Giugno 2011 - Insider Magazine

Transcript

Giugno 2011 - Insider Magazine
Insider
2
3
#SVOFMMP$VDJOFMMJ
"3."/*$0--&;*0/*r#"--"/5:/&r#-"6&3r#36/&--0$6$*/&--*r$0"45r$:$-&r%0/%61r'":r'*03&/5*/*#",&3r(05*r(6/&9
)0("/r*/$05&9r*5"-*"*/%&1&/%&/5r+"$0#$0)&/r+&$,&340/r+6$$"r-"."35*/"r."630(3*'0/*r.0/$-&3r/0-*5"r1"6-4.*5)
1*/,0r10-03"-1)-"63&/r3&1&550r4&&#:$)-0°r50%4
1JB[[BMF'JMJQQPJM.BDFEPOFr$FOUSP$PNNFSDJBMFi-F5FSSB[[Fi
3PNB$BTBMQBMPDDPr5FMrGBY
7JB%BMNB[JBr$JBNQJOP3PNB
r5FMrMMHTSM!ZBIPPJUrXXXCMVrCBTJDDPN
Insider
Insider
4
5
Editore
Insider Srl
Largo Messico, 15 - 00198 Roma
+39 0698353089
direttore editoriale
Mariela A. Gizzi
[email protected]
Insider
SOMMARIO
GI
U
GNO
2
0
1
1
direttore responsabile
Francesca d’Aloja
[email protected]
Siamo lieti di presentarvi...
AMMINISTRAZIONE
Raimondo Cappa
[email protected]
redazione
[email protected]
Irene Cappa
In copertina
BMW 328 KAMM coupé replica 1939
A bordo la coppia tedesca Langen - Malmedie
progetto grafico
e impaginazione
[email protected]
[email protected]
hanno collaborato
Alberto M. Castagna
Alessandra Vittoria Fanelli
Angelo Troiani
Antonella De Santis
Aura Gnerucci
Carlotta Miceli Picardi
Chiara Calace
Delfina Giannattasio
Enrico Tonali
Francesco Mantica
Francesca Monzone
Giovanni Manfroni
Laura D’Ambrosio
Laura Mocci
Laura Pagnini
Loriana Nei
Luisa Espanet
Maria Laura Perilli
Monia Innocenti
Paolo Brandimarte
Valentina Falcinelli
Vittoria Di Venosa
la perla di vermeer
illumina l’hilton
Donna Camilla Savelli
Hotel
stefano masciarelli
6
intervista
resort
dimore storiche
14
20
stampa
Amadeus Srl
Ariccia (Roma)
www.amadeus-spa.com
invito al mare
la corsa più bella
del mondo
A lezione di golf
sport
distribuzione
Clodia Service
+39 0695218700
[email protected]
24
38
42
il gioco
dell’ingranaggio
Fuori c’è aria di novità
design
72
82
moda
motorI
La Signora
Casa
vi tratta con i guanti
ANNO 3 - NUMERO 23
Periodicità mensile
giugno 2011
Registrazione presso il Tribunale di Roma
al n. 58/2009 del 25/2/2009
Iscrizione del marchio presso
l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti
è vietata la riproduzione anche parziale
di testi, grafica, immagini
e spazi pubblicitari realizzati da:
INSIDER Srl
piazza di siena
sport
per la tua pubblicità
+39 3358023548 - +39 0698353089
[email protected]
Relazioni esterne
Carlo Calabrese
[email protected]
Paolo Carrazza
[email protected]
48
arte
Thanks to
Roma, Corso Trieste
Esclusivo attico con camino. Climatizzato. Terrazza con vista panoramica. Ottime rifiniture. Trattative riservate.
Carlo Mondaini
[email protected]
www.vanni.it
www.palombini.it
Via Veneto, 125 - Roma
Via Natale del Grande, 4 - Roma
Formello - Zona Industriale
Via Cassia, 1801 (La Storta) - Roma
www.insidermagazine.it
Corso Italia, 68 - Viterbo
Via Angelo Messedaglia 56 | 00191 Roma | T +39 06 9412811 | F +39 06 98380710 | [email protected] | www.leicasa.it
Piazza della Balduina, 10 - Roma
Olgiata Verde
Shopping Plaza
www.caffeschenardi.com
Insider
Resort
6
Den Haag - Museo Mauritshuis
living separata e di una esclusiva Royal Suite di oltre 135 metri
quadrati con terrazza privata. Inoltre le Executive Studio,
le Suite e la Royal Suite possono accedere alla Executive
Lounge, situata all’ultimo piano con vista che domina la zona
storica della città.
Arredate con gusto contemporaneo tutte le camere sono
dotate di televisori Lcd a 37 pollici, accesso wi-fi a internet e
alcune anche di kitchenette per offrire agli ospiti il massimo
conforto. L’hotel dispone, con accesso gratuito, anche di un
centro fitness aperto 24 ore tutti i giorni.
L’Hilton Hotel di Den Haag è particolarmente indicato per i
Executive Lounge Terrace
Gran Cafè Pearl
LA PERLA DI VERMEER
ILLUMINA L’HILTON HOTEL DI DEN HAAG
S
di Alessandra Vittoria Fanelli
S
ituato nel centro di Den Haag, (l’Aia) sede del
Governo dello Stato olandese, all’incrocio con
Zeestraat e Scheveningse, zona contrassegnata
da gallerie d’arte, musei storici e dal famoso Panorama Mesdag
che ospita la più grande opera olandese, l’Hilton Hotel è
sorto su un edificio ‘vintage’ del 1952 che fu originariamente
sede delle Poste.
L’edificio fu completamente demolito e ricostruito dal gruppo
Hilton, una delle più famose catene alberghiere del mondo,
che ha mantenuto al suo interno solo le colonne centrali che
contraddistinguono l’hall-reception, la lounge e il Grand
Café Pearl.
L’hotel dispone di 138 Guest room, 11 Deluxe, 34 Executive,
7 Executive Studio e 4 Suite di 60 metri quadrati con area
businessmen grazie alle sue diverse sale convegni e meeting
room particolarmente attrezzate per organizzare congressi o
importanti eventi. Inoltre il grande salone Mesdag, situato al
piano terra, è disponibile per ospitare esclusivi dinner gala e
serate danzanti.
Per rendere ancora più accogliente l’hotel, il management
ha deciso di modificare alcune parti comuni incaricando
l’architetto olandese Angelika Kok, dinamica designer
che ha vissuto diverso tempo in Italia, principalmente a
Roma, di connotare di un ‘segno’ molto olandese le aree
da ristrutturare.
Insider
8
Executive Lounge Terrace
resort
Resort
Atrio
Così è stato! E soprattutto è nel restyling effettuato al Grand
Café Pearl, ristorante e cocktail bar, che la interior designer
ha espresso lo stile e il fascino dell’Olanda con il celebre
quadro ‘La ragazza con l’orecchino di perla’, dipinto
dell’artista Johannes Vermeer, che, insieme a Rembrandt, ha
fatto conoscere la pittura olandese del Seicento, detto anche
‘Secolo d’Oro’ in tutto il mondo.
Aperto anche al pubblico non ospite dell’hotel, il Grand Café
Pearl è stato così chiamato in omaggio a quadro ‘La ragazza
con l’orecchino di perla’ qui riprodotto con tecnica innovativa
su un grande pannello di vetro colorato e collocato alle spalle
del bancone bar. Inoltre Angelika Kok, per sottolineare ancor
più il contesto vermeeriano è anche intervenuta sul banconebar rivestendolo di piccole tessere di ceramica scomposte che
riprendono la preziosa e inimitabile ceramica Delfts Blauw,
il blu di Delft, città natale di Vermeer. Anche le colonne che
delimitano i diversi spazi del Grand Café Pearl sono state
ricoperte da un sottile rivestimento trasparente che riproduce
i delicati merletti dell’arte seicentesca olandese. I grandi
lampadari Palm, tipo chandelier, sottolineano anch’essi
l’esprit olandese del Grand Café Pearl. Disegnati da Janne
Kyttanen per Foc (Freedom of Creation), importante studio
di architettura e design di Amsterdam, conferiscono a tutto
l’ambiente un affascinante incrocio tra passato e futuro e tra
design e tecnologia.
L’Hilton di Den Haag, un cinque stelle lusso, grazie all’accurato
restyling è ora un hotel di grande fascino, ideale per chi desidera
trascorrere qualche giorno in questa città, residenza ufficiale
dei reali olandesi il cui palazzo dista a soli cinque minuti
dall’hotel. Reali che qualche volta si possono anche incontrare
nella Scheveningse, la strada principale dello shopping di Den
Haag, in bicicletta, come cittadini comuni.
Elegante e discreta Den Haag si raggiunge facilmente
dall’aeroporto di Schiphol di Amsterdam ben collegata con
l’autostrada A4 che costeggia gli immensi prati coltivati a
tulipani: una tavolozza di colori che insieme al Delfts Blauw
(blu di Delft) rende particolarmente suggestiva questa città ◆
Lobby
DESIGN ON AIR
Dallo scorso marzo la compagnia di bandiera olandese
KLM ha rinnovato sui voli europei la sua Business Class
con un servizio di bordo più accurato.
Si tratta principalmente del servizio di catering nuovo
e adeguato alla durata e all’orario di volo. Sui voli KLM
quindi, ogni mese, saranno disponibili quattro tipi di menu.
Pasti e bevande saranno serviti su un set di porcellana
disegnato da Marcel Wanders, eclettico e famoso designer
olandese che collabora con le maggiore aziende di design
del mondo, inclusa l’italiana Alessi.
Un set esclusivo disegnato per KLM per garantire maggior
comfort ai propri clienti.
www.klm.it
Paul Cayard - World Champion Sailor
Acquafilette.it
Quanti sono i giorni giusti per scoprire e capire Malta? In
una settimana, girando nei pittoreschi Malta-bus o in auto
(si noleggia comodamente all’aeroporto ma attenzione, la
guida è a sinistra!) c’è il tempo per immergersi nella vita
locale e coglierne alcuni aspetti caratteristici. Per esempio,
ci si accorge subito che Malta è la più popolosa fra le isole
che compongono l’arcipelago (le altre sono Gozo, Comino,
Cominotto e Filfola ) e che ha un’atmosfera esotica, con
palme e fichi d’india, costruzioni in arenite, strade sinuose
MALTA, TRA MONDANITÀ E TRADIZIONE
Trascorrere un lungo weekend ESTIVO all’insegna
dell’arte, della moda, della storia e dello splendido
paesaggio marino dell’arcipelago maltese
L
L
a prima volta che ho fantasticato su Malta ero
adolescente. Prima di allora, la consideravo una
meta insolita per un viaggio, poco conosciuta,
una terra appartenuta al misterioso ordine dei Cavalieri di
Malta. Durante gli anni del liceo, invece, è balzata in vetta
alle classifiche di gradimento di noi studenti, che abbiamo
cominciato a immaginarla come destinazione ideale
per gite di pochi giorni o di due settimane. Si era rivelata
improvvisamente per quello che era: una località straniera
facilmente raggiungibile (dista meno di 100 km dalla Sicilia),
vivace, piena di divertimenti, bagnata da un mare fantastico
e, elemento fondamentale per convincere gli adulti paganti,
ricca di storia e cultura, dove si parla fluentemente l’inglese.
Ma in realtà non sono solo i giovani ad apprezzare Malta. Il
suo clima la rende appetibile in ogni stagione. E se i turisti di
agosto sono perlopiù interessati alla movida e disinteressati al
caldo africano, quelli di giugno hanno tutto da guadagnare:
non c’è caos e possono raggiungere le numerose attrazioni
senza affanni. La temperatura perfetta, poi, consente bagni
piacevolissimi e tintarelle soft. Quest’anno, per la prima volta,
a Malta si è tenuto un evento allettante: dal 16 al 21 maggio,
infatti, si è svolta la prima edizione della Malta Fashion Week,
un tourbillon di stile, mondanità ed eventi glamour organizzati
in alcune location esclusive come il St.James Cavalier Centre
For Creativity e il Manoel Theatre della capitale La Valletta.
La settimana della moda (ideata da Adrian J. Mizzi, lo stesso
che da 13 anni cura la Malta Fashion Awards) ha celebrato
l’industria del fashion maltese attraverso un programma
di appuntamenti articolato che è spaziato dalle sfilate, alle
premiazioni, dalle mostre dedicate al design e alla fotografia,
ai seminari e ai party. Occasioni ed esibizioni in larga parte
aperte al pubblico (per info fashionweek.com.mt).
Gozo
che salgono e scendono, fortificazioni imponenti, torri, templi
megalitici, statue di santi. La Valletta brulica di persone,
negozi e chiese monumentali, fra queste, la Co-cattedrale
di San Giovanni, dalla facciata sobria e gli interni raffinati,
chiamata così perché ha la stessa rilevanza della Cattedrale
di San Paolo a Mdina. Il Grandmaster’s Palace, oggi sede
del Parlamento, è una della più grandi attrazioni turistiche
dell’Europa Mediterranea, fedele rappresentante del governo
maltese, in passato con i Cavalieri di San Giovanni di
13
Insider
Itinerari
La Valletta Waterfront ph Rene Rossignaud
Ph E. Wonnacott
ph Aldo Ellul
Mdina
Gerusalemme (Cavalieri di Malta), poi con gli inglesi ed ora
con le massime cariche della Repubblica di Malta. La capitale
ha un aspetto romantico (il grande porto, i giardini rigogliosi),
colorato (i tipici balconi di legno dipinto), possente (le cinta
calcaree che l’avvolgono). Ma il fascino dell’arcipelago è
anche altrove, a Mdina, la vecchia capitale silenziosa, un
delizioso borgo medievale che profuma di storia; a Gozo,
la seconda isola per grandezza, a 20 minuti di traghetto da
La Valletta, dominata da una natura selvaggia e dai templi
megalitici dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO;
a Blue Lagoon e Santa Maria, spettacolari baie nella piccola
e disabitata Comino.
Alcuni siti esclusivi
Mdina
la città del silenzio
Mdina è l’antica capitale dell’isola di Malta, anche
conosciuta come la “città del silenzio” per via della quiete
che la pervade. Rappresenta uno straordinario esempio
a livello europeo di città fortificata, oltre a combinare in
maniera perfetta architettura medievale e barocca. Al
di fuori delle mura di cinta, si riscontrano anche esempi
dell’antica dominazione fenicia, risalenti a 3000 anni fa;
per arrivare invece al cuore della città, bisogna superare
le fortificazioni attraverso una delle due vecchie porte
d’accesso, la Main Gate e la Greek’s Gate.
Ai viaggiatori più esigenti basterà solo chiedere e gli sarà dato.
Ecco una selezione di sistemazioni chic e hotel di lusso:
- Xara Palace Relais e Chateaux: a Mdina, situato in un
palazzo nobiliare del Seicento, il boutique hotel 5 stelle è
dotato di 17 stanze lussuose e di una cucina impeccabile che
si divide tra il ristorante de Mondion e la Trattoria AD 1530
(www.xarapalace.com.mt/it).
- Hilton Malta Hotel: nella baia di St. Julian’s, vicinissimo a
La Valletta, è un 5 stelle pluripremiato con una meravigliosa
vista sulla marina di Portomaso e una delle più belle spa di
Malta (www.hiltonmaltahotel.com).
- Fortina Spa Resort: a Sliema, uno dei più nuovi 5 stelle
di Malta, è il primo in Europa ad aver costruito delle Spa
Bedrooms, che permettono ai clienti di usufruire dei migliori
trattamenti spa nelle proprie camere (www.hotelfortina.com).
- Kempinski San Lawrenz: l’hotel, nominato ai World Travel
Awards 2010 “Miglior Spa Hotel di Malta e del Mediterraneo”,
sorge a Gozo. È un complesso architettonico di pregio,
perfettamente fuso nel contesto del territorio gozitano e la sua
spa è specializzata in ayurveda, con personale medico e terapisti
direttamente provenienti dall’India (www.kempinski.com).
- Ta’ Cenc- Gozo: hotel di lusso e al contempo dedicato agli
amanti dell’ecoturismo (www.tacenchotel.com).
Da sapere
- Volare da Roma a Malta richiede poco più di un’ora. Tutte
le principali compagnie nazionali, internazionali e low cost,
effettuano voli giornalieri per l’isola.
- Malta è il più piccolo stato membro dell’Unione Europea
(l’arcipelago è di 316 km²).
- Le lingue ufficiali di Malta sono il maltese e l’inglese, molto
diffuso è anche l’italiano ◆
F.T.
15
Insider
Dimore Storiche
Galleria delle Lunette
Donna Camilla Savelli Hotel
un soggiorno nella storia
in un monastero del seicento nel cuore della capitale
Un gioiello che porta la prestigiosa firma
dell’architetto Francesco Borromini
L
L
a storia risale al 1600, quando la fondatrice
dell’istituto religioso, cui è intitolato l’hotel,
commissionò a Borromini il monastero e la
chiesa attigua. La facciata ne richiama indiscutibilmente lo
stile, imponente e ricco di piani concavi e convessi, marchio
di fabbrica del grande architetto. Tutt’ora la facciata è rimasta
come allora, grazie a un attento restauro che ha riportato la
struttura allo splendore originario.
Oggi varcare la soglia di questo premiatissimo hotel (nella
“top 100” dei migliori hotel al mondo secondo Traveller
e segnalato dalla Louis Vuitton City Guide Roma 2010) è
come tornare indietro nel tempo, in un momento della
nostra storia fitto di arte e di bellezza, a partire dagli spazi
esterni: con due chiostri perfettamente conservati. Uno è
stato trasformato in un giardino incantato, che si sviluppa,
curatissimo e rigoglioso, intorno a una fontana settecentesca.
L’antico refettorio, oggi Gran Sala Borromini, è un ampio
salone dove tele del rinascimento, sedute in noce del ’700
e un soffitto in legno a cassettoni restituiscono intatta
l’atmosfera di una Roma di altri tempi. Gli ambienti riservati
agli incontri di lavoro, meeting e conferenze, godono di
spazi irripetibili: oltre alla Borromini, la più ampia, altre
sale con capienza diversa si adattano alle varie esigenze,
tra questi una grotta risalente all’epoca romana, in cui
organizzare incontri davvero unici, immersi in un passato
che risale a quasi duemila anni fa.
Tutt’intorno al chiostro, un corridoio a volte conduce verso
la scala in marmo, monumentale accesso ai piani superiori.
Donna Camilla Savelli Hotel
Terrazzo Savelli
Grotta romana
Scala monumentale borrominiana
Anche qui, in ogni angolo, opere d’arte barocca e particolari
esclusivi, dipinti antichi e volte a crociera permettono un
dialogo tra elementi moderni e pezzi d’epoca: le stanze, tutte
diverse, ricavate dalle celle che un tempo ospitavano le suore,
sono impreziosite da mobili antichi e da moderne tecnologie,
in un perfetto connubio che assicura il massimo comfort
senza mai perdere la sensazione di godere di un lusso d’altri
tempi, tra travi a vista e una vista meravigliosa, che guarda
alla città eterna illuminata dalle luci della sera, come nella
Première Suite che si pregia anche di un antico rosone e un
grande terrazzo che domina il chiostro e il monastero.
