Banca di Formello e Trevignano

Transcript

Banca di Formello e Trevignano
ela
V
periodico trimestrale della
VEJO-LAGO
Banca di Formello
e Trevignano
di Credito Cooperativo
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Roma Aut. N. 21/2009
Dalla sede centrale...per l’informazione dei prodotti bancari,
al territorio ...per la comunicazione sulle numerose iniziative della Banca
Dipinto del Caravaggio
“Ragazzo con canestro di frutta”
BCC
CREDITO COOPERATIVO
[
N. 3
SETTEMBRE 2010
ANNO 3
[
2
Foto
di gruppo
Brevi riflessioni estive
Il Presidente, Gino Polidori
QUANDO LE FRENESIE DEL
MATTINO si sono placate, capita,
specie di pomeriggio, dare un’ultima occhiata alla posta in partenza
e uno sguardo agli appunti. Altre
volte l’attenzione si posa sui quadri appesi alle pareti o sulle raccolte di foto, che raccontano
eventi lontani nel tempo o
momenti felici della vita sociale.
Una parata di volti improntati al
sorriso, con dietro il profilo dei
monti o di verdi colline, di un prato
o di un lago, testimoni silenziosi di
una giornata felice. Tante foto
ingiallite dal tempo. Una di esse
colpisce più d’ogni altra: una foto
di gruppo dove tanti Soci, l’uno
con le mani sulle spalle dell’altro,
sorridono ancora. Promotori e
primi Soci della Cassa Rurale e
Artigiana. Stavano al mare, un
mare agitato che faceva da sfondo alla gioia di tutti. Chissà con
quali mezzi erano arrivati in quel
litorale e con quale velo di
apprensione avevano lasciato per
una giornata il lavoro dei campi o
il loro bestiame. Ma quel giorno
era festa. Avevano vinto la loro
battaglia: la Cassa “andava a
gonfie vele”, come amavano dire.
Sono passati più di cinquant’anni
da allora, e parecchi di loro non ci
sono più. Se ne sono andati quasi
in gruppo, coevi di un mondo difficile come quello che seguì la
prima guerra mondiale.
Poi ci sono altre foto, altre feste,
aspersori nell’aria per l’apertura di
nuove agenzie, la banda musicale con divise sgargianti e tante
tavole imbandite.
Mi domando quanta parte hanno
avuto le Casse Rurali nel sorreggere le speranze di comunità relegate in piccole nicchie lontane
dalle periferie delle grandi città o
disperse sui monti. In ogni caso
sempre pronte a dare un contributo importante nella ricerca del
riscatto sociale delle comunità
servite, e col proponimento di perseguire i canoni dell’etica cristiana
che sempre ha prevalso sulle
fredde strutture delle leggi economiche.
Ma soprattutto quanta parte
hanno avuto nel “miglioramento
delle condizioni morali e culturali”
di tante persone che non avrebbero mai avuto la possibilità di
visitare ogni angolo d’Italia, di
conoscere gran parte del mondo.
Sfogliando quegli album sfilano i
ricordi di una vita, di più vite, che
insieme hanno trovato nelle vecchie Casse le fedeli compagne
della loro esistenza.
Un cammino comune, improntato
a prudenza, guidato per decenni
dalla saggezza contadina. A quelle istantanee si sono aggiunte
oggi altre foto di gruppo di tanti
altri Soci che, con lo stesso spirito e con la stessa speranza,
seguono con interesse la continua ascesa di quelle antiche istituzioni, oggi Banche di Credito
Cooperativo.
in questo
numero...
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EDITORIALE
DEL PRESIDENTE
IL BILANCIO
E LA CRISI
3
TREVIGNANO ROMANO
PROCESSIONE
DI FERRAGOSTO
4-5-6-7
CARAVAGGIO
IL FASCINO
DI UN PITTORE
STRAORDINARIO
8-9
MUSEI VATICANI
VIAGGIO IN UNA
COLLEZIONE D'ARTE
UNICA AL MONDO
10
CONOSCERE ROMA
IL NUOVO CALENDARIO
11
I CORSI
DI AGRICOLTURA
12-13
I SOCI RACCONTANO...
14-15
LE MIGLIORI TESI
DI LAUREA
16
DAL CREDITO COOPERATIVO L'ASSEMBLEA
DEI SOCI DELLA
FEDERLUS
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NOTIZIE IN BREVE
18-19
IN LIBRERIA
UNA BRETAGNA
SENTIMENTALE
SOMMARIO
EDITORIALE DEL PRESIDENTE
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Trevignano Romano
Processione di Ferragosto
Il 15 agosto, a Trevignano Romano,
si è tenuta la 57°
edizione
della
Processione notturna sul lago in
onore di Maria SS.
Assunta in cielo,
dove l’immagine
dell’Assunta avanza su una scenografica imbarcazione seguita da altre barche di
pescatori, addobbate e illuminate.
Tradizionale spettacolo pirotecnico, sul lago, al termine della processione
Foto in alto a sinistra: particolare del quadro
Caratteristica barca che trasporta sul lago l’immagine dell’Assunta.
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Caravaggio
S. Girolamo Scivente
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Il fascino di un pittore
straordinario
Michelangelo Merisi, una rivendicazione
collettiva delle spoglie
Un successo senza precedenti la mostra
delle opere del Caravaggio presso le Scuderie del Quirinale. Il 13 giugno scorso, giorno
della chiusura, ben 11.000 persone si sono
messe pazientemente in fila per ammirare le
opere del grande pittore. Complessivamente
oltre 500.000 sono stati i visitatori.
In coincidenza con la chiusura dell’evento è
stata data notizia del ritrovamento delle spoglie mortali di Michelangelo Merisi presso la
cripta del cimitero di Porto Ercole, dove l’artista è morto il 18 luglio del 1610. Immediatamente si è scatenata una rivendicazione collettiva di alcune città che si ritenevano le
legittime depositarie delle spoglie di Caravaggio. A cominciare da Porto Ercole, dove il
grande pittore morì e fu sepolto, per finire a
Milano dove il Merisi fu battezzato. A luglio
scorso i resti del grande pittore sono ritornati finalmente, dopo approfonditi accertamenti scientifici, a Porto Ercole, ponendo così
fine alla stucchevole diatriba.
