piacevole sacrificio

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piacevole sacrificio
FANFICTION su NARUTO
PIACEVOLE SACRIFICIO
9 capitoli + prologo + epilogo (conclusa)
Note: NC-18 – Yaoi - Lemon
Autrici: Tigrotta e Gatta767
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. –
PROLOGO
Erano passati alcuni giorni da quando Naruto, Sasuke e Sakura avevano passato la prima prova ed erano
entrati nella foresta della morte, ma ancora i tre genin non erano riusciti a trovare una soluzione. Infatti, il
secondo test per passare l’esame dei chunin riguardava una prova di sopravvivenza dove i partecipanti oltre
a sopravvivere per cinque giorni nella suddetta Foresta della Morte dovevano raccogliere due rotoli: il
Rotolo del cielo e il Rotolo della terra. Ad ogni modo, mentre i tre stavano discutendo sul da farsi,
improvvisamente comparve un mostro che cominciò ad attaccarli, ossia un serpente gigantesco sormontato
una kunoichi del Villaggio dell'Erba. In realtà questi, si rivelò essere Orochimaru uno dei tre Sennin
Leggendari. Bandito da Konoha molti anni addietro, il cui scopo attuale, era quello di impossessarsi di
Sasuke e distruggere il villaggio. Difatti, in complicità con il Villaggio della Sabbia durante la terza prova
portò avanti un attacco a Konoha, ma i suoi piani furono tutti scombinati da Naruto che oltre a prendersi il
marchio maledetto al posto dell’Uchiha riuscì a fronteggiare il ninja Gaara scoperto essere un Jinjuriki
come lui. Alla fine, anche se non tutto era andato secondo i suoi piani, Orochimaru decise di provare a
sfruttare a suo favore il fatto che il corpo marchiato fosse quello del contenitore del Demone Volpe, ovvero
Naruto. Perciò inviò il Quartetto del Suono, già utilizzato durante l’attacco a Konoha, a recuperarlo. Questi
proposero al ninja biondo di andare con loro se desiderava che il loro Sensei rinunciasse per sempre ad
utilizzare Sasuke come contenitore per la sua anima, dato che quello attuale era stato danneggiato dalla
Tecnica del Terzo Hokage. Infatti, a rischiò della vita, Sarutobi aveva sigillato le tecniche del nemico nel
proprio corpo. Naruto lasciatosi convincere e animato dal desiderio di proteggere Sasuke da quell’essere
spregevole decide di sacrificarsi al suo posto e seguirli.
CAPITOLO UNO
Pioggia, fredda e maledetta, cadeva sul suo corpo impregnando i vestiti e colando giù fino al fondo della
sua anima. La pelle bruciava ancora, effetto collaterale del sigillo maledetto che Orochimaru gli aveva
posto sulla spalla molto tempo prima e che Kyuubi tentava con ogni mezzo di contrastare. Naruto scostò
con la mano i capelli biondi, appiccicati sul volto. Il ragazzo si stava muovendo ad alta velocità attraverso
la foresta, allontanandosi dalla Valle della Fine.
FLASCHBACK
Qualche ora prima…
Naruto Uzumaki stava camminando verso le porte del villaggio con una aria seria che non gli si era mai
vista, inoltre lo zaino che portava sulle spalle e contenente tutto i suoi averi era un chiaro simbolo della sua
scelta: lasciare Konoha. Da quelle parti per puro caso stava passando Sakura che notato il compagno e il
suo strano atteggiamento decise di seguirlo per poi pararsi davanti a lui e parlargli. L’unico motivo per cui
il ragazzo si fermò era il fatto che lei gli stavano sbarrando la strada, altrimenti avrebbe proseguito come se
nulla fosse.
- “Naruto, baka! Che stai combinando?” – chiese a quel punto la kunoichi curiosa di capirne l’intenzioni.
- “Sakura-chan…Fa conto di non avermi visto” – gli rispose Naruto aggirandola
- “Ma guarda il futuro Hokage che fa scappa?” – ribattè sarcastica avendo notato il suo zaino
A quel punto, Naruto si volse nella sua direzione e con un tono duro che mai le aveva rivolto la gelò.
- “No! Va in cerca di più potere…Perché mi sono stanco di elemosinare rispetto, l’otterrò con la
forza…Addio” – gli comunicò Naruto prima di proseguire
Sakura spiazzata dal comportamento del biondo non seppe che fare finché prese a correre in direzione del
Palazzo dell’Hokage e dopo pochi minuti, sfrecciando poi all’interno dei corridoi ne raggiunse l’ufficio
sperando di trovarci il proprio sensei. Invero Kakashi Hakate si trovava lì e stava discutendo dello strano
comportamento di Sasuke e Naruto con la Godaime Tsunade, altro Sennin leggendario che da poca aveva
preso il posto del vecchio Sarutobi a Capo del Villaggio. Ad ogni modo, Sakura non prese tempo a bussare
e si precipitò dentro.
- “Kakashi-Sensei... Naruto sta lasciando Konoha e…” – sbottò la ragazza per poi fermarsi a prendere
fiato e proseguire dicendo – “mi ha detto cose senza senso”
- “Calmati e spiegati?” - chiese Tsunade, alzandosi dalla sua scrivania.
- “Dice che vuole più potere” – disse a quel punto Sakura
Kakashi e Tsunade si scambiarono un’unica occhiata, annuendo all’unisono. I loro sospetti alla fine si
erano rivelati fondati, solo che era successo l’imprevedibile. Ma se di mezzo c’era Naruto lo avrebbero
dovuto in ogni caso mettere in conto, infatti si aspettavano che quello tentato di raggiungere Orochimaru
sarebbe stato l’Uchiha e non di certo lui. A questo punto, lo Hokage fece
chiamare ed ordinò a Shikamaru Nara, da poco promosso chunin, di creare
una squadra per la missione di salvataggio di Naruto. Il ragazzo reclutò i
seguenti membri: Sasuke, Choji Akimichi, Neji Hyuga e Kiba Inuzuka.
Prima di partire, Sasuke giurò sulla sua stessa vita che avrebbe riportato
indietro il Dobe costi quel che costi. Durante l'inseguimento ognuno dei
componenti della missione si fermò per combattere contro un membro del
Quartetto, non con poche difficoltà. Infatti, i ninja di Konoha si ritrovarono
in pericolo di vita, ma in loro supporto giunsero per fortuna i ninja della
Sabbia, ora loro alleati, ossia Gaara, Temari e Kankuro. Nel frattempo,
Sasuke, a cui era stato permesso di proseguire nell’inseguimento di Naruto,
si ritrovò alla Valle dell’Epilogo a dover combattere contro di lui. La scontro venne affrontato da entrambi
al massimo delle forze, il biondo richiamò a se il chakra della Volpe a nove code mentre il moro decise di
utilizzare al massimo lo Sharingan e il Chidori, da poco appreso da Kakashi. Tuttavia lo scontro si
conclude con la vittoria di Naruto, anche grazie all’influsso del marchio di Orochimaru.
FINE FLASCHBACK
I Flash dell'ultima battaglia comparivano ancora nella sua mente, turbata da quanto accaduto, infatti il volto
del suo migliore amico, la determinazione della sua voce, i suoi occhi chiusi, le sue labbra calde, sfiorate
solo per pochi secondi, solo per sentirne il sapore, ancora una volta, l'ultima. Il ricordo di quel tepore
veniva ricacciato nell'oblio, insieme a tutto ciò che era inutile e superfluo. Il suo destino lo attendeva. Non
vi era tempo per indugiare, nessun ripensamento era concesso. Lo faceva per salvare Sasuke.
- “Sono qui per prendere il suo posto” – disse Naruto con tono deciso mentre fissava il suo interlocutore.
L'uomo dalla pelle bianca e liscia fissò interessato l'Uzumaki. Gli occhi gialli percorsero il fisico asciutto
del ragazzo. Quel corpo sarebbe stato suo, assieme al potere che celava.
- “Saggio da parte tua venire da me” – sogghignò Orochimaru per poi aggiungere - “O forse...
imprudente?”
- “Non mi importa qual'è il prezzo da pagare” - ringhiò sfrontato il Biondo - “Voglio solo che tieni le
tue
luride
zampe
lontano
da
Sasuke.
Tutto
il
resto
non
conta.”
- “Te lo prometto! Inoltre ho deciso che ti allenerò ” - la serpe si passò la lingua sulle labbra per poi
sibilare viscido - “Ma tu sai bene che cosa ti chiedo in cambio. A me serve un corpo, che contenga il
mio spirito, e il dono che celi….voglio anche quello!”
- “Non mi importa di quello che sarà di me dopo” - sputò Naruto mentre gli occhi si iniettarono di
sangue
- “Kukuku” - la risata fredda del sennin riecheggiò nell'aria mentre questi si voltava e poi dire “Seguimi”
Lo condusse all'entrata di una grotta, poco distante dalla foresta in cui si erano incontrati. Quel ragazzo
aveva davvero qualcosa di unico se era riuscito a scovarlo senza difficoltà. Si fermò all'ingresso di
quell'antro roccioso.
- “Entra” - ordinò Orochimaru per poi aggiungere - “Troverai una stanza. Là ci sono i tuoi nuovi vestiti,
vesti degne di un mio allievo. Ora devo sbrigare una questione urgente, ma tornerò a prenderti
presto.”
Naruto non disse nulla, si limitò a guardarlo per pochi istanti con aria infastidita dall'ordine, capendo che
non sarebbe stato l'ultimo che gli veniva dato e scontrandosi con l'evidenza: avrebbe dovuto obbedire a
quell'essere che tanto lo disgustava, tuttavia questo era l’unico modo per proteggere Sasuke. Si diresse
verso il buio avvolgente della grotta senza dire una parola, scomparendo presto allo sguardo di Orochimaru,
che osservava bramoso i suoi movimenti. Il suo corpo lo affascinava sopra ogni misura, avrebbe preservato
la sua bellezza dalla vecchiaia e dal decadimento, ma non era solo questo: quegli occhi due pozze azzurre
in cui potevi perderti e quell’aria così pura che non aspettava altro che essere macchiata dalla sua violenza,
corrotta dal suo veleno nero, lacerata dal suo morso. Frattanto Kabuto, che lo aveva raggiunto in quel
momento, interruppe bruscamente i suoi pensieri.
-“Sensei! È sicuro della sua scelta?” – chiese per poi aggiungere - “L'Uzumaki ha un carattere
imprevedibile, testardo, potrebbe persino diventare pericoloso.”
- “È proprio questo che rende la cosa eccitante... lo educherò al rispetto, domerò questa sua natura e
lo sottometterò a me...” – disse Orochimaru mentre i suoi occhi ambrati si strinsero sino a diventare due
fessure crudeli
Il servo lo guardò, scosso da un impercettibile brivido. Sapeva bene come il sennin era solito dominare, lo
aveva provato più volte sul suo stesso corpo, nei momenti in cui la violenza si amalgamava alla lussuria. Il
suo padrone amava la ribellione, solo per poterla sedare a modo suo, possedendo le vittime a suo
piacimento, come un serpente che stritola la preda mentre quella si agita tra le sue spire, lottando per la
libertà. Era certo che anche nel caso di Naruto non si sarebbe comportato in maniera differente.
- “Farà tutto quello che dirà il suo Sensei pur di proteggere il suo amichetto” – prese a dire per poi con
un sibilo aggiungere - “Avere il suo corpo è la cosa migliore che mi potesse capitare.”
- “Cosa intende fare con lui per ora?” - chiese Kabuto a quel punto per poi dire guardando le mani del
maestro, pallide ed immobili, le braccia abbandonate lungo i fianchi - “Non può compiere il passaggio
ora, ma il suo corpo è così...”
Orochimaru lo fulminò con lo sguardo. Le sue condizioni attuali non erano certamente le più favorevoli,
ma non permetteva al suo subordinato di insinuare una sua debolezza.
- “Allenerò Naruto! Più forte diventerà lui, più forte sarò io quando avrò il suo corpo. Ma per ora mi
accontenterò
di utilizzarne un altro.” - ringhiò Orochimaru
- “Come desidera!” - cominciò l'uomo dai capelli argentei per poi proseguire dicendo - “Farò combattere
fino alla morte le nostre cavie…Chi ne uscirà vivo avrà l’onere di ospitarla.”
- “Sarà sufficiente! Ora va” - fece in tutta risposta mentre il volto del nukenin si dipinse di un ghigno
sadico prima di aggiungere – “Per quel che concerne il nostro giovane Uzumaki avrà bisogno di un po'
di tempo per riprendersi.”
Nel frattempo, la dove prima c’era stata battaglia, tutto tace. Nella mente di Sasuke immagini sfocate,
immagini astratte, voci lontane, boati del veto, rumore della pioggia che cade e un solo nome inciso nella
mente. .
- “Naruto…” – sussurrò l’Uchiha prima di sprofondare completamente nelle tenebre.
CAPITOLO DUE
Kakashi correva come un pazzo tra la pioggia alla ricerca dei ragazzi e senza neanche accorgersene era
giunto alla Valle dell’Epilogo. La pioggia continuava a picchiettare senza sosta sul suo corpo,
bagnandolo da capo a piedi. Emise qualche respiro più profondo degli altri, recuperando fiato. Quello che
vide gli fece stringere i pugni con rabbia. Sasuke era a terra. Un lieve rivolo di sangue scivolava dalle sue
labbra. Si guardò attorno,ma nessuna traccia di Naruto, purtroppo. Si chinò poi sul moro e constatò che
respirava ancora, sebbene a fatica. Doveva portarlo via da quel posto, aveva bisogno di cure. Non poteva
preoccuparsi di Naruto, la sua priorità ora era Sasuke. Qualche ora più tardi, all’interno dell’ospedale di
Konoha l’Uchiha cominciò a svegliarsi. Appena prese conoscenza incominciò a guardarsi intorno per
cercare di scandagliare il posto, per poi accorgersi di avere delle bende attorno alle mani e anche al viso,
inoltre non era solo in quella stanza. Difatti Kakashi era rimasto tutto il tempo a vegliarlo.
- “Ti sei svegliato finalmente!” - disse il jonin che se ne stava appoggiato alla parte immerso nella lettura
del suo libro preferito.
Sgranò gli occhi e in un attimo balzò a sedere, ma gemette di dolore dovendosi portare una mano alla
tempia. Accidenti a lui e ai suoi movimenti improvvisi, si ritrovò a pensare. Kakashi si avvicinò subito a lui,
ponendogli una mano sulla spalla.
- “Sta calmo! Ti ho trovato privo di sensi. Hai qualche costola incrinata e di certo la testa non è
messa meglio” – fece l’uomo scostando la mano.
- “Dov’è lui?” - chiese a quel punto Sasuke, ma si scontro con il silenzio, perciò ripeté alzando il tono
di voce - “DOVE DIAVOLO E’!?”
-“Non
lo sappiamo! Ho trovato solo te” - rispose impassibile Kakashi. In realtà dentro era
amareggiato dal fatto di non aver impedito che i due si scontrassero e che Sasuke si trovasse in quelle
condizioni.
Il moro strinse tra le dita le lenzuola e l’argenteo non si stupì nel notare le nocche diventare bianche.
