Il ruolo delle politiche pubbliche nella
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Il ruolo delle politiche pubbliche nella
Conferenza europea sulla Responsabilità Sociale delle Imprese Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR BOOKLET CONFERENZA Conferenza Presidenza UE Venezia, 14 Novembre 2003 Conferenza Presidenza UE Conferenza europea sulla Responsabilità Sociale delle Imprese Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR Venezia, 14 Novembre 2003 Ringraziamenti La presente pubblicazione è stata realizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano. Desideriamo esprimere i nostri ringraziamenti a tutti Governi, per l’assistenza supplementare e il prezioso contributo messi a disposizione da un gran numero di organizzazioni ed esperti che hanno collaborato con noi per la realizzazione di questa pubblicazione. Progettazione grafica: Laura Prati - [email protected] 2 - Adattamento della versione originale in inglese. INDICE 1. Prefazione 4 2. Programma 5 3. Abstract delle Sessioni Tematiche 10 4. Relazione dalle Sessioni Tematiche 35 5. Conclusioni 38 6. Relazioni dei paesi – Profili nazionali 40 7. Relazioni degli stakeholder 74 8. Profili dei partecipanti 83 9. Elenco dei partecipanti 119 3 1. PREFAZIONE Nell’ambito del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, ho il piacere e l’onore di organizzare, con il contributo della Commissione Europea, la Terza “Conferenza Europea sulla Corporate Social Responsibility, Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR”, che si svolgerà a Venezia - Fondazione Cini – il 14 Novembre 2003. Già da qualche anno il tema della CSR è diventato argomento di discussione in tutto il mondo, ma si tratta di un tema che è entrato nell’area politica europea solo di recente. È stato in occasione del Summit di Lisbona del 2000, che l’Unione europea ha manifestato l’intenzione di inserire la CSR tra i suoi obiettivi strategici. Da allora sono stati fatti numerosi passi avanti ed alcuni paesi hanno già adottato delle misure per inserirla nelle rispettive agende in modo da agevolare la diffusione della cultura della CSR e delle buone pratiche ad essa connesse. Questa Conferenza rappresenterà senza dubbio un’occasione per approfondire tali argomenti. Sono convinto che la CSR costituisca uno strumento indispensabile per raggiungere uno sviluppo sostenibile e attento alle esigenze sociali che renderà l’Europa più competitiva, assicurando, al tempo stesso, una maggiore coesione sociale. Solo nel caso in cui la totalità di questi obiettivi verrà condivisa da tutti noi sarà possibile porre le basi per una modernizzazione e un consolidamento del modello economico e sociale europeo, in modo da garantire un elevato livello di tutela dell’ambiente e il rispetto dei diritti fondamentali. Al fine di migliorare la Corporate Social Responsibility in Europa il primo passo consiste nel consolidare la consapevolezza legata alle esperienze di comportamenti socialmente responsabili che consentono di creare la basi per una concorrenza leale, per lo sviluppo di un sistema di tutela sociale efficiente e moderno e per un dialogo tra le parti interessate, che, con tutta probabilità, garantiranno un maggiore benessere alle generazioni presenti e future. Spero vivamente che questa Conferenza possa fornirci degli spunti utili per continuare a trovare risposte per la sfida che stiamo affrontando. Roberto Maroni Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 4 2. PROGRAMMA 08.45 REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI SESSIONE PLENARIA APERTURA DEI LAVORI Roberto Maroni Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Anna Diamantopoulou Commissario Europeo per l’Occupazione e gli Affari Sociali 09.45 SESSIONE MINISTERIALE, LA CSR COME VANTAGGIO COMPETITIVO Modera Roberto Maroni Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Mario Monti Commissario Europeo per la Concorrenza Theodorus Bouwman Presidente Commissione Occupazione e Affari Sociali, Parlamento Europeo Wolfang Clement Ministro Federale dell’Economia e del Lavoro, Germania (invitato) Aart Jan de Geus Ministro per gli Affari Sociali e l’Occupazione, Paesi Bassi Frank Fahey Ministro di Stato per il Lavoro, Dipartimento per l’Industria, il Commercio e l’Occupazione, Irlanda Francois Fillon Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Francia Stephen Timms Ministro di Stato, Dipartimento Commercio e Industria, Regno Unito Eduardo Zaplana Ministro per l’Occupazione e gli Affari Sociali, Spagna 10.45 - 11.00 COFFEE BREAK 5 2. PROGRAMMA 11.00 - 13.00 SESSIONI TEMATICHE PARALLELE SESSIONE TEMATICA A Politiche Pubbliche a supporto della CSR: esperienze dagli Stati Membri dell’Unione Europea. Gli Stati Membri hanno elaborato politiche di sensibilizzazione nei confronti della CSR e delle sue argomentazioni commerciali, con particolare attenzione alle PMI. Modera Giuseppe Tripoli Unioncamere Danimarca: Promozione di nuove partnership in materia di Responsabilità Sociale: bilanciando istituzionalizzazione e innovazione Niels Hojensgard The Copenhagen Centre Irlanda: Incoraggiare e supportare l’adozione di comportamenti e pratiche socialmente responsabili da parte delle imprese. Breda Power Dipartimento per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione Paesi Bassi: Il programma di ricerca universitaria sulla CSR - Per allineare la politica ai principi, è necessario un approccio praticolare Roel Nieuwenkamp Ministero degli Affari Economici Dipartimento per l’Imprenditoria Portogallo: La responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni nell’ambito della modernizzazione delle PMI José Afonso Nogueira Ayres de Sá Istituto per lo Sviluppo e l’Ispezione delle Condizioni di Lavoro, Ministero degli Affari Sociali e del Lavoro Spagna: L’esperienza spagnola sulla CSR. Carmen De Miguel Ministero del Lavoro e Affari Sociali Svezia: La partnership della Svezia per la responsabilità globale: uno strumento per promuovere la CSR Mia Horn af Rantzien Ministero degli Affari Esteri 6 2. PROGRAMMA SESSIONE TEMATICA B Politiche Pubbliche a supporto dello sviluppo di strumenti della CSR: esperienze dagli Stati Membri dell’Unione Europea. Gli Stati Membri hanno adottato iniziative volte a promuovere lo sviluppo degli strumenti di CSR come codici di condotta, Sistemi di gestione, valutazione, rendicontazione e verifica, etichettatura e Investimento Socialmente Responsabile (RSI). Modera Hans Hofmeijer ILO, Programma Imprese Multinazionali Austria: CSR: un approccio austriaco Manfred Schekulin Politica Federale per l’Esportazione e gli Investimenti Belgio: Etichettatura sociale, norme ILO e autorità pubbliche Anne Peeters Centro di Studi e d’Azione per la Coesione Sociale (CEDAC) Francia: Regolamentazione per il reporting della CSR Jean-Denis Combrexelle Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà Germania: Esperienze provenienti dalle Iniziative CSR Multi-Stakeholder supportate dalla Cooperazione tedesca per lo Sviluppo Hans Peter Schipulle Ministero per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, Politiche Globali e Settoriali Italia: Il progetto CSR-SC. Il contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa Katia Martino Responsabile Progetto CSR-SC Regno Unito: Regolamentazione del Regno Unito sulla trasparenza dei fondi pensione per un investimento socialmente responsabile Alan Napier Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni Helen Wildsmith Social Investment Forum del Regno Unito 7 2. PROGRAMMA SESSIONE TEMATICA C Integrare la CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea. I Paesi membri hanno intrapreso iniziative per integrare considerazioni sociali e ambientali nelle loro politiche ed azioni (quali, ad esempio, accordi commerciali e di sviluppo) Modera Rainer Geiger OCSE Belgio: Parametri sociali negli appalti pubblici? Discussione sulle politiche pubbliche ad integrazione della CSR. François Vandamme Ministero per l’Occupazione e il Lavoro Germania: la CSR nel quadro di riferimento della strategia del governo tedesco per lo sviluppo sostenibile Christoph Schumacher-Hildebrand Ministero dell’Economia e del Lavoro Paesi Bassi: la CSR e la politica estera Willem H. van der Leeuw Ministero degli Affari Economici, Commercio e Politiche per l’Investimento Regno Unito: Community Investment Tax Relief (CITR) come politica fiscale David Ratcliffe Ministero del Commercio e dell’Industria David Dickman The Co-Operative Bank Progetto Vaderegio: la CSR nelle politiche locali e regionali Ana Diaz Alvarez Foundation Novia Salcedo 8 2. PROGRAMMA 13.00 - 14.00 COLAZIONE DI LAVORO SESSIONE PLENARIA SESSIONI TEMATICHE 14.00 REPORT 14.30 TAVOLA ROTONDA PUBBLICHE Chair Odile Quintin Commissione Europea, DG Occupazione e Affari Sociali DALLE SULLA CSR: QUALE RUOLO PER LE POLITICHE Viscount Etienne Davignon CSR Europe Walter Cerfeda ETUC Luca Mantellassi Eurochambres Anne Sophie Parent Social Platform Hans Werner Müller UEAPME Vidar Lindefjeld UNICE 15.30 CONCLUSIONI Odile Quintin Commissione Europea, DG Occupazione e Affari Sociali Roberto Maroni Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 9 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea DANIMARCA Danimarca: Promozione di nuove partnership in materia di Responsabilità Sociale: bilanciamento di istituzionalizzazione e innovazione Niels Hojensgard The Copenhagen Centre Niels Hojensgard presenta una panoramica delle politiche pubbliche danesi volte a promuovere la CSR e le nuove partnership sociali, con l’inclusione di alcune implicazioni in termini di provvedimenti legislativi, ad esempio, in relazione alle politiche del mercato danese del lavoro e sociale. Da questa panoramica scaturiranno almeno due argomenti di discussione. Primo. Pur insistendo energicamente su un approccio volontario alla CSR, nel corso degli anni, il governo danese è stato consapevole delle potenzialità di sviluppo e della fondamentale obbligatorietà della CSR come strumento per realizzare una società più inclusiva. Un ruolo forte e proattivo dello stato e del settore pubblico solleva la questione di come le misure adottate dal governo possano agevolare la promozione di iniziative volontarie e di innovazione assicurando, al tempo stesso, risultati sostenibili e tangibili e in che misura questi ultimi possano richiedere un approccio più istituzionalizzato. Questo aspetto comprende riflessioni sul ruolo delle entità istituzionalizzate dalla società come i partner sociali. Verranno forniti alcuni esempi di come il Governo danese abbia cercato di realizzare questi obiettivi potenzialmente in conflitto. Secondo. Basandosi su una recente relazione realizzata da “The Copenhagen Centre”, una considerazione analoga deriva in materia di partnership locali tra settori incrociati, che sono quasi inseparabili dal concetto di CSR. Sebbene risultati sostenibili di partnership siano fondamentali, l’esigenza delle partnership di esistere per sempre non corrisponde necessariamente a verità. Invece di aspettarsi che le partnership siano delle strutture fisse e sostenibili, sembrerebbe più opportuno considerarle come delle occasioni di cambiamento. Forse il passaggio verso l’istituzionalizzazione ha più a che fare con l’indipendenza e meno con la continuità. I sistemi statali tradizionali non sembra riescano ad affrontare i problemi complessi e diversificati. La Governance indica un nuovo tipo di logica socio-politica, in cui gli attori del settore pubblico e del settore privato sono coinvolti in modo diretto nel processo politico, lontano dal rapporto gerarchico che caratterizza il governo tradizionale. Le Partnership costituiscono una risposta a questa nuova forma di governance, ma sollevano una serie di questioni in ordine a come si svilupperanno nell’ambito della forte tradizione gerarchica europea di governo statale. Sarà necessario raggiungere un equilibrio che ne assicuri l’attendibilità e rappresentatività, mantenendone al tempo stesso l’autonomia. Si stanno quindi delineando delle nuove idee di democrazia e ‘meta-governance’ in risposta a questi avanzamenti. 10 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea IRLANDA Irlanda: Favorire e supportare l’adozione di comportamenti e pratiche socialmente responsabili da parte delle imprese. Breda Power Ministero per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione La prima Strategia di Sviluppo Sostenibile è stata presentata dal Ministero per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione nel gennaio 2003. L’obiettivo di questa Strategia, la prima realizzata da un ministero, è di fornire al Ministero per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione, le linee guida per affrontare le sfide future, ciò comporta l’adozione di pratiche di business attente allo sviluppo sostenibile favorendo anche la massimizzazione del progetto e le opportunità competitive. Sono state scelte quattro aree strategiche prioritarie su cui concentrarsi per un triennio (2003-2005) e la Corporate Social Responsibility è una delle aree prioritarie insieme al Cambiamento Climatico, la Sostenibilità competitiva e la Sostenibilità ministeriale. L’obiettivo generale della CSR consiste nel favorire e sostenere l’adozione, da parte delle aziende, di comportamenti e pratiche responsabili a livello sociale ed ambientale. . 11 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea PAESI BASSI Il programma di ricerca universitaria sulla CSR – Per coordinare la politica e i principi guida, sono necessarie competenze di tipo pratico Roel Nieuwenkam Ministero Affari Economici, Dipartimento per l’imprenditoria Nei Paesi Bassi, un numero crescente di imprenditori è impegnata nella CSR: • In base ai dati più recenti (un’indagine condotta dal Ministero degli Affari Economici all’inizio di quest’anno) la percentuale di società che affermano di essere impegnate nella CSR ha raggiunto il 72%. Si è verificato quindi un aumento pari a circa il 20% rispetto ai dati raccolti in occasione della nostra ultima riunione svoltasi nel 2001. • Oltre il 60% di queste società sono impegnate nella CSR intendendolo come “obbligo sociale”. Al riguardo, si potrebbe pensare alle disposizioni in materia di prevenzione di frodi o corruzione, consapevolezza ambientale e l’avere un codice di condotta. • Naturalmente ci sono anche imprenditori che si prefiggono la realizzazione di pratiche di business responsabili per i propri interessi: un’immagine migliore, un clima migliore all’interno dell’azienda, il perdurare della sua stessa esistenza e la sua legittimità ad esistere. E questo sembra funzionare: l’opinione di un terzo di queste società è che la CSR dia loro più di quanto le attività ad essa connesse costino agli imprenditori. Il presupposto sul quale si fonda la politica dei Paesi Bassi è: né leggi né regolamenti Perché no: 1. carico amministrativo, deregolamentazione 2. porrebbe fine allo sviluppo Ciò non significa lasciare l’imprenditore a sé stesso. Il Ministero degli Affari Economici si occupa concretamente del sostegno alle attività commerciali. È necessario abbandonare le convinzioni classiche, come l’idea che il governo deve cambiare il mondo attraverso leggi e sovvenzioni, semplicemente perché questo sistema non funziona. Dobbiamo abbandonare l’idea di aziende che si concentrano solo sul conseguimento dei massimi utili possibili nel breve periodo. Non funziona più in questo modo. Inoltre, dobbiamo abbandonare l’idea che l’unica attività delle ONG sia quella di protestare. Anche questo è un aspetto che appartiene al passato. Programma di ricerca: La responsabilità sociale delle imprese (CSR) è una tendenza, un trend, importante nella società, che comporta e richiede la ridefinizione dell’organizzazione interna ed esterna delle 12 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea aziende. Da gennaio 2003 a dicembre 2005, un gruppo di ricercatori olandesi, appartenenti a 6 diverse università, realizzerà un programma di ricerca sulla CSR. L’obiettivo del progetto è di supportare le organizzazioni nelle attività che traducono e implementano il concetto di CSR nel sistema di business. Inoltre, intende chiarire al governo e agli altri stakeholder esterni quali aspettative avere dalle aziende che lavorano al conseguimento della responsabilità sociale. I progetti di ricerca saranno realizzati con la collaborazione congiunta delle università ed in stretta cooperazione con le aziende. Si tratta quindi di un “network di eccellenza” su scala nazionale che porta ad una serie di progetti integrati. Il programma di ricerca sarà allineato con le più importanti iniziative internazionali realizzate in materia di CSR, quali il Global Reporting Initiative, la Social Accountability 8000, AA 1000 e le linee guida di OECD e ILO. Tenterà, altresì, di ricercare e sostenere la collaborazione con partner (accademici) europei, attraverso il prossimo Sesto Programma Quadro della Comunità Europea (FP6). Il programma di ricerca sceglie di proposito un’ulteriore elaborazione del concetto di CSR che tiene in considerazione la prospettiva manageriale. Pertanto, sarà concentrato su esperienze di imprese che intendono essere leader in questo settore. In generale si può considerare come un primo esempio nazionale di programma effettivamente dedicato allo sviluppo buone pratiche di CSR nei prossimi anni. Il programma si occupa dei seguenti aspetti: 1. Le caratteristiche e i limiti della CSR; 2. Gestione degli stakeholder in considerazione della CSR; 3. L’organizzazione a livello interno della CSR; 4. Rilevazione e controllo dei risultati della CSR; 5. I meriti sociali della CSR; 6. L’obiettivo consiste nel fornire risultati sia di natura pratica sia scientifica. La (regolare) diffusione dei risultati tra un’ampia platea di operatori professionali e accademici viene ritenuta un elemento fondamentale per la riuscita dello stesso. Questo progetto di ricerca si prefigge due obiettivi: 1. deve assistere gli imprenditori nell’elaborazione delle proprie idee in materia di CSR; 2. deve fornire gli elementi affinché gruppi sociali e enti statali comprendano a pieno quanto ci si possa effettivamente aspettare dalle aziende. Altri punti di interesse nella politica olandese in materia di CSR: Centro di conoscenza CSR/PMI: Il Governo olandese incoraggia ed agevola le iniziative adottate dalle aziende volte a migliorare la loro responsabilità sociale a livello nazionale ed internazionale. A tale scopo, a breve, verrà messo in funzione un osservatorio che si occuperà delle seguenti attività: sensibilizzare alla CSR specialmente le PMI, indirizzare le aziende alla ricerca di informazioni, avviare partnership su temi che interessano più aziende e, infine individuare casi di buone pratiche. Trasparenza: Nel mese di ottobre il Ministro degli Affari Economici ha ricevuto dal “Board for Annual Reporting” una proposta sul modo migliore per le aziende di redigere un bilancio annuale di sostenibilità. Molte aziende, infatti, sono anche interessate a dare informazioni quali l’utilizzo di materie prime o le modalità di affrontare le questioni connesse ai diritti umani. La nostra intenzione è di portare la redazione del bilancio di sostenibilità sugli impatti esercitati dalle imprese in ambito etico, ambientale e sociale ad un livello analogo a quello della redazione del bilancio economico d’esercizio. 13 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea Responsabilizzazione delle forze trainanti: a. Consumatori Informazioni sulla catena di produzione del prodotto Indice dei prodotti sostenibili b. Investitori Informazioni (politica di investimento socialmente responsabile [Social Responsible Investment, SRI]) Aspettative speciali dei fondi pensione Direttive OECD: Gli imprenditori che operano all’estero spesso si trovano ad affrontare una serie di problemi: Adotto le stesse norme previste nel mio paese, oppure considero le norme applicate nel paese in cui svolgo tali attività? Oltre al rispetto delle norme vigenti, il governo ha adottato per le aziende olandesi le linee guida OECD per le multinazionali quale framework morale di riferimento per la CSR a livello mondiale. Il governo ha creato un Punto Nazionale di Contatto (National Contact Point, NCP), il cui obiettivo principale è la promozione delle linee guida e la mediazione per i casi di eventuale inosservanza delle stesse linee guida da parte di un’azienda. Governo come modello di comportamento: Il governo deve svolgere un ruolo di supporto e di promozione delle attività volte a rendere la CSR norma. Questo ruolo non ci assolve dal dovere di dare il buon esempio. Dopotutto, anche il governo fa operazioni di business, acquistando prodotti e servizi e assegnando regolarmente lavoro a risorse esterne - su larga scala. Anche il governo, nelle sue attività, deve mettere in atto gli insegnamenti che predica. Nell’ambito del governo, l’assegnazione del lavoro a risorse esterne e l’acquisto etico sono ancora in uno stadio iniziale, ma l’intenzione è di occuparsi seriamente della questione. Ciò non riguarderà solo il Ministero degli Affari Economici, ma anche tutti gli altri ministeri. In qualità di coordinatore per la CSR, il Ministero degli Affari Economici è impegnato nell’elaborazione di un piano di azione concreto, da realizzare entro la fine del 2003, che riguarderà l’intero governo. Un ultimo aspetto: stiamo sviluppando, in conformità alla nostra missione “per una crescita economica sostenibile“, de duurzaamheidsladder/sustainability guide. Le persone, il pianeta e i profitti nel core business della consulenza sulle politiche. Questo strumento sarà di ausilio ai nostri consulenti politici nei processi decisionali nell’ambito dello sviluppo sostenibile. 14 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea PORTOGALLO La responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni nell’ambito della modernizzazione delle PMI José Afonso Nogueira Ayres de Sá Istituto per lo Sviluppo e la Verifica delle Condizioni di Lavoro, Ministero degli Affari Sociali e del Lavoro Il Portogallo può essere considerato come un laboratorio sociale per la Responsabilità Sociale delle Imprese. Questa affermazione si basa sulla percentuale di piccole e medie imprese (PMI) presenti nel paese, che rappresentano circa il 90% di tutte le aziende che operano esercitando un impatto consistente su occupazione e transazioni commerciali. Il monitoraggio di questo scenario non è facile. Per poter realizzare questo obiettivo, è necessario individuare i fattori che influenzano la gestione di ogni PMI in sede di applicazione di un determinato modello di CSR. È necessario anche elencare le ragioni per le quali è opportuno per le PMI adottare la CSR. Questi fattori e motivi influiranno sull’attività svolta da ogni azienda. Si tratta di attività molto importanti poiché danno luogo ai nuovi Diritti Sociali, che sono vere risposte del mercato allo stato. Tali diritti comportano dei costi più elevati per queste aziende e, pertanto, possono influire sulla loro redditività. È quindi necessario tener conto di questi aspetti per stabilire un equilibrio e perché questi abbiano un impatto sulla concorrenza, sul profilo della collaborazione interaziendale e sulle future reti aziendali. Si tratta di un aspetto che cambia da azienda ad azienda in base al tipo di organizzazione di lavoro partecipato, al livello di know how e di innovazione della direzione, e al ciclo economico del momento in esame. È per questo motivo che dobbiamo sollevare la questione sull’interesse di queste aziende per la CSR nel superare i rispettivi ostacoli di natura legale. Ma le pratiche che caratterizzano le aziende socialmente responsabili, dal momento che si applicano ad aziende operanti in un mercato transnazionale, giustificano un’analisi del ruolo dello stato, poiché le loro procedure di valutazione e certificazione aziendale possono essere comprese solo in una dimensione transnazionale e tripartita. Riteniamo, pertanto, che rendere credibili queste pratiche e la natura degli enti di certificazione e valutazione sia una questione che vada oltre le competenze nazionali. 15 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea SPAGNA Le politiche pubbliche spagnole a supporto della CSR. La Commissione di Esperti come approccio multi-stakeholder Carmen De Miguel Ministero del Lavoro e Affari Sociali L’obiettivo principale delle politiche sociali del governo spagnolo consiste nel creare “occupazione di qualità”, al fine di continuare il suo avanzamento nel processo di effettiva convergenza con i paesi più sviluppati dell’Unione Europea. Il governo ha puntato in modo decisivo sulla promozione della Corporate Social Responsibility (CSR) ed ha approvato una serie di misure normative, accordi, campagne e premi che testimoniano una speciale sensibilità nei confronti dei diversi stakeholder. Allo stesso scopo, ha adottato misure a supporto delle imprese che introducono la CSR, migliorando la qualità di vita dei propri dipendenti, conciliando la vita professionale e familiare, inserendo i gruppi svantaggiati e adottando iniziative a tutela dell’ambiente. 16 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea SVEZIA La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale - uno strumento per promuovere la CSR Mia Horn af Rantzien Ministero degli Affari Esteri Un esempio di come il governo svedese sta gestendo la responsabilità sociale delle imprese è dato dall’iniziativa “Partnership Svedese per la Responsabilità Globale”, di cui l’Ambasciatrice Mia Horn è responsabile. Il Governo svedese incoraggia attivamente le aziende a comportarsi in modo responsabile e a realizzare casi esemplari. La diffusione delle conoscenze e la promozione di contesti normativi globali di riferimento in ambito sociale ed ambientale rappresentano degli elementi importanti della politica svedese in materia di globalizzazione. La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale è stata lanciata dal Primo Ministro nel marzo dello scorso anno. Si tratta di un’iniziativa volta ad incoraggiare le aziende svedesi ad assumere il ruolo di ambasciatori dei diritti umani, delle norme ILO, della lotta alla corruzione, ambiente integro e sano in tutto il mondo. Il punto di partenza è fornito dalle linee guida OECD e dai nove principi presenti nel “Global Compact” delle Nazioni Unite. L’Ambasciatrice Horn af Rantzien illustra la creazione della Partnership e le modalità in base alle quali il segretariato lavora per incoraggiare le aziende svedesi ad adottare un comportamento responsabile. La Partnership, pur essendo gestita dal Ministero degli affari Esteri, ha una funzione trasversale agli altri uffici governativi e lavora a stretto contatto con altri ministeri quali il Ministero dell’Industria ed il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è di fare chiarezza in materia di CSR, sottolineando le buone pratiche, mettendo insieme attori e stakeholder diversi e aiutandoli ad imparare dalle rispettive esperienze, oltre a prestare assistenza alle singole aziende. La Partnership organizza ed agevola un’ampia gamma di attività che riguardano questi aspetti. Ad esempio, organizza una serie di seminari in cui si evidenziano delle specifiche aree tematiche e geografiche come il nucleo essenziale delle norme di lavoro o attività commerciali in conflitto. Le aziende possono entrare a far parte della Partnership svedese per la responsabilità globale manifestando per iscritto la propria volontà ad appoggiare e a impegnarsi per l’adempimento delle direttive OECD e dei principi del Global Compact. Le aziende devono altresì inserire delle informazioni in merito al loro modo di operare su queste tematiche. La collaborazione viene segnalata inserendo sul sito del Governo il nome dell’azienda e la descrizione dell’attività svolta. A tutte le ambasciate svedesi è stata data comunicazione dell’iniziativa e sono state invitate a partecipare fattivamente alle attività previste dalla Partnership. L’Ambasciatrice Horn af Rantzien approfondisce la risposta all’iniziativa manifestata dalle aziende svedesi. Inoltre, espone alcuni buoni esempi di come gli uffici governativi e il settore aziendale possono lavorare insieme per promuovere a livello mondiale i principi internazionali essenziali. 17 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea AUSTRIA CSR: un approccio austriaco Manfred Schekulin Ministero Federale Affari Economici e Lavoro In Austria, ha una lunga tradizione l’idea che le aziende, i loro proprietari e i dipendenti debbano tenere conto del “bene pubblico” nello svolgimento delle rispettive attività. La Legge sulle Società di capitali stabilisce le responsabilità dei componenti del consiglio di amministrazione come segue: “gestire l’azienda … tenendo conto degli interessi di stakeholder e dipendenti e del bene pubblico.” Anche l’approccio austriaco alla Corporate Social Responsibility (CSR) si fonda sulla tradizione europea e, in special modo, sul Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”, in cui la CSR viene definita come “l’integrazione volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Lo strumento principale della politica austriaca in materia di CSR è l’iniziativa CSR Austria, avviata alla fine del 2002 dalla Federazione Industriale austriaca e dal Ministero per gli Affari Economici e l’Occupazione. Dal maggio 2003, anche la Camera di Commercio austriaca partecipa a CSR Austria, e ciò rappresenta il maggiore apporto del settore privato all’Iniziativa di Sostenibilità austriaca e, a livello europeo, un significativo contributo al dibattito in materia di CSR ed alla strategia di Lisbona. Innanzitutto CSR Austria si è posta l’obiettivo di avviare un’ampia discussione in materia di responsabilità sociale delle imprese e di creare una comprensione comune sui suoi significati e vantaggi. Poi, di redigere delle Linee Guida austriache in materia di CSR basandosi sul Libro Verde e su altre pubblicazioni internazionali (ad esempio le linee guida dell’OECD per le imprese multinazionali) ma anche sulle esperienze, sulle prospettive e sulle esigenze delle aziende austriache, in particolare, e della società austriaca, in generale. Seguendo la tradizione austriaca in materia di partnership sociale, l’elaborazione delle linee guida comporta un ampio dialogo tra i rappresentanti di tutti i settori della società civile. Infine, a partire dall’inizio del prossimo anno, l’iniziativa CSR Austria si concentrerà sull’ulteriore miglioramento del profilo della CSR e sull’assistenza alle aziende austriache nel loro impegno per l’adozione e l’attuazione delle pratiche di CSR. Sono già a buon punto i preparativi per un Premio austriaco per la CSR a cui partecipano il governo, il settore privato e la società civile. 18 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea BELGIO Etichettatura sociale, norme ILO e autorità pubbliche Anne Peeters Centro Studi e d’Azione per la Coesione Sociale (CEDAC) Nel corso degli ultimi 10 anni, le organizzazioni della società civile (consumatori, ONG e sindacati) hanno introdotto varie etichette etiche e sociali. Dagli studi realizzati dall’ILO emerge: - che la dimensione dell’occupazione è abbastanza debole nella maggior parte degli approcci settoriali (etichette e codici di condotta); - che le leggi, i regolamenti e le convenzioni dell’ILO non costituiscono il riferimento per la maggior parte di questi strumenti. Tenendo conto di questa situazione, il Belgio ha introdotto un’etichetta sociale fondata sulle convezioni principali dell’ILO. L’etichetta sociale belga è garantita dall’organizzazione di certificazione pubblica e certifica al consumatore che tutta la catena del prodotto è conforme alle convenzioni ILO. Dall’esperienza emergono un elemento positivo e uno negativo: - positivo: si registra la diffusione dei principi ILO in tutta la catena; - negativo: l’etichetta è ancora poco conosciuta dai consumatori e le revisioni presentano dei limiti. 