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PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XV - n. 36 - DICEMBRE 2012 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO
IL NOTTURNO
Se ancora non avete compreso quanto terribile sarà l’Apocalisse, sappiate che di Cavaliere non ce ne sarà uno, ma quattro!
E’ qui italia?
pene
alternative
da tremonti a monti, da montezuma a montezemolo
senza fine
Non passa la riforma della legge sulla fine del mondo
La sospirata Apocalisse slitta alla prossima legislatura
C
apita che Equitalia recapiti
ai cittadini italiani auguri di
Natale piuttosto costosi. Il più
delle volte sono multe da 40 euro
pagate con un giorno di ritardo
nel 2002 e che, seguendo la quotazione dell’uranio, arrivano a destinazione nel 2012 con una mora
del 700%. E chissenefrega se nel
frattempo è andato in prescrizione
anche il reato di strage volontaria
premeditata.
Al cospetto di queste cartelle –
da 300/400 euro cadauna – il cittadino s’interroga. L’indolenza nel
ritardo del pagamento o la distrazione per non aver colto la simpatica scritta in braille, impressa
col carattere Webdings in corpo
tre virgola cinque, che invitava il
trasgressore a inserire i dati del
conducente, sono certo mancanze da punire con severità. Tuttavia, appare evidente che questo,
unito a Imu, Iva, Tassa dei Rifiuti,
Canone Rai e via succhiando, non
consente a molti cittadini di far
fronte alle gabelle.
Ebbene, perché non si dica che
il Notturno polemizza ma non
propone mai alcunché, ecco una
soluzione. Vista l’insolvenza di
molti concittadini, ci permettiamo
di suggerire una pena alternativa
alla sanzione economica: il carcere.
Uno non vuol pagare il canone?
Un giorno in guardina! Riceve una
cartella di Equitalia da 700 euro
e fa lo gnorri? Una settimana in
isolamento! Siamo certi che le
famiglie lo preferirebbero, anche
per poter impiegare in qualcosa di
utile il bolso convivente licenziato,
spiaggiato come un tricheco narcolettico sul divano di casa e affetto
da flatulenza multipla a placche.
I tempi sembrano ormai maturi:
lo Stato deve mandare gli italiani
in galera.
Va da sé, che il problema dell’affollamento delle carceri potrebbe
rendere necessarie pene ancora
diverse. Un’indagine conoscitiva,
in tal senso, potrebbe stabilire che
gli italiani messi alle strette preferiscono pene corporali, come frustate (tre per il canone, da dieci in su
per la cartella Equitalia, a seconda
dell’importo) o scudisciate sulle
terga. Insomma, il Notturno invoca
pene alternative all’agenda Monti.
A.V.
Napolitano: «Rammarico e preoccupazione per la mancata conclusione dell’umanità» • CASINI:
«Una banale profezia pagana non poteva distruggere il grande centro» • BERSANI: «Nuove primarie per scegliere con quale cataclisma soccombere» • MARONI: «Al giudizio universale degli
elettori andremo soli» • MONTI: «Rimango a disposizione per dare degna sepoltura al Paese»

le ultime parole dell’umanità
C
he sia imminente o soltanto
rimandata, la fine del mondo
comporta una seria riflessione.
Come si congederà l’umanità? Quale
epica frase echeggerà nell’universo dopo che tutti gli abitanti della
Terra saranno usciti di scena? Se ci
pensiamo, la nostra civiltà ha una
responsabilità enorme rispetto alle
precedenti, perché dovrà chiudere
degnamente una storia lunga milioni
di anni. Le ultime parole pronunciate
da un essere umano, come la battuta
finale di un film, dovranno destinare
il mondo all’eterna memoria. Oppure
a un repentino oblio.
Perché l’umanità, in fin dei conti (ed
è proprio il caso di dirlo!), è per sua
natura umana, e si occupa soprattutto di cose umane, quindi molto piccole. Come un ombelico. E la probabilità di non riuscire a guardarvi
oltre, in quel fatidico momento, è
pericolosamente alta.
Ecco alcune delle possibili frasi
che, fortunatamente, non udiremo
quando una delle catastrofi previste
porterà alla fine del mondo.
Credo di aver capito
com’è andata.
Forse Berlusconi
non si fidava dei Maya
Tutti i vulcani della Terra eruttano
contemporaneamente.
“Ava, quanta laaava!”
Il Pianeta è in preda a un’invasione
aliena.
“Troppo tardi. È rimasto poco o
niente.”
Un surriscaldamento accelerato della
Terra porta alla desertificazione.
“Prima vedere soldi, poi dare cammello.”
Una catena di tsunami s’innalza da
ogni oceano.
“… evrybody’s gone surfin’... Surfin’ U.S.A.”
Il Pianeta è colpito da una tempesta
solare.
“Basterà la protezione 50?!”
Un gigantesco meteorite impatta la
Terra.
“Piovono piet…”
Per i più piccini
Nel mezzo del Diluvio universale…
“Noè, torni a bordo, cazzo!!!”
Un blackout elettrico provoca improvvisamente un buio generale.
“E adesso... Bunga Bunga!”
Oppure succederà che dovremo lasciare la Terra così, senza una causa.
E allora, le ultime parole che pronunceremo saranno sicuramente:
“Avrò chiuso la porta?”
Insomma, niente uscite di scena
trionfali. Se in principio fu il verbo,
alla fine ci potremo accontentare al
massimo di una particella pronominale.
Fabrizio Pescara
2
Il mondo è pro(re)gredito
di Alberto Patrucco
cronache
il fondo del barile
di Teo Guadalupi
la terribile
profezia
dei morfani
Il 27 novembre 2013 finirà
il mondo.
Lo hanno detto i Morfani.
Un meteorite che si è staccato
circa 6 milioni di anni fa dal
pianeta Grofner, giungerà sul
nostro pianeta (probabilmente
con Italo visto il tempo che ci
ha messo) e lo disintegrerà.
Puff. Fine del mondo. Game
over. E non si potranno inserire
altre monetine né riavviare il
programma. No, non si può
nemmeno provare a spegnere
e riaccendere. Fine e basta.
