Banca di Formello e Trevignano
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Banca di Formello e Trevignano
ela V periodico trimestrale della VEJO-LAGO Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Roma Aut. N. 21/2009 Dalla sede centrale...per l’informazione dei prodotti bancari, al territorio ...per la comunicazione sulle numerose iniziative della Banca Dipinto del Caravaggio “Ragazzo con canestro di frutta” BCC CREDITO COOPERATIVO [ N. 3 SETTEMBRE 2010 ANNO 3 [ 2 Foto di gruppo Brevi riflessioni estive Il Presidente, Gino Polidori QUANDO LE FRENESIE DEL MATTINO si sono placate, capita, specie di pomeriggio, dare un’ultima occhiata alla posta in partenza e uno sguardo agli appunti. Altre volte l’attenzione si posa sui quadri appesi alle pareti o sulle raccolte di foto, che raccontano eventi lontani nel tempo o momenti felici della vita sociale. Una parata di volti improntati al sorriso, con dietro il profilo dei monti o di verdi colline, di un prato o di un lago, testimoni silenziosi di una giornata felice. Tante foto ingiallite dal tempo. Una di esse colpisce più d’ogni altra: una foto di gruppo dove tanti Soci, l’uno con le mani sulle spalle dell’altro, sorridono ancora. Promotori e primi Soci della Cassa Rurale e Artigiana. Stavano al mare, un mare agitato che faceva da sfondo alla gioia di tutti. Chissà con quali mezzi erano arrivati in quel litorale e con quale velo di apprensione avevano lasciato per una giornata il lavoro dei campi o il loro bestiame. Ma quel giorno era festa. Avevano vinto la loro battaglia: la Cassa “andava a gonfie vele”, come amavano dire. Sono passati più di cinquant’anni da allora, e parecchi di loro non ci sono più. Se ne sono andati quasi in gruppo, coevi di un mondo difficile come quello che seguì la prima guerra mondiale. Poi ci sono altre foto, altre feste, aspersori nell’aria per l’apertura di nuove agenzie, la banda musicale con divise sgargianti e tante tavole imbandite. Mi domando quanta parte hanno avuto le Casse Rurali nel sorreggere le speranze di comunità relegate in piccole nicchie lontane dalle periferie delle grandi città o disperse sui monti. In ogni caso sempre pronte a dare un contributo importante nella ricerca del riscatto sociale delle comunità servite, e col proponimento di perseguire i canoni dell’etica cristiana che sempre ha prevalso sulle fredde strutture delle leggi economiche. Ma soprattutto quanta parte hanno avuto nel “miglioramento delle condizioni morali e culturali” di tante persone che non avrebbero mai avuto la possibilità di visitare ogni angolo d’Italia, di conoscere gran parte del mondo. Sfogliando quegli album sfilano i ricordi di una vita, di più vite, che insieme hanno trovato nelle vecchie Casse le fedeli compagne della loro esistenza. Un cammino comune, improntato a prudenza, guidato per decenni dalla saggezza contadina. A quelle istantanee si sono aggiunte oggi altre foto di gruppo di tanti altri Soci che, con lo stesso spirito e con la stessa speranza, seguono con interesse la continua ascesa di quelle antiche istituzioni, oggi Banche di Credito Cooperativo. in questo numero... 2 EDITORIALE DEL PRESIDENTE IL BILANCIO E LA CRISI 3 TREVIGNANO ROMANO PROCESSIONE DI FERRAGOSTO 4-5-6-7 CARAVAGGIO IL FASCINO DI UN PITTORE STRAORDINARIO 8-9 MUSEI VATICANI VIAGGIO IN UNA COLLEZIONE D'ARTE UNICA AL MONDO 10 CONOSCERE ROMA IL NUOVO CALENDARIO 11 I CORSI DI AGRICOLTURA 12-13 I SOCI RACCONTANO... 14-15 LE MIGLIORI TESI DI LAUREA 16 DAL CREDITO COOPERATIVO L'ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA FEDERLUS 17 NOTIZIE IN BREVE 18-19 IN LIBRERIA UNA BRETAGNA SENTIMENTALE SOMMARIO EDITORIALE DEL PRESIDENTE n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Trevignano Romano Processione di Ferragosto Il 15 agosto, a Trevignano Romano, si è tenuta la 57° edizione della Processione notturna sul lago in onore di Maria SS. Assunta in cielo, dove l’immagine dell’Assunta avanza su una scenografica imbarcazione seguita da altre barche di pescatori, addobbate e illuminate. Tradizionale spettacolo pirotecnico, sul lago, al termine della processione Foto in alto a sinistra: particolare del quadro Caratteristica barca che trasporta sul lago l’immagine dell’Assunta. 3 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Caravaggio S. Girolamo Scivente 4 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Il fascino di un pittore straordinario Michelangelo Merisi, una rivendicazione collettiva delle spoglie Un successo senza precedenti la mostra delle opere del Caravaggio presso le Scuderie del Quirinale. Il 13 giugno scorso, giorno della chiusura, ben 11.000 persone si sono messe pazientemente in fila per ammirare le opere del grande pittore. Complessivamente oltre 500.000 sono stati i visitatori. In coincidenza con la chiusura dell’evento è stata data notizia del ritrovamento delle spoglie mortali di Michelangelo Merisi presso la cripta del cimitero di Porto Ercole, dove l’artista è morto il 18 luglio del 1610. Immediatamente si è scatenata una rivendicazione collettiva di alcune città che si ritenevano le legittime depositarie delle spoglie di Caravaggio. A cominciare da Porto Ercole, dove il grande pittore morì e fu sepolto, per finire a Milano dove il Merisi fu battezzato. A luglio scorso i resti del grande pittore sono ritornati finalmente, dopo approfonditi accertamenti scientifici, a Porto Ercole, ponendo così fine alla stucchevole diatriba. Anche da morto Caravaggio suscita forti emozioni, come ogni suo quadro. Per vedere la mostra delle sue opere tanti di noi Soci, chi in gruppo, chi da solo, si è recato alle Scuderie del Quirinale, accodandosi a file interminabili. LA VIBRAZIONE DEI COLORI La luce. L’ombra. Luci ed ombre, la costante dialettica della sua arte pittorica. Raccontava l’interiorità attraverso la pittura di cose reali scendendo fin dentro le pieghe dell’anima. Le vibrazioni dei colori scuotono chi guarda ancor prima di osservare i dipinti. Davanti ad ogni suo quadro, quasi materia pulsante, un tuffo al cuore. Conobbe successo e ammirazione per il suo straordinario modo di dipin- 5 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Caravaggio Il fascino di un pittore straordinario (segue) Bacchino malato gere tanto che molti poeti del tempo dedicarono ai suoi quadri madrigali ed epigrammi. Geniale nella pittura quanto violento nella vita. Più volte fu rinchiuso nelle carceri romane di Tor di Nona. Fu incarcerato perfino in quelle di Sant’Angelo a Malta, dove fu calato nella guva, un buco profondo tre metri scavato nella roccia. Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, frequentava indifferentemente i palazzi cardinalizi ed i bassifondi dei quartieri più malfamati della Capitale tra perditempo e prostitute, ostentando una profonda contrarietà verso gli indirizzi culturali del tempo. Aveva circa venti anni, era nato il 29 settembre 1571, quando da Milano venne a Roma sulla scia di numerosi artisti provenienti da tutta Europa. Pittori, sculto- 6 ri, poeti e architetti frequentavano scuole e botteghe disseminate lungo le vie stracolme di storia in cerca di commesse. Lui per primo girovagava per la città per vendere i suoi quadri e sbarcare il lunario, dopo aver frequentato gli studi dei pittori più in voga, come quello del Cavalier D’Arpino. Andava sempre armato, cosicché, più che un pittore che riusciva a suscitare intense emozioni, sembrava uno sgherro. Duellava con gli attaccabrighe del suo stampo, bastonava chi aveva la ventura di irritarlo, uccise anche tale Ranuccio Tommasoni da Terni, per dissensi su una partita di pallacorda o per via di Fillide Melandroni, da entrambi amata, che gli procurò una condanna a morte. Dovette fuggire da Roma, prima a Palestrina, poi a Napoli, Malta, Sicilia e poi di nuovo a Napoli. Sempre braccato ed in fuga come un leone ferito. DALLE CARTE DEI PROCESSI Della sua irascibilità vi è corposa traccia nei processi in cui fu coinvolto. Come ad esempio quello contro un garzone di osteria che così motivò la sua querela (Archivio di Stato di Roma, 24/04/1604): “Circa le hore 17 stando Michelangelo da Caravaggio assieme a doi altri a mangiare nell’hostaria del Moro, avendole portati otto carcioffi cotti cioè quattro nel buturo e quattro con olio, detto querelato mi ha dimandato quali erano quelli al buturo e quali all’olio. Io li ho risposto: che li odorasse, che facilmente havrebbe conosciuto quali erano cotti al buturo e quali nell’olio. Lui allora montato in collera e senza dirmi altro ha preso il piatto e me l’ha tira- n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA to alla volta del mostaccio, che me ha colto nella guancia manca, dove restato poco ferito. Et poi ha dato di mano alla spada con animo forse di darmi con ella, ma io me gli sono levato dinanzi”. Oppure nell’altro procedimento penale in cui la protagonista è la padrona di casa che lamentava il mancato pagamento della pigione: “Questa notte passata, circa le cinque hora, è venuto detto Michelangelo et ha tirato molti sassi alla gelosia della mia finestra e me l’ha spezzata tutta…. Di poi è ripassato assieme a certi altri suonando una chitarra, et si sono fermati all’angolo del vicolo”. UNA TRAGICA MORTE A trentanove anni finalmente gli fu comunicato che Papa Paolo V stava preparando la revoca della condanna a morte da più parti invocata per le straordinarie opere che aveva dipinto, accaparrate per la maggior parte dagli intenditori d’arte. In quel periodo risiedeva a Napoli nel palazzo dei Colonna, dove aveva dipinto tra l’altro la Negazione di San Pietro e Salomè. Mosso dal desiderio di ritornare a Roma, centro culturale europeo, s’imbarcò su un traghetto di linea che una volta a settimana raggiungeva Porto Ercole. Caricò tutte le sue opere non ancora vendute sulla feluca col progetto di sbarcare a Palo, nel castello degli Orsini, anch’essi suoi protettori, per essere pronto a ritornare trionfalmente a Roma. La libertà però la doveva pagare con alcuni suoi quadri che doveva consegnare al “Cardinale nipote” Scipione Borghese, Ministro di Giustizia del Pontefice. Ma sulla spiaggia di Palo fu fermato per accertamenti dalla guardia costiera mentre il traghetto continuò il suo viaggio verso le coste toscane. Lo rincorse disperatamente su una barca messagli a disposizione dalla nobile famiglia, ma raggiunse Porto Ercole solo quando la feluca aveva intrapreso il viaggio di ritorno. Disperato, con la febbre altissima per una ferita alla testa procuratasi a seguito dell’ennesimo diverbio avvenuto poco prima della partenza da Napoli, vagò a lungo sulla riva del mare in un caldo asfissiante. “Senza aiuto humano morì malamente come appunto male haveva vivuto”. Fu seppellito sulla spiaggia in una fossa comune. Grande fu lo sconcerto di tutti ed in special modo dei tanti giovani pittori che tentavano di seguire la sua tecnica pittorica ed il suo modo di vestire e di vivere. (G.P.) David e Golia 7 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA La visita ai Musei Vaticani Viaggio in una collezione d'arte unica al mondo IL VALORE UNIVERSALE DELL'ARTE All'origine dei Musei Vaticani c'è il giardino della residenza estiva dei papi. Nei primi anni del Cinquecento, infatti, papa Giulio II fece trasferire in Vaticano, nel giardino del Palazzetto del Belvedere, preziose statue classiche, disposte ai lati del cortile o al centro del giardino, tra piante di aranci e di allori. Gli artisti, i religiosi e i diplomatici che da ogni parte d'Europa giungevano alla corte del Papa potevano passeggiare tra antichità classiche e delicati giochi d'acqua, mentre nel cortile venivano organizzate anche spettacolari giostre