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9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
E PROSPETTIVE FUTURE
PAOLO PAIERO (*)
Oggi in tutti i vivai dove si producono piante per la selvicoltura ed
il giardinaggio ornamentale, vi è sempre un’ampia disponibilità di
materiale vegetale di propagazione certificato, suddiviso in assortimenti che devono rispondere a ben precise caratteristiche di produttività e
qualità per molteplici usi. Questi prodotti non sono più destinati solo ai
classici rimboschimenti o alla piantagione in parchi e giardini ma, sempre più spesso, sono richiesti da operatori per destinazioni specifiche,
quali la produzione di assortimenti legnosi particolari (sfogliati, compensati, truciolati, vimini, ecc.); la ricostruzione di boschi ripariali; la
creazione di fasce tampone per la fitodepurazione delle acque; l’edificazione di siepi, alberate e difese verdi, ivi comprese quelle destinate a
potenziare le opere di sistemazione idraulico-forestali, nell’ambito
delle quali oggi si esige anche la cura dei relativi aspetti paesaggistici.
Per realizzare bene questi lavori è importante scegliere correttamente le giuste varietà di piante in relazione agli ambienti in cui si
opera: specie, sottospecie, ecotipi, ecc. La gamma delle entità a disposizione è comunque ampia ed ognuna presenta una sua precisa potenzialità ecologica. Tra le componenti vegetali sicuramente valide per
realizzare molti di questi interventi vi sono sicuramente le numerose
entità afferenti al genere Salix che, con la sua ampia scelta di specie e
varietà (si è detto sopra che nel mondo sarebbero oltre 300 le specie
tassonomicamente accertate, delle quali una sesantina presenti nella
sola Europa), risulta sicuramente uno dei generi vegetali che meglio si
presta per soddisfare da noi sia la produzione legnosa e di biomassa
sia la conservazione del paesaggio o più genericamente la tutela del
territorio (protezione del suolo, fitodepurazione, ecc.).
(*) Già Professore ordinario di Botanica Forestale presso l’Università degli Studi di Padova.
ANNALI A.I.S.F., Vol. LVI, 2007: 93-100
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I salici dunque – che sono di fatto elementi di spicco del nostro
paesaggio – risultano preziosi ed insostituibili in molti casi per la loro
spiccata attitudine a proteggere il suolo, mentre hanno intrinsecamente una notevole potenzialità nella produzione legnosa di qualità, con la
capacità di poter fornire un’ampia gamma di assortimenti. Si è detto
anche dell’importanza che le colture di salice hanno avuto in passato
nell’economia agricola a conduzione familiare: solo dalle formazioni
rivierasche spontanee si poteva ricavare legna da ardere, paleria varia,
vimini e legname per utensili per valori consistenti. Nonostante che
queste colture non abbiano mai assunto in Europa una dimensione
industriale, è scontato che la produzione legnosa del salice è quantitativamente molto elevata e qualitativamente suscettibile di ottime prospettive. A questo proposito – oltre alle considerazioni di LARCHER
(1993), che, sulla base di dati stimati da altri Autori, confronta la
superiore capacità produttiva del salice rispetto ad altre specie forestali tra le quale anche il pioppo – per giustificare la convenienza della
coltura del salice da legno basta l’esempio delle colture realizzate in
Argentina nel Delta del Paranà, dove le piantagioni di salice raggiungono ancora oggi quasi i 50.000 ha, rappresentando, Cina esclusa, le
più estese coltivazioni di queste specie nel mondo (CERRILLO, 2003).
Ricordiamo ancora che in queste aree, favorite dal clima temperatocaldo della costa atlantica bonaerense e caratterizzate da ricchi suoli
limosi tenuti costantemente umidi da periodiche sommersioni, la produzione del salice risulta molto elevata, con soggetti che in 8-10 anni
possono superare i 25-30 m di altezza, con incrementi di 25
mc/ha/anno ed oltre. Queste vaste piantagioni – il cui prodotto legnoso è quasi esclusivamente destinato a pasta da carta e pannelli truciolari – furono iniziate già prima degli anni ’50, selezionando vari cloni
derivati dall’incrocio della specie autoctona (S. humboldtiana) con un
salice piangente proveniente dall’Europa (S. babylonica s.l.). Successivamente da questo primo prodotto (denominato S. x argentinensis), si
è passati alla selezione di ibridi controllati con materiale esotico proveniente dagli Stati Uniti e da altri paesi non esclusa l’Europa, tra i
quali spiccava una varietà di S. babylonica con un buon adattamento
alle condizioni ecologiche del nuovo ambiente. I risultati sono stati
una serie molto ampia di cloni ibridi tra i quali alcuni sono a tutt’oggi
coltivati nel Delta (cfr. Cap. 7.2).