Nel frattempo Berlusconi
torna in campagna elettorale
con le stesse promesse del 1994
(e anche le stesse foto), Emilio
Fede fonda un partito che lui
sostiene abbia il 3% ma non si
capisce di cosa, Montezemolo
scende in campo ma non si sa
quale, Bersani vince le primarie
del Centrosinistra e porta una
ventata di novità nella maggior
parte degli ospizi d’Italia ed un
comico degli anni 70-80 si propone come il nuovo che avanza.
Come dite? I Morfani non esistono? Tranquilli, ne abbiamo
bevute di peggio…
“ITALIA PER MONTI”,
spunta il simbolo
Stefano Erre
La redazione
[email protected]
Antonio Galuzzi
Antonio Voceri
Enrico Alberini
HANNO COLLABORATO
Fabrizio Bolivar - Fabrizio
Canciani - Francesco De Collibus
- Stefano Erre - Corrado Giamboni
- Teo Guadalupi - Davide Red
Guernelli - Alessandro Marelli
- Nicola Martinelli - Alfredo
Minutoli - Alberto Patrucco - I
Papu (Andrea Appi e Ramiro
Besa) - Fabrizio Pescara
Stampato in 1.500 copie da Fda
Eurostampa di Borgosatollo (BS).
Distribuito in omaggio.
Il progresso è sempre positivo?
Migliora la nostra vita?
Non sempre. Anzi.
Vediamo qualche esempio.
Primo.
I vecchi treni statali erano in ritardo?
Può essere. Il guaio è che i nuovi
treni privati, non arrivano né prima,
né dopo… Molto semplicemente,
non ci sono. Sono privati del tutto.
E quando ci sono, contengono più
acari che pendolari.
Ah!, le vecchie Ferrovie dello Stato!… Si stava meglio quando si
viaggiava peggio?
Eh sì, pare proprio così.
pieno… e tu non dovevi nemmeno
spegnere lo stereo.
Oggi, devi scendere a trenta gradi
sotto zero, inondarti di benzina,
murare i bambini in macchina per
evitare, soprattutto, il furto della
macchina e il rapimento dei cd, e
sciropparti cinquanta metri fino al
gabbiotto… E tutto questo per risparmiare cinque fottuti centesimi.
Tra parentesi: il consumo di suola
delle scarpe supera i cinque centesimi.
Quarto.
Per non dire dei citofoni.
Una volta, dovendo andare da Mario
Bianchi, sul campanello in oggetto
compariva una scritta illuminata e
illuminante: Mario Bianchi.
Oggi, il più delle volte occorre digitare
una sorta di codice Iban, un’astrusa
combinazione alfanumerica tipo…
MB0034TVTB e infine… tasto con
campanellino.
Quasi sempre sbiadito e quindi indistinguibile.
Secondo.
Oggi per parlare, che so?, con qualche operatore della Stradale in carne
e ossa devi, come minimo, prendere
in ostaggio una scuola.
Chiami e, al termine di spossanti
registrazioni, ti sottopongono tutte
le opzioni che la tastiera consente
– asterisco e cancelletto compresi
– col risultato che, non avendole
memorizzate, sei costretto a riascoltare tutto daccapo.
È estenuante.
Terzo.
Dal benzinaio, un tempo, arrivava
l’addetto, ti puliva il vetro, ti controllava l’olio di default, ti faceva il
Barbara D’Urso tace per oltre un’ora.
Berlusconi è riuscito a migliorare Pomeriggio Cinque.

L’omino degli elettrodomestici
la gelatiera
P
er Natale mi hanno regalato una
macchina per fare il gelato!
È sicuramente costruita in oriente,
però non mi sembrava affatto malvagia. Assieme la fantastica gelatiera era
compreso anche un abbonamento
annuale alla rivista “Nuova Ibernazione” .
L’ho subito tirata fuori dalla scatola
e collegata, non avevo tempo da perdere con il libretto d’istruzioni… è una
gelatiera, servirà mica Carlo Rubbia
per farla andare? L’ho accesa a velocità 3, in corrispondenza della voce
“gelato normale”, mi sembrava un
pochino lenta, l’ho messa a velocità
6, la dicitura recitava “gelato rapido”...
non mi dava ancora soddisfazione,
per testarla bene, l’ho messa al massimo, velocità 28, accanto al valore
numerico, c’erano cinque asterischi
che somigliavano a fiocchi di neve e
la dicitura recitava gelato “modalità
iceberg”.
Una volta accesa ed impostata alla
velocità massima, sono andato nel
negozio sotto casa a prendere gli
ingredienti base per un buon gelato:
latte, panna, zucchero...
Sarò stato via 2 minuti… Come
ho riaperto la porta di casa... fffsss
nevicava!
Sul pavimento c’erano già 2 metri di
neve! In salotto delle renne si stavano
mangiando le mie piante grasse, in
bagno due orsi giocavano a palle di
neve e un terzo spalava e buttava
il sale!
Nel tentativo di raggiungere la
macchina del gelato per scollegarla
dalla rete elettrica, sono stato travolto da una tormenta di neve, nel “bel
mezzo” ho incontrato un mammuth e
un pinguino col cappotto e la sciarpa
che mi guardavano, come per dire...
non ci sono più le mezze stagioni!
Sulla qualità della gelatiera, a me
era venuto un dubbio, non tanto per
la fabbricazione orientale, quanto al
fatto che nella scatola assieme al libretto d’istruzione avevo trovato uno
sky pass, la cartina delle Groenlandia
ed una foto autografa di Reinhold
Messner!
Cosa sia accaduto successivamente
l’incontro con il mammuth resta un
mistero, mi sono svegliato quattro
giorni dopo all’ospedale di Aosta con
Tu, diligentemente, digiti MB0034TVTB… Te lo sei tatuato sul braccio…
Imbrocchi il campanellino e ti risponde… Cacchio!, l’operatore della
Stradale.
Devi aver sbagliato qualcosa.
Allora “ridigiti” e finalmente… Mario
Bianchi ti apre.
Ora sei nel limbo. Ti trovi nell’intercapedine tra il cancello e il portoncino
dello stabile.
