Aprile 2003 - Perchè Scrittoamano

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Aprile 2003 - Perchè Scrittoamano
Periodico bimestrale di informazione della Parrocchia della S.S. Trinità di Livorno, Piazza Gerolamo Gavi - 57126 Livorno - Tel 0586 804490 - email:
[email protected] - www.parrocchie.it/livorno/sstrinità - Direttore Responsabile: Elena Cerini - Responsabile editoriale: Padre Fabrizio Civili - Comitato di
Redazione: Padre Fabrizio Civili, Elena Cerini, Cristiano Ianetto, Andrea Pardini, Anna Siani, Gianluca Spadoni – Stampa: Editrice Il Quadrifoglio, tel.0586
807558, Livorno
Aprile 2003 - anno 1 - n° 0
Il nostro augurio di
CIAO , Scrittoamano.
VOGLIO ESSERE IO A DARTI IL PRIMO SALUTO, IL
PRIMO “ B ENVENUTO” FRA NOI, ED A CONDIVIDERE
L ’ ENTUSIASMO DI CHI TI HA LUNGAMENTE SOGNATO ,
PENSATO , DESIDERATO , CONCEPITO ED ORA STA PER
DARTI ALLA LUCE . T I HANNO , PARDON , TI ABBIAMO
DESIDERATO COME MOMENTO FORTE DI COMUNIONE
FRA NOI, CHE ABITIAMO IN QUESTA ZONA .
INFATTI,
SE NON ERRO , FAI PARTE DEL CAPITOLO DELLE REAL TÀ CHE VENGONO CHIAMATE CON IL NOME DI “ COMUNICAZIONI SOCIALI ”, O “ MASS MEDIA ” COME SI
DICE OGGI . ED É QUESTO LO SCOPO CHE CI HA SPIN TI AD ABBANDONARE LA PAGINA INTERNA DELLA R I VISTA MENSILE “R EGNUM C HRISTI” PER DAR VITA AD
UN NUOVO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE .
S Ì, S CRITTOAMANO, DEVI METTERCI IN COMUNICAZIONE , IN DIALOGO .
”COMUNICARE” È UNA ESPRESSIONE MOLTO USATA
OGGIGIORNO . A NCHE I NOSTRI V ESCOVI LA USANO
NEL LORO DOCUMENTO “O RIENTAMENTI PER IL PRIMO DECENNIO DELL ’ ANNO 2000" CHE CHIAMANO
“COMUNICARE IL V ANGELO IN UN MONDO CHE CAMBIA”. M OLTE VOLTE CI
DOMANDIAMO: PERCHÈ USARE IL TERMINE “ COMUNICARE” ANZICHÉ “ ANNUNCIARE “?
QUANDO SI TRATTA DEL V ANGELO, PER ESEMPIO, SAREBBE PIÙ LOGICO E CORRETTO . I L FATTO È CHE “ COMUNICARE ” IMPLICA UNA “ PERSONA “ CHE HAI
DAVANTI A TE , CHE RISPONDE , DIALOGA , ED ENTRA IN COMUNIONE CON TE .
ECCO ALLORA CHE “ COMUNICARE” IMPLICA UNA RISPOSTA. QUESTO È LO SCOPO DI “SCRITTOAMANO” SUSCITARE UNA RISPOSTA, APRIRE UNO SPAZIO DI
COMUNICAZIONE , DI DIALOGO , DI CONFRONTO, AFFINCHÉ CI SI CONOSCA
SEMPRE DI PIÙ E CI SI VOGLIA SEMPRE PIÙ BENE . H AI UN BELL ’ IMPEGNO CARO
“SCRITTOAMANO”.
M A DAI ! SÌ CHE CE LA FARAI !
PICCOLO, POVERO, “S CRITTOAMANO” STRUMENTO, CHE NASCONDE
PERÒ L ’ IMPEGNO SERIO ED ENTUSIASTA DI ALCUNE PERSONE CHE PRESTO
SPERIAMO POSSANO DIVENTARE MOLTE , MOLTE DI PIÙ .