19 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea FRANCIA Regolamentazione per le relazioni di bilancio sulla CSR Jean - Denis Combrexelle Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà La legge del 15 maggio 2001 in materia di “Nuova regolamentazione economica” è stata introdotta per rispondere alle seguenti aspettative della società civile: accrescere la trasparenza della governance aziendale ed assicurare che le figure di spicco dell’economia si rendessero conto dell’importanza dello sviluppo sostenibile e del ruolo che possono avere nell’appoggiare le iniziative legate a tale aspetto. L’articolo 116 della legge sancisce che le società francesi quotate in borsa, nella loro relazione annuale di bilancio, sono tenute a fornire informazioni sulle conseguenze ambientali e sociali delle loro attività di business. Questo obbligo è stato oggetto di un provvedimento di attuazione, che delinea i punti che la relazione annuale è tenuta a coprire. La novità di questo obbligo sta nel fatto che: - Mette a disposizione delle aziende di grandi dimensioni un quadro strutturale comune per la redazione delle loro relazioni; - Amplia e migliora i processi in essere (redazione di relazioni sociali) fondando l’attività su tre “pilastri” dello sviluppo sostenibile, - Spinge le aziende a inserire i loro obiettivi in un approccio responsabile in termini di gestione dei rischi e quindi li inserisce in una procedura strategica. Il governo ha incaricato tre associazioni, tra cui l’istituto francese per la CSR (ORSE), di realizzare una valutazione iniziale sull’applicazione della legge. Questa valutazione è ancora in fase di definizione, ma dai risultati al momento disponibili emerge che la legge sta avendo un effetto formativo sul processo di redazione delle relazioni di bilancio nelle aziende che vengono valutate e sono oggetto di indagine in larga misura da parte di agenzie per la valutazione della solidità creditizia e di agenzie di fondi di investimento. 20 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea GERMANIA Insegnamenti appresi dalle Iniziative CSR Multi-Stakeholder supportate dalla Cooperazione tedesca per lo Sviluppo Hans Peter Schipulle Ministero per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, Politiche Globali e Settoriali Nel corso degli ultimi anni si è registrata una tendenza crescente alla realizzazione di nuove partnership tra settore privato, società civile e cooperazione allo sviluppo. Queste nuove forme di collaborazione si fondano su nuove opportunità scaturite dalla globalizzazione, ma possono anche essere viste come una reazione alle diffuse preoccupazioni comuni dovute agli effetti negativi esercitati dalla globalizzazione ed alla necessità di affrontare problemi di portata planetaria attraverso la cooperazione a livello mondiale tra gli attori istituzionali, l’imprenditoria e la società civile. Nel corso degli ultimi anni, l’approccio multi-stakeholder si è rapidamente radicato nella cooperazione tedesca per lo sviluppo. Nella presentazione si illustra un breve quadro delle modalità di evoluzione degli approcci multi-stakeholder nell’ambito della cooperazione tedesca per lo sviluppo. In particolare si descrivono le modalità in cui la cooperazione multi-stakeholder è supportata dalla cooperazione tedesca per lo sviluppo, gli insegnamenti acquisiti da iniziative e partnership multi-stakeholder e, infine, le modalità attraverso cui questi approcci diventano degli strumenti efficaci di governance a livello mondiale. Un punto di partenza importante per le Iniziative Multi-Stakeholder esistenti è rappresentato dai progetti pilota con singole aziende inseriti nel Programma di Partnership PubblicoPrivato (PPP) e promosse dal Ministero Federale tedesco per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (BMZ). In alcuni casi i progetti pilota riguardanti l’attuazione delle misure per la CSR sono stati già formulati come partnership multi-stakeholder. Inoltre, grazie all’esperienza maturata in numerosi progetti pilota su pratiche socialmente responsabili, inseriti nel programma PPP, in alcuni settori “sensibili”, come quello della produzione del caffè e dell’abbigliamento, si è sviluppata la consapevolezza che la cooperazione dovesse essere elevata dal livello delle aziende di piccolissime dimensioni a quello più ampio del settore o della filiera produttiva. In questo contesto, il BMZ ha agito in qualità di catalizzatore, allestendo dei Forum di Dialogo istituzionali per creare un confronto tra governo, associazioni di categoria e organizzazioni della società civile, che arrivi a definire le modalità attraverso cui il sistema industriale può attuare pratiche di business ecologicamente e socialmente responsabili. 21 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea La forma di dialogo più riconosciuta e istituzionalizzata è la Tavola Rotonda dei Codici di Condotta (RT) avviata dal BMZ. Alla RT partecipano rappresentanti del settore privato, dei sindacati, delle organizzazioni non governative (ONG) e del governo. La RT ha il compito di migliorare gli standard sociali e del lavoro nei paesi in via di sviluppo attraverso codici di condotta aziendali. Per raggiungere questo scopo, i gruppi partecipanti alla RT stanno elaborando una strategia comune volta a stabilire le modalità di introduzione e applicazione dei codici di condotta – in un modo che risulti essere efficace, trasparente e con spirito di partecipazione. Per l’industria tessile è stato istituito, all’interno del RT, un gruppo di lavoro ad hoc la cui attività ha reso possibile, sulla base dell’intesa raggiunta, l’avviamento di un progetto per l’attuazione di un Codice di Condotta per l’industria dell’abbigliamento. Tale progetto, nella sua fase iniziale, coprirà 15 paesi in via di sviluppo coinvolgendo circa 1600 fornitori. Un altro caso positivo, in cui il dialogo ha determinato l’implementazione di un progetto, riguarda l’industria del caffè. In questo caso, il dialogo tra i venditori e produttori di caffè verde, i sindacati e le ONG operanti nel settore si è fondato sui risultati di uno studio sul campo, avviato dal BMZ ed elaborato dall’Istituto tedesco per lo sviluppo (German Development Institute, GDI), sulle condizioni sociali del lavoratori delle piantagioni di caffè in America Centrale. Sulla base di questo studio e di una serie di progetti pilota PPP nel settore è stato avviato un forum di dialogo multi-stakeholder ad-hoc per discutere le modalità di miglioramento delle condizioni sociali ed ambientali dei lavoratori nella produzione di caffè verde, conclusosi con un accordo tra Associazione tedesca del Caffè (DKV), BMZ/GTZ, sindacati, organizzazioni per il commercio equo e solidale e ONG per definire un Codice di Condotta per una produzione sostenibile del caffè. 22 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea ITALY Il progetto CSR-SC. Il contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa Katia Martino Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Il contributo del Ministero italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali alla promozione del quadro europeo per la CSR è il Progetto denominato “Corporate Social Responsibility-Social Commitment” (CSR-SC). La proposta CSR-SC fornisce un “approccio” volontario per la promozione della responsabilità sociale delle imprese (CSR) e per la loro partecipazione attiva ai sistemi di welfare (SC) in ambito locale e nazionale. All’inizio del 2002, il Ministero italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali ha iniziato a sviluppare il progetto CSR-SC che è stato presentato il 13 dicembre 2002 a Milano. Il Progetto CSR-SC rappresenta il primo contributo tangibile del Governo italiano alla discussione promossa dalla Commissione a livello europeo. La Presidenza italiana dell’Unione Europea ha posto la CSR tra le sue priorità principali, ospitando la terza Conferenza europea sulla CSR. A seguito della presentazione del progetto CSR-SC da parte del ministero sono stati realizzati molti seminari e dibattiti, che hanno contribuito a diffondere in Italia il concetto della CSR tra aziende, ONG, sindacati ed istituzioni. Gli obiettivi principali del progetto sono: diffondere tra le aziende la cultura della CSR e le buone pratiche; definire un set di indicatori modulare, semplice e flessibile; supportarele PMI nell’elaborazione delle strategie di CSR; tutelare i consumatori sulla veridicità delle campagne di promozione aziendali in materia di CSR. La proposta del Governo italiano si fonda su un set di indicatori modulare, semplice e flessibile, destinato alle aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, come risulta da un test pilota eseguito su un numero significativo di aziende. Questo set di indicatori può essere utilizzato per redigere il Social Statement al fine di presentare la performance in termini di CSR e rispondere alle esigenze di informazione degli stakeholder. Questo set di indicatori può rappresentare uno strumento utile per dimostrare la capacità aziendale di elaborare una politica sociale attiva nel mercato e nella comunità e per partecipare ad alcune iniziative premianti promosse dal Governo. Il Progetto CSR-SC rappresenta una prima proposta che si fonda su un’analisi ampia ed approfondita, è comunque necessario un ulteriore dialogo tra tutte le parti interessate. Si devono coinvolgere in questo processo aziende, associazioni di categoria, sindacati e ONG per raggiungere una posizione equa e comune. 23 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea REGNO UNITO Normativa del Regno Unito sulla trasparenza dei fondi pensione per un investimento socialmente responsabile Alan Napier Ministero del Lavoro e delle Pensioni Helen Wildsmith Social Investment Forum del Regno Unito Nella presentazione verrà ribadito l’impegno del governo del Regno Unito per favorire, stimolare e fornire leadership in materia di responsabilità ambientale e sociale. Si esaminerà il contesto della legge che richiede ai piani di pensionamento del Regno Unito di indicare la propria politica in relazione alla misura in cui si tiene conto di considerazioni di natura etica, ambientale e sociale per la selezione, il mantenimento e la realizzazione degli investimenti. In special modo coprirà l’equilibrio tra: • L’esigenza che gli schemi tengano conto e siano trasparenti in ordine al loro approccio all’investimento socialmente responsabile (ISR), • La loro strategia di investimento alla luce di: - norme e circostanze individuali; - norme di legge in materia di pensioni – il dovere di diligenza nel ricercare la migliore rendita dai finanziamenti nell’interesse dei beneficiari; - norme di legge in materia di fondi di investimento - il principio della persona prudente. Nella presentazione verrà altresì esaminata la misura e la natura del piano di pensionamento ISR nel Regno Unito (illustrando degli esempi incoraggianti di buone pratiche). Si parlerà inoltre del divario emergente tra politiche e pratica ISR in alcuni piani, come pure delle iniziative che possono contribuire a colmare questo divario attuativo. 24 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea BELGIO Una clausola sociale negli appalti pubblici? Discussione sulle politiche pubbliche ad integrazione della CSR François Vandamme Ministero del Lavoro L’iniziativa belga scelta per la discussione è la promozione di una norma sociale nei contratti di fornitura dei lavori pubblici con il governo federale. La discussione in merito a tale iniziativa metterà in luce la relazione tra politiche pubbliche e pratiche di società “socialmente responsabili”. La presentazione spiegherà gli obiettivi, il contesto, i metodi, il contenuto ed il controllo dell’implementazione di una norma sociale intesa a promuovere il reclutamento di alcune categorie di persone in cerca di impiego, nel quadro dei contratti di fornitura di lavori pubblici con il governo federale del Belgio. In realtà, la promozione di questa norma deriva da un recente accordo tra i poteri esecutivi belgi, che prevedono una condivisione di responsabilità nel settore dell’occupazione e della formazione. Questa iniziativa prende in considerazione le esperienze delle Regioni belghe, che hanno già adottato una serie di iniziative simili, con l’obiettivo precipuo di facilitare l’integrazione dei lavoratori in situazioni difficili nel mercato del lavoro, così come le iniziative lanciate in altri paesi, soprattutto in Francia ed Italia. La sua originalità risiede più nel sistema per controllare l’implementazione della norma che nell’incentivo in sé, il quale è concepito come una clausola contrattuale che vincola l’imprenditore interessato. Il ruolo della commissione istituita per supervisionare l’implementazione della norma è quello di assicurare in particolare la qualità dei posti di lavoro creati, al fine di promuovere l’assorbimento sostenibile dei lavoratori in difficoltà nell’occupazione. La norma integra ciò che in Belgio viene chiamata “economia sociale”, ossia tutte le iniziative di portata economica, che tuttavia non sono necessariamente assunte dalle società o dagli imprenditori tradizionali, poiché esse concentrano il proprio interesse soprattutto sulla inclusione sociale piuttosto che sulla massimizzazione dei profitti. L’iniziativa belga può essere discussa in relazione all’approccio tradizionale alla responsabilità sociale d’impresa. Alcuni elementi del sistema ricadono nell’ambito di questo approccio, in particolare la considerazione secondo la quale, in alcune circostanze, una società può fare qualcosa di più del rispettare semplicemente le condizioni legali che governano la 25 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea sua partecipazione ad un appalto pubblico tradizionale per un contratto di fornitura, prendendo in considerazione alcuni aspetti quali l’inclusione, la coesione sociale, l’ambiente, oppure la presentazione di una valutazione congiunta di una norma per l’assorbimento nel mondo del lavoro con attori diversi dai suoi partner diretti. Altri elementi concernenti questa norma belga portano alla conclusione secondo cui essa non possa essere integrata nell’approccio tradizionale alla CSR, poiché in questo caso l’iniziativa non viene sviluppata su base volontaria. L’iniziativa belga può essere discussa poi dal punto di vista della politica pubblica in favore delle pratiche di CSR. A nostro avviso, il ruolo delle autorità pubbliche in questo settore è ancora soggetto a controversie, anche se è chiaro che in alcuni paesi europei lo Stato sta incoraggiando o promovendo le pratiche di CSR, anche senza alcun coinvolgimento diretto, tramite le sue politiche sociali o ambientali. Vi è necessità di una piattaforma europea per la CSR? Sulla base dei cambiamenti osservati e dei dibattiti su questo argomento, in cui l’autore ha un ruolo a causa delle sue responsabilità all’interno del ministero del Belgio ed in qualità di membro del Gruppo di Alto Livello della Commissione europea sulla CSR, è possibile avanzare molte argomentazioni contro l’intervento da parte delle autorità pubbliche. La vasta gamma di tradizioni ed approccio concernenti la CSR nei paesi europei, la delicata questione delle partnership tra società ed attori diversi dai loro dipendenti o azionisti, la difficoltà di definire la CSR da un punto di vista legale in relazione all’intervento tradizionale dello Stato, poiché copre pratiche che vanno oltre le condizioni legali, e l’incertezza secondo la quale queste pratiche di CSR rappresentino o meno un movimento spontaneo significativo per l’evoluzione della società o della vita economica che giustificherebbe l’intervento dello Stato, e non siano una semplice moda di mercato, suggeriscono che tale questione debba essere analizzata in dettaglio prima di essere regolamentata. Tuttavia, l’Unione europea non ha atteso il raggiungimento di un consenso politico prima di intervenire in questo settore. Le ragioni che hanno portato l’Unione europea a trattare tale questione come un tema di interesse comune di basano su vari elementi delle politiche della Comunità. Per consenso si accetta che il Multi-Stakeholder Forum possa essere utile nel chiarire la situazione e sondare l’opinione su una possibile cooperazione e partnership. Sembrerebbe anche che il Parlamento europeo stia incoraggiando la Commissione ad andare oltre. Nella controversia concernente il ruolo delle autorità pubbliche, vi sono anche molte argomentazioni in favore dell’intervento. Dopotutto, i governi sono i custodi delle convenzioni internazionali sul lavoro che vengono spesso utilizzate nelle iniziative di CSR, sono responsabili dell’applicazione delle leggi e delle politiche che fungono da riferimento per la responsabilità sociale fondamentale delle imprese. Inoltre, il gran numero di iniziative di CSR solleva un problema di credibilità e sicurezza. Chi si occuperebbe del loro coordinamento nell’interesse dei consumatori e dei clienti e nel nome della trasparenza? Qual è il livello adeguato nel quale ciò dovrebbe essere realizzato? Inoltre, se le pratiche di CSR devono avere un impatto sulla coesione sociale, è nell’interesse dei beneficiari vedere pratiche con effetti a lungo termine, e questo è qualcosa che nessuna società può garantire nelle condizioni attuali. Inoltre, se si desidera che le iniziative di CSR contribuiscano allo sviluppo sostenibile, è importante assicurare che vengano prese in considerazione tutte le dimensioni di questo progetto, il quale ha una portata globale, e non semplicemente una dimensione locale o europea. 26 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea Il fatto che alcune grandi società multinazionali, spesso all’avanguardia, pubblichino già delle relazioni sulle dimensioni sociali, ambientali e sostenibili della loro attività, oltre ai propri rendiconti finanziari, è un segnale interessante, dal punto di vista di un possibile obbligo legale, a pubblicare informazioni relative alla CSR. Infine, la CSR concerne il dialogo sociale all’interno delle società e ad un livello più alto, e essere destabilizzata da pratiche negoziate al di fuori della propria influenza con partner non coinvolti nel processo di contrattazione collettiva. Poiché è in atto un quadro pubblico di dialogo sociale, le parti sociali non possono supportare le pratiche che le neutralizzino e che possano colpire l’immagine o le risorse delle società. Anche la creatività nelle iniziative di CSR non deve essere ostacolata da un quadro di dialogo sociale troppo restrittivo, dove l’ambito di responsabilità dei partner non consentirebbe loro di trattare questioni diverse da quelle che ricadono nei loro mandati tradizionali. Ed è proprio in questo contesto che la CSR può anche essere considerata come una possibile opportunità per migliorare il dialogo sociale. Alla luce di questi sviluppi, la Dublin Foundation per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha pubblicato una relazione indicante che il dialogo sociale ha dinanzi a sé varie alternative. In ogni caso, un intervento ulteriore da parte delle autorità pubbliche avrebbe come oggetto l’adeguamento del quadro normativo del dialogo sociale, al fine di consentire alle parti sociali di negoziare iniziative credibili, sostenibili e socialmente responsabili, confermando che esse siano dei partner speciali delle società. Il modello sociale europeo è sempre stato definito sulla base di questa dialettica tra loro e le autorità pubbliche. 27 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea GERMANY La CSR nel quadro di riferimento della strategia del Governo tedesco per lo sviluppo sostenibile Christoph Schumacher-Hildebrand Ministero dell’Economia e del Lavoro Nell’aprile 2002, a seguito di ampie consultazioni con tutti i rappresentanti sociali, il governo tedesco ha adottato la strategia per lo sviluppo sostenibile “Prospettive per la Germania.” Come parte integrante di questa strategia, sono state adottate alcune misure obbligatorie e sono stati forniti numerosi incentivi per la CSR. L’obiettivo è quello di raggiungere un compromesso tra le necessità della generazione odierna e le opportunità delle generazioni future. Per enfatizzare la responsabilità e l’accettazione dello sviluppo sostenibile da parte di tutti, è stato scelto intenzionalmente un approccio multi-stakeholder. Quest’ultimo riveste un’importanza centrale per il concetto della CSR. Alcuni rappresentanti di alto profilo di diversi raggruppamenti sociali fanno parte di un Consiglio per lo Sviluppo Sostenibile, e hanno il compito di offrire la propria consulenza alla Commissione dei Segretari di Stato per lo Sviluppo Sostenibile di recente istituzione. Il messaggio centrale della strategia per lo sviluppo sostenibile è il seguente: la creazione di equità generazionale, miglioramento della qualità della vita, rafforzamento della coesione sociale e sostegno della responsabilità internazionale. Sono stati sviluppati otto campi d’azione: energia/clima, mobilità, agricoltura, trasformazione demografica, istruzione/università, sviluppo del territorio, responsabilità globale. La strategia per lo sviluppo sostenibile, di cui fa parte la CSR, deve essere sviluppata ulteriormente sulla base di progetti specifici che stabiliscano gli incentivi per il coinvolgimento sociale, oltre agli obblighi legali, e con l’inclusione di tutti gli stakeholder e l’ausilio di una campagna di PR. Il primo rapporto di valutazione è previsto per il 2004. 28 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea PAESI BASSI La CSR e la politica estera Willem H. van der Leeuw Ministero per gli Affari Economici, il Commercio e la Politica di Investimento - Gli effetti della globalizzazione La globalizzazione del commercio e degli investimenti produce grandi benefici. Le economie in via di sviluppo aperte sono cresciute più velocemente rispetto a quelle meno aperte. Tuttavia, la globalizzazione pone anche nuove sfide. Cosa ci si può aspettare dalle aziende che operano all’estero? Dove inizia e dove finisce la loro responsabilità? Questa è l’essenza del dibattito sulla CSR per le aziende multinazionali. Si tratta di una discussione sulla condivisione di principi etici e valori comuni. La politica dei Paesi Bassi sulla CSR si basa su raccomandazioni e non su normative. Ciò è in linea con il desiderio di ridurre l’onere amministrativo delle società. Conferma l’idea secondo cui per ogni impresa la politica sulla CSR dipende dalle specifiche circostanze in cui una impresa si trova ad operare. Ciò sostiene l’idea secondo cui le aziende svilupperanno standard più alti su una base volontaria, piuttosto che conformemente ad uno standard imposto dalla legge. Il governo dei Paesi Bassi è convinto che le linee guida dell’OECD per le Società Multinazionali riflettano i valori comuni che sottolineano una varietà di dichiarazioni e convenzioni internazionali, e anche le leggi e le normative dei governi che aderiscono alle linee-guida. Esse fungono da supplemento alle leggi applicabili. Tendenze nella creazione di politiche internazionali sulla CSR - Alla ricerca di linee-guida Un numero sempre maggiore di strumenti viene sviluppato per affrontare le questioni sollevate nella dibattito sulla CSR. Ogni istituzione sviluppa i propri valori come il Global Compact ONU, la sottocommissione dell’ONU sui Diritti Umani, le linee guida OECD. Tutti gli strumenti sembrano mirare allo stesso obiettivo, ossia la creazione di un mondo sostenibile. Vi è la necessità di non sviluppare troppe linee-guida, che potrebbero confondere le aziende e fornire loro una scusa per non fare nulla. - Alla ricerca di cooperazione Il dialogo tra stakeholder è diventato un concetto generale per realizzare una politica di CSR. Ciò è riscontrabile nei principi dell’OECD, nel Forum multi-stakeholder dell’UE, 29 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea nella sottocommissione dell’ONU sui Diritti Umani, ma anche nelle grandi cooperazioni multinazionali. I Governi e le aziende riconoscono la conoscenza degli stakeholder ed il loro contributo al dibattito. - Alla ricerca di un meccanismo di trasparenza Nella discussione sulla CSR, vi è un tema che emerge sempre: la trasparenza. La società civile si aspetta che le aziende si adeguino e spieghino la loro politica sulla CSR. Strumenti come la Global Reporting Initiative (GRI) possono aiutare le imprese a preparare delle relazioni sulla loro politica di CSR. CSR - Politica economica estera In che modo i Paesi Bassi uniscono tutti gli elementi menzionati nel paragrafo precedente. Scenario Le linee guida OECD per le società multinazionali rivestono un ruolo centrale nel contesto dell’economia estera attenta alle politiche di CSR. Essi rappresentano valori di riferimento per la politica di CSR del governo olandese. Questi principi sono stati sostenuti da tutti gli stakeholder (aziende, sindacati, ONG – tutti hanno partecipato all’aggiornamento del 2000). I paesi che aderiscono ai principi direttivi dell’OECD sono i maggiori investitori esteri del mondo. Tra essi vi sono tutti gli stati membri dell’UE ed un numero significativo di nuovi stati membri dell’UE. Nonostante i principi OECD siano linee-guida volontarie, è stato implementato lo strumento dei Punti di Contatto Nazionali (National Contact Point, NCP), al fine di proteggere e migliorare la credibilità e l’efficacia delle linee-guida. Punto di Contatto Nazionale Il Punto di Contatto nazionale (National Contact Point, NCP) è una commissione interministeriale. Tutti i ministeri dei Paesi Bassi sono invitati a prendere parte alle riunioni dell’NCP. L’NCP si riunisce ogni trimestre con le parti sociali (la comunità imprenditoriale e le organizzazioni dei lavoratori) e le ONG su questioni inerenti i principi direttivi. Gli NCP hanno l’obbligo di promuovere i principi OECD. Il Ministero degli Affari Economici ha dedicato un sito web. Dalla revisione dei principi OECD nel maggio 2000, l’NCP ha adottato 10 istanze specifiche. L’NCP ritiene che l’adempimento corretto e attento della procedura sia importante per l’NCP e per i principi direttivi. L’approccio attento determina delle procedure lunghe, ma in ogni caso l’NCP conclude affermando di non aver avuto difficoltà a far sedere le parti interessate attorno ad un tavolo, e non è stato difficile neppure scambiare informazioni/opinioni tramite incontri tripartiti. È stato utilizzato molto tempo per raggiungere una dichiarazione comune di tutte le parti coinvolte. La formulazione ed il reperimento di posizioni comuni ha implicato che l’NCP passasse molto tempo a negoziare tra le parti. Delle 11 istanze specifiche sottoposte all’NCP, 4 sono state finalizzate, 7 sono ancora sotto esame. Le dichiarazioni dell’NCP sono reperibili sul sito web www.oesorichtlijnen.nl (tali dichiarazioni sono anche disponibili in lingua inglese). Programmi di promozione degli investimenti esteri e agevolazioni per l’assicurazione del credito all’esportazione Il Ministero degli Affari Economici ed il Ministero per la Cooperazione allo Sviluppo hanno incluso politiche in materia di CSR ai loro programmi per la promozione dell’investimento 30 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea estero e dei crediti all’esportazione. Ciò significa che le società che richiedono tali agevolazioni devono includere nelle loro proposte la propria opinione sull’impatto ambientale, le condizioni occupazionali e le pratiche contro la corruzione. Devono inoltre dichiarare di essere a conoscenza dei principi direttivi OECD e che cercheranno di adeguarsi a tali linee-guida entro i limiti delle loro possibilità. Partnership contro la povertà Nella discussione sulla globalizzazione, il Ministero degli Affari Economici e il Ministero per la Cooperazione allo Sviluppo dedicano particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo. Entrambi i ministeri, oltre ai vantaggi che comunque vengono creati, cercano aziende con le quali realizzare delle partnership che aiutino a debellare la problematica della povertà. Ciò significa partnership con le comunità locali, con le istituzioni e con le ONG. Le aziende devono essere consapevoli dell’impatto delle loro attività sulla comunità locale. Esse possono contribuire ad un ambiente migliore per le aziende locali e contribuire alla consapevolezza sulle questioni inerenti la CSR. Per questo motivo, il Ministero degli Affari Economici ha incluso la discussione sulla CSR nella preparazione per le missioni commerciali. Interesse per le aree di conflitto Nel corso degli ultimi sei mesi, si è sviluppato un crescente interesse per le attività commerciali nelle aree di conflitto. Un panel dell’ONU ha scritto una relazione sulla DRC, e le ONG olandesi stanno svolgendo un ruolo attivo nel dibattito sulla possibilità di sviluppare attività imprenditoriali nelle aree di conflitto (una ONG ha sollevato una specifica istanza all’NCP olandese). I Paesi Bassi sostengono la Extractive Industries Transparency Initiative (EITI) laddove l’industria estrattiva stessa sta cercando di operare nelle aree difficili, ed è stata coinvolta nella discussione sul processo di Kimberley. Conclusioni La CSR rappresenta ancora un interesse crescente; Le linee-guida OECD rappresentano dei valori fondamentali nella politica economica estera sulla CSR; Dialogo tra stakeholder / Trasparenza – imparare gli uni dagli altri. 31 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea REGNO UNITO Community Investment Tax Relief (CITR) come politica fiscale David Ratcliffe Ministero del Commercio e dell’Industria David Dickman The Co-operative Bank Linee generali del Programma Il programma del Community Investment Tax Relief (CITR) intende sollecitare gli investimenti privati nelle comunità con un basso tasso di investimento. Fornisce un incentivo fiscale a coloro che investono nelle imprese all’interno di tali comunità. L’incentivo fiscale è a disposizione di privati e di società che investono nelle organizzazioni di intermediazione accreditate, che a turno investono nelle imprese operanti per le comunità svantaggiate o all’interno di esse. Quindi, il programma di CITR dovrebbe incoraggiare la crescita di tali organizzazioni di intermediazione, chiamate Istituzioni Finanziarie per lo Sviluppo della Comunità (CDFI), specializzate nell’investimento in aziende, imprese sociali e comunitarie all’interno delle aree sottosviluppate. Il programma viene applicato soltanto agli investimenti effettuati tramite accreditamento CDFI - l’investimento diretto nelle imprese all’interno delle comunità svantaggiate non rappresenta un requisito per ottenere il CITR. L’incentivo è sotto forma di sgravio fiscale, che riduce l’imposta sul reddito o la soggettività tributaria d’impresa. Lo sgravio ha un valore fino al 25% del denaro investito, spalmato nell’arco di 5 anni. Per ottenere il massimo sgravio fiscale, il programma prevede che gli investitori mantengano l’investimento per almeno 5 anni. Tuttavia, gli investitori hanno l’opportunità di ricevere un utile sul loro investimento nell’arco dei cinque anni senza rinunciare allo sgravio previsto dal programma. 