I salici, grazie al loro portamento aggraziato ed alle loro abbondanti fioriture risultano molto validi anche quali piante ornamentali: i
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piangenti per la caratteristica chioma, i salici a foglia larga per le vistose fioriture precoci, il salice rosso per il colore dei rami, ecc. Il loro
rifiorire nella prima primavera li rende inoltre interessanti per l’apicoltore, che ha così a disposizione del suo alveare una quantità di cibo
(nettare e polline) proprio al momento della critica ripresa dell’attività
dopo l’inverno, quando le altre piante non sono ancora fiorite.
Ampie e svariate sono poi le utilizzazioni dei vimini, i caratteristici rami lunghi e flessibili, tipici specialmente dei salici arbustivi,
assoggettati a specifiche forme di governo e trattamento (S. viminalis,
S. alba subsp. vitellina, S. elaeagnos, S. purpurea, ecc.).
Le caratteristiche bioecologiche proprie dei salici – quali la rapida crescita in gioventù e la facilità di moltiplicazione vegetativa e di
insediamento, la leggerezza della parte aerea, l’apparato assorbente
ben sviluppato ed efficiente che li rende adattabili ad ogni tipo di terreno e clima, la resistenza alle basse temperature e, tramite speciali
adattamenti (PAIERO e MARIANI COLOMBO, 1988), anche ad una certa
carenza d’acqua nonché la buona resistenza a malattie ed attacchi
parassitari – rendono queste piante particolarmente adatte a proteggere molto efficacemente il suolo in montagna, dove la loro presenza è
preziosa per la stabilità dei versanti e per il mantenimento degli equilibri idrogeologici. Queste loro peculiari qualità si prestavano molto
bene ad una ampia e vantaggiosa utilizzazione nel campo dell’ingegneria naturalistica, dove sono richieste piante che associno ad una rapida
crescita una elevata capacità di adattamento agli ambienti originari o
di neoformazione. Queste piante si prestano dunque ottimamente per
la formazione di graticciate e cordonate vive; per la sistemazione ed il
consolidamento dei terreni franosi; per la difesa delle sponde dei torrenti; nonché in generale per il potenziamento dei manufatti protettivi
edificati nell’ambito di lavori di sistemazione idraulico-forestale dei
bacini montani.
Nella scelta delle specie da impiegare è importante una attenta
valutazione delle caratteristiche ecologiche della stazione, così da selezionare le varietà meglio compatibili con le condizioni edafiche e climatiche di un dato ambiente. Per questi scopi, ad eccezione delle specie nane a portamento strisciante presenti in alta montagna, tutte le
specie arboree ed arbustive risultano utili per edificare coperture
verdi per promuovere una efficace protezione del suolo. Così S. elaeagnos è utile sui terreni ciottolosi lungo i torrenti degli avanterra alpini
e prealpini; S. purpurea lungo le sponde limoso-sabbiose dei corsi
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d’acqua in genere; S. apennina è prezioso nei compluvi umidi dei terreni arenaceo-marnosi dei rilievi appenninici; S. caprea sulle scarpate e
al limite dei boschi; S. cinerea sui terreni acquitrinosi e paludosi;
S. myrsinifolia lungo i torrenti alpini, ecc.
In conclusione i salici risultano elementi di primaria importanza per
la stabilità del nostro paesaggio agro-forestale, in quanto mettono a disposizione dei tecnici del settore tutta una gamma di entità specifiche e sottospecifiche molto valide per risolvere di volta in volta vari problemi
selvicolturali, dalla tutela ambientale alla produzione legnosa, al mantenimento degli equilibri naturali in genere. In ogni caso è fondamentale
selezionare e produrre materiale di propagazione (talee, piantine, semi)
sano, ben sviluppato e di origine certa, così da poter avere a disposizione
per ogni evenienza piante robuste e geneticamente adatte.
Nonostante l’ampiezza e la costanza sul territorio di questi singolari soprassuoli di origine naturale e l’antico sfruttamento dei loro
prodotti da parte dell’uomo, non è esistita né è stata mai studiata una
vera e propria gestione selvicolturale globale (per fortuna!). Oggi questi habitat, almeno nelle aree abitate e/o utilizzate dall’agricoltura,
rappresentano per lo più delle formazioni marginali, quasi sempre
molto semplificate e degradate nella loro struttura ed abbandonate a
se stesse per la loro attuale obsolescenza.
