GIROpARchI

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GIROpARchI
Valle d'Aosta
GIROparchi
Equilibri
di Enrico Caracciolo
VERTICALI
rere mangiando chilometri e dislivelli secondo
la tendenza degli skyrunner. Giroparchi è una
mappa per la riconquista di una lentezza che
porta molto più lontano di corse e conquiste.
È curioso scoprire come il Parco Nazionale del
Gran Paradiso e la protezione di questo territorio
affondino le proprie radici in un privilegio del re
Vittorio Emanuele II, che nel 1856 aveva dichiarato la zona riserva reale di caccia, imponendo
limitazioni di accesso per garantirsi l’esclusività
dell’attività venatoria. A questo scopo il re aveva
costituito un corpo di guardie specializzate e fatto costruire una rete di mulattiere e sentieri che
ancora oggi costituiscono una rete di comunicazione utilizzata sul territorio: erano gli embrioni
di quelli che sarebbero diventati i guardaparco
e della rete sentieristica di oggi. Fu il re Vittorio
Emanuele III che nel 1919 decise di donare allo
Stato la riserva, che tre anni dopo venne resa
Parco Nazionale.
Scoprire la natura con la sua indole forte
e delicata, entrare con discrezione e passo lento
Giroparchi
nella vita della gente di montagna seguendo
sentieri affacciati negli scenari mozzafiato
di Gran Paradiso e Mont Avic è l’idea portante di Giroparchi,
progetto rivolto all’integrazione tra uomo e ambiente.
VALLE D'AOSTA
Aosta
È
una notte di luna piena. La calotta ghiacciata del Gran Paradiso è più lucente della
via lattea, il prato di Sant’Orso è un mare immaginario che ondeggia tra le montagne. Sono “le
ore della luna” che tanto preoccupavano Felice
Berthod, guardaparco storico del Parco Nazionale Gran Paradiso, pronto a intercettare i bracconieri. Sono le ore che precedono la partenza
di un’escursione o un viaggio sui sentieri di questo Paradiso veramente Grande. La traccia del
viaggio è un filo rosso che sulla carta inizia in val
di Rhêmes e finisce nei grandi spazi del Mont
Avic, uno degli ultimi baluardi naturali che allungano lo sguardo sull’anfiteatro morenico di Ivrea
e del Canavese. Questa traccia ha un nome. Si
chiama Giroparchi e, oltre al viaggio itinerante
che unisce il Parco Nazionale Gran Paradiso con
il Parco Naturale Mont Avic, si compone di altri
anelli che vanno a scoprire valli, foreste e creste.
Giroparchi è molto più di un’alta via perché, oltre
all’apertura di nuovi spettacolari sentieri come
i giri di Grivola e Mont Avic, compie un viaggio
nella profonda integrazione tra il carattere selvaggio di queste montagne e l’anima silenziosa
II
Uomo e natura
E proprio nella casa di caccia preferita del re,
nella spettacolare cornice di Orvieille, incontro
Bruno Bassano, ispettore sanitario del Parco.
Lui è il dottore di stambecchi, camosci, marmotte, gipeti, aquile e insieme ad un team specia-
lizzato porta avanti progetti di studio e ricerca
scientifica per meglio comprendere l’ecosistema
del territorio, in considerazione dei cambiamenti
ambientali. «Lo stambecco è il simbolo del Parco
ma il vero re di queste montagne è il camoscio»
racconta Bruno. «Non c’è paragone tra la mobilità dei due animali: lo stambecco, soprattutto il
maschio, è forte ma pesante, mentre il rapporto
peso potenza del camoscio è veramente straordinario e non conosce ostacoli. In particolare
lo stambecco incontra difficoltà in caso di forte
innevamento. Va anche detto che lo stambecco
arriva su queste montagne dal continente asiatico e il suo processo di adattamento non è ancora del tutto completato. E i grandi cambiamenti
ambientali che stanno provocando il ritiro dei
ghiacciai sono la causa dell’invecchiamento del
popolo di stambecchi che, come gli italiani, contano un numero sempre maggiore di “pensionati. Il minore innevamento opera una selezione
più blanda e così gli anziani vivono più a lungo
ostacolando il funzionale ricambio per la sana
sopravvivenza della specie». Il dottor Bruno
Bassano ha le idee chiare anche sul processo di
integrazione tra attività umane e natura protetta. «Senza la zootecnia il Parco Nazionale Gran
Paradiso perderebbe la sua identità. L’uomo fa
CORNA REGALI Stambecco (Capra ibex) presso Pont, in Valsavarenche. Nella pagina a fianco: sosta lungo
il sentiero che dai casolari dell'Herbetet scende verso Valnontey accompagnati dalla vista sul Gran Paradiso.
delle sue genti, che hanno imparato a vivere
rispettando la sensibilità di un ambiente tanto
forte quanto delicato. Il mondo è cambiato molto dal lontano 1922, quando fu istituito il Parco
Nazionale Gran Paradiso, primo in Italia. L’uomo
è sempre più un ospite invadente del “suo” pianeta e i concetti di wilderness ed ecosostenibilità sono filosofie di vita ispirate al rispetto e
alla consapevolezza che madre natura ci chiede.
Per questi motivi Giroparchi è un progetto ambizioso, un invito a camminare lungo sentieri che,
come i sogni, sono sospesi fra la terra ferma e
l’ignoto, e si aprono un percorso di scoperta fra
le memorie di una vita durissima e l’autenticità di
valori umani che queste montagne proteggono
con forza. Il viaggio dunque diventa un’esperienza e un messaggio rivolto all’integrazione tra
gli equilibri della natura e delle attività umane.
Così, dietro a una cartina con tracciati e profili altimetrici si nasconde la ricerca del genius
loci di un territorio nobilitato dalla presenza di
due aree protette di grande valore. C’è chi si
avventura in montagna per conquistare vette
come l’antico alpinismo ha insegnato, per cor-
III
Missione guardaparco
Sono le sentinelle dei parchi, coloro che si dedicano alla tutela della vita naturale dei territori. La sorveglianza è una delle funzioni principali insieme ad attività di tipo preventivo come l’educazione ambientale o la
semplice presenza sul territorio per impedire attività illecite come il bracconaggio o il deturpamento della
natura; inoltre hanno un ruolo importante nell’attività antincendio in zone boschive, il recupero della fauna
in difficoltà e la protezione civile.
Un aspetto particolare che caratterizza la professione del guardaparco è la collaborazione a progetti di ricerca
scientifica e monitoraggio ambientale in sinergia con esperti faunistici, geologi e forestali. Stefano Cerise,
Ispettore Capo dei guardaparco del Gran Paradiso, ci tiene a sottolineare che «fare il guardaparco implica un
modus vivendi in stretta, quasi totale, integrazione con la natura. Si vive sul, per, dentro il territorio svolgendo
compiti che possono in massima sintesi essere espressi in due parole: responsabilità e passione. Non abbiamo
orari particolari, basti sapere che un guardaparco lavora dall’alba al tramonto e la conoscenza del territorio
è molto approfondita».
Il fascino dei guardaparco del Gran Paradiso, storicamente primo parco nazionale d’Italia, è ovunque riconosciuto in quanto si tratta di un corpo specializzato che ha fatto la storia di questo territorio.
Due sono le anime che convivono in questa figura: una romantica, che ha alla base una scelta di vita impegnativa e lontana dalla consuetudine, e una più concreta in quanto essere guardaparco significa avere le
qualifiche di agente di Polizia Giudiziaria e agente di Pubblica Sicurezza che, oltre alla prevenzione, consentono di eseguire azioni di repressione, compreso l’arresto. All’aspetto romantico si affianca anche la fruizione
di strumentazioni, tecnologie e tecniche innovative e in costante rinnovamento per quello che riguarda il
quotidiano impegno nel monitoraggio del territorio e nelle attività di rilevamento scientifico. L’arte del guardaparco è proprio quella di far convivere in equilibrio queste diverse anime senza anche solo una delle quali
la missione diventerebbe impossibile. Le sentinelle della natura trascorrono anche tre giorni nei casotti isolati
tra le montagne.
Claudia Linty parla del suo lavoro come «una scelta di vita, la realizzazione di un sogno che mi permette di
sperimentare sulla pelle quello che ho studiato laureandomi in Scienze Forestali, scoprendo un mondo vivo e
profondo come non potrebbe mai essere solo un libro di testo. Sapere di essere sola tra queste montagne, non
solo quando splende il sole ma quando cala la nebbia, ruggisce il vento, esplodono tuoni e fulmini mi fa sentire
in armonia con madre natura».
In realtà Claudia raramente è veramente sola perché condivide il lavoro con Danèi, un Border Collie che
«osserva e vede tante cose che io non vedo e rappresenta per me una compagnia e un sostegno molto preziosi».
Le parole che meglio raccontano la sua missione sono quelle di Dorino Bon, fotografo di montagne e blogger:
«Amo stare lassù tra le mie nuvole per ritrovare l’impagabile compagnia della solitudine».
IV
MOBILITÀ SOSTENIBILE Con la bici a pedalata assistita a Valnontey, attraverso il villaggio di Vermiana.
In basso, in senso orario: un'aquila reale, presente in Valle d'Aosta con una densità ottimale; uno scoiattolo; un
capriolo, incontro frequente nelle fasce boschive di fondovalle. Nella pagina a fianco in senso orario: Claudia Linty,
Paolo Zappa (Parco Naturale Mont Avic), Stefano Cerise e Bruno Bassano.
V
mi che è lui il principe del Gran Paradiso e che
uno stambecco non potrebbe mai permettersi
una simile performance.
parte di questo ambiente, non ci sono dubbi. E
questa è una ricchezza, una grande opportunità
per il territorio». I problemi non mancano e sono
presto spiegati. «I pascoli sono fondamentali
perché, se ben gestiti, trasformano gli allevatori
nei veri giardinieri del parco e garantiscono l’equilibrio di alcuni aspetti della vegetazione. Ma
si devono rispettare regole importanti come la
rotazione degli appezzamenti destinati al pascolo e l’equilibrata concimazione naturale del
terreno: tutte “sapienze” patrimonio di famiglie
storiche di allevatori purtroppo sempre più rare.
La vita in alpeggio è molto dura e sostenerla con
finanziamenti ha causato l’affidamento da parte
dei diretti interessati ad allevatori poco professionali, talvolta completamente privi della necessaria esperienza». Va anche detto che l’applicazione di alcune norme di tutela dell’avifauna
può creare apprensioni e problemi agli allevatori
nel caso in cui, ad esempio, un cane pastore attacchi un animale protetto, incorrendo in pesanti
sanzioni penali. Probabilmente dice bene Bruno
Bassano quando sottolinea la mancanza di un
ente predisposto (come avviene in Francia) che
regoli i rapporti tra attività umane e programmi
di protezione.
Marmotte attentissime e curiose sembrano
ascoltare la chiacchierata e durante la discesa verso Valsavarenche un camoscio sfreccia
come un proiettile volando sul ripidissimo pendio sfiorando rocce e tronchi, quasi per ricordar-
VI
Val di Rhêmes e Valsavarenche
I sentieri di Giroparchi sfiorano punti in cui il paesaggio alpino supera finanche la perfezione.