cavalleresche. Nel Rinascimento lo studio dell'arte classica significava ritrovare nella perfezione della bellezza un messaggio universale. Un ambasciatore veneto scrisse “Creazione di Adamo” di Michelangelo 8 nel suo diario di viaggio di esser stato ammaliato da un “giardino bellissimo”, in cui dalle statue del Nilo e del Tevere era tornata a sgorgare l'acqua. La collezione si completò nei decenni successivi, ad ogni stagione della storia dell'arte. Allo stesso tempo veniva arricchita anche la Biblioteca Vaticana, con preziosissimi manoscritti e rare opere a stampa miracolosamente scampate alle distruzioni e all'oblio. Anche in questo modo la Chiesa seppe innestare nella tradizione l'universalismo della cultura cristiana. IL “MUSEO PIO-CLEMENTINO” Con Clemente XIV e Pio VI, nella seconda metà del Settecento, l'antica collezione fu trasformata in un vero e proprio museo, con le statue e i ritratti, i sarcofagi, i mosaici e le spettacolari vasche marmoree. È in questo percorso che sabato 19 giugno abbiamo visitato i Musei Vaticani. Tra le statue più ammirate c'era il Laocoonte, conservato nel Cortile Ottagono. Rappresenta la morte del sacerdote troiano Laocoonte e dei suoi due figli, uccisi da mostruosi serpenti marini inviati da Poseidone e Atena. Il sacerdote si era opposto all'ingresso nella città di Troia del famoso cavallo di legno, e le spire dei serpenti che si avvolgono attorno ai corpi degli sventurati mostrano tutta la drammaticità di chi tenta di opporsi inutilmente al corso degli eventi sancito dagli dei. La visita continuava nella Sala degli Animali, con statue di marmo di animali reali e immaginari, nella Sala Rotonda con la statua colossale di Claudio n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Laocoonte nelle vesti di Giove, nei corridoi con busti romani e sarcofagi, nelle stanze dei mosaici pavimentali e nelle gallerie dei dipinti di arazzi e di carte geografiche. LE STANZE DI RAFFAELLO Quando papa Giulio II ristrutturò il Palazzo pontificio, si rivolse a Raffaello per far affrescare le nuove stanze. Raffaello era molto giovane, ma conquistò subito la simpatia e l'ammirazione del Papa. Sono la Stanza della Segnatura, studio e biblioteca di Giulio II, con le personificazioni della Teologia, della Filosofia, della Poesia e della Giustizia, la Stanza di Eliodoro, destinata alle udienze con i personaggi illustri, con la raffigurazione della Cacciata di Eliodoro dal Tempio che simboleggia la protezione di Dio verso la Chiesa, la Stanza dell'Incendio, piccola sala da pranzo, la Sala dei Chiaroscuri, fatta ultimare da Leone X, e la Sala di Costantino, la più grande, destinata anche a banchetti e grandi udienze, e che conserva tra le altre opere l'Apparizione della Croce a Costantino e La battaglia di Ponte Milvio, attribuite alla Scuola di Raffaello. LA CAPPELLA SISTINA Fatta costruire da Sisto IV su un edificio di origine medievale, la Cappella Sistina fu un grande cantiere. Alla sua decorazione lavorarono pittori del calibro di Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli e Domenico Ghirlandaio, affrescando cicli biblici di grande suggestione. Giulio II commissionò poi a Michelangelo una nuova decorazione della volta, danneggiata da crepe e infiltrazioni, e che in precedenza raffigurava un cielo stellato. Michelangelo, allora, con complessi ponteggi e in precarie condizioni di luce, affrescò la volta con al centro la celebre Creazione di Adamo, in cui l'uomo è raffigurato ad immagine e somiglianza di Dio. In oltre cinque anni di lavoro Michelangelo dipinse anche il Giudizio universale, in cui lo spazio pittorico sembra aprirsi nell'incommensurabile vastità dell'infinito. La nostra visita ai Musei si concludeva così in questo scenario di incomparabile bellezza, di recente riportato ai suoi colori originari dopo lunghi restauri e in cui ancora oggi avviene l'elezione del Pontefice. (Armando Finocchi) Al Cortile della Pigna nei Musei Vaticani 9 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Conoscere Roma Il nuovo calendario delle gite sociali nella Città eterna Dal mese di ottobre 2010 e fino al mese di maggio 2011 la Banca riproporrà ai soci una serie di visite guidate per conoscere meglio musei, siti archeologici, chiese e biblioteche di Roma. Per la terza volta, con la visita al Colosseo e ai Sotterranei del Ludus Magnus prende il via il programma “Conoscere Roma”, che tanto successo ha riscosso nella compagine sociale. Ogni socio può farsi accompagnare da un famigliare. Le partenze, in pullman, avverranno da Piazza della Repubblica alle 8e30, salvo diversa indicazione telefonica. Come di consueto, è necessario prenotarsi per tempo ad ogni singola gita, fino all'esaurimento dei posti disponibili, al numero 06 90 14 30 55 (Ufficio Soci). IL CALENDARIO DELLE USCITE: Sabato 16 ottobre 2010: Colosseo e Sotterranei del Ludus Magnus Domenica 7 novembre 2010: Oasi di Porto Sabato 11 dicembre 2010: Galleria Spada e Prospettiva borrominiana Sabato 15 gennaio 2011: Musei Capitolini Sabato 12 febbraio 2011: Scala Santa e Battistero Lateranense Sabato 12 marzo 2011: Ostia antica Sabato 14 maggio 2011: Priorato di Malta e passeggiata sull'Aventino Il Colosseo 10 Ostia antica n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA I corsi di agricoltura Il corso di sommelier e il corso di potatura e giardinaggio L'origine delle nostre Casse rurali ed artigiane avvenne tra culture contadine ed economie agrarie. Non a caso le Casse sostennero l'agricoltura con prestiti agevolati e corsi di formazione. Nel corso dei decenni, quando l'agricoltura non costituiva più l'occupazione principale della popolazione, l'attenzione delle Casse (divenute nel frattempo Banche di Credito Cooperativo) si rivolse alle produzioni di qualità e alla multifunzionalità dell'agricoltura. L'agricoltura, infatti, fornisce