Considerata l’ampia capacità di produzione di vari assortimenti
utili che il saliceto (sia quello naturale che quello derivato da impianti
artificiali) possiede intrinsecamente – nonché le possibilità di produzioni speciali quali la tartuficoltura, il sostegno all’apicoltura e la
risposta alle più recenti esigenze dell’industria (incremento della
disponibilità di biomassa per carburanti alternativi, pasta da carta,
fitodepurazione, ecc.) -, sembra giunto il momento di valutare l’opportunità di una pianificazione almeno parziale di questi soprassuoli.
Per non ricadere negli errori del passato (che, come si è visto, hanno
condotto alla sistematica distruzione di foreste vergini in più di un
continente), sarà comunque necessario prendere in considerazione
innanzitutto il recupero, la ricostituzione e l’ampliamento dei boschi
rivieraschi esistenti, e inoltre la creazione di altri, analogamente a
quanto fatto per il pioppo, rispetto al quale il salice (come già ricordato sopra), se opportunamente selezionato, risulta sicuramente competitivo (cfr. LARCHER, op. cit.).
Così molte aree marginali e terreni abbandonati, cave dimesse ed
ex coltivi, potrebbero essere recuperati tramite una gestione razionale
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ed ecocompatibile ad uso multiplo, che concili l’esigenza di nuove
produzioni con quella di nuovi spazi per una nostra esistenza più salubre e libera (PAIERO et al., 1996).
BIBLIOGRAFIA
CERRILLO T., 2003 – Mejoramiento genético del sauce. Relevamiento sobre
materiales generados en las últimas dos décadas. Inédito. Proyecto
Forestal de Desarrollo, SAGPyA, 103 p.
LARCHER W., 1993 – Ecofisiologia vegetale. Edagricole, Bologna.
PAIERO P., MARIANI COLOMBO P., 1988 – Alcune considerazioni sull’autoecologia del genere Salix L. In: Scritti di selvicoltura in onore di A. de
Philippis. Firenze.
PAIERO P., SEMENZATO P., URSO T., 1996 – Biologia vegetale applicata alla
tutela del territorio. Ed. Progetto, Padova.
RIASSUNTO
I salici in selvicoltura, in agricoltura e nella tutela del paesaggio
Da alcuni anni a questa parte è in costante aumento la richiesta di materiale
vivaistico destinato ad usi multipli (assortimenti legnosi, giardinaggio, ripristini
ambientali, ecc.), per interventi dunque che non riguardano solo i classici rimboschimenti, ma anche la ricostruzione di cenosi particolari quali i boschi ripariali,
l’edificazione di siepi ed alberate campestri, popolamenti per migliorare la qualità
di aria e acque, il recupero di aree degradate dall’attività antropica , la costituzione
di difese verdi di vario tipo, ivi comprese quelle destinate a potenziare le opere di
sistemazione idraulico-forestali.
Per realizzare bene questi lavori è fondamentale scegliere correttamente le
componenti biotiche – nel caso specifico le specie vegetali – in relazione ai vari
ambienti in cui si opera. La gamma delle piante a disposizione è ampia ed ognuna
di queste presenta una sua precisa potenzialità ecologica: Tra i generi suscettibili di
impiego in tutti questi casi vi è sicuramente il salice, che con la sua ampia scelta di
specie e varietà è una delle componenti ambientali che meglio si presta a risolvere
gli svariati problemi connessi sia con la produzione legnosa sia con il miglioramento degli equilibri ambientali.
I salici, che di fatto sono elementi di spicco nei nostri paesaggi, risultano preziosi e spesso insostituibili per la loro notevole attitudine a proteggere il suolo
dall’erosione, mentre hanno notevoli potenzialità nella produzione legnosa in genere. Tutti ricordano bene l’importanza che i saliceti hanno avuto in passato nell’economia agricola non solo in Italia, quando dalle formazioni rivierasche si poteva
ricavare legna da ardere, paleria varia, vimini, legname per utensili ed attrezzi per
l’azienda a conduzione famigliare. Nonostante che queste colture non abbiano mai
assunto in Europa una dimensione industriale, si sa che la produzione legnosa del
salice è quantitativamente molto elevata e qualitativamente suscettibile di ottime
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prospettive economiche. A questo proposito basta ricordare l’esempio delle colture
realizzate in Argentina nel Delta del Paranà, dove le piantagioni di salice raggiungono quasi i 50.000 ha, rappresentando le più estese coltivazioni di questo genere
nel mondo destinate alla produzione legnosa.
