Servono investimenti per il Monte Pora
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Servono investimenti per il Monte Pora
37 L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 4 FEBBRAIO 2015 Valli Seriana e di Scalve Monte Pora, investitori cercansi Castione, il comprensorio ha bisogno di soldi freschi e di strutture per reggere la concorrenza Nei progetti i bacini per l’innevamento e campi da golf, ma la burocrazia frena lo sviluppo portantissima per l’intera Valle, fonte di un indotto economico NICOLA TOMASONI e turistico locale non trascurabiDifficoltà a reperire capitali e la le. Per questo dobbiamo contisolita burocrazia. È l’abbraccio nuare a investire nel suo rilanche rischia di stritolare la stazio- cio: se vogliamo fare il salto di ne sciistica del Monte Pora. La qualità dobbiamo differenziarci società impianti, per bocca del- dai nostri concorrenti, investire l’azionista Angelo Radici, cerca sforzi e risorse per ottimizzare nuovi soci e chiede alle istituzio- i servizi». ni «appoggio e collaborazione». Per farlo servono soldi. Da qui Altrimenti? «Non potremo ga- l’esplicita ricerca di nuovi aziorantire la prossima stagione». nisti. «Visti i momenti non facili Meglio parlar chiaro sin d’ora, che si stanno vivendo a livello provando a giocare d’anticipo. locale e nazionale è davvero una La società che gestisce il com- sfida complessa – continua Raprensorio sciistico, la Irta spa, ha dici – ma a maggior ragione dobun fatturato che supera i 2 milio- biamo unirci e fare squadra». Poi ni di euro e, nei perioRadici guarda altrove: di di massimo afflus«L’aiuto delle istituso, occupa 80 addetti. Angelo zioni è importantissiL’indotto poi è incalsoprattutto per Radici, Irta mo, colabile: alimenta insnellire e semplificare fatti quella miriade di spa: occorre gli aspetti burocratici iniziative private – dai condizionano forfare squadra che maestri di sci alla temente il futuro del o la stagione comprensorio». Un boutique del centro – che non potrebbero «Da anni – è a rischio esempio? sopravvivere senza i spiega Radici – chieturisti attirati dal cirdiamo l’autorizzazioco bianco. La Irta è guidata dalla ne per implementare due bacini famiglia Pasinetti ma nel Consi- d’acqua e garantire così l’innevaglio di amministrazione siedono mento artificiale di tutte le piste importanti rappresentanti del- del comprensorio, ma i permessi l’imprenditoria bergamasca – i non si sbloccano. Siamo preocRadici e i Percassi –, insieme ad cupati perché, se questi bacini altri investitori locali. Ora la so- non saranno a regime entro pocietà cerca nuovi soci e capitali chi mesi, non potremo garantire freschi: «Vorremmo riuscire a l’apertura della stazione per la coinvolgere in questa sfida im- stagione 2015-2016». prenditori con cuore, concreti, La necessità dell’intervento determinati e legati al territorio è emersa anche quest’anno: i – spiega Angelo Radici –, sono fiocchi si sono fatti attendere, la convinto che l’unione di più ri- stazione è rimasta a bocca sorse umane e finanziarie possa asciutta e gli appassionati hanno rendere questa impresa una sfi- dovuto accontentarsi delle sole da possibile e vincente». seggiovie Pian del Termen e Val«Questo comprensorio – pro- zelli. Così per tutta la prima parsegue Radici – è una risorsa im- te dell’inverno, mentre soltanto Castione Il comprensorio sciistico del Monte Pora gestito da Irta spa ha bisogno di nuovi investitori e strutture per tenere il passo il 23 gennaio è stato possibile aprire l’intero comprensorio sciistico. Quello legato ai bacini in quota è solo uno degli interventi fermi al palo: punti ristoro, campi da golf e piste ciclabili, insieme al progetto di una funivia che, partendo dalla frazione Lantana, colleghi il fondovalle alla località montana. Sono i punti salienti dell’accordo di programma promosso il 10 ottobre dalla Regione Lombardia. A ulteriore testimonianza di quanto la stazione sciistica del Monte Pora non sia competenza di un solo Comune (Castione, dove pure insiste maggiormente) né di una sola Provincia. Né tantomeno l’affare privato di pochi imprenditori. 