Due terrazze panoramiche permettono di organizzare cocktail,
cene di gala e occasioni raffinate con una veduta spettacolare
sulla Capitale. Basta uscire dall’hotel, inoltre, per trovarsi nel
centro di Trastevere, fitto di vicoli e stradine pittoresche, che
nascondono angoli di storia e tradizioni veraci ◆
Donna Camilla Savelli Hotel ★★★★L
Via Garibaldi, 27 - tel. 06 588861
[email protected] - www.hotelsavelli.com
Gaiole in Chianti,
il castello
di Vertine
di Aura Gnerucci
I
I
l borgo di Vertine, a pochi chilometri da Gaiole
in Chianti, sorge su un colle a ridosso di una
serie di rilievi detti monti del Chianti; si trova in
un’area particolarmente ricca di castelli, poiché corrispondente
al territorio della medioevale Lega del Chianti, alleanza politico
militare creata nel 1384 dalla Repubblica di Firenze.
Questi castelli, per motivi strategici, sono collegati
visivamente; così da Vertine è possibile traguardare i castelli
di Barbischio, Meleto, Montegrossi e Brolio, che punteggiano
il paesaggio collinare, tipico delle Toscana.
La prima testimonianza sicura sul castello risale ad un
documento privato del 1013, mentre è del 1202 la prima
indicazione relativa all’insediamento a Vertine dei Ricasoli,
che ne sarebbero stati i signori fino all’epoca moderna.
Durante le guerre aragonesi (1452-1483) il castello fu
un centro strategico di primaria importanza ed una delle
residenze principali dei Ricasoli, allora commissari nel
Chianti per la Repubblica.
A metà del Cinquecento il borgo fu sottoposto ad un
intervento di potenziamento delle fortificazioni, che però
non ne stravolse l’assetto originario. Il castello non si è mai
trovato al centro di eventi bellici importanti, è dunque giunto
fino a noi senza subire distruzioni.
Il borgo, in ottimo stato di conservazione, si articola secondo
un impianto planimetrico ovale che all’esterno è espresso
dall’andamento delle mura, mentre all’interno le costruzioni
si dispongono attorno ad un anello di vicoli e slarghi, dando
luogo a un tessuto urbano tipicamente medioevale.
Il complesso è dominato da un massiccio torrione a pianta
rettangolare, che svetta in altezza al disopra del borgo. Il
paramento murario di questa torre, che è stata recentemente
oggetto di un restauro integrativo, è in filarotto di alberese,
pietra calcarea di colore chiaro, quasi bianco, tipica della
Toscana. Sui quattro lati il torrione è caratterizzato ad ogni
piano da finestre ad arco, nelle quali conci di alberese sono
alternati a conci di arenaria scura. Il lato interno presenta una
porta con stipiti di arenaria, con gli ultimi due conci foggiati
a mensola a sorreggere un architrave in alberese, sul quale si
appoggia un arco acuto in arenaria.
A fianco del torrione si apre la porta settentrionale, dalla
quale si accede ad una piccola piazzetta ed al minuto tessuto
di vicoli del borgo; all’interno i materiali utilizzati sono gli
stessi delle mura e del cassero, prevalgono dunque i toni
chiari dell’alberese. Continuando a camminare per il borgo si
giunge ad un’altra piccola piazza dove sorge la chiesa di San
Bartolomeo coeva al castello. L’edificio ha subito numerosi
interventi, la facciata neo-romanica è recente (1930 circa); la
chiesa è nota soprattutto per il fatto che da qui proviene la
splendida “Madonna della Misericordia” attribuita a Simone
Martini, oggi custodita nella Pinacoteca Nazionale di Siena.
A nord-ovest è possibile notare altri tratti delle mura, ed i
resti di una torre semicircolare, con una feritoia ed una
archibugiera alla base. A sud-est, al disotto delle case più
esterne si trova un tratto di mura con scarpa. A meridione
troviamo una struttura massiccia che incorpora un torrione,
evidentemente rimaneggiato, ma che per la sua mole e per la
sua esecuzione a filarotto, è paragonabile alla torre principale.
Il Relais Castello Vertine, permette di godere della tranquillità
e del clima del borgo; si compone di cinque camere situate
nelle zone più caratteristiche del castello, tra cui la torre,
dalla quale si può ammirare le suggestive colline del Chianti,
ed il cottage, immerso nella natura.
Le camere del Relais sono tutte finemente arredate,
particolarmente interessante è l’unione tra gli ambienti del
castello e gli arredi in ferro battuto opera della proprietaria
artista Elena Albini Trissino dal Vello d’Oro.
Fa parte del Relais Castello Vertine anche una piscina dalla
forma organica ed irregolare, che dialoga con le colline
circostanti coltivate a vigneti ed uliveti; nel giardino trovano
loro collocazione naturale numerose sculture in pietra e in
legno, sempre opera della proprietaria ◆
Insider
Intervista
20
21
Stefano Masciarelli con Costantino Rocca - ph Patrizia Savarese
“Il maestro Cilia…”- dice presentandomi un ragazzo in
perfetto golf dress - “…e Romano Marini, responsabile della
mia presenza qui!” L’amico, che ha un’incredibile nuvola di
capelli bianchi intorno al viso giovane e abbronzato, fa un
cenno di saluto con la mano. “La signora sul viale, invece, è
Annamaria Teofili, Presidente del Circolo”.
Ci accomodiamo a uno dei tavoli sotto il portico, che si
affaccia sul green. Un luogo del genere, consente davvero di
sgombrare la mente! - esclamo, spaziando con lo sguardo.“Sono d’accordo”.
LA MIA ESTATE
CON L’AUANAGANAGANAZZANBOY
BIG BAND
I
di Carlotta Miceli Picardi
I
n una splendida giornata senza ombre e senza
vento, attraverso in automobile un grande
cancello che diventa il valico di frontiera tra
due mondi diversi. Un confine tra il pianeta di asfalto alle mie
spalle ed il paesaggio inatteso che appare oltre quel varco,
come tracciato dal segno intenso ed espressionista di un
pittore naif, di un Antonio Ligabue al massimo della propria
ispirazione.
Ciuffi di papaveri e margherite delimitano la strada che si
inoltra in mezzo ai campi sconfinati, sui quali planano
senza sosta gabbiani in cerca di nuove destinazioni. Piccoli
appezzamenti di terreno, differentemente coltivati, vestono
le colline circostanti secondo precise geometrie, in una
composizione ordinata e variopinta. Le greggi dondolano in
Indispensabile ritagliarsi un’area per la ‘decompressione
psicologica’, vero?
“Eh sì... in quest’epoca complessa, caotica, con equilibri
precari, occorre. Non ti nascondo che vorrei staccarmi
dai ruoli brillanti per interpretare una storia che racconti i
problemi di oggi. Le difficoltà di coloro che si scontrano con
la dura quotidianità, dove i sogni sono un lusso e si lotta per
uno straccio di certezza. Per un lavoro qualunque. In passato
potevi scegliere, cambiare. Io l’ho fatto varie volte”.
La tua prima occupazione?
“Bagnino! Bagnino al CRAL del Ministero di Grazia e Giustizia,
sul litorale di Ostia. Avevo diciannove anni. Ricordo che,
nello stabilimento accanto, si riunivano numerosi calciatori
della Roma, che spesso giocavano a pallone in spiaggia, tra
l’entusiasmo generale. Era il 1977”.
E poi?
“Poi mi sono dedicato alle investigazioni private”.
una lenta coreografia sulla via del ritorno, mentre le mura dei
casali agricoli si accendono d’arancio alla luce del tramonto.
Anche le figure in lontananza, si inseriscono nell’armonia del
contesto cromatico e della scena. Neppure un dettaglio fuori
posto...
Seguendo le indicazioni, raggiungo l’area di parcheggio del
Circolo del Golf ‘Arco di Costantino’, quindi proseguo a piedi
fino ad un edificio basso, dalle enormi vetrate, respirando
a pieni polmoni il profumo intenso di fieno e di rosmarino
che riempie l’aria. Stefano Masciarelli, attore, doppiatore,
artista poliedrico ed estroso, mi viene incontro: “Eccomi!”
Lo trovo in forma smagliante, notevolmente dimagrito. Le
basette chiare, piuttosto lunghe, gli conferiscono l’aspetto di
un gentiluomo britannico.
Si intuisce che non ti sfugge niente dal modo in cui osservi
le cose. Ti ci vedo nei panni di un abile Sherlock Holmes,
ironico e garbato. La carriera di attore, invece, quando è
iniziata?
“Ai tempi dell’asilo! - ride - Amavo fare spettacolo già da
allora. Gli altri bambini si aggrappavano alle mamme,
disperati e io cercavo di attirare la loro attenzione: ‘Venite
con me, datemi retta: so fare un sacco di cose buffe!’ Così
riuscivo a distrarli”.
ph Georges Adly Zaki
Masciarini, bravo! Mi fa molto divertire, caro, lo sa?!” - Stefano
parla con voce assolutamente identica a quella dell’Avvocato,
calcando sull’inconfondibile erre moscia-.
E tu?
“Io, che ero emozionantissimo, sfoggiavo un magnifico
sorriso di circostanza, pensando tra me e me:‘ ma come …
Masciarini…, accidenti! Abbiamo un cognome con la stessa
desinenza!’ Comunque, una bella soddisfazione! Ed un bel
periodo…”
Cosa rimpiangi di allora?
“Le opportunità di costruirsi una strada con le proprie
capacità, con un pizzico di talento, nell’ipotesi di un domani
meno incerto. E la politica di una volta, nella quale gli scontri
avvenivano sul piano della competenza e della cultura,
tra protagonisti di indiscutibile livello. Capaci di misurarsi
intellettualmente… Rimpiango addirittura la Democrazia
Cristiana e il Partito Socialista, figurati!”
La tua filosofia attuale?
“Vivi e lascia vivere, magari dando una mano a chi non ce la
fa e combattendo le ingiustizie”.
Quali sono le ingiustizie meno tollerabili?
“La malattia, che ti coglie impreparato. La fame, che ti
annienta, ma anche la tristezza, che ti lascia senza difese”.
Esistono degli antidoti contro la tristezza?
“Per quanto mi riguarda, i miei figli che, con le loro personalità
e con le loro età diverse, non concedono spazi né alla
malinconia, né alla noia. E la generosità, i progetti”.
A proposito di progetti?
“Intendo creare una fondazione per contribuire a sconfiggere
la carestia. Conosco persone meravigliose, che si impegnano
per alleviare le sofferenze delle popolazioni afflitte da
troppe sciagure. Il dottor Domenico Scopelliti, per esempio,
direttore scientifico della Operation Smile, che interviene
sulle malformazioni infantili nelle zone di maggiore povertà.
Per il resto, a breve inizierò il tour estivo con
l’AUANAGANAGANAZZANBOY big band, che si compone
di dodici elementi. Continuerò inoltre ad occuparmi con
Gianluca Tumbarello della nostra società immobiliare e ad
elaborare l’idea di un nuovo show”.
Stefano Masciarelli
La vera occasione?
“Il provino per una trasmissione di Canale 5. Fui scelto da
Gianna Tani ed ottenni un contratto con Terzoli e Vaime,
grazie alla mia imitazione di Giovanni Agnelli, che in seguito
avrei riproposto in tv. Lui la apprezzò e volle incontrarmi.
Si complimentò, con tono paterno e indulgente: ‘Bravo,
Nessuno spazio per la tristezza, dunque…
“Nessuno!” ◆
Insider
Intervista
23
Via Chiana 55a/55b • Roma • www.castaldigioielli.it
Insider
invito AL MARE
di Luisa Espanet
B
Fisico
Les Cpains - ph Daniele Guidetti
Ferragamo
B
ikini o intero? Ogni estate il dilemma
si ripropone. Secondo il sondaggio
di qualche tempo fa in Inghilterra, il
bikini dopo i 47 anni dovrebbe essere bandito. Non si sa
perché i 47 anni e non i 46 o i 48. Sorvolando la stupidità
dell’affermazione, ognuno dovrebbe decidere in base a
primari canoni estetici, che più che gli anni riguardano
i chili di troppo. Nel bikini da sempre è più importante il
colore e la fantasia, mentre nell’intero la linea e il materiale è
determinante quasi come in un abito.
Accanto all’intero e al bikini continua a imperversare
quell’ibrido che prevede un’unione tra i due pezzi di
dimensioni variabili, a volte tali da renderlo meno coprente del
più succinto bikini. Come uno dei modelli di punta di Pin up
Stars con righe pastello e paillettes sul reggiseno. O i costumi
di Fisico, in maculato bianco e nero o in colori vivacissimi
stile Carioca. Tra gli ibridi interessante il modello di Magda
Gomes con reggiseno a fascia e guépière, addirittura con
stecche, che richiama la lingerie anni Quaranta. È in jersey
bianco con grandi fiori sul rosa. Castigato anche l’ibrido di
Miss Bikini, in una stampa che ricorda gli abiti delle squaw
indiane, con mutanda a vita alta.
Les Copains ha fatto sfilare revival del due pezzi con
pantaloncino alto in vita e reggiseno coprente, nero, da
portare sotto la tuta in rete dello stesso colore o a righe
tortora, caramello e nero, abbinato al lungo spolverino.
Negli stessi toni i pudicissimi costumi interi, che richiamano
quelli da nuotatore primi Novecento. Ferragamo ha mandato
in passerella un costume intero di camoscio senape, in
alternativa a quelli di Lycra e a due bikini, uno in maglia
verde petrolio all’uncinetto stile Sixties e l’altro in Lycra, con
reggiseno a nodo, sotto alla camicia in camoscio della stessa
nuance. Una prevalenza di interi anche da Kristina T: in cotone
a fiorellini gialli, in maglia da ingenua maliziosa con roselline
rosa, grigio da nuotatrice con il dettaglio di un traforo a cuore
sullo scollo. Tutt’altro che castigato, anzi ipersexy, l’intero
di Wolford con righe in tulle trasparente al centro. Inserto
di tulle in vita anche per l’intero di La Perla, con profondo
scollo a V. Sempre attuali nei costumi interi i dettagli gioiello,
dall’inserto di paillettes al ricamo, all’applicazione di fibbie
particolari. Come l’ovale di pietre sullo scollo del costume
intero con spalline annodabili di Valery Prestige.
Pin up
Miss Bikini Luxe
Inutile dire che sul bikini la scelta è molto più vasta e forse più
appassionante. Si va da modelli più semplici, leggeri e capaci
di asciugare in un attimo a quelli più strutturati Tra i primi, i
bikini di Yamamay in tessuti e stampati di ispirazione etnica.
Dalla serie con fiori stile Hawai, ai graffiti e le decorazioni afro
dei modelli Zimbabwe e Malawi, alla rivisitazione dei batik dei
Balinese Patch. Misure ridotte e forme che variano, per il top,
dal triangolo alla fascia con nodo al centro. Tra i bikini “più
complessi” quello di Ermanno Scervino con volant plissettato
sul reggiseno. O quello di Wolford in tessuto con impercettibili
plissettature rosso lava. O il bikini di Fisico verde oliva con
maxipaillettes applicate. O quello di Pin up con ricamo dorato
sul reggiseno e sul microgonnellino a portafoglio ◆
29
S
S
e per i costumi della donna non ci sono grandi
cambiamenti, è facile dedurre quanto minime
siano le novità nel beachwear maschile.
Sempre più protagonista e sempre meno contrastato il boxer.
Piuttosto lungo, quasi un bermuda, da Calvin Klein che punta
sul bianco e nero. Marina Yachting, fedele al DNA, continua
a proporre il cotone rosso, blu o a righe bianche e blu per
costumi con la gamba leggermente più corta. Red, la linea
fashion della Rede, per i boxer di cotone, che rientrano nella
tasca, sceglie le stesse microstampe delle calze: orologi,
ochette, elefanti. Henri Lloyd preferisce fiori stilizzati. Avon
Celli guru della maglieria, propone un costume in lana
Tasmania, revival di modelli anni Venti, in limited edition ◆
Marina Yachting
Red
Henri Lloyd
Avon Celli
per lui
Insider
Fashion
31
Principesse Beatrice e Eugenie
LIKA Spring Missy
I
LIKA Flower Miss
Borsalino
TANTO DI CAPPELLO
I
Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma
Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245
[email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it
l gossip sui cappelli è stato uno dei preferiti
del matrimonio del secolo, come ormai viene
definito quello di William e Kate. In particolare
hanno fatto parlare quelli delle cugine dello sposo, Eugenie
e Beatrice, figlie del principe Andrea, già etichettate come le
cuginastre Anastasia e Genoveffa. L’improbabile copricapo
di Beatrice, da qualcuno paragonato a un copriwater, è
andato in vendita a un’asta su internet a 81 mila sterline,
circa 93 mila euro, destinate in beneficenza. Il cappello,
come quello di molte invitate, era di Philip Treacy,
il “cappellaio matto” adorato da nobildonne e
star, tra cui la fashion victim americana
Sarah Jessica Parker. Gli inglesi hanno
una tradizione di cappelli audaci, basta
pensare alle corse di Ascot. Non
a caso la maison “Le spose di
Giò” per l’apertura del negozio
londinese ha ampliato la proposta
di cappelli.
In Italia, invece, per molte donne il matrimonio
è spesso l’unica occasione per indossare un
cappello con solo una funzione estetica.
Quali sono i modelli del momento? Max
Mara nella Bridal Collection propone
cappelli-acconciature in linea con il suo tipo di sposa, mai
teatrale e inserita nell’attualità. Ecco il cerchietto in satin con
fiore in organza e tulle o quello decorato con una nuvola di
tulle. O il pettinino bijoux con maxi fiocco in gros grain.
Il cappello a tesa larga è un evergreen, reso più o meno
classico dall’aggiunta di un fiore o di un fiocco. O di piume
come quello in leggera paglia di Borsalino in alternativa
alla cloche. Una cloche in paglia con nastro in seta ecrù la
propone anche Superduperhats. Per le più audaci
c’è il cilindro, come quello di Melegari o
le capelline in plastica effetto cristallo
disegnate da Lisa Cestaro per Lika. Ma
i cappelli più bizzarri sono indossati
dalle signore dell’entourage della
sposa. Da quelli con intrecci di
pizzo di Steven’s Hats alle toque
con stilizzate piume di Uli Lerch,
ai trionfi di fiori su paglia, come
da Grevi o da Lika, ai giochi di
piume e pieghettature di Nafi de
Luca. Fino ai cappelli-scultura di Massimo
Pieroni, cappellaio per cinema e teatro (ha
lavorato per Gabriella Pescucci e Milena Canonero),
in casi eccezionali prestato ai matrimoni ◆
Uli Lerch
Insider
Fashion
L’ESTATE DELL’AUTOMOBILE
I
I
Tutto ebbe inizio a Stoccarda dove nel 1886
Karl Benz e Gottlieb Dailmer inventarono
il primo veicolo a motore. E quest’estate
nel Baden-Württemberg si festeggia
l’Automobile Summer 2011
per ricordare i 125 anni dell’automobile
di Alessandra Vittoria Fanelli
festeggiamenti per i 125 anni dell’automobile
sono iniziati nel primo week-end di maggio
a Stoccarda con l’importante mostra ‘Art &
Stars & Cars’ allestita nello scenografico Mercedes-Benz
Museum che ospita nei suoi nove livelli la storia dell’auto:
dalle prime automobili al mondo, costruite da Karl Benz e
Gottlieb Dailmer fra cui la prima Mercedes guidata da Karl
Benz sino ai più recenti modelli e alle visioni futuristiche che
hanno contribuito a creare il mito della Mercedes.