La Val di Rhêmes racconta l’armonia di scenari
montani aperti e solari, dominati dalla “dolomitica” Granta Parey; protegge la sua cristallina
intimità nelle trasparenze e nei riflessi del lago
Pellaud, dove un vecchio mulino è stato la prima centrale elettrica della valle. Valsavarenche
invece è l’unica interamente distesa nei confini
del Parco Nazionale e sembra essere la depositaria del carattere forte e selvaggio delle grandi
montagne. Non è un caso che da qui partano le
vie alpinistiche verso le vette più importanti del
Gran Paradiso. E non solo. È il luogo legato a
due menti illuminate che hanno fatto la Storia:
Federico Chabod, convinto sostenitore dell’Autonomia valdostana ed Emile Chanoux, torturato
e ucciso dalla polizia fascista per aver organizzato la Resistenza ad Aosta: importante il suo
contributo sul federalismo e sul riconoscimento
dell’autonomia in uno Stato federalista per la renaissance della Valle d’Aosta. Luoghi mozzafiato
creano il contatto tra le due valli: il col de L’Entrelor, il col Rosset e i piani del Nivolet, dove lo
spirito delle Alpi diventa infinito e il mondo degli
uomini appare lontanissimo. Ghiacciai e creste
di neve sono lame che tagliano il cielo. Camosci e stambecchi danzano dove qualsiasi essere
umano apparirebbe goffo e sgraziato, mentre
il gipeto sorveglia e scruta quello che non potrebbero 10 guardaparco e altrettanti binocoli.
Più in basso le valli convergono verso Introd,
porta verso la valle dove l’uomo ha fatto cose
belle quasi quanto la natura: il castello del XII
secolo, un quattrocentesco granaio in legno,
una cascina monumentale (L’Ola) e un ponte
sull’impressionante orrido, vera e propria opera
d’ingegneria e di architettura che sta per compiere un secolo.
il prato di Sant’Orso simbolo
di spazio vitale inviolabile da
umane speculazioni; le cascate di Lillaz, giochi d’acqua,
arcobaleni vaporizzati, forza e
ricchezza di un elemento qui
dirompente e abbondante,
ma insufficiente per dissetare
gran parte d’umanità e dunque estremamente
prezioso.
Cogne è un luogo diverso dagli altri. È una piccola capitale che nasconde la sua anima nel cuore
di un’antica miniera di magnetite, minerale da cui
si ottiene ferro di altissima qualità. Estrazione e
lavorazione della magnetite hanno occupato la
vita dei cogneins dall’epoca di Salassi e Romani,
fino al 1979 quando le miniere situate nel cuore
del monte Creya chiusero i battenti. «Sapevamo
della chiusura da qualche anno; eravamo pronti»
ricorda con nostalgia Osvaldo Ruffier per tre decenni minatore e altri tre sindaco di Cogne. «Lavorare in miniera non era né facile, né piacevole.
I ritmi erano scanditi dalla fatica, ma il lavoro
dava ricchezza, umana ed economica. La miniera ha emancipato intere famiglie dalle scarse risorse di agricoltura e pastorizia e ha contribuito
a delineare il carattere di Cogne. L’immigrazione
da Veneto, Sicilia, Sardegna e
Calabria ha creato condizioni
di contaminazione, dunque di
apertura insolite in altri villaggi
della Valle d’Aosta». Osvaldo
Ruffier è un piccolo grande
uomo, che parla col sorriso e
con la luce di occhi che hanno conosciuto il buio della miniera, e ricorda
che la sua chiusura è stato un trauma per tutti i
cogneins. «Ufficialmente decisa per antieconomicità». Non esiste famiglia di Cogne che non
annoveri nella propria storia qualche minatore.
Miniere, turismo, arte
Oggi le miniere di Colonna, che un tempo ospitavano oltre 400 minatori, sono avvolte nel silenzio.
Aggrappate a circa 2.400 metri d’altezza, hanno
il profilo di un monastero tibetano che si staglia
sullo sfondo del Monte Bianco. Il vento sibila nelle stanze vuote. Sventolano bandierine che, invece di preghiere, affidano al cielo i volti dei minatori che per secoli sono stati l’anima della miniera, volti scolpiti come la magnetite che si agitano
leggerissimi al respiro del Gran Paradiso. L’idea
è stata di Barbara Tutino, artista che deve la sua
esistenza alla miniera in quanto nipote di Franz
PRATERIA ALPINA Veduta di Valnontey e del Prato di Sant'Orso di Cogne dall'Hotel Bellevue. In alto: Osvaldo
Ruffier, già minatore e sindaco di Cogne. Nella pagina a fianco: la Valle di Rhêmes con la Granta Parey sullo sfondo.
Val di Cogne e Valnontey
Il col Lauson è invece il ponte verso Cogne e
lo spettacolo di Valnontey, dove l’anfiteatro del
Gran Paradiso è quello che i viaggiatori romantici
rincorrono nell’immaginario di montagna. Escursionisti e alpinisti si trasformano in ottocenteschi
viaggiatori da Grand Tour, armati di tavolozze e
pennelli. I quadri sono tre: l’anfiteatro di Valnontey con i drammatici ghiacci della Tribolazione;
VII
Elter, già direttore del complesso minerario negli anni ‘40. Avvolta nei suoi capelli senza età, in
perenne fermento insegue idee, progetti e sogni
portandosi dietro esperienze di grandi viaggi. La
sua creatività si esprime attraverso cicli narrativi,
storie in cui si immedesima con la sua arte comunicativa, la pittura. Barbara ha dipinto anche
Bonatti. «Sono diventata Bonatti immedesimandomi in quell’uomo forte, bello, muscoloso che
come un super eroe alla Indiana Jones accompagnava la sua instancabile curiosità negli angoli
più remoti del mondo: era il Bonatti reporter di
Epoca che aveva già abbandonato i viaggi verticali (l’alpinismo) per i viaggi orizzontali (scoperte
e avventure)». Ha dipinto Bonatti su cartoni di
scatole e su pannelli in legno fenolico. Stesso
fermento creativo prende forma a Cogne nel
Tempio di Argilla di Anna Biancardi, che riesce a
trasformare la tradizione in segni di creatività oltre ogni schema: con la ceramica lancia messaggi forti in cui «le diversità sono un’opportunità di
crescita e le affinità generano amore». La ricerca
dell’artista sull’antica arte dei sabotier e sui gesti che accomunano questi artigiani delle scarpe in legno simili agli zoccoli, dalla Valle d’Aosta
all’Olanda, dal Belgio ai Pirenei, evidenzia come
nella diversità emerga una segno di identità. Non
è escluso che i valori umani condivisi in miniera
abbiano generato un’apertura insolita dei cogneins, che conservano uno straordinario senso
dell’ospitalità. Non a caso il turismo è una storia
antica in valle e l’atmosfera familiare tra questi
monti è un valore autentico. «L’arte di comunicare con una spiccata sensibilità che va dalla
musica all’artigianato è un nostro patrimonio»
afferma con discrezione e sano orgoglio Laura
Roullet, che impersona la passione e l’amore per
la sua terra. La sua casa è l’albergo Bellevue,
luogo da vivere almeno una volta nella vita, dove
ospitalità e territorio diventano classe, eleganza,
accoglienza nel segno della familiarità. Di Bellevue ce n’è uno solo ma tutti gli alberghi di Cogne
riproducono questo equilibrio privo di artefatti.
Il percorso che passa dalla miniera al turismo fa
di Cogne una meta dove domina uno spiccato
senso di laboriosità creativa. Così come testimoniato dall’abilità delle dentellière, le ricamatrici di merletti; e dai “racconti di pietra” di Donato
Savin che riesce a vedere e scolpire nei sassi del
Gran Paradiso le forme di sentimenti, emozioni,
storie di uomini, santi e animali.
È interessante scoprire come, in un santuario
naturale come il Parco Gran Paradiso, il patrimonio umano contribuisce ad una ricchezza di
valori. Penso a Alberto Gianni, oste colto e gentile di Eau Rousse in Valsavarenche, sempre accompagnato da una delicata vena di humor; ad
Anna Rotella che insieme al compagno Claudio
alleva capre a Dégioz (Valsavarenche) e produce
formaggi somministrando agli animali, null’altro
che erbe e fieno; a Emy Berthod, donna “in campo” dalla solarità mediterranea e la forza alpina
che offre tisane e uno straordinario génépy a turisti e viaggiatori; a Bruno Jeantet, allevatore e
casaro di Valnontey dal carattere forte, orgoglioso del suo antichissimo mestiere che testimonia
quanto sia complesso sopravvivere alle regole
imposte da mercato, burocrazia e normative non
sempre equilibrate.
Selvaggio Mont Avic
I sentieri di Giroparchi lasciano il Gran Paradiso per entrare nell’area protetta del Mont Avic,
luogo dove il concetto di wilderness trova una
delle sua massime espressioni. Un’area vasta e
selvaggia, solitaria e silenziosa, dove il senso di
scoperta è il filo conduttore del viaggio e segue
l’andamento imprevedibile di montagne integre,
laghi e cascate, foreste di pini uncinati, rupi di
VIII
MONTAGNA LIQUIDA Il lago Muffé nel Parco del Mont Avic. In basso: Simone, Arnaldo e Bruna Bal della Maison
du Lord a Pra Oursie. Nella pagina a fianco: il villaggio di Le Creton in Valsavarenche.
serpentino e torbiere. Durante il cammino Paolo
Zappa, guardaparco, si sofferma su esemplari di
alberi che possono essere annoverati tra le opere d’arte di madre natura, simili a geniali sculture. Anche qui le tracce dell’uomo sono evidenti.
Addirittura sorprendenti alla Barma de Rova,
una grotta scavata dall’uomo probabilmente in
epoca ottocentesca, utilizzata tra l’altro per ricavare macine in pietra per mulini. Il Mont Avic
ha l’anima liquida delle sue acque che abbondano ovunque e disegnano scenari da sogno nella
conca che ospita il lago della Servaz, i tre laghi
nei pressi del rifugio Barbustel, la pace del lago
Muffé e i grandi spazi del Miserin.
Giroparchi regala in questa zona un’ultima, particolare emozione. La tappa alla Maison du Lord,
residenza che può essere classificata con tutte
le stelle del cielo di Pra Oursie: si raggiunge solo
a piedi, conserva il fascino ottocentesco di una
dimora rustica ma signorile, cucina e ospitalità sono superlative e regalano calore anche in
caso di temperature rigide;
albe e tramonti da quest’alpeggio sono silenziose
poesie che solo le grandi
montagne sanno raccontare; e una volta quassù non
si può perdere il pranzo del
pastore preparato da Arnaldo. Giroparchi finisce qui,
dove il mal di montagna non
è un acciacco dovuto all’altitudine ma è una sindrome simile al mal d’Africa: senza nulla togliere
al primo Parco Nazionale d’Italia, anche il Mont
Avic è un “Gran Paradiso”, un luogo selvaggio
che ricorda spazi lontani e immensi come l’Alaska o le Montagne rocciose, ma si trova a due
passi da casa, e a un passo dal Paradiso.