32 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea Il CITR è gestito congiuntamente dall’Erario e dallo Small Business Service (SBS) del Ministero del Commercio e dell’Industria: lo SBS si occupa dell’accreditamento delle CDFI L’Erario realizza qualunque sgravio per il quale l’investitore possa avere i requisiti e, se necessario, ritira qualunque sgravio che non sia più dovuto. Chi può richiedere lo sgravio fiscale? Lo sgravio è a disposizione di: • Privati e società che investono nelle CDFI accreditate a partire dal 17 aprile 2002. Cos’è una CDFI accreditata? Le CDFI forniscono assistenza finanziaria alle imprese (sia con che senza fini di lucro) all’interno delle comunità svantaggiate. Alcune CDFI investono direttamente nelle imprese all’interno di tali aree. Esse sono note come CDFI “al dettaglio”. Altre possono fornire un investimento “all’ingrosso” per gli investimenti nelle imprese esistenti all’interno delle comunità a basso investimento. Lo sgravio ai sensi del programma CITR è disponibile soltanto in relazione agli investimenti nelle CDFI “accreditate” dallo Small Business Service. Una CDFI otterrà l’accreditamento soltanto se il suo obiettivo principale è quello di fornire un finanziamento (oppure un finanziamento e l’accesso alla consulenza aziendale) alle imprese nelle comunità svantaggiate. Le condizioni generali che una CDFI dovrà soddisfare al fine di conservare il proprio accreditamento sono: - presentare allo SBS una relazione annuale sulle proprie operazioni; - mantenere entro alcuni limiti stabiliti gli importi di denaro raccolti ai sensi del programma CITR; - investire la maggior parte del denaro raccolto ai sensi del programma CITR all’interno di una gamma di piccole e medie imprese, che altrimenti avrebbero difficoltà ad ottenere il finanziamento. La CDFI non dovrà: - investire in proprietà ad uso residenziale; possedere un terreno allo scopo di beneficiare dell’aumento di valore di tale terreno o dal reddito derivante dal suo sfruttamento. Ulteriori Informazioni Lo Small Business Service pubblica materiale relativo all’accreditamento delle CDFI, reperibile sul sito web www.sbs.gov.uk/finance/citr.php. L’Erario pubblica informazioni dettagliate in merito al Programma CITR; è possibile accedere a tali informazioni tramite il sito web www.inlandrevenue.gov.uk. La Community Development Finance Association è un’Associazione Professionale per le CDFI. Il suo sito web è www.cdfa.org.uk. 33 3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea PROGETTO VADEREGIO La CSR nelle politiche locali e regionali Ana Diaz Alvarez Novia Salcedo Foundation In occasione del vertice UE di Lisbona si suggeriva di appellarsi al senso collettivo di responsabilità sociale d’impresa per definire le best practice nei settori dell’istruzione permanente, organizzazione del lavoro, pari opportunità, inclusione sociale e sviluppo sostenibile. Nell’evocare una risposta dalle aziende, vi è un ruolo per coloro che creano un quadro di politiche pubbliche in cui possa diffondersi la CSR. Vaderegio è una guida il cui obiettivo è identificare le good practice per promuovere le condizioni per lo sviluppo della CSR. È destinata a tutti i governi e regioni d’Europa interessati alla promozione e adozione di questo concetto ed è stata elaborata come progetto pilota. Il presente studio rientra nel quadro delle attività avviate dal gruppo CSR Vaderegio, promosse dalla Novia Salcedo Foundation, dal Ministero fiammingo per l’Occupazione, dall’Agenda scozzese per la Responsabilità Sociale, dalla EURO-Associazione siciliana, e con il contributo della Commissione europea, la DG Occupazione e Affari Sociali, il Dipartimento per lo Sviluppo Economico del Consiglio Provinciale di Biscayan ed il Ministero fiammingo per l’Occupazione. Questo progetto pone l’accento sulle politiche locali per la CSR e mira a fornire uno strumento sostenibile, che possa contribuire allo sviluppo del quadro europeo, sia per gli stati membri esistenti dell’Unione che per quelli di nuova adesione. Gli obiettivi specifici del progetto sono i seguenti: a) Promuovere una piattaforma regionale europea sostenibile per lo scambio di informazioni sulla CSR in relazione agli organismi governativi locali b) Facilitare un veicolo per la comunicazione tra organizzazioni pubbliche locali promovendo la CSR nella loro comunità e sviluppando assieme una serie di strumenti per l’adozione di politiche CSR a livello locale c) Divulgare informazioni e fornire indicazioni facilmente accessibili tramite la presente Guida ed un database di best practice, che consenta alle altre organizzazioni: - Di conoscere le realtà locali in altre regioni europee - Di condividere i risultati dell’attività - Di sviluppare modelli di good practice al livello di governo locale e regionale 34 4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA A Politiche pubbliche a supporto della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea 35 4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA B Politiche pubbliche a supporto dello sviluppo di strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea 36 4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA C Integrazione della CSR nelle Politiche pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea 37 5. CONCLUSIONI COMMISSIONE EUROPEA 38 5. CONCLUSIONI PRESIDENZA ITALIANA 39 6. PROFILI NAZIONALI AUSTRIA Lo strumento principale della politica austriaca di CSR è “CSR Austria”, un’iniziativa avviata alla fine del 2002 dalla Federazione Austriaca delle Industrie in collaborazione con il Ministero Federale per gli Affari Economici ed il Lavoro alla quale dal maggio 2003 partecipa anche la Camera di Commercio austriaca. CSR Austria è il contributo principale del settore privato all’Iniziativa di Sostenibilità Austriaca e uno dei principali contributi austriaci al dibattito europeo sulla CSR. CSR Austria è un’iniziativa del settore imprenditoriale austriaco, ma le parti sociali, gli altri rappresentanti della società civile ed il mondo accademico sono invitati a prendervi parte attivamente. I suoi obiettivi principali sono i seguenti: - avviare un’ampia discussione in merito alle questioni inerenti la CSR; creare un’intesa comune sul significato della CSR e formulare delle linee-guida austriache sulla CSR; mettere a disposizione delle aziende le informazioni sulle aspettative della società, i benefici della CSR ed i modelli e metodi praticabili della CSR; aumentare la fiducia nei confronti delle aziende austriache. Le attività principali di CSR-Austria sono le seguenti: - - organizzazione workshop ed eventi pubblici; realizzazione di un’indagine sulla Responsabilità Sociale d’Impresa tra le società austriache; formulazione di linee-guida austriache sulla CSR come risultato del dialogo con i rappresentanti del mondo politico, economico, della società civile e dei mass-media (dialogo tra stakeholder); strumenti informativi per il reporting, materiale concernente la CSR e lo sviluppo sostenibile, creazione di un sito web (http://www.csr-austria.at); creazione di un riconoscimento austriaco per la CSR. Nel quadro dell’Iniziativa Austriaca per la Sostenibilità, il Ministero austriaco per l’Agricoltura, le Foreste, l’Ambiente e la Gestione delle Risorse Idriche sta coordinando una serie di misure che hanno un impatto diretto sulle questioni inerenti la CSR. Allo scopo di rafforzare il mercato per gli investimenti socialmente responsabili in Austria, nel 2001 è stata creata una piattaforma per gli “Investimenti Socialmente Responsabili” all’interno della Società Austriaca per l’Ambiente e la Tecnologia (OEGUT). Questa piattaforma costituisce una rete ed un mezzo per le informazioni concernenti specifiche attività in Austria ed in Europa. Accomuna le competenze austriache in questo settore, con l’obiettivo di sviluppare una strategia a medio termine per supportare la domanda e l’offerta all’interno dell’area degli investimenti socialmente responsabili. (sito web: www.gruenesgeld.at). 40 6. PROFILI NAZIONALI Altre iniziative: - In Austria sono state sviluppate linee guida specifiche per il reporting sulla sostenibilità al fine di standardizzare e facilitare il reporting sulle questioni relative alla gestione sostenibile; unitamente a ciò, è stato creato un Indice della Sostenibilità sul mercato borsistico di Vienna per stimolare il mercato in direzione di investimenti socialmente responsabili in Austria. - La “Responsabilità sociale delle imprese e Partner sociali nelle relazioni industriali dei Paesi dell’UE” è finalizzata allo scambio di esperienze e di pratiche ottimali sulla CSR in Austria e nei Paesi dell’UE, coinvolgendo anche i paesi che entreranno a far parte dell’Unione Europea. È oggetto di interesse da parte del Governo Federale e dei partner sociali ed è finanziato dalla Commissione Europea. - L’Austria sta promovendo attivamente i principi OECD per le imprese multinazionali. L’NCP (Austrian National Contact Point – Punto di Contatto Nazionale Austriaco) ha sede presso il Ministero Federale del Lavoro e degli Affari Economici ed è coadiuvato da un comitato consultivo di rappresentanti di altri ministeri, partner sociali e ONG. Un sito web dedicato (http://www.OCSE-leitsaetze.at) e una serie di pubblicazioni supportano il lavoro dell’NCP. - A partire dal 1999, sulla scia di altre iniziative a livello regionale che vantano una tradizione ancor più lunga, viene assegnato un premio annuale alle imprese in cui si riscontrano “le migliori condizioni di lavoro per il personale femminile e per le famiglie”. La valutazione si basa su 11 criteri: la percentuale di donne che occupano una posizione di leadership, la percentuale di donne che partecipano a corsi di formazione, la flessibilità degli orari di lavoro, la percentuale di lavori part-time, la flessibilità del posto di lavoro, la percentuale di dipendenti femminili che riprendono il lavoro dopo l’interruzione per motivi famigliari, il reinserimento al lavoro dopo la sospensione per congedi parentali, le misure adottate nel settore delle nursery giornaliere, i fringe benefit per le famiglie, il servizio interno all’azienda a favore delle donne e dei famigliari, le donne e le famiglie nella filosofia aziendale e le politiche personali. - L’audit “Famiglia e Carriera Professionale” è un metodo valutativo originale volto all’ottenimento di un migliore bilanciamento tra necessità della famiglia e del lavoro. In questo modo, le aziende hanno la possibilità di valutare la propria posizione specifica nel campo della conoscenza famigliare, di valutare i risultati delle misure famigliari adottate e del loro sviluppo successivo. - Il progetto “Competenza Famigliare” offre un programma innovativo di formazione alle persone o ai parenti che si prendono cura dei bambini, ma che vogliono riprendere la carriera professionale. - Un premio annuale per “L’Eccellenza nel campo della salute e della sicurezza occupazionale” viene indetto dal Ministero per il Lavoro e gli Affari Economici. - Un progetto che coinvolge vari ministeri supporta le iniziative delle PMI per lo sviluppo degli attuali sistemi integrati o dei sistemi di gestione qualità, H&S e ambientali. - “Verein für Konsumenteninformation” (VKI), una ONG che si focalizza sui diritti dei consumatori, ha dato vita a un progetto “L’etica del consumo” che integra le informazioni inerenti alla qualità dei prodotti con le informazioni attinenti al comportamento etico delle società (sito web: http://www.konsument.at) 41 6. PROFILI NAZIONALI BELGIO Promuovere la CSR Consapevolezza Recentemente, i politici belga hanno fatto leva su una serie di misure volte a promuovere un comportamento responsabile da parte delle imprese, in particolare hanno promosso normative di divulgazione delle informazioni, un'etichetta sociale (un'etichetta che descriva le condizioni produttive) e una convinta adesione ai principi OECD e ILO http://www.socialresponsibility.be). Inoltre, il governo federale ha costituito il Consiglio Federale per lo Sviluppo Sostenibile che ha il ruolo di dare un parere in merito alla politica federale sullo sviluppo sostenibile. Il Consiglio si focalizza primariamente sull’implementazione degli impegni internazionali del Belgio quali l’Agenda 21, la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e la Convenzione sulla Diversità Biologica. Oltre al suo ruolo consultivo, l’FCSD è un forum che si prefigge di incentivare il dibattito sullo sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso l’organizzazione di simposi. Alcuni esperti del settore, i rappresentanti governativi e della società civile e un pubblico sempre più vasto hanno la possibilità di spiegare il loro punto di vista nonché di dialogare. Il Consiglio utilizza i risultati nel momento in cui deve formulare un parere (vedi http://www.belspo.be/frdocfdd/en/frontpag.htm). Il governo federale sostiene le attività dell’Organizzazione del Lavoro Internazionale in merito alla responsabilità sociale, insistendo sul monitoraggio dello sviluppo dei codici di condotta, e considera fondamentale che l’ILO vigili sull’effettiva interpretazione degli standard lavorativi internazionali cui sovente si fa riferimento in questi codici di condotta. Il Ministro Fiammingo dell’Occupazione & Turismo ha lanciato nel 2001 un’iniziativa (l’Impresa Pionieristica Trivisi per le Persone, l’Ambiente e il Processo Societario) che raggruppa i rappresentanti del mondo aziendale, i sindacati, gli accademici, le ONG e il governo, al fine di stimolare le imprese sostenibili e pionieristiche. Sono stati creati tre gruppi sulla gestione della diversità, sull’apprendimento permanente e sulla gestione degli stakeholder per approfondire ed esplorare diversi aspetti dell’impresa sostenibile, scambiare idee ed esperienze, produrre tool gestionali e promuovere progetti che coinvolgono molteplici stakeholder. 42 6. PROFILI NAZIONALI Promuovere la trasparenza Etichetta sociale belga Nel gennaio 2002 il Parlamento belga ha approvato una legge finalizzata a promuovere la produzione socialmente responsabile introducendo un’etichetta sociale volontaria. Questa legge da’ la possibilità alle aziende di avere un’etichetta solamente per quei prodotti la cui catena di produzione ottemperi a 8 convenzioni fondamentali ILO. L’etichetta viene assegnata dal Ministero degli Affari Economici in seguito al parere favorevole e vincolante di un comitato di stakeholder (composto da funzionari governativi, partner sociali, rappresentanti delle ONG e consumatori appartenenti ad associazioni commerciali) per un massimo di tre anni. Il Comitato per la Produzione socialmente responsabile elabora un programma di controllo per la società, verificandone la relativa conformità nel tempo. La certificazione viene rilasciata dagli enti di controllo accreditati dal Ministro degli Affari Economici. Le società che richiedono l’etichetta per uno dei propri prodotti sono obbligate a rilasciare tutte le informazioni sui fornitori e subappaltatori direttamente coinvolti nella realizzazione del prodotto e a fornire le prove che, così come hanno fatto le stesse società, i loro fornitori e subappaltatori, rispettino altresì le principali convenzioni ILO. L’ente di controllo dovrà stendere una relazione (tra l’altro, sulla base di interviste o colloqui con i lavoratori e i responsabili, le visite alle società, le informazioni provenienti dalle organizzazioni locali, ecc.) che verrà presentata al comitato degli stakeholder. Ogni anno, il Ministero degli Affari Economici presenta al Parlamento una relazione su questa implementazione dell’etichetta (vedi http://www.social-label.be). Pubblicità Una legge del 1991 sulle informazioni e sulla protezione dei consumatori e delle pratiche commerciali proibisce la pubblicità fuorviante sugli effetti ambientali e ha istituito un comitato per monitorare la pubblicità e le etichette ambientali. È stata introdotta una proposta per estendere la legge che proibisce la pubblicità fuorviante sulle condizioni sociali di produzione (le 8 convenzioni chiave ILO). Politiche di sostegno CSR Appalto pubblico Nel novembre 2001, il governo belga ha approvato l’introduzione di una clausola sociale per gli appalti pubblici federali al fine di favorire l’inclusione dei gruppi svantaggiati, vale a dire i contratti con le società che impiegano persone disoccupate per lunghi periodi che rappresentano il 5% della forza lavoro globale. Le politiche commerciali e di esportazione (per es. promuovere i principi direttivi OECD) Il Punto Nazionale di Contatto, che comprende funzionari governativi, sindacati e aziende, ha analizzato un serie di casi relativi a impianti o stabilimenti in chiusura. Dalla sua costituzione, il Punto di Contatto Nazionale – considerato dall’OECD un esempio positivo – ha esaminato più di 20 casi, tutti relativi all’aspetto occupazionale (per es. la chiusura di Marks and Spencer Stores, annunciata senza previa comunicazione ai lavoratori). La Dichiarazione tripartita dei principi riguardante le imprese multinazionali e la politica sociale Il Belgio supporta le attività dell’ILO volte al rafforzamento e alla promozione della Dichiarazione tripartita dei Principi relativi alle Imprese Multinazionali e alla Politica Sociale. Questo supporto si manifesta primariamente attraverso la partecipazione nelle attività del Comitato sulle Imprese Multinazionali che si riunisce durante l’Ente governativo dell’ILO (ottobre 2003). 43 6. PROFILI NAZIONALI DANIMARCA Dieci anni fa, il governo danese - primo governo europeo – ha avviato una strategia per promuovere la CSR e le partnership con la business community. L’obiettivo era e rimane quello di combattere l’esclusione sociale e creare una società del benessere a livello globale. Pertanto, la denominazione originale dell’iniziativa , ”Our Common Concern”è ancora valida. L’iniziativa danese poggia sui seguenti punti: - la CSR non deve essere obbligatoria e deve essere fondata su un ponderato approccio di business; - il governo e le autorità pubbliche sostengono e incoraggiano attivamente la CSR soprattutto con l’adozione di misure non regolamentative; - La partnership è fondamentale e comprende un approccio proattivo da parte delle autorità pubbliche e una stretta collaborazione con tutti gli attori, compresi i partner sociali a livello centrale e locale. Tra le numerose iniziative promosse dal governo, devono essere menzionate le seguenti: - I fondi governativi (previa domanda) da erogare per le iniziative locali di CSR e le partnership; - La creazione di un Comitato Nazionale/rete di dirigenti aziendali di alto livello per fornire consulenza al Ministro; - Supporto per le reti aziendali regionali che oggi comprendono 7-800 membri; - I comitati obbligatori per il coordinamento locale per lo sviluppo di un mercato del lavoro globale che comprenda tutti gli attori chiave. Il sostegno finanziario per il lavoro dei comitati; - Le indagini e i programmi di ricerca su larga scala; - “The social index”, uno strumento di autovalutazione per le aziende utilizzato con successo da centinaia di aziende pubbliche e private; - Premi e riconoscimenti; - Varie iniziative/modelli di reporting non obbligatori; - Mercato del lavoro e implementazione di riforme in armonia con le esigenze delle aziende; - Database, diffusione di informazioni, annuari, ecc.; - Creazione del “The Copenaghen Centre” per la Responsabilità Sociale (internazionale) e del Centro per le Misure Occupazionali Attive (nazionali). Tra le iniziative recenti, ricordiamo: - La Conferenza della Presidenza dell’UE sulla CSR, 1992; - L’etichetta sociale (le società che raggiungono un punteggio elevato nell’Indice Sociale e verificato dagli esperti esterni hanno diritto ad utilizzare l’etichetta); - La terza generazione dell’Indice Sociale, oggi ancor più user-friendly e adatta alle piccole e medie imprese; - La nuova strategia CSR che sarà lanciata dal governo centrale nella primavera del 2004. 44 6. PROFILI NAZIONALI FINLANDIA 1. Promuovere la CSR In Finlandia, il dialogo multi-stakeholder è stato avviato due anni fa. Il Forum etico finlandese è operativo dal giugno 2001. Le società, le organizzazioni, i sindacati e i funzionari hanno creato insieme alla chiesa un forum per discutere le questioni inerenti l’etica aziendale e la responsabilità sociale delle imprese. Il forum si riunisce un certo numero di volte all’anno per approfondire un determinato argomento. Il principale obiettivo del Forum è quello di promuovere l’interazione tra le aziende, i consumatori e le organizzazioni, offrendo loro una sede idonea per discutere della responsabilità sociale delle imprese. Cerca di riunire diversi punti di vista, scambiare pensieri e, attraverso una collaborazione concreta, individuare nuove modalità per l’evolvere della responsabilità sociale delle imprese. Le discussioni nel Forum sono volte a favorire un’accresciuta consapevolezza sulle diverse aspettative e sui diversi obiettivi della responsabilità sociale che perseguono i membri del Forum. Per saperne di più, consultare il sito www.eettinenfoorumi.org/english.shtml. Il network Finnish Business & Society è stato creato nella primavera dell’anno 2000 su iniziativa di sette società e del National Research and Development Centre for Welfare and Health (STAKES). Il 4 novembre 2002, il Finnish Business & Society è diventata un’associazione costituita da 42 organizzazioni. Per le imprese che operano in diversi settori del business l’associazione è uno strumento di promozione della responsabilità sociale. Il Network crea una partnership tra le società, il settore pubblico, i cittadini e i consumatori per promuovere lo sviluppo sostenibile socialmente ed economicamente. Nella primavera 2002, la Finnish Business & Society ha sviluppato un kit di strumenti di CSR in Finlandia. Focalizzando sulle attività delle risorse umane e sul dialogo degli stakeholder, il kit presenta le pratiche ottimali correnti ma anche le sfide che l’utente deve affrontare nell’individuare modalità innovative di ottimizzazione delle pratiche. L’associazione è un partner nazionale della CSR EUROPE – il Network europeo di imprese per la CSR www.businessandsociety.net/index_en.html. Le imprese finniche hanno intrapreso un’azione congiunta, creando una rete per far progredire la responsabilità sociale nell’importazione. Attualmente, la rete è composta da 11 imprese che rappresentano sia le imprese industriali sia quelle commerciali. La Camera Centrale del Commercio finlandese coordina la cooperazione volontaria fra le imprese finniche. Le aziende che vogliono far parte del network devono aprire ai principi comuni sistematicamente nel lungo-termine per garantire la qualità etica dei propri prodotti. http://www.kauppakamari.fi/keskuskauppakamari/index.cfm 45 6. PROFILI NAZIONALI 2. Promuovere la trasparenza Nel gennaio 2003, l’ente contabile finnico (KILA) ha pubblicato una guida sul riconoscimento, sulla valutazione e sulla divulgazione delle questioni ambientali nei conti e nelle revisioni annuali. 3. Politiche di sostegno Sulla base del decreto governativo 335/ 2001, l’attuazione e la promozione dei principi OECD per le imprese multinazionali viene definita dal Comitato sugli Investimenti Internazionali e dalle Imprese Multinazionali (MONIKA). Il Comitato viene coordinato dal Ministero del Commercio e dell’Industria, ma è composto da molti altri funzionari ministeriali (Ministero del Lavoro, Ministero della Salute e degli Affari Sociali, Ministero dell’Ambiente, Ministero della Finanza, Ministero della Giustizia, Ministero degli Affari Esteri) e da altre organizzazioni del mercato del lavoro. Il Comitato è il punto di contatto nazionale (NCP) per il Comitato OCSE sull’investimento internazionale e sulle imprese multinazionali. Il Comitato si incarica della gestione più generale di questioni inerenti all’investimento internazionale e alle imprese multinazionali sia nell’ambito dell’avanzamento dell’internazionalizzazione sia nelle reti di accordi bilaterali e multilaterali (OECD, WTO, EU etc.). Sono state intraprese una serie di attività volte a promuovere le direttive OECD tra le aziende, i sindacati e le ONG. La Business Marathon Campaign, lanciata dai leader aziendali, dopo l’appello rivolto alle aziende da parte dei Capi di Stato europei al Summit Europeo nel 2000, promossa da CSR Europe, The Copenhagen Centre e dall’International Business Leaders Forum è arrivata in Finlandia il 9 ottobre 2002. Lo slogan della conferenza finnica era “L’azienda responsabile ha successo". La conferenza ha sottolineato il punto di vista pratico della CSR, che si manifesta nella pratica delle strategie e delle procedure. Il Finnish National Contact Point (Contatto Nazionale Finnico) è stato uno degli organizzatori congiuntamente al Ministero del Lavoro, al Ministero dell’Ambiente, Johnson&Johnson, KPMG, Taloussanomat e Finnish Business & Society. Nel seminario, l’NCP finnico ha organizzato un workshop dal titolo “Investimento etico in Europa – Cambiamenti e sfide”. Nell’aprile 2003 l’NCP finnico ha organizzato un seminario speciale sulla strategia europea per la responsabilità sociale e il ruolo pubblico nella promozione della CSR. Nel Seminario sono stati espressi pareri da parte della Commissione Europea, del governo inglese, dell’amministrazione pubblica finlandese, delle organizzazioni lavorative e aziendali e altre ONG in merito agli obiettivi del Forum multi-stakeholder dell’UE e altre sfide delle pubbliche autorità nella promozione della CSR. Inoltre, la finalità del seminario era quella di promuovere le linee guida e di fungere da forum di discussione per le diverse parti e fornire un feedback all’NCP finlandese, preparando un programma CSR governativo ad hoc. In termini di vita lavorativa, il Governo promuove le azioni volte a migliorare la professionalità, il benessere e le capacità dei dipendenti per gestire le problematiche inerenti alla vita lavorativa. Il Programma National Workplace Development (Sviluppo nazionale del Posto di lavoro) è a sostegno dei progetti che contribuiscono ai cambiamenti che migliorano la produttività e ottimizzano la qualità della vita lavorativa. Il programma sui lavoratori anziani è stato altresì implementato nel biennio 1998-2000. Dialogo sociale Oltre al dialogo multilaterale, la responsabilità sociale delle imprese può anche essere promossa bilateralmente. A tal proposito, il dialogo sociale tradizionale dei partner sociali 46 6. PROFILI NAZIONALI svolge un ruolo importante. Nel 2000, la Confederazione dei Datori di lavoro e dell’industria finnica (TT) ha pubblicato una guida sulla responsabilità sociale che contiene strumenti per l’autovalutazione e lo sviluppo delle imprese. Il settore costruttivo e le Bioindustrie finlandesi hanno per le aziende del proprio settore anche pubblicato i loro principi sulla responsabilità e l’etica aziendale. Nel 2000, gli assicuratori finlandesi hanno raggiunto un accordo su una serie di principi sulla responsabilità sociale. La proposta redatta alla Federazione delle compagnie di assicurazione finlandesi offre un quadro esaustivo della responsabilità sociale nel settore assicurativo in forma di domande autovalutative. Pratiche aziendali Numerose multinazionali di origine finlandese stanno utilizzando attivamente la responsabilità sociale aziendale nelle loro azioni in conformità ai principi OECD, degli standard lavorativi principali ILO e dell’UN Global Compact. Ad esempio, le seguenti grandi società sono note per l’applicazione delle misure sulla responsabilità aziendale: Elisa Corporation, Metso Corporation, Nokia, Sampo, Sonera e StoraEnso. In generale, l’industria forestale finnica è assai ben sviluppata nelle aree della protezione, ecogestione e uso efficiente dell’energia e delle materie prime. Nel settore commerciale, Kesko è una delle principali società in Finlandia con oltre 6200 milioni di Euro di vendite (al netto) e oltre 11,500 dipendenti nel 2001. La Kesko ha avuto un riconoscimento per il suo Kenvironmental Diploma Store Concept al Summit ONU dello sviluppo sostenibile a Johannesburg nell’agosto 2002. 47 6. PROFILI NAZIONALI FRANCIA 1. Promuovere la responsabilità sociale aziendale (CSR) Durante la presidenza francese del G8, sono stati attivamente promossi il Global Compact delle Nazioni Unite, le direttive OECD e la Dichiarazione ILO del 1998 sui principi e sui diritti fondamentali dei lavoratori. Il Presidente, nel 2003, ha personalmente incoraggiato le società francesi ad aderire al Global Compact. Infatti, da 30 che erano nel gennaio 2003 sono diventate 205 nel settembre 2003. È stato quindi costituito un Punto di Contatto Nazionale1 che ha contribuito al Global Compact con una donazione monetaria pari a 100.000 Euro. La Dichiarazione “Incoraggiare la crescita e promuovere un’economia di mercato responsabile” adottata dal G8 ad Evian incoraggia “le società ad agire di concerto con terzi per completare e incoraggiare l’implementazione degli strumenti esistenti” (le direttive OCSE e la dichiarazione ILO del 1998). Un meeting di alto livello degli Otto sull’occupazione, a Parigi, nel maggio 2003, ha consentito di scambiare informazioni sulla gestione dell’età e sul ruolo di ciascun stakeholder. La Francia si era già attivata durante il dibattito europeo sul libro verde nel 2001 a sostegno delle iniziative della Commissione. La Francia ha adottato una strategia nazionale per uno sviluppo sostenibile nel giugno 2003, costituendo un Consiglio Nazionale sullo sviluppo sostenibile che comprende 90 membri appartenenti ai gruppi principali della società civile (elaborazione e implementazione della strategia). Un gruppo di alto livello per lo sviluppo sostenibile è stato appositamente costituito per seguire le fasi dell’implementazione della strategia. Ogni dipartimento ministeriale ha nominato un alto funzionario responsabile dello sviluppo sostenibile. La strategia nazionale promuove la CSR verso il perseguimento di tre obiettivi: la creazione di un sistema di riferimento a livello nazionale; l’analisi delle pratiche; lo sviluppo dell’investimento socialmente responsabile (SRI). Essa definirà i mezzi finanziari per incoraggiare le società ad avviare le pratiche di sviluppo sostenibile. Il Ministero degli Affari Sociali, della Solidarietà e del Lavoro ha creato una missione trasversale per monitorare l’implementazione della strategia, per sviluppare l’osservazione delle pratiche, incoraggiare la complementarità e l’interazione dei diversi partner. PMI: sono stati eseguiti degli studi per valutare le modalità in cui le PMI tengono in considerazione lo sviluppo sostenibile e per promuovere l’interesse dei direttori delle PMI e il grado di coinvolgimento nella CSR. Il Circolo Etico per il Commercio Globale, una partnership pubblica-privata, organizzerà nel 2003 un forum interattivo con le PMI per adattare la CSR alle caratteristiche di queste società. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1 Il punto di contatto si occupa principalmente di facilitare gli scambi dei direttori generali sul Global Compact, il contributo alla globalizzazione e le relative buone pratiche. Il punto di contatto riunisce tutti i partner economici e incoraggia specialmente le piccole e medie imprese ad aderire al Global Compact. 48 6. PROFILI NAZIONALI 2. Promuovere la trasparenza Nel 2001 sono state votate due leggi per promuovere la trasparenza degli Investimenti Socialmente Responsabili e della CSR, tematiche di solito complementari. - La legge del 19 febbraio 2001 sui risparmi dei dipendenti: i fondi di risparmio dei dipendenti delineano le tematiche sociali, ambientali o etiche che devono essere tenute in considerazione dal gestore del fondo al momento della vendita o dell’acquisto di titoli, nonché i diritti relativi agli stessi. Un comitato intersindacale per i risparmi dei dipendenti (CIES) è stato istituito nel 2002 ed è stata assegnata un’etichetta ad alcune offerte di risparmi dei dipendenti. - La legge del 15 maggio 2001 sulle nuove normative economiche: per la prima volta, le società francesi quotate in Borsa devono inserire informazioni sociali ed ambientali nei loro rendiconti annuali. Un decreto definisce i criteri qualitativi e quantitativi di reporting. L’obiettivo è di incoraggiare in modo strategico le imprese nella creazione di strumenti necessari per valutare l’impatto sociale ed ambientale delle loro attività. Su richiesta dei tre ministri in carica, rispettivamente affari sociali, ambiente e economia, è stata decisa una valutazione di questa legge. La legge del 17 luglio 2001, che crea una riserva per il fondo pensioni pubbliche, stabilisce che la politica d’investimento del fondo deve considerare le implicazioni sociali, ambientali ed etiche. AFNOR, l’associazione francese per la standardizzazione, ha pubblicato un opuscolo sullo sviluppo sostenibile e responsabilità sociale delle imprese (SD 21000, 2003). Questa guida, scritta da tutti gli stakeholder, aiuterà le società a prendere in considerazione lo sviluppo sostenibile nella loro strategia e gestione. 