CHIUNQUE DI NOI PUÒ CONTRIBUIRE ALLA TUA COSTRUZIONE, ALLA TUA
CRESCITA , RISPETTANDO LA TUA NATURA DI “ CREATURA APPENA NATA ”
CHE NON CAMMINA ANCORA PIENAMENTE CON LE PROPRIE GAMBE , MA HA
NECESSITÀ DEL NOSTRO AIUTO , PER CRESCERE ROBUSTO E FORTE . S EI LA
“ VOCE” DELLA NOSTRA GRANDE FAMIGLIA CHE ANCHE IN TE RITROVA “ UN
ANTIDOTO ALLA DISPERSIONE ” COSÌ COME NELLA E UCARISTIA DOMENICA LE , COME CI DICE IL PAPA NELLA SUA LETTERA APOSTOLICA N OVO M IL LENNIO I NEUNTE AL N .36.
S EI IL LUOGO DOVE LA “ COMUNIONE” VIENE COSTRUITA GIORNO DOPO
GIORNO . N ON SEI IL GIORNALE SOLO DEI “P ARROCCHIANI ” VERO ? S EI IL
GIORNALE DI TUTTI , DI TUTTI COLORO CHE ABITANO IN QUESTO NOSTRO
QUARTIERE E NELLA NOSTRA ZONA O, ALMENO , PER RAGIONI DI PARTICO LARE AFFETTO LA FREQUENTANO E CI SI TROVANO BENE .
PENSO GIÀ A QUANDO ARRIVERAI NELLE NOSTRE CASE E QUALCUNO, CERTO, TI METTERÀ NEL CESTINO INSIEME ALLE ALTRE CARTE DI NESSUN VALO RE , MA MOLTI DI LEGGERANNO CON AFFETTO CON SENSO DI PARTECIPA ZIONE E TROVERANNO IN TE LA NOSTRA FRATERNA VICINANZA , LA NOSTRA
AMICIZIA E LA NOSTRA VOLONTÀ POVERA , MA SINCERA DI AIUTARE TUTTI .
Fra Fabrizio parroco
BUONA PASQUA
a tutti voi e la gioia di
comprenderne profondamente il
senso.
Il Parroco ed i collaboratori
Perché Scrittoamano?
Certe volte i titoli nascono per caso. Una sera, insieme ad altri
amici stavamo parlando della possibilità di stampare un periodico parrocchiale; qualcuno, riferendosi forse al necessario supporto informatico, disse: E come lo scrivi?; per tutta risposta
qualcun altro sentenziò: E come lo vuoi scrivere? – A mano !
Visto lo spirito con cui stava nascendo l’iniziativa, lo spunto fu
subito sfruttato per battezzare il nuovo giornalino della Parrocchia. Di lì a pensare di coinvolgere Padre Fabrizio per scrivere,
a mano appunto, un articolo di apertura per ogni numero che
poi scannerizzato - cioè fotografato elettronicamente - potesse
essere pubblicato ed apparire nello stessa forma di un testo
appena scritto a penna, il passo fu breve; tuttavia, una volta
verificata la calligrafia del nostro Parroco, tornammo subito sui
nostri passi; più che un articolo sarebbe sembrata la ricetta di un
medico !
Ormai, però, il titolo c’era e pertanto decidemmo di supplire
alle “carenze calligrafiche” con l’aiuto della tecnologia.
Come potete ammirare, alla vostra sinistra, appare il primo
“editoriale” scritto quasi a mano e arricchito da un fondo color
azzurro cielo attribuito alla scuola “Santissimatrinitate” – il
carattere è un “Lucida Handwriting” che ben si confà
ad una mano armoniosa ed elegante.
A questo punto, percorrendo al contrario quel detto che recita dal serio al faceto - vogliamo anche dare un’interpretazione più
seria all’origine del titolo.