Le ore della luna dilatano il cielo, si prendono i
sogni, acuiscono la vista, demoliscono il tempo,
mi spingono a qualche decennio fa, all’infanzia
vissuta nel castello d’Introd, luogo che mi ha
insegnato a osservare le montagne e arrampicarmi sugli alberi, a inseguire segreti e misteri,
cercare un tesoro mai trovato; a provare il gusto
delle prime trasgressioni: irresistibile l’invito di
Giovanni, per me una sorta di supereroe, guardiano atletico e forte, campione di sci, di professione pompiere che mi invitava di nascosto nelle
cantine per un panino con la fontina e un bicchiere di vino rosso, più apprezzato dell’aristocratico tè delle cinque con le zie. E poi il sogno
di rimanere qualche mese in
alpeggio a fare formaggio
(meglio che tornare a scuola...), l’emozione di partire
sotto le stelle per lunghe
camminate verso il Nivolet
o il col Lauson, l’idea di fare
un lungo viaggio a piedi in
montagna, di inventare un
Giroparchi.
IX
Gran Paradiso Film Festival
Tra gli obiettivi principali quello di contribuire alla diffusione del cinema naturalistico, all’approfondimento
della conoscenza del patrimonio naturale e allo sviluppo di una sensibilità verso il pieno rispetto dell’ambiente.
Esperienza visiva di grande fascino che parte da straordinarie immagini e offre momenti di confronti e approfondimenti culturali, il Gran Paradiso Film Festival - Trofeo Stambecco d’Oro si svolge dal 1984 nel cuore del
Parco Nazionale. La XVII edizione è in programma tra il 26 e il 31 agosto 2013 e il tema conduttore sarà quello
dell’acqua, che sulle Alpi costituisce un indicatore fedele delle trasformazioni ambientali. Il 2013 è l’anno internazionale della cooperazione nel settore idrico e l’importanza dell’acqua nei processi di sviluppo sostenibile,
comprese l’integrità ambientale e l’eliminazione della povertà, è stata sottolineata da una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il programma del Festival, oltre alle proiezioni dei film in concorso per
il Trofeo Stambecco d’Oro nelle sezioni Concorso Internazionale, con 10 documentari naturalistici provenienti
da tutto il mondo, e CortoNatura, riservata ai cortometraggi, prevede il ciclo di eventi De Rerum Natura, vale
a dire conferenze, incontri, spettacoli e attività di approfondimento su temi legati all’ambiente, alla scienza,
alla natura ma soprattutto alla cultura della sostenibilità. Info: Gran Paradiso Film Festival, c/o Fondation
Grand Paradis, Villaggio Minatori, Cogne, tel. 0165.749264, www.gpff.it.
X
ACQUA VERTICALE Il salto delle cascate di Lillaz. In basso da sinistra: stambecco sulla balconata del Nivolet,
affacciata sul Ciarforon; alpeggio nei pressi di Pont Valsavarenche. Nella pagina a fianco, in alto in senso orario:
felci arboree presso il Giardino Botanico Alpino Paradisia; Gentiana acaulis; il torrente della Servaz; Primula
pedemontana; Paradisea liliastrum; in basso: Pulsatilla alpina al pianoro del Nivolet.
XI
CREAZIONI Semifreddo, Hostellerie du Grand Paradis; millefoglie, Hotel Bellevue; Centro Visitatori, Rhêmes-NotreDame; Anna Biancardi, artista. In basso, in senso orario: prodotti in canapa, Cooperativa Lou Dzeut; Marco Stefenelli,
Lou Bequet; Rina Grappein, Les Dentelliers; Donato Savin, scultore. Nella pagina a fianco, in senso orario: Maison
de Cogne Gérard-Dayné; Marco Martin, Lo Triolet; Laura Roullet, Hotel Bellevue; Bruno Jeantet di Valnontey.
XII
XIII
1
chilometri
0
L. Miserin
ALPI
2576
Rif. Dondena
2
Champorcher
2185
ALPI
3186
M. Glacier
Champorcher
3006
M. Avic
Parco Regionale
del Mont Avic
Gran Lac
L. Muffé
L. Vernoille
La Cort
Raté-Di-For
L. Raté Petit Mont Blanc
L. Giasset
Chardonney 1460
Pont-St.-Martin
Punto di arrivo
Punto di partenza
Verrès
Punto di partenza
e arrivo
Champdepraz
ALPI
L. Corna
L. Blanc
L. des Heures
Pisonet
Miniera
L. Gélé
3006
Barma de Rova
L. Servaz
2200
0
Rif. Barbustel
1
chilometri
2
Champdepraz
Prà Oursie
M. Avic
chilometri
Giardino
8
4
Rifugio
Cava
ALPI
Rif. Vittorio
Emanuele II
Tutti gli itinerari richiedono la massima prudenza, un’accurata pianificazione e l’utilizzo di un
abbigliamento adeguato, che comprenda scarponcini da trekking, un completo intero per il
ricambio, giacca antivento e impermeabile, occhiali, cappellino, creme solari; i bastoncini per
camminare possono essere utili per alleviare
le sollecitazioni, soprattutto in discesa, per ginocchia e caviglie. Indispensabile verificare con
attenzione le previsioni del tempo immediate
e quelle in evoluzione in quanto alcuni itinerari
sono plurigiornalieri. Meglio consultarsi in anticipo con guide esperte e valutare concretamente l’ipotesi di partire in compagnia di una
guida specializzata. Tutti i riferimenti dei punti
tappa sono indicati nel Block Notes. I tempi di
pecorrenza si riferiscono a un escursionista medio e sono effettivi (senza considerare le soste).
Il Giroparchi Rosso (primo itinerario) prevede la
traversata in 8 - 9 tappe dal Gran Paradiso al
Mont Avic e costituisce la traccia portante del
progetto: quello descritto qui è solo una parte. Il
Giroparchi Azzurro (quinto itinerario) descritto è
una versione ridotta dell'itinerario completo.
Tetras Lyre
Plan
Borgnoz
ALPI
2710
Pont
Valsavarenche
Rif. Chabod
ALPI
Cascata
Miniera
0
ALPI
Lavassey
1830
Pravieux
2789
Col Manteau
1658
L. Djouan
Orvieille
3000
Col Rosset
Alpe
Teureun
RhêmesNotre-Dame
d e l
Valsavarenche
2
1
0
chilometri
Rif. Città di Chivasso
2600
ALPI
Rif. Savoia
2
0
chilometri
ALPI
Eau-Rousse
Introd
Villeneuve
ALPI
2286
Rif. Benevolo
3438
L. Rosset
M. Taout Blanc
Thumel
Barmaverain
Croix de la Roley
Grand-Vaudalaz
Pellaud
Col di Entrelor
3000
L. Nero
L. Djouan
1960
4
Pont
Valsavarenche
1658
s
Eau-Rousse
me
Chaudanne
l
Rhê
Orvieille
Va
di
Rhêmes-Notre-Dame
Bruil
V a
n c h e
l s a v a r e
XIV
P a r c o
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Herbetet
P a r a d i s o
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0
Cogne
chilometri
2
1
Vermiana
L. Lauson
2584
ALPI
Rif. Sella
y
t e
e
V a
l n
o n
Giardino
Paradisia
Valnontey
Gli itinerari
Primo itinerario: Cuore selvaggio del Gran
Paradiso (Giroparchi Rosso)
Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m)
Punto di arrivo: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame
(Eau Rousse, Valsavarenche con la variante)
Durata: 3 tappe giornaliere (4 con la variante)
Dislivello: 1.247 mt (2.527 con la variante)
Note: l’itinerario si sviluppa tra Valsavarenche e
Val di Rhêmes, non presenta difficoltà tecniche.
I tratti più impegnativi sono il col Rosset (2.935
mt.) e, in caso di prolungamento, il col di Entrelor
(3.007 mt.). Verificare le condizioni di innevamento dei colli che a inizio luglio potrebbero essere
ancora impraticabili. Effettuando il percorso in
alta stagione (fine luglio - agosto) si consiglia di
prenotare in anticipo i punti tappa. Con il servizio
dedicato di Trekbus (vedi Block Notes) si può raggiungere il punto di partenza ed essere recuperati al punto di arrivo dell’itinerario senza prendere
l’auto partendo da Introd o Villeneuve.
Prima tappa: verso i Piani del Nivolet
Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m)
Punto di arrivo: rifugio Città di Chivasso (2.600 m)
Dislivello: 645 m
Durata: 3 ore e 15 minuti.
Dal parcheggio di Pont si inizia a camminare sul
sentiero che parte alle spalle dell’albergo Gran
Paradiso. La prima parte, subito in salita, si snoda nel bosco di larici fino a raggiungere la bella
la cascata del torrente proveniente dal Col del
Nivolet; da qui si risale un ripido canale e - con
un ultimo traverso tra le rocce – si raggiunge la
croce de La Roley, uno dei belvedere più spettacolari sulla catena del Gran Paradiso. Il sentiero riprende tra dossi rocciosi sino a raggiungere
il lungo pianoro del Nivolet che si attraversa
completamente sino a raggiungere la carrozzabile proveniente dal Piemonte. Si segue la strada
in direzione del colle sin dove inizia a salire, imboccando sulla sinistra il sentiero che conduce
al rifugio Città di Chivasso.
XV
Seconda tappa: verso il col Rosset
Punto di partenza: rifugio Città di
Chivasso (2.600 m)
Punto di arrivo: rifugio Benevolo
(2.286 m)
Dislivello: 544 m
Durata: 3 ore e 50 minuti
Si parte seguendo il percorso del
giorno precedente sino a raggiungere il rifugio
Savoia, dove inizia il sentiero che conduce al
col Rosset. Il primo tratto si sviluppa in ripida
pendenza sino a raggiungere l’alpe Rivaz. La
pendenza si ingentilisce fino al lago Rosset. Si
costeggia il lago sulla sinistra per poi proseguire su terreno pianeggiante sino all’ultimo ripido
pendio sassoso che permette di raggiungere il
col Rosset a poco meno di 3.000 metri d’altezza in un bellissimo scenario di alta montagna.
Dal colle il sentiero percorre alcune decine di
metri verso sinistra per poi scendere molto ripido lungo un pendio disagevole. Si raggiunge
così il fondo del vallone, che si segue sin quasi
all’alpeggio della Grand-Vaudalaz. Appena prima si devia a sinistra per attraversare il torrente.
Il sentiero risale il fianco sinistro del vallone per
raggiungere una spalla da cui si ridiscende, con
percorso più dolce, sino al rifugio Benevolo.