Capiva benissimo la rabbia che il suo allievo stava provando, per lui era lo stesso. Naruto se n’era andato, li
aveva lasciati aveva gettato alle ortiche l’intero team 7 e tutto il lavoro fatto per guadagnarsi il rispetto
degli abitanti del villaggio. L’uomo sussultò quando vide Sasuke tentare di alzarsi in piedi, subito gli
afferrò le spalle, costringendolo a rimanere a letto.
- “Non puoi assolutamente alzarti! Devi rimanere sdraiato e riposare” – disse Kakashi con tono
severo.
- “Non posso starmene a letto quando quel dobe se n’è andato da quella serpe di Orochimaru” iniziò a dire Sasuke con tono irritato per poi aggiungere scoraggiato – “E tutto a causa della mia
debolezza”
- “Se ti alzi ora rischi un’emorragia interna! Se ci resti secco chi lo riporterà indietro!? - gli rispose
l’altro per poi dire mentre gli faceva una carezza sulla testa – “Ma ora fa il bravo e dormi un po’ ”
-“Maledizione!” - sbottò il moro seguendo il consiglio di Kakashi.
A questo punto, si stese sul letto, chiedendo gentilmente al jonin di lasciarlo solo. Voleva riposare, voleva
riflettere. Il jonin annuì prima di alzarsi ed abbandonare la stanza. Sasuke rimase lì, in silenzio ad osservare
il cielo che ormai era diventato completamente nero per via delle nubi che l'avevano invaso. Non c’era più
nessuna traccia d’azzurro, solo grigio e si ritrovò a pensare… “Azzurro! Gli occhi di Naruto”.
- “Lo giuro…te lo giuro, dobe…ti riporterò indietro…non importa quanto tempo ci vorrà…ti
riporterò a Konoha…dovesse costarmi la vita… - disse prima di chiudere gli occhi e riposare.
Il nuovo giorno giunse anche troppo presto per l’Uchiha che spalancò gli occhi e in un attimo si alzò a
sedere. Gemette di dolore a quel gesto così improvviso e lanciò un’imprecazione sottovoce, doveva stare
attento. Ad ogni modo, in quel preciso momento una testa rosa fece capolino dalla porta chiedendo il
permesso di entrare.
- “Sasuke-kun! Si può?” – fece Sakura varcando interamente la soglia e avvicinandosi al letto.
- “Fa come ti pare!” – gli rispose Sasuke indifferente come al solito.
- “Stai meglio?” - chiese lei.
Per tutta risposta lui fece un cenno con la testa senza dire niente mentre Sakura ripresa a parlare.
- “Non devi essere così triste! Vedrai che lo ritroveremo, ma in effetti...senza di lui fra i
piedi...potremmo fare le missioni solo io e te” - disse Sakura timidamente mentre guardava il pavimento
Sasuke si alzò di scatto dal letto e non voleva far vedere a lei che aveva ancora male, in ogni caso si diresse
verso la finestra per poi intimarle di andarsene.
- “Vattene immediatamente da qui!” - disse con tono duro Sasuke
- “Ma... Sasuke...” – balbettò Sakura lo guardandolo con gli occhi lucidi.
- “Adesso......” – proferì lapidario l’altro e rivolgendogli uno sguardo di ghiaccio.
Su quelle parole Sakura abbandonò di corse la stanza, il viso inondato di lacrime. Lungo il corridoio che la
condusse fuori dall’ospedale intravide il suo sensei a cui di certo non sfuggì il suo stato. Ad ogni modo,
Kakashi non aveva tempo per consolare le pene d’amore della sua allieva, aveva da mantenere calmo un
animo pronto ad esplodere da un momento all’altro per cui con la sua solita calma si diresse da Sasuke.
Una volta arrivato entrò senza bussare ricevendo un rimprovero dal moro.
- “Eh, in ritardo!” – pronunciò secco Sasuke.
- “Vero! Ma tu non dovresti ancora muoverti, sai”- l’ammonì il jonin.
- “Tzk! Non trattarmi come un moccioso…Allora che si sta facendo per ritrovare il dobe?”- chiese a
questo punto l’altro.
-“Tsunade-sama ha mandato degli Anbu a cercarlo”- gli rispose il Kakashi.
- “E come mai tu non sei andato con loro?”- domandò il moro mentre tornava verso il letto.
- “Perché ora la mia missione sei tu”- iniziò a dire l’uomo per poi aggiungere - “Sasuke passerai la
convalescenza a casa mia e appena avrai riprese le forze io ti aiuterò a raggiungere la potenza che
desideri...Come la userai sarà affare tuo, accetti?”
- “Accetto!” – rispose senza esitare l’Uchiha.
Fu così che si trasferì nell’appartamento di Kakashi il giorno seguente. Nel frattempo, lontano da Konoha
Naruto aveva iniziato i suoi allenamenti, anche se quel giorno oltre a quelli gli fu imposto da Orochimaru
di prestarsi ad un esperimento. Infatti, era nella sua nuova stanza steso sul suo letto,
pensando e ripensando al suo ormai vecchio villaggio. Molto probabilmente ormai
era stato dichiarato un nukenin, ma non gli importava. Nondimeno sospirò sonoramente, un pensiero fisso
non l’abbandonava da quell’addio burrascoso: Sasuke Uchiha. Se lo conosceva bene, e lo conosceva, lui
non avrebbe mai rinunciato all’idea di riportarlo indietro. Era più che certo, prima o poi, si sarebbero rivisti.
A questo punto, scosse violentemente la testa, quello non erano né il momento né il luogo adatto per
pensare a queste cose. Lui ora si trovava nel covo di Orochimaru e doveva pensare solo a sopravvivere,
inoltre si disse, sarebbe stata anche un’ottima occasione per diventare più forte. Quel Sennin traditore
poteva anche essere un bastardo unico, ciò nonostante doveva riconoscere che sapeva il fatto suo, un
vantaggio per lui. In ogni caso, per Naruto il migliore sarebbe rimasto, il caro Ero-sennin. Ad un tratto
scattò a sedere quando sentì la porta della sua stanza venire aperta e quando vide Kabuto far capolineo
all’ingresso della stanza subito si mise a sedere.
- “Pensavo avessimo finito per oggi?” – disse il biondo guardandolo interrogativo.
- “Poche chiacchiere! Orochimaru-sama vuole vederti. Seguimi - fece l’altro voltandosi senza aspettare
che Naruto lo seguisse.
Il caro subordinato della serpe, di malavoglia si stava occupando di preparare Naruto a quello che sarebbe
seguito dopo. Infatti era sempre dell’idea che Sasuke Uchiha sarebbe stato sicuramente
più gestibile di quel dannato Jinchuuriki, ma a quanto sembrava, l’idea di controllare un Bijuu
potente come quello della Volpe era per Orochimaru un’occasione troppo grande per
lasciarsela sfuggire e chi era lui per interferire nelle decisioni del suo signore? Quando entrambi giunsero
di fronte al Sennin, Naruto rabbrividì appena nel notare il ghigno presente sulle labbra del bastardo.
Osservò
Kabuto
inchinarsi
appena
e
uscire
di
nuovo,
laccandoli
soli.
-“Naruto-kun! Benvenuto nel mio laboratorio” – prese a dire Orochimaru mellifluo.
-“Perché mi hai fatto chiamare?”
– rispose questi calmo
-“Kabuto mi dice che ti stai comportando bene, ma devo essere sicuro di una cosa”- ribattè l’altro
sempre con il solito tono sdolcinato.
A quelle parole Naruto inarcò confuso un sopracciglio. Quelle parole, nemmeno lui sapeva bene il motivo,
non gli piacquero per niente. Lo sguardo che, successivamente, gli rivolse il suo nuovo sensei fu in grado
di farlo rabbrividire. Quando, poi, mostrava quel sorriso completamente folle, non sapeva davvero cosa
pensare.
- “Sicuro di cosa?” – chiese Naruto a quel punto.
Dopo quella domanda passarono soltanto pochissimi istanti. Durante questo lasso di tempo così breve
Naruto si ritrovò sbattuto violentemente con la schiena addosso alla fredda e ruvida superficie del muro. La
mano del Sennin stretta con rabbia attorno al suo collo mentre si lasciava scappare, senza riuscire a
trattenerlo, un lieve gemito di dolore. I suoi occhi si scontrarono ancora una volta con quelli di Orochimaru,
e quel dannato sguardo non lo rassicurava nemmeno un po’.
- “Devo essere sicuro di poterlo controllare” – fece l’uomo mentre compieva un operazione che il biondo
non riuscii a vedere.
-“C…controllare…?”…AGH” - iniziò a dire esitante prima di gemere di dolore
Infatti, sentì qualcosa entrare in contatto con la pelle del suo braccio, qualunque cosa gli avesse iniettato
Orochimaru ora gli toglieva il respiro. Gli era chiaro ormai che quel maledetto bastardo aveva intenzione di
renderlo letteralmente uno straccio solo per i verificare se poteva davvero prendere il controllo su di lui e
sulla volpe. Si sentì uno sciocco. Aveva proprio ragione Sasuke. Era solo un dobe. Chiuse gli occhi con
forza. Digrignò i denti. Cercò in tutti i modi di isolarsi da quel maledetto dolore. Kyuubi sembrò accogliere
la sua silenziosa richiesta e attorno a lui non vi fu più nulla, se non il dolce tepore del buio più completo.
Quando più tardi riaprì gli occhi, gli ci vollero dei minuti buoni per capire che era stato nuovamente portato
nella sua stanza. I muscoli gli dolevano e stava faticando come poche volte nella sua vita per sollevare
anche
solo
un
braccio. Quando riuscì nel suo intento non si stupì nel notare le decine ecchimosi sulla pelle, l’aveva
ridotto peggio di un colabrodo. Ad ogni modo, era veramente stanco e gli occhi gli lacrimavano per il
desiderio che avevano di chiudersi. Tutto il suo corpo lo stava implorando di riposare . Parallelamente a
Konoha, Sasuke si agitava nel letto, muovendosi di tanto in tanto, mentre sul suo volto era presente
un’espressione irrequieta. Le sue ferite non erano guarite del tutto e i movimenti così bruschi di certo non
l’aiutavano. Infatti si sveglio di colpo e si portò una mano alla testa, sospirando sonoramente. Ancora una
volta lo stesso incubo, frasi e parole. Immagini nulla, solo il buio da quando Naruto se n’era andato la sua
mente aveva completamente bloccato il ricordo del loro scontro. Sebbene fosse avvenuto solo pochi giorni
prima se adesso gli chiedessero di raccontarlo lui non saprebbe rispondere. Non poteva andare avanti così,
avrebbe finito con l’impazzire completamente. Non si stupì quando si accorse di essere completamente
sudato, fare quei dannati incubi ogni notte non l’aiutava. Aveva perso Naruto, aveva perso il suo sole. Ora
lui era come quel bambino che, nel suo paragone, era fermo a casa ad osservare tristemente le nuvole che
riempivano il cielo. Con la pioggia il piccolo non poteva uscire a giocare. Così era Sasuke. Senza il suo
sole non poteva più vivere alla giornata. Da quando apriva gli occhi a quando si riaddormentava nella sua
mente c’era solo un pensiero: Naruto. Voleva riportarlo indietro, ma in questo stato Kakashi si era rifiutato
di allenarlo. Si maledì da solo, perché ogni volta che qualcosa di terribilmente importante accadeva nella
sua vita si dimostrava sempre troppo debole. Odiavo doverlo ammettere, ma suo fratello aveva ragione, era
un inetto. Non riusciva mai a concludere nulla. Tutti questi anni passati
ad allenarsi…a cosa erano serviti? Dopo anni aveva finalmente creato
un legame con un’altra persona, ed ora questo legame era di nuovo
stato spezzato. A questo punto, si alzò in piedi e sentì il petto dolergli
leggermente ma non vi diede peso. Prima di tutto aveva un bisogno
impellente di una doccia, odiava essere così sudato. Iniziò a sciogliersi
le bende sulla fronte. Erano le uniche rimaste. Tutte le altre erano state
tolte pian piano. Ma, secondo i medici, quelle sulla testa sarebbero
dovute rimanere per ancora un po’ di tempo. Ignorò volutamente quei
pensieri, era stufo marcio di quel riposo forzato e di quelle bende,
aveva una obiettivo da realizzare, portare a casa il suo dobe. Così si
diresse verso il bagno per poi spogliarsi completamente. Quando la sua
doccia era al termine Kakashi fece il suo ingresso nel bagno. Il moro
non si accorse di lui girato come era di spalle, finché non senti qualcosa
andare ad avvolgerlo e un petto caldo.
- "Prima regola se vuoi che ti alleni....” –sussurrò il jonin all'orecchio
di Sasuke mentre l’abbracciava da dietro e avvolgendogli in vita un asciugamano bianco per poi continuare
- "Chiudi la porta del bagno o rischi che ti salti addosso"
A questo punto, Kakashi prese di peso l’Uchiha e lo riportò nel suo letto e dopo aver osservato con cura il
suo corpo si abbassò la maschera per baciarlo. Tutto questo senza che Sasuke facesse niente per fermarlo.
CAPITOLO TRE
Erano ormai passate due settimane da quando Orochimaru aveva prelevato il chakra a Naruto per poter
studiare le risposte di Kyuubi se le veniva avvicinato un flusso estraneo. Intanto, Naruto si stava allenando
in una sala dalle cui pareti continuavano ad essere sparati kunai in tutte le direzioni e lui doveva schivarli.
Era già migliorato da quando aveva iniziato, le ferite erano diminuite di numero e Kyuubi le faceva
rimarginare in fretta. Kabuto lo osservava spesso... cercando di capire perchè il suo maestro abbia
comunque scelto lui invece di rimuovere il sigillo maledetto e rapire Sasuke: era goffo e pasticcione... non
era per niente adatto a racchiudere l'essenza di Orochimaru. Mentre era immerso nei suoi pensieri una
nuvola di fumo gli apparse davanti, Kabuto si mise in posizione di difesa e iniziò a far fluire chakra alle sue
mani, era pronto ad attaccare. Dalla nebbia apparve un ragazzo dai lunghi capelli neri, legati, con un abito
molto conosciuto, era Itachi Uchiha dell'Akastuki. Naruto si distrasse un secondo per vedere chi fosse, poi
si riconcentrò sui kunai che arrivavano, uno lo ferì di striscio ma continuò senza problemi a schivare i
successivi, Kabuto intanto aveva abbassato la guardia.
- “Oh Kabuto... sei sempre così allerta” - disse Itachi sogghignando ma l’altro non rispose.
Così Itachi iniziò ad incamminarsi verso il laboratorio di Orochimaru quando i suoi occhi caddero su quel
biondino che continuava a saltellare e con l'aiuto dei cloni a spostarsi più rapidamente
- “Hey! Chi è quel ragazzino?” – chiese lui incuriosito
- “E’ Naruto Uzumaki, di Konoha, ora è un nuovo allievo
del maestro” – gli rispose Kabuto mentre Itachi inclinava la
testa incuriosito
- “Mhh! E che ci fa un ragazzino di Konoha come allievo di
Orochimaru? E questo abbigliamento da dove arriva?” chiese Itachi leccandosi le labbra e percorrendo con lo sguardo
il corpo dell’Uzumaki.
- “Mi scuso Itachi-san ma non posso rivelarle questa scelta,
per l'abbigliamento, è stato scelto personalmente da
Orochimaru-sama” - disse Kabuto abbassando lo sguardo.