3. Politica per la promozione della CSR Discriminazioni: - La Francia è attiva nel combattere la discriminazione. Nel quadro del programma governativo contro la discriminazione, al fine di prevenire le pratiche discriminatorie, è stato sottoscritto un accordo pubblico-privato dalla società ADECCO e da FASILD (Fondo per l’azione e il sostegno dell’integrazione e della lotta contro tutte le discriminazioni). - Il Dipartimento responsabile della parità e dell’uguaglianza professionale lancia una campagna di informazione, attraverso diversi canali, a favore dell’accesso da parte delle donne alla responsabilità e al processo decisionale, dell’uguaglianza professionale e di una migliore gestione del tempo nella vita. - Sta per essere istituita un’autorità amministrativa indipendente che si occupa di promuovere il trattamento paritario e di combattere la discriminazione. Potrebbe fornire un parere al settore pubblico o privato sui codici di pratiche ottimali e creare delle procedure di CSR. Il 13 novembre verrà organizzato a Parigi un meeting per discutere questi temi con la società civile. 49 6. PROFILI NAZIONALI Investire nelle risorse umane: Al fine di armonizzare le diverse parti e diffondere le azioni che incoraggiano la valorizzazione delle risorse umane e la qualità dell’occupazione, il Ministero del Lavoro organizza incontri con le imprese, con i partner sociali e con gli esperti per esaminare le pratiche e le nuove tendenze nel settore della formazione, della valorizzazione dell’esperienza, delle capacità e delle competenze e della gestione dell’età. È stato siglato un accordo nazionale tra tutti i partner sociali nel settembre 2003. Il governo ha promesso di presentare al Parlamento una legge che comprenderà le conclusioni dell’accordo. Quest’ultimo istituisce un diritto individuale alla formazione che può essere accresciuto e trasferito. Appalti pubblici: a partire dal marzo 2001, la legge francese sugli appalti pubblici autorizza l’inclusione delle considerazioni sociali e ambientali fra le clausole inserite nei contratti di appalti pubblici (art. 14). Una nuova riforma, al momento in fase di elaborazione, introdurrà lo sviluppo sostenibile e un ambiente di alta qualità nei criteri di assegnazione. Crediti all’esportazione: - linee guida OECD per le società multinazionali e per i crediti all’esportazione: le società francesi che chiedono i crediti all’esportazione o le garanzie di investimento vengono sistematicamente informati su questi principi. Queste informazioni vengono trasmesse mediante una lettera inviata dall’agenzia assicurativa che agisce a nome e per conto dello stato francese, COFACE, a ogni società unitamente a una lettera che le società devono sottoscrivere dichiarando “di essere state informate in merito ai principi enunciati nelle direttive”2. - Oggi COFACE utilizza le comuni metodologie ambientali adottate nel dicembre 2001 dall’ OCSE, e va addirittura oltre dal momento che COFACE ha stabilito alcuni principi guida settoriali (petrolio, dighe, stazioni termali) che comprendono la tutela delle popolazioni indigene. - Ai propri partner COFACE promette trasparenza sulle spese non produttive. Il punto di contatto nazionale francese, con una composizione interministeriale con tre strutture, promuove attivamente le direttive OECD e ha trattato numerosi casi nel 2002. Commercio etico: due nuove iniziative del settore pubblico ispirate dal libro verde: - - Nell’AFNOR, la creazione di un comitato per la standardizzazione del commercio equo. Tale comitato , che fa parte di un organismo indipendente, raggruppa tutti gli stakeholder (attori, distribuzione, clienti e governo) che elaboreranno un sistema di riferimento concordato per identificare le pratiche di commercio equo. Un fondo di solidarietà prioritaria viene appositamente stanziato per lo sviluppo delle quote di mercato delle organizzazioni di commercio equo al fine di consentire a un numero crescente di produttori e di lavoratori di migliorare i loro standard di vita (budget del ministero degli Affari Esteri, 5,6 milioni di euro su un periodo di tre anni). ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2 Il Canada, gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno adottato simili procedure informative. Altri membri del gruppo hanno deciso di seguire le stesse regole. 50 6. PROFILI NAZIONALI GERMANIA La Responsabilità Sociale delle Imprese è una questione di primaria importanza per il governo tedesco. Tuttavia, in termini di impegno sociale che coinvolge aziende oltre le norme di legge, è importante notare che esiste un sistema di regolamentazione molto rigido in Germania che lascia poco spazio per ulteriori attività. I partner sociali e le società individuali sono molto attive nel campo della CSR. Oltre a ciò, il Governo Federale ha fornito numerosi incentivi per le attività nel campo della CSR. Alcuni esempi sono di seguito elencati: Integrazione dei gruppi svantaggiati e qualità del lavoro 1 L’iniziativa “TeamArbeit” del governo federale lanciata nel giugno 2003 è finalizzata a unire le forze con le società e i singoli individui appartenenti a tutti i gruppi nella società per formare la più grande rete contro la disoccupazione in Germania. Esiste un sito web molto completo - www.teamarbeit-fuer-deutschland.de, che è stato appositamente progettato per raggruppare gli attori. Il lavoro dei media professionali (ufficio editoriale e agenzia di PR) è di assistere queste società e individui che hanno partecipato in diversi modi nella battaglia contro la disoccupazione e rendere noto il loro esempio nella pubblicità, nelle brochure e su Internet (vedi sopra). Inoltre, 50 giornate di azione a livello regionale vengono pianificate in Germania come forum per fornire informazioni, pareri tecnici e contatti. Inoltre, una rete di “esperti anziani” (ad esempio, i membri del personale che sono andati in pensione anticipatamente) sta per essere creato al fine di individuare siti di formazione e stage per i giovani. 2 Insieme ai partner aziendali e sociali, il Governo Federale ha lanciato una Campagna di Formazione 2003. Una campagna di marketing che include visite alle imprese da parte del Ministro dell’Istruzione al fine di catturare l’interesse pubblico e accrescere la consapevolezza della situazione, esortando il mondo aziendale ad assumersi le sue responsabilità. Ciò ha reso possibile l’incremento sostanziale dei momenti di formazione. 3 Il programma speciale “Sviluppo di siti di formazione” costituisce una misura specifica per la Germania orientale per ottimizzare i tempi delle aziende nell’offerta di formazione. Attualmente, 183 siti di formazione, totalmente finanziati dal Governo Federale, fanno parte delle organizzazioni della Camera. Fornendo assistenza pratica, solamente nel 2002, hanno incentivato le imprese a costituire circa 14.000 nuovi siti di formazione. 51 6. PROFILI NAZIONALI 4 Dal 1999, l’Ufficio per la Sponsorizzazione della Formazione include varie iniziative di aziende, fondazioni, associazioni e individui privati per creare siti di formazione professionale, pubblicizzandone gli esempi positivi. 5 Strumenti ausiliari quali le sovvenzioni a favore delle misure del piano sociale e le indennità di lavoro strutturali a breve termine contribuiscono all’adozione delle misure necessarie per l’adeguamento della manodopera nelle società che avviano processi di ristrutturazione che coinvolgono il management societario. Quest’ultimo si assume la responsabilità sociale apportando un contributo sostanziale alla previdenza sociale dei dipendenti interessati e/o verso le misure volte al reintegro che rientrano nelle politiche del mercato del lavoro. 6 Per migliorare la partecipazione dei disabili, le misure introdotte dal Governo Federale nella Legge finalizzata al Raggiungimento dell’Uguaglianza dei Disabili in vigore dal 1 maggio 2002, comprende le dichiarazioni di intenti. Le associazioni riconosciute possono prendere accordi autonomamente con le società o le associazioni delle società in merito a come e quando sarà effettivamente raggiunta la libertà dalle barriere (ossia la rimozione di tutti i tipi di ostacoli ad esempio di natura tecnica o strutturale anche nelle comunicazioni) . È stato creato un apposito registro di accordi di intenti. 7 Il programma “learning regions - promoting networks” è centrale nel programma di azione denominato “life-accompanying learning for all”. Quest’ultimo è volto ad accrescere l’interesse da parte dei gruppi svantaggiati ai programmi educativi oltre che delle persone che non hanno alcun rapporto con il mondo dell’istruzione. La creazione e l’espansione di network regionali viene altresì promossa; in tali network, l’impegno collaborativo del maggior numero possibile di partecipanti (insegnanti, alunni, aziende) è quello di realizzare progetti innovativi di apprendimento permanente (fino al 2006 probabilmente, 66 milioni di finanziamenti federali e circa 51 milioni da parte del Fondo Sociale Europeo). 8 Nel 2001, il Governo Federale ha lanciato il programma denominato “Nuova qualità delle iniziative lavorative” (INQA); riunisce i partner sociali, i fondi di previdenza sociale, il Länder, il Governo Federale e le società. Nel 2002 il Governo Federale ha promosso dei progetti pratici nel settore costruttivo allo scopo di prevenire lo stress lavorativo, incoraggiando al contempo l’insegnamento permanente. È stato lanciato un ampio dibattito pubblico sul futuro del lavoro, informazioni dettagliate sono disponibili al sito www.inqa.de. Nel 2003, ulteriori progetti pratici sono intesi primariamente ad accrescere l’intensità delle azioni congiunte da parte dei vari attori e a creare nuovi network. Il Governo Federale elargisce sovvenzioni in tale direzione. 9 Il programma quadro denominato “Progettazione di lavori innovativi – Futuro del Lavoro” (circa 83 milioni dal 2001 al 2005) è una misura del Governo Federale volta a fornire sovvenzioni per l’attività di ricerca e sviluppo finalizzata alla realizzazione di soluzioni di lavoro innovativo nell’ottica di un mondo lavorativo orientato alla persona (ad es. salute e sicurezza nei progetti lavorativi, gestione delle risorse umane, culture aziendali che migliorano l’innovazione). La questione relativa alla cultura aziendale è di vitale importanza per la performance e la competitività della Germania. Il concetto si basa sui principi secondo cui essa è volontaria, che la strategia aziendale è sostenibile e 52 6. PROFILI NAZIONALI che vi sia una partnership e una collaborazione tra gli stakeholder interni e quelli esterni. Un altro obiettivo è quello di una maggiore diffusione della CSR tra le PMI. 10 Il Governo Federale Congiunto/Länder Scheme “Miglioramento della struttura economica regionale” (supporto annuale del Governo Federale e Länder di 1 miliardo) è lo strumento primario di sostegno economico regionale e supporta anche le attività nel campo dell’apprendimento permanente con azioni di consulenza e supporto formativo, pareri tecnici e la formazione, di formazione del capitale umano, di ricerca applicata e sviluppo nelle aree strutturalmente deboli. Inoltre, promuove il telelavoro e il lavoro part-time, nonché il lavoro femminile nelle aree in cui la disoccupazione femminile è elevata. 11 Nel giugno 2002, il Ministero Federale dell’Economia e del Lavoro ha ricevuto il Certificato di Base per la sezione “Carriera e Famiglia” da parte della Fondazione non profit Hertie in virtù della sua politica orientata alle pari opportunità e alla consapevolezza famigliare. Il ministero cerca di utilizzare il proprio esempio per rendere questo strumento gestionale meglio conosciuto alle PMI. È stata anche pubblicata una brochure nella quale vengono enunciate le direttive per le PMI. 12 In stretta collaborazione con la Fondazione Bertelsmann e con il patrocinio delle associazioni industriali e dei sindacati, il Governo Federale ha aderito all’”Alleanza per la famiglia” per un periodo iniziale di 2 anni (2003-2005). È operativo un team lavorativo di individui selzionati e un budget congiunto. I concetti di organizzazione del lavoro e di orari lavorativi flessibili vengono studiati e integrati con raccomandazioni specifiche per la sua implementazione. Nel 2004 verrà organizzata una convention con governo e aziende (definizione del target, benchmarking, pratiche eccellenti), allo scopo di concludere accordi e impegni volontari entro la fine del 2004. Parallelamente a ciò, all’interno del governo federale è stato creato un ufficio per le “Alleanze famigliari locali” (tra comuni, aziende, associazioni, chiese, ecc.). Quest’ultimo dovrà prendersi cura dello scambio di informazioni e delle relazioni pubbliche e di suggerire eventuali nuove alleanze. Viene pubblicato sulla rete un manuale per raggiungere questo obiettivo. Inoltre, offre l’assistenza dello staff specializzato. 13 L’associazione che riunisce tutta l’industria tedesca ha acconsentito di chiedere ai propri membri di offrire forme e orari di lavoro flessibili per assicurare una migliore compatibilità tra famiglia e lavoro. Le associazioni industriali tedesche hanno concluso un accordo sulla promozione delle pari opportunità tra uomini e donne nel settore privato (buone pratiche, consulenza per le aziende, integrazione delle pari opportunità/ cordialità famigliare nei pareri sulla formazione e consulenza aziendale). La valutazione è pianificata per la fine del 2003. Settore ambientale 14 Nel contesto delle misure denominato “condizioni quadro per l’innovazione” (5 milioni in più in tre anni) e “strumenti societari” (15 milioni in più in 3 anni), il Governo Federale cerca di accrescere le responsabilità ambientali per coloro che formulano le politiche economiche e per le aziende. Vengono supportati progetti specifici, per es. sulla finanza verde o sul labelling (etichettatura). 53 6. PROFILI NAZIONALI 15 NAGUS - Il Comitato per gli standard sui principi della protezione ambientale nell’Istituto tedesco di standardizzazione (DIN). NAGUS è l’organismo DIN responsabile della standardizzazione dei principi interdisciplinari della protezione ambientale su scala nazionale, europea e internazionale. Il lavoro comprende i settori del labelling ambientale, della gestione ambientale, degli aspetti ambientali nello sviluppo del prodotto e gli audit ambientali. I membri del NAGUS provengono dal settore aziendale, scientifico, dalle associazioni ambientali, dagli enti ambientali, sindacati, controllo tecnico e consulenza. 16 Il Governo Federale supporta i Sistemi di Gestione Ambientale europei EMAS e ha incluso le attività corrispondenti nel piano di azione per la tutela dei consumatori (maggio 2003). Quale incentivo per l’introduzione di EMAS (Environmental Management System – Sistema di Gestione Ambientale) è stata adottata un’ordinanza che concede determinati privilegi alle aziende. Essa offre alle aziende privilegi nella supervisione ambientale, requisiti di reporting, incarichi di notifica in merito alle organizzazioni aziendali e adozione di relative misure. 17 Nel novembre 2000, il Governo federale e le aziende hanno siglato un accordo che contiene un impegno volontario da parte del settore industriale per il rispetto degli obiettivi di Kyoto fino al 2012, in riferimento a tutti i gas di Kyoto e, in taluni casi, con emissioni minime ancor più sfidanti da affrontare. L’accordo costituisce un ottimo esempio di collaborazione a lungo termine tra governi e aziende che rimuove il bisogno di regole burocratiche quali l’ordinanza per l’utilizzo del Calore o una verifica energetica. 18 Gli individui privati e le PMI possono anche ricevere sovvenzioni e prestiti a interessi bassi per l’investimento negli impianti di energia rinnovabile grazie al programma di incentivazione del mercato per l’energia rinnovabile del Governo Federale. 19 Inoltre, il Governo Federale supporta le PMI con i servizi di consulenza, ad esempio sui risparmi energetici e con eventi formativi. Iniziative relative allo sviluppo della cooperazione 20 Il Governo Federale ha lanciato un programma per “promuovere gli standard sociali ed ecologici nei paesi in via di sviluppo” (oltre 10 milioni). Chi opera nei paesi in via di sviluppo è in grado di migliorare nel tempo la vita delle popolazioni locali progettando e partecipando con strumenti volontari nel campo degli standard sociali e ambientali. I campi di azione sono: l’agricoltura ecologica, la certificazione nella selvicoltura e il commercio equo. 21 Inoltre, è stata creata una “Tavola Rotonda sui Codici di Condotta Aziendali” che ha visto la partecipazione di rappresentanti di vari ministeri, società, ONG, e partner sociali. Lo scopo è di migliorare gli standard lavorativi e sociali nei paesi in via di sviluppo attraverso i codici di condotta. 22 Nel contesto della partnership pubblica-privata (PPP), oltre 600 misure congiunte sono state adottate dal 1999 da parte del settore privato e della cooperazione allo sviluppo. Sono state sensibilizzate molte aziende sulle azioni socialmente responsabili: 54 6. PROFILI NAZIONALI - - con l’associazione per il commercio estero del settore dei commercianti tedeschi (AVE) e ai suoi membri, è stata promossa nei paesi scelti l’introduzione di un modello uniforme per migliorare le condizioni lavorative nei mercati che forniscono commercianti tedeschi. Per la prima volta, un codice di condotta per confermare gli standard sociali che coinvolgono più di una società è soggetto a una supervisione esterna; con l’Associazione tedesca del Caffè, le società multinazionali, le ONG e i sindacati, è stato stilato un codice di condotta sulla produzione, lavorazione e commercializzazione del caffè, successivamente implementata e monitorata in un fase pilota. Ciò avviene in un processo multi-stakeholder internazionale. 23 Più di 50 progetti singoli nel campo del commercio equo ed ecologico vengono promossi dal Governo Federale. 24 Il Governo Federale spenderà _6,5 milioni per promuovere la commercializzazione e il lancio sul mercato dei prodotti del commercio equo solidale nei prossimi tre anni nel quadro di un’iniziativa per raddoppiare questo tipo di commercio. 25 Per informare i consumatori sul commercio equo, il governo federale ha creato un apposito sito nel quale vengono presentate le aziende, le organizzazioni e i prodotti: www.oeko-fair.de. Iniziative principali 26 La CSR è solo un aspetto della più ampia strategia di sostenibilità adottata dal governo federale nell’aprile 2002. Attualmente è in fase di compilazione la prima relazione sull’avanzamento. Il concetto di strategia di sostenibilità descrive la natura dell’azione sociale e politica sostenibile, e si basa su un equilibrio tra le generazioni, la qualità di vita, la coesione sociale e la responsabilità internazionale. Gli obiettivi e gli indicatori comprendono la produttività energetica e la produttività delle materie prime, le emissioni, la percentuale di energia rinnovabile, la spesa pubblica e privata per la ricerca, l’istruzione, lo sviluppo, l’agricoltura, l’inquinamento dell’aria e le strutture per la custodia dei bambini. 27 Il network federale per la partecipazione civile implica la collaborazione tra il governo federale e i rappresentanti del Länder e le associazioni comunali, le società e le organizzazioni non profit al fine di sviluppare e implementare le misure intersettoriali per promuovere la partecipazione civile. Una serie di progetti sta operando sulla promozione della cittadinanza aziendale come forma specifica di CSR. 28 Nel quadro dell’iniziativa federale denominata “Società: partner della gioventù” (UPJ), il governo federale sta promovendo la creazione di un centro di eccellenza che si occupa in particolare di consigliare le PMI in merito all’assunzione delle responsabilità sociale. I servizi di UPJ comprendono la mediazione tra aziende e ONG il successivo sviluppo e diffusione della CSR attraverso la creazione di un network di società e di ambasciatori e grazie al lavoro di pubbliche relazioni e ad eventi ad hoc. 29 “Startsocial”ideato da McKinsey con il patrocinio del Cancelliere Federale è un concorso ideato per promuovere idee sociali ed ha all’attivo diversi progetti avviati da numerose società guidate con l’assistenza professionale di manager esperti di importanti 55 6. PROFILI NAZIONALI società, è promossa l’implementazione di progetti speciali e intensificata la rete di progetti e società.Tra i premi: consulenze tecniche da parte di esperti del settore aziendale, premi monetari e relativi eventi per raccogliere fondi o supportodi PR. 30 Con l’associazione degli industriali tedeschi, la rivista “Wirtschaftswoche” ha indetto il concorso “Libertà e responsabilità” con il patrocinio del Presidente Federale per documentare pubblicamente la consapevolezza della responsabilità aziendale nelle categorie delle piccole, medie e grandi aziende. Il premio viene assegnato per le attività nel campo dell’istruzione, della formazione, del lavoro giovanile, nel bilanciamento tra vita famigliare e lavorativa integrazione delle minoranze e il collegamento “intelligente” tra aziende ed ecologia. Sostegno per le attività internazionali 31 Il governo federale sostiene l’iniziativa “Global Compact”, presentata dal Segretario Generale dell’ONU, fra l’ONU e le aziende (attualmente hanno aderito quasi 1000 aziende in tutto il mondo di cui 17 tedesche). Il governo federale ha elargito un finanziamento iniziale per l’apertura dell’ufficio del Global Compact nella Segreteria dell’ Onu (finanziamento di un esperto per due anni e progetti individuali). Il secondo Global Compact Learning Forum con partecipanti delle Nazioni Unite, del mondo aziendale e scientifico di tutto il mondo si è tenuto a Berlino nel dicembre 2002 con il sostegno del governo federale e le aziende tedesche del Global Compact. 32. Il governo federale, le aziende e le organizzazioni dei dipendenti e le ONG hanno collaborato in modo costruttivo per la revisione dei “principi OECD per le imprese multinazionali”. I principi guida sono volontari. Il governo federale fa appello alle associazioni e alle aziende tedesche che operano all’estero affinché agiscano conformemente alle direttive OCSE. I governi promuovono l’applicazione delle direttive attraverso i “punti di contatto nazionali” e contribuiscono a dirimere le controversie che insorgono nell’applicazione delle direttive. Un gruppo di lavoro del punto di contatto nazionale sulle direttive OCSE coinvolge sia i ministri che i partner sociali e le ONG nelle attività da svolgere. 33. Recentemente, “un gruppo di lavoro sui diritti umani e sulle aziende” ha redatto una dichiarazione congiunta dal titolo “protezione internazionale e delle attività commerciali”. La dichiarazione congiunta è stata sottoscritta dai rappresentanti del governo federale, la Federazione delle Industrie Tedesche, la Confederazione delle Associazioni dei Datori di lavoro tedeschi e la Federazione dei sindacati tedeschi oltre al Forum dei diritti umani e le associazioni VENRO e ONG. 56 6. PROFILI NAZIONALI IRLANDA Il Dipartimento dell’Occupazione e del Commercio ha pubblicato la propria Strategia sullo Sviluppo Sostenibile nel 2003, inserendo un nuovo obiettivo strategico sulla Responsabilità Sociale Aziendale. L’implementazione di tale strategia è già stata avviata, e al momento sono allo studio alcune misure per migliorare la capacità delle imprese a muoversi in direzione delle pratiche di gestione sostenibile. Enterprise Ireland, l’Ente di Sviluppo per le imprese locali, attualmente è impegnato in due iniziative di primaria importanza – il “Progetto di Gestione Ambientale”, che fornisce supporto finanziario alle aziende clienti di Enterprise Ireland per assistere e formare il management nella realizzazione e applicazione operatività del sistema gestionale ambientale. Il programma “Prodotti Superiori dal punto di vista ambientale”, volto a incoraggiare le società a ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti e ad offrire un sostegno economico al cliente che produce le PMI. Le partnership nazionali e locali che coinvolgono rappresentanti delle organizzazioni che operano nel settore pubblico e privato e le autorità pubbliche si stanno maggiormente rafforzando in risposta all’esclusione sociale. Un esempio è costituito dall’ Area Development Management Ltd che è responsabile dell’attuazione di misure di sviluppo locali finalizzate alla risoluzione di problemi legati all’esclusione sociale e alla creazione di programmi che coinvolgono le società locali. Secondariamente, il Forum Nazionale Sociale ed Economico che è composto dalle aziende, dai sindacati, dalle organizzazioni del settore agricolo e delle comunità cerca di aiutare a sviluppare il consenso nazionale sulle iniziative politiche sociali ed economiche. Il Governo irlandese ha contribuito alla creazione della Fondazione – patrocinata dalla aziende – per Investire nelle Comunità e nelle Business in The Community Irlanda allo scopo di incoraggiare le aziende a rendere la CSR e l’impegno per la comunità parte delle loro normali pratiche aziendali, incoraggiando al contempo la filantropia. La Fondazione, attraverso Business in the Community - Ireland, opera su una serie di programmi che raccordano le competenze aziendali e i bisogni della comunità. 57 6. PROFILI NAZIONALI ITALIA Promuovere la CSR Nel 2002 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha cominciato a sviluppare un progetto nel campo della CSR, denominato CSR-SC (Corporate Social Responsibility – Social Commitment) e presentato ufficialmente il 13 dicembre 2002 a Milano. Il Progetto CSR-SC vuole essere un contributo concreto del Governo italiano al dibattito sulla Responsabilità Sociale delle Imprese (CSR). La finalità del Progetto è quella di promuovere la cultura della CSR e le best practices tra le imprese; definire un set di indicatori semplice, flessibile e modulare; assistere le PMI nello sviluppo delle strategie di CSR; tutelare i consumatori sulla veridicità delle campagne di comunicazione sulla CSR. Con questa iniziativa, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha dato un forte contributo al dibattito anche in Italia. Infatti, con il Progetto CSR-SC, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha sollecitato l’organizzazione di dibattiti e seminari sul tema, contribuendo a diffondere il concetto di CSR tra le imprese italiane, le Organizzazioni Non Governative (ONG), i sindacati e le istituzioni. La Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, inoltre, ha collocato la CSR tra le sue priorità ed organizza la Terza Conferenza Europea sulla CSR. Promuovere la trasparenza Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme con l’Università Bocconi, dopo aver avviato una serie di consultazioni con i principali stakeholder, esaminato le pratiche internazionali di maggior successo e infine realizzato una prima indagine condotta su circa 400 imprese italiane, intende offrire il proprio contributo allo sviluppo di linee guida e di criteri di autovalutazione, misurazione, rendicontazione delle performance in ambito di CSR. Dal novembre 2003, a due anni dalla presentazione del progetto CSR-SC, grazie al contributo di Unioncamere, sarà disponibile un’ampia ricerca ,eseguita su un campione di circa 4.000 imprese (piccole, medie e grandi), basata sulla realizzazione di interviste al management per verificare il grado di conoscenza della CSR. Queste attività, insieme con un Test pilota realizzato su un numero significativo di imprese, sono state fondamentali per la formulazione di un Set di indicatori semplice, flessibile e modulare, utilizzabile dalle piccole, medie e grandi imprese, e per la realizzazione di linee guida che possono essere utilizzate dalle aziende, su base volontaria, per poter auto-valutare la loro stessa performance in ambito CSR. Inoltre, il Set di indicatori può essere utilizzato per la preparazione del Social Statement che segue il sistema di linee guida proposto. In questo modo le aziende potranno rispondere alle esigenze di informazione degli stakeholder, dimostrare la capacità di sviluppare una politica sociale attiva nel mercato e nella comunità, prendere parte ad alcune iniziative promosse dal Governo. 58 6. PROFILI NAZIONALI Politiche di sostegno della CSR Attualmente è in corso il dibattito sul sistema premiale. In particolare, le misure specifiche comprendono la legge delega fiscale di recente approvazione, il cui articolo 3 fa riferimento alle defiscalizzazione in materia di elargizioni effettuate da privati, quindi, anche dalle aziende, su una serie di temi tra cui il sociale e la famiglia. Inoltre, al momento è in fase di approvazione la riforma previdenziale conformemente alla quale sarà smobilizzato il TFR maturando che sarà immesso nel mercato dei fondi pensione integrativi per un importo di diversi miliardi di euro all’anno. L’obiettivo del Governo è quello di sviluppare dei fondi pensione etici, ossia fondi che investano solo in imprese socialmente responsabili, una pratica molto più diffusa nei paesi del Nord-Europa e soprattutto in Inghilterra. Per ulteriori informazioni www.welfare.gov.it 59 6. PROFILI NAZIONALI PAESI BASSI Disposizioni Ministeriali Ogni ministero ha le proprie competenze riguardo alla CSR. Il Ministero degli Affari Economici svolge il ruolo di coordinatore in quanto il Ministro del Commercio, (Ministero degli Affari Economici), è il coordinatore per la CSR all’interno del Consiglio dei Ministri. Il Ministero ha provveduto a creare la piattaforma per lo scambio di opinioni tra i diversi ministeri. Tutti gli altri Ministeri sono invitati a partecipare a tali riunioni. In particolare sono molto attivi i seguenti ministeri: il Ministero della Cooperazione allo Sviluppo; il Ministero dell’Ambiente; il Ministero degli Affari Sociali; il Ministero dell’Agricoltura, Natura e qualità del cibo; il Ministero degli Interni; il Ministero della Salute, del Welfare e dello Sport; il Ministero dei Trasporti, dei Lavori Pubblici e della Gestione Idrica. Ciò fa sì che le politiche CSR nei Paesi Bassi siano la vera espressione di esigenze sociali, ambientali, ed economiche. Il dibattito nei Paesi Bassi La CSR ha avuto grande attenzione da parte della società civile, dei media e del parlamento olandese. Di seguito sono elencati alcuni degli elementi al centro della discussione nell’ultimo anno: - regolamentazione oppure volontarietà; - trasparenza/redazione di relazioni annuali; - fornitori e CSR; - dialogo tra gli stakeholder; - arricchimento personale/integrità dei manager/direttori generali; - questioni contabili; - condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo. Tali questioni sono state dibattute nell’ambito di conferenze e di pubblicazioni. In alcuni casi l’attenzione dedicata dai media a uno specifico comportamento di un’azienda o di un settore ha portato a successive interrogazioni parlamentari. Nei Paesi Bassi, quindi, il dibattito sulla CSR è molto vivo. Per facilitare il dibattito e promuovere attivamente la CSR, il governo olandese ha stabilito una strategia che è contenuta nella relazione presentata dal Consiglio Socio-Economico, su richiesta del governo nel 2000: “Responsabilità Sociale Aziendale, l’approccio olandese”. In base a tale relazione sono stati stabiliti i principi per le politiche CSR degli ultimi anni. Il governo recentemente eletto svilupperà nuove politiche per promuovere e agevolare la CSR. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1 Nei Paesi Bassi, il dibattito sulla Responsabilità Sociale delle Imprese (CSR) comprende tematiche sociali, ambientali ed economiche. La parola ‘sociale’ della sigla viene intesa in senso ampio. 