Motivazioni premi - Comune di Trieste Pari Opportunità
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Motivazioni premi - Comune di Trieste Pari Opportunità
Che più azzurro non si può Premio della Consulta Femminile di Trieste Luisella Pacco - Trieste Grazie alla capacità propria della scrittura letteraria, di entrare nella prospettiva dell'altro, Luisella Pacco è riuscita ad appropriarsi del punto di vista del pensiero maschile, per evidenziare i meccanismi logici ed emotivi alla base di una Weltanschauung così diversa da quella femminile. Attraverso un monologo che a momenti si fa dialogo, si squadernano gli stereotipi e le strategie di potere che hanno caratterizzato da sempre i rapporti di coppia, evidenziando i punti deboli di un modello complesso ma non troppo, con i cui meccanismi si può dunque abilmente giocare. Ironico e autoironico, scorrevole e sintatticamente costruito con precisione sapiente, il racconto si aggira in aree semantiche diverse, facendo compiere un percorso utile alla conoscenza di un sé che a questo punto può appartenere indifferentemente a un lettore o a una lettrice. Lo spazio in mezzo Premio Provincia di Trieste Nicoletta Fornasaro De Manzini - Trieste Una piacevole scrittura in prima persona ci racconta Praga, dove è nata la nostra protagonista Cecile Dobrowsky, una ballerina che presto dovrà rifugiarsi in Austria e poi in Spagna a Siviglia. “Il generalissimo Franco è meno cattivo di quanto si dica, scrive, forse perché è vecchio e gli tremano le mani”. Ma un incidente la costringe ad una lunga convalescenza e lei non potrà più danzare, diventerà prima infermiera e poi medico. Culture tante, situazioni diverse e altri approcci per tornare nella nativa Praga. E’ sempre la stessa Cecile, ma con molte differenti vite. Si fa presto a dire…Vita Premio Associazione Contro il dolore “G. Mocavero” Irene Giurgovich - Udine Una donna scopre alla vigilia delle nozze che queste non potranno avverarsi perché il suo compagno è invaso da un male che gli concederà solo pochi mesi di vita. Una storia di precarietà, di inutili viaggi alla ricerca di un’impossibile guarigione, di sogni falliti, di attimi di incredibile felicità , prima della tragica fine. Una scrittura intensa e pacata che ben esprime come il dolore sofferto abbia arricchito l’identità della protagonista e ne abbia accresciuto le potenzialità. Malika Premio Associazione Giuliani nel Mondo Elena Blancato - Trieste Elena Blancato bissa il successo del 2011 e riceve il Premio dei Giuliani nel mondo per il racconto “Malika” in questa edizione del concorso di scrittura femminile “Città di Trieste”. Anche qui l’Autrice si rifà alla storia, alla piccola storia di una ragazza inquadrata nella grande storia della prima guerra mondiale. Guerra combattuta aspramente proprio nel territorio dov’è nata Malika, lungo l’Isonzo, che l’ha privato dei suoi cari. Le resta solo la povera casa nel povero villaggio Prvačina. Una casa alla quale è legata perché sta sulla sua terra, la sola cosa che conti, come le avevano insegnato in famiglia. Ma è dura rimanere perché dal paesino tanta gente è andata via chi lontano, in Argentina, chi vicino, a Lubiana, ma tutti a masticare l’amarezza dell’emigrazione. Per chi resta c’è la durezza del regime fascista. A Malika non resta che sognare mentre ricama davanti a casa, finché non le giunge una lettera della sua amica del cuore Dora, che si è sistemata in Egitto. Dora è una di quelle centinaia di Aleksandrinke. Ragazze per lo più slovene del Litorale che andarono a fare le balie nella città egiziana, allora ricca e cosmopolita. Ci vissero, per citare due nomi noti, i poeti Giuseppe Ungaretti e Costantino Kavafis. La lettera apre uno squarcio di futuro a Malika e non diciamo di più. Come nel 2011 con il Rotolo di Ravensbruck in cui ha evocato la tragedia dei lager, partendo da una vicenda reale; cinque anni dopo Elena Blancato propone la vicenda reale delle donne che per aiutare le famiglie si fecero migranti, sole e coraggiose, attraversando il Mediterraneo nella direzione opposta dei disperati che arrivano oggi. La musica del satellite Premio il quotidiano “Il Piccolo” Silvia Seracini - Ancona La futuristica e magica scrittura di Silvia Seracini con una sintassi fortemente ritmata racconta l’amore di una donna matura per il suo big baby boy che vuol costruire un satellite, un’intera città tutta per lei. E lei , vittima di se stessa, musa ingannata ,ci crede, lo aiuta, fino a quando sente la musica del satellite che si allontana insieme al suo big baby boy. Il bisogno, l’illusione dell’amore subdolamente irrompe nella nostra arida società dando luogo a gravi forme di crudeltà. L’acqua sopra i ponti Premio sede Rai del Friuli Venezia Giulia Rita Siligato - Trieste Angela è una delle tante badanti le cui vite si intrecciano indissolubilmente agli ultimi anni di molti dei nostri cari. Poco sappiamo di quello che hanno lasciato nel loro paese, delle loro storie. Ma ogni tanto da ricordi lontani e confusi o crudamente nitidi e più recenti qualcosa affiora e affiorando accomuna due persone. La guerra di Angela non è quella dal suo “assistito”, ma la guerra è guerra e i bombardamenti sono bombardamenti. E così due vite che sono state distanti, vengono avvolte dallo stesse volute di fumo di una sigaretta di fortuna e profumate da una tazza di vero caffè. Perché forse la guerra è finita. Scrivendo volo Premio Pen Club Michela Passatempo Tra l’essere “una donna che scrive” e “una scrittrice” c’è una differenza per i più non rilevante, ma decisiva agli occhi della protagonista senza nome, per la quale è essenziale la funzione catartica della scrittura non diretta ad un pubblico. Una vita intera si svolge qui su due piani, quello evidente degli affetti e del dovere, e quello sotterraneo, quasi ossessivo, che dà ali al desiderio di autoaffermazione sempre sotteso alla scrittura. La presenza maschile nel racconto è accidentale, la trasmissione della memoria è un fatto tra madre e figlie. Scrittura scorrevole che alterna narrazione e dialogo. Sposa bambina Premio Accademia Ricerche Sociali ARS Simonetta Cancian - Fossalta di Piave Simonetta Cancian trova le parole giuste per farci entrare nel diario di Shila, la ragazza di 11 anni che senza riuscire a completare la V elementare deve lasciare l’Italia per andare in Bangladesh a sposare Mohamed “ è molto più alto di me, assomiglia a mio padre, ma l’ho visto solo da lontano”. La bambina con i suoi giochi, i suoi amici di classe non c’è più, presto c’è una madre senza un dente, con pochi capelli venduta dal padre per 800 euro. Volutamente la scrittura non grida scorre dolce come in una bella favola e lascia il lettore senza respiro. Frau Einstein, l’amore è sempre relativo Premio Commissione Pari Opportunità della Provincia di Trieste Marijana Dukić - Graćac (Croazia)