L`ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA DI CL

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L`ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA DI CL
Lezioni del 7 e 9 novembre.
Antropologia interpretativa/Traduzione di culture
RIEPILOGO.
- L’ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA DI CLIFFORD GEERTZ: IL CONTESTO
STORICO-CULTURALE
- LA FONDAZIONE PALEOANTROPOLOGICA DELLA DIFFERENZA
- LA CULTURA COME TESTO
- COINCIDENZA DI ANTROPOLOGIA ED ETNOGRAFIA
- CONCETTI VICINI E CONCETTI LONTANI DALL’ESPERIENZA
- LA SCRITTURA ETNOGRAFICA
- TRADUZIONE DI CULTURE: IL MULTICULTURALISMO
1. Contesto.
A partire dalla fine degli anni sessanta si afferma negli Stati Uniti una corrente antropologica che si
concentra sul problema della possibilità della conoscibilità dei singoli fenomeni culturali e della
loro traduzione.
Il suo maggior esponente Clifford Geertz (n. nel 1926), allievo di Clyde Kluckhohn e Talcot Parson,
a Harvard, impegnato in numerose ricerche tra le società islamiche - in Indonesia e in Marocco elabora, in un testo del 1973, The Interpretation of Cultures, una critica radicale del lavoro
etnografico.
I riferimenti sono:
- l’impostazione particolaristica sviluppatasi in america agli inizi del ‘900 con Franz Boas
- la filosofia ermeneutica di Gadamer e Ricoeur, e il modello interpretativo in scienze umane.
2. Autori e opere.
CLIFFORD GEERTZ (1926)
Interpretazione di culture, 1973
Antropologia interpretativa, 1983
Opere e vite L’antropologo come autore, 1988
Oltre i fatti. Due paesi, quattro decenni, un antropologo, 1995
Mondo globale, mondi locali, 1999
- Geertz parla di fondazione paleoantropologica della differenza:
La cultura interviene ben prima che l’evoluzione biologica abbia condotto l’uomo ad essere quello
che è. L’uomo è quello che è in quanto la sua evoluzione biologica ha ospitato in sé l’evoluzione
culturale. Evoluzione biologica ed evoluzione culturale si sono influenzate a vicenda.
L’aver interiorizzato il concetto di cultura nell’evoluzione biologica comporta alcune conseguenze:
cultura è indispensabile/condivisa/variabile/precaria e mutevole
- “la cultura e’ come un testo che l’antropologo si sforza di leggere sopra le spalle di quelli a cui
appartiene di diritto” Pensare la cultura come un testo, significa mettere in primo piano il problema
del significato. Il punto di vista del nativo
- “Se volete capire che cosa è una scienza, non dovete considerare anzitutto le sue teorie e le
sue scoperte (e comunque non quello che ne dicono i suoi apologeti): dovete guardare cosa
fanno coloro che la praticano. Nell’antropologia, o per lo meno nell’antropologia sociale,
coloro che la praticano fanno dell’etnografia.” La ricerca antropologica deve essere ricerca di
dati concreti in luoghi concreti (un rituale funebre a Giava, il combattimento dei galli a Bali).
- Lo scopo è quello di scoprire i significati che gli attori sociali conferiscono alle loro azioni. per
fare questo -per vedere le cose “dal punto di vista del nativo”- è necessario un continuo gioco di
rimandi,attentamente controllato, tra “concetti lontani dall’esperienza” e “concetti vicini
all’esperienza”, cioè tra le idee dei nativi e le idee occidentali. Lettura a pag 359-360 del manuale
di storia dell’antropologia
- L’antropologia interpretativa problematizza il momento della scrittura etnografica.
Geertz è perfettamente cosciente della distinzione che esiste tra la cultura (vissuta) e il testo
(scritto), e ritiene che questo problema debba essere affrontato come problema di “qualità” della
scrittura etnografica.
3. Bilanci.
L’antropologia interpretativa, considerando l’altro come un “testo”, gli riconosce una “lingua” e un
“significato” proprio e al tempo stesso riconosce all’antropologo una possibilità di comprensione,
basata sull’elaborazione di particolari tecniche di “lettura” .
Tuttavia, sembra dimenticare il problema della difficoltà della traduzione e il fatto che non sempre
le culture si possono leggere come un testo.
Gli è stato rimproverato anche un certo appiattimento etnografico, un arenarsi nei particolari, che
può sfociare in una specie di delirio interpretativo, che non consente all’antropologo di uscire dalla
trappola dei significati che lui stesso ha contribuito a creare.