non solo prodotti alimentari e occupazione, ma è oggi anche un complesso ed efficiente presidio ambientale, un segno dell'identità del territorio attraverso i prodotti tipici, una risorsa per il turismo, una tradizione di valori e sensibilità, conoscenze e capacità manuali. Rinnovando l'attenzione al mondo dell'agricoltura, la Banca organizza un breve corso di sommelier e un corso di potatura e giardinaggio. Per consentire la partecipazione ai corsi, la Banca metterà a disposizione un pulmino che collegherà Formello a Trevignano Romano e viceversa, con partenza alle ore 17. È necessario prenotarsi almeno 15 giorni prima del primo incontro previsto, al numero 06 90 14 30 55 (Ufficio Soci). Le lezioni si terranno dalle ore 17.30 alle ore 19.00. BREVE CORSO DI SOMMELIER Venerdì 19 novembre (Formello) Degustazione del vino. Analisi sensoriale visiva, olfattiva e gustativa Venerdì 26 novembre (Formello) Viticoltura ed enologia Venerdì 3 dicembre (Formello) Accostare il vino al cibo. Tecnica dell’abbinamento Venerdì 10 dicembre (Formello) La funzione del sommelier. Lo stile nel servizio del vino POTATURA E GIARDINAGGIO Venerdì 14 gennaio (Trevignano Romano) Terreno e concimazione delle piante da frutto e ornamentali Venerdì 28 gennaio (Trevignano Romano) Approccio teorico alla potatura Venerdì 11 febbraio (Trevignano Romano) Gli innesti e la riproduzione delle piante da frutto e ornamentali Sabato 19 febbraio (intera giornata) Partecipazione al campionato regionale di potatura dell’olivo che si terrà in una località del Lazio Venerdì 25 marzo (Trevignano Romano) Le malattie delle piante: difesa fitosanitaria tradizionale e biologica Il corso si concluderà con una visita al Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma, in una data da concordare. 11 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA ...i soci raccontano Paolo Occhipinti Sono nato a Vita, in provincia di Trapani, nel 1925. I miei genitori erano insegnanti e vissero anche in Tunisia, nel Friuli, nel Padovano, a Firenze, a Roma e ad Alcamo, in Sicilia. Dopo il Ginnasio, mi laureai in Medicina all'Università di Palermo. Divenni così medico a Vita e poi nel Lazio, a Zagarolo, a Mazzano Romano, a Roiate e a Carpineto Romano. Nel 1958 vinsi il concorso di medico condotto e ufficiale sanitario a Campagnano di Roma, che scambiai però con la sede di Formello accordandomi con il collega che qui aveva vinto il concorso. La prima volta che sono venuto a Formello fui accolto da un signore in camicia che faceva il muratore: era il sindaco, Bruno Sbardella. Fu proprio il sindaco ad affittarmi un piccolo appartamento sopra il bar, dove mi trasferii con la mia famiglia nel settembre del 1958. Il rubinetto dell'acqua c'era, ma l'acqua non c'era. In tutto il paese non c'era acqua corrente: questo mi colpì molto. Venne fatto chiamare un certo Belardo, che venne con una botticella e riempì d'acqua i serbatoi sopra la cucina e il bagno. Ma già affacciandosi alla finestra si vedevano i lavori per il nuovo acquedotto comunale, inaugurato poco tempo dopo. Mentre stavo scaricando i mobili da un camioncino, si avvicinò una signora con un passeggino: “Il mio bambino, Luciano, ha la poliomelite”, mi confidò. Di lì a poco iniziai allora la vaccinazione anti-poliomelite: quando si diffuse la notizia, la piazza davanti all'ambulatorio si riempì di madri con i loro bambini. Nel giro di una settimana, con più richiami effettuai più di mille vaccinazioni, dai bambini piccoli ai ragazzi di vent'anni. E pensare che l'ambulatorio era piccolo e davvero poco fornito! Ma si faceva il possibile con quel poco che c'era. Sempre in quel primo giorno a Formello, mentre ero a pranzo arrivò un signore di corsa. Era Edoardo Ronconi. “Mia moglie deve partorire!”, disse ansiman- 12 do. Così feci nascere il primo figlio. Erano quelli anche i mesi del Comitato promotore e della fondazione della Cassa rurale ed artigiana. Ricordo Augusto Serata e Colombo D'Alessio, che seppero coinvolgere gli altri soci in un progetto che all'inizio sembrava avventato. Ricordo che Armando Cialdea, uno dei primi dipendenti, stava quasi sempre seduto al bar perché all'inizio il movimento di denaro era proprio poco. Ma era già iniziato il cambiamento economico, con tanti giovani di Formello che partivano la mattina presto per andare a lavorare nei cantieri edilizi di Roma. In fondo la Cassa era nata anche per custodire i loro primi risparmi, settimana dopo settimana. Gli stessi giovani, imparato il mestiere di muratori, qualche tempo dopo iniziarono a costruire anche in paese, riunendosi in piccole squadre di lavoro. Era il lavoro del sabato e della domenica. I soci fondatori compresero questo cambiamento e si impegnarono in una scommessa che si rivelò vincente. A Formello la condotta medica dipendeva dal Comune. Io ero medico condotto e ufficiale sanitario, in diretto contatto con il medico provinciale. In paese c'erano altri tre medici: Staglianò, Truncali e Farinella. Il medico condotto era il medico del territorio. Un giorno dovevo andare a Magliano. C'era la neve. Al Castagneto, con la macchina andai fuoristrada! Nel 1979 la legge 833 abolì la condotta medica e l'ufficio sanitario: noi medici dovevamo scegliere tra divenire funzionari della ASL oppure professionisti con la metà dei mutuati. Aumentò la burocrazia e l'ingerenza nei partiti nella medicina locale. Io scelsi la professione. Sono stato medico condotto per 32 anni, fino al 1990. Poi ho ripreso gli studi di filosofia, estendendoli al comportamento animale. Ma anche nella solitudine dello studio, spesso mi tornano alla memoria i volti dei tanti formellesi che ho conosciuto e curato. n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA ...i soci raccontano Ario Sforzini Tra i miei primi ricordi c'è proprio quest'orto, qui in località “Acqua