Anche da morto Caravaggio suscita forti emozioni, come ogni suo quadro. Per vedere la
mostra delle sue opere tanti di noi Soci, chi in
gruppo, chi da solo, si è recato alle Scuderie del
Quirinale, accodandosi a file interminabili.
LA VIBRAZIONE DEI COLORI
La luce. L’ombra. Luci ed ombre, la costante dialettica della sua arte pittorica. Raccontava l’interiorità attraverso la pittura di cose reali scendendo
fin dentro le pieghe dell’anima. Le vibrazioni dei
colori scuotono chi guarda ancor prima di osservare i dipinti. Davanti ad ogni suo quadro, quasi materia pulsante, un tuffo al cuore. Conobbe successo e
ammirazione per il suo straordinario modo di dipin-
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Caravaggio
Il fascino di un pittore straordinario (segue)
Bacchino malato
gere tanto che molti poeti del tempo dedicarono
ai suoi quadri madrigali ed epigrammi. Geniale
nella pittura quanto violento nella vita. Più volte
fu rinchiuso nelle carceri romane di Tor di Nona.
Fu incarcerato perfino in quelle di Sant’Angelo a
Malta, dove fu calato nella guva, un buco profondo tre metri scavato nella roccia.
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, frequentava indifferentemente i palazzi cardinalizi ed i bassifondi dei quartieri più malfamati della Capitale tra perditempo e prostitute,
ostentando una profonda contrarietà verso gli
indirizzi culturali del tempo. Aveva circa venti
anni, era nato il 29 settembre 1571, quando da
Milano venne a Roma sulla scia di numerosi
artisti provenienti da tutta Europa. Pittori, sculto-
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ri, poeti e architetti frequentavano scuole e botteghe disseminate lungo le vie stracolme
di storia in cerca di commesse.
Lui per primo girovagava per
la città per vendere i suoi
quadri e sbarcare il lunario,
dopo aver frequentato gli studi
dei pittori più in voga, come
quello del Cavalier D’Arpino.
Andava sempre armato, cosicché, più che un pittore che riusciva a suscitare intense emozioni, sembrava uno sgherro.
Duellava con gli attaccabrighe
del suo stampo, bastonava chi
aveva la ventura di irritarlo,
uccise anche tale Ranuccio
Tommasoni da Terni, per dissensi su una partita di pallacorda o per via di Fillide
Melandroni, da entrambi
amata, che gli procurò una
condanna a morte. Dovette
fuggire da Roma, prima a
Palestrina, poi a Napoli, Malta,
Sicilia e poi di nuovo a Napoli.
Sempre braccato ed in fuga
come un leone ferito.
DALLE CARTE DEI PROCESSI
Della sua irascibilità vi è corposa traccia nei
processi in cui fu coinvolto. Come ad esempio quello contro un garzone di osteria che così
motivò la sua querela (Archivio di Stato di
Roma, 24/04/1604): “Circa le hore 17 stando
Michelangelo da Caravaggio assieme a doi altri
a mangiare nell’hostaria del Moro, avendole
portati otto carcioffi cotti cioè quattro nel buturo
e quattro con olio, detto querelato mi ha dimandato quali erano quelli al buturo e quali all’olio.
Io li ho risposto: che li odorasse, che facilmente
havrebbe conosciuto quali erano cotti al buturo
e quali nell’olio. Lui allora montato in collera e
senza dirmi altro ha preso il piatto e me l’ha tira-
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
to alla volta del mostaccio, che me ha colto nella
guancia manca, dove restato poco ferito. Et poi
ha dato di mano alla spada con animo forse di
darmi con ella, ma io me gli sono levato dinanzi”. Oppure nell’altro procedimento penale in cui
la protagonista è la padrona di casa che lamentava il mancato pagamento della pigione: “Questa notte passata, circa le cinque hora, è venuto detto Michelangelo et ha tirato molti sassi alla
gelosia della mia finestra e me l’ha spezzata
tutta…. Di poi è ripassato assieme a certi altri
suonando una chitarra, et si sono fermati all’angolo del vicolo”.
UNA TRAGICA MORTE
A trentanove anni finalmente gli fu comunicato
che Papa Paolo V stava preparando la revoca
della condanna a morte da più
parti invocata per le straordinarie opere che aveva dipinto,
accaparrate per la maggior
parte dagli intenditori d’arte. In
quel periodo risiedeva a Napoli nel palazzo dei Colonna,
dove aveva dipinto tra l’altro la
Negazione di San Pietro e
Salomè. Mosso dal desiderio
di ritornare a Roma, centro
culturale europeo, s’imbarcò
su un traghetto di linea che
una volta a settimana raggiungeva Porto Ercole. Caricò tutte le sue opere non ancora vendute sulla feluca col progetto di sbarcare a Palo, nel
castello degli Orsini, anch’essi
suoi protettori, per essere
pronto a ritornare trionfalmente
a Roma. La libertà però la
doveva pagare con alcuni suoi
quadri che doveva consegnare
al “Cardinale nipote” Scipione
Borghese, Ministro di Giustizia
del Pontefice. Ma sulla spiaggia di Palo fu fermato per
accertamenti dalla guardia costiera mentre il traghetto continuò il suo viaggio verso le coste
toscane. Lo rincorse disperatamente su una
barca messagli a disposizione dalla nobile famiglia, ma raggiunse Porto Ercole solo quando la
feluca aveva intrapreso il viaggio di ritorno.
Disperato, con la febbre altissima per una ferita alla testa procuratasi a seguito dell’ennesimo
diverbio avvenuto poco prima della partenza da
Napoli, vagò a lungo sulla riva del mare in un
caldo asfissiante. “Senza aiuto humano morì
malamente come appunto male haveva vivuto”.
Fu seppellito sulla spiaggia in una fossa
comune. Grande fu lo sconcerto di tutti ed in
special modo dei tanti giovani pittori che tentavano di seguire la sua tecnica pittorica ed il suo
modo di vestire e di vivere. (G.P.)
