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E’ sempre un piacere essere a Milano fra amici!_________________ Esiste un razionale alla NE nel paziente obeso? Samir Giuseppe Sukkar UOD Dietetica e Nutrizione Az. Ospedale-Università San Martino di Genova Prevenire l’obesità e le sue conseguenze Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria Effect of med diet on mortality from different causes Sacks Fm. & Katan M Am J Med 2002;113(9B):13S-24S. Mediterranean lifestyle The Mediterranean Diet – from the Greek word diaita, lifestyle – is a social practice based on the set of skills, knowledge, practices and traditions ranging from the landscape to the cuisine, ……………… ………………is also manifested through related festivals and celebrations. These events become the receptacle of gestures of mutual recognition, hospitality, neighborliness, conviviality, intergenerational transmission and intercultural dialogue. Trichopoulou 2011 Obesità , stili di vita:stato dell’arte In termini di intervento terapeutico nutrizionale Dieta atto terapeutico Ermete Trismegisto Maintenance of weight loss over time for people on a protein-sparing modified fast (PSMF) compared with a low-calorie diet (LCD) Il problema è il mantenimento e l’aderenza allo stile di vita Diete a contenuto calorico ridotto hanno portato ad una significativa perdita di peso indipendentemente dal tipo di macronutriente enfatizzato Sacks et al 2009 N Eng J Med Esiste un rationale alla NE nel pz. Obeso? N No medical condition has generated as many dietary remedies as obesity. All diets have their followers, but hard data on the efficacy of the diets are scarce. …..all the diets were successful. But the weight regain during the second year, although slow, suggests that in the end many participants might have regained their original weight even if treatment had continued. Engl J Med 360;9 26, 2009 Within each diet group, some participants achieved much better weight loss than others. Participants who lost more weight attended more counseling sessions and adhered more closely to the prescribed dietary composition. Behavioral factors rather than macronutrient composition are the main influences on weight loss. N Weight-loss studies are behavioral studies; they require participants to eat less. ……Participants may eat less not because of the protein or carbohydrate content of a diet but because of the diet’s reputation or novelty or because of the taste of particular foods in the diet. Specific effects of fat, protein, and carbohydrates on food intake and body weight can be determined only when all diets look and taste the same. Engl J Med 360;9 26, 2009 It is obvious by now that weight losses among participants in diet trials will at best average 3 to 4 kg after 2 to 4 years10 and that they will be less among people who are poor or uneducated, groups that are hit hardest by obesity. We do not need another diet trial; we need a change of paradigm. Like cholera, obesity may be a problem that cannot be solved by individual persons but that requires community action. Ulteriori Strategie terapeutiche Trovare soluzioni alla difficoltà nel gestire la Motivazione al cambiamento E se da un lato si punta ad un ipotetica riduzione del 5-15% del peso Linee guida LIGIO Dall’altra si accettano come normali : Cali ponderale del 50% Effetti collaterali delle diete post posizionamento del pallone, chirurgia Rischi anestesiologici Complicanze a breve e a lungo termine Mortalità 2009 Minor complications Gastric ulcers Meta-analysis of six studies (Benjamin 1988; Geliebter 1990; Hogan 1989; Lindor 1987; Mathus-Vliegen 1990; Meshkinpour 1988) demonstrated an increased relative risk of 4.91 (95% CI 1.57 to 15.35) for gastric ulcers following IGB treatment. Gastric erosions Meta-analysis of six studies (Benjamin 1988; Geliebter 1990; Hogan 1989; Lindor 1987; Mathus-Vliegen 1990; Mathus- Vliegen 2005) revealed an increased relative risk of 9.78 (95% CI 3.87 to 24.69) for