La mostra ’Art & Stars & Cars’, che presenta alcune opere di
Adolf Hölzel, Andy Warhol e Sylvie Fleury, tanto per citare
alcuni dei più noti artisti di arte contemporanea, saranno
in mostra fino al 10 settembre quando si chiuderà l’estate
dedicata all’anniversario della nascita dell’automobile.
Stoccarda, capitale del Baden-Württemberg, non è solo sede
della Mercedes-Benz ma anche dell’altra icona dei tempi
moderni: la Porsche, auto sportiva da sogno che si può
ammirare nel ‘suo’ museo inaugurato nel 2009 che rende
omaggio ai modelli classici come la mitica 911 ma anche al
genio di Ferdinand Porsche che l’ha inventata dandole il suo
nome. L’ingegnoso Porsche progettò anche il ‘maggiolino’
per la Volkswagen, altra automobile molto amata che segnò
il passaggio storico della rinascita economica europea degli
anni Sessanta.
Il percorso nella storia dell’auto prosegue a Ladenburg,
graziosa cittadina che dista una decina di chilometri da
Mannheim, dove nacque Karl Benz, pioniere della prima
auto brevettata e dove ora ha sede il Museo dell’Automobile
a lui dedicato. Ricostruito sui vecchi capannoni delle
Officine Benz, nel museo si possono ammirare le prime auto
storiche a motori tra cui l’auto che Frau Bertha, (bisnonna
di Jutta Benz, una gentile e affascinante signora incontrata
durante la presentazione stampa di questo evento a Milano,
nonché ultima erede dei Benz) nel 1888 guidò con i suoi
due figli Eugen e Richard seduti di fianco, da Pforzheim a
Mannheim e ritorno, per mostrare a tutti come funzionava
l’automobile appena brevettata. La città divenne poi sede
dell’industria automobilistica tedesca: infatti dall’incontro
di Benz con Daimler nacque la Mercedes-Benz, auto che
conquistò tutto il mondo. Il nome di Mercedes appartiene
a Mercedes Jelinek della famiglia Daimler: da qui il nome
Mercedes-Benz!
Il viaggio nel tempo dell’auto prosegue a Neckarsulm dove
ha sede l’Audi Forum, altro marchio di classe, che ospita
l’intera collezione degli ultimi cent’anni di belle auto: un
museo interattivo che percorre la storia dell’azienda e
contemporaneamente ci tuffa nella tecnologia dei moderni
impianti di produzione.
Da non mancare, spostandosi poi in Baviera, la visita al
centro BMW Welt, nuovo tempio dell’automobile (un’opera
dello studio viennese Coop Himmelblau) e all’attiguo BMW
Museo, avveniristico edificio (quest’ultimo progettato dalla
archistar anglo-pachistana Zaha Hadid) che illustra la storia
delle auto sportive e dei prototipi fino ai progetti futuribili.
Un salto nel futuro e nella tecnica che lascia stupefatti.
Un’occasione affascinante per gli amanti dell’automobile
ma anche per chi desidera conoscere le città del BadenWürttemberg cariche di storia: Stoccarda, con la sua
monumentale Karlsplatz e l’elegante festival ‘Sommerfest’
che si svolge dal 4 al 7 agosto nei giardini del Castello;
Mannheim, fondata dalla dinastia degli Svevi e città natale
del poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller e di
Constanze, moglie di Mozart, nota per il grandioso castello
che sovrasta la città; Karlsruhe, città dal disegno urbano che
si apre a ventaglio attorno al castello.
Infine per i più romantici ecco la Foresta Nera e la città termale
di Baden Baden con i suoi suggestivi scorci panoramici.
Un’estate all’insegna di sorprese: auto, storia, percorsi
naturalistici, musica. Un viaggio che si conclude il 10
settembre con il grande concerto ‘AutoSymphonic’ che
nella splendida cornice del castello di Mannheim chiuderà
ufficialmente i festeggiamenti dei 125 anni dell’automobile ◆
Gioielleria
Via Casal dei Pini, 8 - Le Rughe - 00060 Formello (RM) - T. 06 90128068
[email protected] - www.lerughegioielleria.com
“Radicalmente Porsche”:
lo spirito creativo investe la Cayman
Terminato il concorso con cui si vogliono premiare i designer
capaci di dare una mirabolante veste estetica alla Porsche Cayman.
Tra progetti, disegni e nuove scoperte, i giovani di tutto il mondo
hanno proposto la loro visione di uno dei modelli sportivi più famosi
mai realizzati
di Francesco Mantica
“P
“P
orsche rappresenta l’eleganza tra
le macchine sportive, ma anche
un’idea di successo e divertimento,
associata alla bellezza del design”. La frase è della giovane
designer Hyoun Heen Na (Inghilterra), una dei quattro finalisti
del concorso per giovani designer indetto da Porsche Italia,
Radically Porsche, attraverso il portale Designboom, che
ha visto protagonisti 1.153 giovani talenti in tutto il mondo,
pronti a sfidarsi per decorare, secondo il loro spirito creativo,
la Porsche Cayman.
Ogni giovane ha messo estro e talento per definire quella che
è la propria idea di Porsche: “Per me - ha spiegato l’iraniano
Farrokh Maherani - una delle più importanti caratteristiche
di questa macchina è l’intrinseco senso di velocità. Oltre,
ovviamente all’originalità del concept”. Non a caso, la sua
Porsche ha decorazioni tali da trasmettere un senso di
movimento e di rapidità anche quando è immobile.
Josè Chamorro Salas, grafico di Bogotà (Colombia) è stato
il vincitore del concorso, con una decorazione esterna che
richiama le forme di un caimano il quale, oltre a dare il nome
alla macchina, è “un complesso e meraviglioso disegno della
natura”. La Porsche Cayman, allo stesso modo, è secondo lui
“uno shock per la vista che gioca con la percezione visiva
delle persone che la osservano”. Il vincitore, già art director
di diverse campagne di design nel settore automobilistico,
si è così aggiudicato l’iscrizione al Master in “Visual design”
presso la Scuola Politecnica di Design di Milano della durata
di un anno.
Le quattro versioni sono state presentate in anteprima al Just
Cavalli Cafè di Milano, grazie alla collaborazione con Porsche
Italia e Porsche Haus Milano. Sono stati invitati a iscriversi
giovani designer provenienti da tutto il mondo, appassionati
Porsche, che volessero esprimere la propria fantasia attraverso
la realizzazione di una decorazione per la Porsche Cayman.
L’obiettivo del concorso era quello di divertire e di esaltare in
una modalità stimolante e nuova l’immagine appassionante,
sportiva, agile e veloce del modello Cayman con una grafica
che rappresentasse gli stessi valori e che sorprendesse e
appassionasse valorizzando questi concetti.
Le quattro Cayman finaliste sono state protagoniste fino al 30
marzo del Road Show nazionale che ha toccato diverse città
tra cui Milano, Bologna e Roma per concludersi a Padova
dove è stato eletto il vincitore, decretato sempre dagli utenti
del sito Designboom ◆
SPEEDY CAR - VENDITA AUTO NUOVO E USATO
Via Cassia, 2040 t 0630882400 t Via degli Olmetti, 18 (Zona Industriale Formello) t 0690400458
Massimiliano 3480628947 - 3481880090 t [email protected]
36
autica
Insider
Nautica
Il giaguaro che corre veloce
sulle onde del mare
Nasce lo Strider 8 jaguar, un’imbarcazione di 8 metri capace di offrire,
sempre in grande sicurezza e con il massimo del comfort,
l’emozione delle velocità sul mare, proprio come ognuna delle vetture
dalla gamma Jaguar
I
I
di Francesco Mantica
l bianco cristallino degli esterni e il legno degli
interni delineano quella che è la vera e propria
novità, in tema di imbarcazioni, per l’estate
2011: è lo Strider 8, il Rib griffato Jaguar prodotto da Sacs
Marine, cantiere italiano leader internazionale nel settore
dei gommoni di lusso, concepito e progettato da Christian
Grande DesignWorks per la casa automobilistica inglese.
Trattasi di un maxitender ridimensionato e rivisto, talmente
curato e “nobile” che ben si adatterebbe a qualsiasi grande
yacht di lusso. Le forme dolci, che culminano in una coda
spiovente, evidente riferimento alle anglosassoni berline
sportive, disegnano un gommone che è “molto più di un
gommone”, una imbarcazione equilibrata e potente al
contempo e dotata di ogni comfort.
Lo Strider 8 si fa notare fin da subito per le sue peculiari
caratteristiche, che riconducono immediatamente alla
Jaguar automobile: la postazione di guida verticalizzata in
una consolle altisonante che si mette subito in evidenza alla
vista come “postazione di comando”, il raffinato cruscotto,
le eleganti sellerie, il battitacco, le prese d’aria dinamiche
d’acciaio, la sigla a poppa e soprattutto la mascherina sul
frontale della console: tutti segni che richiamano il design
delle vetture Jaguar.
Inoltre, con i suoi 8 metri di lunghezza, offre tutto ciò che si
può desiderare a bordo per trascorrere splendide giornate in
mare o al lago: aree prendisole, living, tendalino a scomparsa
e bar con frigo. Strider 8 “Jaguar” ha debuttato al Boat Show di
Porto Rotondo e sarà commercializzato prima dell’estate ◆
La corsa più bella del mondo
Conclusa la Mille Miglia 2011
Jaguar ha celebrato il 50° delle E-Type
di Chiara Calace
Ferrari 225 S Export Tuboscocca Spyder - 1952 - Driver Newson/TBA
È
È
partita da viale Venezia a Brescia la prima
delle 375 auto d’epoca che si sono sfidate
sullo storico percorso Brescia-Roma-Brescia
della Mille Miglia. Presenti sul palco, a salutare gli equipaggi
che in tre giorni hanno condotto le “vecchie signore” in sette
regioni d’Italia e a San Marino, il sottosegretario allo Sviluppo
Economico Stefano Saglia, il sindaco di Brescia Adriano
Paroli, il presidente della Mille Miglia Alessandro Casali, il
vicepresidente Paolo Binelli e il Segretario Generale Sandro
Binelli, insieme alla madrina della manifestazione 2011,
Madalina Ghenea.
A differenza degli anni precedenti a caratterizzare la
partenza non è stata la pioggia, ma un raggio di sole che ha
fatto splendere le carrozzerie fiammanti delle auto. Lungo il
viale due ali di folla hanno incitato i piloti appena all’inizio di
un’avventura che li ha tenuti 35 ore al volante per completare
i circa 1.600 km del percorso. Durante la partenza c’è stato
spazio anche per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia.
L’omaggio è arrivato dall’equipaggio statunitense della
seconda vettura in gara, una OM 665 Superba del ’29, con
fumogeni tricolori emessi dal tubo di scarico.
Dopo il successo dello scorso anno, anche l’edizione 2011
è stata anticipata dallo spettacolare Ferrari Tribute alla
Mille Miglia, con 130 splendide Ferrari d’epoca e moderne
che hanno preceduto le auto in gara sul percorso che
ha attraversato alcuni dei luoghi più suggestivi d’Italia in
quella che, come disse Enzo Ferrari, è ‘la corsa più bella
del mondo’. Alla fine della prima tappa a Bologna, era in
Aston Martin
BMW 328 - 1938 - Driver Schneeweis/Wortmann
testa l’equipaggio composto dagli argentini Claudio Scalise
e Daniel Claramunt, a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1500
GS del 1933 partita con il numero 57. Al secondo posto
l’equipaggio bresciano Mozzi-Biacca sull’auto numero 49,
una Aston Martin Le Mans del ’33. Giordano e Stefania,
coppia nella vita e nelle corse, sono poi riusciti a conquistare
il trionfo finale all’arrivo a Brescia. Tra i vip in gara si è
segnalato il buon piazzamento dell’attore e comico britannico
Rowan Atkinson, noto per essere l’interprete di Mr. Bean, codriver di una BMW 328 Mille Miglia Roadster con numero 87,
che ha concluso la prima tappa al quarantasettesimo posto. Il
motociclista 15 volte campione del mondo, Giacomo Agostini
con Jochen Maas su Mercedes-Benz 710 SS del 1930, partiti
col numero 45, in 349esima posizione; Mika Hakkinen, nel
team McLaren-Mercedes, campione del mondo di Formula 1
Jaguar XK 120 OTS Gran Turismo - 1952- Driver Ricci/Ricci
Alfa Romeo 6C 1500 GS - 1933 - Driver Scalise/Claramunt
Healey Silverstone - 1950 - Driver Gnutti/Gnutti
nel 1998 e 1999, e Juan Manuel Fangio 344esimi. Le 375 auto
d’epoca, partite poi da Bologna, hanno puntato in direzione
della Repubblica di San Marino per giungere quindi a Roma,
sfilando davanti a Castel Sant’Angelo.
Jaguar ha partecipato all’edizione 2011 della Mille Miglia
continuando la celebrazione del 50° anniversario della E-type
con vetture arrivate da tutto il mondo, tra cui XK120, C e D-type,
supportate da Jaguar Cars e dallo Jaguar Heritage Trust. Questa
significativa rappresentanza alla Mille Miglia 2011 sottolinea
l’antico legame di Jaguar con la corsa. Nel 1950, Jaguar schierò
una squadra ufficiale di quattro XK120, ed un giovane Stirling
Moss fece il suo esordio al volante l’anno successivo. “La Mille
Miglia è uno dei più grandi ed importanti eventi automobilistici
del mondo, dove Jaguar si è sempre sentita a casa propria” ha
detto Frank Klaas, Global Head of Communications, Jaguar
Land Rover. “Il nostro legame risale agli anni Cinquanta,
quando le XK120 e le XK140 erano regolarmente ai nastri
di partenza e partecipavano alla gara persino le C-type e le
D-type. Infatti, i primi dischi freno furono montati su una
C-type in gara guidata da Stirling Moss e Norman Dewis
nella Mille Miglia del 1952. Gli ufficiali di corsa furono così
disorientati da questa nuova tecnologia che richiesero una
dimostrazione per provare che erano effettivamente dei freni
e non qualcosa d’illegale” ha aggiunto. “Nel 2011 cade il 50°
anniversario della E-type, e cinquanta anni dell’integrità del
design” ha spiegato Klaas. “Non potevamo pensare a niente
di meglio per proseguire la nostra celebrazione della E-type.
Come prefigurato dal suo designer, Malcolm Sayer, l’intento
principale della E-type era quello di essere veloce. Infatti,
raggiungendo una velocità massima di 240 km/h, fu la vettura
di serie più veloce del mondo”.
Ad accogliere tutte le vetture una platea di personaggi
istituzionali fra cui Davide Bordoni, assessore capitolino
alle Attività Produttive, Emmanuele Emanuele, presidente di
Fondazione Roma, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro
e il prefetto Francesco Paolo Tronca, capo dipartimento
dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e difesa civile
del Ministero degli interni, oltre al presidente Mille Miglia
Alessandro Casali, giunto poco prima sul posto, che ha dato il
suo benvenuto assieme alla madrina Madalina Ghenea. Dopo
il saluto tutti gli invitati sono stati ospitati nella splendida
terrazza di Castel Sant’Angelo per la cena di gala dove, oltre
alle istituzioni, erano presenti Milli Carlucci, Tiberio Timperi,
Kaspar Capparoni, Patrizia Mirigliani, figlia dello storico
patron di Miss Italia Enzo Mirigliani e alcuni giornalisti fra cui
il direttore del TG1 Augusto Minzolini ◆
FIAT AR 51 Campagnola cat. Turismo - 1951 - Driver Sperotto/Sperotto
1000 miglia
Aston Martin Le Mans 1933 Mozzi-Biacca
Insider
Sport
42
A LEZIONE DI GOLF
Venti piazzole, un putting green,
un pitching green e due ampi bunker
costituiscono il nuovo campo pratica
del GOLF LA CASTELLUCCIA
S
ph Patrizia Savarese
S
abato 28 maggio alle ore 17,30, Padre Wladim
del Collegio Santissimi Cirillo e Metodio,
impartiva la sua benedizione al GOLF LA
CASTELLUCCIA e sanciva così l’inizio di questa nuova
avventura che va ad arricchire l’offerta delle strutture
golfistiche della capitale.
Venti piazzole, un putting green, un pitching green e due ampi
bunker costituiscono il nuovo campo pratica di recentissima
realizzazione, ubicato in un’area campestre di rara bellezza
con all’orizzonte la linea del mare.
La nuova realtà golfistica è il frutto degli sforzi congiunti
dei dieci soci fondatori composti dalla famiglia Palenca
proprietaria del Castello della Castelluccia e Fabrizio Prato
presidente dell’associazione e dalla famiglia Di Muzio
Giansanti con Marina Di Muzio vice presidente.
Alla cerimonia inaugurale ha partecipato un foltissimo
numero di appassionati e amici anche attratti dalla presenza
di Costantino Rocca, leggenda del golf italiano che in
nome della forte amicizia che lo lega a Fabrizio Prato neo
presidente, non è voluto mancare all’evento.
Tra gli ospiti intervenuti l’ex campione dello sci Michael
Mair, Stefano Masciarelli, Georges Adly Zaki amministratore
delegato della SWAN TOUR e appassionato golfista; il Cav.
Angelo Matarazzo, direttore generale della Banca Popolare di
Roma; Anna Maria Teofili e sua figlia Alessia in rappresentanza
dell’Arco di Costantino; Mauro Guerini, direttore dell’Olgiata
Golf Club e Riccardo Tirotti direttore del Country CLub
Castelgandolfo; Cecilia Fiorucci e Giuseppe Santoni già
sponsor di alcuni eventi golfistici importanti; Enzo Bosi
della Franco Bosi Argenti; il dott. Domenico Bonifaci, noto
immobiliarista capitolino e Marina Como, nota giornalista.
Dopo la benedizione di Padre Wladim, Fabrizio Prato in
qualità di Presidente del Golf La Castelluccia ha salutato e
ringraziato tutti gli intervenuti e ha illustrato gli obbiettivi e i
programmi futuri che prevedono Golf Clinic, Campus estivi,
corsi propedeutici per principianti e amateur.
