Un ponte dall`Italia all`Albania per formare `in loco` gli infermieri e

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Un ponte dall`Italia all`Albania per formare `in loco` gli infermieri e
Comunicato stampa n. 5
Un ponte dall’Italia all’Albania per formare ‘in loco’ gli infermieri
e migliorare la sanità del Paese
IN 10 ANNI LA SCUOLA DI ELBASAN HA FORMATO 300 INFERMIERI ALBANESI
L’iniziativa fa parte del progetto “Italia-Albania: un mare, due rive” promosso dalla Provincia
italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione e dall’Ipasvi
Un totale di circa 300 giovani infermieri laureati in 10 anni di attività. È il risultato ottenuto dalla
Scuola universitaria “Elena Gjika” di Elbasan, in Albania, dedicata alla formazione di
personale infermieristico con lo scopo di colmare la grave carenza di questi operatori sanitari, ma
anche di offrire ai giovani albanesi l’opportunità di accedere a percorsi formativi qualificati senza
emigrare dal proprio Paese. E tutto questo grazie al contributo di un nutrito gruppo di docenti
italiani che ancora oggi rimangono la maggioranza, nonostante ci sia stato l’inserimento di diversi
docenti ‘locali’. L’iniziativa si inserisce infatti nel progetto “Italia-Albania: un mare, due rive”
promosso dalla Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione.
La Scuola “Elena Gjika” è stata istituita il 5 dicembre del 1994 nella città di Elbasan, un centro di
circa 30mila abitanti distante 60 Km da Tirana o meglio, viste le condizioni delle strade, a circa
due ore dalla Capitale. La titolarità della Scuola, subito riconosciuta dal ministero della Sanità
albanese, nel 1995 viene trasferita ad un organismo non profit albanese, la Fondazione Nostra
Signora del Buon Consiglio, che ha uno statuto autonomo e assume la gestione dell’intero progetto
e delle attività ad esso collegate, che si svolgono in stretto collegamento con le Autorità albanesi.
Dal 1994, ogni anno sono stati ammessi ai corsi 30 nuovi studenti e dal 1997 ad oggi ogni anno se
ne sono diplomati altrettanti.
La situazione sanitaria dell’Albania. Anche se in costante via di miglioramento, la situazione
sanitaria e sociale dell’Albania permane ancora oggi difficile. Il Paese è tra i più poveri d'Europa e
alla popolazione, di circa 3milioni e trecentomila abitanti, non sono garantiti i servizi sanitari
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essenziali. Sono ancora diffuse malattie già debellate da decenni negli altri Stati europei, quali la
tubercolosi, la poliomielite, le patologie trasmesse per via oro-fecale.
Particolarmente gravi appaiono le condizioni di vita nelle aree rurali, ma anche nelle zone urbane le
strutture sanitarie, nonostante l’impegno sostenuto per migliorarle, sono sottoposte a grandi tensioni
perché devono far fronte ai flussi migratori che spingono la popolazione a spostarsi in massa dalle
campagne verso le città.
I medici sono 1.3 per 1.000 abitanti, ma anche gli infermieri risultano molto al di sotto delle
medie registrate negli altri Paesi europei: 3.7 per 1.000 abitanti, contro la media di 6.9 per 1.000
stimata dall’Ocse nel 2003. Ma un decennio fa le condizioni dell’Albania erano ancora più critiche:
ed è in questo contesto di povertà e di arretratezza che nasce l’idea di costituire una scuola per la
formazione degli infermieri professionali.
La Scuola e le attività formative. La Scuola universitaria di Elbasan è ospitata in un moderno
edificio posto al centro della città; le aule sono ben attrezzate: dispongono di materiale e strumenti
per le esercitazioni e le simulazioni, di una biblioteca, di sussidi didattici moderni e di computer.
L’attività didattica non si è mai interrotta, nemmeno in occasione dei gravi disordini del 1997 e
della crisi che in quegli anni ha sconvolto l’intera area balcanica. Nel 1999 l’Albania ha accolto più
della metà dei 700mila profughi albanesi in fuga dal Kosovo, che vi rientreranno, pur tra mille
difficoltà, al termine della guerra. In quel periodo l’emergenza assistenziale appare in tutta la sua
drammaticità e conquista l’attenzione dei media internazionali, ma per sparirne ben presto.
I programmi e gli ordinamenti didattici dei corsi della Scuola sono di tipo universitario e il titolo è
riconosciuto nei Paesi della Comunità Europea. La didattica prevede 4600 ore di studio, suddivise
tra teoria e tirocinio clinico svolto negli ospedali e in strutture territoriali.
I costi per l’iscrizione e la frequenza ai corsi della Scuola universitaria di Elbasan sono minimi.