60 6. PROFILI NAZIONALI Filosofia generale: Il Governo come agente di cambiamento Né leggi, né regolamenti. Né atteggiamenti accusatori né grandi capitali. I Paesi Bassi percorrono altre strade per promuovere la partnership. È il governo ad agire come fautore del cambiamento, mettendo le varie strutture in contatto e invitandole ad una cooperazione innovativa. È quindi necessaria una struttura solida che permetta uno scambio di idee. Per questo motivo, il governo olandese ha intrapreso un dialogo costruttivo tra i ministeri e con la società civile (settore aziendale, sindacati e ONG). Temi principali Incrementare una consapevolezza diffusa - Programmi di ricerca. La maggior parte dei Ministeri coinvolti svolge ricerche di supporto nel proprio campo di competenza. Ad esempio, sono stati attivati due programmi intradipartimentali: 1) Programma Universitario di Ricerca CSR. Non bastano le buone intenzioni, la CSR deve essere anche realizzabile, affinché le politiche siano in linea con i principi è necessaria l’esperienza pratica. 2) Iniziativa Nazionale per lo sviluppo sostenibile (in seguito a Johannesburg). Lo scopo di questo programma è la condivisione di esperienze e di strategie sostenibili tra le aziende. - Sono state sollecitate, da parte di più Ministeri, partnership tra autorità locali e imprese con un’attenzione particolare ai programmi ambientali e di occupazione locale. - In collaborazione con gli stakeholder, il governo olandese organizza numerose attività (interattive) sul tema CSR: ad esempio, il “CSR Stimulation Award” per imprese dei settori agroindustriale e alimentare. Trasparenza Il governo olandese crede nel mantenere contatti stretti con le ONG e con gli altri intermediari ed è disponibile alle iniziative delle organizzazioni civili. Per mantenere un dialogo tra gli stakeholder è necessaria una piattaforma comune in cui ci sia spazio per le imprese, i sindacati, le organizzazioni intermediarie, i fondi pensione e le ONG. Nonostante il dialogo sia già sviluppato, vi è ancora bisogno di discussioni più specifiche. Il dibattito avrà diversi temi e protagonisti. Ad esempio, il Ministero dell’Economia sostiene la piattaforma CSR delle ONG che ha formulato il quadro di riferimento per il dialogo con il settore aziendale. In collaborazione con diverse industrie alimentari, il Ministero dell’Agricoltura, della Natura e Qualità del Cibo ha fondato la “Platform Transparency and ICT” per rendere più trasparente la catena di approvvigionamento olandese nel settore Alimentare. Il Ministero dell’Ambiente affronta puntualmente la questione CSR negli incontri con i rappresentanti delle aziende e le ONG. Nell’ottobre 2003 il Council for Annual Reporting ha redatto un report di consulenza sulla necessaria stesura di Rapporti Sociali Annuali. Tale report stimolerà una maggiore qualità delle Relazioni Annuali nei Paesi Bassi. Il Ministero dell’Ambiente ha già predisposto gli strumenti per la stesura di relazioni ambientali. 61 6. PROFILI NAZIONALI Partnerships - Il Governo olandese crede nell’importanza di stimolare la collaborazione tra il settore privato olandese e le sue controparti per operare nei paesi in via di sviluppo, di sviluppare la partnership come base per le iniziative CSR e di lotta contro la povertà. Ciò sarà un elemento fondamentale nei programmi di missione commerciale. (Per promuovere tale idea nelle missioni commerciali, il Ministero del Commercio e il Ministero della Cooperazione allo Sviluppo hanno intrapreso una missione congiunta in India lo scorso anno). - Il Ministro dell’Economia e il Ministro della Cooperazione allo Sviluppo stanno delineando una strategia per la riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo (OTA). Gli strumenti più efficaci sviluppati in tale area sono la partnership e la CSR. - Il Ministro della Cooperazione allo Sviluppo incentiva la promozione e l’implementazione della CSR nei paesi in via di sviluppo. Viene dato sostegno alle ONG e ai sindacati per accrescere la consapevolezza della CSR all’interno della propria rete di partner nei paesi in via di sviluppo. Il Ministero inoltre, sostiene i progetti che favoriscono il commercio equo e solidale come l’Organizzazione del Commercio Equo Solidale o i Workshop. Condurre un’attività all’estero - Un numero sempre maggiore di imprese si impegna in attività all’estero e ha quindi spesso la possibilità di trasformare i problemi in opportunità lavorative. In tale ambito le linee guida dell’OECD per le imprese multinazionali hanno un ruolo fondamentale. Il governo olandese li considera un insieme affermato di principi sulla condotta aziendale responsabile. - Per informazioni riguardo all’utilizzo delle linne guida dell’OECD ci si può rivolgere al National Contact Point. Nei Paesi Bassi, il NCP è un comitato intradipartimentale presieduto dal Ministro dell’Economia. L’NCP organizza incontri con le parti sociali (business community e organizzazioni di lavoratori) e le ONG. Tali incontri forniscono lo stimolo per il posizionamento dei Paesi Bassi nell’OECD (il sito dell’NCP è www.oesorichtlijnen.nl). - La Camera di Commercio di Utrecht ha reso pubbliche le linee guida dell’OECD con un CD-ROM rivolto al comparto aziendale. - Ogni impresa che richiede sussidi all’esportazione riceve dal Ministero dell’Economia una brochure sulle linee guida dell’OECD. Ogni richiesta di assicurazione del credito all’esportazione deve necessariamente essere accompagnata da una dichiarazione di conoscenza dei principi dell’OECD. Inoltre, le proposte di progetto devono essere accompagnate da alcune note sulle condizioni di lavoro, sulle politiche anti-corruzione e sui rischi ambientali del progetto. - Lo scorso febbraio il Ministero dell’Agricoltura, ha organizzato, in collaborazione con l’OECD, una conferenza dal titolo “Cambiamento delle Dimensioni dell’Industria Alimentare: riflessione sulle politiche da adottare” in cui il tema centrale è stato la CSR. Comportamento del governo - Il governo ha il dovere di dare il buon esempio. Dopo tutto, il governo compra prodotti e servizi e assegna regolarmente lavoro a risorse esterne. Nonostante l’acquisto etico e l’assegnazione del lavoro a risorse esterne da parte del governo siano ancora in fase embrionale, si stanno sviluppando nuove politiche. - il Parlamento viene informato ogni anno sulle attività di CSR. 62 6. PROFILI NAZIONALI Azioni di altri stakeholder nei Paesi Bassi Vi sono altri stakeholder che hanno un ruolo importante nella promozione della CSR. Rappresentanti della business community Nei Paesi Bassi varie imprese multinazionali sono protagoniste del dibattito sulla CSR e sono un esempio dell’utilizzo aziendale della CSR. Le organizzazioni imprenditoriali tentano di stimolare le imprese meno in vista e le PMI a seguire questo esempio. Rappresentanti Sindacali I sindacati sono coinvolti nel dibattito su linee guida dell'OECD e hanno richiesto al National Contact Point di esaminare alcuni casi specifici. Il sindacato (FNV) ha organizzato un seminario sulla CSR rivolto ai rappresentanti sindacali. ONG - I gruppi di ONG hanno intuito che un loro coordinamento avrebbe favorito la discussione delle tematiche da loro proposte nell’incontro con il governo. Hanno costituito una ‘piattaforma CSR’, coordinata da SOMO e a cui partecipa gran parte delle ONG olandesi. Il loro primo progetto è stato una brochure su ogni tipologia di iniziativa CSR (sito Web della ‘piattaforma CSR’ www.mvo-platform.nl “publications”) ed è disponibile in inglese, francese, spagnolo e portoghese. - Inoltre le ONG partecipano alle iniziative internazionali dell’osservatorio OECD, un approccio più coordinato della comunità delle ONG internazionali che consente loro di essere coinvolti nella discussione sui principi direttivi dell’OECD. - Gli “Amici della Terra” olandesi (Friends of Earth - FOE [Milieudefensie]) hanno elaborato un manuale per le ONG (nei paesi OECD e nei paesi in via di sviluppo) contenente linee guida OECD e la spiegazione delle procedure del NCP. Tale progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e dal Ministero della Cooperazione allo Sviluppo. FOE ha organizzato in collaborazione con IRENE (una ONG olandese) un seminario per le ONG e per i sindacati dei paesi in via di sviluppo. 63 6. PROFILI NAZIONALI PORTOGALLO Politiche Pubbliche per la Responsabilità Sociale Aziendale in Portogallo Piccole e medie imprese dominano il tessuto imprenditoriale portoghese. Essendo questo un settore diversificato, lo sviluppo di pratiche socialmente responsabili dipende in gran parte dall’amministrazione pubblica e dalle misure adottate. Le normative sulla responsabilità sociale emergono dal ruolo chiave del dialogo sociale, dagli accordi stabiliti tra lo Stato e i Partner Sociali, dall’informazione, dalle iniziative di sensibilizzazione e dalle attività di controllo pubblico che verificano l’applicazione delle leggi. Su un altro livello, lo stesso obiettivo è raggiunto da politiche pubbliche volte all’istituzione di alcune proposte legislative, tra cui il nuovo diritto annuale minimo stabilito per la per la formazione lavorativa all’interno del Codice del Lavoro. Una prassi di responsabilità sociale viene anche ottenuta attraverso programmi d’incentivazione che possono rientrare o meno nel contratto. Tali programmi riguardano ambiti quali: l’assistenza nella ricerca di impiego a persone disabili o con ridotte capacità lavorative; l’eliminazione di stereotipi di sesso e quindi una maggiore attenzione alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa; l’incentivazione della mobilità tra le imprese e di programmi d’unità di Ricerca e Sviluppo. I fattori di rischio per la salute pubblica presenti in ogni azienda sono analoghi a quelli affrontati da Salute e Sicurezza sul Lavoro e preoccupazioni ambientali. In questo campo, troviamo incentivi che premiano una buona prassi aziendale, oltre naturalmente a misure disciplinari che prevengano i rischi connessi alle attività dei diversi modelli d’impresa. Questi sono alcuni degli strumenti utili a favorire la competitività delle piccole e medie imprese. Sono le attività dello Stato e le sue politiche pubbliche che devono garantire la coerenza tra le politiche stesse e lo sviluppo di pratiche socialmente responsabili in società che promuovono la qualità sul posto di lavoro. 64 6. PROFILI NAZIONALI SPAGNA Il Comitato di Consulenza Tecnica Il 17 Dicembre 2002 il Congresso dei Rappresentanti spagnolo ha approvato una risoluzione non-vincolante per indurre il Governo a creare un Comitato di Consulenza Tecnica di esperti che elaborasse uno studio sulla Responsabilità Sociale delle Imprese. Sotto questo mandato il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha incaricato un comitato che potesse definire un quadro, ampio e flessibile, nel quale delineare le peculiarità della Responsabilità Sociale delle Imprese. Tale comitato è composto di esperti provenienti dal settore aziendale, accademico e da quello del no-profit. Le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella relazione del Comitato avranno un’influenza decisiva nella messa a punto delle politiche nazionali a favore della CSR. Perché si ottenga un approccio partecipativo di tutti gli stakeholder, a questo studio parteciperanno le Comunità Autonome, il Parlamento, agenti sociali, i Consigli Economico e Sociale oltre alle ONG. La relazione sarà pubblicata dal Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali. La Relazione Aldama e le sue conseguenze In seguito alle raccomandazioni emerse dalla relazione, il parlamento ha avanzato due proposte di legge che modificherebbero la Legge sulle Società Anonime e la Legge sulla Borsa Valori come presenti nella Legge 26/2003 del 17 Luglio -la cosiddetta Legge ‘Trasparenza’allo scopo di: Aumentare considerevolmente il senso di responsabilità degli amministratori; Aumentare il livello di protezione dei piccoli investitori; Stabilire nuovi requisiti di trasparenza per le aziende derivanti dall’approvazione delle citate leggi. Tra le misure adottate, le più significative sono: - L’obbligo di rendere pubblico qualsiasi accordo raggiunto tra imprese le cui azioni sono vendute pubblicamente. Se si intende modificare i diritti di voto dei piccoli investitori, questi cosiddetti patti “para-sociali” devono essere comunicati alla Commissione Nazionale della Borsa Valori (CNMV), all’impresa stessa e al Registro Mercantile. - L’obbligo di fornire una relazione annuale di gestione aziendale che valuti le strutture e le pratiche di “buona” gestione. Tale relazione dovrebbe essere presentata alla Commissione Nazionale della Borsa Valori e depositata presso il Registro Mercantile per essere reso pubblica. Sarà il CNMV l’organismo responsabile del controllo e della supervisione del rispetto o meno delle regole di “buona” gestione. 65 6. PROFILI NAZIONALI Difesa della Concorrenza Il governo ha adottato le misure necessarie a modificare le normative esistenti di modo che le relazioni del Tribunale di Difesa della Concorrenza siano pubblicati prima che il Consiglio dei Ministri prenda la sua decisione. L’intento di tali misure è di aumentare le certezze nei processi di autorizzazione di concentrazione aziendale. La Legge sulla Beneficenza La legge 4/2002 sulla regolamentazione fiscale per gli enti senza scopo di lucro e sugli incentivi fiscali per la beneficenza è stata concepita per incentivare la collaborazione di privati nella realizzazione di obiettivi di pubblico interesse, assecondando la crescente tendenza di privati a promuovere attività senza scopo di lucro che rispondono a esigenze di natura pubblica e generale. Gli enti senza scopo di lucro, le cui entrate sono esentasse e il cui fatturato non supera i 100.000 euro, saranno esentati dal presentare una dichiarazione fiscale aziendale. In Spagna sono state approvate una serie di misure che anche indirettamente favoriscono la CSR: la Legge sulle Associazioni, la Legge sulle Fondazioni e la Legge sulle Nuove Imprese che mirano a migliorare le condizioni per gli impiegati e per i clienti e a conciliare vita lavorativa e familiare. Con le norme in esso contenute, i Piani di Occupazione Nazionale costituiscono uno stimolo per l’assunzione di persone svantaggiate nel mercato del lavoro e per la formazione continua che spesso prevede la collaborazione del settore aziendale (tirocinio e formazione dei lavoratori). Nei processi di cambiamento si tiene conto di alcuni aspetti dello sviluppo locale per assicurarsi che la responsabilità sociale d’impresa sia centrata su strategie di occupazione e di sviluppo locale. - Moduli per Incentivare una Coscienza Ambientalista, che includono formazione complementare nell’ambito del Piano Nazionale di Formazione e di Collocamento Professionale. - Corsi di Sicurezza e d’Igiene sul posto di lavoro per le diverse professioni. - Strutture di assistenza all’infanzia nelle sedi di alcuni Ministeri. - Un assegno mensile di 100 euro alle donne lavoratrici con figli di età inferiore ai 3 anni. - Strutture di assistenza all’infanzia presso gli impianti industriali. - Il Progetto e-Europe: l’Unione Europea on-line per tutti i cittadini. Il progetto, che mira a rendere la società d’informazione una realtà di cui possano beneficiare tutti e quindi a minimizzare il digital gap, è stato finanziato da alcune imprese private in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Cultura. - Il programma “Optima”, promosso dal MTAS, definito dalla UE “una buona pratica” nel campo delle pari opportunità. Il programma consiste nello stabilire pari opportunità per uomini e donne come propria strategia di gestione aziendale, attraverso un Piano contro le Discriminazioni che definisca le misure necessarie allo scopo. Una volta elaborato, il Piano viene valutato e l’impresa ottiene – o meno – la certificazione ministeriale di “Ente Collaborante per le Pari Opportunità tra Uomini e Donne”. Ad oggi sono 56 le imprese che hanno partecipato alla nuova strategia e 26 quelle che hanno ottenuto la certificazione. - Formazione continua, con la partecipazione di imprese e amministrazioni pubbliche. - Un Codice di buona prassi. Tra gli sforzi del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali in questo campo ricordiamo alcune pubblicazioni del 2000: la “Guida per una buona prassi nella tutela della Salute e dell’Igiene sul Lavoro: la Maternità”, la guida tuttora in preparazione “Sicurezza e Salute nell’Edilizia: i rischi di cadute dall’alto”, il “Manuale di buona prassi ambientale per i settori dell’Agricoltura, dell’Edilizia e dell’Industria”. I tre testi hanno usufruito del supporto finanziario della Commissione Europea, sempre attenta a tali iniziative. 66 6. PROFILI NAZIONALI - Persone Disabili. Indubbiamente, le società di telecomunicazioni si stanno adoperando per eliminare le barriere e quei fattori che impediscono a persone con disabilità fisiche o mentali di accedere ai loro servizi. In questa ottica va visto il Mandato del 21 Dicembre per lo sviluppo di un servizio di telecomunicazioni universale, che è vincolante per Telefónica in quanto gestore principale. Grazie ad accordi tra Telefónica e l’Organizzazione Nazionale delle Persone Non-vedenti (ONCE) o tra Telefónica e MTAS sono state attuate una serie di misure: - Per non-vedenti o persone con seri disturbi della vista è previsto: un servizio gratuito 11818 di informazioni telefoniche, l’utilizzo del Braille e di caratteri grandi per le bollette e pubblicità o servizi di informazione gratuite per il cliente. - Per utenti non-udenti o con serie difficoltà di udito: tariffe di traffico locale per qualsiasi tipo di telefonata entro i confini nazionali se effettuate o dirette a telefoni a terminale video. Nel settore audio-visivo, il Governo e gli operatori hanno mostrato un’attenzione particolare alle difficoltà delle persone con problemi di udito, introducendo metodi alternativi per facilitare l’accesso a programmi televisivi che gli sarebbero altrimenti preclusi. Il numero di ore di programmazione televisiva dotata di sottotitoli è aumentato progressivamente sia sui network privati che pubblici. Nel concedere autorizzazioni per nuovi programmi televisivi, l’amministrazione competente ha valutato molto positivamente i programmi sottotitolati diretti alla comunità non-udente. - Accordi, campagne e premi. Riconoscendo l’importanza di promuovere la CSR perché si diffonda una consapevolezza diffusa negli ambienti lavorativi e nella società stessa, l’amministrazione spagnola ha intrapreso diverse iniziative: - Il Ministero dell’Economia, della Scienza e della Tecnologia ha creato il Premio “Principe Filippo per l’Eccellenza Aziendale” per premiare le imprese per la loro competitività e l’attenzione che prestano alla qualità. - Nel 2001 il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha stretto una collaborazione con una Fondazione con lo scopo di incoraggiare le imprese a realizzare programmi di azione sociale. Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha istituito una serie di premi sulle tematiche della CSR: - Un premio che promuove l’equilibrio tra lavoro e vita privata chiamato il “Premio dell’Impresa Flessibile”. - L’assegnazione del premio è stata accompagnata dalla campagna “Verso un equilibrio lavoro/vita familiare”. - Il Premio “Infanta Cristina” per l’Azione Sociale Aziendale, che premia i progetti di integrazione sociale. - Il Premio per la Sensibilità aziendale alle Famiglie. - Tra le iniziative private ricordiamo i premi creati dalla Fondazione Impresa e Società che interessano tre aree: - Integrazione delle persone con difficoltà; - La migliore iniziativa sociale intrapresa con particolare attenzione verso le persone disabili in collaborazione con gli impiegati; - La migliore iniziativa sociale supportata da prodotti e servizi. 67 6. PROFILI NAZIONALI SVEZIA Grazie alla promozione attiva della responsabilità sociale delle imprese, due fondamenti della politica svedese si sono strettamente legati: - Una politica commerciale attiva per un commercio maggiormente aperto e libero. - Una politica estera che enfatizza fortemente l’importanza dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile. Il lavoro viene portato avanti a diversi livelli e in diversi ambienti: 1. Partnership Svedese per la Responsabilità Globale Il governo svedese ha invitato la business community a partecipare all’iniziativa chiamata Partnership Svedese per la Responsabilità Globale. L’iniziativa è stata presentata il 7 Marzo 2002 dal Primo Ministro e ha lo scopo di incoraggiare le imprese svedesi ad agire come ambasciatori dei diritti umani e della lotta alla corruzione nel mondo, e come fautori di un ambiente sano. Il punto di partenza è fornito dai principi direttivi OCSE per le Aziende Multinazionali e dai principi fissati nel Global Compact delle Nazioni Unite. Le imprese possono aderire al Partnership Svedese per la Responsabilità Globale attraverso una richiesta scritta nella quale sottoscrivere i principi OECD e i nove principi del Global Compact e dovranno inoltre fornire un esempio del proprio lavoro su tali temi. La loro avvenuta adesione viene resa nota sul sito del Ministero in cui viene inserito il nome dell’azienda e il tipo di attività che essa svolge. A partire dal mese di settembre hanno aderito al Partnership Svedese per la Responsabilità Globale le seguenti imprese: ICA, Löfbergs Lila, the Body Shop, Folksam, H&M, OM AB, ITT Flygt, Vattenfall, KAP e SWECO. La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale è un’entità la cui funzione è quella di portare chiarezza nel dibattito, esaltare i buoni esempi e aiutare le parti in causa ad imparare gli uni dagli altri. Deve inoltre facilitare la coordinazione su una serie d’attività nell’ambito della CSR all’interno dei Servizi Governativi. Le attività includono: - Seminari mensili in cui dibattere e diffondere informazioni su come le linee guida e i principi possano essere messi in pratica; - Incontri tra gruppi con differenti interessi per favorire lo scambio di esperienze; - Studi su questioni specifiche; - Sostegno alle aziende associate in alcune situazioni specifiche; - Corsi di formazione sul quadro delle norme internazionali e sulla loro applicazione al livello della singola impresa; - Un forum in cui discutere diversi punti di vista e diverse proposte su come sviluppare le politiche nazionali ed internazionali. 68 6. PROFILI NAZIONALI Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: www.ud.se/ga Il National Contact Point per le linee guida OECD Dal 1979 la Svezia porta avanti un dialogo continuo con i partner sociali sull’argomento della Responsabilità Sociale Aziendale, come parte del lavoro svolto secondo le linee guida OECD per Aziende Multinazionali. Il National Contact Point svedese (NCP) è un corpo tripartito in cui sono presenti rappresentanti del Governo, del settore aziendale e del mondo del lavoro. L’NCP è diretto dal Ministero degli Affari Esteri. I membri dell’NCP partecipano regolarmente a seminari e conferenze in cui discutono gli orientamenti e l’operato dell’NCP con le ONG e altre parti interessate. Il Governo si è incaricato della diffusione di un manuale sulle direttive ai membri della business community, alle ambasciate svedesi, ecc. Il manuale è anche presente sul sito del Ministero degli Affari Esteri. 2. Politiche pubbliche a sostegno della CSR La Svezia ritiene che i crediti all’esportazione siano uno strumento importante per promuovere la Responsabilità Sociale delle Imprese. Quindi la Commissione Svedese di Garanzia dei Crediti all’Esportazione fornisce ai suoi clienti le informazioni sul Partnership Svedese per la Responsabilità Globale, sulle norme esistenti in materia di corruzione e sulle linee guida OECD per le Aziende Multinazionali. Le società di proprietà statale sono un target group specifico per la promozione della Responsabilità Sociale delle Imprese. Il Governo svedese attua una politica che, poggiando sul proprio ruolo di proprietario, mira a promuovere buone prassi aziendali in queste società. Recentemente è stato distribuito un questionario a 33 delle 59 società di proprietà statale riguardo l’applicazione o meno dei principi fondamentali del Partnership Svedese per la Responsabilità Globale. Nel quadro di una Politica Integrata sui Prodotti, gli stakeholder del mercato sono stimolati a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, lungo tutto il loro ciclo vitale, tramite una serie di strumenti che sono stati coordinati e sviluppati. Uno degli scopi è incentivare le azioni volontarie e il senso di responsabilità di produttori, consumatori, del settore pubblico, ecc. Alcuni degli strumenti impiegati sono Sistemi di Gestione Ambientale, Etichettatura Ecologica, Dichiarazioni di Prodotto Ecologico e altri strumenti d’informazione ecologica; accordi e dialogo con le industrie, appalti “verdi” - pubblici e privati - e investimenti in un Centro di Tecnologie Ambientali. Anche gli appalti pubblici costituiscono uno strumento nella promozione della CSR. In questo contesto, il governo sta considerando la possibilità di inserire valutazioni sociali ed ambientali nelle procedure degli appalti. Dal 1997, le agenzie governative sono tenute a integrare sistemi di gestione ambientale e a fornire relazioni annuali sui loro progressi. Dal 1999 le imprese di certe dimensioni sono tenute ad includere nel proprio bilancio annuale informazioni sull’impatto ambientale delle proprie attività (emissione gassose e di liquidi, utilizzo di materiali chimici, ecc.), una condizione questa che riguarda più di 20.000 impianti. 69 6. PROFILI NAZIONALI In seguito alla Legge sui Fondi Pensione Pubblici (2000:192), i Fondi Pensione Nazionali devono attuare un piano aziendale annuale che includa istruzioni sulle attività d’investimento. Questo piano aziendale deve mostrare in che modo le considerazioni etiche e ambientaliste siano state tenute in conto nelle scelte d’investimento, senza ovviamente deviare dagli obiettivi fondamentali di gestione del fondo. In questa relazione si dovrebbe anche riportare l’influenza che queste considerazioni hanno avuto sulla gestione dei fondi. A livello nazionale, dal 1° Luglio 2003 è entrata in vigore una nuova legislazione secondo la quale tutte le imprese sono tenute a includere informazioni sul numero di assenze per malattia dal posto di lavoro nelle loro relazioni annuali. L’Agenzia Svedese di Sviluppo (Sida) sostiene una serie di attività di supporto della CSR di cui si sta redigendo un inventario. Nel Gennaio 2004 la Sida ospiterà, insieme al Ministero degli Affari Esteri, un meeting internazionale di due giorni sul tema di come le agenzie donatrici possano promuovere e assistere l’implementazione di pratiche aziendali responsabili. L’Agenzia Svedese di Sviluppo Aziendale (NUTEK) sostiene cinque progetti di network che coinvolgono 50 PMI, dal 2002 fino al 2004. Questi progetti promuovono la CSR nelle PMI attraverso la creazione di strumenti di sviluppo aziendale, case studies e incubatori regionali. La NUTEK ha anche svolto un ruolo attivo nell’ambito del DG Enterprise Project Responsabile Entrepreneurship (progetto per un’imprenditoria responsabile) in cui sono stati presentati quattro case studies svedesi sulla CSR nelle PMI. Attraverso l’Agenzia di Consumatori svedese (SCA), la Svezia promuove una maggiore consapevolezza tra i consumatori e le organizzazioni di volontari sul tema della CSR. La SCA organizza dibattiti tra gli stakeholder cui partecipano anche rappresentanti dei paesi produttori. La SCA ha prodotto dei materiali di formazione tra i quali il documento “Consuma meno!” e, in collaborazione con la Sida, il libro “Etica e Commercio” rivolto a tutti i consumatori. La SCA ha anche recentemente presentato un’indagine sul consumo sostenibile in una prospettiva globale, dal titolo “Consumo ed Etica”, che contiene proposte per future politiche di consumo da parte del governo. 