delle Donne”, con una capanna di scarsica e il fontanile dalla storia centenaria. Sono nato nel 1924 a Trevignano da una famiglia di agricoltori e mio padre, combattente durante la prima guerra mondiale, ebbe in assegnazione questo lotto di terreno dall'Opera Nazionale Combattenti verso il 1920. “Gli espropri”, si diceva allora. Prima i terreni appartenevano alla grande azienda di Vicarello, di proprietà del Collegio Germanico. Il fontanile serviva per abbeverare il bestiame: l'acqua è potabile e tutti venivano a riempire anche bottiglioni e damigiane. Anch'io mi occupavo della sua manutenzione, con piccole opere di muratura e togliendo le erbacce. Da giovane avevo il cavallo e con il carretto andavo a vendere la verdura a Bracciano, a Manziana, a Oriolo, a Canale. D'estate i pomodori, d'inverno l'insalata e i broccoli. Partivo la mattina presto. Attorno a me non vedevo case, ma solo orti e grandi alberi tra le brume del lago. Con l'Ente Maremma, negli anni Cinquanta, anch'io divenni assegnatario di un altro terreno. All'inizio coltivavo il grano ma poi vi impiantai la vigna e gli ulivi. Negli stessi anni sposai Adele Marini, da cui ho avuto sei figli. È passato tanto tempo. Ricordo però i mesi della fondazione della Cassa Rurale ed Artigiana. Capivamo che avrebbe dato delle possibilità a tanta gente. A me piaceva scherzare, ero sempre allegro con tutti, ma mi accorgevo che qualche timore si affacciava all'animo di qualcuno degli altri soci fondatori. Poi andò tutto bene, anche perché comprendemmo di aver fatto la cosa giusta. E infatti molti trevignanesi iniziarono a chiedere prestiti alla Cassa appena fondata. Anch'io ottenni un prestito per costruire una stalla e allevare vitelli per vendere la carne alle macellerie, qui nel nostro terreno, e per perfezionare le serre che avevo allestito per coltivare le primizie fuori stagione. La Cassa aprì un magazzino per vendere concimi, sementi e mangimi proprio in un edificio di mia proprietà, in paese. Io abitavo al piano di sopra, con la mia famiglia. Ho tenuto aperto il magazzino per trent'anni. Quando arrivava il camion del fornitore, che si chiamava Nicolai, a Trevignano era un evento, e dovevo assoldare tre-quattro persone per scaricare tutti i sacchi. Ricordo che i miei figli giocavano con la carriola e si rincorrevano sopra i sacchi di grano e di concime. Vendevo anche motozappe della Motom. In quegli anni la meccanizzazione e la concimazione chimica fecero aumentare la produttività di ogni agricoltore, invogliandolo ad investire ancora. Ho avuto per un periodo il Motom 48, un ciclomotore robusto e che consumava pure poco. Capitava che mettevo un sacco di concime sopra il piccolo serbatoio per fare una consegna, oppure portavo gli ortaggi in una cassetta legata col fil di ferro sul parafango posteriore. Mio figlio Agapito di certo ancora se lo ricorda, quel piccolo motorino che doveva sembrare grande per i suoi occhi di bambino. Quando dal paese andavamo all'orto, lui si metteva davanti a me, sul serbatoio, con un tozzo di pane dentro la maglietta; una volta arrivati ammorbidivo il pane con l'acqua del fontanile e poi ci strofinavamo un bel pomodoro maturo. Negli anni successivi sostituii il Motom 48 con una Fiat Topolino, di quelle chiuse, sempre per trasportare casse di frutta e sacchi. Dopo ancora comprai un camioncino. Nel terreno, sopra alla stalla costruii un'abitazione in cui mi trasferii con la mia famiglia. È che mi arrangio anche come muratore e i miei figli mi aiutarono a rendere la nostra casa sempre più ospitale. Ora al posto di quella povera capanna di scarsica c'è un accogliente ristorante. Ma il fontanile c'è ancora... 13 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Neo-dottori del nostro territorio: le migliori tesi di Laurea Il rischio di alluvione e le reti di trasporto di Alessandra Chiavari neo-laureata in Ingegneria delle Infrastrutture viarie e dei Trasporti Le problematiche connesse alla gestione e prevenzione dei rischi naturali stanno assumendo negli ultimi anni un ruolo prioritario anche alla luce di conseguenze sempre più infauste degli eventi. In particolare il rischio di alluvione presenta oggi nel nostro Paese conseguenze sempre più gravi in ragione del forte sviluppo infrastrutturale e urbanistico che tende ad occupare spazi sempre più prossimi alle pertinenze fluviali, aggravando il problema delle interferenze tra le infrastrutture di trasporto e i sistemi idrici. A ciò si è aggiunto un recente cambiamento delle condizioni climatiche che sembrano esporci con maggiore frequenza ad eventi meteorologici con caratteristiche di eccezionalità, i quali, non raramente, minacciano la sicurezza dell’esercizio delle infrastrutture e la stabilità degli stessi manufatti stradali e ferroviari. Durante un’esondazione i rischi per l’infrastruttura di trasporto provengono in massima parte dagli 14 effetti del contatto diretto dell’infrastruttura con il corso d’acqua in piena, ad esempio l’erosione al piede delle pile di un ponte collocate in alveo o il taglio dei rilevati di accesso. La vulnerabilità dell’opera stradale a questi fenomeni dipende da una serie di fattori relativi sia alle sue caratteristiche che a quelle del corso d’acqua. Definire quali siano questi fattori, in quale misura essi siano determinanti e in che modo si possa intervenire su di essi per limitare l’interferenza o almeno mitigarne gli effetti negativi equivale a ripercorrere i tre step del cosiddetto risk management, analisi, valutazione e mitigazione. Uno studio condotto su infrastrutture stradali diversamente danneggiate nel corso di quattro eventi alluvionali verificatisi in Piemonte e in Valle d’Aosta tra il 1993 e il 2008 ha consentito di rilevare quali siano i fattori di vulnerabilità determinanti per viadotti e tratti in trincea, in rilevato o a raso. Per