Insider
Sport
44
Costantino Rocca
Costantino Rocca, Marina Di Muzio e Fabrizio Prato
Anche Marina di Muzio ha voluto salutare gli ospiti e ha
ricordato con commozione la figura del padre, Giovanni, a
cui in sostanza va il merito di aver creato l’Azienda Agricola
Di Muzio proprietaria del terreno che ospita il Golf La
Castelluccia.
Costantino Rocca ha infine salutato gli ospiti elogiando
l’iniziativa e definendo il Golf La Castelluccia uno dei campi
pratica più grandi d’Italia e promettendo di aderire alle future
golf clinic che verranno organizzate.
Dopo aver ricevuto da Fabrizio Prato e Marina Di Muzio
la tessera d’argento di socio onorario, Costantino Rocca ha
tirato il primo colpo ufficiale del campo pratica inaugurando
così l’attività.
Dopo di lui moltissimi ospiti hanno occupato le piazzole
tirando palline fino a tarda sera. Una gran festa con tanti bei
nomi intervenuti... Unico assente la Federazione ◆
golf
Insider
Eventi
46
S
S
Antonio Falanga e il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Valotto
Il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Valotto e Rosaria Renna
Banda dell’esercito diretta dal Mo vice-direttore Tenente Antonella Bona
erata all’insegna del tricolore del 150°
Anniversario dell’Unità Nazionale all’evento
“Premio Margutta - La Via delle Arti 2011”,
ideato e prodotto dal Fashion Producer Antonio Falanga e
organizzata a Roma nel Complesso logistico Pio IX, oggi Sede
del Circolo Ufficiali Esercito. Un susseguirsi di riferimenti
scenografici e coreografici, di citazioni hanno caratterizzato
la manifestazione, ideata con l’intento di promuovere e
valorizzare il nostro del Made in Italy. L’ouverture della
serata, è stata affidata alla Banda dell’Esercito diretta dal
M° vice-direttore Tenente Antonella Bona, che ha eseguito
il Canto degli italiani, prologo dell’entrata in scena di una
elegantissima Rosaria Renna, madrina e conduttrice della
manifestazione.
Un parterre d’eccezione, ricco di personalità del mondo
delle istituzioni, della cultura e dello spettacolo ha ricevuto
il benvenuto alla serata, dal Capo di Stato Maggiore
dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto,
al quale è stato conferito il “Premio alla Carriera”. Per la
sezione “Istituzione” il premio è andato all’Ambasciatrice
del Governo di Haiti Géri Benoit; per la sezione “Arte” ad
Angelo Bucarelli; per la “Moda” ad Alviero Martini; per la
“Letteratura” alla Gangemi Editore; per il “Giornalismo” a
Monica Maggioni; per la “Musica” a Serena Autieri; per il
“Cinema” a Giorgio Pasotti; per lo “Spettacolo” a Marisa
Laurito; per la “Sezione Media” a Marco Liorni; per la
“Fiction” a Brando Giorgi; per il “Teatro” a Cosimo Cinieri
ed infine per la “Comunicazione” a Tiziana Rocca.
Alla manifestazione che si è avvalsa degli autorevoli
patrocini del Ministero della Difesa, della Presidenza del
Consiglio Regionale del Lazio, della Provincia di Roma,
dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico
di Roma Capitale, della Presidenza della Commissione
Turismo e Moda di Roma Capitale, di AltaRoma e di
Confartigianato Imprese, hanno partecipato personalità
delle istituzioni, della cultura e dello spettacolo: i Generali
di C. A. Mauro Moscatelli e Domenico Rossi, l’On. Isabella
Rauti, l’Assessore alle Politiche Culturali Dino Gasperini,
l’Ambasciatore del Belize Nunzio Alfredo D’Angieri, la Dott.
ssa Valeria Mangani Consigliera per le Relazioni Esterne del
Sindaco di Roma - Vice Presidente di Altaroma e Sandro Di
Castro Vice Presidente di Altaroma, le attrici Barbara Tabita
e Alma Manera, la giornalista Cinzia Malvini, il principe
Guglielmo Giovanelli Marconi ◆
premio margutta
SVENTOLA
IL TRICOLORE
Gran galà del made in Italy
per il 150°anniversario
dell’Unità
di Laura Pagnini
Collezione Alviero Martini
Assessore Dino Gasperini ed Emilia Gangemi
Roberta Loddo - ph Paolo Lanzi
Collezione - Linea Esercito Italiano
Insider
Sport
48
49
Insider
Sport
ITALIA, SALTO IN AVANTI
A Piazza di Siena, nel 79° Concorso Internazionale
di Salto Ostacoli, l’Italia ha vinto 5 gare su dodici,
compresa la spettacolare Potenza, ma ancora una volta
gli sono sfuggite il Gran Premio Roma
e la Coppa delle Nazioni
(a tribune vuote, un problema da risolvere)
Il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Federazione
Italiana Sport Equestri premiano Hicksted ed Eric Lamaze
vincitori del Gran Premio Roma 2011 (foto FISE)
di Enrico Tonali
Italic De Salines con in sella Emanuele Gaudiano supera il muro dei 2,25 (foto FISE)
Eric Lamaze in sella a Hickstead (foto FISE)
I
I
l dottor Jekyll e mr. Hyde hanno traslocato
a Piazza di Siena. I due personaggi dello
“strano caso” ideato dallo scrittore scozzese
Robert Louis Stevenson si sono tramutati nella buona
organizzazione e nel cattivo pubblico del 79° Concorso
Ippico Internazionale-Snai Show Jumping tenutosi a fine
maggio nel celebre ovale, voluto dal principe Marcantonio
Borghese nella sua Villa fuori Porta Pinciana.
Non è che gli spettatori abbiano insultato i concorrenti, tirato
Il salto di un cavaliere della vincitrice Olanda
uova marce o fatto atti vandalici; ma - come per il banchetto
delle nozze evangelico - hanno messo mille scuse per non
gremire le comode tribune, dare solo sguardi distratti agli
stand commerciali, non far sentire il boato vivificatore del
tifo a cavalli e cavalieri italiani nella Coppa delle Nazioni che
l’Italia liscia dal 1985.
Eccezionalmente per il Gran Premio Potenza (ma non è una
novità, è la gara che piace di più ai romani) e per il Gran
Premio Roma (finalmente, anche se - come aveva pronosticato
Piero D’Inzeo - si è assistito all’ennesima mortificazione dei
cavalieri italiani) gli spettatori hanno occupato le tribune, con
chiazze di poltroncine vuote, ma forse è stato per il troppo
sole su quegli spazi. Sollecitare i presidi
a mandare a Piazza di Siena i propri
studenti a costo zero, distribuire biglietti
gratis ai Circoli Ippici, far acquistare ticket
agli sponsor non basta. Come fanno
certi ippodromi più lungimiranti, se vuoi
il posto comodo e sicuro lo paghi, ma il
prato va lasciato a ingresso libero. Anche
perché Villa Borghese è comunale, un
bene pubblico, di tutti.
Su 12 gare gli italiani ne hanno vinte 5: la
competizione d’apertura contro il tempo
(Ornella, in sella Gianni Govoni che sempre Piero D’Inzeo - considera il miglior
cavaliere italiano), il Trofeo Mercedes Benz
(Loro Piana Chiclana con l’aviere capo
Giulia Martinengo tornata a primeggiare
dopo un appiedamento seguito da
problemi alla bianca cavalla), il Trofeo
Acqua Tutolo Rionero (Olea 0003 con
l’altro aviere capo Emilio Bicocchi, atleta
molto professionale e preparato ad ogni
appuntamento), Il Trofeo Unicredit (Loro
Piana Kelly De Fussigny con Francesca
Arioldi, diciassettenne e più giovane
vincitrice di tutti i tempi nel Concorso
Internazionale romano e alla quale, con il
padre Roberto, è stato assegnato il Premio
Fair Play di HippoGroup Capannelle) e
il Trofeo UNIRE per i giovani saltatori
(Istrione Del Terriccio e bis di Bicocchi, tra i più attenti ad
utilizzare l’allevamento italiano).
Non sarebbe male come risultato complessivo, se non
fosse che ci sono scappati due dei più
importanti clou di Piazza di Siena: la
Coppa delle Nazioni vinta dall’Olanda
(con l’Italia ottava su nove Paesi in gara) e
il Gran Premio Roma (ci sfugge dal 1994)
spettacolarmente conquistato dal binomio
d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino/Hong
Kong 2008 dei canadesi Hickstead ed
Eric Lamaze, con Chiclana/Martinengo al
dodicesimo posto.
Sul piatto della bilancia possiamo mettere
il successo “standing ovation”, da applausi
a scena aperta, di Italic De Salines
magistralmente
montato
dall’agente
forestale Emanale Gaudiano nel Gran
Premio Potenza Snai. Ma anche se il
binomio-aquila ha superato i m 2,25 (a 7 cm
dall’imbattuto record 2002) l’importanza
della Coppa delle Nazioni (quella di Roma
era la seconda tappa della FEI World Cup)
e del Premio Roma (nato nel 1922) non
permette nessun equilibrismo.
Piazza di Siena (con la reale Windsor) è
il parterre più scenografico del mondo,
l’organizzazione Federazione Italiana
Sport Equestri-Infront eccellente, essere
premiati dal sindaco di Roma con la
Lupa Capitolina mette i brividi, ma nel
salto ostacoli internazionale siamo in
Promotional League. Cioè in serie B. ◆
51
Dott. Eugenio Rosselli,
Medico Chirurgo Specialista
Responsabile della Nutrizione Clinica
e Dietologia applicata allo Sport di Villa Stuart.
Servizio di Dietologia dello Sport
ALIMENTAZIONE E SPORT:
LA VITTORIA SI COSTRUISCE A TAVOLA
Dietologia applicata allo sport: alimenti consigliati, idratazione e prima colazione.
*M%PUU&VHFOJP3PTTFMMJTQFDJlDBh6OBUUFOUPQSPUPDPMMPOVUSJ[JPOBMFJODSFNFOUBMBRVBMJU¸EFMMFQSFTUB[JPOJTQPSUJWFv
di Paolo Brandimarte
Dott. Rosselli, che rapporto intercorre tra alimentazione
e prestazioni sportive?
“Una corretta alimentazione è in grado di influenzare
positivamente la capacità di sostenere allenamenti
quotidiani e programma fisico. Infatti, durante il processo digestivo, gli alimenti forniscono all’organismo
l’energia necessaria per sopportare lo sforzo a cui è
chiamato”.
La dieta viene modulata sulla base della disciplina
sportiva praticata?
“In base all’intensità ed al dispendio calorico, la dieta
dello sportivo sarà più o meno vincolante, specializzata e perfezionata. In questo modo viene ottimizzato il
lavoro atletico ed al tempo stesso,
si assiste ad un certo incremento
della massa muscolare. Una dieta
appropriata, infine, favorisce il
reintegro delle risorse fisiche e
mentali”.
Quali comportamenti alimentari
osservare prima della gara?
“Il pasto prima della gara è fondamentale. Occorre assumere cibi
facilmente digeribili, privilegiando
alimenti ricchi di carboidrati ed a basso contenuto di
lipidi e proteine”.
Veniamo ai liquidi. Come deve idratarsi lo sportivo?
“Nel corso dell’attività fisica, le elevate sudorazioni
comportano perdita d’acqua e sali minerali, specie in
condizioni di intenso carico muscolare e situazioni climatiche sfavorevoli (caldo, umido, scarsa ventilazione).
Per questa ragione, occorre assumere bevande a bassa
concentrazione di zuccheri e sali”.
“Il mattino ha l’oro in bocca”. Regole per una buona
colazione.
“Ovviamente, una colazione consumata con calma e
tranquillità è il modo più indicato
per iniziare la giornata. Da questo
punto di vista, è consigliato un
pasto che comprenda tutti i nutrienti (carboidrati, grassi e proteine, ndr) e sia ricco di vitamine,
calcio e fosforo”.
www.villastuart.it
Per info e appuntamenti: 06.35528369 Centralino 06.355281
Casa di Cura Villa Stuart - Via Trionfale,
5952 - 00136 Roma
Insider
Insider
Sport
52
53
Al Rep (a sx, in sella Salvatore Sulas) vincitore del 104° Premio Parioli 2011 a Capannelle.
Il galoppatore romano è stato acquistato da un team di Hong Kong - ph Grasso
GALOPPO, CHE MUSICA
Il Derby Italiano e le altre grandi corse della primavera di Capannelle
hanno riportato il galoppo nel cuore dei romani
che hanno affollato lo storico ippodromo di Via Appia Nuova
Dal 17 giugno l’impianto ippico va in riposo
ed ospita fino a luglio i concerti di “Rock in Roma”
T
di Enrico Tonali
T
Il palco della premiazione del 128° Derby Italiano Better a Capannelle
ph Garofalo
Estejo (con Umberto Rispoli in sella) vince a Capannelle il 56° Premio Presidente della Repubblica 2011 - ph Grasso
ommaso Filippo Marinetti diceva che
una locomotiva in piena velocità era
più bella della Vittoria di Samotracia, la
celebre statua ellenica. Se il guru del Futurismo si fosse fatto
coinvolgere - dall’amico-rivale Gabriele D’Annunzio - nel
mondo delle corse, avrebbe scoperto che un purosangue al
galoppo può rivaleggiare con il Partenone.
Certo è che quest’anno la primavera romana di Capannelle
è riuscita a far rimettere piede sulle sue tribune a diecimila
spettatori e a far breccia nel cuore degli amministratori
del Campidoglio, se finalmente gli “inquilini” del Palazzo
Senatorio si sono decisi a dare una mano alla gestione
dell’ultracentenario Parco dell’ippodromo di Via Appia
Nuova, sorto nel 1881 sui terreni un tempo proprietà
di Luciano Bonaparte, fratello - più borghese e meno
guerrafondaio - di Napoleone.
Crackerjack King (montato da Fabio Branca) conquista a Roma il 128° Derby Italiano Better 2011
ph HippoGroup
Un giovane campione capitolino in viaggio per l’Oriente, una
miss del Lago Maggiore che ha vinto per la mamma, l’ultimo
Crack di una famiglia che ha la fissa del Nastro Azzurro,
un veterano tedesco dall’anima tricolore. Sono i quattro
campioni che hanno riportato, nelle ultime settimane, il
galoppo nel cuore dei capitolini.
Lo storico ippodromo di Capannelle - che il 21 aprile ha
festeggiato 85 anni dal “new deal” architettonico del 1926 ha vissuto una primavera da ippica italiana in ottima salute
(quale tutti la sognano) e non con il futuro scritto sull’acqua
(come purtroppo è in realtà).
Dal 17 aprile al 15 maggio si sono tenuti, sulla pista di Via
Appia Nuova, quattro appuntamenti - 104° Premio Parioli,
104° Premio Regina Elena, 128° Derby Italiano Better, 56°
Premio Presidente della Repubblica GBI Racing - che hanno
catalizzato l’attenzione del turf nazionale (ed estero, visto
che il “pariolino” Al Rep è stato acquistato addirittura da un
team di Hong Kong). Quattro corse di gruppo, un quartetto
di vincitori di spessore, tutti italiani: il romano Al Rep (anni
3, scuderia Colle Papa, trainer Daniele Camuffo, in sella
Salvatore Sulas) nel Parioli, Stay Alive (3, Vittadini, Bruno
Grizzetti, Dario Vargiu) nell’Elena, Crackerjack King (3, EffeVi,
Stefano Botti, Fabio Branca) nel Derby ed Estejo (7, Giovanni
Martone, Ralf Rhone, Umberto Rispoli) nel Repubblica.
“Il totale è positivo, abbiamo avuto un incremento - rispetto
al 2010 - di spettatori (9.500 al Derby, l’anno scorso furono
7.000) e di scommesse sia sul campo (in ippodromo) che
fuori” spiega Elio Pautasso, ingegnere meccanico torinese,
46 anni, gli ultimi 15 passati a dirigere Capannelle. “Pubblico
e gioco sono in calo ovunque, nell’ippica, da noi però meno
che altrove”. Tant’è che il “signor Sport” del Campidoglio,
il delegato Alessandro Cochi, presente al Derby, ha trovato
l’impianto in “ottima salute agonistica” e assicurato che
la “fisiologica pendenza” con il Comune (proprietario
dell’ippodromo) è in risoluzione.
Un lusinghiero giudizio sul lavoro svolto dal gestore
HippoGroup Roma (presidente Tomaso Grassi) che dovrebbe
esprimere anche il Comitato Internazionale Pattern (in cui
“british rule the waves”) il quale - nonostante le ottime prove
after-Derby del dubaiano Mastery e del milanese Worthadd,
vincitori del Nastro Azzurro 2009 e 2010 - seguita invece a
tenere nel limbo del gruppo 2 l’appuntamento italiano più
fascinoso, il Derby. Una discutibile sottovalutazione che come dicono le cifre - al pubblico non interessa affatto.
“Capannelle rimarrà aperto fino a venerdì 17 giugno,
una settimana in più del 2010, per consentire ai giovani
purosangue più corse in un ippodromo importante come il
nostro” conclude Putasso che al Derby ha sfoggiato come
tradizione la bombetta “Poi lo stop estivo - anche per
rigenerare le piste - fino ai primi di settembre e ai Premi del
grande autunno romano”.
Dal 18 giugno al 29 luglio l’impianto darà spazio alla musica,
quest’anno ospitando 21 concerti serali di “Rock In Roma” ◆
Insider
Sport
C.O.N.I.
F.I.S.E.
Assegnati all’Italia i play-off
europei dei Mondiali di Polo
Si terranno in Toscana, a Villa a Sesta nella zona del Chianti Classico.
Un avvenimento di notevole valore agonistico:
giocheranno le migliori nazionali continentali.
La Coppa del Mondo è stata esposta a Pitti Immagine a gennaio
C.I. Casale San Nicola
Società Sportiva Dilettantistica a R.L.
B
B
Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza
Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati
2 campi coperti illuminati
Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 RomatTel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990
www.casalesannicola.com - [email protected]
[email protected] - Tel. 348 6577889
Club House con piscina
asterebbe un partitella di polo sul
prato all’interno della pista per metter
fine negli ippodromi a tanti sbadigli e
ciondolamenti dalle tribune al bar durante gli intervalli delle
corse. Ma anche per rilassare gli allievi dalle metodiche
lezioni di salto ostacoli, qualche colpo di stecca a una palla
di gomma si rivelerebbe utile e divertente.
Il gioco ideato - o almeno codificato - dalla cavalleria persiana
dell’imperatore Dario (quello sconfitto da Alessandro Magno)
in Italia è cresciuto parecchio negli ultimi anni tanto che la
passione e l’impegno di circoli (antesignano il Polo Club
Roma all’Acqua Acetosa), organizzatori e Federazione Sport
Equestri è stato premiato con l’assegnazione dei play-off (le
eliminatorie) europei per i 9° Campionati del Mondo che si
terranno in Argentina a fine ottobre nella città di San Luis.
