L`ASSOLUTISMO E LUIGI XIV DI FRANCIA Il termine

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L`ASSOLUTISMO E LUIGI XIV DI FRANCIA Il termine
L’ASSOLUTISMO E LUIGI XIV DI FRANCIA
Il termine Assolutismo (di derivazione latina, absolutus, "sciolto") indica un sistema politico
in cui un sovrano esercita il potere senza dipendere da alcun altro ente e in assenza di qualsiasi
forma di controllo istituzionalizzata.
In senso lato, il termine indica una forma di governo caratterizzata da un forte potere
centrale che ha la possibilità di legiferare senza previa approvazione o autorizzazione da parte di
altri organi dello stato, costituzionali o rappresentativi che siano. Tuttavia, nella concreta forma
storica presa dai regimi assolutisti nell'Europa moderna, il potere del sovrano, pur autorizzato a
gestire lo stato senza interventi da parte di alcun ente esterno, trovava una serie di limitazione
nella necessità di osservare le leggi di natura e le norme religiose.
Sorto in Europa tra il XVI e il XVII secolo, l'assolutismo trovò piena realizzazione in Francia
con Luigi XIV, il re al quale si attribuisce il celebre motto "L'état, c'est moi" ("Lo stato sono io").
Nei regni fondati su questo principio si svilupparono con maggior velocità le caratteristiche
centrali dello stato moderno:
• l'unificazione del mercato interno;
• l'imposizione del meccanismo del prelievo fiscale;
• la creazione di un corpo stabile di funzionari pubblici e di militari;
• l'eliminazione delle corti di giustizia regionali indipendenti dalla monarchia.
Durante il lunghissimo regno del Re Sole, Luigi XIV, la Francia si impose come modello politico e
burocratico per l'Europa assolutista del XVIII secolo.
Luigi XIV, il Re Sole (1638 - 1715), regnò in Francia dal 1643 al1715. Figlio di Luigi XIII e di
Anna d'Austria, salì al trono all'età di cinque anni. Come sovrano esercitò sul paese un potere
assoluto (sintetizzato nella celebre frase "L'Etat c'est moi", lo Stato sono io, che gli fu attribuita) e
combatté numerose guerre per il predominio in Europa.
Il suo regno, il più lungo nella storia europea (72 anni), fu caratterizzato da una grande
fioritura delle arti e della cultura.
Nel 1643, alla morte del padre, il giovane principe salì al trono, prima sotto la reggenza
della madre, alla quale dovette la propria educazione cattolica, e in seguito del cardinale
Mazzarino, che lo iniziò all'arte del governo. Sposò l'infanta Maria Teresa, sua cugina, figlia di
Filippo IV di Spagna.
Alla morte di Mazzarino (1661), il sovrano si rifiutò di nominare un primo ministro: decise
infatti di governare da solo e scelse Jean-Baptiste Colbert come consulente finanziario, il quale
sviluppò le manifatture, promosse l'esportazione e riorganizzò la flotta francese.
Nonostante la giovanissima età, Luigi si dimostrò un ottimo sovrano. Creò due nuovi
strumenti di potere: un corpo di diplomatici molto preparato e un esercito permanente.
La sua ascesa riportò ordine nell'amministrazione dello stato francese, ma allo stesso
tempo le casse dello stato si trovavano alla soglia della bancarotta. Luigi XIV nominò Jean-Baptiste
Colbert Controllore Generale delle Finanze. Colbert ridusse il debito nazionale con una più
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efficiente tassazione. Le sue tasse principali includevano gabelle, taglie, tasse terriere e doganali.
Queste ultime in particolare vennero ampiamente sfruttate da Colbert per promuovere il
commercio e l'industria francese costringendo le imprese nazionali a produrre per lo stato,
scoraggiando le importazioni che aumentavano i costi generali. Egli incoraggiò anche la venuta in
Francia di artigiani ed artisti da tutta l'Europa come vetrieri da Murano, fabbri dalla Svezia e
carpentieri navali dall'Olanda.
In questo modo egli vide scendere sempre più la dipendenza della Francia dai beni importati
dall'estero, incrementando nel contempo le esportazioni che fecero aumentare anche i soldi delle
casse dello stato. Il “Colbertismo”, in effetti, è espressione della teoria economica detta
mercantilismo, che ritiene opportuno l’intervento dello stato nell’economia e privilegia il
protezionismo.
