Servono investimenti per il Monte Pora

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Servono investimenti per il Monte Pora
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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 4 FEBBRAIO 2015
Valli Seriana e di Scalve
Monte Pora, investitori cercansi
Castione, il comprensorio ha bisogno di soldi freschi e di strutture per reggere la concorrenza
Nei progetti i bacini per l’innevamento e campi da golf, ma la burocrazia frena lo sviluppo
portantissima per l’intera Valle,
fonte di un indotto economico
NICOLA TOMASONI
e turistico locale non trascurabiDifficoltà a reperire capitali e la le. Per questo dobbiamo contisolita burocrazia. È l’abbraccio nuare a investire nel suo rilanche rischia di stritolare la stazio- cio: se vogliamo fare il salto di
ne sciistica del Monte Pora. La qualità dobbiamo differenziarci
società impianti, per bocca del- dai nostri concorrenti, investire
l’azionista Angelo Radici, cerca sforzi e risorse per ottimizzare
nuovi soci e chiede alle istituzio- i servizi».
ni «appoggio e collaborazione».
Per farlo servono soldi. Da qui
Altrimenti? «Non potremo ga- l’esplicita ricerca di nuovi aziorantire la prossima stagione». nisti. «Visti i momenti non facili
Meglio parlar chiaro sin d’ora, che si stanno vivendo a livello
provando a giocare d’anticipo. locale e nazionale è davvero una
La società che gestisce il com- sfida complessa – continua Raprensorio sciistico, la Irta spa, ha dici – ma a maggior ragione dobun fatturato che supera i 2 milio- biamo unirci e fare squadra». Poi
ni di euro e, nei perioRadici guarda altrove:
di di massimo afflus«L’aiuto delle istituso, occupa 80 addetti.
Angelo zioni è importantissiL’indotto poi è incalsoprattutto per
Radici, Irta mo,
colabile: alimenta insnellire e semplificare
fatti quella miriade di
spa: occorre gli aspetti burocratici
iniziative private – dai
condizionano forfare squadra che
maestri di sci alla
temente il futuro del
o la stagione comprensorio». Un
boutique del centro –
che non potrebbero
«Da anni –
è a rischio esempio?
sopravvivere senza i
spiega Radici – chieturisti attirati dal cirdiamo l’autorizzazioco bianco. La Irta è guidata dalla ne per implementare due bacini
famiglia Pasinetti ma nel Consi- d’acqua e garantire così l’innevaglio di amministrazione siedono mento artificiale di tutte le piste
importanti rappresentanti del- del comprensorio, ma i permessi
l’imprenditoria bergamasca – i non si sbloccano. Siamo preocRadici e i Percassi –, insieme ad cupati perché, se questi bacini
altri investitori locali. Ora la so- non saranno a regime entro pocietà cerca nuovi soci e capitali chi mesi, non potremo garantire
freschi: «Vorremmo riuscire a l’apertura della stazione per la
coinvolgere in questa sfida im- stagione 2015-2016».
prenditori con cuore, concreti,
La necessità dell’intervento
determinati e legati al territorio è emersa anche quest’anno: i
– spiega Angelo Radici –, sono fiocchi si sono fatti attendere, la
convinto che l’unione di più ri- stazione è rimasta a bocca
sorse umane e finanziarie possa asciutta e gli appassionati hanno
rendere questa impresa una sfi- dovuto accontentarsi delle sole
da possibile e vincente».
seggiovie Pian del Termen e Val«Questo comprensorio – pro- zelli. Così per tutta la prima parsegue Radici – è una risorsa im- te dell’inverno, mentre soltanto
Castione
Il comprensorio sciistico del Monte Pora gestito da Irta spa ha bisogno di nuovi investitori e strutture per tenere il passo
il 23 gennaio è stato possibile
aprire l’intero comprensorio
sciistico. Quello legato ai bacini
in quota è solo uno degli interventi fermi al palo: punti ristoro,
campi da golf e piste ciclabili,
insieme al progetto di una funivia che, partendo dalla frazione
Lantana, colleghi il fondovalle
alla località montana. Sono i
punti salienti dell’accordo di
programma promosso il 10 ottobre dalla Regione Lombardia. A
ulteriore testimonianza di
quanto la stazione sciistica del
Monte Pora non sia competenza
di un solo Comune (Castione,
dove pure insiste maggiormente) né di una sola Provincia. Né
tantomeno l’affare privato di pochi imprenditori. 1
Meteo e offerte su skipass
Il tutto a portata di App
L’appello di Angelo
Radici, presidente dell’omonimo gruppo e azionista della società Irta (la società che gestisce la stazione del Monte Pora),
arriva al giro di boa di un inverno difficile: la scarsità di precipitazioni ha imposto aperture
parziali durante tutta la prima
parte della stagione, mentre
soltanto dopo la metà di gennaio è stato possibile inaugurare
la quasi totalità delle piste. Gli
appassionati sono stati accolti
da una bella novità: un’applicazione per smartphone che consente di avere in tasca tutte le
informazioni riguardanti la
stazione sciistica. Scaricando
l’applicazione è possibile controllare le condizioni meteo in
tempo reale, decidere quale attrezzatura noleggiare, conoscere le offerte sugli skipass o le
iniziative che si svolgono sulle
piste. Presto sarà inoltre possi-
«Volevo del pane, finii in un lager»
A Gandino il ricordo dei testimoni
e Maria Chiara Carnazzi Nodari.