Terza tappa:
verso la Val di Rhêmes
Punto di partenza: rifugio Benevolo
(2.286 m)
Punto di arrivo: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame (1.722 m)
Dislivello: 58 m
Durata: 2 ore e 20 minuti
Dal rifugio si scende, seguendo in parte la strada rurale oppure il sentiero, sino al ponticello
sul torrente. Attraversato il torrente, si prosegue
per un breve tratto lungo la strada rurale per poi
imboccare sulla destra il sentiero in discesa. Si
costeggia il torrente, si passa sulla sinistra di
una bella cascata per raggiungere l’alpeggio di
Barmaverain. Si prosegue, sempre sulla sinistra idrografica, sino a raggiungere nuovamente la strada rurale, che si segue per un piccolo
tratto, per poi scendere a destra e raggiungere
il villaggio di Thumel. Superato il villaggio, si attraversa il torrente, che si segue sino a raggiungere il villaggio di Pellaud, con il lago e l’antico
mulino. Dopo la pausa al laghetto, si arriva a
Chaudanne e in breve - attraversando il torrente - all’abitato di Bruil, capoluogo di RhêmesNotre-Dame. A questo punto, si può rientrare
ad Introd, dove si è lasciata l’auto, utilizzando il
GRANDE PARETE Sul sentiero del rifugio Benevolo al cospetto della Granta Parey. In alto: Soldanella alpina
in val di Rhêmes. Nella pagina a fianco: lungo il sentiero di Orvieille, in Valsavarenche, con vista sulla Grivola.
Trekbus Gran Paradis. Oppure si può prolungare
di un giorno l’itinerario tornando in Valsavarenche con la variante Entrelor.
Quarta tappa: variante Entrelor
Punto di partenza: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame
(1.722 m)
Punto di arrivo: Eau Rousse (1.658 m)
Dislivello: 1.280 m
Durata: 6 ore e 30 minuti
Questa tappa segue completamente il tracciato
dell’Alta Via n° 2 attraversando il col di Entrelor.
Da Bruil si attraversa il torrente per imboccare il
largo sentiero che risale nel bosco in direzione
della grande croce del castel Cucco o château
Quelec. Il tracciato sale nel bosco sino a sbucare nell’ampio vallone di Entrelor. Il percorso diventa più pianeggiante e si inoltra nel vallone per
poi risalire sulla sinistra e raggiungere l’alpeggio
di Plan-de-Feyes. Si continua con un lungo traverso in salita verso destra sino a risalire un ripido canale che permette, con un ultimo tracciato
pianeggiante tra grandi massi, di raggiungere
il col di Entrelor. Dal colle, che supera i 3.000
metri, la vista spazia a 360 gradi sulle montagne
della Valsavarenche e della Valle di Rhêmes. Il
vallone nel versante della Valsavarenche è ampio e dolce. La discesa segue inizialmente il
versante sinistro per poi spostarsi al centro e
costeggiare i due laghi Nero e Djouan. Dopo il
lago, il sentiero affronta un lungo traverso sulla
sinistra per uscire dal vallone e raggiungere per
ampi pascoli il bel pianoro di Orvieille, dove è
situato il grande fabbricato fatto costruire dal
re per le sue battute di caccia. Appena dopo il
fabbricato, si prende sulla destra il sentiero che,
in discesa, entra nel bosco e raggiunge il villaggio di Eau Rousse nei pressi dell’Hostellerie du
Grand Paradis.
Secondo itinerario: La balconata del Gran
Paradiso (Giroparchi Blu)
Punto di partenza: Pravieux, Valsavarenche
(1.830 m)
Punto di arrivo: Eau Rousse, Valsavarenche
(1.658 m)
Durata: 3 tappe giornaliere
Dislivello: 2.112 m
Note: si cammina nel cuore del Gran Paradiso
lungo sentieri e strade reali. La prima tappa non
passa, come previsto in Giroparchi, da Levionaz
per l’attuale impraticabilità del passaggio presso
la Pyramide-du-Grand-Neyron.
XVI
Prima tappa: verso le alte quote
Punto di partenza: Pravieux, Valsavarenche
(1.830 m)
Punto di arrivo: rifugio Chabod (2.710 m)
Dislivello: 880 m
Durata: 2 ore e 45 minuti
Dal parcheggio in località Pravieux si attraversa
il ponte sul torrente Savara e ci si incammina
verso l’alpeggio omonimo. Si risale l’evidente
mulattiera con stretti tornanti all’interno del bosco di larici e, dopo aver percorso tre lunghe
diagonali, si raggiunge l’alpeggio di Lavassey.
Al bivio si tiene la destra e si segue il sentiero
che s’innalza dolcemente con ampie curve sul
costone della côte Savolère fino a raggiungere
il rifugio Chabod.
Seconda tappa: verso le alte quote
Punto di partenza: rifugio Chabod (2.710 m)
Punto di arrivo: Pont Valsavarenche (1.955 m)
Dislivello: 300 m
Durata: 3 ore e 30 minuti
Dal rifugio si scende un centinaio di metri sino ad
un ponticello sulla sinistra, che si attraversa per
proseguire in leggera discesa tra dossi rocciosi per poi attraversare alcune morene ed il tor-
XVII
Sicurezza in montagna con Abele Blanc
Ha scalato tutti i 14 ottomila, scialpinista e fondista, si diverte anche con lo skyrunning, maestro di sci nordico
e istruttore regionale di soccorso alpino, ma soprattutto guida alpina, o meglio “la guida alpina”. Abbiamo
camminato con Abele Blanc, presidente delle Guide Alpine di Cogne, una sorta di uomo-camoscio capace di
salire e scendere dalla vetta del Gran Paradiso (4.061 mt) in 2 ore, 28 minuti e 25 secondi, lo stesso tempo che
impiega una persona tranquilla a raggiungere il rifugio Vittorio Emanuele II. E il bello è che lui è più tranquillo di una persona mediamente tranquilla e si definisce “un mediocre alpinista che ha fatto cose belle...”. Bontà
sua, quando la modestia va oltre l’Everest... Giochi di parole a parte, Abele sa cosa significa vivere in montagna
con i piedi per terra. Gli abbiamo rivolto qualche domanda camminando con lui sul “ facile” sentiero che raggiunge il rifugio Benevolo. Abele Blanc usa le parole come fa con i suoi passi: ponderate, non una in più, non
una in meno, intervallate da silenzi di alta montagna, cadenzate come il ritmo di una guida esperta, ma soprattutto saggia. Quanti incidenti accadono in montagna per imprudenza o imperizia? La montagna è “imprudenza” per definizione; i rischi sono sempre presenti. Sempre. Quello che cambia, in base all’intelligenza e
alla responsabilità delle persone, è l’incidenza del rischio. Il concetto di base è che non esistono sentieri facili,
per tutti. Paradossalmente accadono più incidenti agli escursionisti che agli alpinisti. Lo stesso vale per me. Se
vado al mare e mi avventuro dove non tocco e dove giocano anche i bambini affogo perché non so nuotare... I
pericoli più ricorrenti, si possono individuare? In primavera la presenza di nevai che tardano a sciogliersi.
Apparentemente non presentano alcun rischio, è solo neve. Ma sono piani inclinati e basta scivolare per non
fermarsi più... Oppure sono attraversati da corsi d’acqua che li assottigliano sempre più; apparentemente stabili sono trappole mortali soggette a sfondamento: non reggono il peso di una persona che si ritrova risucchiata
in un freezer naturale dove bastano 15 minuti per andare in ipotermia e salutare questo mondo. In autunno
il pericolo più subdolo, ma molto presente, è la pellicola di ghiaccio che si forma sulle rocce, scivolo fatale per
tanti. Mi preoccupano molto famigliole con bambini che si avventurano pensando che l’escursione sia facile.
Le condizioni atmosferiche? Mai garantite in montagna e soggette a repentini cambiamenti; basta la nebbia
per perdersi, anche in un luogo considerato sicuro, e poi? La differenza tra un alpinista e una guida alpina?
L’alpinista è concentrato su se stesso, sulla performance, su obiettivi da raggiungere, a volte anche con competizione. La guida alpina ha come obiettivo primario la sicurezza in montagna; e poi educare, istruire, raccontare la montagna. Qualcosa in più di un riferimento tecnico? Assolutamente. Le Alpi sono circondate da
metropoli e milioni di persone le desiderano ma non le rispettano. Alcuni sentieri andrebbero affrontati solo
con una guida, per ragioni di sicurezza (soprattutto per le famiglie) e per sapere dove si sta camminando. La
guida è la voce del territorio, che se è muto rimarrà sconosciuto. L’escursione più bella nel Parco Nazionale
Gran Paradiso? Tantissime, ma una è straordinaria: il giro della Grivola, la montagna più bella (presente nel
prossimo futuro nel progetto Giroparchi). Impegnativo, per escursionisti-alpinisti vale un trekking in Nepal.
XVIII
ALPE LAVASSEY Il rifugio Benevolo. In basso, in senso orario: il villaggio del Pellaud in val di Rhêmes; Claudio Duguet
e Anna Rotella, produttori di caprino a Dégioz in Valsavarenche; una marmotta (Marmota marmota) sul sentiero
per il Col Rosset. Nella pagina a fianco: Abele Blanc "salta" un torrente; sosta presso il ristoro del lago Muffé;
in cammino verso la Barma de Rova alle falde del Mont Avic.
XIX
rente che proviene dal ghiacciaio
del Laveciau. Il sentiero prosegue
in saliscendi sino a oltrepassare il
crestone della tête de Moncorvé,
da dove si vede il rifugio Vittorio
Emanuele II, che si raggiunge con
un’ultima salita. Dal rifugio si scende lungo l’ampio sentiero sino a
raggiungere il fondovalle, si passa
nei pressi del nuovo rifugio Tétras
Lyre, dove volendo è possibile
pernottare, e si raggiunge il parcheggio di Pont
dove è situato l’albergo Gran Paradiso, altro
punto in cui è possibile pernottare.
Terza tappa: grandi vedute
Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m)
Punto di arrivo: Eau Rousse (1.658 m)
Dislivello: 932 m
Durata: 6 ore
Il sentiero inizia dietro all’albergo Gran Paradiso, risale nel bosco sino ad uscirne in alto dove
è visibile la bella cascata del torrente proveniente dal pian del Nivolet. Quindi sale molto
ripido dentro un canalone per raggiungere la
croce de La Roley. Il panorama che si gode da
questo punto è spettacolare: tutta la catena del
Gran Paradiso dal Ciarforon sino
alla Grivola. Si segue per un piccolo tratto il percorso del Col del
Nivolet per poi deviare a destra e,
in leggera discesa, attraversare il
torrente. Si risale l’altro versante
sino a passare nei pressi dell’alpe
Teureun, che merita sicuramente
una visita, e raggiungere la vecchia strada che avrebbe dovuto
collegare Valsavarenche con Ceresole Reale tramite il Col del Nivolet. Il sentiero
prosegue ripido sino a raggiungere la mulattiera che conduce a plan Meyes. A questo punto è
consigliabile una piccola deviazione per visitare plan Borgnoz: ci si dirige per qualche centinaio di metri in direzione del col del Nivolet, si
imbocca sulla destra il sentiero che conduce
prima al casotto del parco e poi al bel fabbricato rurale di plan Borgnoz. Appena sopra si
trova il laghetto in cui si specchiano le cime
circostanti. Ritornati sulla mulattiera, si arriva
a plan Meyes. Si attraversa il piano verso sinistra e, sempre con la mulattiera, si raggiunge il
col Manteau, affacciato sul vallone di Entrelor.
Il sentiero scende ripido su terreno instabile
sino a raggiungere più in basso la mulattiera
che, con un lungo traverso a sinistra, conduce
TOPOGRAFIA REALE Si studiano le mappe a Orvieille, presso quella che fu casa di caccia di Vittorio Emanuele II.
