Il ruolo delle politiche pubbliche nella

Transcript

Il ruolo delle politiche pubbliche nella
Conferenza europea sulla Responsabilità Sociale delle Imprese
Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR
BOOKLET CONFERENZA
Conferenza Presidenza UE
Venezia, 14 Novembre 2003
Conferenza Presidenza UE
Conferenza europea sulla Responsabilità Sociale delle Imprese
Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR
Venezia, 14 Novembre 2003
Ringraziamenti
La presente pubblicazione è stata realizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
italiano.
Desideriamo esprimere i nostri ringraziamenti a tutti Governi, per l’assistenza supplementare e il prezioso contributo messi a disposizione da un gran numero di organizzazioni
ed esperti che hanno collaborato con noi per la realizzazione di questa pubblicazione.
Progettazione grafica: Laura Prati - [email protected]
2
-
Adattamento della versione originale in inglese.
INDICE
1. Prefazione
4
2. Programma
5
3. Abstract delle Sessioni Tematiche
10
4. Relazione dalle Sessioni Tematiche
35
5. Conclusioni
38
6. Relazioni dei paesi – Profili nazionali
40
7. Relazioni degli stakeholder
74
8. Profili dei partecipanti
83
9. Elenco dei partecipanti
119
3
1. PREFAZIONE
Nell’ambito del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, ho il piacere e
l’onore di organizzare, con il contributo della Commissione Europea, la Terza “Conferenza
Europea sulla Corporate Social Responsibility, Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della CSR”, che si svolgerà a Venezia - Fondazione Cini – il 14 Novembre 2003.
Già da qualche anno il tema della CSR è diventato argomento di discussione in tutto
il mondo, ma si tratta di un tema che è entrato nell’area politica europea solo di recente. È
stato in occasione del Summit di Lisbona del 2000, che l’Unione europea ha manifestato l’intenzione di inserire la CSR tra i suoi obiettivi strategici. Da allora sono stati fatti numerosi
passi avanti ed alcuni paesi hanno già adottato delle misure per inserirla nelle rispettive
agende in modo da agevolare la diffusione della cultura della CSR e delle buone pratiche ad
essa connesse. Questa Conferenza rappresenterà senza dubbio un’occasione per approfondire tali argomenti.
Sono convinto che la CSR costituisca uno strumento indispensabile per raggiungere
uno sviluppo sostenibile e attento alle esigenze sociali che renderà l’Europa più competitiva,
assicurando, al tempo stesso, una maggiore coesione sociale. Solo nel caso in cui la totalità
di questi obiettivi verrà condivisa da tutti noi sarà possibile porre le basi per una modernizzazione e un consolidamento del modello economico e sociale europeo, in modo da
garantire un elevato livello di tutela dell’ambiente e il rispetto dei diritti fondamentali.
Al fine di migliorare la Corporate Social Responsibility in Europa il primo passo consiste nel consolidare la consapevolezza legata alle esperienze di comportamenti socialmente
responsabili che consentono di creare la basi per una concorrenza leale, per lo sviluppo di
un sistema di tutela sociale efficiente e moderno e per un dialogo tra le parti interessate,
che, con tutta probabilità, garantiranno un maggiore benessere alle generazioni presenti e
future.
Spero vivamente che questa Conferenza possa fornirci degli spunti utili per continuare
a trovare risposte per la sfida che stiamo affrontando.
Roberto Maroni
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
4
2. PROGRAMMA
08.45
REGISTRAZIONE
DEI PARTECIPANTI
SESSIONE PLENARIA
APERTURA
DEI
LAVORI
Roberto Maroni
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Anna Diamantopoulou
Commissario Europeo per l’Occupazione e gli Affari Sociali
09.45
SESSIONE MINISTERIALE,
LA
CSR
COME VANTAGGIO COMPETITIVO
Modera Roberto Maroni
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Mario Monti
Commissario Europeo per la Concorrenza
Theodorus Bouwman
Presidente Commissione Occupazione e Affari Sociali, Parlamento
Europeo
Wolfang Clement
Ministro Federale dell’Economia e del Lavoro, Germania (invitato)
Aart Jan de Geus
Ministro per gli Affari Sociali e l’Occupazione, Paesi Bassi
Frank Fahey
Ministro di Stato per il Lavoro, Dipartimento per l’Industria, il Commercio
e l’Occupazione, Irlanda
Francois Fillon
Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Francia
Stephen Timms
Ministro di Stato, Dipartimento Commercio e Industria, Regno Unito
Eduardo Zaplana
Ministro per l’Occupazione e gli Affari Sociali, Spagna
10.45 - 11.00
COFFEE BREAK
5
2. PROGRAMMA
11.00 - 13.00
SESSIONI TEMATICHE PARALLELE
SESSIONE TEMATICA A
Politiche Pubbliche a supporto della CSR: esperienze dagli Stati
Membri dell’Unione Europea.
Gli Stati Membri hanno elaborato politiche di sensibilizzazione nei confronti della CSR e delle sue argomentazioni commerciali, con particolare
attenzione alle PMI.
Modera
Giuseppe Tripoli
Unioncamere
Danimarca: Promozione di nuove partnership in materia di
Responsabilità Sociale: bilanciando istituzionalizzazione e innovazione
Niels Hojensgard
The Copenhagen Centre
Irlanda: Incoraggiare e supportare l’adozione di comportamenti e
pratiche socialmente responsabili da parte delle imprese.
Breda Power
Dipartimento per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione
Paesi Bassi: Il programma di ricerca universitaria sulla CSR - Per
allineare la politica ai principi, è necessario un approccio praticolare Roel Nieuwenkamp Ministero degli Affari Economici Dipartimento per l’Imprenditoria
Portogallo: La responsabilità sociale delle imprese e delle
organizzazioni nell’ambito della modernizzazione delle PMI
José Afonso Nogueira Ayres de Sá
Istituto per lo Sviluppo e l’Ispezione delle Condizioni di Lavoro, Ministero
degli Affari Sociali e del Lavoro
Spagna: L’esperienza spagnola sulla CSR.
Carmen De Miguel
Ministero del Lavoro e Affari Sociali
Svezia: La partnership della Svezia per la responsabilità globale:
uno strumento per promuovere la CSR
Mia Horn af Rantzien
Ministero degli Affari Esteri
6
2. PROGRAMMA
SESSIONE TEMATICA B
Politiche Pubbliche a supporto dello sviluppo di strumenti della
CSR: esperienze dagli Stati Membri dell’Unione Europea.
Gli Stati Membri hanno adottato iniziative volte a promuovere lo sviluppo
degli strumenti di CSR come codici di condotta,
Sistemi di gestione, valutazione, rendicontazione e verifica, etichettatura
e Investimento Socialmente Responsabile (RSI).
Modera
Hans Hofmeijer
ILO, Programma Imprese Multinazionali
Austria: CSR: un approccio austriaco
Manfred Schekulin
Politica Federale per l’Esportazione e gli Investimenti
Belgio: Etichettatura sociale, norme ILO e autorità pubbliche
Anne Peeters
Centro di Studi e d’Azione per la Coesione Sociale (CEDAC)
Francia: Regolamentazione per il reporting della CSR
Jean-Denis Combrexelle
Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà
Germania: Esperienze provenienti dalle Iniziative CSR Multi-Stakeholder
supportate dalla Cooperazione tedesca per lo Sviluppo
Hans Peter Schipulle
Ministero per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, Politiche Globali e
Settoriali
Italia: Il progetto CSR-SC. Il contributo italiano alla campagna di
diffusione della CSR in Europa
Katia Martino
Responsabile Progetto CSR-SC
Regno Unito: Regolamentazione del Regno Unito sulla trasparenza
dei fondi pensione per un investimento socialmente responsabile
Alan Napier
Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni
Helen Wildsmith
Social Investment Forum del Regno Unito
7
2. PROGRAMMA
SESSIONE TEMATICA C
Integrare la CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati
membri dell’Unione Europea.
I Paesi membri hanno intrapreso iniziative per integrare considerazioni
sociali e ambientali nelle loro politiche ed azioni (quali, ad esempio,
accordi commerciali e di sviluppo)
Modera
Rainer Geiger
OCSE
Belgio: Parametri sociali negli appalti pubblici? Discussione sulle
politiche pubbliche ad integrazione della CSR.
François Vandamme
Ministero per l’Occupazione e il Lavoro
Germania: la CSR nel quadro di riferimento della strategia del
governo tedesco per lo sviluppo sostenibile
Christoph Schumacher-Hildebrand
Ministero dell’Economia e del Lavoro
Paesi Bassi: la CSR e la politica estera
Willem H. van der Leeuw
Ministero degli Affari Economici, Commercio e Politiche per l’Investimento
Regno Unito: Community Investment Tax Relief (CITR) come
politica fiscale
David Ratcliffe
Ministero del Commercio e dell’Industria
David Dickman
The Co-Operative Bank
Progetto Vaderegio: la CSR nelle politiche locali e regionali
Ana Diaz Alvarez
Foundation Novia Salcedo
8
2. PROGRAMMA
13.00 - 14.00
COLAZIONE
DI LAVORO
SESSIONE PLENARIA
SESSIONI TEMATICHE
14.00
REPORT
14.30
TAVOLA ROTONDA
PUBBLICHE
Chair
Odile Quintin
Commissione Europea, DG Occupazione e Affari Sociali
DALLE
SULLA
CSR:
QUALE RUOLO PER LE
POLITICHE
Viscount Etienne Davignon
CSR Europe
Walter Cerfeda
ETUC
Luca Mantellassi
Eurochambres
Anne Sophie Parent
Social Platform
Hans Werner Müller
UEAPME
Vidar Lindefjeld
UNICE
15.30
CONCLUSIONI
Odile Quintin
Commissione Europea, DG Occupazione e Affari Sociali
Roberto Maroni
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
9
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
DANIMARCA
Danimarca: Promozione di nuove partnership in materia di Responsabilità
Sociale: bilanciamento di istituzionalizzazione e innovazione
Niels Hojensgard
The Copenhagen Centre
Niels Hojensgard presenta una panoramica delle politiche pubbliche danesi volte a promuovere la CSR e le nuove partnership sociali, con l’inclusione di alcune implicazioni in termini
di provvedimenti legislativi, ad esempio, in relazione alle politiche del mercato danese del
lavoro e sociale. Da questa panoramica scaturiranno almeno due argomenti di discussione.
Primo. Pur insistendo energicamente su un approccio volontario alla CSR, nel corso degli
anni, il governo danese è stato consapevole delle potenzialità di sviluppo e della fondamentale obbligatorietà della CSR come strumento per realizzare una società più inclusiva.
Un ruolo forte e proattivo dello stato e del settore pubblico solleva la questione di come le
misure adottate dal governo possano agevolare la promozione di iniziative volontarie e di
innovazione assicurando, al tempo stesso, risultati sostenibili e tangibili e in che misura
questi ultimi possano richiedere un approccio più istituzionalizzato. Questo aspetto comprende riflessioni sul ruolo delle entità istituzionalizzate dalla società come i partner sociali.
Verranno forniti alcuni esempi di come il Governo danese abbia cercato di realizzare questi
obiettivi potenzialmente in conflitto.
Secondo. Basandosi su una recente relazione realizzata da “The Copenhagen Centre”, una considerazione analoga deriva in materia di partnership locali tra settori incrociati, che sono quasi
inseparabili dal concetto di CSR. Sebbene risultati sostenibili di partnership siano fondamentali,
l’esigenza delle partnership di esistere per sempre non corrisponde necessariamente a verità.
Invece di aspettarsi che le partnership siano delle strutture fisse e sostenibili, sembrerebbe più
opportuno considerarle come delle occasioni di cambiamento. Forse il passaggio verso l’istituzionalizzazione ha più a che fare con l’indipendenza e meno con la continuità.
I sistemi statali tradizionali non sembra riescano ad affrontare i problemi complessi e diversificati. La Governance indica un nuovo tipo di logica socio-politica, in cui gli attori del settore
pubblico e del settore privato sono coinvolti in modo diretto nel processo politico, lontano
dal rapporto gerarchico che caratterizza il governo tradizionale. Le Partnership costituiscono
una risposta a questa nuova forma di governance, ma sollevano una serie di questioni in
ordine a come si svilupperanno nell’ambito della forte tradizione gerarchica europea di governo statale. Sarà necessario raggiungere un equilibrio che ne assicuri l’attendibilità e rappresentatività, mantenendone al tempo stesso l’autonomia. Si stanno quindi delineando delle
nuove idee di democrazia e ‘meta-governance’ in risposta a questi avanzamenti.
10
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
IRLANDA
Irlanda: Favorire e supportare l’adozione di comportamenti e pratiche socialmente responsabili da parte delle imprese.
Breda Power
Ministero per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione
La prima Strategia di Sviluppo Sostenibile è stata presentata dal Ministero per l’Impresa, il
Commercio e l’Occupazione nel gennaio 2003.
L’obiettivo di questa Strategia, la prima realizzata da un ministero, è di fornire al Ministero
per l’Impresa, il Commercio e l’Occupazione, le linee guida per affrontare le sfide future,
ciò comporta l’adozione di pratiche di business attente allo sviluppo sostenibile favorendo
anche la massimizzazione del progetto e le opportunità competitive.
Sono state scelte quattro aree strategiche prioritarie su cui concentrarsi per un triennio
(2003-2005) e la Corporate Social Responsibility è una delle aree prioritarie insieme al
Cambiamento Climatico, la Sostenibilità competitiva e la Sostenibilità ministeriale.
L’obiettivo generale della CSR consiste nel favorire e sostenere l’adozione, da parte delle
aziende, di comportamenti e pratiche responsabili a livello sociale ed ambientale. .
11
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
PAESI BASSI
Il programma di ricerca universitaria sulla CSR – Per coordinare la politica e i
principi guida, sono necessarie competenze di tipo pratico
Roel Nieuwenkam
Ministero Affari Economici, Dipartimento per l’imprenditoria
Nei Paesi Bassi, un numero crescente di imprenditori è impegnata nella CSR:
• In base ai dati più recenti (un’indagine condotta dal Ministero degli Affari Economici
all’inizio di quest’anno) la percentuale di società che affermano di essere impegnate
nella CSR ha raggiunto il 72%. Si è verificato quindi un aumento pari a circa il 20% rispetto ai dati raccolti in occasione della nostra ultima riunione svoltasi nel 2001.
• Oltre il 60% di queste società sono impegnate nella CSR intendendolo come “obbligo
sociale”. Al riguardo, si potrebbe pensare alle disposizioni in materia di prevenzione di
frodi o corruzione, consapevolezza ambientale e l’avere un codice di condotta.
• Naturalmente ci sono anche imprenditori che si prefiggono la realizzazione di pratiche
di business responsabili per i propri interessi: un’immagine migliore, un clima migliore
all’interno dell’azienda, il perdurare della sua stessa esistenza e la sua legittimità ad
esistere. E questo sembra funzionare: l’opinione di un terzo di queste società è che la
CSR dia loro più di quanto le attività ad essa connesse costino agli imprenditori.
Il presupposto sul quale si fonda la politica dei Paesi Bassi è: né leggi né regolamenti
Perché no: 1. carico amministrativo, deregolamentazione
2. porrebbe fine allo sviluppo
Ciò non significa lasciare l’imprenditore a sé stesso. Il Ministero degli Affari Economici si occupa concretamente del sostegno alle attività commerciali. È necessario abbandonare le convinzioni
classiche, come l’idea che il governo deve cambiare il mondo attraverso leggi e sovvenzioni,
semplicemente perché questo sistema non funziona. Dobbiamo abbandonare l’idea di aziende
che si concentrano solo sul conseguimento dei massimi utili possibili nel breve periodo. Non
funziona più in questo modo. Inoltre, dobbiamo abbandonare l’idea che l’unica attività delle
ONG sia quella di protestare. Anche questo è un aspetto che appartiene al passato.
Programma di ricerca:
La responsabilità sociale delle imprese (CSR) è una tendenza, un trend, importante nella
società, che comporta e richiede la ridefinizione dell’organizzazione interna ed esterna delle
12
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
aziende. Da gennaio 2003 a dicembre 2005, un gruppo di ricercatori olandesi, appartenenti a 6 diverse università, realizzerà un programma di ricerca sulla CSR. L’obiettivo del progetto è di supportare le organizzazioni nelle attività che traducono e implementano il concetto di CSR nel sistema di business. Inoltre, intende chiarire al governo e agli altri stakeholder esterni quali aspettative avere dalle aziende che lavorano al conseguimento della
responsabilità sociale.
I progetti di ricerca saranno realizzati con la collaborazione congiunta delle università ed in
stretta cooperazione con le aziende. Si tratta quindi di un “network di eccellenza” su scala
nazionale che porta ad una serie di progetti integrati. Il programma di ricerca sarà allineato
con le più importanti iniziative internazionali realizzate in materia di CSR, quali il Global
Reporting Initiative, la Social Accountability 8000, AA 1000 e le linee guida di OECD e ILO.
Tenterà, altresì, di ricercare e sostenere la collaborazione con partner (accademici) europei,
attraverso il prossimo Sesto Programma Quadro della Comunità Europea (FP6).
Il programma di ricerca sceglie di proposito un’ulteriore elaborazione del concetto di CSR
che tiene in considerazione la prospettiva manageriale. Pertanto, sarà concentrato su esperienze di imprese che intendono essere leader in questo settore. In generale si può considerare come un primo esempio nazionale di programma effettivamente dedicato allo sviluppo buone pratiche di CSR nei prossimi anni.
Il programma si occupa dei seguenti aspetti:
1. Le caratteristiche e i limiti della CSR;
2. Gestione degli stakeholder in considerazione della CSR;
3. L’organizzazione a livello interno della CSR;
4. Rilevazione e controllo dei risultati della CSR;
5. I meriti sociali della CSR;
6. L’obiettivo consiste nel fornire risultati sia di natura pratica sia scientifica. La (regolare)
diffusione dei risultati tra un’ampia platea di operatori professionali e accademici viene
ritenuta un elemento fondamentale per la riuscita dello stesso.
Questo progetto di ricerca si prefigge due obiettivi:
1. deve assistere gli imprenditori nell’elaborazione delle proprie idee in materia di CSR;
2. deve fornire gli elementi affinché gruppi sociali e enti statali comprendano a pieno
quanto ci si possa effettivamente aspettare dalle aziende.
Altri punti di interesse nella politica olandese in materia di CSR:
Centro di conoscenza CSR/PMI: Il Governo olandese incoraggia ed agevola le iniziative
adottate dalle aziende volte a migliorare la loro responsabilità sociale a livello nazionale ed
internazionale. A tale scopo, a breve, verrà messo in funzione un osservatorio che si occuperà delle seguenti attività: sensibilizzare alla CSR specialmente le PMI, indirizzare le
aziende alla ricerca di informazioni, avviare partnership su temi che interessano più aziende
e, infine individuare casi di buone pratiche.
Trasparenza: Nel mese di ottobre il Ministro degli Affari Economici ha ricevuto dal “Board
for Annual Reporting” una proposta sul modo migliore per le aziende di redigere un bilancio annuale di sostenibilità. Molte aziende, infatti, sono anche interessate a dare informazioni quali l’utilizzo di materie prime o le modalità di affrontare le questioni connesse ai
diritti umani. La nostra intenzione è di portare la redazione del bilancio di sostenibilità sugli
impatti esercitati dalle imprese in ambito etico, ambientale e sociale ad un livello analogo
a quello della redazione del bilancio economico d’esercizio.
13
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
Responsabilizzazione delle forze trainanti:
a. Consumatori
Informazioni sulla catena di produzione del prodotto
Indice dei prodotti sostenibili
b. Investitori
Informazioni (politica di investimento socialmente responsabile [Social Responsible
Investment, SRI])
Aspettative speciali dei fondi pensione
Direttive OECD: Gli imprenditori che operano all’estero spesso si trovano ad affrontare una
serie di problemi: Adotto le stesse norme previste nel mio paese, oppure considero le
norme applicate nel paese in cui svolgo tali attività? Oltre al rispetto delle norme vigenti, il
governo ha adottato per le aziende olandesi le linee guida OECD per le multinazionali
quale framework morale di riferimento per la CSR a livello mondiale. Il governo ha creato
un Punto Nazionale di Contatto (National Contact Point, NCP), il cui obiettivo principale è
la promozione delle linee guida e la mediazione per i casi di eventuale inosservanza delle
stesse linee guida da parte di un’azienda.
Governo come modello di comportamento: Il governo deve svolgere un ruolo di supporto e
di promozione delle attività volte a rendere la CSR norma. Questo ruolo non ci assolve
dal dovere di dare il buon esempio. Dopotutto, anche il governo fa operazioni di business,
acquistando prodotti e servizi e assegnando regolarmente lavoro a risorse esterne - su larga
scala. Anche il governo, nelle sue attività, deve mettere in atto gli insegnamenti che predica. Nell’ambito del governo, l’assegnazione del lavoro a risorse esterne e l’acquisto etico
sono ancora in uno stadio iniziale, ma l’intenzione è di occuparsi seriamente della questione. Ciò non riguarderà solo il Ministero degli Affari Economici, ma anche tutti gli altri
ministeri. In qualità di coordinatore per la CSR, il Ministero degli Affari Economici è impegnato nell’elaborazione di un piano di azione concreto, da realizzare entro la fine del 2003,
che riguarderà l’intero governo.
Un ultimo aspetto: stiamo sviluppando, in conformità alla nostra missione “per una crescita economica sostenibile“, de duurzaamheidsladder/sustainability guide. Le persone, il
pianeta e i profitti nel core business della consulenza sulle politiche. Questo strumento sarà
di ausilio ai nostri consulenti politici nei processi decisionali nell’ambito dello sviluppo
sostenibile.
14
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
PORTOGALLO
La responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni nell’ambito della modernizzazione delle PMI
José Afonso Nogueira Ayres de Sá
Istituto per lo Sviluppo e la Verifica delle Condizioni di Lavoro, Ministero degli Affari
Sociali e del Lavoro
Il Portogallo può essere considerato come un laboratorio sociale per la Responsabilità
Sociale delle Imprese. Questa affermazione si basa sulla percentuale di piccole e medie
imprese (PMI) presenti nel paese, che rappresentano circa il 90% di tutte le aziende che
operano esercitando un impatto consistente su occupazione e transazioni commerciali. Il
monitoraggio di questo scenario non è facile. Per poter realizzare questo obiettivo, è necessario individuare i fattori che influenzano la gestione di ogni PMI in sede di applicazione
di un determinato modello di CSR. È necessario anche elencare le ragioni per le quali è
opportuno per le PMI adottare la CSR.
Questi fattori e motivi influiranno sull’attività svolta da ogni azienda. Si tratta di attività molto
importanti poiché danno luogo ai nuovi Diritti Sociali, che sono vere risposte del mercato
allo stato.
Tali diritti comportano dei costi più elevati per queste aziende e, pertanto, possono influire
sulla loro redditività. È quindi necessario tener conto di questi aspetti per stabilire un equilibrio e perché questi abbiano un impatto sulla concorrenza, sul profilo della collaborazione
interaziendale e sulle future reti aziendali. Si tratta di un aspetto che cambia da azienda ad
azienda in base al tipo di organizzazione di lavoro partecipato, al livello di know how e di
innovazione della direzione, e al ciclo economico del momento in esame. È per questo
motivo che dobbiamo sollevare la questione sull’interesse di queste aziende per la CSR nel
superare i rispettivi ostacoli di natura legale.
Ma le pratiche che caratterizzano le aziende socialmente responsabili, dal momento che si
applicano ad aziende operanti in un mercato transnazionale, giustificano un’analisi del ruolo
dello stato, poiché le loro procedure di valutazione e certificazione aziendale possono
essere comprese solo in una dimensione transnazionale e tripartita.
Riteniamo, pertanto, che rendere credibili queste pratiche e la natura degli enti di certificazione e valutazione sia una questione che vada oltre le competenze nazionali.
15
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
SPAGNA
Le politiche pubbliche spagnole a supporto della CSR. La Commissione di Esperti
come approccio multi-stakeholder
Carmen De Miguel
Ministero del Lavoro e Affari Sociali
L’obiettivo principale delle politiche sociali del governo spagnolo consiste nel creare “occupazione di qualità”, al fine di continuare il suo avanzamento nel processo di effettiva convergenza con i paesi più sviluppati dell’Unione Europea.
Il governo ha puntato in modo decisivo sulla promozione della Corporate Social
Responsibility (CSR) ed ha approvato una serie di misure normative, accordi, campagne e
premi che testimoniano una speciale sensibilità nei confronti dei diversi stakeholder.
Allo stesso scopo, ha adottato misure a supporto delle imprese che introducono la CSR,
migliorando la qualità di vita dei propri dipendenti, conciliando la vita professionale e familiare, inserendo i gruppi svantaggiati e adottando iniziative a tutela dell’ambiente.
16
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a sostegno della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
SVEZIA
La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale - uno strumento per promuovere la CSR
Mia Horn af Rantzien
Ministero degli Affari Esteri
Un esempio di come il governo svedese sta gestendo la responsabilità sociale delle imprese è
dato dall’iniziativa “Partnership Svedese per la Responsabilità Globale”, di cui l’Ambasciatrice
Mia Horn è responsabile. Il Governo svedese incoraggia attivamente le aziende a comportarsi
in modo responsabile e a realizzare casi esemplari. La diffusione delle conoscenze e la promozione di contesti normativi globali di riferimento in ambito sociale ed ambientale rappresentano degli elementi importanti della politica svedese in materia di globalizzazione.
La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale è stata lanciata dal Primo Ministro nel
marzo dello scorso anno. Si tratta di un’iniziativa volta ad incoraggiare le aziende svedesi ad
assumere il ruolo di ambasciatori dei diritti umani, delle norme ILO, della lotta alla corruzione,
ambiente integro e sano in tutto il mondo. Il punto di partenza è fornito dalle linee guida
OECD e dai nove principi presenti nel “Global Compact” delle Nazioni Unite.
L’Ambasciatrice Horn af Rantzien illustra la creazione della Partnership e le modalità in base
alle quali il segretariato lavora per incoraggiare le aziende svedesi ad adottare un comportamento responsabile. La Partnership, pur essendo gestita dal Ministero degli affari Esteri, ha una
funzione trasversale agli altri uffici governativi e lavora a stretto contatto con altri ministeri quali
il Ministero dell’Industria ed il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è di fare chiarezza in materia di CSR, sottolineando le buone pratiche, mettendo insieme attori e stakeholder diversi e aiutandoli ad imparare dalle rispettive esperienze, oltre a prestare assistenza alle singole aziende.
La Partnership organizza ed agevola un’ampia gamma di attività che riguardano questi aspetti.
Ad esempio, organizza una serie di seminari in cui si evidenziano delle specifiche aree tematiche e geografiche come il nucleo essenziale delle norme di lavoro o attività commerciali in
conflitto. Le aziende possono entrare a far parte della Partnership svedese per la responsabilità globale manifestando per iscritto la propria volontà ad appoggiare e a impegnarsi per
l’adempimento delle direttive OECD e dei principi del Global Compact. Le aziende devono
altresì inserire delle informazioni in merito al loro modo di operare su queste tematiche. La collaborazione viene segnalata inserendo sul sito del Governo il nome dell’azienda e la
descrizione dell’attività svolta. A tutte le ambasciate svedesi è stata data comunicazione dell’iniziativa e sono state invitate a partecipare fattivamente alle attività previste dalla Partnership.
L’Ambasciatrice Horn af Rantzien approfondisce la risposta all’iniziativa manifestata dalle aziende
svedesi. Inoltre, espone alcuni buoni esempi di come gli uffici governativi e il settore aziendale
possono lavorare insieme per promuovere a livello mondiale i principi internazionali essenziali.
17
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
AUSTRIA
CSR: un approccio austriaco
Manfred Schekulin
Ministero Federale Affari Economici e Lavoro
In Austria, ha una lunga tradizione l’idea che le aziende, i loro proprietari e i dipendenti
debbano tenere conto del “bene pubblico” nello svolgimento delle rispettive attività. La
Legge sulle Società di capitali stabilisce le responsabilità dei componenti del consiglio di
amministrazione come segue: “gestire l’azienda … tenendo conto degli interessi di stakeholder e dipendenti e del bene pubblico.”
Anche l’approccio austriaco alla Corporate Social Responsibility (CSR) si fonda sulla
tradizione europea e, in special modo, sul Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per
la responsabilità sociale delle imprese”, in cui la CSR viene definita come “l’integrazione
volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ambientali nelle loro
operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
Lo strumento principale della politica austriaca in materia di CSR è l’iniziativa CSR Austria,
avviata alla fine del 2002 dalla Federazione Industriale austriaca e dal Ministero per gli Affari
Economici e l’Occupazione. Dal maggio 2003, anche la Camera di Commercio austriaca
partecipa a CSR Austria, e ciò rappresenta il maggiore apporto del settore privato
all’Iniziativa di Sostenibilità austriaca e, a livello europeo, un significativo contributo al
dibattito in materia di CSR ed alla strategia di Lisbona.
Innanzitutto CSR Austria si è posta l’obiettivo di avviare un’ampia discussione in materia di
responsabilità sociale delle imprese e di creare una comprensione comune sui suoi significati e vantaggi. Poi, di redigere delle Linee Guida austriache in materia di CSR basandosi
sul Libro Verde e su altre pubblicazioni internazionali (ad esempio le linee guida dell’OECD
per le imprese multinazionali) ma anche sulle esperienze, sulle prospettive e sulle esigenze delle aziende austriache, in particolare, e della società austriaca, in generale. Seguendo
la tradizione austriaca in materia di partnership sociale, l’elaborazione delle linee guida
comporta un ampio dialogo tra i rappresentanti di tutti i settori della società civile. Infine,
a partire dall’inizio del prossimo anno, l’iniziativa CSR Austria si concentrerà sull’ulteriore
miglioramento del profilo della CSR e sull’assistenza alle aziende austriache nel loro impegno per l’adozione e l’attuazione delle pratiche di CSR. Sono già a buon punto i preparativi
per un Premio austriaco per la CSR a cui partecipano il governo, il settore privato e la società civile.
18
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
BELGIO
Etichettatura sociale, norme ILO e autorità pubbliche
Anne Peeters
Centro Studi e d’Azione per la Coesione Sociale (CEDAC)
Nel corso degli ultimi 10 anni, le organizzazioni della società civile (consumatori, ONG e
sindacati) hanno introdotto varie etichette etiche e sociali.
Dagli studi realizzati dall’ILO emerge:
- che la dimensione dell’occupazione è abbastanza debole nella maggior parte degli
approcci settoriali (etichette e codici di condotta);
- che le leggi, i regolamenti e le convenzioni dell’ILO non costituiscono il riferimento
per la maggior parte di questi strumenti.
Tenendo conto di questa situazione, il Belgio ha introdotto un’etichetta sociale fondata sulle
convezioni principali dell’ILO. L’etichetta sociale belga è garantita dall’organizzazione di certificazione pubblica e certifica al consumatore che tutta la catena del prodotto è conforme
alle convenzioni ILO.
Dall’esperienza emergono un elemento positivo e uno negativo:
- positivo: si registra la diffusione dei principi ILO in tutta la catena;
- negativo: l’etichetta è ancora poco conosciuta dai consumatori e le revisioni presentano
dei limiti.
19
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
FRANCIA
Regolamentazione per le relazioni di bilancio sulla CSR
Jean - Denis Combrexelle
Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà
La legge del 15 maggio 2001 in materia di “Nuova regolamentazione economica” è stata
introdotta per rispondere alle seguenti aspettative della società civile: accrescere la
trasparenza della governance aziendale ed assicurare che le figure di spicco dell’economia
si rendessero conto dell’importanza dello sviluppo sostenibile e del ruolo che possono
avere nell’appoggiare le iniziative legate a tale aspetto.
L’articolo 116 della legge sancisce che le società francesi quotate in borsa, nella loro
relazione annuale di bilancio, sono tenute a fornire informazioni sulle conseguenze ambientali e sociali delle loro attività di business.
Questo obbligo è stato oggetto di un provvedimento di attuazione, che delinea i punti che
la relazione annuale è tenuta a coprire.