Nessuno dei due si accorse che Naruto rallentando i suoi
movimenti aveva potuto seguire a grandi linee la loro
conversazione capendo che il nuovo arrivato era il fratello di
Sasuke, quel fratello che aveva sempre odiato e che voleva
morto per vendicare il resto della sua famiglia. A questo punto,
si fermò di colpo a fissarlo, ma a riportarlo alla realtà fu il
dolore del ferro dentro la propria carne, difatti un kunai gli si era conficcato nella coscia destra. Il sangue
scendeva imperterrito dalla gamba mentre Naruto stava per cadere a terra. Tuttavia, in un attimo qualcosa
lo prese e lo portò via dalla mira degli altri kunai, era tra le braccia di Itachi, ed ora si stavano guardando
negli occhi. Il biondo era spaventato, la mano di Itachi corse dai suoi fianchi alla sua nuca e tenendolo
stretto lo baciò. Naruto rimase basito, poi appena l'altro lo lasciò si sedette a terra e si estrasse il kunai.
- “Domani sarò di nuovo pronto per gli allenamenti!” - disse sorridendo a Kabuto.
Questi si limitò a fare un cenno di capo prima di proseguire la strada per andare nel laboratori di
Orochimaru mentre Itachi si attardò a fissare ancora il ragazzo, i loro sguardi si incrociarono nuovamente.
Soddisfatto riprese a seguire Kabuto e dopo aver camminato tra lunghi corridoi tutti uguali questi si fermò
davanti ad una porta dove bussò e una voce dall'altra parte diede loro il permesso di entrare. Tuttavia
Kabuto aprì la porta e se ne andò silenziosamente mentre i due iniziavano la loro discussione.
- “Allora Itachi-san cosa ti ha portato qui?”- disse Orochimaru appoggiandosi al bancone delle fialette
che stava studiando
- “Ho ordini da Pain” - fece l'altro appoggiandosi con una spalla alla parete e incrociando le braccia
mentre Orochimaru fece un cenno con la testa. Poi Itachi continuò dicendo - “Vuole radunare tutti i
Jinjuriki, non ha ancora dato specifiche direttive ma è meglio muoversi in fretta....”
A questo punto, il Sennin si irrigidì, era lui che stava trattenendo Naruto, in quanto contenitore di Kyuubi,
il suo futuro corpo, ed ora Pain lo voleva. Glielo avrebbero potuto portare via facilmente, inoltre lui aveva
appena finito gli esperimenti sul chakra rosso, ed aveva scoperto che nel 99,8% dei casi il cambio del
corpo sarebbe venuto senza complicazioni. Con la coda dell'occhio notò la fialetta contenente il chakra di
Kyuubi e cercò subito di nasconderla, tuttavia era troppo in vista e Itachi la notò per poi sogghignare..
- “Ecco cosa non poteva dirmi Kabuto! Tu qui stai nascondendo un Jinjuriki…Ma per quale motivo
lo starai facendo?” - sogghignò di nuovo per poi aggiungere - “Non vorrai mica usare quel ragazzino
come prossimo contenitore? Serve a Pain”
Ci fu una lunga pausa nella quale l’Uchiha si avvicinò pericolosamente a Orochimaru prima di dire
dell’altro.
- “Oh, no?!” - sorrise beffardo mentre attendeva una risposta dall’uomo.
Orochimaru sapeva che non avrebbe avuto problemi a difendersi da Itachi, ma se Pain lo avesse scoperto
per lui sarebbe stata sicuramente la fine, doveva essere molto astuto su come giocare quelle ultime frasi.
- “Cosa vuoi in cambio del tuo silenzio?” – disse Orochimaru sospirando.
- “Sicuramente non possiamo farlo sparire! Si sa che esiste Kyuubi, e quindi si sa che ha un
contenitore, e anche che non possiamo lasciarti il corpo, perchè senza Kyuubi Naruto morirebbe” cominciò Itachi soddisfatto e concluse dicendo – “Potrebbe essere l'ultimo Jinjuriki di cui ci
occuperemo, ma un giorno lo reclameremo, che sia il tuo corpo oppure no!”
La serpe cercò di ribattere ma le parole gli morirono in gola, non aveva nessuna argomentazione valida con
cui poter replicare.
- “Per ora IO allenerò Naruto per diventare il tuo contenitore... o per far diventare Kyuubi più
potente” – fece Itachi staccandosi dalla parete.
L'altro lo guardò con sguardo incerto, c'era sicuramente qualcosa sotto, però in un momento simile non
poteva fare altrimenti, quindi fece un cenno del capo. Itachi prima di andare gli illustrò le sue condizioni.
- “Bene... un ultima cosa, i miei allenamenti saranno dove deciderò io, quando deciderò io e che
nessun altro mi segua... non fate più allenare Naruto fino al mio ritorno, se insisterà ditegli che il suo
sensei sta cercando di arrivare da lui il prima possibile...” – disse mentre si leccava nuovamente le
labbra e sorrise compiaciuto.
A questo punto, abbandonò quel luogo buio illuminato solo con candele dalle luci tremolanti e pensava già
a come allenare il biondo.
CAPITOLO QUATTRO
Sasuke si stava ancora allenando. Era aggrappato ad un'asta issata ad un paio di metri da terra facendo
flessioni ad un ritmo allucinante teneva le gambe piegate ad angolo retto e incrociate tra loro. I capelli neri
erano leggermente spettinati, il viso mascherava bene lo sforzo, mentre i muscoli del torace, addominali e
braccia si tendevano e si contraevano spasmodicamente, illuminati dalla luce morente, che rendeva quel
corpo bianco come la luna una visione eterea. Kakashi sbuffò e gli rifilò un’occhiataccia alla quale, Sasuke,
non poté ribattere.
- “So che vuoi diventare più forte nel più breve tempo possibile…Ma vedi di non esagerare può
rivelarsi controproducente” – lo rimproverò con tono velato il jonin.
- “Tzk! Se tu ti decidessi ad insegnarmi qualcos’altro oltre che farmi fare stupidi esercizi con la
katana” – fece Sasuke continuando ad eseguire i suoi esercizi.
- “Te l’ho già spiegato ti servirà per ciò che verrà dopo” – gli rispose paziente Kakashi.
Sasuke stavolta non rispose si limito a riprendere con più concentrazione la serie di flessioni che gli
mancavano per terminare il suo programma di allenamento. Programma iniziato due settimane addietro,
ovvero subito dopo quell’incidente. Infatti, avevano classificato così l’episodio i due, anche se in realtà
quel bacio aleggiava come uno spauracchio pronto a sbucare nel momento più inatteso. Ad ogni modo, fu
un attimo la mano destra perse la presa, il corpo stava per reagire preparandosi all’atterraggio di fortuna
quando qualcosa si intromise.
- “Sai svenire fra le braccia di un uomo è una prerogativa delle donne” – iniziò l’uomo per poi
aggiungere - “Ma tu sei cento volte meglio”
-“Idiota di un jonin, perché dovrei fare una cosa simile?!” – sbottò l’altro allontanandosi.
Kakashi di scatto lo tirò per un polso e con un rapido movimento l’aveva fatto piegare facendo sì che
l’unica cosa che gli impedisse di colpire il suolo fossero le braccia attorno alla sua vita e il braccio che gli
sorreggeva il capo, infine azzerò la distanza tra le loro bocche, o quasi.
- “Voglio averti Sas'ke, più e più volte” – iniziò a dire Kakashi mentre l’Uchiha sussultò per essere stato
chiamato in quel modo, dopo di che continuò dicendo – “Se vuoi la verità, ho persino l’impressione di
non poter respirare per il desiderio che mi soffoca…Ma tra noi non c’è nessuna promessa per il
futuro…Lo so io, lo sai tu”
In quel momento, il vento passò tra i rami degli alberi che circondavano il campo di addestramento, e un
paio di uccellini presero il volo da un ciliegio poco distante. Poi il jonin riportò la situazione alla normalità
mettendolo in posizione eretta e allontanandosi da lui. Sasuke rimase lì incapace di muoversi e di pensare,
era decisamente confuso. Le sue certezze stavano crollando ad una ad una come fragili castelli di carta.
Quando poco dopo mise piede in casa di Kakashi, cercò di ignorarlo, di ignorare ancora una volta quella
strana attrazione che si era creata fra loro in quei giorni.
- “Se vuoi la cena è sul tavolo” – fece Kakashi indicandogli i piatti disposti sul ripiano da cui si stava
alzando.
- “Non ho fame!” – rispose atono l’Uchiha.
- “Capisco! Allora se non ti spiace sparecchia io sono stanco” – ribattè l’altro
- “Mmh! – fece Sasuke accingendosi a fare quanto chiesto, ma poi prese a dire - “Kakashi!”
-“Si!?” – chiese Kakashi guardandolo.
- “Niente!”- troncò a quel punto il ragazzo mentre si accingeva a sparecchiare.
Nei giorni seguenti, due lame presero a tintinnare nell’aria della prima mattina. Sasuke aveva cominciato
ad amare il suono dell’acciaio contro l’acciaio. Ora era intento a girare
intorno al suo avversario con studiata lentezza, in attesa
dell’opportunità migliore per lanciarsi in un affondo. Ognuno di loro
stava mettendo forza nei colpi, tuttavia rimanevano colpi rapidi e
precisi. A questo punto, notato una breccia nelle difese di Kakashi,
Sasuke tentò un affondo che non fu risolutivo, purtroppo.
- “Attenzione alla spalla sinistra. Tira di nuovo verso il baso,
Sasuke…Ricorda la katana…” – fece il jonin parando il colpo
dell’allievo con facilità
-“…e solo l’estensione del corpo” – ribattè Sasuke portando a
compimento una mossa che andò a spiazzare il suo sensei.
- “Molto bene, davvero!”- gli disse Kakashi sfuggendo dalla
traiettoria della lama dell’altro.
-“Potremmo passare al livello successivo” – esclamò a quel punto il
moro fissandolo con un ghigno.
- “Lo penso anch’io”- iniziò a dire l’altro per poi illustrare - “Tu sai già manipolare il chakra ed il tuo
elemento è il fulmine…Ora dimmi come possiamo noi combinare questo e l’arte della spada?”
Sasuke lo fisso intensamente. Si riteneva un genio vero, ma stavolta Kakashi l’aveva complemento trovato
impreparato. Il jonin se ne accorse e sogghigno e volle fargli una battutina volta a spronare i suoi neuroni.
- “Che c’è Sas'ke, mi sei diventato ottuso come Na…” – fece ironico l’uomo guardandolo fisso
attendendone la reazione.
Lo sguardo assassino che il moro gli lanciò non lo temette per nulla, anzi ne era divertito.
- “Non chiamarmi in quel modo! E…” – sbottò Sasuke infastidito.
-“Bene! Il suo nome sarà tabù fra di noi”- gli rispose ridacchiando per poi tornare serio e dire - “Ma ora
dimmi sai la risposta?”
- L’acciaio po’ fungere da catalizzatore, quindi…” – fece l’Uchiha facendo scorrere piano due dita
lungo la Katana.
- “….diventare l’estensione attraverso il quale puoi far fluire il tuo elemento…Io non ci sono riuscito,
ma sono certo che tu troverai il modo” – concluse per lui Kakashi.
- “Tzk! Ci poi scommettere” – pronunciò in tutta risposta il moro.
A questo punto, si mise all’opera provando a far scaturire una nuova tecnica unendo quello che fin ora
aveva appreso, eppure giunse la sera e lui non era riuscito a combinare nulla. Era stanco, provato sia nella
mente che nel corpo, infatti si buttò a letto completamento vestito e
scivolò in un sonno pieno di incubi. Il più vivido: due occhi rossi
spiccavano nell’oscurità dalla quale scaturirono due braccia ad
afferrare una sbiadita figura bionda e una voce dire…”Otouto,
baka!...Lui ora è mio”…Aperti gli occhi si rese conto di essere stretto
contro un petto nudo e spinto da chi sa che cosa prese ad inalare la
fragranza di quella pelle calda, un misto di muschio e sandalo.
- “Vuoi dormire con me?” –– bisbigliò piano Sasuke, ma l’altro l’udì
benissimo.
-“Sasuke! Poco tempo fa ero indifferente verso di te…Ora ti provoco, ma vedi …Sei diventato
prezioso per me e non voglio che tu ti penta” – gli rispose Kakashi scostandosi un po’ da lui.
- “Non si tratta di provocazioni e non parlo neppure di questioni d’amore…E solo che…Non voglio
sentirmi più solo” – fece il moro alzando lo sguardo sull’uomo.
A quelle parole Kakashi strinse più a se Sasuke e fece udire ancora una volta la sua voce prima di far
scivolare entrambi nel vortice della passione.
- “Ho capito!” – sussurrò in risposta l’Hakate.
Così si staccarono. Sasuke l’osservò avido mentre si spogliava, lo spogliava e constatò che la virilità
eccitata dell’altro lo turbava, era qualcosa di spaventoso e nello stesso tempo affascinante. Nonostante il
brivido di trepidazione che gli percorse la spina dorsale, il suo corpo sapeva perfettamente cosa voleva, e
lui si mosse vinto da un desiderio incontenibile, gli tolse la maschera unica frontiera che celava l’essere del
suo compagno. A questo punto lo baciò.
“Non dovevi farlo, Sasuke” – disse Kakashi quando si scattarono.
-“Tzk”- sbuffò Sasuke
“L’hai voluto tu”- sogghignò l’altro mentre gli bloccava le braccia sopra la testa mentre con l’altra andò
ad accarezzargli il petto.
In particolare si concentrò sui capezzoli. Li tormento regalandogli una sensazione meravigliosa per poi
sostituire la mano con la bocca. Sasuke si arcuò emettendo un lieve gemito a quel contatto.
- “Non ci siamo! Voglio sentirti supplicare” – ridacchiò il jonin prima di riprendere ciò che aveva
interrotto.
Infatti, Kakashi gli lambì un capezzolo con la bocca e la mano scese
stavolta lungo il fianco finché non raggiunse il suo membro
cominciando a massaggiarlo con ritmicità esasperante. Sasuke
questa volta si lasciò sfuggire un grido, ma pur sempre soffocato.
- E’ stato un delizioso assaggio , Sasuke” - fece l’uomo
interrompendo il massaggio.
- “As…assaggio!” – ansimò Sasuke sbarrando gli occhi.
- “Assaggio! Per il resto intendo lasciarti esanime…Non mi si toglie impunemente la maschera” –
disse convinto l’altro mentre lo guarda dritto negli occhi per poi coinvolgerlo in un bacio mozzafiato.
Il moro non poteva ne interrompere il bacio, ne spostargli la mano sarebbe stato come smettere di respirare.
Poi senti la presa alle braccia sciogliersi e quella mano insinuarsi, beh dove nessuno si era mai insinuato
prima. Infatti, un dito lo penetrò, e nello stesso tempo la lingua affondava nella sua bocca per un assaggio
di ciò che sarebbe seguito. Sasuke percepì un altro dito dentro di se, era un po’ doloroso ma non come il
primo contatto, inoltre Kakashi incalzò, premendo con delicatezza per poi introdurne un terzo. A questo
punto, l’Uchiha cercò di rilassarsi , lo voleva dentro di se…quindi doveva abitarsi
-“Sei pronto per me ” – esclamò ansimante Il jonin.