Ti avvicini al secondo varco, ovviamente convinto che si sia aperto anche
quello, e invece… lo trovi chiuso.
Devi “riridigitare” il codice di “Missione Goldfinger” e diligentemente
procedi: MB0034TVTB pulsante con
campanellino… Sarà quello sbiadito
di destra o quello sbiadito di sinistra?
Ti va di culo ancora, ma questa volta
risponde… un operatore Infostrada
che ti presenta il nuovo piano tariffario con tanto di opzione “cuori infranti” in offerta… Hai sbagliato di nuovo.
E via, “ririridigiti” e quando Mario
Bianchi finalmente risponde, immancabilmente ti fa: “Chi è?”.
Come, cacchio, chi è?!… Sono lo
stesso di prima! E chi deve mai essere?
E si spalanca l’ultimo baluardo.
Sali le scale, bussi alla porta e Mario
Bianchi finalmente si palesa di persona.
A questo punto… lo mandi affanculo
e torni a casa. Per quella, almeno, hai
le chiavi.
È il progresso, bellezza.
un principio di assideramento.
Uscito dall’ospedale sono andato al
centro d’assistenza tecnica della gelatiera. Il più vicino si trova a Minsk in
Bielorussia, sono 2.250 km da Milano,
ma ormai era diventata una questione
di principio, e poi, nel week end non
avevo un cacchio da fare!
Faccio quasi 2.500 km e nel centro
assistenza trovo un commesso italiano, entro con la gelatiera in mano e
questo come mi vede mi dice...
E’ venuto qui per la gelatiera?
Che intuito, lei chi è il figlio della
Signora Fletcher?
Certo che sono qui per la gelatiera,
è rotta!
Strano, non e mai venuto nessuno a
lamentarsi...
Per forza, gli altri sono ancora tutti
sepolti sotto 2 metri di neve!
Volevo fare un gelato fior di latte e
la gelatiera mi ha coperto casa con 2
metri di manto bianco!
Se faceva il cioccolato sarebbe stato
peggio...
Ma lei prende delle pillole o è cosi di
suo? Questa gelatiera mi ha distrutto
casa!
Lei mi sembra esagerato...
Esagerato? Dalla cucina al salotto
adesso ho una seggiovia e divido il
letto con un gatto delle nevi...
Cosa mangia?
Chi?
Il gatto delle nevi?
Surgelati!
Va be’... Lei è fortunato che ha trovato
me...
In effetti ero indeciso se passare
da lei o andare a farmela riparare da
Archimede...
Perché lei conosce Archimede detto
il Pitagorico?
Scherza? Conosco anche Nonna
Papera, Qui, Quo, Qua, Paperinik, se
viene con me glielo presento, proprio
stasera lo devo incontrare e serve un
volontario per fare un esperimento,
dobbiamo verificare se un corpo immerso in acqua, che riceve una spinta
dall’alto verso il basso e rimane sotto
tanto, tanto, tanto tempo... la finisce
di dire cazzate!
Buone feste a tutti (da Minsk).
Alfredo Minutoli
Abbiamo letto per voi
di Antonio Voceri e Antonio Galuzzi
Anche noi del Notturno siamo voluti venire incontro ai bisogni dei
lettori del terzo millennio. Non sempre, nonostante la buona volontà,
si ha il tempo di leggere. I nostri tempi sono frenetici e riuscire a risparmiare qualche minuto leggendo il riassunto di un’opera letteraria
invece che il testo integrale, può far comodo. Ecco, allora, la nostra
rubrichetta “Abbiamo letto per voi...” che oltre al riassunto in stile
“Selezione”, si pregia di contenere un minimo di critica letteraria.
Buona lettura, o meglio, per guadagnare tempo, buon lettur!
un biglietto
d’auguri natalizi
Gli auguri di Natale affondano le loro radici nel medesimo
terreno dal quale è fiorita l’opera
di John Ronald Reuel Tolkien,
traendo dunque linfa da quella
vasta letteratura new-fantasy, di
stampo anglosassone, che ha fatto
la fortuna, in anni successivi, di
autori quali Joanne Rowling.
Nella parte incentrata sul “Buon
Natale”, l’auspicio declina in formula magica, quasi sciamanica,
facendosi portatrice non tanto
di presagi quanto di una mistica
certezza, quella del “Buon Natale”
appunto. In questa parte, sembra quasi di scorgere elfi e folletti
rincorrersi lungo tetri corridoi di
oscuri manieri medievali o per
gli spazi di verdeggianti distese di
celtica ambientazione, armati di
pozioni benefiche e filtri di buon
viatico. In questo modo, il presagio corre dalla terra d’Albione
su-su fino al Polo Nord, per poi
irradiare del fausto annuncio il
mondo intero.
Vi è poi una corrente letteraria
che propone una versione dell’augurio di Natale più articolata, nella quale al semplice “Buon Natale…” segue “… e felice anno nuovo”. Qui, la portata dell’aspetto
ultraterreno supera la mera contingenza per estendersi all’intero
anno solare. Non è una distinzione da poco, dal momento che sfocia in un approccio esoterico per
certi versi inquietante, proprio
perché fondato su una fanatica
inclinazione alla trascendenza.
io la vedo
così
di Francesco De Collibus
• Provenzano non risponde.
Stavolta nemmeno alle cure.
Non per nulla, di questa corrente
fanno parte autori molto discussi,
messi all’indice dalla Cultura ufficiale in quanto ritenuti contigui a
realtà come il voodoo centroamericano, se non addirittura sedotti
da ritualità d’iniziazione, quasi da
magia nera, tipiche di certe aree
dell’Africa.
A stemperare questa deriva, per
certi versi messianica, ci pensa
un’ultima branca, quella di quegli
autori natalisti che amano arricchire l’opera con: “A te e a tutta
la tua famiglia”. In un colpo solo
si torna ad atmosfere meno tetre
e più tolkieniane in cui la famiglia, da leggersi come Compagnia
dell’anello (non per nulla, alla base
della famiglia propriamente detta
la promessa è suggellata da un
anello), ci riporta alla gioiosa presenza di Hobbit e Folletti.