David e Golia
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
La visita ai Musei Vaticani
Viaggio in una collezione d'arte
unica al mondo
IL VALORE UNIVERSALE
DELL'ARTE
All'origine dei Musei Vaticani
c'è il giardino della residenza
estiva dei papi. Nei primi anni
del Cinquecento, infatti, papa
Giulio II fece trasferire in Vaticano, nel giardino del Palazzetto del Belvedere, preziose statue classiche, disposte ai lati
del cortile o al centro del giardino, tra piante di aranci e di allori. Gli artisti, i religiosi e i diplomatici che da ogni parte d'Europa giungevano alla corte del
Papa potevano passeggiare tra
antichità classiche e delicati
giochi d'acqua, mentre nel cortile venivano organizzate
anche spettacolari giostre
cavalleresche. Nel Rinascimento lo studio dell'arte classica significava ritrovare nella
perfezione della bellezza un
messaggio universale. Un
ambasciatore veneto scrisse
“Creazione di Adamo” di Michelangelo
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nel suo diario di viaggio di
esser stato ammaliato da un
“giardino bellissimo”, in cui
dalle statue del Nilo e del Tevere era tornata a sgorgare l'acqua. La collezione si completò nei decenni successivi, ad
ogni stagione della storia
dell'arte. Allo stesso tempo
veniva arricchita anche la
Biblioteca Vaticana, con preziosissimi manoscritti e rare opere
a stampa miracolosamente
scampate alle distruzioni e
all'oblio. Anche in questo modo
la Chiesa seppe innestare nella
tradizione l'universalismo della
cultura cristiana.
IL “MUSEO
PIO-CLEMENTINO”
Con Clemente XIV e Pio VI,
nella seconda metà del Settecento, l'antica collezione fu trasformata in un vero e proprio
museo, con le statue e i ritratti,
i sarcofagi, i mosaici e le spettacolari vasche marmoree. È in
questo percorso che sabato 19
giugno abbiamo visitato i Musei
Vaticani. Tra le statue più
ammirate c'era il Laocoonte,
conservato nel Cortile Ottagono. Rappresenta la morte del
sacerdote troiano Laocoonte
e dei suoi due figli, uccisi da
mostruosi serpenti marini inviati da Poseidone e Atena. Il
sacerdote si era opposto all'ingresso nella città di Troia del
famoso cavallo di legno, e le
spire dei serpenti che si avvolgono attorno ai corpi degli
sventurati mostrano tutta la
drammaticità di chi tenta di
opporsi inutilmente al corso
degli eventi sancito dagli dei.
La visita continuava nella Sala
degli Animali, con statue di
marmo di animali reali e immaginari, nella Sala Rotonda con
la statua colossale di Claudio
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Laocoonte
nelle vesti di Giove, nei corridoi
con busti romani e sarcofagi,
nelle stanze dei mosaici pavimentali e nelle gallerie dei
dipinti di arazzi e di carte geografiche.
LE STANZE DI RAFFAELLO
Quando papa Giulio II ristrutturò il Palazzo pontificio, si
rivolse a Raffaello per far
affrescare le nuove stanze.
Raffaello era molto giovane,
ma conquistò subito la simpatia e l'ammirazione del Papa.
Sono la Stanza della Segnatura, studio e biblioteca di
Giulio II, con le personificazioni della Teologia, della Filosofia, della Poesia e della Giustizia, la Stanza di Eliodoro,
destinata alle udienze con i
personaggi illustri, con la raffigurazione della Cacciata di
Eliodoro dal Tempio che simboleggia la protezione di Dio
verso la Chiesa, la Stanza
dell'Incendio, piccola sala da
pranzo, la Sala dei Chiaroscuri, fatta ultimare da Leone
X, e la Sala di Costantino, la
più grande, destinata anche a
banchetti e grandi udienze, e
che conserva tra le altre opere
l'Apparizione della Croce a
Costantino e La battaglia di
Ponte Milvio, attribuite alla
Scuola di Raffaello.
LA CAPPELLA SISTINA
Fatta costruire da Sisto IV su un
edificio di origine medievale, la
Cappella Sistina fu un grande
cantiere. Alla sua decorazione
lavorarono pittori del calibro di
Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli e Domenico
Ghirlandaio, affrescando cicli
biblici di grande suggestione.
Giulio II commissionò poi a
Michelangelo una nuova decorazione della volta, danneggiata da crepe e infiltrazioni, e che in
precedenza raffigurava un cielo
stellato. Michelangelo, allora,
con complessi ponteggi e in precarie condizioni di luce, affrescò
la volta con al centro la celebre
Creazione di Adamo, in cui l'uomo è raffigurato ad immagine
e somiglianza di Dio. In oltre
cinque anni di lavoro Michelangelo dipinse anche il Giudizio
universale, in cui lo spazio pittorico sembra aprirsi nell'incommensurabile vastità dell'infinito. La
nostra visita ai Musei si concludeva così in questo scenario di
incomparabile bellezza, di
recente riportato ai suoi colori originari dopo lunghi restauri e in
cui ancora oggi avviene l'elezione del Pontefice. (Armando Finocchi)
Al Cortile della Pigna nei Musei Vaticani
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Conoscere Roma
Il nuovo calendario delle gite
sociali nella Città eterna
Dal mese di ottobre 2010 e fino al mese di maggio 2011 la Banca riproporrà ai soci
una serie di visite guidate per conoscere meglio musei, siti archeologici, chiese e
biblioteche di Roma. Per la terza volta, con la visita al Colosseo e ai Sotterranei del
Ludus Magnus prende il via il programma “Conoscere Roma”, che tanto successo ha
riscosso nella compagine sociale.
Ogni socio può farsi accompagnare da un famigliare.
Le partenze, in pullman, avverranno da Piazza della Repubblica alle 8e30, salvo diversa indicazione telefonica. Come di consueto, è necessario prenotarsi per tempo ad
ogni singola gita, fino all'esaurimento dei posti disponibili, al numero 06 90 14 30 55
(Ufficio Soci).
IL CALENDARIO DELLE USCITE:
Sabato 16 ottobre 2010: Colosseo e Sotterranei del Ludus Magnus
Domenica 7 novembre 2010: Oasi di Porto
Sabato 11 dicembre 2010: Galleria Spada e Prospettiva borrominiana
Sabato 15 gennaio 2011: Musei Capitolini
Sabato 12 febbraio 2011: Scala Santa e Battistero Lateranense
Sabato 12 marzo 2011: Ostia antica
Sabato 14 maggio 2011: Priorato di Malta e passeggiata sull'Aventino
Il Colosseo
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Ostia antica
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
I corsi di agricoltura
Il corso di sommelier e il corso di
potatura e giardinaggio
L'origine delle nostre Casse rurali ed artigiane avvenne tra culture contadine ed economie agrarie. Non a caso le Casse sostennero l'agricoltura con prestiti agevolati e
corsi di formazione. Nel corso dei decenni, quando l'agricoltura non costituiva più l'occupazione principale della popolazione, l'attenzione delle Casse (divenute nel frattempo Banche di Credito Cooperativo) si rivolse alle produzioni di qualità e alla multifunzionalità dell'agricoltura. L'agricoltura, infatti, fornisce non solo prodotti alimentari e
occupazione, ma è oggi anche un complesso ed efficiente presidio ambientale, un
segno dell'identità del territorio attraverso i prodotti tipici, una risorsa per il turismo,
una tradizione di valori e sensibilità, conoscenze e capacità manuali.