La novità di questo obbligo sta nel fatto che:
- Mette a disposizione delle aziende di grandi dimensioni un quadro strutturale comune
per la redazione delle loro relazioni;
- Amplia e migliora i processi in essere (redazione di relazioni sociali) fondando l’attività
su tre “pilastri” dello sviluppo sostenibile,
- Spinge le aziende a inserire i loro obiettivi in un approccio responsabile in termini di
gestione dei rischi e quindi li inserisce in una procedura strategica.
Il governo ha incaricato tre associazioni, tra cui l’istituto francese per la CSR (ORSE), di realizzare una valutazione iniziale sull’applicazione della legge.
Questa valutazione è ancora in fase di definizione, ma dai risultati al momento disponibili
emerge che la legge sta avendo un effetto formativo sul processo di redazione delle
relazioni di bilancio nelle aziende che vengono valutate e sono oggetto di indagine in larga
misura da parte di agenzie per la valutazione della solidità creditizia e di agenzie di fondi
di investimento.
20
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
GERMANIA
Insegnamenti appresi dalle Iniziative CSR Multi-Stakeholder supportate dalla
Cooperazione tedesca per lo Sviluppo
Hans Peter Schipulle
Ministero per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, Politiche Globali e Settoriali
Nel corso degli ultimi anni si è registrata una tendenza crescente alla realizzazione di nuove
partnership tra settore privato, società civile e cooperazione allo sviluppo. Queste nuove
forme di collaborazione si fondano su nuove opportunità scaturite dalla globalizzazione, ma
possono anche essere viste come una reazione alle diffuse preoccupazioni comuni dovute
agli effetti negativi esercitati dalla globalizzazione ed alla necessità di affrontare problemi di
portata planetaria attraverso la cooperazione a livello mondiale tra gli attori istituzionali,
l’imprenditoria e la società civile.
Nel corso degli ultimi anni, l’approccio multi-stakeholder si è rapidamente radicato nella
cooperazione tedesca per lo sviluppo. Nella presentazione si illustra un breve quadro delle
modalità di evoluzione degli approcci multi-stakeholder nell’ambito della cooperazione
tedesca per lo sviluppo. In particolare si descrivono le modalità in cui la cooperazione
multi-stakeholder è supportata dalla cooperazione tedesca per lo sviluppo, gli insegnamenti acquisiti da iniziative e partnership multi-stakeholder e, infine, le modalità attraverso cui
questi approcci diventano degli strumenti efficaci di governance a livello mondiale.
Un punto di partenza importante per le Iniziative Multi-Stakeholder esistenti è rappresentato dai progetti pilota con singole aziende inseriti nel Programma di Partnership PubblicoPrivato (PPP) e promosse dal Ministero Federale tedesco per la Cooperazione Economica e
lo Sviluppo (BMZ). In alcuni casi i progetti pilota riguardanti l’attuazione delle misure per
la CSR sono stati già formulati come partnership multi-stakeholder.
Inoltre, grazie all’esperienza maturata in numerosi progetti pilota su pratiche socialmente
responsabili, inseriti nel programma PPP, in alcuni settori “sensibili”, come quello della produzione del caffè e dell’abbigliamento, si è sviluppata la consapevolezza che la cooperazione dovesse essere elevata dal livello delle aziende di piccolissime dimensioni a quello
più ampio del settore o della filiera produttiva.
In questo contesto, il BMZ ha agito in qualità di catalizzatore, allestendo dei Forum di
Dialogo istituzionali per creare un confronto tra governo, associazioni di categoria e organizzazioni della società civile, che arrivi a definire le modalità attraverso cui il sistema industriale può attuare pratiche di business ecologicamente e socialmente responsabili.
21
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
La forma di dialogo più riconosciuta e istituzionalizzata è la Tavola Rotonda dei Codici di
Condotta (RT) avviata dal BMZ. Alla RT partecipano rappresentanti del settore privato, dei
sindacati, delle organizzazioni non governative (ONG) e del governo. La RT ha il compito
di migliorare gli standard sociali e del lavoro nei paesi in via di sviluppo attraverso codici
di condotta aziendali. Per raggiungere questo scopo, i gruppi partecipanti alla RT stanno
elaborando una strategia comune volta a stabilire le modalità di introduzione e applicazione
dei codici di condotta – in un modo che risulti essere efficace, trasparente e con spirito di
partecipazione.
Per l’industria tessile è stato istituito, all’interno del RT, un gruppo di lavoro ad hoc la cui
attività ha reso possibile, sulla base dell’intesa raggiunta, l’avviamento di un progetto per
l’attuazione di un Codice di Condotta per l’industria dell’abbigliamento. Tale progetto, nella
sua fase iniziale, coprirà 15 paesi in via di sviluppo coinvolgendo circa 1600 fornitori.
Un altro caso positivo, in cui il dialogo ha determinato l’implementazione di un progetto,
riguarda l’industria del caffè. In questo caso, il dialogo tra i venditori e produttori di caffè
verde, i sindacati e le ONG operanti nel settore si è fondato sui risultati di uno studio sul
campo, avviato dal BMZ ed elaborato dall’Istituto tedesco per lo sviluppo (German
Development Institute, GDI), sulle condizioni sociali del lavoratori delle piantagioni di caffè
in America Centrale. Sulla base di questo studio e di una serie di progetti pilota PPP nel settore è stato avviato un forum di dialogo multi-stakeholder ad-hoc per discutere le modalità
di miglioramento delle condizioni sociali ed ambientali dei lavoratori nella produzione di
caffè verde, conclusosi con un accordo tra Associazione tedesca del Caffè (DKV),
BMZ/GTZ, sindacati, organizzazioni per il commercio equo e solidale e ONG per definire
un Codice di Condotta per una produzione sostenibile del caffè.
22
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
ITALY
Il progetto CSR-SC. Il contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in
Europa
Katia Martino
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Il contributo del Ministero italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali alla promozione del
quadro europeo per la CSR è il Progetto denominato “Corporate Social Responsibility-Social
Commitment” (CSR-SC). La proposta CSR-SC fornisce un “approccio” volontario per la promozione della responsabilità sociale delle imprese (CSR) e per la loro partecipazione attiva
ai sistemi di welfare (SC) in ambito locale e nazionale.
All’inizio del 2002, il Ministero italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali ha iniziato a
sviluppare il progetto CSR-SC che è stato presentato il 13 dicembre 2002 a Milano. Il
Progetto CSR-SC rappresenta il primo contributo tangibile del Governo italiano alla discussione promossa dalla Commissione a livello europeo. La Presidenza italiana dell’Unione
Europea ha posto la CSR tra le sue priorità principali, ospitando la terza Conferenza europea sulla CSR. A seguito della presentazione del progetto CSR-SC da parte del ministero
sono stati realizzati molti seminari e dibattiti, che hanno contribuito a diffondere in Italia il
concetto della CSR tra aziende, ONG, sindacati ed istituzioni.
Gli obiettivi principali del progetto sono: diffondere tra le aziende la cultura della CSR e
le buone pratiche; definire un set di indicatori modulare, semplice e flessibile; supportarele PMI nell’elaborazione delle strategie di CSR; tutelare i consumatori sulla veridicità
delle campagne di promozione aziendali in materia di CSR.
La proposta del Governo italiano si fonda su un set di indicatori modulare, semplice e
flessibile, destinato alle aziende di piccole, medie e grandi dimensioni, come risulta da un
test pilota eseguito su un numero significativo di aziende. Questo set di indicatori può
essere utilizzato per redigere il Social Statement al fine di presentare la performance in termini di CSR e rispondere alle esigenze di informazione degli stakeholder. Questo set di indicatori può rappresentare uno strumento utile per dimostrare la capacità aziendale di elaborare una politica sociale attiva nel mercato e nella comunità e per partecipare ad alcune
iniziative premianti promosse dal Governo. Il Progetto CSR-SC rappresenta una prima proposta che si fonda su un’analisi ampia ed approfondita, è comunque necessario un ulteriore dialogo tra tutte le parti interessate. Si devono coinvolgere in questo processo aziende,
associazioni di categoria, sindacati e ONG per raggiungere una posizione equa e comune.
23
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo degli strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
REGNO UNITO
Normativa del Regno Unito sulla trasparenza dei fondi pensione per un investimento socialmente responsabile
Alan Napier
Ministero del Lavoro e delle Pensioni
Helen Wildsmith
Social Investment Forum del Regno Unito
Nella presentazione verrà ribadito l’impegno del governo del Regno Unito per favorire, stimolare e fornire leadership in materia di responsabilità ambientale e sociale.
Si esaminerà il contesto della legge che richiede ai piani di pensionamento del Regno Unito
di indicare la propria politica in relazione alla misura in cui si tiene conto di considerazioni
di natura etica, ambientale e sociale per la selezione, il mantenimento e la realizzazione
degli investimenti. In special modo coprirà l’equilibrio tra:
• L’esigenza che gli schemi tengano conto e siano trasparenti in ordine al loro approccio
all’investimento socialmente responsabile (ISR),
• La loro strategia di investimento alla luce di:
- norme e circostanze individuali;
- norme di legge in materia di pensioni – il dovere di diligenza nel ricercare la migliore
rendita dai finanziamenti nell’interesse dei beneficiari;
- norme di legge in materia di fondi di investimento - il principio della persona prudente.
Nella presentazione verrà altresì esaminata la misura e la natura del piano di pensionamento
ISR nel Regno Unito (illustrando degli esempi incoraggianti di buone pratiche). Si parlerà
inoltre del divario emergente tra politiche e pratica ISR in alcuni piani, come pure delle
iniziative che possono contribuire a colmare questo divario attuativo.
24
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
BELGIO
Una clausola sociale negli appalti pubblici? Discussione sulle politiche pubbliche ad integrazione della CSR
François Vandamme
Ministero del Lavoro
L’iniziativa belga scelta per la discussione è la promozione di una norma sociale nei contratti di fornitura dei lavori pubblici con il governo federale. La discussione in merito a tale
iniziativa metterà in luce la relazione tra politiche pubbliche e pratiche di società “socialmente responsabili”.
La presentazione spiegherà gli obiettivi, il contesto, i metodi, il contenuto ed il controllo
dell’implementazione di una norma sociale intesa a promuovere il reclutamento di alcune
categorie di persone in cerca di impiego, nel quadro dei contratti di fornitura di lavori pubblici con il governo federale del Belgio. In realtà, la promozione di questa norma deriva da
un recente accordo tra i poteri esecutivi belgi, che prevedono una condivisione di responsabilità nel settore dell’occupazione e della formazione. Questa iniziativa prende in considerazione le esperienze delle Regioni belghe, che hanno già adottato una serie di iniziative
simili, con l’obiettivo precipuo di facilitare l’integrazione dei lavoratori in situazioni difficili
nel mercato del lavoro, così come le iniziative lanciate in altri paesi, soprattutto in Francia
ed Italia. La sua originalità risiede più nel sistema per controllare l’implementazione della
norma che nell’incentivo in sé, il quale è concepito come una clausola contrattuale che vincola l’imprenditore interessato.
Il ruolo della commissione istituita per supervisionare l’implementazione della norma è quello di assicurare in particolare la qualità dei posti di lavoro creati, al fine di promuovere l’assorbimento sostenibile dei lavoratori in difficoltà nell’occupazione. La norma integra ciò che
in Belgio viene chiamata “economia sociale”, ossia tutte le iniziative di portata economica,
che tuttavia non sono necessariamente assunte dalle società o dagli imprenditori tradizionali, poiché esse concentrano il proprio interesse soprattutto sulla inclusione sociale piuttosto
che sulla massimizzazione dei profitti.
L’iniziativa belga può essere discussa in relazione all’approccio tradizionale alla responsabilità sociale d’impresa. Alcuni elementi del sistema ricadono nell’ambito di questo approccio, in particolare la considerazione secondo la quale, in alcune circostanze, una società
può fare qualcosa di più del rispettare semplicemente le condizioni legali che governano la
25
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
sua partecipazione ad un appalto pubblico tradizionale per un contratto di fornitura, prendendo in considerazione alcuni aspetti quali l’inclusione, la coesione sociale, l’ambiente,
oppure la presentazione di una valutazione congiunta di una norma per l’assorbimento nel
mondo del lavoro con attori diversi dai suoi partner diretti. Altri elementi concernenti questa
norma belga portano alla conclusione secondo cui essa non possa essere integrata nell’approccio tradizionale alla CSR, poiché in questo caso l’iniziativa non viene sviluppata su
base volontaria. L’iniziativa belga può essere discussa poi dal punto di vista della politica
pubblica in favore delle pratiche di CSR. A nostro avviso, il ruolo delle autorità pubbliche
in questo settore è ancora soggetto a controversie, anche se è chiaro che in alcuni paesi
europei lo Stato sta incoraggiando o promovendo le pratiche di CSR, anche senza alcun
coinvolgimento diretto, tramite le sue politiche sociali o ambientali. Vi è necessità di una
piattaforma europea per la CSR?
Sulla base dei cambiamenti osservati e dei dibattiti su questo argomento, in cui l’autore ha
un ruolo a causa delle sue responsabilità all’interno del ministero del Belgio ed in qualità
di membro del Gruppo di Alto Livello della Commissione europea sulla CSR, è possibile
avanzare molte argomentazioni contro l’intervento da parte delle autorità pubbliche. La
vasta gamma di tradizioni ed approccio concernenti la CSR nei paesi europei, la delicata
questione delle partnership tra società ed attori diversi dai loro dipendenti o azionisti, la difficoltà di definire la CSR da un punto di vista legale in relazione all’intervento tradizionale
dello Stato, poiché copre pratiche che vanno oltre le condizioni legali, e l’incertezza secondo la quale queste pratiche di CSR rappresentino o meno un movimento spontaneo significativo per l’evoluzione della società o della vita economica che giustificherebbe l’intervento dello Stato, e non siano una semplice moda di mercato, suggeriscono che tale questione debba essere analizzata in dettaglio prima di essere regolamentata.
Tuttavia, l’Unione europea non ha atteso il raggiungimento di un consenso politico prima
di intervenire in questo settore. Le ragioni che hanno portato l’Unione europea a trattare
tale questione come un tema di interesse comune di basano su vari elementi delle politiche
della Comunità. Per consenso si accetta che il Multi-Stakeholder Forum possa essere utile
nel chiarire la situazione e sondare l’opinione su una possibile cooperazione e partnership.
Sembrerebbe anche che il Parlamento europeo stia incoraggiando la Commissione ad
andare oltre.
Nella controversia concernente il ruolo delle autorità pubbliche, vi sono anche molte argomentazioni in favore dell’intervento. Dopotutto, i governi sono i custodi delle convenzioni
internazionali sul lavoro che vengono spesso utilizzate nelle iniziative di CSR, sono responsabili dell’applicazione delle leggi e delle politiche che fungono da riferimento per la responsabilità sociale fondamentale delle imprese. Inoltre, il gran numero di iniziative di CSR solleva un problema di credibilità e sicurezza. Chi si occuperebbe del loro coordinamento nell’interesse dei consumatori e dei clienti e nel nome della trasparenza? Qual è il livello adeguato
nel quale ciò dovrebbe essere realizzato? Inoltre, se le pratiche di CSR devono avere un impatto sulla coesione sociale, è nell’interesse dei beneficiari vedere pratiche con effetti a lungo termine, e questo è qualcosa che nessuna società può garantire nelle condizioni attuali. Inoltre,
se si desidera che le iniziative di CSR contribuiscano allo sviluppo sostenibile, è importante
assicurare che vengano prese in considerazione tutte le dimensioni di questo progetto, il quale
ha una portata globale, e non semplicemente una dimensione locale o europea.
26
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
Il fatto che alcune grandi società multinazionali, spesso all’avanguardia, pubblichino già
delle relazioni sulle dimensioni sociali, ambientali e sostenibili della loro attività, oltre ai
propri rendiconti finanziari, è un segnale interessante, dal punto di vista di un possibile
obbligo legale, a pubblicare informazioni relative alla CSR.
Infine, la CSR concerne il dialogo sociale all’interno delle società e ad un livello più alto, e
essere destabilizzata da pratiche negoziate al di fuori della propria influenza con partner
non coinvolti nel processo di contrattazione collettiva. Poiché è in atto un quadro pubblico di dialogo sociale, le parti sociali non possono supportare le pratiche che le neutralizzino e che possano colpire l’immagine o le risorse delle società. Anche la creatività nelle
iniziative di CSR non deve essere ostacolata da un quadro di dialogo sociale troppo restrittivo, dove l’ambito di responsabilità dei partner non consentirebbe loro di trattare questioni
diverse da quelle che ricadono nei loro mandati tradizionali. Ed è proprio in questo contesto che la CSR può anche essere considerata come una possibile opportunità per migliorare il dialogo sociale.
Alla luce di questi sviluppi, la Dublin Foundation per il miglioramento delle condizioni di
vita e di lavoro ha pubblicato una relazione indicante che il dialogo sociale ha dinanzi a sé
varie alternative. In ogni caso, un intervento ulteriore da parte delle autorità pubbliche
avrebbe come oggetto l’adeguamento del quadro normativo del dialogo sociale, al fine di
consentire alle parti sociali di negoziare iniziative credibili, sostenibili e socialmente responsabili, confermando che esse siano dei partner speciali delle società. Il modello sociale
europeo è sempre stato definito sulla base di questa dialettica tra loro e le autorità pubbliche.
27
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
GERMANY
La CSR nel quadro di riferimento della strategia del Governo tedesco per lo
sviluppo sostenibile
Christoph Schumacher-Hildebrand
Ministero dell’Economia e del Lavoro
Nell’aprile 2002, a seguito di ampie consultazioni con tutti i rappresentanti sociali, il governo tedesco ha adottato la strategia per lo sviluppo sostenibile “Prospettive per la
Germania.” Come parte integrante di questa strategia, sono state adottate alcune misure
obbligatorie e sono stati forniti numerosi incentivi per la CSR. L’obiettivo è quello di raggiungere un compromesso tra le necessità della generazione odierna e le opportunità
delle generazioni future.
Per enfatizzare la responsabilità e l’accettazione dello sviluppo sostenibile da parte di tutti,
è stato scelto intenzionalmente un approccio multi-stakeholder. Quest’ultimo riveste un’importanza centrale per il concetto della CSR. Alcuni rappresentanti di alto profilo di diversi raggruppamenti sociali fanno parte di un Consiglio per lo Sviluppo Sostenibile, e hanno il compito di offrire la propria consulenza alla Commissione dei Segretari di Stato per lo Sviluppo
Sostenibile di recente istituzione.
Il messaggio centrale della strategia per lo sviluppo sostenibile è il seguente: la creazione
di equità generazionale, miglioramento della qualità della vita, rafforzamento della coesione
sociale e sostegno della responsabilità internazionale.
Sono stati sviluppati otto campi d’azione: energia/clima, mobilità, agricoltura, trasformazione demografica, istruzione/università, sviluppo del territorio, responsabilità globale.
La strategia per lo sviluppo sostenibile, di cui fa parte la CSR, deve essere sviluppata ulteriormente sulla base di progetti specifici che stabiliscano gli incentivi per il coinvolgimento
sociale, oltre agli obblighi legali, e con l’inclusione di tutti gli stakeholder e l’ausilio di una
campagna di PR. Il primo rapporto di valutazione è previsto per il 2004.
28
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
PAESI BASSI
La CSR e la politica estera
Willem H. van der Leeuw
Ministero per gli Affari Economici, il Commercio e la Politica di Investimento
- Gli effetti della globalizzazione
La globalizzazione del commercio e degli investimenti produce grandi benefici. Le
economie in via di sviluppo aperte sono cresciute più velocemente rispetto a quelle meno
aperte.
Tuttavia, la globalizzazione pone anche nuove sfide. Cosa ci si può aspettare dalle aziende
che operano all’estero? Dove inizia e dove finisce la loro responsabilità?
Questa è l’essenza del dibattito sulla CSR per le aziende multinazionali. Si tratta di una discussione sulla condivisione di principi etici e valori comuni.
La politica dei Paesi Bassi sulla CSR si basa su raccomandazioni e non su normative. Ciò è
in linea con il desiderio di ridurre l’onere amministrativo delle società. Conferma l’idea secondo cui per ogni impresa la politica sulla CSR dipende dalle specifiche circostanze in cui
una impresa si trova ad operare. Ciò sostiene l’idea secondo cui le aziende svilupperanno
standard più alti su una base volontaria, piuttosto che conformemente ad uno standard
imposto dalla legge. Il governo dei Paesi Bassi è convinto che le linee guida dell’OECD
per le Società Multinazionali riflettano i valori comuni che sottolineano una varietà di
dichiarazioni e convenzioni internazionali, e anche le leggi e le normative dei governi che
aderiscono alle linee-guida. Esse fungono da supplemento alle leggi applicabili.
Tendenze nella creazione di politiche internazionali sulla CSR
-
Alla ricerca di linee-guida
Un numero sempre maggiore di strumenti viene sviluppato per affrontare le questioni
sollevate nella dibattito sulla CSR. Ogni istituzione sviluppa i propri valori come il Global
Compact ONU, la sottocommissione dell’ONU sui Diritti Umani, le linee guida OECD.
Tutti gli strumenti sembrano mirare allo stesso obiettivo, ossia la creazione di un mondo
sostenibile. Vi è la necessità di non sviluppare troppe linee-guida, che potrebbero confondere le aziende e fornire loro una scusa per non fare nulla.
-
Alla ricerca di cooperazione
Il dialogo tra stakeholder è diventato un concetto generale per realizzare una politica di
CSR. Ciò è riscontrabile nei principi dell’OECD, nel Forum multi-stakeholder dell’UE,
29
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
nella sottocommissione dell’ONU sui Diritti Umani, ma anche nelle grandi cooperazioni
multinazionali. I Governi e le aziende riconoscono la conoscenza degli stakeholder ed
il loro contributo al dibattito.
-
Alla ricerca di un meccanismo di trasparenza
Nella discussione sulla CSR, vi è un tema che emerge sempre: la trasparenza. La società
civile si aspetta che le aziende si adeguino e spieghino la loro politica sulla CSR.
Strumenti come la Global Reporting Initiative (GRI) possono aiutare le imprese a
preparare delle relazioni sulla loro politica di CSR.
CSR - Politica economica estera
In che modo i Paesi Bassi uniscono tutti gli elementi menzionati nel paragrafo precedente.
Scenario
Le linee guida OECD per le società multinazionali rivestono un ruolo centrale nel contesto
dell’economia estera attenta alle politiche di CSR. Essi rappresentano valori di riferimento
per la politica di CSR del governo olandese. Questi principi sono stati sostenuti da tutti gli
stakeholder (aziende, sindacati, ONG – tutti hanno partecipato all’aggiornamento del 2000).
I paesi che aderiscono ai principi direttivi dell’OECD sono i maggiori investitori esteri del
mondo. Tra essi vi sono tutti gli stati membri dell’UE ed un numero significativo di nuovi
stati membri dell’UE. Nonostante i principi OECD siano linee-guida volontarie, è stato
implementato lo strumento dei Punti di Contatto Nazionali (National Contact Point, NCP),
al fine di proteggere e migliorare la credibilità e l’efficacia delle linee-guida.
Punto di Contatto Nazionale
Il Punto di Contatto nazionale (National Contact Point, NCP) è una commissione interministeriale. Tutti i ministeri dei Paesi Bassi sono invitati a prendere parte alle riunioni dell’NCP.
L’NCP si riunisce ogni trimestre con le parti sociali (la comunità imprenditoriale e le organizzazioni dei lavoratori) e le ONG su questioni inerenti i principi direttivi. Gli NCP hanno
l’obbligo di promuovere i principi OECD. Il Ministero degli Affari Economici ha dedicato
un sito web.
Dalla revisione dei principi OECD nel maggio 2000, l’NCP ha adottato 10 istanze specifiche.
L’NCP ritiene che l’adempimento corretto e attento della procedura sia importante per l’NCP
e per i principi direttivi. L’approccio attento determina delle procedure lunghe, ma in ogni
caso l’NCP conclude affermando di non aver avuto difficoltà a far sedere le parti interessate
attorno ad un tavolo, e non è stato difficile neppure scambiare informazioni/opinioni
tramite incontri tripartiti. È stato utilizzato molto tempo per raggiungere una dichiarazione
comune di tutte le parti coinvolte. La formulazione ed il reperimento di posizioni comuni
ha implicato che l’NCP passasse molto tempo a negoziare tra le parti. Delle 11 istanze specifiche sottoposte all’NCP, 4 sono state finalizzate, 7 sono ancora sotto esame. Le dichiarazioni
dell’NCP sono reperibili sul sito web www.oesorichtlijnen.nl (tali dichiarazioni sono anche
disponibili in lingua inglese).
Programmi di promozione degli investimenti esteri e agevolazioni per l’assicurazione del
credito all’esportazione
Il Ministero degli Affari Economici ed il Ministero per la Cooperazione allo Sviluppo hanno
incluso politiche in materia di CSR ai loro programmi per la promozione dell’investimento
30
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
estero e dei crediti all’esportazione. Ciò significa che le società che richiedono tali
agevolazioni devono includere nelle loro proposte la propria opinione sull’impatto ambientale, le condizioni occupazionali e le pratiche contro la corruzione. Devono inoltre
dichiarare di essere a conoscenza dei principi direttivi OECD e che cercheranno di adeguarsi a tali linee-guida entro i limiti delle loro possibilità.
Partnership contro la povertà
Nella discussione sulla globalizzazione, il Ministero degli Affari Economici e il Ministero per
la Cooperazione allo Sviluppo dedicano particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo.
Entrambi i ministeri, oltre ai vantaggi che comunque vengono creati, cercano aziende con
le quali realizzare delle partnership che aiutino a debellare la problematica della povertà.
Ciò significa partnership con le comunità locali, con le istituzioni e con le ONG. Le aziende
devono essere consapevoli dell’impatto delle loro attività sulla comunità locale. Esse possono contribuire ad un ambiente migliore per le aziende locali e contribuire alla consapevolezza sulle questioni inerenti la CSR. Per questo motivo, il Ministero degli Affari Economici
ha incluso la discussione sulla CSR nella preparazione per le missioni commerciali.
Interesse per le aree di conflitto
Nel corso degli ultimi sei mesi, si è sviluppato un crescente interesse per le attività commerciali nelle aree di conflitto. Un panel dell’ONU ha scritto una relazione sulla DRC, e le
ONG olandesi stanno svolgendo un ruolo attivo nel dibattito sulla possibilità di sviluppare
attività imprenditoriali nelle aree di conflitto (una ONG ha sollevato una specifica istanza
all’NCP olandese). I Paesi Bassi sostengono la Extractive Industries Transparency Initiative
(EITI) laddove l’industria estrattiva stessa sta cercando di operare nelle aree difficili, ed è
stata coinvolta nella discussione sul processo di Kimberley.
Conclusioni
La CSR rappresenta ancora un interesse crescente;
Le linee-guida OECD rappresentano dei valori fondamentali nella politica economica estera
sulla CSR;
Dialogo tra stakeholder / Trasparenza – imparare gli uni dagli altri.
31
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
REGNO UNITO
Community Investment Tax Relief (CITR) come politica fiscale
David Ratcliffe
Ministero del Commercio e dell’Industria
David Dickman
The Co-operative Bank
Linee generali del Programma
Il programma del Community Investment Tax Relief (CITR) intende sollecitare gli investimenti privati nelle comunità con un basso tasso di investimento. Fornisce un incentivo fiscale a coloro che investono nelle imprese all’interno di tali comunità.
L’incentivo fiscale è a disposizione di privati e di società che investono nelle organizzazioni
di intermediazione accreditate, che a turno investono nelle imprese operanti per le comunità svantaggiate o all’interno di esse.
Quindi, il programma di CITR dovrebbe incoraggiare la crescita di tali organizzazioni di
intermediazione, chiamate Istituzioni Finanziarie per lo Sviluppo della Comunità (CDFI),
specializzate nell’investimento in aziende, imprese sociali e comunitarie all’interno delle
aree sottosviluppate.
Il programma viene applicato soltanto agli investimenti effettuati tramite accreditamento
CDFI - l’investimento diretto nelle imprese all’interno delle comunità svantaggiate non rappresenta un requisito per ottenere il CITR.
L’incentivo è sotto forma di sgravio fiscale, che riduce l’imposta sul reddito o la soggettività tributaria d’impresa. Lo sgravio ha un valore fino al 25% del denaro investito, spalmato
nell’arco di 5 anni.
Per ottenere il massimo sgravio fiscale, il programma prevede che gli investitori mantengano
l’investimento per almeno 5 anni. Tuttavia, gli investitori hanno l’opportunità di ricevere un
utile sul loro investimento nell’arco dei cinque anni senza rinunciare allo sgravio previsto dal
programma.
32
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
Il CITR è gestito congiuntamente dall’Erario e dallo Small Business Service (SBS) del
Ministero del Commercio e dell’Industria:
lo SBS si occupa dell’accreditamento delle CDFI
L’Erario realizza qualunque sgravio per il quale l’investitore possa avere i requisiti e, se necessario, ritira qualunque sgravio che non sia più dovuto.
Chi può richiedere lo sgravio fiscale?
Lo sgravio è a disposizione di:
• Privati e società che investono nelle CDFI accreditate a partire dal 17 aprile 2002.
Cos’è una CDFI accreditata?
Le CDFI forniscono assistenza finanziaria alle imprese (sia con che senza fini di lucro) all’interno delle comunità svantaggiate. Alcune CDFI investono direttamente nelle imprese all’interno di tali aree. Esse sono note come CDFI “al dettaglio”. Altre possono fornire un investimento “all’ingrosso” per gli investimenti nelle imprese esistenti all’interno delle comunità
a basso investimento.
Lo sgravio ai sensi del programma CITR è disponibile soltanto in relazione agli investimenti nelle CDFI “accreditate” dallo Small Business Service. Una CDFI otterrà l’accreditamento
soltanto se il suo obiettivo principale è quello di fornire un finanziamento (oppure un
finanziamento e l’accesso alla consulenza aziendale) alle imprese nelle comunità svantaggiate.
Le condizioni generali che una CDFI dovrà soddisfare al fine di conservare il proprio
accreditamento sono:
- presentare allo SBS una relazione annuale sulle proprie operazioni;
- mantenere entro alcuni limiti stabiliti gli importi di denaro raccolti ai sensi del programma CITR;
- investire la maggior parte del denaro raccolto ai sensi del programma CITR all’interno di
una gamma di piccole e medie imprese, che altrimenti avrebbero difficoltà ad ottenere
il finanziamento.
La CDFI non dovrà:
-
investire in proprietà ad uso residenziale;
possedere un terreno allo scopo di beneficiare dell’aumento di valore di tale terreno o
dal reddito derivante dal suo sfruttamento.
Ulteriori Informazioni
Lo Small Business Service pubblica materiale relativo all’accreditamento delle CDFI, reperibile sul sito web www.sbs.gov.uk/finance/citr.php.
L’Erario pubblica informazioni dettagliate in merito al Programma CITR; è possibile accedere
a tali informazioni tramite il sito web www.inlandrevenue.gov.uk.
La Community Development Finance Association è un’Associazione Professionale per le
CDFI. Il suo sito web è www.cdfa.org.uk.
33
3. ABSTRACT DELLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche Pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
PROGETTO VADEREGIO
La CSR nelle politiche locali e regionali
Ana Diaz Alvarez
Novia Salcedo Foundation
In occasione del vertice UE di Lisbona si suggeriva di appellarsi al senso collettivo di
responsabilità sociale d’impresa per definire le best practice nei settori dell’istruzione permanente, organizzazione del lavoro, pari opportunità, inclusione sociale e sviluppo sostenibile. Nell’evocare una risposta dalle aziende, vi è un ruolo per coloro che creano un quadro
di politiche pubbliche in cui possa diffondersi la CSR. Vaderegio è una guida il cui obiettivo è identificare le good practice per promuovere le condizioni per lo sviluppo della CSR.
È destinata a tutti i governi e regioni d’Europa interessati alla promozione e adozione di
questo concetto ed è stata elaborata come progetto pilota.