Non era una domanda, quindi Sasuke non rispose. In ogni caso non avrebbe potuto, perché ogni pensiero
coerente era annullato. Gemette di nuovo questa volta perché era stato privato del contatto della sua mano e
della sua bocca. Tuttavia ben presto Kakashi fu li, dove lui si sentiva vuoto, l’erezione che premeva contro
la sua carne tormentata. Sasuke sussultò ed emise un lamento, temeva di morire per il piacere e lo shock.
Allora Kakashi aumentò l’intensità dei movimenti finché, non lo penetrò fino in fondo e lui prese a
muoversi in sincronia con lui fino a raggiungere insieme il paradiso.
CAPITOLO CINQUE
Orochimaru attendeva con ansia l'arrivo di Itachi, erano passati diversi giorni e anche se all'inizio Naruto
sembrava felice di avere un maestro ora era spazientito dicendo che era più ritardatario di Kakashi-sensei.
Dopo aver cercato di allenarsi inutilmente al buio della sua stanza Naruto si assopì... venne svegliato da un
cigolio di chiavi nella serratura, la sua stanza s'illuminò e il biondo era infastidito dalla luce, una figura si
piazzò davanti alla sua porta.
- “Naruto, questo è il tuo maestro...” - disse Kabuto che aveva spalancato la porta,
Naruto annuì mentre fissava incuriosito quello che sarebbe stato il suo sensei.
- “Chiamami sensei....mhf!” - disse quella figura dalla voce conosciuta che sembrava soddisfatta
dell'espressione incerta che Naruto esibiva.
Costui si avvicinò a lui e tirandolo per un braccio l’alzò dal letto facendolo cadere dritto tra le sue braccia,
inoltre si avvicinò al suo viso mentre Naruto chiudeva gli occhi, schifato da quello che stava per accadere,o
cosi credeva.
- “Itachi-sensei” - gli sussurrò quella voce all'orecchio sorprendendo così il biondo.
Infatti, Naruto aprì di colpo gli occhi e solo allora riconobbe il viso del fratello di Sasuke che sogghignava.
Kabuto irrigidito dalla scena venne poi spostato da Itachi mentre usciva con il ragazzo dalla stanza per
andare ad allenarsi.
- “Non fare domande Kabuto, il tuo capo sa quello che deve sapere” - fece Itachi esibendo un solo
mezzo sorriso andandosene.
I due arrivarono in mezzo alla foresta, Naruto era molto teso... aveva paura che di allenamento avrebbe
fatto davvero poco con uno come lui, ma si sarebbe dato da fare per fare altro. Itachi invece dopo averlo
fatto sedere per terra si sedette su una roccia poco distante da lui .
- “Perchè ti sei unito a Orochimaru? Non che questo mi dia fastidio... anzi... potrò prendere il
Kyuubi e uccidere Orochimaru contemporaneamente” - gli comunicò senza far trapelare troppo
l’Uchiha.
Naruto rimase impietrito a quelle parole ma non volle approfondire.
- “Io... beh... io non sono qui proprio di mia scelta... doveva esserci Sasuke al mio posto... ho pensato
che se fossi venuto io qui, che sono anche in possesso del sigillo maledetto” – fece Naruto spostando la
stoffa dal suo collo mostrandoglielo e aggiungendo - “magari la sua sete di vendetta si sarebbe placata,
sai..... lui vuole ucciderti... e poi, magari riuscirebbe ad avere una vita felice con Sakura, per quanto
ci provassi Sakura non mi ha mai guardato neanche una volta come guardava lui... così anche se fossi
sparito, probabilmente la loro vita sarebbe stata più facile”
A questo punto, il biondo sorrise malinconicamente, gli mancavano i suoi amici
- “Non pensavo mi dicessi tutte queste cose di te...” – gli rispose Itachi sorridendo.
Un brivido lungo la schiena riportò Naruto alla realtà mentre Itachi riprese a parlare.
- “E così mio fratello vuole uccidermi...”- disse lui ma non era una domanda più che altro una
constatazione. Poi sorridendo fiero aggiunse - “Allora dovrò allenarti davvero... e con il massimo
dell'impegno...”
Naruto non cercò di negare ciò che aveva appena detto, inoltre capì che era inutile…per cui stette in
silenzio. Ciò per i due secondi che impiego ad assimilare il fatto che Itachi aveva sul serio intenzione di
allenarlo.
- “Perchè mi vuoi allenare?!” – chiese il biondo curioso mentre gattonando si avvicino a lui fino a poter
stringergli la tunica.
- “Perchè ora voglio vedere come si muove il tuo corpo” – fece Itachi accarezzargli la testa mentre gli
sfoggiava uno sguardo malizioso.
Naruto si allontanò di nuovo da lui…per quanto parlargli insieme lo tranquillizzava, capiva che ogni
argomento finiva con i suoi pensieri perversi. Stranamente Itachi diventò serio e poi con grazia si rimise in
piedi.
- “Dai... iniziamo l'allenamento” – esclamò il moro porgendogli una mano.
- “Io non mi alleno con te, finché avrai certi pensieri! A me non piacciono i maschi!” - fece Naruto
scostando la mano tesa.
- “Ok...non ti farò niente, tranne che guardarti, fino alla fine della teoria” - sbuffò Itachi.
A quel punto, l’altro lo guardò storto ma accettò... dopotutto doveva allenarsi per difendere Sasuke... Itachi
si avvicinò a lui, e standogli dietro, prendendogli le mani.
- “Hey, cosa stai cercando di fare?” - disse Naruto con tono infuriato.
- “Niente... te l'ho detto, fino a che non finiamo non ti tocco....” – gli rispose tranquillo il più grande.
L’Uzumaki sbuffò e guardò la mano di Itachi a fianco della sua modificare il chakra in base alla propria
natura.
- “Ora prova tu.....” - lo incitò l’Uchiha.
Naruto concentrò il flusso del chakra nella mano, ma ne uscì solo una piccola fontanella azzurra.
- “Naruto... tu non sai di che natura è il tuo chakra vero?” - chiese a questo punto il moro.
Il biondo si girò per guardarlo mostrando un sorriso intimidito e imbarazzato.
- “Emh... no... c'è qualche problema?” – domandò in tutta risposta.
Itachi lo guardò allungo prima di rispondergli.
- “Non scappi se vado via vero? Non torni al nascondiglio e non vai al villaggio vero?” – disse con
tono inquisitorio.
L’altro ancora stretto tra le sue braccia fece no con la testa per poi dargliene conferma anche a parole.
- “No, non vado via... non voglio rischiare che capiti qualcosa a Sas....” – disse Naruto per poi
abbassare lo sguardo.
In effetti le attenzioni di Itachi gli piacevano... non quando diventavano troppo spinte... ciò nondimeno
aveva paura di averlo ferito parlando di nuovo del fratello...Dopo cinque minuti l’Uchiha riapparve con dei
foglietti di carta in mano e presone uno in mano…di colpo prese fuoco... Poi ne passò uno a Naruto.
- “Cerca di far passare il tuo chakra dalla mano al foglietto” – gli illustrò dopo che l’ebbe preso.
Il biondo si concentro ed il foglio si strappò in due, per cui a Itachi fu chiaro quale fosse il suo elemento e
glielo comunicò.
- “Naruto il tuo chakra è dell'elemento vento”- cominciò a dire il moro osservandone la reazione.
Naruto lo guardò incuriosito... “cosa mai può fare l'elemento vento?”…Lo pensava, ma non lo disse.
- “Con il vento puoi dominare l'aria intorno a te... e creare lame di vento taglienti più di armi vere...”
– gli spiegò a quel punto Itachi mentre Naruto ora iniziava ad essere più che interessato.
L’Uchiha impiegò un ora buona a spiegare gli elementi del chakra, inoltre si decise ad insegnargli una
tecnica di elemento vento che aveva copiato. Ci mise un bel po’ a fargli eseguire i giusti sigilli, e ancor di
più trovare la giusta quantità di chakra da usare per rendere ottima la tecnica. Ad ogni modo, dopo aver
padroneggiato abbastanza la tecnica Itachi decise di passare alla pratica. Così, prese un kunai e lo infilzò
nel tronco di un albero, si slacciò la tunica dell'Akastuki per poi appenderla rimanendo con la sola
maglietta di rete e i pantaloni.
- “Bene, Naruto! Ricordati un paio di cose, visto che è il nostro primo allenamento.... 1) hai imparato
una nuova tecnica ma non sei ancora in grado di usarla perfettamente, fai quindi attenzione.” – iniziò
a dire per poi aggiungere – “2) ricordati che il chakra di tipo fuoco batte il chakra di tipo vento. 3) la
teoria è finita, quindi ricordati bene quello che ti ho detto prima!”
Un sorriso soddisfatto apparve sul suo volto al temine di quelle parole, perché pregustava già il dolce
sapore della vittoria. Naruto invece iniziava ad avere paura per cui sparì tra gli alberi pensando “se non mi
vede non può farmi niente”, ciò nondimeno Itachi ci mise poco a trovarlo. Il biondo iniziò a scappare e
fortunatamente per lui, gli esercizi sull'agilità che aveva fatto in quei giorni si stavano rivelando utili.
Difatti, riusciva, anche se per poco a depistare Itachi, e con l'aiuto dei cloni arrivava anche a distanziarsi
più velocemente. Di colpo il moro si fermò per poi cadere in ginocchio ansimante.
- “Ah il fuoco batterà anche il vento... ma se non sai muoverti che ninja credi di essere?” - disse
Naruto avvicinandosi a lui gongolando credendo di averlo battuto.
Ma con uno scatto Itachi lo tirò verso di se e lo atterrò salendoci sopra.
- “Un ninja più furbo di te sicuramente...” – fece l'altro sorridendo per aggiungere mente leccava
dall'orecchio al collo - “Non mi piace avere le prede facili... se no, avrei potuto tranquillamente usare
il mio sharingan per farti credere di essere... magari alle terme... e dopo esserti spogliato volutamente
di fronte a me non avresti opposto alcuna resistenza...”
Ancora una volta sorrise in modo malizioso e tenendogli con una mano le sue ferme sopra la testa, con
l'altra prese ad esplorare il torace di Naruto mentre lo baciava. Il biondo anche se di divincolava non
riusciva comunque a liberarsi. Tuttavia di colpo quella pelle nuda scomparve in una nuvola di fumo e una
risata cristallina risuonò per la radura. Itachi guardò in direzione della risata, era Naruto su un ramo.
- “Ahahah! si credo di essere un ninja più furbo di te... non mi sarei mai avvicinato a te... ma per
vedere le tue vere intenzioni mi è bastato un clone” – affermò Naruto compiaciuto mentre Itachi ora lo
guardava con rabbia.
Incurante dell’effetto delle sue parole questi continuò a sbeffeggiarlo.
- “Che schifo!... Mi sento ancora la tua mano sul corpo” – disse il biondo con fare disgustato per poi
aggiungere malizioso - “Però devo ammettere che non baci male!”
Detto questo risaltò di nuovo nel mezzo della selva per sfuggire ad un Itachi più furioso che mai. Naruto
correva, saltava da un ramo all'altro, poi si scambiava con un clone per cercare di sviarlo, eppure Itachi era
sempre dietro di lui.. Oltretutto questi, ormai, se la rideva ben sapendo che lo avrebbe preso prima o poi.
Intanto l'altro scese dalle piante ed iniziò a correre per poi nascondersi in un cespuglio; quando vide Itachi
corrergli a fianco per poi superarlo senza accorgersi di nulla, tirò un sospiro di sollievo e si alzò per
incamminarsi, ma voltatosi si ritrovò di fronte un petto maschile coperto da una retina. Le braccia del moro
l’avvolsero portandolo via. Quando questi si fermò posò Naruto a terra trattenendolo comunque per un
braccio.
- “Come puoi vedere anche io me la cavo bene con i cloni” – disse indicando il suo clone che ora li stava
raggiungendo.
- “Co-cosa? Mi stavi facendo inseguire da un clone per non concentrarmi su di te?” - chiese Naruto
stupito.
L'Uchiha fece un cenno con il capo soddisfatto per poi parlare.
- “Visto che mi hai fatto perdere il doppio del tempo per prenderti, perchè mi hai fregato con un
clone, ora te la farò pagare il doppio usando un clone” - sogghignò Itachi mentre il suo clone paratosi
dietro Naruto iniziò a sciogliere il nodo del suo obi.
Una parte dei vestiti cadde a terra. Itachi intanto aveva ripreso ciò che aveva interrotto con il clone del
biondo poco prima. Ora, con le mani entrambe libere poteva scoprire ogni parte di quel corpo. Gli passò le
mani sulle braccia facendo cadere a terra anche la parte superiore del vestito lasciando Naruto a petto nudo.
Il clone prese il viso del ragazzo e lo girò per baciarlo, mentre con l'altra mano correva sotto la vita.
Sentendo i primi gemiti, l’Uchiha cercò di togliere la mano del clone da lì, quel corpo doveva essere tutto
suo! Infatti, i due iniziarono a contendersi i punti erogeni del ragazzo.
- “Hey la finite di competere? Quello in mezzo sono io!” - disse Naruto
Ma quei due non risposero, se non con uno sguardo complice tra di loro. Difatti, mentre il clone finiva di
sfilargli i pochi indumenti rimasti Itachi inizio a giocare con i suoi capezzoli.
- “Perchè la cosa non ti sta eccitando? A me moltissimo!” – fece il moro continuando a fare quello che
stava facendo.
Naruto gemeva anche se non voleva farlo sentire, gli piaceva e non voleva ammetterlo a se stesso. A questo
punto, Itachi e il suo clone si scambiarono di posto. Il primo iniziò a giocare con il suo posteriore e qui vi
fu una lieve protesta da parte dell’Uzumaki.
- “Itachi smettila!” - urlò il biondo disperato, ma a rispondergli fu il clone.
- “Chiamami sensei....” - disse questi sussurrandogli all'orecchio per poi mettersi in ginocchio davanti al
a lui e tormentare la sua erezione.
A quel piacere Naruto non potè resistere, ciò nonostante non voleva accettarlo.
- “Sensei... la smetta” – disse supplichevole.
- “Solo se mi dici per favore” – fece Itachi fermandosi e abbracciandolo.
A questo punto, capì che non aveva più speranze di uscire indenne dalle mani dell’Uchiha, quindi smise
anche di cercare di liberarsi dalla presa.
- “Finalmente ti sei arreso? Sei più tenace di quanto pensassi” – disse e sorrise l'altro mentre le gambe
di Naruto iniziavano a cedere.
Cadde addosso al clone, Itachi sorrise mentre guardava la scena. Il biondo non aveva più forze per scappare
ed il clone si slacciò I pantaloni per sfregare I loro sessi insieme; sia Naruto che il clone ormai gemevano
senza trattenere I loro istinti, Itachi eccitatissimo dalla scena fece anche lui la sua parte entrando con forza
in Naruto, che in realtà era tutto ciò che aspettava. I movimenti del moro, che all'inizio erano lenti e dolci
diventarono veloci e rudi.
- “Sto... per... venire...” – disse Naruto tra un gemito e l'altro ansimando, ma se avesse voluto dire altro
non vi riuscì.
- “Hai resistito a tutto... ora devi resistere anche a questo....” – gli disse l'altro coprendogli l'uscita che
intanto non si fermava.