70 6. PROFILI NAZIONALI REGNO UNITO Nel marzo 2000, il governo del Regno Unito ha nominato un Ministro per la Corporate Social Responsibility. Il ruolo del governo nella CSR è di suscitare l’interesse, fornire una guida, promuovere il consenso sui codici di pratica internazionali e del Regno Unito e promuovere un quadro per la stesura del bilancio sociale ed ambientale. Stephen Timms è l’attuale Ministro per la CSR. 1. Promozione della CSR La National Strategy for Neighbourhood Renewal, lanciata nel 2001, cerca di rendere partecipe le imprese nella rinascita sociale ed economica nelle zone più depresse dell’Inghilterra coinvolgendole in forme di partnership strategico locale, che riuniscono organizzazioni pubbliche, private e comunitarie, per delineare le strategie di sviluppo locali. L’iniziativa Active Communities Challenge incoraggia le imprese a dare ai dipendenti l’equivalente di una giornata di lavoro per opera di volontariato nella comunità. Ricerca e sensibilizzazione Nel marzo 2001 è stata pubblicata la prima relazione governativa sulla CSR. Essa evidenziava che il piano di lavoro del Governo per la CSR, comprese le iniziative per sviluppare il “business case”, coinvolge un settore più ampio di imprese, in special modo le PMI, favorisce le buone pratiche, promuove la CSR su scala internazionale e coordina le politiche della CSR all’interno del governo. La seconda relazione sulla CSR è stata pubblicata nel maggio 2002. Entrambe sono consultabili sul sito: www.societyandbusiness.gov.uk Attualmente è in fase di stesura una terza relazione, di prossima pubblicazione. Essa sarà messa sul sito web aggiornato del Governo per la CSR. Il Governo del Regno Unito ha commissionato tre ricerche principali nel 2001 sul punto di vista di enti pubblici, privati e senza scopo di lucro sul valore aggiunto potenziale della CSR; sul modo in cui coinvolgere le PMI nelle questione sociali e comunitarie e sugli investimenti nei mercati sottoserviti. Lo Small Business Consortium sta effettuando ora la fase successiva, che mira ad aumentare la competitività delle PMI attraverso il miglioramento dell’impatto sulla società, l’economia e la comunità. Il Governo del Regno Unito sostiene Business in the Community (BitC), la principale associazione di imprese nell’ambito della CSR. 71 6. PROFILI NAZIONALI 2. Promuovere la trasparenza Codici Il governo britannico e quello statunitense hanno lanciato congiuntamente il Voluntary Principles on Security and Human Rights nel dicembre 2000. I Principi costituiscono una guida pratica per le aziende che cercano di garantire che il rispetto per i diritti umani sia un tema importante negli accordi che vengono stipulati al fine di garantire la sicurezza del proprio personale e delle operazioni in aree di conflitto. I Principi sono stati sviluppati in stretta consultazione con le società minerarie e petrolifere e le ONG per i diritti umani, il lavoro e la Corporate Social Responsibility. (http://www.state.gov/g/drl/rls/2931.htm e www.fco.gov.uk poi selezionare Global Economy, Corporate Citizenship e i temi chiave per la cittadinanza d’impresa). La Extractive Industries Transparency Initiative (EITI) è stata lanciata dal Primo Ministro, Tony Blair, al Summit mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg nel settembre 2002. Il suo obiettivo è aumentare la trasparenza dei pagamenti fatti dalle imprese e delle entrate dei governi nelle industrie estrattive. Il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (Department for International Development, DFID) del Governo del Regno Unito ha aiutato a dare inizio alla Ethical Trading Initiative (ETI) nel 1998, e ha sostenuto e lavorato a stretto contatto con essa. La Ethical Trading Initiative è un’alleanza di aziende, sindacati e ONG, che lavorano per migliorare le condizioni di lavoro nella catena produttiva delle imprese. Le norme per l’occupazione adottate dai membri della ETI sono gli standard internazionali tratti dalle Convenzioni fondamentali della International Labour Organisation. I membri dell’ETI visitano i propri fornitori, identificano le condizioni che non sono aderenti al Codice di condotta dell’ETI e, successivamente, pianificano le migliorie in concerto con il proprio fornitore. Reporting Nel luglio 2002, il Governo del Regno Unito ha pubblicato un Libro Bianco sulla modernizzazione del diritto delle società inglese per suscitare proposte per la riforma del diritto delle società (il periodo di consultazione è terminato il 29 novembre 2002). Tra gli altri, il Libro Bianco fa riferimento alla necessità di una reportistica sull’attività più lungimirante e qualitativa: l’annuale Operating and Financial Review (OFR) richiedeva che le aziende economicamente significative (ad es. aziende con più di 500 dipendenti o aziende private con più di 5.000 dipendenti e un giro d’affari superiore a 500 milioni di sterline) dovevano includere relazioni con i dipendenti, clienti e fornitori, e l’impatto dell’azienda sulla comunità allargata e l’ambiente. Il documento prevede anche una maggiore responsabilità degli amministratori delegati per le tematiche esposte nell’OFR. Benché spetti a loro decidere quale informazione sia pertinente ai loro interessi, gli amministratori possono comunque essere chiamati a confermare le loro relazioni in sede giudiziaria. (vedere http://www.dti.gov.uk/companiesbill/whitepaper.htm) Nell’ottobre 2001, il Governo del Regno Unito ha emanato una serie di linee guida sulla stesura di relazioni ambientali delle imprese (ad es. emissioni di gas ad effetto serra, smaltimento dei rifiuti e riduzione dei consumi d’acqua), a seguito di un invito del Primo Ministro Tony Blair a tutte le aziende di grandi dimensioni per dare inizio alla stesura dei bilanci ambientali. Etichette Il Dipartimento per l’Occupazione del Regno Unito sostiene Investors in People, uno standard nazionale sviluppato durante il 1990 dalla National Training Task Force in partnership con le più importanti organizzazioni economiche, professionali e dei lavoratori che stabilisce un livello di buone pratiche per migliorare la performance di un’organizzazione attraverso la formazione e lo sviluppo delle sue persone. http://www.iipuk.co.uk/IIP/Internet/default.htm 72 6. PROFILI NAZIONALI Il Governo ha costituito un gruppo interdipartimentale per esaminare come rendere le diverse tipologie di etichette più uniformi e coerenti. Investimento socialmente responsabile (ISR) Nel luglio 2000 il Regno Unito ha approvato la Direttiva sul diritto di informazione delle pensioni. La direttiva prevede che gli amministratori di fondi pensionistici di lavoro rendano noto nella dichiarazione dei principi di investimento l’entità (se è il caso) con la quale le considerazioni etiche, ambientali o sociali vengono tenute in considerazione nelle strategie di investimento, e la loro politica (se è il caso) in relazione all’esercizio dei diritti (compresi i diritti di voto) connessi agli investimenti. Di conseguenza, i fondi pensionistici hanno richiesto maggiori informazioni alle società oggetto di investimento, il che ha costretto moltissime di queste a rendere pubblici i dati sui loro impegni sociali e ambientali. www.legislation.hmso.gov.uk/si/si1999/19991849.htm Sono state avanzate delle proposte per fare seguito all’emendamento della nuova Legge sulle pensioni del 2003 con il requisito che i fondi pensionistici rendano pubblica ogni anno una relazione di quel che è stato fatto per perseguire le gli obiettivi di programma dell’ISR. 3. Politiche di accompagnamento della CSR Pubblici appalti Il governo del Regno Unito ha sviluppato alcune politiche per facilitare gli “acquisti non abbiano impatto negativo sull’ambiente” (green procurement). Politiche fiscali Il Community Investment Tax Relief (CITR) offre incentivi fiscali per incoraggiare l’investimento privato attraverso le Community Development Finance Institutions (CDFIs) sia nelle imprese a scopo di lucro che in quelle non profit nelle comunità svantaggiate. Il Governo ha sostenuto il Payroll Giving, ovvero un piano di raccolta fondi, con il quale i dipendenti possono effettuare donazioni a istituti di beneficenza di propria scelta; l’importo viene trattenuto dalla loro paga lorda. Inoltre, è stato prolungato per un altro anno il supplemento speciale del 10% da parte dell’azienda sulle donazioni dei propri dipendenti. L’obiettivo del Payroll Giving per questo anno fiscale è di 150 milioni di sterline. Politiche per il commercio e l’esportazione (ad es. favorire le linee guida OECD) Il National Contact Point è presso il Dipartimento del Commercio e dell’industria ed è composto unicamente da funzionari del DTI. Il Regno Unito continua a contribuire attivamente al sostegno delle Linee guida OECD per le società multinazionali e ha ratificato le Convenzioni fondamentali dell’OIL. La recente conversione in legge della Convenzione dell’OECD sulla corruzione ha reso illegale corrompere qualcuno all’estero sia per gli individui che per le società residenti nel Regno Unito. Contatti: David Ratcliffe - Tel. +44 (20) 7215 1026 - [email protected] Stephen Richards - Tel. +44 (20) 7340 4349 - [email protected] Sito Web del Governo del Regno Unito sul CSR: http://www.societyandbusiness.gov.uk/ 73 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER CSR EUROPE Chi siamo CSR Europe è una organizzazione di imprese senza scopo di lucro il cui obiettivo è aiutare le aziende a integrare la Corporate Social Responsibility (CSR) nel modo in cui conducono gli affari, ogni giorno. Il network è stato creato nel 1995 dall’ex Presidente della Commissione Europea Jacques Delors e da un gruppo di società leader europee. Oggi, le imprese e le istituzioni europee ci guardano come il principale punto di riferimento sulle strategie e le pratiche di Corporate Social Responsibility per le aziende europee. La nostra rete è costituita da più di 60 società multinazionali membri che sostengono principi sostenibili quali: - Contribuire al benessere economico e allo sviluppo sostenibile delle comunità in cui operano. - Minimizzare gli impatti negativi che le attività da loro svolte possono avere sull’ambiente e le risorse. - Offrire ai dipendenti condizioni di lavoro sicure e salutari, un equo compenso e pari opportunità di lavoro e di sviluppo. Come rete decentralizzata, CSR Europe si estende in Europa attraverso 18 organizzazioni nazionali partner in 15 Paesi. Cosa facciamo La nostra rete poggia sull’impegno fattivo di rappresentanti dell’alta finanza e di importanti direttori generali. I nostri obbiettivi sono: - Promuovere il “business case” per la Corporate Social Responsibility dando a migliaia di imprenditori e partner i modelli e gli strumenti necessari, attraverso pubblicazioni cartacee e online - Offrire ai manager di oggi le conoscenze, il benchmarking e la capacità di costruire opportunità attraverso corsi di formazione, eventi e iniziative di ricerca quali la European Academy of Business in Society - Riunire le imprese con i responsabili della politica europea, i governi, gli investitori, i partner sociali, la società civile e il mondo accademico Le nostre attività CSR Europe offre una vasta gamma di attività, non solo alle aziende che ne fanno parte ma anche alla comunità allargata di imprese: - - - La CSR Campaign: conduce una campagna a livello europeo con 15 conferenze nazionali sulla CSR e un’ampia gamma di altre attività per gli stakeholder (www.csrcampaign.org) Il sito web di CSR più famoso d’Europa: attrae 1,2 milioni di visitatori l’anno con ultime novità, eventi, pubblicazioni e link (www.csreurope.org) CSR Magazine: la prima e originale rivista europea riguardante la Corporate Social Responsibility in tutta Europa Ricerca, formazione, seminari e pubblicazioni: informare e guidare le aziende su temi quali i diritti umani, gli investimenti socialmente responsabili e la stesura di relazioni sulla CSR Opportunità per scambiare punti di vista con gli stakeholder più importanti della comunità economica: ad esempio attraverso il nostro ruolo nel Multi-stakeholder Forum sulla CSR della Commissione Europea. 74 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER ETUC La European Trade Union Confederation (ETUC) è stata creata nel 1973 al fine di dare ai sindacati la possibilità di controbilanciare le forze economiche dell’integrazione europea. A seguito dei cambiamenti verificatisi nell’Europa centrale e orientale, un grande numero di sindacati è entrato a far parte della nostra organizzazione. Attualmente, la ETUC annovera 78 confederazioni sindacali nazionali provenienti da un totale di 34 Paesi europei, come pure 11 federazioni industriali europee, per un totale di 60 milioni di membri. Altre strutture sindacali come Eurocadres (il Consiglio europeo del personale professionale e di direzione) e EFREP/FERPA (Federazione Europea dei Pensionati e Anziani) operano sotto l’egida dell’ETUC. Inoltre, la ETUC coordina le attività dei 39 ITUC (Consigli sindacali interregionali), che organizzano la cooperazione tra sindacati a livello transfrontaliero. La ETUC è riconosciuta dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dalla EFTA come unico ente sindacale interprofessionale rappresentativo a livello europeo. 75 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER EUROCHAMBRES Creata nel 1958, a un anno dopo la nascita della Comunità Europea, Eurochambres è l’associazione europea delle Camere di Commercio e dell’Industria con sede a Bruxelles. Eurochambres rappresenta organizzazioni di 41 Paesi e rappresenta una rete di 2.000 Camere regionali e locali con oltre 17 milioni di società membri. Oltre l’80% di queste imprese è rappresentato da PMI. I soci della Camera occupano più di 120 milioni di dipendenti. Eurochambres è l’unico ente europeo che serve gli interessi delle imprese europee di ogni settore e di qualsiasi dimensione – per il fatto dell’appartenenza multisettoriale dei suoi membri - e l’unico estremamente vicino al mondo degli affari, a causa della centralità regionale delle Camere. Eurochambres è uno dei pilastri della rappresentanza imprenditoriale nelle istituzioni europee. La sua missione è: - rappresentare i bisogni, le aspirazioni e le opinioni dei suoi membri; - promuovere l’integrazione europea; - dare informazioni sulle politiche e sui programmi dell’Unione Europea; - promuovere le relazioni economiche e commerciali tra l’Unione Europea e il resto del mondo; - dare assistenza ai suoi associati per aggiornare e adattare i servizi offerti alle imprese in vista dei rapidi cambiamenti dell’Unione Europea. La - vision di Eurochambres è una Unione Europea allargata e competitiva dove lo spirito imprenditoriale è favorito e premiato; dove l’ambiente legislativo e fisico per le imprese redditizie è il migliore al mondo; dove le PMI sono incoraggiate e sostenute; dove vi è una competizione libera ma corretta; che è aperta al commercio libero, equo e solidale con il resto del mondo. Per ulteriori informazioni: Arnaldo Abruzzini, tel.: +32 (02)-282 08 52; [email protected] CONTATTO STAMPA: Tosca Purr, tel.: +32 (02) 282 08 53; [email protected] 76 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER ILO L’International Labour Organization (Organizzazione Internazionale del Lavoro) segue da vicino gli sviluppi relativi alla CSR, alle attività intraprese nel campo della ricerca, della diffusione delle informazioni e dell’assistenza tecnica. La sua attività nell’ambito della CSR è guidata dalla Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale, l’unico strumento universale di CSR basato sul consenso tra governi, datori di lavoro e lavoratori. Adottata nel 1977 ed emendata nel 2000, la Dichiarazione mira ad avvicinare le imprese multinazionali alle economie locali, le agenzie governative e i sindacati per garantire che gli investimenti diretti all’estero abbiano un impatto positivo sull’occupazione, la formazione, le condizioni di lavoro e le relazioni professionali. Per favorire una migliore comprensione e applicazione della Dichiarazione, l’ILO organizza eventi promozionali e fornisce consulenze tecniche alle parti interessate. Essa effettua un’indagine quadriennale per vedere in che modo i suoi Stati membri applicano le diverse disposizioni della Dichiarazione tripartita. L’indagine costituisce una vasta fonte di informazioni sulle attività di CSR su scala mondiale. Inoltre, l’ILO ha una partecipazione attiva nel progetto Global Compact delle Nazioni Unite. In tale contesto, l’ILO prende parte a diversi tipi di eventi del Global Compact e sta sviluppando una serie di materiali informativi per i manager di medio livello sui principi di lavoro del Global Compact, tratti dalla Dichiarazione sui principi e diritti fondamentali del lavoro (ILO, 1998). Questi principi invitano a confermare e sostenere la libertà di associazione e l’effettivo riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva; aiutare a eliminare tutte le forme di lavoro forzato; lavorare in direzione di una effettiva abolizione del lavoro minorile; eliminare ogni discriminazione sul lavoro. L’ILO mantiene il database Business And Social Initiatives (BASI), una fonte di informazioni a testo integrale sulle varie iniziative e organizzazioni riguardanti la CSR. Il BASI non analizza né valuta le iniziative sulla CSR, ma fornisce uno strumento per assistere chiunque sia interessato a orientarsi nel vasto numero di attività e iniziative in corso sulla CSR. Il database BASI conta in media 1.250 accessi al mese e attualmente conta circa 1.000 voci. La pubblicazione dell’ILO “Corporate success through people: Making international labour standards work for you” è il “business case” per l’applicazione di molte norme internazionali del lavoro a livello aziendale. L’attuale ricerca dell’ILO nel campo della CSR riguarda i sistemi di gestione usati dalle aziende multinazionali per indirizzare la CSR, particolarmente le questioni del lavoro nelle catene produttive in molti settori, la relazione sociale e l’ispezione del lavoro privato e sistemi di monitoraggio. I progetti di collaborazione tecnica in corso comprendono un programma di sviluppo del management locale mirato al potenziamento delle competenze manageriali dei fornitori locali nelle catene produttive internazionali per introdurre le buone pratiche del lavoro nelle proprie aziende e un progetto OIL-UNEPUNIDO di recente approvazione che mira a fornire servizi collegati al lavoro attraverso centri nazionali di produzione sostenibile. Per ulteriori informazioni visitare: www.ilo.org 77 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER OECD L’OECD raggruppa 30 Paesi membri che condividono l’impegno per l’esistenza di governi democratici e per un’economia di mercato. Attraverso relazioni attive con circa altri 70 Paesi, ONG e la società civile, ha un’estensione mondiale. Conosciuto soprattutto per le sue pubblicazioni e statistiche, le sue attività coprono temi economici, sociali e di lavoro, dalla macroeconomia agli scambi commerciali, all’istruzione, allo sviluppo e alla scienza e le innovazioni. L’OECD ha un ruolo di primo piano nel favorire la buona governance nella Pubblica Amministrazione e nelle aziende private. Aiuta i governi a garantire la reattività delle aree economiche chiave grazie ad un monitoraggio settoriale. Decifra i problemi emergenti e identifica le politiche che funzionano, aiutando così i responsabili delle decisioni ad adottare gli orientamenti strategici. È rinomato per le indagini e il monitoraggio nei singoli Paesi. L’OECD produce strumenti concordati a livello internazionale, decisioni e raccomandazioni al fine di promuovere regole del gioco in ambiti dove l’accordo multilaterale è necessario per i singoli Paesi, affinché questi progrediscano in un’economia globalizzata. Anche la condivisione dei benefici della crescita è cruciale come viene dimostrato dalle attività quali le economie emergenti, lo sviluppo sostenibile, l’economia territoriale e le sovvenzioni. Il dialogo, il consenso, la pressione e la revisione esercitata da pari sono alla base delle azioni dell’OECD. Il suo organo direttivo, il Consiglio, è composto da rappresentanti dei Paesi membri. Controlla i lavori dei comitati dell’OECD e decide la dotazione annuale. È diretto da Donald J. Johnston, che ne è il Segretario generale dal 1° giugno 1996. 78 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER SOCIAL PLATFORM Social Platform è un’associazione costituita da circa 40 organizzazioni non governative, federazioni e reti europee impegnate a costruire una società comprensiva e promuovere la dimensione sociale dell’Unione Europea. La Piattaforma delle ONG europee del settore sociale convoglia le preoccupazioni dei suoi membri su questioni di interesse comune (politiche sociali dell’UE, diritti fondamentali, dialogo civile e governance, allargamento dell’Unione Europea, finanziamenti alle ONG) e li rappresenta nelle istituzioni dell’UE. Le organizzazioni associate comprendono quelle che promuovono campagne per le donne, gli anziani, i disabili, i disoccupati, i poveri e i senzatetto, gli emigranti, gli omosessuali, i bambini e le famiglie. Tra i membri ci sono anche ONG che lavorano nel campo della giustizia sociale, educazione permanente, salute e fenomeni di razzismo. Da quando la Commissione ha emanato la Comunicazione sulla Corporate Social Responsibility nel luglio 2002, la Social Platform è stata coinvolta nella creazione del MultiStakeholder Forum per la CSR e ha avuto un ruolo attivo nella controllo dei suoi obiettivi e nelle tavole rotonde tenutesi sul tema. La Social Platform ha un ruolo chiave anche nella mobilitazione delle ONG al di fuori del settore sociale e nella costruzione di un’alleanza nella società civile per la CSR. Le ONG del settore sociale percepiscono la CSR come un utile complemento al miglioramento degli standard sociali e alla lotta contro l’emarginazione sociale e la discriminazione, benché rifiutino il concetto di sostituire gli standard previsti per legge con accordi su basi volontarie. All’interno del CSR Forum, la Social Platform ha anche messo in guardia contro i pericoli di sottostimare la CSR, poiché si rischierebbe di perdere la propria credibilità di fronte ai cittadini. Le imprese devono riconoscere le proprie responsabilità verso l’intera società e non solo verso i propri dipendenti, poiché le imprese stanno diventando sempre più globalizzate, esse devono essere incoraggiate ad affrontare le loro responsabilità. Qualsiasi valutazione su una multinazionale deve basarsi su standard internazionali oggettivi, quali ad esempio le norme fondamentali della International Labour Organisation, e ogni monitoraggio deve essere effettuato in maniera indipendente. La Social Platform ha creato un gruppo di lavoro ad hoc costituito dai suoi membri al fine di dare un contributo sostanziale al Forum. Le ONG hanno altresì sviluppato relazioni dirette con i responsabili di impresa e i sindacati per discutere la CSR su basi più informali. 79 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER UEAPME L’UEAPME è l’organizzazione dei datori di lavoro che rappresenta, a livello europeo, gli interessi dell’artigianato dei commercianti e delle PMI dell’Unione Europea e di quei Paesi candidati all’ammissione nell’Unione Europea. È senza scopo di lucro e apartitica. Le organizzazioni che la costituiscono sono 75 a tutto dicembre 2002, comprendono federazioni nazionali transettoriali, federazioni settoriali europee e altri membri associati appartenenti alla categoria delle PMI. Dei 19 milioni di imprese dell’Unione Europea, l’UEAPME ne rappresenta più di 7 milioni che danno impiego a oltre 30 milioni di persone. In tutta Europa, l’UEAPME rappresenta oltre 10 milioni di imprese con poco più di 50 milioni di dipendenti. UNICE UNICE è il portavoce delle imprese in Europa. Rappresenta più di 16 milioni di piccole, medie e grandi imprese attive in Europa, per un totale di oltre 106 milioni di dipendenti. Attivo in Europa fin dal 1958, i membri dell’UNICE sono 35 federazioni industriali centrali e federazioni di datori di lavoro di 28 Paesi, che collaborano per crescere ed essere competitivi in Europa. L’UNICE è un valido sostenitore dell’integrazione europea e svolge in pieno il proprio ruolo di partner sociale a livello europeo, prendendo parte al dialogo sociale europeo. 80 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER UNIONCAMERE Unioncamere rappresenta gli interessi generali delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) italiane. L’impegno alla CSR da parte di Unioncamere ha avuto inizio quattro-cinque anni fa, con il sostegno di alcuni progetti di un gruppo di Camere di Commercio, che erano centrati sull’internazionalizzazione delle imprese e la loro responsabilità sociale. In seguito, grazie alla stretta collaborazione con il CISE (Azienda Speciale della Camera di Commercio di ForlìCesena, l’unico ente italiano accreditato per la certificazione SA 8000), Unioncamere ha presieduto e supervisionato il Comitato “Ethical Work Network”. Gli enti di Certificazione di qualità e di gestione dell’ambiente naturale, come pure alcune Camere di Commercio (o le loro Aziende Speciali), che assicurano la promozione e il monitoraggio della CSR a livello locale, fanno parte del Comitato. Negli ultimi due anni, il Comitato ha elaborato un importante contributo al Libro Verde della Commissione Europea (luglio 2001); in collaborazione con alcuni membri del Network, Unioncamere ha preparato per Eurochambres (l’associazione delle Camere di Commercio europee) un’altra relazione sulla Comunicazione della Commissione sulla CSR (luglio 2002), permettendo così all’Associazione europea di partecipare al Multi-Stakeholder Forum. Attualmente, Unioncamere sta portando a termine un progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, per informare le imprese sui temi della CSR. Inoltre, Unioncamere sta effettuando uno studio su richiesta delle PMI italiane riguardante i “servizi etici”. Queste sono le basi per fornire informazioni, formazione e assistenza a tutte le PMI delle regioni italiane sul Progetto CSR-SC, sviluppato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Roberto Maroni. 81 7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER PARLAMENTO EUROPEO Il Parlamento Europeo (PE) ha espresso le sue posizioni sulla Corporate Social Responsibility (CSR) in risposta alle diverse iniziative presentate dalla Commissione Europea. Prima, con il Libro Verde ‘Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese e poi la Comunicazione ‘Responsabilità sociale delle imprese: il contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile. Ambedue i dibattiti nel PE e le successive risoluzioni mostrano l’ambiguità della CSR. Innanzitutto, il volontarismo è sempre evidenziato come punto di partenza: la CSR deve essere ‘business driven’. Secondo, il PE chiede proposte concrete per una relazione che sia comprensiva e trasparente sul modo in cui le imprese rispettano l’ambiente - non solamente sulle loro attività in Europa ma anche nei Paesi terzi. Nella sua risoluzione sulla relazione ‘CSR il contributo delle imprese...’, il PE sottolinea l’importanza dei principi internazionali quali le linee guida OECD e il GRI. Esso si associa alla Commissione nel suo desiderio di garantire l’avanzamento fluido dei principi e delle politiche della CSR a livello dell’UE al termine del lavoro di due anni del Multi-Stakeholder Forum. Il PE invita i membri del Forum a compiere ogni sforzo necessario ad assicurare proposte concrete per le azioni future basate su tali principi. Il Multistakeholder Forum Europeo ha quindi l’onore e l’onere di presentare una strategia per la CSR in Europa. Le aspettative sono molto alte. Il dibattito sulla CSR in Europa non può essere basato solo sulle buone intenzioni. Gli impegni su base volontaria devono essere convalidati da una reale responsabilità sociale, perché il loro impegno si può dimostrare solo quando le aziende vanno oltre i loro obblighi di legge. La CSR deve essere parte integrante delle attività fondamentali di un’azienda: la ‘catena di responsabilità è un principio basilare. Le imprese multinazionali possono e devono dettare la tendenza. Tuttavia, anche le piccole e medie imprese devono svolgere il proprio ruolo. Trasformare la tendenza generale in approcci alla CSR frazionati e più specifici, per adattarsi ai diversi bisogni dei diversi settori, può essere di grande beneficio sociale.” Il Forum sarà capace di presentare il calendario ambizioso di cui ha bisogno l’Europa per far funzionare la CSR? E gli Stati membri stimoleranno attivamente gli sviluppo della CSR? Se sì, sarà una buona notizia per l’Europa e per i popoli di quei Paesi che non hanno ancora una adeguata legge sul lavoro e sulla tutela dell’ambiente. Altrimenti, la CSR rimarrà puro fumo negli occhi e dovremo fare ricorso a provvedimenti severi invece di stimolare un impegno responsabile e sostenibile da parte delle imprese, non solo in Europa dove la normativa è già rigida, ma anche altrove. __________________________________________________________________________________________________ 1COM (2001)366, luglio 2001 2COM(2002) 347, luglio 2002 82 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Anna Diamantopoulou, Commissario UE per l’Occupazione e gli Affari Sociali Anna Diamantopoulou si è laureata in Ingegneria Civile alla Università Aristotele di Salonicco ed ha conseguito un Master sullo sviluppo regionale presso l’Università Panteion di Atene. Durante gli anni di studio ha preso parte al movimento studentesco ed è stata membro attivo del Partito Socialista Panellenico fin dal 1976. Ha iniziato la sua carriera politica nell’amministrazione greca all’età di 26 anni, in qualità di Prefetto di Kastoria. Durante il suo mandato, ha affrontato i problemi ambientali del lago di Kastoria e ha incoraggiato l’implementazione di misure di conversione per la Regione, che erano basate sostanzialmente sul commercio delle pellicce. In veste di Segretario generale all’Istruzione per gli Adulti e Segretario generale per la Gioventù, ha introdotto il turismo sociale per i giovani e programmi di formazione specialistica per il personale militare, per i minori negli istituti educativi e per i nomadi. Nel 1993, è stata nominata Presidente dell’Organizzazione ellenica delle piccole e medie imprese portandone a termine con successo la ristrutturazione. Nel 1994, è divenuta Segretario generale all’Industria. Nel 1996, Anna Diamantopoulou è stata eletta deputato al Parlamento per la circoscrizione di Kozani ed è stata nominata Viceministro dello Sviluppo, con il portafoglio dell’industria: ha portato a termine importanti progetti nel campo della cantieristica navale, privatizzato un gran numero di imprese in difficoltà, introducendo al tempo stesso riforme istituzionali per l’attuazione di misure di ristrutturazione innovativa e di sostegno alle regioni in declino. Nel settembre 1999, è stata nominata Membro della Commissione Europea responsabile per l’Occupazione e gli affari sociali. 83 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Mario Monti, Commissario UE per la Concorrenza Profilo personale Nato a Varese, Italia, il 19 marzo 1943 - Coniugato, due figli Istruzione Laurea in Scienze economiche e commerciali, Università Bocconi, Milano Studi di specializzazione alla Yale University, USA Carriera professionale 1965-69 Assistente all’Università Bocconi 1969-70 Professore incaricato all’Università di Trento 1970-79 Professore all’Università di Torino 1971-85 Professore di Teorie e politiche monetarie all’Università Bocconi 1978-94 Editorialista economico per il Corriere della Sera 1979-94 Membro di vari consigli d’amministrazione 1981 Relatore del Comitato del Tesoro sulla salvaguardia del risparmio 1981-82 Presidente del Comitato del Tesoro sul sistema bancario e finanziario <rc > 198285 Presidente dell’Associazione universitaria europea di studi finanziari 1985-86 Membro del gruppo di politica macroeconomica istituito dalla Commissione Europea e dal CEPS 1985-94 Professore di Economia politica e Direttore dell’Istituto di Economia politica all’Università Bocconi 1985 Fondatore del Centro “Paolo Baffi” di economia monetaria e finanziaria all’Università Bocconi 1987-88 Membro del comitato per la redazione della legge sulla concorrenza 1988-89 Membro del Comitato del Tesoro sul debito pubblico 1988-90 Membro del gruppo di lavoro per la preparazione dell’Italia al mercato interno 1989 Fondatore dell’“Innocenzo Gasparini Institute of Economic Research” presso l’Università Bocconi, in collaborazione con il CEPR (Londra) e il NBER (Cambridge, Mass.) 1989-91 Membro del Comitato del Tesoro sulla riforma della legge bancaria 1989-94 Rettore dell’Università Bocconi 1994 Presidente dell’Università Bocconi 1995-1999 Membro della Commissione europea, responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane, questioni fiscali 1999-2004 Membro della Commissione Europea responsabile per la Concorrenza 84 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Roberto Maroni, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Italia Roberto Maroni è nato a Varese nel 1955. Nel 1979 ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano con una tesi sul Diritto civile. Dopo la laurea, ha lavorato come manager dell’ufficio legale in diverse aziende e, nel 1981, è diventato avvocato. Lavora tuttora come avvocato. Nel 1990 è stato nominato segretario provinciale della Lega Nord, e ha contribuito all’organizzazione territoriale. Nello stesso anno è diventato consigliere comunale a Varese. Nel 1992, è stato nominato alla Camera dei Deputati come Presidente del Gruppo parlamentare Lega Nord. Entrato nel Consiglio federale della Lega Nord, ha seguito gli eventi politici più importanti di quegli anni. Ha anche contribuito al successo della Lega Nord nelle elezioni amministrative. Nel 1994, a seguito delle nuove elezioni politiche, è entrato a far parte del primo Gabinetto Berlusconi con la carica di Ministro degli Interni e Vice Presidente del Gabinetto. Protagonista della nuova stagione politica, ha lavorato a fianco di Umberto Bossi nella Lega Nord e ha preso parte alle numerosissime campagne politiche successive alla svolta per l’autodeterminazione del Movimento. Nel 1999 ha preso parte alle iniziative politiche che hanno portato alla riconciliazione tra la Lega Nord e Forza Italia e, infine, alla conclusione dell’accordo politico tra Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e CDU, che in seguito ha dato vita alla Casa delle Libertà Nel 2000, è stato testimone del punto di svolta politico rappresentato dalle elezioni regionali, dove la rinnovata coalizione della Casa delle Libertà si è consolidata in tutte le regioni dell’Italia settentrionale. A seguito del successo elettorale, ha contribuito al rafforzamento della coalizione, partecipando insieme a Roberto Castelli nel gruppo di lavoro incaricato di definire il programma elettorale della Casa delle Libertà per le elezioni politiche del 2001. Dal giugno 2001, è membro del secondo Gabinetto diretto da Silvio Berlusconi, dove attualmente detiene la carica di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. 85 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Aart Jan de Geus, Ministro degli Affari Sociali e Occupazione, Paesi Bassi Aart Jan de Geus è nato il 28 luglio 1955 a Doorn, Paesi Bassi. Nel 1975, De Geus supera gli esami preliminari presso NivRa (contabilità). Nel 1980 si laurea in Diritto olandese presso l’Università Erasmus di Rotterdam. Nel 1981, completa i suoi studi post-laurea in diritto del lavoro all’Università di Nijmegen. Dal 1974 alla metà del 1975, De Geus è aiuto contabile e project manager presso lo studio commercialista Pelser, Hamelberg, Van Til and Co. Nei tre anni successivi, lavora come contabile part-time presso Wijers (società di consulenza per lavoratori nel campo medico). Dal 1980 al 1988, De Geus lavora presso il sindacato manifatturiero Industriebond CNV. Il primo incarico è aiuto manager, poi diventa responsabile dell’ufficio legale e negli ultimi anni diventa direttore e membro della direzione del sindacato. Nel 1988, passa alla Confederazione Sindacale Cristiana (CNV), diventandone vice presidente nel 1993 con, tra le sue responsabilità, la sicurezza sociale, le pensioni, la salute pubblica e l’occupazione. Con tale funzione, è membro della Fondazione di Lavoro (STAR) e del Consiglio sociale ed economico (SER). Nel 1998, De Geus accetta una partnership con Boer & Croon Consultancy. Le sue mansioni sono ampiamente collegate allo stato assistenziale, rispetto sia alle istituzioni pubbliche che private. Tra le altre funzioni, De Geus è stato membro del Comitato di vigilanza dell’Ospedale universitario di Maastricht, membro del Comitato consultivo di Zorgverzekeraars Nederland (Società assicurativa olandese nel campo della salute), membro del settore delle problematiche sociali del Consiglio di chiese e presidente del comitato del Consiglio per i rifugiati olandese. Il 22 luglio 2002, De Geus è stato nominato Ministro degli Affari Sociali e Occupazione nel gabinetto del Primo Ministro Balkenende I. Il 27 maggio 2003, De Geus è stato nominato Ministro degli Affari Sociali e Occupazione nel gabinetto del Primo Ministro Balkenende II. È anche responsabile delle pari opportunità e della famiglia. È membro del Partito Democratico Cristiano (CDA). De Geus è sposato e ha tre figli. 