Il presente studio rientra nel quadro delle attività avviate dal gruppo CSR Vaderegio, promosse dalla Novia Salcedo Foundation, dal Ministero fiammingo per l’Occupazione,
dall’Agenda scozzese per la Responsabilità Sociale, dalla EURO-Associazione siciliana, e con
il contributo della Commissione europea, la DG Occupazione e Affari Sociali, il
Dipartimento per lo Sviluppo Economico del Consiglio Provinciale di Biscayan ed il
Ministero fiammingo per l’Occupazione.
Questo progetto pone l’accento sulle politiche locali per la CSR e mira a fornire uno strumento sostenibile, che possa contribuire allo sviluppo del quadro europeo, sia per gli stati
membri esistenti dell’Unione che per quelli di nuova adesione. Gli obiettivi specifici del
progetto sono i seguenti:
a) Promuovere una piattaforma regionale europea sostenibile per lo scambio di informazioni sulla CSR in relazione agli organismi governativi locali
b) Facilitare un veicolo per la comunicazione tra organizzazioni pubbliche locali promovendo la CSR nella loro comunità e sviluppando assieme una serie di strumenti per
l’adozione di politiche CSR a livello locale
c) Divulgare informazioni e fornire indicazioni facilmente accessibili tramite la presente
Guida ed un database di best practice, che consenta alle altre organizzazioni:
- Di conoscere le realtà locali in altre regioni europee
- Di condividere i risultati dell’attività
- Di sviluppare modelli di good practice al livello di governo locale e regionale
34
4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA A
Politiche pubbliche a supporto della CSR: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
35
4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA B
Politiche pubbliche a supporto dello sviluppo di strumenti della CSR: esperienze dagli Stati membri
dell’Unione Europea
36
4. RELAZIONE DALLA SESSIONE TEMATICA C
Integrazione della CSR nelle Politiche pubbliche: esperienze dagli Stati membri dell’Unione Europea
37
5. CONCLUSIONI
COMMISSIONE EUROPEA
38
5. CONCLUSIONI
PRESIDENZA ITALIANA
39
6. PROFILI NAZIONALI
AUSTRIA
Lo strumento principale della politica austriaca di CSR è “CSR Austria”, un’iniziativa avviata
alla fine del 2002 dalla Federazione Austriaca delle Industrie in collaborazione con il
Ministero Federale per gli Affari Economici ed il Lavoro alla quale dal maggio 2003 partecipa anche la Camera di Commercio austriaca. CSR Austria è il contributo principale del settore privato all’Iniziativa di Sostenibilità Austriaca e uno dei principali contributi austriaci al
dibattito europeo sulla CSR. CSR Austria è un’iniziativa del settore imprenditoriale austriaco, ma le parti sociali, gli altri rappresentanti della società civile ed il mondo accademico
sono invitati a prendervi parte attivamente. I suoi obiettivi principali sono i seguenti:
-
avviare un’ampia discussione in merito alle questioni inerenti la CSR;
creare un’intesa comune sul significato della CSR e formulare delle linee-guida austriache sulla CSR;
mettere a disposizione delle aziende le informazioni sulle aspettative della società, i benefici della CSR ed i modelli e metodi praticabili della CSR;
aumentare la fiducia nei confronti delle aziende austriache.
Le attività principali di CSR-Austria sono le seguenti:
-
-
organizzazione workshop ed eventi pubblici;
realizzazione di un’indagine sulla Responsabilità Sociale d’Impresa tra le società austriache;
formulazione di linee-guida austriache sulla CSR come risultato del dialogo con i rappresentanti del mondo politico, economico, della società civile e dei mass-media (dialogo tra stakeholder);
strumenti informativi per il reporting, materiale concernente la CSR e lo sviluppo sostenibile, creazione di un sito web (http://www.csr-austria.at);
creazione di un riconoscimento austriaco per la CSR.
Nel quadro dell’Iniziativa Austriaca per la Sostenibilità, il Ministero austriaco per
l’Agricoltura, le Foreste, l’Ambiente e la Gestione delle Risorse Idriche sta coordinando una
serie di misure che hanno un impatto diretto sulle questioni inerenti la CSR. Allo scopo di
rafforzare il mercato per gli investimenti socialmente responsabili in Austria, nel 2001 è stata
creata una piattaforma per gli “Investimenti Socialmente Responsabili” all’interno
della Società Austriaca per l’Ambiente e la Tecnologia (OEGUT). Questa piattaforma costituisce una rete ed un mezzo per le informazioni concernenti specifiche attività in Austria ed
in Europa. Accomuna le competenze austriache in questo settore, con l’obiettivo di sviluppare una strategia a medio termine per supportare la domanda e l’offerta all’interno dell’area degli investimenti socialmente responsabili. (sito web: www.gruenesgeld.at).
40
6. PROFILI NAZIONALI
Altre iniziative:
- In Austria sono state sviluppate linee guida specifiche per il reporting sulla sostenibilità al
fine di standardizzare e facilitare il reporting sulle questioni relative alla gestione sostenibile;
unitamente a ciò, è stato creato un Indice della Sostenibilità sul mercato borsistico di Vienna
per stimolare il mercato in direzione di investimenti socialmente responsabili in Austria.
-
La “Responsabilità sociale delle imprese e Partner sociali nelle relazioni industriali dei Paesi dell’UE” è finalizzata allo scambio di esperienze e di pratiche ottimali
sulla CSR in Austria e nei Paesi dell’UE, coinvolgendo anche i paesi che entreranno a far
parte dell’Unione Europea. È oggetto di interesse da parte del Governo Federale e dei
partner sociali ed è finanziato dalla Commissione Europea.
-
L’Austria sta promovendo attivamente i principi OECD per le imprese multinazionali.
L’NCP (Austrian National Contact Point – Punto di Contatto Nazionale Austriaco) ha sede presso il Ministero Federale del Lavoro e degli Affari Economici ed è coadiuvato da un comitato
consultivo di rappresentanti di altri ministeri, partner sociali e ONG. Un sito web dedicato
(http://www.OCSE-leitsaetze.at) e una serie di pubblicazioni supportano il lavoro dell’NCP.
-
A partire dal 1999, sulla scia di altre iniziative a livello regionale che vantano una tradizione
ancor più lunga, viene assegnato un premio annuale alle imprese in cui si riscontrano “le
migliori condizioni di lavoro per il personale femminile e per le famiglie”. La valutazione
si basa su 11 criteri: la percentuale di donne che occupano una posizione di leadership, la percentuale di donne che partecipano a corsi di formazione, la flessibilità degli orari di lavoro, la
percentuale di lavori part-time, la flessibilità del posto di lavoro, la percentuale di dipendenti
femminili che riprendono il lavoro dopo l’interruzione per motivi famigliari, il reinserimento al
lavoro dopo la sospensione per congedi parentali, le misure adottate nel settore delle nursery
giornaliere, i fringe benefit per le famiglie, il servizio interno all’azienda a favore delle donne e
dei famigliari, le donne e le famiglie nella filosofia aziendale e le politiche personali.
-
L’audit “Famiglia e Carriera Professionale” è un metodo valutativo originale volto
all’ottenimento di un migliore bilanciamento tra necessità della famiglia e del lavoro. In
questo modo, le aziende hanno la possibilità di valutare la propria posizione specifica
nel campo della conoscenza famigliare, di valutare i risultati delle misure famigliari adottate e del loro sviluppo successivo.
-
Il progetto “Competenza Famigliare” offre un programma innovativo di formazione
alle persone o ai parenti che si prendono cura dei bambini, ma che vogliono riprendere
la carriera professionale.
-
Un premio annuale per “L’Eccellenza nel campo della salute e della sicurezza
occupazionale” viene indetto dal Ministero per il Lavoro e gli Affari Economici.
-
Un progetto che coinvolge vari ministeri supporta le iniziative delle PMI per lo sviluppo
degli attuali sistemi integrati o dei sistemi di gestione qualità, H&S e ambientali.
-
“Verein für Konsumenteninformation” (VKI), una ONG che si focalizza sui diritti dei consumatori, ha dato vita a un progetto “L’etica del consumo” che integra le informazioni
inerenti alla qualità dei prodotti con le informazioni attinenti al comportamento etico
delle società (sito web: http://www.konsument.at)
41
6. PROFILI NAZIONALI
BELGIO
Promuovere la CSR
Consapevolezza
Recentemente, i politici belga hanno fatto leva su una serie di misure volte a promuovere
un comportamento responsabile da parte delle imprese, in particolare hanno promosso
normative di divulgazione delle informazioni, un'etichetta sociale (un'etichetta che descriva
le condizioni produttive) e una convinta adesione ai principi OECD e ILO
http://www.socialresponsibility.be).
Inoltre, il governo federale ha costituito il Consiglio Federale per lo Sviluppo Sostenibile
che ha il ruolo di dare un parere in merito alla politica federale sullo sviluppo sostenibile. Il
Consiglio si focalizza primariamente sull’implementazione degli impegni internazionali del
Belgio quali l’Agenda 21, la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e la Convenzione
sulla Diversità Biologica. Oltre al suo ruolo consultivo, l’FCSD è un forum che si prefigge di
incentivare il dibattito sullo sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso l’organizzazione di simposi. Alcuni esperti del settore, i rappresentanti governativi e della società civile e un pubblico sempre più vasto hanno la possibilità di spiegare il loro punto di vista nonché di dialogare. Il Consiglio utilizza i risultati nel momento in cui deve formulare un parere (vedi
http://www.belspo.be/frdocfdd/en/frontpag.htm).
Il governo federale sostiene le attività dell’Organizzazione del Lavoro Internazionale in merito alla responsabilità sociale, insistendo sul monitoraggio dello sviluppo dei codici di condotta, e considera fondamentale che l’ILO vigili sull’effettiva interpretazione degli standard
lavorativi internazionali cui sovente si fa riferimento in questi codici di condotta. Il Ministro
Fiammingo dell’Occupazione & Turismo ha lanciato nel 2001 un’iniziativa (l’Impresa
Pionieristica Trivisi per le Persone, l’Ambiente e il Processo Societario) che raggruppa i rappresentanti del mondo aziendale, i sindacati, gli accademici, le ONG e il governo, al fine di
stimolare le imprese sostenibili e pionieristiche. Sono stati creati tre gruppi sulla gestione
della diversità, sull’apprendimento permanente e sulla gestione degli stakeholder per approfondire ed esplorare diversi aspetti dell’impresa sostenibile, scambiare idee ed esperienze,
produrre tool gestionali e promuovere progetti che coinvolgono molteplici stakeholder.
42
6. PROFILI NAZIONALI
Promuovere la trasparenza
Etichetta sociale belga
Nel gennaio 2002 il Parlamento belga ha approvato una legge finalizzata a promuovere la produzione socialmente responsabile introducendo un’etichetta sociale volontaria. Questa legge
da’ la possibilità alle aziende di avere un’etichetta solamente per quei prodotti la cui catena di
produzione ottemperi a 8 convenzioni fondamentali ILO. L’etichetta viene assegnata dal
Ministero degli Affari Economici in seguito al parere favorevole e vincolante di un comitato di
stakeholder (composto da funzionari governativi, partner sociali, rappresentanti delle ONG e
consumatori appartenenti ad associazioni commerciali) per un massimo di tre anni. Il Comitato
per la Produzione socialmente responsabile elabora un programma di controllo per la società,
verificandone la relativa conformità nel tempo. La certificazione viene rilasciata dagli enti di
controllo accreditati dal Ministro degli Affari Economici.
Le società che richiedono l’etichetta per uno dei propri prodotti sono obbligate a rilasciare tutte le informazioni sui fornitori e subappaltatori direttamente coinvolti nella realizzazione del prodotto e a fornire le prove che, così come hanno fatto le stesse società, i loro
fornitori e subappaltatori, rispettino altresì le principali convenzioni ILO. L’ente di controllo dovrà stendere una relazione (tra l’altro, sulla base di interviste o colloqui con i lavoratori e i responsabili, le visite alle società, le informazioni provenienti dalle organizzazioni
locali, ecc.) che verrà presentata al comitato degli stakeholder. Ogni anno, il Ministero degli
Affari Economici presenta al Parlamento una relazione su questa implementazione dell’etichetta (vedi http://www.social-label.be).
Pubblicità
Una legge del 1991 sulle informazioni e sulla protezione dei consumatori e delle pratiche commerciali proibisce la pubblicità fuorviante sugli effetti ambientali e ha istituito un comitato per
monitorare la pubblicità e le etichette ambientali. È stata introdotta una proposta per estendere
la legge che proibisce la pubblicità fuorviante sulle condizioni sociali di produzione (le 8 convenzioni chiave ILO).
Politiche di sostegno CSR
Appalto pubblico
Nel novembre 2001, il governo belga ha approvato l’introduzione di una clausola sociale per
gli appalti pubblici federali al fine di favorire l’inclusione dei gruppi svantaggiati, vale a dire i
contratti con le società che impiegano persone disoccupate per lunghi periodi che rappresentano il 5% della forza lavoro globale.
Le politiche commerciali e di esportazione (per es. promuovere i principi direttivi OECD)
Il Punto Nazionale di Contatto, che comprende funzionari governativi, sindacati e aziende,
ha analizzato un serie di casi relativi a impianti o stabilimenti in chiusura. Dalla sua costituzione, il Punto di Contatto Nazionale – considerato dall’OECD un esempio positivo – ha
esaminato più di 20 casi, tutti relativi all’aspetto occupazionale (per es. la chiusura di Marks
and Spencer Stores, annunciata senza previa comunicazione ai lavoratori).
La Dichiarazione tripartita dei principi riguardante le imprese multinazionali e la politica sociale
Il Belgio supporta le attività dell’ILO volte al rafforzamento e alla promozione della
Dichiarazione tripartita dei Principi relativi alle Imprese Multinazionali e alla Politica Sociale.
Questo supporto si manifesta primariamente attraverso la partecipazione nelle attività del
Comitato sulle Imprese Multinazionali che si riunisce durante l’Ente governativo dell’ILO (ottobre 2003).
43
6. PROFILI NAZIONALI
DANIMARCA
Dieci anni fa, il governo danese - primo governo europeo – ha avviato una strategia per
promuovere la CSR e le partnership con la business community. L’obiettivo era e rimane quello di combattere l’esclusione sociale e creare una società del benessere a livello globale.
Pertanto, la denominazione originale dell’iniziativa , ”Our Common Concern”è ancora valida.
L’iniziativa danese poggia sui seguenti punti:
- la CSR non deve essere obbligatoria e deve essere fondata su un ponderato approccio di business;
- il governo e le autorità pubbliche sostengono e incoraggiano attivamente la CSR soprattutto con l’adozione di misure non regolamentative;
- La partnership è fondamentale e comprende un approccio proattivo da parte delle
autorità pubbliche e una stretta collaborazione con tutti gli attori, compresi i partner
sociali a livello centrale e locale.
Tra le numerose iniziative promosse dal governo, devono essere menzionate le
seguenti:
- I fondi governativi (previa domanda) da erogare per le iniziative locali di CSR e le partnership;
- La creazione di un Comitato Nazionale/rete di dirigenti aziendali di alto livello per fornire
consulenza al Ministro;
- Supporto per le reti aziendali regionali che oggi comprendono 7-800 membri;
- I comitati obbligatori per il coordinamento locale per lo sviluppo di un mercato del lavoro
globale che comprenda tutti gli attori chiave. Il sostegno finanziario per il lavoro dei comitati;
- Le indagini e i programmi di ricerca su larga scala;
- “The social index”, uno strumento di autovalutazione per le aziende utilizzato con successo da centinaia di aziende pubbliche e private;
- Premi e riconoscimenti;
- Varie iniziative/modelli di reporting non obbligatori;
- Mercato del lavoro e implementazione di riforme in armonia con le esigenze delle aziende;
- Database, diffusione di informazioni, annuari, ecc.;
- Creazione del “The Copenaghen Centre” per la Responsabilità Sociale (internazionale) e del
Centro per le Misure Occupazionali Attive (nazionali).
Tra le iniziative recenti, ricordiamo:
- La Conferenza della Presidenza dell’UE sulla CSR, 1992;
- L’etichetta sociale (le società che raggiungono un punteggio elevato nell’Indice Sociale
e verificato dagli esperti esterni hanno diritto ad utilizzare l’etichetta);
- La terza generazione dell’Indice Sociale, oggi ancor più user-friendly e adatta alle piccole e medie imprese;
- La nuova strategia CSR che sarà lanciata dal governo centrale nella primavera del 2004.
44
6. PROFILI NAZIONALI
FINLANDIA
1. Promuovere la CSR
In Finlandia, il dialogo multi-stakeholder è stato avviato due anni fa. Il Forum etico finlandese è operativo dal giugno 2001. Le società, le organizzazioni, i sindacati e i funzionari
hanno creato insieme alla chiesa un forum per discutere le questioni inerenti l’etica aziendale e la responsabilità sociale delle imprese. Il forum si riunisce un certo numero di
volte all’anno per approfondire un determinato argomento. Il principale obiettivo del Forum
è quello di promuovere l’interazione tra le aziende, i consumatori e le organizzazioni,
offrendo loro una sede idonea per discutere della responsabilità sociale delle imprese. Cerca
di riunire diversi punti di vista, scambiare pensieri e, attraverso una collaborazione concreta, individuare nuove modalità per l’evolvere della responsabilità sociale delle imprese. Le
discussioni nel Forum sono volte a favorire un’accresciuta consapevolezza sulle diverse
aspettative e sui diversi obiettivi della responsabilità sociale che perseguono i membri del
Forum. Per saperne di più, consultare il sito www.eettinenfoorumi.org/english.shtml.
Il network Finnish Business & Society è stato creato nella primavera dell’anno 2000 su
iniziativa di sette società e del National Research and Development Centre for Welfare and
Health (STAKES).
Il 4 novembre 2002, il Finnish Business & Society è diventata un’associazione costituita da
42 organizzazioni. Per le imprese che operano in diversi settori del business l’associazione
è uno strumento di promozione della responsabilità sociale. Il Network crea una partnership tra le società, il settore pubblico, i cittadini e i consumatori per promuovere lo sviluppo sostenibile socialmente ed economicamente. Nella primavera 2002, la Finnish Business
& Society ha sviluppato un kit di strumenti di CSR in Finlandia. Focalizzando sulle attività
delle risorse umane e sul dialogo degli stakeholder, il kit presenta le pratiche ottimali correnti ma anche le sfide che l’utente deve affrontare nell’individuare modalità innovative di
ottimizzazione delle pratiche. L’associazione è un partner nazionale della CSR EUROPE – il
Network europeo di imprese per la CSR www.businessandsociety.net/index_en.html.
Le imprese finniche hanno intrapreso un’azione congiunta, creando una rete per far progredire la responsabilità sociale nell’importazione. Attualmente, la rete è composta da 11
imprese che rappresentano sia le imprese industriali sia quelle commerciali. La Camera
Centrale del Commercio finlandese coordina la cooperazione volontaria fra le imprese
finniche. Le aziende che vogliono far parte del network devono aprire ai principi comuni
sistematicamente nel lungo-termine per garantire la qualità etica dei propri prodotti.
http://www.kauppakamari.fi/keskuskauppakamari/index.cfm
45
6. PROFILI NAZIONALI
2. Promuovere la trasparenza
Nel gennaio 2003, l’ente contabile finnico (KILA) ha pubblicato una guida sul riconoscimento, sulla valutazione e sulla divulgazione delle questioni ambientali nei conti e nelle
revisioni annuali.
3. Politiche di sostegno
Sulla base del decreto governativo 335/ 2001, l’attuazione e la promozione dei principi OECD
per le imprese multinazionali viene definita dal Comitato sugli Investimenti Internazionali e
dalle Imprese Multinazionali (MONIKA). Il Comitato viene coordinato dal Ministero del
Commercio e dell’Industria, ma è composto da molti altri funzionari ministeriali (Ministero
del Lavoro, Ministero della Salute e degli Affari Sociali, Ministero dell’Ambiente, Ministero
della Finanza, Ministero della Giustizia, Ministero degli Affari Esteri) e da altre organizzazioni
del mercato del lavoro. Il Comitato è il punto di contatto nazionale (NCP) per il Comitato
OCSE sull’investimento internazionale e sulle imprese multinazionali. Il Comitato si incarica
della gestione più generale di questioni inerenti all’investimento internazionale e alle imprese multinazionali sia nell’ambito dell’avanzamento dell’internazionalizzazione sia nelle reti
di accordi bilaterali e multilaterali (OECD, WTO, EU etc.).
Sono state intraprese una serie di attività volte a promuovere le direttive OECD tra le
aziende, i sindacati e le ONG. La Business Marathon Campaign, lanciata dai leader aziendali, dopo l’appello rivolto alle aziende da parte dei Capi di Stato europei al Summit
Europeo nel 2000, promossa da CSR Europe, The Copenhagen Centre e dall’International
Business Leaders Forum è arrivata in Finlandia il 9 ottobre 2002. Lo slogan della conferenza finnica era “L’azienda responsabile ha successo".
La conferenza ha sottolineato il punto di vista pratico della CSR, che si manifesta nella pratica delle strategie e delle procedure. Il Finnish National Contact Point (Contatto Nazionale
Finnico) è stato uno degli organizzatori congiuntamente al Ministero del Lavoro, al
Ministero dell’Ambiente, Johnson&Johnson, KPMG, Taloussanomat e Finnish Business &
Society. Nel seminario, l’NCP finnico ha organizzato un workshop dal titolo “Investimento
etico in Europa – Cambiamenti e sfide”.
Nell’aprile 2003 l’NCP finnico ha organizzato un seminario speciale sulla strategia europea
per la responsabilità sociale e il ruolo pubblico nella promozione della CSR. Nel Seminario
sono stati espressi pareri da parte della Commissione Europea, del governo inglese, dell’amministrazione pubblica finlandese, delle organizzazioni lavorative e aziendali e altre
ONG in merito agli obiettivi del Forum multi-stakeholder dell’UE e altre sfide delle pubbliche autorità nella promozione della CSR. Inoltre, la finalità del seminario era quella di
promuovere le linee guida e di fungere da forum di discussione per le diverse parti e fornire
un feedback all’NCP finlandese, preparando un programma CSR governativo ad hoc.
In termini di vita lavorativa, il Governo promuove le azioni volte a migliorare la professionalità, il benessere e le capacità dei dipendenti per gestire le problematiche inerenti alla
vita lavorativa. Il Programma National Workplace Development (Sviluppo nazionale del
Posto di lavoro) è a sostegno dei progetti che contribuiscono ai cambiamenti che migliorano la produttività e ottimizzano la qualità della vita lavorativa. Il programma sui lavoratori
anziani è stato altresì implementato nel biennio 1998-2000.
Dialogo sociale
Oltre al dialogo multilaterale, la responsabilità sociale delle imprese può anche essere promossa bilateralmente. A tal proposito, il dialogo sociale tradizionale dei partner sociali
46
6. PROFILI NAZIONALI
svolge un ruolo importante. Nel 2000, la Confederazione dei Datori di lavoro e dell’industria finnica (TT) ha pubblicato una guida sulla responsabilità sociale che contiene strumenti per l’autovalutazione e lo sviluppo delle imprese. Il settore costruttivo e le
Bioindustrie finlandesi hanno per le aziende del proprio settore anche pubblicato i loro
principi sulla responsabilità e l’etica aziendale. Nel 2000, gli assicuratori finlandesi hanno
raggiunto un accordo su una serie di principi sulla responsabilità sociale. La proposta redatta alla Federazione delle compagnie di assicurazione finlandesi offre un quadro esaustivo
della responsabilità sociale nel settore assicurativo in forma di domande autovalutative.
Pratiche aziendali
Numerose multinazionali di origine finlandese stanno utilizzando attivamente la responsabilità sociale aziendale nelle loro azioni in conformità ai principi OECD, degli standard
lavorativi principali ILO e dell’UN Global Compact. Ad esempio, le seguenti grandi società
sono note per l’applicazione delle misure sulla responsabilità aziendale: Elisa Corporation,
Metso Corporation, Nokia, Sampo, Sonera e StoraEnso.
In generale, l’industria forestale finnica è assai ben sviluppata nelle aree della protezione,
ecogestione e uso efficiente dell’energia e delle materie prime.
Nel settore commerciale, Kesko è una delle principali società in Finlandia con oltre 6200
milioni di Euro di vendite (al netto) e oltre 11,500 dipendenti nel 2001. La Kesko ha avuto
un riconoscimento per il suo Kenvironmental Diploma Store Concept al Summit ONU dello
sviluppo sostenibile a Johannesburg nell’agosto 2002.
47
6. PROFILI NAZIONALI
FRANCIA
1. Promuovere la responsabilità sociale aziendale (CSR)
Durante la presidenza francese del G8, sono stati attivamente promossi il Global Compact
delle Nazioni Unite, le direttive OECD e la Dichiarazione ILO del 1998 sui principi e sui diritti fondamentali dei lavoratori. Il Presidente, nel 2003, ha personalmente incoraggiato le società francesi ad aderire al Global Compact. Infatti, da 30 che erano nel gennaio 2003 sono
diventate 205 nel settembre 2003. È stato quindi costituito un Punto di Contatto Nazionale1
che ha contribuito al Global Compact con una donazione monetaria pari a 100.000 Euro.
La Dichiarazione “Incoraggiare la crescita e promuovere un’economia di mercato responsabile”
adottata dal G8 ad Evian incoraggia “le società ad agire di concerto con terzi per completare e
incoraggiare l’implementazione degli strumenti esistenti” (le direttive OCSE e la dichiarazione ILO
del 1998). Un meeting di alto livello degli Otto sull’occupazione, a Parigi, nel maggio 2003, ha
consentito di scambiare informazioni sulla gestione dell’età e sul ruolo di ciascun stakeholder.
La Francia si era già attivata durante il dibattito europeo sul libro verde nel 2001 a sostegno
delle iniziative della Commissione.
La Francia ha adottato una strategia nazionale per uno sviluppo sostenibile nel giugno 2003, costituendo un Consiglio Nazionale sullo sviluppo sostenibile che comprende 90 membri appartenenti ai gruppi principali della società civile (elaborazione e implementazione della strategia).
Un gruppo di alto livello per lo sviluppo sostenibile è stato appositamente costituito per seguire
le fasi dell’implementazione della strategia. Ogni dipartimento ministeriale ha nominato un alto
funzionario responsabile dello sviluppo sostenibile.
La strategia nazionale promuove la CSR verso il perseguimento di tre obiettivi: la creazione
di un sistema di riferimento a livello nazionale; l’analisi delle pratiche; lo sviluppo dell’investimento socialmente responsabile (SRI). Essa definirà i mezzi finanziari per incoraggiare
le società ad avviare le pratiche di sviluppo sostenibile. Il Ministero degli Affari Sociali, della
Solidarietà e del Lavoro ha creato una missione trasversale per monitorare l’implementazione della strategia, per sviluppare l’osservazione delle pratiche, incoraggiare la complementarità e l’interazione dei diversi partner.
PMI: sono stati eseguiti degli studi per valutare le modalità in cui le PMI tengono in considerazione lo
sviluppo sostenibile e per promuovere l’interesse dei direttori delle PMI e il grado di coinvolgimento
nella CSR. Il Circolo Etico per il Commercio Globale, una partnership pubblica-privata, organizzerà nel
2003 un forum interattivo con le PMI per adattare la CSR alle caratteristiche di queste società.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1 Il punto di contatto si occupa principalmente di facilitare gli scambi dei direttori generali sul Global Compact,
il contributo alla globalizzazione e le relative buone pratiche. Il punto di contatto riunisce tutti i partner economici e incoraggia specialmente le piccole e medie imprese ad aderire al Global Compact.
48
6. PROFILI NAZIONALI
2. Promuovere la trasparenza
Nel 2001 sono state votate due leggi per promuovere la trasparenza degli Investimenti
Socialmente Responsabili e della CSR, tematiche di solito complementari.
-
La legge del 19 febbraio 2001 sui risparmi dei dipendenti: i fondi di risparmio dei
dipendenti delineano le tematiche sociali, ambientali o etiche che devono essere tenute
in considerazione dal gestore del fondo al momento della vendita o dell’acquisto di titoli,
nonché i diritti relativi agli stessi. Un comitato intersindacale per i risparmi dei dipendenti (CIES) è stato istituito nel 2002 ed è stata assegnata un’etichetta ad alcune offerte
di risparmi dei dipendenti.
-
La legge del 15 maggio 2001 sulle nuove normative economiche: per la prima volta,
le società francesi quotate in Borsa devono inserire informazioni sociali ed ambientali
nei loro rendiconti annuali. Un decreto definisce i criteri qualitativi e quantitativi di
reporting. L’obiettivo è di incoraggiare in modo strategico le imprese nella creazione di
strumenti necessari per valutare l’impatto sociale ed ambientale delle loro attività.
Su richiesta dei tre ministri in carica, rispettivamente affari sociali, ambiente e economia,
è stata decisa una valutazione di questa legge.
La legge del 17 luglio 2001, che crea una riserva per il fondo pensioni pubbliche, stabilisce che la politica d’investimento del fondo deve considerare le implicazioni sociali,
ambientali ed etiche.
AFNOR, l’associazione francese per la standardizzazione, ha pubblicato un opuscolo sullo
sviluppo sostenibile e responsabilità sociale delle imprese (SD 21000, 2003). Questa
guida, scritta da tutti gli stakeholder, aiuterà le società a prendere in considerazione lo
sviluppo sostenibile nella loro strategia e gestione.
3. Politica per la promozione della CSR
Discriminazioni:
-
La Francia è attiva nel combattere la discriminazione. Nel quadro del programma governativo contro la discriminazione, al fine di prevenire le pratiche discriminatorie, è stato
sottoscritto un accordo pubblico-privato dalla società ADECCO e da FASILD (Fondo per
l’azione e il sostegno dell’integrazione e della lotta contro tutte le discriminazioni).
-
Il Dipartimento responsabile della parità e dell’uguaglianza professionale lancia una
campagna di informazione, attraverso diversi canali, a favore dell’accesso da parte delle
donne alla responsabilità e al processo decisionale, dell’uguaglianza professionale e di
una migliore gestione del tempo nella vita.
-
Sta per essere istituita un’autorità amministrativa indipendente che si occupa di promuovere il trattamento paritario e di combattere la discriminazione. Potrebbe fornire un
parere al settore pubblico o privato sui codici di pratiche ottimali e creare delle procedure di CSR. Il 13 novembre verrà organizzato a Parigi un meeting per discutere questi
temi con la società civile.
49
6. PROFILI NAZIONALI
Investire nelle risorse umane:
Al fine di armonizzare le diverse parti e diffondere le azioni che incoraggiano la valorizzazione delle risorse umane e la qualità dell’occupazione, il Ministero del Lavoro organizza
incontri con le imprese, con i partner sociali e con gli esperti per esaminare le pratiche e
le nuove tendenze nel settore della formazione, della valorizzazione dell’esperienza, delle
capacità e delle competenze e della gestione dell’età.
È stato siglato un accordo nazionale tra tutti i partner sociali nel settembre 2003. Il governo ha promesso di presentare al Parlamento una legge che comprenderà le conclusioni dell’accordo. Quest’ultimo istituisce un diritto individuale alla formazione che può essere
accresciuto e trasferito.
Appalti pubblici: a partire dal marzo 2001, la legge francese sugli appalti pubblici autorizza l’inclusione delle considerazioni sociali e ambientali fra le clausole inserite nei contratti di
appalti pubblici (art. 14). Una nuova riforma, al momento in fase di elaborazione, introdurrà lo sviluppo sostenibile e un ambiente di alta qualità nei criteri di assegnazione.
Crediti all’esportazione:
-
linee guida OECD per le società multinazionali e per i crediti all’esportazione: le società francesi che chiedono i crediti all’esportazione o le garanzie di investimento vengono
sistematicamente informati su questi principi. Queste informazioni vengono trasmesse
mediante una lettera inviata dall’agenzia assicurativa che agisce a nome e per conto
dello stato francese, COFACE, a ogni società unitamente a una lettera che le società
devono sottoscrivere dichiarando “di essere state informate in merito ai principi enunciati
nelle direttive”2.
-
Oggi COFACE utilizza le comuni metodologie ambientali adottate nel dicembre 2001
dall’ OCSE, e va addirittura oltre dal momento che COFACE ha stabilito alcuni principi
guida settoriali (petrolio, dighe, stazioni termali) che comprendono la tutela delle popolazioni indigene.
