nomina a Capo Team, seppure in un settore come quello del Registro, che adoro, confesso che per alcuni giorni mi ha reso il sonno un po’ più leggero. La novità di questo ruolo di coordinamento all’interno dell’Agenzia, così come la concentrazione in un unico gruppo di lavoro delle attività di liquidazione e accertamento, di front office e di back office, ha reso e rende stimolante questo incarico ogni giorno di più. E della maturazione all’interno di questo ruolo, così come del sostegno morale soprattutto in quel primo periodo, io e i miei colleghi siamo debitori nei confronti dei Direttori che si sono succeduti e dei nostri collaboratori – io dico “da serie A” che non ci hanno mai fatto mancare il sostegno. Il terzo momento della vita dell’UT Carpi ha avuto inizio con il periodo che per sempre ci ha reso inevitabilmente diversi da prima: il terremoto del 2012. Al di qua delle scrivanie di chi era rimasto in loco (in quei momenti ci eravamo organizzati pressoché tutti nelle postazioni di front office al piano terra, pronti per evacuare in caso di scosse che puntualmente si manifestavano) vedevi riflessa sul volto dei contribuenti la tua stessa ansia, per la famiglia, per la casa, per come ti saresti organizzato in quella e nelle successive notti che probabilmente avresti passato in bianco. Da un punto di vista professionale in quei giorni terribili ai contribuenti Comunicazione CONTRIBUTI 26 IL MIO NOME È UDO LETTURE PER IL GIORNO DELLA MEMORIA Salvatore Caiazzo Con un salto di settant’anni arriviamo a oggi; le stragi non sono finite, continuano in più parti del mondo, di alcune si viene informati dai media dei più piccoli particolari e smuovono milioni di coscienze, altre, gravissime per le loro dimensioni, come avvenne per la Shoah, vengono del tutto ignorate. Il racconto trae spunto da un rapporto di Amnesty International. Baga, Nigeria, 3 gennaio 2015. Il mio nome è Udo, che vuol dire “pace”. Ho otto anni, giocavo per strada insieme ai miei quattro fratelli, mia madre era in casa, aspettava che nascesse l’ultimo figlio, ormai il tempo era prossimo. Poi, sono arrivati loro. Da lontano si alzava una nube di polvere immensa, come una tempesta di sabbia, abbiamo cominciato a sentire degli spari, sempre più vicini, sempre più forti, sempre più vicini, sempre più forti, sempre più vicini, sempre più forti. Poi, le grida, i mezzi arrivavano veloci e travolgevano chi era in strada, passandoci sopra, colpivano chiunque fosse a tiro. Poi, sono scesi dai mezzi e hanno cominciato a usare il machete su tutti quelli che tentavano di scappare, facendoli a pezzi, senza risparmiare nessuno. Sangue, sangue, sangue ovunque, lamenti, urla, disperazione, dolore immenso. Poi, il fuoco; incendi appiccati ovunque che divoravano i corpi martoriati, dai quali la vita era schizzata via in un fiotto rosso. I più fortunati hanno lasciato questa terra con un solo proiettile, quasi non se ne sono accorti. Altri, tanti, troppi, si trascinano nella polvere, senza un braccio, una gamba, col ventre squarciato, per loro ancora qualche minuto di immensa sofferenza, e di stupore. Poi, arriva la misericordiosa morte ad accoglierli tra le sue ossute braccia. Esseri umani che uccidono esseri umani. Io, non ho mai disegnato vignette, non ho mai neanche avuto una matita tutta per me, eppure, non capisco. In Francia, negli stessi giorni, sono stati uccisi una quindicina di esseri umani, per loro si sono mossi cinquanta capi di stato e due milioni di persone per esprimere il loro orrore, scendendo in strada in tutta l’Europa. Milioni di copie di un giornale sono stati stampati e acquistati come fossero preziose reliquie da conservare. Non capisco, non capisco. Ma, la vita di un essere umano non vale allo stesso modo, sia esso nato in Europa, oppure nel più sperduto villaggio africano? Dov’è il Dio dai tanti nomi che ci ritiene suoi figli? Dov’è la razionalità laica che considera tutti gli esseri umani uguali e fratelli? Un chilo di carne umana, di ossa, di tendini, ha quindi prezzi diversi, secondo dove è cresciuta, secondo il colore della pelle, il suo credo, il suo livello nella società? I giornali e le televisioni decidono quali morti sono importanti e quali no, quali devono essere ricordati e quali velocemente dimenticati, o ignorati. Il mio nome è Udo, che vuol dire “pace”. Intorno a me c’è un silenzio irreale, siamo migliaia, ma il silenzio è irreale, neanche la polvere è scossa dal vento, siamo tutti immobili, siamo tutti morti. il mio corpo giace su un mucchio di altri corpi, quelli dei miei fratelli, di mio padre, dei miei zii, dei miei nonni. Il corpo di mia madre, uccisa mentre veniva alla luce mia sorella, è stato buttato oscenamente su un altro mucchio, esposto al sole, con sua figlia mezza dentro e mezza fuori; mia sorella, come regalo di nascita, ha ricevuto la morte. Si credono più forti della natura, più forti di qualsiasi Dio. I motivi? Ma, possono forse esistere al mondo motivi che giustifichino l’uccisione di esseri umani inermi? Nessuno parlerà di noi, pochi secondi per archiviare oltre duemila morti, sedici villaggi rasi al suolo e bruciati, generazioni di nuclei familiari spenti per sempre, come un soffio su un cerino. Sono su questo mucchio a marcire al sole da pochi giorni, e lo sono anche adesso che ascoltate queste parole. Nessuno viene a darci sepoltura. Forse tutto ciò non fa abbastanza orrore, i film hanno abituato gli esseri umani a questo genere di scene, finte, nessuno crederebbe che è accaduto davvero e con tanta crudeltà, e che è avvenuto adesso. Almeno oggi, nel giorno della memoria per tutte le stragi, rivolgete un pensiero anche a noi. Udo, che vuol dire “pace”.