Questo permette l’accesso anche a studenti particolarmente disagiati, che provengono dai villaggi
più poveri. Tra loro, numerose ragazze. La condizione femminile in Albania è particolarmente
penalizzata e la possibilità di frequentare un corso di elevata specializzazione rappresenta per loro
una tappa fondamentale del percorso di emancipazione. In particolare alle ragazze viene offerta
anche la possibilità di essere ospitate nel convitto annesso alla Scuola. Le 20 studentesse che ogni
anno usufruiscono di tale opportunità vengono scelte in base al merito e al basso reddito familiare.
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La presenza di giovani che provengono da ogni provincia dell’Albania e che professano religioni
diverse (molti sono i musulmani, pochi i cattolici e gli ortodossi) fa della Scuola universitaria di
Elbasan un vera e propria “palestra” di integrazione culturale. La Scuola è conosciuta in tutto il
Paese, come testimonia la grande partecipazione alle prove di ammissione da parte di giovani che
ambiscono ad entrarvi: ogni anno sono circa in 170/180 a presentarsi per l’esame di ingresso. Alla
difficoltà di far svolgere agli studenti adeguati tirocini clinici, in quanto le strutture e i mezzi degli
ospedali albanesi risultano scadenti, si supplice organizzando per gli studenti del terzo anno stage in
ospedali italiani. Questa esperienza consente loro di venire a contatto con realtà operative di elevata
qualità e di accrescere la loro preparazione.
Le altre iniziative in terra albanese. Ma la Scuola per infermieri di Elbasan funge anche da
“volano” a numerose altre iniziative: nel 1998 a Tirana è nato l’Istituto di specializzazione delle
professioni sanitarie, riconosciuto dal Ministero della sanità albanese. L’Istituto ha dato subito
avvio ai corsi di specializzazione in assistenza chirurgica in camera operatoria e ai corsi per
caposala (Afd). Oltre che sulla clinica, il progetto “Italia-Albania” punta infatti anche a incidere sui
modelli organizzativi del sistema sanitario albanese, particolarmente arretrato: i nuovi “caposala”,
inserendosi nelle strutture sanitarie producono effetti positivi sull’efficienza dei servizi.
La Scuola di Elbasan e l’Istituto di specializzazione di Tirana sono coordinati per gli aspetti
scientifici dal Polo universitario infermieristico “Luigi Monti” dell’Idi di Roma, che collabora
anche ai momenti organizzativi e svolge una continua attività di consulenza: alcune attività
didattiche interattive e seminariali vengono condivise tramite collegamenti telematici per via
satellitare.
A seguire, nell’anno accademico 1999/2000 viene istituito il primo corso per logopedisti in
Albania. Nel 2000 viene attivato un corso di aggiornamento professionale in Ostetricia e
Ginecologia e nel 2001 il primo corso di laurea per fisioterapisti, figure professionali fino ad
allora totalmente assenti in Albania. Contestualmente vengono proposti anche dei corsi semestrali
in Sanità pubblica, finalizzati a formare infermieri esperti nella prevenzione e nell’educazione
sanitaria.
La Scuola per infermieri di Elbasan costituisce di fatto il primo determinante passo per la nascita e
il riconoscimento dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana, a cui oggi
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fanno capo, per l’area sanitaria, le facoltà di Infermieristica, di Medicina, di Odontoiatria, di
Farmacia e di Management sanitario.
E l’investimento nella formazione si integra strettamente con lo sviluppo delle attività assistenziali e
sanitarie. Molti giovani laureati trovano occupazione negli ospedali, nel Policlinico universitario,
nei distretti territoriali, nei villaggi e presso i poliambulatori di Fier e Tirana, istituiti dalla stessa
Fondazione Nostra Signora del Buon Consiglio. Importanti Università (come Tor Vergata, Bari e
Bologna) e autorevoli ospedali italiani si sono aggregati man mano al progetto e collaborano
stabilmente con le diverse facoltà e con il Policlinico universitario, in via di costruzione su un
terreno di 5 ettari donato a tale scopo dal Governo albanese, che accoglie così una pressante
richiesta espressa da Madre Teresa di Calcutta.
Un Ordine degli infermieri anche in Albania. Le “nuove leve” di infermieri formatisi
nell’Università hanno dato impulso alla costituzione dell’Associazione degli infermieri albanesi,
che attualmente si sta trasformando in vero e proprio Ordine professionale. L’istituzione
dell’Ordine professionale si pone l’obiettivo di realizzare una maggiore autovigilanza e
autoregolamentazione dei propri iscritti nei campi della formazione, dell’esercizio professionale e
dei comportamenti deontologici, ponendo la professione infermieristica a garanzia del diritto alla
salute dell’intera popolazione.
La Federazione nazionale Ipasvi, organismo di rappresentanza della professione infermieristica
italiana, fornisce un contributo rilevante al processo di costruzione del nuovo Ordine, mettendo a
disposizione dei colleghi albanesi la propria esperienza.
7 aprile 2006
Capo Ufficio stampa e comunicazione Ipasvi: Emma Martellotti
Ufficio Stampa Adnkronos Comunicazione Addetto stampa: Alina Pinelli - Tel.06-5807567 Cell. 338 7408884
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