Rinnovando l'attenzione al mondo dell'agricoltura, la Banca organizza un breve corso
di sommelier e un corso di potatura e giardinaggio. Per consentire la partecipazione
ai corsi, la Banca metterà a disposizione un pulmino che collegherà Formello a Trevignano Romano e viceversa, con partenza alle ore 17. È necessario prenotarsi almeno
15 giorni prima del primo incontro previsto, al numero 06 90 14 30 55 (Ufficio Soci). Le
lezioni si terranno dalle ore 17.30 alle ore 19.00.
BREVE CORSO DI SOMMELIER
Venerdì 19 novembre (Formello)
Degustazione del vino. Analisi sensoriale visiva, olfattiva e
gustativa
Venerdì 26 novembre (Formello)
Viticoltura ed enologia
Venerdì 3 dicembre (Formello)
Accostare il vino al cibo. Tecnica dell’abbinamento
Venerdì 10 dicembre (Formello)
La funzione del sommelier. Lo stile nel servizio del vino
POTATURA E GIARDINAGGIO
Venerdì 14 gennaio
(Trevignano Romano) Terreno
e concimazione delle piante
da frutto e ornamentali
Venerdì 28 gennaio
(Trevignano Romano)
Approccio teorico alla potatura
Venerdì 11 febbraio
(Trevignano Romano)
Gli innesti e la riproduzione delle piante da frutto e
ornamentali
Sabato 19 febbraio (intera giornata)
Partecipazione al campionato regionale di potatura
dell’olivo che si terrà in una località del Lazio
Venerdì 25 marzo (Trevignano Romano)
Le malattie delle piante: difesa fitosanitaria tradizionale e
biologica
Il corso si concluderà con una visita al Centro di
Ricerca per la Frutticoltura di Roma, in una data da
concordare.
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
...i soci raccontano
Paolo Occhipinti
Sono nato a Vita, in provincia di Trapani, nel 1925. I miei genitori erano
insegnanti e vissero anche in Tunisia,
nel Friuli, nel Padovano, a Firenze, a
Roma e ad Alcamo, in Sicilia. Dopo il
Ginnasio, mi laureai in Medicina
all'Università di Palermo. Divenni
così medico a Vita e poi nel Lazio, a
Zagarolo, a Mazzano Romano, a
Roiate e a Carpineto Romano. Nel
1958 vinsi il concorso di medico condotto e ufficiale sanitario a Campagnano di Roma, che scambiai però
con la sede di Formello accordandomi con il collega
che qui aveva vinto il concorso.
La prima volta che sono venuto a Formello fui
accolto da un signore in camicia che faceva il
muratore: era il sindaco, Bruno Sbardella. Fu proprio
il sindaco ad affittarmi un piccolo appartamento sopra il
bar, dove mi trasferii con la mia famiglia nel settembre
del 1958. Il rubinetto dell'acqua c'era, ma l'acqua non
c'era. In tutto il paese non c'era acqua corrente: questo
mi colpì molto. Venne fatto chiamare un certo Belardo,
che venne con una botticella e riempì d'acqua i serbatoi sopra la cucina e il bagno. Ma già affacciandosi alla
finestra si vedevano i lavori per il nuovo acquedotto
comunale, inaugurato poco tempo dopo.
Mentre stavo scaricando i mobili da un camioncino, si
avvicinò una signora con un passeggino: “Il mio bambino, Luciano, ha la poliomelite”, mi confidò. Di lì a poco
iniziai allora la vaccinazione anti-poliomelite: quando si
diffuse la notizia, la piazza davanti all'ambulatorio si
riempì di madri con i loro bambini. Nel giro di una settimana, con più richiami effettuai più di mille vaccinazioni, dai bambini piccoli ai ragazzi di vent'anni.
E pensare che l'ambulatorio era piccolo e davvero
poco fornito! Ma si faceva il possibile con quel poco che
c'era. Sempre in quel primo giorno a Formello, mentre
ero a pranzo arrivò un signore di corsa. Era Edoardo
Ronconi. “Mia moglie deve partorire!”, disse ansiman-
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do. Così feci nascere il primo figlio.
Erano quelli anche i mesi del Comitato promotore e della fondazione della
Cassa rurale ed artigiana. Ricordo
Augusto Serata e Colombo D'Alessio,
che seppero coinvolgere gli altri soci in
un progetto che all'inizio sembrava
avventato. Ricordo che Armando Cialdea, uno dei primi dipendenti, stava
quasi sempre seduto al bar perché
all'inizio il movimento di denaro era
proprio poco. Ma era già iniziato il
cambiamento economico, con tanti
giovani di Formello che partivano la mattina presto per
andare a lavorare nei cantieri edilizi di Roma. In fondo
la Cassa era nata anche per custodire i loro primi
risparmi, settimana dopo settimana. Gli stessi giovani,
imparato il mestiere di muratori, qualche tempo dopo
iniziarono a costruire anche in paese, riunendosi in piccole squadre di lavoro. Era il lavoro del sabato e
della domenica. I soci fondatori compresero questo
cambiamento e si impegnarono in una scommessa
che si rivelò vincente.
A Formello la condotta medica dipendeva dal
Comune. Io ero medico condotto e ufficiale sanitario, in diretto contatto con il medico provinciale. In
paese c'erano altri tre medici: Staglianò, Truncali e
Farinella. Il medico condotto era il medico del territorio.
Un giorno dovevo andare a Magliano. C'era la neve. Al
Castagneto, con la macchina andai fuoristrada! Nel
1979 la legge 833 abolì la condotta medica e l'ufficio
sanitario: noi medici dovevamo scegliere tra divenire
funzionari della ASL oppure professionisti con la metà
dei mutuati. Aumentò la burocrazia e l'ingerenza nei
partiti nella medicina locale. Io scelsi la professione.