Oggi da noi il salice è visto più quale componente paesaggistica, assumendo il
ruolo di elemento utile (se non fondamentale) per il funzionamento dei relativi ecosistemi e correggendone gli eventuali aspetti di degrado. Molti di questi alberi ed
arbusti, grazie al loro portamento aggraziato ed alle loro abbondanti fioriture, risultano molto validi quali elementi ornamentali: la loro precoce fioritura primaverile li
rende interessanti anche per l’apicoltore, che ha così a disposizione una quantità di
sostanze nutritive al momento della ripresa dell’attività del suo alveare. Ricca è poi
la bibliografia che testimonia le svariate utilizzazioni dei vimini per la fabbricazione
di cesti, panieri ed altri manufatti che sfruttano i lunghi e flessibili rametti dei salici
arbustivi
Le caratteristiche bioecologiche tipiche dei salici – quali la facilità di moltiplicazione vegetativa, la leggerezza della parte aerea, l’adattabilità ad ogni tipo di terreno
e clima, la resistenza alle basse temperature e, entro certi limiti e situazioni, anche ad
una certa carenza d’acqua – li rendono particolarmente utili nella protezione del
suolo in montagna, dove la loro presenza risulta preziosa per la stabilità dei versanti
e per il mantenimento di una equilibrata copertura verde. Queste ed altre loro peculiari caratteristiche trovano ampia e vantaggiosa utilizzazione nel campo dell’ingegneria naturalistica, dove sono richieste piante che associno ad una rapida crescita
una elevata capacità di adattarsi anche ad ambienti primitivi o di neoformazione.
Nella selezione delle specie da utilizzare è importante una attenta valutazione
delle condizioni bioecologiche della stazione, così da disporre di varietà ben compatibili con le condizioni edafiche e climatiche di quell’ambiente. In ogni caso è di
fondamentale importanza disporre di materiale di propagazione sano, ben sviluppato e di origine certa, così da avere a disposizione in ogni evenienza piante di sicuro
avvenire e geneticamente adatte per gli scopi richiesti.
RESUMEN
Los sauces en la silvicultura, la agricultura y la protección del paisaje
De algunos años a esta parte se observa un incremento constante de la
demanda de material de vivero destinado a usos múltiples (provisión de madera,
paisajismo, restablecimiento ambiental, etc.), para emprendimientos que no
solamente consisten en las clásicas reforestaciones, sino también en la reconstrucción de áreas especiales como los bosques típicos bajos de ribera, la
construcción de cercos y arboledas campestres, implantaciones para mejorar la
calidad del agua y el aire, la recuperación de áreas degradadas por la actividad
antrópica, la constitución de barreras verdes de variado tipo, comprendidas también
aquellas destinadas a potenciar las obras de sistematización hidráulico-forestal.
Para realizar estos trabajos en forma conveniente es fundamental elegir
correctamente los componentes bióticos – en el caso específico de las especies
vegetales – en relación a los variados ambientes en los cuales se opera. La gama de
las plantas a disposición es amplia, presentando cada una de ellas una potencialidad
ecológica específica: Entre los géneros susceptibles de empleo en todos estos casos,
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se encuentra seguramente el sauce, que con su amplia posibilidad de elección de
especies y variedades constituye una de las componentes ambientales que mejor se
presta para resolver los diversos problemas relacionados, tanto con la producción
leñosa como así también con el mejoramiento de los equilibrios ambientales.
Los sauces, que de hecho son elementos relevantes de nuestros paisajes,
resultan sumamente valiosos y a menudo insustituibles por su notable aptitud para
la protección del suelo de la erosión, teniendo a su vez una destacada potencialidad
en la producción leñosa en general. Todos recuerdan bien la importancia que los
sauzales han tenido en el pasado en la economía agrícola, no sólo en Italia, cuando
de las formaciones establecidas en las riberas, podría obtenerse leña para el fuego,
postes, sauces, madera para utensilios y herramientas para los establecimientos
agrícolas de tipo familiar. A pesar que estas culturas no han alcanzado nunca en
Europa una dimensión industrial, se sabe que la producción de madera de sauce es
cuantitativamente muy elevada y cualitativamente susceptible de óptimas
perspectivas económicas. Con este propósito, basta recordar el ejemplo de las
culturas realizadas en Argentina, en el Delta del Paranà. Donde las plantaciones de
sauce alcanzan casi las 50.000 ha, representando la más extensa área de cultivo de
este género en el mundo con propósitos de producción maderera.