In tal senso l’atto di scrivere a mano porta la mente a quelle
antiche pergamene il cui odore, a sua volta, trasporta lontano
nel tempo, quando tante cose non esistevano e pochi erano i
filtri tra l’uomo e la realtà; probabilmente l’approccio a questa
realtà era più diretto, un po’ come il mondo visto con gli occhi
di un bambino. Bene, il tentativo, speriamo non troppo velleitario che ci proponiamo è proprio quello di affrontare grazie a
questo periodico, vari temi senza le impalcature che, volenti o
nolenti, per diletto o professione, siamo ormai portati ad erigere. Senza mettere “le mani avanti” direbbe qualcuno. Sicuramente non saremo risolutivi (e chi lo è su questa terra ?) forse
potremo apparire infantili, sicuramente ci sforzeremo di essere
obiettivi nell’ottica di suscitare la discussione (nel senso buono
del termine) nel lettore. Il fine, quindi, è soprattutto quello di
far nascere domande alle quali chiunque, in cuor suo, potrà
cercare di dare una risposta. Uno stimolo a partecipare per
tutti, dunque, non tanto nell’ottica che l’importante è partecipare, quanto in quella di tentare di costruire qualcosa insieme,
gruppo di persone, compagnia di ragazzi, o carta cantante, scritta
quasi a mano, dove poter esprimere le nostre riflessioni o tutte
e tre le cose insieme che siano!
Buona lettura e buon lavoro a tutti.
Andrea Pardini
NEW AGE: Spunti per una riflessione
Già nel 1993 Giovanni Paolo II parlando ad un gruppo di vescovi americani, mise in guardia sul pericolo
del fenomeno New Age; nel 1999
Vittorio Messori, tra gli studiosi più
attenti di questioni religiose, esortava la chiesa a porre attenzione ai
pericoli insiti nel movimento New
Age (cfr. “Il Giornale della Toscana” 7/11/1999). Per avvicinarsi a
casa nostra, il Gesuita Padre
Valentino Davanzati in un intervista apparsa sul quotidiano “Il Tirreno” (16/1/2000) definiva il New Age
un business con luci ed ombre, caratterizzato da una “patina di scientificità” sul quale la Chiesa deve interrogarsi. Recentemente, sul mensile “Oggi”, Sabino Acquaviva analizzava i possibili motivi della condanna da parte della Chiesa Cattolica. Infine è obbligo nominare il documento ufficiale della Chiesa cattolica sul New Age “Gesù Cristo portatore dell’Acqua viva - Una riflessione cristiana sul New Age” a cura
del Pontificio consiglio della cultura - Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
Vista la complessità dell’argomento, tuttavia, non mi azzardo a fare
delle valutazioni critiche su quanto
scritto dagli eminenti autori appena
richiamati; proverò, invece, a fare
una riflessione personale, traendo
comunque spunto da quanto letto
sull’argomento. Credo infatti importante che un Cristiano, si domandi del perché di queste posizioni “contro”.
Al momento in cui ho deciso di provarci, la prima
difficoltà che ho incontrato, è stata quella di riuscire a capire che cosa fosse effettivamente il
New Age (N.A.).
Massimo Introvigne, considerato dagli addetti ai
lavori tra i maggiori esperti contemporanei in materia di nuovi movimenti religiosi, ne da una definizione certamente interessante e che cerco di riassumere. “Dal punto di vista sociologico il N.A.
può essere descritto come un network (struttura a
rete), o meglio come un metanetwork (cioè un
network di network)”. In altri termini se un movimento è un sistema sociale caratterizzato da un
minimo di struttura, una gerarchia, avente punti
di riferimento sul territorio quali sede, giornali,
programmi ecc., il network è caratterizzato da rapporti informali, mancante di qualsiasi struttura e
gerarchia. Tuttavia, per esistere il network ha bisogno di sviluppare dei servizi – libri, oggetti momenti di incontro, fiere, festival ecc. Ecco che si
forma il network degli appassionati di cristalli e
poteri ad essi collegati, quello della
reincarnazione, delle medicine alternative e così
via. Molto spesso le stesse persone si trovano a
frequentare network diversi ma tra loro affini.