86 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Frank Fahey T.D. Ministro del Lavoro, Commercio & Consumo, Irlanda Indirizzo: 4 Carraig Ban, Menlo, Co. Galway Data di nascita: giugno 1951 Nazionalità: irlandese Telefono: 6313221 Ufficio Circoscrizione elettorale: (091) 771020 Circoscrizione elettorale Galway West (Fianna Fáil) Profilo Nato a Dublino nel giugno 1951. Coniugato con Ethelle Griffin, due figli, una figlia. Ha frequentato il St. Mary’s College, Galway: Our Lady’s, Gort, Co. Galway e UCG (BA, HDipEd). Ministro di Stato, ex insegnante di Scuola Superiore. Eletto per la prima volta nel febbraio 1982. Ha perso il seggio nel 1992. Senatore 1992 - 1997. Scheda personale Nominato Ministro di Stato al Dipartimento delle Imprese, Commercio e Occupazione il 18 giugno 2002, con particolare responsabilità per il Lavoro. Ministro per le Risorse naturali e marine luglio 2000 - giugno 2002 Ministro di Stato in luglio 1997 - gennaio 2000 al Dipartimento della Sanità, con particolare responsabilità per i Bambini. Ministro di Stato al Dipartimento dell’Istruzione (con particolare responsabilità per i Giovani e lo Sport) 1987 - 1992 e anche al Dipartimento dei Trasporti e del Turismo (con responsabilità per il Turismo sportivo). Membro della Commissione mista Oireachtas sulla Occupazione e Presidente della Commissione Strategie per la Disoccupazione 1989 - 1992. Membro della Commissione mista Oireachtas sugli Enti a partecipazione statale e le Piccole imprese 1993 - 1997. Già membro del Galway County Council. 87 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI François Fillon, Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Francia Nato il 4 marzo 1954 a Le Mans (Sarthe), sposato con Penelope Clarke (Welsh) nel 1980 5 figli: Marie (20 anni), Charles (18), Antoine (17), Edouard (12) Arnaud (11 mesi). Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Vice Presidente del Consiglio regionale della Regione della Loira, Presidente della “Communauté des Communes” del distretto di Sablé-surSarthe. Istruzione 1972 1976 1977 Carriera 1976 1976-1977 1976-1978 1980 Vice 1981 Laurea in Filosofia Master in Diritto pubblico della Università di Maine (Le Mans) Diploma post-laurea (DEA) in Diritto pubblico della Università René Descartes (Parigi) Stage presso l’Agence France-Presse (Parigi) Assistente del parlamentare Joël Le Theule, Deputato di Sarthe Vice Capo Staff di Joël Le Theule, Ministro dei Trasporti Capo Staff di Joël Le Theule, Ministro della Difesa Capo del Dipartimento delle pratiche legislative e parlamentari nell’ufficio privato del Ministro dell’Industria, Michel GIRAUD Cariche elettive January 1981 Eletto membro del Consiglio municipale di Sablé-sur-Sarthe, poi Vice Sindaco, responsabile degli affari economici Febbraio 1981 Eletto nel Consiglio generale di Sarthe (circoscrizione Sablé) poi Vice Presidente del Consiglio generale, responsabile degli affari economici Giugno 1981 Eletto deputato RPR per Sarthe (quarta circoscrizione elettorale) - Deputato più giovane nell’Assemblea nazionale Marzo 1983 Eletto Sindaco di Sablé-sur-Sarthe Marzo 1985 nel Consiglio generale, Presidente della Commissione degli affari economici e del turismo Marzo 1986 Rieletto deputato RPR per Sarthe 1986-1988 Presidente del Comitato di Difesa e delle Forze armate nell’Assemblea nazionale Giugno 1988 Rieletto deputato RPR per Sarthe Marzo 1989 Rieletto Sindaco di Sablé-sur-Sarthe Marzo 1992 Rieletto nel Consiglio generale della circoscrizione Sablé-sur-Sarthe poi eletto Presidente del Consiglio generale 88 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Marzo 1993 Aprile 1993 Maggio 1995 Novembre 1995 Rieletto Deputato per Sarthe Nominato Ministro dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Nominato Ministro per le Tecnologie dell’informazione e i Servizi postali Nominato Ministro Delegato responsabile per Poste, Telecomunicazioni e Spazio Giugno 1997 Rieletto deputato RPR per Sarthe Aprile 1998 Eletto Presidente del Consiglio regionale dei “Pays de la Loire” Maggio 2002 Nominato Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà Giugno 2002 Rieletto deputato RPR per Sarthe Cariche politiche 1997 Segretario nazionale del RPR, responsabile delle Federazioni 1998 Portavoce del RPR 2002 Membro fondatore dell’“Union en Mouvement”, Direttore del progetto “Union en Mouvement” (La nostra visione per la Francia) Presidente dell’Associazione France.9 89 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Stephen Timms, Ministro di Stato, Dipartimento del Commercio e dell’Industria, Regno Unito Stephen Timms è stato precedentemente Ministro di Stato per le Scuole al Dipartimento dell’Istruzione e Qualifiche professionali, nominato nel giugno 2001. È stato Segretario finanziario al Tesoro dal luglio 1999. Ha avuto l’incarico di Ministro di Stato per la sicurezza sociale da gennaio a luglio 1999, e Segretario parlamentare, Dipartimento della sicurezza sociale tra luglio 1998 e gennaio 1999. In precedenza era Segretario parlamentare privato (PPS) di Mo Mowlam da marzo a luglio 1998, a seguito della sua nomina come PPS presso Andrew Smith in qualità di Ministro dell’Occupazione tra maggio 1997 e marzo 1998. È stato eletto Membro del Parlamento per l’East Ham nel 1997, ed è stato Membro del Parlamento per Newham North East tra il 1994 e il 1997. È stato leader del Consiglio di Newham tra il 1990 e il 1994, essendo stato eletto nel Consiglio nel 1984. Prima di entrare in Parlamento nel 1994, ha lavorato nel settore dei computer e delle telecomunicazioni per 15 anni, inizialmente per Logica e in seguito per Ovum. Ha frequentato la Farnborough Grammar School e ha studiato matematica presso l’Emmanuel College, Cambridge University. Timms è stato consigliere del forum sulla politica della società dell’informazione del Lavoro nell’Opposizione, ed è stato presidente onorario dell’Associazione Utenti Telecomunicazioni e membro del Consiglio della Commissione Parlamentare sulle Tecnologie dell’informazione. Nato nel 1955, Timms si è sposato nel 1986, e dal 1979 vive nel Borough di Newham nell’East London. 90 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Eduardo Zaplana, Ministro dell’Occupazione e Affari Sociali, Spagna Nato il 3 aprile 1956. Coniugato, tre figli. Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Alicante. Avvocato e consulente legale d’impresa. Segretario generale del Movimento giovanile dell’UCD (Unione di Centro Democratico), membro dell’esecutivo nazionale del Movimento giovanile dell’UCD e Segretario provinciale dell’Organizzazione dell’UCD in Alicante. Nel 1990 è stato eletto Presidente Provinciale del Partito Popolare di Alicante. Eletto Sindaco di Benidorm nel 1991 e Deputato di Alicante al Parlamento di Valencia dove è stato Portavoce del Gruppo Parlamentare Popolare nel Terzo Parlamento. Nel 1993, eletto Presidente del Partito Popolare della Regione di Valencia. È stato eletto Presidente del Generalitat (Governo Regionale) di Valencia il 30 giugno 1995, a seguito della vittoria del Partito Popolare alle elezioni regionali del maggio 1995, carica che detiene tuttora grazie alla ripetuta vittoria del Partito Popolare alle elezioni regionali del giugno 1999. Presidente della Commissione europea dei Trasporti e Reti di comunicazione, Presidente della Commissione per le Politiche regionali e membro del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea. Dal febbraio 2002, è stato Primo Vice Presidente del Comitato delle Regioni e Portavoce per la delegazione del Comitato. Membro del Comitato esecutivo nazionale del Partito Popolare, e Presidente del Quattordicesimo Congresso Nazionale tenutosi a gennaio 2002. Nel settembre 2003 è stato nominato Portavoce del Governo. 91 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Theodorus Bouwman, Presidente della Commissione sull’Occupazione e gli Affari Sociali, Parlamento Europeo Luogo e data di nascita: Amsterdam, 20 luglio 1947 Appartenenza alle Commissioni/delegazioni del Parlamento Europeo - Presidente della Commissione per l’Occupazione e gli Affari sociali - Membro sostituto della Commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo - Membro della delegazione interparlamentare per le relazioni con il Giappone - Membro sostituto della delegazione interparlamentare per le relazioni con la Romania Carriera politica 1999-ad oggi Membro della delegazione GroenLinks nel Parlamento europeo 1994-1996 Membro del Consiglio regionale di Eindhoven per la Sinistra Verde (GroenLinks) 1994-1996 Consigliere (presidente del consiglio) in Eindhoven per la Sinistra Verde Esperienze lavorative 1985-1999 Socio ricercatore e consulente della STZ, agenzia di ricerca e consulenza nel campo del lavoro e nuove tecnologie per associazioni sindacali, ministeri e la Commissione Europea 1985-1986 Docente in teoria delle organizzazioni presso l’Università di Antwerp 1972-1988 Insegnante di economia politica, gestione aziendale e informatica in ente di formazione professionale superiore 1970-1984 Cofondatore e ricercatore presso la Stichting Onderzoek Bedrijfstak Electrotechniek (fondazione per la ricerca nel settore dell’ingegneria elettrotecnica, o SOBE) Pubblicazioni Workfret, Working cultures in freight transport; T.Bouwman et al.; 1998 Snel Weg, Goederenvervoer, arbeid en milieu; T.Bouwman; 1994 Japan aan de lopende band; Satoshi Kamata, con post-fazione di T.Bouwman; 1986 Vaderen, een balans van winsten en problemen; T.Bouwman, J.Smeets, et al.; 1985 Philips, International reorganisations and workers’ resistance; edited by T. Bouwman; 1982 Istruzione 1976 Laurea in Scienze aziendali, Università tecnica di Eindhoven Contatti Indirizzo: Parlamento Europeo, Wiertzstraat, B-1047 Bruxelles, stanza ASP 8G301 Telefono: +32 (0)2 284 7327 - Fax: +32 (0)2 284 9327 - E-mail: [email protected] 92 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Austria Manfred Schekulin Sono nato nel 1959 a Vienna, dove ho frequentato la scuola e l’università – e dove vivo attualmente. Ho due lauree, un Dottorato in Legge e un Master di Scienze economiche e sociali (Economia) dall’Università di Vienna. Tra il 1983 e il 1985 ho continuato i miei studi post-laurea (in Scienze Politiche) presso l’Istituto di Studi avanzati e Ricerca applicata di Vienna. Ultimamente ho concentrato i miei studi sulle questioni di management e spero di concludere con successo un programma post-laurea (MAS) in Direzione esecutiva presso l’Università di Vienna di Economia e Gestione aziendale entro la fine di quest’anno. Sono entrato a far parte del Ministero federale per l’Economia (ora: Economia e Lavoro) nel 1985. Il mio attuale incarico (dal 1998) è Direttore per le politiche di esportazione e di investimenti. In tale funzione, rappresento l’Austria nella UE e nei fori internazionali sui temi degli investimenti, come il gruppo di lavoro della WTO sul Commercio e l’Investimento; la Commissione UNCTAD sull’investimento, la tecnologia e le questioni finanziarie e la Commissione dell’OCSE sull’investimento e le società multinazionali (CIME). Sono stato leader dei negoziati austriaci per i negoziati MAI (1995-1998), per la formulazione delle linee guida dell’OCSE per la Corporate Governance nel 1998/1999 e per la revisione delle linee guida OCSE per le imprese multinazionali nel 1999/2000. Dal 2001 presiedo il gruppo di lavoro dell’OCSE sulla Dichiarazione sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali, che è, i.a., incaricata della verifica sulle linee guida OCSE per le imprese multinazionali. Dal 2002 sono anche co-presidente del Compact per la riforma, gli investimenti, l’integrità e la crescita dell’Europa Sudorientale, una iniziativa del Patto di stabilità per l’Europa Sudorientale che tenta di aiutare i Paesi della regione a migliorare il clima degli investimenti attraverso riforme normative. Le mie pubblicazioni più recenti (in collaborazione con Wolfgang Igler) trattano i problemi della stesura di regole internazionali nel campo degli investimenti: From Havana to Doha: The long road towards multilateral investment rules. In: Austrian Foreign Trade Yearbook 2001/2002; Vienna, marzo 2002 From Doha to Cancún: The prospects for WTO investment rules. In: Austrian Foreign Trade Yearbook 2002/2003; Vienna, aprile 2003. 93 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Belgio Francois Vandamme Stato civile: 1950, coniugato, 4 figli. Istruzione-formazione: Laurea in Giurisprudenza (UCL, Belgio, 1973), Diploma in Studi europei (Diritto), Collegio d’Europa (Bruges, 1974). Esperienze professionali: 1990-2003: Consigliere, poi Consigliere Generale (1993) presso il Dipartimento Affari Internazionali della Pubblica amministrazione per l’Occupazione, il Lavoro e il Dialogo sociale federale, Bruxelles. 1982-1990: Consigliere sociale presso la rappresentanza permanente del Belgio nelle Comunità Europee. Attuale attività accademica: Corso su “Rischi sociali della governance europea” nel Collegio d’Europa (Bruges) dal 1995. Membro di associazioni professionali: - Associazione belga per il diritto europeo (Bruxelles) - International Industrial Relations Association (OIL, Ginevra) - Istituto Reale per le relazioni internazionali (Bruxelles) - Varie pubblicazioni, accademiche e non. Principali missioni internazionali: - Delegato belga presso vari comitati e gruppi di lavoro della Commissione e del Consiglio europei - Membro (dal 1990) della Commissione governativa per la Carta sociale europea (Consiglio d’Europa) e Delegato per il Belgio per la Commissione di rilancio per la Carta sociale europea (’90-’94) - Delegato per il Belgio alla Conferenza dell’International Labour Organization (dal 1993) - Delegato per il Belgio per il Summit mondiale per lo Sviluppo sociale (UN, 1994-95) - Delegato per il Belgio per la presentazione e la discussione delle relazioni belghe alla Commissione dell’ONU per i diritti culturali, sociali, economici - Delegato per il Belgio alle conferenze ministeriali della World Trade Organization (Singapore-1996, Seattle-1999) (discussioni sulle normative del commercio e del lavoro) - Numerose visite di inchiesta e consultive in Europa Centrale in veste di esperto per il Consiglio d’Europa o per l’OIL e l’Unione Europea (Phare) - Numerous fact-finding and advisory visits to Central Europe as an expert for the Council of Europe or the ILO and the European Union (Phare) Anne Peeters Politologa. Direttore del Centre d’Etudes et d’Action pour la Cohésion sociale (CEDAC). Anne Peeters è esperta nella CSR e nell’occupazione. Ha effettuato missioni per conto delle autorità belghe. Una di queste missioni era l’attuazione del diritto belga sull’etichetta sociale. È anche coautrice di pubblicazioni riguardanti la globalizzazione ed è relatrice della Tavola Rotonda “Sviluppo” del Multi-Stakeholders Forum sulla CSR iniziato sotto il patronato della Commissione Europea. Anne Peeters conduce expertise in aziende, nel quadro del dialogo sociale, sulla CSR e l’occupazione (salute e sicurezza, catena produttiva, codici di condotta e bilancio di sostenibilità). E-mail [email protected] 94 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Danimarca Niels Hojensgard Niels Hojensgard ha conseguito un MA in Sociologia e ha una lunga esperienza di sviluppo di politiche in un grande ente olandese e più tardi nel Ministero degli Affari Sociali, negli ultimi anni in qualità di vice capo della divisione sviluppo. Il suo impegno verso lo sviluppo di nuove partnership sociali e il ruolo delle imprese nella società risale al 1993 quando è entrato a far parte del team che ha lanciato “Our Common Concern”, la campagna su scala nazionale del Governo olandese per la Corporate Social Responsibility. Dal 1998, è impegnato nella creazione e sviluppo del The Copenhagen Centre e da gennaio 1999 è Vice direttore del centro. 95 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Francia Jean-Denis Combrexelle Nato a Nancy il 26 novembre 1953 Capo della Divisione sui rapporti di lavoro Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà Maître delle richieste al Consiglio di Stato Dal gennaio 2001, Jean-Denis COMBREXELLE è Capo della Divisione sui rapporti di lavoro presso il Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà. I compiti di questa divisione comprendono la sicurezza che i diritti individuali e collettivi dei dipendenti siano rispettati, e ciò significa enfatizzare i negoziati collettivi e il dialogo sociale, come pure la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Precedentemente Jean-Denis COMBREXELLE è stato Capo del Dipartimento, Aiuto Direttore delle istituzioni politiche e giustizia al Ministero di Giustizia (1999-2001) e anche Commissario governativo del Consiglio di Stato per i contenziosi (19951999). Nel medesimo periodo, è stato relatore per la Commissione per la semplificazione amministrativa (1999-2000) e assistente relatore per il Consiglio Costituzionale (1997- 1999). È stato anche revisore dei conti presso la Corte di Giustizia delle Comunità europee (19891993). 96 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Germania Christoph Schumacher- Hildebrand Studio di giurisprudenza alla Università di Tübingen, dottorato, seguito dalla creazione di un centro di consulenza a Salonicco per lavoratori greci che rientrano in patria dalla Germania. Successivamente, un posto di responsabilità nel campo delle assicurazioni pensionistiche tedesche. Dal 1990 lavora sui temi della politica sociale europea nel Ministero del Lavoro, e dal 1998 Capo di Divisione per l’occupazione europea e la politica sociale nel Ministero Federale dell’Economia e del Lavoro. Partecipazione nel Social Protection Committee (SPC) e membro della Commissione per l’Occupazione della EMCO. Numerose pubblicazioni sulle questioni dell’occupazione e politica sociale europea. Hans Peter Schipulle Vice Direttore-Generale “Politiche globali e settoriali”, Ministero Federale per la cooperazione economica e lo sviluppo. All’interno del Ministero è a capo del Dipartimento che si occupa di innumerevoli attività, comprese l’ambiente, le risorse idriche ed energetiche, l’agricoltura, il sociale, la sanità e l’istruzione, come pure la cooperazione con il settore privato (responsabile di una tavola rotonda nazionale sui codici di condotta sociali). Fino al 1999 ha prestato servizio in qualità di capo della divisione per l’ambiente, le risorse naturali e le foreste del Ministero. Ha rappresentato il Ministero in diverse conferenze e negoziati internazionali sui temi dell’ambiente e dello sviluppo, compresi l’UNCED (Rio 1992) e il WSSD (Johannesburg 2002), la Commissione sullo sviluppo sostenibile/CSD, le convenzioni internazionali sulle mutazioni climatiche, la biodiversità e la desertificazione, e nel Consiglio del Global Environment Facility/GEF. 97 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Irlanda Breda Power Breda Power è a capo della sezione di relazioni industriali del Dipartimento dell’impresa, il Commercio e l’Occupazione, il cui ruolo è rafforzare ulteriormente il vantaggio competitivo dell’Irlanda attraverso partnership, ottimizzazione delle capacità organizzative delle imprese e l’attuazione di strutture per la risoluzione delle liti. Le responsabilità di Power comprendono le relazioni industriali, la Corporate Social Responsibility, la partecipazione/coinvolgimento dei lavoratori, il partenariato sociale a livello nazionale, il bilancio della vita lavorativa, la Presidenza del Comitato quadro nazionale sulle politiche per la famiglia e il coordinamento dell’Occupazione, la politica sociale, la salute e le questioni del Consiglio dei Consumatori. 98 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Italia Katia Martino È nata a Varese il 20 marzo 1971. Nel 1996, ha conseguito la laurea in Ingegneria meccanica, sezione Energia, presso il Politecnico di Milano. Ha lavorato per sei anni nel settore privato della cogenerazione, ovvero la produzione combinata di elettricità e calore attraverso centrali elettriche dotate di motori e turbine a gas. In particolare, lavorando nella provincia di Lecco in qualità di executive con il Gruppo IML S.p.A., un’azienda leader nella realizzazione di piccoli e medi impianti di cogenerazione, le è stato affidato il dipartimento per la manutenzione e la gestione dell’impianto. Per tutto il 2001, pur continuando a lavorare per il Gruppo IML, con l’autorizzazione del suo Direttore generale ha prestato servizio in veste di consulente presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, effettuando uno studio di fattibilità sul progetto della Corporate Social Responsibility che il Governo italiano ha deciso di sviluppare come parte del dibattito europeo sul tema. Dal 2002, lavora sul progetto CSR-SC del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. In questo contesto, coordina un gruppo di lavoro interamente dedicato allo sviluppo della CSR all’interno del Ministero e mantiene le relazioni con le istituzioni, gli stakeholder e gli organismi scientifici, in particolare con l’Università Bocconi, uno dei partner del progetto del Governo. 99 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Paesi Bassi Roel Nieuwenkamp Data di nascita Luogo di nascita Stato civile E-mail 4 febbraio 1972 Nijmegen Celibe [email protected] Istruzione: Master di Scienze economiche presso l’Università Erasmus di Rotterdam (1990 - 1996) Laurea in giurisprudenza dell’Università Erasmus di Rotterdam (1991-1995) Ph.D in Pubblica Amministrazione presso l’Università di Twente (2001) Esperienze lavorative 1996 Arthur Andersen Business Consulting Consulente aziendale Ministero dell’Istruzione, Cultura e Scienza Manager ad interim 2000 - ad oggi Docente universitario in management politico-burocratico Centro per la Pubblica Amministrazione, Università di Twente 2001 - ad oggi Docente in Gestione pubblica Istituto di Istruzione statale Dicembre 2001 ad oggi Ministero dell’Economia Amministratore delegato del dipartimento per l’imprenditoria 100 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Paesi Bassi Willem Hendrik Van Der Leeuw Data di nascita Luogo di nascita Stato civile e-mail 20 ottobre 1951 Groningen coniugato, 2 figli [email protected] Istruzione Laurea in Giurisprudenza presso l’Università statale di Groningen (1970-74) Master of Arts in Relazioni internazionali della Scuola Paul Nitze di Studi internazionali avanzati, Johns Hopkins University, Bologna e Washington DC, (1974-1976) Esperienze lavorative Ministero degli Affari Esteri 1978 Terzo Segretario presso la Ambasciata Reale dei Paesi Bassi di Varsavia, Polonia 1980 assistente consigliere delle politiche allo sportello dell’Europa orientale Ministero dell’Economia 1981 assistente consigliere delle politiche presso la Direzione dell’integrazione europea 1982 capounità per gli accordi commerciali preferenziali e l’allargamento della UE, Direttorato dell’integrazione europea 1985 capounità per gli accordi commerciali non preferenziali, Direzione dell’in tegrazione europea (funzione speciale: Presidente della Commissione della EC 133/tessili nel 1986) 1988 vice capo di divisione per l’Europa Centrale e Orientale 1992 capo di divisione per le relazioni esterne dell’UE 1995 capo della divisione per le politiche commerciali (funzione speciale: Presidente della Commissione della EC 133/deputati nel 1997) 2001 membro del team di gestione del Direttorato del commercio e investimento 2002 - ad oggi vice direttore per il Commercio e l’Investimento 101 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Portogallo José Afonso Nogueira Ayres de Sá José Afonso Nogueira Ayres de Sá è nato a Coimbra (Portogallo) nel 1946 e si è laureato in giurisprudenza presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Coimbra, una delle più antiche università europee. Dal 1973, ha avuto un posto di direttore nel Ministero della Sicurezza Sociale e del Lavoro portoghese, dove è stato Sottosegretario generale delle relazioni per il lavoro collettivo dal 1981 al 1983. Nel 1976, si è trasferito nella città di Covilhã dove, da allora, è stato il Delegato regionale dell’Istituto portoghese per lo Sviluppo e le Ispezioni delle Condizioni di lavoro (IDICT). In tale veste è stato testimone della ristrutturazione dell’industria laniera tradizionale, una vera e propria monocoltura in questa regione. Oltre ad essere funzionario superiore dell’Istituto portoghese per lo Sviluppo e le Ispezioni delle Condizioni di lavoro, è anche istruttore in corsi di formazione per giovani laureati che lavorano per l’Istituto. Nella medesima veste ha anche presieduto la progettazione e l’attuazione di un progetto di cooperazione con il Ministero del Lavoro del Mozambico, un progetto realizzato nelle città di Maputo, Beira e Nampula tra il 1996 e il 1998. Inoltre, è diventato politicamente attivo nella città di Covilhã, dove vive. Successivamente è stato eletto assessore comunale nel Consiglio cittadino, una carica che ha ricoperto tra il 1989 e il 1992, durante la quale era responsabile dei dipartimenti per la cultura, per lo sport, per l’istruzione e per la gioventù. Tra il 1993 e il 1996 ha amministrato l’INATEL, l’Istituto per il tempo libero dei lavoratori portoghesi. Dal 1996, in aggiunta alla sua carica gestionale all’interno dell’IDICT, ha tenuto lezioni sul Diritto del lavoro ed economico all’Università di Beira Interior (Covilhã). All’IDICT, è il co-organizzatore di un Progetto Corporate Social Responsibility. È altresì autore e co-autore di documenti e studi sull’organizzazione del lavoro presentati in diversi eventi. 102 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Spagna Carmen De Miguel Garcia Data di nascita: 3 gennaio 1959 Istruzione Laurea in giurisprudenza presso l’Università di Valencia, 1981. Impiegato tecnico per la Pubblica Amministrazione tramite esame di ammissione, 1983. Corso in Gestione aziendale dal Centro de Formación Empresarial Lluis Vives di Valencia, 1993. Pubblica Amministrazione Impiegato tecnico, per concorso, della Amministrazione statale per il Consiglio cittadino di Denia (Alicante), in qualità di Capo del Dipartimento legale della pianificazione urbanistica dal 1983 al 1985. Carriera professionale Consiglio per il Dipartimento legale della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di Valencia, specializzato nelle aree di diritto amministrativo e commerciale dal 1985 al 1986. Direttore del Dipartimento legale della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di Valencia, assistente del Segretario Generale e coordinamento dei servizi legali e fiscali come pure della Camera Arbitrale dal 1986 al 1995. Segretario Tecnico del Consiglio della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di Valencia, coordinamento delle attività regionali di queste istituzioni e in qualità di Segretario dell’ente direttivo del Consiglio dal 1992 al 1996. Direttore Generale facente funzione del Consiglio della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di Valencia, assunzione della direzione delle attività del Consiglio dal 1996. Direttore Generale dell’Istituto per l’Export di Valencia (IVEX) dal 1999. Direttore Generale dell’Istituto per le Donne dal 20 settembre 2002. Segretario Generale per l’Occupazione dal 14 febbraio 2003. Altro Sono stato Professore al Centro di Denia della Universidad National de Educacion a Distancia e al Centro di formazione imprenditoriale della Camera di Commercio di Valencia. Ho tenuto corsi sugli investimenti esteri, la creazione di imprese e diritto delle società. Ho partecipato a diversi corsi, seminari e pubblicazioni. 103 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Svezia Mia Horn af Rantzien L’Ambasciatrice Mia Horn af Rantzien è attualmente a capo della Partnership svedese per la responsabilità globale, una iniziativa del Governo per promuovere e facilitare la Corporate Social Responsibility. Prima di assumere tale incarico era Segretario Principale della Commissione parlamentare sulla politica svedese per lo sviluppo globale, una Commissione di indagine con il compito di esaminare le politiche di sviluppo globale della Svezia. L’Ambasciatrice Horn è entrata a far parte del Ministero per gli Affari Esteri svedese nel 1977. Ha ottenuto diversi incarichi all’interno del Ministero per gli Affari Esteri e l’Agenzia per lo sviluppo svedese tra i quali in Vietnam 1978-1982, come Capo Economista al Ministero per gli Affari Esteri 1994- 1996 e come Ministro alla missione permanente della Svezia presso le Nazioni Unite a Ginevra 1996-2000. In parallelo alla sua carriera all’interno del Ministero degli esteri svedese, Mia Horn af Rantizen ha condotto una carriera accademica come ricercatrice in Economia dello sviluppo, un campo di interesse che risale alla sua prima visita da studente alla Tribhuvan University di Kathmandu, Nepal nel 1975. Ha conseguito il suo PhD in Economia nel 1994 a seguito dei suoi studi alla Scuola di Scienze economiche di Stoccolma e alla Princeton University. Da allora, ha prestato servizio come membro del Gruppo di esperti per i temi dello Sviluppo (EGDI), 1995-1996 e del Comitato consultivo del Segretariato per l’analisi della cooperazione per lo sviluppo svedese, 1993-1994. Attualmente, detiene la carica di Governatore dell’IDS, Sussex University e di membro del Comitato consultivo del Centro di ricerca dell’UNICEF Ricerca. 104 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Regno Unito Helen Wildsmith Helen Wildsmith è Direttore Esecutivo dell’UK Social Investment Forum (UKSIF), l’associazione inglese membro del Multi-Stakeholder delle organizzazioni interessate nell’Investimento Socialmente Responsabile (ISR). I programmi dell’UKSIF comprendono Just Pensions, creato per educare e influenzare i fondi pensionistici del Regno Unito sull’importanza delle questioni internazionali dello sviluppo nelle loro pratiche dell’ISR. L’UKSIF fornisce anche il Segretariato per l’All-Party Parliametary Group sulla ISR e l’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC). L’UKSIF ha anche iniziato la formazione dell’European Responsible and Sustainable Investment Forum (Eurosif). L’anno scorso, Helen è entrata a far parte dell’UKSIF proveniente dal Centro di imprenditoria e società dell’Ashridge Management College. Tuttavia, la città di Londra le è familiare, in quanto nel 1990 è entrata nel NatWest Group, dopo essersi laureata con lode in Scienza della gestione presso la London School of Economics (LSE). Ha lavorato su molti progetti strategici per diverse divisioni e consociate del NatWest per 7 anni, prima di ritornare alla LSE per completare un MSc part-time nei Dipartimenti di Studio su Politica sociale e Sviluppo mentre faceva consulenze come freelance. Helen ha 36 anni ed è nata e cresciuta nel North Yorkshire, ma attualmente vive nel centro di Londra. Alan Napier Alan Napier del DWP (Department for Work and Pensions) è esperto nel settore pensionistico nel quale lavora da 10 anni, sia in ambito pubblico che privato. I suoi incarichi attuali comprendono la politica e la legislazione per un fondo di investimenti pensionistico efficiente. Ciò comprende i temi della Corporate Social Responsibility, i principi volontari dei codici di investimento del Governo del Regno Unito; le disposizioni legislative sull’investimento dei fondi pensionistici”. 