In alto: un gracchio alpino. Nella pagina a fianco: il sentiero che scende dal lago di Lauson verso Valnontey.
sino al lago di Djouan. Dopo un primo tratto
di discesa, si attraversa il ripido pendio a sinistra per uscire dal vallone e raggiungere gli
ampi pascoli sotto al col di Sort. Si prosegue
passando nei pressi di alcuni alpeggi sino a
raggiungere l’accampamento di caccia di Orvieille dove il re aveva la sede estiva. Superato
il fabbricato si imbocca, sulla destra, il sentiero
che conduce a Eau Rousse, da seguire senza
problemi sino al villaggio nei pressi dell’Hostellerie du Grand Paradis.
Terzo itinerario: Verso il Ghiacciaio
della Tribolazione (Giroparchi Giallo)
Punto di partenza e arrivo: Valnontey, Cogne
(1.666 m)
Durata: 2 tappe giornaliere
Dislivello: 1.118 m
Note: La testata della Valnontey offre una prospettiva ravvicinata dei ghiacciai del Gran Paradiso, dominati dalla Tribolazione che colpisce
per la sua grandiosità. Dal lago di Lauson sino ai
casolari dell’Herbetet il sentiero è consigliabile
ad escursionisti esperti: presenta parti esposte
che esulano dal tratto già attrezzato. La risalita
all’alpe Money non è percorribile a causa di una
frana che ha interrotto il sentiero. In alternativa,
per quest’anno, arrivati in fondo al vallone conviene scendere lungo la mulattiera del fondovalle sino a Valnontey.
Prima tappa: verso il Vittorio Sella
Punto di partenza: Valnontey, Cogne (1.666 m)
Punto di arrivo: rifugio Vittorio Sella (2.584)
Dislivello: 935 m
Durata: 2 ore e 45 minuti
Dal parcheggio grande si raggiunge e attraversa
il ponte fino al ristorante Valnontey. Sulla sinistra
del piazzale inizia la mulattiera che conduce al
rifugio Vittorio Sella. Si prosegue in piano, costeggiando il Giardino Botanico Alpino Paradisia (che merita sicuramente una visita) per poi
iniziare a salire con ampie svolte nel bosco di larici. Attraversato il torrente, il sentiero sale ripido
(in questo tratto centrale la mulattiera originale
è stata chiusa per pericolo di caduta massi ed
è stata predisposta questa variante) sino a raggiungere le baite di Pacheu e successivamente
attraversare verso destra, superare il torrente e
risalire sino alla mulattiera originale. Si prosegue lungo il vecchio percorso raggiungendo il
casotto del Parco e successivamente il rifugio
Vittorio Sella, posto in un bel pianoro.
XX
Seconda tappa: traversata verso i casolari
dell’Herbetet
Punto di partenza: Rifugio Vittorio Sella (2.584 m)
Punto di arrivo: Valnontey (1.666 m)
Dislivello: 185 m
Durata: 3 ore e 45 minuti
Dal rifugio si continua in piano sino ad attraversare il torrente. Il sentiero supera ampi dossi
rocciosi sino a raggiungere il laghetto del Lauson, dove può capitare di incontrare camosci
o stambecchi abbeverarsi sullo sfondo di vette e ghiacciai. Si prosegue sino ad arrivare ad
un crestone. Da questo punto il pendio cambia
completamente e diventa molto scosceso verso
il fondovalle. Si effettua un ripido traverso, con
alcuni tratti attrezzati, sino a riprendere il sentiero che attraversa pendii sempre molto ripidi e
raggiunge in leggera discesa il torrente Grand
Vallon che scende dalla Grande Serre. Il sentiero, sempre ben segnato, prosegue a mezzacosta sino a raggiungere i casolari dell’Herbetet,
dove una sosta è d’obbligo per godersi lo spettacolo dei ghiacciai del Gran Paradiso. Da qui il
percorso segue il ripido pendio raggiungendo il
fondovalle. Si prosegue lungo la Valnontey fino a
XXI
oltrepassare il bel villaggio di Vermiana e a raggiungere il punto di partenza dell'itinerario.
Quarto itinerario: intorno al dente
del Mont Avic (Giroparchi Arancio)
Punto di partenza e arrivo: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m)
Durata: 2 tappe giornaliere
Dislivello: 1.645 m
Note: Il percorso permette di visitare il Parco
Naturale del Mont Avic ed i suoi spettacolari laghi. Si attraversa inizialmente la foresta di pino
uncinato più estesa in Valle d’Aosta, quindi si
costeggiano nove specchi lacustri di varia caratterizzazione, fra ambienti rocciosi aspri (il lago
Gelato) e vegetazione (il lago Servaz). Il rifugio
Barbustel sorge fra rocce montonate, massi erratici e sporadici larici, delineando uno scenario
unico nella regione. La vista del massiccio del
Monte Rosa dal lago Bianco è mozzafiato. È
consigliabile dormire l’ultimo giorno presso l’agriturismo la Maison du Lord a Pra Oursie per
vivere la vita d’alpeggio. Il tracciato, pur presentando tratti ripidi, non è particolarmente impegnativo. Attualmente è percorribile solo in parte.
Dall’estate del 2014 si potrà seguire il sentiero
che dal vallone di Ponton risale al col di Bella-
Lana o Ballalanaz. La novità permetterà d’attraversare ambienti remoti di
scarsa frequentazione.
Prima tappa: la solitudine
del Barbustel
Punto di partenza: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m)
Punto di arrivo: rifugio Barbustel
(2.200 m)
Dislivello: 1.000 m
Durata: 3 ore e 15 minuti
Dal parcheggio Blanchet si segue la strada lastricata che risale l’ampio prato in direzione del
Centro visitatori del Parco di Mont Avic, con
bella vista sul Mont Avic. Dal Centro Visitatori
si continua lungo la strada asfaltata sino a raggiungere il piccolo parcheggio di Veulla, dove si
imbocca la strada lastricata (utilizzata nel passato per il trasporto di materiale ferroso) che si
inoltra nella vallata. Si attraversano alcuni piccoli
corsi d’acqua per poi costeggiare il bel torrente
Chalamy e raggiungere le baite della Servaz,
con le caratteristiche sculture in pietra. Dalle
baite, con una piccola deviazione si raggiunge
un antico altoforno e spettacolari cascate. Tornati sul tracciato principale il sentiero sale con
OCCHI BOVINI Abbeveratoio a Pra Oursie. In alto: pino uncinato (Pinus mugo uncinata) nel Parco Naturale
di Mont Avic. Nella pagina a fianco, in alto: il lago della Servaz; in basso: dal rifugio Barbustel verso Champdepraz.
ripide svolte nel bosco e, dopo una zona più pianeggiante, raggiunge la conca del lago Servaz.
Si costeggia la sponda del lago per risalire nel
bosco fino ad uno scollinamento. Si scende fino
ad attraversare il torrente per seguire il sentiero
che - dopo essere passato nei pressi di una torbiera e di un alpeggio - risale tra rocce levigate e
massi erratici al rifugio Barbustel.
Seconda tappa: nel segno dell’acqua
Punto di partenza: rifugio Barbustel (2.200 m)
Punto di arrivo: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m)
Dislivello: 645 m
Durata: 6 ore e mezzo
Dal rifugio si scende leggermente sino ad attraversare il torrente appena sopra al Lac Blanc.
Si sale per poi attraversare in alto e raggiungere
l’alpe Pisonet, attraversando la bella conca e
risalendo tra rocce montonate sino al Gran Lac.
Si costeggia tutto il lago, si passa nei pressi di un
fabbricato utilizzato dalle guardie del parco per
poi risalire un pendio, che
al termine diventa faticoso
sino ad un colletto. Si continua a risalire a sinistra per
poi seguire l’ampio costone
e scendere nel bel pianoro del Lac des Heures. Il
sentiero adesso scende tra
grandi massi rossicci sino
XXII
a raggiungere il Lac Gelé che si costeggia a
destra. Si prosegue in ripida pendenza a destra
passando nei pressi della miniera di ferro, sino
a raggiungere il fondo del vallone dove è ben visibile il grande lavoro svolto per la costruzione
della mulattiera. Il percorso adesso si sposta
sull’altro versante e scende con ripide svolte, sin
quando bisogna deviare a sinistra in direzione di
Pra Oursie. Dopo un breve tratto, sulla sinistra,
si prende una piccola deviazione che permette di raggiungere in pochi minuti la Barma de
Rova, antica cava di macine, proseguendo fino
all’alpeggio di Pra Oursie, con sosta “obbligata”
presso l’agriturismo la Maison du Lord. Da qui si
scende velocemente nel bosco sino a raggiunge il percorso del giorno precedente ed in breve
Veulla ed il parcheggio di Blanchet.
Quinto itinerario: il Lago Miserin
(Giroparchi Azzurro)
Punto di partenza e arrivo: loc. Chardonney,
Champorcher (1.460 m)
Durata: 2 tappe
Dislivello: 1.550 m
Note: stupendo itinerario
circolare che tocca nove laghi alpini e numerosi specchi minori. La prima parte
si snoda attraverso vallette
che si distaccano dalla valle
di Champorcher, per arrivare negli ampi pendii che
XXIII
SENTINELLE DI PRIMAVERA Dopo il disgelo fioritura di crochi (Crocus albiflorus) nei pressi del rifugio Barbustel.
In basso, in senso orario: Pulsatilla alpina; in cammino nella verso Pra Oursie; la Barma de Rova con una macina
scolpita. Nella pagina a fianco: Un camoscio (Rupicapra rupicapra) nei pressi del lago Muffé.
conducono al fascinoso lago Miserin. Si prosegue percorrendo il tratto superiore della val Clavalité, dove sovente s’incontrano stambecchi al
pascolo, per scendere sino al lago Margueron.
Si seguono tratti di mulattiere reali, costruite
per facilitare lo svolgimento delle battute reali.
Il pernottamento è previsto nei rifugi Barbustel e
Dondena; l’alternativa a quest’ultimo è il rifugio
Miserin. Volendo ridurre la tappa del secondo
giorno, che può essere impegnativa, si può, da
Dondena, risalire direttamente al col Fussy. Si
perde, in questo caso, la vista del lago Miserin.
L’escursione può iniziarsi, oltre che da Chardonney, da Blanchet (Champdepraz): ci si spinge
sino al rifugio Barbustel e da quest’ultimo si riprende l’anello nel tratto superiore.
Prima tappa: grandi spazi del Mont Avic
Punto di partenza: loc. Chardonney, Champorcher (1.460 m)
Punto di arrivo: rifugio Dondena (2.185 m)
Dislivello: 1.145 m
Durata: 4 ore e mezzo
Da Chardonney si cammina per 100 metri lungo la strada che costeggia il torrente. Di fronte
al ponte inizia il sentiero che passa tra le case e
raggiunge i villaggi di Perruchon e Petit Mont
Blanc. Appena oltre si attraversa la strada un
paio di volte sino a raggiungere l’alpe La Cort (se
nel primo tratto l’erba è alta il sentiero non è molto visibile e conviene seguire la strada delle auto).
