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VILLA d’ESTE
Villa d’Este, capolavoro del Rinascimento italiano, dichiarato nel 2001 patrimonio dell’umanità
dall’Unesco, è da sempre universalmente nota per il giardino all’italiana, caratterizzato da una altissima
concentrazione di fontane, ninfei, cascate e giochi d’acqua. Deve la sua costruzione al cardinale Ippolito
II d’Este, secondogenito di Alfonso II e Lucrezia Borgia che, dopo le delusioni per la mancata elezione
pontificia, nominato Governatore di Tivoli nel 1550, a partire dal 1560 e fino alla sua morte (1572),
realizzò il complesso programma architettonico e iconologico ideato dall’antiquario architetto Pirro
Ligorio e concretizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani.
In pochi anni vennero condotti ingenti lavori di rimodellamento della collina, costruite le principali
fontane e realizzato un canale di derivazione per prelevare le acque dall’Aniene destinate alla complessa
macchina idraulica che, ancora oggi, alimenta a gravità lo straordinario sistema di fontane. Le sale del
Palazzo, ottenuto ampliando un precedente convento francescano, vennero decorate sotto la direzione
di protagonisti del tardo Manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti,
Girolamo Muziano, Cesare Nebbia e Antonio Tempesta. Gli allestimenti decorativi, pressoché completi
alla morte del cardinale, proseguirono più tardi con il card. Alessandro d’Este (1605), che introdusse
innovazioni anche nell'assetto del giardino e nella decorazione delle fontane; ulteriori lavori furono
eseguiti negli anni 1660-1670, con il coinvolgimento di Gian Lorenzo Bernini.
Dopo un lungo periodo di decadenza seguito alla devoluzione di Ferrara ed il passaggio alla Casa
d'Asburgo, nell’Ottocento la Villa per un periodo tornò ad essere punto di riferimento culturale; tra i
frequentatori assidui, dal 1867 al 1882 vi è il musicista Franz Liszt, che qui compose Giochi d'acqua a
Villa d'Este. Con la prima guerra mondiale il complesso divenne proprietà dello Stato Italiano e, dopo
un impegnativo restauro, aperta al pubblico.
I restauri degli ultimi anni, accompagnati da interventi di adeguamento dei servizi museali e
dell’accessibilità, hanno restituito al complesso monumentale parte del suo originario splendore. La
Villa ospita periodicamente manifestazioni culturali, mostre, concerti, convegni e conferenze. D’estate,
una fitta programmazione di aperture serali, grazie all’impianto di illuminazione del giardino, consente
di godere della suggestione di una visita notturna, spesso accompagnata da spettacoli in giardino.
Negli ultimi anni un ampio settore della programmazione culturale di Villa d’Este è stato dedicato alla
cultura del Rinascimento, della quale la mostra dedicata all’Orlando furioso è parte integrante. Dopo
l’importante convegno dedicato alla figura del cardinale Ippolito II d’Este, cui si deve la costruzione
della villa di Tivoli (Ippolito II d’Este. Cardinale, principe, mecenate a cura di M. Cogotti e F.P. Fiore, Roma
2013), nel 2012 l’attenzione è stata rivolta all’arte del banchetto, con la mostra Magnificenze a tavola. Le
arti del banchetto rinascimentale (a cura di M. Cogotti e J, di Schino); nel 2013 alle Cacce principesche (a cura di
F. Solinas, ) e nel 2014 La nuova moda tra ‘500 e ‘600 (a cura di R. Valeriani).