Almeno fino a che, non si chinò sul biondo ansimando anch'esso. A questo punto, dopo un ultima spinta
vennero insieme, il clone sparì in una nuvola di fumo e Naruto, già a gattoni, si gettò a terra con Itachi
ancora dentro di lui. Passo un po’ prima che l’Uchiha si alzasse e notasse che il biondo si era addormentato
per terra, sui vestiti di cui era stato spogliato prima. Il moro rimirò il suo corpo nudo e dolcemente iniziò ad
accarezzargli la testa.
- “Itachi... ho freddo.....” - disse Naruto nel sonno mentre l'altro
sorrise andando a prendergli la sua tunica per scaldarlo.
Quando il biondo si svegliò arrossì intimidito nel vedere Itachi
sorridergli dolcemente, lo abbracciò e poi, dopo averlo baciato
dolcemente, lo lasciò da solo per vestirsi. Rimessosi in sesto,
Naruto raggiunse Itachi e insieme tornarono verso il rifugio di
Orochimaru, ma poco prima che arrivassero all'ingresso questi lo
fermò
- “Ora che hai visto come saranno gli allenamenti spero che
dalla prossima volta riuscirai a non farti prendere così presto...
mi piace la caccia prima del piacere” - disse Itachi passandosi la
lingua sulle labbra per poi sorridergli maliziosamente.
Il ragazzo non rispose... aveva paura, timidezza e incertezza dentro di lui. Ad ogni modo, prima di varcare
del tutto l’ingresso del nascondiglio Itachi tirò Naruto a se. Lui non fece resistenza, e quando gli alzò il
viso per baciarlo le mani del biondo si strinsero alla tunica dell’Uchiha, dopo di che entrarono. Una volta
dentro il moro tornò il nukenin freddo e il suo sguardo si fece serio.
- “Orochimaru... come vedi ti ho riportato il tuo caro ragazzino... sano e salvo...” – disse guardando la
serpe negli occhi..
L'altro inclinò la testa prima di rispondergli.
- “Mmhhh bene... non vedo l'ora di vedere cosa ha imparato di nuovo” – fece Orochimaru lanciando
occhiate lascive in direzione di Naruto.
Itachi strinse i pugni mentre il biondo iniziò a concentrarsi per
lanciare una lama di vento, cosa che avvenne tagliando alcuni
capelli del Sennin.. La serpe si passò la sua lunga lingua sulle labbra
avvicinandosi a Naruto ancora a fianco dell'Uchiha.
- “Pare che voi due abbiate anche legato in questo pomeriggio” disse poi sghignazzando, e tirò a se il giovane tenendolo per i
capelli e leccandogli lascivamente una guancia e aggiunse “ Nacchan è un vero peccato che sia stato costretto dalle circostanze a lasciare ad Itachi l'onore di
allenarti....ma chissà prima di prendere il tuo corpo.......”
Orochimaru lasciò la fine della frase all'immaginazione dei due. Naruto soffocò il disgusto mentre scostava
il viso, riusciva a malapena a controllare la terribile nausea che lo stava assalendo al solo pensiero di
lui…brrr, non ci voleva pensare.
- “Beh, Nacchan!... Al prossimo allenamento! Mhf...” – fece Itachi voltandosi di scatto e scomparire.
CAPITOLO SEI
Konoha 3 anni dopo…
La fronte di Sasuke si corrugò quando una testa rosa cominciò ad avvicinasi. Infatti,
pensava…”Cazzo!”…Naturale, se si pensava che aveva messo piedi al villaggio dopo tre anni e chi aveva
avuto la sfortuna di ritrovarsi davanti per prima, proprio la sua petulante compagna di squadra Sakura
Haruno era più che naturale reagire così.
- "Toh, guarda c'è Sakura! Ma che bel ritorno non trovi Sasuke?”
– disse ironico Kakashi che era al suo fianco.
- "Tzk! Preferisco ritornare in
montagna e fare l'eremita” – sbottò in
tutta risposta il moro mentre vedeva
avvicinarsi il suo incubo peggiore.
Infatti in quel tempo i due si erano ritirati in montagna per proseguire il loro
allenamento. Inoltre c’era da dire che il loro rapporto era mutato, erano più
di semplice allievo e maestro, ma era meno che amanti.
- “Sasuke-kun! Kakashi-sensei!...Ben tornati” – annunciò a gran voce la
rosa ormai prossima ai due.
Una volta vicina la ragazza notò come il suo Sasuke si fosse fatto più bello
in quegli anni. Il suo volto aveva tratti più maturi, il fisico era più scolpito e
il suo nuovo abbigliamento lo rendevano più affascinante che mai. Difatti, maglietta e pantaloni corti erano
stati sostituiti con un kimono da combattimento sui toni del blue e viola, immancabile lo stemma degli
Uchiha. Inoltre la Katana che arrecava con se gli conferiva un aspetto da fiero guerriero.
- “Salve Sakura! Spero che in mia assenza tu non abbia trascurato i tuoi doveri?” – prese a dire il
jonin quando la sua allieva ormai era davanti a loro.
- “Certo, che non li ho trascurati, anzi…Tsunade-sama mi ha preso come allieva” – gli comunicò
sorridente.
- “Ottimo!...Allora più tardi ci incontreremo e mi mostrerai ciò che hai appreso” – iniziò a dire
Kakashi per poi aggiungere notando l’allontanamento di Sasuke – “…Guarda che devi prendervi parte
anche tu!”
- “Come vuoi!...Ma ora non ho voglia di sprecare tempo qui” – fece il moro un attimo prima di
scomparire.
- “Sasuke-kun!” – esclamò Sakura con tono deluso.
A questo punto Kakashi mise una mano sulla spalla della ragazza per rincuorarla, in fondo amava un
ragazzo il cui cuore qualcuno si era già portato via. Lui lo sapeva bene.
- “Sai come è fatto, Sakura!” – disse l’uomo sorridendole.
- “Si, sensei! Ma speravo…” – cominciò a dire, ma poi colta da un pensiero disse - “Ah, Kakashi-sensei
quasi dimenticavo al nostro team è stato assegnato un nuovo membro per supplire alla mancanza
di…”
- “Capisco! Porta anche lui questo pomeriggio”- l’interruppe Kakashi, che detto questo la saluto prima
di volatilizzarsi nel suo stile.
Nel frattempo Sasuke era giunto nel vecchio quartiere Uchiha, nella sua casa. Una volta dentro percorse
l’ingresso fino a giungere in cucina dove si verso un bicchiere d’acqua prima di andare al piano superiore.
Era strano e quasi opprimente trovarsi in quel luogo, tuttavia si disse che era normale dato che per tre anni
aveva vissuto con Kakashi in quella baita di montagna. Non era più abituato alla solitudine, al silenzio.
Invero, se avesse voluto avrebbe potuto benissimo rovesciare la situazione e…però aveva un orgoglio da
difendere. Ora sotto il getto dell’acqua calda pensava al tempo trascorso: i duri allenamenti, gli abbracci, la
messa appunto della nuova tecnica, i baci, lo sviluppo della sua arte oculare…le notti di passione. Notti,
che nonostante il piacere non lo riempivano fino in fondo. Niente, non c’era nulla da fare col suo svanire
quel dobe maledetto si era portato l’ultimo brandello del suo cuore…”Mille volte dannato!”…pensava
mentre chiudeva il getto dell’acqua e afferrava un asciugamano per coprirsi. Tuttavia il telo bianco scivolò
dalle sue mani e si riverso a terra quando i suoi occhi incrociarono quelli di Kakashi. Non ci furono parole
solo un languido bacio e due avide mani che blandivano quel corpo così dannatamente accessibile.
- “Dimentichi sempre la prima regola…” – disse il jonin al termine del loro baciò.
- “Tzk! Come se questo ti dispiacesse, pervertito”- gli rispose Sasuke ironizzando la situazione.
- “Touchè!...Vuoi che smetta?” – fece l’altro insinuando la mano nelle parti basse e aggiungere –
“Perché qui, qualcuno è contrario”
- “Ho detto questo?”- disse il moro lasciandosi scappare un gemito.
Kakashi sorrise mentre interrompeva il contatto e si abbassava a recuperare il
telo di spugna che consegnò poi a Sasuke.
- “Forse dovrei farmi anch’io una doccia”- annunciò il jonin tornato in
posizione eretta.
-“Credi che una doccia possa spegnere il fuoco che hai acceso fra noi?”- gli
chiese malizioso Sasuke.
- “No! Ma ne ho bisogno” – prese a dire Kakashi spogliandosi per poi aggiungere un attimo prima di
entrare nel box - “E poi abbiamo ancora tempo per i nostri allenamenti speciali, prima dell’incontro
con Sakura”
L’Uchiha non disse nulla si limitò a voltargli le spalle e a uscire dalla stanza. Una volta nella camera da
letto si sedette sul bordo del materasso, per poi frizionarsi i capelli con l’asciugamano che aveva preparato
in precedenza. L’Hakate non impiegò molto a raggiungerlo ed affiancarlo sul letto. A quel punto, Sasuke
senza preavviso lo sbatte sul letto riprendendo lì da dove l’altro si era interrotto per poi spingersi più in
basso finché fu un roco e incerto consulto gemito del jonin a fermarlo. Gli occhi socchiusi in estatica
passione, lui che andava accarezzandogli le natiche.
- “Quando ti illudi di poter dominare…Rendi tutto più eccitante” – fece Kakashi attirandolo a se e
passandogli le labbra sulla bocca.
Sasuke rabbrividii a quel contatto, gli si strinse contro ancora più forte aderendo completamente al suo
corpo. Le loro lingue s’incontrarono, s’intrecciarono e lui si sentì sprofondare nell’abisso del piacere.
Rivoletti d’acqua scendevano dal corpo ancora umido dell’argenteo, giù dalle spalle. L’avida bocca di
Sasuke, quasi gelosa di quel loro libero vagabondare, ne seguiva la traccia con la lingua per interromperne
il corso. Ma fu solo un attimo. Tornò subito ad impadronirsi della bocca del jonin con un bacio
appassionato e possessivo. Al termine del contatto, Kakashi ribaltò le loro posizioni per poi prendere tra le
mani il membro dell’altro, duro e caldo. In seguito sostituì le mani con la bocca, infatti Sasuke l’osservò
poggiare la lingua alla base della sua durezza e lo guardò leccarsi le labbra distrattamente dopo. Lo fece
venire più volte e venne lui stesso. Qualche ora dopo come se nulla fosse Sasuke, Kakashi si ritrovarono
con Sakura e il nuovo membro della squadra.
- “Kakashi-sensei! Sasuke-kun! Vi presento Sai”- fece Sakura indicando un ragazzo moro che
vagamente poteva essere preso per Sasuke.
- “Lieto di incontrarti!”- disse Kakashi.
-“L’onere è mio”- gli rispose semplicemente Sai
- “Tzk!”- sbuffò Sasuke.
- “Bene! A questo punto, direi che per verificare se possiamo lavorare insieme o meno…” –disse il
jonin guardandoli.
- “Non vorrai ricorrere a quella stupida prova, Kakashi?” – chiese a quel punto Sasuke.
- “ No! Ma ora che l’hai detto…” – fece l’altro sorridendo.
-“Maledizione!” – esclamò in tutta risposta il moro, non se ne poteva stare zitto?
Così Kakashi si affrettò a spiegare al nuovo venuto la prova dei campanelli. Quando la prova prese il via
come da copione i tre si nascosero fra la boscaglia, il destino volle che Sai e Sasuke si ritrovassero vicini.
- “Sai Sasuke! Sakura in questi anni mia parlato molto di te, sono curioso di vedere se sei forte come
ha detto…oltre che bello” – prese a dire Sai in un tentativo di capire meglio il suo nuovo compagno di
squadra.
- “Se ti ha parlato di me sai che non ti conviene provocarmi” – fece Sasuke guardandolo male. Quel
tipo non gli piaceva per nulla.
Sai non rispose si limitò ad esibire un sorriso che avrebbe snervato chiunque, ma non Sasuke che aveva
capito il suo gioco
- “Io non mi fido di te! Non so perché l’Hokage ti abbia mandato in questa squadra…Ma tu ed io non
credo andremo d’accordo” – gli chiarì l’Uchiha con freddezza.
L’altro continuò a non rispondere e scese il silenzio fra loro, silenzio che venne interrotto da Sakura che
credendo che i due stesero organizzando un piano d’azione decise di partecipare.
-“Wow! In questi tre anni sei proprio cambiato Sasuke, non credevo avresti accettato di far gioco di
squadra” – fece la ragazza, una volta affiancatoli.
- “Tu, non sei cambiata! Non capisci mai nulla” – gli rispose con sufficienza Sasuke.
- “Non trattarla in questo modo, Uchiha” – intervenne a quel punto Sai. Non gli piaceva il modo in cui il
ragazzo le si era rivolto, considerava la ragazza ormai una cara amica.
- “Taci, sostituto!...Non intrometterti in cose che non puoi capire” – sbottò l’altro, non l’aveva ancora
del tutto perdonata per non aver impedito a Naruto di lasciarli.
- “Sasuke-kun! Tu mi ritieni ancora…” – cominciò dire lei, ma venne subito interrotta.
- “No! Ma non illuderti…Chi ci teneva uniti era lui” – fece Sasuke distogliendo lo sguardo da lei e
puntandoli al cielo. Il cielo gli ricordava sempre il colore dei suoi occhi.
- “Ah, parlate di quel Naruto Uzumaki! …Ho sentito che andava sempre in giro a gridare che
sarebbe diventato Hokage…” – si intromise a quel punto Sai per poi aggiungere – “Per avere pensieri
del genere doveva avere un complesso di inferiorità, chissà forse doveva avercelo piccolo…Tu che ne
pensi, Sakura”
Il pensiero di Sakura fu un sonoro pugno sulla tasta, cosa che fece sorridere Sasuke per qualche decimo di
secondo. Un flash scattò e i tre si girarono, Kakashi era su di un albero con una macchina fotografica in
mano, invero una polaroid.
- “Beh, vedo che state socializzando, ma non dimenticatevi la prova” – comunicò loro il jonin per poi
chiedere prima di scomparire - “Un ultima cosa!…Sakura quanto pensi che valga una foto in cui
Sasuke sorride?”
I tre rimasero a fissarsi perplessi, poi a rompere quell’atmosfera ci penso l’Uchiha.
- “Maledetto! Voi state qui” – sbottò Sasuke partendo all’inseguimento di Kakashi. Se lui non tollerava
che gli si togliesse la maschera, Sasuke altrettanto che le sue foto venissero rese di pubblico dominio.
In tutti i modi i due non lo stettero a sentire e lo seguirono, ma Sasuke conosceva il suo pollo e sicuramente
aveva cambiato direzione per cui approfittando del vantaggio aumento la sua velocità, facendo perdere agli
altri due le proprie tracce. Ci vollero pochi minuti per ritrovare l’uomo che se ne stava tranquillamente a
leggere uno di quei suoi dannati libri. Una volta aveva provato a bruciarli le conseguenze erano state
qualcosa di terrificante e piacevole allo stesso tempo, in tutti i casi non ci aveva più provato.
- “Finiamola in fretta, Kakashi!”- esclamò Sasuke una volta paratosi davanti al
sensei.
- “Solo?” – chiese calmo l’altro senza neanche alzare lo sguardo dalle pagine che
lo stavano assorbendo.
- “Tre anni ad allenarmi con te sono serviti a qualcosa" – gli rispose Sasuke,
facendogli intuire che avevo messo fra lui e gli altri una bella distanza.