Quello che vedrà impegnate le migliori formazioni
continentali (hanno già confermato la presenza con il proprio
quartetto - oltre a quello azzurro che verrà definito a maggio
- Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Olanda) sarà un
torneo di alto livello - ad handicap 14 goal - che si disputerà,
dal 22 settembre al 3 ottobre, in Toscana sui campi del Polo
Club di Villa a Sesta, prestigiosa azienda vinicola (Chianti
Classico) e alberghiera in Provincia di Arezzo. È stato il
neo-presidente della Federazione Internazionale Polo (FIP)
Uno spettacolare duello tra giocatori durante una partita di polo in Argentina
dove si disputeranno i Mondiali 2011
l’argentino Eduardo Huergo - subentrato allo stlista francese
Patrick Guerrand-Hermes - a comunicare ad Alessandro
Giachetti (responsabile del Dipartimento Polo della
Federazione Sport Equestri) la scelta dell’Italia come sede dei
play-off continentali.
Oltre a quelli in Europa, i play-off si svolgeranno in altre tre
zone: America del Nord e Centrale; America del Sud; Africa,
Asia e Oceania.
Il vincitore delle gare iridate in Argentina riceverà la
Coppa del Mondo (andata al Cile nell’edizione 2008)
un magnifico trofeo in argento donato - nel 1987,
in occasione del primo Mondiale a Buenos Aires alla FIP dal Maharaja di Jaipur, capitale dello stato indiano
del Rajasthan, amante del polo (una sua squadra giocò a
Roma nel 2005).
A gennaio, durante Pitti Immagine - il salone dell’abbigliamento
fiorentino - la Coppa è stata esposta nello stand de La
Martina (sponsor tecnico della FIP anche per i Mondiali)
grazie all’interessamento di Lando Simonetti - industriale
italiano residente in Argentina e patron dell’azienda leader
nel guardaroba, nell’equipaggiamento e nella promozione
del polo - che l’ha portata a Firenze direttamente dal Cile ◆
E.T.
Insider
Sport
56
57
Djokovic,
il nuovo
Principe
del Foro
ph Mezzelani-GMT
N
Il tennista serbo, con il trionfo agli internazionali BNL di Roma,
continua la sua ascesa nella classifica mondiale:
ora l’obiettivo è diventare il numero 1 superando Nadal
ph Mezzelani-GMT
di Francesca Monzone
N
ovak è il nuovo Re di Roma. È il numero due
del ranking mondiale ed ha da poco trionfato
agli Internazionali BNL d’Italia al Foro
Italico in un finale contro Re Nadal e ha infuocato il Centrale
nonostante la pioggia. Novak Djokovic è nato a Belgrado 24
anni fa da una famiglia dove lo sport è sempre stato di casa ad
alti livelli. Il papà Srdjan era bravo nello sci e nel calcio e per
il figlio avrebbe voluto un futuro in queste discipline. Novak,
però, sembrava essere predestinato per il tennis e già all’età
di quattro anni si cimentava con una racchetta in mano. Una
volta capite le sue potenzialità, la famiglia lo ha assecondato e
incoraggiato. Così, a 12 anni, ha lasciato la Serbia per andare
a perfezionarsi a Monaco di Baviera nella celebre accademia
di Nicola Pilic. A sedici anni sono arrivati i primi successi nel
circuito juniores e l’anno successivo ha fatto il suo ingresso tra i
professionisti. Ha partecipato alla Coppa Davis ed è entrato tra
i primi duecento della classifica ATP. Il 2005 è stato l’anno del
suo ingresso nella gare importanti e ha debuttato nei quattro
tornei del Grande Slam.
La sua è una carriera in continua ascesa e ha cominciato così
a scalare la classifica mondiale. Il 2007 è stata la stagione
che lo ha consacrato al tennis. A Miami per la prima volta ha
battuto Nadal e poi grazie alle due semifinali a Wimbledon
La delusione di Nadal - ph Mezzelani-GMT
e al Roland Garros si è piazzato al terzo posto del ranking
mondiale. L’anno seguente, dopo aver vinto il suo primo
Slam all’Australian Open, ha conquistato il bronzo olimpico
a Pechino, un risultato che ogni atleta vorrebbe raggiungere.
Il secondo posto della classifica ATP è arrivato nel 2010
anche se quella è stata una stagione che non era iniziata nel
migliore dei modi. Alla fine ha vinto con la sua nazionale
la Coppa Davis, quell’insalatiera cui i tennisti guardano con
passione e amore.
Quest’anno Djokovic ha iniziato nel migliore dei modi. Il
trionfo agli Australian Open, vincendo così il suo secondo
Slam, e in finale ha superato Andy Murray. Poi ha vinto per
la terza volta a Dubai e ha continuato ad accumulare vittorie
battendo per la prima volta in finale Rafa Nadal in occasione
del primo Master 1000 a Indiana Wells. A Miami, subito
dopo, è ancora una finale contro Nadal e anche questa volta
il successo è stato del giocatore di Belgrado. A Madrid in
finale c’era ancora Nadal e Djokovic nuovamente ha vinto.
A Roma, agli Internazionali dove Djokovic è arrivato con
32 vittorie di fila, il serbo ha trovato nuovamente Nadal
nell’ultimo atto del torneo e ancora una volta Novak ha
vinto con uno spettacolare doppio 6-4 facendo sua la
39esima partita consecutiva. Una carriera fantastica quella
del giovane Djokovic che presto potrebbe diventare il nuovo
numero uno del ranking mondiale poiché per quattro volte di
fila ha battuto re Nadal.
La sua è una vita regolare, Djokovic segue una dieta ferrea
studiata da un nutrizionista perché nel 2010 ha scoperto di
essere affetto dal morbo celiaco. Allora ha dovuto eliminare
gli alimenti a base di grano e sostituirli con farine integrali di
altri cereali.
Djokovic ha dimostrato anche di avere nervi saldi. Questa
sua dote è arricchita anche da una buona dose di spavalderia
che piace al pubblico. Adesso le sue potenzialità iniziano a
far tremare lo spagnolo numero uno al mondo, Nadal, che
durante le partite contro il serbo dà cenni di sofferenza.
A Roma, la tensione tra i due tennisti è stata decisamente
palpabile. Due i set. Nel primo lo spagnolo si è mostrato da
subito nervoso con Nole che è passato presto al comando
dimostrando di saper difendere ed attaccare nel modo
giusto. Il pubblico romano è stato dalla parte di Nole e lo
non lo ha tradito. Per Nadal, alla sesta finale al Foro, la
sconfitta è arrivata nel secondo set quando è stato costretto a
piegarsi ai colpi di racchetta di Djokovic, avversario davvero
insuperabile che pure aveva raggiunto la finale battendo
Murray in semifinale solo al tie-break del terzo set. Il serbo
ha voluto ringraziare il “suo” pubblico che già lo aveva visto
trionfare nella città eterna nel 2008 e lo ha fatto con un
sorprendente italiano ◆
Insider
Sport
Insider
Sport
58
59
Insider
Sport
Luca Migliaccio, allenatore del Circolo Canottieri Roma, mentre prepara il 4 di coppia per l’uscita di allenamento
COS’È IL CANOTTAGGIO
“È uno sport unico, o si ama o si odia. Quasi sempre scatta
il colpo di fulmine. È uno sport duro, di resistenza e anche
di sofferenza fisica e psicologica. Proprio per questo è uno
sport completo come pochi, tanto che chiunque lo pratichi
non ha problemi a confrontarsi con altre discipline. Lo stesso
allenamento ti permette di variare tra palestra, barca, nuoto,
bicicletta e corsa. Dico sempre che nel canottaggio ci sono
3 motori: gambe, tronco e braccia. Per questo chi pratica
canottaggio ha un fisico completo e sviluppa tutti i muscoli
più importante per la crescita di ogni individuo”.
I GIOVANI E IL CANOTTAGGIO
della Canottieri Roma, ci spiega i segreti del canottaggio,
sport che entusiasma sin da piccoli: valori sani e benessere
non solo fisico ma anche mentale, eleganza e precisione
del gesto tecnico, stretto contatto con l’ambiente e la natura
“Perché un ragazzo dovrebbe avvicinarsi a questo sport?
Perchè ti insegna a stare al mondo. I ragazzi con il canottaggio
imparano a vivere in squadra, il senso di responsabilità, il
rispetto delle regole e dell’avversario. Tutte cose che si
ritrovano nella vita di tutti i giorni.
Il canottaggio ti insegna a essere concentrato, l’equilibrio e
la forza di volontà. Il ‘non mollare mai’ che ti porti avanti
durante tutta l’esistenza”.
di Giovanni Manfroni
QUANDO SI COMINCIA
PURA
PASSIONE
Uno dei tecnici più titolati d’Italia, Luca Migliaccio
Q
Q
“
uando sei sulla barca provi la sensazione
di volare sull’acqua, una sensazione unica
che il canottaggio ti regala ogni volta che
scivoli lungo il fiume”. E Luca Migliaccio il canottaggio ce
l’ha nel DNA. Cinquantuno anni e il fisico di un adolescente,
Migliaccio è da 18 anni allenatore del Circolo Canottieri
Roma, uno dei più titolati tecnici italiani.
Papà ex canottiere, gli inizi con la canoa, poi a 13 anni le
prime remate e una trafila obbligata prima negli allievi, poi i
cadetti, i ragazzi e gli junior. Poi il salto tra gli agonisti.
Come allenatore è ormai una specie di “guru”. Non a caso
in Italia è uno dei pochi ad aver raggiunto il massimo livello
di specializzazione, quarto livello federale, più in alto di
qualche tecnico della nazionale. Quando andava in acqua,
nel singolo, ha portato a casa 5 Campionati Italiani e un
bronzo al Mondiale di Lucerna nel 1982, oltre a diversi titoli
a livello internazionale e altre quattro partecipazioni alla
rassegna iridata.
Per lui il canottaggio non è solo uno sport ma “uno stile di
vita perché ti insegna a stare al mondo”, dice con tono serio
nascondendo quel sorriso che l’accompagna sempre. Chi
meglio di lui può raccontare uno sport dal fascino indiscusso,
che ti permette di vivere emozioni uniche spesso in luoghi
che sembrano lontani dal mondo e fermati nel tempo.
“L’età giusta ritengo sia dagli 11 anni. Va sicuramente presa
in maniera ludica, per questo a me piace sempre scherzare
quando sto soprattutto con i più piccoli. Bisogna subito
essere messi in gruppo e così si forma lo spirito di squadra e
di appartenenza. Si impara che si vince e si perde insieme,
ovviamente a meno che on si gareggi nel singolo. Da piccoli
si impara velocemente. Prima con una parte teorica fatta
in vasca e poi in acqua per la pratica dopo una decina di
giorni. Tutti possono praticare il canottaggio. Il fisico? Si
dice che un canottiere, diciamo per arrivare a grandi livelli,
deve essere molto alto e robusto ma non sempre è così. La
dote più importante per un canottiere è la tenacia. La grinta
è fondamentale, poi è ovvio che solo con la tenacia non si
va avanti e ci vuole una componente fisica da cui non si
può prescindere. Ci sono tanti esempi di atleti che si sono
affermati nonostante non fossero dei giganti”.
L’otto del Circolo Canottieri Firenze nella foto che ha vinto il concorso “Immagini in voga” del 2010
REMARE FERMANDO IL TEMPO
“Quello che ti fa innamorare di questo sport è proprio la
sensazione di volare sull’acqua che si ha la prima volta che si
sale in barca. E che poi ti accompagna sempre. Quando si è in
acqua sei lontano da tutto e da tutti e il mondo esterno sembra
lontano. Hai la possibilità di ammirare, ad esempio, Roma
come non l’hai mai vista. Vederla dal fiume è un’esperienza
fantastica. Ti godi la città senza traffico e rumori e vedi cose
che non avevi mai visto. Un po’ come fermare il tempo.
Sono tanti i posti magnifici che il canottaggio ti permette di
conoscere sotto un’altra luce: città come Torino, per dirne una
tra tante, sono ancora più splendide contemplate dall’acqua.
Così come i panorami che ti può regalare la Svizzera o lo
stesso centro nazionale di Piediluco dove la calma e il silenzio
dei boschi sono spezzati dal remo che si infrange sull’acqua.
Diventa fondamentale anche il rapporto che il canottiere ha
con l’ambiente. Ecco, il canottaggio ti insegna anche questo:
il rispetto dell’ambiente. Non vedrai mai un canottiere che
getta una carta o una bottiglia in acqua o su un prato”.
Insider
Sport
60
La gioia dei canottieri di Cambridge per la vittoria nel 2010 sui rivali di Oxford nella storica regata tra le due università inglesi
LA SICUREZZA
UNA SECONDA CASA
“Inutile dire che la sicurezza è tutto. Da allenatore dico che
noi abbiamo una responsabilità enorme verso le famiglie e
i ragazzi che praticano questo sport. Prima di mettere un
ragazzino su un singolo, devo essere sicuro che abbia già
fatto la sua esperienza nel doppio o nell’8. Devo essere
sicuro al 100%. Fondamentale, ovviamente, è che chi vuole
avvicinarsi al canottaggio sappia nuotare. La paura più grande
dei ragazzi? Ovviamente cadere in acqua.
Il mio consiglio è quello di rimanere sempre attaccati alla
barca quando ci si trova in mezzo al fiume e aspettare i
soccorsi. Bisogna rimanere calmi ed evitare il panico”.
“Il circolo per chi pratica il canottaggio diventa una seconda
casa. Un luogo di aggregazione e socializzazione. Un luogo
dove praticare sport ma anche di confronto e scambio. I
genitori quando i loro figli sono al Circolo sanno che possono
stare tranquilli e che i loro ragazzi stanno crescendo in un
ambiente sano utile non solo per l’attività remiera, ma anche
per quello che gli riserverà il domani. A Roma sono tanti i
Circoli con una tradizione e una storia importante in cui i
ragazzi si immedesimano.
Tra i Circoli c’è una sana competizione che serve ad
alimentare la passione per questo sport”.
IL RUOLO DEL GENITORE
QUANTO COSTA
“Il genitore per prima cosa non deve caricare di responsabilità
i propri figli. Io dico sempre che la prima cosa è divertirsi.
Devo dire che negli ultimi anni i genitori in questo sono
migliorati. Seguono i figli con grande entusiasmo ma senza
opprimerli. Sanno che crescono in un ambiente sano, sono
all’aria aperta e migliorano sia dal punto di vista fisico che
mentale”.
“Diciamo che per un bambino che comincia a remare
si spende tra i 500 e i 600 euro l’anno per tre volte a
settimana. In questa cifra ovviamente è compreso tutto il
kit di allenamento (borsa, felpa, zaino, maglietta, ecc.). Poi,
se si prosegue e si inizia l’attività agonistica, a quel punto
non spende più nulla perché tutte le spese sono a carico del
Circolo che investe sugli atleti migliori” ◆
IL RUOLO DELL’ALLENATORE
“L’allenatore deve essere prima di tutto un educatore.
I ragazzi non vanno esasperati. Si deve scherzare e ridere. Lo
stare insieme deve essere un momento di gioia. Ovviamente
quando si lavora si lavora ma ci deve sempre essere un sano
agonismo e non la ricerca del successo a tutti costi. L’umiltà
è fondamentale come il fatto di avere una propria vita. Non
può e non deve esistere solo il canottaggio, questo a miei
ragazzi lo dico fin da piccoli. Lo studio è la prima cosa,
soprattutto per quelli che lo praticano a livello agonistico
con un impegno maggiore in termini di tempo e sforzi. Prima
di tutto bisogna studiare. Un canottiere ignorante non andrà
mai avanti”.
www.canottaggio.org
Insider
Sport
62
Fitness
e benessere
nel cuore di Roma
I
I
l villaggio del Fitness e del Benessere,
30.000 m.q. dedicati allo sport nel cuore
della capitale romana. Dall’8 giugno al 7
settembre: un appuntamento imperdibile per tutti coloro che
amano stare bene. Mondofitness giunge alla sua XII edizione.
Una delle manifestazioni sportive più lunghe (quasi 100
giorni!), diventata un fenomeno metropolitano ineguagliabile.
Immerso nel verde del Parco Tor di Quinto, rappresenta un
evento di alto profilo al quale partecipano i migliori presenter
nazionali e internazionali e dove le aziende leader del settore
propongono le principali innovazioni del fitness.
Centinaia di migliaia di presenze attive ogni anno, 300
ISTRUTTORI, 105 attività sportive, 20 AREE, Master
Class giornaliere, Convegni, Campus Estivi, spettacoli,
intrattenimento e aree Relax: un’esperienza totale.
C’è solo l’imbarazzo della scelta tra le attività proposte.
Uno staff che non necessita di presentazioni. 105 discipline
che vanno dallo step coreografico all’aerobica, dal Group
Cycling all’Hip Hop. Striding, Rowing, Arti Marziali, Pilates
e Macumba. All’insegna dell’estate, 3 piscine dedicate
allo sport e alla balneazione e l’area beach con 4 campi
polifunzionali. Per il 2011, le grandi novità del fitness: il
T-Bow e il Queennax, PoleXGym e il Body Fit... Gli street
sport, con lezioni di Parkour e uno Skatepark. Una parete
per il Free Climbing. Grande novità di quest’anno, ancora, i
Campus Estivi Ciapà, dedicati a bambini e ragazzi dai 4 ai
15 anni ◆
Roma - Parco tor di quinto
Aperto tutti i giorni, dalle 10:00 alle 24:00
Ingresso al villaggio gratuito
Info line: 06 85866053 - 06 97600672
[email protected] - www.mondofitness-roma.it
purché sia
una bufala!
di Antonella De Santis
“U
“U
na delle dieci cose per cui
vale la pena vivere”. Negli
elenchi che hanno segnato il
programma televisivo firmato da Fabio Fazio (Che tempo fa)
e Saviano, quest’ultimo ha trovato un angolino anche per la
mozzarella di bufala. E aldilà dei programmi televisivi e dei
libri, probabilmente la mozzarella ha un posto di riguardo nel
cuore gastronomico di molti.
Bianca e morbida, la mozzarella di bufala campana ha
ottenuto la Dop ed è soggetta al disciplinare del Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali, che ne tutela la qualità
regolamentandone la produzione, a partire dall’area di
allevamento delle bufale da latte che deve essere all’interno
della regione Campania. Appena avvenuta la mungitura, al
massimo dopo 12 ore, inizia il processo che trasforma il latte
in mozzarella. Il primo passo è il filtraggio, per eliminare
eventuali impurità. Come vi abbiamo già raccontato
nell’articolo sui formaggi di qualche mese fa, il latte si
trasforma grazie all’aggiunta di caglio (in questo caso di
vitello): inizia così la coagulazione che dà origine alla cagliata,
la parte solida che viene separata dal siero, utilizzato per la
ricotta. Parte allora il processo di acidificazione: una fase
molto delicata in cui solo l’esperienza del casaro riesce a
determinare con precisione il momento in cui passare alla
fase successiva quando la pasta viene tagliata a fette sottili
e fusa aggiungendo acqua bollente, poi tirata a mano (o
meglio “filata”) fino a ottenere un impasto omogeneo e
lucido. Solo ora si darà alle mozzarelle la caratteristica
forma: tonda o a treccia, tagliata a mano grazie al lavoro di
due persone che “mozzano” un pezzo di pasta filata dalla
massa: quella striscia in rilievo indica proprio il punto in cui
è stata staccata dall’impasto. A questo punto manca solo il
passaggio in salamoia, per dare il giusto grado di sapidità a
questo prodotto, con una percentuale che varia da zona a
zona, addirittura da caseificio a caseificio. Così nasce una
vera mozzarella di bufala campana, leggete con attenzione
l’incarto, una vera e propria carta d’indentità, con il marchio
Dop, indicazioni sulla provenienza e gli ingredienti e sappiate
che la legge vieta la vendita di latticini sfusi.