Il sentiero adesso svolta a sinistra per raggiunge-
XXIV
re quello più frequentato, che inizia al parcheggio
della strada di Dondena. Il sentiero sale lungo
una valletta, raggiunge una piccola conca e poi,
con un tratto più ripido, il bel lago Muffé, apprezzato punto ristoro. A questo punto si lascia il sentiero principale che porta al rifugio Barbustel e si
svolta decisamente a sinistra. Si prosegue con
alcuni saliscendi sino a raggiungere il lago Vernoille e successivamente un colletto da dove si
scende leggermente sino all’alpe Raté-Di-For e
poi, con alcuni saliscendi, al lago Raté. Si passa
sulla sinistra del lago e si risale un altro colletto,
per poi scendere sino al lago Giasset. Ancora in
discesa sino al ponte di Dondena, da dove, con
una breve risalita, si raggiunge il rifugio.
Seconda tappa: ancora laghi
Punto di partenza: rifugio Dondena (2.185 m)
Punto di arrivo: loc. Chardonney, Champorcher
(1.460 m)
Dislivello: 400 m
Durata: 4 ore e mezzo
Dal rifugio si segue la strada sterrata fino al lago
del Miserin, sulle cui sponde sono situati il rifugio ed il santuario omonimi. Dopo aver effettuato
il giro del lago si torna al rifugio Dondena. Dal
rifugio si scende sino ad attraversare il torrente;
appena dopo si imbocca sulla destra il percorso
dell’Alta Via n° 2 che, prima per ampi pascoli
e poi lungo la stretta gola del torrente, raggiunge un ponte che si attraversa prima di arrivare a
Chardonney.
XXV
Come arrivare
In auto: la Valle d’Aosta si raggiunge facilmente con l’A5 uscendo agli svincoli di PontSaint-Martin per la Valle di Champorcher e
Verrès per Champdepraz (Parco Naturale
Mont Avic); Aosta Ovest per raggiungere le
valli di Cogne, Valsavarenche e Rhêmes-Notre-Dame. In treno: arrivando sia da Torino
che da Milano è necessario effettuare il cambio treno a Chivasso o Ivrea: le fermate di riferimento sono Pont-Saint-Martin, Verrès, Aosta, Saint-Pierre, Villeneuve. In bus: SAVDA,
www.savda.it, effettua regolari collegamenti
giornalieri con Milano. In aereo: gli aeroporti
internazionali più vicini sono Torino Caselle,
Milano Malpensa e Ginevra Cointrin.
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
Come spostarsi
In bus: Autolinee SAVDA, strada Pont-Suaz
6, Aosta; tel. 0165.367011, www.savda.
it. Trekbus Giroparchi Gran Paradiso (cell.
339.5443364, info Fondation Grand Paradis,
tel. 0165.75301) e Trekbus Giroparchi Mont
Avic (cell. 340.3453429, info Parco Naturale
Mont Avic, tel. 0125.960643) sono i servizi estivi di trasporto per escursionisti garantiti con
minibus che collegano, su chiamata e prenotazione (il giorno prima), i comuni di fondovalle
del Gran Paradiso e del Mont Avic con i comuni di valle come Champorcher, Champdepraz,
Cogne, Valsavarenche, Rhêmes-Notre-Dame,
Rhêmes-Saint-Georges, Valgrisenche. Bike
sharing: RêVE Grand Paradis, vedi box.
Periodo
Da fine giugno a settembre. Verificare attentamente le condizioni meteo in alta quota: gli itinerari toccano, nei punti più alti, i 3.000 metri.
XXVI
Rifugi
I prezzi si intendono a persona in mezza pensione. Parco Nazionale Gran Paradiso:
Gian Federico Benevolo, loc. Alpe di Lavassey (val di Rhêmes), tel. 0165.936143, cell.
339.8539158,
www.rifugiobenevolo.com,
39 posti letto, posizione panoramica sulla
Granta Parey e raggiungibile in un’ora e mezzo dal fondovalle, ideale per sci alpinismo in
primavera, da 45 a 55 e la mezza pensione
a persona; Vittorio Emanuele II, loc. Moncorvé (Valsavarenche), tel. 0165.95920, cell.
335.6001921, www.rifugiovittorioemanuele.
com, 120 posti letto, 2 ore dal fondovalle, è
la base di partenza ideale per l’ascensione
al Gran Paradiso e le altre vette della catena,
da 28 a 46 e; Federico Chabod, loc. Côte Savolère (Valsavarenche), tel. 0165.95574, www.
rifugiochabod.com, a due ore e mezzo dal
fondovalle e due ore dal Vittorio Emanuele
II è una base di partenza per la via normale
al Gran Paradiso, da 40 a 46 e; Vittorio Sella, loc. Lauson (Valnontey), tel. 0165.74310 e
0165.551658, www.rifugiosella.com, 143 posti letto, in posizione strategica tra Valnontey-Cogne e Valsavarenche, antica casa di
caccia del re Vittorio Emanuele II, da 39,50
a 49,50 e; Savoia, loc. laghi del Nivolet, tel.
0165.94141, [email protected], ai margini
dei Piani del Nivolet, da 48 a 52 e; Città di
Chivasso, colle del Nivolet, tel. 0124.953150,
cell. 333.2820450, [email protected],
34 posti, crocevia di escursionisti in splendida posizione, offre servizio informazioni e
cartografico e una ricca biblioteca, da 40 a 48
e. Mont Avic-Champdepraz: Barbustel Lac
Blanc, loc. Lago Bianco, tel. 0166.510001,
cell. 347.7892089, 36 posti letto a 2.154 m.
s.l.m., tra i laghi Bianco, Nero e Vallet, vista
su Avic, Cervino e Rosa, cucina tipica, da 39
a 45 e. Champorcher: Rifugio Dondena, loc.
Dondena, cell. 347.2548391 e 348.2664837,
www.rifugidellarosa.it, 75 posti letto a 2.189
m s.l.m., ex casa di caccia reale, in luogo di
grande suggestione, 15 minuti dal parcheg-
BLOCKNOTES
4 - 10 giorni
fine giugno - settembre
dalata assistita per i clienti, ottimo il ristorante
(Marescò), da 140 e la doppia con colazione.
Champdepraz: Hotel Parc Mont Avic, loc. Covarey 19, tel. 0125.960413, cell. 334.2293793,
www.hotelparcmontavic.it, in bella posizione,
18 camere, centro benessere, bagno turco e
piscina all’aperto, cucina tipica e buona cantina, da 80 a 100 e la camera doppia con prima
colazione. Champorcher: La Maison de la
Tante B&B, fraz. Mellier 6, cell. 347.6613014,
[email protected], in una casa seicentesca ristrutturata con gusto e sensibilità nel
rispetto della tradizione e dell’architettura sostenibile, da 70 a 100 e per la doppia.
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
BLOCKNOTES
Durata
Quando
Dove dormire
Cogne: Hotel Bellevue, via Grand Paradis 22,
tel. 0165.74825, www.hotelbellevue.it, gran
classe, eleganza e atmosfera in questo albergo storico affacciato sulla Valnontey e il prato
di Sant’Orso, centro benessere e cucina raffinata, da 170 a 390 e per la doppia con colazione; Hotel Sant’Orso, via Bourgeois 2, tel.
0165.74821 e 0165.74822, www.cognevacanze.com, in bella posizione sul prato di Sant’Orso, centro benessere Lebois, servizi efficienti
e di qualità, cucina del territorio, bici elettriche
a pedalata assistita per i clienti, offerte interessanti, da 120 a 180 e per la doppia con
colazione; Hotel Restaurant du Grand Paradis,
via Grappein 45, tel. 0165.74070 e 0165.74275,
www.cognevacanze.com, centrale, comodo,
accesso al centro benessere La Baita, bici
elettriche a pedalata assistita per i clienti, da
98 a 138 e la doppia con colazione; Residence Hotel Mont Blanc, via Gran Paradiso 18, tel.
0165.74211 e 0165.524171, www.rhmontblanc.
com, in bella posizione, buon rapporto qualità-prezzo, appartamenti fino a 6 persone, per
due persone da 350 a 650 e a settimana, anche singole notti ma non in alta stagione. Introd: Il Fienile della Nonna, fraz. Villes Dessus
78, cell. 348.5827682, tel. 0165.94110, www.
ilfieniledellanonna.it, antico fienile ristrutturato
con gusto, atmosfera e carattere, da 100 a 200
e al giorno (a seconda di periodi e offerte) per
appartamento. Valsavarenche: Hostellerie du
Paradis, loc. Eau Rousse, tel. 0165.905972,
www.hostellerieduparadis.com, nel cuore della valle, tradizione e gran senso di ospitalità,
atmosfera familiare, ottima cucina, valido appoggio per escursionisti, proposte di soggiorni
a tema tutto l’anno, da 55 a 75 e a persona per
la mezza pensione in camera doppia; Albergo
Genzianella, loc. Pont, tel. 0165.95393, www.
genzianella.aosta.it, in posizione strategica
verso il fondovalle, semplicità, cortesia e buona cucina tradizionale, circa 80 e per la doppia
con colazione. Rhêmes-Notre-Dame: Hotel
Granta Parey, loc. Chanavey, tel. 0165.936104,
www.rhemesgrantaparey.com,
atmosfera
accogliente, aperto tutto l’anno, ospitalità
nel segno della tradizione come l’apprezzata
cucina del territorio, da 70 a 90 e la camera
doppia con bagno. Saint-Pierre: La Meridiana, château Feuillet 17, tel. 0165.903626, www.
albergomeridiana.it, accoglienza e atmosfera
nel segno della tradizione e dell’ospitalità valdostana, centro benessere e biciclette a pe-
Rê.V.E e ITER, progetti per la mobilità sostenibile
Il progetto denominato "Rê.V.E. – Grand Paradis”, Rete Veicoli Elettrici - Grand Paradis intende rendere possibili gli spostamenti ad impatto zero grazie all’utilizzo di veicoli alimentati con energia prodotta dal
solare fotovoltaico. Si tratta di un progetto basato sulla realizzazione di una rete di 11 pensiline fotovoltaiche con monitoraggio della produzione, dell’utilizzo dei veicoli elettrici e di informazione ai cittadini. Le
pensiline prevedono una dotazione di 66 biciclette a pedalata assistita a disposizione gratuita degli utenti.
Per quanto riguarda il sistema di bike-sharing, basta iscriversi presso uno dei punti di accreditamento e ritirare
la tessera elettronica; è sufficiente presentare un documento di identità e depositare una cauzione di 10 #. Punti di
accreditamento: Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Rhêmes-Notre-Dame, Valsavarenche,
Cogne Villaggio Minatori, Maison Bruil di Introd, Castello di Introd, Comune di Introd, Parc Animalier d’Introd, Comune di Rhêmes-Saint-Georges, Punto informativo di Aymavilles, Sede Consorzio Operatori di Cogne,
Sede Fondation Grand Paradis. Postazioni: Cogne, Villaggio Minatori e località Revettaz; Introd, località Villes Dessus e frazione Plan d’Introd; Rhêmes-Saint-Georges, frazione La Palud; Rhêmes-Notre-Dame, località
Chanavey; Valsavarenche, località Pont e località Dégioz. Il servizio è disponibile 7 giorni su 7, dalle ore 5 alle 24.