Nasce così il metanetwork; in tal senso il
metanetwork N.A., può inglobare un gran numero di network diversi, accomunati dalla stessa idea
secondo cui sono in corso, o prossime, novità
qualitative e radicali. Di conseguenza, ai festival,
alle riunioni, ai centri d’incontro, possono partecipare membri di network diversi come l’ecolo-
Foto di scena della commedia musicale
Hair (1968). Era il periodo in cui nascevano i primi movimenti new age. Nella
commedia c’è una canzone che si intitola
L’età dell’Acquario.
gia, il pacifismo, le medicine orientali,
l’occultismo, la credenza negli extraterrestri ecc.
Al tempo stesso questo mixing permette la nascita di nuovi network che alimentano il metanetwork
N.A. in una spirale convulsa e senza fine apparente.
In tal senso, credo che, il N.A. sia un qualcosa
che nasce dal basso, dal gruppo, da una cultura
frammentata e pluralista.
Personalmente mi accorgo che, in effetti, essere
Cristiano è sempre più difficile: il mondo ci fa
viaggiare ad una velocità e attraverso conoscenze
S
che mutano con una rapidità spaventosa, siamo
posti continuamente di fronte a bivi, nella famiglia, nel lavoro, nell’amicizia. Può risultare difficile allora, a questa velocità, rimanere in strada.
Da una parte lo scetticismo che ci perviene dal
mondo scientifico, e dall’altra la durezza di un
mondo che spesso non riusciamo a giustificare da
alcun punto di vista, possono portare a cercare
scorciatoie. Non dico che il N.A. rappresenti una
scorciatoia perché sarebbe riduttivo. Tuttavia, pur
non condividendone affatto i principi, ritengo che
si tratti di un tentativo di portare un po’ di calore
nel mondo tanto duro e spietato in cui viviamo.
Per farlo utilizza il mezzo più semplice: agisce
cioè per lo più a livello dei sentimenti, degli istinti e delle emozioni, ricercando integrità e felicità,
spesso ad un livello dichiaratamente spirituale. Al
tempo stesso, tuttavia, nega i fondamenti della cristianità.
No, quindi, al Cristo unico Salvatore, declassato
a semplice maestro, no alla trascendenza di Dio
che invece è dovunque, in ognuno di noi, no al
peccato, no alla Morte, sì invece al Cristo cosmico,
sì alle tecniche di meditazione orientali come lo
yoga e lo zen (cfr. S.Acquaviva cit.).
Forse si tratta di una visione più semplice, più
facile da sposare e forse anche da confondere con
altro.
Essere Cristiani, e volutamente non uso il termine comparativo, è sicuramente difficile; in altre
parole per parafrasare un passo del Vangelo è come
sostituire il “Seguimi”, atto drammatico che
sottende l’abbandono di tutto e di tutti per affrontare l’ignoto con un “raggiungimi, ormai sai che
ti aspetta”.
A.P
E T T I M A N A
SA
N T A
13 DOMENICA DELLE PALME
ore 11,00: Benedizione delle palme presso la chiesa dell’Istituto Santo Spirito - processione verso la Chiesa
- Lettura della Passione secondo Matteo – Eucaristia.
15 MARTEDI SANTO
ore 21 (in chiesa): CELEBRAZIONE PENITENZIALE.
16 MERCOLEDI SANTO
ore 17,30: Celebrazione solenne in cattedrale (nella nostra Chiesa non c’è Messa).
17 GIOVEDÌ SANTO
ore 09,00: celebrazione dell’Ufficio delle letture - delle lodi - mattinata destinata alle confessioni.
ore 18,30: celebrazione della Messa in Coena Domini - lavanda dei piedi - trasferimento dell’Eucaristia
all’altare della reposizione per l’adorazione dei fedeli.
ore 21: visita alle sette chiese (inizio da Santo Spirito).