- "E quindi ora cosa pensi di fare? Non ti ho mica insegnato tutti i miei
trucchi...." – rispose Kakashi per poi richiude il libro.
Sasuke ghignò, era vero che forse non gli aveva proprio insegnato tutti i suoi
trucchi ninja, ma di certo non se ne rammaricava aveva i suoi. Tuttavia il suo sensei dimenticava che c’era
un arte in cui l’aveva istruito fin troppo bene. Ora erano in piedi faccia a faccia, kunai alla mano, eppure in
tutte due c’era la voglia di ben altra lotta. A fare il primo passo fu il moro che con rapidità si porto dietro al
jonin facendogli sentire la gelida lama del pugnale contro la vena del collo mentre gli sussurrava
all’orecchio.
-“Allora mi dai quella foto con le buone o dove usare le maniere forti?” – gli comunicò il moro
stuzzicando il padiglione auricolare del sensei con la lingua.
Kakashi rise impercettibilmente sotto la sua maschera, poi alzò una mano e velocemente afferrò il braccio
che teneva il kunai, in seguito roteò il busto in modo che Sasuke ricadesse al suo e gli si sedette di sopra.
- “Ora come la metti?” – fece il jonin ironicamente mentre gli accarezza i fianchi.
Ma il contato duro poco, in quanto Sasuke utilizzando il Chidori Nagashi, ovvero Flusso dei Mille Falchi,
ribaltò le cose e ora era lui trovarsi sopra Kakashi insinuandogli una mano sotto la maglietta per toccarne i
muscoli, che si contrassero impercettibilmente. A questo punto, cominciò a mordicchiare il suo collo, poi
lo baciò sulle labbra, non prima di aver levato quella dannata maschera, mentre con le mani si faceva strada
nei pantaloni.
- "E ora mio caro sensei, comincia il bello..." - ghignando Sasuke.
Kakashi osservò il moro portarsi verso il suo sesso eretto ed esposto, aveva ancora quel dannato ghigno
malizioso stampato in faccia, e i suoi stupendi occhi di ossidiana stavano puntando lui... derisori. Sasuke
prese in bocca tutto il membro di Kakashi, cominciando a pompare.. prima piano, poi quando stava per
venire rimase nudo ed eccitato davanti al quel dannato che lo fissava e gli sorrideva sventolandogli foto e
campanelli. Ad ogni modo, non ebbe modo per la sua rivalsa solo di darsi un contegno poiché Sakura e Sai
erano in avvicinamento. Ma il jonin lo sapeva bene tra loro non era finita, solo che non si sa mai come gira
la ruota del destino. Infatti, una volta riuniti con gli altri questi l’informarono che l’Hokage li voleva al
Palazzo, aveva una missione per loro. Così in quel momento erano lì al cospetto di Tsunade a ricevere una
notizia che colpì due di loro in maniera diversa.
- “Kakashi! Sakura! Sasuke e …Sai! Dovrete andare nel Paese delle Risaie” - disse la donna
guardandoli seria.
- “Come mai dobbiamo andare là Tsunade-sama?” - si azzardò a chiedere Sakura anticipando Kakashi.
- “Da quelle parti secondi i nostri informatori c’è un nascondiglio di Orochimaru…Voglio che
andiate a dare un’occhiata” – le rispose l’Hokage
- “Naruto?!” - sibilò Sasuke
-“Già” - esclamò Tsunade
Tacquero tutti. Sai perché non aveva nulla da dire, Sakura si limitava a guardare prima l’Hokage e poi
Sasuke mentre per Kakashi una sola persona era importante, ed ora, quella persona aveva gli occhi fissi
davanti a se. Uno sguardo indecifrabile.
- “Partirete domani mattina…Buona fortuna” – annunciò a quel punto la donna rompendo il silenzio.
Ringraziarono e abbandonarono l’ufficio ed una volta fuori, l’uomo fissò l’ora della partenza.
- “Ok! Allora ci vediamo alle porte del villaggio all’alba! Prendete tutto ciò che vi potrebbe
servire….A domani” – fece il jonin prima di sparire mentre i ragazzi annuivano in risposta.
In seguito, questi si salutarono e ognuno andò nella propria casa a preparare l’attrezzatura per l’indomani.
Sasuke sperava di trovarvi Kakashi, ma non c’era, chissà cosa stava passando nella sua mente…Di certo
nella sua ora come ora c’era solo un pensiero…Naruto. Invece ovunque fosse, Kakashi ripensava al tempo
trascorso insieme ad allenarsi ad amarsi. Il loro era invero un rapporto strano, non sapeva se era amore o
solo sesso, dell'ottimo sesso aggiungeva mentalmente, e comunque l'aveva detto anche lui la prima
volta…”Nessuna promessa per il futuro”. Infatti si erano limitati a vivere nel presente e poi lui ci teneva
a Sasuke e voleva solo vederlo felice...Ma ciò non gli impediva di avere da lui un ultima notte. Fu con
questi pensieri che comparve davanti al moro per il loro addio. Con movimenti lenti e sensuali prese ad
avvicinarsi al ragazzo dagli occhi scuri, fino a che non furono talmente vicini che quasi non si toccavano.
- “Il cerchio si chiude Sa’ske!” – disse con un filo di voce Kakashi
Un brivido percorse il corpo dell’Uchiha, nuovamente la voce e i gesti estremamente sensuali dell’argenteo
fecero risvegliare una parte di lui. Nel frattempo, l’altro ghignava compiaciuto, conosceva perfettamente gli
effetti che aveva sul suo compagno, e si divertiva un mondo a provocarlo. Le sue mani andarono a scoprire
parte dopo parte, ogni parte del suo corpo, il ventre, i fianchi, fino ad arrivare al suo interno coscia.
Scivolavano con tocchi leggeri sul suo inguine, per poi risalire e andare a giocare con il bordo dei suoi
pantaloni. Kakashi avvertiva il respiro di Sasuke accelerare, ancora qualche piccola attenzione e gemiti
incontrollati sarebbero fuoriusciti dalla bocca dello stoico ragazzo. Era ora di mandare avanti quel gioco.
Con maestria si portò sopra il moro che per la prima volta da quando aveva messo piede in casa parlò.
- “Il nostro amore era destinato a morire prima ancora di nascere”- esclamò Sasuke roco.
E poi non ci furono ulteriori parole. Tutto ciò che riuscivano a fare era un atto di dare e ricevere;
conquistare e arrendersi; spingere e tirare; dominare e sottomettersi. Era un processo perfetto, un flusso
eccellente, una procedura quasi infinita e la consapevolezza che quando sarebbe arrivato il giorno dopo, si
sarebbero dovuti separare, faceva sì che le cose fossero più intense.
CAPITOLO SETTE
Orochimaru era nel suo laboratorio e mentre faceva nuovi esperimenti per inventare nuove tecniche
proibite pensava “Ci siamo... sono ormai passati i tre anni... e il mio nuovo corpo è più pronto che mai a
ricevermi... se solo Itachi non continuasse a dire che deve ancora
finirlo di allenare!”. A questo punto, gettò a terra la fiala piena di un
liquido verdastro che aveva in mano, pieno d'ira.
Intanto Naruto nella sua stanza pensava ai vecchi allenamenti passati
con Itachi... ormai sapeva che erano gli ultimi, e gli dispiaceva... da
quando aveva Itachi i suoi sentimenti per lui erano stati molteplici...
dall'odio, per appoggiare Sasuke anche quando lui era lontano, alla
passione, quando scoprì i piaceri del suo corpo, all'amore, dettato dal
fatto che quella voglia che sentiva dentro di se potesse significare
solo quello... per poi giungere al desiderio, perchè di fatto tutto ciò che aspettava negli allenamenti era la
pratica... lo sapevano entrambi che lui era pronto... ma non riuscivano a
staccarsi dal voler fare ancora sesso lussureggiante insieme. Sorrideva nel
pensare quando a fine della teoria, Itachi si leccava le labbra e Naruto
scappava, quando dopo averlo preso, oltre ad aver utilizzato più di un clone,
lo aveva voluto trasformare in una donna, quando lo aveva legato e
bendato... ora il biondo sogghignava perchè entrambi sapevano che quel
periodo era finito, ora non era più una caccia, una preda e un cacciatore.
Erano due belve che si scontravano, e il combattimento finiva sempre in un
modo. A quel punto, qualcuno bussò alla porta del biondo, che si riscosse da
quei pensieri.
- “Itachi-san è qui per portarti all'allenamento” - disse Kabuto aprendo
la porta e poi aggiunse - “Spero anche che sia l'ultimo... non lo sopporto più Orochimaru-sama”
A Naruto sfuggì una risata mentre usciva dalla stanza superandolo per raggiungere Itachi. Nei tre anni
passati il biondo era cresciuto, e da quel corpicino di un esile adolescente si era fatto uomo, era alto quanto
Itachi, anche i muscoli su tutto il suo corpo erano più sviluppati, e nei suoi occhi cristallini era possibile
leggere ciò che pensava. Dopo essersi addentrati in una grotta Itachi sorrise beffardo prima di parlare.
- “Oggi ci alleneremo qui... ho voglia di provare le tenebre!” – disse l’Uchiha in un tono carico di
sottintesi.
- “Oh... ma lo sai che non mi tiro indietro....” – gli rispose Naruto a tono
I due che erano nella penombra iniziarono a muoversi lentamente cercando di non farsi vedere
dall'avversario... era tutto silenzioso tranne qualche ritmica goccia d'acqua che cadeva in profondità.
Ognuno dei due aspettava un rumore dall'altro per sapere dove attaccare, i minuti passavano e i due si
studiavano in silenzio... Itachi era in attesa ad ascoltare, ma qualcosa di umido gli passò sull'orecchio.
- “Il tuo odore è inconfondibile sensei” – fece il biondo per poi sfiorargli le labbra e sparire di nuovo nel
silenzio.
Il lieve rumore che Naruto fece nel balzare indietro fu abbastanza per far riconoscere la sua posizione a
Itachi. Attaccò immediatamente, ma l’altro riuscì a evitare l'attacco all'ultimo secondo, quindi fu pronto a
sfoggiare la sua arma migliore. L’aveva appresa dal suo sensei quasi un anno prima. Itachi era andato alla
ricerca di qualcuno che ne conoscesse la tecnica apposta per insegnarla al suo allievo. Naruto si concentrò
facendo fuoriuscire dalle mani una notevole quantità di chakra... e si trasformò in una katana. La lama
ormai era ben visibile all'interno della grotta, tuttavia il biondo sapeva che ora che il combattimento era
iniziato non si poteva più fermare....Sembravano danzare insieme... si avvicinavano e si allontanavano, era
più un provocare ed abbandonare... quando i due si avvicinavano si sfioravano, si accarezzavano, si
baciavano, e un attimo dopo erano di nuovo pronti a battersi, un attrazione che non dovevano ascoltare...A
quel punto, tirò un fendente contro Itachi, non lo colpì ma taglio una parte della manica del moro, poi, con
un abile movimento la manica si taglio scivolando a terra con delicatezza, l'altro se ne accorse e iniziò a
fare sul serio, nondimeno Naruto era già pronto ad attenderlo.... Entrambi attaccavano, cercavano di
reprimere quel desiderio di fermare tutto e concedersi all'altro in quell'istante... Itachi attaccò mentre l’altro
schivò ed anche l'altra manica scese a terra. Il biondo era migliorato molto... gli aveva appena dimostrato
che poteva tranquillamente colpirlo, eppure si interessava ad altro, e questo lo eccitava. L’Uchiha si lanciò
in un nuovo attacco che andò a segno, sfilandogli la parte superiore del vestito.
- “Non è così che sta procedendo il tuo gioco?” – chiese Itachi mentre l'altro si avvicinò soavemente a
lui, passandogli un dito su tutto il corpo.
- “e questo ti eccita vero?” - rispose infine Naruto, cosa che però Itachi non si accorse subito che con
quel dito il biondo non voleva solo istigarlo, ma anche tagliargli in due la tunica.
Questa, infatti cadde ai suoi piedi; al leggero suono della stoffa che si appoggiava a terra il biondo sorride
beffardo. Senza quasi rendersene conto, muovendosi i due si erano ancora più addentrati nella grotta e l'eco
delle loro voci iniziava a sentirsi.
- “Ormai non mi serve più, quello che potevo toglierti con quella te l'ho già fatto cadere a terra!” –
disse Naruto facendo sparire la sua spada.
L'altro sapeva da dove giungeva la sua voce, si avvicinò silenziosamente e prendendole l'obi in mano,
glielo bruciò, senza che però intaccasse altro. Il biondo in un attimo si ritrovò in intimo, tuttavia il fuoco
che gli stava bruciando intorno gli lasciò vedere il suo sensei per un attimo.
- “Mmh... vedo che ti sei dimenticato la maglietta a casa... è per qualche ragione particolare?” sogghignò Naruto per poi sparire all’interno di una fenditura li accanto.
Un fruscio d'acqua aveva attirato la sua attenzione. Corse fino a trovarsi in una sorgente d'acqua
sotterranea... una piccola cascata nasceva dal nulla per riempire un laghetto, pochi raggi di sole che
filtravano fino a lì lasciano intravedere quello spettacolo della natura. Il biondo rimase estasiato da quella
vista, poco dopo arrivò anche il moro e si fermò al suo fianco.
- “Ma tu lo sapevi di questo posto?” - chiese Naruto mentre rimaneva incantato dalla scena, l'altro non
rispose se non con un segno negativo con la testa.
Il primo si tuffò in acqua e dopo essersi distanziato dalla riva, dove comunque il lago rimaneva poco
profondo riprese a parlare.
- “Provaci ora a incendiarmi qualcosa!” - disse a quel punto il biondo
Itachi sogghignando si tuffò in acqua raggiungendolo.
- “Sai che ormai, l'unico indumento che hai addosso, è più divertente toglierlo a mano” – gli disse il
moro una volta che gli fu vicino.
Naruto era già molto eccitato ma non poteva di certo lasciarsi andare così ora... quindi con un balzo
indietro aumentò il distacco dai due e l'altro rimase fermo ad osservarlo.
- “Sono tre anni che mi dai la caccia... non ci credo che questa volta ti sia arreso” – gli chiarì il
ragazzo ripensando poi al suo pensiero di prima nel suo letto “erano due belve che si scontravano”.
Itachi dal canto suo, in tutta risposta iniziò a seguirlo, quindi ad attaccarsi, o meglio... giocare in acqua... si
lanciavano spruzzi ma per Naruto era una tattica, difatti non appena riuscì a distrarre il moro mettendogli la
testa sott'acqua fece la moltiplicazione del corpo, corse verso la cascata, poi si scambiò con un clone e lui si
nascose, il tutto in pochi secondi. Quando Itachi uscì dall'acqua il biondo rimase estasiato dalla sua bellezza,
ora che aveva un momento di pausa si perse nell’ammirarlo, la sua schiena nuda lucida dall'acqua, la coda
che faceva scendere piccoli rivoli d'acqua a indicare una delle parti più belle del suo corpo, glutei pieni e
sodi. I pantaloni bagnati erano aderentissimi, lasciando all'immaginazione ben poco, si girò di scatto e
fortunatamente Naruto si nascose in tempo, riuscì a vedere i suoi capelli bagnati che seguivano il
movimento della testa per poi attaccarsi al viso, quando il clone di Naruto fece un rumore da dietro la
cascata... Il moro corse direttamente in quella direzione, ma quando arrivò vicino alla cascata non vide
nessuno, in quel momento però un grido lo fece girare di scatto.