i viadotti in particolare si è visto come i danni ricorrano con più frequenza e maggiore gravità nei casi in cui l’opera di attraversamento determini un forte restringimento della sezione di deflusso della corrente (quando le pile e le spalle sono localizzate entro l’alveo e/o inclinate rispetto alla direzione principale della corrente oppure i rilevati di accesso al ponte occupano la piana inondabile), oppure sia forte la tendenza a subire fenomeni erosivi di elevata intensità alla base di pile e spalle e dei rilevati di accesso. Traducendo in termini numerici i risultati dello studio è possibile ottenere un modello analitico per lo studio sistematico del rischio di alluvione su diverse reti stradali. L’applicazione del modello consente la redazione di una Carta del Rischio sulla Rete di Trasporto, un utile strumento nelle fasi di pianificazione e gestione dell’emergenza e un riferimento per l’individuazione degli interventi sulla rete finalizzati proprio alla riduzione del rischio. n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Neo-dottori del nostro territorio: le migliori tesi di Laurea Le tecnologie RFId nella logistica: benefici di efficacia sulla qualità di Sonia Di Simone, neo-laureata in Tecnologia, Certificazione e Qualità L’acronimo RFId sta per Radio Frequency Identification, cioè tecnica d’identificazione basata sulla radio-frequenza: utilizzata inizialmente per il riconoscimento degli aerei amici durante la seconda guerra mondiale, oggi è in espansione anche se ancora poco conosciuta. Lo straordinario interesse di questa tecnologia è racchiuso nelle sorprendenti capacità comunicative di un’etichetta con altri oggetti, in quanto una volta implementate le etichette insieme all’infrastruttura necessaria per decodificare i dati, possono essere modificate e riutilizzate, non prevedendo ulteriori costi. Avere a disposizione i dati di un determinato prodotto significa conoscere la provenienza e tante altre notizie e informazioni che oggi è difficile avere, e che non è possibile trarre dalla tradizionale tecnologia dei codici a barre, uno dei motivi per cui si prevede la sostituzione di questa con l’RIFd. La cosa sorprendente di queste etichette è la straordinaria possibilità di unire dimensioni estremamente ridotte a capacità di memoria dei chip molto grandi; inoltre possono essere applicate in ogni campo, anche se quello analizzato qui è applicato alla logistica. Con l’applicazione dell’RFId sono stati dimostrati numerosi vantaggi, tra cui il miglioramento diretto della produttività delle risorse, la riduzione degli effetti della non qualità e il miglioramento in termini di accuratezza e tempi di produzione. Il potenziale innovativo legato alle tecnologie RFId e alle loro applicazioni è molto ampio. A questo proposito però abbiamo una forte divi- sione, perché se la gran parte dei manager nutre elevate aspettative riguardo ai benefici dell’RFId, dall’altra invece molti di loro sono ancora scettici sia riguardo all’affidabilità della tecnologia sia alla sua capacità di creare valore nei processi aziendali. Di conseguenza si investe ancora poco in questa tecnologia e non si attiva così il processo che consente di dare impulso all’innovazione tecnologica. La domanda che ci poniamo riguardo ad una posizione da prendere in riferimento a questa tecnologia è “attendere con il rischio di perdere le opportunità che potrebbero essere disponibili per gli innovatori, oppure sviluppare nuovi progetti RFId, con tutte le incertezze del momento presente?”. Considerando che i benefici derivanti dalla tecnologia RFId dipendono anche dal livello di performance e di tecnologia dell’azienda stessa, la soluzione migliore che sembra preferibile in questo particolare momento, e che è in realtà seguita dalla maggior parte delle imprese, è quella di condurre un’attività sperimentale. Quest’attività sperimentale è volta a conoscere prima di tutto se l'investimento necessario per attuare il sistema d’identificazione sia economicamente valido e in secondo luogo se possa davvero portare in futuro notevoli risultati positivi. 15 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA Dal Credito Cooperativo Assemblea dei Soci della Federlus La chiusura del bilancio della Federazione Lazio, Umbria e Sardegna tra l'azione del Credito Cooperativo e le distorsioni della finanza mondiale “Insieme per il territorio” è stato il il titolo scelto dalla Federazione Lazio, Umbria e Sardegna, quale filo conduttore dell’Assemblea dei Soci tenutasi il 25 giugno 2010 nella prestigiosa Sala dei Notari del Palazzo dei Priori di Perugia. Dopo il saluto di Antonio Marinelli, Presidente della BCC di Mantignana, curatore della parte logistica dell’evento, ha preso la parola Mons. Gualtiero Bassetti, Vescovo della Diocesi di Perugia e Città della Pieve, che ha messo in risalto come nei territori di competenza le Banche di Credito Cooperativo hanno sempre messo in pratica i principi ispiratori della norma statutaria: mutualità e solidarietà. Si è passati poi alla trattazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, dal quale si è potuto apprendere che la Federazione ha ristornato alle Banche socie una consistente somma accantonata per economie realizzate in alcuni settori. Particolarmente apprezzata la relazione del Presidente dott. Francesco Liberati, specie quando ha messo in rilievo le distorsioni economico-finanziarie prodotte dalla speculazione delle grandi Banche di spessore mondiale. Questi “attori globali - ha commentato Liberati - hanno conseguito ricavi nel primo trimestre di quest’anno pari a 50 miliardi di dollari nei soli campi dell’intermediazione del reddito fisso, dei cambi e delle materie prime. Sono cifre assolutamente fuori luogo, favorite dalle attuali 16 Il Presidente della Federlus Dott. Francesco Liberati regole e