Approfondimento tipografico 1

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Approfondimento tipografico 1
1.
ovvero
INTERMEZZO TIPOGRAFICO:
La storia
della tipografia
—imparare a leggere i caratteri
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Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed esclama: alleluja!
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Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed
esclama:
alleluja!
Arial 55/66
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed
esclama:
alleluja!
Helvetica 55/66
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La forma dell’alfabeto:
—
dipende dallo strumento con cui è stata eseguita
—
dal supporto su cui è riprodotta
—
dal periodo storico in cui nasce
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Le scritture antiche:
— testimoniano il passaggio
da forme di scrittura “illustrata”
all’alfabeto
— sono spesso scolpite o incise.
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L’alfabeto romano
e la colonna traiana
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L’alfabeto romano
e la colonna traiana
— le forme delle lettere dipendono
dalla modalità di esecuzione
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L’alfabeto romano
— le forme “meno nobili” sono
riscontrabili sui muri: le sue forme
derivano quindi dall’uso del pennello
— altra evoluzione avviene nel
passaggio dal rotolo al codex.
Lo scriba può poggiare in modo
differente il pennello. Effetto=cambio
dell’inclinazione nell’asse
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Nascita del minuscolo /1
Nel IX secolo Carlo Magno riunisce
gran parte dell’Europa
(Sacro Romano Impero)
— nascita di università e centri di
cultura: necessità di un’unico stile
di scrittura comune
— prima formalizzazione di due
alfabeti gemelli, maiuscolo
e minuscolo, da usare assieme
— la nuova forma di scrittura
è chiara, pulita, dalle forme tonde
e aperte
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Nascita del minuscolo /2
La velocità di esecuzione è una delle
spinte nell’evoluzione del minuscolo.
Con meno gesti si compone una lettera.
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Il gotico (blackletter)
Gli amanuensi sostituiscono il
calamo con taglio orizzontale con
la penna d’oca con taglio obliquo.
La pergamena è un materiale
prezioso, bisogna risparmiare spazio.
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Johannes Gutemberg
perfeziona diverse tecniche già
esistenti e definisce la tecnica della
stampa a caratteri mobili.
Per il carattere della sua prima opera,
una Bibbia - diventata famosa come
Bibbia delle 42 linee -, sceglie come
modello la textura gotica. (1450 /1455
primo libro venduto a Magonza)
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La scrittura umanistica /1
In Italia, grazie a Poggio Bracciolini
(1380-1459), umanista fiorentino,
ritorna in auge una forma di scrittura
carolingia, detta Littera Antiqua.
Questi la utilizzò nella composizione
manuale di testi dei classici latini
e greci, amati dagli umanisti.
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La scrittura umanistica /2
Oltre alla calligrafia umanista, nelle
cancellerie papali, si diffonde
un metodo più rapido di scrittura,
che ha una forma più stretta
e minur utilizzo di spazio.
La scrittura cancelleresca corsiva,
fonte di ispirazione per il prossimo
corsivo, o “italico”.
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La stampa in Italia
Due stampatori tedeschi Conrad
Sweynheym e Arnold Pannartz si
trasferiscono in Italia (prima
a Subiaco 1465, e poi a Roma).
Inizialmente stampano con caratteri
gotici, ma in Italia questi non
vennero apprezzati. Per entusiasmare
gli italiani dovettero scegliere di
imitare la scrittura umanistica.
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Venezia
Dal 1470 al 1500 è il centro della
stampa internazionale. Porto
commerciale attivissimo permette
ai libri stampati di raggiungere un
pubblico numerosissimo.
Fra i primi incisori di caratteri
troviamo Nicolas Jenson, francese,
accreditato come il primo incisore
del carattere che verrà poi definito
“romano”.
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Le lettere classiche
Costruzione geometrica delle
maiuscole di Felice Feliciano (1460)
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Francesco Griffo /1
Le lettere incise da Griffo per
la stampa del De Aetna (1496)
prima e del Hypnerotomachia
Poliphilii (1499) poi segnano
la prima affermazione di un
carattere più consapevole.
L’autore conosce le teorie di
Felice Feliciano che dimostra che
le lettere possono essere costruite
anche geometricamente e che
esistono proporzioni ottimali
fra le diverse parti della lettera.
In questo modo, Griffo ottiene
un disegno ben più armonioso
e coerente fra maiuscolo e
minuscolo. Gli spessori sono
uniformi e le grazie morbide e
con radici ancora evidentemente
calligrafiche.
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Francesco Griffo /2
L’incisore Francesco Griffo lavora
per lo stampatore Aldo Manuzio,
che porta a termine incarichi da
Pietro Bembo, famoso umanista.