-
Ai propri partner COFACE promette trasparenza sulle spese non produttive.
Il punto di contatto nazionale francese, con una composizione interministeriale con tre
strutture, promuove attivamente le direttive OECD e ha trattato numerosi casi nel 2002.
Commercio etico: due nuove iniziative del settore pubblico ispirate dal libro verde:
-
-
Nell’AFNOR, la creazione di un comitato per la standardizzazione del commercio equo.
Tale comitato , che fa parte di un organismo indipendente, raggruppa tutti gli stakeholder (attori, distribuzione, clienti e governo) che elaboreranno un sistema di riferimento concordato per identificare le pratiche di commercio equo.
Un fondo di solidarietà prioritaria viene appositamente stanziato per lo sviluppo delle
quote di mercato delle organizzazioni di commercio equo al fine di consentire a un
numero crescente di produttori e di lavoratori di migliorare i loro standard di vita (budget del ministero degli Affari Esteri, 5,6 milioni di euro su un periodo di tre anni).
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2 Il Canada, gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno adottato simili procedure informative. Altri membri del gruppo
hanno deciso di seguire le stesse regole.
50
6. PROFILI NAZIONALI
GERMANIA
La Responsabilità Sociale delle Imprese è una questione di primaria importanza per il
governo tedesco.
Tuttavia, in termini di impegno sociale che coinvolge aziende oltre le norme di legge, è
importante notare che esiste un sistema di regolamentazione molto rigido in Germania che
lascia poco spazio per ulteriori attività.
I partner sociali e le società individuali sono molto attive nel campo della CSR. Oltre a
ciò, il Governo Federale ha fornito numerosi incentivi per le attività nel campo della CSR.
Alcuni esempi sono di seguito elencati:
Integrazione dei gruppi svantaggiati e qualità del lavoro
1 L’iniziativa “TeamArbeit” del governo federale lanciata nel giugno 2003 è finalizzata a
unire le forze con le società e i singoli individui appartenenti a tutti i gruppi nella società per formare la più grande rete contro la disoccupazione in Germania. Esiste un sito
web molto completo - www.teamarbeit-fuer-deutschland.de, che è stato appositamente
progettato per raggruppare gli attori. Il lavoro dei media professionali (ufficio editoriale
e agenzia di PR) è di assistere queste società e individui che hanno partecipato in diversi modi nella battaglia contro la disoccupazione e rendere noto il loro esempio nella
pubblicità, nelle brochure e su Internet (vedi sopra). Inoltre, 50 giornate di azione a livello regionale vengono pianificate in Germania come forum per fornire informazioni,
pareri tecnici e contatti.
Inoltre, una rete di “esperti anziani” (ad esempio, i membri del personale che sono
andati in pensione anticipatamente) sta per essere creato al fine di individuare siti di
formazione e stage per i giovani.
2 Insieme ai partner aziendali e sociali, il Governo Federale ha lanciato una Campagna di
Formazione 2003. Una campagna di marketing che include visite alle imprese da parte
del Ministro dell’Istruzione al fine di catturare l’interesse pubblico e accrescere la consapevolezza della situazione, esortando il mondo aziendale ad assumersi le sue responsabilità. Ciò ha reso possibile l’incremento sostanziale dei momenti di formazione.
3 Il programma speciale “Sviluppo di siti di formazione” costituisce una misura specifica per
la Germania orientale per ottimizzare i tempi delle aziende nell’offerta di formazione.
Attualmente, 183 siti di formazione, totalmente finanziati dal Governo Federale, fanno
parte delle organizzazioni della Camera. Fornendo assistenza pratica, solamente nel 2002,
hanno incentivato le imprese a costituire circa 14.000 nuovi siti di formazione.
51
6. PROFILI NAZIONALI
4 Dal 1999, l’Ufficio per la Sponsorizzazione della Formazione include varie iniziative di
aziende, fondazioni, associazioni e individui privati per creare siti di formazione professionale, pubblicizzandone gli esempi positivi.
5 Strumenti ausiliari quali le sovvenzioni a favore delle misure del piano sociale e le indennità di lavoro strutturali a breve termine contribuiscono all’adozione delle misure necessarie per l’adeguamento della manodopera nelle società che avviano processi di ristrutturazione che coinvolgono il management societario. Quest’ultimo si assume la responsabilità sociale apportando un contributo sostanziale alla previdenza sociale dei dipendenti interessati e/o verso le misure volte al reintegro che rientrano nelle politiche del
mercato del lavoro.
6 Per migliorare la partecipazione dei disabili, le misure introdotte dal Governo Federale
nella Legge finalizzata al Raggiungimento dell’Uguaglianza dei Disabili in vigore dal 1
maggio 2002, comprende le dichiarazioni di intenti. Le associazioni riconosciute possono
prendere accordi autonomamente con le società o le associazioni delle società in merito a come e quando sarà effettivamente raggiunta la libertà dalle barriere (ossia la
rimozione di tutti i tipi di ostacoli ad esempio di natura tecnica o strutturale anche nelle
comunicazioni) . È stato creato un apposito registro di accordi di intenti.
7 Il programma “learning regions - promoting networks” è centrale nel programma di
azione denominato “life-accompanying learning for all”. Quest’ultimo è volto ad
accrescere l’interesse da parte dei gruppi svantaggiati ai programmi educativi oltre che
delle persone che non hanno alcun rapporto con il mondo dell’istruzione. La creazione
e l’espansione di network regionali viene altresì promossa; in tali network, l’impegno
collaborativo del maggior numero possibile di partecipanti (insegnanti, alunni, aziende)
è quello di realizzare progetti innovativi di apprendimento permanente (fino al 2006
probabilmente, 66 milioni di finanziamenti federali e circa 51 milioni da parte del Fondo
Sociale Europeo).
8 Nel 2001, il Governo Federale ha lanciato il programma denominato “Nuova qualità delle
iniziative lavorative” (INQA); riunisce i partner sociali, i fondi di previdenza sociale, il
Länder, il Governo Federale e le società. Nel 2002 il Governo Federale ha promosso dei
progetti pratici nel settore costruttivo allo scopo di prevenire lo stress lavorativo, incoraggiando al contempo l’insegnamento permanente. È stato lanciato un ampio dibattito
pubblico sul futuro del lavoro, informazioni dettagliate sono disponibili al sito
www.inqa.de. Nel 2003, ulteriori progetti pratici sono intesi primariamente ad accrescere
l’intensità delle azioni congiunte da parte dei vari attori e a creare nuovi network. Il
Governo Federale elargisce sovvenzioni in tale direzione.
9 Il programma quadro denominato “Progettazione di lavori innovativi – Futuro del
Lavoro” (circa 83 milioni dal 2001 al 2005) è una misura del Governo Federale volta a
fornire sovvenzioni per l’attività di ricerca e sviluppo finalizzata alla realizzazione di
soluzioni di lavoro innovativo nell’ottica di un mondo lavorativo orientato alla persona
(ad es. salute e sicurezza nei progetti lavorativi, gestione delle risorse umane, culture
aziendali che migliorano l’innovazione). La questione relativa alla cultura aziendale è di
vitale importanza per la performance e la competitività della Germania. Il concetto si
basa sui principi secondo cui essa è volontaria, che la strategia aziendale è sostenibile e
52
6. PROFILI NAZIONALI
che vi sia una partnership e una collaborazione tra gli stakeholder interni e quelli esterni.
Un altro obiettivo è quello di una maggiore diffusione della CSR tra le PMI.
10 Il Governo Federale Congiunto/Länder Scheme “Miglioramento della struttura economica regionale” (supporto annuale del Governo Federale e Länder di 1 miliardo) è lo strumento primario di sostegno economico regionale e supporta anche le attività nel campo
dell’apprendimento permanente con azioni di consulenza e supporto formativo, pareri
tecnici e la formazione, di formazione del capitale umano, di ricerca applicata e sviluppo nelle aree strutturalmente deboli. Inoltre, promuove il telelavoro e il lavoro part-time,
nonché il lavoro femminile nelle aree in cui la disoccupazione femminile è elevata.
11 Nel giugno 2002, il Ministero Federale dell’Economia e del Lavoro ha ricevuto il
Certificato di Base per la sezione “Carriera e Famiglia” da parte della Fondazione non
profit Hertie in virtù della sua politica orientata alle pari opportunità e alla consapevolezza famigliare. Il ministero cerca di utilizzare il proprio esempio per rendere questo
strumento gestionale meglio conosciuto alle PMI. È stata anche pubblicata una brochure
nella quale vengono enunciate le direttive per le PMI.
12 In stretta collaborazione con la Fondazione Bertelsmann e con il patrocinio delle associazioni industriali e dei sindacati, il Governo Federale ha aderito all’”Alleanza per la
famiglia” per un periodo iniziale di 2 anni (2003-2005). È operativo un team lavorativo
di individui selzionati e un budget congiunto. I concetti di organizzazione del lavoro e
di orari lavorativi flessibili vengono studiati e integrati con raccomandazioni specifiche
per la sua implementazione. Nel 2004 verrà organizzata una convention con governo e
aziende (definizione del target, benchmarking, pratiche eccellenti), allo scopo di concludere accordi e impegni volontari entro la fine del 2004. Parallelamente a ciò, all’interno del governo federale è stato creato un ufficio per le “Alleanze famigliari locali” (tra
comuni, aziende, associazioni, chiese, ecc.). Quest’ultimo dovrà prendersi cura dello
scambio di informazioni e delle relazioni pubbliche e di suggerire eventuali nuove
alleanze. Viene pubblicato sulla rete un manuale per raggiungere questo obiettivo.
Inoltre, offre l’assistenza dello staff specializzato.
13 L’associazione che riunisce tutta l’industria tedesca ha acconsentito di chiedere ai propri
membri di offrire forme e orari di lavoro flessibili per assicurare una migliore compatibilità tra famiglia e lavoro. Le associazioni industriali tedesche hanno concluso un accordo
sulla promozione delle pari opportunità tra uomini e donne nel
settore privato (buone pratiche, consulenza per le aziende, integrazione delle pari opportunità/ cordialità famigliare nei pareri sulla formazione e consulenza aziendale). La valutazione è pianificata per la fine del 2003.
Settore ambientale
14 Nel contesto delle misure denominato “condizioni quadro per l’innovazione” (5 milioni
in più in tre anni) e “strumenti societari” (15 milioni in più in 3 anni), il Governo
Federale cerca di accrescere le responsabilità ambientali per coloro che formulano le
politiche economiche e per le aziende. Vengono supportati progetti specifici, per es.
sulla finanza verde o sul labelling (etichettatura).
53
6. PROFILI NAZIONALI
15 NAGUS - Il Comitato per gli standard sui principi della protezione ambientale nell’Istituto
tedesco di standardizzazione (DIN). NAGUS è l’organismo DIN responsabile della standardizzazione dei principi interdisciplinari della protezione ambientale su scala
nazionale, europea e internazionale. Il lavoro comprende i settori del labelling ambientale, della gestione ambientale, degli aspetti ambientali nello sviluppo del prodotto e gli
audit ambientali. I membri del NAGUS provengono dal settore aziendale, scientifico,
dalle associazioni ambientali, dagli enti ambientali, sindacati, controllo tecnico e consulenza.
16 Il Governo Federale supporta i Sistemi di Gestione Ambientale europei EMAS e ha incluso le attività corrispondenti nel piano di azione per la tutela dei consumatori (maggio
2003). Quale incentivo per l’introduzione di EMAS (Environmental Management System
– Sistema di Gestione Ambientale) è stata adottata un’ordinanza che concede determinati privilegi alle aziende. Essa offre alle aziende privilegi nella supervisione ambientale,
requisiti di reporting, incarichi di notifica in merito alle organizzazioni aziendali e
adozione di relative misure.
17 Nel novembre 2000, il Governo federale e le aziende hanno siglato un accordo che contiene un impegno volontario da parte del settore industriale per il rispetto degli obiettivi
di Kyoto fino al 2012, in riferimento a tutti i gas di Kyoto e, in taluni casi, con emissioni
minime ancor più sfidanti da affrontare. L’accordo costituisce un ottimo esempio di collaborazione a lungo termine tra governi e aziende che rimuove il bisogno di regole burocratiche quali l’ordinanza per l’utilizzo del Calore o una verifica energetica.
18 Gli individui privati e le PMI possono anche ricevere sovvenzioni e prestiti a interessi
bassi per l’investimento negli impianti di energia rinnovabile grazie al programma di
incentivazione del mercato per l’energia rinnovabile del Governo Federale.
19 Inoltre, il Governo Federale supporta le PMI con i servizi di consulenza, ad esempio sui
risparmi energetici e con eventi formativi.
Iniziative relative allo sviluppo della cooperazione
20 Il Governo Federale ha lanciato un programma per “promuovere gli standard sociali ed
ecologici nei paesi in via di sviluppo” (oltre 10 milioni). Chi opera nei paesi in via di
sviluppo è in grado di migliorare nel tempo la vita delle popolazioni locali
progettando e partecipando con strumenti volontari nel campo degli standard sociali e
ambientali. I campi di azione sono: l’agricoltura ecologica, la certificazione nella selvicoltura e il commercio equo.
21 Inoltre, è stata creata una “Tavola Rotonda sui Codici di Condotta Aziendali” che ha visto
la partecipazione di rappresentanti di vari ministeri, società, ONG, e partner sociali. Lo
scopo è di migliorare gli standard lavorativi e sociali nei paesi in via di sviluppo attraverso i codici di condotta.
22 Nel contesto della partnership pubblica-privata (PPP), oltre 600 misure congiunte sono
state adottate dal 1999 da parte del settore privato e della cooperazione allo sviluppo.
Sono state sensibilizzate molte aziende sulle azioni socialmente responsabili:
54
6. PROFILI NAZIONALI
-
-
con l’associazione per il commercio estero del settore dei commercianti tedeschi (AVE)
e ai suoi membri, è stata promossa nei paesi scelti l’introduzione di un modello uniforme
per migliorare le condizioni lavorative nei mercati che forniscono commercianti
tedeschi. Per la prima volta, un codice di condotta per confermare gli standard sociali
che coinvolgono più di una società è soggetto a una supervisione esterna;
con l’Associazione tedesca del Caffè, le società multinazionali, le ONG e i sindacati, è
stato stilato un codice di condotta sulla produzione, lavorazione e commercializzazione
del caffè, successivamente implementata e monitorata in un fase pilota. Ciò avviene in
un processo multi-stakeholder internazionale.
23 Più di 50 progetti singoli nel campo del commercio equo ed ecologico vengono promossi dal Governo Federale.
24 Il Governo Federale spenderà _6,5 milioni per promuovere la commercializzazione e il
lancio sul mercato dei prodotti del commercio equo solidale nei prossimi tre anni nel
quadro di un’iniziativa per raddoppiare questo tipo di commercio.
25 Per informare i consumatori sul commercio equo, il governo federale ha creato un
apposito sito nel quale vengono presentate le aziende, le organizzazioni e i prodotti:
www.oeko-fair.de.
Iniziative principali
26 La CSR è solo un aspetto della più ampia strategia di sostenibilità adottata dal governo
federale nell’aprile 2002. Attualmente è in fase di compilazione la prima relazione sull’avanzamento. Il concetto di strategia di sostenibilità descrive la natura dell’azione sociale
e politica sostenibile, e si basa su un equilibrio tra le generazioni, la qualità di vita, la coesione sociale e la responsabilità internazionale. Gli obiettivi e gli indicatori comprendono
la produttività energetica e la produttività delle materie prime, le emissioni, la percentuale di energia rinnovabile, la spesa pubblica e privata per la ricerca, l’istruzione, lo
sviluppo, l’agricoltura, l’inquinamento dell’aria e le strutture per la custodia dei bambini.
27 Il network federale per la partecipazione civile implica la collaborazione tra il governo
federale e i rappresentanti del Länder e le associazioni comunali, le società e le organizzazioni non profit al fine di sviluppare e implementare le misure intersettoriali per
promuovere la partecipazione civile. Una serie di progetti sta operando sulla promozione della cittadinanza aziendale come forma specifica di CSR.
28 Nel quadro dell’iniziativa federale denominata “Società: partner della gioventù” (UPJ), il
governo federale sta promovendo la creazione di un centro di eccellenza che si occupa
in particolare di consigliare le PMI in merito all’assunzione delle responsabilità sociale.
I servizi di UPJ comprendono la mediazione tra aziende e ONG il successivo sviluppo e
diffusione della CSR attraverso la creazione di un network di società e di ambasciatori
e grazie al lavoro di pubbliche relazioni e ad eventi ad hoc.
29 “Startsocial”ideato da McKinsey con il patrocinio del Cancelliere Federale è un concorso ideato per promuovere idee sociali ed ha all’attivo diversi progetti avviati da
numerose società guidate con l’assistenza professionale di manager esperti di importanti
55
6. PROFILI NAZIONALI
società, è promossa l’implementazione di progetti speciali e intensificata la rete di progetti e società.Tra i premi: consulenze tecniche da parte di esperti del settore aziendale,
premi monetari e relativi eventi per raccogliere fondi o supportodi PR.
30 Con l’associazione degli industriali tedeschi, la rivista “Wirtschaftswoche” ha indetto il
concorso “Libertà e responsabilità” con il patrocinio del Presidente Federale per documentare pubblicamente la consapevolezza della responsabilità aziendale nelle categorie
delle piccole, medie e grandi aziende. Il premio viene assegnato per le attività nel campo
dell’istruzione, della formazione, del lavoro giovanile, nel bilanciamento tra vita
famigliare e lavorativa integrazione delle minoranze e il collegamento “intelligente” tra
aziende ed ecologia.
Sostegno per le attività internazionali
31 Il governo federale sostiene l’iniziativa “Global Compact”, presentata dal Segretario
Generale dell’ONU, fra l’ONU e le aziende (attualmente hanno aderito quasi 1000
aziende in tutto il mondo di cui 17 tedesche). Il governo federale ha elargito un finanziamento iniziale per l’apertura dell’ufficio del Global Compact nella Segreteria dell’ Onu
(finanziamento di un esperto per due anni e progetti individuali). Il secondo Global
Compact Learning Forum con partecipanti delle Nazioni Unite, del mondo aziendale e
scientifico di tutto il mondo si è tenuto a Berlino nel dicembre 2002 con il sostegno del
governo federale e le aziende tedesche del Global Compact.
32. Il governo federale, le aziende e le organizzazioni dei dipendenti e le ONG hanno collaborato in modo costruttivo per la revisione dei “principi OECD per le imprese multinazionali”. I principi guida sono volontari. Il governo federale fa appello alle associazioni e alle aziende tedesche che operano all’estero affinché agiscano conformemente
alle direttive OCSE. I governi promuovono l’applicazione delle direttive attraverso i
“punti di contatto nazionali” e contribuiscono a dirimere le controversie che insorgono
nell’applicazione delle direttive. Un gruppo di lavoro del punto di contatto nazionale
sulle direttive OCSE coinvolge sia i ministri che i partner sociali e le ONG nelle attività
da svolgere.
33. Recentemente, “un gruppo di lavoro sui diritti umani e sulle aziende” ha redatto una
dichiarazione congiunta dal titolo “protezione internazionale e delle attività commerciali”. La dichiarazione congiunta è stata sottoscritta dai rappresentanti del governo federale, la Federazione delle Industrie Tedesche, la Confederazione delle Associazioni dei
Datori di lavoro tedeschi e la Federazione dei sindacati tedeschi oltre al Forum dei diritti umani e le associazioni VENRO e ONG.
56
6. PROFILI NAZIONALI
IRLANDA
Il Dipartimento dell’Occupazione e del Commercio ha pubblicato la propria Strategia sullo
Sviluppo Sostenibile nel 2003, inserendo un nuovo obiettivo strategico sulla Responsabilità
Sociale Aziendale. L’implementazione di tale strategia è già stata avviata, e al momento sono
allo studio alcune misure per migliorare la capacità delle imprese a muoversi in direzione
delle pratiche di gestione sostenibile.
Enterprise Ireland, l’Ente di Sviluppo per le imprese locali, attualmente è impegnato in due
iniziative di primaria importanza – il “Progetto di Gestione Ambientale”, che fornisce supporto finanziario alle aziende clienti di Enterprise Ireland per assistere e formare il management nella realizzazione e applicazione operatività del sistema gestionale ambientale. Il
programma “Prodotti Superiori dal punto di vista ambientale”, volto a incoraggiare le società a ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti e ad offrire un sostegno economico
al cliente che produce le PMI.
Le partnership nazionali e locali che coinvolgono rappresentanti delle organizzazioni che
operano nel settore pubblico e privato e le autorità pubbliche si stanno maggiormente rafforzando in risposta all’esclusione sociale. Un esempio è costituito dall’ Area Development
Management Ltd che è responsabile dell’attuazione di misure di sviluppo locali finalizzate
alla risoluzione di problemi legati all’esclusione sociale e alla creazione di programmi che
coinvolgono le società locali. Secondariamente, il Forum Nazionale Sociale ed Economico
che è composto dalle aziende, dai sindacati, dalle organizzazioni del settore agricolo e delle
comunità cerca di aiutare a sviluppare il consenso nazionale sulle iniziative politiche sociali
ed economiche.
Il Governo irlandese ha contribuito alla creazione della Fondazione – patrocinata dalla
aziende – per Investire nelle Comunità e nelle Business in The Community Irlanda allo
scopo di incoraggiare le aziende a rendere la CSR e l’impegno per la comunità parte delle
loro normali pratiche aziendali, incoraggiando al contempo la filantropia. La Fondazione,
attraverso Business in the Community - Ireland, opera su una serie di programmi che raccordano le competenze aziendali e i bisogni della comunità.
57
6. PROFILI NAZIONALI
ITALIA
Promuovere la CSR
Nel 2002 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha cominciato a sviluppare un progetto nel campo della CSR, denominato CSR-SC (Corporate Social Responsibility – Social
Commitment) e presentato ufficialmente il 13 dicembre 2002 a Milano. Il Progetto CSR-SC
vuole essere un contributo concreto del Governo italiano al dibattito sulla Responsabilità
Sociale delle Imprese (CSR). La finalità del Progetto è quella di promuovere la cultura della
CSR e le best practices tra le imprese; definire un set di indicatori semplice, flessibile e modulare; assistere le PMI nello sviluppo delle strategie di CSR; tutelare i consumatori sulla
veridicità delle campagne di comunicazione sulla CSR.
Con questa iniziativa, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha dato un forte contributo al dibattito anche in Italia. Infatti, con il Progetto CSR-SC, il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali ha sollecitato l’organizzazione di dibattiti e seminari sul tema, contribuendo a diffondere il concetto di CSR tra le imprese italiane, le Organizzazioni Non
Governative (ONG), i sindacati e le istituzioni. La Presidenza Italiana del Consiglio
dell’Unione Europea, inoltre, ha collocato la CSR tra le sue priorità ed organizza la Terza
Conferenza Europea sulla CSR.
Promuovere la trasparenza
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme con l’Università Bocconi, dopo aver
avviato una serie di consultazioni con i principali stakeholder, esaminato le pratiche internazionali di maggior successo e infine realizzato una prima indagine condotta su circa 400
imprese italiane, intende offrire il proprio contributo allo sviluppo di linee guida e di criteri
di autovalutazione, misurazione, rendicontazione delle performance in ambito di CSR.
Dal novembre 2003, a due anni dalla presentazione del progetto CSR-SC, grazie al contributo di Unioncamere, sarà disponibile un’ampia ricerca ,eseguita su un campione di
circa 4.000 imprese (piccole, medie e grandi), basata sulla realizzazione di interviste al management per verificare il grado di conoscenza della CSR.
Queste attività, insieme con un Test pilota realizzato su un numero significativo di imprese,
sono state fondamentali per la formulazione di un Set di indicatori semplice, flessibile e
modulare, utilizzabile dalle piccole, medie e grandi imprese, e per la realizzazione di linee
guida che possono essere utilizzate dalle aziende, su base volontaria, per poter auto-valutare la loro stessa performance in ambito CSR. Inoltre, il Set di indicatori può essere utilizzato per la preparazione del Social Statement che segue il sistema di linee guida proposto. In questo modo le aziende potranno rispondere alle esigenze di informazione degli
stakeholder, dimostrare la capacità di sviluppare una politica sociale attiva nel mercato e
nella comunità, prendere parte ad alcune iniziative promosse dal Governo.
58
6. PROFILI NAZIONALI
Politiche di sostegno della CSR
Attualmente è in corso il dibattito sul sistema premiale. In particolare, le misure specifiche
comprendono la legge delega fiscale di recente approvazione, il cui articolo 3 fa riferimento alle defiscalizzazione in materia di elargizioni effettuate da privati, quindi, anche
dalle aziende, su una serie di temi tra cui il sociale e la famiglia. Inoltre, al momento è in
fase di approvazione la riforma previdenziale conformemente alla quale sarà smobilizzato
il TFR maturando che sarà immesso nel mercato dei fondi pensione integrativi per un
importo di diversi miliardi di euro all’anno. L’obiettivo del Governo è quello di sviluppare
dei fondi pensione etici, ossia fondi che investano solo in imprese socialmente responsabili, una pratica molto più diffusa nei paesi del Nord-Europa e soprattutto in Inghilterra.
Per ulteriori informazioni www.welfare.gov.it
59
6. PROFILI NAZIONALI
PAESI BASSI
Disposizioni Ministeriali
Ogni ministero ha le proprie competenze riguardo alla CSR. Il Ministero degli Affari
Economici svolge il ruolo di coordinatore in quanto il Ministro del Commercio, (Ministero
degli Affari Economici), è il coordinatore per la CSR all’interno del Consiglio dei Ministri. Il
Ministero ha provveduto a creare la piattaforma per lo scambio di opinioni tra i diversi ministeri. Tutti gli altri Ministeri sono invitati a partecipare a tali riunioni. In particolare sono
molto attivi i seguenti ministeri: il Ministero della Cooperazione allo Sviluppo; il Ministero
dell’Ambiente; il Ministero degli Affari Sociali; il Ministero dell’Agricoltura, Natura e qualità
del cibo; il Ministero degli Interni; il Ministero della Salute, del Welfare e dello Sport; il
Ministero dei Trasporti, dei Lavori Pubblici e della Gestione Idrica. Ciò fa sì che le politiche
CSR nei Paesi Bassi siano la vera espressione di esigenze sociali, ambientali, ed economiche.
Il dibattito nei Paesi Bassi
La CSR ha avuto grande attenzione da parte della società civile, dei media e del parlamento olandese. Di seguito sono elencati alcuni degli elementi al centro della discussione nell’ultimo anno:
- regolamentazione oppure volontarietà;
- trasparenza/redazione di relazioni annuali;
- fornitori e CSR;
- dialogo tra gli stakeholder;
- arricchimento personale/integrità dei manager/direttori generali;
- questioni contabili;
- condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo.
Tali questioni sono state dibattute nell’ambito di conferenze e di pubblicazioni. In alcuni
casi l’attenzione dedicata dai media a uno specifico comportamento di un’azienda o di un
settore ha portato a successive interrogazioni parlamentari.
Nei Paesi Bassi, quindi, il dibattito sulla CSR è molto vivo. Per facilitare il dibattito e promuovere attivamente la CSR, il governo olandese ha stabilito una strategia che è contenuta
nella relazione presentata dal Consiglio Socio-Economico, su richiesta del governo nel 2000:
“Responsabilità Sociale Aziendale, l’approccio olandese”. In base a tale relazione sono stati
stabiliti i principi per le politiche CSR degli ultimi anni. Il governo recentemente eletto
svilupperà nuove politiche per promuovere e agevolare la CSR.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1 Nei Paesi Bassi, il dibattito sulla Responsabilità Sociale delle Imprese (CSR) comprende tematiche sociali, ambientali ed economiche. La parola ‘sociale’ della sigla viene intesa in senso ampio.
60
6. PROFILI NAZIONALI
Filosofia generale: Il Governo come agente di cambiamento
Né leggi, né regolamenti. Né atteggiamenti accusatori né grandi capitali. I Paesi Bassi percorrono altre strade per promuovere la partnership. È il governo ad agire come fautore del
cambiamento, mettendo le varie strutture in contatto e invitandole ad una cooperazione
innovativa. È quindi necessaria una struttura solida che permetta uno scambio di idee. Per
questo motivo, il governo olandese ha intrapreso un dialogo costruttivo tra i ministeri e con
la società civile (settore aziendale, sindacati e ONG).
Temi principali
Incrementare una consapevolezza diffusa
- Programmi di ricerca. La maggior parte dei Ministeri coinvolti svolge ricerche di supporto
nel proprio campo di competenza. Ad esempio, sono stati attivati due programmi intradipartimentali: 1) Programma Universitario di Ricerca CSR. Non bastano le buone intenzioni, la CSR deve essere anche realizzabile, affinché le politiche siano in linea con i
principi è necessaria l’esperienza pratica. 2) Iniziativa Nazionale per lo sviluppo sostenibile (in seguito a Johannesburg). Lo scopo di questo programma è la condivisione di
esperienze e di strategie sostenibili tra le aziende.
- Sono state sollecitate, da parte di più Ministeri, partnership tra autorità locali e imprese
con un’attenzione particolare ai programmi ambientali e di occupazione locale.
- In collaborazione con gli stakeholder, il governo olandese organizza numerose attività
(interattive) sul tema CSR: ad esempio, il “CSR Stimulation Award” per imprese dei settori agroindustriale e alimentare.
Trasparenza
Il governo olandese crede nel mantenere contatti stretti con le ONG e con gli altri intermediari ed è disponibile alle iniziative delle organizzazioni civili. Per mantenere un dialogo tra gli stakeholder è necessaria una piattaforma comune in cui ci sia spazio per le imprese, i sindacati, le organizzazioni intermediarie, i fondi pensione e le ONG. Nonostante il
dialogo sia già sviluppato, vi è ancora bisogno di discussioni più specifiche. Il dibattito avrà
diversi temi e protagonisti. Ad esempio, il Ministero dell’Economia sostiene la piattaforma
CSR delle ONG che ha formulato il quadro di riferimento per il dialogo con il settore aziendale. In collaborazione con diverse industrie alimentari, il Ministero dell’Agricoltura, della
Natura e Qualità del Cibo ha fondato la “Platform Transparency and ICT” per rendere più
trasparente la catena di approvvigionamento olandese nel settore Alimentare. Il Ministero
dell’Ambiente affronta puntualmente la questione CSR negli incontri con i rappresentanti
delle aziende e le ONG.
Nell’ottobre 2003 il Council for Annual Reporting ha redatto un report di consulenza sulla
necessaria stesura di Rapporti Sociali Annuali. Tale report stimolerà una maggiore qualità
delle Relazioni Annuali nei Paesi Bassi. Il Ministero dell’Ambiente ha già predisposto gli
strumenti per la stesura di relazioni ambientali.
61
6. PROFILI NAZIONALI
Partnerships
- Il Governo olandese crede nell’importanza di stimolare la collaborazione tra il settore privato olandese e le sue controparti per operare nei paesi in via di sviluppo, di sviluppare
la partnership come base per le iniziative CSR e di lotta contro la povertà. Ciò sarà un elemento fondamentale nei programmi di missione commerciale. (Per promuovere tale idea
nelle missioni commerciali, il Ministero del Commercio e il Ministero della Cooperazione
allo Sviluppo hanno intrapreso una missione congiunta in India lo scorso anno).
- Il Ministro dell’Economia e il Ministro della Cooperazione allo Sviluppo stanno delineando una strategia per la riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo (OTA). Gli
strumenti più efficaci sviluppati in tale area sono la partnership e la CSR.
- Il Ministro della Cooperazione allo Sviluppo incentiva la promozione e l’implementazione
della CSR nei paesi in via di sviluppo. Viene dato sostegno alle ONG e ai sindacati per
accrescere la consapevolezza della CSR all’interno della propria rete di partner nei paesi
in via di sviluppo. Il Ministero inoltre, sostiene i progetti che favoriscono il commercio
equo e solidale come l’Organizzazione del Commercio Equo Solidale o i Workshop.