• Sono ore d’ansia per Bernardo Provenzano. Potrebbe
non diventare mai senatore
a vita.
• Muore Riccardo Schicchi
e torna Berlusconi. Quindi
sono due le tragedie che
colpiscono il mondo del
Porno.
• Berlusconi ospite della
D’Urso trova finalmente la
sua collocazione naturale.
Un programma per gli anziani.
• Staffelli consegnerà il tapiro d’oro a Barbara D’Urso
per l’intervista a Berlusconi.
E’ la controinformazione
secondo Mediaset.
• Berlusconi intanto ha cambiato idea talmente tante
volte che il candidato premier del centrodestra sarà
Heisenberg.
l’ora esatta
Un’opera che tende a cambiare
nel tempo e difficilmente resta
uguale a se stessa, se non in precisi momenti, ma per non più di
un istante.
Pragmatismo allo stato puro,
la lettura non ammette errore né
esitazione. La stesura è in divenire, come pure lo scorrere della
storia che, sebbene si cada nell’errore di prevedere come andrà a finire, non si ha modo di scoprirlo
fino in fondo e mai per intero.
Un’opera concettuale, replica
identica ma temporalmente paradossale di un presente che in
realtà è costantemente passato. Il
mentre muore nel comprendersi.

CHI e’ MORTO OGGI?
di Alberto Patrucco
renato brunetta
Se in questa occasione non suonasse irriguardoso, verrebbe proprio da
dire che a Renato Brunetta, il fu ministro per la Pubblica Amministrazione
e l’innovazione col diminutivo già nel cognome, Tom Cruise avrebbe fatto
una pippa. Il compianto ministro, difatti, è riuscito in un paio di imprese che
il miglior Ethan Hunt, di MISSION IMPOSSIBLE uno, due e tre messi insieme,
si sarebbe sognato. La prima è stata quella di far sentire alto Silvio Berlusconi. E non è piccola cosa. Ma se già questa “mission” può apparire ai limiti
dell’impossibile, la seconda rasenta il pazzesco. La crociata mediatica contro i
fannulloni, annidati in uffici, call center, asili, sottoscala e sgabuzzini, ha infatti
prodotto un effetto che forse nemmeno lo stesso Brunino avrebbe osato
sperare. Ha fatto credere agli italiani più impressionabili che la colpa dello
sfascio del Paese dipende dai lavoratori. E a suon di ovvietà, prive di concrete
applicazioni e amplificate da tutti i gli organi di stampa, ha stimolato la secrezione
di bile dei frustrati da scrivania di quarto
livello, che hanno potuto finalmente veder
vilipeso il fattorino part-time, a progetto,
attardatosi al bar per un Crodino. Gli italiani
si bevono tutto, ma guai se un precario si
scola un bitter. In questo triste momento,
la classe dirigente al completo, dinnanzi
a cotanta abilità illusionistica, partecipa
commossa al lutto. Durante la pausa caffè,
ovviamente.
EPITAFFIO:
“Cacchio, sono finito
fra i fannulloni anch’io!”
3
almanacco

Il Porsche
a metano
Porsche a metano è la storia di un giovane ventenne di
Rimini: l’estate trascorsa tra il
lavoro e le serate con l’amico
Rampino, la musica evergreen anni ’80, le ragazze straniere conosciute mentre si lavora
in gelateria. Zambo, il personaggio centrale, analizza la
società dell’epoca, i valori,
gli interessi e i suoi coetanei,
ma si pone anche domande
sull’universo maschile e femminile. La scrittura è dinamica
e divertente: l’autore infatti
non solo include vocaboli
propri del dialetto riminese ma
anche anglicismi scritti come
noi italiani normalmente li pronunciamo. Le diverse azioni
sono arricchite da riflessioni
riguardanti temi che aggiungono serietà ad un romanzo
particolarmente giovane e
anche un po’ nostalgico.
• Instagram rivenderà le foto
degli utenti senza pagarli. E’
proprio un sito pensato per
i giovani.
• Borghezio: «Il popolo padano ha i coglioni!». D’accordo, ma adesso rimettiti
le mutande.
• Ennesima strage in una
scuola americana. Sempre
più giovani le vittime. Ma
non temete, la politica interverrà quando si sparerà
agli embrioni
• Brunetta dichiara di non
avere i soldi per l’IMU. Per
pagare le tasse ha dovuto
puffare un prestito in banca.
• Grillo banna Flavia Vento
da Twitter. Mi sento come
quando hanno ucciso Martin
Luther King.
• Milano, trovato cadavere dentro l’ippodromo. A
quanto lo danno?
Presentazione: domenica 20 gennaio, ore 17 - Biblioteca di Porto Mantovano. Con Diego De Vincenzi, Davide Longfils, Eugenio Girometti
di Jambo
• Pubblicità ingannevole,
multata la FIAT. Dicevano di
fare auto.
• Hugo Chavez: “Il tumore è
tornato”. Anche da voi?
• Lancio un appello a Monti
perchè riunisca i moderati
italiani. Praticamente un
filtro antispam.
Gianfranco
F ini raduna a Roma
tutto il suo
partito. Prenotati un paio
di tavoli in una
trattoria di Tra-
stevere. (Stefano Erre)
4
cose mai viste
Insicurezze
Marito e moglie stavano tinteggiando il soggiorno. Erano concentrati sul loro lavoro, non parlavano.
Lui si voltò e si vide riflesso in una
finestra. Rimase immobile a fissarsi
per qualche istante, poi si rivolse
alla moglie. Scusa se sono brutto, le
disse. Non fa niente, ti voglio bene
lo stesso, fece lei. Scusa se sono
grasso, le disse. Lo sei sempre stato,
fece lei. Scusami se sono anche calvo, disse lui. Senti Giorgio, fai schifo, lo so, però finiamo ’sta cazzo di
parete!
L’energia cosmica
Non senti anche tu questa energia
cosmica? gli chiese. Dove? Nell’atmosfera, nei colori, nei profumi.