L’antropologia interpretativa ha avuto vasto seguito negli anni settanta: “il movimento verso il
significato” scrisse Geertz, “si è dimostrato una vera rivoluzione”.
Sulla scia di Geertz si collocano l’antropologia dialogica e la corrente critica postmodernista e
decostruzionista.
4. Traduzione di culture/Multiculturalismo.
A. “MULTICULTURALISMO”:
-DATO DI FATTO:
PRESENZA DI INDIVIDUI APPARTENENTI A CULTURE DIVERSE NELLO STESSO
AMBITO SOCIALE
- DATO INTELLETTUALE:
RIFLESSIONE TEORICO-CRITICA SULLE CONDIZIONI DI POSSIBILITÀ E SULLE
MODALITÀ PRATICHE DI QUESTA CONVIVENZA
-DATO POLITICO:
DECISIONI POLITICO-ISTITUZIONALI IN MATERIA CULTURALE
I TRE DATI INTERAGISCONO IN VARIO MODO DETERMINANDO UNA
SITUAZIONE COMPLESSA.
B. IL MULTICULTURALISMO COME PROBLEMA:
- NEGAZIONE DEL VALORE DELLE DIFFERENZE: NON SONO UN VALORE
(PIANO ASSIOLOGICO)
- NEGAZIONE DELLA POSSIBILITÀ DI CONOSCERLE: NON POSSO CONOSCERLE
NÉ COMUNICARE REALMENTE CON ESSE (PIANO EPISTEMOLOGICO)
•PROSPETTIVA ETNOCENTRICO/RAZZISTA/XENOFOBA (1)
•RELATIVISMO CULTURALE ESTREMO (2)
•DIFESA DELLA PROPRIA IDENTITA’ Vs OMOLOGAZIONE (3)
(1)
"Perché vogliamo farlo questo discorso su ciò che tu chiami Contrasto-fra-le-Due-Culture?
Bè, se vuoi proprio saperlo, a me dà fastidio perfino parlare di due culture: metterle sullo
stesso piano come se fossero due realtà parallele, di uguale peso e di uguale misura. [...] E poi
dietro la nostra civiltà c'è il Rinascimento. C'è Leonardo da Vinci, c'è Michelangelo, c'è
Raffaello, c'è la musica di Bach e di Mozart e di Beethoven. Su su fino a Rossini e Donizetti e
Verdi and Company. Quella musica senza la quale noi non sappiamo vivere e che nella loro
cultura o supposta cultura è proibita. Guai se fischi una canzonetta o mugoli il coro del
Nabucco. E infine c'è la Scienza, perdio. Una scienza che ha capito parecchie malattie e le
cura. Io sono ancora viva, per ora, grazie alla nostra scienza: non quella di Maometto. Una
scienza che ha inventato macchine meravigliose. Il treno, l'automobile, l'aereo, le astronavi
con cui siamo andati sulla Luna e su Marte e presto andremo chissàddove. Una scienza che ha
cambiato la faccia di questo pianeta con l'elettricità, la radio, il telefono, la televisione, [...] Ed
ora ecco la fatale domanda: dietro all'altra cultura che c'è? Boh! Cerca cerca, io non ci trovo
che Maometto col suo Corano e Averroè coi suoi meriti di studioso."
[A Firenze si trovano] gli altri arrogantissimi ospiti della città: gli albanesi, i sudanesi, i
bengalesi, i tunisini, gli algerini, i pakistani, i nigeriani che con tanto fervore contribuiscono al
commercio della droga e della prostituzione a quanto pare non proibito dal Corano. Eh, sì:
sono tutti dov'erano prima che il mio poliziotto togliesse la tenda. Dentro il piazzale degli
Uffizi, ai piedi della Torre di Giotto. Dinanzi alla Loggia dell'Orcagna, intorno alle Logge del
Porcellino. Di faccia alla Biblioteca Nazionale, all'entrata dei musei. Sul Ponte Vecchio dove
ogni tanto si pigliano a coltellate o a revolverate. Sui Lungarni dove hanno preteso e ottenuto
che il Municipio li finanziasse (Sissignori, li finanziasse). Sul sagrato della Chiesa di San
Lorenzo dove si ubriacano col vino e la birra e i liquori, razza di ipocriti, e dove dicono
oscenità alle donne."
"Guai se un Vigile Urbano gli si avvicina, azzarda: "Signor figlio di Allah, Eccellenza, le
dispiacerebbe spostarsi un capellino e lasciar passare la gente?". Se lo mangiano vivo. Lo
aggrediscono col coltello. Come minimo, gli insultano la mamma e la progenie. "Razzista,
razzista!". E la gente sopporta, rassegnata."