gastric erosions following IGB therapy. Abdominal pain Pooling of data from four studies (Benjamin 1988; Lindor 1987; Meshkinpour 1988; Ramhamdany 1989) illustrated an increased relative risk of 14.00 (95% CI 3.45 to 56.74) for abdominal pain following IGB placement. Vomiting Data from two studies (Geliebter 1990; Ramhamdany 1989) did not indicate a statistically significant difference of pooled relative risks for vomiting. Major complications Obstruction of the small intestine One study (Benjamin 1988) reported data on small bowel obstruction. Three out of 90 participants in the IGB group and none in the control group suffered from this complication. Mallory-Weiss syndrome One study (Benjamin 1988) evaluated the occurrence of MalloryWeiss syndrome with 10 out of 90 participants in the IGB group and none in the control group being diagnosed with this condition. Oesophageal laceration In a single study (Benjamin 1988) only one patient in the IGB group versus none in the control group suffered from oesophageal laceration. Italian experience (G.I.L.B) FAILURES (weight loss < 10 % of initial weight) 12.4 % (pts. 562/ 4535) 2009 Complicanze chirurgia bariatrica TIPO DI INTERVENTO Bypass digiuno-ileale Diversione Biliopancreatica (BPD) Bypass gastrico (BGR) Gastroplastica verticale Bendaggio gastrico regolabile mortalità Morbilità 18-30% 9-30% 0,5-2,8% 2-18% 0,24-3,3% 3-28% 0,33-2,5% 1,48-12% 0,4% 8% A fronte di: Riduzione dei fattori di rischio Ridotta comorbilità Ridotta comortalità(?) WEIGHT LOSS EFFECTS on COMORBIDITIES BIB VISCERAL FAT EPATIC VOLUME RESPIRATORY FUCTION 10-15% Christou, Look, and MacLean, Ann Surg 2006 calo ponderale interruzione asse enteroinsulare con blocco della produzione di GIP e secrezione di GLP-1 e PYY ritorno a una normale azione insulinica dopo BPD deplezione scorte lipidiche intracellulari dovuta a limitazione assorbimento dei grassi miglioramento della secrezione insulinica e possibile aumento della massa beta cellulare Efficacy outcomes for weight reduction (22094 pts.) IEW%L Total Gastric Banding RYGBP BPD 63% 47% 62% 72% Buchwald H, JAMA 2004 Resolution of diabetes mellitus Diabetes Resolution Total Gastric Banding RYGBP BPD 82.1% 55.3% 80.5% 99.4% Buchwald H, The American Journal of Medicine, 2009 Alternative? La NE nel trattamento dell’obesità: componenti Presupposti : dati anedottici La tecnica La formula nutrizionale I benefici I rischi Dati anedottici La NEC La NEP Una premessa Tutti vogliono dimagrire Velocemente Senza fatica Senza modificare le proprie abitudini Senza rinunce Con la sola dieta Tutti vogliono dimagrire Velocemente Senza fatica Senza modificare le proprie abitudini Senza rinunce Con la sola dieta Divulgazione scientifica Corretta informazione su procedure diagnosticoterapeutiche in nutrizione Lotta alla falsa informazione Guerra alla diet-industry Divulgazione scientifica Corretta informazione su procedure diagnosticoterapeutiche in nutrizione EBM Lotta alla falsa informazione Guerra alla diet-industry Utilizzo appropriato del codice di autocontrollo pubblicitario Il metodo scientifico Osservazione Individuazione di una problematica Ipotesi Previsione da verificare Esperimenti per verificare la previsione Risultati Interpretazione e discussione Ipotesi confermata Sviluppo teoria principio Ipotesi non confermata Esperimenti ulteriori suggeriti dai risultati Su quali basi si è sviluppata la tecnica della NEC? Posizionamento di sonda naso-gastrica con infusione : ipotesi di effetto inibitorio sull’appetito dei corpi chetonici Formula nutrizionale : la più efficace in letteratura: Digiuno modificato Criteri di inclusione dei pazienti: casuale Criteri di esclusione: (?) IRC Cicli : decisi dal pz. coadiuvati dal medico La cosiddetta “NEC” La cosiddetta “NEC” : Conclusioni 1. la NEC non è un trattamento dell’Obesità 2. la NEC non va confusa con le diete a basso apporto di carboidrati e/o ad elevato apporto di proteine e/o chetogeniche e/o il PSMF già presenti in letteratura 3. la NEC andrebbe meglio denominata “digiuno con poche proteine” 4. la cosiddetta NEC non va confusa con la Nutrizione Artificiale 5. razionale e risultati della NEC non sono pubblicati né poggiano su solide evidenze scientifiche (EBM) 6. efficacia, ruolo e rischio della chetosi generata dalla NEC sono da verificare. 