Negli affari interni, Luigi XIV riuscì a far divenire la Corona francese sempre più potente e
gloriosa a discapito dell'aristocrazia e del clero. Egli si prodigò per supportare il gallicanesimo, una
dottrina che limitava l'influenza del Papa in Francia, e sottoponeva la Chiesa francese al re, con
alcune prerogative, come quella di nominare i vescovi. In religione però, per puro calcolo politico,
combatté gli ugonotti e procedette alla conversione forzata dei protestanti, poiché voleva
mostrarsi come il campione del cattolicesimo contro i paesi protestanti che aspirava a conquistare.
il re proclamò l'Editto di Fontainebleu, con il quale tutti i protestanti che non si fossero convertiti
al cattolicesimo venivano ufficialmente banditi dal Regno di Francia ed i bambini nati da famiglie
protestanti vennero forzati a convertirsi al cattolicesimo. Molte chiese protestanti vennero rase al
suolo. Circa 200.000 persone lasciarono la Francia, il che provocò un danno economico per la
Francia ma rinsaldò l'unità nazionale.
Dopo il 1682 si trasferì quasi definitivamente nella splendida reggia di Versailles, nei pressi
di Parigi, che divenne celebre per la lussuosa vita di corte. La reggia di Versailles fu il palcoscenico
ideale per la sua corte. Il sontuoso edificio, costruito nella seconda metà del XVII secolo, durante il
regno di Luigi XIV, è composto da più di 1300 stanze e circondato da un vasto giardino all'italiana,
arricchito con statue e fontane. Versailles fu la residenza dei sovrani francesi fino al 1789, anno
della Rivoluzione francese.
Luigi XIV volle acquistare alla Francia meriti anche nel campo delle arti. Commedie di
Molière e Racine furono rappresentate a corte, quadri dei maestri francesi decoravano le pareti
dei palazzi reali e la musica di Jean-Baptiste Lully intratteneva gli ospiti del sovrano.
Sotto il suo regno furono fondate l'Accademia di pittura e scultura (1655), l'Accademia
delle scienze (1666), l'Accademia di architettura (1671) e nel 1680 la Comédie Française. Per
volontà del sovrano Parigi fu teatro di grandi opere architettoniche e urbanistiche: le mura
medievali furono abbattute, fu costruito l'Hôtel des Invalides per i veterani, fu progettato il grande
viale degli Champs-Élysées e fu ristrutturata la cattedrale di Notre-Dame.
Luigi XIV continuò a regnare fino al 1715: "Io parto, ma la Francia resta" fu la sua ultima frase
prima di morire.
In politica estera il Re Sole ebbe un unico grande obiettivo: affermare la potenza francese,
consolidando le frontiere e ostacolando il potere degli Asburgo, che in passato avevano minacciato
la Francia su due fronti attraverso il controllo della Spagna e della Germania.
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Nelle quattro guerre che combatté, Luigi seppe essere anche un valido comandante
militare. Le guerre condotte furono: la guerra di devoluzione, la guerra contro l'Olanda, la guerra
della Lega di Augusta, la guerra di successione spagnola.
Guerra di devoluzione (1667 - 1668)
Guerra di conquista condotta dal re Sole contro la
Spagna per il possesso dei Paesi Bassi, basando la richiesta su una legge che attribuiva a sua
moglie, Maria Teresa, figlia di Filippo IV di Spagna, l’eredità dei Paesi Bassi spagnoli.
Luigi XIV ottenne solo una piccola parte dei Paesi Bassi spagnoli. Pace di Aquisgrana (2
maggio 1668).
Guerra contro l'Olanda (1672 - 1678)
Luigi spedì un'armata contro l'Olanda: per sei anni
olandesi, spagnoli e austriaci, uniti in una grande coalizione, resistettero agli attacchi francesi.
Il re sole ottenne dagli spagnoli la Franca Contea e si appropriò di numerose fortezze nelle
Fiandre. Pace di Nimega (1678)
Guerra della Lega di Augusta (1688-1697)
Detta anche guerra della Grande Alleanza o dei
Nove anni, vide coalizzate le maggiori potenze dell'Europa occidentale (Impero Germanico, Svezia,
Spagna, Province Unite, Inghilterra) contro le ambizioni espansionistiche di Luigi XIV.
Nonostante alcune vittorie, la Francia dovette cedere le terre conquistate, colpita da una
dura carestia e stremata dalla guerra e iniziò il declino dell'egemonia francese sul continente. Pace
di Rijswijk (1697)
Guerra di successione spagnola (1701-1714)
Scoppiò quando al trono di Spagna ascese il
nipote di Luigi, Filippo. Le truppe francesi, contrastate da un'alleanza fra le potenze europee,
persero gran parte delle battaglie più importanti, ma riuscirono a ottenere il controllo della
Spagna.
Filippo V veniva riconosciuto re di Spagna, con la clausola che le corone di Spagna e Francia
non fossero mai riunite sotto un unico sovrano; la Spagna perdeva i domini italiani cedendo
all'Austria il Ducato di Milano e il Regno di Napoli e al duca di Savoia la Sicilia, e rinunciava ai Paesi
Bassi, ceduti all'Austria e all'Olanda. Molti possedimenti francesi in America settentrionale
passarono all'Inghilterra. Pace di Utrecht (1713)
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