Sono stato medico condotto per 32 anni, fino al 1990.
Poi ho ripreso gli studi di filosofia, estendendoli al
comportamento animale. Ma anche nella solitudine
dello studio, spesso mi tornano alla memoria i volti dei
tanti formellesi che ho conosciuto e curato.
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
...i soci raccontano
Ario Sforzini
Tra i miei primi ricordi c'è proprio quest'orto, qui in località “Acqua delle
Donne”, con una capanna di scarsica e il fontanile dalla storia centenaria. Sono nato nel 1924 a Trevignano
da una famiglia di agricoltori e mio
padre, combattente durante la prima
guerra mondiale, ebbe in assegnazione questo lotto di terreno dall'Opera
Nazionale Combattenti verso il 1920.
“Gli espropri”, si diceva allora. Prima i
terreni appartenevano alla grande
azienda di Vicarello, di proprietà del
Collegio Germanico. Il fontanile serviva per abbeverare
il bestiame: l'acqua è potabile e tutti venivano a riempire anche bottiglioni e damigiane. Anch'io mi occupavo
della sua manutenzione, con piccole opere di muratura
e togliendo le erbacce.
Da giovane avevo il cavallo e con il carretto andavo a vendere la verdura a Bracciano, a Manziana, a
Oriolo, a Canale. D'estate i pomodori, d'inverno l'insalata e i broccoli. Partivo la mattina presto. Attorno a me
non vedevo case, ma solo orti e grandi alberi tra le
brume del lago. Con l'Ente Maremma, negli anni Cinquanta, anch'io divenni assegnatario di un altro terreno.
All'inizio coltivavo il grano ma poi vi impiantai la vigna e
gli ulivi. Negli stessi anni sposai Adele Marini, da cui ho
avuto sei figli.
È passato tanto tempo. Ricordo però i mesi della fondazione della Cassa Rurale ed Artigiana. Capivamo
che avrebbe dato delle possibilità a tanta gente. A me
piaceva scherzare, ero sempre allegro con tutti, ma
mi accorgevo che qualche timore si affacciava
all'animo di qualcuno degli altri soci fondatori. Poi
andò tutto bene, anche perché comprendemmo di aver
fatto la cosa giusta. E infatti molti trevignanesi iniziarono a chiedere prestiti alla Cassa appena fondata.
Anch'io ottenni un prestito per costruire una stalla e allevare vitelli per vendere la carne alle macellerie, qui nel
nostro terreno, e per perfezionare le serre che avevo
allestito per coltivare le primizie fuori
stagione.
La Cassa aprì un magazzino per
vendere concimi, sementi e mangimi proprio in un edificio di mia proprietà, in paese. Io abitavo al piano di
sopra, con la mia famiglia. Ho tenuto
aperto il magazzino per trent'anni.
Quando arrivava il camion del fornitore, che si chiamava Nicolai, a Trevignano era un evento, e dovevo assoldare tre-quattro persone per scaricare
tutti i sacchi. Ricordo che i miei figli giocavano con la carriola e si rincorrevano sopra i sacchi
di grano e di concime. Vendevo anche motozappe
della Motom. In quegli anni la meccanizzazione e la
concimazione chimica fecero aumentare la produttività di ogni agricoltore, invogliandolo ad investire
ancora.
Ho avuto per un periodo il Motom 48, un ciclomotore
robusto e che consumava pure poco. Capitava che
mettevo un sacco di concime sopra il piccolo serbatoio per fare una consegna, oppure portavo gli
ortaggi in una cassetta legata col fil di ferro sul parafango posteriore. Mio figlio Agapito di certo ancora se lo
ricorda, quel piccolo motorino che doveva sembrare
grande per i suoi occhi di bambino. Quando dal paese
andavamo all'orto, lui si metteva davanti a me, sul serbatoio, con un tozzo di pane dentro la maglietta; una
volta arrivati ammorbidivo il pane con l'acqua del fontanile e poi ci strofinavamo un bel pomodoro maturo.
Negli anni successivi sostituii il Motom 48 con una Fiat
Topolino, di quelle chiuse, sempre per trasportare
casse di frutta e sacchi. Dopo ancora comprai un
camioncino. Nel terreno, sopra alla stalla costruii un'abitazione in cui mi trasferii con la mia famiglia. È che mi
arrangio anche come muratore e i miei figli mi aiutarono a rendere la nostra casa sempre più ospitale. Ora al
posto di quella povera capanna di scarsica c'è un
accogliente ristorante. Ma il fontanile c'è ancora...
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Neo-dottori del nostro territorio: le migliori tesi di Laurea
Il rischio di alluvione e le reti
di trasporto
di Alessandra Chiavari neo-laureata in Ingegneria delle Infrastrutture viarie e dei Trasporti
Le problematiche connesse
alla gestione e prevenzione dei
rischi naturali stanno assumendo
negli ultimi anni un ruolo prioritario
anche alla luce di conseguenze
sempre più infauste degli eventi. In
particolare il rischio di alluvione
presenta oggi nel nostro Paese
conseguenze sempre più gravi in
ragione del forte sviluppo infrastrutturale e urbanistico che tende ad
occupare spazi sempre più prossimi alle pertinenze fluviali, aggravando il problema delle interferenze tra le infrastrutture di trasporto e
i sistemi idrici. A ciò si è aggiunto
un recente cambiamento delle condizioni climatiche che sembrano
esporci con maggiore frequenza
ad eventi meteorologici con caratteristiche di eccezionalità, i quali,
non raramente, minacciano la sicurezza dell’esercizio delle infrastrutture e la stabilità degli stessi manufatti stradali e ferroviari.