18 VENERDI SANTO
ore 09,00: Celebrazione dell’Ufficio delle Letture - delle Lodi - mattinata destinata alle confessioni.
ore 18,30: Solenne Azione Liturgica nella Passione e Morte del Signore Liturgia della Parola - Grande Preghiera dei fedeli - adorazione della Croce - Comunione ai doni presantificati.
ore 21,00: rievocazione della Passione di Gesù secondo Marco.
20 SABATO SANTO
ore 09,00: celebrazione dell’Ufficio delle Letture - delle lodi – Giornata destinata alla confessione che si terrà
nel pomeriggio dalle 16 alle 19,30.
Le confessioni riprenderanno alle ore 21.
VEGLIA DI PASQUA
ore 22: inizio della Veglia di Pasqua con benedizione del fuoco del cero canto del preconio pasquale.
Liturgia della Parola - Annunzio solenne della Resurrezione.
Liturgia Battesimale - battesimi di Deborah - Alessio – Chiara.
Eucaristia.
21 DOMENICA - PASQUA DI RESURREZIONE
Messe alle ore 8 - 10 - 11,30 - 18,30 (alle Messe saranno benedette le uova)
I Frati Minori Cappuccini : chi sono
la necessità di una riforma dell’Ordine. Poco dopo aver ricevuto la
Per la gente, i Cappuccini sono quelle persone che hanno spesso la barba
bolla papale Religionis zelus (3 Luglio 1528), molti altri francescani
lunga e che indossano il caratteristico saio marrone chiaro con un ampio
dell’Osservanza iniziarono ad unirsi ai riformati. Il periodo
cappuccio che si appoggia sulle spalle e con un cordone come cintola. Per
controriformista ed il secolo XVII per i Cappuccini sono un tempo
la Chiesa, i Cappuccini sono un Ordine religioso che si richiama alla Redi grande diffusione in tutta l’Europa cristiana. Il secolo XVIII vede
gola di San Francesco d’Assisi. La loro origine è dovuta ad una riforma
l’apice della potenza numerica (si contano 32.821 frati nel 1762), a
nata dal ramo dell’Osservanza. “La regola e la vita dei frati è questa, cioè
livello sia di insediamenti che di persone, accompagnato però da un
vivere in obbedienza, castità e senza nulla di proprio e seguire la dottrina
diffuso affievolimento spirituale. Questo porta l’ordine ad una forte
e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo” (Regola non bollata di San
diminuzione di frati alla fine dell’Ottocento. Attualmente i ministeri
Francesco del 1221). Questo è lo spirito con cui vivono i Cappuccini,
ed i servizi dei Frati Capqueste le parole guida profferite dal
puccini sono vari e numeroSanto al quale si ispirano.
L’ITER FORMATIVO
LA STORIA
si in tutto il mondo. NelLA FORMAZIONE È AL CENTRO DELL’ATTENZIONE SOPRATTUTTO DOPO GLI
ORIENTAMENTI OFFERTI DAL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II. I CAPPUCNei primi decenni del secolo XVI, tre
l’Ordine coesistono due forCINI SI SONO DATI UN PROGETTO FORMATIVO APPREZZATO ANCHE AL DI FUORI
Francescani Osservanti Italiani, Matteo
me di lavoro: manuale ed
DELL’ORDINE. LO STUDIO INTENSO DELLE FIGURE CARISMATICHE DI FRANda Bascio ed i fratelli Ludovico e Rafapostolico. Ma ciò che è imCESCO E CHIARA D’ASSISI, LA TESTIMONIANZA DEI NUMEROSI SANTI E BEATI,
faele Tenaglia da Fossombrone, si troportante non è ciò che fanL’ADEGUAMENTO MENTALE ALLA NUOVA ECCLESIOLOGIA, IL COINVOLGIMENTO
varono uniti da uno stesso desiderio:
no, ma la maniera in cui lo
DELLA FRATERNITÀ NEL PROCESSO EDUCATIVO, LA CURA DEGLI STUDI FILOSOFICO-TEOLOGICI, LA COLLABORAZIONE PASTORALE CON LA CHIESA LOCALE E
vivere la loro vocazione dando magfanno. L’intento dei CapINFINE VARIE ESPERIENZE DI VITA TRA I POVERI E TRA IL POPOLO SONO ALCUNI
giore importanza alla contemplazione
puccini è quello di essere
TRA GLI ASPETTI RILEVANTI DELLA FORMAZIONE AL CARISMA.