Marta, siamo nel reparto surgelati
dell’Ipercoop. Lo so, ma cerca di
sentire oltre i luoghi, oltre lo spazio,
oltre l’oltre. Ci proverò, prendiamo il
merluzzo? Prendi quello, è il primo
su cui ho posato lo sguardo, e non
può essere un caso. Dici? Certo, tra
milioni di merluzzi quello lì era destinato a finire nella nostra padella.
Per caso stai leggendo quel frocio
di Coelho?
Il commissario Rex
Stava leggendo il giornale sul divano. Sua nonna era lì accanto che
guardava un telefilm. Il volume
della tv era di circa 20.000 decibel.
L’assassino è sicuramente quello lì
pelato, fece la nonna. Lui rimase zitto. Certo che è un bell’uomo il commissario Rex, disse la vecchia. Nonna, il commissario Rex è un cane. Lei
nemmeno lo sentì. Dovrebbe mettersi con la signorina Fletcher, fece
lei. Poi sul video apparve un pastore
tedesco. Ecco che arriva Rin Tin Tin,
disse la vecchia.
5
cose mai viste
Il cheesecake
venuto da Saturno
Salve, urlò Alfio. Sono un cheesecake, vengo da Saturno e voglio un
panino. Al bar tutti ammutolirono.
Chi è questo deficiente? pensarono.
Da dove ha detto che viene? chiese
il barista. Da Saturno, sono venuto a
cavallo di un fax. Ah, capisco… Poi
Alfio estrasse dalla giacca un cucchiaio di legno puntandolo verso
l’alto. Esplosione atomica, gridò tra
lo sgomento generale. Quindi pagò
e uscì col suo panino. Gli amici l’avevano osservato da fuori. Ora gli dovevano 10 € a testa.
Due vecchi in veranda
Era una calda notte di primavera. Sam e Jack stavano fumando
in tranquillità, seduti in veranda.
L’oscurità copriva il solito terribile
orizzonte. Si sta proprio bene, eh?
Serata fantastica, erano settant’anni che non ne vedevo una così, disse Jack. Solo Frankenstein potrebbe
rovinarcela, disse Sam. Speriamo ci
lasci in pace almeno stasera, disse
l’altro. Cosa fate ancora in piedi voi
2? Filate subito a dormire! ordinò
l’infermiera dell’ospizio. Maledetto
mostro, mormorò Sam.
Nomi
Viveva con tre gatti. Suo nipote era
andato a trovarlo. Belli i tuoi gatti. Come si chiamano? Qui, Quo e
Giovanni, rispose lo zio. Il nipote lo
guardò strano. Come Giovanni? gli
chiese. Dai, vieni che ti faccio vedere i miei due canarini, disse lo zio
cambiando discorso. Uno era magro come una matita, l’altro grasso
come un vitello. Quello magro si
chiama Stanlio, disse lo zio. Il nipote cercò di trattenersi, ma poi glielo
chiese. E quello grasso? Umberto
Smaila, gli rispose.
6
La Strenna
buono a sapersi
Critica Cinematografica a cura di Nick Martinelli
a proposito di fine del mondo
21-12-2012 La profezia dei Maya (2011)
di Jason Bourque
Un editor di libri ed un’archeologa cercano il
misterioso autore di alcuni romanzi profetici.
Quando lo scrittore viene trovato morto, l’uomo ottiene un dispositivo che gli permette di
vedere il futuro, con un imminente disastro
geologico che distruggerà per sempre il pianeta Terra.
Maya (1988)
di Jambo
di Marcello Avallone
Un vecchio archeologo trova la morte durante
una spedizione nello Yucatan, mentre esplorava la piramide di Xibalbay. Sua figlia si reca
sul posto per indagare e scopre che il padre
è stato assassinato ma non da un comune
mortale bensì dalla reincarnazione di un’antica
divinità maligna.
Il binomio Maya-horror è sempre in agguato
anche se questo con la fine del mondo c’entra
come i cavoli a merenda… Trailer http://www.
youtube.com/watch?v=doZnQJt3450
la classifica
erto che non per dire, ma il
C
2012 è stato un anno strano.
A Tokio un pompiere è stato con-
dannato a dieci mesi di reclusione
per aver messo un gatto morto
in un cassetto della scrivania del
proprio capo e nella tasca della sua
uniforme escrementi di cane. Etsuo
Maeda ha giustificato il proprio gesto dicendo che il superiore aveva
ingiustamente favorito un collega. E’
stato riconosciuto colpevole di aver
“ostacolato lo svolgimento regolare
del lavoro”. Il suo comandante
infatti, turbato dal brutto scherzo,
aveva dovuto abbandonare il posto
per l’intera giornata. La cosa più
strana è che la situazione descritta
risulta essere al 15° posto nella
classifica dei desideri dei lavoratori
dipendenti.
Invece nella classifica delle cose
da fare prima che finisca il mondo,
secondo un sondaggio dell’associazione Mantovani su Marte, al primo
posto c’è: “Chiamerei le persone
cui mi sento più legato per dire
loro che sono stati importanti per
me”. Al secondo: “Manderei a quel
paese quelli che non sopporto”. Al
terzo: “Mangerei tutte le cose che
mi piacciono”. Secondo i risultati
dell’associazione Amici dell’IPod
nano, al primo posto c’è: Un nuovo
IPod nano; al secondo: Un nuovo
cellulare; al terzo: Il Mummiotto di
nuovo in politica.
Nella classifica offerta da un ipermercato nuovo, al primo posto c’è
sempre il Vangelo e al secondo “Io
credo se vedo”, almeno secondo
Bersani (il cantante). Che si raccomanda di non sollevare mai tutte le
dita dalla realtà, non potendo però
fare a meno di cantare una canzone di cui non riesce a dimenticare
il testo. Eccola, eccola: “Compra
le pentole da Morelli Mirko in via
Toscana 14/A, davanti al cinema
Settebello di Cesena: Morelli Silvio
in persona ti regalerà un’altra pentola. Vieni a trovarci se vuoi con tutta
la famiglia, porta gli amici che hai
anche domenica e se abiti da solo
potresti fidanzarti con le commesse
che sono selezionate per te.”