Perfetta da sola o in abbinamento a pomodori o prosciutto,
sott’oli o verdure, la mozzarella ha un sapore inconfondibile:
la dolcezza del latte, la punta sapida data dalla salamoia, il
finale appena acido. Morbida ed elastica, con una buccia
sottile e lucente di un bel bianco perla che nasconde una
polpa morbida, è la regina delle tavole estive.
Mai in frigo!
La mozzarella si conserva imbustata nel suo siero a bagnomaria
in acqua, oppure immersa nel suo liquido a temperatura
ambiente, mai comunque al di sotto dei 12 gradi.
La mozzarella è prodotta nelle tipiche forme tonde, dal
bocconcino di 80-100 grammi alle forme di mezzo chilo e
oltre; ma anche a treccia, fresca o affumicata, ma le ciliegine
sono un prodotto esclusivamente industriale.
Attenzione alla denominazione: “Mozzarella di bufala
campana” è quella originale Dop, “Mozzarella di bufala” è
prodotta in qualsiasi altra parte d’Italia, “Mozzarella con latte
di bufala” contiene anche latte di mucca ◆
È
stato per anni il ristorante di quartiere,
dove le famiglie andavano insieme la
domenica a pranzo: nonni, nipoti e
genitori riuniti intorno a un tavolo.
È nato così e così è rimasto per anni, fino a che le
mode hanno premuto sull'acceleratore e le gestioni
si sono avvicendate. Oggi, dopo anni di alti e bassi,
dopo stagioni volte all'inseguimento delle tendenze
gastronomiche, degli arredi minimalisti, Celestina
celebra un ritorno alle origini. Torna indietro
puntando a essere ancora una volta l'indirizzo di
riferimento dei Parioli.
Dismessi gli abiti modaioli di ristorante trendy, ha
saputo, nei pochi mesi della nuova gestione, trovare la
giusta misura tra tradizione e modernità.
Confortevole, caldo luminoso, curato: con un'ampia
veranda chiusa e cucina a vista, pareti dai toni chiari,
soprattutto un fresco celeste e legno al pavimento,
accoglie senza inutili formalità, invitando da subito
a sentirsi a proprio agio ricreando l'atmosfera delle
origini, di quel lontano 1926 in cui è nata la storia di
questo locale e degli anni a seguire.
Oggi come allora la cucina è semplice e genuina e
per quanto alleggerita e adattata ai gusti attuali, è un
susseguirsi di piatti classici romani, con qualche piccola
novità, proprio per stupire sempre i propri clienti.
Il ritorno della pizza offre ai giovani un'ottima
alternativa per cene veloci.
Celestina vi aspetta!
CELESTINA AI PARIOLI - VIALE PARIOLI, 184 - TEL. 068078242 - WWW.RISTORANTECELESTINAAIPARIOLI.COM
sempre aperto, anche dopo teatro
percorsi del buon gusto
Voglia di mare e sole,
voglia di passeggiate e piccoli
break sfiziosi. Ecco qui per voi
un’altra proposta per sfruttare
al massimo il bel tempo
Voglia di Gelato
Anche se in molti ormai mangiano gelati in ogni momento
dell’anno, è proprio in questo periodo che inizia la sua
stagione d’oro, quando il caldo inizia a farsi sentire e
l’alimentazione si rivolge a cibi più freschi e golosi. Un
gelato può sostituire il pasto, a patto che sia realizzato
con materie prime d’eccellenza, prodotti freschi, nutrienti
e sani. Ecco come un bel cono può essere un alimento
gourmet. Da qualche anno trovare buoni prodotti a Roma
non è impossibile, basta tenere gli occhi aperti e i sensi
accesi. A noi piace Torcé. Schivo e riservato Claudio
Torcé è un guru del gelato che ha fatto scuola a Roma: è
il padre di quasi tutte le gelaterie di qualità in città. Tante
sedi sono nate dalla prima all’Eur, la più grande e ricca
di gusti dalla consistenza sempre perfetta, un centinaio
divisi per genere: frutta, creme e frutta secca, zabaioni
e varietà alla ricotta, cioccolato realizzato con pregiati
cru di cacao e intensità diverse, puri o in abbinamenti
fantasiosi. Perché la fantasia è un’altra delle caratteristiche
dei suoi gelati: castagne e rosmarino, ricotta sambuca e
caffè, sesamo nero, wasabi, cheese cake, zabaione con
marsala o con malvasia puntinata e ancora un’ondata di
creme, frutta secca, spezie, thé, sorbetti. Oltre a questo
un’interessante produzione di gusti salati, che potrebbero
sembrare arditi per un consumo da passeggio, ma
assicurano un risultato stupefacente per dare un tocco
di brio alla tavola. Pensateli come il tocco ice dei vostri
piatti. Qualche esempio? Il peperone per contrastare un
arroventato gambero alla piastra, il parmigiano insieme
a un tortino tiepido o l’arachide accanto al campari, il
sedano con... è il vostro turno!
Il Gelato
Viale dell’Aeronautica 105; Viale Aventino 59; Piazza
Monte d’Oro; Via Stoccolma 7; Viale Prassilla 39 - Centro
Le Terrazze Casal Palocco; Viale delle Repubbliche
Marinare 101 (Roma Ostia); Centro Commerciale Roma
Est Lunghezza
Tricolore
Un panino e via! Se vi sembra un pranzo triste significa che
non siete mai stati da Tricolore, il forno-scuola-di-cucinapaninoteca che ha dato uno scossone alla ristorazione
capitolina. Basti pensare che alla sua inaugurazione
dietro ai fornelli, pronto a farcire i panini c’erano Paolo
Parisi (vedi sotto, alla voce hamburger) e niente meno che
Massimo Bottura da Modena, appena salito al quarto posto
nella classifica dei 50 migliori chef del mondo. Niente
male per un panino, no? L’idea è semplice (o almeno
così pare): un localetto bianco, molto piacevole, fitto di
piastre a induzione e forni a disposizione dei partecipanti
alle lezioni, in uno dei quartieri trendy di Roma, Monti,
dove fare corsi di cucina, soprattutto panificazione con
la star dei lieviti Gabriele Bonci, e acquistare pane,
panini, meravigliosi croissant francesi da una finestrella
che affaccia su strada. La particolarità? Pane spettacolare
con farine bio selezionatissime e lievitazione naturale,
diverso per ogni panino, e una imbottitura haute cucine:
pane di segale e mele con foie gras, per esempio, o pane
al nero di seppia con salsiccia di ventresca di tonno, o
ancora pane di sedano e carote con bollito e salsa verde,
o il “semplice” panino con hamburger, dove la lunga
lista di ingredienti firmati (leggi sottofiletto La Granda,
maionese uova di gallina livornese Paolo Parisi, il meglio
in circolazione, spesso sui tavoli dei grandissimi ristoranti)
spiega l’eccezionalità di questo paradiso da asporto per
gourmet. Poche le cose da bere, bottigliette di chinotto
& affini, accanto a una lista di più di 10 panini, tutti da
provare.
Vi aspettiamo
per il nostro aperitivo tutti i giorni dal lunedì alla domenica
... e inoltre una golosa proposta di piatti freschi e leggeri,
perfetti per la stagione estiva, ma anche una varietà
di gelati artigianali con solo prodotti naturali
da gustare comodamente seduti nella nostra splendida piazzetta
Via Urbana, 126 tel. 06.88976898
3PNB7JB.FSVMBOBt-BSHP-FPQBSEJ"5FMt'BY
XXXQBOFMMBBSUFEFMQBOFJU
"1&350-6/4"#"50&%0.&/*$"
www.tricoloremonti.it
A.D.S.
Insider
Vini
68
LE “RADICI” DI MASTROBERARDINO
Vino e turismo enogastronomico nel nome della rivalutazione
territoriale dell’Irpinia: la storica azienda campana contribuisce
alla crescita del turismo enogastronomico grazie alle sue “Radici”
G
di Monia Innocenti
G
iugno, l’estate è davvero alle porte.
E perché non passare quindi un weekend
a sorseggiare un ottimo Fiano di Avellino
in collina, godersi un’atmosfera magica immersi in
sessanta ettari di vigneti, nell’area di produzione delle
tre DOCG Irpine? Che ne pensate poi di mangiare al
ristorante Morabianca, a quattrocento metri sul livello
del mare, per godere di sapori autentici, presentati
dallo chef Francesco Spagnuolo come il fiore di
zucca ripieno di ricotta su purea di zucchine
e soppressata di Venticano o del guanciale di
vitello in crosta di pistacchi con crema di pera
e riduzione al Taurasi?
Tutto questo è possibile al Radici Resort,
dell’azienda Mastroberardino, attualmente
impegnata in un progetto per lo sviluppo del
turismo enogastronomico in Irpinia. Il Resort
di Mirabella Eclano (AV), nel cuore dell’area
del Taurasi DOCG, rappresenta il risultato di
questo progetto. Composto da 10 suites, offre la
possibilità di godere del lusso dei dettagli in un
ambiente naturale e confortevole. Le terrazze,
da cui si gode un panorama mozzafiato,
affacciano sui vigneti e sullo splendido
parco che circonda il resort, dove gli ospiti
possono rilassarsi nella piscina riscaldata con
idromassaggio, nella beauty farm o nel music
club “The Wine Cellar”. Anche gli appassionati
di golf hanno il loro spazio: nove buche,
par 31, 1.800 metri complessivi, omologato
dalla Federazione Italiana Golf. Un percorso tra le
colline dell’Irpinia, con terrazzamenti, ondulazioni,
camminamenti davvero suggestivi.
La Mastroberardino, storica cantina di Atripalda (AV),
è da sempre conosciuta come una delle paladine
dei vitigni autoctoni della Campania. Non è forse un
caso che ritroviamo così spesso la parola Radici.
Per l’azienda irpina, le radici sono proprio questi
vitigni come Aglianico, Fiano, Piedirosso, Greco,
Falanghina e Coda di Volpe, che danno la forza e
l’unicità non solo al vino ma a tutto il territorio.
Il vino più adatto ad accompagnare i nostri
weekend estivi al Resort (ma anche a casa,
magari ricordando e immaginando gli splendidi
posti dove è nato) è senz’altro il Radici Fiano
di Avellino DOCG, realizzato da un unico
vigneto (S. Stefano del Sole) con grande cura
nella scelte delle uve. Colore brillante, sapore
raffinato, fresco e tipicamente minerale come
vuole il territorio, ha una densità inusuale per
un vino bianco che gli regala solidità e un certo
spessore che restano a lungo in bocca. Il gusto
è fruttato, abbinato ad un ricordo di miele e
nocciola tostata. Indicato come aperitivo,
accompagna facilmente frutti di mare e piatti
di pesce di alta cucina ◆
Radici Resort: +39 0825 431293,
[email protected], www.radiciresort.com
Ristorante Morabianca: +39 0825 431537,
[email protected], www.morabianca.com
71
LA SAGA DEGLI X-MEN
ORA RIPARTE DACCAPO
DALL’8 GIUGNO NEI CINEMA “X-MEN L’INIZIO” CHE RACCONTA
GLI ANTEFATTI DELLA TRILOGIA DI SUCCESSO E LANCIA UN NUOVO,
POSSIBILE EREDE DI HUGH JACKMAN CHE CON IL PERSONAGGIO DI WOLVERINE
HA INIZIATO LA SUA FORTUNATA SCALATA AD HOLLYWOOD
Q
Q
di Alberto M. Castagna
uello dei film tratti dai fumetti è un genere
che sembra non tramontare mai. Da
qualche anno, anzi, è tornato più che mai
in auge, con l’evoluzione degli effetti speciali e del make up
che hanno reso possibili le trasformazioni sullo schermo di
personaggi e situazioni che fino a qualche anno fa sembravano
poter essere prerogativa solo degli albi disegnati. Una delle
serie di maggior successo legate ad un celebre fumetto è
senz’altro quella degli X-Men che ha già generato una trilogia
di film, uno ‘spin off’ (una sorta di ‘costola’ del film principale)
ed ora un ‘prequel’, ovvero il racconto degli antefatti di quanto
veniva narrato nella trilogia. Quest’ultimo, molto atteso dai
fans della serie, si intitola “X-Men l’inizio” ed esce in Italia l’8
giugno, cinque giorni dopo il debutto nelle sale americane.
Pubblicato per la prima volta nel 1963 dalla Marvel Comics, il
fumetto “The X-Men” è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby,
già artefici di “Hulk” e dei “Fantastici Quattro”. I protagonisti
sono cinque giovani dotati di diversi, straordinari poteri che
derivano loro da un’alterazione del DNA dovuta ad un gene
chiamato “X” (da cui il nome del gruppo). Malvisti dalla
popolazione “normale” e soprattutto dai governanti, gli X-Men
sono mutanti ‘buoni’ (amorevolmente allenati da un anziano
chiamato Professor X) che si contrappongono ai mutanti
‘cattivi’, capitanati da Magneto. La trilogia di film ispirati alle
avventure degli “X-Men”, iniziata nel 2000, ha conquistato
critica e pubblico grazie anche all’esperta regia di Bryan
Singer (“I soliti sospetti”) e per un entusiasmante cast che
annoverava, tra gli altri, gli ottimi Ian McKellen e Patrick Stewart
e soprattutto Hugh Jackman che proprio grazie a “X-Men” è
assurto a megastar del cinema internazionale, al servizio di
grandi registi come Woody Allen e Baz Luhrmann, e che ha
poi avuto il privilegio di un film dedicato esclusivamente al
suo personaggio di Wolverine già interpretato nella trilogia.
Gli esperti sostengono che un analogo destino a quello di
Jackman potrebbe essere quello di uno dei giovani interpreti
di “X-Men l’inizio”, ovvero Michael Fassbender, interprete del
ruolo di Magneto che nella trilogia era interpretato dal grande
Ian McKellen. Staremo a vedere ◆
Il (ri)ritorno di Superman
Il più popolare tra i supereroi a fumetti, Superman, è
stato anch’esso portato più volte sullo schermo. L’ultima
volta nel 2006 (“Superman Returns”) con la regia di
Bryan Singer che aveva già firmato i primi due, ottimi
film della serie di “X-Men” ma che alla prese con il
reporter dalla doppia identità non se l’è cavata altrettanto
bene. Prima di allora, Superman era apparso al cinema
quattro volte a partire dal 1978, sempre interpretato dal
compianto Christopher Reeve. Ora la notizia che girava
da qualche tempo ha trovato finalmente conferma:
Superman sta per tornare per la sesta volta al cinema:
il film si intitola “Man of Steel”, ha un nuovo interprete
nel ruolo principale, tal Henry Cavill, è diretto dal
regista di “300”, Zack Snyder, ma soprattutto è stato
concepito e prodotto da Christopher Nolan, colui che
ha letteralmente “resuscitato” il personaggio di Batman
al cinema regalandogli nuove suggestioni dopo Tim
Burton. Se tutto va bene lo vedremo a Natale 2012.
Insider
Cinema
Insider
Arte
72
73
In blu
Miss Landmine
Giorno bello
Bolcato
IL GIOCO DELL’INGRANAGGIO
D
di Maria Laura Perilli
D
iceva F. Schiller: “ L’uomo gioca soltanto
quando è uomo; egli è interamente
uomo soltanto quando gioca”. Il
gioco è stato l’oggetto d’analisi di innumerevoli studiosi, tra
questi quel J. Piaget a cui vanno riconosciute osservazioni
sistematiche che si sono focalizzate dapprima sul linguaggio
e il pensiero infantile per estendersi, successivamente, in
modo graduale, a una analisi sistematica dell’intero “arco
cognitivo, sociale e affettivo del bambino”.
I passaggi analizzati in relazione all’età ci dicono che sino
ai due anni il gioco è strettamente psicomotorio per poi
divenire, dai due ai sei anni, fortemente simbolico e quindi
tradursi, dai sei anni in poi, a cardine dell’accettazione delle
leggi e dei principi.
Il gioco, quindi, in sintonia con l’affermazione di Schiller,
rappresenta la base formativa dell’uomo. Nei dipinti di Stefano
Bolcato, al di là dei ricordi ludici dell’infanzia, il gioco è solo
apparente e sottolinea, pertanto, la serietà e maturità dello
“strumento gioco” laddove esso viene tradotto e utilizzato in
termini di messaggio e stimolo all’interpretazione. Il processo
costruttivo, tecnico, fondato sull’addizionalità di Toys quali
i “LEGO”, diviene pretesto per raccontare “cronache,
tematiche sociali, questioni di vita quotidiana a cui l’uomo,
Rotopolis
Avatar 03
sempre più chiuso in se stesso e nei propri egoismi, partecipa
con distaccata indifferenza”.
È allora che, da artista maturo, Bolcato usa il colore come
strumento psicologico: ogni massa volumetrica, strutturata
secondo Lego, sia che si tratta di oggetti che di personaggi, è
esaltata con tinte forti, brillanti che agiscono sull’osservatore
risvegliandone lo stato d’animo sopito e innescando in lui
una partecipazione utile a stimolare un processo di auto
significazione.
Bolcato vuole dirci, cioè, che non siamo né possiamo essere
estranei al gioco; dobbiamo capire, interpretare il messaggio
trasmesso con il “gioco apparente” perché esso riguarda
fatti ai quali nessuno di noi è o potrebbe essere totalmente
estraneo.
Non sono consentiti distacchi e distrazioni dal contesto. In
ognuna delle scene proposte nei dipinti di Bolcato possiamo
trovare qualcosa di noi in un instancabile gioco interpretativo.
Mali, fatti, situazioni spiacevoli o non ci riguardano tutti! Qui
è il caso di dire e ridire all’infinito con Seneca: “Nessuno è
completamente immune dai mali; anche chi è stato a lungo
felice avrà la sua parte di infelicità, sarà solo una proroga non
un’esclusione”.
Un serio invito al gioco della meditazione!
I
I
Paolo e Francesca
Toma
l gioco dell’ingranaggio nei dipinti di Marcello
Toma assume la forza di una metafora
connessa a molteplici aspetti dell’odierno
esistere. È metafora che interessa: “processi che possono
essere smontati in attività non sovrapposte, togliendo valore a
ogni approccio unitario alla vita e alla cultura” e le “difficoltà
delle relazioni interpersonali”.