Inoltre il progetto ITER Imaginez un Transport Efficace et Responsable mira a rendere i servizi di trasporto
pubblico efficaci e a promuovere la crescita di comportamenti responsabili in relazione alle esigenze di mobilità personale.
Tra le altre azioni previste dal progetto, si segnalano Grand
Paradis Free WiFi zone, una rete di hot spot che garantisce l’accesso a internet fino a 3 ore giornaliere presso le piazze dei 13 comuni facenti parte dell’Espace Grand Paradis;
Voyage expérience ITER, un viaggio transfrontaliero dalla
Francia utilizzando mezzi pubblici di trasporto; diffusione di
biciclette elettriche agli operatori del territorio.
Per informazioni, tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it.
XXVII
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
Campeggi
Cogne: Lo Stambecco, fraz. Valnontey, tel.
0165.74152, cell. 340.7796161, www.campeggio
lostambecco.it; Gran Paradiso, loc. Valnontey,
tel. 0165.749204; Al Sole, fraz. Lillaz 129, tel.
0165.74237, [email protected]; Les
Salasses, fraz. Lillaz, tel. 0165.74252; Vallée de
Cogne, via Cavagnet 7, tel. 0165.74079. Val di
Rhêmes: Val di Rhêmes, loc. Rhêmes-SaintGeorges, tel. 0165.907648, www.camping
valdirhemes.com. Valsavarenche: Pont
Breuil, fraz. Pont 24, tel. 0165.95458, cell.
335.6001921, www.campingpontbreuil.com;
Gran Paradiso, loc. Plan de la Pesse 1, tel.
0165.905801;
www.campinggranparadiso.
it; Grivola, fraz. Bien, tel. 0165.905743, www.
campinghotelgrivola.com.
Area camper
Cogne: loc. Revettaz (capoluogo), cell.
328.9036422, [email protected], 130 piazzole, a pagamento, annuale, coordinate geografiche WGS84, Est: 371971, Nord: 5051874;
loc. Lillaz, 2,5 km oltre Cogne presso area
pic-nic, 37 piazzole, annuale, coordinate geografiche WGS84, Est: 374293, Nord: 5050447.
Valsavarenche: loc. Dégioz (capoluogo), 11
piazzole, aprile-ottobre, a pagamento, coordinate geografiche WGS84, Est: 348755, Nord:
5053690. Rhêmes-Notre-Dame: Il Gipeto,
fraz. Chanavey (piazzale impianti risalita), cell.
347.4055195, 30 piazzole, annuale, a pagamento, coordinate geografiche WGS84, Est:
353610, Nord: 5049018. Champorcher: loc.
Chardonney (presso area pic-nic, zona funivie), sosta gratuita, coordinate geografiche
WGS84, Est: 391569, Nord: 5052928.
XXVIII
Cosa mangiare e bere
Oltre ai piatti tipici valdostani come la polenta accompagnata da carbonada, una sorta di
brasato (carne tenera cotta a lungo), la fonduta e gli imperdibili salumi come il lardo, la mocetta (carne essiccata e macerata con erbe di
montagna, messa sotto sale e poi stagionata)
e i boudin (salumi preparati con patate bollite, lardo, barbabietole rosse, spezie, vino e
sangue bovino o suino), la zona del Gran Paradiso offre un’enogastronomia dalla spiccata
identità territoriale. Piatti tipici sono la seupetta di Cogne, zuppa con riso, pane, fontina e
spezie; la soça de Cogne, zuppa con patate,
carne, porri, burro e fontina; e la straordinaria
favò de Ozein (Aymavilles), un piatto a base di
pasta corta, pane nero abbrustolito nel burro,
fave, fontina, salsiccia e pancetta; la crema di
Cogne a base di cioccolato. Il mécoulin, pane
dolce tradizionale e la fiocca, panna montata
a mano tipica di Avise. Tra i prodotti caseari
la Fontina non ha rivali. Un discorso particolare meritano i vini che negli ultimi anni hanno
raggiunto livelli qualitativi decisamente apprezzabili. Tra i rossi si segnalano il Torrette, il
Fumin, il Gamay, l’Enfer d’Arvier, il Petit Rouge
e il Mayolet; straordinari i bianchi come Petite
Arvine, Pinot Gris e Chardonnay.
Dolci soste
Cogne: Pasticceria Perret, via Bourgeois 59,
tel. 0165.74009, specialità di Stefano Vassoney
come mécoulin (pane
dolce tipico), tegole e cogneins. Villeneuve: Dupont, piazza Assunzione
8, tel. 0165.95014, www.
pasticceriadupont.it, pasticceria tradizionale, un
classico per la colazione o per il dopo escursione grazie ai suoi famosi “torcetti”.
Artigianato
A Cogne tovaglie, centrotavola, lenzuola,
asciugamani e copriletti lavorati con la tecnica
del pizzo al tombolo presso la cooperativa
Les Dentellières, Maison di Pitz, via Grappein50, tel. 0165.759282, dentelles_cogne@
yahoo.it. A Villeneuve creazioni in legno e
ceramica come i tradizionali “tatà” (giocattoli) o oggetti di design per l’arredamento da
Derby Legno Ceramica, loc. Champagne 15,
tel. 0165.920015,
w w w.c e r a m i c a derby.com. A introd: oggetti in
legno lavorati secondo le tradizioni
locali come grolle,
coppe dell’amicizia, taglieri, mortai, ciotole
e bassorilievi da Les Amis du Bois, fraz. Villes Dessus 9, tel. 0165.95557, www.lesamis
dubois.com. A Champorcher tagli di stoffa
in canapa o misto canapa, asciugamani con
orli a pizzo, canovacci, grembiuli, borse, tovaglie e centri tavola, cuscini, tende e abbigliamento presso la Cooperativa Lou Dzeut, fraz.
Chardonney 42, tel. 0125.37327, www.tessere
amano.com. Mobili in legno intagliati a mano
da Artilegno, loc. Mellier 6, tel. 0125.37280.
BLOCKNOTES
Agriturismo
Champdepraz: La Maison du Lord, loc. Pra
Oursie, cell. 349.6678169 e 347.6142139,
[email protected], splendida dimora rustica ottocentesca, atmosfera familiare,
raggiungibile solo a piedi (un’ora abbondante)
da Covarey, cucina genuina e prodotti di alpeggio, 50 e la mezza pensione.
Dove mangiare
Tutti gli alberghi, i
rifugi e l’agriturismo
segnalati nel Dove
dormire si caratterizzano per una
cucina di ottimo livello. Cogne: Bon
Bec, via Bourgeois 72, tel. 0165.749288, www.
lebonbec.it, brasserie tipica caratterizzata da
piatti conviviali delle Alpi; Bar à Fromage, via
Grand Paradis 21, tel. 0165.749696, piatti tipici, talvolta ingentiliti, della tradizione montanara valdostana; Lou Ressignon, via Mines de
Cogne, tel. 0165.74034, www.louressignon.it,
ristorante - taverna che offre piatti della tradizione, da provare gli gnocchetti di patate e
barbabietola, il filetto di manzo lardellato e la
crema di Cogne con tegole; La Cave de Cogne, via Bourgeois 50, tel. 0165.74498, www.
lacavedecogne.com, ristorante, enoteca, tea
room, wine bar, gastronomia da asporto, in
cucina lo chef Jun Nakajima, vendita prodotti
tipici selezionati, anche on-line; Lou Bequet,
fraz. Cretaz 93, tel. 0165.74651, www.lou
bequet.it, Marco Stefenelli propone una cucina di qualità e ricerca, da provare il risotto
mantecato al Petit Arvine con porri, mele renette, mocetta e la carbonada con polenta;
Ristorante Valnontey, fraz. Valnontey 32, tel.
0165.74154, semplicità e atmosfera ospitale, gran vista sul Gran Paradiso, antipasti e
piatti della tradizione. Rhêmes-Notre-Dame: Boule de Neige, fraz. Chavaney 27, tel.
0165.936166, www.bouledeneige.net, tipicità del territorio, cucina semplice e gustosa, buona cantina; Lo Refuge Dey Pellaud,
fraz. Pellaud 1, cell. 349.2272527, www.les
refuges.it, splendida posizione, braceria, piatti
tipici, vini locali. Rhêmes-Saint-Georges: Le
Solitaire, fraz. La Fabrique, cell. 339.7589673,
tel. 0165.907504, atmosfera familiare, polenta concia, crespelle. Champorcher:
Ristoro Lago Muffé, loc. Lago Muffé, cell.
346.5431511,
www.ristorolagomuffe.com,
si raggiunge solo a piedi (50 min), a 2.080
metri d’altezza, prodotti tipici valdostani; Lo
Skiman Gontier, fraz.
Chardonney 85, tel.
0125.376000,
cell.
349.6474528, zuppe
e gnocchi, fonduta e
vini, buon rapporto
qualità-prezzo.
Arte
Tempio d’Argilla, Via Limnea Borealis, Cogne,
tel. 0165.749117, www.biancardianna.it, laboratorio atelier di Anna Biancardi, interprete
della ceramica artistica.
Prodotti tipici
Aymavilles: vini prodotti con uve conferite
dagli oltre 200 soci di 11 comuni del centro
Valle, 13 etichette doc “Valle d’Aosta”, rossi
come Torrette, Pinot noir, Gamay, Mayolet e
bianchi come Petit Arvine, Chardonnay, Pinot
Gris presso la Cave des Onze Communes, loc.
Urbains 3, tel. 0165.902912, www.caveonze
communes.it. Champorcher: tisane e creme per il corpo prodotte con erbe officinali
da Montiflor di Bruna Vai, loc. Chardoney 38,
cell. 347.5130255. Introd: vini del territorio
prodotti da Marco Martin, uno dei vigneron
più apprezzati della valle da Lo Triolet, loc.
Junod 7, tel. 0165.95437, cell. 339.1387092,
www.lotriolet.vievini.it. Saint-Pierre: vini del
territorio, tra cui lo straordinario Chardonnay
affinato in barrique, presso la pluripremiata
Maison Anselmet, con una bella cantina, fraz.
Vereytaz 30, tel. 0165.904851, www.maison
anselmet.it. Valnontey: formaggi (fontina,
toma, ricotta, reblec), yogurt, burro, panna cotta e montata, latte presso l’Azienda
Agricola Pra su Piaz, loc. Pra su Piaz, cell.
340.7845336, [email protected]. Valsavarenche: formaggi caprini di alta qualità
presso La Chevrerie , fraz. Dégioz 17, cell.
338.5431028 e 347.0088736, lachevreriess@
gmail.com; coltivazione, essicazione delle
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
BLOCKNOTES
gio, da 35 a 40 e; Miserin, loc. Lago Miserin
(Valle di Champorcher), cell. 340.9014630 e
348.6813091, www.miserinespritlibre.it, 36
posti letto, a 1 ora e mezzo dal rifugio Dondena, in bella posizione nei pressi del lago di
Miserin, ex ospizio per viandanti del Santuario
della Madonna delle Nevi, 40 e.