Al 2013 magari ci arriviamo lo
stesso. Certo che non per dire ma
il 2012 è stato un anno impegnativo
fra cataclismi, politici, spread, che
io non ho ancora ben capito cos’è,
ma cosa ci interessa a noi dello
spread?
Sporchi di luce
di Fabrizio Canciani
Un racconto di Fabrizio Canciani
e 27 fotografie in bianco e nero di
Carmine Pepe.
Ispirato da una storia vera, raccontata all’autore da un vecchio
partigiano milanese. Con un finale
che, fortunatamente, non aderisce
alla realtà, ma racconta come sarebbero potute andare le cose. Questo a
sottolineare la stupidità delle guerre,
la fragilità della vita, le conseguenze
imprevedibili, e anche un po’ assurde,
delle proprie scelte.
Le fotografie di Carmine Pepe, scattate nel presente, hanno il compito
di riportarci alle atmosfere di Milano
negli anni della guerra, di mostrarci,
oggi, i luoghi che hanno avuto un
ruolo nel periodo bellico, i “segni”
lasciati, spesso inconsapevolmente,
intatti, a futura memoria.
Perché non ci si dimentichi come
sono andate realmente le cose.
• Certo Silvio che hai cambiato idea più
volte tu dello zio di Avetrana...
• Dopo sole 5 ore di faccia a faccia,
Berlusconi e Alfano trovano il compromesso: si alle primarie ma con un
unico candidato.
• Fine del mondo, 21.12.2012... d’altronde non si poteva pensare di passare
indenni il quindicesimo dalla vittoria
dei Jalisse a Sanremo.
• Freddo e disoccupazione. “Italia nella
morsa del gelo polare”. Ma se stamattina non avevo nemmeno il vetro della
macchina ghiacciato quando mi sono
alzato. A mezzogiorno.
Curse of the Maya (2004)
di David Heavener
Il Dott. Jeffrey e la sua giovane compagna Reneè, si trasferiscono in una casa acquistata su
internet, situata in una landa desolata. Fin dal
primo giorno Reneè comincia ad avere strane
visioni che le comunicano ciò che era accaduto ai precedenti proprietari dell’abitazione: i
vecchi residenti, una famiglia di discendenti
della civiltà Maya, sono stati sterminati a colpi
di fucile da un misterioso assassino. In breve
tempo cominciano ad accadere strani eventi,
un inquietante sole rosa compare nel cielo e
i defunti Maya tornano in vita. Come sopra.
Film completo qui: http://www.youtube.com/
watch?v=y20vIjl-rgo
Collana FIORI NERI
Todaro Editore
Fiori Neri, un progetto ambizioso,
unire immagini e parole, mettere insieme due sensibilità, due punti di vista,
su uno stesso tema o una medesima
suggestione: chi descrive con le parole
e chi suggerisce con le immagini. Le
immagini non sono corredo al testo e
il racconto non vuole essere commento
alle immagini. A volte saranno sulla
stessa lunghezza d’onda, altre saranno
visioni personali e non condivise. L’importante è che il mood sia comune, le
atmosfere riconoscibili, o le tematiche
affini. Maggiore è la libertà di interpretazione, maggiore sarà l’impegno
a produrre qualcosa di originale e
personale. Le immagini possono raccontare una storia e le parole possono
generare un’immagine: l’unione delle
due, può sortire un effetto che moltiplica il risultato. Perché Fiori Neri? Fiori,
perché sbocceranno a caso, quando
saranno pronti, senza urgenza o tempi
di scadenza. Neri, in quanto in bianco e
nero, spesso noir, ma non solo, e poi...
perché ci piaceva! Così come ci piaceva
l’idea di produrne un numero limitato
di copie, e quindi abbiamo scelto un
numero palindromo, 1001. Ne saranno
stampate al massimo 1001 copie, tutte
numerate. Saranno acquistabili solo direttamente da noi (dal sito o durante le
manifestazioni), non in libreria, questo
per riuscire a realizzare un prodotto di
alta qualità a un prezzo ragionevole.
Per l’acquisto on-line:
http://www.todaroeditore.com/
sporchi-di-luce-2/
2012 (2009)
di Roland Emmerich
Nel 2009, in un centro di ricerca indiano situato
nelle profondità di una miniera di rame, viene
rilevata un’improvvisa variazione dell’emissione dei neutrini solari e il conseguente surriscaldamento del nucleo terrestre. La scoperta
viene studiata dal giovane scienziato Adrian
Helmsley, che stima il pericolo dei primi effetti
sulla crosta solo nel lungo periodo e decide
perciò, in accordo con gli interessi dei consiglieri del governo americano, di studiare un piano
di evacuazione mantenendo il segreto sulla
futura minaccia globale. Dopo soli tre anni,
invece, il mantello terrestre comincia a fondere
e sulla costa californiana appaiono le prime
gigantesche crepe. Jackson Curtis, scrittore
di romanzi di fantascienza di scarso successo,
se ne accorge mentre si trova in campeggio
coi due figli presso il parco di Yellowstone. Là,
il lago si è completamente prosciugato e un
conduttore radiofonico pazzoide diffonde in
diretta aggiornamenti sull’imminente fine del
mondo... Il film,ormai un classico, è da vedere
il 21 dicembre con una mano costantemente
appoggiata nelle parti basse e sperare che
spariscano dalla faccia della terra solo gli Stati
Uniti… Previsto anche un sequel, quando lo
faranno lo sanno solo i Maya…
hai sentito?
brunetta
non è riuscito
a pagare l’imu
• Clamoroso! Berlusconi ritratta di
nuovo e non si candida. Aveva capito
le prossime erezioni...
Berlusconi è fidanzato:
lei gli vuole bene
e lui la ricambia!
• Da piccolo avevo un amico immaginario. Capelli biondi e lunghi, indossava
sempre pantaloni a zampa d’elefante,
una camicia psichedelica o a fiori, una
grande collana al collo con il simbolo
della pace. Gli avevo anche dato un
nome: Claudio, l’hippy.