In realtà, la visione parcellizzata del vivere e della cultura
e le difficoltà relazionali, nell’uomo odierno camminano di
pari passo; esse assumono il risultato di un processo che
trova origine nella industrializzazione e sistematizzazione
del meccanismo produttivo tipico della catena di montaggio.
L’uomo presiede, così, a una funzione, a un momento della
linea produttiva, ma non ha cognizione alcuna del risultato
globale; non è a conoscenza, cioè, di quello che, ad esempio,
nella psicologia della GESTALT analizza tutti gli stadi formanti
della forma.
Relegato a un lavoro parcellizzato, all’uomo sfugge la totalità
del disegno, la strategia che porta al risultato finale. Subentra,
così, una frattura tra particolare e totale che si riflette sulla
coscienza e sul comportamento umano del singolo. Esso è
sempre più prigioniero del suo essere, sempre più monade
inutilizzabile per comunicare; laddove ciò viene meno, tra
gli uomini si insinua, allora, quell’atteggiamento di distaccata
indifferenza che si riflette sul mondo delle relazioni
interpersonali, distorcendole.
Quelli di Toma sono ingranaggi complessi che, esaltati da
“colori metallici e tinte petrolio” ci rendono “un’atmosfera
plumbea, glaciale, densa e vorticosa”. Sono ingranaggi
sospesi, quasi fermi nelle loro visioni oscillanti tra i paradossi
gestaltici di Escher, mondi ermeneutici, prospettive
rimembranti, nel loro DNA, spaccati spaziali Piranesiani.
Rotomatismi che incedono lentamente sottolineando il
dramma dei tempi frazionati e imprigionati dell’odierno
vivere; le energie che essi trasmettono rischiano, per
troppa lentezza, di non ricucire quella totalità dell’essere
che può trovare il suo significato solo nel tempo liberato;
una dimensione, cioè, capace di consentire a ogni uomo
l’interconnessione consapevole di ogni suo gesto vitale legato
sia alla quotidianità che al grande progetto di vita ◆
Info: www.triphe.it
Insider
Arte
75
I SUGGESTIVI scatti di patrizia savarese
Fotografie affascinanti ispirate
dai grandi elementi naturali, Acqua e Terra
sofitel rome villa borghese
Fino a fine luglio
Acqua e Terra, i fondamentali elementi della nostra esistenza, primigeni e
contraddittori, si fondono negli onirici lavori della fotografa Patrizia Savarese,
“Viaggio Acquatico” e “Panorami Innaturali”, esposti dal 20 aprile negli eleganti
ambienti del Sofitel Rome Villa Borghese di Roma.
Convivono in questa straordinaria esposizione, la bellezza e la fluidità della vita,
rese possibili dalla Madre Acqua, e l’inquietudine, la denuncia del progressivo
deterioramento e dell’incerto futuro del nostro ambiente naturale, la Madre Terra.
L’artista romana Patrizia Savarese si è affermata negli anni Ottanta, documentando
spettacoli e concerti rock in tutta Europa e ritraendo famose rockstar della scena
internazionale. Si è dedicata poi anche al mondo della moda e della pubblicità. “Le
mie donne acquatiche appartengono a un mondo capovolto, dove la vita si sposta
sott’acqua” dichiara l’artista “e i miei “Panorami Innaturali” sono una visione di
terre e cieli bruciati dai cambiamenti climatici, due visioni dello stesso problema”.
Precisa volontà dell’autrice colpire l’osservatore, scuoterne la coscienza e provocare
una profonda riflessione su quello che, un domani, potrebbe diventare ciò che
crediamo immutabile.
www.patriziasavarese.com
MOSTRE
di Laura
M
o c ci
RASSEGNA INTERNAZIONALE
DI SCULTURA DI ROMA 2011
Casina Valadier - Villa Torlonia
fino al 31 luglio
Monumentali chiocciole di plastica arancioni, supereroi
che si confrontano e una sorta di Wonderwoman in posa
michelangiolesca, grandi fiori metallici, biciclette e guerrieri
di oggetti riciclati, sono solo alcune delle opere ospitate nei
giardini della Casina Valadier e nel parco di Villa Torlonia in
occasione della Rassegna Internazionale di Scultura di Roma.
Ideata da Gloria Porcella e da Lamberto Petrecca l’esposizione
raccoglie opere di grandi maestri del Novecento da Dalì a De
Chirico, da Manzù a Moore, e lavori di artisti contemporanei
italiani e stranieri tra cui Britto, Johnson, Maylor, Palosuo,
Perrucchetti, Rogers, Lorenzo Quinn, Ancilotto, Bombardieri,
Calesini, Cracking Art Group, Gelmi, Orrico, Gonzales,
Rapetti, Reggioli, Slis. La rassegna, che comprende anche una
selezione di lavori di scultori legati all’Associazione Romana
Gallerie Arte Moderna, sarà visitabile fino al 31 luglio.
PUNTI VENDITA SUPERCOSE
Via Cassia, 2019 - Tel. 0630884600/9
Via A. G. Bragaglia, 100 (zona Olgiata) - Tel. 0630888390/3
www.supercose.it
Insider
Mostre
Insider
Mostre
76
77
IL DECORO A TAVOLA
FORME E COLORI DI GUIDO ANDLOVIZ
Milano, Museo Bagatti Valsecchi
fino al 4 luglio 2011
Il Museo Bagatti Valsecchi dedica al designer e ceramista Guido Andloviz
(1900 - 1971) un’esposizione a cura di Anty Pansera e Mariateresa Chirico, che
intende mettere a fuoco la straordinaria produzione di questo progettista per la
decorazione della tavola.
Friulano di nascita, ma formatosi al Politecnico e all’Accademia di Brera di Milano,
Guido Andloviz si afferma dagli anni Venti con una produzione di terraglia
forte, poi di maioliche e porcellane dalle forme pulite e lineari: le sue opere si
caratterizzano per decori brillanti e per un linguaggio felicemente eclettico.
Nei suggestivi ambienti della casa museo Bagatti Valsecchi sono presentati,
valorizzati dall’elegante scenografia di Andrea e Roberto Comotti, i pezzi di
raffinata serie e i prestigiosi pezzi unici provenienti da selezionate raccolte
private: oggetti, questi, che racconteranno la “tavola” di Guido Andloviz nelle
sue diverse decorazioni e nelle infinite varianti cromatiche in cui il progettista
era solito declinare le forme proposte.
www.museobagattivalsecchi.org
MOSTRE
di Alessa
n
dra Vitto
ria Fanell
i
TERRE VULNERABILI 4/4
Milano, Fondazione HangarBicocca
fino al 17 luglio 2011
Termina con la mostra ‘L’anello più debole della catena è anche il più forte perché può
romperla’ (frase-manifesto di Stanislaw J. Lec) la quarta e ultima fase del progetto Terre
Vulnerabili sotto la direzione artistica di Chiara Bertola all’HangarBicocca, contrassegnata
dal tema della vulnerabilità. Un progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi - le
mostre hanno preso man mano forma attraverso vari incontri tra gli artisti, ciascuno dei
quali ha modulato il proprio lavoro accordandolo a quello degli altri - sia nella modalità
di esposizione: quattro mostre per un periodo di nove mesi, in quattro fasi come quelle
lunari per un totale di trentuno artisti internazionali ed altrettante opere che sono via via
cresciute e si sono modificate negli spazi. L’ultima mostra vede la presenza di quattro
nuovi artisti, tutti nomi noti come gli artisti internazionali Roman Ondák, Pascale
Marthine Tayou, Nari Ward e l’italiano Alberto Tadiello.
www.hangarbicocca.it
ANISH KAPOOR MILANO
Milano, Rotonda di via Besana
fino al 9 ottobre 2011
Milano, Fabbrica del Vapore
fino all’8 gennaio 2012
Milano dedica ad Anish Kapoor, scultore universalmente riconosciuto come uno tra i più
significativi artisti contemporanei, due straordinari appuntamenti.
Dal 31 maggio nelle due diverse sedi espositive della Rotonda di via Besana e della Fabbrica del
Vapore sono state inaugurate le mostre a lui dedicate, curate da Gianni Mercurio e Demetrio
Paparoni, promosse e prodotte dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Assessorato
Sport e Tempo libero con la società di produzione artistica Madeinart.
Realizzate prevalentemente in metallo o cera, quest’ultima sempre con la caratteristica tonalità di
“rosso Kapoor”, le sculture sono state concepite in relazione con lo spazio che le accoglie.
Nella Fabbrica del Vapore Kapoor ha infatti realizzato un’installazione site-specific che occupa
interamente lo spazio della “Cattedrale”. L’installazione è costituita da un grosso volume in acciaio
lungo 60 metri e alto 8 all’interno del quale i visitatori possono entrare. L’ingresso si apre a calice
e la superficie, sia esterna che interna, è circolare con un appoggio minimo al suolo. L’opera verrà
coperta progressivamente da una montagna di terra rossa di circa 160 metri cubi.
www.anishkapoormilano.com
Insider
I GELSOMINI
I
di Angelo Troiani
I
l genere jasminum appartiene alla famiglia
delle Oleacee, conta circa 250 specie di
arbusti da fiore, spesso rampicanti, ricadenti
o prostrati, con fiori di colore bianco, giallo o biancorosato, spesso intensamente profumati. La gran parte ha
origine asiatica, 10-15 specie sono coltivate nelle zone
centro-meridionali della nostra penisola, alcune di esse
possono essere messe a dimora anche al nord, in taluni casi
necessitano di un ricovero invernale.
In genere sono arbusti di facile coltivazione che si sviluppano
bene sia in terra che in contenitore, preferiscono posizioni
soleggiate, riparate dai venti, sopportano senza problemi
la siccità, ma le migliori fioriture si ottengono con regolari
annaffiature, lasciando ben asciugare il terreno tra un
annaffiatura e l’altra.
Tra tutte le specie di gelsomino esistenti la più coltivata è
il plyanthum, pianta semirustica, sempreverde, rampicante,
teme il freddo e possiede piccoli fiori bianchi molto profumati
che sbocciano in primavera e dai quali si ricava un olio
essenziale utilizzato in profumeria.
Altro gelsomino molto diffuso nei nostri giardini è il jasminum
nudiflorum, chiamato anche gelsomino di S. Giuseppe, ha un
portamento compatto con alcuni fusti ricadenti o rampicanti,
ha le foglie caduche, all’inizio della primavera, prima della
comparsa delle piccole foglie ovali, produce una profusione
di fiori a stella di colore giallo oro privi di profumo.
I gelsomini coltivabili nei nostri giardini sono molti, tra questi
una decina sono facilmente reperibili nei vivai.
Jasminum floridum è un arbusto sempreverde abbastanza
compatto, si sviluppa fino a 2 metri.
Con portamento eretto e arrotondato, ha una fioritura poco
abbondante ma si protrae da maggio ad agosto.
Il jasminum sambac è un arbusto sempreverde, alto fini a tre
metri, con fiori doppi o stradoppi di colore bianco e molto
profumati, teme il gelo e quindi in inverno va protetto.
Il jasminum multiflorum è un arbusto molto vigoroso che
produce fiori a grappoli leggermente profumati.
Il jasminum fruticans fiorisce in primavera con fiori giallo oro
e non teme il freddo.
Tra le piante chiamate gelsomino, alcune molto diffuse
e coltivate non appartengono al genere Jasminum. Il più
presente nei giardini è il trachelospermum jasminoide
(rhincospermum): si tratta di un rampicante molto vigoroso, a
crescita rapida e molto profumato. E poi il cestrum nocturnum,
gelsomino notturno che produce piccoli fiori bianchi che
rilasciano una profumazione molto intensa di notte, da qui
il nome. Quest’ultimo attualmente è introvabile in quanto ne
è vietata la vendita e la produzione perché portatore di una
virosi molto nociva per le piante ◆
Leggiamo in dolce relax
79
Amiche in alto mare
Divertente e ironico, il primo romanzo di Ambra Gaudenzi
è un inno alle donne, alla loro voglia di vita e di avventure,
e al potere inarrestabile dell’amicizia vera. Una vacanza in
barca di un gruppo di amiche che ogni anno si ritrovano
per qualche giorno dedicato solo a loro, al parlare d’amore
e di trucco, di cucina e di uomini… veleggiando tra Ponza e
l’Elba fa venir voglia di partire!!!
Autrice: Ambra Gaudenzi
Editore: Sperling & Kupfer
Il meglio dell’europa in moto
Il meglio dell’Europa in moto presenta 40 itinerari ideati
appositamente per i motociclisti, andando dalle curve
dei passi alpini, alla Costiera amalfitana fino alle pendici
dell’Etna o scegliendo, in Francia, i castelli della Loira e il
divertimento offerto dalle strade della Provenza. Dall’estremo
Sud dell’Italia fino alle strade solitarie della Scozia e della
Norvegia, ogni itinerario ha ottime indicazioni… le tappe, i
punti di assistenza, le distanze, la durata del tragitto.
Editore: Mondadori
Guida insolita
Ai misteri, ai segreti, alle leggende
e alle curiosità del Tevere
Il Tevere è all’origine di Roma, ma il suo corso si sviluppa
dall’ultima striscia territoriale della Romagna, tocca la
Toscana, attraversa le valli umbre e termina nel Lazio. In
questo suo lungo percorso, il Tevere accarezza una varietà
paesaggistica unica: colline, valli, pianure, vitigni, pinete
e querceti, paludi, laghi, cascate... Ripercorrendo tale
tragitto, fino all’Agro Romano, ovviamente, con uno sguardo
particolare sulla Capitale, le sue strutture urbanistiche e la
sua storia: da ponte a ponte, tra muraglioni e lungotevere,
monumenti e ambienti che hanno fatto e fanno la storia del
fiume e della città.
Autrice: Claudio Rendina
Editore: Tradizioni Italiane Newton
Margherita
Margherita. Puttana o intellettuale? Assassina o angelo vendicatore? Il cammino di questa
donna, la sua crescita, le sue motivazioni così urgenti e severe trascinano il lettore in
una dimensione squisitamente terrena dove ogni personaggio, ogni luogo rappresentano
opportunità, pretesti per crescere, capire e riscattarsi.
Il racconto, sotto forma di diario, nasce tra le mura di un carcere ma la detenzione per
Margherita è rinascita e riflessione: la morte, la vita, l’amore sono forze irrinunciabili ed
insistenti con cui la protagonista si confronta con coraggio e prepotenza.
Margherita uccide per vivere. Uccide per necessità, per giustizia.
È un libro sulle conseguenze e sulla responsabilità, sulla presa d’atto e sui mille aspetti del
dolore che, se vissuti al femminile, si trasformano in superamento ed equilibrio.
Autrice: Laura Martusciello
Editore: Albatros, collana Nuove Voci
Laura D’Ambrosio
Insider
Libri
Insider
Design
80
Iara
Kalì 12
La luce
delle stelle
U
U
n elemento d’arredo in grado di creare
atmosfere e ambienti unici, diversi
secondo le esigenze e i gusti di ognuno,
versatili e modellabili. Questa la caratteristica inimitabile
dell’illuminazione a Led, e questa l’ispirazione di Stella
design, che non si limita alla produzione di lampade,
ma propone quanto di più evoluto in termini di design e
tecnologia, funzionalità ed estetica.
Partiamo dall’inizio: dopo tre generazioni nel campo della
meccanica di precisione, circa ottanta anni di esperienza,
dedizione e professionalità costante nel costruire in diversi
settori della meccanica, la decisione di rivolgere questa lunga
esperienza all’illuminazione a Led da interni, un ambito di
grande fascino e possibilità di evoluzione. L’innovazione
introdotta dal sistema di illuminazione a Led è stata enorme:
un risparmio energetico che arriva fino all’80%, la mancanza
quasi totale di manutenzione e la lunghissima vita della
fonte luminosa, che sfiora i venti anni di intensa attività
senza perdere le caratteristiche originarie. Un prodotto
rivoluzionario, anche per la caratteristica di “lavorare a
freddo” ovvero senza generare calore, a differenza delle
altre lampadine, elemento che implica un grande risparmio
di spese altrimenti necessarie per la climatizzazione degli
ambienti fortemente illuminati.
FEBE 6080 e JUNO 120100
Un progetto decisamente ambizioso, perché unisce alle alte
tecnologie, la massima qualità dei materiali e dei prodotti, un
importante risparmio energetico e, soprattutto, la possibilità
di puntare su un design d’eccezione, perché non ci sono
elementi prodotti in serie, ma si lavora in collaborazione con
architetti e progettisti, per raggiungere un risultato ottimale,
personalizzato e unico. La scelta del tipo di luce si adatta
a qualsiasi tipo di ambiente, dall’uso domestico a quello
pubblico, grazie a uno studio accurato di esigenze tecniche,
industriali ed estetiche. Questa flessibilità permette effetti sino
a ora impensabili, sia statici che dinamici. Con la possibilità
di creare ambienti di grande impatto in cui, volendo, il colore
varia secondo le ore della giornata, oppure con un’intensità
luminosa variabile, che può essere gestita anche da lontano,
attraverso cellulare o computer, puntando su effetti più
morbidi e avvolgenti o algidi e lineari, per un’illuminazione
in grado di trasformarsi in elemento d’arredo ◆
FEBE
Via del Gallaccino 28, Casteldelpiano Grosseto - tel. 0564.973013
www.stelladesign.org
I Signori del Barbecue - Dancook
Driade - Cape by Ludovica + Roberto Palomba
ABITARE ALL’APERTO
I
Vivere e sognare con disinvoltura gli spazi outdoor
di Alessandra Vittoria Fanelli
I
l 21 giugno alle ore 17.16 si entra ufficialmente
nel Solstizio d’estate cioè quando il Sole
raggiunge il valore massimo di declinazione
positiva di estate boreale. Quindi tutti fuori a godere della
notte più lunga dell’anno in giardino, in terrazzo, nei lounge
bar in un trionfo di cocktail di profumi e tavolozze di colori
e atmosfere.
In estate il piacere di vivere all’aperto fa esplodere anche il
desiderio di cucinare al barbecue, rilassarsi in comode chaise
longue in giardino, diventare esperti giardinieri per rendere
più colorati i nostri terrazzi.
Ed ecco per cucinare all’aperto il barbecue Dankook prodotto
in Danimarca e distribuito in Italia da I Signori del Barbecue
(divisione di Athos Guizzardi) progettato con particolare
attenzione al design e realizzato in pregiato materiale di
altissima qualità così da ottenere i migliori risultati di cottura
o il più pratico e divertente vaso-barbecue in ceramica per
aromi Hot-Pot bbq realizzato da Moroni Gomma. Hot-
design
Tao Esterno, altra azienda specializzata per arredi a forte
vocazione esterna, propone con Zerodieci una intera
collezione completa di tavoli, sgabelli, sedie, poltrone e lettini
per arredare con raffinata eleganza gli spazi all’aperto.