XXIX
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
Shopping
Cogne: Ezio Sport, via Bourgeois 62, tel.
0165.74201, [email protected], abbigliamento tecnico e attrezzature per l’escursionismo e l’alpinismo, noleggio materiale
tecnico, organizzazione gite in collaborazione con le Guide Alpine ed Escursionistiche;
Le Paradis des Sports, via Bourgeois 10, tel.
0165.74882, attrezzature tecniche e sportive;
Le Marché aux Puces, rue Gran Paradis 4,
tel. 0165.749666, boutique di montagna che
propone artigianato locale, abbigliamento tradizionale, oggetti per la casa e mobili di arte
popolare; Art Maison, via Limnea Borealis 2,
tel. 0165.749689, cell. 347.7866882, www.art
maisoncogne.it, tessuti per arredamento, cuscini, tovaglie, coperte e oggettistica. SaintPierre: Centro Regionale dell’Artigianato e dei
Prodotti Tipici Pain de Coucou, loc. Cognein
6, tel. 0165.903436, www.paindecoucou.it,
oggetti in legno e prodotti del territorio come
formaggi, salumi, frutta, pane, dolci, vini, succhi di frutta, liquori, mappe, guide e libri.
Libri
Cogne: Cartolibreria Montagne di Carta, via
Grappein 56, cell. 348.1213285. Valsavarenche: Biblioteca tematica della Montagna
- Maison de la Montagne, loc. Dégioz, piazzale Municipio; tel. 0165.905505, biblioteca.
[email protected].
Cosa vedere
Al costo di 8 e si può acquistare il Fondation Grand Paradis Pass, valido un anno, che
consente l’accesso ai dieci siti gestiti e promossi da Fondation Grand Paradis: Giardino
Botanico Alpino Paradisia, Centri visitatori
del Parco Nazionale Gran Paradiso di Cogne,
Valsavarenche e Rhêmes-Notre-Dame, esposizione La Miniera di Cogne, Maison de Cogne
Gérard Dayné, Maison Bruil Introd, Maison
Musée Jean-Paul II e Castello di Introd, Chatel-Argent a Villeneuve. Cogne: La Miniera di
Cogne - Centro espositivo Alpinart, Villaggio
XXX
Centri visite dei parchi
Cogne: Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, Villaggio Minatori, tel.
0165.75301, www.grand-paradis.it, laboratorio interattivo, spazi sensoriali e multimediali,
temi di riferimento sono l’acqua, il bosco e il
pascolo, la fauna e l’uomo, postazione di volo
virtuale sulle Alpi. Valsavarenche: Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, loc.
Dégioz 65, tel. 0165.75301 e 0165.905500,
www.grand-paradis.it, informazioni generali
sui predatori del Parco con due spazi dedicati alla lince e al lupo. Rhêmes-Notre-Dame:
Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, fraz. Chanavey 28, tel. 0165.75301, www.
grand-paradis.it, luogo d’informazione quasi totalmente dedicato al gipeto, un grande
avvoltoio reintrodotto nel parco dopo la sua
estinzione. Champdepraz: Parco Naturale Mont Avic, loc. Covarey, tel. 0125.960643,
www.montavic.it, museo naturalistico su zone
rocciose, foreste e ambienti umidi, plastico in
scala 1:5.000 che riproduce il Parco.
Guide escursionistiche
ASD Namasté, via Saint Martin de Corléans
151, Aosta, cell. 333.5813792, www.guide
natura.com. Associazione guide della natura di Cogne, via Bourgeois 33, Cogne, tel.
0165.74835, www.guidenaturacogne.net. Associazione La Genziana, loc. Torille 15, Verres, cell. 340.9175734, www.guidelagenziana.
it. Cooperativa Habitat Guide Naturalistiche,
fraz. Bressan 8, Saint-Pierre, tel. 0165.363851,
cell. 335.8118731, www.ambientenatura.com.
Associazione Arc-en-Ciel, fraz. Derby 194, La
Salle; www.eaec.it.
Guide alpine
Società delle guide alpine di Cogne, rue Bourgeois 33, Cogne, tel. 0165.74835, www.guide
alpinecogne.it. Società guide alpine del Gran
Paradiso, loc. Dégioz 52 (in estate riferimento
presso il Punto Informazione di Pont Valsavarenche), Valsavarenche, tel. 0165.95304, cell.
345.2106893, www.guidegranparadiso.com.
Turismo equestre
Cogne: Le Traineau, fraz. Valnontey, cell.
333.3147248, www.letraineau.too.it, passeggiate a cavallo, pony per bambini, escursione al rifugio di Berdzé all’Urtier. RhêmesSaint-Georges: Centro turismo equestre
Val di Rhêmes, loc. Fabrique, Rhêmes-SaintGeorges, tel. 0165.907667, cell. 338.1153303,
www.casegranparadiso.com, escursioni e
trekking nel Parco Nazionale Gran Paradiso.
Champorcher: Centro Ippico Callà, fraz.
Chardonney (funivie), cell. 338.8649458,
[email protected]: escursioni e
scuola per bambini da 4 anni in poi.
BLOCKNOTES
Minatori, tel. 0165.75301, www.grand-paradis.
it, mostra permanente sulla miniera, da non
perdere il filmato Le miniere realizzato nel 1938
da Marco Elter per l’Istituto Luce; Giardino
Botanico Alpino Paradisia, fraz.. Valnontey,
tel. 0165.75301, oltre 1000 specie di piante e
fiori presenti sulle Alpi, gli Appennini e anche
in ambienti montani d’Europa, Asia e America, due percorsi botanici, rocce del Parco del
Gran Paradiso, collezione spontanea di licheni
e giardino delle farfalle, eventi, animazioni e
laboratori; Maison de Cogne Gérard-Dayné,
via Sonveulla 30, tel. 0165.75301, www.grandparadis.it, testimonianza di architettura rurale
tradizionale che racconta con legno e pietra
gli spazi abitativi “di una volta” con uno splendido fienile. Rhêmes-St-Georges: Maison
Pellissier, sala polivalente, completamente attrezzata, destinata a riunioni, congressi, manifestazioni, nei pressi della Maison Pellissier
sorge il punto vendita di prodotti tipici e lo
spazio ludico - culturale Lo Berlo - Il Parco dei
Segreti rivolto a bambini e adulti per la conoscenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Introd: castello di Introd, loc. Plan d’Introd, tel.
0165.75301, www.grand-paradis.it, esempio
architettonico di grande interesse risalente al
XII secolo e più volte trasformato, bella la vista
dalla torre, di pregio il granaio del XV secolo
quasi interamente in legno impreziosito da una
serratura gotica; Maison Bruil d’Introd, fraz.
Villes Dessus 86, tel. 0165.75301, www.grandparadis.it, splendido esempio di architettura
rurale che racconta la vita, ma soprattutto
storia, tradizioni e tecniche dell’alimentazione
in valle; Maison Musée Jean-Paul II, fraz. Les
Combes, il luogo che ha ospitato per un decennio in estate papa Giovanni Paolo II e successivamente anche Benedetto XVI. Villeneuve: Vivre Chatel-Argent, tel. 0165.75301, www.
grand-paradis.it, itinerario tra il castello e la
chiesa romanica di Santa Maria con bellissima
vista sul borgo di Villeneuve e la Valle. Champorcher: Ecomuseo della Canapa, c/o Cooperativa Lo Dzeut, loc. Chardonney, tel. 0125.37327,
ambienti recuperati di un
antico fabbricato con un
vecchio telaio manuale, si possono vedere la
cantina (crotta), la cucina
rustica (maison) e la stalla (baou).
Appuntamenti
Agosto: Gran Paradiso Film Festival, Cogne,
vedi box. Festival del Castello d’Introd - Spazi
d’ascolto, www.festivalintrod.it, evento dedicato all’ascolto e al saper ascoltare, attività e
laboratori organizzati tutto l’anno da Fondation Grand Paradis.
Bibliografia
L. Poggio, Il giardino botanico alpino Paradisia, Musumeci editore. AAVV, Gran Paradiso,
Ed. Risveglio, fotografico. Dichiarazione Ambientale EMAS 2012-2015, Parco Naturale
Mont Avic, www.montavic.it. F. Baudin et altri,
La Valle di Champorcher: natura, storia, itinerari nei comuni di Bard, Hone, Pontboset e
Champorcher, Ed. Cooperativa La Traccia. N.
Finco e L. Zavatta, Parco Naturale Mont Avic
e dintorni, L’Escursionista editore.
Cartografia
Con l'acquisto del Fondation Grand Paradis Pass (vedi voce Cosa vedere) si riceverà in omaggio la Carta dei sentieri Giroparchi, 1:50.000, completa della
descrizione esaustiva di tutti gli itinerari.
Parco Nazionale del Gran Paradiso, Carta dei
sentieri, 1:50.000, Blu Edizioni. Valle di Champorcher - Parco Mont Avic, Carta dei sentieri,
1:25.000, L’Escursionista editore.
Con chi
Fondation Grand Paradis con Consorzio Gran
Paradiso Natura (loc. Charrion 4, Saint-Pierre;
tel. 0165.920609, www.granparadisonatura.it)
e Consorzio Operatori Turistici Valle di Cogne
(Via Bourgeois 33, Cogne; tel. 0165.74835,
www.cogneturismo.it) offrono pacchetti vacanza senz’auto.
VALLE D’AOSTA GIROPARCHI
BLOCKNOTES
piante di génépy bianco e di altre tisane Da
Emy, loc. Bois de Clin 18, tel. 0165.905791,
cell. 347.3716812. Villeneuve: salumi tipici
del territorio da Segor, piazza Chanoux 4, tel.
0165.95479; miele di rododendro e millefiori
prodotto nelle valli del Gran Paradiso presso
l’Apicoltura Glarey, via IV Novembre 39, cell.
335.5235954, www.apicolturaglarey.it.
XXXI
Inserto n° 234 del periodico ITINERARI e luoghi
Cogne, Villaggio Minatori, sede di Fondation Grand Paradis
Indirizzi utili
Fondation Grand Paradis, Villaggio Minatori, Cogne
tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it
Ente Parco Gran Paradiso, via della Rocca 47, Torino
tel. 011.8606233, www.pngp.it
Ente Parco Naturale Mont Avic, loc. Fabbrica 164, Champdepraz
tel. 0125.960643, www.montavic.it, [email protected]
Uffici informazioni turistiche
Ufficio Regionale del Turismo, piazza Porta Praetoria 3, Aosta
tel. 0165.236627, www.lovevda.it, materiale informativo per viaggiare in Valle d’Aosta
Ufficio del Turismo di Cogne, rue Bougeois 34
tel. 0165.74040 e 0165.74056, [email protected]
Ufficio del turismo di Pont-Saint-Martin, via Circonvallazione 30
tel. 0125.804843, [email protected]
Punto informativo del Parco Nazionale Gran Paradiso, loc. Cheriettes, Aymavilles
tel. 0165.902693, www.pngp.it, segreteria di versante Valle d’Aosta
PROGRAMMA DEL
FONDO AREE
SOTTOUTILIZZATE
FA
S
SVILUPPO REGIONALE
2007·2013