1 Meteo e offerte su skipass Il tutto a portata di App L’appello di Angelo Radici, presidente dell’omonimo gruppo e azionista della società Irta (la società che gestisce la stazione del Monte Pora), arriva al giro di boa di un inverno difficile: la scarsità di precipitazioni ha imposto aperture parziali durante tutta la prima parte della stagione, mentre soltanto dopo la metà di gennaio è stato possibile inaugurare la quasi totalità delle piste. Gli appassionati sono stati accolti da una bella novità: un’applicazione per smartphone che consente di avere in tasca tutte le informazioni riguardanti la stazione sciistica. Scaricando l’applicazione è possibile controllare le condizioni meteo in tempo reale, decidere quale attrezzatura noleggiare, conoscere le offerte sugli skipass o le iniziative che si svolgono sulle piste. Presto sarà inoltre possi- «Volevo del pane, finii in un lager» A Gandino il ricordo dei testimoni e Maria Chiara Carnazzi Nodari. Marina Löwi ha ora proposto che il titolo onorifico venga esteso all’intera comunità gandinese, cui già nel 1948 gli ebrei salvati consegnarono una pergamena autografa, presentata in originale durante la serata. «Si tratterebbe di un riconoscimento di grande rilievo – ha sottolineato Colombi – a oggi concesso di fatto alla sola cittadina francese di Chambon sur Lignon, in Alta Loira, dove trovarono rifugio almeno 3.000 ebrei». Particolarmente commovente è stato l’intervento di Angelo Colombi, classe 1927, residente nella frazione Cirano di Gandino. Il 28 agosto del 1944 fu arrestato in paese mentre scalzo, di buon’ora, si recava ad acquistare il pane. Fu portato senza ragione apparente in due campi di smistamento a Bergamo e Monza e successivamente nel campo di prigionia di Linz, nell’Austria occupata dai nazisti. «Vi rimasi fino al giugno 1945 – ha ricordato con grande lucidità – fra privazioni inenarrabili. Tre compagni che erano come furono trasferiti un giorno nel vicino campo di Mauthausen e di loro Gandino Emozioni intense, ricordi e l’impegno a non dimenticare, mai. È stata particolarmente partecipata a Gandino la serata organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune in occasione del Giorno della Memoria. Le testimonianze dello storico locale Iko Colombi affiancato da Giambattista Gherardi hanno ricordato lo slancio di solidarietà che vide la comunità gandinese protagonista del salvataggio di un centinaio di ebrei negli Anni ’40, soprattutto dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943. Grazie alla proiezione di immagini d’epoca, reperite con un certosino lavoro di ricerca negli album di molte famiglie, Colombi ha tracciato l’ideale mappa delle case che in paese e sui monti hanno dato rifugio a esi- liati, confinati e clandestini, su cui si accanivano tedeschi e fascisti. Nel corso della serata non sono mancanti i momenti toccanti e inattesi, come la lettera inviata dal New Jersey da parte di Marina Löwi a Giuseppe Ongaro. Lei giunse a Gandino insieme alla mamma Maria e al fratello Siegel, mentre i genitori di Ongaro (Bortolo e Battistina), furono fra quanti ospitarono il terzetto di disperati. Marina Löwi una decina di anni fa perorò la causa presso lo Yad Vashem di Gerusalemme per il conferimento (avvenuto ufficialmente il 30 dicembre 2004) del titolo di «Giusti fra le Nazioni» a sei gandinesi che salvarono la sua famiglia. Oltre agli Ongaro, anche Vincenzo Rudelli, Giovanni Servalli e i coniugi Francesco Lorenzo ©RIPRODUZIONE RISERVATA Alcuni dei partecipanti all’incontro per il «Giorno della memoria» bile acquistare lo skipass dal telefonino, con un clic. L’applicazione è già disponibile per il sistema operativo Android, mentre a breve lo sarà anche per iOS. L’applicazione mette in rete un comprensorio – quello che comprende le stazioni del Monte Pora e della Presolana – che offre una lunghezza complessiva di 30 chilometri di piste, servite da 15 impianti di risalita. Si può sciare dai 1.200 metri di quota del Donico, palestra dello sci per i più piccoli, fino ai 1.880 metri del Monte Pora, dove ogni venerdì è possibile farlo anche in orario serale. 1 N. T. non si seppe più nulla. Per puro caso io non subii la stessa sorte». Ricordi particolari sono stati dedicati al salvataggio, nel convento delle Orsoline, di Elisabetta Ghelfenbein, moglie ebrea di Ferruccio Galmozzi, primo sindaco di Bergamo dopo la Liberazione. A una folta delegazione di suore dell’istituto, si è unito in sala anche Silvio Galmozzi, nipote di Elisabetta e Ferruccio. Un ultimo ricordo è andato alle vittime del mitragliamento del treno della Val Seriana avvenuto a Colzate il 29 gennaio 1945. Fra loro c’era anche Elisa Parolini, all’epoca ventinovenne, unica donna fra le decine di caduti gandinesi iscritti sulle lapidi di piazza Vittorio Veneto a Gandino. «La zia – ha ricordato in sala il nipote Andrea – era diretta a Ponte Selva, da dove avrebbe raggiunto la casa dello zio parroco don Francesco Moro e dove risiedeva anche la sorella Catina. A Vertova cedette il proprio posto a sedere a una suora, rimanendo in piedi nel corridoio del treno. Una posizione che per lei fu fatale, mentre la suora si salvò». 1