Condurre un’attività all’estero
- Un numero sempre maggiore di imprese si impegna in attività all’estero e ha quindi
spesso la possibilità di trasformare i problemi in opportunità lavorative. In tale ambito
le linee guida dell’OECD per le imprese multinazionali hanno un ruolo fondamentale. Il
governo olandese li considera un insieme affermato di principi sulla condotta aziendale
responsabile.
- Per informazioni riguardo all’utilizzo delle linne guida dell’OECD ci si può rivolgere al
National Contact Point. Nei Paesi Bassi, il NCP è un comitato intradipartimentale presieduto dal Ministro dell’Economia. L’NCP organizza incontri con le parti sociali (business community e organizzazioni di lavoratori) e le ONG. Tali incontri forniscono lo stimolo per il posizionamento dei Paesi Bassi nell’OECD (il sito dell’NCP è
www.oesorichtlijnen.nl).
- La Camera di Commercio di Utrecht ha reso pubbliche le linee guida dell’OECD con un
CD-ROM rivolto al comparto aziendale.
- Ogni impresa che richiede sussidi all’esportazione riceve dal Ministero dell’Economia
una brochure sulle linee guida dell’OECD. Ogni richiesta di assicurazione del credito
all’esportazione deve necessariamente essere accompagnata da una dichiarazione di
conoscenza dei principi dell’OECD. Inoltre, le proposte di progetto devono essere
accompagnate da alcune note sulle condizioni di lavoro, sulle politiche anti-corruzione
e sui rischi ambientali del progetto.
- Lo scorso febbraio il Ministero dell’Agricoltura, ha organizzato, in collaborazione con
l’OECD, una conferenza dal titolo “Cambiamento delle Dimensioni dell’Industria
Alimentare: riflessione sulle politiche da adottare” in cui il tema centrale è stato la CSR.
Comportamento del governo
- Il governo ha il dovere di dare il buon esempio. Dopo tutto, il governo compra prodotti e servizi e assegna regolarmente lavoro a risorse esterne. Nonostante l’acquisto etico
e l’assegnazione del lavoro a risorse esterne da parte del governo siano ancora in fase
embrionale, si stanno sviluppando nuove politiche.
- il Parlamento viene informato ogni anno sulle attività di CSR.
62
6. PROFILI NAZIONALI
Azioni di altri stakeholder nei Paesi Bassi
Vi sono altri stakeholder che hanno un ruolo importante nella promozione della CSR.
Rappresentanti della business community
Nei Paesi Bassi varie imprese multinazionali sono protagoniste del dibattito sulla CSR e sono
un esempio dell’utilizzo aziendale della CSR. Le organizzazioni imprenditoriali tentano di
stimolare le imprese meno in vista e le PMI a seguire questo esempio.
Rappresentanti Sindacali
I sindacati sono coinvolti nel dibattito su linee guida dell'OECD e hanno richiesto al
National Contact Point di esaminare alcuni casi specifici. Il sindacato (FNV) ha organizzato
un seminario sulla CSR rivolto ai rappresentanti sindacali.
ONG
- I gruppi di ONG hanno intuito che un loro coordinamento avrebbe favorito la discussione delle tematiche da loro proposte nell’incontro con il governo. Hanno costituito una
‘piattaforma CSR’, coordinata da SOMO e a cui partecipa gran parte delle ONG olandesi.
Il loro primo progetto è stato una brochure su ogni tipologia di iniziativa CSR (sito Web
della ‘piattaforma CSR’ www.mvo-platform.nl “publications”) ed è disponibile in inglese,
francese, spagnolo e portoghese.
- Inoltre le ONG partecipano alle iniziative internazionali dell’osservatorio OECD, un
approccio più coordinato della comunità delle ONG internazionali che consente loro
di essere coinvolti nella discussione sui principi direttivi dell’OECD.
- Gli “Amici della Terra” olandesi (Friends of Earth - FOE [Milieudefensie]) hanno elaborato un manuale per le ONG (nei paesi OECD e nei paesi in via di sviluppo) contenente
linee guida OECD e la spiegazione delle procedure del NCP. Tale progetto è stato
finanziato dal Ministero dell’Economia e dal Ministero della Cooperazione allo Sviluppo.
FOE ha organizzato in collaborazione con IRENE (una ONG olandese) un seminario per
le ONG e per i sindacati dei paesi in via di sviluppo.
63
6. PROFILI NAZIONALI
PORTOGALLO
Politiche Pubbliche per la Responsabilità Sociale Aziendale in Portogallo
Piccole e medie imprese dominano il tessuto imprenditoriale portoghese. Essendo questo
un settore diversificato, lo sviluppo di pratiche socialmente responsabili dipende in gran
parte dall’amministrazione pubblica e dalle misure adottate. Le normative sulla responsabilità sociale emergono dal ruolo chiave del dialogo sociale, dagli accordi stabiliti tra lo
Stato e i Partner Sociali, dall’informazione, dalle iniziative di sensibilizzazione e dalle attività di controllo pubblico che verificano l’applicazione delle leggi.
Su un altro livello, lo stesso obiettivo è raggiunto da politiche pubbliche volte all’istituzione
di alcune proposte legislative, tra cui il nuovo diritto annuale minimo stabilito per la
per la formazione lavorativa all’interno del Codice del Lavoro. Una prassi di responsabilità
sociale viene anche ottenuta attraverso programmi d’incentivazione che possono
rientrare o meno nel contratto. Tali programmi riguardano ambiti quali: l’assistenza nella
ricerca di impiego a persone disabili o con ridotte capacità lavorative; l’eliminazione di
stereotipi di sesso e quindi una maggiore attenzione alla conciliazione tra vita familiare e
lavorativa; l’incentivazione della mobilità tra le imprese e di programmi d’unità di Ricerca e
Sviluppo.
I fattori di rischio per la salute pubblica presenti in ogni azienda sono analoghi a quelli
affrontati da Salute e Sicurezza sul Lavoro e preoccupazioni ambientali. In questo campo,
troviamo incentivi che premiano una buona prassi aziendale, oltre naturalmente a misure
disciplinari che prevengano i rischi connessi alle attività dei diversi modelli d’impresa.
Questi sono alcuni degli strumenti utili a favorire la competitività delle piccole e medie imprese. Sono le attività dello Stato e le sue politiche pubbliche che devono garantire la coerenza tra le politiche stesse e lo sviluppo di pratiche socialmente responsabili in società che
promuovono la qualità sul posto di lavoro.
64
6. PROFILI NAZIONALI
SPAGNA
Il Comitato di Consulenza Tecnica
Il 17 Dicembre 2002 il Congresso dei Rappresentanti spagnolo ha approvato una risoluzione
non-vincolante per indurre il Governo a creare un Comitato di Consulenza Tecnica di esperti che elaborasse uno studio sulla Responsabilità Sociale delle Imprese.
Sotto questo mandato il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha incaricato un comitato che potesse definire un quadro, ampio e flessibile, nel quale delineare le peculiarità della
Responsabilità Sociale delle Imprese. Tale comitato è composto di esperti provenienti dal
settore aziendale, accademico e da quello del no-profit. Le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella relazione del Comitato avranno un’influenza decisiva nella messa a
punto delle politiche nazionali a favore della CSR.
Perché si ottenga un approccio partecipativo di tutti gli stakeholder, a questo studio
parteciperanno le Comunità Autonome, il Parlamento, agenti sociali, i Consigli Economico
e Sociale oltre alle ONG. La relazione sarà pubblicata dal Ministero del Lavoro e degli Affari
Sociali.
La Relazione Aldama e le sue conseguenze
In seguito alle raccomandazioni emerse dalla relazione, il parlamento ha avanzato due proposte di legge che modificherebbero la Legge sulle Società Anonime e la Legge sulla Borsa
Valori come presenti nella Legge 26/2003 del 17 Luglio -la cosiddetta Legge ‘Trasparenza’allo scopo di:
Aumentare considerevolmente il senso di responsabilità degli amministratori;
Aumentare il livello di protezione dei piccoli investitori;
Stabilire nuovi requisiti di trasparenza per le aziende derivanti dall’approvazione delle
citate leggi.
Tra le misure adottate, le più significative sono:
- L’obbligo di rendere pubblico qualsiasi accordo raggiunto tra imprese le cui azioni sono
vendute pubblicamente. Se si intende modificare i diritti di voto dei piccoli investitori,
questi cosiddetti patti “para-sociali” devono essere comunicati alla Commissione
Nazionale della Borsa Valori (CNMV), all’impresa stessa e al Registro Mercantile.
- L’obbligo di fornire una relazione annuale di gestione aziendale che valuti le strutture e
le pratiche di “buona” gestione. Tale relazione dovrebbe essere presentata alla
Commissione Nazionale della Borsa Valori e depositata presso il Registro Mercantile per
essere reso pubblica. Sarà il CNMV l’organismo responsabile del controllo e della supervisione del rispetto o meno delle regole di “buona” gestione.
65
6. PROFILI NAZIONALI
Difesa della Concorrenza
Il governo ha adottato le misure necessarie a modificare le normative esistenti di modo che
le relazioni del Tribunale di Difesa della Concorrenza siano pubblicati prima che il Consiglio
dei Ministri prenda la sua decisione. L’intento di tali misure è di aumentare le certezze nei
processi di autorizzazione di concentrazione aziendale.
La Legge sulla Beneficenza
La legge 4/2002 sulla regolamentazione fiscale per gli enti senza scopo di lucro e sugli
incentivi fiscali per la beneficenza è stata concepita per incentivare la collaborazione di privati nella realizzazione di obiettivi di pubblico interesse, assecondando la crescente tendenza di privati a promuovere attività senza scopo di lucro che rispondono a esigenze di
natura pubblica e generale.
Gli enti senza scopo di lucro, le cui entrate sono esentasse e il cui fatturato non supera i
100.000 euro, saranno esentati dal presentare una dichiarazione fiscale aziendale.
In Spagna sono state approvate una serie di misure che anche indirettamente favoriscono
la CSR: la Legge sulle Associazioni, la Legge sulle Fondazioni e la Legge sulle Nuove
Imprese che mirano a migliorare le condizioni per gli impiegati e per i clienti e a conciliare
vita lavorativa e familiare.
Con le norme in esso contenute, i Piani di Occupazione Nazionale costituiscono uno stimolo per l’assunzione di persone svantaggiate nel mercato del lavoro e per la formazione
continua che spesso prevede la collaborazione del settore aziendale (tirocinio e formazione
dei lavoratori).
Nei processi di cambiamento si tiene conto di alcuni aspetti dello sviluppo locale per assicurarsi che la responsabilità sociale d’impresa sia centrata su strategie di occupazione e di
sviluppo locale.
- Moduli per Incentivare una Coscienza Ambientalista, che includono formazione complementare nell’ambito del Piano Nazionale di Formazione e di Collocamento Professionale.
- Corsi di Sicurezza e d’Igiene sul posto di lavoro per le diverse professioni.
- Strutture di assistenza all’infanzia nelle sedi di alcuni Ministeri.
- Un assegno mensile di 100 euro alle donne lavoratrici con figli di età inferiore ai 3 anni.
- Strutture di assistenza all’infanzia presso gli impianti industriali.
- Il Progetto e-Europe: l’Unione Europea on-line per tutti i cittadini. Il progetto, che mira a
rendere la società d’informazione una realtà di cui possano beneficiare tutti e quindi a minimizzare il digital gap, è stato finanziato da alcune imprese private in collaborazione con
il Ministero dell’Istruzione e della Cultura.
- Il programma “Optima”, promosso dal MTAS, definito dalla UE “una buona pratica” nel
campo delle pari opportunità. Il programma consiste nello stabilire pari opportunità per
uomini e donne come propria strategia di gestione aziendale, attraverso un Piano contro
le Discriminazioni che definisca le misure necessarie allo scopo. Una volta elaborato, il
Piano viene valutato e l’impresa ottiene – o meno – la certificazione ministeriale di “Ente
Collaborante per le Pari Opportunità tra Uomini e Donne”. Ad oggi sono 56 le imprese
che hanno partecipato alla nuova strategia e 26 quelle che hanno ottenuto la certificazione.
- Formazione continua, con la partecipazione di imprese e amministrazioni pubbliche.
- Un Codice di buona prassi.
Tra gli sforzi del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali in questo campo ricordiamo
alcune pubblicazioni del 2000: la “Guida per una buona prassi nella tutela della Salute e
dell’Igiene sul Lavoro: la Maternità”, la guida tuttora in preparazione “Sicurezza e Salute
nell’Edilizia: i rischi di cadute dall’alto”, il “Manuale di buona prassi ambientale per i settori
dell’Agricoltura, dell’Edilizia e dell’Industria”. I tre testi hanno usufruito del supporto
finanziario della Commissione Europea, sempre attenta a tali iniziative.
66
6. PROFILI NAZIONALI
-
Persone Disabili. Indubbiamente, le società di telecomunicazioni si stanno adoperando
per eliminare le barriere e quei fattori che impediscono a persone con disabilità fisiche
o mentali di accedere ai loro servizi. In questa ottica va visto il Mandato del 21 Dicembre
per lo sviluppo di un servizio di telecomunicazioni universale, che è vincolante per
Telefónica in quanto gestore principale. Grazie ad accordi tra Telefónica e
l’Organizzazione Nazionale delle Persone Non-vedenti (ONCE) o tra Telefónica e MTAS
sono state attuate una serie di misure:
- Per non-vedenti o persone con seri disturbi della vista è previsto: un servizio gratuito
11818 di informazioni telefoniche, l’utilizzo del Braille e di caratteri grandi per le bollette
e pubblicità o servizi di informazione gratuite per il cliente.
- Per utenti non-udenti o con serie difficoltà di udito: tariffe di traffico locale per qualsiasi tipo di telefonata entro i confini nazionali se effettuate o dirette a telefoni a terminale video.
Nel settore audio-visivo, il Governo e gli operatori hanno mostrato un’attenzione particolare alle difficoltà delle persone con problemi di udito, introducendo metodi alternativi per
facilitare l’accesso a programmi televisivi che gli sarebbero altrimenti preclusi. Il numero di
ore di programmazione televisiva dotata di sottotitoli è aumentato progressivamente sia sui
network privati che pubblici. Nel concedere autorizzazioni per nuovi programmi televisivi,
l’amministrazione competente ha valutato molto positivamente i programmi sottotitolati
diretti alla comunità non-udente.
- Accordi, campagne e premi. Riconoscendo l’importanza di promuovere la CSR perché si
diffonda una consapevolezza diffusa negli ambienti lavorativi e nella società stessa, l’amministrazione spagnola ha intrapreso diverse iniziative:
- Il Ministero dell’Economia, della Scienza e della Tecnologia ha creato il Premio “Principe
Filippo per l’Eccellenza Aziendale” per premiare le imprese per la loro competitività e
l’attenzione che prestano alla qualità.
- Nel 2001 il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha stretto una collaborazione con
una Fondazione con lo scopo di incoraggiare le imprese a realizzare programmi di
azione sociale.
Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha istituito una serie di premi sulle tematiche
della CSR:
- Un premio che promuove l’equilibrio tra lavoro e vita privata chiamato il “Premio
dell’Impresa Flessibile”.
- L’assegnazione del premio è stata accompagnata dalla campagna “Verso un equilibrio
lavoro/vita familiare”.
- Il Premio “Infanta Cristina” per l’Azione Sociale Aziendale, che premia i progetti di integrazione sociale.
- Il Premio per la Sensibilità aziendale alle Famiglie.
- Tra le iniziative private ricordiamo i premi creati dalla Fondazione Impresa e Società che
interessano tre aree:
- Integrazione delle persone con difficoltà;
- La migliore iniziativa sociale intrapresa con particolare attenzione verso le persone disabili in collaborazione con gli impiegati;
- La migliore iniziativa sociale supportata da prodotti e servizi.
67
6. PROFILI NAZIONALI
SVEZIA
Grazie alla promozione attiva della responsabilità sociale delle imprese, due fondamenti della politica svedese si sono strettamente legati:
- Una politica commerciale attiva per un commercio maggiormente aperto e libero.
- Una politica estera che enfatizza fortemente l’importanza dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile.
Il lavoro viene portato avanti a diversi livelli e in diversi ambienti:
1. Partnership Svedese per la Responsabilità Globale
Il governo svedese ha invitato la business community a partecipare all’iniziativa chiamata
Partnership Svedese per la Responsabilità Globale. L’iniziativa è stata presentata il 7 Marzo
2002 dal Primo Ministro e ha lo scopo di incoraggiare le imprese svedesi ad agire come
ambasciatori dei diritti umani e della lotta alla corruzione nel mondo, e come fautori di un
ambiente sano. Il punto di partenza è fornito dai principi direttivi OCSE per le Aziende
Multinazionali e dai principi fissati nel Global Compact delle Nazioni Unite.
Le imprese possono aderire al Partnership Svedese per la Responsabilità Globale attraverso
una richiesta scritta nella quale sottoscrivere i principi OECD e i nove principi del Global
Compact e dovranno inoltre fornire un esempio del proprio lavoro su tali temi. La loro
avvenuta adesione viene resa nota sul sito del Ministero in cui viene inserito il nome dell’azienda e il tipo di attività che essa svolge. A partire dal mese di settembre hanno aderito
al Partnership Svedese per la Responsabilità Globale le seguenti imprese: ICA, Löfbergs Lila,
the Body Shop, Folksam, H&M, OM AB, ITT Flygt, Vattenfall, KAP e SWECO.
La Partnership Svedese per la Responsabilità Globale è un’entità la cui funzione è quella di
portare chiarezza nel dibattito, esaltare i buoni esempi e aiutare le parti in causa ad imparare gli uni dagli altri. Deve inoltre facilitare la coordinazione su una serie d’attività nell’ambito della CSR all’interno dei Servizi Governativi.
Le attività includono:
- Seminari mensili in cui dibattere e diffondere informazioni su come le linee guida e i
principi possano essere messi in pratica;
- Incontri tra gruppi con differenti interessi per favorire lo scambio di esperienze;
- Studi su questioni specifiche;
- Sostegno alle aziende associate in alcune situazioni specifiche;
- Corsi di formazione sul quadro delle norme internazionali e sulla loro applicazione al
livello della singola impresa;
- Un forum in cui discutere diversi punti di vista e diverse proposte su come sviluppare
le politiche nazionali ed internazionali.
68
6. PROFILI NAZIONALI
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: www.ud.se/ga
Il National Contact Point per le linee guida OECD
Dal 1979 la Svezia porta avanti un dialogo continuo con i partner sociali sull’argomento
della Responsabilità Sociale Aziendale, come parte del lavoro svolto secondo le linee guida
OECD per Aziende Multinazionali. Il National Contact Point svedese (NCP) è un corpo tripartito in cui sono presenti rappresentanti del Governo, del settore aziendale e del mondo
del lavoro. L’NCP è diretto dal Ministero degli Affari Esteri. I membri dell’NCP partecipano
regolarmente a seminari e conferenze in cui discutono gli orientamenti e l’operato dell’NCP
con le ONG e altre parti interessate.
Il Governo si è incaricato della diffusione di un manuale sulle direttive ai membri della business community, alle ambasciate svedesi, ecc. Il manuale è anche presente sul sito del
Ministero degli Affari Esteri.
2. Politiche pubbliche a sostegno della CSR
La Svezia ritiene che i crediti all’esportazione siano uno strumento importante per promuovere la Responsabilità Sociale delle Imprese. Quindi la Commissione Svedese di Garanzia
dei Crediti all’Esportazione fornisce ai suoi clienti le informazioni sul Partnership Svedese
per la Responsabilità Globale, sulle norme esistenti in materia di corruzione e sulle linee
guida OECD per le Aziende Multinazionali.
Le società di proprietà statale sono un target group specifico per la promozione della
Responsabilità Sociale delle Imprese. Il Governo svedese attua una politica che, poggiando
sul proprio ruolo di proprietario, mira a promuovere buone prassi aziendali in queste società. Recentemente è stato distribuito un questionario a 33 delle 59 società di proprietà
statale riguardo l’applicazione o meno dei principi fondamentali del Partnership Svedese per
la Responsabilità Globale.
Nel quadro di una Politica Integrata sui Prodotti, gli stakeholder del mercato sono stimolati a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, lungo tutto il loro ciclo vitale, tramite una serie
di strumenti che sono stati coordinati e sviluppati. Uno degli scopi è incentivare le azioni
volontarie e il senso di responsabilità di produttori, consumatori, del settore pubblico, ecc.
Alcuni degli strumenti impiegati sono Sistemi di Gestione Ambientale, Etichettatura Ecologica,
Dichiarazioni di Prodotto Ecologico e altri strumenti d’informazione ecologica; accordi e dialogo con le industrie, appalti “verdi” - pubblici e privati - e investimenti in un Centro di
Tecnologie Ambientali.
Anche gli appalti pubblici costituiscono uno strumento nella promozione della CSR. In
questo contesto, il governo sta considerando la possibilità di inserire valutazioni sociali ed
ambientali nelle procedure degli appalti. Dal 1997, le agenzie governative sono tenute a
integrare sistemi di gestione ambientale e a fornire relazioni annuali sui loro progressi.
Dal 1999 le imprese di certe dimensioni sono tenute ad includere nel proprio bilancio
annuale informazioni sull’impatto ambientale delle proprie attività (emissione gassose
e di liquidi, utilizzo di materiali chimici, ecc.), una condizione questa che riguarda più di
20.000 impianti.
69
6. PROFILI NAZIONALI
In seguito alla Legge sui Fondi Pensione Pubblici (2000:192), i Fondi Pensione Nazionali
devono attuare un piano aziendale annuale che includa istruzioni sulle attività d’investimento. Questo piano aziendale deve mostrare in che modo le considerazioni etiche e ambientaliste siano state tenute in conto nelle scelte d’investimento, senza ovviamente deviare
dagli obiettivi fondamentali di gestione del fondo. In questa relazione si dovrebbe anche
riportare l’influenza che queste considerazioni hanno avuto sulla gestione dei fondi.
A livello nazionale, dal 1° Luglio 2003 è entrata in vigore una nuova legislazione secondo la quale tutte le imprese sono tenute a includere informazioni sul numero di assenze per
malattia dal posto di lavoro nelle loro relazioni annuali.
L’Agenzia Svedese di Sviluppo (Sida) sostiene una serie di attività di supporto della CSR
di cui si sta redigendo un inventario. Nel Gennaio 2004 la Sida ospiterà, insieme al Ministero
degli Affari Esteri, un meeting internazionale di due giorni sul tema di come le agenzie
donatrici possano promuovere e assistere l’implementazione di pratiche aziendali responsabili.
L’Agenzia Svedese di Sviluppo Aziendale (NUTEK) sostiene cinque progetti di network
che coinvolgono 50 PMI, dal 2002 fino al 2004. Questi progetti promuovono la CSR nelle
PMI attraverso la creazione di strumenti di sviluppo aziendale, case studies e incubatori
regionali.
La NUTEK ha anche svolto un ruolo attivo nell’ambito del DG Enterprise Project
Responsabile Entrepreneurship (progetto per un’imprenditoria responsabile) in cui sono
stati presentati quattro case studies svedesi sulla CSR nelle PMI.
Attraverso l’Agenzia di Consumatori svedese (SCA), la Svezia promuove una maggiore consapevolezza tra i consumatori e le organizzazioni di volontari sul tema della CSR. La SCA
organizza dibattiti tra gli stakeholder cui partecipano anche rappresentanti dei paesi produttori. La SCA ha prodotto dei materiali di formazione tra i quali il documento “Consuma
meno!” e, in collaborazione con la Sida, il libro “Etica e Commercio” rivolto a tutti i consumatori. La SCA ha anche recentemente presentato un’indagine sul consumo sostenibile in
una prospettiva globale, dal titolo “Consumo ed Etica”, che contiene proposte per future
politiche di consumo da parte del governo.
70
6. PROFILI NAZIONALI
REGNO UNITO
Nel marzo 2000, il governo del Regno Unito ha nominato un Ministro per la Corporate
Social Responsibility. Il ruolo del governo nella CSR è di suscitare l’interesse, fornire una
guida, promuovere il consenso sui codici di pratica internazionali e del Regno Unito e promuovere un quadro per la stesura del bilancio sociale ed ambientale. Stephen Timms è l’attuale Ministro per la CSR.
1. Promozione della CSR
La National Strategy for Neighbourhood Renewal, lanciata nel 2001, cerca di rendere
partecipe le imprese nella rinascita sociale ed economica nelle zone più depresse
dell’Inghilterra coinvolgendole in forme di partnership strategico locale, che riuniscono
organizzazioni pubbliche, private e comunitarie, per delineare le strategie di sviluppo locali.
L’iniziativa Active Communities Challenge incoraggia le imprese a dare ai dipendenti l’equivalente di una giornata di lavoro per opera di volontariato nella comunità.
Ricerca e sensibilizzazione
Nel marzo 2001 è stata pubblicata la prima relazione governativa sulla CSR. Essa evidenziava che il piano di lavoro del Governo per la CSR, comprese le iniziative per sviluppare il
“business case”, coinvolge un settore più ampio di imprese, in special modo le PMI,
favorisce le buone pratiche, promuove la CSR su scala internazionale e coordina le politiche
della CSR all’interno del governo. La seconda relazione sulla CSR è stata pubblicata nel maggio 2002. Entrambe sono consultabili sul sito: www.societyandbusiness.gov.uk
Attualmente è in fase di stesura una terza relazione, di prossima pubblicazione. Essa sarà
messa sul sito web aggiornato del Governo per la CSR.
Il Governo del Regno Unito ha commissionato tre ricerche principali nel 2001 sul punto di
vista di enti pubblici, privati e senza scopo di lucro sul valore aggiunto potenziale della CSR;
sul modo in cui coinvolgere le PMI nelle questione sociali e comunitarie e sugli investimenti
nei mercati sottoserviti. Lo Small Business Consortium sta effettuando ora la fase successiva, che mira ad aumentare la competitività delle PMI attraverso il miglioramento dell’impatto
sulla società, l’economia e la comunità.
Il Governo del Regno Unito sostiene Business in the Community (BitC), la principale associazione di imprese nell’ambito della CSR.
71
6. PROFILI NAZIONALI
2. Promuovere la trasparenza
Codici
Il governo britannico e quello statunitense hanno lanciato congiuntamente il Voluntary Principles
on Security and Human Rights nel dicembre 2000. I Principi costituiscono una guida pratica per
le aziende che cercano di garantire che il rispetto per i diritti umani sia un tema importante negli
accordi che vengono stipulati al fine di garantire la sicurezza del proprio personale e delle operazioni in aree di conflitto. I Principi sono stati sviluppati in stretta consultazione con le società
minerarie e petrolifere e le ONG per i diritti umani, il lavoro e la Corporate Social Responsibility.
(http://www.state.gov/g/drl/rls/2931.htm e www.fco.gov.uk poi selezionare Global
Economy, Corporate Citizenship e i temi chiave per la cittadinanza d’impresa).
La Extractive Industries Transparency Initiative (EITI) è stata lanciata dal Primo Ministro,
Tony Blair, al Summit mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg nel settembre
2002. Il suo obiettivo è aumentare la trasparenza dei pagamenti fatti dalle imprese e delle
entrate dei governi nelle industrie estrattive.
Il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (Department for International Development, DFID)
del Governo del Regno Unito ha aiutato a dare inizio alla Ethical Trading Initiative (ETI) nel 1998,
e ha sostenuto e lavorato a stretto contatto con essa. La Ethical Trading Initiative è un’alleanza di
aziende, sindacati e ONG, che lavorano per migliorare le condizioni di lavoro nella catena produttiva delle imprese. Le norme per l’occupazione adottate dai membri della ETI sono gli standard
internazionali tratti dalle Convenzioni fondamentali della International Labour Organisation. I membri dell’ETI visitano i propri fornitori, identificano le condizioni che non sono aderenti al Codice di
condotta dell’ETI e, successivamente, pianificano le migliorie in concerto con il proprio fornitore.
Reporting
Nel luglio 2002, il Governo del Regno Unito ha pubblicato un Libro Bianco sulla modernizzazione
del diritto delle società inglese per suscitare proposte per la riforma del diritto delle società (il
periodo di consultazione è terminato il 29 novembre 2002).
Tra gli altri, il Libro Bianco fa riferimento alla necessità di una reportistica sull’attività più lungimirante e qualitativa: l’annuale Operating and Financial Review (OFR) richiedeva che le aziende
economicamente significative (ad es. aziende con più di 500 dipendenti o aziende private con
più di 5.000 dipendenti e un giro d’affari superiore a 500 milioni di sterline) dovevano includere
relazioni con i dipendenti, clienti e fornitori, e l’impatto dell’azienda sulla comunità allargata e
l’ambiente. Il documento prevede anche una maggiore responsabilità degli amministratori delegati per le tematiche esposte nell’OFR. Benché spetti a loro decidere quale informazione sia pertinente ai loro interessi, gli amministratori possono comunque essere chiamati a confermare le
loro relazioni in sede giudiziaria. (vedere http://www.dti.gov.uk/companiesbill/whitepaper.htm)
Nell’ottobre 2001, il Governo del Regno Unito ha emanato una serie di linee guida sulla stesura
di relazioni ambientali delle imprese (ad es. emissioni di gas ad effetto serra, smaltimento dei
rifiuti e riduzione dei consumi d’acqua), a seguito di un invito del Primo Ministro Tony Blair a
tutte le aziende di grandi dimensioni per dare inizio alla stesura dei bilanci ambientali.
Etichette
Il Dipartimento per l’Occupazione del Regno Unito sostiene Investors in People, uno standard nazionale sviluppato durante il 1990 dalla National Training Task Force in partnership
con le più importanti organizzazioni economiche, professionali e dei lavoratori che stabilisce un livello di buone pratiche per migliorare la performance di un’organizzazione attraverso la formazione e lo sviluppo delle sue persone.
http://www.iipuk.co.uk/IIP/Internet/default.htm
72
6. PROFILI NAZIONALI
Il Governo ha costituito un gruppo interdipartimentale per esaminare come rendere le
diverse tipologie di etichette più uniformi e coerenti.
Investimento socialmente responsabile (ISR)
Nel luglio 2000 il Regno Unito ha approvato la Direttiva sul diritto di informazione delle
pensioni. La direttiva prevede che gli amministratori di fondi pensionistici di lavoro rendano
noto nella dichiarazione dei principi di investimento l’entità (se è il caso) con la quale le
considerazioni etiche, ambientali o sociali vengono tenute in considerazione nelle strategie
di investimento, e la loro politica (se è il caso) in relazione all’esercizio dei diritti (compresi i diritti di voto) connessi agli investimenti. Di conseguenza, i fondi pensionistici hanno
richiesto maggiori informazioni alle società oggetto di investimento, il che ha costretto
moltissime di queste a rendere pubblici i dati sui loro impegni sociali e ambientali.
www.legislation.hmso.gov.uk/si/si1999/19991849.htm
Sono state avanzate delle proposte per fare seguito all’emendamento della nuova Legge
sulle pensioni del 2003 con il requisito che i fondi pensionistici rendano pubblica ogni
anno una relazione di quel che è stato fatto per perseguire le gli obiettivi di programma
dell’ISR.
3. Politiche di accompagnamento della CSR
Pubblici appalti
Il governo del Regno Unito ha sviluppato alcune politiche per facilitare gli “acquisti non
abbiano impatto negativo sull’ambiente” (green procurement).
Politiche fiscali
Il Community Investment Tax Relief (CITR) offre incentivi fiscali per incoraggiare l’investimento privato attraverso le Community Development Finance Institutions (CDFIs) sia nelle
imprese a scopo di lucro che in quelle non profit nelle comunità svantaggiate.
Il Governo ha sostenuto il Payroll Giving, ovvero un piano di raccolta fondi, con il quale i
dipendenti possono effettuare donazioni a istituti di beneficenza di propria scelta; l’importo viene trattenuto dalla loro paga lorda. Inoltre, è stato prolungato per un altro anno il supplemento speciale del 10% da parte dell’azienda sulle donazioni dei propri dipendenti.
L’obiettivo del Payroll Giving per questo anno fiscale è di 150 milioni di sterline.