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Francesco Griffo /3
L’editore di Griffo, Manuzio,
possiede notevoli doti tecniche,
intuizioni commerciali e
intraprendenza culturale. I
suoi volumi si allontanano
definitivamente dai pesanti tomi
miniati. Sono anche libri di poche
pagine, in formati ridotti, dal
costo contenuto e dalla tiratura
impressionante per l’epoca (da
100-150 copie al migliaio).
Altra innovazione che insieme a
Griffo porta avanti è l’invenzione
del corsivo, detto italic in inglese
proprio per la sua provenienza.
Partendo dalla cancelleresca,
Griffo incide un carattere che
viene riconosciuto come più
informale, adatto alle veloci
edizioni del Manuzio.
nb. italic e roman non sono
pensati per vivere assieme,
ma sono alternative!
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Claude Garamond
(1480-1560)
– I referenti dei modelli del
francese non sono più le lettere
calligrafiche, ma gli altri caratteri
tipografici ( Jenson e Griffo)
– È il primo a defiire le tipologie
e le varianti del carattere (non
solo tondo, corsivo, maiuscolo,
maiuscoletto ma anche varianti
nell’occhio del carattere)
– È il primo a inventarsi come
incisore di caratteri. La sua è la
prima fonderia: vende i caratteri
agli stampatori che li usano in
libertà.
– Il suo disegno accentua i
chiarioscuri, ha aste leggere, la
“e” ha un occhio molto alto, la “a”
una pancia bassa e schiacchiata...
L’allievo di Garamond Robert
Grajon definisce il corsivo così
come lo conosciamo oggi, con
anche
le maiuscole
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20014/2015 inclinate.
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Romani Antichi
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
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Romani Antichi
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Jenson Regular 50/60
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Bembo Regular 50/60
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Simoncini Garamond Regular 50/60
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Le lettere barocche
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Le Roman du Roi
(1694/1714)
Le lettere devono essere
“progettate”, costruite su
griglie geometriche. Questo
è parzialmente vero, perché
il disegno del carattere che
poi verrà inciso si discosta
dal disegno geometrico,
introducendo correzioni ottiche.
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I caratteri
Transizionali /1
sono caratteri che si stanno
emancipando dalla tradizione
rinascimentale/calligrafica,
perdendo ad esempio l’asse
inclinato, le grazie sono regolari
e quasi geometriche.
Qui: William Caslon
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I caratteri
Transizionali /2
sono caratteri che si stanno
emancipando dalla tradizione
rinascimentale/calligrafica,
perdendo ad esempio l’asse
inclinato, le grazie sono regolari
e quasi geometriche.
Qui: John Baskerville
Dettagli: la forma delle grazie
(base ortogonale rispetto all’asta e
raccordo curvilineo e armonioso), il
disegno di alcune lettere (la Q)
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I caratteri Transizionali
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
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I caratteri Transizionali
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Adobe Caslon Regular 50/60
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
ITC New Baskerville Regular 50/60
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I caratteri Moderni /1
La naturale evoluzione dei
caratteri transizionali sta
nell’aumento esasperato del
contrasto fra le aste sottili e
pesanti. Le lettere sono più
geometriche e il loro asse è
verticale.
Qui: Didot (Firmin e
François-Ambroise)
ha forme più precise e modellate,
maggiore contrasto e lettere più
larghe.
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I caratteri Moderni /2
La naturale evoluzione dei
caratteri transizionali sta
nell’aumento esasperato del
contrasto fra le aste sottili e
pesanti. Le lettere sono più
geometriche e il loro asse è
verticale.
Qui: Giambattista Bodoni
è estremamente attento alle
proporzioni, ai raccordi, alle
dimensioni delle parti della lettera.
La sua arte si esprime poi nell’arte
della stampa, nella produzione
di libri definitivamente liberi da
decorazioni e con ampi spazi
bianchi.
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I caratteri Moderni
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
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I caratteri Moderni
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Didot HTF Medium42 50/60
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Bodoni Antiqua Regular 50/60
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La rivoluzione
industriale /1
Nasce la pubblicità, nascono i
giornali, la stampa d’appendice
e d’intrattenimento si sviluppa
enormemente.
Incremento nell’uso dei caratteri
in legno: questo materiale rende
più semplice la formazione di
lettere dalle forme più fantasiose.
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La rivoluzione
industriale /2
— Nasce il carattere bold,
bold
e addirittura il fat face.
— Nascono i caratteri ornamentali
—Nascono i caratteri egiziani: cioè
quei caratteri con grazie squadrate
estremamente scure
— Nascono i caratteri senza grazie.
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I primi lineari:
i grotteschi
I caratteri senza grazie compaiono
in molti stati più o meno
contemporaneamente.