Actualmente, el sauce es visto en nuestro país más que como una componente
paisajística, asumiendo el rol de elemento útil (si no fundamental) para el
funcionamiento de los ecosistemas relativos y corrigiendo los eventuales aspectos de
degradación. Muchos de estos árboles y arbustos, gracias a su porte grácil y a sus
abundantes inflorescencias, resultan muy válidos más allá de su ductilidad como
elementos ornamentales: su floración precoz primaveral los convierte en
interesantes también para la apicultura, que de esta manera a sus disposición una
cantidad de sustancias nutritivas al momento del reinicio de la actividad de las
colmenas.
Es abundante la bibliografia que da testimonio de las variadas utilizaciones
para la fabricación de cestos, canastos y otros productos que aprovechan las largas y
flexibles ramas de los sauces arbustivos.
Las características biológicas típicas de los sauces – entre ellos, la facilidad de
multiplicación vegetativa, la liviandad de la parte aérea, la capacidad de adaptación
a cada tipo de terreno y clima, la resistencia a las bajas temperaturas y, dentro de
ciertos límites y situaciones, también acierta carencia relativa de agua – los
convierten particularmente útiles en la protección del suelo en las áreas de
montaña, donde su presencia resulta sumamente valiosa para la estabilidad de las
vertientes y para el mantenimiento de una cobertura verde equilibrada. Estas y
otras características peculiares de los sauces propician una amplia y ventajosa
aplicación en el campo de la ingeniería naturalística, donde se requieren plantas que
asocian rapidez de crecimiento y elevada capacidad de adaptación aún a ambientes
primitivos o de neoformación.
En la selección de las especies a utilizar es importante una atenta valoración de
las condiciones bioecológicas del sitio, de modo de disponer de una variedad
altamente compatible con las condiciones edáficas y climáticas del ambiente. En
cada caso es de importancia fundamental disponer de material de propagación,
bien desarrollado y de origen cierto, de manera de tener a disposición, para casa
eventualidad, plantas con procedencia segura y genéticamente adaptadas para los
objetivos planteados.
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SUMMARY
Willows in forestry, agriculture and environmental protection
In recent years the demand for multiple purpose nursery stock has constantly
risen. The restoration of specific plant cenosis, such as riparian woodlands, the
planting of edge-rows in the countryside, the use of vegetation to improve air and
water quality, land reclamation of industrial or degraded sites, the use of plant
material in biotechnical slope protection and erosion control, are becoming more
frequent and are responsible for the increasing demand.
To properly carry out such projects it is necessary to choose the appropriate
species for the specific environmental conditions of the site. The range of species
that can be used is quite large and each of them has a specific ecological potential.
One of the most important genus is Salix. With many species and varieties it
offers great opportunities both for wood and biomass production and for
environmental protection.
Willows are indeed an important component of our landscapes and are often
important actors in erosion control and wood production. The importance of
willows in the traditional agriculture is often remembered. Willows were used for
firewood, for poles, wicker products, wood for utensils in the family run farms.
Although willow cultivation as never reached industrial size it is reasonable to
believe that throughout Europe it is quantitatively large and economically
profitable. In other parts of the world, the cultivation is even more widespread. In
the Paranà Delta in Argentina the world largest willows plantations cover more
than 50000 ha.
Willows are today seen more as a landscape feature; they have a valuable role
in maintaining and restoring ecosystems. Many species for their interesting form
and habit and for the showy flowers, are used as ornamental trees and shrubs.
Their early flowering makes them important for honey-bees, that can find
important food resources early in the season. The long and flexible stems of the
shrubby species have made them ideal for wicker products such as baskets, as
widely reported in the literature.
The typical bio-ecological features of the willows, such as the easy
propagation, the lightness of the crown, the adaptability to different soil and
climate types and the resistance to frost and, up to a certain extent, to drought,
make them ideal for soil protection in mountain areas, where they are valuable for
slope stabilization and to maintain a stable vegetation cover. Such features are
particularly important in biotechnical erosion control, where fast growing and
easily adaptable species are required. In the selection of the species it is very
important to consider the bio-ecological features of the site, choosing the varieties
that are most compatible with the soil and climate. It is also important to use
healthy propagation material and to know its origin, to be able to use plants that
will thrive and that are genetically adapted for the specific use.