Oriana Fallaci, “La rabbia e l’orgoglio”, Il Corriere della sera, 29 settembre 2001
(2)
“Quanta ipocrisia sull’infibulazione”
“Non era mai accaduto, almeno in Italia, che su un tema come l'infibulazione si scatenasse
una bagarre di così grandi dimensioni. Per anni denunce di qualche giornale o campagne di
programmi radiofonici, come "Zapping", hanno incontrato reazioni tiepide, se non di
indifferenza, nei media, nei partiti, nelle istituzioni, nella stessa opinione pubblica. In fondo, si
diceva, quelle 50 mila donne infibulate, che vivono nel nostro paese, e quei 6000 interventi
sulle bambine, eseguite da mammane e praticone, sembrava non interessasse nessuno. «Del
resto, quelle donne -diceva qualche femminista -sono un mondo a parte e bisogna rispettare le
loro culture».
Il Resto del Carlino, 31/01/2004
(3)
Il testo della Costituzione europea - PREAMBOLO
ISPIRANDOSI alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa, da cui si sono
sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà,
della democrazia, dell'uguaglianza, e dello Stato di diritto;
CONVINTI che l'Europa, ormai riunificata dopo esperienze dolorose, intende avanzare sulla
via della civiltà, del progresso e della prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i
più deboli e bisognosi; che vuole restare
un continente aperto alla cultura, al sapere e al progresso sociale; che desidera approfondire il
carattere democratico e trasparente della vita pubblica e operare a favore della pace, della
giustizia e della solidarietà nel mondo;
PERSUASI che i popoli d'Europa, pur restando fieri della loro identità e della loro storia
nazionale, sono decisi a superare le antiche divisioni e, uniti in modo sempre più stretto, a
forgiare il loro comune destino;
CERTI che, "Unita nella diversità", l'Europa offre ai suoi popoli le migliori possibilità di
proseguire, nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella
consapevolezza delle loro responsabilità nei confronti delle generazioni future e della Terra, la
grande avventura che fa di essa uno spazio privilegiato della speranza umana;
RISOLUTI a proseguire l'opera compiuta nel quadro dei trattati che istituiscono le
Comunità europee e del trattato sull'Unione europea, assicurando la continuità dell'acquis
comunitario;
RICONOSCENTI ai membri della Convenzione europea di aver elaborato il progetto della
presente Costituzione a nome dei cittadini e degli Stati d'Europa,(segue elenco dei firmatari)
C. MULTICULTURALISMO COME RICCHEZZA:
- AFFERMAZIONE DEL VALORE DELLE DIFFERENZE: SONO UN VALORE IN
SE’(PIANO ASSIOLOGICO)
- AFFERMAZIONE DELLA MIA POSSIBILITÀ DI CONOSCERLE: POSSO
CONOSCERLE E TROVARE UN MODO DI COMUNICARE CON ESSE (PIANO
EPISTEMOLOGICO)
•TUTELA DELLA DIFFERENZA (4)
•CREOLIZZAZIONE (5)
•VALORIZZAZIONE/ENFATIZZAZIONE DELLA DIFFERENZA (6)
(4)
Museo delle feste e delle tradizioni campane
…Quello che rende questo museo particolarmente interessante è il fatto che la regione
Campania ha conservato un patrimonio festivo molto ricco e molto vario, come risulta anche
osservando i nostri reperti, cioè gli oggetti qui esposti.
Conservare la documentazione sulle feste vuol dire anche conservare e tutelare gli oggetti che
in queste vengono usati, oggetti che servono ad esprimere devozione, come sono gli ex voto, i
costumi rituali. Un elemento che va messo in evidenza nell'inaugurare un museo come questo
è che parlare di tradizioni popolari, tutelarne il ricordo, conservarne e difenderne le
testimonianze materiali, non è solo qualcosa che risponde a una curiosità momentanea.
Significa difendere un patrimonio locale che sempre più diventa una memoria
per il territorio e in quanto memoria costituisce pure una risorsa…. (15 Luglio 2005 )
(5)
Azienda sanitaria di Firenze- Centro di medicina tradizionale cinese
Dal 6 ottobre 1995, è nato il centro di medicina tradizionale cinese dell’Azienda Sanitaria di
Firenze, rivolto a adulti e bambini italiani e stranieri con particolare attenzione alla
popolazione cinese.Fior di Prugna rappresenta, a livello europeo, un esempio unico nel suo
genere per le caratteristiche seguenti: opera in maniera interdisciplinare, utilizza tutte le
tecniche della medicina cinese in maniera integrata con le procedure terapeutiche della
medicina occidentale…. Questa scelta nasce dalla volontà di dare una risposta nel pubblico
a chi saltuariamente o costantemente si fa curare da questa medicina ma anche per fornire
una occasione alla popolazione cinese di potersi curare secondo la loro tradizione
valorizzando le diverse identità, favorendo i rapporti di reciprocità e permettendo il
confronto, lo scambio e l'integrazione di modelli culturali diversi anche sulle
tematiche della salute. La possibilità di curare la popolazione cinese è facilitata anche dalla
presenza di una mediatrice culturale di madrelingua cinese.