Politiche per il commercio e l’esportazione (ad es. favorire le linee guida OECD)
Il National Contact Point è presso il Dipartimento del Commercio e dell’industria ed è composto unicamente da funzionari del DTI. Il Regno Unito continua a contribuire attivamente al sostegno delle
Linee guida OECD per le società multinazionali e ha ratificato le Convenzioni fondamentali dell’OIL.
La recente conversione in legge della Convenzione dell’OECD sulla corruzione ha reso illegale corrompere qualcuno all’estero sia per gli individui che per le società residenti nel
Regno Unito.
Contatti:
David Ratcliffe - Tel. +44 (20) 7215 1026 - [email protected]
Stephen Richards - Tel. +44 (20) 7340 4349 - [email protected]
Sito Web del Governo del Regno Unito sul CSR: http://www.societyandbusiness.gov.uk/
73
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
CSR EUROPE
Chi siamo
CSR Europe è una organizzazione di imprese senza scopo di lucro il cui obiettivo è aiutare le aziende
a integrare la Corporate Social Responsibility (CSR) nel modo in cui conducono gli affari, ogni giorno.
Il network è stato creato nel 1995 dall’ex Presidente della Commissione Europea Jacques
Delors e da un gruppo di società leader europee. Oggi, le imprese e le istituzioni europee
ci guardano come il principale punto di riferimento sulle strategie e le pratiche di
Corporate Social Responsibility per le aziende europee.
La nostra rete è costituita da più di 60 società multinazionali membri che sostengono
principi sostenibili quali:
- Contribuire al benessere economico e allo sviluppo sostenibile delle comunità in cui
operano.
- Minimizzare gli impatti negativi che le attività da loro svolte possono avere sull’ambiente
e le risorse.
- Offrire ai dipendenti condizioni di lavoro sicure e salutari, un equo compenso e pari
opportunità di lavoro e di sviluppo.
Come rete decentralizzata, CSR Europe si estende in Europa attraverso 18 organizzazioni
nazionali partner in 15 Paesi.
Cosa facciamo
La nostra rete poggia sull’impegno fattivo di rappresentanti dell’alta finanza e di importanti direttori generali. I nostri obbiettivi sono:
- Promuovere il “business case” per la Corporate Social Responsibility dando a migliaia di
imprenditori e partner i modelli e gli strumenti necessari, attraverso pubblicazioni cartacee
e online
- Offrire ai manager di oggi le conoscenze, il benchmarking e la capacità di costruire opportunità attraverso corsi di formazione, eventi e iniziative di ricerca quali la European
Academy of Business in Society
- Riunire le imprese con i responsabili della politica europea, i governi, gli investitori, i partner sociali, la società civile e il mondo accademico
Le nostre attività
CSR Europe offre una vasta gamma di attività, non solo alle aziende che ne fanno parte ma
anche alla comunità allargata di imprese:
-
-
-
La CSR Campaign: conduce una campagna a livello europeo con 15 conferenze nazionali sulla CSR e un’ampia gamma di altre attività per gli stakeholder (www.csrcampaign.org)
Il sito web di CSR più famoso d’Europa: attrae 1,2 milioni di visitatori l’anno con
ultime novità, eventi, pubblicazioni e link (www.csreurope.org)
CSR Magazine: la prima e originale rivista europea riguardante la Corporate Social
Responsibility in tutta Europa
Ricerca, formazione, seminari e pubblicazioni: informare e guidare le aziende su
temi quali i diritti umani, gli investimenti socialmente responsabili e la stesura di
relazioni sulla CSR
Opportunità per scambiare punti di vista con gli stakeholder più importanti
della comunità economica: ad esempio attraverso il nostro ruolo nel Multi-stakeholder Forum sulla CSR della Commissione Europea.
74
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
ETUC
La European Trade Union Confederation (ETUC) è stata creata nel 1973 al fine di dare ai
sindacati la possibilità di controbilanciare le forze economiche dell’integrazione europea. A
seguito dei cambiamenti verificatisi nell’Europa centrale e orientale, un grande numero di
sindacati è entrato a far parte della nostra organizzazione.
Attualmente, la ETUC annovera 78 confederazioni sindacali nazionali provenienti da un
totale di 34 Paesi europei, come pure 11 federazioni industriali europee, per un totale di 60
milioni di membri. Altre strutture sindacali come Eurocadres (il Consiglio europeo del personale professionale e di direzione) e EFREP/FERPA (Federazione Europea dei Pensionati e
Anziani) operano sotto l’egida dell’ETUC. Inoltre, la ETUC coordina le attività dei 39 ITUC
(Consigli sindacali interregionali), che organizzano la cooperazione tra sindacati a livello
transfrontaliero.
La ETUC è riconosciuta dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dalla EFTA come
unico ente sindacale interprofessionale rappresentativo a livello europeo.
75
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
EUROCHAMBRES
Creata nel 1958, a un anno dopo la nascita della Comunità Europea, Eurochambres è l’associazione europea delle Camere di Commercio e dell’Industria con sede a Bruxelles.
Eurochambres rappresenta organizzazioni di 41 Paesi e rappresenta una rete di 2.000
Camere regionali e locali con oltre 17 milioni di società membri.
Oltre l’80% di queste imprese è rappresentato da PMI.
I soci della Camera occupano più di 120 milioni di dipendenti.
Eurochambres è l’unico ente europeo che serve gli interessi delle imprese europee di ogni
settore e di qualsiasi dimensione – per il fatto dell’appartenenza multisettoriale dei suoi
membri - e l’unico estremamente vicino al mondo degli affari, a causa della centralità
regionale delle Camere.
Eurochambres è uno dei pilastri della rappresentanza imprenditoriale nelle istituzioni
europee. La sua missione è:
- rappresentare i bisogni, le aspirazioni e le opinioni dei suoi membri;
- promuovere l’integrazione europea;
- dare informazioni sulle politiche e sui programmi dell’Unione Europea;
- promuovere le relazioni economiche e commerciali tra l’Unione Europea e il resto del
mondo;
- dare assistenza ai suoi associati per aggiornare e adattare i servizi offerti alle imprese in
vista dei rapidi cambiamenti dell’Unione Europea.
La
-
vision di Eurochambres è una Unione Europea allargata e competitiva
dove lo spirito imprenditoriale è favorito e premiato;
dove l’ambiente legislativo e fisico per le imprese redditizie è il migliore al mondo;
dove le PMI sono incoraggiate e sostenute;
dove vi è una competizione libera ma corretta;
che è aperta al commercio libero, equo e solidale con il resto del mondo.
Per ulteriori informazioni:
Arnaldo Abruzzini, tel.: +32 (02)-282 08 52; [email protected]
CONTATTO STAMPA: Tosca Purr, tel.: +32 (02) 282 08 53; [email protected]
76
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
ILO
L’International Labour Organization (Organizzazione Internazionale del Lavoro) segue da
vicino gli sviluppi relativi alla CSR, alle attività intraprese nel campo della ricerca, della diffusione delle informazioni e dell’assistenza tecnica. La sua attività nell’ambito della CSR è
guidata dalla Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica
sociale, l’unico strumento universale di CSR basato sul consenso tra governi, datori di lavoro
e lavoratori. Adottata nel 1977 ed emendata nel 2000, la Dichiarazione mira ad avvicinare
le imprese multinazionali alle economie locali, le agenzie governative e i sindacati per
garantire che gli investimenti diretti all’estero abbiano un impatto positivo sull’occupazione,
la formazione, le condizioni di lavoro e le relazioni professionali. Per favorire una migliore
comprensione e applicazione della Dichiarazione, l’ILO organizza eventi promozionali e
fornisce consulenze tecniche alle parti interessate. Essa effettua un’indagine quadriennale
per vedere in che modo i suoi Stati membri applicano le diverse disposizioni della
Dichiarazione tripartita. L’indagine costituisce una vasta fonte di informazioni sulle attività
di CSR su scala mondiale.
Inoltre, l’ILO ha una partecipazione attiva nel progetto Global Compact delle Nazioni Unite.
In tale contesto, l’ILO prende parte a diversi tipi di eventi del Global Compact e sta sviluppando una serie di materiali informativi per i manager di medio livello sui principi di lavoro
del Global Compact, tratti dalla Dichiarazione sui principi e diritti fondamentali del lavoro
(ILO, 1998). Questi principi invitano a confermare e sostenere la libertà di associazione e
l’effettivo riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva; aiutare a eliminare tutte le
forme di lavoro forzato; lavorare in direzione di una effettiva abolizione del lavoro minorile; eliminare ogni discriminazione sul lavoro.
L’ILO mantiene il database Business And Social Initiatives (BASI), una fonte di informazioni
a testo integrale sulle varie iniziative e organizzazioni riguardanti la CSR. Il BASI non analizza né valuta le iniziative sulla CSR, ma fornisce uno strumento per assistere chiunque sia
interessato a orientarsi nel vasto numero di attività e iniziative in corso sulla CSR. Il database BASI conta in media 1.250 accessi al mese e attualmente conta circa 1.000 voci.
La pubblicazione dell’ILO “Corporate success through people: Making international labour
standards work for you” è il “business case” per l’applicazione di molte norme internazionali
del lavoro a livello aziendale. L’attuale ricerca dell’ILO nel campo della CSR riguarda i sistemi di gestione usati dalle aziende multinazionali per indirizzare la CSR, particolarmente le
questioni del lavoro nelle catene produttive in molti settori, la relazione sociale e l’ispezione
del lavoro privato e sistemi di monitoraggio. I progetti di collaborazione tecnica in corso
comprendono un programma di sviluppo del management locale mirato al potenziamento
delle competenze manageriali dei fornitori locali nelle catene produttive internazionali per
introdurre le buone pratiche del lavoro nelle proprie aziende e un progetto OIL-UNEPUNIDO di recente approvazione che mira a fornire servizi collegati al lavoro attraverso centri nazionali di produzione sostenibile. Per ulteriori informazioni visitare: www.ilo.org
77
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
OECD
L’OECD raggruppa 30 Paesi membri che condividono l’impegno per l’esistenza di governi
democratici e per un’economia di mercato. Attraverso relazioni attive con circa altri 70 Paesi,
ONG e la società civile, ha un’estensione mondiale. Conosciuto soprattutto per le sue pubblicazioni e statistiche, le sue attività coprono temi economici, sociali e di lavoro, dalla
macroeconomia agli scambi commerciali, all’istruzione, allo sviluppo e alla scienza e le
innovazioni.
L’OECD ha un ruolo di primo piano nel favorire la buona governance nella Pubblica
Amministrazione e nelle aziende private. Aiuta i governi a garantire la reattività delle aree
economiche chiave grazie ad un monitoraggio settoriale. Decifra i problemi emergenti e
identifica le politiche che funzionano, aiutando così i responsabili delle decisioni ad
adottare gli orientamenti strategici. È rinomato per le indagini e il monitoraggio nei singoli
Paesi.
L’OECD produce strumenti concordati a livello internazionale, decisioni e raccomandazioni
al fine di promuovere regole del gioco in ambiti dove l’accordo multilaterale è necessario
per i singoli Paesi, affinché questi progrediscano in un’economia globalizzata. Anche la condivisione dei benefici della crescita è cruciale come viene dimostrato dalle attività quali le
economie emergenti, lo sviluppo sostenibile, l’economia territoriale e le sovvenzioni.
Il dialogo, il consenso, la pressione e la revisione esercitata da pari sono alla base delle
azioni dell’OECD. Il suo organo direttivo, il Consiglio, è composto da rappresentanti dei
Paesi membri. Controlla i lavori dei comitati dell’OECD e decide la dotazione annuale. È
diretto da Donald J. Johnston, che ne è il Segretario generale dal 1° giugno 1996.
78
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
SOCIAL PLATFORM
Social Platform è un’associazione costituita da circa 40 organizzazioni non governative, federazioni e reti europee impegnate a costruire una società comprensiva e promuovere
la dimensione sociale dell’Unione Europea. La Piattaforma delle ONG europee del settore
sociale convoglia le preoccupazioni dei suoi membri su questioni di interesse comune
(politiche sociali dell’UE, diritti fondamentali, dialogo civile e governance, allargamento
dell’Unione Europea, finanziamenti alle ONG) e li rappresenta nelle istituzioni dell’UE. Le
organizzazioni associate comprendono quelle che promuovono campagne per le donne, gli
anziani, i disabili, i disoccupati, i poveri e i senzatetto, gli emigranti, gli omosessuali, i bambini e le famiglie. Tra i membri ci sono anche ONG che lavorano nel campo della giustizia
sociale, educazione permanente, salute e fenomeni di razzismo.
Da quando la Commissione ha emanato la Comunicazione sulla Corporate Social
Responsibility nel luglio 2002, la Social Platform è stata coinvolta nella creazione del MultiStakeholder Forum per la CSR e ha avuto un ruolo attivo nella controllo dei suoi obiettivi
e nelle tavole rotonde tenutesi sul tema. La Social Platform ha un ruolo chiave anche nella
mobilitazione delle ONG al di fuori del settore sociale e nella costruzione di un’alleanza
nella società civile per la CSR. Le ONG del settore sociale percepiscono la CSR come un
utile complemento al miglioramento degli standard sociali e alla lotta contro l’emarginazione sociale e la discriminazione, benché rifiutino il concetto di sostituire gli standard previsti per legge con accordi su basi volontarie.
All’interno del CSR Forum, la Social Platform ha anche messo in guardia contro i pericoli di
sottostimare la CSR, poiché si rischierebbe di perdere la propria credibilità di fronte ai cittadini. Le imprese devono riconoscere le proprie responsabilità verso l’intera società e non
solo verso i propri dipendenti, poiché le imprese stanno diventando sempre più globalizzate, esse devono essere incoraggiate ad affrontare le loro responsabilità. Qualsiasi valutazione su una multinazionale deve basarsi su standard internazionali oggettivi, quali ad
esempio le norme fondamentali della International Labour Organisation, e ogni monitoraggio deve essere effettuato in maniera indipendente.
La Social Platform ha creato un gruppo di lavoro ad hoc costituito dai suoi membri al
fine di dare un contributo sostanziale al Forum. Le ONG hanno altresì sviluppato relazioni
dirette con i responsabili di impresa e i sindacati per discutere la CSR su basi più informali.
79
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
UEAPME
L’UEAPME è l’organizzazione dei datori di lavoro che rappresenta, a livello europeo, gli
interessi dell’artigianato dei commercianti e delle PMI dell’Unione Europea e di quei Paesi
candidati all’ammissione nell’Unione Europea. È senza scopo di lucro e apartitica.
Le organizzazioni che la costituiscono sono 75 a tutto dicembre 2002, comprendono federazioni nazionali transettoriali, federazioni settoriali europee e altri membri associati appartenenti alla categoria delle PMI.
Dei 19 milioni di imprese dell’Unione Europea, l’UEAPME ne rappresenta più di 7 milioni
che danno impiego a oltre 30 milioni di persone. In tutta Europa, l’UEAPME rappresenta
oltre 10 milioni di imprese con poco più di 50 milioni di dipendenti.
UNICE
UNICE è il portavoce delle imprese in Europa. Rappresenta più di 16 milioni di piccole,
medie e grandi imprese attive in Europa, per un totale di oltre 106 milioni di dipendenti.
Attivo in Europa fin dal 1958, i membri dell’UNICE sono 35 federazioni industriali centrali
e federazioni di datori di lavoro di 28 Paesi, che collaborano per crescere ed essere competitivi in Europa. L’UNICE è un valido sostenitore dell’integrazione europea e svolge in
pieno il proprio ruolo di partner sociale a livello europeo, prendendo parte al dialogo
sociale europeo.
80
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
UNIONCAMERE
Unioncamere rappresenta gli interessi generali delle Camere di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura (CCIAA) italiane.
L’impegno alla CSR da parte di Unioncamere ha avuto inizio quattro-cinque anni fa, con il
sostegno di alcuni progetti di un gruppo di Camere di Commercio, che erano centrati sull’internazionalizzazione delle imprese e la loro responsabilità sociale. In seguito, grazie alla
stretta collaborazione con il CISE (Azienda Speciale della Camera di Commercio di ForlìCesena, l’unico ente italiano accreditato per la certificazione SA 8000), Unioncamere ha presieduto e supervisionato il Comitato “Ethical Work Network”. Gli enti di Certificazione di
qualità e di gestione dell’ambiente naturale, come pure alcune Camere di Commercio (o le
loro Aziende Speciali), che assicurano la promozione e il monitoraggio della CSR a livello
locale, fanno parte del Comitato.
Negli ultimi due anni, il Comitato ha elaborato un importante contributo al Libro Verde della
Commissione Europea (luglio 2001); in collaborazione con alcuni membri del Network,
Unioncamere ha preparato per Eurochambres (l’associazione delle Camere di Commercio
europee) un’altra relazione sulla Comunicazione della Commissione sulla CSR (luglio 2002),
permettendo così all’Associazione europea di partecipare al Multi-Stakeholder Forum.
Attualmente, Unioncamere sta portando a termine un progetto, cofinanziato dalla
Commissione Europea, per informare le imprese sui temi della CSR. Inoltre, Unioncamere
sta effettuando uno studio su richiesta delle PMI italiane riguardante i “servizi etici”.
Queste sono le basi per fornire informazioni, formazione e assistenza a tutte le PMI delle
regioni italiane sul Progetto CSR-SC, sviluppato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Roberto Maroni.
81
7. RELAZIONI DEGLI STAKEHOLDER
PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento Europeo (PE) ha espresso le sue posizioni sulla Corporate Social
Responsibility (CSR) in risposta alle diverse iniziative presentate dalla Commissione
Europea. Prima, con il Libro Verde ‘Promuovere un quadro europeo per la responsabilità
sociale delle imprese e poi la Comunicazione ‘Responsabilità sociale delle imprese: il contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile. Ambedue i dibattiti nel PE e le successive
risoluzioni mostrano l’ambiguità della CSR. Innanzitutto, il volontarismo è sempre evidenziato come punto di partenza: la CSR deve essere ‘business driven’. Secondo, il PE chiede
proposte concrete per una relazione che sia comprensiva e trasparente sul modo in cui le
imprese rispettano l’ambiente - non solamente sulle loro attività in Europa ma anche nei
Paesi terzi.
Nella sua risoluzione sulla relazione ‘CSR il contributo delle imprese...’, il PE sottolinea l’importanza dei principi internazionali quali le linee guida OECD e il GRI. Esso si associa alla
Commissione nel suo desiderio di garantire l’avanzamento fluido dei principi e delle
politiche della CSR a livello dell’UE al termine del lavoro di due anni del Multi-Stakeholder
Forum. Il PE invita i membri del Forum a compiere ogni sforzo necessario ad assicurare proposte concrete per le azioni future basate su tali principi.
Il Multistakeholder Forum Europeo ha quindi l’onore e l’onere di presentare una strategia
per la CSR in Europa. Le aspettative sono molto alte. Il dibattito sulla CSR in Europa non
può essere basato solo sulle buone intenzioni. Gli impegni su base volontaria devono essere
convalidati da una reale responsabilità sociale, perché il loro impegno si può dimostrare
solo quando le aziende vanno oltre i loro obblighi di legge. La CSR deve essere parte integrante delle attività fondamentali di un’azienda: la ‘catena di responsabilità è un principio
basilare. Le imprese multinazionali possono e devono dettare la tendenza. Tuttavia, anche
le piccole e medie imprese devono svolgere il proprio ruolo. Trasformare la tendenza generale in approcci alla CSR frazionati e più specifici, per adattarsi ai diversi bisogni dei diversi settori, può essere di grande beneficio sociale.”
Il Forum sarà capace di presentare il calendario ambizioso di cui ha bisogno l’Europa per
far funzionare la CSR? E gli Stati membri stimoleranno attivamente gli sviluppo della CSR?
Se sì, sarà una buona notizia per l’Europa e per i popoli di quei Paesi che non hanno ancora una adeguata legge sul lavoro e sulla tutela dell’ambiente. Altrimenti, la CSR rimarrà puro
fumo negli occhi e dovremo fare ricorso a provvedimenti severi invece di stimolare un
impegno responsabile e sostenibile da parte delle imprese, non solo in Europa dove la normativa è già rigida, ma anche altrove.
__________________________________________________________________________________________________
1COM (2001)366, luglio 2001
2COM(2002) 347, luglio 2002
82
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Anna Diamantopoulou, Commissario UE per l’Occupazione e gli Affari Sociali
Anna Diamantopoulou si è laureata in Ingegneria Civile alla Università Aristotele di Salonicco
ed ha conseguito un Master sullo sviluppo regionale presso l’Università Panteion di Atene.
Durante gli anni di studio ha preso parte al movimento studentesco ed è stata membro attivo del Partito Socialista Panellenico fin dal 1976.
Ha iniziato la sua carriera politica nell’amministrazione greca all’età di 26 anni, in qualità di
Prefetto di Kastoria. Durante il suo mandato, ha affrontato i problemi ambientali del lago di
Kastoria e ha incoraggiato l’implementazione di misure di conversione per la Regione, che
erano basate sostanzialmente sul commercio delle pellicce.
In veste di Segretario generale all’Istruzione per gli Adulti e Segretario generale per la
Gioventù, ha introdotto il turismo sociale per i giovani e programmi di formazione specialistica per il personale militare, per i minori negli istituti educativi e per i nomadi. Nel 1993,
è stata nominata Presidente dell’Organizzazione ellenica delle piccole e medie imprese portandone a termine con successo la ristrutturazione. Nel 1994, è divenuta Segretario generale
all’Industria.
Nel 1996, Anna Diamantopoulou è stata eletta deputato al Parlamento per la circoscrizione
di Kozani ed è stata nominata Viceministro dello Sviluppo, con il portafoglio dell’industria:
ha portato a termine importanti progetti nel campo della cantieristica navale, privatizzato un
gran numero di imprese in difficoltà, introducendo al tempo stesso riforme istituzionali per
l’attuazione di misure di ristrutturazione innovativa e di sostegno alle regioni in declino.
Nel settembre 1999, è stata nominata Membro della Commissione Europea responsabile per
l’Occupazione e gli affari sociali.
83
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Mario Monti, Commissario UE per la Concorrenza
Profilo personale
Nato a Varese, Italia, il 19 marzo 1943 - Coniugato, due figli
Istruzione
Laurea in Scienze economiche e commerciali, Università Bocconi, Milano
Studi di specializzazione alla Yale University, USA
Carriera professionale
1965-69 Assistente all’Università Bocconi
1969-70 Professore incaricato all’Università di Trento
1970-79 Professore all’Università di Torino
1971-85 Professore di Teorie e politiche monetarie all’Università Bocconi
1978-94 Editorialista economico per il Corriere della Sera
1979-94 Membro di vari consigli d’amministrazione
1981 Relatore del Comitato del Tesoro sulla salvaguardia del risparmio
1981-82 Presidente del Comitato del Tesoro sul sistema bancario e finanziario <rc > 198285 Presidente dell’Associazione universitaria europea di studi finanziari
1985-86 Membro del gruppo di politica macroeconomica istituito dalla Commissione
Europea e dal CEPS
1985-94 Professore di Economia politica e Direttore dell’Istituto di Economia politica
all’Università Bocconi
1985 Fondatore del Centro “Paolo Baffi” di economia monetaria e finanziaria all’Università
Bocconi
1987-88 Membro del comitato per la redazione della legge sulla concorrenza
1988-89 Membro del Comitato del Tesoro sul debito pubblico
1988-90 Membro del gruppo di lavoro per la preparazione dell’Italia al mercato interno
1989 Fondatore dell’“Innocenzo Gasparini Institute of Economic Research” presso
l’Università Bocconi, in collaborazione con il CEPR (Londra) e il NBER (Cambridge, Mass.)
1989-91 Membro del Comitato del Tesoro sulla riforma della legge bancaria
1989-94 Rettore dell’Università Bocconi
1994 Presidente dell’Università Bocconi
1995-1999 Membro della Commissione europea, responsabile di mercato interno, servizi
finanziari e integrazione finanziaria, dogane, questioni fiscali
1999-2004 Membro della Commissione Europea responsabile per la Concorrenza
84
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Roberto Maroni, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Italia
Roberto Maroni è nato a Varese nel 1955. Nel 1979 ha conseguito la laurea in giurisprudenza
presso l’Università Statale di Milano con una tesi sul Diritto civile.
Dopo la laurea, ha lavorato come manager dell’ufficio legale in diverse aziende e, nel 1981,
è diventato avvocato. Lavora tuttora come avvocato.
Nel 1990 è stato nominato segretario provinciale della Lega Nord, e ha contribuito all’organizzazione territoriale. Nello stesso anno è diventato consigliere comunale a Varese.
Nel 1992, è stato nominato alla Camera dei Deputati come Presidente del Gruppo parlamentare Lega Nord. Entrato nel Consiglio federale della Lega Nord, ha seguito gli eventi
politici più importanti di quegli anni. Ha anche contribuito al successo della Lega Nord nelle
elezioni amministrative.
Nel 1994, a seguito delle nuove elezioni politiche, è entrato a far parte del primo Gabinetto
Berlusconi con la carica di Ministro degli Interni e Vice Presidente del Gabinetto.
Protagonista della nuova stagione politica, ha lavorato a fianco di Umberto Bossi nella Lega
Nord e ha preso parte alle numerosissime campagne politiche successive alla svolta per l’autodeterminazione del Movimento.
Nel 1999 ha preso parte alle iniziative politiche che hanno portato alla riconciliazione tra la
Lega Nord e Forza Italia e, infine, alla conclusione dell’accordo politico tra Lega Nord, Forza
Italia, Alleanza Nazionale, CCD e CDU, che in seguito ha dato vita alla Casa delle Libertà
Nel 2000, è stato testimone del punto di svolta politico rappresentato dalle elezioni regionali, dove la rinnovata coalizione della Casa delle Libertà si è consolidata in tutte le regioni
dell’Italia settentrionale. A seguito del successo elettorale, ha contribuito al rafforzamento
della coalizione, partecipando insieme a Roberto Castelli nel gruppo di lavoro incaricato di
definire il programma elettorale della Casa delle Libertà per le elezioni politiche del 2001.
Dal giugno 2001, è membro del secondo Gabinetto diretto da Silvio Berlusconi, dove
attualmente detiene la carica di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
85
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Aart Jan de Geus, Ministro degli Affari Sociali e Occupazione, Paesi Bassi
Aart Jan de Geus è nato il 28 luglio 1955 a Doorn, Paesi Bassi.
Nel 1975, De Geus supera gli esami preliminari presso NivRa (contabilità). Nel 1980 si laurea in Diritto olandese presso l’Università Erasmus di Rotterdam. Nel 1981, completa i suoi
studi post-laurea in diritto del lavoro all’Università di Nijmegen.
Dal 1974 alla metà del 1975, De Geus è aiuto contabile e project manager presso lo studio
commercialista Pelser, Hamelberg, Van Til and Co. Nei tre anni successivi, lavora come contabile part-time presso Wijers (società di consulenza per lavoratori nel campo medico).
Dal 1980 al 1988, De Geus lavora presso il sindacato manifatturiero Industriebond CNV. Il
primo incarico è aiuto manager, poi diventa responsabile dell’ufficio legale e negli ultimi
anni diventa direttore e membro della direzione del sindacato.
Nel 1988, passa alla Confederazione Sindacale Cristiana (CNV), diventandone vice presidente nel 1993 con, tra le sue responsabilità, la sicurezza sociale, le pensioni, la salute pubblica e l’occupazione. Con tale funzione, è membro della Fondazione di Lavoro (STAR) e
del Consiglio sociale ed economico (SER).
Nel 1998, De Geus accetta una partnership con Boer & Croon Consultancy.
Le sue mansioni sono ampiamente collegate allo stato assistenziale, rispetto sia alle istituzioni pubbliche che private.
Tra le altre funzioni, De Geus è stato membro del Comitato di vigilanza dell’Ospedale universitario di Maastricht, membro del Comitato consultivo di Zorgverzekeraars Nederland
(Società assicurativa olandese nel campo della salute), membro del settore delle problematiche sociali del Consiglio di chiese e presidente del comitato del Consiglio per i rifugiati
olandese.
Il 22 luglio 2002, De Geus è stato nominato Ministro degli Affari Sociali e Occupazione nel
gabinetto del Primo Ministro Balkenende I.
Il 27 maggio 2003, De Geus è stato nominato Ministro degli Affari Sociali e Occupazione
nel gabinetto del Primo Ministro Balkenende II. È anche responsabile delle pari opportunità e della famiglia.
È membro del Partito Democratico Cristiano (CDA).
De Geus è sposato e ha tre figli.
86
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Frank Fahey T.D. Ministro del Lavoro, Commercio & Consumo, Irlanda
Indirizzo: 4 Carraig Ban, Menlo, Co. Galway
Data di nascita: giugno 1951
Nazionalità: irlandese
Telefono: 6313221
Ufficio Circoscrizione elettorale: (091) 771020
Circoscrizione elettorale Galway West (Fianna Fáil)
Profilo
Nato a Dublino nel giugno 1951. Coniugato con Ethelle Griffin, due figli, una figlia. Ha frequentato il St. Mary’s College, Galway: Our Lady’s, Gort, Co. Galway e UCG (BA, HDipEd).
Ministro di Stato, ex insegnante di Scuola Superiore. Eletto per la prima volta nel febbraio
1982. Ha perso il seggio nel 1992.
Senatore 1992 - 1997.
Scheda personale
Nominato Ministro di Stato al Dipartimento delle Imprese, Commercio e Occupazione il 18
giugno 2002, con particolare responsabilità per il Lavoro.
Ministro per le Risorse naturali e marine luglio 2000 - giugno 2002
Ministro di Stato in luglio 1997 - gennaio 2000 al Dipartimento della Sanità, con particolare
responsabilità per i Bambini. Ministro di Stato al Dipartimento dell’Istruzione (con particolare responsabilità per i Giovani e lo Sport) 1987 - 1992 e anche al Dipartimento dei
Trasporti e del Turismo (con responsabilità per il Turismo sportivo). Membro della
Commissione mista Oireachtas sulla Occupazione e Presidente della Commissione Strategie
per la Disoccupazione 1989 - 1992.
Membro della Commissione mista Oireachtas sugli Enti a partecipazione statale e le Piccole
imprese 1993 - 1997. Già membro del Galway County Council.
87
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
François Fillon, Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Francia
Nato il 4 marzo 1954 a Le Mans (Sarthe), sposato con Penelope Clarke (Welsh) nel 1980
5 figli: Marie (20 anni), Charles (18), Antoine (17), Edouard (12) Arnaud (11 mesi).
Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà, Vice Presidente del Consiglio regionale della
Regione della Loira, Presidente della “Communauté des Communes” del distretto di Sablé-surSarthe.
Istruzione
1972
1976
1977
Carriera
1976
1976-1977
1976-1978
1980 Vice
1981
Laurea in Filosofia
Master in Diritto pubblico della Università di Maine (Le Mans)
Diploma post-laurea (DEA) in Diritto pubblico della Università René
Descartes (Parigi)
Stage presso l’Agence France-Presse (Parigi)
Assistente del parlamentare Joël Le Theule, Deputato di Sarthe
Vice Capo Staff di Joël Le Theule, Ministro dei Trasporti
Capo Staff di Joël Le Theule, Ministro della Difesa
Capo del Dipartimento delle pratiche legislative e parlamentari nell’ufficio
privato del Ministro dell’Industria, Michel GIRAUD
Cariche elettive
January 1981 Eletto membro del Consiglio municipale di Sablé-sur-Sarthe, poi Vice
Sindaco, responsabile degli affari economici
Febbraio 1981 Eletto nel Consiglio generale di Sarthe (circoscrizione Sablé) poi Vice
Presidente del Consiglio generale, responsabile degli affari economici
Giugno 1981 Eletto deputato RPR per Sarthe (quarta circoscrizione elettorale) - Deputato
più giovane nell’Assemblea nazionale
Marzo 1983
Eletto Sindaco di Sablé-sur-Sarthe
Marzo 1985
nel Consiglio generale, Presidente della Commissione degli affari economici
e del turismo
Marzo 1986
Rieletto deputato RPR per Sarthe
1986-1988
Presidente del Comitato di Difesa e delle Forze armate nell’Assemblea
nazionale
Giugno 1988 Rieletto deputato RPR per Sarthe
Marzo 1989
Rieletto Sindaco di Sablé-sur-Sarthe
Marzo 1992
Rieletto nel Consiglio generale della circoscrizione Sablé-sur-Sarthe poi eletto Presidente del Consiglio generale
88
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Marzo 1993
Aprile 1993
Maggio 1995
Novembre 1995
Rieletto Deputato per Sarthe
Nominato Ministro dell’Istruzione Superiore e della Ricerca
Nominato Ministro per le Tecnologie dell’informazione e i Servizi postali
Nominato Ministro Delegato responsabile per Poste, Telecomunicazioni e
Spazio
Giugno 1997 Rieletto deputato RPR per Sarthe
Aprile 1998
Eletto Presidente del Consiglio regionale dei “Pays de la Loire”
Maggio 2002 Nominato Ministro degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà
Giugno 2002 Rieletto deputato RPR per Sarthe
Cariche politiche
1997
Segretario nazionale del RPR, responsabile delle Federazioni
1998
Portavoce del RPR
2002
Membro fondatore dell’“Union en Mouvement”, Direttore del progetto
“Union en Mouvement” (La nostra visione per la Francia)
Presidente dell’Associazione France.9
89
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Stephen Timms, Ministro di Stato, Dipartimento del Commercio e dell’Industria,
Regno Unito
Stephen Timms è stato precedentemente Ministro di Stato per le Scuole al Dipartimento
dell’Istruzione e Qualifiche professionali, nominato nel giugno 2001. È stato Segretario
finanziario al Tesoro dal luglio 1999. Ha avuto l’incarico di Ministro di Stato per la sicurezza sociale da gennaio a luglio 1999, e Segretario parlamentare, Dipartimento della sicurezza sociale tra luglio 1998 e gennaio 1999.