Più adatta ai grandi giardini l’esclusiva linea Cape West
by Ludovica + Roberta Palomba di Driade che aiuta a
sognare ed essere ‘altrove’. Una collezione che intrecciando
sapientemente un filo di fibra sintetica fino a nascondere
completamente la struttura, suggerisce ed evoca storie di
luoghi lontani così come l’irriverente progetto Nemo firmato
da Fabio Novembre, sempre di Driade, che con questa testaseduta per esterni a figura ‘umana’ dalle sembianze classiche
mitizza l’arte greca dei suoi eroi.
Più essenziale la collezione di sedute pieghevoli per esterno
Orson di Roda disegnate da Gordon Guillaumier che ha
rivisitato in chiave contemporanea la classica sedia da
regista. Il progetto completo di questa nuova linea fresca e
innovativa, composto da poltroncina pranzo, poltrona lounge
e pouf, segue la tradizione pratica dei mobili per esterno di
Roda che alla fine della stagione estiva vengono, essendo,
appunto, pieghevoli, riposti con facilità.
Pircher listone Tali e linea arredo esterni
Pot bbq sembra un vaso ma all’interno contiene un vero e
proprio barbecue: il coperchio serve per far crescere le piante
aromatiche per insaporire i cibi che si cuoceranno sul grill.
Di piacevole aspetto è ideale per balconi e piccole terrazze.
In terrazza poi possiamo divertirci e improvvisarci giardinieri
con la linea Hortus di Garbarini firmata da Danilo Premoli,
architetto e designer specializzato in prodotti eco per vivere
en plein air gli spazi verdi. Infatti la parete Hortus, a basso
impatto ambientale, si è ora arricchita di nuovi accessori
come fioriere pensili, griglie per rampicanti, mensole,
porta candele, modulo luce e irrigazione pensati per unire
la funzionalità all’estetica e per personalizzare il proprio
terrazzo lasciando un’assoluta libertà compositiva.
Per vivere il giardino o gli spazi aperti in modo creativo ecco
la linea outdoor di Pircher dove la qualità dei suoi pavimenti
per outdecking Tali ben si abbina alla versatile collezione
di tavoli e sedie realizzate con legni pregiati provenienti
prevalentemente dal Sudamerica.
Moroni - Hot pot bbq
Roda - Orson
Insider
Design
84
Outstanding Contract al Sun di Rimini
Horm - Ripples by Toyo Ito
design
Prandina lampada per esterno Equilibre
L’utilizzo di legno a basso impatto ambientale si trova anche
nella panca-zen Ripples che il grande architetto giapponese
Toy Ito ha firmato per Horm ricevendo nel 2004 anche il
Compasso d’Oro. Ora Ripples cambia veste diventando una
seduta per esterno grazie all’utilizzo del legno okurné: un
oggetto icona che plasmato con maestria artigianale trasmette
tutta la poesia sempre più delicata di Toyo Ito.
Per illuminare discretamente gli spazi open air ecco Equilibre
di Prandina, una lampada per esterno da terra a luce indiretta
con diffusore in polietilene opalino che rende gli ambienti
ovattati effetto cocooning.
Infine sempre per godere comodamente rilassati le notti stellate
ecco le chaise-longue di Verbmobil, qui rappresentate in un
raffinato allestimento realizzato con figure volanti (un progetto
ideato dall’interior designer Marco Lucchi e realizzato da Afa
Arredamenti) e posizionate davanti a una grande swimming
pool di Italiana Piscine per un’eventuale tuffo di mezzanotte
quando il Solstizio raggiunge il suo apice ◆
Misterlegno Srl
Via degli Olmetti, 46 A2 - Formello (Roma)
Tel. 069075723 - Fax 0662276250
[email protected] - www.misterlegno.it
Insider
Design
86
87
Convivialità
in giardino
di Loriana Nei
PER PROFESSIONISTI DELLA BRACE
La nuova proposta per l’estate di Radius Design, azienda
tedesca distribuita in esclusiva per l’Italia da Atmos, si chiama
Fireplate e fa parte della collezione Grill & Garden. Pratico
e funzionale, è costituito da una base in acciaio verniciato
nero predisposta per accogliere il fuoco ed è sovrastata da
una griglia movibile per cuocere sopra il calore. È resistente
agli agenti atmosferici e può rimanere posizionato all’esterno
anche dopo il suo utilizzo. www.atmos-italia.com
Fireplate di Radius Design
COMFORT NATURALE
Nata da un progetto “a quattro mani” fra Sergio Borella e
Supra Design Associati, la chaise longue per esterni Gass è
estremamente comoda e caratterizzata da un’ergonomia hitech. Il nome nasce da un meccanismo a gas inserito alla base
dello schienale che regola l’inclinazione in modo automatico.
Restando tranquillamente disteso, l’utilizzatore può scegliere la
posizione più confortevole, adattandola alle diverse esigenze.
La struttura del telaio in alluminio, a sezione ogivale, aggiunge
al progetto una seconda caratteristica fondamentale: la
leggerezza quasi aerea (...gass...osa!) di una seduta robustissima
e indistruttibile. www.borelladesign.com
MULTI PERSONALITÀ
Un oggetto dall’identità mutevole. Crash può avere usi
inaspettati, basta solo usare la creatività e trasformare un
‘semplice’ contenitore in porta legna, in vaso, in portariviste,
in cesto per giocattoli... Ogni pezzo è fatto a mano con
materiali di recupero. www.ak47space.com
V
V
ivere gli spazi aperti con qualità e piacere.
Rilassarsi in giardino, cucinare per la
famiglia o per gli amici, organizzare feste
outdoor rallegrate dalla gioia di un barbecue. E non lasciare
scontento nessuno grazie a prodotti di vero lusso. Perché per
realizzare un’ottima grigliata non occorre essere grandi chef,
l’importante è utilizzare gli strumenti giusti.
Rondo
Chaise longue per esterni Gass di Sergio Borella e Supra Design Associati
Ph. M.Zagnoli
Crash
UNA LINEA MAESTOSA
IL FUOCO IN MOVIMENTO
Un elegante focolare a legna per esterno con struttura
portante in acciaio e seduta circolare in pietra. Rondo è culla
del fuoco e dolce ristoro: il metallo accoglie le fiamme, la
pietra i suoi spettatori. www.ak47space.com
UNA SEDUTA DI GRAN CLASSE
Curioso e dinamico, Discolo è un focolare per esterni che non
ama starsene fermo. Così, si “siede” sulla roccia, si distende
sulla sabbia, si innalza sul suo piedistallo. Una perfetta
combinazione di semplicità ed efficienza, per portare il
fuoco (e il grill) ovunque si desideri. www.ak47space.com
Sorseggiare un drink e leggere un libro, nell’ombra molle
e lieve del proprio spazio verde. Il tutto seduti su una
poltroncina dallo stile lineare e raffinato. La particolarità
della linea Kora risiede nella struttura reticolare, realizzata in
ferro zincato e verniciato a polveri nei colori bianco, grafite,
bronzo e sabbia. www.unopiu.it
Di dimensioni ridotte e maneggevole, il focolare Mangiafuoco
porta fiamme e calore in ogni ambiente. La legna viene
racchiusa nel suo involucro circolare, dove è possibile
posizionare anche il grill per spuntini veloci e prelibati.
www.ak47space.com
PICCOLO GRANDE FIREPLACE
Mangiafuoco
Discolo
Insider
Design
PEZZO SCULTOREO
Dalle forme geometriche ed armoniose, Mikadofocus è
un esempio perfetto di arte al servizio della convivialità. Il
modello è composto da una struttura portante in acciaio
arrugginito che racchiude l’ampia superficie di lavoro, da
griglia triangolare regolabile su tre altezze e da carti strumenti
per il barbecue. www.focus-creation.com
Sigmafocus
Mikadofocus
IL BARBECUE APPESO
Ingombro minino e massima funzionalità sono la
caratteristiche principali di Sigmafocus, barbecue da muro
composto da una vasca ribaltabile in acciaio del diametro di
soli 75 centimetri. Una volta chiuso, questo modello occupa
uno spazio molto ridotto, adattandosi facilmente anche ai
piccoli ambienti. www.focus-creation.com
UN MAGICO COMPAGNO
Zen non è solo un focolare, ma anche un elemento d’arredo.
Il focolare a legna è provvisto di corona circolare in acciaio e
bracere incorporato. Pietra, ghiaia, lapillo vulcanico e sabbia
sono solo alcuni degli elementi naturali che possono essere
utilizzati per completarlo. www.ak47space.com
Zen
IL BARBECUE IN HOTEL
Un barbecue in terrazza, fragrante scorcio di un’estate
romana. Il Visconti Palace e l’Hotel Capo d’Africa servono
pietanze alla griglia tutte le sere, dalle 19 alle 22,30, a clienti
ed esterni. Un barbecue appetitoso da gustare insieme alla
vista dei tetti e delle meraviglie della capitale soffiate dal
ponentino serale.
Il menu prevede grigliate di carni bianche e rosse o di
pesce selezionato, serviti con ortaggi e verdure di stagione.
Il prezzo parte da 26,00 euro a persona.
Per info e prenotazioni,
Visconti Palace Hotel
tel. 06/3684 www.viscontipalace.com
Hotel Capo d’Africa
06/772801 www.hotelcapodafrica.com
Insider
Design
90
LEVIATHAN, VIBRAZIONI DI COLORE
L’opera del grande artista Anish Kapoor
realizzata per Monumenta nella navata
del Grand Palais, suscita emozioni forti
Leviathan
di Delfina Giannattasio
M
M
onumenta invita ogni anno un artista
di fama internazionale a investire i
13.500 mq e i 35 metri di altezza
della navata del Grand Palais di Parigi con un’opera inedita,
concepita appositamente per questo spazio. Quest’anno è
stato proposto ad Anish Kapoor, uno dei più importanti e
rilevanti artisti della sua generazione: il suo lavoro sarà aperto
al pubblico fino al 23 giugno 2011.
Kapoor, nato a Bombay nel 1954, vive a Londra dagli inizi
degli anni ‘70; è considerato come uno dei più grandi scultori
viventi. Il suo lavoro ha profondamente rinnovato l’estensione
di possibilità della scultura contemporanea, sia per la
padronanza della scala monumentale sia per la sensualità
colorata e l’apparente semplicità delle sue opere.
Leviathan è l’opera che Anish Kapoor presenta per
Monumenta 2011, così descritta dall’artista: “un solo oggetto,
una sola forma, un solo colore” aggiunge: “ La mia ambizione
è quella di creare uno spazio che risponda all’altezza e alla
luce della navata del Grand Palais. Il visitatore è invitato ad
entrare nell’opera, ad immergersi nel colore, e sarà, lo spero,
un’esperienza contemplativa e poetica”.
Ed è realmente un’esperienza unica e di forti emozioni quella
di varcare la porta girevole nera e ritrovarsi all’interno di
Leviathan.
La porta non aprendosi direttamente sull’opera costituisce un
momento contemplativo di transizione in cui il visitatore non
sa cosa aspettarsi, e viene guidato dal movimento della porta
in uno spazio sorprendente.
Le pareti curve di colore rosso filtrano la luce, ogni movimento
o minimo rumore rimbomba facendo vibrare l’involucro.
Le ombre della struttura della navata in vetro del Grand
Palais si disegnano sull’opera diventandone parte integrante.
Leviathan cambia di continuo con il variare della luce,
durante le diverse ore del giorno, con il casuale passare di
una nuvola. Il rosso è più o meno intenso, più o meno scuro,
le ombre sono più o meno visibili.
Nella seconda parte della visita si esce dall’opera per visitarla
dall’esterno.
Una riscoperta di Leviathan, della sua struttura incredibile
e gigantesca all’interno della navata del Grand Palais che si
impone nello spazio, le nozioni di scala e dimensione entrano
nella percezione del visitatore.
L’opera non è solo un oggetto da vedere ma un’esperienza
da vivere al suo interno, al suo esterno, da sopra da sotto,
da lontano da vicino... Leviathan è una vibrazione totale di
colore, di suoni, di emozioni ◆
Insider
Design
92
93
La calla di ferro
Una seduta dall’aspetto unico e inconfondibile che riprende
la forma della calla, fiore che le dà il nome. Calla Steel,
come il pouf Moofushi, è una creazione firmata Dolce Far
Niente ed è un prodotto di design di grande raffinatezza ed
eleganza. Nella versione per esterni, Calla Steel è realizzata
in ferro ed è disponibile in diverse finiture di colore.
Sito: www.dolcefarniente.com
L’amaca di design
Le sedute
must have
di questa
primavera/estate
Originali, colorate ma sempre raffinate:
sedie, pouf, divani e amache d’autore
I
design
I
l sole fa venir voglia di vivere all’aperto, di
tornare all’aria fresca dopo un lungo inverno.
Perché quindi non iniziare a sentirsi in vacanza
già da casa, già da adesso? Per portare un pizzico di clima
vacanziero nella propria abitazione, che sia in giardino, nel
patio, nel solarium o nel terrazzo, basta poco. Con le sedute
che vi proponiamo in questo numero, l’estate si farà sentire
subito. Colori accesi, forme morbide e avvolgenti, comodità
e originalità: queste le caratteristiche delle sedute must have
di questa bella stagione. Vogliamo scoprirle insieme?
Moofushi, il pouf gigante
Quando si parla di pouf, di solito si pensa subito a un
complemento dalle dimensioni ridotte. Moofushi è l’eccezione
che conferma la regola. Prodotto dal brand italiano Dolce
Far Niente, Moofushi è un pouf dalle dimensioni insolite,
dotato di due accessori: due schienali regolabili in varie
configurazioni, un piccolo tavolino o un supporto multi-uso.
Moofushi rappresenta un’alternativa divertente per l’outdoor
living. La versione accessoriata comprende un braccetto
flessibile con luce LED per la lettura.
Sito: www.dolcefarniente.com
di Valentina Falcinelli
Atollo, il pouf luminoso
Un’idea brillante -letteralmente - per aggiungere un tocco di
design in lounge cafè, stabilimenti, ristoranti, pool bar, giardini.
È Atollo, un piccolo tavolo con luce da poter usare anche
come pouf. Dotato di cuscino amovibile, sfoderabile e lavabile
in lycra, diffusore in polietilene e metallo con base in alluminio
verniciata. Atollo è un progetto di Paolo Grasselli per Modo
Luce. Colori disponibili bianco, vinaccia e grigio scuro.
Sito: www.modoluce.com
Mi piacciono le amache, ma ho sempre paura di cadere e
farmi male. Pinar Yar e Tugrul Govsa hanno disegnato un
modello di amaca, la Leaf Hammock, capace di rassicurare
persino una fifona come me. La Leaf, infatti, è un amaca
in versione “luxury”, realizzata con bordi di supporto in
materiale plastico sicuri e comodi. Niente più paura di
cadere rovinosamente in terra: quest’amaca è il massimo del
comfort e della sicurezza. Usala sia fuori, che dentro casa e
sceglila nel colore che preferisci tra tuchese, marrone, beige,
bianco, rosso, blu, verde lime, nero e bianco.
Sito: www.gaeaforms.com
Insider
Design
PERGOLE E STRUTTURE PER ESTERNI
Via di Santa Cornelia, 5 - Zona Industriale Formello (RM)
Tel. 06 90400430 - Fax 06 90405016
[email protected] - www.sunshop2.it
Un sofà componibile?
Rolbloc di Joli
esign
Per il tuo terrazzo o per il giardino, scegli il meglio. Rolbloc,
un divano componibile firmato dal brand Joli è sinonimo di
grande qualità e confort estremo. Joli ha infatti pensato a un
prodotto versatile e componibile, collocato all’interno di una
collezione omonima di tavoli e sedie, che potesse essere
tanto piacevole a guardarsi quanto a viversi. Questo divano si
trasforma e sposta con facilità; è rivestito con un particolare
materiale per esterni, sfoderabile e lavabile.
Sito: www.joli.be
Crinoline alla moda
Cerchi un prodotto outdoor di grande eleganza? Non
vuoi rinunciare a ricreare ambienti di classe, anche nel
tuo patio o nel giardino? La soluzione alla tua voglia di
alto design è Crinoline, la poltrona per esterni di B&B
Italia. Si tratta di una particolarissima seduta dallo stile
vintage firmata Patricia Urquiola. Particolarità di questa
poltrona sono le trame tridimensionali della texture, in
polietilene, e i giochi di trasparenze. Lo schienale è in
cordoncino naturale lavorato in modo da ricreare un pattern
floreale, mentre la struttura è disponibile nelle varianti
cromatiche bianco e nero, bronzo e nero, base naturale o
bronzo, con un cuscino imbottito specifico per gli esterni.
Sito: www.bebitalia.it
rivenditore autorizzato
La ditta Sun Shop dal 1987 opera nel settore delle tende da sole,
strutture per esterno in legno, ferro e alluminio, tende tecniche e arredo per esterni.
Maturata grande esperienza, sempre alla ricerca di soluzioni innovative,
è oggi in grado di proporre e consigliare i migliori prodotti del mercato,
in quanto affianca all’alta qualità, la sicurezza e la durata nel tempo.
Valutando le vostre esigenze e le dimensioni degli ambienti da proteggere,
riesce a trovare la soluzione più soddisfacente,
tenendo conto che alla cura dei rapporti esterni è addetto personale qualificato.
Granaio
PREMIO INTERNAZIONALE
CARLO SCARPA PER IL GIARDINO
di Vittoria di Venosa
L
L
Granaio
a ventiduesima edizione del Premio
Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
promosso dalla Fondazione Benetton Studi
Ricerche che annualmente pone l’attenzione verso un luogo
particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di
invenzione, è stato assegnato al Taneka Beri, un villaggio
dell’Atakora situato nel Benin nell’Africa.
Con l’assegnazione del Premio a questo villaggio dell’Africa
sub sahariana occidentale, scoperto da un antropologo
italiano Marco Aime, sparso tra i bacini del Volta, del Niger, e
dell’Ouémé, fiume che percorre il paese da nord a sud fino al
Golfo di Guinea, che include una serie di villaggi che hanno
origine nel XVIII secolo come rifugi dai razziatori di schiavi
provenienti dal sud, si è voluto valorizzare un luogo, la sua
forma e la sua vita con il suo patrimonio di idee e di cose, il
senso del tempo e dello spazio, la custodia della memoria, la
trasmissione della conoscenze, di arti e di mestieri, il governo
dei beni comuni e le cure della casa, il concetto di natura e
le figure del sacro.
Il Premio, dedicato alla memoria dell’architetto Carlo Scarpa,
uno dei più importanti maestri della seconda metà del
Novecento e grande sostenitore della ‘cultura del paesaggio’
è, infatti, finalizzato a contribuire e diffondere la cultura atta
a governare le modificazioni dei luoghi per salvaguardare e
valorizzare i patrimoni autentici della natura e della memoria.
A.V.F.
www.fbsr.it
Scopri l’eleganza di un luogo magico
dedicato al divertimento
Via Cassia, 2040 - 00123 Roma Olgiata