Un altro ambizioso obiettivo è quello di utilizzare la medicina cinese come avamposto di
sperimentazione e di creolizzazione di diverse medicine: il personale sanitario ha
infatti effettuato un "normale" percorso formativo in medicina occidentale ed ha poi
conseguito diplomi ed esperienze in medicina cinese, considerando le due culture sanitarie
non alternative e competitive, ma strumenti complementari e integrati per la diagnosi e la
terapia….
(6)
La Spezia - Alla supplente di italiano, era sembrato un bel gesto, il trionfo della correttezza
politica. Togliere il crocifisso dall'aula, per non turbare la sensibilità di uno studente
musulmano di 14 anni…
La piccola guerra del crocifisso è cominciata lunedì mattina in una scuola media di Melara,
alla periferia di La Spezia. In una classe prima è arrivato un ragazzo rom, da poco in città con
la famiglia. I servizi sociali del Comune si erano accorti che non andava a scuola ed erano
riusciti a convincere i genitori a fargliela frequentare. In classe lo studente ha trovato 29
compagni e una giovane supplente annuale di lettere. Questa, seguendo le indicazioni della
scuola, ha subito avviato quella che viene definita «attività di accoglienza». Al ragazzino rom
è stato chiesto di par lare di sé. Quando è emerso che era musulmano, la professoressa si è
messa a parlare di tolleranza. Poi, pensando di dare un esempio di convivenza, ha tolto il
crocifisso appeso sopra la cattedra. I compagni di classe appena tornati a casa hanno
raccontato il fatto ai genitori, che hanno cominciato a telefonare alla scuola protestando.
Il corriere della sera, 31 ottobre 2001
NON È UN VALORE
E/O
NON POSSO CONOSCERLA
+
È UN VALORE
E/O
POSSO CONOSCERLA
ETNOCENTRISMO/RAZZISMO/XENOFOBIA
ENFATIZZAZIONE DEL VALORE
DELLA DIFFERENZA COME
RICCHEZZA
RAZZISMO DEBIOLOGIZZATO O
DIFFERENZIALISTA
TUTELA DELLE MINORANZE
DIFESA DELL’IDENTITÀ CULTURALE
CONTRO LE FORZE GLOBALIZZANTI
CREOLIZZAZIONE
D. ENTRAMBE LE PROSPETTIVE DI APPROCCIO ALLA MULTICULTURA, SIA DI
SEGNO NEGATIVO, DI RIFIUTO, SIA DI SEGNO POSITIVO, DI VALORIZZAZIONE,
NON SONO SODDISFANCENTI.
ENTRAMBE NON FANNO ALTRO CHE REIFICARE LA CULTURA, CIOÈ
TRASFORMARLA IN OGGETTO, CONGELARLA.
NE ESAGERANO L’IMPORTANZA E IN QUESTO MODO FINISCONO PER CREARE
DELLE DIFFERENZE NEL MOMENTO IN CUI LE SOTTOLINEANO.
IL PROBLEMA È CAPIRE FINO A CHE PUNTO E’ UTILE
SOTTOLINEARE/ENFATIZZARE IL RUOLO DELLA CULTURA NELLE
INTERAZIONI E NEI CONFITTI.
D.1. FINZIONE DELL’OMOGENEITÀ CULTURALE.
LE DIFFERENZE CULTURALI OPERANO NELLE SOCIETÀ E NON SOLAMENTE
TRA LE SOCIETÀ:
•ESISTE UNA DISTRIBUZIONE SOCIALE DEI SIGNIFICATI: C’È MULTICULTURA
IN OGNI CULTURA PRIMA DEL “MULTICULTURALISMO”
•C’È MULTICULTURALISMO IN OGNUNO DI NOI: LE IDENTITÀ DELLA
MAGGIORANZA DELLE PERSONE SONO PLASMATE DA PIÙ DI UNA SINGOLA
CULTURA. NON SONO SOLO LE SOCIETÀ, MA ANCHE LE PERSONE AD ESSERE
MULTICULTURALI.