In precedenza era Segretario parlamentare privato (PPS) di Mo Mowlam da marzo a luglio
1998, a seguito della sua nomina come PPS presso Andrew Smith in qualità di Ministro
dell’Occupazione tra maggio 1997 e marzo 1998.
È stato eletto Membro del Parlamento per l’East Ham nel 1997, ed è stato Membro del
Parlamento per Newham North East tra il 1994 e il 1997.
È stato leader del Consiglio di Newham tra il 1990 e il 1994, essendo stato eletto nel
Consiglio nel 1984.
Prima di entrare in Parlamento nel 1994, ha lavorato nel settore dei computer e delle telecomunicazioni per 15 anni, inizialmente per Logica e in seguito per Ovum. Ha frequentato
la Farnborough Grammar School e ha studiato matematica presso l’Emmanuel College,
Cambridge University.
Timms è stato consigliere del forum sulla politica della società dell’informazione del Lavoro
nell’Opposizione, ed è stato presidente onorario dell’Associazione Utenti Telecomunicazioni
e membro del Consiglio della Commissione Parlamentare sulle Tecnologie dell’informazione. Nato nel 1955, Timms si è sposato nel 1986, e dal 1979 vive nel Borough di
Newham nell’East London.
90
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Eduardo Zaplana, Ministro dell’Occupazione e Affari Sociali, Spagna
Nato il 3 aprile 1956.
Coniugato, tre figli.
Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Alicante. Avvocato e consulente legale d’impresa. Segretario generale del Movimento giovanile dell’UCD (Unione di Centro
Democratico), membro dell’esecutivo nazionale del Movimento giovanile dell’UCD e
Segretario provinciale dell’Organizzazione dell’UCD in Alicante.
Nel 1990 è stato eletto Presidente Provinciale del Partito Popolare di Alicante.
Eletto Sindaco di Benidorm nel 1991 e Deputato di Alicante al Parlamento di Valencia dove
è stato Portavoce del Gruppo Parlamentare Popolare nel Terzo Parlamento. Nel 1993, eletto Presidente del Partito Popolare della Regione di Valencia.
È stato eletto Presidente del Generalitat (Governo Regionale) di Valencia il 30 giugno 1995,
a seguito della vittoria del Partito Popolare alle elezioni regionali del maggio 1995, carica
che detiene tuttora grazie alla ripetuta vittoria del Partito Popolare alle elezioni regionali del
giugno 1999.
Presidente della Commissione europea dei Trasporti e Reti di comunicazione, Presidente
della Commissione per le Politiche regionali e membro del Comitato delle Regioni
dell’Unione Europea. Dal febbraio 2002, è stato Primo Vice Presidente del Comitato delle
Regioni e Portavoce per la delegazione del Comitato.
Membro del Comitato esecutivo nazionale del Partito Popolare, e Presidente del
Quattordicesimo Congresso Nazionale tenutosi a gennaio 2002.
Nel settembre 2003 è stato nominato Portavoce del Governo.
91
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Theodorus Bouwman, Presidente della Commissione sull’Occupazione e gli Affari
Sociali, Parlamento Europeo
Luogo e data di nascita: Amsterdam, 20 luglio 1947
Appartenenza alle Commissioni/delegazioni del Parlamento Europeo
- Presidente della Commissione per l’Occupazione e gli Affari sociali
- Membro sostituto della Commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo
- Membro della delegazione interparlamentare per le relazioni con il Giappone
- Membro sostituto della delegazione interparlamentare per le relazioni con la Romania
Carriera politica
1999-ad oggi Membro della delegazione GroenLinks nel Parlamento europeo
1994-1996 Membro del Consiglio regionale di Eindhoven per la Sinistra Verde (GroenLinks)
1994-1996 Consigliere (presidente del consiglio) in Eindhoven per la Sinistra Verde
Esperienze lavorative
1985-1999 Socio ricercatore e consulente della STZ, agenzia di ricerca e consulenza nel
campo del lavoro e nuove tecnologie per associazioni sindacali, ministeri e la Commissione
Europea
1985-1986 Docente in teoria delle organizzazioni presso l’Università di Antwerp
1972-1988 Insegnante di economia politica, gestione aziendale e informatica in ente di formazione professionale superiore
1970-1984 Cofondatore e ricercatore presso la Stichting Onderzoek Bedrijfstak
Electrotechniek (fondazione per la ricerca nel settore dell’ingegneria elettrotecnica, o SOBE)
Pubblicazioni
Workfret, Working cultures in freight transport; T.Bouwman et al.; 1998
Snel Weg, Goederenvervoer, arbeid en milieu; T.Bouwman; 1994
Japan aan de lopende band; Satoshi Kamata, con post-fazione di T.Bouwman; 1986
Vaderen, een balans van winsten en problemen; T.Bouwman, J.Smeets, et al.; 1985
Philips, International reorganisations and workers’ resistance; edited by T. Bouwman; 1982
Istruzione
1976 Laurea in Scienze aziendali, Università tecnica di Eindhoven
Contatti
Indirizzo: Parlamento Europeo, Wiertzstraat, B-1047 Bruxelles, stanza ASP 8G301
Telefono: +32 (0)2 284 7327 - Fax: +32 (0)2 284 9327 - E-mail: [email protected]
92
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Austria
Manfred Schekulin
Sono nato nel 1959 a Vienna, dove ho frequentato la scuola e l’università – e dove vivo
attualmente. Ho due lauree, un Dottorato in Legge e un Master di Scienze economiche e
sociali (Economia) dall’Università di Vienna. Tra il 1983 e il 1985 ho continuato i miei studi
post-laurea (in Scienze Politiche) presso l’Istituto di Studi avanzati e Ricerca applicata di
Vienna.
Ultimamente ho concentrato i miei studi sulle questioni di management e spero di concludere con successo un programma post-laurea (MAS) in Direzione esecutiva presso
l’Università di Vienna di Economia e Gestione aziendale entro la fine di quest’anno.
Sono entrato a far parte del Ministero federale per l’Economia (ora: Economia e Lavoro) nel
1985. Il mio attuale incarico (dal 1998) è Direttore per le politiche di esportazione e di investimenti.
In tale funzione, rappresento l’Austria nella UE e nei fori internazionali sui temi degli investimenti, come il gruppo di lavoro della WTO sul Commercio e l’Investimento; la
Commissione UNCTAD sull’investimento, la tecnologia e le questioni finanziarie e la
Commissione dell’OCSE sull’investimento e le società multinazionali (CIME).
Sono stato leader dei negoziati austriaci per i negoziati MAI (1995-1998), per la formulazione delle linee guida dell’OCSE per la Corporate Governance nel 1998/1999 e per la
revisione delle linee guida OCSE per le imprese multinazionali nel 1999/2000. Dal 2001 presiedo il gruppo di lavoro dell’OCSE sulla Dichiarazione sugli investimenti internazionali e
le imprese multinazionali, che è, i.a., incaricata della verifica sulle linee guida OCSE per le
imprese multinazionali.
Dal 2002 sono anche co-presidente del Compact per la riforma, gli investimenti, l’integrità
e la crescita dell’Europa Sudorientale, una iniziativa del Patto di stabilità per l’Europa
Sudorientale che tenta di aiutare i Paesi della regione a migliorare il clima degli investimenti
attraverso riforme normative.
Le mie pubblicazioni più recenti (in collaborazione con Wolfgang Igler) trattano i problemi
della stesura di regole internazionali nel campo degli investimenti:
From Havana to Doha: The long road towards multilateral investment rules. In: Austrian
Foreign Trade Yearbook 2001/2002; Vienna, marzo 2002
From Doha to Cancún: The prospects for WTO investment rules. In: Austrian Foreign Trade
Yearbook 2002/2003; Vienna, aprile 2003.
93
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Belgio
Francois Vandamme
Stato civile: 1950, coniugato, 4 figli. Istruzione-formazione: Laurea in Giurisprudenza (UCL,
Belgio, 1973), Diploma in Studi europei (Diritto), Collegio d’Europa (Bruges, 1974).
Esperienze professionali:
1990-2003: Consigliere, poi Consigliere Generale (1993) presso il Dipartimento Affari
Internazionali della Pubblica amministrazione per l’Occupazione, il Lavoro e il Dialogo
sociale federale, Bruxelles.
1982-1990: Consigliere sociale presso la rappresentanza permanente del Belgio nelle
Comunità Europee.
Attuale attività accademica:
Corso su “Rischi sociali della governance europea” nel Collegio d’Europa (Bruges) dal 1995.
Membro di associazioni professionali:
- Associazione belga per il diritto europeo (Bruxelles)
- International Industrial Relations Association (OIL, Ginevra)
- Istituto Reale per le relazioni internazionali (Bruxelles)
- Varie pubblicazioni, accademiche e non.
Principali missioni internazionali:
- Delegato belga presso vari comitati e gruppi di lavoro della Commissione e del Consiglio europei
- Membro (dal 1990) della Commissione governativa per la Carta sociale europea (Consiglio d’Europa) e
Delegato per il Belgio per la Commissione di rilancio per la Carta sociale europea (’90-’94)
- Delegato per il Belgio alla Conferenza dell’International Labour Organization (dal 1993)
- Delegato per il Belgio per il Summit mondiale per lo Sviluppo sociale (UN, 1994-95)
- Delegato per il Belgio per la presentazione e la discussione delle relazioni belghe alla Commissione dell’ONU
per i diritti culturali, sociali, economici
- Delegato per il Belgio alle conferenze ministeriali della World Trade Organization (Singapore-1996, Seattle-1999)
(discussioni sulle normative del commercio e del lavoro)
- Numerose visite di inchiesta e consultive in Europa Centrale in veste di esperto per il Consiglio d’Europa o per
l’OIL e l’Unione Europea (Phare)
- Numerous fact-finding and advisory visits to Central Europe as an expert for the Council
of Europe or the ILO and the European Union (Phare)
Anne Peeters
Politologa. Direttore del Centre d’Etudes et d’Action pour la Cohésion sociale (CEDAC). Anne Peeters
è esperta nella CSR e nell’occupazione. Ha effettuato missioni per conto delle autorità belghe. Una di
queste missioni era l’attuazione del diritto belga sull’etichetta sociale. È anche coautrice di pubblicazioni
riguardanti la globalizzazione ed è relatrice della Tavola Rotonda “Sviluppo” del Multi-Stakeholders
Forum sulla CSR iniziato sotto il patronato della Commissione Europea. Anne Peeters conduce expertise
in aziende, nel quadro del dialogo sociale, sulla CSR e l’occupazione (salute e sicurezza, catena produttiva, codici di condotta e bilancio di sostenibilità). E-mail [email protected]
94
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Danimarca
Niels Hojensgard
Niels Hojensgard ha conseguito un MA in Sociologia e ha una lunga esperienza di sviluppo di politiche in un grande ente olandese e più tardi nel Ministero degli Affari Sociali, negli
ultimi anni in qualità di vice capo della divisione sviluppo.
Il suo impegno verso lo sviluppo di nuove partnership sociali e il ruolo delle imprese nella
società risale al 1993 quando è entrato a far parte del team che ha lanciato “Our Common
Concern”, la campagna su scala nazionale del Governo olandese per la Corporate Social
Responsibility.
Dal 1998, è impegnato nella creazione e sviluppo del The Copenhagen Centre e da gennaio 1999 è Vice direttore del centro.
95
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Francia
Jean-Denis Combrexelle
Nato a Nancy il 26 novembre 1953
Capo della Divisione sui rapporti di lavoro
Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà
Maître delle richieste al Consiglio di Stato
Dal gennaio 2001, Jean-Denis COMBREXELLE è Capo della Divisione sui rapporti di lavoro
presso il Ministero degli Affari Sociali, Lavoro e Solidarietà. I compiti di questa divisione
comprendono la sicurezza che i diritti individuali e collettivi dei dipendenti siano rispettati,
e ciò significa enfatizzare i negoziati collettivi e il dialogo sociale, come pure la salute e la
sicurezza sul luogo di lavoro. Precedentemente Jean-Denis COMBREXELLE è stato Capo del
Dipartimento, Aiuto Direttore delle istituzioni politiche e giustizia al Ministero di Giustizia
(1999-2001) e anche Commissario governativo del Consiglio di Stato per i contenziosi (19951999). Nel medesimo periodo, è stato relatore per la Commissione per la semplificazione
amministrativa (1999-2000) e assistente relatore per il Consiglio Costituzionale (1997- 1999).
È stato anche revisore dei conti presso la Corte di Giustizia delle Comunità europee (19891993).
96
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Germania
Christoph Schumacher- Hildebrand
Studio di giurisprudenza alla Università di Tübingen, dottorato, seguito dalla creazione di
un centro di consulenza a Salonicco per lavoratori greci che rientrano in patria dalla
Germania. Successivamente, un posto di responsabilità nel campo delle assicurazioni pensionistiche tedesche. Dal 1990 lavora sui temi della politica sociale europea nel Ministero
del Lavoro, e dal 1998 Capo di Divisione per l’occupazione europea e la politica sociale nel
Ministero Federale dell’Economia e del Lavoro. Partecipazione nel Social Protection
Committee (SPC) e membro della Commissione per l’Occupazione della EMCO. Numerose
pubblicazioni sulle questioni dell’occupazione e politica sociale europea.
Hans Peter Schipulle
Vice Direttore-Generale “Politiche globali e settoriali”, Ministero Federale per la cooperazione economica e lo sviluppo.
All’interno del Ministero è a capo del Dipartimento che si occupa di innumerevoli attività,
comprese l’ambiente, le risorse idriche ed energetiche, l’agricoltura, il sociale, la sanità e
l’istruzione, come pure la cooperazione con il settore privato (responsabile di una tavola
rotonda nazionale sui codici di condotta sociali). Fino al 1999 ha prestato servizio in qualità di capo della divisione per l’ambiente, le risorse naturali e le foreste del Ministero. Ha
rappresentato il Ministero in diverse conferenze e negoziati internazionali sui temi dell’ambiente e dello sviluppo, compresi l’UNCED (Rio 1992) e il WSSD (Johannesburg 2002), la
Commissione sullo sviluppo sostenibile/CSD, le convenzioni internazionali sulle mutazioni
climatiche, la biodiversità e la desertificazione, e nel Consiglio del Global Environment
Facility/GEF.
97
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Irlanda
Breda Power
Breda Power è a capo della sezione di relazioni industriali del Dipartimento dell’impresa, il
Commercio e l’Occupazione, il cui ruolo è rafforzare ulteriormente il vantaggio competitivo dell’Irlanda attraverso partnership, ottimizzazione delle capacità organizzative delle imprese e l’attuazione di strutture per la risoluzione delle liti. Le responsabilità di Power comprendono le relazioni industriali, la Corporate Social Responsibility, la partecipazione/coinvolgimento dei lavoratori, il partenariato sociale a livello nazionale, il bilancio della vita
lavorativa, la Presidenza del Comitato quadro nazionale sulle politiche per la famiglia e il
coordinamento dell’Occupazione, la politica sociale, la salute e le questioni del Consiglio
dei Consumatori.
98
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Italia
Katia Martino
È nata a Varese il 20 marzo 1971.
Nel 1996, ha conseguito la laurea in Ingegneria meccanica, sezione Energia, presso il
Politecnico di Milano.
Ha lavorato per sei anni nel settore privato della cogenerazione, ovvero la produzione combinata di elettricità e calore attraverso centrali elettriche dotate di motori e turbine a gas. In
particolare, lavorando nella provincia di Lecco in qualità di executive con il Gruppo IML
S.p.A., un’azienda leader nella realizzazione di piccoli e medi impianti di cogenerazione, le
è stato affidato il dipartimento per la manutenzione e la gestione dell’impianto.
Per tutto il 2001, pur continuando a lavorare per il Gruppo IML, con l’autorizzazione del
suo Direttore generale ha prestato servizio in veste di consulente presso il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali, effettuando uno studio di fattibilità sul progetto della
Corporate Social Responsibility che il Governo italiano ha deciso di sviluppare come parte
del dibattito europeo sul tema.
Dal 2002, lavora sul progetto CSR-SC del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. In questo
contesto, coordina un gruppo di lavoro interamente dedicato allo sviluppo della CSR all’interno del Ministero e mantiene le relazioni con le istituzioni, gli stakeholder e gli organismi
scientifici, in particolare con l’Università Bocconi, uno dei partner del progetto del Governo.
99
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Paesi Bassi
Roel Nieuwenkamp
Data di nascita
Luogo di nascita
Stato civile
E-mail
4 febbraio 1972
Nijmegen
Celibe
[email protected]
Istruzione:
Master di Scienze economiche presso l’Università Erasmus di Rotterdam (1990 - 1996)
Laurea in giurisprudenza dell’Università Erasmus di Rotterdam (1991-1995)
Ph.D in Pubblica Amministrazione presso l’Università di Twente (2001)
Esperienze lavorative
1996
Arthur Andersen Business Consulting
Consulente aziendale
Ministero dell’Istruzione, Cultura e Scienza
Manager ad interim
2000 - ad oggi Docente universitario in management politico-burocratico
Centro per la Pubblica Amministrazione, Università di Twente
2001 - ad oggi Docente in Gestione pubblica
Istituto di Istruzione statale
Dicembre 2001
ad oggi
Ministero dell’Economia
Amministratore delegato del dipartimento per l’imprenditoria
100
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Paesi Bassi
Willem Hendrik Van Der Leeuw
Data di nascita
Luogo di nascita
Stato civile
e-mail
20 ottobre 1951
Groningen
coniugato, 2 figli
[email protected]
Istruzione
Laurea in Giurisprudenza presso l’Università statale di Groningen (1970-74)
Master of Arts in Relazioni internazionali della Scuola Paul Nitze di Studi internazionali avanzati, Johns Hopkins University, Bologna e Washington DC, (1974-1976)
Esperienze lavorative
Ministero degli Affari Esteri
1978
Terzo Segretario presso la Ambasciata Reale dei Paesi Bassi di Varsavia,
Polonia
1980
assistente consigliere delle politiche allo sportello dell’Europa orientale
Ministero dell’Economia
1981
assistente consigliere delle politiche presso la Direzione dell’integrazione
europea
1982
capounità per gli accordi commerciali preferenziali e l’allargamento della
UE, Direttorato dell’integrazione europea
1985
capounità per gli accordi commerciali non preferenziali, Direzione dell’in
tegrazione europea
(funzione speciale: Presidente della Commissione della EC 133/tessili nel
1986)
1988
vice capo di divisione per l’Europa Centrale e Orientale
1992
capo di divisione per le relazioni esterne dell’UE
1995
capo della divisione per le politiche commerciali
(funzione speciale: Presidente della Commissione della EC 133/deputati nel
1997)
2001
membro del team di gestione del Direttorato del commercio e investimento
2002 - ad oggi vice direttore per il Commercio e l’Investimento
101
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Portogallo
José Afonso Nogueira Ayres de Sá
José Afonso Nogueira Ayres de Sá è nato a Coimbra (Portogallo) nel 1946 e si è laureato in
giurisprudenza presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Coimbra, una delle più
antiche università europee.
Dal 1973, ha avuto un posto di direttore nel Ministero della Sicurezza Sociale e del Lavoro
portoghese, dove è stato Sottosegretario generale delle relazioni per il lavoro collettivo dal
1981 al 1983.
Nel 1976, si è trasferito nella città di Covilhã dove, da allora, è stato il Delegato regionale
dell’Istituto portoghese per lo Sviluppo e le Ispezioni delle Condizioni di lavoro (IDICT). In
tale veste è stato testimone della ristrutturazione dell’industria laniera tradizionale, una vera
e propria monocoltura in questa regione.
Oltre ad essere funzionario superiore dell’Istituto portoghese per lo Sviluppo e le Ispezioni
delle Condizioni di lavoro, è anche istruttore in corsi di formazione per giovani laureati che
lavorano per l’Istituto.
Nella medesima veste ha anche presieduto la progettazione e l’attuazione di un progetto di
cooperazione con il Ministero del Lavoro del Mozambico, un progetto realizzato nelle città
di Maputo, Beira e Nampula tra il 1996 e il 1998.
Inoltre, è diventato politicamente attivo nella città di Covilhã, dove vive. Successivamente è
stato eletto assessore comunale nel Consiglio cittadino, una carica che ha ricoperto tra il
1989 e il 1992, durante la quale era responsabile dei dipartimenti per la cultura, per lo sport,
per l’istruzione e per la gioventù.
Tra il 1993 e il 1996 ha amministrato l’INATEL, l’Istituto per il tempo libero dei lavoratori
portoghesi.
Dal 1996, in aggiunta alla sua carica gestionale all’interno dell’IDICT, ha tenuto lezioni sul
Diritto del lavoro ed economico all’Università di Beira Interior (Covilhã).
All’IDICT, è il co-organizzatore di un Progetto Corporate Social Responsibility. È altresì
autore e co-autore di documenti e studi sull’organizzazione del lavoro presentati in diversi
eventi.
102
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Spagna
Carmen De Miguel Garcia
Data di nascita: 3 gennaio 1959
Istruzione
Laurea in giurisprudenza presso l’Università di Valencia, 1981.
Impiegato tecnico per la Pubblica Amministrazione tramite esame di ammissione, 1983.
Corso in Gestione aziendale dal Centro de Formación Empresarial Lluis Vives di Valencia,
1993.
Pubblica Amministrazione
Impiegato tecnico, per concorso, della Amministrazione statale per il Consiglio cittadino di
Denia (Alicante), in qualità di Capo del Dipartimento legale della pianificazione urbanistica
dal 1983 al 1985.
Carriera professionale
Consiglio per il Dipartimento legale della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di
Valencia, specializzato nelle aree di diritto amministrativo e commerciale dal 1985 al 1986.
Direttore del Dipartimento legale della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di
Valencia, assistente del Segretario Generale e coordinamento dei servizi legali e fiscali come
pure della Camera Arbitrale dal 1986 al 1995.
Segretario Tecnico del Consiglio della Camera di Commercio, Industria e Navigazione di
Valencia, coordinamento delle attività regionali di queste istituzioni e in qualità di Segretario
dell’ente direttivo del Consiglio dal 1992 al 1996.
Direttore Generale facente funzione del Consiglio della Camera di Commercio, Industria e
Navigazione di Valencia, assunzione della direzione delle attività del Consiglio dal 1996.
Direttore Generale dell’Istituto per l’Export di Valencia (IVEX) dal 1999.
Direttore Generale dell’Istituto per le Donne dal 20 settembre 2002.
Segretario Generale per l’Occupazione dal 14 febbraio 2003.
Altro
Sono stato Professore al Centro di Denia della Universidad National de Educacion a
Distancia e al Centro di formazione imprenditoriale della Camera di Commercio di Valencia.
Ho tenuto corsi sugli investimenti esteri, la creazione di imprese e diritto delle società.
Ho partecipato a diversi corsi, seminari e pubblicazioni.
103
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Svezia
Mia Horn af Rantzien
L’Ambasciatrice Mia Horn af Rantzien è attualmente a capo della Partnership svedese per la
responsabilità globale, una iniziativa del Governo per promuovere e facilitare la Corporate
Social Responsibility. Prima di assumere tale incarico era Segretario Principale della
Commissione parlamentare sulla politica svedese per lo sviluppo globale, una Commissione
di indagine con il compito di esaminare le politiche di sviluppo globale della Svezia.
L’Ambasciatrice Horn è entrata a far parte del Ministero per gli Affari Esteri svedese nel 1977.
Ha ottenuto diversi incarichi all’interno del Ministero per gli Affari Esteri e l’Agenzia per lo
sviluppo svedese tra i quali in Vietnam 1978-1982, come Capo Economista al Ministero per
gli Affari Esteri 1994- 1996 e come Ministro alla missione permanente della Svezia presso le
Nazioni Unite a Ginevra 1996-2000.
In parallelo alla sua carriera all’interno del Ministero degli esteri svedese, Mia Horn af
Rantizen ha condotto una carriera accademica come ricercatrice in Economia dello sviluppo, un campo di interesse che risale alla sua prima visita da studente alla Tribhuvan
University di Kathmandu, Nepal nel 1975. Ha conseguito il suo PhD in Economia nel 1994
a seguito dei suoi studi alla Scuola di Scienze economiche di Stoccolma e alla Princeton
University. Da allora, ha prestato servizio come membro del Gruppo di esperti per i temi
dello Sviluppo (EGDI), 1995-1996 e del Comitato consultivo del Segretariato per l’analisi
della cooperazione per lo sviluppo svedese, 1993-1994. Attualmente, detiene la carica di
Governatore dell’IDS, Sussex University e di membro del Comitato consultivo del Centro di
ricerca dell’UNICEF Ricerca.
104
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Regno Unito
Helen Wildsmith
Helen Wildsmith è Direttore Esecutivo dell’UK Social Investment Forum (UKSIF), l’associazione inglese membro del Multi-Stakeholder delle organizzazioni interessate
nell’Investimento Socialmente Responsabile (ISR). I programmi dell’UKSIF comprendono
Just Pensions, creato per educare e influenzare i fondi pensionistici del Regno Unito sull’importanza delle questioni internazionali dello sviluppo nelle loro pratiche dell’ISR. L’UKSIF fornisce anche il Segretariato per l’All-Party Parliametary Group sulla ISR e l’Institutional
Investors Group on Climate Change (IIGCC). L’UKSIF ha anche iniziato la formazione
dell’European Responsible and Sustainable Investment Forum (Eurosif).
L’anno scorso, Helen è entrata a far parte dell’UKSIF proveniente dal Centro di imprenditoria e società dell’Ashridge Management College. Tuttavia, la città di Londra le è familiare,
in quanto nel 1990 è entrata nel NatWest Group, dopo essersi laureata con lode in Scienza
della gestione presso la London School of Economics (LSE). Ha lavorato su molti progetti
strategici per diverse divisioni e consociate del NatWest per 7 anni, prima di ritornare alla
LSE per completare un MSc part-time nei Dipartimenti di Studio su Politica sociale e
Sviluppo mentre faceva consulenze come freelance. Helen ha 36 anni ed è nata e cresciuta nel North Yorkshire, ma attualmente vive nel centro di Londra.
Alan Napier
Alan Napier del DWP (Department for Work and Pensions) è esperto nel settore pensionistico nel quale lavora da 10 anni, sia in ambito pubblico che privato. I suoi incarichi attuali
comprendono la politica e la legislazione per un fondo di investimenti pensionistico efficiente. Ciò comprende i temi della Corporate Social Responsibility, i principi volontari dei
codici di investimento del Governo del Regno Unito; le disposizioni legislative sull’investimento dei fondi pensionistici”.
105
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Regno Unito
David Dickman
David Dickman ha lavorato nel credito cooperativo per oltre 40 anni. I suoi primi ruoli strategici nella Banca cooperativa comprendevano la creazione dei primi dipartimenti di formazione
e di sviluppo e l’espansione di una sezione specializzata in edilizia e finanza.
Durante un distaccamento di quattro anni, David è stato Direttore Esecutivo e Capo delle operazioni della Unity Trust Bank e più tardi è diventato Capo del Centro commerciale di
Manchester.
Nel 1998, David è subentrato in veste di Capo Esecutivo part time del Consiglio cooperativo del
Regno Unito.
Durante la sua carriera David è riuscito a rappresentare la Banca presso i consigli di diverse
organizzazioni e attualmente è membro del Consiglio regionale per il Nord-Ovest della CBI. È
stato Presidente del Centro nazionale per l’impresa e la sostenibilità prima della fusione con la
Sustainability North West avvenuta nel 2002 e ora ricopre una carica nel Comitato Esecutivo della
SNW. È impegnato attivamente in molte iniziative comunitarie e ha avuto precedenti esperienze di lavoro con la Camera di Commercio, organizzazioni chiave e enti di beneficenza e volontariato. David è Presidente del Community Loan Fund per il Nord-Ovest, è stato uno dei membri fondatori del Supporters Trust ed è un membro del consiglio del fondo di investimento
locale. È impegnato attivamente con diversi gruppi di interesse comunitari.
Gli interessi al di fuori del lavoro di David sono dedicarsi alla famiglia, passeggiare, andare in
bicicletta e guardare gli avvenimenti sportivi, in particolar modo il Manchester City, di cui è tifoso
da più di 50 anni. Ha anche uno spiccato interesse per la politica e l’economia.
David Ratcliffe
David Ratcliffe del DTI (Dipartimento del Commercio e dell’Industria) è consulente per le
politiche della CSR e lavora in questo campo da 2 anni. In precedenza, aveva lavorato nella
sezione del DTI riguardante il consumo e la sicurezza delle sostanze chimiche e cosmetici.
Per 18 anni David ha lavorato presso il Servizio immigrazione del Ministero dell’Interno.
106
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Vaderegio
Ana Díaz Alvarez
Ana Díaz Alvarez è nata a Bilbao nel 1966. Nel 1989 ha conseguito la laurea in Psicologia
sociale presso l’Università dei Paesi Baschi. Avendo iniziato una ricerca per un programma
di PhD nel 1992 alla Wilhelms Universitat di Munster, Germania, Ana ha ricevuto i più alti
onori nel 1998 per la sua tesi intitolata: “L’etica del lavoro protestante e la sua relazione con
la teoria dell’identificazione sociale: uno studio trans-culturale Spagna-Germania”. Ha completato la sua istruzione con due master post-laurea “Gestione dell’innovazione tecnica” e
“Executive MBA”.
Nel 1994 Ana è entrata a far parte della Novia Salcedo Foundation (NSF) e da allora si è
occupata della gestione di diversi programmi innovativi nel campo dell’Occupazione e dell’impresa. All’inizio della sua carriera alla NSF è stata responsabile del Programma per l’orientamento professionale e dal 1995 al 2000 ha coordinato un progetto del NOW (New
Opportunities for Women) con otto organizzazioni europee diverse. Dal 1997 al 2000 ha
gestito un progetto con aziende statunitensi, in cui si sono stretti accordi di collaborazione
speciale e convenzioni con imprese europee, americane e spagnole. Tra questi accordi vi
sono stati alcuni riguardanti la partecipazione di imprese estere nel trasferimento di
conoscenze tecnologiche. Ana è stata coinvolta anche nell’organizzazione di eventi internazionali relativi, tra gli altri, al Consorzio europeo per lo sviluppo di progetti sociali
nell’America Latina e il Congresso internazionale per “Una società dell’informazione per
tutti”.