dalla eccessiva concentrazione del settore. Bisogna capire - ha concluso il Presidente - perché se in un paese il PIL cresce dell’1% in un anno e la produttività del capitale del 2% la finanza possa avere ritorni del 20-30%”. Il dott. Liberati ha posto opportunamente in risalto anche la necessaria proporzionalità della “alluvione normativa” nei confronti delle piccole banche come quelle del Credito Cooperativo. Al termine dell’Assemblea, alla quale hanno partecipato gli amministratori delle BCC associate e personalità del mondo della cultura e del mondo bancario, è stata consegnata la beneficenza raccolta dalla Federazione, oltre 160.000 euro, all’Associazione “Abruzzo Risorge”, per alleviare le sofferenze delle popolazioni terremotate. Perugia, Palazzo dei Priori, dove si è svolta l’Assemblea n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA ...in breve La responsabilità amministrativa degli Istituti di Credito Sabato 19 giugno scorso si è tenuto presso l’Auditorium della Banca di Credito Cooperativo del TuscoloRocca Priora un importante convegno sulla “Responsabilità Amministrativa delle Imprese”, e quindi anche delle Banche, al quale hanno partecipato gli Amministratori della nostra BCC e il Direttore Generale. Si è a lungo dibattuto, tra l’altro, della responsabilità penale degli esponenti aziendali e della responsabilità oggettiva degli Istituti di Credito. Hanno illustrato la normativa (Decreto legislativo 231/2001), ognuno per la propria specifica competenza, il dott. Enrico Crisci, dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Tivoli, il dott. Cristiano Cavallari, Revisore Contabile, il Prof. Corrado Gatti, membro dell’Organo di Vigilanza della BCC di Roma, il dott. Maurizio Capogrossi, ex Presidente dell’Organo di Vigilanza di Iccrea Banca e, infine, il dott. Gilberto Cesandri della Direzione Controlli della Federlus. Ha introdotto i lavori il Presidente della BCC TuscoloRocca Priora, Claudio Ceccarelli. Il convegno è stato valido anche ai fini dell’ottenimento dei Crediti Formativi per i componenti dei Consigli di Amministrazione delle Banche di Credito Cooperativo. L’economia del Lazio L’annuale convegno sull’Economia del Lazio della Banca d’Italia si è tenuto quest’anno il 23 giugno, presso la sede di Latina dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Come è consuetudine, sono stati evidenziati i risultati dell’attività di ricerca economica del territorio condotta dalla sede di Roma della Banca d’Italia. La sintesi dei risultati, contenuta nel documento distribuito a tutti i partecipanti, contiene il compendio di articolate analisi svolte sulla congiuntura economica e sulla struttura produttiva regionale. All’interessante convegno erano presenti il nostro Presidente Polidori, il Presidente del Collegio Sindacale Sforzini e il Direttore Generale Porcu. Particolarmente qualificati e di alto prestigio i partecipanti al dibattito. Oltre al dott. Antonio Saccucci, Ispettore Superiore Reggente della sede di Roma della Banca d’Italia, sono intervenuti il dott. Antonio D’Acunto, Prefetto di Latina, il Prof. Luigi Frati, Magnifico Rettore dell’Università di Roma “La Sapienza”, il Prof. Antonio Celant, Preside della Facoltà di Economia. Hanno dato un qualificato contributo anche alcuni apprezzati interventi di eminenti giuristi. Erano presenti tutti i Presidenti e direttori degli Istituti di Credito operanti nel Lazio. Nuovo Consiglio di Amministrazione e approvazione del bilancio per l'Iccrea Holding Spa Credito Cooperativo L’assemblea generale di Iccrea Holding Spa, la Capogruppo del Gruppo bancario Iccrea, che riunisce le società a supporto delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane (BCC-CR), ha approvato in data 25 giugno 2010 il bilancio 2009, che si è chiuso con un utile di esercizio di 17 milioni di euro (+22%). A livello consolidato, l’utile del Gruppo bancario Iccrea raggiunge i 39 milioni. Il patrimonio netto di Iccrea Holding, comprensivo dell’utile dell’esercizio, ammonta a 794,7 milioni di euro, il consolidato a 1 miliardo, comprensivo della quota delle minorities. L’Assemblea, tenutasi il 25 giugno 2010 a Roma presso il Centro Direzionale Lucrezia Romana, la sede centrale che ospita le aziende del Gruppo bancario Iccrea, ha anche rinnovato il Consiglio di Amministrazione per il triennio 2010 - 2012, che risulta ora composto da Antonio Albano, Lucio Alfieri, Alessandro Azzi, Roberto Belloni, Enrica Cavalli, Giorgio Clementi, Martino Cossard, Walter Dallemulle, Nicola Di Santo, Gianfranco Donato, Carlo Antonio Feruglio, Francesco Giroletti, Luciano Gorni, Francesco Liberati, Antonio Maffei, Giulio, Magagni, Giuseppe Maino, Giorgio Merigo, Gino Polidori, Angelo Porro, Secondo Ricci, Patrizio Rosi, Carlo Ruggeri, Luciano Saraceni, Leonardo Toson e Lorenzo Zecca. Nella prima seduta del nuovo Consiglio di Amministrazione del 2 luglio 2010 è stato riconfermato per la terza volta a Presidente l’Ing. Giulio Magagni. A vice Presidenti sono stati eletti Giuseppe Maino e Francesco Liberati. 