7. il trattamento globale della NEC (selezione dei pazienti, terapie delle complicanze dell’obesità,uso di lassativi o gastroprotettori) solleva molte perplessità Rimane il problema di pazienti con obesità grave complicata che hanno necessità di una rapidaperdita di massa grassa per ridurre in tempi brevi il rischio cardiovascolare, per migliorare la qualità di vita, per potersi sottoporre rapidamente ad interventi chirurgici. Tali problematiche sono ben evidenti agli occhi delle Società Scientifiche che compongono la FeSIN e saranno oggetto di ulteriori approfondimenti e studi. Esiste un razionale alla tecnica di nutrizione enterale con sonda nasogastrica? La NE con nutrizione completa continua non sopprime l’appetito Temporal changes in feelings of hunger and fullness according to a visual analog score during diurnal, 24-h and nocturnal tube feeding (TF) schedules in healthy men. Values are means SD, n 6. Changes in a variety of mediators (including leptin, insulin, cholecystokinin, metabolites and respiratory quotient) did not relate to immediate assessments of appetite and food intake. . Stratton et al . J. Nutr. 133: 2570–2576, 2003 La NE con nutrizione completa a 4 boli giornalieri sopprime l’appetito e l’intake calorico CCK in corso di infusione NE intragastrica , intraduodenale o a digiuno Plasma CCK concentrations remained elevated during all 6 h of intraduodenal feeding compared with the fasting experiment (P < 0·05) and with intragastric feeding (P < 0·05). Ledeboer et al European Journal of Clinical Investigation (1999) 29, 615–623 Risultati studio Rolls & Roe 2002 B.J. Rolls, L.S. Roe / Physiology & Behavior 76 (2002) 623–631 I soggetti che non avevano il sondino naso-gastrico mangiavano di più I soggetti che avevano il sondino naso gastrico riducevano l’apporto di cibo rispetto a quelli senza sondino anche se la infusione era fatta per finta I soggetti con il sondino naso-gastrico presentavano un minore apporto di energia in rapporto con il volume infuso rispetto alla densità calorica del cibo I soggetti con disturbo del comportamento alimentare compulsivo (Binge eating disease)non percepiscono bene il volume dello stomaco I soggetti con peso elevato senza BED percepiscono il volume dello stomaco LA SCELTA DELLA FORMULA PSMF VLCD LCD LOW FAT LCD LOW CHO Maintenance of weight loss over time for people on a very low-calorie diet (VCLD) compared with a lowcalorie diet (LCD) Maintenance of weight loss over time for people on a protein-sparing modified fast (PSMF) compared with a low-calorie diet (LCD) PSMF The protein-sparing modified fast (PSMF) developed in the 1970s by Bistrian et al (5) permits the consumption of only lean meat, fish, and poultry at a level to provide 1.2–1.4 g protein/kg ideal body wt. Dietary carbohydrate is prohibited, dietary fat is restricted to that present in the protein source, and vitamin and mineral supplementation is necessary. Bistrian BR, Blackburn GL, Flatt JP, Sizer J, Scrimshaw NS, Sherman M. Nitrogen metabolism and insulin requirements in obese diabetic adults on a protein-sparing modified fast. Diabetes 1976;25:494 –504. Several people died, partly by starving due to the low biological value protein, electrolyte imbalance and prolonged QT interval leading to ventricular fibrillation . Isner JM, Sours HE, Paris AL, Ferrans VJ, Roberts WC. Sudden, unexpected death in avid dieters using the liquid-protein-modified-fast diet. Observations in 17 patients and the role of the prolonged QT interval. Circulation. Dec 1979;60(6):1401-1412. Sours HE, Frattali VP, Brand CD, et al. Sudden death associated with very low calorie weight