Sono una delle deformazioni dei
caratteri moderni: con questi
caratteri hanno in comune
proporzioni e scheletro, ma perdono
le accentuate differenze di spessore
e tutti gli altri elementi decorativi
(come grazie, gocce, ecc.).
Questi caratteri diventano
una rappresentazione della
funzionalità: spogli di ogni decoro,
sono il rappresentante ideale
dell’industrializzazione. E così
verranno visti per tutto il Novecento.
Qui: Akzidenz Grotesk (1898 ca.)
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I primi lineari: i
“gothics” americani
In America arriva l’eco dei nuovi
caratteri europei, e per restare
al passo, le tipografie americane
sviluppano i loro lineari.
Questi sono caratterizzati da
una maggiore vicinanza ai
modelli con grazie:
— vengono mantenuti i contrasti
(seppur meno accentuati)
— le curve sono più aperte
— la g con forma a cappio
qui: Morris Fuller Benton:
Franklin Gothic (1902),
Atlantic Gothic (1903) News
Gothic(1908)
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I caratteri di inizio secolo
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Geometrismi inglesi /1
Nel 1916 viene progettato
l’Underground (poi Johnston, dal
nome dell’autore), un carattere senza
grazie disegnato esclusivamente per
la metropolitana inglese, nasce da
una profonda consapevolezza delle
forme calligrafiche.
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Geometrismi inglesi /2
Gill, celebre incisore e scultore
inglese, progetta il Gill Sans (1928)
basandosi sull’Underground,
consapevole delle ricerche stilistiche
contemporanee della Bauhaus.
Le forme sono più geometriche e
regolari del suo antenato inglese, e la
larghezza delle lettere più uniforme
che ad esempio nel Futura. Alcune
lettere però sono più vicine ai
caratteri romani classici.
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Bauhaus e la geometria
In risposta ai movimenti di
inizio secolo, la celebre scuola
tedesca sviluppa un linguaggio
razionale, geometrico, semplificato,
pone l’industrializzazione e la
riproducibilità al centro della sua
ricerca. Anche alla grafica e alla
tipografia sono coinvolte. Sarà la
base della Neue Typographie di Jan
Tschichold. Oltre alla valorizzazione
e all’uso dei tutt’altro che razionali
grotteschi di fine Ottocento, nascono
vari esempi di alfabeti geometrici:
l’alfabeto di Theo Van Doesburg (1919)
e l’l’Alfabeto Universale di Bayer (1925)
ne sono un esempio.
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Il Futura
Il carattere meglio riuscito di questo
filone è il Futura (Paul Renner 1928).
Il “segreto” del Futura, rispetto ai
caratteri Bahuaus sta nella sapienza di
Renner, che ben conosceva le regole
della percezione e della costruzione
di lettere.
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I caratteri Lineari Geometrici
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
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I caratteri Lineari Geometrici
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Gill Sans Regular 50/60
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
Futura Book 50/60
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I graziati: fra revival
e funzionalità
I graziati non sono spariti!
Ne vengono disegnati molti in
questi anni: dal Perpetua di Eric
Gill, alle nuove versioni del Bembo,
del Baskerville e del Bodoni (famosa
quella di Giovanni Mardesteig).
L’esempio più importante (non per
bellezza e qualità tipografica) è però
il Times New Roman. Disegnato
da Morison nel 1932 per il famoso
giornale, è un carattere che mescola
influenze diverse: l’asse inclinato dei
caratteri rinascimentali con contrasti
più netti dei caratteri moderni.
Vengono completamente ripensate
le proporzioni: l’occhio è grande, le
aste corte. È un progetto che segue le
necessità della tecnica di stampa.
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Helvetica (1957)
Max Miedinger fu incaricato da
Edouard Hoffman della fonderia
Haas di disegnare un lineare,
basandosi sui modelli di fine
ottocento (come il famoso Akzidenz
Grotesk). Il carattere che emerge
lima le irregolarità del suo antenato
e verrà presentato e avrà successo
come il carattere della modernità.
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Univers (1955-57)
In Francia più o meno la stessa cosa
venne richiesta a Adrian Frutiger, che
propone un carattere lineare ancora
più asciutto e regolare dell’Helvetica.
La grande novità dell’Univers
sta nell’essere stato ideato, fin da
principio, come sistema di font con
diverse larghezze e spessori.
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I caratteri Lineari Neogrotteschi
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky ed
esclama: alleluja!
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I caratteri Lineari Neogrotteschi
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama:
alleluja!
Helvetica Regular 50/60
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky ed
esclama: alleluja!
Univers 55 Roman 50/60
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I lineari umanistici /1
L’Optima di Herman Zapf (1958)
è un bastone che grazie alla
rastremazione delle aste e ai contrasti
ben studiati suggerisce le forme delle
grazie.