• (Transgender) Si, d’accordo, hai ragione, non sono più quello di una volta, sto
perdendo smalto. Ma per quale motivo
hai messo l’acetone nel dispenser del
sapone?
• Dal celodurismo ai grillini: ne avrà
beneficiato l’immagine del maschio
mediterraneo italiano in Europa?
• Tempi di crisi: la mia auto ormai dopo
tanti anni ha sempre dei problemi. Il
meccanico mi ha detto che devo sostituire la cinghia. “No no”, gli ho detto io
“troppo caro. Tirare la cinghia e basta”.
• (Musica e messaggi subliminali) Sovente, durante le profonde meditazioni
notturne, mi chiedo: cos’avrà mai voluto
dire Gianluca Grignani con quel “Ti
raserò l’aiuola”? - E ancora: cos’avrà
mai voluto dire Tiziano Ferro con quel
“Ho levigato la tua assenza solo con le
mie braccia”?
• Ebbene sì, lo ammetto: anch’io lodo
Alfano.
• Soppresse le primarie il Pdl pensa ora
ad un mega party elettorale. Previste
importanti personalità: la culona del
Bundestag, l’abbronzato di Washington, Martin Schulz il kapò, la nipote di
Mubarak. Champagne e Cialis per tutti!
• Candidatura Berlusconi, forte preoccupazione nel Pd. Bersani: “Cosa potremo
inventare questa volta per perdere?”
Casini si dice
preoccupatissimo
dal ritorno
del Cavaliere.
Adesso
non sa più
con chi
stare!
si vede che
lo sportello
era troppo in alto
Lui è fatto così:
le fidanzate
le ricambia spesso...
Padre versus Preside
A Avanti! Buongiorno, venga
pure. Piacere: Appi.
B Salve, Besa.
A Prego, si accomodi. Ho preferito
chiamarla perché al telefono è meglio evitare di dire certe cose che…
B Ha fatto benissimo, non si preoccupi.
A Sa, quando si tratta di rapporti
tra scuola e genitori preferisco sempre il contatto diretto…
B Sì, anch’io nel mio lavoro su
questioni delicate preferisco guardare le persone negli occhi…
A Non voglio farle perdere tempo,
vengo subito al sodo signor preside;
l’ho fatta chiamare perchè il suo professore di italiano ci sta dando molti
problemi. Mio figlio non sa più cosa
fare con lui…
B Sì… capisco la sua preoccupazione, sta dando problemi anche a
noi… sono 20 anni che è precario,
adesso avrà l’esame di abilitazione
per entrare in ruolo ed è molto stressato…
A No no senta, non cominci
subito a giustificarlo; quelle sono
questioni tecniche, esterne. Il problema è che non sa insegnare; è prof di
italiano e non sa l’italiano.
B Non è che non lo sa…
A No, preside; lui non sa comunicare in italiano…
B E’solo pigro, timido, svogliato…
comunica un po’ così, son d’accordo
con lei… si accontenta, diciamo… E’
un po’ approssimativo.
A Non sa neanche cosa significhi
la parola approssimativo.
B Ha un vocabolario ristretto, ha
ragione; usa quelle 15, 20 parole,
e spesso anche a sproposito… le
usa… le mima più che le usa, le
drammatizza, ecco…
A Sì ma signor preside non sei
obbligato a insegnare italiano, se
non ne hai voglia; puoi fare un altro
mestiere!
B Però scusi, è sicuro che non sia
suo figlio ad avercela col mio professore? Perché, a quanto mi dicono;
suo figlio è sempre attento, prende
appunti, fa domande, alza la mano
continuamente, insomma, come
si fa a lavorare così? Un professore
per insegnare deve esser lasciato
in pace, si intimidisce, così si sente
preso di mira!
A Mio figlio fa quello che fanno
tutti gli adolescenti: trova la sua
identità.
B E la trova stando attento in
classe, scusi?
A Ma via preside, sa anche lei
come sono i ragazzi di oggi; disciplinati, studiosi, pieni di senso critico.
Che poi, a parte il prof di italiano,
ho visto oggi il nuovo professore di
storia…E’ entrato in classe con mezzo culo fuori; ha i pantaloni che non
sono a vita bassa, sono a ginocchia
alte. E poi i capelli lunghi e sporchi,
le scarpe senza lacci… Mio figlio mi
ha detto che ascolta sempre l’ipod,
anche in classe, signor preside…
B Ma non dà fastidio, usa sempre
le cuffiette; anche la sambuca la
beve di nascosto, che io sappia…
io di lui non posso dir niente, un po’
perché non c’è mai, un po’ perché
anche quando c’è è assente.
A Preside: questo qui entra in
classe, apre la Gazzetta e dice ai
ragazzi: fate quel cazzo che volete!
Ma si può?
B Beh, è anche un modo per
responsabilizzarli… ormai son grandini.
A Ma la storia mio figlio da chi la
impara?
B La storia? Converrà con me che
la storia si ripete, basta aver pazienza…
A Allora, visto che la pensa così…
parliamo del tedesco preside.
7
dialoghi
i Papu
di Antonio Galuzzi
B Ah io ho fatto spagnolo! Poco e
da autodidatta.
A Della professoressa di tedesco
signor preside.
B Ehhh… posso avere un caffè?
A Senta…
B Poco zucchero per cortesia.
A Parliamo della professoressa di
tedesco…
B Ho notato anch’io che usa un
trucco un po’ pesante… mi ricorda
un po’ Nina Hagen…
A Non sto parlando del trucco…
B Parla dell’abbigliamento? Eh, lei
dice che il tacco 15 fa risaltare le calze
a rete ceh sta bene con la minigonna
corta a coprire giusto giusto le mutande, quando le mette, perché ho
visto che certe volte…
A Non sto parlando neanche di
quello!
B Ho capito: i tatuaggi… beh sui
polpastrelli non ne ha, per ora…
A Non tergiversi… sa bene cosa
intendo dire…
B Ho capito; i piercing! Non mi
dica che anche lei è come quei
moralisti che dicono che sembra
un’espositore di brugole.
A Sto parlando della pronuncia!
B Beh, però sulla lingua non ne
ha!