Marina Löwi ha ora proposto
che il titolo onorifico venga
esteso all’intera comunità gandinese, cui già nel 1948 gli ebrei
salvati consegnarono una pergamena autografa, presentata in
originale durante la serata. «Si
tratterebbe di un riconoscimento di grande rilievo – ha sottolineato Colombi – a oggi concesso
di fatto alla sola cittadina francese di Chambon sur Lignon, in
Alta Loira, dove trovarono rifugio almeno 3.000 ebrei».
Particolarmente commovente è stato l’intervento di Angelo
Colombi, classe 1927, residente
nella frazione Cirano di Gandino. Il 28 agosto del 1944 fu arrestato in paese mentre scalzo, di
buon’ora, si recava ad acquistare
il pane. Fu portato senza ragione
apparente in due campi di smistamento a Bergamo e Monza e
successivamente nel campo di
prigionia di Linz, nell’Austria
occupata dai nazisti. «Vi rimasi
fino al giugno 1945 – ha ricordato con grande lucidità – fra privazioni inenarrabili. Tre compagni che erano come furono
trasferiti un giorno nel vicino
campo di Mauthausen e di loro
Gandino
Emozioni intense, ricordi e l’impegno
a non dimenticare, mai. È stata particolarmente partecipata a Gandino la serata organizzata dall’assessorato alla
Cultura del Comune in occasione del
Giorno della Memoria.
Le testimonianze dello storico
locale Iko Colombi affiancato da
Giambattista Gherardi hanno
ricordato lo slancio di solidarietà che vide la comunità gandinese protagonista del salvataggio
di un centinaio di ebrei negli
Anni ’40, soprattutto dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943.
Grazie alla proiezione di immagini d’epoca, reperite con un
certosino lavoro di ricerca negli
album di molte famiglie, Colombi ha tracciato l’ideale mappa
delle case che in paese e sui
monti hanno dato rifugio a esi-
liati, confinati e clandestini, su
cui si accanivano tedeschi e fascisti.
Nel corso della serata non sono mancanti i momenti toccanti
e inattesi, come la lettera inviata
dal New Jersey da parte di Marina Löwi a Giuseppe Ongaro. Lei
giunse a Gandino insieme alla
mamma Maria e al fratello Siegel, mentre i genitori di Ongaro
(Bortolo e Battistina), furono
fra quanti ospitarono il terzetto
di disperati. Marina Löwi una
decina di anni fa perorò la causa
presso lo Yad Vashem di Gerusalemme per il conferimento (avvenuto ufficialmente il 30 dicembre 2004) del titolo di «Giusti fra le Nazioni» a sei gandinesi
che salvarono la sua famiglia.
Oltre agli Ongaro, anche Vincenzo Rudelli, Giovanni Servalli
e i coniugi Francesco Lorenzo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcuni dei partecipanti all’incontro per il «Giorno della memoria»
bile acquistare lo skipass dal
telefonino, con un clic. L’applicazione è già disponibile per il
sistema operativo Android,
mentre a breve lo sarà anche
per iOS.
L’applicazione mette in rete
un comprensorio – quello che
comprende le stazioni del Monte Pora e della Presolana – che
offre una lunghezza complessiva di 30 chilometri di piste, servite da 15 impianti di risalita. Si
può sciare dai 1.200 metri di
quota del Donico, palestra dello
sci per i più piccoli, fino ai 1.880
metri del Monte Pora, dove
ogni venerdì è possibile farlo
anche in orario serale. 1
N. T.
non si seppe più nulla. Per puro
caso io non subii la stessa sorte».
Ricordi particolari sono stati
dedicati al salvataggio, nel convento delle Orsoline, di Elisabetta Ghelfenbein, moglie ebrea
di Ferruccio Galmozzi, primo
sindaco di Bergamo dopo la Liberazione. A una folta delegazione di suore dell’istituto, si è
unito in sala anche Silvio Galmozzi, nipote di Elisabetta e
Ferruccio. Un ultimo ricordo è
andato alle vittime del mitragliamento del treno della Val
Seriana avvenuto a Colzate il 29
gennaio 1945. Fra loro c’era anche Elisa Parolini, all’epoca ventinovenne, unica donna fra le
decine di caduti gandinesi
iscritti sulle lapidi di piazza Vittorio Veneto a Gandino.
«La zia – ha ricordato in sala
il nipote Andrea – era diretta a
Ponte Selva, da dove avrebbe
raggiunto la casa dello zio parroco don Francesco Moro e dove
risiedeva anche la sorella Catina. A Vertova cedette il proprio
posto a sedere a una suora, rimanendo in piedi nel corridoio
del treno. Una posizione che per
lei fu fatale, mentre la suora si
salvò». 1