reduction regimens. Am J Clin Nutr. Apr 1981;34(4):453-461. La risposta metabolica al digiuno modificato Effetti sulla massa magra del digiuno Gli effetti del digiuno variano tra soggetti magri ed obesi La p ratio (energia derivata dalla ossidazione delle proteine ) varia nelle fasi iniziali inizialmente ed è più elevata nel magro che nell’obeso (Elia, 1992,1999) Gli effetti del digiuno variano tra soggetti magri ed obesi La p ratio (energia derivata dalla ossidazione delle proteine ) varia nel tempo aumentando nel magro e riducendosi nel sogg. Obeso e aumentando nel magro (Elia, 1992,1999) DIFFERENCES BETWEEN LEAN AND OBESE SUBJECTS DURING STARVATION 1. The circulating ketone body concentration rises more rapidly during the first 3 ± 4 days of starvation The values in lean subjects are often twice as in obese subjects 2. The ratio of 3-hydroxybutyrate to acetoacetate, which is an index of mitochondrial redox state, increases more rapidly in lean subjects than obese subjects (up to two-fold difference). 3. The deterioration in glucose tolerance during starvation is greater in lean subjects than obese subjects . 4. After 60 h of starvation leucine oxidation (assessed by 14Cleucine) increased signicantly in lean subjects (233% compared to an overnight fast) but hardly changed in obese subjects (only 17%) (Elia, 1992,1999) DIFFERENCES BETWEEN LEAN AND OBESE SUBJECTS DURING STARVATION All these observations suggest that it is no longer acceptable to consider the metabolic response to starvation as stereotyped. Some of the differences between lean and obese subjects described above, particularly the p ratio, are not trivial. They are adaptive and of fundamental biological importance to prolonged survival. (Elia, 1992,1999) The composition of weight loss during dietary restriction in humans (from less than 440 kcal/day to more than 1500 kcal day) varies according to initial adiposity. the ratio of lean tissue loss to total body weight loss is inversely related to the initial fat mass Thus, obese individuals lose a much smaller proportion of lean tissue during weight reduction than lean individuals. Forbes G et al New Y Ac Sc, 2000 Il mantenimento della massa magra dipende dalle caratteristiche del soggetto (genetica) (genomica) Il mantenimento della massa magra dipende dalle caratteristiche del soggetto (genetica) (genomica) Ma anche : dalla tipologia di rapporto fra macronutrienti (epigenetica) Il mantenimento della massa magra dipende dalle caratteristiche del soggetto (genetica) (genomica) Ma anche : dalla tipologia di rapporto fra macronutrienti (epigenetica) Marsset-Baglieri , 2004 Marsset-Baglieri , 2004 Nell’uomo N Conclusion: Low-carbohydrate, high-protein diets favorably affect body mass and composition independent of energy intake, which in part supports the proposed metabolic advantage of these diets. Protein intakes of 1.05 g/kg were associated with 0.60 kg additional fat-free mass retention compared with diets with protein intakes 1.05 g/kg. In studies conducted for 12 wk, this difference increased to 1.21 kg. I substrati della PSMF Major fuel sources on a low carbohydrate ketogenic diet I. Dietary fat: triglyceride →fatty acid + glycerol A. Fatty acids i. Ketone bodies ("ketogenesis") B. Glucose ("gluconeogenesis") II. Dietary protein A. Glucose ("gluconeogenesis") Major fuel sources on a low carbohydrate ketogenic diet Cells that can employ fatty acids will derive energy from fatty acids, glucose, and ketones, but will shift to preferentially use more fatty acids. Cells that cannot use fatty acids must be supported by glucose and ketones, and will shift to preferentially use more ketones (eg, nervous tissue). Cells with few or no mitochondria are entirely glucose dependent and must still be sustained by glucose (cells with no mitochondria include erythrocytes, cornea, lens, and retina; cells with few mitochondria include renal medulla,testis, and leukocytes). ASPETTI ENERGETICI DELLE DIETE