105 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Regno Unito David Dickman David Dickman ha lavorato nel credito cooperativo per oltre 40 anni. I suoi primi ruoli strategici nella Banca cooperativa comprendevano la creazione dei primi dipartimenti di formazione e di sviluppo e l’espansione di una sezione specializzata in edilizia e finanza. Durante un distaccamento di quattro anni, David è stato Direttore Esecutivo e Capo delle operazioni della Unity Trust Bank e più tardi è diventato Capo del Centro commerciale di Manchester. Nel 1998, David è subentrato in veste di Capo Esecutivo part time del Consiglio cooperativo del Regno Unito. Durante la sua carriera David è riuscito a rappresentare la Banca presso i consigli di diverse organizzazioni e attualmente è membro del Consiglio regionale per il Nord-Ovest della CBI. È stato Presidente del Centro nazionale per l’impresa e la sostenibilità prima della fusione con la Sustainability North West avvenuta nel 2002 e ora ricopre una carica nel Comitato Esecutivo della SNW. È impegnato attivamente in molte iniziative comunitarie e ha avuto precedenti esperienze di lavoro con la Camera di Commercio, organizzazioni chiave e enti di beneficenza e volontariato. David è Presidente del Community Loan Fund per il Nord-Ovest, è stato uno dei membri fondatori del Supporters Trust ed è un membro del consiglio del fondo di investimento locale. È impegnato attivamente con diversi gruppi di interesse comunitari. Gli interessi al di fuori del lavoro di David sono dedicarsi alla famiglia, passeggiare, andare in bicicletta e guardare gli avvenimenti sportivi, in particolar modo il Manchester City, di cui è tifoso da più di 50 anni. Ha anche uno spiccato interesse per la politica e l’economia. David Ratcliffe David Ratcliffe del DTI (Dipartimento del Commercio e dell’Industria) è consulente per le politiche della CSR e lavora in questo campo da 2 anni. In precedenza, aveva lavorato nella sezione del DTI riguardante il consumo e la sicurezza delle sostanze chimiche e cosmetici. Per 18 anni David ha lavorato presso il Servizio immigrazione del Ministero dell’Interno. 106 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Vaderegio Ana Díaz Alvarez Ana Díaz Alvarez è nata a Bilbao nel 1966. Nel 1989 ha conseguito la laurea in Psicologia sociale presso l’Università dei Paesi Baschi. Avendo iniziato una ricerca per un programma di PhD nel 1992 alla Wilhelms Universitat di Munster, Germania, Ana ha ricevuto i più alti onori nel 1998 per la sua tesi intitolata: “L’etica del lavoro protestante e la sua relazione con la teoria dell’identificazione sociale: uno studio trans-culturale Spagna-Germania”. Ha completato la sua istruzione con due master post-laurea “Gestione dell’innovazione tecnica” e “Executive MBA”. Nel 1994 Ana è entrata a far parte della Novia Salcedo Foundation (NSF) e da allora si è occupata della gestione di diversi programmi innovativi nel campo dell’Occupazione e dell’impresa. All’inizio della sua carriera alla NSF è stata responsabile del Programma per l’orientamento professionale e dal 1995 al 2000 ha coordinato un progetto del NOW (New Opportunities for Women) con otto organizzazioni europee diverse. Dal 1997 al 2000 ha gestito un progetto con aziende statunitensi, in cui si sono stretti accordi di collaborazione speciale e convenzioni con imprese europee, americane e spagnole. Tra questi accordi vi sono stati alcuni riguardanti la partecipazione di imprese estere nel trasferimento di conoscenze tecnologiche. Ana è stata coinvolta anche nell’organizzazione di eventi internazionali relativi, tra gli altri, al Consorzio europeo per lo sviluppo di progetti sociali nell’America Latina e il Congresso internazionale per “Una società dell’informazione per tutti”. Dal 2001 gestisce il Dipartimento dell’innovazione all’interno della NSF e in tale funzione continua a organizzare diversi progetti riguardanti l’Osservatorio sull’orientamento dei giovani, progetti basati sull’Europa, e la Corporate Social Responsibility (CSR) all’interno di quello che è sotto il nome di NSF Agenda for Social Responsibility. Attualmente è anche responsabile per l’internazionalizzazione della NFS ed è molto impegnata nella progettazione, lo sviluppo e l’attuazione di programmi all’interno dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e dell’America Latina. 107 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Commissione UE Odile Quintin Nata il 22 aprile 1945 a Lyons (Francia), vedova, 3 figli Laurea professionale in Diritto pubblico e Scienze politiche (Lione, 1967) (Diritto pubblico e Scienze politiche) (1968) e CES in Lettere (Filosofia, Storia) DES in Diritto pubblico comparato e Proficiency in inglese (Cambridge, 1964) Carriera professionale 1. Ricercatrice nell’Istituto interuniversitario di Diritto comparato (Bruxelles, 1970) 2. Funzionario nella Commissione europea dal 1971 - DG Agricoltura (Pesca) - Amministratore per i diritti di pesca, negoziazioni delle adesioni, convenzioni internazionali, Diritto marittimo (1971-1974) - DG Relazioni Esterne - Amministratore poi Amministratore principale Dialogo Nord-Sud, accordi per prodotti, materie prime (1974-1978) Desk Officer per le relazioni con il Giappone (1978-1980) Relazioni con i Paesi dell’Europa dell’Est - problemi generali e multilaterali = COMECON. Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Conferenza di Madrid). Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa (1980-1982) - Occupazione e Affari sociali - 1982 - 1988, Capo di Servizio per l’Occupazione e l’uguaglianza delle donne - 1989 - 1994, Capo di Divisione “Sicurezza sociale e azioni sociali ” - 1994 - 1995, Direttore del Fondo sociale europeo - Attuazione - 1995 - 1996, Direttore dell’Occupazione e del mercato del lavoro - Dal 1° marzo 1996, Direttore del Dialogo sociale, diritti sociali e questioni di uguaglianza. Contemporaneamente: Vice Direttore generale facente funzione, poi ad interim, della DG Occupazione e Affari Sociali dal 21 settembre 1998, e Direttore generale facente funzione dal 1° maggio 2000. Membro del Consiglio d’amministrazione di 3 Agenzie: Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Dublino - Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Bilbao – Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia, Vienna. Autrice di diversi articoli e pubblicazioni su varie politiche comunitarie (Nord-Sud, Relazioni CEE -Giappone, politiche sociali). Ultima pubblicazione: L’Europe sociale, enjeux et réalités, in collaborazione con Brigitte Favarel, Ed. La Documentation française. 108 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI ILO Hans Hofmeijer Hans Hofmeijer è Direttore del Multinational Enterprise Programme dell’OIL. Il programma promuove la Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale dell’OIL, uno strumento unico nell’ambito della CSR. Adottata nel 1977 ed emendata nel 2000, la Dichiarazione mira ad avvicinare le imprese multinazionali con le economie, le agenzie governative e i sindacati locali per garantire che gli investimenti diretti all’estero abbiano un impatto positivo sull’occupazione, la formazione, le condizioni di lavoro e le relazioni professionali. Hofmeijer è altresì responsabile per la partecipazione dell’OIL nel Patto Globale (Global Compact) delle Nazioni Unite. Fin dagli inizi degli anni ’90 si è prodigato per promuovere la cooperazione OIL con il settore privato, in particolar modo nei settori dello sviluppo economico locale e nella risposta alle crisi. Hofmeijer fa parte dell’OIL fin dal 1978 e ha lavorato in Colombia, Turchia e Perù come pure nella sede centrale dell’OIL a Ginevra, Svizzera. Di nazionalità olandese, ha conseguito lauree cum laude in Scienze Politiche e Sociologia presso l’Università della California a Los Angeles e presso l’Università di Amsterdam. 109 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI OECD Rainer Geiger Studi e diplomi Laurea Avanzata in Giurisprudenza ed esame di stato per avvocato, Germania. Dottore in Giurisprudenza (Dr. Jur.) Università di Heidelberg, LL.M. Columbia Law School, New York Carriera professionale 1972-1976 Consulente, Ministero dell’economia e della cooperazione economica, Germania 1976-1977 Segretario del Comitato per gli affari finanziari, Conference on International Economic Cooperation (CIEC) Parigi, Francia Dal 1977 Organisation for Economic Co-operation and Development, Parigi, Francia con vari incarichi, attualmente Vice Direttore, Affari finanziari, fiscali e d’impresa. Dal 1994 Presidente, Direzione generale, Centro per lo sviluppo del settore privato, Istanbul, Turchia Dal 2001 Co-Presidente, Investment Compact Stability Pact for South East Europe Dal 1996 Professore associato di diritto commerciale internazionale, Università Parigi I, Pantheon-Sorbonne Pubblicazioni Numerosi articoli sul tema del diritto commerciale internazionale, tra cui: Tassazione e sviluppo economico (in tedesco) Deutsches Steuerrecht 1977, 421 International Antitrust and related trade issues, United States Transnational Business and the law 1985, I Services in the world economic: Lessons from the OECD, Banca Mondiale/Nazioni Unite 1990 Aspetti istituzionali della cooperazione finanziaria tra Paesi industrializzati ed economie di transizione (in francese) Bruxelles 1995, 417 Towards a multilateral agreement on investment, Cornell International Law Journal, 1998. Lingue Tedesco, inglese, francese, spagnolo Affiliazione German American Lawyers Association (DAJV), Société française pour le droit international (SFDI) 110 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Unioncamere Giuseppe Tripoli Luogo e data di nascita: Stato civile: Indirizzo privato: Indirizzo di lavoro: e.mail: Randazzo (CT) 30.11.1959 coniugato, 3 figli Via Leonardo Greppi n. 44 - Roma Unioncamere - Piazza Sallustio, 21 - 00187 Roma [email protected] Istruzione Liceo classico (60/60). Laurea in giurisprudenza: Università di Catania 16.12.1982 (110/110 cum laude), tesi sul tema di Filosofia del Diritto: principio di maggioranza. Attività di ricerca 1982-1984 - attività di ricerca per la cattedra di Filosofia del Diritto a Catania e Roma (Proff. Sergio Cotta e Francesco D’Agostino). 1983 - vincitore - secondo posto – di un concorso pubblico per una borsa di studio del CNR all’estero, nel quadro di temi legali e politici. 1983-1985 - pubblicazione di diversi articoli su “Justitia”, “Rivista internazionale di Filosofia del Diritto”, temi di approfondimento dei sistemi democratici e la crisi dello Stato assistenziale. 1984 - ricercatore per conto dell’Unioncamere per la creazione della Scuola di formazione di CCI. Incarichi attuali Da luglio 2001 - Segretario Generale dell’Unioncamere Consulente IPI - Istituto Promozione Industriale Esperienze professionali Da febbraio 2001 - Vice Segretario Generale vicario dell’Unioncamere Da luglio 1999 - Vice Segretario Generale della Confcommercio (Confederazione Generale Italiana del Commercio del Turismo dei Servizi e delle p.m.i.). Responsabile per le politiche territoriali, con compiti riguardanti le relazioni con le Regioni, la legislazione regionale e i contatti con le Autorità locali e le Camere di Commercio. Responsabile per il negoziato di programmi riguardanti i fondi strutturali e i progetti dell’UE; per le politiche urbane, dei trasporti e per gli investimenti. Membro del Consiglio di Amministrazione del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali Membro dei Comitati di osservazione sul Quadro comunitario di sostegno 2000-2006 e il Programma nazionale di sostegno all’industria. Membro dell’Osservatorio economico civile della CCI di Milano. 1996-1999: Vice Segretario Generale di Unioncamere responsabile dell’area legislativa e delle relazioni istituzionali. Ha lavorato sulla riforma della CCI con il Parlamento italiano sui 111 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI temi delle autonomie funzionali in Italia e nei Paesi europei. Ha portato avanti un programma di ricerca sulla relazione tra diritto e mercato a livello europeo. Ha contribuito alla stesura della legislazione e delle politiche con le Regioni. Responsabile per lo sviluppo dei servizi alternativi di giustizia e le regole di mercato della CCI. Ha iniziato a pianificare una rete europea per le procedure alternative di risoluzione delle liti Responsabile per il progetto di economia del non profit Responsabile per lo sviluppo di servizi per la competitività territoriale della CCI, per il marketing territoriale e promozione degli investimenti Responsabile per le problematiche dei consumatori Responsabile per il progetto di Sportello unico per le imprese 1994-1999 - Attività di insegnamento. Relatore in seminari e workshop della riforma della Camera e politica istituzionale ed economica 1992-1996: Direttore della C.I.S. S.p.A., società pubblica della CCI Milano e ESPI, nel campo dell’informazione economica e promozione degli investimenti in Sicilia 1986-1996: Capo di Gabinetto del Presidente dell’Unioncamere. Ha lavorato sulla commissione di studio per la riforma della CCI presieduta dal Prof. Leopoldo Elia (con S. Cassese, M. S. Giannini, G. De Rita). Dal 1992, è responsabile dell’ufficio legale dell’Unioncamere. Ha lavorato anche con il CNEL. Altri incarichi 1994-2000 - membro del consiglio di amministrazione dell’ISDACI (Istituto Internazionale per la Promozione della Cultura Arbitrale) 1998-1999 - membro del Comitato Formez per la creazione dello Sportello unico. 1990-1998 - membro del comitato scientifico “Impresa e Stato” 112 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI CSR Europe Etienne Davignon (Visconte) Nato a Budapest (Ungheria) il 4 ottobre 1932 Nazionalità: belga Coniugato, 3 figli Dottore in Giurisprudenza, LL.D. Nel 1959, Davignon è entrato a far parte del Ministero belga degli Affari Esteri ed è stato Capo di Gabinetto dei ministri Spaak e Harmel. Dal 1969 è stato responsabile per il Dipartimento politico del Ministero fino alla sua ammissione nel 1977 nella CEE. Durante la sua carriera al Ministero degli Affari Esteri, è stato coinvolto direttamente nelle politiche del Belgio in Africa, l’indipendenza del Ruanda e del Burundi e la risoluzione del conflitto tra Belgio e Zaire. È stato anche una figura chiave per la relazione sul futuro dell’Alleanza atlantica (Harmel report) e ha presieduto la commissione che ha preparato le prime proposte sulla cooperazione politica tra i membri CEE (Davignon report): 1974-1975. Successivamente alla crisi petrolifera del 1973, Davignon ha presieduto la Conferenza internazionale che ha portato alla stesura di un trattato di condivisione delle risorse petrolifere. Dal 1974 al 1977, è stato il primo Presidente della International Energy Agency creata il 18 novembre 1974. Dopo aver lasciato la Pubblica amministrazione nel 1977, Davignon è stato nominato Vice Presidente della CEE, responsabile dell’industria, la ricerca e l’energia fino alla fine del 1984. In tale periodo si è prodotto per la ristrutturazione dell’industria europea (acciaio, prodotti tessili, fibre sintetiche) nelle tecnologie dell’informazione e telecomunicazioni (Esprit, Race). Ha negoziato, per conto della CEE, accordi chiave con gli USA, il Giappone e la Cina. All’inizio del 1985 è entrato a far parte della Société Générale de Belgique, preminente holding belga della quale è divenuto Presidente l’11 aprile 1989. È in carica in qualità di Vice Presidente dal 28 febbraio 2001. Davignon è Vice Presidente di Fortis, Tractebel e Umicore. È anche membro del Consiglio di sorveglianza di Accor, Pechiney, Suez, Sofina e Royal Sporting Club di Anderlecht. È Presidente della Paul-Henri Spaak Foundation, del Royal Institute for International Relations, del “Palais des Beaux-Arts” e del Bilderberg Meetings. È stato docente all’Université Catholique di Louvain dal 1980 al 1983 ed è Presidente del Consiglio dell’Institut Catholique des Hautes Etudes Commerciales (Bruxelles). È Presidente dell’“Advisory Board” della Rete europea tra imprese per la Corporate Social Responsibility (CSR Europe). 113 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI ETUC Walter Cerfeda Walter Cerfeda, Segretario Confederale, Confederazione Europea dei Sindacati Nato a Bari (Italia) nel 1947, coniugato - un figlio. Istruzione Diploma di Scuola Media Superiore. 1970 1971 1972 1973 - 1975 1975 - 1978 1978 1980 1985 1988 1991 - 1980 1985 1988 1991 1993 1993 - 2001 2001 - 2003 Lavora per Viscosuisse a Lucerna - Svizzera Delegato del personale Segretario locale della USS - Cantone di Lucerna Capo dell’Ufficio libera circolazione dei lavoratori del Dipartimento internazionale della CGIL Segretario Generale della Camera del Lavoro a Matera e Vice Segretario CGIL per la Regione Basilicata Vice Direttore del Centro Nazionale di Formazione Sindacale CGIL Vice Segretario Generale della CGIL per la Regione Piemonte Segretario Nazionale della Federazione Italiana Operai Metalmeccanici - FIOM Vice Segretario Generale della FIOM Responsabile del Dipartimento per la politica di contrattazione collettiva della CGIL Segretario Nazionale della CGIL, responsabile dell’industria, reti e infrastrutture, agricoltura, contrattazione collettiva, democrazia economica e politica tariffaria Capo del Segretariato europeo della CGIL Gli attuali incarichi al di fuori della CGIL comprendono l’appartenenza ai seguenti enti: Membro del Consiglio esecutivo dell’ETUC. Membro di gruppi di lavoro e di altri organismi dell’ETUC. I suoi interessi comprendono la letteratura e lo sport. È anche uno scrittore. Ha scritto quattro libri, uno ha vinto un premio letterario. È un tifoso dell’Inter nonché ciclista a livello amatoriale. È stato eletto Segretario Confederale della Confederazione europea dei sindacati al Congresso tenutosi a Praga nel maggio 2003. 114 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Eurochambres Luca Mantellassi Luca Mantellassi è un imprenditore fiorentino nel campo della moda ed è l’attuale Presidente della Camera di Commercio di Firenze. È nato nel 1957. Ha conseguito la laurea in Politica presso l’Università di Firenze. Ha seguito studi post-laurea sul “Controllo finanziario delle piccole e medie imprese” presso l’Università “Bocconi” di Milano. Attualmente è Amministratore delegato della Sutor Mantellassi SpA. Nel febbraio 1999 è stato eletto Presidente della Camera di Commercio. È membro dei seguenti consigli d’amministrazione: Infocamere, Mediacamere, Meteora, Tecnoholding. Inoltre, è Presidente di Unioncamere Toscana, Consulente del “Centro di Firenze” per la moda italiana, Vice Presidente di Eurochambres, Membro del consiglio d’amministrazione della Camera di Commercio Internazionale, Vice Presidente di “Pitti Immagine”, Presidente di “Classico Italia”, Presidente di “Metaware SpA”, Membro dell’Associazione Imprese Storiche Fiorentine, Presidente di “Protera”, Vice Presidente del Centro di ricerca e produzione musicale “Tempo Reale”. 115 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI Social Platform Anne-Sophie Parent Anne-Sophie Parent è stata eletta Presidente della Piattaforma delle ONG europee del settore sociale nel marzo 2003, dopo essere stata membro del Comitato di gestione della Social Platform per due anni. La Social Platform è stata creata nel 1995 e riunisce circa 40 organizzazioni non governative, federazioni e reti europee che si stanno impegnando per costruire una società comprensiva e promuovere la dimensione sociale dell’Unione Europea. Parent è anche direttrice di uno dei membri della Social Platform: AGE - la Piattaforma europea per gli anziani. La AGE è una confederazione europea che raggruppa più di 100 federazioni e associazioni di persone anziane e pensionati ovvero di organizzazioni che si occupano delle problematiche dell’invecchiamento in Europa. La missione principale di AGE è di dare voce e di promuovere gli interessi degli anziani all’interno dell’Unione Europea. Prima della nomina, Parent è stata Direttore di Autism-Europe per sei anni. In tale periodo, Autism-Europe ha svolto un ruolo chiave nella costituzione dell’European Disability Forum e della World Autism Organisation. 116 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI UEAPME Hans-Werner Müller Il presente incarico di Hans-Werner Müller in veste di Segretario generale dell’UEAPME, l’Associazione europea dell’artigianato e delle PMI, sarà percepito da molti come una conseguenza logica del suo background personale e professionale. Le PMI Hans-Werner Müller le conosce bene poiché è cresciuto in una famiglia di imprenditori. Nato a Nunkirchen, nel Saarland, Germania, una regione vicina al Lussemburgo e alla Francia, Hans-Werner Müller fin da giovane diviene cosciente delle differenze culturali e delle loro implicazioni. Dopo aver studiato in Francia tornò in Germania per finire le scuole dell’obbligo e studia economia all’Università di Saarbrücken prima di diventare un insegnante di seconda fascia alla Scuola di perfezionamento del Commercio. Dopo la morte del padre, Hans-Werner Müller inizia ad occuparsi dell’azienda di famiglia e consegue il “Meisterbrief” in ingegneria meccanica (certificato di Mastro artigiano). Nel 1976 Hans-Werner Müller viene eletto deputato del Bundestag, incarico che mantiene per circa 18 anni. Durante il suo ultimo mandato è stato nominato al Parlamento Europeo dal Parlamento tedesco. Contemporaneamente, Hans-Werner Müller ha contribuito alla creazione dell’UEAPME, e nel 1992 diventa segretario generale di tale organizzazione, posizione che occupa tuttora. Hans-Werner Müller ha voluto vedere in questa associazione un mezzo per suscitare l’interesse pubblico e influenzare i responsabili delle decisioni a livello UE sulle tematiche dell’artigianato e delle PMI. Oggi, l’UEAPME estende le sue attività oltre i confini dell’UE verso i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale e nel Mediterraneo. Tra i maggiori successi di questi ultimi tre anni, Hans-Werner Müller è orgoglioso del riconoscimento dell’UEAPME come partner sociale e la recente adozione del Contratto sociale europeo per le piccole imprese. 117 8. PROFILI DEI PARTECIPANTI UNICE Vidar Lindefjeld Vidar Lindefjeld, 59 anni, è Direttore degli Affari sociali internazionali nella Confederazione norvegese delle imprese e dell’industria (NHO). Avvocato specializzato in diritto delle società e del lavoro, Lindefjeld ha ottenuto diversi incarichi all’interno della NHO, tra cui quello di direttore della sede di Bruxelles della NHO. Dal 1992, è responsabile degli Affari sociali internazionali della NHO, responsabile per la politica sociale europea e gli affari sociali globali. Nel 2004 sarà responsabile anche delle questioni dell’OIL. Lindefjeld è membro del Comitato per gli Affari sociali e del Comitato di Dialogo sociale dell’UNICE. Ha un interesse particolare per il tema della Corporate Social Responsibility, e presiede il gruppo di lavoro dell’UNICE sulla CSR. È anche membro dell’ente speciale governativo norvegese per i diritti umani e la CSR. 118 9. ELENCO DEI PARTECIPANTI Iscritti al 29 Ottobre 2003 Adamczyk Adams Alessandri Alite Ambrogioni Ameel Ancora Ardhe Autischer Bade Bagni Baker Baljeu Balsiene Bardani Baretta Barrachina Batut Be Bergman Besse Bickham Blom Boeles Bogani Borg Bourguet Bouwman Bracco De Silva Bravo Brighi Cairns Calleja Cambus Capodieci Caramazza Cassina Catelijne Cavaliere Cecchini Centola Cerfeda Chadwick Chiovato Rambaldo Christensen Slawomir Naomi Nerio Joaquin Giorgio Dirk Nelida Christian Wilhelm Vera Riccardo Morris Jeannette Aldona Rena Pier Paolo Miguel Laure Dominique Turo Genevieve Eduard Antonia Govert Giovanni Kevin J Pierre Theodorus Diana Maragarita Cecilia Elizabeth Edwin Claude Pietro Raffaele Maria Marella Giacomina Wessels Enrico Marco Giovanni Walter Peter Giusy Matt Poland/Nszz Solidarnosc Eu Commission Technogym Trade Unions - Sectorial Federmanager Italia Eurocadres Belgium Italia Lavoro Confederation of Swedish Enterprise Federation of Austrian Industry Ministry of Economics and Labour Coop Italia Uk/B&Q Plc Ministry of Economic Affairs Lithuanian Trade Union Solidarumas Greece/Sev Federation of Greek Industries Cisl Ministry of Labour and Social Affairs France/Force Ouvriere European Commission Finland/Sak France/Force Ouvriere Anglo American Uk Ministry of Social Affairs and Employment Shell Int. Sgs Malta Chamber of Commerce Ceep France European Parliament Bracco Spa Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales Cisl International Department Tuc Federation of Industry Cec Comieco Istud Italia Cisl Csr Europe Consiglio Regionale del Veneto Federmanager Italia Espansione Etuc Trade Unions - Sectorial Eu Commission Eurosif 119 Pl B I E I B I B A D I Uk Nl Ltu El I E F B Fin F Uk Nl Nl I M F B I E I Uk M F I I I B I I I B Uk B F 9. ELENCO DEI PARTECIPANTI Iscritti al 29 Ottobre 2003 Clarke Combrexelle Cornacchia Cress Cullen Davies Davignon De Geus De Marsanich Di Filippo Diamantopoulou Penny Jean-Devis Wanda Bryan Paul Peter Etienne Aart Jan Benedetta Emanuela Anna Diaz Diaz Dickman Dossi Drbalova Ana Mariano David Enrico Vladimira Dreanic Dryden Duguid Ebejer Erdmenger Ervasti Espersen Fahey Falck Fedeli Fehringer Ferrone Fielding Fiorentini Fiorucci Fitou Flahault Fleming Fox Gendre Gerstein Goj Gonzale Gonzales-Quijano Gooch Grayson Guglielmi Alan Polly Lois Joseph Katharina Outi Lars Frank Federico Valeria Eva Ludovico Andrew Giorgio Nicoletta Jean-Francois Solene David Tom Pierre Antje Emilio Luis Gustavo Fiona David Gabriele Epsu/Etuc France Confindustria Uk/Cbi Permanent Representation of Ireland Busuness in the Community Csr Europe Ministry of Social Affairs and Employment Dnv Cisl Eu Commissioner for Employment and Social Affairs Novia Salcedo Fundacion Cc Oo Espana The Co-Operative Bank Confindustria Confederation of Industry of the Czech Republic Fidh England Uk Ministry for Social Policy Dgb Akava Danish Com. of Trade Unions Dept of Enterpris Trade Employment Sodalitas Filtea/Cgil Ministry of Economic Affairs and Labour Cgil Eu Commission Bocconi University Anima France Csr Europe Emsf- Carrefour Uk-Amicus Uk/Iied Fec/Fo Unice/Bda Espansione Cede/Unice Cotance Traidcraft,Uk Business in the Community Filacams Cgil 120 B F I Uk B Uk B Nl I I B E E Uk I Cze B Uk Uk M D Fin Dk Irl I I A I B I I F B Uk Uk F D I E B Uk Uk I 9. ELENCO DEI PARTECIPANTI Iscritti al 29 Ottobre 2003 Guillot Hanniffy Harris Hendrickx Hofmeiyer Hohnen Hojensgard Horn Af Rantzien Hornung-Draus Hosfield Huttunen Iozia Itschert Jacobs Jalving Jansen Jaunzeme Jose' Julien Juutinen Kairelis Kakule Keller Kelly Kieffer Koberski Komoroczki Kuisma Le Berre Leal Daniel Constance Kathie Luc Hans Paul Niels Mia Renate Nicola Martti Edgardo Patrick Mario Heleen Bernhard Ieva Ayres De Sa' Emmanuel Sirpa Rimantas John Fred Franco Paul Marc Wolfgang Istvan Jouko Stephanie Maria Luisa Lenoci Lidehall Liitmae Lindefjeld Loprieno Lozano Maguire Malinowski Maramai Marcek Marchettini Mathis Maulucci Melckmans Claudio Paul Ave Vidar Marco Josep M. Catherine Andrzej Angelo Eduard Stefano Agnes Maria Luigia Bruno Cfdt Committee of Regions Irish Ert Ueapme Ilo Global Reporting Initiative (Gri) The Copenhagen Centre Sweden Bda/Unice Uk-Amicus Employer's Confederation of Service Industries Uil Italia Etuc-Tcl Ministry of Economic Affairs The Netherlands/Fnv Eu Commission Latvian Employeri Confederation Ministry of Social Affairs and Labour Medef Stakes/Finland Ministry of Social Security and Labour Acp Secretariat Gruppo Iml Uk, Compass Group Plc Fedil-Unice Luxembourg Ministry of Economics and Labour Cehic Kesko Corporation Euro Commerce Textile-Shoes-Leather Sector/Belgium/Euratex Direction General on Social Economy Ministry of Labour and Social Affairs Ilo Lo/Tco/Saco Ministry of Social Affairs Unice European Commission Esade Ibec Confederation of Plish Employers Fondazione Telethon Slovakia/Panet Acri Cecop Cgil Belgium/Fgtb 121 F Irl B B B Nl Dk S D Uk Fin I B Nl B B Lva P F Fin Ltu B I Uk B D Hu B B E I S Est B B E Irl Pl I Sk I B I B 9. ELENCO DEI PARTECIPANTI Iscritti al 29 Ottobre 2003 Mignonac Mochan Molteni Monti Morin Morsing Muller Munk Napier Nieuwenkamp Nishuilleabhain Niven Noterdaeme Olsson Onelli Oosting Paaermaa Parent Peeters Perrini Pezzotta Pogutz Pomian-Wojcieszczuk Quintin Rasmussen Ratcliffe Raynal Reboani Rocholl Rok Rossi Russomanno Salgueiro Santini Sarbu Savoini Schall Scheftlein Schekulin Schipulle Schlitzer Schluter Schumacher-Hildebrand Seyboth Veronique Antonia Mario Mario Jackie Mette Hans-Werner Grit Alan Roel Aoibheann Marie Jan Jan Paolo Dick Risto Anne-Sophie Anne Francesco Savino Stefano Ewa Odile Peter David Julie Paolo Martin Boleslaw Stefania Giorgio Heitor Lamberto Marian Gianluca Gunter Juergen Manfred Hans Peter Giuseppe Rainer Christoph Marie France/Total Eu Commission Isvi Italia Eu Commisioner For Competition Be/Ec Copenhagen Business School Ueapme Danish Consumer Council Beuc Uk/Department For Work and Pensions Ministry of Economic Affairs Dept of Enterpris Trade Employment Department of Work and Pension Csr Europe Eur Economic Social Committee Ministero Del Lavoro Belgium Amnesty International Ministry of Trade and Industry Social Platform B-Cedac Bocconi University Cisl Bocconi University Department of The Labour Law Eu Commission Danisco Sugar Uk Eu Commission Dg Trade/Brussels Ministry of Labour and Social Affairs Green G8/ Friends of The Earth Europe Business Forum Confindustria Confartigianato Cip - Confederation of Portuguese Industry Uil Ministry of Labour, Social Solidarity and Family Ministry of Labour and Social Affairs Bdi Eu Commission Federal Ministry For Economic Affairs and Labour Ministry For Economics Cooperation and Development Confindustria Belgium Cecop Ministry of Economics and Labour Dgb 122 F B I B B Dk B Dk Uk Nl Irl Uk B B I B Fin B B I I I Pl B Dk Uk B I B Pl I I P I Ro I D B A D I B D D 9. ELENCO DEI PARTECIPANTI Iscritti al 29 Ottobre 2003 Simerka Simonelli Sjostrand Spada Stoka Debevec Suarez Santos Sumner Svensson Szecsenyi Tencati Tesch-Segol Timms Tonani Toomsalu Trillingsgaard Trogrlic Usai Valentini Van Den Berghe Petr Mariarosaria Roger Giuseppe Metka Roberto Suzanne Mats Rozalia Antonio Bernadette Stephen Achille Kaja Peter Jean Francois Giorgio Sergio Lutgart Van Der Leeuw Van HoogstratenVan Embden Andres Van Leur Vana Vandamme Villa Villar Ruberte Vincenti-Mitchener Vitali Walker Waltke Warstedt Willem Hendri Loes Alette Ida Francois Michele Yolanda Daniela Luigi Penny Natascha Siw Waterman Wildsmith Williamson Wolf Yeter Zadra Zamagni Zickute Zournatzi Ditmar Helen Janet Alain Enis Giuseppe Stefano Laura Tina Ministry of Labour and Social Affairs Ministry of Labour and Social Affairs Commerce Sector-Belgium Emcef/Etuc Inail Molfsa Ceoe Sulidar Sweden Industrifacket Ministry of Employment and Labour Bocconi University Uni-Eu Uk Department of Trade & Industry Rina Confederation of Estonian Trade Unions Unice/Danish Industries Cfdt Confindustria Lombardy Foreign Trade Center Rapporteur-Vlerick LeuvenGent Management School & Belgian Directors Institute Ministry of Economic Affairs Cze I B I Svn E B S Hu I B Uk I Est Dk F I I Holland Vno-Ncw / Unice (Sa) Ministry of Social Affairs and Employment Confadi Employment Labour and Social Dialogue Erm Italia Eu Commission Belgium Social Platform Philos Rapporteur Unice Ministry of Industry Employment and Communication Eu Commission Uk Sif Tuc Ceep Belgium Ministry of Labour and Social Security Abi Bologna University Confederation of Lithuanian Industrialists Dg Enterprise,Ec Nl Nl I B I B B I Uk B The definitive list of Participants will be available on the website www.welfare.gov.it 123 B Nl S B Uk Uk B Tr I I Ltu B