- “BAAAAAKAAAAA!!!!” – urlò Naruto mentre gli si scagliava contro per spingerlo sotto l'acqua
battente della cascata.
L'attacco a sorpresa c'era stato sicuramente, ciò nondimeno entrambi in quel momento decisero che la
“teoria” era finita. Il biondo era stretto a lui con gambe e braccia, i due corpi nudi e bagnati erano uno
contro l'altro, qualche rivolo d'acqua riusciva a scendere tra i due corpi quando i due prendevano fiato, si
baciavano con passione mentre Itachi passava le mani nei capelli di Naruto, si spingevano l'uno contro
l'altro come se quello che già avessero non gli bastava; prendevano fiato baciandosi, era troppo difficile
staccarsi dall'altro. Naruto tenendosi per con un unico braccio andò a infilare altra mano nel pantaloni
dell'altro iniziando a toccargli il membro per poi masturbarlo. I baci ora erano interrotti dai gemiti che il
quel luogo rimbombavano aumentando l'eccitazione dei due, quando l’altro fu soddisfatto del suo lavoro si
sciolse dalla presa, lasciando vuota e insoddisfatta la bocca del suo sensei, fino a che, poco dopo non si rese
conto che era meglio così, il biondo si era inginocchiato davanti a lui, e da dietro la cascata, aggrappato alla
roccia per non cadere in acqua dal troppo piacere, lo vedeva con l'acqua che gli colpiva testa e spalle,
mentre si muoveva provocando un desiderio nel moro impagabile. Gemeva e urlava, chi era delle due belve
che stava avendo la meglio ora? Itachi venne macchiando di bianco quell'acqua cristallina; trasse a se
Naruto e dopo avergli abbassato l'intimo iniziò ad allargare quella piccola porta per il paradiso, quando fu
pronto il primo lo riprese in braccio e lo penetrò con dolcezza, i due corpi iniziarono a muoversi, e
entrambi i gemiti rimbombavano, l'acqua li bagnava rendendo il tutto ancora più eccitante, ricominciarono
a baciarsi. Si muovevano, gemevano, si baciavano, si toccavano, erano l'uno dell'altro, ed era il piacere più
bello che i due avessero mai provato. Quando entrambi raggiunsero insieme il culmine del piacere rimasero
ancora lì a stringersi forte. Uscendo dalla grotta ancora zuppi raccolsero vestiti e brandelli di stoffa sparsi
in giro durante il combattimento; si incamminavano verso il nascondiglio.
- “Ti rendi conto che avresti potuto tagliarmi se non ti accorgevi che non avevo la maglia?” - disse
Itachi tutta ad un tratto.
- “Sta zitto non parlarmi del tuo corpo!” - gli rispose Naruto in modo brusco.
- “Perchè cos'ha che non va il mio corpo?” - chiese a questo punto il moro stupito da quelle parole.
Naruto lo prese allora per il colletto della tua tunica ormai aperta e smanicata e lo spinse contro un albero
facendolo sbattere, lo guardò seriamente e lo baciò con passione allungando una gamba tra le sue perchè in
realtà non era ancora soddisfatto, quando si staccò gli chiari l’idee.
- “Perchè il tuo corpo mi eccita troppo... non puoi parlarmene ora, quando mi risuonano ancora i
tuoi gemiti in testa insieme al fruscio dell'acqua!” – disse l’Uzumaki guardandolo dritto negli occhi.
L’ altro allora sogghignò e stavolta a trovarsi contro l'albero a donare le sue labbra e la sua lingua al suo
caro sensei, fu Naruto.
CAPITOLO OTTO
Kakashi non aveva dormito molto quella notte...In tutti i modi, scostò le lenzuola e scese dal letto per
avviarsi nudo in bagno, c’era la missione ad attenderli. Quando tornò vide che Sasuke, non si era ancora
destato il che gli fece venire in mente un modo molto carino per risvegliarlo. Infatti, cominciò a stuzzicarlo
dolcemente, ma il ragazzo si rifiutava categoricamente di alzarsi, la colpa era anche sua però? E fu così che
si protese verso di lui e accostandogli all’orecchio sussurrò poche semplici parole.
- “Acqua fredda!” – fece il jonin allentandosi per poi avviarsi di nuovo verso il bagno.
Quelle semplice parole penetrarono nel subconscio del moro che aprì di scatto gli occhi e nel giro di trenta
secondi era già bello che in piedi. Lo superò e si chiuse in bagno per uscirne subito dopo vestito di tutto
punto, anche Kakashi si era ricomposto. A questo punto, i due messi in spalla gli zaini e nel caso di Sasuke,
anche la katana si avviarono verso l’ingresso, ma ad un tratto Kakashi lo stinse forte al suo petto.
- “Sasuke! Non posso rinnegare i miei sentimenti. Sono comunque preziosi e insostituibili, anche se a
volte possono essere dolorosi…” – iniziò a dire il jonin poi scandendo la voce sussurrò – “Ma capisco
che a volte nella vita si creano legami che nulla può spezzare, a volte capita di trovare quella persona
davvero speciale…Per questo se lui è ancora…"
- “Lui è ancora vivo! Perché se fosse morto non avrei ragione di esistere” – gli rispose Sasuke senza
lasciargli il tempo di finire.
Si guardarono un attimo negli occhi puoi raggiunsero Sakura e Sai che li attendevano alle porte.
- “Kakashi–sensei è un miracolo! Lei puntuale non l’avrei mai creduto” – fece Sakura sorridendo
all’uomo che le stava di fronte.
- “Chissà Sakura! Forse il sensei avuto qualcosa che lo tenesse sveglio”- intervenne Sai che stava al
suo fianco mentre gettava occhiate sospette all’uomo e al Uchiha li vicino.
Alla ragazza comparve un grosso gocciolone in testa, a volte non lo capiva proprio quel ragazzo che ora
sorrideva come un ebete. In tutti i modi stavano finalmente per incamminarsi quando tutti i loro amici si
presentarono lì improvvisamente ad augurargli buona fortuna. Tutti speravano di rivedere di nuovo quel
Uratonkachi, il loro Uratonkachi.
- “Grazie ragazzi! Faremo del nostro meglio” – gridò la Kunoichi dato che gli altri si sapeva che non
erano capaci.
Così si misero in marcia. Sasuke procedeva davanti affiancato da Kakashi mentre Sai e Sakura li seguivano
rimando dietro di loro. Il primo giorno di viaggio si rivelò tranquillo senza sorprese e trovata una radura
riparta e strategicamente difendibile il gruppo si fermarono per la notte. Decisero che non ci sarebbero stati
turni di guardia, le trappole piazzate erano più che sufficienti in caso si fosse presentato del pericolo. La
mattina giunse in fretta e dopo una veloce colazione ripresero la marcia velocizzando di molto il passo, in
quanto in quella missione la tempestività era fondamentale. Ad ogni modo, anche stavolta non incapparono
in sorprese e fermatisi anche stavolta per la notte convennero che ormai trovandosi vicini all’obiettivo
fosse il caso di studiare un piano d’azione.
- “Il nascondiglio si trova in punto in questa foresta…Di sicuro avranno piazzato trappole lungo il
perimetro”– fece Kakashi indicando un punto segnato sulla mappa disposta di fronte a loro
- “Allora come dovremmo agire, Kakashi-sensei?” – chiese a quel punto Sakura.
- “Con molta cautela, Sakura!...Potremmo incappare in ninja a del suono dotati del segno maledetto”
– gli rispose questi guardando anche gli altri due negli occhi.
- “Non credo! Il quartetto credo fosse uno dei pochi sopravvissuti a una pratica simile, Kakashi” –
intervenne convinto Sasuke.
- “Ma Orochimaru-sama non è uno sprovveduto Uchiha!” – disse Sai con tono saputo
- “Tzk! Ma sentilo…Credi che non lo sappia? Ci ho già combattuto” – gli rispose a tono il moro.
- “E hai perso mi sembra!” – ribattè l’altro sarcastico.
- “Vuoi morire?” – fece ostile Sasuke.
- “Smettetela! Oppure vi ste...Ops, mi scusi sensei” – esclamò Sakura che si era alzata in piedi agitando
un pugno sotto i loro nasi.
- “Oh , no! Fai pure…Finalmente fai vedere la tua splendida personalità” – gli disse l’uomo
sorridendole cordiale.
- “Se ne era accorto?” – domando imbarazzata Sakura.
- “Che facevi la santarellina credendo così di far colpo su un certo moro?...Si” – gli rispose
semplicemente Kakashi.
A questo punto, terminata la discussione andarono a dormire e il giorno seguente alle prime luci erano già
in viaggio. Ci misero poco a raggiungere il Paese delle Risaie, indi il luogo in cui era situato il nascondiglio.
Presero a muoversi con circospezione una volta entrati nel perimetro in cui doveva trovarsi la base. Nel
frattempo Naruto e Itachi stavano andando verso una radura poco distante, e quando furono quasi arrivati il
moro iniziò ad abbracciare il biondo.
- “Itachi smettila... oggi Kyuubi è irrequieta... non vorrei ferirti” – disse Naruto.
- “ E se fosse ciò che voglio!” – disse l'altro sorridendo.
Il biondo in un attimo fece apparire la sua katana e dopo aver avvicinato a se Itachi gliela puntò alla gola.
- “Piantala!” - esclamò il ragazzo mentre la faceva sparire.
- “ Perché la metti via?…Dobbiamo allenarci” – gli illustrò a quel punto l’altro malizioso.
E così la richiamo di nuovo a se e presero a combattere. Parallelamente, il Team 7 si stava quasi
avvicinando al nascondiglio di Orochimaru ma un tintinnio attirò la loro attenzione. Sembrava qualcuno
stesse combattendo, quindi si fermarono per decidere la direzione da prendere per non farsi notare. Mentre
si avvicinavano al luogo, iniziarono a udire le voci di due ninja.
- “Come sei lento oggi Itachi-sensei!” – esclamò uno dei due.
- “Smettila di chiamarmi sensei... mi sembra che mi stai prendendo per il culo”- rispose l'altro.
- “Infatti è così Itachi-sen-sei” - ribattè il primo scandendo bene il suo titolo per poi ridere.
Nessuno del team riconobbe immediatamente le voci, ma Sasuke identificò un nome fin troppo familiare.
Alzandosi di scatto in piedi, brandì la sua katana correndo nella direzione dei due per attaccare il fratello.
Itachi notò il fratellino attaccarlo da dietro Naruto e fece in tempo a spingerlo via per poi parare il fendente.
I due fratelli incrociarono le spade squadrandosi.
- “Finalmente avrò la mia vendetta!” - sogghignò il più piccolo, senza notare la presenza di Naruto che
lo fissava in silenzio, troppo stupito dalla sua presenza per parlare.
Il più grande sogghignò a sua volta e iniziò il combattimento, le lame ricominciarono a tintinnare e a creare
scintille quando si sfregavano tra di loro, nel frattempo, il biondo si ritrovò stretto in un abbraccio maschile
che l’allontanò dal combattimento, il ciuffo argenteo e la maschera erano inconfondibili.
- “Kakashi sensei!” – disse sorpreso Naruto, ma felicissimo di rivedere il jonin.
- “Spero che tu non stia prendendo per il culo anche me!” - fece l'altro anche lui esibendo un’aria felice.
Naruto cercò subito di spiegarsi, e il suo vecchio sensei scoppiò a ridere.
- “Comunque sensei potrebbe almeno lasciarmi!?” – chiese gentilmente.
L'altro invece strinse ancora di più la presa mentre Sakura gli si piazzò davanti sorridendo con gli occhi
lucidi
- “Baka!... Perchè te ne sei andato?!” – disse la ragazza scoppiando poi a piangere.
- “Sa.. Sakura-chan... non piangere... sono qui ora!” – gli rispose Naruto mentre la vedeva tirar su con
il naso sorridere.
Sai non disse niente se non fosse per il suo solito sorriso snervante. Intanto, il combattimento continuava,
ciò nonostante Itachi non sembrava molto preso dal suo avversario.
- “Smettila di guardare in giro... io sono il tuo avversario” - disse Sasuke furente.
- “Tu vorresti essere il mio avversario?” - rispose l'altro tranquillamente incrociando lo sguardo con
Naruto.
Infatti più che un combattimento sembrava che Itachi si stesse allenando senza impegno...Invero era così,
lo faceva solo perchè non aveva niente di meglio per le mani.
-“Oh si che voglio essere il tuo avversario, non vedo l'ora di vedere il tuo sangue scorrere sulla mia
katana” - gli gridò il fratello.
- “Beh, se è questo che vuoi....” - fece l'altro non dando peso alle sue parole e portandosi alle sue spalle
mentre di fonte a se aveva Naruto e lo guardava come dirgli “dovresti esserci tu qui... questo vorrei tanto
farlo al tuo corpo” .
A questo punto, Itachi si passò la lingua sulle labbra, quel segno per il biondo era molto significativo. In
seguito, l’Uchiha maggiore mise una mano sotto il kimono di Sasuke e con l'altra mano che teneva la
katana prese il viso dell'altro baciandolo con passione, tuttavia i suoi occhi non si staccavano dalla sua vera
preda. Osservò il viso di Naruto cambiare espressione e riuscii per fino a capire il suo borbottio
- “Stupido, te l'avevo detto di non fare così!” – sussurrò Naruto mentre fissava la scena.
Dal canto suo il nostro uomo con la maschera lasciò la presa per poi stringere le mani a pugno mentre
Itachi si allontanava dalla bocca del fratello sogghignando.
- “Mmh... Noto che anche tu te la sei spassata Otouto” –
disse fissandolo ironicamente negli occhi.
Sasuke colse quella fase di stallo per liberarsi dalla presa
del fratello rivolgendogli uno sguardo di rabbia e stupore.
A questo punto, si girò in direzione di Kakashi notandone
l’ira repressa e si calmò.
- “Ah... il fascino degli Uchiha è così accattivante” –
aggiunse a questo punto Itachi leccandosi di nuovo le
labbra e poi dire volgendosi verso Naruto - “eh Naruto?”
Quelle parole fecero scattare Sasuke, che accecato dalla
rabbia si scagliò contro il fratello maggiore, che fu veloce,
ma non abbastanza da allontanarsi dal secondo fendente
che arrivò subito dopo il primo. Itachi colpito cadde a terra
mentre il suo otouto era davanti a lui con la katana in alto,
pronto a sferrare l'attacco decisivo, l'attacco mortale, ciò nondimeno quando si mosse colpì una lama. Lo
sfrigolio era diverso dal solito e alzando lo sguardo notò una katana con una lama rossa, anzi, tutta la
katana era rossa, ma, non era metallo, era chakra. Seguendone il braccio arrivò a scorgere il viso del suo
fautore, Naruto e i cui occhi erano rossi, le pupille verticali e due zanne gli uscivano dalla bocca.
- “Allontanati da lui” - ringhiò il biondo
- “Scordatelo!” - rispose l'altro con una voce altrettanto bassa.
A questo punto, Naruto non si tirò indietro dal difendere Itachi con tutto se stesso, alzò la sua katana ed
attaccò Sasuke, quando furono abbastanza lontani dal corpo a terra riprese a parlare
- “Non osare ucciderlo... ne oggi, ne mai in mia presenza! Sono stato abbastanza chiaro?” – gli
intimò
Sasuke deglutì, per la prima volta aveva paura di fronteggiare un avversario. Itachi si riprese e alzatosi si
avvicinò al suo allievo poggiandosi sulle sue spalle sorridendo.