PSMF Am J Clin Nutr 2004;79(suppl):899S–906S Diets high in protein and/or low in carbohydrate produced an 2.5-kg greater weight loss after 12 wk of treatment. Neither macronutrient-specific differences in the availability of dietary energy nor changes in energy expenditure could explain these differences in weight loss. Thermodynamics dictate that a calorie is a calorie regardless of the macronutrient composition of the diet. Further research on differences in the composition of weight loss and on the influence of satiety on compliance with energy-restricted diets is needed to explain the observed increase in weight loss with diets high in protein and/or low in carbohydrate. Durante in digiuno prolungato il glicerolo rilasciato dalla lipolisi dei TG rappresenta i 20% circa della gluconeogenesi Bortz WM, et al Glycerol turnover and oxidation in man. J Clin Invest 1972, 51:1537–1546. Vazquez JA, Kazi U: Lipolysis and gluconeogenesis from glycerol during weight reduction with very low calorie diets. Metabolism 1994, 43:1293–1299 CONSIDERAZIONE STECHIOMETRICA Glucosio = 10 % TG 8 g di glicerolo = 80 g di TG 4 g di glucosio= 80 g di TG (efficienza 5%) Poiché la necessità di substrati gluconeogenetici è elevata la lipolisi può continuare in bassa ratio Insulina/glucagone. Se non viene introdotto glucosio: 1000 g di grasso producono 50 g di glucosio pari a un intake calorico di 9000 kcal/d (Corrispondenti al minimo carico di glucosio necessario per prevenire la lipolisi e la chetogenesi) Westman et al. A Review of Low-carbohydrate Ketogenic Diets Current Atherosclerosis Reports 2003, 5:476–483 INCREMENTO DEI CICLI FUTILI (PERDITA DI ATP) NEL PSMF REAZIONI DI DESAMINAZIONI E TRANSAMINAZIONI RISINTESI DI GLUCOSIO DA PIRUVATO NELLA GLUCONEOGENESI TRAMITE OSSALACETATO SINTESI DI GLICEROFOSFATO DA GLICEROLO OSSIDAZIONE DI fa IN ACIL –CoA CICLO DI MEISTER (TRASPORTO DI AA NELLA CELLULA ATTRAVERSO GLUTATIONE BIOSINTESI DELL’UREA CONTROLLO DELL’APPETITO EFFETTO DELLE PROTEINE EFFETTO DELLA CHETONEMIA Energy intake at dinner following lunch type Latner, Appetite, 1999 Use of Visual Analogue Scale High protein diets induce Fullness and satiety Porrini, Physiology & Behaviour, 1997 Poppitt SD, Physiology & Behaviour, 1998 Whey decrease hunger feeling more than casein or soy Veldhorst, Physiology & Behaviour, 2009 -Gastric volume and emptying rate -Amino acids (aminostatic hypothesis of Mellinkoff (1965) -Precursors for specific neurotransmitters -Signal amino acids -Hormones: CCK, ghrelin, GLP1, PYY, … -Thermogenic effect of protein - Gluconeogenesis PROTEINS CASEIN WHEY Exo leucine Ra (µmol/kg/min) AMINO ACIDS Intake 4 3 2 * 1 0 0 60 * 120 180 240 300 360 420 Boirie Y, Proc Natl Acad Sci USA 1997 0.2 nmol / g Leucine leucine cérébrale Brain 0.15 0.1 0.05 + 68% 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 Teneur en caséine du régime en % 1.2 Leucine plasmatique Plasma 1 leucine 0.8 µmol /ml 0.6 0.4 + 188% 0.2 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 % casein in diet Teneur en caséine du régime en % Effect of high protein diet In the brain on plasma and brain leucine From Peters & Harper 1985 Diet-induced thermogenesis measured by indirect calorimetry kJ/d 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 HP/HC HF HP/HC: High protein and carbohydrate diet (60:10:30; % energy as carbohydrate, fat and protein) HF: High fat diet (30:60:10; % energy as carbohydrate, fat and protein) Westerterp KR, IJO, 1999 Breakfast Lunch Dinner High PRO: 40:30:30; % energy as carbohydrate, fat and protein) High CHO: 60:25:15; % energy as carbohydrate, fat and protein) Johnston CS, JACN, 2002 Diets higher in protein exert a larger effect on energy expenditure than diets lower in protein Synthesis of protein (50-60%) (Robinson, AJCN, 1990) Metabolic cost Gluconeogenesis (30-40%) (Veldhorst, AJCN, 2009) Urea production The thermic effect of food is lower in obese patients, and negatively related to body fatness (Segal, JCI, 1985; Thorne, Clin Physiol, 1989; Swaminathan , AJCN, 1985) Total thermic response to protein meals reduced by about 50% in the obese subjects (Steiniger, Ann Nutr Metab, 1987) 1986) No difference in postprandial thermogenesis in obese and lean subjects (Zed, IJO, Lean subjects Obese subjects Tentolouris, Metabolism, 2008 Possibili effetti collaterali Renali Epatici Ossei Chetosi Casi: 18 peso medio 81,7 Kg 2 g Pr/Kg/die (?) long-term consumption of high protein diets No deleterious effects on renal function in rats (Martin, J Am Diet Assoc, 2006) No negative effects on renal function in athletes (Skov, Obes Res, 2002) Adaptative mechanisms of the renal function to high protein intakes without adverse effects in subjects without renal impairment (Welle, AJP, 1990) Dieta normo proteica 0,8-1 g/kg Dieta Iperproteica (2,5g/kg) Glomerular filtration rate ml/min/SA 160 p=0.001 * vs AP # vs young * 120 p<0.006 # 80 p=0.00001 # 40 0 Young subjects Elderly subjects Walrand, Am J Physiol, 2008 Liver and gallbladder disease before and after very-low-calorie diets Abstract Weight loss by VLCD reduces fatty change but may induce slight portal inflammation and fibrosis. Insulin resistance and pharmacokinetic abnormalities regress. During VLCD the risk of gallstone formation is markedly increased. The deleterious effects described of a rapid weight loss should draw some attention to the liver and biliary tract during VLCD treatment. Andersen T. Am J Clin Nutr. 1992 Jul;56(1 Suppl):235S-239S. Review: low caloric intake and gall-bladder motor function. Adequate fat content of the VLCD may prevent gallstone formation, maintaining adequate gall-bladder motility and may be more economic and physiologically acceptable than administration of a pharmacological agent. Festi D, Colecchia A, Larocca A, Villanova N, Mazzella G, Petroni ML, Romano F, Roda E.Source Aliment Pharmacol Ther. 2000 May;14 Suppl 2:51-3. Increase of urinary calcium excretion due to increased intestinal absorption with no contribution of bone resorption No protein-induced effects on bone balance Positive association with bone mineral mass but not translate into reduced fracture risk in the long term Bonjour, J Am Coll Nutr, 2005 Darling, Am J Clin Nutr, 2009 Sostanziale differenza di incremento dei corpi chetonici a digiuno nelle diete VLDL e PSMF e nella chetoacidosi diabetica I CORPI CHETONICI HANNO UN SIGNIFICATO NUTRIZIONALE NEL PAZIENTE NORMALE A DIGIUNO O IN PSMF L’INCREMENTO E’ FISIOLOGICO E SI RIDUCE NEL TEMPO AUMENTANDO L’EFFICIENZA MITOCONDRIALE I corpi chetonici Gli acidi grassi rappresentano una forma di energia alternativa al glucosio; il glucagone favorisce la beta-ossidazione degli acidi grassi a livello epatico produzione di corpi chetonici (aceto-acetato acetone, acido b-idrossibutirico) che vengono liberati nella circolazione sanguigna (chetosi) e eliminati nelle urine (chetonuria) La formazione di corpi chetonici si può verificare in 2 tipi di situazioni, totalmente diverse Digiuno prolungato o ipoglicemia nelle urine presenza di chetonuria Carenza insulinica profonda nelle urine presenza di glicosuria isolata abbondante + chetonuria Sostanziale differenza di incremento dei corpi chetonici a digiuno nelle diete VLDL e PSMF e nella chetoacidosi diabetica Cells that can employ fatty acids will derive energy from fatty acids, glucose, and ketones, but will shift to preferentially use more fatty acids. Cells that cannot use fatty acids must be supported by glucose and ketones, and will shift to preferentially use more ketones (eg, nervous tissue). Cells with few or no mitochondria are entirely glucose dependent and must still be sustained by glucose (cells with no mitochondria include erythrocytes, cornea, lens, and retina; cells with few mitochondria include renal medulla,testis, and leukocytes). Quadro metabolico della cheto-acidosi diabetica Iperglicemia severa (da 3 a 6-7 volte la norma) con aumento degli acidi grassi