ed all’osservanza pura e fedele della
fratelli ai piedi di tutti coloPER CHI DESIDERA VIVERE IL CARISMA FRANCESCANO CAPPUCCINO, L’ITINERegola di San Francesco. L’intenzioro che essi stessi servono.
RARIO FORMATIVO PREVEDE , DOPO UN PERIODO DI A CCOGLIENZA
ne iniziale non era tanto quella di fonRecentemente (8 gennaio
VOCAZIONALE, L’ENTRATA UFFICIALE NELLA FRATERNITÀ CON IL POSTULATO,
PRIMA TAPPA DELLA FORMAZIONE INIZIALE. LA SECONDA È COSTITUITA DAL
dare un nuovo ordine religioso, quan2000) i Cappuccini hanno
NOVIZIATO, ANNO DI PARTICOLARE INTENSA ESPERIENZA DI DIO IN FRATERNITÀ,
to di imitare San Francesco ed i suoi
compiuto
una
SECONDO GLI ORIENTAMENTI SPECIFICI DELLA REGOLA DI SAN FRANCESCO.
primi compagni, presi come modelli di
riorganizzazione
generale
di
LA TERZA TAPPA, IL POST-NOVIZIATO, CONDUCE IL NEOPROFESSO, PER UN
vita. Nel 1528, con l’aiuto della nipote
tutte le loro principali attiPERIODO FORMATIVO DI ALMENO TRE ANNI, ALLE SOGLIE DELLA PROFESSIONE
di Papa Clemente VII, la duchessa di
vità. Essi si sono strutturati
PERPETUA, VERO COMPIMENTO DELLA FORMAZIONE INIZIALE ALLA VITA DI UN
FRATE MINORE CAPPUCCINO.
Camerino Caterina Cybo - che li avein Segretariati di Area che
va ammirati per la carità con cui avesono quattro: Fraternità,
vano servito i malati durante la peste del 1525 - essi ricevettero l’autorizzazione
Evangelizzazione, Carità e profezia e Comunione francescana; inolpontificia per vivere secondo quanto desideravano. Tra le altre cose Papa Cletre vi sono numerosi Settori o Servizi, che vanno dalla pastorale
mente VII aveva dato loro facoltà di vestire l’abito francescano con un cappuccio
giovanile e vocazionale ai beni culturali; e poi vi sono Uffici, Associaa punta e di portare la barba – simboli questi di povertà, semplicità e austerità.
zioni, Commissioni, Attività che comprendono le Associazioni BiL’Ordine dei Cappuccini - che all’inizio furono chiamati “Frati minori della vita
bliotecari Cappuccini ma anche attività consultoriali per la famiglia.
eremitica” - deve il suo nome proprio al cappuccio a punta. Matteo da Bascio,
(Vedi anche: www.fraticappuccini.it; www.ofmcap.org ).
Ludovico e Raffaele Tenaglia non furono i soli Francescani del tempo ad avvertire
Elena Cerini
Sono stato invitato a scrivere una
breve riflessione sul tempo di Quaresima e sul tempo di Pasqua, e la
prima domanda che mi sono posto è: perché fermarsi a pensare su
questi due momenti del calendario liturgico?
Ogni cristiano sa quale importanza riveste il tempo di Quaresima,
è un tempo “forte” che la Chiesa
ci propone per preparare al meglio
la festa di Pasqua. Un tempo nel
quale tutti, forse, siamo predisposti alla penitenza e al sacrificio, a
mettere in ordine la nostra vita.