17 n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA ...in libreria Una Bretagna sentimentale “Durante il mio soggiorno bretone mi capitò di dormire in un faro. Ricordo che, salendo le ripide scalette a chiocciola che, come una spirale, sembravano avvilupparsi intorno al mio spirito per innalzarlo verso l'infinito, mi sentii io stesso un vecchio guardiano del faro...” di Armando Finocchi Mont Saint Michel ci appare come un'isola a forma di piramide. Qui sono nate leggende di giganti, di sacerdotesse gaeliche e di apparizioni di arcangeli. La Bretagna è la regione più occidentale della Francia, una penisola proiettata nell'Oceano Atlantico. È una terra in cui la fusione della cultura celtica e della civiltà latina ha creato un'atmosfera suggestiva e magica che Dario Giardi ha raccontato in questa guida, che intreccia notizie storiche, itinerari di viaggio, incontri, ricordi ed emozioni personali. Un libro da leggere intensamente e non solo da consultare in viaggio. L'autore è uno studioso di diritto internazionale e dei cambiamenti climatici, ma anche esperto di storia celtica e instancabile viaggiatore; sue sono anche le foto e alcune liriche, mentre i disegni sono di Valeria Trapanese. É una guida sentimentale, perché sono stati i sentimenti ad accompagnare l'autore a conoscere luoghi, leggende e persone, sulle orme 18 dei tanti scrittori e pittori che hanno trovato ispirazione in queste terre, da Flaubert a Stendhal, da Guaguin a Monet. “Ogni luogo, paesino o strada visitata può stupirvi per la sua particolarità”, scrive Dario, dilungandosi sulla storia che vide passare i Celti, i Galli e i Romani, sulla musica popolare, sulle ricette tradizionali, sulle leggende del mito di Atlantide, del Santo Graal e dei cavalieri di Re Artù. L'architettura testimonia questa sovrapposizione di culture, con i menhir e i dolmen neolitici (le grandi pietre conficcate nel terreno come a seguire il cielo stellato e il magnetismo terrestre) e con le cattedrali e i castelli di un Medioevo quanto mai ricco di suggestioni. Sono tutte espressioni di una cultura fortemente radicata in luoghi che custodiscono l'orgogliosa identità bretone, ben diversa da quella francese. n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA L'OCEANO SI INFRANGE raggiungibile in ogni momenSUI FARI to dalla terraferma percorrenLa presenza del mare do in automobile una strada segna in Bretagna la vita su una diga costruita nella degli uomini e delle donne, seconda metà dell'Ottocento dettando i tempi della e che non viene mai sommerpesca, della raccolta dei sa dalle maree. Una curiosità: Bretagna molluschi e delle uscite in nel 1987 sulla guglia del camdi Dario Giardi panile è stata collocata la stabarca. Dario ha percorso le Vicchio di Mugello (Firenze) scogliere sferzate dal vento tua di San Michele. Edizioni Polaris, 2009 della zona costiera, chiamata in celtico “Armor”. In questa costa frastagliata Scogliere a strapiombo, schiaffeggiate sono i fari ad attirare il viaggiatore: sono da possenti ondate, orlate di spuma. avamposti al limite estremo della costa, punti di arrivo e di partenza per i naviganti, “rifugi di gabbiani e di sogni”, come egli scrive avendoli visitati a lungo e senza fretta. Ancora oggi ce ne sono in servizio più di 800. In queste terre il vento è talvolta così impetuoso che “le nuvole si inseguono rapide nel cielo, come stormi di uccelli marini”. Il ciclo delle maree cambia continuamente il profilo della costa. Con la bassa marea sulle spiagge spuntano scogli appuntiti, molluschi, alghe ammassate e grandi meduse. “E in tante baie le barche restano a secco, inclinate su una fiancata, sospese come per magia tra terra e aria, in L'ENTROTERRA MENO CONOSCIUTO attesa del mare che si è allontanato”. Poi, punNell'entroterra della Bretagna, chiamato in bretone tualmente, le onde dell'oceano riprendono pos“Argoat”, il paesaggio cambia radicalmente, tra paesesso di tutto, con una potenza che confonde sini dai tetti di ardesia, case a graticcio, mulini di persino la foce dei fiumi. legno e grandi, misteriose foreste in genere poco battute dai turisti. Qui anche le pietre possono racL'ABBAZIA CHE SORGE DAL MARE contare storie. Secondo una leggenda, nell'anno L'alternarsi dell'alta e della bassa marea ha reso 253 d.C. Cornelio, vecchio vescovo inseguito dai famoso Mont Saint Michel, con le casette legionari romani, passò per i campi della Bretagna ammassate, l'abbazia benedettina e le guglie più interna, dove i contadini stavano seminando la stagliate contro il cielo. In origine c'era appena segale. Cornelio sostò per un momento e disse: una cappella fatta costruire dal vescovo Oberto “Preparate la falce, perché domani sarà il giorno del dopo che secondo la leggenda gli era apparso raccolto”. “Domani?”, domandarono increduli i conl'arcangelo Michele, in un luogo inospitale abitatadini, ma il vecchio era già lontano. Il giorno dopo la to solo da pochi eremiti. Dopo un incendio fu segale era già matura. Mentre gli uomini erano chini eretta una chiesa e più tardi l'imponente abbaa falciare, giunsero i soldati di Roma e chiesero: zia romanica che sembra innalzarsi dal mare. “Avete visto passare un vecchio?”. “Sì, ma tanto Sulle orme degli antichi pellegrini, con la bassa tempo fa - risposero i contadini - al tempo della marea è possibile oggi effettuare escursioni sulla semina”. I soldati, scoraggiati, si fermarono e lentaspiaggia della baia, mentre Mont Saint Michel è mente si trasformarono in pietre. 19 Siamo presenti a: Sede Amministrativa FORMELLO • Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Sede Centrale FORMELLO • Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Agenzia n° 1 LE RUGHE • Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315 Filiale CAMPAGNANO DI ROMA • Via del Pavone, 52-53 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380 Agenzia n° 2 OLMETTI • Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352 Filiale TREVIGNANO ROMANO • Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514 Filiale ANGUILLARA SABAZIA • Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337 Filiale CESANO • Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935 ela V N. 3- SETTEMBRE Proprietario Banca di Credito Cooperativo di Formello e Trevignano Banca di Formello e Trevignano BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano di Credito Cooperativo 2010 - ANNO 3 - PERIODICO TRIMESTRALE Direttore Responsabile Domenico Petrocelli Registrato presso il Tribunale di Tivoli il 27/10/2008 al N. 21/2008 Sede Tel. 06 90143095 [email protected] Stampa: Tipografia Miligraf S.r.l. Formello (Roma)