Durante un’esondazione i rischi
per l’infrastruttura di trasporto provengono in massima parte dagli
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effetti del contatto diretto dell’infrastruttura con il corso d’acqua in
piena, ad esempio l’erosione al
piede delle pile di un ponte collocate in alveo o il taglio dei rilevati di
accesso. La vulnerabilità dell’opera stradale a questi fenomeni
dipende da una serie di fattori relativi sia alle sue caratteristiche che
a quelle del corso d’acqua. Definire quali siano questi fattori, in
quale misura essi siano determinanti e in che modo si possa intervenire su di essi per limitare l’interferenza o almeno mitigarne gli
effetti negativi equivale a ripercorrere i tre step del cosiddetto risk
management, analisi, valutazione
e mitigazione. Uno studio condotto
su infrastrutture stradali diversamente danneggiate nel corso di
quattro eventi alluvionali verificatisi
in Piemonte e in Valle d’Aosta tra il
1993 e il 2008 ha consentito di rilevare quali siano i fattori di vulnerabilità determinanti per viadotti e
tratti in trincea, in rilevato o a raso.
Per i viadotti in particolare si è visto
come i danni ricorrano con più frequenza e maggiore gravità nei casi
in cui l’opera di attraversamento
determini un forte restringimento
della sezione di deflusso della corrente (quando le pile e le spalle
sono localizzate entro l’alveo e/o
inclinate rispetto alla direzione principale della corrente oppure i rilevati di accesso al ponte occupano
la piana inondabile), oppure sia
forte la tendenza a subire fenomeni erosivi di elevata intensità alla
base di pile e spalle e dei rilevati di
accesso. Traducendo in termini
numerici i risultati dello studio è
possibile ottenere un modello analitico per lo studio sistematico del
rischio di alluvione su diverse reti
stradali. L’applicazione del modello consente la redazione di una
Carta del Rischio sulla Rete di Trasporto, un utile strumento nelle fasi
di pianificazione e gestione dell’emergenza e un riferimento per
l’individuazione degli interventi
sulla rete finalizzati proprio alla
riduzione del rischio.
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Neo-dottori del nostro territorio: le migliori tesi di Laurea
Le tecnologie RFId nella logistica:
benefici di efficacia sulla qualità
di Sonia Di Simone, neo-laureata in Tecnologia, Certificazione e Qualità
L’acronimo RFId sta per Radio
Frequency Identification, cioè tecnica d’identificazione basata sulla
radio-frequenza: utilizzata inizialmente per il riconoscimento degli
aerei amici durante la seconda
guerra mondiale, oggi è in espansione anche se ancora poco conosciuta. Lo straordinario interesse
di questa tecnologia è racchiuso
nelle sorprendenti capacità comunicative di un’etichetta con altri
oggetti, in quanto una volta implementate le etichette insieme all’infrastruttura necessaria per decodificare i dati, possono essere modificate e riutilizzate, non prevedendo ulteriori costi.
Avere a disposizione i dati di un
determinato prodotto significa
conoscere la provenienza e tante
altre notizie e informazioni che
oggi è difficile avere, e che non è
possibile trarre dalla tradizionale
tecnologia dei codici a barre, uno
dei motivi per cui si prevede la
sostituzione di questa con l’RIFd.
La cosa sorprendente di queste
etichette è la straordinaria possibilità di unire dimensioni estremamente ridotte a capacità di memoria dei chip molto grandi; inoltre
possono essere applicate in ogni
campo, anche se quello analizzato
qui è applicato alla logistica. Con
l’applicazione dell’RFId sono stati
dimostrati numerosi vantaggi, tra
cui il miglioramento diretto della
produttività delle risorse, la riduzione degli effetti della non qualità e il
miglioramento in termini di accuratezza e tempi di produzione.
Il potenziale innovativo legato alle
tecnologie RFId e alle loro applicazioni è molto ampio. A questo proposito però abbiamo una forte divi-
sione, perché se la gran parte dei
manager nutre elevate aspettative
riguardo ai benefici dell’RFId, dall’altra invece molti di loro sono
ancora scettici sia riguardo all’affidabilità della tecnologia sia alla
sua capacità di creare valore nei
processi aziendali. Di conseguenza si investe ancora poco in questa tecnologia e non si attiva così il
processo che consente di dare
impulso all’innovazione tecnologica. La domanda che ci poniamo
riguardo ad una posizione da
prendere in riferimento a questa
tecnologia è “attendere con il
rischio di perdere le opportunità
che potrebbero essere disponibili
per gli innovatori, oppure sviluppare nuovi progetti RFId, con tutte le
incertezze del momento presente?”. Considerando che i benefici
derivanti dalla tecnologia RFId
dipendono anche dal livello di performance e di tecnologia dell’azienda stessa, la soluzione
migliore che sembra preferibile in
questo particolare momento, e che
è in realtà seguita dalla maggior
parte delle imprese, è quella di
condurre un’attività sperimentale.
Quest’attività sperimentale è volta
a conoscere prima di tutto se l'investimento necessario per attuare
il sistema d’identificazione sia economicamente valido e in secondo
luogo se possa davvero portare in
futuro notevoli risultati positivi.
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
Dal Credito Cooperativo
Assemblea dei Soci
della Federlus
La chiusura del bilancio della Federazione Lazio, Umbria e Sardegna tra l'azione del
Credito Cooperativo e le distorsioni della finanza mondiale
“Insieme per il territorio” è
stato il il titolo scelto dalla Federazione Lazio, Umbria e Sardegna, quale filo conduttore dell’Assemblea dei Soci tenutasi il
25 giugno 2010 nella prestigiosa
Sala dei Notari del Palazzo dei
Priori di Perugia.
Dopo il saluto di Antonio Marinelli, Presidente della BCC di
Mantignana, curatore della parte
logistica dell’evento, ha preso la
parola Mons. Gualtiero Bassetti,
Vescovo della Diocesi di Perugia
e Città della Pieve, che ha
messo in risalto come nei territori di competenza le Banche di
Credito Cooperativo hanno sempre messo in pratica i principi
ispiratori della norma statutaria:
mutualità e solidarietà. Si è passati poi alla trattazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2010,
dal quale si è potuto apprendere
che la Federazione ha ristornato
alle Banche socie una consistente somma accantonata per
economie realizzate in alcuni
settori.
Particolarmente apprezzata la
relazione del Presidente dott.