liberi, ipertrigliceridemia e iperosmolarità plasmatica Acidosi metabolica con diminuzione del pH e dei bicarbonati Diminuzione della pCO2 per iperventilazione di compenso Glicosuria e chetonuria abbondanti Studi sulla chetogenesi dopo VLCD nel diabete tipo 2 Ketone concentrations after LCD intake have now been measured in several studies. In a study of persons with type 2 diabetes, urinary ketone body excretion increased from a mean of 0.10 mmol/d at the end of the usual diet to a peak of 2.75 mmol/d after 1 wk of the LCKD (P0.001); it then decreased gradually for a week but remained above baseline (13). The mean plasma total-body ketone concentrations were 130 mol/L (91.5% -hydroxybutyrate) at the end of the usual diet and increased 5-fold to 653 mol/L (97.4% -hydroxybutyrate) at the end of the LCKD (P 0.001). Two longer-term studies, in persons without diabetes, that measured fasting blood -hydroxybutyrate concentrations over 10 wk found that, whereas the concentrations increased over the first 2–4 wk, they then decreased and, after 10–12 wk, remained only slightly higher than those of dieters following other diets Prospettive STANDARDIZZAZIONE Criteri di inclusione dei pazienti Tipologia di intervento nutrizionale Modalità di somministazione Durata e ripetibilità nel tempo Inquadramento nel contesto del percorso terapeutico TAKE HOME MESSAGES Possibili indicazioni: pazienti con obesità di grado elevato III o severa IV (BMI>35) refrattari a trattamenti dietetici /farmacologici standard candidati al posizionamento di pallone o di chirurgia bariatrica. Nella obesità di medio grado (BMI 30-35) (?) L’ infusione a bolo intermittente produce una significativa riduzione dell’intake calorico e della secrezione di grelina Con l’infusione intragastrica esiste un picco di CCK che si mantiene costante per tutta l’infusione ma con quella intraduodenale il picco e il plateau è più elevato Per la grande limitazione della immagine corporea e per la riduzione della socializzazione è preferibile utilizzare un protocollo di digiuno modificato La infusione di proteine è associato di per sé a maggiore inibizione dell’appetito La termogenesi da proteine produce un incremento del TEE per incremento del termogenesi da nutrienti maggiore L’utilizzo di proteine di siero di latte potrebbe rappresentare una ottima fonte di proteine a valore biologico elevato e fonte di BCAA con il massimo grado di controllo dell’appetito La chetogenesi e gluconeogenesi permettono un maggiore mantenimento della massa magra ed un elevata lipolisi con assente lipogenesi dovuta al decremento del rapporto I/G (insulina /glucagone) La chetonemia agisce sull’appetito inibendolo E’ necessario un adeguato supporto vitaminico idroelettrolitico e di fibre Nel paziente non anziano con funzionalità corticale renale ridotta non esiste rischio di danno renale Il rischio di danno renale si osserva solo se esiste contenuto di proteine e lipidi elevato con il conseguente incremento della chetonemia conseguente al rilascio di chetoni dalla demolizione degli acidi grassi derivati dalla lipolisi e dalla dieta iperlipidica Considerazioni finali La nutrizione enterale può rappresentare una ulteriore possibilità terapeutica nel paziente obeso: Necessaria una verifica delle procedure alla luce di Studi controllati possibilimente multicentrici ELEMENTI IRRINUNCIABILI competenze adeguate in termini di: Esperienza in termini di gestione dei percorsi diagnosticiterapeutici della obesità Esperienza di nutrizione artificiale Organizzazione della NED in modo standardizzato con percorsi chiari e gestione delle possibili complicanze Presa in carico dei soggetti in una organizzazione multidisciplinare riabilitativo-terapeutico Protocollo RC presso Az.Osp. Univ. San Martino di Genova Az.Ospedaliera - Universitaria San Martino, Genova U.O.D. Dietetica e Nutrizione Clinica DIPARTIMENTO DI MEDICINA GENERALE E MALATTIE INFETTIVE U.O. DI DIETETICA e NUTRIZIONE CLINICA Responsabile: Dr. S.G. Sukkar Certificazione UNI EN ISO 9001:2000 N°9122.OSS4 relativa a: Erogazione di Servizi di Dietetica e Nutrizione Artificiale Enterale e Parenterale TITOLO DEL PROGETTO: UTILIZZO DELLA SONDA NASOGASTRICA(SNG) ASSOCIATAMENTE A DIETA NORMOPROTEICA IPOCALORICA (PSMF) PER 10 GIORNI EQUILIBRATA PER MICRONUTRIENTI E IONI, ALTERNATA A 20 GIORNI DI DIETA IPOCALORICA EQUILIBRATA IN PAZIENTI AFFETTI DA OBESITA’ MORBIGENA Protocollo RC presso Az.Osp. Univ. San Martino di Genova 2.1 Obiettivo primario Verificare il ruolo del sondino naso-gastrico associato a dieta ipocalorica normoproteica nell’induzione di calo ponderale e nel miglioramento dei parametri metabolici (ipertensione, intolleranza a carboidrati, dislipidemia, sleep apnea, funzionalità respiratoria) con conservazione della composizione corporea ( in particolare della e della massa magra e della forza muscolare) in 15 pazienti con obesità morbigena non responders alla terapia medica e/o cognitivo-comportamentale, candidabili a metodi invasivi quali pallone intragastrico o chirurgia dell’obesità, ma che non intendono sottoporsi ad essi, confrontati con 15 pazienti sottoposti allo stesso regime senza sondino naso gastrico . 2.2 Obiettivo secondario 1)Verificare la percentuale di soggetti che mantengono il peso ottenuto dopo 6 mesi dalla sospensione del trattamento con sondino naso-gastrico associato a dieta ipocalorica normoproteica. 2) verificare la safety clinica della NE in questi pazienti Protocollo RC presso Az.Osp. Univ. San Martino di Genova 6 mesi di trattamento Inclusione pz con BMI > 35 1. 15 pz per braccio 2. Cross over su modalità di trattamento EN (bolo vs continua) 3. Cross over PSMF 0% CHO vs 10% 4. Proteine : 0,8 g/Kg peso reale Esclusione Cicli di 10 giorni con sonda e formula / Alternata a 20 giorni di dieta ipocalorica low fat mediterranea 3 gruppi di controllo 1. Sonda 2. Os 3. Dieta ipocalorica LCD mediterranea 4. Controlli composizione corporea con BIA DEXA 5. Forza con handgrip 6. Parametri ematochimici ormonali (insulina Ghrelina) 7. PCR Protocollo RC presso Az.Osp. Univ. San Martino di Genova 3.2 CRITERI DI ESCLUSIONE Esofagite di grado severo in fase attiva Voluminosa ernia iatale (> 5 cm) Ulcera gastrica e/o duodenale in fase attiva Pregressi interventi resettivi del tratto gastro-enterico Morbo di Crohn Neoplasie Emorragie esofago-gastro-duodenali in atto o lesioni potenzialmente sanguinanti Pazienti in terapia con farmaci gastrolesivi o anticoagulanti Pazienti con disordini psichiatrici o non collaboranti Dipendenza da alcool o droghe Insufficienza epatica, renale, o multiorgano Diabete tipo I Controindicazioni alla nutrizione enterale, ovvero: esofago-gastriche occlusione o la subocclusione cronica intestinale di origine meccanica grave ischemia intestinale su base non ipovolemica fistole digiunali o ileali ad alta portata (output 400 mL/die) grave alterazione della funzione intestinale secondaria a enteropatie o insufficienza della superficie assorbente, tale da non permettere il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale. Protocollo RC presso San Martino di Genova 4. CRITERI DI VALUTAZIONE E DI FOLLOW UP 4.1.Endpoint primario: 4.1.1. Sistemi di rilevamento endpoint primario (S. d. r.) a. Peso corporeo b. BMI c. Circonferenza addominale d. Scala appetito e. Calorimetria f. Pressione arteriosa g. Colesterolemia LDL, Trigliceridi, GOT, GPT, GGT, ALP, Uricemia, Glicemia a digiuno, HbA1c, Insulinemia h. HOMA 4.1.2. Sistemi di rilevamento endpoint secondario a. BIA B. DEXA C. Calorimetria D. Dinamometria E. PFR (spirometria dinamica; Volumetria polmonare pletismografica; diffusione polmonare del CO 4.2 Monitoraggio degli effetti collaterali della Nutrizione enterale 4.2.1 Complicanze 1. Distensione e dolori addominali 2. Diarrea 3. Vomito 4. Rigurgito 5. Ostruzione del sondino nasogastrico 6. Deposizionamento e rimozione accidentale del sondino nasogastrico 7. Altro IMPORTANTE :NON PRENDERE UN SENSO DIETATO DIETA