A Le mancano dieci consonanti,
preside! I tagli alla scuola han tagliato anche le consonanti alla sua
Prof? le manca anche la k, che non è
marginale nel tedesco.
B Sa che della k non mi ero accorto…
A Come fa a insegnare tedesco
una così?
B Se è qui è perché ha vinto un
concorso.
A Dove l’ha vinto il concorso, ad
Arcore?
B in tutta sincerità le dirò che
all’inizio neanche io pensavo fosse
tedesco quello che parlava. Appena
l’ho vista, con tutte quelle brugole
addosso, ho pensato che fosse
una dell’Ikea venuta a metter su le
mensole Lagerback… e comunque
tenga presente che il tedesco è seconda lingua.
A Ah! A proposito, e il supplente
di inglese quando arriva?
B Eh, quando arriva?
A Glielo sto chiedendo io.
B Cosa vuole che le dica; qua
siamo come le foglie del vento sugli
alberi... come gli irti colli della cavallina storna… chi lo sa quando arriva
e se arriva?
A A proposito; il vecchio professore è tornato a casa?
B Sì, sì…
A Sta meglio?
B Anche se è ancora lunga eh!
A Immagino… Eventualmente dà
lezioni a domicilio?
B Sì. Il suo.
A Ah non può uscire di casa?
B Eh no! Con l’accusa di tentata
strage è difficile eludere i domiciliari…
A Peccato perché mi piaceva
B Invece mi scusi ma le devo
chiedere una cortesia; suo figlio ha
mica bisogno di ripetizioni di matematica?
A Beh, no!
B Neanche qualche amico?
A Mmhhh
B Non conosce nessuno di quelli
un po’… quelli da compagnia che
vanno in giro a far casino…
A Mah… tra gli amici di mio figlio
no di sicuro…
B Ho problemi con il professore
di matematica; non sappiamo più
cosa fare. Sta tutto il giorno a studiare, sempre in sala insegnanti,
sempre che ripassa. Gli abbiam fatto
l’abbonamento alla gazzetta dello
sport ma lui niente. Il vicepreside
gli ha detto scherzando: prof, ma
vada a puttane una volta. Uhhh se
l’è presa. E si è chiuso in se stesso
ancora di più. Adesso assieme a dei
colleghi stiamo cercando di portarlo
fuori, sabato lo abbiamo convinto ad
andare alla Sala bingo…
A Beh, è giusto… Bingo, numeri,
matematica…
B Si è divertito, sembra… ha anche vinto 200 euro… il vicepreside
ha ribadito sul serio la proposta della
puttana.
A Con questi professori non si sa
mai cosa fare… Comunque lo chiederò a mio figlio. Un ultima cosa; mio
figlio apprezza la disciplina ma il prof
di ginnastica forse ne sta abusando.
B Protesta anche per la ginnastica? Via, per due ore la settimana non
è mai morto nessuno.
A Finora no ma far ginnastica a
meno venti, a petto nudo, gridando:
spezzeremo le reni ai froci della 5ª B!
non mi sembra educativo.
B Perché non conosce quelli della
5ª B…
A Senta, tornando al prof di italiano e poi la lascio: cosa pensa di fare?
Io vorrei che lei prendesse qualche
provvedimento…
B Non lo manderò in gita.
A Non volevo arrivare a tanto, non
voglio rovinare una persona…
B Ne parlerò all’insegnante di
ginnastica, potrebbe escogitare
qualche punizione corporale…
A Questo già mi soddisfa di più;
mi fa piacere che dica così perchè
all’inizio mi era sembrato non ostile
ma un po’ prevenuto. La ringrazio
di essere venuto. Parlarsi fa sempre
bene. Io sono sempre stato un fautore del dialogo tra scuola e famiglia.
B Ha ragione; l’importante alla
fine è capirsi. Vuole fare due tiri?
A Molto volentieri. (esce un pallone da basket)
B (esce una canna)
di Jambo
• La sala d’incisione era piena
zeppa di musicisti. Si registrava
il tutto esaurito.
***
• Occhio alla linea, disse il rimmel.
***
• Il pittore realista dipinse un
quadro preciso della situazione.
***
• Fuori della stanza si sentiva un
brusio: erano le voci di corridoio.
***
• Il cuoco stava molto ma molto
male ed è andato a casa prima. Ci
ha lasciato le penne.
***
• La toilette era presa d’assalto da
un mucchio di persone. Era un
bagno di folla.
***
• La sala d’attesa era piena di
maniaci sessuali. «A chi tocca?»,
chiese il medico.
***
• Il nuotatore anticonformista
andava contro corrente.
***
• I ladri rubarono l’incasso della
balera mentre l’orchestra suonava
e la gente ballava. Andò tutto
liscio.
***
• Il proprietario del Bingo era
proprio in gamba: si vedeva che
aveva dei numeri.
***
• Il baro sfigato aveva tutte le carte
in regola.
***
• L’innamoratissimo intraprendente: «Vuoi vedere la mia collezione di farfalle nello stomaco?».
***
• Il grissino era sempre disponibile, altruista, obbediente… Era
proprio buono come il pane.
***
• «Le fa male se tocco qui? E qui?
E qui? E qui?». Al dottore piaceva
calcare la mano.
***
• Declamarono le nuove regole al
lebbrosario. «E chi ha orecchie per
intendere, intenda…».
***
• Avevano rubato tutto, in cucina.
Anche le macchie sul fornello.
Era stato senz’altro un colpo di
spugna.
***
• L’auto lo sorpassò. Era sua moglie con un altro uomo, che fece
un gestaccio. Gli aveva fatto le
corna.
***
• Gli agrumi andarono insieme a
fare compere. «Questo funziona
bene?» chiese l’arancia. «Garantito al limone!». «E a me?» disse
triste il mandarino.
***
• Il phon è rotto ma io me ne frego. Non mi fa né caldo né freddo.
***
• Il parassita all’amico: «Ti piace
il mio cane? È nuovo di zecca».
***
• Il monco era proprio uno sfaticato. Non alzava mai un dito.
***
• Pretendeva di attaccare il quadro
al muro con lo scotch. Roba da
chiodi!
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