Dal 2001 gestisce il Dipartimento dell’innovazione all’interno della NSF e in tale funzione
continua a organizzare diversi progetti riguardanti l’Osservatorio sull’orientamento dei giovani, progetti basati sull’Europa, e la Corporate Social Responsibility (CSR) all’interno di
quello che è sotto il nome di NSF Agenda for Social Responsibility. Attualmente è anche
responsabile per l’internazionalizzazione della NFS ed è molto impegnata nella progettazione, lo sviluppo e l’attuazione di programmi all’interno dell’Unione Europea, degli Stati
Uniti e dell’America Latina.
107
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Commissione UE
Odile Quintin
Nata il 22 aprile 1945 a Lyons (Francia), vedova, 3 figli
Laurea professionale in Diritto pubblico e Scienze politiche (Lione, 1967)
(Diritto pubblico e Scienze politiche) (1968) e CES in Lettere (Filosofia, Storia)
DES in Diritto pubblico comparato e Proficiency in inglese (Cambridge, 1964)
Carriera professionale
1. Ricercatrice nell’Istituto interuniversitario di Diritto comparato (Bruxelles, 1970)
2. Funzionario nella Commissione europea dal 1971
- DG Agricoltura (Pesca) - Amministratore per i diritti di pesca, negoziazioni delle adesioni, convenzioni internazionali, Diritto marittimo (1971-1974)
- DG Relazioni Esterne - Amministratore poi Amministratore principale
Dialogo Nord-Sud, accordi per prodotti, materie prime (1974-1978) Desk Officer per le
relazioni con il Giappone (1978-1980)
Relazioni con i Paesi dell’Europa dell’Est - problemi generali e multilaterali = COMECON.
Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Conferenza di Madrid).
Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa (1980-1982)
- Occupazione e Affari sociali
- 1982 - 1988, Capo di Servizio per l’Occupazione e l’uguaglianza delle donne
- 1989 - 1994, Capo di Divisione “Sicurezza sociale e azioni sociali ”
- 1994 - 1995, Direttore del Fondo sociale europeo - Attuazione
- 1995 - 1996, Direttore dell’Occupazione e del mercato del lavoro
- Dal 1° marzo 1996, Direttore del Dialogo sociale, diritti sociali e questioni di uguaglianza.
Contemporaneamente: Vice Direttore generale facente funzione, poi ad interim, della DG
Occupazione e Affari Sociali dal 21 settembre 1998, e Direttore generale facente funzione
dal 1° maggio 2000.
Membro del Consiglio d’amministrazione di 3 Agenzie: Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Dublino - Agenzia europea per la sicurezza e
la salute sul lavoro, Bilbao – Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia,
Vienna. Autrice di diversi articoli e pubblicazioni su varie politiche comunitarie (Nord-Sud,
Relazioni CEE -Giappone, politiche sociali).
Ultima pubblicazione:
L’Europe sociale, enjeux et réalités, in collaborazione con Brigitte Favarel, Ed. La
Documentation française.
108
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
ILO
Hans Hofmeijer
Hans Hofmeijer è Direttore del Multinational Enterprise Programme dell’OIL. Il programma
promuove la Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica
sociale dell’OIL, uno strumento unico nell’ambito della CSR. Adottata nel 1977 ed emendata nel 2000, la Dichiarazione mira ad avvicinare le imprese multinazionali con le economie,
le agenzie governative e i sindacati locali per garantire che gli investimenti diretti all’estero
abbiano un impatto positivo sull’occupazione, la formazione, le condizioni di lavoro e le
relazioni professionali. Hofmeijer è altresì responsabile per la partecipazione dell’OIL nel
Patto Globale (Global Compact) delle Nazioni Unite. Fin dagli inizi degli anni ’90 si è prodigato per promuovere la cooperazione OIL con il settore privato, in particolar modo nei settori dello sviluppo economico locale e nella risposta alle crisi. Hofmeijer fa parte dell’OIL
fin dal 1978 e ha lavorato in Colombia, Turchia e Perù come pure nella sede centrale
dell’OIL a Ginevra, Svizzera. Di nazionalità olandese, ha conseguito lauree cum laude in
Scienze Politiche e Sociologia presso l’Università della California a Los Angeles e presso
l’Università di Amsterdam.
109
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
OECD
Rainer Geiger
Studi e diplomi
Laurea Avanzata in Giurisprudenza ed esame di stato per avvocato, Germania. Dottore in
Giurisprudenza (Dr. Jur.) Università di Heidelberg, LL.M. Columbia Law School, New York
Carriera professionale
1972-1976
Consulente, Ministero dell’economia e della cooperazione economica, Germania
1976-1977
Segretario del Comitato per gli affari finanziari, Conference on International
Economic Cooperation (CIEC) Parigi, Francia
Dal 1977
Organisation for Economic Co-operation and Development, Parigi, Francia
con vari incarichi, attualmente Vice Direttore, Affari finanziari, fiscali e d’impresa.
Dal 1994
Presidente, Direzione generale, Centro per lo sviluppo del settore privato,
Istanbul, Turchia
Dal 2001
Co-Presidente, Investment Compact Stability Pact for South East Europe
Dal 1996
Professore associato di diritto commerciale internazionale, Università Parigi
I, Pantheon-Sorbonne
Pubblicazioni
Numerosi articoli sul tema del diritto commerciale internazionale, tra cui:
Tassazione e sviluppo economico (in tedesco) Deutsches Steuerrecht 1977, 421
International Antitrust and related trade issues, United States Transnational Business and the
law 1985, I
Services in the world economic: Lessons from the OECD, Banca Mondiale/Nazioni Unite
1990
Aspetti istituzionali della cooperazione finanziaria tra Paesi industrializzati ed economie di
transizione
(in francese) Bruxelles 1995, 417
Towards a multilateral agreement on investment, Cornell International Law Journal, 1998.
Lingue
Tedesco, inglese, francese, spagnolo
Affiliazione
German American Lawyers Association (DAJV), Société française pour le droit international (SFDI)
110
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Unioncamere
Giuseppe Tripoli
Luogo e data di nascita:
Stato civile:
Indirizzo privato:
Indirizzo di lavoro:
e.mail:
Randazzo (CT) 30.11.1959
coniugato, 3 figli
Via Leonardo Greppi n. 44 - Roma
Unioncamere - Piazza Sallustio, 21 - 00187 Roma
[email protected]
Istruzione
Liceo classico (60/60).
Laurea in giurisprudenza: Università di Catania 16.12.1982 (110/110 cum laude), tesi sul
tema di Filosofia del Diritto: principio di maggioranza.
Attività di ricerca
1982-1984 - attività di ricerca per la cattedra di Filosofia del Diritto a Catania e Roma (Proff.
Sergio Cotta e Francesco D’Agostino).
1983 - vincitore - secondo posto – di un concorso pubblico per una borsa di studio del CNR
all’estero, nel quadro di temi legali e politici.
1983-1985 - pubblicazione di diversi articoli su “Justitia”, “Rivista internazionale di Filosofia del
Diritto”, temi di approfondimento dei sistemi democratici e la crisi dello Stato assistenziale.
1984 - ricercatore per conto dell’Unioncamere per la creazione della Scuola di formazione di CCI.
Incarichi attuali
Da luglio 2001 - Segretario Generale dell’Unioncamere
Consulente IPI - Istituto Promozione Industriale
Esperienze professionali
Da febbraio 2001 - Vice Segretario Generale vicario dell’Unioncamere
Da luglio 1999 - Vice Segretario Generale della Confcommercio (Confederazione Generale
Italiana del Commercio del Turismo dei Servizi e delle p.m.i.). Responsabile per le politiche
territoriali, con compiti riguardanti le relazioni con le Regioni, la legislazione regionale e i
contatti con le Autorità locali e le Camere di Commercio. Responsabile per il negoziato di
programmi riguardanti i fondi strutturali e i progetti dell’UE; per le politiche urbane, dei
trasporti e per gli investimenti.
Membro del Consiglio di Amministrazione del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali
Membro dei Comitati di osservazione sul Quadro comunitario di sostegno 2000-2006 e il
Programma nazionale di sostegno all’industria.
Membro dell’Osservatorio economico civile della CCI di Milano.
1996-1999: Vice Segretario Generale di Unioncamere responsabile dell’area legislativa e
delle relazioni istituzionali. Ha lavorato sulla riforma della CCI con il Parlamento italiano sui
111
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
temi delle autonomie funzionali in Italia e nei Paesi europei. Ha portato avanti un programma di ricerca sulla relazione tra diritto e mercato a livello europeo. Ha contribuito alla
stesura della legislazione e delle politiche con le Regioni.
Responsabile per lo sviluppo dei servizi alternativi di giustizia e le regole di mercato della
CCI. Ha iniziato a pianificare una rete europea per le procedure alternative di risoluzione
delle liti
Responsabile per il progetto di economia del non profit
Responsabile per lo sviluppo di servizi per la competitività territoriale della CCI, per il marketing territoriale e promozione degli investimenti
Responsabile per le problematiche dei consumatori
Responsabile per il progetto di Sportello unico per le imprese
1994-1999 - Attività di insegnamento. Relatore in seminari e workshop della riforma della
Camera e politica istituzionale ed economica
1992-1996: Direttore della C.I.S. S.p.A., società pubblica della CCI Milano e ESPI, nel campo
dell’informazione economica e promozione degli investimenti in Sicilia
1986-1996: Capo di Gabinetto del Presidente dell’Unioncamere. Ha lavorato sulla commissione di studio per la riforma della CCI presieduta dal Prof. Leopoldo Elia (con S. Cassese,
M. S. Giannini, G. De Rita).
Dal 1992, è responsabile dell’ufficio legale dell’Unioncamere. Ha lavorato anche con il
CNEL.
Altri incarichi
1994-2000 - membro del consiglio di amministrazione dell’ISDACI (Istituto Internazionale
per la Promozione della Cultura Arbitrale)
1998-1999 - membro del Comitato Formez per la creazione dello Sportello unico.
1990-1998 - membro del comitato scientifico “Impresa e Stato”
112
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
CSR Europe
Etienne Davignon (Visconte)
Nato a Budapest (Ungheria) il 4 ottobre 1932
Nazionalità: belga
Coniugato, 3 figli
Dottore in Giurisprudenza, LL.D.
Nel 1959, Davignon è entrato a far parte del Ministero belga degli Affari Esteri ed è stato
Capo di Gabinetto dei ministri Spaak e Harmel. Dal 1969 è stato responsabile per il
Dipartimento politico del Ministero fino alla sua ammissione nel 1977 nella CEE.
Durante la sua carriera al Ministero degli Affari Esteri, è stato coinvolto direttamente nelle
politiche del Belgio in Africa, l’indipendenza del Ruanda e del Burundi e la risoluzione del
conflitto tra Belgio e Zaire.
È stato anche una figura chiave per la relazione sul futuro dell’Alleanza atlantica (Harmel
report) e ha presieduto la commissione che ha preparato le prime proposte sulla cooperazione politica tra i membri CEE (Davignon report): 1974-1975.
Successivamente alla crisi petrolifera del 1973, Davignon ha presieduto la Conferenza internazionale che ha portato alla stesura di un trattato di condivisione delle risorse petrolifere.
Dal 1974 al 1977, è stato il primo Presidente della International Energy Agency creata il 18
novembre 1974.
Dopo aver lasciato la Pubblica amministrazione nel 1977, Davignon è stato nominato Vice
Presidente della CEE, responsabile dell’industria, la ricerca e l’energia fino alla fine del 1984.
In tale periodo si è prodotto per la ristrutturazione dell’industria europea (acciaio, prodotti
tessili, fibre sintetiche) nelle tecnologie dell’informazione e telecomunicazioni (Esprit, Race).
Ha negoziato, per conto della CEE, accordi chiave con gli USA, il Giappone e la Cina.
All’inizio del 1985 è entrato a far parte della Société Générale de Belgique, preminente
holding belga della quale è divenuto Presidente l’11 aprile 1989. È in carica in qualità
di Vice Presidente dal 28 febbraio 2001.
Davignon è Vice Presidente di Fortis, Tractebel e Umicore.
È anche membro del Consiglio di sorveglianza di Accor, Pechiney, Suez, Sofina e Royal
Sporting Club di Anderlecht.
È Presidente della Paul-Henri Spaak Foundation, del Royal Institute for International
Relations, del “Palais des Beaux-Arts” e del Bilderberg Meetings.
È stato docente all’Université Catholique di Louvain dal 1980 al 1983 ed è Presidente del
Consiglio dell’Institut Catholique des Hautes Etudes Commerciales (Bruxelles).
È Presidente dell’“Advisory Board” della Rete europea tra imprese per la Corporate Social
Responsibility (CSR Europe).
113
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
ETUC
Walter Cerfeda
Walter Cerfeda, Segretario Confederale, Confederazione Europea dei Sindacati
Nato a Bari (Italia) nel 1947, coniugato - un figlio.
Istruzione
Diploma di Scuola Media Superiore.
1970
1971
1972
1973 - 1975
1975 - 1978
1978
1980
1985
1988
1991
-
1980
1985
1988
1991
1993
1993 - 2001
2001 - 2003
Lavora per Viscosuisse a Lucerna - Svizzera
Delegato del personale
Segretario locale della USS - Cantone di Lucerna
Capo dell’Ufficio libera circolazione dei lavoratori del Dipartimento internazionale della CGIL
Segretario Generale della Camera del Lavoro a Matera e Vice Segretario
CGIL per la Regione Basilicata
Vice Direttore del Centro Nazionale di Formazione Sindacale CGIL
Vice Segretario Generale della CGIL per la Regione Piemonte
Segretario Nazionale della Federazione Italiana Operai Metalmeccanici - FIOM
Vice Segretario Generale della FIOM
Responsabile del Dipartimento per la politica di contrattazione collettiva
della CGIL
Segretario Nazionale della CGIL, responsabile dell’industria, reti e infrastrutture, agricoltura, contrattazione collettiva, democrazia economica e
politica tariffaria
Capo del Segretariato europeo della CGIL
Gli attuali incarichi al di fuori della CGIL comprendono l’appartenenza ai seguenti enti:
Membro del Consiglio esecutivo dell’ETUC.
Membro di gruppi di lavoro e di altri organismi dell’ETUC.
I suoi interessi comprendono la letteratura e lo sport. È anche uno scrittore. Ha scritto quattro libri, uno ha vinto un premio letterario. È un tifoso dell’Inter nonché ciclista a livello
amatoriale.
È stato eletto Segretario Confederale della Confederazione europea dei sindacati al
Congresso tenutosi a Praga nel maggio 2003.
114
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Eurochambres
Luca Mantellassi
Luca Mantellassi è un imprenditore fiorentino nel campo della moda ed è l’attuale
Presidente della Camera di Commercio di Firenze.
È nato nel 1957. Ha conseguito la laurea in Politica presso l’Università di Firenze. Ha seguito studi post-laurea sul “Controllo finanziario delle piccole e medie imprese” presso
l’Università “Bocconi” di Milano. Attualmente è Amministratore delegato della Sutor
Mantellassi SpA.
Nel febbraio 1999 è stato eletto Presidente della Camera di Commercio. È membro dei
seguenti consigli d’amministrazione: Infocamere, Mediacamere, Meteora, Tecnoholding.
Inoltre, è Presidente di Unioncamere Toscana, Consulente del “Centro di Firenze” per la
moda italiana, Vice Presidente di Eurochambres, Membro del consiglio d’amministrazione
della Camera di Commercio Internazionale, Vice Presidente di “Pitti Immagine”, Presidente
di “Classico Italia”, Presidente di “Metaware SpA”, Membro dell’Associazione Imprese
Storiche Fiorentine, Presidente di “Protera”, Vice Presidente del Centro di ricerca e produzione musicale “Tempo Reale”.
115
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
Social Platform
Anne-Sophie Parent
Anne-Sophie Parent è stata eletta Presidente della Piattaforma delle ONG europee del settore sociale nel marzo 2003, dopo essere stata membro del Comitato di gestione della
Social Platform per due anni. La Social Platform è stata creata nel 1995 e riunisce circa 40
organizzazioni non governative, federazioni e reti europee che si stanno impegnando per
costruire una società comprensiva e promuovere la dimensione sociale dell’Unione
Europea.
Parent è anche direttrice di uno dei membri della Social Platform: AGE - la Piattaforma
europea per gli anziani. La AGE è una confederazione europea che raggruppa più di 100
federazioni e associazioni di persone anziane e pensionati ovvero di organizzazioni che si
occupano delle problematiche dell’invecchiamento in Europa. La missione principale di
AGE è di dare voce e di promuovere gli interessi degli anziani all’interno dell’Unione
Europea.
Prima della nomina, Parent è stata Direttore di Autism-Europe per sei anni. In tale periodo,
Autism-Europe ha svolto un ruolo chiave nella costituzione dell’European Disability Forum
e della World Autism Organisation.
116
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
UEAPME
Hans-Werner Müller
Il presente incarico di Hans-Werner Müller in veste di Segretario generale dell’UEAPME,
l’Associazione europea dell’artigianato e delle PMI, sarà percepito da molti come una conseguenza logica del suo background personale e professionale.
Le PMI Hans-Werner Müller le conosce bene poiché è cresciuto in una famiglia di imprenditori. Nato a Nunkirchen, nel Saarland, Germania, una regione vicina al Lussemburgo e alla
Francia, Hans-Werner Müller fin da giovane diviene cosciente delle differenze culturali e
delle loro implicazioni. Dopo aver studiato in Francia tornò in Germania per finire le scuole
dell’obbligo e studia economia all’Università di Saarbrücken prima di diventare un insegnante di seconda fascia alla Scuola di perfezionamento del Commercio. Dopo la morte del
padre, Hans-Werner Müller inizia ad occuparsi dell’azienda di famiglia e consegue il
“Meisterbrief” in ingegneria meccanica (certificato di Mastro artigiano).
Nel 1976 Hans-Werner Müller viene eletto deputato del Bundestag, incarico che mantiene
per circa 18 anni. Durante il suo ultimo mandato è stato nominato al Parlamento Europeo
dal Parlamento tedesco. Contemporaneamente, Hans-Werner Müller ha contribuito alla
creazione dell’UEAPME, e nel 1992 diventa segretario generale di tale organizzazione,
posizione che occupa tuttora. Hans-Werner Müller ha voluto vedere in questa associazione
un mezzo per suscitare l’interesse pubblico e influenzare i responsabili delle decisioni a livello UE sulle tematiche dell’artigianato e delle PMI. Oggi, l’UEAPME estende le sue attività
oltre i confini dell’UE verso i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale e nel Mediterraneo. Tra
i maggiori successi di questi ultimi tre anni, Hans-Werner Müller è orgoglioso del riconoscimento dell’UEAPME come partner sociale e la recente adozione del Contratto sociale
europeo per le piccole imprese.
117
8. PROFILI DEI PARTECIPANTI
UNICE
Vidar Lindefjeld
Vidar Lindefjeld, 59 anni, è Direttore degli Affari sociali internazionali nella Confederazione
norvegese delle imprese e dell’industria (NHO). Avvocato specializzato in diritto delle società e del lavoro, Lindefjeld ha ottenuto diversi incarichi all’interno della NHO, tra cui quello di direttore della sede di Bruxelles della NHO. Dal 1992, è responsabile degli Affari sociali
internazionali della NHO, responsabile per la politica sociale europea e gli affari sociali
globali. Nel 2004 sarà responsabile anche delle questioni dell’OIL. Lindefjeld è membro del
Comitato per gli Affari sociali e del Comitato di Dialogo sociale dell’UNICE. Ha un interesse
particolare per il tema della Corporate Social Responsibility, e presiede il gruppo di lavoro
dell’UNICE sulla CSR. È anche membro dell’ente speciale governativo norvegese per i diritti umani e la CSR.
118
9. ELENCO DEI PARTECIPANTI
Iscritti al 29 Ottobre 2003
Adamczyk
Adams
Alessandri
Alite
Ambrogioni
Ameel
Ancora
Ardhe
Autischer
Bade
Bagni
Baker
Baljeu
Balsiene
Bardani
Baretta
Barrachina
Batut
Be
Bergman
Besse
Bickham
Blom
Boeles
Bogani
Borg
Bourguet
Bouwman
Bracco De Silva
Bravo
Brighi
Cairns
Calleja
Cambus
Capodieci
Caramazza
Cassina
Catelijne
Cavaliere
Cecchini
Centola
Cerfeda
Chadwick
Chiovato Rambaldo
Christensen
Slawomir
Naomi
Nerio
Joaquin
Giorgio
Dirk
Nelida
Christian
Wilhelm
Vera
Riccardo
Morris
Jeannette
Aldona
Rena
Pier Paolo
Miguel
Laure
Dominique
Turo
Genevieve
Eduard
Antonia
Govert
Giovanni
Kevin J
Pierre
Theodorus
Diana
Maragarita
Cecilia
Elizabeth
Edwin
Claude
Pietro Raffaele
Maria Marella
Giacomina
Wessels
Enrico
Marco
Giovanni
Walter
Peter
Giusy
Matt
Poland/Nszz Solidarnosc
Eu Commission
Technogym
Trade Unions - Sectorial
Federmanager Italia
Eurocadres Belgium
Italia Lavoro
Confederation of Swedish Enterprise
Federation of Austrian Industry
Ministry of Economics and Labour
Coop Italia
Uk/B&Q Plc
Ministry of Economic Affairs
Lithuanian Trade Union Solidarumas
Greece/Sev Federation of Greek Industries
Cisl
Ministry of Labour and Social Affairs
France/Force Ouvriere
European Commission
Finland/Sak
France/Force Ouvriere
Anglo American Uk
Ministry of Social Affairs and Employment
Shell Int.
Sgs
Malta Chamber of Commerce
Ceep France
European Parliament
Bracco Spa
Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales
Cisl International Department
Tuc
Federation of Industry
Cec
Comieco
Istud Italia
Cisl
Csr Europe
Consiglio Regionale del Veneto
Federmanager Italia
Espansione
Etuc
Trade Unions - Sectorial
Eu Commission
Eurosif
119
Pl
B
I
E
I
B
I
B
A
D
I
Uk
Nl
Ltu
El
I
E
F
B
Fin
F
Uk
Nl
Nl
I
M
F
B
I
E
I
Uk
M
F
I
I
I
B
I
I
I
B
Uk
B
F
9. ELENCO DEI PARTECIPANTI
Iscritti al 29 Ottobre 2003
Clarke
Combrexelle
Cornacchia
Cress
Cullen
Davies
Davignon
De Geus
De Marsanich
Di Filippo
Diamantopoulou
Penny
Jean-Devis
Wanda
Bryan
Paul
Peter
Etienne
Aart Jan
Benedetta
Emanuela
Anna
Diaz
Diaz
Dickman
Dossi
Drbalova
Ana
Mariano
David
Enrico
Vladimira
Dreanic
Dryden
Duguid
Ebejer
Erdmenger
Ervasti
Espersen
Fahey
Falck
Fedeli
Fehringer
Ferrone
Fielding
Fiorentini
Fiorucci
Fitou
Flahault
Fleming
Fox
Gendre
Gerstein
Goj
Gonzale
Gonzales-Quijano
Gooch
Grayson
Guglielmi
Alan
Polly
Lois
Joseph
Katharina
Outi
Lars
Frank
Federico
Valeria
Eva
Ludovico
Andrew
Giorgio
Nicoletta
Jean-Francois
Solene
David
Tom
Pierre
Antje
Emilio
Luis
Gustavo
Fiona
David
Gabriele
Epsu/Etuc
France
Confindustria
Uk/Cbi
Permanent Representation of Ireland
Busuness in the Community
Csr Europe
Ministry of Social Affairs and Employment
Dnv
Cisl
Eu Commissioner for Employment and
Social Affairs
Novia Salcedo Fundacion
Cc Oo Espana
The Co-Operative Bank
Confindustria
Confederation of Industry
of the Czech Republic
Fidh
England
Uk
Ministry for Social Policy
Dgb
Akava
Danish Com. of Trade Unions
Dept of Enterpris Trade Employment
Sodalitas
Filtea/Cgil
Ministry of Economic Affairs and Labour
Cgil
Eu Commission
Bocconi University
Anima
France
Csr Europe Emsf- Carrefour
Uk-Amicus
Uk/Iied
Fec/Fo
Unice/Bda
Espansione
Cede/Unice
Cotance
Traidcraft,Uk
Business in the Community
Filacams Cgil
120
B
F
I
Uk
B
Uk
B
Nl
I
I
B
E
E
Uk
I
Cze
B
Uk
Uk
M
D
Fin
Dk
Irl
I
I
A
I
B
I
I
F
B
Uk
Uk
F
D
I
E
B
Uk
Uk
I
9. ELENCO DEI PARTECIPANTI
Iscritti al 29 Ottobre 2003
Guillot
Hanniffy
Harris
Hendrickx
Hofmeiyer
Hohnen
Hojensgard
Horn Af Rantzien
Hornung-Draus
Hosfield
Huttunen
Iozia
Itschert
Jacobs
Jalving
Jansen
Jaunzeme
Jose'
Julien
Juutinen
Kairelis
Kakule
Keller
Kelly
Kieffer
Koberski
Komoroczki
Kuisma
Le Berre
Leal
Daniel
Constance
Kathie
Luc
Hans
Paul
Niels
Mia
Renate
Nicola
Martti
Edgardo
Patrick
Mario
Heleen
Bernhard
Ieva
Ayres De Sa'
Emmanuel
Sirpa
Rimantas
John Fred
Franco
Paul
Marc
Wolfgang
Istvan
Jouko
Stephanie
Maria Luisa
Lenoci
Lidehall
Liitmae
Lindefjeld
Loprieno
Lozano
Maguire
Malinowski
Maramai
Marcek
Marchettini
Mathis
Maulucci
Melckmans
Claudio
Paul
Ave
Vidar
Marco
Josep M.
Catherine
Andrzej
Angelo
Eduard
Stefano
Agnes
Maria Luigia
Bruno
Cfdt
Committee of Regions Irish
Ert
Ueapme
Ilo
Global Reporting Initiative (Gri)
The Copenhagen Centre
Sweden
Bda/Unice
Uk-Amicus
Employer's Confederation of Service Industries
Uil Italia
Etuc-Tcl
Ministry of Economic Affairs
The Netherlands/Fnv
Eu Commission
Latvian Employeri Confederation
Ministry of Social Affairs and Labour
Medef
Stakes/Finland
Ministry of Social Security and Labour
Acp Secretariat
Gruppo Iml
Uk, Compass Group Plc
Fedil-Unice Luxembourg
Ministry of Economics and Labour
Cehic
Kesko Corporation Euro Commerce
Textile-Shoes-Leather Sector/Belgium/Euratex
Direction General on Social Economy
Ministry of Labour and Social Affairs
Ilo
Lo/Tco/Saco
Ministry of Social Affairs
Unice
European Commission
Esade
Ibec
Confederation of Plish Employers
Fondazione Telethon
Slovakia/Panet
Acri
Cecop
Cgil
Belgium/Fgtb
121
F
Irl
B
B
B
Nl
Dk
S
D
Uk
Fin
I
B
Nl
B
B
Lva
P
F
Fin
Ltu
B
I
Uk
B
D
Hu
B
B
E
I
S
Est
B
B
E
Irl
Pl
I
Sk
I
B
I
B
9. ELENCO DEI PARTECIPANTI
Iscritti al 29 Ottobre 2003
Mignonac
Mochan
Molteni
Monti
Morin
Morsing
Muller
Munk
Napier
Nieuwenkamp
Nishuilleabhain
Niven
Noterdaeme
Olsson
Onelli
Oosting
Paaermaa
Parent
Peeters
Perrini
Pezzotta
Pogutz
Pomian-Wojcieszczuk
Quintin
Rasmussen
Ratcliffe
Raynal
Reboani
Rocholl
Rok
Rossi
Russomanno
Salgueiro
Santini
Sarbu
Savoini
Schall
Scheftlein
Schekulin
Schipulle
Schlitzer
Schluter
Schumacher-Hildebrand
Seyboth
Veronique
Antonia
Mario
Mario
Jackie
Mette
Hans-Werner
Grit
Alan
Roel
Aoibheann
Marie
Jan
Jan
Paolo
Dick
Risto
Anne-Sophie
Anne
Francesco
Savino
Stefano
Ewa
Odile
Peter
David
Julie
Paolo
Martin
Boleslaw
Stefania
Giorgio
Heitor
Lamberto
Marian
Gianluca
Gunter
Juergen
Manfred
Hans Peter
Giuseppe
Rainer
Christoph
Marie
France/Total
Eu Commission
Isvi Italia
Eu Commisioner For Competition
Be/Ec
Copenhagen Business School
Ueapme
Danish Consumer Council Beuc
Uk/Department For Work and Pensions
Ministry of Economic Affairs
Dept of Enterpris Trade Employment
Department of Work and Pension
Csr Europe
Eur Economic Social Committee
Ministero Del Lavoro
Belgium Amnesty International
Ministry of Trade and Industry
Social Platform
B-Cedac
Bocconi University
Cisl
Bocconi University
Department of The Labour Law
Eu Commission
Danisco Sugar
Uk
Eu Commission Dg Trade/Brussels
Ministry of Labour and Social Affairs
Green G8/ Friends of The Earth Europe
Business Forum
Confindustria
Confartigianato
Cip - Confederation of Portuguese Industry
Uil
Ministry of Labour, Social Solidarity and Family
Ministry of Labour and Social Affairs
Bdi
Eu Commission
Federal Ministry For Economic Affairs and Labour
Ministry For Economics Cooperation
and Development
Confindustria
Belgium Cecop
Ministry of Economics and Labour
Dgb
122
F
B
I
B
B
Dk
B
Dk
Uk
Nl
Irl
Uk
B
B
I
B
Fin
B
B
I
I
I
Pl
B
Dk
Uk
B
I
B
Pl
I
I
P
I
Ro
I
D
B
A
D
I
B
D
D
9. ELENCO DEI PARTECIPANTI
Iscritti al 29 Ottobre 2003
Simerka
Simonelli
Sjostrand
Spada
Stoka Debevec
Suarez Santos
Sumner
Svensson
Szecsenyi
Tencati
Tesch-Segol
Timms
Tonani
Toomsalu
Trillingsgaard
Trogrlic
Usai
Valentini
Van Den Berghe
Petr
Mariarosaria
Roger
Giuseppe
Metka
Roberto
Suzanne
Mats
Rozalia
Antonio
Bernadette
Stephen
Achille
Kaja
Peter
Jean Francois
Giorgio
Sergio
Lutgart
Van Der Leeuw
Van HoogstratenVan Embden Andres
Van Leur
Vana
Vandamme
Villa
Villar Ruberte
Vincenti-Mitchener
Vitali
Walker
Waltke
Warstedt
Willem Hendri
Loes
Alette
Ida
Francois
Michele
Yolanda
Daniela
Luigi
Penny
Natascha
Siw
Waterman
Wildsmith
Williamson
Wolf
Yeter
Zadra
Zamagni
Zickute
Zournatzi
Ditmar
Helen
Janet
Alain
Enis
Giuseppe
Stefano
Laura
Tina
Ministry of Labour and Social Affairs
Ministry of Labour and Social Affairs
Commerce Sector-Belgium Emcef/Etuc
Inail
Molfsa
Ceoe
Sulidar
Sweden Industrifacket
Ministry of Employment and Labour
Bocconi University
Uni-Eu
Uk Department of Trade & Industry
Rina
Confederation of Estonian Trade Unions
Unice/Danish Industries
Cfdt
Confindustria
Lombardy Foreign Trade Center
Rapporteur-Vlerick LeuvenGent Management
School & Belgian Directors Institute
Ministry of Economic Affairs
Cze
I
B
I
Svn
E
B
S
Hu
I
B
Uk
I
Est
Dk
F
I
I
Holland Vno-Ncw / Unice (Sa)
Ministry of Social Affairs and Employment
Confadi
Employment Labour and Social Dialogue
Erm Italia
Eu Commission
Belgium Social Platform
Philos
Rapporteur
Unice
Ministry of Industry Employment
and Communication
Eu Commission
Uk Sif
Tuc
Ceep Belgium
Ministry of Labour and Social Security
Abi
Bologna University
Confederation of Lithuanian Industrialists
Dg Enterprise,Ec
Nl
Nl
I
B
I
B
B
I
Uk
B
The definitive list of Participants will be available on the website www.welfare.gov.it
123
B
Nl
S
B
Uk
Uk
B
Tr
I
I
Ltu
B