Francesco Liberati, specie quando ha messo in rilievo le distorsioni economico-finanziarie prodotte dalla speculazione delle
grandi Banche di spessore mondiale. Questi “attori globali - ha
commentato Liberati - hanno
conseguito ricavi nel primo trimestre di quest’anno pari a 50
miliardi di dollari nei soli campi
dell’intermediazione del reddito
fisso, dei cambi e delle materie
prime. Sono cifre assolutamente
fuori luogo, favorite dalle attuali
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Il Presidente della Federlus
Dott. Francesco Liberati
regole e dalla eccessiva concentrazione del settore. Bisogna
capire - ha concluso il Presidente - perché se in un paese il PIL
cresce dell’1% in un anno e la
produttività del capitale del 2%
la finanza possa avere ritorni del
20-30%”. Il dott. Liberati ha
posto opportunamente in risalto
anche la necessaria proporzionalità della “alluvione normativa”
nei confronti delle piccole banche come quelle del Credito
Cooperativo.
Al termine dell’Assemblea, alla
quale hanno partecipato gli
amministratori delle BCC associate e personalità del mondo
della cultura e del mondo bancario, è stata consegnata la beneficenza raccolta dalla Federazione, oltre 160.000 euro, all’Associazione “Abruzzo Risorge”, per
alleviare le sofferenze delle
popolazioni terremotate.
Perugia, Palazzo dei Priori, dove si è svolta l’Assemblea
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
...in breve
La responsabilità amministrativa
degli Istituti di Credito
Sabato 19 giugno scorso si è tenuto presso l’Auditorium della Banca di Credito Cooperativo del TuscoloRocca Priora un importante convegno sulla “Responsabilità Amministrativa delle Imprese”, e quindi anche
delle Banche, al quale hanno partecipato gli Amministratori della nostra BCC e il Direttore Generale. Si è a
lungo dibattuto, tra l’altro, della responsabilità penale
degli esponenti aziendali e della responsabilità oggettiva degli Istituti di Credito. Hanno illustrato la normativa
(Decreto legislativo 231/2001), ognuno per la propria
specifica competenza, il dott. Enrico Crisci, dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti di Tivoli, il dott. Cristiano
Cavallari, Revisore Contabile, il Prof. Corrado Gatti,
membro dell’Organo di Vigilanza della BCC di Roma, il
dott. Maurizio Capogrossi, ex Presidente dell’Organo
di Vigilanza di Iccrea Banca e, infine, il dott. Gilberto
Cesandri della Direzione Controlli della Federlus. Ha
introdotto i lavori il Presidente della BCC TuscoloRocca Priora, Claudio Ceccarelli. Il convegno è stato
valido anche ai fini dell’ottenimento dei Crediti Formativi per i componenti dei Consigli di Amministrazione
delle Banche di Credito Cooperativo.
L’economia del Lazio
L’annuale convegno sull’Economia del Lazio della
Banca d’Italia si è tenuto quest’anno il 23 giugno, presso la sede di Latina dell’Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”. Come è consuetudine, sono stati evidenziati i risultati dell’attività di ricerca economica del
territorio condotta dalla sede di Roma della Banca
d’Italia. La sintesi dei risultati, contenuta nel documento distribuito a tutti i partecipanti, contiene il compendio
di articolate analisi svolte sulla congiuntura economica
e sulla struttura produttiva regionale.
All’interessante convegno erano presenti il nostro Presidente Polidori, il Presidente del Collegio Sindacale
Sforzini e il Direttore Generale Porcu. Particolarmente
qualificati e di alto prestigio i partecipanti al dibattito.
Oltre al dott. Antonio Saccucci, Ispettore Superiore
Reggente della sede di Roma della Banca d’Italia,
sono intervenuti il dott. Antonio D’Acunto, Prefetto di
Latina, il Prof. Luigi Frati, Magnifico Rettore dell’Università di Roma “La Sapienza”, il Prof. Antonio Celant,
Preside della Facoltà di Economia. Hanno dato un
qualificato contributo anche alcuni apprezzati interventi di eminenti giuristi. Erano presenti tutti i Presidenti e
direttori degli Istituti di Credito operanti nel Lazio.
Nuovo Consiglio
di Amministrazione
e approvazione del bilancio
per l'Iccrea Holding Spa
Credito Cooperativo
L’assemblea generale di Iccrea Holding Spa, la Capogruppo del Gruppo bancario Iccrea, che riunisce le
società a supporto delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane (BCC-CR), ha approvato in
data 25 giugno 2010 il bilancio 2009, che si è chiuso
con un utile di esercizio di 17 milioni di euro (+22%). A
livello consolidato, l’utile del Gruppo bancario Iccrea
raggiunge i 39 milioni. Il patrimonio netto di Iccrea Holding, comprensivo dell’utile dell’esercizio, ammonta a
794,7 milioni di euro, il consolidato a 1 miliardo, comprensivo della quota delle minorities.
L’Assemblea, tenutasi il 25 giugno 2010 a Roma presso il Centro Direzionale Lucrezia Romana, la sede centrale che ospita le aziende del Gruppo bancario Iccrea,
ha anche rinnovato il Consiglio di Amministrazione per
il triennio 2010 - 2012, che risulta ora composto da
Antonio Albano, Lucio Alfieri, Alessandro Azzi, Roberto
Belloni, Enrica Cavalli, Giorgio Clementi, Martino Cossard, Walter Dallemulle, Nicola Di Santo, Gianfranco
Donato, Carlo Antonio Feruglio, Francesco Giroletti,
Luciano Gorni, Francesco Liberati, Antonio Maffei, Giulio, Magagni, Giuseppe Maino, Giorgio Merigo, Gino
Polidori, Angelo Porro, Secondo Ricci, Patrizio Rosi,
Carlo Ruggeri, Luciano Saraceni, Leonardo Toson e
Lorenzo Zecca.
Nella prima seduta del nuovo Consiglio di Amministrazione del 2 luglio 2010 è stato riconfermato per la terza
volta a Presidente l’Ing. Giulio Magagni. A vice Presidenti sono stati eletti Giuseppe Maino e Francesco
Liberati.
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n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
...in libreria
Una Bretagna sentimentale
“Durante il mio soggiorno bretone mi capitò di dormire in un faro.
Ricordo che, salendo le ripide scalette a chiocciola che, come una spirale, sembravano avvilupparsi intorno al mio spirito per innalzarlo
verso l'infinito, mi sentii io stesso un vecchio guardiano del faro...”
di Armando Finocchi
Mont Saint Michel ci appare come
un'isola a forma di piramide.
Qui sono nate leggende di giganti,
di sacerdotesse gaeliche
e di apparizioni di arcangeli.