Non è il caso di addentrarci nel valutare se poi alcuni nostri atteggiamenti propri del tempo di Quaresima, quali ad esempio il digiuno
o l’astensione dalla carne, non siano solo il retaggio di una fede
tradizionalista e non la manifestazione di una fede viva. Certo è che
forse il significato del tempo di Pasqua, a differenza della Quaresima, sfugge a molti credenti.
Il Concilio Vaticano II° ha affer-
Pace a Voi !
Slogan o annuncio di Gesù Risorto ?
mato con forza la centralità del mistero pasquale di Cristo, tanto che
“la celebrazione del Sacro Triduo
Pasquale è estesa gioiosamente
per tutto il ciclo
dei seguenti cinquanta giorni”
(Congregazione
per il culto divino). Come credenti siamo invitati a celebrare le
domeniche successive alla Domenica
di Risurrezione fino alla domenica di
Pentecoste, come un solo giorno di
festa, come la grande Domenica di Pasqua.
Qui allora mi chiedo: se da queste considerazioni è giusto e opportuno valorizzare il tempo di Pasqua, quale
potrebbe essere il motivo conduttore
modificare i nostri rapporti con gli
altri uomini. Il tempo di Pasqua è un
tempo di Grazia da vivere con gioia e
con speranza: la Pace è possibile, i
nostri cuori si devono aprire all’annuncio del Risorto.
Scriveva Mons. Tonino Bello: “Non
ti scoraggiare chiesa di Dio, anche se
il compito a casa che ti ha assegnato il
Risorto la sera di Pasqua è difficile,
richiede una carica eccezionale di speranza, e ti espone costantemente al
rischio di essere giudicata ingenua,
visionaria o sognatrice a occhi
aperti…Chiesa di Dio, se la Risurrezione di Gesù è la tua fede
incrollabile, la pace deve essere la
speranza intramontabile”.
di queste Domeniche, alla luce anche
del periodo storico che stiamo vivendo? La risposta la troviamo nella Parola di Dio. Gesù,
apparendo la sera di
Pasqua agli apostoli
impauriti si rivolge
a loro con queste
parole “Pace a voi!”
(Gv. 20,19). Questo
non è uno slogan,
qui non c’entrano i
movimenti pacifisti, non ci sono bandiere politiche,
non ci sono marce, questo è Gesù che
Gianluca Spadoni
parla ai suoi discepoli. La Pace vera è
un dono di Dio, è una benedizione del
Cristo, è un alito dello Spirito. Siamo
veramente ricolmi di quella pace che
Gesù annuncia ai discepoli il giorno
di Pasqua? La Pasqua ci invita a cambiare concretamente la nostra vita, a
Poltronissima
rubrica di cinema e teatro
IO
NON HO PAURA
Anno
2003
Data uscita
14/03/2003
Nazione
Italia
Produzione
Colorado Film, Cattleya
Distribuzione
Medusa
Regia
Gabriele Salvatores
Sceneggiatura
Francesca Marciano,
Niccolò Ammaniti
Fotografia
Italo Petriccione
Scenografia
Giancarlo Basili
Costumi
Florence Emir,
Patrizia Chericoni
Montaggio
Massimo Fiocchi
C A S T
Sergio: D IEGO ABATANTUONO
Pino: D INO ABBRESCIA
Anna: AITANA S ÁNCHEZ -GIJÓN
Michele: G IUSEPPE C RISTIANO
T R A M A
“IO non ho paura” di Gabriele Salvatores, unico
film italiano in gara al festival di Berlino che ha
ottenuto consensi di critica e di pubblico.
Argomento: Siamo nel 1978 ed un gruppo esiguo di famiglie ,native in un’assolata ed isolata
campagna al confine fra Puglia e Basilicata, si
trovano coinvolte in un rapimento di un bambino milanese Filippo (Mattia di Pierro), manovrati da un burattinaio senza scrupoli (Diego
Abatantonio), per ricavarne un cospicuo riscat-
to. L’argomento è stato ricavato da un romanzo
di Niccolò Ammaniti, il quale ha collaborato alla
sceneggiatura insieme a Francesca Marciano.