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I lineari umanistici /2
Il Syntax di Hans Eduard Meier
(1955-68) riprende le forme
umanistiche e i contrasti applicandoli
agli stilemi dei lineari.
Syntax
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Helvetica
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La fotocomposizione
A partire dagli anni ‘60, cambia la
tecnologia per la stampa e inizia
a suggerire nuove possibilità
nell’accostamento delle lettere (vedi
l’l’Avant Garde - Herb Lubalin, 1971)
o addirittura nella forma stessa
delle lettere (Neue
Neue Alphabet - Wim
Crouwel, 1967).
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Il carattere come
elemento del progetto
/1
Rispondere a necessità specifiche
porta il disegnatore di caratteri a
riflessioni approfondite sulle forme.
Qui: il Frutiger
Il carattere disegnato da Adrian
Frutiger per l’aeroporto Charles De
Gaulle (il Frutiger, 1970-1976) sfrutta
aperture ampie per migliorare la
leggibilità.
Helvetica
Frutiger
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Il carattere come
elemento del progetto
/2
Rispondere a necessità specifiche
porta il disegnatore di caratteri a
riflessioni approfondite sulle forme.
Qui: Bell Centennial
Disegnato da Matthew Carter nel 1978,
deve essere letto in dimensioni piccole
negli elenchi del telefono. Sapendo che
l’inchiostro tende ad allargarsi su carta,
la font ha vistosi rientri nelle giunture
delle aste, studiate per evitare i problemi
di lettura (inktrap).
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Il computer /1
La grande rivoluzione digitale
trasforma definitivamente il carattere.
Dagli anni ‘80 in poi lo strumento
per la creazione dei caratteri non ha
potenzialmente più limiti.
Se le forme iniziali sono, nello
spirito, dei “mostri” simili ai caratteri
della rivoluzione industriale, frutto
cioè dell’esplorazione ardita dei
limiti del mezzo, sono anche il
preludio a nuove forme e nuova
consapevolezza.
Pionieri come Zuzana Licko e
Rudy Van Der Lans con Emigre, e
successivamente Neville Brody con
i lavori sulla rivista The Face prima
e con gruppo Fuse poi, scardinano
completamente la forma della lettera
(in pixel i primi, con diversissime
forme e effetti il secondo).
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Infine, i LettError (Erik Van Blokland
e Just Van Rossum - 1990) con
Beowulf trasformano il carattere in
un programma: ogni volta la lettera
viene renderizzata e stampata in
modo differente, con l’intento di
simulare le imperfezioni della stampa
a caratteri mobili.
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Le famiglie
Novità degli ultimi decenni è
l’invenzione delle famiglie di
caratteri: costruire cioè font graziati
e lineari che possano vivere insieme.
Hanno lo stesso scheletro e le stesse
proporzioni di base, ma contrasti e
forme differenti.
Fra i primi esempi la famiglia del
Lucida (Charles Bigelow e Kris
Holmes nel 1985) seguita dallo Stone
(Sumner Stone nel 1987) e il Rotis
(Oitl Aicher, 1989); fra i campioni
di oggi, la famiglia Thesis (TheSans,
TheSerif, TheMix) disegnata nel 1994
da Luc(as) de Groot
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I caratteri oggi
La facilità nel disegno dei caratteri
ha permesso lo nascita di un numero
incredibile di caratteri.
Alcuni caratteri famosi degli
ultimi anni: Meta (1991) di Erik
Spiekermann; Mrs. Eaves (1996) e
Mr. Eaves (2009) di Suzana Licko,
Gotham (2000) Hoefler-Frere Jones.
Quel vituperabile xenofobo zelante
assaggia il whisky ed esclama: alleluja!
Meta (1991)
Quel vituperabile xenofobo zelante assaggia
il whisky ed esclama: alleluja!
Quel vituperabile xenofobo zelante assaggia il
whisky ed esclama: alleluja!
Mrs. & Mr.Eaves (1996–2009)
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky ed
esclama: alleluja!
Gotham (2000)
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Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed
esclama:
alleluja!
Arial (1982)
Quel vituperabile xenofobo
zelante assaggia il whisky
ed
esclama:
alleluja!
Helvetica (1957)
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Alcuni riferimenti
Fonderie
http://welovetypography.com
http://tdc.org/
http://typographica.org/
http://www.swisslegacy.com/
http://typecache.com/
http://www.typewolf.com/
http://myfonts.com/
http://www.fontshop.com/
http://www.emigre.com/
http://www.typography.com/
http://lineto.com/
http://www.houseind.com/
http://www.lucasfonts.com/
http://www.hvdfonts.com/
http://ourtype.be/
...
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