La Bretagna è la regione più occidentale della
Francia, una penisola proiettata nell'Oceano
Atlantico. È una terra in cui la fusione della cultura celtica e della civiltà latina ha creato un'atmosfera suggestiva e magica che Dario Giardi ha
raccontato in questa guida, che intreccia notizie
storiche, itinerari di viaggio, incontri, ricordi ed
emozioni personali. Un libro da leggere intensamente e non solo da consultare in viaggio. L'autore è uno studioso di diritto internazionale e dei
cambiamenti climatici, ma anche esperto di storia
celtica e instancabile viaggiatore; sue sono anche
le foto e alcune liriche, mentre i disegni sono di
Valeria Trapanese.
É una guida sentimentale, perché sono stati i
sentimenti ad accompagnare l'autore a conoscere luoghi, leggende e persone, sulle orme
18
dei tanti scrittori e pittori che hanno trovato ispirazione in queste terre, da Flaubert a Stendhal, da
Guaguin a Monet. “Ogni luogo, paesino o strada
visitata può stupirvi per la sua particolarità”, scrive Dario, dilungandosi sulla storia che vide passare i Celti, i Galli e i Romani, sulla musica popolare, sulle ricette tradizionali, sulle leggende del
mito di Atlantide, del Santo Graal e dei cavalieri di
Re Artù. L'architettura testimonia questa sovrapposizione di culture, con i menhir e i dolmen
neolitici (le grandi pietre conficcate nel terreno
come a seguire il cielo stellato e il magnetismo
terrestre) e con le cattedrali e i castelli di un
Medioevo quanto mai ricco di suggestioni. Sono
tutte espressioni di una cultura fortemente radicata in luoghi che custodiscono l'orgogliosa identità
bretone, ben diversa da quella francese.
n. 3 SETTEMBRE 2010 VELA
L'OCEANO SI INFRANGE
raggiungibile in ogni momenSUI FARI
to dalla terraferma percorrenLa presenza del mare
do in automobile una strada
segna in Bretagna la vita
su una diga costruita nella
degli uomini e delle donne,
seconda metà dell'Ottocento
dettando i tempi della
e che non viene mai sommerpesca, della raccolta dei
sa dalle maree. Una curiosità:
Bretagna
molluschi e delle uscite in
nel 1987 sulla guglia del camdi Dario Giardi
panile è stata collocata la stabarca. Dario ha percorso le
Vicchio di Mugello (Firenze)
scogliere sferzate dal vento
tua di San Michele.
Edizioni Polaris, 2009
della zona costiera, chiamata
in celtico “Armor”. In questa costa frastagliata
Scogliere a strapiombo, schiaffeggiate
sono i fari ad attirare il viaggiatore: sono
da possenti ondate, orlate di spuma.
avamposti al limite estremo della costa, punti di
arrivo e di partenza per i naviganti, “rifugi di gabbiani e di sogni”, come egli scrive avendoli visitati a lungo e senza fretta. Ancora oggi ce ne sono
in servizio più di 800. In queste terre il vento è
talvolta così impetuoso che “le nuvole si inseguono rapide nel cielo, come stormi di uccelli marini”.
Il ciclo delle maree cambia continuamente il profilo della costa. Con la bassa marea sulle spiagge spuntano scogli appuntiti, molluschi, alghe
ammassate e grandi meduse. “E in tante baie le
barche restano a secco, inclinate su una fiancata, sospese come per magia tra terra e aria, in
L'ENTROTERRA MENO CONOSCIUTO
attesa del mare che si è allontanato”. Poi, punNell'entroterra della Bretagna, chiamato in bretone
tualmente, le onde dell'oceano riprendono pos“Argoat”, il paesaggio cambia radicalmente, tra paesesso di tutto, con una potenza che confonde
sini dai tetti di ardesia, case a graticcio, mulini di
persino la foce dei fiumi.
legno e grandi, misteriose foreste in genere poco
battute dai turisti. Qui anche le pietre possono racL'ABBAZIA CHE SORGE DAL MARE
contare storie. Secondo una leggenda, nell'anno
L'alternarsi dell'alta e della bassa marea ha reso
253 d.C. Cornelio, vecchio vescovo inseguito dai
famoso Mont Saint Michel, con le casette
legionari romani, passò per i campi della Bretagna
ammassate, l'abbazia benedettina e le guglie
più interna, dove i contadini stavano seminando la
stagliate contro il cielo. In origine c'era appena
segale. Cornelio sostò per un momento e disse:
una cappella fatta costruire dal vescovo Oberto
“Preparate la falce, perché domani sarà il giorno del
dopo che secondo la leggenda gli era apparso
raccolto”. “Domani?”, domandarono increduli i conl'arcangelo Michele, in un luogo inospitale abitatadini, ma il vecchio era già lontano. Il giorno dopo la
to solo da pochi eremiti. Dopo un incendio fu
segale era già matura. Mentre gli uomini erano chini
eretta una chiesa e più tardi l'imponente abbaa falciare, giunsero i soldati di Roma e chiesero:
zia romanica che sembra innalzarsi dal mare.
“Avete visto passare un vecchio?”. “Sì, ma tanto
Sulle orme degli antichi pellegrini, con la bassa
tempo fa - risposero i contadini - al tempo della
marea è possibile oggi effettuare escursioni sulla
semina”. I soldati, scoraggiati, si fermarono e lentaspiaggia della baia, mentre Mont Saint Michel è
mente si trasformarono in pietre.
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Siamo presenti a:
Sede Amministrativa FORMELLO • Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034
Sede Centrale FORMELLO • Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034
Agenzia n° 1 LE RUGHE • Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315
Filiale CAMPAGNANO DI ROMA • Via del Pavone, 52-53 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380
Agenzia n° 2 OLMETTI • Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352
Filiale TREVIGNANO ROMANO • Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514
Filiale ANGUILLARA SABAZIA • Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337
Filiale CESANO • Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935
ela
V
N.
3-
SETTEMBRE
Proprietario
Banca di Credito Cooperativo
di Formello e Trevignano
Banca di Formello
e Trevignano
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
di Credito Cooperativo
2010 - ANNO 3 - PERIODICO TRIMESTRALE
Direttore Responsabile
Domenico Petrocelli
Registrato presso il Tribunale di Tivoli il
27/10/2008 al N. 21/2008
Sede
Tel. 06 90143095
[email protected]
Stampa: Tipografia Miligraf S.r.l.
Formello (Roma)