Visione consigliata: E’ un film i cui veri protagonisti sono i bambini, innocenti strumenti delle
condizioni precarie di vita degli adulti e delle loro
deviate aspirazioni di benessere e di guadagni
facili. Questi bambini però, cresciuti nelle difficoltà , hanno imparato a loro spese, a saper affrontare i disagi con coraggio e forza d’animo.
Sarà infatti Michele (Giuseppe Cristiano), che
malgrado le paure e le minacce, si fa carico della
prigionia del sequestrato con una conclusione positiva, pur rimettendoci di persona.
Sentimenti: Alla miseria sociale e morale degli
adulti, alla disperazione, alla disperazione e alla
sofferenza dell’innocente prigioniero, si contrappone la fiammella della speranza che le nuove
generazioni sviluppino nuove forme di solidarietà,
di
fraternità
e
di
coraggio.
Athos Rinaldi
Notizie e consigli ..... stetoscopici
a cura del medico di turno: Dott. Cristiano Ianetto
Medicina .... alternativa ?
L’esperienza di Patch Adams ha dato inizio a
quello che la medicina chiama risoterapia.
Che effetto può avere portare un pò di buon
umore nelle nostre corsie?
Nelle interviste fatte agli ammalati risulta una
netta preferenza per gli infermieri e medici che
trovano il tempo per scambiare qualche battuta
ma l’importanza della terapia del sorriso, e della buona risata, è molto maggiore: si pensa che il
buon umore possa aiutare il malato a fronteggiare la malattia stessa.
Purtroppo gli studi in questo campo sono difficili perché difficile è quantificare il buonumore
e correlarlo con i dati clinici così da ottenere
risultati confrontabili. Tuttavia molti affermano che mantenere il buon umore aiuta l’organismo a dare la giusta risposta ormonale allo
stress, tonifica il sistema immunitario,
cardiopolmonare e migliora la prospettiva con
cui il malato vede se stesso e la malattia.
La risoterapia trova ancora una certa resistenza
da parte degli addetti ai lavori perché sono troppo appesantiti dai loro compiti o impreparati a
combinare la professionalità e la prontezza di
spirito richiesta da questo tipo di “terapia” ma
anche il malato adulto trova difficoltà a sgan-
ciarsi da certi schemi comportamentali che accompagnano l’ammalarsi. E’ una realtà che i medici del sorriso lavorino soprattutto con i bambini che più facilmente riescono a separarsi dal
pensiero della malattia per rifugiarsi nel gioco e
nell’affetto dei genitori come nel contatto amichevole di chi li circonda.
Non si perda però la speranza!
Il Dr M. Pataria si ispira ad una antica forma di
meditazione yoga che si basa sull’effetto distensivo che porta il ridere di gusto. Questo medico
ha iniziato con un gruppo di colleghi osservando quale effetto potevano avere brevi incontri
quotidiani in cui si scambiavano scherzi e barzellette. Erano tutti d’accordo: già dopo pochi
giorni sentivano di stare meglio con se stessi!
Il dottor Pataria attualmente tiene seminari in
tutto il mondo e organizza “sedute” di questo
tipo con migliaia di persone.
Ritiene che, al di là di una soggettiva sensazione
di benessere, la risoterapia sia uno strumento
efficace per preservare la salute e meglio affrontare la malattia:
“Ridere più volte al giorno, anche senza motivo, è una cura che serve a tutti. Indipendentemente da età e cultura” (www.laughteryoga.org ).
Sono numerose le organizzazioni che seguono i
malati, e i bambini, negli ospedali di tutto il mondo.
Cito, tra le tante, la fondazione Theodora che
opera attualmente anche nella nostra città!
(www.theodora.org ).
Cristiano Ianetto
SAREMO ANCHE SU
INTERNET !
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[email protected]