D. 2.IL MULTICULTURALISMO CONGELA LE CULTURE.
•FAVORISCE L’ IDEA CHE ESISTANO “CULTURE STABILI” NEL TEMPO E CHE LE
PERSONE CHE VI APPARTENGONO ABBIANO UNA IDENTITÀ CONGELATA,
SEMPRE UGUALE A SE STESSA.
“Abbiamo la tendenza a considerare lo straniero presente nel nostro paese come la stessa
persona che era prima di partire, nel suo paese.. Bene, non è così. L’atto stesso del migrare,
l’entrare in contatto con un mondo nuovo, al quale è giocoforza adattarsi, modifica la
persona, trasforma il modo con cui essa vede se stessa, in una parola la sua identità” (Marco
Mazzetti, 2003)
D. 3. IL MULTICULTURALISMO NASCONDE LA VERA NATURA DEI CONFLITTI:
I CONFLITTI CULTURALI - IL COSIDDETTO SCONTRO DI CIVILTÀ - SPESSO
SONO CONFLITTI DI VARIO GENERE MASCHERATI.
NELLA SECONDA METÀ DEL ‘900 - IN RELAZIONE AD UNA SERIE DI
TRASFORMAZIONI DELLA POLITICA E NELL’ECONOMIA MONDIALE - SI È
ASSISTITO AD UN LENTO SPOSTAMENTO DELLE RIVENDICAZIONI - QUINDI
DEL DIBATTITO - DALLA DIFFERENZA DI CLASSE SOCIALE (LA LOTTA DI
CLASSE) ALLE RIVENDICAZIONI IDENTITARIE (DIFFERENZA CULTURALE).
MA LO SCOPO RESTA LO STESSO: L’ACCESSO ALLE RISORSE MATERIALI E
SIMBOLICHE.
E. MA ALLORA SE:
•OGNI CULTURA È GIÀ IN SÉ ETEROGENEA
•A INCONTRARSI SONO UOMINI CON UNA IDENTITÀ MOBILE (DISIDENTITA’) E
NON CULTURE
•LE RIVENDICAZIONI CULTURALI NASCONDONO SOTTO FALSO NOME ALTRE
RIVENDICAZIONI,
ALLORA, LA CULTURA NON ESISTE?
NO, ESISTE.
MA PERCHÉ NON DIVENTI UN CONCETTO INUTILE E DEPISTANTE BISOGNA:
1. CAPIRE QUAL È LA REALE RADICE DEI CONFLITTI. CONTESTUALIZZARE.
2. NON CONFONDERE UNA REALTÀ IN EVOLUZIONE CON UNO SCHEMA
CONCETTUALE CHE LA DESCRIVE.
Bibliografia essenziale
Geertz, C., Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna, 1983
Geertz, C., Antropologia interpretativa, Il Mulino,Bologna, 1988
Ghiozzi, Le teorie della razza nell’età moderna, Loesher, Torino, 1986
Ugo Fabietti, Identità etnica. Storia e critica di un concetto equivoco, Carocci, Roma, 1994
Alesando del Lago, Lo straniero, il nemico, Costa e Nolan, 1985
Taguieff, La forza del pregiudizio. Saggio sul razzismo e sull’antirazzismo, Il Mulino, Bologna
1994
Claude Lévi- Strass, Razza e storia. Razza e cultura, Torino, Einaudi, 2002
Ernesto De Martino, La fine del mondo, Einaudi, Torino, 2002
Walzer Taylor, Multiculturalismo. La politica del riconoscimento, Anabasi, Milano, 1993
James Clifford, I frutti puri impazziscono, Bollati Boringhieri, Torino, 1993
Fabietti Ugo, Il traffico della culture in Fabietti, Matera, Malighetti, Dal tribale al globale, Milano,
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Francesca Gobbo, Pedagogia interculturale. Il progetto educativo nelle società complesse, Carocci,
Roma, 2000
Ulf Hannerz, La complessità culturale, Il Mulino, Bologna, 1998
Marc Augé, Un etnologo nel metrò, Eleuthera, Milano, 1992
Marco Aime, Eccessi di culture, Enaudi, Torino, 2003
Marco Mazzetti, Dialogo transculturale. Manuale per operatori sanitari e altre professioni di aiuto,
Carocci, Roma, 2003
Michael Wieviorka, La differenza culturale. Una prospettiva sociologica, Laterza, Roma, 2002
Riferimenti ai testi in programma.
Ugo Fabietti, Storia dell’antropologia, cap.22 e relative letture