- “Dai... vai a casa adesso... se sono venuti fin qui, è perchè ti vogliono bene, ci penserò io a
Orochimaru, te lo prometto” – gli disse a quel punto Itachi
Naruto si girò ad abbracciarlo, la sua katana sparì di colpo e i suoi occhi tornarono azzurri e sorrise .
- “Non ti dimenticherò mai sensei...” – annunciò mentre si faceva rosso.
Il moro sorrise ancora di più, poi guardò verso Sasuke intenzionato a lasciargli qualche consiglio su come
comportarsi con la piccola Kistune perché solo un cieco non avrebbe visto che fra quei due scorreva un
attrazione fatale.
- “Devi saperlo soddisfare... è molto esig...” – cominciò a dire Itachi, ma venne bruscamente interrotto.
Infatti piuttosto che farlo finire di parlare Naruto lo baciò un ultima volta.
- “Lo sai che un giorno dovrò tornare a riprenderti” - gli sussurrò l’Uchiha all’orecchio. Poi
sogghignando e con il sapore dell'altro ancora in bocca si congedò.
Il ritorno dei sei a Konoha fu rapido e si svolse in un atmosfera molto controversa. Se da un parte c’era la
felicità per il fatto che tutto si era concluso bene dall’altra c’erano ferite e rancori che aspettavano solo di
esplodere.
CAPITOLO NOVE
Tsunade, se ne stava comodamente seduta dietro la scrivania del suo ufficio a fissare Naruto rientrato al
villaggio non poco di un ora prima con gli altri. Aveva ascoltato il rapporto di Kakashi, in seguito aveva
fatto chiamare il ragazzo.
-“Ebbene, Moccioso!” – sbottò la donna prima di continuare dicendo - “Lo sai in che casini sei andato a
cacciarti?…Ringrazia il cielo che non so come io e Jiraiya siamo riusciti a convincere quei vecchi
bacucchi del consiglio a non classificarti come traditore”
- “Baa-chan! Ti ringrazio…In tutti i modi, se devo scontare una punizione lo capirò?– disse il giovane
sorridendogli.
-“Naruto! E vero che Itachi ti ha detto che avrebbe eliminato Orochimaru?” – chiese invece Tsunade
in risposta.
-“Si!” - ribattè Naruto
-“E tu gli credi?” – domandò ancora l’altra
-“Gli credo! Come credo che presto o tardi verrà per me” – disse il biondo facendosi serio.
-“Cosa intendi dire?”– fece la donna stupita da quel tono.
-“Che l’Akatsuki mi da la caccia, Baa-chan!...Ma io sono pronto a riceverla, non mi tirerò indietro”
– gli rispose a quel punto Naruto.
A questo punto, Tsunade decise di prendere seri provvedimenti per la sua sicurezza, in primis per un po’
non avrebbe svolto missioni al di fuori del villaggio, secondo una squadra Anbu l’avrebbe seguito non solo
per proteggerlo, ma anche per tenere tranquilli i consiglieri. Naruto accettò le condizioni e lasciò il Palazzo.
Per strada si imbatté nel sensei Iruka che fu strafelice di vederlo. Insieme i due si diressero al chiosco di
ramen del signor ? . Questi quando notò il suo miglior cliente, dopo tre anni, seduto nuovamente al suo
posto si appresto a preparargli i suoi tipi di ramen preferiti in versione special deluxe. I giorni successivi al
suo ritorno per Naruto furono come un tuffo nel passato, ovunque andasse volti ostili, l’unica consolazione
erano i suoi amici che l’avevano perdonato non prima di avergli fatto una ramanzina ognuno nel suo stile.
Ad ogni modo, si sentiva felice di essere a casa e fu con questi pensieri che quella sera si ritirò dopo
l’allenamento con la squadra. Qualche ora dopo, Sasuke si avvicinava a casa di Naruto, tuttavia un uomo
mascherato, un Anbu lo fermò.
- “Dove pensi di andare?” – gli chiese questi.
- “Vado a casa di Naruto, dove vuoi che vada per di qui?”- fece il moro non fermandosi neanche
- “Non puoi andare!” – disse lo shinobi piazzandosi di fronte a lui
- “Sono un suo compagno di team, sicuramente se lo chiedete all'Hokage saprà che sarei venuto qui!”
– sbottò Sasuke scocciato
L’altro non rispose, inclinò la testa e dopo aver parlato in una radiolina lo fece passare. Sasuke entrò dalla
finestra situata proprio accanto al letto di Naruto. Questi stava già dormendo di un sonno agitato e lui
sorrise nel vederlo di nuovo con quel buffo cappello in testa...Lo rimirava appollaiato dalla finestra, fino a
che una folata di vento fece rabbrividire il biondo sotto la coperta leggera. A questo punto, Naruto aprì un
occhio e vide una stana ombra alla finestra, per cui facendo sembrare che il suo sonno fosse ancora agitato
si rigirò nel letto. Quando gli sembrò che la figura girasse lo sguardo lo attaccò, la punta della sua katana
era a pochi millimetri dal collo di quell'ombra
- “Sasuke?” - chiese Naruto con tono stupito quando lo riconobbe
- “Che diavolo stai facendo?!” - rispose l'altro in modo brusco
- “E tu allora? Che diavolo stai facendo appollaiato alla mia finestra a guardarmi mentre dormo?” –
ribattè il biondo stizzito.
Il moro tenne il fiato per un attimo, era poco tempo che erano insieme e già avevano ripreso a litigare.
- “Volevo parlarti” – disse poi in tono tranquillo Sasuke.
- “E non potevi farlo domani quando ci trovavamo?” – chiese con sufficienza Naruto per poi
incamminarsi verso la cucina a prendere due bicchieri d'acqua.
- “Volevo parlarti da solo.....” rispose il moro
Naruto si girò a guardarlo negli occhi, il suo sguardo era triste.
- “Dai parla... intanto ormai mi hai svegliato” - sbuffò il biondo grattandosi la testa e sedendosi a gambe
incrociate sul letto una volta tornato indietro
Sasuke prese fiato... non era mai stato bravo a parlare, poi si avvicinò al biondo per tirargli un pugno in
pieno viso prima di parlare.
- “Che cazzo ti è venuto in mente tre anni fa di andartene dal villaggio? Stupido di un uratonkachi” –
sbottò guardandolo.
- “Che ti è preso?...Stupido teme...Se non lo capisci allora qui lo stupido sei tu!” – fece Naruto
tenendosi il naso dalla botta e rispondendo anche al pugno preso in faccia poco prima
- “Quindi sarei io lo stupido? si... sono stato stupido a preoccuparmi per te!” – prese a dire Sasuke
menando un gancio destro.
- “Infatti! Io me la so cavare benissimo da solo! Se no ora non sarei Naruto Uzumaki, ma ormai sarei
Orochimaru!” – sbottò in risposta il biondo parando il colpo.
A questo punto, Sasuke si alzò in piedi, lo prese per il colletto ed era pronto a tirargli un altro pugno...
addirittura la sua mano tremava... poi lo lasciò.
- “Già... avevi trovato qualcun'altro che si preoccupava ed era vicino a te!” - disse con fin troppa
calma il moro.
- “E con questo ora cosa vorresti intendere?” - fece l'altro alzando la voce.
- “che tu te ne sei stato via tre anni solo per scoparti mio fratello!!!!!” – gli urlo allora Sasuke
guardandolo negli occhi.
Naruto rimase stupito, stava per rispondere la verità, poi tornandogli in mente i suoi ultimi allenamenti
sogghignò guardando il moro con gli occhi lucidi dalla rabbia, lo spinse sul letto e iniziò a gattonargli sopra.
- “E cosa ti da fastidio di ciò? Il fatto che mi sia scopato un
altro uomo, il fatto che sia stato scopato dal tuo Aniki...” cominciò a dire accarezzargli l'interno coscia per poi aggiungere “...oppure il fatto che non sia stato tu a fottermi?”
Sasuke contemplava gli occhi del biondo, il suo sguardo era
malizioso, provocatorio, sexy, uno sguardo che non avrebbe mai
pensato di vedere in Naruto.
- “Baciami” - disse semplicemente
Infatti, fu l'unica cosa che in quel momento riuscì ad uscirgli dalla
bocca. Il loro bacio fu ardente e appassionato. Sasuke gli passò
una mano intorno alla nuca per approfondire il contatto. Quando
si staccarono ansimavano entrambi.
- “Cosi non va?” – fece il moro ribaltando le posizioni e
aggiungere – “Adesso va meglio”
Ripresero a baciarsi, poi in contemporanea le mani di Naruto e Sasuke presero a vagare sotto i vestiti che
costituivano solo un inutile barriera fra loro. Così interruppe momentaneamente il contatto fra loro per
sbarazzarsene. Il biondo si morse il labbro inferiore alla vista di Sasuke nudo in tutto il suo splendore. Dal
canto suo il moro cominciò una lenta tortura dal collo per poi passare al suo petto bronzeo. Arrivato al
capezzolo destro, cominciò a leccarlo, baciarlo e lasciandoli ogni tanto piccoli morsi che facevano
mugugnare l’altro di piacere.
- “Aah…Sas’ke!!” - gemette Naruto.
Dopo ciò, non parlarono più, comunicavano con un linguaggio primordiale fatto di carezze. Sasuke baciava
ogni centimetro di quella pelle, lo stava eccitando al punto di perdere la ragione. E stramente Naruto si
ritrovo a paragonare quello che stava avvenendo con i suoi trascorsi con Itachi. Diverso, ma ugualmente
sensazionale poiché se tra lui e il fratello c’era stata passione che brucia e ti consuma, qui c’era amore. A
questo punto, senti le mani di Sasuke scendere più in basso per poi prenderlo per i fianchi e voltarlo, in
modo da poter preparare il suo orifizio. Il biondo non attendeva altro e lo sentì spingere prima con
delicatezza poi quando il piacere prese il sopravvento, sempre con più vigore. Sasuke mentre lo penetrava
prese a torturare naruto con leggeri morsi sul lobo e sul collo, inoltre la sua mano sinistra stimolava la sua
erezione. Erano travolti da una tempesta che li animava di forza possente e si ritrovarono per un magico
istante fusi in un unico essere, per poi separarsi di nuovo. Infatti, Naruto venne nella sua mano. Mano che il
moro si portò subito alle labbra per saggiarne il suo nettare, poco dopo anche lui liberò il suo piacere
all’interno del biondo. Alla fine spostati ricaddero ansimanti uno di fianco all’altro in quel letto piccolo per
domarci comodamente ma utile se si voleva stare abbracciati. Erano ancora nudi, e abbracciandosi
accarezzavano la morbida pelle dell'altro, si scambiavano dolci baci, ma Naruto era troppo pensieroso per
quello che aveva appena finito di fare.
- “Hey dobe.. cos'hai?” – chiese a quel punto Sasuke
Il biondo sospirò mentre il moro lo strinse forte a se. Naruto non riusciva a guardarlo negli occhi poi con
tranquillità, come a confessare un terribile segreto si decise a parlare.
- “Sai Sasuke... tre anni fa... nella foresta della morte... avevo sentito qualcuno parlare, diceva di
volere il tuo corpo, che saresti stato il suo contenitore, la cosa mi aveva fatto paura, e così…” – prese
a dire per fermarsi un attimo e poi riprendere dicendo – “Ho fatto un jitsu di trasformazione e mi parai
davanti a lui... pensava fossi te, mi ha lasciato il segno maledetto pensando fossi tu... quando poi a
scoperto chi ero ha pensato che il potere di Kyuubi potesse tornargli utile... e io, per non farti andar
via dal villaggio me ne andai di mia spontanea volontà. Orochimaru non mi ha mai rinchiuso a
chiave, ma mi lasciava libero di muoversi per il suo nascondiglio... sapeva che per te non me ne sarei
andato...”
Sasuke non aveva parole, gli occhi del biondo erano lucidi ad ammettere certe cose, il moro gli alzò il viso
fissandolo in volto e lo baciò teneramente, a quel punto Naruto non riuscì più a trattenersi
- “Sasuke... io ti amo... da quando ti ho incontrato per la prima volta... non volevo ti succedesse
niente di male.... scusami se ti ho fatto preoccupare tanto!!!!” – singhiozzò il biondo mentre il moro lo
stringeva forte a se.
- “Shh... non preoccuparti” - disse Sasuke baciandogli la fronte per poi aggiungere - “Grazie per aver
cercato di salvarmi la vita.... ti amo anch'io dobe!”
Naruto lo strinse forte e dopo essersi liberati da quel peso nel loro cuore si addormentarono insieme.
EPILOGO
6 mesi dopo…
Al covo dell'Akatsuki tutto scorreva tranquillamente. Tobi saltellava di qua di là per fuggire Deidara
intenzionato a farla saltare in aria, cosa che avveniva puntualmente ogni cinque secondi. Purtroppo da
quando Sasori era stato sconfitto durante la missione di cattura del Kazekage gli era toccato come
compagno. In tutti i modi, quel giorno erano presenti tutti, infatti Kisame era bello che bello intento a
vezzeggiare la sua spada mentre Kakuzu sfogliava un po’ i suoi libri mastro nel tentativo di trovare
soluzioni per fare più economia all’organizzazione mentre Hidan e Itachi erano nelle loro camere o così
sapevano gli altri. Comunque sia, questi comparvero nell’aria comune poco prima del loro leader e di
Kanon.
- “Bene siete qui! Kakuzu e Hidan ho un lavoro per voi” - annunciò Pain ai due che lo guardavono
interessati.
- “Cosa dobbiamo fare, Pain-sama?” – chiese Kakuzu a quel punto.
- “Vi affido il compito di catturare il Jinjuriki della Volpe” – gli rispose il leader.
A quelle parole Itachi sogghignò non poteva permettere a quei due di andare dal suo Naruto, no spettava a
lui l’onore. E si perché aveva una promessa da mantenere.
- “Pain-sama! Lascia che a questa faccenda ci pensi io con Kisame…In fondo ho avuto già il piacere
di incontrarlo” – fece Itachi senza trapelare i suoi intenti.
- “Cazzo, no!...C’è ne occuperemo io e Kakuzu” – iniziò a protestare Hidan per poi aggiungere - “Non
puoi togliermi questo piacere”
- “Per me non ci sono problemi! A lei la decisione” – intervenne Kakuzu semplicemente.
- “E va bene! Itachi e Kisame sarete voi a occuparvi del
Kyuubi” – disse Pain a quel punto per poi continuare rivolto
verso l’immortale - “Non preoccuparti Hidan, c’è da fare
anche per te”
Infatti, ordinò anche la cattura della Hachimata. Nel momento
in cui il leader dell’Akatsuki si ritirò con Kanon al seguito,
anche Itachi abbandonò la sala dirigendosi fuori la base. Stava
calando la sera e il cielo si ricopriva di stelle mentre un lieve
vento soffiava.
- “Sto vendo a prenderti…Mia Kistune!” – proferì Itachi fissando verso l’orizzonte con uno starna luce
negli occhi.
Poi ridendo torno all’interno del covo.
FINE
Il Bazar di Mari
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Online da: Febbraio 2010